Navimagazine

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Navimagazine PERIODICO INFORMATIVO PER LA NAVIGAZIONE DA DIPORTO Anno 2004 · Numero 5 PRIMAVERA IN QUESTO NUMERO · IL PERSONAGGIO: DAVIDE MENGACCI 4 / NAVIGARE ALLE ALTE LATITUDINI 8 / I PROFESSIONISTI DEL MARE: LUIGI DEL TEVERE 10 / AURORE POLARI 12 RICONOSCERE LE NUBI 13 / LA BARCA: RADIOSA AURORA 14 POLIZZA PER UNITÀ DA DIPORTO Naviblu WWW.AURORAASSICURAZIONI.IT WWW.NAVIMETEO.IT INFORMAZIONE METEO PERSONALIZZATA urora Navimeteo

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A magazine created by Claudio Maria Lerario for Aurora Assicurazione, an Unipol Group insurance company. For this magazine Aliaperte's members provided editorial strategy, graphic design, photo-reportages and many articles.

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NavimagazineP E R I O D I C O I N F O R M A T I V O P E R L A N A V I G A Z I O N E D A D I P O R T O

Anno 2004 · Numero 5

PRIMAVERA

IN QUESTO NUMERO · IL PERSONAGGIO: DAVIDE MENGACCI 4 / NAVIGARE ALLE ALTE

LATITUDINI 8 / I PROFESSIONISTI DEL MARE: LUIGI DEL TEVERE 10 / AURORE POLARI 12

RICONOSCERE LE NUBI 13 / LA BARCA: RADIOSA AURORA 14

P O L I Z Z A P E R U N I T À D A D I P O R T O

N a v i b l u

W W W . A U R O R A A S S I C U R A Z I O N I . I T — W W W . N A V I M E T E O . I T

INFORMAZIONE METEO PERSONALIZZATA

urora Navimeteo

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A sinistra

TIM Progetto Italia

Al centro

Amedeo Sorrentino

A destra

Pronti a navigare!

EDITORIALE NEWS

Questo numero di Navimagazine presenta alcune novità che derivano da

un significativo cambiamento: dall’esperienza di Meieaurora e Winterthur nasce

Aurora Assicurazioni, una realtà che oggi conta 1.300 agenzie in Italia, oltre

3 miliardi di Euro di raccolta premi e che, insieme ai suoi 3 milioni di clienti,

apre un nuovo orizzonte sul futuro.

Navimagazine, la nostra newsletter dedicata a chi va per mare, seguendo

nell’impostazione e nei contenuti la rotta già tracciata, vi presenta il nuovo

marchio Aurora e quello dedicato al settore marittimo, Aurora Navimeteo.

Aurora è un nome strettamente legato alla navigazione, al mare, e richiama

uno dei momenti magici dell’andar per mare, quando dopo “la notturna”,

l’alba inizia a rischiarare il cielo, a delineare l’orizzonte, a colorare il mare e il

paesaggio.

In questo numero, quindi, Aurora è una parola ricorrente, che richiama, di

volta in volta, il nome di un’elegante imbarcazione, il paesaggio luminoso delle

alte latitudini solcate dai navigatori oceanici in una sfida straordinaria o il

paesaggio delle rotte mediterranee raccontato in queste pagine da chi vive

intensamente il mare, per diletto o per professione.

Barbara Panzeri

Responsabile Marketing Aurora Assicurazioni

Anno 2

N° 5 – Primavera 2004

Autorizzazione del Tribunale di

Milano n° 284 del 06.05.2003

Direttore responsabileCesarina Tavani

CoordinatoreGianfranco Meggiorin

Hanno collaboratoCarla Anselmi

Massimo Bolzoni

Alessandro Casarino

Paolo Gemelli

Luciana Ingrassia

Progetto graficoClaudio Maria Lerario

www.lerario.net

EditoreAurora Assicurazioni Spa

Corso di Porta Vigentina, 9

20122 Milano

Tel. 02 599.221

Fax 02 599.224.19

www.auroraassicurazioni.it

Sito internetwww.navimeteo.it

[email protected]

Fotografie, carte e illustrazioniCopertina: Marinepics

Pag. 2: Claudio Maria Lerario

Pag. 3: Simon Palfrader (Sea & See),

Marinepics, Claudio Maria Lerario

Pag. 4, 5, 6: Archivio Mengacci

Pag. 7: Archivio Migrazioni Srl

Pag. 8: Marinepics

Pagina 10: Archivio Del Tevere

Pag. 12: NOAA

Pag. 13: John Day

Pag.14/15: Claudio Maria Lerario

i g r a z i o n i

Al via la stagione agonistica per TIM Progetto Italia

Dopo alcuni mesi di lavori in cantiere, riprende la stagione agonistica per il

trimarano TIM Progetto Italia. Dopo aver compiuto le 1000 miglia necessarie

alla qualifica per la prima regata della stagione, Giovanni Soldini il 31 maggio

prenderà parte alla regata transatlantica “The Transat”, nuovo nome per la

più nota OSTAR, che da Plymouth porterà gli equipaggi a Boston attraversando

il Nord Atlantico. Secondo il regolamento di regata, in questa edizione sarà

ammesso il routage meteo per i trimarani 60’: Giovanni Soldini, unico navigatore

italiano in gara, si avvarrà del supporto dello staff di Aurora Navimeteo.

Prima partecipazione italiana al Global Challenge

Ai primi di ottobre partirà da Portsmouth la regata intorno al mondo in

equipaggio, nella direzione contraria al flusso dei venti dominanti. Amedeo

Sorrentino è il primo skipper italiano selezionato dall’organizzazione d’oltre

Manica per guidare l’equipaggio di non professionisti attraverso le sette tappe

previste dal percorso. Nell’ambito della competizione è senza dubbio di rilievo

l’aspetto legato alla navigazione meteorologica: la preparazione di Sorrentino,

in questo senso, è stata seguita presso il centro Aurora Navimeteo.

Pronti a navigare!

Aurora, sempre attenta al tema della sicurezza, propone un pratico volume

divulgativo ad uso dei diportisti, realizzato da Pharma Service Edizioni con

collaudati autori, che sarà distribuito tramite la propria rete di Agenti e nel

corso di manifestazioni nautiche alla quale parteciperà la Compagnia.

Navigare su un cabinato da crociera significa entrare in sintonia con l’ambiente

marino, con la barca e soprattutto con le persone con le quali si compie il

sempre emozionante viaggio sul mare. Le schede raccolte in questo volume,

suggeriscono al comandante e all’equipaggio di un’imbarcazione da diporto,

piccola o grande, a vela o a motore, un metodo per fare mente locale sulle

tante cose da fare per poter navigare bene e in sicurezza. La scelta della rotta,

le comunicazioni marittime, il primo soccorso, l’impiantistica, l’equipaggiamento,

la cambusa, i bambini in barca, sono alcuni argomenti presentati, con chiarezza

e semplicità, in queste utili schede, ricche di consigli e di suggerimenti.

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Che Davide sia un instancabile viaggiatore è un fatto sotto gli occhi di tutti. Con le sue trasmissioni lo vediamo un giorno

in un paesino arroccato nell’entroterra ligure, la volta successiva sulla costa sarda, e poi in Sicilia e così via. Ovunque vada,

si organizza una festa di paese, fatta di tradizioni, musica, personaggi e storie di uomini.

Ovunque vada, c’è allegria ed è proprio il suo modo di coinvolgere la gente, con entusiasmo e simpatia, la ragione del

suo successo. In un mondo televisivo fatto di protagonisti a tutti costi, Davide è uno dei pochi che conosce la ricetta capace

di rendere protagonista la gente comune, semplice e vera. Il suo modo di lavorare rivela un’attenzione rivolta alle piccole

cose fatte bene, con cura e con passione e proprio per questo davvero importanti.

Questa attenzione alle piccole cose, allo stare bene insieme agli altri, è forse l’aspetto che maggiormente esprime il suo

essere marinaio. Tutti conoscono il presentatore, ma pochi conoscono Davide il marinaio.

Davide Mengacci è da sempre un innamorato del mare. Il papà, uno dei primi istruttori del Centro Velico di Caprera, lo

ha avvicinato al mare e alle barche. La parete del soggiorno di casa sua “racconta”, attraverso una collezione di ritratti, la

storia delle barche di famiglia, dapprima di legno massiccio, più recentemente costruite con i materiali più moderni. Oggi

Davide, durante le rare pause di lavoro, naviga su Drago, la sua barca, assaporando il piacere di vivere a bordo, con la

famiglia e gli amici più cari.

Durante una sua visita nella sede Aurora Navimeteo, a Sestri, ci ha parlato del suo mare, della sua barca e dei suoi viaggi.

Davide, raccontaci come nasce il tuo legame con il mare.

Mio padre aveva due grandi passioni: il volo e il mare. Per uno di quegli insondabili ragionamenti che i genitori fanno

sui figli, decise che mio fratello sarebbe stato appassionato dell’aria e io del mare. E così fu. Daniele, mio fratello, divenne

pilota a soli 14 anni mentre io fui avviato alla vela, prima al Centro Velico Caprera e poi su barche della nostra famiglia,

fra cui un Corsaire costruito dal mitico cantiere Sartini.

Dopo quasi dieci anni di lontananza dal mare, ritornai a navigare e a comprare, curare e usare quei meravigliosi oggetti

che sono le barche. In tanti anni ne ho avute e amate ben quindici, da un Sangermani di 12 metri, Mediterranea, a una

lancia a motore Dama; da un motorsailer Dido, fino a Starlet, un’autentica pilotina Keith Nelson 34: esteriormente una

classica barca da lavoro portuale ma con interni insospettabilmente lussuosi.

Tutte hanno in qualche modo segnato i vari periodi della mia vita. Il passaggio dalla vela al motore è dovuto alla mancanza

di tempo libero: quando si è costretti a rubare tempo al lavoro è necessario poter viaggiare più velocemente ma soprattutto

con tempi di trasferimento più prevedibili. Ora possiedo una barca del tutto particolare, Drago: l’unico esemplare navigante

in Italia (dei tre esistenti al mondo) di Baglietto Ischia 80’ in kevlar, un progetto nato come motovedetta d’altura per la

Guardia di Finanza ma che, nel mio caso, è stato modificato per la crociera. In pratica è stato sufficiente eliminare le

mitragliatrici per far posto al prendisole! Non è stata una scelta casuale la mia perchè in quasi tutti gli aspetti della vita,

mi identifico in tutto ciò che sembra una cosa ma in realtà è un’altra: mi affascina scoprire il lato nascosto degli oggetti e

dei fenomeni.

Quali sono i luoghi o le rotte che conosci e che ami di più ?

Il Mediterraneo, amo il mare nostrum non solo perché è quello che conosco meglio ma anche perché al confronto con

gli altri mari in cui ho avuto l’occasione di navigare, il Mediterraneo è risultato sempre vincente. Mi affascina la sua varietà,

la storia, la possibilità di trovare mille e più angoli diversi e memorabili. Le “mie” isole sono l’Elba e Malta: la prima è dolce

e ricca di suggestioni, la seconda avventurosa. Da oltre vent’anni viaggio molto per lavoro ma questo anziché soddisfare

il mio complesso di Ulisse sembra averlo aggravato, infatti non ho perso il gusto per il viaggio che pratico anche in vacanza

spostandomi in barca che vivo come se fosse un’isola in movimento, con dentro tutte le mie cose e le mie passioni.

Dove ti piacerebbe andare ?

Io e mia moglie Cini sogniamo – per quando saremo davvero anziani - una nuova barca, verosimilmente un comodo e

serio motorsailer, per navigare quattro o cinque mesi l’anno nel Mediterraneo: Italia, Grecia, Turchia, Spagna…

A bordo è tutto così magico o ci sono cose che ti preoccupano?

Le maggiori preoccupazioni derivano dalla possibilità che si verifichino dei guasti meccanici. Per questa ragione cerco di

curare in modo particolare la manutenzione e la preparazione della barca. Non amo particolarmente andare veloce perché

tutto diventa rumoroso e scomodo, preferisco tenere una giusta velocità di crociera, che rispetti la barca e le sue caratteristiche.

Malgrado io sia molto appassionato di automobili, ne ho avute 66 molte delle quali davvero potenti, credo che le auto non

abbiano un’anima mentre le barche sì. Un’anima da capire e rispettare.

Qual è la situazione più difficile che hai vissuto a bordo?

Le situazioni più brutte a bordo non sono quasi mai causate da problemi di navigazione ma dal rapporto con gli ospiti.

di Carla AnselmiIL PERSONAGGIO

DAVIDE MENGACCI:IL VIAGGIATOREINNAMORATODEL MARE

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Davide e le sue barche

Pagine precedenti, da sinistra:

Flipper (Riva Rudy), Roxy (Riva

Rudy Super), Drago (Baglietto).

Sopra: Magù (Hatteras 43’ DC)

Pagina seguente, in basso:

Mediterranea (Sangermani)

Pagina seguente, in alto: Davide

con Cini a Sestri Levante. Sullo

sfondo, Palazzo Negrotto

Cambiaso, sede di Aurora

Navimeteo.

Mi è capitato in una o due occasioni di scoprire lati del carattere nascosti e

spiacevoli di persone che ritenevo di conoscere bene. Poche cose come il mare

sono rivelatrici della verità sugli esseri umani. A me piace andare in barca con

persone che “se la godono”, che sanno apprezzare le cose piccole ma importanti.

E la più bella nei tuoi ricordi?

Una di quelle che ricordo con maggior piacere risale al 1988. Ero con Cini,

era luglio e ed eravamo ormeggiatii a Capraia. I marinai di un peschereccio

d’alto mare che veniva dalla Sicilia mi hanno riconosciuto e ci hanno invitato

a bordo dove hanno prontamente messo su una griglia rudimentale - allestita

sul ponte - una maestosa ricciola appena pescata che ci siamo mangiati tutti

insieme nella pace e nella luce del Mediterraneo. E’ stato il piatto di pesce

migliore della mia vita.

Sei preoccupato per l’ambiente marino?

Decisamente, mi dà da pensare la degenerazione del mondo animale. La mia

passione per la fauna marina, che condivido con due dei miei tre figli, Guido

e Matteo, si esprime anche attraverso la cura di tre acquari, che tengo a casa

da quasi trent’anni. Conosco benissimo i miei pesci, uno ad uno tanto che sono

certo di poterne riconoscere il carattere e persino l’umore.

Che consiglio daresti ad un diportista straniero che viene in Italia?

Di navigare ovunque, le nostre coste sono le più belle del mondo, ma di

navigare fuori stagione per evitare il caos e l’affollamento che negli ultimi anni

sono diventati insopportabili.

Buon vento a Davide, il marinaio.

“...in quasi tutti gli aspetti della vita, mi identifico in tutto ciò che sembra una cosa ma in realtà è un’altra: mi affascina scoprire il lato nascosto degli oggetti e dei fenomeni”.

INFORMAZIONE METEO PERSONALIZZATA

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IL PARERE DEL METEOROLOGO

Navigare verso latitudini elevate, nella storia della navigazione, ha sempre rappresentato una sfida con il tempo e

gli elementi atmosferici. La forma della Terra, infatti, imponendo rotte che spingono verso alte latitudini a vantaggio della

brevità del percorso, ci spinge al confronto con condizioni spesso inclementi che mettono a dura prova mezzi ed equipaggi

con freddo, burrasche, ghiacci e scarsa visibilità. Ancora oggi, nonostante l’evoluzione dei materiali e delle tecnologie a

vantaggio della sicurezza della navigazione, le alte latitudini costituiscono una temibile sfida.

Perché alcune zone della Terra sono caratterizzate da condizioni atmosferiche meno clementi di altre? Occorre

considerare il modo in cui avviene globalmente la circolazione dell’aria nel nostro pianeta. Il vero motore della circolazione

generale dell’atmosfera è costituito dall’irraggiamento solare che agisce in maniera diversa sulle varie zone del pianeta.

In effetti all’equatore, dove i raggi solari cadono in modo molto più “verticale” sulla superficie terrestre, l’aria assume una

temperatura molto maggiore rispetto alle masse d’aria localizzate alle latitudini più elevate dove l’irraggiamento solare

è meno diretto e decisamente minore. Secondo questo modello semplificato,

l’aria calda equatoriale e quella fredda polare si fronteggiano lungo una linea

curva che al suolo prende il nome di “ fronte polare” e lungo le cui ondulazioni

hanno origine le perturbazioni. Questo avviene normalmente intorno al 45°

parallelo. Sia che ci si trovi nell’emisfero nord, sia in quello sud, i cosiddetti sistemi

frontali si originano proprio da incursioni di aria calda e umida all’interno di aree

interessate da aria più fredda e secca che si origina ai poli. Localmente, l’irruzione di aria più calda - e quindi meno densa

- negli strati superiori della troposfera, fa sì che la pressione atmosferica inizi progressivamente a scendere, facendo assumere

ai venti al suolo una rotazione ciclonica, in senso antiorario nell’emisfero nord ed orario nell’emisfero sud.

Questi sistemi possono generare fenomeni meteo marini anche molto intensi quando, favoriti dal fluire delle

correnti in quota, si spostano lungo le diverse zone del pianeta. È proprio in questo punto che risiede la grande differenza

tra le condizioni atmosferiche delle alte latitudini australi rispetto alle analoghe dell’emisfero boreale.

Il modello descritto, costituito da due masse d’aria a temperatura diversa che si fronteggiano lungo una linea posta alle

medio alte latitudini, non spiega con sufficiente dettaglio fenomeni che sono invece facilmente riscontrabili nella pratica

della navigazione. Più soddisfacente è invece la rappresentazione della circolazione atmosferica come costituita da sei

cellule, tre per emisfero, all’interno delle quali l’aria, al suolo, fluisce dalle alte verso le basse pressioni tenendo conto della

deviazione imposta dalla rotazione terrestre. In prossimità dei poli è presente una zona di alte pressioni dalle quali fluiscono

correnti orientali dirette verso la fascia depressionaria situata intorno al 65° parallelo nei due emisferi. Altra area anticiclonica

è quella localizzata intorno ai 40° di latitudine (Nord e Sud) dalla quale si originano le correnti da ovest, attirate dalla fascia

depressionaria sul 65°, e le correnti orientali, richiamate dalla zona depressionaria in prossimità dell’equatore.

La distribuzione delle alte e delle basse pressioni è simmetrica tra un emisfero e l’altro: l’unico parametro di

differenza è, pertanto, la forza deviante di Coriolis, che tende a destra nell’emisfero settentrionale e a sinistra in quello

meridionale. Riassumendo: alle latitudini intorno al 50° parallelo, si ha un flusso di venti occidentali costante mantenuto

dall’irraggiamento solare per mezzo della circolazione generale atmosferica.

Possiamo adesso ritornare sulla prima ed importante differenza che esiste tra le alte latitudini dell’emisfero nord e quelle

dell’emisfero sud. L’effetto tangibile del vento sul mare è rappresentato dalle onde, tanto più alte quanto maggiore è

l’intensità del vento e la superficie lungo la quale questo può fluire indisturbato. Nell’emisfero nord la distribuzione delle

terre emerse fa sì che le correnti d’aria trovino molti più ostacoli rispetto alle analoghe in prossimità dei 50°S dove il vento

scorre senza ostacoli generando onde le cui altezze sono le più elevate del pianeta.

Quando una depressione, che si è originata sul fronte polare a sud dell’equatore, innesta la circolazione ciclonica al suolo,

le onde che si formano in conseguenza si sovrappongono a quelle preesistenti generate dai flussi occidentali, aumentando

drasticamente la loro altezza.

di Paolo Gemelli

NAVIGARE ALLEALTE LATITUDINI

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Questa rubrica è dedicata ai pro-

fessionisti della navigazione, a co-

loro che hanno scelto il mestiere

di comandante di un grande yacht.

Una professione importante, di

grande responsabilità, che richiede

passione, esperienza, determinazio-

ne e molti sacrifici.

Iniziamo, quindi, questa serie di

incontri con Luigi Del Tevere, oggi

Comandante del Lady In Blue, lo

splendido panfilo sul quale naviga

l’imprenditore Flavio Briatore.

Nell’ambito della nostra attività

informativa nel settore meteo ma-

rino, interagiamo spesso in collega-

mento telefonico, con persone che

come il C.te Del Tevere, vivono il

mare e la navigazione con grande

professionalità ed attenzione.

Del Tevere, in cantiere in Olanda

al momento dell’intervista, si è pre-

stato con grande cortesia e dispo-

nibilità. Le sue riflessioni rappresen-

teranno un significativo contributo

per tutti coloro che amano la navi-

gazione e che, seppur su barche di

stazza minore, sanno quanto im-

portante sia vivere il mare con gran-

de rispetto e attenzione.

Come si è avvicinato alla pro-

fessione di comandante?

Per tradizione familiare: già il

mio bisnonno navigava dedicandosi

all'attività peschereccia.

Di dov'è originario?

Io sono nato a Viareggio, ma la

mia famigl ia è or ig inar ia

dell'Adriatico. Mio nonno navigava

sulle barche a vela da pesca di sua

proprietà. Ne aveva due, chiamate

"Trabaccoli"; in seguito emigrò ver-

so il Tirreno ed entrò a far parte

della comunità dei cosiddetti "tra-

baccolari" di Lerici. Successivamen-

te si trasferì a Viareggio e qui, in

pratica, si stabilì la famiglia Del

Tevere.

Cosa trasportavano su questi

"Trabaccoli"?

Si dedicavano completamente

alla pesca. Anche mio padre navi-

gava, aveva un suo peschereccio

con cui faceva rotta dapprima verso

l’Africa e poi in Sardegna dove co-

nobbe mia madre. Io sono l'ultimo

di cinque figli.

Su quali tipi di barche ha ini-

ziato a navigare?

Non ho mai navigato sui pesche-

recci in quanto, quando nacqui,

mio padre aveva già abbandonato

l'attività peschereccia per dedicarsi

alla nautica da diporto; quindi

l'esser cresciuto nel porto di Viareg-

gio e l'aver sempre visto barche da

diporto ha fatto sì che nascesse in

me la passione per il mare e per

questa professione. Mi sono poi

iscritto all'Istituto Nautico e succes-

sivamente all'Accademia Navale di

Livorno; ho fatto per un certo pe-

riodo l'Ufficiale senza però esserne

molto soddisfatto così entrai nel

settore mercantile presso la com-

pagnia Sidermar dove ho comincia-

to la mia carriera. Qualche anno

dopo, nel 1981, fui chiamato a na-

vigare sul Nabila, il grande yacht

della Costa Smeralda. Iniziai con

un periodo di imbarco stagionale

ma finii per restare a bordo per i

successivi sei anni.

In seguito, dopo aver conseguito

alcuni titoli professionali ed essere

diventato CNC, lavorai per la fami-

glia Swarovski che possedeva uno

yacht a motore all'avanguardia in

quanto non aveva eliche bensì uni-

tà a idrogetto.

Dopo sei anni con questa fami-

glia passai per due anni alle dipen-

denze di un armatore bravissimo

ed unico, che purtroppo ci ha la-

sciato prematuramente, possessore

di un Picchiotti di 49 mt. chiamato

Ginny Lou. In seguito sono appro-

dato a lavorare per un armatore

italiano su una barca di 65 mt. chia-

mata Jonikal con cui in pratica ho

girato il mondo.

Quindi mi imbarcai al comando

alle dipendenza della famiglia Al-

Fayed e durante questo periodo

divenni piuttosto famoso in Inghil-

terra; restai con loro un anno, do-

podiché iniziai a lavorare per il Sig.

Briatore, mio attuale armatore.

Quali sono le rotte che le piac-

ciono di più e che vorrebbe fare

più di frequente?

Mi piacciono molto le rotte del

Mediterraneo, ma ho navigato an-

che in Oceano Atlantico, Oceano

Pacifico e Oceano Indiano.

Quali sono le zone che ama

particolarmente?

Una è la Sardegna e l'altra la

Turchia, non tanto per il mare

quanto per le stupende insenature.

Ha mai vissuto situazioni cri-

tiche dal punto di vista meteo-

marino?

Sì, con Ginny Lou. Durante il tra-

sferimento verso i Caraibi, non

avendo potuto ricevere bollettini

accurati, mi sono trovato al centro

di una bassa pressione ad un giorno

di navigazione da Las Palmas, con

forti venti contrari e mare formato.

Cosa pensò in quei momenti?

Posso solo dire che dovevo arri-

vare a Las Palmas nel pomeriggio

e invece giunsi a destinazione alle

cinque del mattino dopo; ho or-

meggiato, telefonai a mia moglie

e, piangendo come un bambino,

le promisi che non sarei più andato

per mare e che sarei ritornato a

casa: invece, inevitabilmente, subito

ripresi a navigare.

Secondo lei qual è il mare più

impegnativo?

Credo che il mare non debba mai

essere sottovalutato ma vada sem-

pre e ovunque rispettato e affron-

tato con la giusta attenzione.

Cosa pensa della nuova tec-

nologia, ha cambiato il modo

di navigare?

La nuova tecnologia ha apporta-

to un considerevole aiuto alla na-

vigazione; il problema è che ora le

persone non possono più farne a

meno e, in sostanza, se non hanno

l'ausilio di questa strumentazione

non riescono a navigare: non sanno

osservare e riconoscere il mare. Il

mio incoraggiamento è quello di

non perdere mai il senso marinaro.

Voglio fare un esempio di cosa vuol

dire conoscere il mare citando quel-

la volta in cui, durante una mia

navigazione, portai con me un vec-

chio comandante che, pur non uti-

lizzando le nuove strumentazioni,

sapeva dire la sera prima quale

mare avremmo effettivamente in-

contrato il giorno dopo.

Quali sono le caratteristiche

più importanti per essere un

buon comandante?

Amare molto il proprio lavoro,

avere tanta professionalità e saper

stare insieme alla gente.

Consiglierebbe questa profes-

sione ad un giovane?

Mio figlio sta facendo il nautico

ma, nonostante questa sia una pro-

fessione bellissima, preferirei non

la facesse perché poi non è facile

avere degli amori, una famiglia e

doverne fare a meno per tutto il

tempo che si è lontani da casa.

Vuole aggiungere qualcosa?

Sono dell'idea che i giovani che

escono dal nautico hanno troppa

fretta di arrivare al diporto, senza

considerare le difficoltà che sicura-

mente incontreranno; le differenze

rispetto alla marina mercantile so-

no enormi, dunque, si dovrebbe

arrivare al diporto gradualmente,

raggiungendo prima un buon gra-

do di esperienza di navigazione.

Grazie Comandante e buona

navigazione!

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I PROFESSIONISTI DEL MARE di Gianfranco Meggiorin

LUIGIDEL TEVERE,COMANDANTE DILADY IN BLUE

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DIDATTICA

Il fenomeno delle aurore polari

Tra i fenomeni naturali più affascinanti del nostro pianeta, le aurore polari si manifestano contemporaneamente nei due

emisferi prendendo il nome di aurora boreale nell'emisfero nord e aurora australe nell'emisfero sud.

La “Luce del Nord” si osserva frequentemente alle alte latitudini, sopra la Scandinavia, l'Islanda, la Groenlandia, le deserte

regioni del Canada del nord, l'inospitale Alaska e lungo le freddissime coste della Siberia. Per l'emisfero sud questa fascia

sovrasta regioni ancor meno accessibili: il Continente Antartico e i tempestosi mari che lo abbracciano. Qualche volta il

fenomeno si spinge addirittura fino alle nostre latitudini (l'anno scorso si è osservata un'aurora in gran parte del nord

Italia), ma si tratta di casi del tutto eccezionali.

Il fenomeno si verifica di norma ad altezze che variano tra i 100 e i 200 chilometri, ma a volte raggiunge anche i 1000

chilometri ed è generato da particelle elementari emesse dal Sole le quali, arrivando in prossimità della Terra, vengono

deviate dal campo magnetico terrestre e attratte dai suoi poli; quando penetrano nella ionosfera, dove i gas sono rarefatti

e ionizzati, interagiscono con l'azoto e con l'ossigeno che, eccitandosi, emettono i loro spettri caratteristici. Le aurore polari

si presentano di solito come raggi, archi, bande, cortine o fasci di luce diffusa fluttuanti, di aspetto e di luminosità variabili,

raggiungendo il massimo dell’attività in coincidenza con le fasi solari.

Nei pressi della città di Tromsø, nel Nord della Norvegia, è stato costruito uno dei più grandi laboratori di ricerca sulle

aurore boreali chiamato EISCAT (European Incoherent Scatter). L'impianto scientifico consiste in un trasmettitore e in

un'antenna di ricevimento grande quanto un campo di calcio. I dati elaborati vengono poi confrontati con altri raccolti in

Svezia e in Lapponia.

Cumuli isolati (1). Nubi di tempo

buono che evidenziano una

modesta instabilità, caratteristici

sulle coste durante le giornate più

calde o di un cielo post frontale (a

seguito del passaggio di un fronte

freddo).

Cumuli isolati (2). Tempo non

perturbato ma con un’accentuata

instabilità durante le ore calde del

pomeriggio.

Cumulo congestus (3). Forte

instabilità con precipitazioni e

raffiche di vento.

Strati (4). Nubi a sviluppo

orizzontale tipiche sulle zone

costiere con un moderato flusso di

aria marittima.

Nebbia marina (5). Si forma in

genere in alta pressione, vento

debole o nullo, cielo terso,

s ignif icat ive differenze di

temperatura tra la superficie del

mare e l’aria sovrastante.

Cumulonembo (6). Tipica nube

temporalesca dovuta alla forte

instabilità o al passaggio di un

fronte freddo.

Altostrati (7). Nubi a sviluppo

orizzontale che precedono il

passaggio del fronte caldo con

possibili precipitazioni.

Altocumuli (8). Nubi medie

annunciatrici di un fronte caldo.

Cirrocumuli e cirrostrati (9).

Nubi alte formate da cristalli di

ghiaccio che annunciano un

peggioramento determinato

dall’avvicinamento di un fronte

caldo.

di Alessandro Casarino

Riconoscere le nubi

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Colori compositi

C M Y CM MY CY CMY K

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LA BARCA di Claudio Maria Lerario

RADIOSA AURORA

Radiosa Aurora fu varata dal CantiereSangermani di Lavagna nel 1948, primadi una lunga serie di splendidi edelegantissimi yacht a vela che ancora oggisolcano le acque del Mediterraneo. Nelcorso degli anni il suo armo a goletta èstato poi trasformato in ketch.

Caratteristiche tecniche:Lunghezza fuori tutto m. 19,20Lunghezza al galleggiamento: m. 13,90Dislocamento. 33 tonnellateBaglio massimo: m. 4,70Pescaggio: m. 2,71