NAZIONALE GRANATIERI DI SARDEGNA · anno lviii - n. 2 - aprile - giugno 2005 - pubb. trimestrale -...

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Di noi tremò la nostra vecchia gloria. Tre secoli di fede e una vittoria G. D'Annunzio ORGANO UFFICIALE DELLA PRESIDENZA DELL'ASSOCIAZIONE NAZIONALE GRANATIERI DI SARDEGNA ANNO LVIII - N. 2 - APRILE - GIUGNO 2005 - PUBB. TRIMESTRALE - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE ART. 2 – COMMA 20/C DELLA LEGGE 662/96 - FILIALE DI ROMA 28 ° RADUNO NAZIONALE GRANATIERI DI SARDEGNA Jesi (AN), 17-18 settembre 2005 Jesi (AN), 17-18 settembre 2005

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Di noi tremò la nostra vecchia gloria.Tre secoli di fede e una vittoria

G. D'Annunzio

ORGANO UFFICIALE DELLA PRESIDENZA DELL'ASSOCIAZIONE NAZIONALE GRANATIERI DI SARDEGNAANNO LVIII - N. 2 - APRILE - GIUGNO 2005 - PUBB. TRIMESTRALE - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE ART. 2 – COMMA 20/C DELLA LEGGE 662/96 - FILIALE DI ROMA

28° RADUNO NAZIONALEGRANATIERI

DI SARDEGNA

Jesi (AN), 17-18 settembre 2005Jesi (AN), 17-18 settembre 2005

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Benedetto Pierantoni:una favola modernaClaudio Conti

2 aprile-giugno 2005

Direttore responsabile: Antonino TorreRedazione:

Claudio Conti, Alba Maria Mendico,Guido Tamburini

Segreteria: Feliciano di Felice, Corrado Trambusti–––––––––––––

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Tel 06/7028289 - Fax. 06/7021752Presidente Onorario: On. Lino Fornale

Presidente: Mario BuscemiVice Presidente: Gianfranco ImperatoriSegretario Nazionale: Antonio Lattanzio

Comitato Centrale: Arsenio Rossoni, Guido Tamburini,Gian Paolo Torrini, Corrado Trambusti–––––––––––––

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La collaborazione al giornale avviene a titolo volontario e gratuito. Tutto il materialeche perviene in Redazione, anche se non pubblicato, non viene restituito. La reda-zione si riserva la facoltà di modificare e/o sintetizzare i testi che vengono forniti.

Chiuso in tipografia il 21 giugno 2005

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IN QUESTO NUMERO

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Attivitàassociativa 2424

Un ufficiale di sua maestàbritannica tra i granatieriPaul Ganusko 1515

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LA LETTERA DAL DIRETTORELa copertina di questo numero riproduce il manifesto ufficiale del Raduno nazionale, che si terrà a Jesi nei giorni 17 e18 settembre del corrente anno. Ci sono tutte le premesse per ritenere che il Raduno di quest’ anno sarà un’ occasioned’incontro memorabile e possiamo garantire che il Comitato organizzatore, costituito dai dirigenti del Centro Regionaledelle Marche, sta operando con un impegno veramente eccezionale per non deludere le diffuse aspettative. All’internosono presenti tutte le informazioni per facilitare la partecipazione al Raduno, informazioni che è possibile reperire anchesul frequentatissimo sito INTERNET, aperto proprio in occasione dell’adunata nazionale di Jesi.Nell’apertura, il Presidente nazionale parla della presenza dei Granatieri alla Parata militare del 2 giugno che, neglianni passati, è stata all’origine di molti nostri crucci, delle azioni che sono state messe in atto e dei risultati ottenuti pergarantire l’attuale assetto ordinativo della nostra Brigata. Sempre nell’apertura, inoltre, viene reso il doveroso omaggio al generale Luigi Maria Reggiani, già Comandante del 1°reggimento Granatieri di Sardegna, venuto a mancare all’inizio dell’anno. Come previsto dal Piano editoriale, ormai ampiamente consolidato, dopo argomenti che potremmo definire d’attualità,seguiranno alcuni articoli di contenuto storico, altri, infine, sull’attività dei Granatieri in armi e dell’Associazione. Perquest’ultima, in particolare, riveste grande interesse quella riferita all’apertura di nuove sezioni e al conseguente “reclu-tamento” di nuovi iscritti. E tutto, grazie a bravi granatieri come il piceno Bruni e il mantovano Bonini! I ranghi delnostro Sodalizio, come avevamo auspicato dalle pagine di questo periodico, si stanno sensibilmente rafforzando anchesotto l’aspetto quantitativo. E anche i numeri, molto spesso, hanno la loro importanza!Come annunciato nel numero precedente, è in corso di realizzazione un fascicolo rievocativo della figura del compiantoFra’ Gianfranco Maria Chiti. L’impegno per metterlo insieme risulta abbastanza consistente, anche se le finalità che cisiamo posti non sono quelle di realizzare una biografia esaustiva della figura di questo grande personaggio ma solo,come detto, di rievocarne gli aspetti più salienti e anche inediti senza, peraltro, cadere in toni retorici e eccessivamentecelebrativi.Il fascicolo, nel momento che sarà ultimato, vi verrà spedito con il primo numero utile della rivista.Arrivederci a fine settembre: anzi, al 17 e 18 settembre a Jesi!

In copertina: Manifesto del Raduno di Jesi. M. Migozzi: “Allegoria delGranatiere in congedo”, olio su tavola - notizie a pagina 34

Alamaricon le stellette

1111Festeggiato a Pietralata il 346° anno dei GranatieriGuido Tamburini

25 aprile. Festa nazionalema non completamenteAntonino Torre

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…superbi e fier! Possiamo cantarlo apiena gola questa volta. La presenza deiGranatieri alla parata militare del 2 giu-gno è stata al di sopra delle più ottimisti-che aspettative.Il colonnello Meinero, comandante del 1°reggimento, ha aperto lo sfilamento delsottosettore “le Forze Armate nella guer-ra di liberazione” scortato dalla bandieracolonnella e seguito da un reparto com-posito nel quale spiccavano gli alamaridei Granatieri con l’uniforme che indos-savano quando si batterono eroicamentenella Difesa di Roma del settembre 1943.Poco dopo – con riferimento alle operazioni di pacedei giorni nostri – ecco risuonare da lontano i tambu-ri sui quali è riportata vistosamente la nostra data dinascita: 1659 (qualcuno aveva cercato di contestarequesta ormai consolidata primogenitura facendo rife-rimento ad una piccola unità di ventura al servizio deiSavoia nel 1300 e poi scomparsa. Ma è stato un tenta-tivo di scarso successo ed il discutibile riferimento erasfumato in un totale vuoto d’attenzione).Si ode poi avvicinarsi, alla tribuna presidenziale, ilsuono del nostro antico inno intonato dalla banda eappare la Bandiera che precede il nereggiare dei ber-rettoni di pelo: è la nostra indiscussa Grande Unifor-me Speciale (da non confondersi con le uniformi sto-riche di cui attualmente si fa uso e abuso diffuson.d.r.). Sfila compatto un perfetto reparto che suscita entusia-stici applausi.Un brivido ci percorre. Finalmente si sono ricordatiche noi esistiamo!Ma non basta. Un ulteriore riconoscimento ci viene at-tribuito con il passaggio di Granatieri in tenuta dacombattimento su autocarri leggeri VM90, qualeespressione del diuturno impegno dei nostri repartinell’operazione “Domino”, di sicurezza e vigilanzacontro il terrorismo. Si tratta di un’attività poco nota esilenziosa, di cui ci si accorge - ad esempio - negli ae-roporti di Roma ove sono sempre riconoscibili Grana-tieri in servizio armato, con quanta fatica e quanti sa-crifici!Questa nostra diffusa presenza nello sfilamento ci im-pone di formulare il più grato apprezzamento allo Sta-to Maggiore dell’Esercito (che era stato, per il vero,oggetto di numerose sollecitazioni, tanto insistenti dapoter apparire talvolta fastidiose). Speriamo ora chequello che abbiamo visto possa ritornare prassi nor-male e rimanere immutato negli anni futuri, senza chesia più necessario insistere e “lavorare ai fianchi” i re-sponsabili interessati.I Granatieri sono un patrimonio irrinunciabile dellanazione e dell’Esercito ed è l’Esercito tutto che deveessere orgoglioso di noi.Ma, l’emozione che ha fatto vibrare finalmente i nostricuori, la passione che ha scosso il nostro animo è an-che frutto di un’altra recentissima battaglia combattu-ta e vinta.Sulla scia delle continue contrazioni e soppressioni diunità cui il nostro Esercito è costretto a sottoporsi percarenza di risorse (o perché con le poche risorse dis-

ponibili si vogliono soddisfare altri inte-ressi), si era infiltrata una voce allarman-te, tanto allarmante da apparire incredi-bile: la Brigata “Granatieri di Sardegna”era destinata ad essere sciolta ed i suoireggimenti sarebbero passati, in varieforme, alle dipendenze di altri Comandi.La prima Grande Unità dell’Esercito, co-stituita come Brigata “Guardie” nel 1814per ampliamento del nostro antico reggi-mento e denominata poi “Granatieri diSardegna” nel 1850, sarebbe scomparsa!Un volta accertato, a seguito di numerosiinfruttuosi colloqui sostenuti ai massimi

livelli militari, che l’intenzione stava ormai consoli-dandosi e che la decisione sarebbe stata formalizzatanel giro di pochi giorni, la notizia si è diffusa come unvento di tempesta in tutta l’Italia.A questo punto, i Granatieri in congedo dell’Associa-zione hanno avuto uno scatto d’orgoglio, superandola tradizionale abitudine ad accettare qualsiasi sacrifi-cio imposto dall’alto con rispettosa ubbidienza, comeè sempre stato loro costume di indiscussa fedeltàquando in servizio.Forti della facoltà d’espressione propria della nostra li-bera Associazione, hanno inviato un torrente di lette-re, di telegrammi, di fax alle più alte Autorità Istituzio-nali dello Stato, dalla Presidenza della Repubblica alParlamento, al Governo.Centinaia di espressioni di stupito dolore, ansiose ri-chieste di chiarimenti, accorati appelli al rispetto deinostri sacri Valori tradizionali hanno sommerso uffici,segreterie, direzioni, comandi.Forse gli autori del dissennato progetto (definito da unautorevole personaggio, con molta proprietà, “fruttodi un’iniziativa di sprovveduti”) non immaginavanoche così grandi fossero la forza morale e l’orgoglio deiGranatieri, che così profondo ed irriducibile fosse l’at-taccamento ai loro bianchi Alamari, segno indelebileper tutta la vita.Così l’iniziativa è subito rientrata, anzi si è fatto direche la stessa “risultava priva di qualsiasi fondamento”.Tanto è stato lo sconcerto di chi si è visto travolto dauna così imponente reazione, al punto di non volerneanche ammettere che il programma era stato confi-gurato e che stava per essere inopinatamente appro-vato in via definitiva.Meglio così.Senza voler ricorrere a paragoni impropri e nel dovu-to rispetto delle proporzioni, per non apparire pre-suntuosi, questa prorompente spontanea presa di po-sizione ci fa comunque pensare in modo emblematicoal 25 settembre 1943, quando i Granatieri del 3°, chiu-si nei reticolati del campo di Wietzendorf, a fronte diuna proposta inaccettabile perché in contrasto con lapluricentenaria fedeltà al giuramento, seppero dire illoro fermissimo NO con il canto dell’antico, fatidicoinno:”Noi siam Granatier, superbi e fier”.Possiamo ritenerci veramente appagati e fieri di noi,ma l’esperienza insegna che l’erba cattiva… tendesempre a ricrescere.Perciò resteremo vigili, con tanta passione nel cuore,come sempre.

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NOI SIAM GRANATIER…

Mario Buscemi

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Luigi Maria Reggiani, Granatiere eGenerale di Corpo d’Armata, ci halasciato il 9 gennaio 2005 congrande dolore e cordoglio non solodella sua amata sposa Maria e deisuoi cari congiunti, ma anche diquanti lo ebbero al loro fianco, alleproprie dipendenze o furono aisuoi ordini fin da quando, termi-nato il 2° anno di Accademia nel1947, a quel tempo provvisoria-mente a Lecce, era entrato nelle filedel ricostituito 1° Granatieri distanza nella Capitale.Tempi per un certo verso “eroici”,quelli dell’ultimo scorcio degli anniquaranta: al 1° e 2° corso di Acca-demia nella città pugliese afflui-rono giovani, in massima partedelle classi da 1924 al 1926, prove-nienti ormai anche dal Nord ap-pena liberato, ovvero dalle regionimaggiormente sottoposte alle soffe-renze e traversie sia per i continuibombardamenti aerei, sia per laguerra tra opposti eserciti stranierie sia, purtroppo, derivanti dallaguerra cosiddetta “civile” allaquale, per quei giovani, non fu fa-cile sottrarsi.Ci voleva, per così dire, una buonadose di coraggio, di speranza neidestini della Patria ed una forte vo-cazione per la professione dellearmi per decidere, allora, di abbrac-ciarla. L’Esercito, ricostituito sullabase di quello “di Liberazione”,stava avviandosi verso un assetto ri-spondente alle nuove esigenze deri-vanti dalla “scelta occidentale”, cosìardentemente propugnata da DeGasperi.Per quei giovani fu altrettanto unascelta basata sulla speranza e sullafede in valori ben radicati nella loroformazione e nella loro coscienza.Quanto sopra, per delineare neltempo le condizioni in cui opera-rono i primi ufficiali del dopoguerrae evidenziare la figura di Luigino,così come lo chiamavamo nella Ca-serma “Nazario Sauro” in Prati in-

dossando gli Alamari per tutti glianni in cui servimmo l’Esercito, conuno stipendio di certo non esal-tante, ma con tanto entusiasmo edintenso impegno, addestrando tantiGranatieri nei 18 mesi di leva nelperiodo della “guerra fredda”.Il veronese Luigino, figlio e nipote

di due esimi e valorosi ufficiali della1^ e della 2^ Guerra Mondiale, fuuno degli elementi di spicco, con icolleghi del suo corso: Coppola,Smecca e Bonamici, tra i subalternidel Reggimento; fanatico, in sensopositivo, dell’addestramento, ma se-guito ed amato dai suoi uomini e sti-mato dai superiori.Insieme abbiamo trascorso periodiindimenticabili della carriera svilup-patasi pressoché parallelamente neivari gradi. Abilitato alla “Coopera-zione aereo-terrestre” al corso diGuidonia, fu in seguito mio compa-

gno al Corso Superiore di StatoMaggiore della Scuola di Guerra,dalla quale uscimmo “titolati” nellontano 1961, trovandoci nuova-mente al nostro “Primo” per com-pletare il comando di compagniafucilieri, in fraterna competizionenell’addestramento di 2° ciclo, pro-tagonisti in numerose e impegna-tive esercitazioni a fuoco ai vari li-velli e collaborando, entrambi, colComando della Fanteria della Divi-sione.Svolse il comando di battaglione

alla frontiera, nel 76° della “Man-tova” e, dopo un periodo di impe-gno qualificato presso gli OrganiCentrali e la Scuola di Fanteria diCesano, assunse nel 1973 il Co-mando di Reggimento in Pietralata,per poi essere impiegato nel Servi-zio di Stato Maggiore e nei gradi digenerale in importanti incarichiquali quelli di Presidente del Tribu-nale Militare dell’Italia Centrale e diComandante della Zona Militare diRoma, fino al suo congedamento.Come uomo d’azione, più che bu-rocrate da tavolino o per godersi -come si dice - la pensione tranquil-lamente, non rassegnandosi allaquiescenza, dopo un periodo di do-cenza di Storia militare all’Univer-sità della Terza età, immessosi inpolitica attiva, con incarichi elettivia favore dei pensionati (fu Asses-sore ai Servizi Sociali della Provinciadi Roma), divenne membro delGruppo di studio e di lavoro per laStoria della Guerra di Liberazione e,in virtù della sua qualifica di “Volon-tario della Libertà”, Presidente dellabenemerita Associazione Garibal-dini.Affetto, negli ultimi due anni, da unmale che ne debilitava il suo forte fi-sico, ma non il morale sempre alto,coraggiosamente e cristianamente,affrontava gli ultimi giorni di unavita tutta dedicata alla famiglia edalle patrie istituzioni.

Roberto di Nardo

Addio Luigino!Il ricordo del Generale Reggiani, che fu Comandante del 1° Reggimento

Granatieri di Sardegna, dalle parole di un suo collega

LE INSEGNE DELL’ASSOCIAZIONE VENGANO SIMBOLICAMENTE ABBRUNATE IN SEGNO DI LUTTO PER LA PERDITA DEL 79° COMANDANTE

DEL 1° REGGIMENTO GRANATIERI DI SARDEGNA

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E’ quella che potremmo raccontare narrando la vitadel granatiere Benedetto Pierantoni, classe 1946, daPetriolo (MC), che il 1° maggio scorso, il PresidenteCiampi, con un suo Decreto, ha insignito della Stella alMerito del Lavoro, prestigiosa onorificenza che dà di-ritto di fregiarsi del titolo e della medaglia di Maestrodel Lavoro.

C’era una volta... un ragazzino appena quattordicennedi nome Benedetto che, per dare aiuto alla sua famiglia,va a lavorare in una piccola azienda di calzature creatain quei giorni da un altro ragazzo, Alberto, quasi suocoetaneo, diciottenne. Siamo nel 1960: l’Italia è appena uscita dalla tragedia diuna guerra perduta e da una lacerante, susseguente,lotta fratricida. Per un giovane di un paese del centro-sud d’Italia l’alternativa alla disoccupazione è l’emigra-zione. Un’intera generazione prende la via verso queiPaesi che affidano a lavoratori stranieri occupazioni re-munerative, ma ad alto rischio: a Marcinelle, in Belgio,l’8 agosto 1956, 136 lavoratori italiani erano morti nelleviscere di una miniera di carbon fossile, sprovvisti dellemaschere antigas che avrebbero certamente salvato lavita alla massima parte di loro. Ma, come spesso accade a noi italiani quando toc-chiamo il fondo, si ridestò in tutti uno straordinario im-peto di solidarietà che vide, pur in un clima di contrap-posizione ideologica, unirsi, nella rinascita del Paese,tutte le parti sociali. Gli operai del Nord sottoscrisseroun Patto di solidarietà in favore dei contadini del Sud;dall’estero una generazione di nostri lavoratori emi-grati, ripetendo quanto era avvenuto cinquant’anniprima, contribuì, con le sue rimesse al sostentamentodelle famiglie rimaste in Italia. Alberto intuisce che per elevare il misero tenore di vitadella sua gente non bastano le pur preziose rimesse de-gli emigranti, ma che occorre utilizzare al massimo ledoti caratteristiche degli italiani in generale e dei mar-chigiani in particolare: la creatività e la tenacia nel la-voro.L’aver assunto fin dall’inizio Benedetto gli garantirà unaterza dote: il fedele amore per la ditta, una fedeltà ed unamore che continuano da oltre quarantacinque anni.C’è una sola parentesi nella vita lavorativa di Pierantonipresso la “Aeffe Calzature” (Alberto Fermani Calzaturen.d.r.): i quattordici mesi passati al IV meccanizzato diCivitavecchia con Gianfranco Chiti comandante di bat-taglione e Michele Corrado comandante di compagnia:un servizio trascorso con la naturalezza e l’impegno dichi già da anni ed anni compie un duro lavoro quoti-diano. Al termine del suo servizio di leva Benedetto,per unanime giudizio dei suoi comandanti, indossa igradi di Caporal Maggiore cosa questa non da tutti, aquei tempi.Oggi che oscure nubi si addensano sul panorama im-prenditoriale italiano quasi a ripetere la situazione crea-tasi nell’immediato dopoguerra. Alberto e Benedetto,

saldamente presenti nella fabbrica di Petriolo, condu-cono la loro quotidiana battaglia contro la crisi. Supe-rato il momento della scarsità degli ordinativi grazie allasolidarietà e al senso di responsabilità degli anziani la-voratori della ditta che, di fronte alla necessità di licen-ziamento dei più giovani colleghi, sceglievano la for-mula: guadagneremo meno, ma lavoreremo tutti, sisono messi in azione per recuperare la piena competiti-vità sul mercato. Gli ordini sono, così, arrivati copiosi eora l’Aeffe li potrà evadere potendo contare su un or-ganico completo, esperto ed entusiasta. Occorrerà,però, rispettare dei ferrei tempi di consegna e per fareciò l’esperienza e la tenacia di Benedetto risulterannoancora una volta, determinanti.La bella favola … continua.

Claudio Conti

PROTAGONISTI CON GLI ALAMARIBenedetto Pierantoni:una favola moderna

S.E. il Prefetto d’Ancona, dottor Manichedda, già ufficiale dei granatieri,consegna l’attestato e la decorazione a Pierantoni, sotto lo sguardoincuriosito di Matteo, nipotino del neo Maestro.

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25 aprile. Festa nazionale… ma non completamente

LE FORMAZIONI PARTIGIANENegli ultimi mesi del ’43, le prime “bande” partigiane rac-colgono circa 10.000 uomini, per lo più sbandati dai repar-ti regolari dell’Esercito. Con la primavera dell’anno succes-sivo, le formazioni partigiane acquistano maggiore consi-stenza. Il 40-50% degli effettivi sono inquadrati nelle Briga-te che presero il nome da Garibaldi, un 30% nelle BrigateGiustizia e Libertà, il resto è presente in formazioni d’ispi-razione socialista e cattolica.

I COMBATTENTI: 185.639LE DONNE: 35.000

dati risultanti dalla Commissione di riconoscimento qua-lifiche operante fino agli anni ‘90

I CADUTIPartigiani: 28.870

Civili: 14.150Donne (cadute in comb.): 683

Molti Granatieri erano presenti, a titolo personale, nelleformazioni partigiane

LE FORZE ARMATE DEL SUDDopo l’armistizio con gli Alleati, il governo Badoglio il 13ottobre del ’43 dichiara guerra alla Germania e il giorno 16dello stesso mese, ottiene il riconoscimento della qualifica

Quest’anno, la celebrazione del 25aprile, in occasione del sessantesimoanniversario della fine della guerracivile e dell’occupazione tedesca dell’I-talia, ha avuto una particolare enfasie numerose sono state le iniziative percelebrarlo in tutta la nazione. Da piùparti si era auspicato che la data nonfosse considerata, come spesso era av-venuto negli anni passati, la celebra-zione dei vincitori sui vinti. D’altrocanto, sessanta anni sono un periodostorico in cui ben tre generazioni sisono succedute e le file dei diretti pro-tagonisti di quei fatti, per motivi ana-grafici, sono andate sensibilmente adassottigliarsi. Anche il trascorrere ditanto tempo si riteneva che avesse af-fievolito, quindi, quei motivi d’odio edi rancore che tanti lutti e dolori pro-vocarono a tutti gli italiani di queltempo. E questo, senza voler minima-

mente cadere in una sorta di revisio-nismo che porti ad annullare le ragio-ni di certi fatti e alla completa equipa-razione di tutte le parti in causa. Lo stesso Presidente Ciampi, con tuttala sua credibilità e autorevolezza, inparecchie occasioni aveva affermatoche la data andava intesa non comeuna ricorrenza di una parte ma pro-prio come la festa di tutti gli italiani.Una vera e propria Festa Nazionale.Ma, l’accorata esortazione del Quiri-nale non è stata da tutti recepita: Pao-la Del Din, leggendaria Medaglia d’O-ro della Resistenza (giovanissima silanciò con il paracadute dietro le li-nee nemiche) è stata fischiata a Udineda alcuni che sicuramente le rimpro-veravano la sua appartenenza aduna formazione d’ispirazione cattoli-ca; i ministri Pisanu e Martino, il pre-sidente Formigoni e il sindaco Alberti-

ni, hanno avuto la stessa sorte, e forseper motivi analoghi, nei loro interven-ti nella grande cerimonia di celebra-zione svoltasi a Milano; a Torino, ri-cordare il valoroso Edgardo Sogno,Comandante partigiano non comuni-sta e Medaglia d’Oro al Valor Militare,infine, è divenuto quasi una sorta diattentato all’ordine (o disordine) pub-blico. E tutto, nonostante la corale e convin-ta partecipazione di migliaia di citta-dini.Ci auguriamo che certi episodi, deiquali abbiamo citato solo i più rile-vanti, non siano solo frutto di un odiosopito ma non estinto e che la ricor-renza, che ripetiamo deve essere festeg-giata da tutti gli italiani, possa esserestata in parte strumentalizzata solo daalcuni, per motivi di bassa politica.

Antonino Torre

I numeri della guerra di liberazione (*)

Nel periodo compreso fra l’ 8 settembre 1943 e il 25 aprile 1945, furono centinaiadi migliaia gli italiani in armi che continuarono la guerra su fronti opposti

Il Principe Umberto con i fanti del C.L.I in uniforme inglese

Una formazione partigiana

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I papi della mia vita

di stato cobelligerante. Le rinate Forze Armate italiane, do-po i fatti avvenuti immediatamente dopo la dichiarazionedell’armistizio (Difesa di Roma dei Granatieri, Cefalonia),hanno con l’Esercito il battesimo di fuoco a Montelungo,nel dicembre 1943. L’Esercito risale poi la penisola a fian-co delle truppe alleate, fino alla grande offensiva dell’apri-le del ‘45 quando passa da poche migliaia di effettivi a ol-tre 500.000 uomini.

ESERCITO: 400.000MARINA: 80.000

AERONAUTICA: 35.000I CADUTI 87.000

(di cui 42.000 nei campi di prigionia)I Granatieri erano presenti con due battaglioni nel Grup-po da Combattimento (divisione) “Friuli”

LE FORZE ARMATE DELLA R.S.I.Le Forze Armate della Repubblica Sociale Italiana hanno laloro costituzione ufficiale il 28 ottobre 1943, dopo la libe-razione del Duce, prigioniero al Gran Sasso, da parte deiTedeschi.Le cifre degli effettivi fornite dagli storici non concordano,anche a causa della perdita di molti documenti avvenuta aseguito della disfatta; esse oscillano, infatti, fra le 500 e le800 mila unità, includendo anche i lavoratori militarizzati ele diverse milizie (G.N.R., X MAS, ecc.). Anche per quanto riferito ai Caduti, ai giorni nostri la stimarisulta ancora difficile.

ESERCITO: 300.000MARINA: 26.000

AERONAUTICA: 79.000

ALTRE FORMAZIONI: 270.000LE AUSILIARIE: 5.500

I Granatieri erano presenti con un battaglione inquadra-to nella divisione Cacciatori degli Appenni

I CADUTIMilitari: 13.000

Civili: 2.500(il numero dei Caduti è riferito solo a quelli in combattimen-to e non comprende quelli, stimati in oltre 15.000, che si so-no avuti a guerra finita: V/d “Il sangue dei vinti” di Pansa).

Non ho la pretesa di fare trattazioniminuziose e colte sui Papi che ho vi-sto avvicendarsi nel corso della mia vi-ta. Desidero solo ricordare particolarimomenti di cui sono stata testimone eprotagonista. Non sono pochi settePapi!Sono nata quando sul soglio pontificiosedeva Papa Achille Ratti, cioè Pio XI.Fu il Papa dei Patti Lateranensi che fu-rono firmati a Roma, nel Palazzo Late-rano, l’11 febbraio 1929, fra il CardinalGasparri, in rappresentanza dello Sta-to Vaticano e Mussolini, Capo del Go-verno italiano.La notizia della morte di Pio XI l’ap-presi nei giardini dinanzi alla Basilicadi S.Giovanni mentre stavo passeg-giando con una mia compagna discuola. Ne rimanemmo molto rattrista-te e ci chiedemmo se l’indomani lascuola sarebbe restata chiusa per lut-to.Nel 1939, fu eletto il suo successore,Eugenio Pacelli, che prese il nome diPio XII e ci accompagnò per tutto ilperiodo della guerra 1940-1945.Ebbi il privilegio di partecipare ad una

sua udienza il 4 giugno del 1942, co-me annotai sulla mia agendina diquell’anno. Provai una grande emo-zione. Tutta la classe, con la nostra in-segnante, professoressa Maria Bian-chi, venne ricevuta in una grande sala.Credo che fosse la Sala Clementina.Ricevemmo la sua benedizione, glibaciammo la mano e gli chiedemmola benedizione anche per i nostri fa-migliari ed i soldati che erano al fron-te. La mia compagna Fabi gli mostròaddirittura la fotografia del suo fidan-zato.Rammento anche la visita che questoPapa fece ai superstiti del tremendobombardamento anglo-americano delquartiere di San Lorenzo, il 19 luglio1943. E i cittadini si commossero al ve-derlo tra di loro. Non era frequente,allora, che il Papa uscisse dalle muravaticane. Nel 1955, dodicimila Granatieridell’Associazione, furono ricevuti inudienza da questo grande Papa. AiGranatieri in armi, con le insegne ab-brunate, spettò il compito di aprire ilcorteo funebre che riportò la salma da

Castel Gandolfo alla Basilica di S. Pie-tro.A Papa Pacelli succedette il “PapaBuono”, Angelo Ronacalli, che era sta-to sottufficiale di Sanità nella GrandeGuerra e che assunse il nome di Gio-vanni XXIII, già usato nella storia dauno degli “Antipapa”. Il Concilio Vati-cano II, che egli promosse, dette unnuovo impulso ecumenico alla Chiesaanche se comportò qualche contesta-zione da parte di alcuni tradizionalisti.Durante la sua malattia, fui incaricatadal direttore di un ufficio culturale re-ligioso presso il quale lavoravo, diconsegnare personalmente alla Segre-teria del Pontefice, una busta di cuiignoravo il contenuto. Fui ricevuta daMonsignor Loris Capovilla ed appro-fittando della sua cordialità, mi permi-si di domandare notizie sulla salutedel Papa. Sorridendo il prelato mi dis-se testualmente: <<Se lei si affaccia daquesta finestra, lo vedrà passeggiarenei giardini, malgrado le raccomanda-zioni dei medici>>. Fui discreta e non

(*) I dati sono stati desunti dal quotidiano “AVVENIRE” del 26 aprile 2005

Il gagliardetto del battaglione “Lupo” della X^ MAS

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approfittai dell’invito per sbirciare sul-la “privacy” pontificia.Quando uscii dalla Segreteria, Monsi-gnor Capovilla gentilmente mi accom-pagnò per un tratto. Pensando di far-mi cosa gradita, mi dette qualche in-formazione su quei meravigliosi am-bienti e mi precisò che quelle erano lecosiddette “Stanze di Raffaello”. Cicongedammo con una calorosa strettadi mano.Dopo poco tempo, andai a renderel’ultimo saluto al Papa Buono nellaBasilica di S.Pietro, dove le sue spo-glie mortali erano state esposte.Al “Papa di transizione”, come fu defi-nito da alcuni in ragione della sua età,seguì Giovanni Battista Montini, PapaPaolo VI.Anche da questo Papa ebbi occasionedi andare in udienza, insieme ad ami-ci dell’Associazione “Cardinal Ferrari”di Milano. Con me vennero anche miomarito, la sua mamma e mio figlio.Ricordo la mia preoccupazione perprocurarmi il velo di tulle nero, adattoalla circostanza, ma già in quegli annisi andava perdendo l’abitudine per ledonne, di coprirsi il capo entrando inchiesa. Il successore di Paolo VI fuAlbino Luciani che prese il nome di

Giovanni Paolo I, un Papa sorridente,giovane, semplice, che contrariamen-te alle aspettative, non dette ai fedelinemmeno il tempo di conoscerlo e diamarlo come meritava. Morì improv-visamente appena dopo un mese dipontificato, lasciandoci increduli edaddolorati.E dopo di lui, ecco il Papa “venuto dalontano”. Il polacco Karol Wojtyla,che ha portato un soffio nuovo nellavita della Chiesa, facendosi tantoamare anche dai giovani ai quali haprestato particolare attenzione. Diquesto straordinario Papa che ha fat-to sentire la sua presenza ed il suo ca-risma in ogni parte del mondo, con-servo più di un ricordo.La sua benedizione nel 1980 a CastelGandolfo dal Palazzo pontificio; l’u-dienza in Vaticano con i ragazzi del-l’Istituto Gaetano Giardino. In taleoccasione rimasi non solo commos-sa, ma anche meravigliata, sorpresaperché vedendolo uscire da una por-ta per venire verso la folla nel grandecortile, mi sembrò che fosse contor-nato da un grande alone aureo chefaceva ancor più risaltare la sua figu-ra nel manto rosso. Sorrideva benedi-cente toccando le nostre mani e lenostre teste, mentre al mio fianco unaragazza che accompagnavo invoca-

va: <<Papa, Papa, Papa>> e gli mo-strava un’immagine del Papa stesso.Quel giorno con noi c’era don PietroOccelli, parroco della chiesa delBuon Pastore alla Magliana, noto aRoma per l’aiuto che dette ai nostrisoldati, in particolare ai Granatiericon i quali era rimasto particolarmen-te collegato, nei tragici giorni delladichiarazione dell’armistizio del ’43 edella Difesa di Roma contro i tede-schi.E di Papa Wojtyla ho ancora il ricordodella sua visita all’Ospedale Villa Al-bani di Anzio, quando di pomeriggiovenne ad impartire la Comunione airagazzi disabili tra i quali erano pre-senti anche alcuni miei alunni. E’ di recente la morte di GiovanniPaolo II, indimenticabile per il suostraordinario pontificato, per la suacomunicativa e le sue sofferenze fisi-che.Un timido, colto, sorridente Bavareseè stato chiamato, come lui ha detto,dai <<Signori Cardinali>> a ricoprirela Cattedra di Pietro. Joseph Reitzin-ger, ora Papa Benedetto XVI, si è giàconquistato l’affetto, la considerazio-ne, la simpatia di tutti i fedeli.Avrò la possibilità di andare inudienza anche da Lui?

Alba Maria Mendico

8 aprile-giugno 2005

L’ASSOCIAZIONE HA UN PROPRIO SITO INTERNETPotremmo dire: finalmente! L’allestimento èancora in corso di completamento, ma il sito uffi-ciale dell’Associazione Granatieri, già registra undiscreto numero di contatti giornalieri (circa 30)da parte di “navigatori”.La presenza su Internet, che sta divenendo sem-pre di più un sistema di comunicazione di massa,è il giusto completamento all’attività di ammoder-namento iniziata con il giornale per quanto rife-rito alla nuova veste e ai suoi contenuti.Il sito, realizzato dal bravo tenente colonnelloCeci, già comandante del I battaglione Granatieri,costituisce uno strumento d’ampia, diffusa erapida informazione che supera, addirittura, iconfini nazionali. Ad esso, inoltre, potrannoessere collegati, previa autorizzazione dellaPresidenza Nazionale, tutti i siti spontanei chesono stati realizzati precedentemente da alcuneSezioni. Il sito associativo, inoltre, sarà collegato,appena completato, a quello dell’Esercito.Il “link” per navigare attualmente sul nostro sitoufficiale è il seguente: http://digilander.libero.it/angs.roma/index.htmlChi volesse contattare il “WEBMASER” del sito, può farlo inviando una e-mail al seguente indirizzo:[email protected]

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L’esercito ha celebrato il 144° compleannoMa le sue tradizioni risalgono al 1659,

data di fondazione del Reggimento “Guardie”Nel settembre del 1860, la situazione inter-na della penisola consigliava al Re di Sar-degna d’invadere le Marche e l’Umbria, ter-ritori allora facenti parte dello Stato Pontifi-cio, per avvicinarsi alle province dellaCampania dove i volontari di Garibaldi era-no giunti a Napoli.Iniziava così la prima guerra per l’unità na-zionale che si concluse vittoriosamentecon la conquista di Città di Castello, Peru-gina, Ancona e Mola di Gaeta.Per Vittorio Emanuele II e il suo ministroCavour, i tempi erano maturi per modifica-re sul piano descrittivo, oltre che territoria-le, l’antico regno sabaudo. Il 17 marzo1861, infatti, cessava di esistere il Regno diSardegna che, da quel momento, si chiamòRegno d’Italia. Di conseguenza, il 4 maggio dello stessoanno, con Decreto del ministro ManfredoFanti, già comandante supremo delle trup-pe piemontesi, veniva sciolta l’Armata Sar-da per dar luogo all’Esercito Italiano il qua-le, nell’accezione comune del tempo, era comprensivo del-le restanti Forze Armate. Il solo Esercito, nel corso degli anni, ha celebrato la sua co-stituzione nella data del 4 maggio 1861, mentre, ad esem-pio, i Carabinieri, ora Forza Armata autonoma, hanno man-tenuto quella del 1834 ancora legata all’Armata Sarda. L’E-sercito, comunque, in quanto alle proprie tradizioni, le farisalire al 18 aprile 1659, quando il Duca Carlo EmanueleII, costituì il Reggimento delle Guardie – gli attuali Grana-tieri di Sardegna - prima milizia permanente al servizio del-

lo Stato nella storia militare italiana.La ricorrenza che negli ultimi tre anni è stata ricordata a Pa-lermo, Napoli e Roma, quest’anno è stata celebrata, condifferenti manifestazioni nelle città di Milano e di Roma. Domenica passata, nel prestigioso teatro La Scala della ca-pitale meneghina, si è tenuto uno spettacolo, presentato daCarlo Mirabella, che ha visto il concerto della Banda del-l’Esercito, diretta dal maestro Fulvio Creux, intervallato dal-l’esibizione di una serie di quadri storici, realizzati da mili-tari nelle antiche uniformi e dalla lettura, da parte dell’atto-

re teatrale Giancarlo Dettori, di brani letterarilegati alla storia d’Italia.A Roma, nel tardo pomeriggio di ieri, invece,ha avuto luogo la manifestazione più tipica-mente militare. Nello Stadio “Nando Martelli-ni” alle Terme di Caracalla, gremito in ogniordine di posti, un lancio di precisione di cin-que Paracadutisti della “Folgore”, che hannoportato a terra la bandiera tricolore, lo sten-dardo del Presidente, il vessillo con lo stem-ma araldico dell’Esercito e la bandiera dellaNATO, ha aperto la celebrazione che ha vistola presenza del Capo dello Stato Ciampi, delMinistro della Difesa Martino e di numeroseautorità civili e militari accolte, al loro arrivo,dal capo di Stato Maggiore dell’Esercito Giu-lio Fraticelli.Sul terreno, era schierata una Brigata di for-mazione, agli ordini del generale dei grana-

ALAMARI CON LE STELLETTE

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10 aprile-giugno 2005

tieri, Massimiliano Del Casale, composta dicirca 1.600 militari (uomini e donne) dellevarie Armi e Specialità presenti nell’Eserci-to, compresi quelli dell’Aviazione, affianca-ti dalle rappresentanze militari d’alcune na-zioni amiche e alleate. Completavano loschieramento, la Banda e la Bandiera diguerra dell’Esercito italiano. Uno dei Reggi-menti della brigata, proprio a ricordare leantiche origini, era formato in buona partedai Granatieri di Sardegna in Grande Uni-forme Speciale, comandati dal colonnelloMassimo Meinero. Alle spalle dello schieramento di quello chepotremmo definire l’Esercito del terzo mil-lennio, a dimostrare la continuità delle tra-dizioni, formazioni di militari nelle unifor-mi delle varie epoche; dalle Guardie del1659, ai Fanti della Guerra di liberazione eai militari delle prime missioni di pace.Numerosi anche i mezzi presenti, scelti sempre sotto l’otti-ca della modernità non disgiunta dalla tradizione. I VeicoliTattici Leggeri multiruolo e i blindati leggeri “Puma” di re-cente concezione e di largo uso nelle operazioni in atto, in-fatti, erano affiancati ai vetusti FIAT 18 BL del 1915 e agliautocarri SPA 38R usati sui fronti della 2^ guerra mondiale.

La manifestazione si è conclusa con la cerimonia del con-ferimento di onorificenze ad alcuni militari che si sono par-ticolarmente distinti in servizio nello scorso anno e gli in-terventi delle massime autorità militari, del ministro dellaDifesa e del Presidente della Repubblica Ciampi.

ANTORDa: IL CORRIERE LAZIALE del 4 maggio 2005

Il generale MOVM, Ugo Bignami, dall’alto del cielo degli Eroi dove sicuramente si trova, sarà veramente soddisfatto nelvedere quanto sta accadendo presso il nostro Museo Storico – quel Museo che lui seppe mirabilmente realizzare negli an-ni ’20 del secolo scorso, con il lavoro e i soldi dei Granatieri in congedo e che diresse finché fu di questo mondo. Una Commissione nominata dal generale Del Casale, infatti, con un’onerosa opera di catalogazione, ha verificato l’esi-stenza effettiva di tutti i cimeli che risultano in carico presso la storica sede di Piazza Santa Croce in Gerusalemme. Con ciòviene chiusa definitivamente una situazione che, praticamente, si trascinava dal lontano 1986 quando, con un Decreto Leg-ge, il Museo passò dalla figura giuridica di Ente morale retto da un proprio Consiglio di Amministrazione, a quella di En-te militare inquadrato nella Brigata Granatieri. In quel particolare momento storico, non ci fu un formale passaggio di conse-gne fra chi cedeva e chi subentrava e tutto fu affidato al solo buon cuore dei tan-ti custodi che si sono succeduti nel tempo. Solo dopo parecchi anni, un’altracommissione aveva provveduto a inventariare i beni che, questa volta, sono sta-ti oggetto d’attenta verifica. I risultati del controllo effettuato hanno evidenziatocome, anche nelle condizioni abbastanza precarie derivanti dalla mancanza diun consegnatario a incarico esclusivo, chi lo custodiva ha mantenuto perfetta-mente integro il patrimonio del Museo che, anzi, è risultato alquanto accresciu-to da recenti donazioni. Al maggiore Massimo Siragusa, al capitano Daniele Quadrelli e al primo mare-sciallo Alfredo Intino, che costituivano la citata Commissione, vada il ringrazia-mento di tutti i granatieri, con e senza stellette, per aver operato, con precisione“teutonica”, in modo da consentire al primo Consegnatario ufficiale dal 1986 (inprecedenza i materiali erano in carico al ReCosut), il maresciallo Fabrizio DelleFratte, nominato nel mese di gennaio del corrente anno, di poter svolgere age-volmente e con cognizione di causa il suo compito di responsabile amministra-tivo di tutti i beni conservati. Quei beni che ricordano la storia pluricentenariadella Specialità.Un grazie particolare, inoltre, vada al generale Massimiliano Del Casale che haavuto la sensibilità di far realizzare l’importante opera di catalogazione e verifica. Ma non basta! Ora il Museo ha anche un nuovo Direttore ad incarico esclusivo. Si tratta del giovane tenente colonnellodei granatieri Bruno Camarota, assegnato di recente in sostituzione del colonnello Paolo Rota che, a sua volta, aveva pre-so il posto, operando anche come Vice comandante di Brigata, del generale Antonino Torre che, cessato dal servizio atti-vo, ha assunto la funzione di Curatore del Museo stesso, sulla base di una convenzione di collaborazione per la gestione,stipulata fra l’Associazione e la Brigata Granatieri di Sardegna.Ora che la squadra del Museo sembrerebbe veramente al completo (compresi, ovviamente, i marescialli Iannarone e Pa-lumbo e gli impiegati Granata e Gizzi), ci sono tutte le premesse per fare un ulteriore salto di qualità e valorizzare mag-giormente il prestigioso “Tempio dei Granatieri”, come veniva definito il Museo, dall’eroe del Cengio, il generale Ugo Bi-gnami.

ANTOR

INTENSA ATTIVITA’ PRESSO IL MUSEO STORICOAccuratamente catalogati tutti i cimeli esistenti

e nominato il Consegnatario e il nuovo Direttore

Il Ten. Col. Bruno Camarota

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Quest’anno, la fatidica data del18 aprile è stata celebrata conun’enfasi particolare grazie,anche, all’entusiasmo e all’at-taccamento alla Specialità am-piamente dimostrato dall’at-tuale Comandante di reggi-mento, colonnello MassimoMeinero, dal Comandante delbattaglione, tenente colonnel-lo Carlo Emiliani e, dall’altodelle sue responsabilità, dalComandante della brigata, ge-nerale Massimiliano Del Casa-le. Tutti Granatieri DOC.La bella giornata è iniziata conlo schieramento del Reggi-mento e la “resa degli onori”che, nell’ordine, è stata tributa-ta al Medagliere dell’Associa-zione, alla Bandiera di Guerradel 1° Reggimento Granatieri eal Comandante della Brigata.E’ seguito, poi, il doveroso omaggio ai Caduti, presso ilmonumento lungo la cui scalinata, che ricorda gli episodipiù salienti della Storia del Corpo, era posizionato, perogni gradino, un granatiere nell’uniforme storica dell’epo-ca ricordata.Onori analoghi sono stati resi anche al busto bronzeo delfondatore, il duca Carlo Emanuele II di Savoia che ebbe, asoli 25 anni, la lungimiranza di “levare” quel Corpo che,nella storia d’Italia, si sarebbe coperto di gloria e al qualesi sarebbero rifatte, oggi, le tradizioni dell’intero EsercitoItaliano. Ha preso quindi la parola il colonnello Meinero che, conla sua classica concretezza, dopo aver brevemente ricor-dato le glorie del passato, ha fatto un sintetico ma esau-riente consuntivo dell’intensa attività svolta dal reggimen-to nel corso dell’anno e delle innovazioni ordinative deri-vanti dalla sospensione del servizio di leva. Molto interes-

santi, inoltre, sono state le prospettive delineate per il fu-turo e le aspirazioni ipotizzate per mantenere il più anticoCorpo dell’Esercito al passo con i tempi. Come è semprestato, del resto, nei 346 anni di vita trascorsi con le radiciin un passato lontano ma, tenendo sempre di vista il pre-sente!Il generale Mario Buscemi, subito dopo, ha fatto una bre-ve allocuzione nella quale, fra l’altro, ha ringraziato la Bri-gata e il Reggimento per la vicinanza e la disponibilità di-mostrate in ogni occasione nei riguardi dell’Associazionee della famiglia dei Granatieri in congedo. La lettura dei messaggi augurali pervenuti dal Capo di Sta-to Maggiore dell’Esercito, generale Giulio Fraticelli, e daiComandanti delle Forze Operative Terrestri, delle ForzeOperative di Difesa del Centro e della Capitale, rispettiva-mente, generali di C.A. D’Arrigo, Colaneri e Morea, hannoconcluso la cerimonia militare.

Bella nota di colore (Meinero nepensa una più del diavolo!), il lan-cio di quattrocento palloncini ros-si e bianchi recanti un messaggiodi saluto, che sono saliti al cielo inuna nuvola di fumo tricolore.Subito a seguire: l’aperitivo pres-so il Circolo Ufficiali e il pranzo dicorpo presso la mensa truppa. La giornata si è conclusa, nel pri-mo pomeriggio, con un “concertorievocativo” (altra invenzione diMeinero!) tenuto dalla musicad’ordinanza dal titolo: <<346 annidi storia, uniformi, musiche ebandiere>> che, come facilmenteintuibile, è una sorta di Carosellodi formato ridotto e più speditivoche, comunque, conserva per in-tero il fascino di quello tradizio-nale.

Guido Tamburini

Festeggiato a Pietralatail 346° anno dei Granatieri

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PARATA DEL 2 GIUGNO 2005Il 1° Granatieri di nuovo in primo piano

12 aprile-giugno 2005

Roma, 2 giugno 2005. Dopo un annotrascorso in “purgatorio” per la brucianteesclusione subita nel 2004, grazie all’a-zione combinata dei vertici dell’ANGS inperfetta sinergia con gli Ufficiali dei Gra-natieri che operano sparsi un po’ in tuttii settori e uffici degli stati maggiori e deicomandi delle Forze Armate, si è conse-guito un eccezionale risultato: il 1° Reg-gimento “Granatieri di Sardegna” per lasfilata del 2 giugno è sceso in campo conpiù di 250 uomini e donne, per dare vitaad una delle più massicce partecipazionidei Bianchi Alamari alle recenti tradizio-nali parate per la festa della Repubblica. Per iniziare, ad accogliere il presidenteCiampi che si recava all’Altare della Patraper rendere omaggio al Milite ignoto,c’era un battaglione interforze comanda-to dal tenente colonnello Carlo Emiliani,comandante del battaglione granatieri“Assietta”, che era in piazza Venezia conla Bandiera del 1° Reggimento ed unacompagnia di granatieri. Più volte la regia televisiva, alla ricerca diimmagini spettacolari che sottolineasse-ro l’importanza della cerimonia, si è sof-fermata sul comandante del battaglione,sull’alfiere e la scorta bandiera - il ten.Pretolani ed i marescialli De Angelis e Pi-lone - il cap. Farese, il ten. Mancino e suigranatieri, per lo più tratti dalla 4a com-pagnia fucilieri di stanza a Spoleto. Quando si è passati alla parata vera epropria, il primo dei granatieri a marcia-re su via dei Fori imperiali, in uno degliscenari storico-culturali più spettacolaridel mondo, è stato proprio il colonnelloMassimo Meinero, in grande uniformespeciale (GUS), seguito dall’aiutantemaggiore in 1^ del reggimento, il capita-no Galimi e dalla bandiera “colonnella”sorretta dal giovane tenente David. Ilgruppo era posto alla testa del settore“Tradizioni”. Apriva la sfilata di tale set-tore una compagnia che indossava l’uni-forme grigio-verde in uso nell’Esercitoitaliano nel 1943-45. L’unità era guidatadal maresciallo dei granatieri Ippoliti erappresentava, su sei righe, i Granatieri ei Lancieri di Montebello della difesa diRoma (8-10 settembre 1943); i Fanti e gliArtiglieri del 1° Raggruppamento moto-rizzato che combatterono a Mignano-Montelungo nel dicembre 1943; i Para-cadutisti con le divise del gruppo dicombattimento “Folgore” che completòla liberazione del nord d’Italia nell’apriledel 1945. Nel settore dedicato alle “missioni di pa-ce” ha fatto poi bella mostra di sé la Mu-sica d’ordinanza del reggimento. I nu-

meri rossi applicati ai quattro tamburiimperiali posti in testa alla banda a for-mare insieme il “1659”, anno della “Le-vata”, hanno colpito l’attenzione deglispettatori richiamando i 346 anni di vitadella nostra Specialità. Dietro alla banda,condotta al successo dal maestro Mor-lungo, avanzava la compagnia con Ban-diera del 1° Granatieri. Magnifici tutti, igranatieri del capitano Pirotti, con ilgruppo bandiera formato dal capitanoMarcelli, il tenenete Perilli ed i mare-scialli Ienco e Dionisi. In prima fila, i te-nenti Laurano, Guzzarri e Provenza del-la compagnia di rappresentanza “Goito”,bellissimi con le loro impeccabili grandiuniformi speciali. Il reparto Granatieri èstato inserito nel settore per ricordareche nel 2001 l’intero reggimento operòin Albania nell’ambito dell’operazione dipace KFOR e per riaffermare che in que-sto momento sono presenti in Kosovoben 50 tra ufficiali, sottufficiali e gradua-ti in servizio permanente ed in fermabreve del reggimento, operanti all’inter-no del Comando della brigata multina-zionale italo-tedesca. Il tutto a confermare, ove sussista anco-ra qualche dubbio, che i granatieri sonosoldati professionisti, sempre pronti adentrare in azione, là dove la Patria chia-mi e non sono solamente truppe daparata. Gli applausi scroscianti di migliaia dispettatori hanno accompagnato, per l’in-tero percorso, i granatieri che, con i lorocappelloni a pelo coperti dai fiori lancia-

ti dalla folla, sono stati seguiti daglisguardi ammirati e dai sorrisi delle tantebelle ragazze assiepate nelle le tribune. In un successivo settore della parata, ilReggimento era ancora presente conuna compagnia fucilieri montata su treVM90 incaricata di mostrare le unità del-l’Esercito impegnate nell’operazione“Domino”, quella missione che affianca igranatieri alle forze di polizia sul territo-rio nazionale nella lotta contro il terrori-smo internazionale attraverso la vigilan-za di obiettivi sensibili. Il cap. Zinna ed isuoi ragazzi indossavano, per l’occasio-ne, la nuova tuta da combattimento det-ta “vegetata”, una uniforme miglioratanella foggia e nel tessuto e che presentauna mimetizzazione di nuova concezio-ne che meglio si adatta all’ambiente con-tinentale e che a breve sostituirà le attua-li mimetiche. Il colonnello Meinero aveva dato preciseistruzioni affinché i granatieri fossero ri-conoscibili anche in “vegetata” . Gli spal-lacci, infatti, avevano bene in vista leplacche granatine dorate; in testa, il ba-sco nero con la granata e al collo il faz-zoletto bianco e rosso. Sulle fiancate deimezzi dalla livrea mimetica, inoltre, eradisegnata una granata sormontata dallescritte “granatieri” e “1659”. Non tutti sanno, infine, che la compa-gnia delle Infermiere Volontarie dellaCroce Rossa, anche questo anno, comenegli anni precedenti, è stata addestrata,per l’ordine chiuso, dai granatieri. Que-sta volta è toccato al tenente Di Ianni e al

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aprile-giugno 2005 13

caporale maggiore scelto De Cicco dedi-care tempo e energie per addestrare lecrocerossine alla marcia. Anche le “sorelle” della Croce Rossa, chehanno marciato magnificamente, sonostate “allenate” dai granatieri. Hanno co-

sì dimostrato, oltre alla loro innata ele-ganza e leggiadria, un perfetto stile mili-tare di puro stampo “granatieresco”. Possiamo affermare che il 2 giugno2005, per tutti i granatieri, alle armi o incongedo, potrà essere ricordato come

una “grande giornata” della quale i pro-tagonisti parleranno a lungo ... almenofino alla parata del 2006 dove, sicura-mente, sapranno certamente fare ancorameglio: “A me le Guardie !”.

emanuel

Roma, 10 maggio 2005. Dopo l’arrivo nella Musica d’ordi-nanza di due caporali VFB donne, questa volta diamo la noti-zia dell’avvenuta assegnazione al 1° reggimento granatieri diun ufficiale medico donna: il tenente medico Angela Cristaldi. Il tenente medico è di origini siciliane; ha conseguito la laureain medicina e chirurgia presso l’università di Catania ed ha unfratello ufficiale nei Carabinieri. Il ten. medico Cristaldi hadeciso di intraprendere la vita militare con l’intenzione di con-seguire, durante i trenta mesi di ferma, il passaggio in serviziopermanente. Si è immediatamente inserita nella impegnativa efrenetica vita del reggimento. Ha immediatamente iniziato asvolgere, nella sede di Spoleto, le attività professionali di suacompetenza, compiendo le giornaliere visite mediche e parte-cipando alle giornate di addestramento in poligono a bordodell’ambulanza. In conseguenza della ormai cronica carenzadi ufficiali medici, da Spoleto spesso deve trasferirsi a Romaper assicurare l’assistenza sanitaria nella caserma “Gandin”. Tra i primi atti compiuti dalla giovane subalterna, alla presenzadi una delegazione di ufficiali del reggimento, il ten. Cristaldiha prestato giuramento di fedeltà alla Repubblica Italiana d’in-nanzi alla Bandiera del 1° Granatieri, nelle mani del col.Meinero. Per nulla intimidita, la brillante tenente, nella suaimpeccabile grande uniforme invernale, ha impugnato la scia-bola e – con perfetto stile formale – ha eseguito con disinvol-tura i previsti movimenti. Il rituale del giuramento è statorispettato in tutte le sue fasi fino alla pronuncia della formula.Senza alcuna esitazione nella voce, il medico con gli Alamariha pronunciato la sacra promessa che la legherà per semprealla Patria. Il colonnello Meinero, in un breve discorso, ha colto l’occa-sione per ricordare ai presenti le splendide tradizioni di valoreespresse dal personale medico effettivo ai granatieri. Dopo il giuramento, effettuato nell’ufficio del colonnellocomandante, è seguito un sobrio rinfresco con il quale si sono

bagnate le stellette della neo tenente. Alla giovane ufficiale, giunga un caloroso benvenuto da partedi tutta la famiglia dei granatieri con l’augurio cameratesco perun proficuo periodo di servizio fra le nostre fila a preludio diun definitivo ed auspicato inserimento nella vita militare

L’asterisco culturale del granatiere

Il valore dei medici granatieri14 settembre 1860, Campagna d’Indipendenza dell’Italia Centrale. PRESA DI PERUGIA. Ambedue le Bandiere deireggimenti della brigata granatieri meritano la concessione da parte del re Vittorio Emanuele II° di Savoia di una meda-glia d’argento al valore militare.Il 3 ottobre 1860, per determinazione si sua maestà il re, verrà concessa la “menzione onorevole” al Corpo sanitario del 1°reggimento Granatieri con la motivazione: “per essersi lodevolmente diportato alla presa di Perugia – 14 settembre 1860”.La citata “menzione onorevole” sarà successivamente trasformata, con il regio decreto del 8 dicembre 1887, in una meda-glia di Bronzo al Valor Militare concessa alla Bandiera del 1° reggimento “Granatieri di Sardegna”.

Sottotenente medico MOVM, granatiere Attilio Friggeri. Il 3 giugno 1942 durante il combattimento di Slebic inSlovenia, l’ufficiale medico in servizio presso il 1° reggimento Granatieri, visto cadere l’ufficiale comandante di un plotoneed intuito che questo, rimasto senza guida avrebbe potuto compromettere l’azione che l’intera compagnia stava effettuandocontro i partigiani titini, assunse di propria iniziativa il comando del reparto e, benché ferito mortalmente, ingiunse ai gra-natieri di non fermarsi a soccorrerlo. Alla sua memoria è stata conferita la Medaglia d’Oro al Valor Militare, unico mas-simo riconoscimento individuale concesso ad un soldato effettivo ai reggimenti granatieri nell’intera campagna di jugosla-via. Il Policlinico militare di Roma (Celio) è intitolato al suo nome.

CONTINUA L’ONDA ROSA TRA I GRANATIERIDopo i due caporali VFB, il primo tenente medico donna

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14 aprile-giugno 2005

Il 9 dicembre 2004 il 1° reggimento“Granatieri di Sardegna” ha accoltotra i suoi ranghi i Volontari del 12°blocco 2004: gli ultimi granatieri dileva. Si è trattato di un fatto “storico”perché è innegabile che il Reggimen-to si è trovato a far da testimone al-l’ultimo atto di una trasformazioneepocale per quanto riguarda la storiadel nostro Esercito e dell’intera Italia;cambiamento già in atto da più didieci anni: il passaggio dalla coscri-zione obbligatoria ai militari volonta-ri di professione.Il reggimento, o meglio la specialitàGranatieri, la più antica dell’Esercito,ha iniziato e concluso un ciclo che hasegnato indelebilmente la storia delPaese, dalle sue origini - il 18 apriledel 1659 - fino ad oggi. È stato unpercorso lento ma inesorabile che siè concluso con il 12° blocco VFA2004. Dal 2005 si è passati ad unesercito interamente composto di vo-lontari.Il 1° Reggimento ha avuto la possibi-lità di incorporare nella prima deca-de di dicembre 2004 questi ragazzi,alcuni consapevoli della scelta fattaper consolidata tradizione militare infamiglia, altri per trascorrere un annoche avrebbero dovuto comunque fa-re sotto le armi, altri ancora per “cu-riosità” e “spirito di avventura”. Io liho visti tutti, sia quelli che ancorafanno parte del Reggimento sebbeneinquadrati in altre Compagnie, siaquelli che, a vario titolo, hanno la-sciato l’Esercito. Per i due mesi iniziali dedicati all’ad-destramento ho avuto il privilegio diessere il loro comandante di compa-gnia. Durante questo periodo, l’o-biettivo è stato quello di far cresceree maturare, sia sotto l’aspetto umanoche prettamente militare questi ra-gazzi, alcuni di loro non ancora mag-giorenni.Hanno fatto conoscenza dell’armaindividuale in dotazione, effettuandole previste lezioni di tiro nei poligonidi Pian di Spille e Cesano; hanno ri-cevuto un addestramento basico alcombattimento individuale e hannoeffettuato anche l’addestramento for-male in vista del loro giuramento ef-fettuato il 4 febbraio 2005. Fino a talpunto, lo scaglione si è mosso comeun blocco monolitico, con gli stessifini e le stesse metodiche addestrati-ve. Il Giuramento ha segnato unospartiacque tra coloro che sono rima-sti nella 2a compagnia fucilieri “Ar-

menia”, che li aveva incorporati e“svezzati” alla vita militare, e quelliche, per profilo sanitario e preceden-ti di mestiere sono stati trasferiti nel-le altre compagnie del Reggimentoper ricoprire gli incarichi logistico-amministrativi e di supporto.I primi, gli operativi, hanno prose-guito l’addestramento finalizzato allosvolgimento di esercitazioni a fuoco,a livello di squadra e plotone fucilie-ri, in ambiente diurno e notturno. So-no stati impiegati in attività di sorve-glianza e vigilanza dei siti sensibilinell’ambito dell’operazione “Domi-no”. Nonostante si siano separati, iVFA del 12° blocco 04 continuano adessere un gruppo coeso e graniticonegli intenti e negli eccellenti risulta-ti raggiunti fino ad ora. Grazie al loroimpegno, il reggimento ha assoltoegregiamente sia i compiti di rappre-sentanza (cerimonie come quelle peril Duca di San Pietro, il 144° anni-versario della fondazione dell’Eser-cito, la Festa della Repubblica il 2giugno) e sia operativi (esercitazio-ni, operazione “Domino” e operazio-ne “Santa Barbara”).Quasi tutti hanno presentato doman-da per rimanere tra le fila dei Grana-tieri come VFP1 (Volontario in Fer-ma Prefissata di 1 anno) e ciò è mo-tivo di gratificazione per il nostro

Reggimento, che trova in loro nuovalinfa vitale per affrontare gli impegnifuturi, sia dal punto di vista qualitati-vo sia quantitativo. In particolare, èrimarchevole l’impegno di ogni sin-golo granatiere che dimostra di avereacquisito nel suo intimo il senso diappartenenza alla nostra Specialità.Loro sono stati i primi granatieri coni quali mi sono imbattuto come co-mandante di compagnia, quelli cheho forgiato personalmente insieme aimiei bravissimi collaboratori - tenen-ti, marescialli e graduati in serviziopermanente - sono i granatieri “fattiin casa”, quelli che, ben motivati esaggiamente impiegati, mi hanno da-to grandi soddisfazioni e che potran-no sicuramente contribuire ad incre-mentare il lustro del blasone del 1°Reggimento “Granatieri di Sarde-gna”. Bravi Granatieri del 12° blocco VFA2004! Con voi il 9 dicembre 2005 laLeva cesserà di esistere perché so-spesa a tempo indeterminato ma, co-me l’Araba Fenice, si spera che dallesue ceneri nasca un moderno Eserci-to, combattivo e preparato, al passocon i tempi e all’altezza delle aspet-tative dei cittadini italiani.

gra. capitano Fabrizio Faresecomandante della 2 cp. fucilieri

“Armenia”

Da Carlo Emanuele a Carlo AzeglioLa fine di un’epoca e … l’inizio di una nuova sfida per i Granatieri

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aprile-giugno 2005 15

“Perché Lei, un Ufficiale dell’artiglieria britannica, è qui inItalia con l’Esercito Italiano e tra i Granatieri?” mi domanda-rono molti Ufficiali italiani quando giunsi, all’inizio dell’anno2005, nella caserma “Med. d’Oro V.M. Gen. GANDIN”.“Sono qui per imparare l’italiano” risposi.Adesso, dopo sei mesi, credo di parlare e capire l’italiano ab-bastanza bene ed i Granatieri mi hanno aiutato veramente tan-to a comprendere e capire la lingua italiana nonché la culturadi un paese così differente dal mio. Rimanendo tra le file deiGranatieri, ho appreso anche le abitudini ed i modi di opera-re di un esercito europeo e della NATO differente dal mio.Ma che cosa ha fatto questo “strano Ufficiale” inglese durantei suoi sei mesi con i Granatieri di Sardegna? La risposta è abbastanza semplice: ha visto e fatto tante coseinteressanti e differenti.Durante il mio primo periodo trascorso qui in Italia con i Gra-natieri del 1° Reggimento,sono andato spesso al po-ligono partecipando al-l’addestramento con tuttele compagnie del batta-glione. Per presenziare epartecipare attivamente al-le diverse tipologie di ad-destramento, mi sono im-medesimato nella forma-zione culturale del Grana-tiere ed ho preso parte agliesercizi di tiro con tutte learmi in dotazione all’Eser-cito italiano e all’addestra-mento al combattimentotipico delle unità di fante-ria.Poiché sono inglese, lecondizioni meteorologiche per me sono una cosa molto im-portante e devo dire che a gennaio era un po’ freddo (ancheper un inglese), ma quando è arrivata la primavera per me ècome se fosse arrivata l’estate ed è stato sempre un vero pia-cere andare al poligono! Le condizioni climatiche sono state favorevoli. Mi piacevamolto durante l’addestramento poter godere del clima estivo,perché in Inghilterra, in tutti i nostri poligoni, abbiamo un ta-le microclima che piove praticamente sempre! Al poligono hosparato con tutti i fucili e le pistole dell’Esercito italiano, ed èstato interessante confrontare le armi italiane con le quelle in-glesi. Sono stato anche nella sede distaccata di Spoleto, nella verdeUmbria, dove sono dislocate due compagnie del battaglione“Assietta” ed ho potuto visitare la città dove si svolge il “Festi-val dei due Mondi”, che purtroppo non potrò vedere perchèil mio periodo qui in Italia finisce a metà giugno.Poiché il 1° Reggimento Granatieri, quando libero dall’adde-stramento e dall’operazione “Domino”, è sempre impegnatocon compiti di rappresentanza, ho avuto l’opportunità di ve-dere molte parate e cerimonie militari. Per esempio, ho assi-stito al cambio della Guardia d’onore al palazzo del Quirinale,al cambio dell’Ispettore Logistico dell’Esercito, che era un Uf-ficiale dei Granatieri, e poi ad una cerimonia di giuramentodegli ultimi soldati di leva (VFA del 12° blocco). Però, senza dubbio di smentita, credo che la cerimonia piùspettacolare, alla quale ho avuto modo di presenziare, sia sta-ta quella del 18 febbraio, ovvero le solenni onoranze funebri

in memoria del Duca di San Pietro che si sono tenute nella ba-silica di Santa Maria degli Angeli. È stato veramente un grandepiacere, nonché un onore, poter accompagnare i Granatieridalla caserma “Castro Pretorio” alla Basilica marciando lungole strade di Roma. Forse qualche cittadino romano era un po’confuso nel vedere un soldato in divisa inglese tra le divise deiGranatieri della capitale! Credo che non ci siano molti ufficia-li inglesi che abbiano marciato per le strade di Roma con la di-visa di rappresentanza! Infatti, quando sono giunto alla caser-ma Castro Pretorio, all’offerta di un passaggio in macchina perla Basilica di Santa Maria degli Angeli, ho preferito condivide-re l’emozione, l’onore ed il prestigio dei miei amici Granatieriaccompagnandoli, non solo idealmente, per le strade dellaCapitale fino all’ingresso in Basilica. È stato veramente emo-zionante!Parlando dei Granatieri, non si può non parlare della storia ed

ecco perché ho visitato illoro Museo e ho tradotto,nella mia lingua madre, lastoria dei Granatieri (il testoè stato usato per il sito Inte-net dell’Associazione,n.d.r.). Mentre facevo que-st’ultimo lavoro, ho potutocapire più a fondo la lungae trisecolare storia dei Gra-natieri e, di conseguenza,conoscere meglio l’Italia dioggi e la sua gente.Nell’ambito della Brigata

Granatieri, inoltre, ho visi-tato, per ben due volte, imiei cugini artiglieri del 33°Reggimento “Acqui”. Unavolta al poligono di Monte

Romano per una scuola di tiro tenutasi nel mese di gennaio,quando lo scenario offerto dalle condizioni climatiche era si-mile a quello Antartico. Infatti, una spessa coltre di neve co-priva tutta la regione della Tuscia e la scuola tiro sembrava es-sere effettuata perlomeno in Bosnia! Un’altra volta, sono an-dato a visitare i miei cugini nella loro caserma a L’Aquila. Perme è stato molto importante imparare come l’artiglieria italia-na opera sul campo di battaglia ed anche in caserma. Sonostato, infine, anche ai verdi “Lancieri di Montebello” ed hoavuto l’opportunità di “montare” sulla blindo Centauro ed an-che di sparare un colpo con il cannone di bordo. Un mezzoveramente eccezionale !Al fine del mio tempo trascorso a Roma con i Granatieri, vor-rei ringraziare tutti coloro che mi hanno aiutato a comprende-re la lingua italiana, assistendomi quotidianamente e permet-tendomi di poter frequentare, con la massima libertà, i corsi dilingua italiana da me prescelti. Un grazie anche a quelli chemi hanno illustrato ed elencato le tradizioni di una Specialitàcosì radicata nella storia dell’Italia e per ultimo, ma non per-ché è il meno importante, a tutti gli amici che mi hanno fattocomprendere la differenza che c’è tra una Pinta di Birra ed unCalice di Vino Rosso.A parte gli scherzi, voglio concludere affermando che per mei giorni trascorsi con i Granatieri e come Artigliere Granatiere,sono stati un’esperienza ottima che porterò per sempre conme ed infine auguro a tutti i Granatieri, di oggi, di ieri e di do-mani: buona fortuna!

Capt. UK Paul Ganusko

Un ufficiale di sua maestà britannica tra i granatieriL’Esercito inglese ritiene importante avere degli esperti conoscitori della lingua italiana

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Per rispondere al quesito posto neltitolo occorre fare un balzo indietrodi 142 anni e arrivare al 1863. La ri-sposta da dare è: la Toscana. Sia il 1°Reggimento, sia il 2°, comandati ri-spettivamente dai Colonnelli GiovanBattista Dall’Aglio e Ignazio Adorni,infatti, si trovavano nel 1863 a presi-diare alcune città di quella regione. Già dall’inizio di quell’anno, il 1°Reggimento “Granatieri di Sardegna”era di guarnigione a Livorno, acca-sermato nei quartieri della Darsena edella Scala Santa. Era giunto nella cit-tà alla fine d’agosto del 1862, prove-nendo da Firenze, ove era stato distanza dal giugno del 1861 e avevaalloggiato nel Forte di San GiovanniBattista (Fortezza da Basso) e nei lo-cali dei Conventi di Santa Croce e diSanto Spirito. Il Deposito del Reggi-mento era a Pisa, nella Caserma diSan Martino, dove era stato trasferitoda Milano nel mese di maggio del1861.Il 2° Reggimento Granatieri, invece,dall’agosto del 1862 si trovava diguarnigione a Siena e vi rimase finoall’ottobre del 1863. Si trasferì suc-cessivamente a Terni, per far ritornoa Firenze nel settembre del 1864.Nel mese di aprile del 1863, arrivò aLivorno il 52° Reggimento di Fanteriaper sostituire il 1° Granatieri che, asua volta, ebbe come nuova destina-zione la sede di Siena.C’è da tener presente, a tale proposi-to, che i reggenti del giovane Regnod’Italia cercavano di creare, con ilcontinuo spostamento dei reparti mi-litari, le premesse per una vera unifi-cazione del territorio nazionale, ma-terializzando, negli antichi Stati preu-nitari (la Toscana era in precedenzaun Ducato), la presenza di quello chenon era più l’Esercito da ritenere diun singolo Stato, ma di tutta la Na-zione italiana. Il 22 aprile del 1863, il 1° Granatierilasciò la sede di Livorno per trasfe-rirsi a Firenze dove fu accantonatonel Convento di San Miniato al Mon-te. Il giorno 25 dello stesso mese, ilreggimento partecipò ad una gran-diosa rivista militare passata in ras-segna da S.M. il Re Vittorio Emanue-le II nella Piazza d’Armi delle RealiCascine. In quell’occasione, ben ottoreggimenti si schierarono su otto li-nee. Al 1° Granatieri poi, come pre-visto dalle disposizioni dell’epoca,

spettò il compito di rendere glionori sfilando in colonna percompagnie. Lo fece con una ta-le perfezione da destare l’una-nime ammirazione. Il Re, peresternare la sua soddisfazio-ne, concesse un soprassoldoalle truppe partecipanti di lire 2per ogni sottufficiale, lire 1,50per ogni caporale e lire 1 per igranatieri.Quelle cifre, che adessopotrebbero sembrareridicole, nel lontano1863, rappresentava-no un premio vera-mente eccezionale!Il Reggimento, subi-to dopo, comesempre per “viaordinaria” (cioè apiedi), si portò aSiena, sua nuo-va sede, dove al-loggiò nella Chie-sa di San France-sco, nel Conventodei Servi e di VitaEterna e dove restò finoal mese di ottobre dellostesso anno.Il 1863, nel complesso,fu per i due reggimentiGranatieri un anno di“normale amministra-zione”, dopo le impe-gnative prove fornitenella presa di Mola diGaeta e nella lotta alBrigantaggio nelMeridione della Pe-nisola.Va ricordato, però,che ancora nonera stata comple-tata l’Unità d’Italia eche altri ancora piùmemorabili eventi sta-vano per compiersi –eventi che ancora unavolta vedranno i Gra-natieri di Sardegnacome protagonisti dispicco.

Tra. Co.

1860 Furiere Maggiore

del 1° ReggimentoGranatieri

di Sardegna

IN QUALE REGIONE STAVANO I GRANATIERI DUE ANNIDOPO LA PROCLAMAZIONE DEL REGNO D’ITALIA?

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aprile-giugno 2005 17

Consultavo il volume, edito dalla Rivi-sta Militare, prezioso dono di un gen-tile amico, dove è riportata la Storiadei Granatieri. Desideravo leggere le

vicende dell’Impresa Dannunziana diFiume, nel 1919, nella quale ebberoun ruolo da protagonisti i Granatieri.Continuando a sfogliare, sono arriva-ta alla Seconda Guerra Mondiale,quella del 1940/45. A pagina 965, misono trovata sotto gli occhi, nomi, pa-recchi nomi, a me già particolarmentenoti.Sono andata subito a riprendere unalettera, caramente conservata, di unamia amica. Risale all’ottobre 1941 e visono elencati tutti gli amici granatieriche, nello stesso periodo, erano a Ti-voli, la bella cittadina vicino a Roma. Ne avevo conosciuti anch’io in quelluminoso mattino di domenica 5 otto-bre, dopo che erano stati passati in ri-vista dal Principe ereditario Umbertodi Savoia. Nessuno però sapeva inquei giorni che, di lì a poco, quei Gra-natieri (appartenenti al IV battaglionec/c n.d.r.) sarebbero partiti per il fron-te in Africa Settentrionale.Ho riletto con commozione e vivezzadi ricordi quei nomi.I sottotenenti Tosoni e Tolazzi, che siguadagnarono la medaglia d’argento,Bruno Riva, ferito e disperso. Di que-st’ultimo mi parlò a lungo, qualcheanno fa, in un raduno a Bagnacavallo,il vecchio reduce romagnolo, AntonioGhinassi. Poi ho letto di Delfo Diletti,ferito all’addome, di Pitella dai “calzi-

ni rossi”, del napoletano D’Antona,soprannominato dalle mie amiche“Pippo Barzizza”, paragonandolo aldirettore d’orchestra dell’EIAR, per-ché amava la musica e suonava beneil pianoforte e la fisarmonica, e di Lu-dovico Tartaglia rivisto in una fotopubblicata nel precedente numero.Ed il padovano Franco Marchi, ritenu-to il più bello e Mataloni e Petrucciche, salvatosi dall’Africa, rimase coin-volto a Roma, nell’eccidio delle FosseArdeatine. Che malefico destino!Ho pensato, quanto ho pensato!Ritrovarmi fra le mani, a distanza dioltre sessant’anni, un libro importan-te, forse un po’ insolito per una don-na che non ha pretese di ricostruzionistoriche, ed una lettera antica, ma spi-ritosa, che sembra voglia far prevale-re i ricordi belli e gai. E la mia amica,scherzosamente, concludeva: <<…Ecco tutti i tuoi Granatieri !>>.Ma, non erano miei solo i Granatierimenzionati. Gli Altri … tutti gli Altri,superstiti delle tragiche battaglie diBengasi, Tobruk, El Alamein, tuttiquelli del deserto africano e delle mil-le battaglie di quella guerra, gli Altri… tutti gli Altri … dove sono ora?E’ passato tanto tempo! Eppure iosento ancora palpitare il loro giovanecuore.

A. M. M.

Un libro e una lettera

Tivoli, 5 ottobre 1941. La festa dell’uva. Si riconoscono, da sinistra, gli ufficiali: Riva, Marchi, Petrucci, ufficiale di fanteria, Gervasoni, Tolazzi, Diletti, Tosoni, Tartaglia

BRICIOLE DI STORIA Il 14 gennaio del corrente anno èdeceduto il granatiere CataldoCiccolella, iscritto alla Sezione diNapoli da qualche decennio, sti-mato ed amato da tutti per la suagentilezza e la sua signorilità.Di lui mi piace ricordare un aned-doto:“Facendo parte del 3° btg.Speciale, imbarcato sul piroscafo“Crispi” per essere trasferito inCorsica, il 19 aprile 1943, la navefu affondata. Nuotando in mezzoal groviglio formatosi, si trovò trale mani un santino raffigurante laMadonna di Pompei, che la madregli aveva messo addosso alla par-tenza. Per tutto il tempo trascorsoin acqua e fino al salvataggio, ilsuo pensiero fu rivolto allaMadonna”. Sono sicuro che la Madonna loguiderà anche nel nuovo cam-mino intrapreso.

Beniamino Cesi

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La prima busti-na del RegioEsercito Italia-no, adottata nel1861 per la solatruppa, s’ispiraai modelli deglieserciti napo-leonici. L’esem-plare fotografa-to, originale ma

vissuto, ha perso, oltre a parte del gallone di guarnizione, lapiccola nappina rossa che pendeva sopra il fregio.

Due bustinedel modellointrodotto conla “riforma Ri-cotti” nel 1871.Quella di de-stra presenta ilfregio (da sot-tufficiale inquanto in filod’argento) pre-

visto in origine, costituito dallo “stellone” comune a tuttala Fanteria con al centro un disco con il numero di reggi-mento o, per i soli Granatieri, la granata con il numerocentrale. Quella di sinistra, reca il fregio a granata intro-dotto nel 1903, il bottone liscio verrà sostituito, nel 1909,con altro recante impressa la granata priva di numero (di-stinzione all’epoca riservata ai Granatieri e concessa dalRe per i 250 anni del Corpo).Nel 1911, con l’introduzione del grigioverde, la secondabustina sarà nuovamente modificata con l’abolizione delfrontino di cuoio e, sempre in panno blu, verrà riservataal solo uso in caserma.

Due bustinecon i caratteri-stici fregi inmetallo intro-dotti nel 1927.Quella di de-stra, nel tipicopanno bigiousato per l’u-niforme da fa-tica, conserva

la forma di quella della foto precedente. Quella di sini-stra, invece, realizzata in panno grigioverde, ha già qua-si la forma che sarà adottata nel 1931.

Due esemplaridi bustine datruppa intro-dotti nel 1931e utilizzate fi-no alla fine delsecondo con-flitto mondia-le. Quella didestra, ha la ti-pica forma

squadrata da “burba” e illustra l’uso del nuovo para-orecchie. Quella di sinistra presenta piccoli accorgimen-ti di sartoria (ovviamente vietati dai regolamenti) atti amigliorarne l’estetica.

Altre due bu-stine da truppadel modello1931. Quelladi destra, inbuon panno econ fregio incanutiglia daufficiale, recail grado di ma-resciallo.

Quella di sinistra, recante nella granata la croce del per-sonale fuori-corpo, è rivestita dalla copertina usata du-rante le esercitazioni a partiti contrapposti.

Bustina vecchia…… onor di capitano, si potrebbe dire parafrasando il noto motto riferito alla Bandiera, per affermare il grado d’im-portanza che questo copricapo seppe guadagnarsi nella sua non breve vita. Il “berretto a busta”, infatti, nato come copricapo da fatica e da riposo e destinato, quindi, a restare lontano dalle

parate e dalle alte uniformi, è rimasto in servizio, nelle sue varie trasformazioni, per circa cento anni, finendo perdiventare uno degli elementi di riconoscimento del soldato, come ampiamente dimostrato dalle riuscite tavole del “mar-mittone”, del Corriere dei Piccoli di tanti anni fa.Vogliamo, perciò, rendere onore ad un berretto nato “umile”, ma che tanto seppe distinguersi, con una rassegna il piùpossibile completa dei vari modelli che hanno segnato la sua storia, avvalendoci più delle foto, che di lunghi discorsi.

Luigi Barone

La riforma del1931 introdus-se una novitàassoluta: l’usodella bustinaanche per gliufficiali. Nellafoto vediamodue esemplarientrambi conil grado da

maggiore. Quella di sinistra, personalizzata dagli aera-tori, conserva il grado a gallone previsto dalla circolareistitutiva e mantenuto solo per pochi mesi. Quella di de-stra, di forma perfettamente regolamentare, presenta ilgrado a stella istituito in sostituzione di quello prece-dente. Tale bustina accompagnerà i militari italiani im-pegnati sui vari fronti della Seconda G.M. e continueràancora ad essere utilizzata fino al 1946

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Nell’immedia-to dopoguerra,la bustina è in-fluenzata, in-vece, dallafoggia di quel-la in uso deinuovi alleatiamericani. Labustina di sini-stra, apparte-

nuta ad un entusiasta maggiore fuori-corpo imita, anchese fuori ordinanza, il bordo colorato che nell’EsercitoUSA indicava l’Arma d’appartenenza. A destra, una busti-na estiva del tutto regolamentare con i gradi da capitano.

E’ del 1966,l’ultima (alme-no per ora) bu-stina usata dal-l’Esercito Ita-liano - quasiun ritorno al-l’antico - conla sua visierarigida sembrafissare il suo

prossimo sostituto: il basco che sarà prima di colore ca-chi per poi divenire successivamente di panno nero. An-che lui ha avuto illustri predecessori… ma questa è un’al-tra storia.

Poco dopo lasua adozione, labustina per gliufficiali vienemigliorata divi-dendo il fronti-no in due parti:un sistema dibottoni automa-tici consente diabbassarlo a

protezione dal sole, di coprirsi le orecchie e di mantenere, nelcontempo, in evidenza il fregio (foto a sinistra). Con l’entrata inguerra, i fregi diventano di cotone nero, per ragioni di mimeti-smo, come ci mostra la bustina di destra, appartenuta ad un co-lonnello comandante del 3° Reggimento.

La bustina sievolve anchesecondo le ne-cessità delle va-rie zone di guer-ra. A sinistra,quella di un te-nente colonnel-lo del 10° Reggi-mento Granatie-ri di Savoia, ci ri-

porta al fronte africano; a destra quella di un ufficiale dello stes-so grado del 3° Reggimento, ricorda il fronte greco-albanese ei climi freddi della montagna.

Nel 1942 fuadottato un nuo-vo tipo di busti-na con la visierafissa. Originaria-mente previstain color cachiper il fronte afri-cano (a sinistra),venne impiegataanche nella ver-

sione grigio-verde (a destra), soprattutto dalle Forze Armatedella R.S.I., forse per la sua somiglianza con l’analogo “berg-mudze” dell’Esercito Tedesco.

La Redazione, per la realizzazione del-la Rubrica delle Attività associative, siavvale dei testi, delle foto e delle in-formazioni che gli pervengono dai di-rigenti periferici dell’Associazione(Presidenti Regionali, Provinciali e diSezione o loro delegati). Per facilitare il compito dei redatto-ri e ottenere un buon risultato nellapubblicazione delle notizie inviate,si prega di attenersi a queste sem-plici regole: Il testo non deve superare le dimen-sioni di una pagina dattiloscritta: ègradito l’invio, se possibile, su dischet-to. La Redazione, comunque, si riservala possibilità di modificarlo. Le fotooccorre siano di buona qualità e pre-feribilmente di tipo “istantaneo” enon in “posa” a meno che il testo nonlo richieda specificatamente.Testo e foto vanno inviate al seguenteindirizzo:

gen. Antonino Torre Direttore de “IL GRANATIERE”

P.zza S. Croce in Gerusalemme, 700185 ROMA

tel. - fax 06/7021752

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VFP1. IL TUO FUTURO INIZIA QUI.

Un anno da volontario nell’Esercito ti forma per la vita e ti dà la libertà di scegliere chi sarai.

SOLDATI DI PROFESSIONEwww.esercito.difesa.it

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LettureLettureLettureLettureLettureLettureLettureAntonello SantoponteEL ALAMEINImmagini Cronache Testimonianze256 pagg., oltre 150 foto e immagini in bianco e nero, ol-tre 20 foto ed immagini a colori.

Sono passati or-mai più di ses-santa anni dallepagine gloriosescritte dai soldatidel Regio Eserci-to nella Battagliadi El Alamein.Mai ad essi è sta-to riconosciuto ilvalore conil qua-le si sono battu-ti; sempre incondizioni dis-agiate per arma-menti, mezzi elogistica se pra-tagonati agli av-versari ed allea-to. In questo volu-me l’autore ri-

porta, previa una breve descrizione ed analisi dei fattid’arme, gli avvenimenti raccontati dai protagonisti me-diante documenti ufficiali, relazioni o diari storici conser-vati nell’Archivio dell’Ufficio Storico SME corredati da nu-merose immagini fotografiche, talora inedite, anch’esseconservate nell’AUSSME.Il volume può essere richiesto a: Europa Libreria Editrice - via Sebastiano Veniero, 74/7600192 Roma - t el. 06/39722159 - fax 06/39722166www.libreriaeuropa.it - [email protected]

LETTO PER VOI DA ALBA MARIAGirolama Borella, Daniela Borgato, Roberto Marcato CHIEDO NOTIZIE O DI VITA O DI MORTELettere a don Giovanni Rossi cappellano militare dellaGrande GuerraEdito dal Museo Storico italiano della Guerra di Rovere-to 270 pagg., 16 euro

All’origine di questo libro, pubblicato alla fine dello scor-so anno, c’è un ritrovamento archivistico di rilievo: il car-teggio epistolare di un cappellano militare della GrandeGuerra, il veneto don Giovanni Rossi, decorato di Meda-glia d’Argento al Valor Militare da Emanuele Filiberto diSavoia duca d’Aosta. Il valoroso prete prestò servizio, du-rante il conflitto, nel 1° Reggimento Granatieri di Sardegnae poi, per tanti anni, fu parroco di Roncajette, frazione diPonte San Nicolò, dove lo ricorda un bel cippo onorato,con una cerimonia annuale, dai Granatieri veneti. Gli Au-tori hanno ricostruito, con grande attenzione e partecipa-zione, la figura di questo straordinario cappellano milita-

re, ancora oggi vi-vo nella memoriadi tanti Granatieri,e le relazioni te-nute con le fami-glie dei soldatidurante il periodoin cui, l’attenzio-ne e la cura delsuo ufficio, «non èbuona parte deltempo libero delsoldato, cioè ilcorpo e l’animadel militare da vi-vo; sono il corpoe l’anima del mili-tare da morto».Per far ciò hannostudiato una gran-de quantità di do-cumenti e lettereche restituiscono le ansie e le preoccupazioni delle fami-glie per la sorte dei propri cari e che illuminano l’impor-tante ruolo, istituzionale e umano, del clero come punto diriferimento e tramite tra la Società e il Fronte. La pregevo-le opera comprende, oltre a una selezione di oltre 180 let-tere, un ampio profilo biografico di don Giovanni Rossi,che si spinge agli anni successivi alla guerra, e un insertofotografico. Il libro offre, nel complesso, uno spaccato ve-ramente intenso della vita al fronte e della tragica realtà diun conflitto che ha lasciato segni indelebili nella memoriadella nostra società. Di particolare rilievo è inoltre l’ampiae penetrante introduzione scritta per il volume da MarioIsnenghi, Ordinario di Storia all’università di Venezia, chemolti considerano il maggior storico della Grande Guerraper quanto riguarda gli aspetti culturali del conflitto e del-la società italiana del particolare momento in cui esso sisvolse insanguinando l’Europa.

Il libro può essere richiesto al Museo di Rovereto – ViaCastelbarco, 7 38068 Rovereto – tel. 0464/438100 – Fax0464/423410. Per i soci ANGS, verrà ceduto al prezzo dieuro 11,20 maggiorato delle spese postali.

Nel numero precedente è stata pubblicata la re-censione del libro “La Casa degli Onesti” del gene-rale Amos Spiazzi di Corte Regia. L’Autore, socio della Sezione di Verona, su nostrarichiesta ci ha fatto sapere che, per i nostri letto-ri, è disposto a cederlo, insieme ad un’altra im-portante sua opera dal titolo “Il mistero della Ro-sa dei Venti”, al prezzo scontato di euro 25,00 com-presivo delle spese di spedizione. Chi fosse interessato all’acquisto, può contattaredirettamente l’Autore al seguente indirizzo:

generale Amos Spiazzi di Corte Regia,Viale Biondella, 10/A - 37131 Verona

telefono 045/8402145

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22 aprile-giugno 2005

LETTERE AL DIRETTORELETTERE AL DIRETTORELO SPIRITO GRANATIERESCO SITRAMANDA ANCHE ALLE FIGLIE

Caro Direttore,tutti i vecchi Granatieri del 1° Reggi-mento sono sinceramente addoloratiper la scomparsa del granatiere Aiutan-te Gino Caramel, avvenuta il 6 dicem-bre del 2004; molti di loro, venuti a co-noscenza del triste evento, hanno par-tecipato, insieme a una rappresentanzain armi del Reggimento, al rito funebredi commiato.L’amata figlia, la gentile signora Danie-la, in ringraziamento per la partecipa-zione al lutto che ha colpito la sua fa-miglia, mi ha fatto pervenire la bella let-tera, indirizzata a tutti i Granatieri, che tiprego di voler pubblicare sul nostro pe-riodico. Le espressioni in essa contenu-te sono l’elogio più bello di suo padre edimostrano come i Granatieri siano ca-paci di trasmettere i propri valori spiri-tuali e i sentimenti di amor di Patria an-che ai figli!Ti saluto con stima e affetto.

Duilio Benvenuti

Carissimi,scrivo a Voi per ringraziarvi e per rin-graziare, tramite Vostro, l’Associazionee tutti i Granatieri che hanno così af-fettuosamente partecipato al dolorosoevento che ha colpito la mia famiglia.Superato il primo momento di smarri-mento, desidero esprimerVi l’intensacommozione provata quel giorno, inChiesa, nell’incontrarVi per portare l’e-stremo saluto a mio padre. In questecircostanze le parole non sono in gra-do di comunicare adeguatamenteemozioni e sentimenti, anzi rischiano,a volte, di scivolare nella retorica, tan-to più se chi scrive è, come me, un fa-miliare ancora troppo coinvolto in undolore che non si vorrebbe provaremai; per questo riesco solo a dire, an-che da parte di mia madre e della miafamiglia: <<Grazie di cuore a tutti>>.A me come figlia, a parte gli insegna-menti e la ricchezza interiore che lastraordinaria umanità di mio padre

ha lasciato per sempre nel mio cuore,resta il conforto di averlo visto andarvia accompagnato dai “suoi” Grana-tieri, che per lui hanno rappresentatouna ragione di vita e un vero “pezzo dicuore”. Mi resta la consapevolezza cheposso sempre essere fiera e orgogliosa dilui per la stima dalla quale era circon-dato, mi resta la serenità derivante dal-la certezza che, oltre ai suoi cari, tantealtre persone gli hanno voluto bene eglielo hanno dimostrato nella dolorosaoccasione della sua scomparsa.Rimane il ricordo delle persone chehanno voluto essergli vicino per l’ulti-ma volta e di tutte quelle che non han-no potuto farlo, perché lo hanno prece-duto nel lasciare questa Terra. Un pen-siero particolare va a Padre Chiti, cheho conosciuto quand’ero adolescente eal quale ho sempre rivolto un pensieronelle circostanze più importanti dellamia vita (e della cui famiglia mi è ri-masto un ricordo indelebile): la notiziadella sua scomparsa ha indubbiamen-te causato un forte dolore a mio padre,indebolendo le sue ormai già scarse di-fese, ma il fortissimo legame che li uni-va sono certa che non è stato spezzatoné dal tempo, né dalle distanze, né dal-la morte e spero che entrambi si sianoritrovati insieme in un mondo più giu-sto e più sereno.

Un ultimo pensiero per quei ragazzi indivisa che hanno scortato mio padrenell’ultimo viaggio, così giovani da po-ter essere tutti miei figli: la loro presen-za ha suscitato in me una fortissima eindescrivibile ondata di emozione. Aloro, e a tutti quelli che hanno sceltoquesto difficile e rischioso mestiere, inun mondo ancora sconvolto da guerre,auguro con tutto il mio cuore un futu-ro di pace, perché non debbano maiassistere agli orrori né patire le soffe-renze e le privazioni che derivano daiconflitti e che, purtroppo, hanno cono-sciuto, come mio padre, le generazioniche ci hanno preceduto; e, con la pace,auguro loro un’esistenza lunga e sere-na insieme alle loro famiglie e a tutti ipropri cari.Mi rimane da dire solo un ultimo gra-zie, all’Associazione, ai Granatieri, al-le persone che, fino all’ultimo, sono sta-te vicino a mio padre; grazie, infine, atutti quelli che, con il loro ricordo, con-tinueranno a farlo vivere.

Daniela Caramel

Riceviamo e pubblichiamo

Egregio Direttore,

quando, alla Scuola di Fanteria di Ce-sano, mi dissero che sarei stato asse-gnato al 1° reggimento “Granatieri diSardegna”, rimasi alquanto sgomento

perché, sebbene avessi avuto l’oppor-tunità di vedere i possenti Granatieri(definizione di Granatiere dal diziona-rio Zingarelli: “uomo molto alto e ro-busto”) durante una cerimonia dicambio della Guardia la Palazzo delQuirinale, alla quale presi parte comeAllievo della Scuola di Fanteria, nel

mio cuore c’erano altre aspettative.Ciò anche perché la voce che circola-va alla Scuola vedeva tale unità rele-gata quasi unicamente ai soli servizi dirappresentanza nella Capitale (testi-monianze dirette di ex VFA che aveva-no prestato servizio nel Reggimento),senza prospettive di missioni all’estero

Gino Caramel, nato a San Biagio diCallalta (TV) il 16 maggio 1912, a 20anni si è arruolato volontario nel 55°reggimento di fanteria. Nell’ottobredel 1934 è stato trasferito nell’11°reggimento “Granatieri di Savoia”partecipando, dal novembre 1936 al6 aprile 1941, ai vari cicli di attivitàdi polizia coloniale e alle operazio-ni di guerra in Africa Orientale.Fatto prigioniero dagli inglesi adAddis Abeba, ha trascorso la sua pri-gionia in Kenia e in Inghilterra. Ri-entrato in Italia nel febbraio 1946,dopo un brevissimo periodo di ser-vizio presso il Distretto militare diTreviso, il 25 settembre 1946 vieneassegnato al 1° reggimento “Grana-tieri di Sardegna” di stanza a Viterbopoi dal 1948 a Roma, rimanendoviin servizio nel 2° battaglione sino al16 maggio 1974, giorno del suopensionamento.

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LETTERA AL GENERALE FRANCESCO BAIARDI

Anche tu, carissimo Francesco, ci hai lasciato. Te ne seiandato in punta di piedi come – del resto – sei vissuto. Ri-cordiamo di te il sorriso benevolo, la cortesia e il tratto si-gnorile di una formazione famigliare e militare di pri-m’ordine.Friulano DOC, classe 1920, a soli quindici anni indossa-vi già la divisa di allievo della Scuola Militare di Milano;la dismettevi solo al termine di una lunga carriera milita-re che ti ha visto giovane accademista del corso “Caratte-re” e impegnato poi – in pace e in guerra – in importantiincarichi di responsabilità. I due amori, per gli Alamari eper la famiglia, sono da additare alle giovani generazioniper l’alto esempio che hai saputo dare. Anche la tua soffe-renza, in questi ultimi anni, la hai saputa vivere congrande dignità, sorretto dalla fede e dalla tua amata Lina,che ti è stata al fianco fino all’ultimo momento. Per dirlacon il nostro compianto Fra’ Gianfranco Maria, <<sei an-dato avanti a preparare la grande adunata finale deiGranatieri>>.

Ciao Francesco, ti vogliamo ricordare così e desideriamosaperti in letizia con i tuoi vecchi amici e commilitoni …sempre con quel sorriso benevolo.

Nicola Canarile

e per un “possente” (195 cm di altezzaper 92 kg di muscoli) VFB di fanteriami sembrava non esser la giusta op-portunità per una vita militare attivaed operativamente pagante.Tuttavia, giunto al 1° reggimento, so-no stato accolto da un ambiente mol-to familiare, anche se con i soliti pro-blemi infrastrutturali che credo sianotipici di quasi tutte le vecchie casermeitaliane. Una sorta di grande famigliagranatieresca in cui mi sono inseritomolto bene. La noia non mi ha maicolpito, ogni giorno, condotto daimiei superiori, sono sempre stato im-pegnato in molteplici attività. Ho com-preso che questa “famiglia” ha originitrisecolari, ho appreso che noi discen-diamo direttamente da quei soldatiche per volere del Duca Carlo Ema-nuele II costituirono il primo “reggi-mento di leva” e non più di mercenarie, da allora, fino ai nostri giorni, noiGranatieri abbiamo scritto la storiadell’Italia. In effetti, la stirpe dei gra-natieri oltrepassa la storia ed è proprioper questo che può avocarsi dei dirittiche gli altri soldati italiani non hanno,o almeno così mi era stato insegnato.Infatti, abbiamo l’onore di indossare ibianchi Alamari, ricevuti per la vittoriasui colli dell’Assietta, su tutte le uni-formi (tranne che sulla tuta da cbt,mentre i carabinieri li portano anchelì, chissà perché ?) al posto delle mo-strine o delle semplici stellette; di por-tare la placca granatina dorata qualeonorificenza militare in virtù dell’altovalore dimostrato in occasione dei fat-ti d’arme in Sicilia; ed ultimo, ma nonper importanza, la consolidata tradi-zione di schierarsi con in prima riga ipiù alti.Bene, ultimamente ho avuto l’onore

ed il piacere di essere inquadrato nelplotone che, insieme ad altri delle al-tre Forze Armate e dei Corpi Armatidello Stato, ognuno con le loro tradi-zioni ed uniformi, ha reso gli onori alPresidente della Repubblica in occa-sione delle celebrazioni per la Festadella Repubblica il 2 giugno 2005. Hopartecipato con vivo interesse ed or-goglio a tutte le prove, compresaquella notturna dove abbiamo ricevu-to i complimenti da tutti. C’erano mol-ti ufficiali dei granatieri che indossava-no i nostri stessi Alamari. Erano uffi-ciali con molte decorazioni e onorifi-cenze, a miei occhi dei granatieri piùanziani e valorosi !Purtroppo però, il giorno della festadegli italiani è successo qualcosa chenon ho compreso. Noi eravamo pron-ti a rendere gli onori alla gloriosa Ban-diera del nostro reggimento per poischierarci in piazza Venezia ma, im-provvisamente, uno di quegli ufficialidei granatieri del Comando militaredella Capitale che dirigeva la cerimo-nia si è fortemente alterato, ha iniziatoad alzare la voce all’indirizzo dei no-stri comandanti in modo quasi inde-cente. Il baffuto tenente colonnellonon voleva assolutamente che il plo-tone dei granatieri venisse schieratocon i più alti in testa secondo la tradi-zione della mia, anzi nostra perchédovrebbe essere pure la sua, trisecola-re Specialità. Ed allora noi “….tutti altie possenti …come figure di titani….”siamo stati costretti a rimescolare l’or-dine d’altezza per metterci come gli al-tri plotoni della altre Forze Armate,come i Marinai, gli Avieri ed i Carabi-nieri. Al termine della cerimonia, che si èsvolta comunque nel migliore dei mo-

di, mi è rimasto un dubbio che mi ron-zava in testa: “ma perché un granatie-re ha mortificato davanti a tutti unatradizione che doveva essere anche lasua ? Ho provato a chiedere ai miei su-periori ma, sinceramente, devo direche questa volta, ed è stata la prima,non ho ricevuto risposte esaurienti elogiche, ma solo parziali giustificazio-ni: “è una questione di omogeneità inambito interforze”, “dobbiamo obbe-dire agli ordini”, “l’ufficiale che si è in-quietato (ed è dire poco) lo ha fattoper ragioni di protocollo interforze”.Ma dopotutto, io, il più alto, sono 195cm ed il più basso del plotone, un mioamico, è 185 cm, non era una grandedifferenza ! E poi, perché si è grana-tieri solo quando si ha un tornacontoe non in ogni occasione ? perché, senon si ama la specialità, si continuanoad indossarne i segni distintivi ? forseperché sono elementi di distinzionefra le altre armi e corpi ? e, allora, per-ché non dobbiamo distinguerci daglialtri ? perché dobbiamo assomigliareagli altri ? Alla fine una domanda sorge sponta-nea: “siamo veri Granatieri solo den-tro alla nostra caserma ? Spero proprioche Lei, attraverso la bella rivista chedirige, possa trovare qualcuno, tra igenerali e gli anziani della Specialità,che sappia dare una risposta ad ungiovane granatiere che ancora ci cre-de nelle prerogative e nelle tradizionidella Specialità !

un C.le VFB dei Granatieri

Caro Granatiere, condivido piena-mente i tuoi crucci ma… anche que-sto è un segno dei tempi, come direb-be il mio amico emanuel.

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24 aprile-giugno 2005

COMITATO CENTRALEIl Comitato Centrale, massimo organo esecutivo dell’Associazione, ha deliberato all’unanimità diriunirsi con cadenza mensile. Analoga decisione è stata presa dal Collegio dei Probiviri, di recenteincaricato della gestione del Fondo di Solidarietà. La decisione è stata adottata per garantire unamaggiore aderenza alle molteplici attività dell’Associazione e per ottimizzare gli aspetti organiz-zativi. L’ultima riunione del Comitato Centrale si è tenuta, presso la sede della Presidenza nazio-nale, il 17 maggio 2005.Nel corso della riunione si è parlato: del futuro della Brigata che, grazie anche alla corale prote-sta degli associati, non verrà più sciolta (per il momento); della Colonnella di Istria-Fiume-Dalmazia da recuperare e assegnare, in consegna fiduciaria, alla Sezione di Trieste; della situa-zione amministrativa. La prossima riunione si terrà il giorno 22 giugno p.v.

GIORNATA DEL TESSERAMENTO A VERONA

Il giorno 17 dicembre 2004, nella ridente località di Mar-cellise, si è svolto l’annuale appuntamento conviviale, oc-casione per i granatieri di Verona per passare una giorna-ta assieme e per rinnovare l’adesione alla nostra Associa-zione.La giornata è iniziata con una Santa Messa, celebrata nellamagnifica Pieve locale, per ricordare tutti i granatieri “an-dati avanti” in pace e in guerra. Un particolare ricordo èstato espresso, dal Presidente della Sezione di Verona, Ro-berto Pellegrini, per il conte Perez, Zenorini e Padre Chitiche era cittadino onorario di Villabartolomea.Al rito erano presenti le Colonnelle di Verona, Mantova,Brescia, Rovigo, Venezia, Cerea, Cologna Veneta, San Bo-nifacio, Sommacampagna e Villabartolomea accompagna-te dalle rispettive rappresentanze, dai Presidenti provin-ciali: Toffanin, Bonini, Onofrio, Rossigni e Marian e daiPresidenti di Sezione: Zorzella, Borin, Franco, Alberini eSoardo. I più di 70 partecipanti, durante l’allegro incontroconviviale che ha seguito la Messa, sono stati raggiuntidalle telefonate augurali di Padre Defendente Bellotti edei Presidenti del Veneto Paoiletti e del Piemonte Gallo.

SEZIONE DI BONDENO: BRAVO MALAGUTTI!

In data 5 febbraio 2005, alla Presidenza Nazionale ANGSè giunta una lettera di poche righe, da parte del Presi-dente della Sezione di Bondeno (FE), granatiere AntonioMalagutti. Ad un esame superficiale di un poco attentoredattore, lo scritto era stato giudicato privo d’interesseper il giornale e messo agli atti. Ma così non era. E vi di-

ciamo perché.Oggetto della lettera era:“Elenco Tesseramento Gra-natieri 2005”. Allegato alloscritto, un assegno bancarioa copertura dei costi del tes-seramento e di una sostan-ziosa “Offerta Volontaria”.Seguivano gli auguri per ilnuovo anno e la firma delPresidente. Nella busta erano contenu-te, inoltre, le due belle fotoche pubblichiamo e che dimostrano come a Bondeno iGranatieri siano concretamente presenti nel tessuto citta-dino, se possono permettersi una strada a loro dedicatae un bel monumento nel giardino comunale. Quindi: po-che righe si, ma molti i contenuti!Il Presidente Malagutti, a nostro avviso, deve essere pre-so ad esempio. Non è da tutti, infatti, aver già raccolto al-l’inizio dell’anno (5 febbraio) le quote sociali ed essere ingrado d’inviare, in forma chiara e ordinata, l’elenco degliiscritti della propria Sezione. Senza parlare poi dell’offer-ta volontaria! A questo punto, non possiamo che ripete-re: Bravo Malagutti!!

I GRANATIERI PICENI RICOMINCIANO … DA TRE

Le date:Il 13 settembre 2004, il granatiere Giancarlo Bruni, a ven-ticinque anni dallo scioglimento del Centro Provinciale diAscoli Piceno, rifonda la Sezione del capoluogo piceno

Attività associativa

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Per me costituite una piacevole sorpresa e il fatto chesiate qui riuniti mi riempie il cuore di gioia. Con la vo-stra nutrita e qualificata presenza, infatti, siete una rispo-sta concreta a quanti ritenevano che il nostro sodalizionon avesse più avvenire e fosse ormai destinato a dive-nire una non meglio nota fondazione.In un momento in cui da più parti viene auspicato, ma-gari solo a parole, un ritorno a quei valori di lealtà, di so-lidarietà e di amor di Patria, che sono alla base del vive-re civile, è quanto mai opportuno che la nostra Associa-zione, depositaria proprio di quei valori, recepiti ed esal-tati dalla comune militanza nel Corpo dei Granatieri, ab-bia anche in termini quantitativi il peso che si merita.L’intera comunità nazionale, oserei dire, mai come ades-so, ha bisogno di noi. Grazie, quindi, al capitano Bruni,per aver creato quest’occasione d’incontro e grazie an-che a voi che, numerosi, avete risposto al suo invi-to…>>.Parole semplici, chiare e calorose, venate da un leggerostupore, dettato forse dal non conoscere appieno la te-nacia e la passione di Giancarlo Bruni. Per noi marchigiani, che da un anno e mezzo beneficia-mo del suo impegno, Giancarlo non è più motivo di stu-pore: è una certezza, una bellissima certezza sulla qualefare affidamento per moltissimi anni a venire.

(C.C.)

11° RADUNO ANNUALE A SPINEA

<<Siamo qui in concomitanza della Festa del quartiereFornarese e alla vigilia della festa della Liberazione. So-no passati 60 anni dal 25 aprile 1945, ma noi non voglia-mo dimenticare tutti quelli che sacrificarono la propriavita per la Patria. Anche il Corpo dei Granatieri di Sarde-gna, la cui origine plurisecolare affonda nella storia pa-tria, ha scritto pagine memorabili di eroismo in guerra. IGranatieri sono stati e continuano ad essere protagonistidelle operazioni più importanti delle nostre Forze Arma-te nel mondo, per il mantenimento della pace>>.Così si è espresso il sindaco di Spinea (Venezia), ClaudioTessari, presiedendo la cerimonia per l’undicesimo radu-no dei Granatieri di Sardegna, lo scorso 24 aprile. Foltala rappresentanza di Granatieri in congedo, ben 24 Se-zioni, provenienti sia dal Veneto sia da altre regioni d’I-talia. Erano infatti presenti oltre che quelli di Spinea, rap-presentanti di Bassano del Grappa, Padova, Zero Bran-co, Modena, Monselice, Musile di Piave, Montebelluna,Limena, Piazzola sul Brenta, Mestrino, Riviera del Bren-ta, San Michele al Tagliamento, Ravenna, Due Carrare,Paese, Mestre, Zoppola, Mogliano Veneto, Tamai Bru-gnera e le Colonnelle dei Centri Regionali del Veneto edel Friuli Venezia Giulia.

coinvolgendo 46 nuovi iscritti.Il 30 aprile 2005, proseguendo la sua eccezionale operadi proselitismo, Bruni convoca a San Benedetto delTronto l’assemblea ricostituiva della locale Sezione. Nel-la sala, gentilmente concessa dalla Sezione Marinai d’Ita-lia di S. Benedetto, prendono posto 29 nuovi granatieriin rappresentanza dei 33 che hanno sottoscritto la loroadesione. Di fatto, si ricostituisce il Centro Provinciale diAscoli Piceno

Il 14 maggio 2005, Giancarlo Bruni piazza un altro colpo:facendo seguito ad una capillare opera di individuazionee di contatto di granatieri in congedo non iscrittiall’A.N.G.S., convoca presso i locali della C.R.I. di Fer-mo, 39 dei 71 granatieri che hanno aderito al suo invitodi iscriversi all’Associazione. In un clima di forte entu-siasmo e di precisi intendimenti viene ricostituita la Se-zione di Fermo, città che si avvia a divenire il quinto ca-poluogo di provincia delle Marche. Sotto la presidenzadel rifondatore Bruni, i granatieri piceni si costituiscononel Centro Federato del Piceno, completo di cariche so-ciali e, … soprattutto, di voglia di partecipazione.

La Cronaca:Nella cronaca di avvenimenti succedutisi nel tempo èbuona norma partire dalla descrizione di quello svoltosiper ultimo. Le impressioni a caldo, infatti, meglio di ognialtra ponderata, successiva considerazione, favorisconouna descrizione più aderente alla realtà e alle emozionisuscitate dall’avvenimento stesso.E, a proposito dell’assemblea ricostituiva della Sezione edel Centro Federato del Piceno, tenutasi a Fermo il 14maggio scorso, all’indomani dell’avvenimento cui hapartecipato, riportiamo alcuni brani del discorso pro-nunciato, per l’occasione, dal Direttore del nostro perio-dico associativo, Antonino Torre, ai granatieri presenti:<<… Siete tanti e tutti della misura giusta per quanto ri-ferito ad altezza ed età, mi auguro anche per entusiasmo.

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26 aprile-giugno 2005

<<Voglio ricordare – ha aggiunto il sindaco nel suo in-tervento – il ruolo importante che ricopre qui a Spinea,l’Associazione Granatieri. Grazie all’impegno di questinostri amici, abbiamo reso visibile un pezzo di storia d’I-talia dedicando una piazza di Fornase ai Granatieri di

Sardegnaproprio undi-ci anni fa. Equattro annifa inaugura-vamo ancheil monumen-to al Grana-tiere. Per noie per tutti icittadini,questa piazzae questo mo-numento so-no oggi ilsimbolo delvalore, delletradizioni,della fedeltàalla Patria,dell’attacca-mento al do-vere e dello

spirito di sacrificio che da sempre contraddistinguono iGranatieri>>.Come da tradizione, il raduno dei Granatieri ha visto sno-darsi la sfilata con la banda cittadina; quindi l’alzaban-diera davanti al monumento al Granatiere. La mattinata èpoi proseguita con la Santa Messa celebrata in Chiesa, enon come previsto in piazza a causa del maltempo, dalgranatiere Padre Denfendente Belotti

Bruno Stevanato

LA BATTAGLIA DEL SOLSTIZIO RICORDATA ALLA FOCE DEL PIAVE

Con la consueta, annuale, bella cerimonia, sono stati com-memorati a Cortellazzo di Jesolo, l’87° anniversario dellabattaglia del Solstizio (15/6 – 6/7 1918) e il XX anniversariodell’inaugurazione del Monumento a tutti i GranatieriCaduti e, in particolare, a quelli che caddero nel corso dellaBattaglia del Piave. Il Centro Provinciale di Venezia, presieduto dal granatiere,Cav. Lino Marian, ha raccolto intorno a sé il gonfalone cit-tadino, numerosi labari e bandiere di associazioni d’arma e24 Colonnelle di Sezioni di Granatieri, scortate da un buonnumero di iscritti, tra i quali il Presidente del Centro

Regionale del Veneto Giuseppe Paoletti, i PresidentiProvinciali Tofanin, Rosin e Ros, i granatieri Bacchin,Lorenzon, Bortoletto e tanti, tanti altri: circa 400 persone.La Santa Messa è stata officiata dal granatiere del 2° reggi-mento, Padre Defendente Belotti e dal Parroco diCortellazzo, Don Lionello Dalmolin.

Subito dopo il rito religioso, la deposizione di una coronad’alloro al monumento ai Caduti, scortate da “ammiratis-simi” Granatieri in Grande Uniforme inviati dalReggimento, ha concretizzato il doveroso omaggio a chi haspeso la vita per la Patria. I quattro Sindaci presenti, conbrevi ma toccanti discorsi, hanno elogiato l’operato delleSezioni ANGS del proprio territorio e hanno consegnatoalcuni attestati di benemerenza a granatieri che si sono par-ticolarmente distinti. bnais Tutti i partecipanti, poi, hanno raggiunto la foce del fiumesacro all’Italia, il Piave, dove è stata deposta una coronad’alloro. Un pranzo conviviale di 250 commensali pressol’Hotel Palma, di Armando Pasqual, figlio di granatiere, haconcluso la bella manifestazione.

RICORDATA LA BATTAGLIA DI GOITO

Il Presidente provinciale Roberto Bonini non ha volu-to rinunciare a commemorare, anche quest’anno, labattaglia di Goito. Senza il patrocinio del Comune, as-sente per motivi organizzativi, la Sezione di Mantovaha ricordato con una bella cerimonia, infatti, il 157°anniversario della battaglia che vide, come protagoni-sti di spicco, i reggimenti Granatieri che, all’epoca,costituivano la Guardia dell’allora principe VittorioEmanuele, destinato poco dopo a diventare il primoRe d’Italia.La commemorazione, presso il noto monumento, rea-lizzato con il sostanziale e determinante aiuto delcompianto Stenio Contigliozzi, si è svolta alla presen-

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za del colonnello Massimo Meinero, comandante del1° reggimento Granatieri di Sardegna, il quale ha resoomaggio ai Caduti con la deposizione di una coronad’alloro. I Granatieri in congedo, presenti in buon nu-mero, erano in rappresentanza, con le rispettive co-lonnelle, delle Sezioni di Modena, Verona, Mantova edi quelle di Castel Goffredo e Marmirolo, di recentericostituzione. Uno dei granatieri presenti era il Redu-ce Gioacchino Motta, classe 1922, che con il Gruppoda Combattimento Friuli percorse con gli alleati tuttala penisola sino alla “Linea Gotica”.

INCONTRO CONVIVIALE DEI GRANATIERI CAMPANI

Festa grande al Circolo Canottieri Posillipo di Napoli, il12 febbraio scorso.Il granatiere dottor Beniamino Cesi, in una splendidacornice aperta sul golfo di Napoli, ha voluto offrire aiGranatieri delle sezioni campane un momento di lietaconvivialità. Egli, con l’affetto e la classe che lo hannosempre contraddistinto, ha brillantemente intrattenuto isuoi ospiti nel corso dell’incontro. Sul finire, con un dis-corso dai toni paterni, più che granatiereschi, ha esorta-to i presenti a rimanere sempre uniti e a condividere i va-lori di fedeltà, lealtà e amicizia, oltre a quello più alto del-l’amore di Patria, oggi più che mai necessari.Come sempre avviene in questi incontri, non è mancato

qualche momento di viva commozione che hanno fattoriflettere sul comune senso degli ideali che lega la fami-glia dei bianchi Alamari. L’augurio di tutti è di avere sem-pre presenti nei propri ranghi esempi di alta moralità e disaggezza, come il dottor Cesi, perché è solo da personedi tanta esperienza che si possono avere riferimenti sicu-ri per affrontare le difficoltà della vita. Caro Beniamino, un grazie di cuore da parte nostra e ditutti i Granatieri campani.

SEZIONE DI CAGLIARI

SEZIONE DI CIVITAVECCHIA

L’anniversario della costituzione del Corpo dei Granatieri diSardegna è stato celebrato nel capoluogo sardo con una se-rie di eventi che si sono svolti nei giorni 16, 17 e 19 aprile esono stati organizzati con il patrocinio dell’amministrazionecomunale. Nella mattinata del primo giorno, i Granatierihanno assicurato la Guardia d’Onore al monumento sito inPiazza Martiri delle Guerre d’Indipendenza. Con l’occasionesono state suonate musiche reggimentali e si è avuta una rac-colta di fondi destinati al restauro di monumenti d’interessestorico. La giornata si è chiusa con una Santa Messa celebrata nellaCattedrale in memoria dei Caduti di tutte le guerre e di S.M.Umberto II che, da Principe di Piemonte, fu Presidentedell’Associazione Nazionale Granatieri. Il rito religioso è sta-to accompagnato dal Coro di Santa Cecilia diretto dal Mae-

stro Pani. Nella giornata successiva è continuata l’attività inPiazza Martiri. Nella giornata di martedì 19 aprile, presso ilConvitto Nazionale “Vittorio Emanuele”, già residenza delDuca di San Pietro, Giorgio Pellegrini, Assessore alla Culturadel Comune di Cagliari, ha tenuto un’interessante conferen-za sul tema: “I Granatieri di Sardegna: ieri e oggi”.La serata si è conclusa con un’esibizione del Coro di SantaCecilia che, nel suo repertorio, ha eseguito: l’ Hinnu Sardu,L’Inno dei Granatieri e l’Inno di Mameli.

Il 346° Anniversario della costituzione del Corpo dei Grana-tieri di Sardegna la Sezione di Civitavecchia lo ha ricordatocon un atto concreto: il restauro del monumento al Grana-

IL 346° ANNIVERSARIO DELLA COSTITUZIONE DEL CORPODEI GRANATIERI E’ STATO CELEBRATO IN MOLTE LOCALITA’ITALIANE A CURA DELLE LOCALI STRUTTURE ASSOCIATIVE

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tiere esistente sul lungomare della città in prossimità di quel-lo dedicato a Garibaldi. Lunedì 18 aprile, la giornata è iniziata con una Santa Messacelebrata da Padre Pietro nell’antica Chiesa del Ghetto per ri-cordare i Caduti di tutte le guerre. La manifestazione si èspostata poi su Viale Garibaldi dove è stato inaugurato il re-stauro del monumento che, per l’attacco del tempo, dellabrezza di mare e l’incuria, versava in uno stato di totale de-grado.L’evento, che ha riscosso un notevole successo per la pre-senza di tanti Granatieri in congedo e di un folto numero dicittadini che hanno voluto prendere parte ad una celebra-zione militare importante per il territorio, è stato presenzia-to dal Vice Sindaco Ernesto Tedesco, in rappresentanza del-l’Amministrazione comunale, da numerose autorità locali ci-vili e militari. Il Presidente della locale Sezione ANGS, gene-rale Antonio Andriani, nella sua allocuzione, ha ricordato laStoria dei Granatieri e della loro presenza, con il IV batta-glione meccanizzato e la compagnia c/c, nella città laziale.Alla manifestazione era presente il Presidente del CR Lazio,Gianfranco Sorbi.

CENTRO REGIONALE EMILIA ROMAGNA

Anche quest’anno, il Presidente regionale Roberto Pa-dovani ha voluto ricordare, con una cerimonia pub-blica, la data della “levata” del duca Carlo EmanueleII cui si rifanno, per la loro origine, gli attuali Grana-tieri di Sardegna. L’occasione è stata propizia, inoltre,per commemorare, a cinque mesi dalla scomparsa,anche la figura del compianto Frà Gianfranco MariaChiti.Nella prima mattinata di domenica 17 aprile, a Cre-valcore, sono convenuti i Granatieri dell’Emilia e Ro-magna delle Sezioni di: Bologna, Modena, Ferrara,Ravenna, San Felice sul Panaro, Parma, Cesena, Lugodi Romagna e Pavullo – tutti con le rispettive Colon-nelle - ed hanno assistito a una Messa celebrata dadon Ivano che ha tracciato un breve profilo di PadreChiti ricordandone, fra la commozione dei presenti,le alte doti umane e di comandante.I numerosi Granatieri presenti, al termine del rito re-ligioso, si sono recati in corteo, aperto dal Vice Sin-daco della cittadina, dottor Claudio Broglia e dallaColonnella regionale, al monumento dedicato ai Ca-duti di tutte le guerre dove hanno reso omaggio conla deposizione di una corona d’alloro.

Il tutto sotto l’impeccabile regia del granatiere Gio-vanni Bettini. Molto apprezzata è stata la presenza didue Granatieri in Grande Uniforme Speciale, assicu-rata dal comandante Massimo Meinero.

CENTRO REGIONALE DELLA LOMBARDIALo scorso 17 aprile hanno fatto veramente le cose ingrande, ad Abiategrasso, per celebrare l’anniversariodella costituzione del Corpo dei Granatieri.C’erano schierate ben 14 Colonnelle di Sezione (Cal-cinate, Como, Leno, Legnano, Milano, Vigevano, Rho,Monza Brianza, Melzo, Lodi, Lumezzane, Brescia, Val-le Trompia e Valli Bresciane, Bergamo) a fare da co-rona a quella del Centro Regionale della Lombardia,tutte scortate dalle rispettive rappresentanze.Erano presenti, inoltre, il Sindaco della città, numero-se Autorità civili, militari e religiose, rappresentanzedelle Associazioni d’Arma e una gran folla di cittadinidi Abiategrasso per ricordare la particolare ricorrenzache è stata segnata, nel suo valore ideale, da un fattoconcreto e di alto contenuto sociale: l’inaugurazionedi un bellissimo Parco pubblico, nel quartiere Castel-letto, intitolato ai Granatieri di Sardegna e alla memo-ria del loro compianto Presidente della locale sezio-ne, Pietro Volpi.

Il Presidente Regionale Mario Bovati, nella sua ap-plaudita allocuzione, dopo il doveroso omaggio aiCaduti, ha sottolineato come i giovani Granatieri ab-biano affrontato e affrontino le emergenze del tempodi pace: dagli interventi di soccorso alle popolazioniper pubbliche calamità a quelli di ristabilimento dellapace fuori dei confini nazionali, con lo stesso spirito

Il Presidente Mario Bovati accanto alla stele che intitola il Parco aiGranatieri di Sardegna.

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e con l’identica dedizione con la quale, gli antichi eanziani commilitoni servirono la Patria, nel corso del-la storia più che trasecolare della Specialità. Ha poi rivolto il suo ringraziamento, anche a nomedel Presidente nazionale, << al Corpo dei Granatieridi Abiategrasso, guidato dall’instancabile PresidenteGiovanni Perin, ma soprattutto ai dirigenti, ai respon-sabili ad ogni livello e ai collaboratori tutti del Comi-

tato di Quartiere diCastelletto nonchéall’Associazione dipromozione sociale”Il Punto”, presie-duta dal signor An-drea Capello, cheriunisce in sé unanutrita schiera diassociazioni ugual-mente impegnate inattività relative allaqualità della vita, alrispetto della natu-ra e alla conoscen-za del territorio Ab-bianese>>.E’ doveroso sottoli-neare, da parte no-stra, che i Granatie-ri di Abiategrasso,

con il loro impegno e la loro inventiva, hanno dimo-strato come, pur nel rispetto delle antiche tradizioni,si possa essere anche protagonisti del presente conrealizzazioni concrete al servizio della comunità. E inquesto devono essere presi ad esempio da tutti noi.Per ritornare alla cronaca della riuscita manifestazio-ne, conclusasi con un incontro conviviale nella zonadella fiera e con il contributo musicale di alcune ban-de cittadine, è stata molto apprezzata da tutti i parte-cipanti la presenza di quattro Granatieri in GrandeUniforme Speciale, assicurata dal 1° Reggimento, cheha materializzato il profondo legame esistente fra iReparti in armi e l’ANGS che raccoglie i Granatieri incongedo.

presentata, con un filmato, alcune testimonianzedirette e un dibattito finale, la storia del Corpo cheriporta il nome dell’antico regno di Sardegna e che,fin dal 1659, ha segnato con la sua presenza e il suovalore la storia dell’Italia.Alla serata, hanno partecipato fra gli altri il sottose-gretario alla Difesa, Salvatore Cicu e il marescialloMarco Diana appartenente al 1° reggimentoGranatieri, che da parecchio combatte la sua perso-nale battaglia contro una malattia contratta duranteuna missione di pace all’estero. Dopo che ilPresidente Mori Ubaldini ha rievocato i 346 anni distoria dei Granatieri, ha preso la parola il marescialloDiana per ringraziare il suo Reggimento e l’Istituzionemilitare, rappresentata in quel contesto dall’onore-vole Cicu, per la vicinanza dimostrata e per gli aiuticoncreti ricevuti nella sua immane lotta contro il maleche lo ha colpito. Il sottosegretario, nel suo discorsoha sottolineato <<l’importanza dei Granatieri nellastoria e l’aiuto offerto dal Ministero della Difesa aimilitari ammalatisi durante le missioni>>.Il Centro regionale sardo, inoltre, è stato presente allaIX edizione della manifestazione, organizzata dalComune di Cagliari, dal titolo: “Cagliari Monumentiaperti 2005” che si è svolta nei giorni 28 e 29 maggio.I Granatieri, per l’occasione, hanno avuto in affida-mento il Monumento ai Martiri delle Guerred’Indipendenza che ricorda le battaglie di Goito,Custoza, San Martino, Solforino.

CESARE DEGAN DECANO DEI PRESIDENTI DEL CENTRO FVGPer l’undicesima volta è stato riconfermato alla guidadella Sezione di Zoppola (PD), il Cav. Cesare Degan;oltre trent’anni d’operosità in favore dell’Associazio-ne ed in particolare della sua Sezione, sono stati ulte-riormente pre-miati con laconsegna, du-rante un recen-te convivio, diuna significati-va targa da par-te dei suoi gra-natieri.Anche il presi-dente regiona-le, Cav. Uff.Guido Vidoni,ha voluto sotto-linerae nel suointervento ladedizione e l’in-faticabile lavorosvolto in tantianni dal Presi-dente Degan,facendogli donodel prestigiosolibro sulla storia dei Granatieri. Il libro donato eracorredato dalla seguente dedica: <<Al Presidente Ce-sare Degan, decano dei Presidenti del Centro regio-nale FVG, per la fattiva, costante, entusiasta operasvolta in favore del Sodalizio ed in particolare dellasua Sezione, dimostrando attaccamento agli Alamaried ai valori che sono alla base della nostra Associa-zione>>.

Targa posta all’ingresso del Parco

CENTRO PROVINCIALE DI MANTOVA

I Granatieri mantovani si sono uniti compatti aldolore che ha colpito la famiglia del loro commilitoneCarlo Rasini, uno dei più attivi soci del sodalizio,sempre presente in tutte le manifestazioni associative.La famiglia del bravo granatiere ha subito la tragicascomparsa del figlio quarantaseienne Ernesto, che halasciato nei congiunti un vuoto difficilmente colma-bile.La Redazione, informata dal Presidente Bonini,esprime le più sentite condoglianze.

CENTRO REGIONALE DELLA SARDEGNA

I Granatieri della Sardegna, sotto la guida delPresidente Rodolfo Mori Ubaldini, hanno da temporicominciato la loro attività con numerose manifesta-zioni svolte nell’ambito regionale. L’ultima, avutasi il26 aprile scorso, li ha visti come protagonisti duranteun incontro culturale organizzato dall’Associazione“Spazio Aperto” in un istituto scolastico, dove è stata

Il granatiere Degan riceve la targa e il librodal Presidente del Centro regionale FVG,Guido Vidoni.

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La bella giornata associativa si è articolata in varie fasi. Ini-ziata con la Santa Messa in cui è stata benedetta la Colon-nella della ricostituita Sezione, è proseguita con la sfilata deinumerosi partecipanti per le vie cittadine, con l’omaggio almonumento dei Caduti di tutte le guerre e a quello dei Gra-natieri, al sacello di Guglielmo Morè, valoroso granatiere ca-stellano decorato di Medaglia d’Argento al Valor Militare ca-duto eroicamente sul Fronte Jugoslavo e alla tomba di Bru-no Perani, personaggio eclettico che, reduce della secondaGuerra Mondiale, fondò nel 1955 la Sezione ANGS. L’occa-sione è stata propizia per porre un omaggio floreale anchesulla tomba del granatiere Angelo Mazzocchi recentementescomparso.La figura di Bruno Perani, deceduto circa dieci anni fa, è sta-ta costante e quasi palpabile per l’intera giornata. La ricor-

dava, fra l’altro, dopo ilsaluto di ringraziamentodel figlio Roberto, la pre-senza della figlia Milena,“madrina” della Colon-nella sezionale, il monu-mento ai Granatieri dalui fatto realizzare con lepietre del Cengio, laBanda cittadina, an-ch’essa sua “creatura”. Alla riuscita cerimoniaerano presenti i Sindacidi Castelgoffredo, pofes-soressa Anna Cremonesie di Castiglione delle Si-viere, signor Fabrizio Pa-ganella, il Comandantedella locale Stazione Ca-rabinieri, il generaleRatti dei Bersaglieri e

varie delegazioni dell’associazionismo militare.L‘ANGS era ampiamente rappresentata dal Presidente delCR Lombardia, architetto Mario Bovati, dal Presidente delCP di Brescia, Enrico Onofrio alla guida di due Sezioni del-la sua provincia, e da quello del CP di Crema, Giovanni Ol-doni nonché dalle Sezioni di: Lumezzane, Valtrompia, Lenoe Cerea con i Presidenti Francesco Maltosio e Osvaldo Zor-zella. Molti, inoltre, erano i Granatieri che hanno partecipa-to a titolo personale.Al neo Presidente, Giuseppe Castrini e ai suoi validi colla-boratori: Achille Marinelli, Domenico Bonora, Angelo Ceri-ni e Primo Rodella, l’onere e l’onore di continuare ad ope-rare restando all’altezza di chi li ha preceduti.

ANTOR

La nuova Colonnella rende omag-gio alla tomba di Bruno Perani

La sfilata nelle vie cittadine

RADUNO INTERPROVINCIALE A CASTELGOFFREDO

Il Presidente provinciale di Mantova, granatiere Roberto Bo-nini, come già fatto da altri dirigenti, ha raccolto l’invito, par-tito dalle pagine di questo giornale, ad intensificare l’azionedi proselitismo per accrescere, anche sul piano quantitativo,i ranghi della nostra Associazione. E c’è riuscito pienamente! Dopo l’avvenuta ricostituzione della Sezione di Marmirolo,posta sotto la presidenza di Franco Moioli, infatti, nella gior-nata dell’8 maggio scorso, a Castelgoffredo in provincia diMantova, si è svolta la cerimonia per la ricostituzione dellalocale Sezione che raggruppa anche i granatieri di Castiglio-ne delle Stiviere e dell’Alto Mantovano. I nuovi iscritti raggiungono complessivamente le ventiunità.

La tomba, che ospita a Pesaro i resti mortali di Padre Chiti,sta diventando una meta di pellegrinaggio di numerosecomitive provenienti da ogni parte d’Italia.Il giorno 6 maggio del corrente anno, alcuni commilitonidella 5^ compagnia “Roma” della RSI, fra i quali abbiamoriconosciuto Holzer e Coen, ed una rappresentanza dellaSezione di Roma, hanno reso omaggio alla tomba di FràGianfranco, in occasione della ricorrenza della suanascita avvenuta il 6 maggio del 1921.I Granatieri romani hanno voluto ricordare il compiantoPadre Spirituale anche con la celebrazione di una Messa.Il successivo 25 maggio, infatti, presso la cappella delleSuore di Via Albergotti, Padre Fei, che era statoCappellano di Chiti, ha celebrato la messa di suffragioche, per motivi contingenti, non si era potuta celebrarenella visita a Pesaro. Al rito religioso era presente laColonnella della Sezione e numerosi granatieri.

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Il Direttivo della sezione di Marmirolo. (Foto Bonini) da sinistra:Davide Tonini (Segretario), Roberto Tonini (V. Presidente), FrancoMoioli (Presidente), Enzo Gugolati (Alfiere) Claudio Vallicella(Consigliere).

LA SEZIONE DI ROMA ALLA TOMBA DI PADRE CHITI

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MOSTRA RIEVOCATIVA A SUSA

In occasione del 60° anniversario della Liberazione, su ini-ziativa del granatiere Sibille prof. Giancarlo, l’Amministra-zione comunale della Città di Susa (TO) ha realizzato la mo-stra intitolata: <<dall’ 8 settembre 1943 al 25 aprile 1945 –per un’Italia libera!>>.I numerosi visitatori, fra i quali particolarmente attenti e in-teressati i giovani delle locali scuole elementari, medie e su-periori, hanno avuto modo di ripercorrere, attraverso nu-merosi cimeli, fotografie e opere pittoriche realizzate da gio-vani studenti, quel periodo storico tanto difficile e per certiversi doloroso della nostra storia patria. Particolarmente gra-dita, la visita della signora Stella Bolaffi, figlia del coman-dante partigiano “Laghi”, Giulio Bolaffi (noto editore e col-lezionista di francobolli). L’esposizione, ospitata nei localidell’Azienda Turismo Locale2 “Montagnedoc”, è stata aper-

ta dal 22 aprile al 3 maggio. Alla semplice ma significativa cerimonia di apertura, tenuta-si venerdì 22 aprile, hanno raccontato le proprie personaliesperienze: il granatiere cav. Giacomo Girardi reduce dellecampagne di Grecia, Albania e Jugoslavia e combattentenella Difesa di Roma del settembre 1943 e successivamentecon le squadre partigiane delle valli di Lanzo, nel torinese;due dei sopravvissuti a Cefalonia della Divisione Acqui, i ca-valieri Michele Giai e Pasquale Nicco; il prof. Angelo Airnar-di componente del gruppo partigiano “Giustizia e Libertà” inValle d’Aosta. Ha chiuso gli interventi il signor Quinto Pari-le, fratello del granatiere Eldo caduto il 9 settembre 1943 al-la Difesa di Roma, che ha commosso i presenti con la lettu-ra di una sua poesia in piemontese che ripercorre la storiad’Italia, dal risorgimento sino alla liberazione del 25 aprile1945. Gli interventi dei testimoni sono stati introdotti dall’as-sessore alla cultura del Comune di Susa, prof. Antonita Fon-zo, in rappresentanza del Sindaco. Rivolgendosi ai giovanipresenti ha sottolineato come quei giorni, che possono sem-brare tanto lontani, siano stati così importanti per la libertàdi cui oggi possiamo godere. Il tema è stato poi ripreso nel-l’intervento della prof. Patrizia Borio, preside della scuolamedia statale “B. Giuliano”. Le classi terze di tale scuola, lìrappresentate da un buon numero di studenti, hanno con-tribuito, come in altre occasioni analoghe, all’allestimentodella mostra, grazie anche al coordinamento e all’impegnodei docenti Paola Cordero, Marilena Feola, Claudia RosaBrusin e dell’infaticabile Giancarlo Sibille.

Valter Costamagna

I prossimi appuntamenti della Sezione di Torino sono quello della terzadomenica di luglio al colle dell’Assietta e quello dell’11 settembre, all’Ar-giassera e a Foresto di Susa, dove saranno ricordati, con un’importantemanifestazione, i martiri di Cefalonia ed i caduti nella Difesa di Roma.

Tempera su tavola che raffigura un episodio della Difesa di Roma.Giacomo Girardi e Giancarlo Sibille accanto ai giovani artisti che l’hanno realizzata.

CENTRI REGIONALI08.02.2005 – Centro Regionale della SardegnaPresidente: Rodolfo MORI UBALDINI; Consiglieri: An-tonio FUGALLO, Renzo CARTA, Giorgio CADDEO.

CENTRI PROVINCIALI15.04.2005 – Centro Provinciale di Ascoli PicenoPresidente: Giancarlo BRUNI

29.04.2005 – Centro Provinciale di ParmaPresidente: Paolo SERVENTI

SEZIONI09.10.2004 – Sezione di Ascoli PicenoPresidente: Giancarlo BRUNI; Vice Presidente: Giusep-pe MARCOZZI; Consiglieri: Giulio RODILOSSI, LeoneDE ANGELIS, Giuseppe PAOLETTI, Umberto GIANTO-MASSI.

26.03.2005 – Sezione di Fontanabuona (GE)Presidente: Aldo PORCELLA; Vice Presidente: SilvioFOPPIANO; Consiglieri: Antonio CORDANO, MarioLAGOMARSINO; Segretario: Lino CRINO:

15.04.2005 – Sezione di San Benedetto del Tronto(AP)Presidente: Piergaetano CALABRESI; Vice Presidente:

Marco INDUTI; Consiglieri: Pieralberto DOMIZI, Alber-to SPINOZZI, Walter LEORINI, Federico COCCI, Anto-nio PICCIONI.

16.04.2005 – Sezione di Alba (CN)Presidente: Sebastiano GALLO; Vice Presidente: LuigiCHIARLO; Consiglieri: Renato PETEAN, Vittore GUI-DO; Segretario: Servasio GAIA.

24.04.2005 – Sezione di Castelfranco VenetoPresidente: B. SBRISSA; Vice Presidente: E. LANARO;Consiglieri: Andrea CALZAVARA, Ferruccio CAON, Lu-ciano MARTIN; Segretario E. FRACCARO:

08.05.2005 – Sezione “A.Casati” – MonzaPresidente: Carlo CIVATI; Vice Presidente Cesare ZA-NARDO; Consiglieri: Paolo ERBA, Antonuio GALBIATI;Segretario Francesco FARINA.

14.05.2005 – Sezione di FermoPresidente: Oscar Riccardo CARO; Vice Presidenti: Filip-po RAMINI e Marcello LAICI; Consiglieri:NazzarenoMARSILI, Nazzareno STIZZA, Gianfranco BEATO, Gae-tano ROSO, Marcello SGARIGLIA; Segretario: MassimoSILENZI.

RINNOVI E CONFERME DELLE CARICHE ASSOCIATIVE

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Ritrovarsi

DELLA SERIE: VECCHI FUSTITrieste 3 e 4 giugno 1961. Lafoto ritrae il poderoso gruppodei Granatieri Abruzzesi chepartecipò al Raduno Naziona-le dell’Associazione, sfilando afile di sei. Alla loro testa, un po’ più ai-tante e giovanile di quanto losia adesso, il Presidente regio-nale Giovanni Scarpelli.Ci aspettiamo che a quello diJesi di quest’anno siano altret-tanti!

Questa volta la bella fotografia che pubblichiamo ci riporta agli anni ’60. La località dove è stata scattata è quella di Ma-rana nel comune di Montereale (AQ) in occasione del Campo d’Arma annuale. In essa sono riconoscibili, fra i tanti gra-natieri ritratti, un “rambesco” sergente e un elegante e disinvolto tenente. Si tratta, rispettivamente, di Corrado Tram-busti e di Piero Masetti all’inizio delle rispettive carriere militari.Il buon Corrado spera che qualcuno altro si riconosca nella fotografia e lo contatti presso la Redazione del giornale.

RITROVARSI A SPINEAProseguendo la sua infaticabile opera di “riaggregazione” dicommilitoni – granatieri degli scaglioni ’65 – anche quest’annoBruno Stevanato ha organizzato a Spinea (VE), in occasione del-la festa patronale del 24 aprile che da dieci anni è abbinata allaFesta del Granatiere, la Rimpatriata del Quarantennio. Precisiamo che degli ufficiali della compagnia, Stevanato ricor-da l’allora tenente Caminada e i sottotenenti Laurenti e Ceccuti..Stevanato e Ricotta si rivolgono a: Paggiaro, Masini, Colli, Mon-tali, Arrici, Vatta, Spaggiari, Braci, Ruffolo, Pizzuto, Barberini, Ti-nelli, Betto, Chiampan, De Cesaro, Conti, Leotto, Turrin, Favaro,Viani, Ballarin, Lunari, Malin, De Parolis, i 2 gemelli D’Agostini,Genovese, Gesuato, Calamassi, Antonelli, Bonora, Mazzon,Franchin, Zanchetta, Nelli, Sacchetto, Modena, Boaretto, Russo,La Porta, Volic, Portinari, Trelle, Senigaglia, Fibbi, Sueri, Bianchi,Masarin, Badiali, Pistoleri, Bertarello, La Costa, Bonato e Marian.

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ALBA MARIA IN VISITA IN ROMAGNA

La nostra solerte redattrice, signora Alba Maria Mendico,non perde occasione di approfondire la conoscenza del-l’ambiente granatieresco allo scopo di meglio sopperireai suoi compiti istituzionali. Nella foto la vediamo, ac-canto al consorte Livio, pronta allo scatto fotografico, inun incontro conviviale, organizzato a Bagnacavallo dallaSezione ANGS di Lugo.

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ONORIFICENZA AL REGISTA DEL CAROSELLO <<Croce al merito dell’Esercito Al 1° Mar. (AUS) StefanoPellicanò, nato il 16 settembre 1944 a Reggio Calabria,con la seguente motivazione …>>. Così recita la primaparte del brevetto, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del-la Repubblica Italiana del 24 marzo 2005, con il quale è sta-ta concessa l’importante onorificenza per i meriti, pratica-mente, di tipo artistico-culturale derivanti dalla collabora-zione alla organizzazione e alla regia di numerosi eventispettacolari di tipo rievocativo (caroselli) che, <<per lacomplessità e la armonicità degli esercizi, riscuotevanol’unanime ammirazione delle autorità politiche e militaripresenti>>. Al bravo Stefano, definito nel documento<<Eccellente collaboratore che ha contribuito ad accre-scere e a rafforzare il lustro ed il prestigio dell’Esercito nelPaese >>, vadano le nostre più sincere congratulazioni.

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FIORI D’ARANCIO PER GRANATIERI ANCHE DI MARE

Il giorno 19 marzo 2005, a Urgnano in provincia di Ber-gamo, si è coronato il singolare sogno d’amore fra la fi-

glia di un Granatiere e un ex Comandante di “NaveGranatiere”.La gentile signorina Francesca Brugali, figlia del Presi-dente provinciale ANGS di Bergamo, Franco Brugali,infatti, si è unita in matrimonio con il Comandante diFregata (tenente colonnello) Francesco Fusco che hacomandato la famosa nave che riporta il nome dellanostra Specialità. La cerimonia, officiata dall’Assistente Spirituale deiGranatieri, Padre Defendente Bellotti, ha avuto luogonella parrocchiale di Urgnano e ha visto la partecipa-zione di un gran numero di Granatieri e di Marinai..Nella foto possiamo riconoscere, a sinistra degli sposi,i granatieri: Martinelli, Armani e Bovati; a destra deglisposi, i granatieri: Padre Defendente, Brugali, Pellic-cioli e Locatelli. Ci uniamo ai Granatieri lombardi nel formulare i piùsinceri voti augurali alla giovane coppia formatasi sot-to l’egida dei Granatieri (di terra e di mare).

✩✩✩

FIOCCO AZZURRO IN CASA PELLICANO’Lo scorso 10 marzo è na-to a Roma, Stefano, figliodella gentile signora Ox-sana e di Mauro Pellica-nò. Il nonno Stefano, mi-tico regista del CaroselloStorico, è stato Granatie-re; il padre è Granatieree il piccolo Stefano …chissà. Comunque, pro-mette bene, dal momen-to che, a solo due mesidalla nascita, già indossala tutina destinata a bim-bi di sei mesi.Ai felici genitori e al non-no vadano i più fervidi esinceri voti augurali.

✩✩✩

GIOIA IN CASA CRISTALLI: E’ NATO IL QUARTONIPOTEIl giorno 2 gennaio del corrente anno, a Milano, ha vi-sto la luce Andrea Cristalli, figlio di Simonetta e del dot-tor Giacomo Cristalli. Il padre del bimbo, a sua volta, èfiglio di un valoroso granatiere del 2° Reggimento chesi definisce “tenente colonnello cpl. del fu Regio Eser-cito Italiano” e una delle “centomila Gavette di Ghiac-cio”, definizione questa che ci riporta ai reduci delFronte russo.Il piccolo Andrea, che alla nascita pesava Kg. 3,500 edera lungo cm. 52 (misure da futuro granatiere!), si va adaggiungere ai precedenti tre nipoti che sono la gioia deinonni, in particolare della gentile Signora Bruna, mo-glie del simpatico e poliglotta “Vecchio Granatiere”,dottor Giordano Cristalli che ci ha segnalato il lietoevento.

Brevi e liete

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34 aprile-giugno 2005

SGARZI DIVENTA NONNO<<Non è mai troppo tardi!>>, è stata la frase, come sem-pre piena d’ironia, con la quale il nostro illustre Maestro,granatiere Umberto Sgarzi, ha commentato, a un suo an-tico commilitone (uno dei “contubernali” v/d : Ritrovar-si 1/2005), la notizia dell’evento che aveva allietato lasua famiglia.La figlia dell’artista, la gentile signora Lucia, infatti, nellaprima quindicina di maggio, ha avuto un bellissimo ma-schietto che, <<… insieme ai “pupazzetti” e ai qua-dri…>> riempirà di gioia le giornate dell’artista e dellasua amata consorte. Ai felici nonni e genitori e al picco-lo nato, i più fervidi voti augurali della Redazione e ditutti gli associati.

✩✩✩

ONORIFICENZA A ALESSANDRO BERETTAIl bravo granatiere, della Sezione “Alfonso Casati” diMonza, il 15 maggio scorso ha ricevuto un altissimo rico-noscimento: la qualifica di “Maestro del Commercio” chespetta a coloro che hanno esercitato per cinquanta annila professione di commerciante. Il riconoscimento èstato suggellato con la consegna al neo-maestro dell’“Aquila di Diamante”. Ci uniamo alle felicitazioniespresse dai Granatieri di Monza e della Brianza attra-verso le parole del loro Presidente Carlo Civati.

FIOCCO ROSA PER NOEMI

La famiglia del maresciallo capo Gilio Maurizio Moglioni,in servizio presso il 1° reggimento Granatieri, è stataallietata dall’arrivo, avvenuto in data 13 maggio 2005, diuna bella bambina alla quale è stato dato il nome diNoemi. La redazione si unisce a tutti i Granatieri del reg-gimento, nel formulare i più fervidi voti augurali al padree alla ancor più felice mamma, la gentile signora Letizia.

SABATO 17 SETTEMBRE

ore 11,00 Omaggio ai Caduti di tutte le guerre e alzaban-diera di inizio Raduno presso il monumento aiCaduti.

ore 11,20 Sfilamento della Musica d’ordinanza deiGranatieri da Viale Cavallotti al PalazzoComunale.

ore 11,45 Consegna del Medagliere al Sindaco di Jesi.ore 16,00 Piazza della Repubblica: Saluto ai partecipanti

da parte delle Autorità cittadine e del PresidenteNazionale A.N.G.S.

ore 16,30 Piazza della Repubblica: Concerto della Musicad’ordinanza dei Granatieri.

ore 17,30 Cattedrale di San Settimio: Santa Messa.ore 18,30 Chiesa di Santa Maria delle Grazie:

Inaugurazione della Mostra.ore 21,30 Zona degli impianti sportivi: Carosello Storico

dei Granatieri.

DOMENICA 18 SETTEMBRE

ore 10,30 Viale Cavallotti: Ammassamento dei radunisti erassegna da parte delle Autorità.

ore 11,00 Da Viale Cavallotti a Piazza della Repubblica.Sfilata dei Granatieri in armi e in congedo, delleeventuali rappresentative straniere, deiGonfaloni dei Comuni invitati e dei GruppiStorici.

ore 13,00 Zona industriale di Jesi: Convivio associativo.ore 17,00 Zona industriale di Jesi: Arrivederci al Raduno

del 350° e ammaina Bandiera.

Il programma deve considerarsi di massima. Eventuali variazioni

che si dovessero verificare per motivi di forza maggiore verranno tempestivamente

comunicate.

NOTIZIE UTILI PER IL RADUNO NAZIONALE DI JESIAllo scopo di informare, con il dovuto anticipo, gli eventuali partecipanti al Raduno Nazionale di Jesi,qui di seguito vengono riportate le informazioni ritenute più utili e di maggiore interesse quali: ilProgramma delle manifestazioni e l’Elenco degli alberghi convenzionati con il Comitato organizzatore.Informazioni più dettagliate, come già detto in varie occasioni, possono essere reperite nel sito Internetdedicato al Raduno: www.jesi2005.com o contattando direttamente il responsabile dell’organizza-zione, il Presidente del Centro regionale Marche, granatiere Claudio Conti al cellulare 338.7834182o per e-mail: [email protected].

PROGRAMMA DELLE MANIFESTAZIONI

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aprile-giugno 2005 35

SFILERA’ CON NOI IL VESSILLO DI TORINO 2006 Dobbiamo alla subalpina pertinacia dei granatieri piemontesi Ferroe Gallo se nello sfilamento di domenica 18 settembre, al seguito dellanostra Bandiera, del Medagliere e delle Colonnelle associative, ci saràanche il Vessillo delle Olimpiadi Invernali di Torino 2006, a testimo-nianza della vitalità della nostra Associazione, presente nelle più bellee sane manifestazioni nazionali. Il nostro ringraziamento per la gradita autorizzazione all’utilizzo dellaBandiera Olimpica Toroc, al Direttore dei rapporti con il Territorio diTorino 2006, Roberto Daneo.

Il servizio d’ordine e di assistenza del Raduno Nazionale sarà assicu-rato da Granatieri riservisti. Il Tenente Tiraboschi ha garantito una nutrita presenza di congedati VFAe VFB ai quali, trà l’altro, è consentito di sfilare in uniforme.

HOTEL ✩ ✩ ✩ letti 1/2 Pensione Pernott.

Acqua Parco Verdazzurro Cingoli 350 45,00 35,00Il Tetto delle Marche Cingoli 100 50,00 40,00Miramonti Cingoli 50 45,00 35,00Park Hotel Arcevia 50 50,00 40,00Settecolli Filottrano 55 58,00 48,00Pineta Fabriano 100 50,00 40,00Touring Falconara Marittima 140 50,00 40,00Europa Torrette di Ancona 70 50,00 40,00Express Holiday Inn Senigallia 80 50,00 40,00I Colli Macerata 90 50,00 40,00Residence Santa Cristina Porto Recanati 450 55,00 45,00

HOTEL ✩ ✩ ✩ ✩ letti 1/2 Pensione Pernott.

Gentile da Fabriano Fabriano 150 65,00 57,00Villa Quiete Villa Potenza (MC) 200 60,00 52,00Recina Villa Potenza (MC) 100 67,00 57,00Villa Verdefiore Appignano (MC) 40 60,00 52,00

N O T E

Alberghi:• I prezzi devono intendersi a notte per persona;• Supplemento camera singola E. 15,00 a notte;• Riduzione del 10% per il 3° e 4° letto;• Tutte le strutture alberghiere sopra indicate sono disponibili al

prezzo convenzionato anche per due o più pernottamenti. Convivio associativo:La quota di partecipazione al pranzo di domenica comprende:

- un ricco menu;- la partecipazione di tutti i Granatieri in armi (con il contributodell’organizzazione);

- lo spettacolo “Bianco – rosso show”;- omaggi e riconoscimenti a molti partecipanti;e … una lunghissima sorpresa.Il prezzo non è stato ancora fissato poiché mancano alcuni pre-ventivi. L’organizzazione, però, s’impegna a non superare lasomma di 30 euro cadauno.Confidiamo, comunque, di offrire un sensibile sconto!

ALBERGHI CONVENZIONATI

Il Comitato Organizzatore ha provveduto a stipulare una convenzione con molti degli alberghi presentinella zona del Raduno. I radunisti che volessero avvalersi delle condizioni di favore stabilite da tale con-venzione, possono farlo attraverso l’Agenzia incaricata:

VALDUE VIAGGITel. 0733.604026 FAX 0733.603204 e.mail: [email protected]

Per l’eventuale scelta della sistemazione alberghiera, vengono elencati di seguito gli alberghi che hannoaderito alla convenzione, indicando per ognuno: la classe alberghiera, il nome e la località, il numero diletti disponibili, la tariffa in euro per 1/2 pensione e quella per il solo pernottamento e prima colazione.

Il Posto Tappa verrà organizzato a Viale Cavallotti presso il Monumento ai Caduti.

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36 aprile-giugno 2005

OFFERTE PER IL POTENZIAMENTO DEL GIORNALE:

Gra. COPRENI Angelo Euro 450,00“ TAMBURINI Guido “ 110,50

Sezione di GENOVA “ 100,00“ di TORINO (in memoria del Gra. Guerrino Casalegno) “ 25,00“ di SACILE (in memoria del Gra. Luigi Marin) “ 10,00

Sig.ra VUKASINA Anna SUTTORA “ 15,00Serg. DI CARLO Mario (dall’Ohaio - U.S.A.) $ 50,00Gra. CARENZA Giuseppe (dal Canada) $ 20,00

“ BACCHIA Nello (dall’Australia) Euro 15,00“ GROPPELLI Natale “ 50,00“ GIUNTA Liborio “ 10,00“ BOVATI Mario “ 10,00“ MORI Antonio “ 25,00“ SELLERI Giorgio (in memoria della moglie Carla Carati) “ 50,00“ FORMICOLA Carmine “ 68,00“ MALOSIO Francesco “ 20,00“ VALENTINI Gianni “ 11,00“ PANZUTI Vincenzo “ 10,00“ FALCONE Giuseppe “ 9,67“ GUERRI Metello “ 9,67“ COFANO Angelo Raffaele “ 4,67

OFFERTE PER IL FONDO DI SOLIDARIETA’Sig.ra REPOSSI Rosa CERRI (in memoria del marito Gra. Giovanni Cerri) Euro 50,00Gra. SANTELLI Roberto “ 40,00

“ OTTAVIANI Roberto “ 40,00“ BERGONZINI Gilberto “ 20,00“ PEREZZANI Eligio “ 10,00

Dati forniti su dischetto dal Contabile della Presidenza nazionale

Per eventuali offerte, si prega voler utilizzare il conto corrente postale n. 34577007 indicando la causale (Potenziamento giornale, Abbonamento, Fondo solidarietà)

AVVISO DEL CENTRO REGIONALE ABRUZZO

Nei giorni 24 e 25 del prossimo mese di settembre avrà luogo a Montesilvano (PE), Pescara eChieti, il 37° Raduno nazionale dei reduci e rimpatriati d’Africa. Nell’ambito di tale raduno, ilCR Abruzzo ha previsto particolari manifestazioni per ricordare i Granatieri Caduti sui fronti afri-cani. Ciò a suggello del gemellaggio esistente fra l’Associazione Granatieri di Sardegna e l’As-sociazione Reduci e Rimpatriati d’Africa (A.N.R.R.A.) che portò, circa dieci anni or sono, ad in-titolare la Sezione di Chieti-Pescara dell’AN.R.R.A al tenente dei granatieri MOVM, GioacchinoDi Marzio.Sabato 24 settembre, in particolare, presso il Parco della Rimembranza del Cimitero comunaledi Chieti, saranno scoperte quattro lapidi dedicate ai Caduti in Africa Settentrionale e Orientaledelle battaglie di: Amba Uork ed Amba Aradam ( 15-27/2/1936), di El Alamein (dal 23/10 al4/11/1942) e di Culquaber del marzo 1941, dove rifulse il valore dei Carabinieri Reali.Alla manifestazione parteciperanno rappresentanze dei Granatieri e dei Carabinieri in armi e incongedo, con le rispettive bande musicali. Le celebrazioni si concluderanno a Pescara con la sfi-lata di tutti i radunisti in Corso Umberto e la Santa Messa, celebrata in Piazza Salotto dall’Arci-vescovo monsignor Cuccarese.

Giovanni Scarpelli

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SFILERANNO SEMPRE CON LE NOSTRE COLONNELLE

Giacomo Dagani Angelo Bivi Guerrino Casalegno Giovanni Cerri

GIACOMO DAGANISezione di CremaNato il 23 ottobre del 1914, è venuto amancare, all’età di 90 anni, il 13 apriledel corrente anno dopo che la sua esi-stenza, a cavallo di due secoli, lo ave-va reso testimone e protagonista dellastoria dei Granatieri. Al rito funebrehanno partecipato con grande dolorei suoi commilitoni della locale Sezioneguidati dal Presidente Francesco Ma-losio.

ANGELO BIVISezione di San Michele al Taglia-mentoEra uno di quattro fratelli, tutti Grana-tieri e figli di Luigi, valoroso granatie-re della 1^ guerra mondiale, ferito bendue volte: sul Carso e sul Piave e al

quale la sorte gli riserbò di combatte-re anche nel territorio del proprio Co-mune che, per questo fatto, gli ha de-dicato una via. Alla cerimonia fune-bre, oltre a quelli della locale Sezione,hanno partecipato anche i granatieridelle Sezioni di: Latisana, San Vito alTagliamento, Portogruaro, Eraclea, Je-solo, Musile di Piave e i Presidentiprovinciali di Venezia e Pordenone.

GUERRINO CASALEGNOSezione di TorinoAppartenente alla classe 1915, era ilPresidente onorario della Sezione. Lasua militanza associativa risale, senzaperiodi di interruzione, al 1939, datadell’iscrizione al sodalizio avvenutasubito dopo il servizio militare svolto,insieme al compianto avvocato Arri

già presidente del CR Piemonte, nelgrado di sottotenente. Egli, semprepresente finché ha potuto alle iniziati-ve della Sezione del capoluogo pie-montese, ha lasciato un grande vuotonei commilitoni e nel Presidente Co-stamagna che vedeva in lui un solidopunto di riferimento.

GIOVANNI CERRISezione di AbbiategrassoNato il 25 gennaio 1918, partecipò al-la campagna di Grecia, orgoglioso re-duce della Battaglia del Golico del ’40-’41, vinta grazie alla tenace volontàdel 3° reggimento Granatieri. E’ man-cato all’affetto dei suoi cari e dei com-militoni il giorno 5 marzo 2005. I Gra-natieri della Sezione gli hanno resoonore e con affetto si sono uniti al do-lore della sua amata moglie.

NARCISO BOARETTOSezione di FerraraEra un Granatiere della classe 1920 emilitò nei ranghi della 21^ DivisioneGranatieri di Sardegna. Il giorno 2 lu-glio del 2004 è venuto a mancare al-l’affetto dei congiunti e degli amici. Lacomunicazione del suo decesso ci èstata comunicata solo in data 15 aprile2005 dalla figlia, signora Gabriella.

La rubrica “Sfileranno sempre con le nostre colonnelle” è finalizzata a ricordare i soli soci dell’Associazione che han-no lasciato questo mondo per ritornare alla casa del Padre. Si sottolinea: I SOLI SOCI.Chi segnala il triste evento per la pubblicazione, dovrà comunicare le seguenti informazioni necessarie per la ste-sura del necrologio:Sezione d’appartenenza; Data di nascita e di morte; Motivi del decesso; Reparto Granatieri nel quale il defunto haprestato servizio; Eventuali campagne di guerra e decorazioni ricevute; Eventuali cariche associative rivestite.E’ opportuno, inoltre, che venga inviata una foto originale del defunto e non, come spesso avviene, fotocopie o co-pie riprese da giornali. Tutti i testi, comunque, non supereranno le 12 righe, salvo le eccezioni che si potranno ave-re a insindacabile giudizio della Redazione.La Redazione, infine, sarà particolarmente grata a chi, avendone la possibilità, invierà un’offerta come, del resto, èprevisto dal comma 5 dell’articolo 13 del Regolamento dell’Associazione.

segue a pagina 38

VISITE ALLA TOMBA DI PADRE CHITI

Le spoglie mortali di Padre Chiti riposano, per sua espressavolontà, nella tomba di famiglia sita nel Cimitero Comunale diPesaro. Il granatiere Franco Giorgini, già graduato del IV battaglionemeccanizzato, è stato nominato “custode” della tomba perconto dell’Associazione Nazionale Granatieri di Sardegna. A lui si possono rivolgere gli eventuali visitatori contattan-dolo, con il dovuto anticipo, ai numeri telefonici:338/2633711 - 0721/52173.

Narciso Boaretto

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38 aprile-giugno 2005

SFILERANNO SEMPRE CON LE NOSTRE COLONNELLE

LUIGI MARINSezione di SacileEra nato il giorno 25 agosto 1932 ed èvenuto a mancare, all’affetto dei con-giunti e di quanti lo conobbero, il 10marzo 2005.Persona laboriosa e molto attiva, era ilVice Presidente della locale Sezionedella quale fu uno dei soci fondatori.Al rito funebre, svoltosi nella Chiesa diCavolano, erano presenti Granatieri divarie sezioni con Alamari e Colonnel-la che si sono uniti al dolore della mo-glie e dei figli dello scomparso.

FRANCESCO GIRARDISezione di PadovaE’ venuto a mancare all’affetto deisuoi congiunti e dei commilitoni all’e-tà di 55 anni. Il Presidente Paoletti si èfatto interprete di tutti i Granatieri del-la Sezione di Padova che conobbero estimarono il caro Francesco, di ester-nare il proprio dolore per la grave per-dita.

GUIDO TONINSezione di PortogruaroApparteneva alla classe del 1921. Daparecchi anni era iscritto alla SezioneANGS partecipando alle varie iniziati-ve associative. Alle esequie, era pre-sente la Colonnella sezionale accom-pagnata da una rappresentanza diGranatieri che hanno così materializ-zato il dolore per la perdita dello sti-mato commilitone.

GUIDO TURCATOSezione di CittadellaNato il 14 novembre del 1923, era unGranatiere che potremmo definiredella “Vecchia Guardia” in quanto co-involto, per motivi anagrafici, nelle vi-cende belliche che segnarono gli anni’40. Il Presidente, Gerardo Zaramella, neha comunicato la dipartita, esternandoil dolore che ha colpito i commilitoni

della Sezione che hanno assicurato laloro presenza al rito funebre.

PAOLO BAIOCCHISezione di CesenaAppartenente alla classe 1918, avevapartecipato, come molti suoi coetanei,alle Campagne di Albania, Grecia, eJugolavia. Nel settembre del 1943, conil suo reggimento si trovava nella Ca-pitale dove prese parte ai combatti-menti per la Difesa di Roma durati peri tre giorni successivi alla comunica-zione dell’armistizio. Fu sicuramenteun valoroso combattente, ove si consi-deri il grado di sergente maggiore chegli fu conferito. E’ venuto a mancarenel mese d’agosto dello scorso anno esolo ora è stato possibile aver notiziadel suo decesso.Senza foto

FRANCESCO GIUBELLI Sezione di CremaAppartenente alla classe 1920, è scom-parso per ritornare alla casa del Padreil 25 aprile del corrente anno. I com-militoni della Sezione gli hanno reso

l’estremo saluto partecipando com-mossi, con la Colonnella e i baveri ros-si, al rito funebre e hanno esternato illoro dolore ai congiunti del socio de-funto.Senza foto

OLINDO PICELLOSezione di Piove di SaccoEra della classe 1914 ed è venuto amancare all’affetto dei congiunti e deicommilitoni il giorno 11 aprile 2005.In vita, è stato sempre orgoglioso de-gli Alamari indossati durante il servi-zio militare e lo ha dimostrato con lamilitanza nell’Associazione. I commili-toni partecipano al lutto della fami-glia.Senza foto

La Presidenza Nazionale dell’A.N.G.S.e la Redazione de: IL GRANATIERE siassociano al dolore dei familiari aiquali rinnovano le più sentite condo-glianze e l’invito a continuare, nelricordo dei cari granatieri Scomparsi,ad essere vicini alle loro Sezioni.

Luigi Marin Francesco Girardi Guido Tonin

UN AMORE CHE SUPERA LA MORTE

Così potremo definire quello che lega ilgranatiere Giorgio Selleri, della Sezionedi Bologna, alla sua amata consorte,Carla Carati, venutagli a mancare tragica-mente il 2 giugno dello scorso anno.L’amore fra i due era iniziato ancorprima del servizio militare di leva diGiorgio, svolto nei Granatieri nel 1958,nella Caserma Nazario Sauro di Roma. Aquell’epoca, infatti, era già fidanzatoufficialmente con la giovanissima Carlache era destinata a divenire <<l’Amore diuna intera vita>>. La foto ritrae i duefidanzati, a Bologna, nel corso di una breve licenza ottenuta da Giorgio.La pubblichiamo con viva commozione, sicuri di fare cosa gradita al bravogranatiere che dimostra come l’amore possa superare i limiti dettati dallospazio, dal tempo e dalla morte.

Guido Turcato

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