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Nato il 6 maggio 1856 a Freiberg.

A quattro anni trasferimento a Vienna.

Fu sin dall’inizio un bambino sveglio e molto interessato.

Al liceo migliore della classe.

Iniziò di studiare medicina a 17 anni, soprattutto i settori della fisiologia e della neurologia.

1938 emigrazione a Londra.

Deceduto il 23 settembre 1939 a Londra.

Dal 1900 fino alla morte ha scritto 21 libri.

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Per analizzare il contesto storico culturale della psicoanalisi occorre analizzare i fermenti provenienti dall’ambiente legato alla psichiatria e il clima culturale in generale.

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La psicoanalisi ha il suo inizio ufficiale con la pubblicazione nel 1899 dell’ “Interpretazione dei sogni” per opera di S. Freud. Le idee che confluiscono in questa teoria sono il frutto di un’elaborazione originale di concetti che circolavano in ambiente psichiatrico verso la fine dell’Ottocento. In questo periodo si diffuse il termine dinamico, per qualificare quei disturbi di tipo psichiatrico che non trovano origine in malattie del sistema nervoso.

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La psicoanalisi è una teoria dinamica, difatti le forze a cui fa riferimento sono prevalentemente legate all’inconscio, ma agiscono anche forze di origine sociale e spinte motivazionali. La prima teoria sistematica relativa ad un approccio dinamico si fa risalire a P. Janet, famoso psichiatra di fine ‘800. Superò l’impostazione prettamente organicistica per proporre una psicopatologia autonoma, ossia per primo formulò l’ipotesi che la genesi dei disturbi psichici dipendesse da cause psicologiche e non biologiche.

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Freud fu particolarmente influenzato dalla teoria dell’evoluzione di Charles Darwin, soprattutto dal pensiero che ogni forma di vita, quindi anche l’uomo, è determinata da due forze, cioè dalla volontà di sopravvivenza (Überlebenswillen) e dall’istinto riproduttivo (Fortpflanzungstrieb).

Altre persone importanti per lui erano i filosofi Arthur Schopenhauer e Friedrich Nietzsche, che erano arrivati alla conclusione che il comportamento dell’uomo viene disposto da una forza irrazionale e inconscio.

L’interesse di Freud alla psicoanalisi crebbe durante la sua collaborazione con il neurologo francese Jean-Martin Charcot, che lavorò con l’ipnosi e voleva stabilire l’isteria come malattia non legata al sesso femminile.

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L’uomo è determinato da due pulsioni (Triebe). “Trieb” da “treiben”, spingere, per Freud non è lo stesso che “Instinkt”, perché l’istinto è un comportamento preformato, che si ripete ad uno schema fissato ereditariamente, come la fame, mentre il “Trieb” può invece essere appagato in più modi.

Da una parte c’è la Libido, la fonte d’energia per gli impulsi sessuali, mentre l’altra pulsione è il Thanatos, che sarebbe una pulsione verso la morte, che è responsabile per un comportamento aggressivo e distruttivo.

Queste pulsioni sono stati di tensione che creano energia e cercano soddisfazione.

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Psichiatria di fine ‘800 Individua nei fattori

psicologici la genesi dei disturbi della personalità. (Janet) Utilizza la tecnica

dell’ipnosi per il trattamento dei disturbi

della personalità

Clima culturale Il positivismo domina ancora

la scena culturale e scientifica, ma esistono già i germi per la messa in crisi

della fiducia nella razionalità scientifica

Freud individua nelle dinamiche inconsce e nei traumi infantili

le cause dei disturbi della personalità. La tecnica

dell’ipnosi gli suggerisce l’idea dell’inconscio come regione

della psiche capace di influenzare la parte conscia

Dal positivismo Freud coglie l’idea che nulla avviene per caso,vi è un determinismo

anche nella vita psichica. La consapevolezza è capace di

arginare il potere dell’inconscio.

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La potenza che ha la consapevolezza nel determinare la propria vita è superiore a quella che ha l’inconscio ed in questo senso emerge uno spirito illuminista. Risente anche del clima positivista soprattutto nelle parti in cui tenta di spiegare ogni fenomeno in termini di rapporti, di equilibri e disequilibri tra forze ed energie, nel rigore dell’indagine scientifica applicata alla psiche.

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La psicoanalisi per Freud era:

Una teoria complessa della psiche che cercava di ricondurre a pochi concetti generali una gamma variegata di fenomeni;

Una metodologia di indagine della psiche;

Una tecnica terapeutica per il trattamento dei disturbi nevrotici;

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La gestione delle energie avviene in tre istanze psichiche diverse: ES, ICH e Über-ICH Al momento della nascità esiste solo l’ES, che funziona in base a

piacere e dispiacere. In quest’istanza non importa se l’appagamento delle pulsioni è moralmente o socialmente permesso.

Sotto l’influenza del mondo esterno si sviluppa poi l’ICH, che gestisce l’appagamento delle pulsioni con il principio della realtà. Quindi l’ICH intermedia tra ES, mondo esterno e il cosiddetto Über-ICH.

L’Über-ICH ha internalizzato norme e motivi, non ha una relazione con la realtà e non funziona in base ad una consapevolezza di spazio e tempo. Si potrebbe chiamarlo coscienza, che controlla l’ICH secondo i valori morali della società che ha internalizzato.

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Secondo il principio dell’Iceberg:

Solo la minima parte è visibile, cioè cosciente:

Emozioni, pensieri, ricordi, immaginazioni, sentimenti ecc.

Sul gradino “precosciente” si trovano gli stessi contenuti, ma non sono ancora arrivati nella coscienza.

Il livello più consistente è il subconscio, che la persona non può raggiungere in nessun modo, neanche con la più grande fatica.

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Ipnosi Interpretazione dei sogni e libere associazioni Transfert e resistenze Interpretazione, setting e controtransfert Sessualità infantile Teoria delle pulsioni: pulsioni libidiche e aggressive Teoria del conflitto psichico I e II topica

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La prima attenzione di Freud va allo studio del cervello nella sua struttura fisica (neuroni e cellule nervose)

Il contatto con i neurologi francesi Charcot e Bernheim fa sorgere in lui l’interesse per le idee inconsce, spostando pertanto l’attenzione dal cervello alla mente

Charcot a partire da alcuni fenomeni quali “l’anestesia a guanto”, le paralisi e le cecità isteriche elabora l’ipotesi che siano le idee e non i nervi la fonte del problema

Il problema non è nella carne (mano, occhi e gambe sono intatti), ma in un idea estranea alla coscienza

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Ma qual è il meccanismo per cui alcune idee diventano inaccessibili e pertanto patogene?

Breuer con il caso di Anna O. (1880) permette di fare dei progressi nella comprensione dei sintomi isterici: il fallimento della tecnica ipnotica nella risoluzione dei sintomi isterici spinge a cercare nuove strade

Talking cure: i sintomi scomparivano quando le associazioni della paziente consentivano di risalire fino al momento in cui ogni sintomo era apparso per la prima volta, invariabilmente dopo un evento stressante e disturbante

Metodo catartico: il semplice parlare del sintomo e la scarica emotiva ad esso associata avevano un effetto curativo (abreazione) (Es. acqua); in questo modo il soggetto si liberava dell’affetto legato al ricordo di un evento traumatico evitando che rimanesse patogeno

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Queste prime considerazioni portano Freud e Breuer alla pubblicazione del primo saggio psicoanalitico: la

Comunicazione preliminare (1893)

“L’isterico soffrirebbe per lo più di reminiscenze”

(Freud, 1892-1895)

L’isteria sarebbe causata da ricordi bloccati e dai sentimenti ad essi associati mai sperimentati in modo

normale ed emersi poi sotto forma di sintomi apparentemente inesplicabili. Quando si riesce a risalire alle

loro origini e significato, i sentimenti a questi associati si scaricherebbero in uno sfogo catartico ed il sintomo

scompare.

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Ma perché certe esperienze generano sentimenti che si separano dal resto della mente?

Breuer: “stati ipnoidi” o stati di coscienza alterati

Freud: il contenuto effettivo dei ricordi e dei

sentimenti patogeni è in conflitto con il resto della coscienza e per questo viene mantenuto fuori dalla consapevolezza

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Dal momento in cui la psicoanalisi abbandona l’ipnosi diviene una metodologia a sé.

Il requisito più importante per l’eliminazione del sintomo era che il materiale inconscio sgradevole diventasse accessibile alla coscienza, ma c’era nella mente del paziente una forza

che opponeva resistenza, una difesa per tenere lontani dalla coscienza i ricordi inaccettabili

La trance ipnotica aggirava artificialmente la difesa permettendo solo all’analista di accedere ai segreti, perché

la resistenza veniva ripristinata al termine della trance

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A partire da questo problema clinico la psicoanalisi compie diversi progressi sia teorici che tecnici

In termini teorici Freud immagina inizialmente un modello topico della mente suddiviso in tre aree:

• Inconscio: idee e sentimenti inaccettabili

• Preconscio: idee e sentimenti inaccettabili prossimi a divenire coscienti

• Conscio: idee e sentimenti coscienti in ogni momento

La psicoanalisi nasce dal tentativo di trovare una tecnica, diversa dall’ipnosi che consentisse di aggirare le difese

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L’elemento ponte tra la precedente teoria dell’isteria e la teoria del sogno è costituito dalla visione freudiana della

memoria e dei processi-decorsi associativi

Il legame associativo tra i diversi elementi psichici è di natura emotiva/affettiva: nella terapia i decorsi

associativi, se lasciati liberi, possono condurre automaticamente ai complessi inconsci che

tormentano il paziente

Libere associazioni

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In termini tecnici, il compito del clinico diviene l’eliminazione delle difese

Freud individua nelle libere associazioni il metodo in grado di smantellare le difese

“Si comporti come un viaggiatore che segga al finestrino di una carrozza ferroviaria e descriva a coloro che si trovano

all’interno il mutare del panorama davanti ai suoi occhi” (Freud, 1913)

Il paziente dice qualsiasi cosa gli venga in mente, senza tentare di filtrare o selezionare i pensieri; l’analista può

così individuare i desideri inconsci, mentre le difese rimangono attive e possono essere affrontate, e tuttavia il

paziente è perfettamente sveglio…

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Tra le associazioni prodotte c’erano i sogni; come le altre associazioni pertanto dovevano contenere pensieri nascosti e collegamenti con esperienze

precedenti

Il modello descritto da Freud nella sua teoria del sogno diviene il modello strutturale di base di tutti i fenomeni psichici (lapsus, sintomi, dimenticanze)

Il sogno è una formazione di compromesso (come i sintomi) tra un pensiero o sentimento inaccettabile e la

difesa contro di esso

Sogni “Via regia verso l’inconscio”

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Il vero significato del sogno (contenuto latente) viene elaborato attraverso un processo di distorsione (lavoro onirico: condensazione, spostamento, simbolizzazione) e trasformato in immagini accettabili per la coscienza

(contenuto manifesto), anche se apparentemente prive di significato

I sogni sono soddisfacimenti camuffati di desideri conflittuali (Freud, 1899). Nel sonno le difese si

indeboliscono, consentendo l’accesso alla coscienza del desiderio, ma in una forma camuffata in modo tale da preservare il sonno (sogni come custodi del

sonno)

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Il processo psicoanalitico trova la sua definizione nella sequenza sogno-libere associazioni-interpretazione, che

può considerarsi in un certo senso parallela a quella, sottostante, sintomo-difesa-conflitto

Contenuto latente lavoro onirico contenuto manifesto

La tecnica di interpretazione dei sogni deriva da questa ipotesi sulla loro formazione. Le associazioni fatte dal

sognatore sugli elementi del contenuto manifesto consentono all’analista di invertire il procedimento della

formazione del sogno:

Contenuto manifesto

Contenuto latente

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L’azione delle difese non consente di associare liberamente per lunghi periodi: impedisce infatti l’emergere dei pensieri e sentimenti conflittualiche presto vengono trasferiti sulla

persona dell’analista, diventando oggetto di intenso desiderio, amore e/o odio

L’analisi del transfert e delle resistenze diventa un obiettivo primario

Analizzando le associazioni libere si poteva allora accedere ad entrambi gli elementi del conflitto patogeno:

•Sentimenti e ricordi segreti

•Difese (pensieri e sentimenti di rifiuto verso quei sentimenti e ricordi segreti)

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In parallelo con lo studio del transfert matura nella psicoanalisi quello dell’interpretazione:

Inizialmente l’interpretazione è una “lettura” dei dinamismi inconsci nel paziente

Successivamente l’interpretazione diventa sempre più importante e diventano fondamentali il modo e il momento della comunicazione

Si crea una vasta gamma di interventi interpretativi che riguardano diversi momenti del processo analitico (resistenze, difese, conflitto, varie fasi del transfert)

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Diventa allora fondamentale il ruolo del complesso di norme e procedure che prende il

nome di setting

Il setting viene applicato proprio per consentire il dispiegarsi della nevrosi di transfert e la

somministrazione dell’interpretazione

In quanto strumento clinico, il setting non ha lo scopo prevalente di creare un paradigma “sperimentale”, ma piuttosto ha il fine di

strutturare una relazione comunicativa mentale tra gli attori del processo analitico

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Dal transfert come trasferimento di rappresentazioni inconsce sulla figura dell’analista al transfert anche come strumento per il rafforzamento dell’Io

Transfert e nevrosi di transfert diventano aspetti di singolarità della psicoanalisi: la psicoanalisi ha il suo inizio effettivo con l’instaurarsi della nevrosi di transfert ed uno dei suoi scopi è la sua risoluzione

Analogamente viene individuato tra i fattori specifici del processo psicoanalitico l’interpretazione del transfert

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Formazione del sintomo in due tempi: i conflitti attuali ed i sintomi erano invariabilmente legati ad eventi della prima

infanzia, ad episodi traumatici avvenuti prima dei 6 anni, ed in particolare episodi traumatici di carattere sessuale

Alla radice di ogni nevrosi c’è l’introduzione prematura della sessualità nell’esperienza del bambino; questa però acquista significato solo con la pubertà; le nuove intense sensazioni

adolescenziali riaccendono i ricordi creando una forte pressione che produce sintomi nevrotici

Teoria della seduzione infantile

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Dalla teoria del trauma reale alla teoria della sessualità infantile(1897)

Freud si accorge che trauma all’origine dei sintomi non doveva essere necessariamente avvenuto : gli impulsi, le fantasie ed i

conflitti alla base dei sintomi nevrotici non derivavano da eventi reali e da influenze esterne, ma dalla mente del

bambino stesso

Nell’infanzia di tutti gli uomini e di tutte le donne domina una sessualità conflittuale; in quella dei futuri nevrotici la

sessualità si avvicina molto alle perversioni

Ma perché la sessualità costituisce una causa così importante di difficoltà?

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La teoria della sessualità infantile (Tre saggi sulla teoria sessuale, 1905) si fonda sul concetto di pulsione

Pulsione

Fonte Meta Oggetto

Zona erogena

L’evoluzione della sessualità può essere descritta come una sequenza di fasi psicosessuali, attraverso le quali diverse parti

del corpo e le attività libidiche ad esse associate diventano dominanti: fasi orale, anale, fallica e genitale

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Secondo Freud esistono tre stadi dello sviluppo psicosessuale:

La fase orale, la fase anale e la fase fallica.

La fase orale comincia con la nascità e viene gestita dall’ES. La bocca è l’organo più importante per l’appagamento delle pulsioni: succhiare, mordere, masticare.

In questa fase si crea l’”Urvertrauen”, la fiducia primordiale. Il bambino pensa che tutto il mondo appartiene a lui o alla sua bocca. È egoista ed egocentrico.

Se questa fase non si svolge in modo armonioso nascono disturbi quali mancanza di confidenza in se stesso, problemi con vicinanza e distanza, disturbi di identità, problemi di lasciarsi andare sessualmente, depressioni e tendenza a drogarsi risp. l’abuso di alcool, cibo, sigarette.

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La fase anale va dal secondo al terzo anno di vita.

L’appagamento delle pulsioni si dirige adesso verso l’ano, lo sfintere e il muscolo del sistema urinario. Tramite il controllo del sistema dell’escrezione il bambino arriva all’appagamento delle pulsioni e sviluppa autostima e autonomia.

Anche in questa fase delle influenze esterne (p.e. genitori che spingono il bambino al controllo precoce del sistema intestinale) possono danneggiare lo sviluppo equilibrato della personalità: forti desideri di potere ed autonomia, parsimonia e avarizia possono essere le conseguenze.

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Questa fase viene chiamata fase edipale e dura dal terzo al quinto anno di vita.

I genitali sono adesso le fonti di appagamento delle pulsioni. L’interesse del bambino si rivolge in questa fase al genitore

del sesso opposto. Con il genitore dello stesso sesso il bambino entra in una fase di concorrenza.

Il maschio entra nella fase edipale, cioè vuole la madre per se stesso e teme che verrà castrato dal padre per questo desiderio. La tensione tra paura e desiderio si chiama conflitto edipale.

Da questo conflitto si esce con l’identificazione con il padre e il cambiamento delle emozioni sessuali verso la madre in sentimenti di tenerezza.

La bambina vive nello stesso periodo la fase di “Elektra”, nella quale prima sarebbe invidiosa del pene del padre (Penisneid) e poi vorrebbe il padre per se stessa ed avere un figlio con lui.

Come il maschio anche lei ha paura di essere punita dalla madre per questo suo desiderio.

Disturbi in questa fase dovrebbero condurre a disturbi dell’identità sessuale, disturbi sessuali, fobie e problemi relazionali.

Dopodiché c’è la “Latenz-Phase”, da 6 a 10 anni, nella quale la Libido non è in azione.

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“ I meccanismi di difesa sono meccanismi diretti a preservare un senso di autostima di fronte a vergogna e vulnerabilità, a garantire un senso di sicurezza quando l’individuo si sente gravamente minacciato da abbandono o alti rischi e a proteggerlo nei confronti dei pericoli esterni”

I meccanismi di difesa non difendono semplicemente da un affetto o da un’idea inaccettabile; cambiano anche la relazione fra il Sé e l’oggetto.

Gabbard, 2005

Vaillant e Vaillant, 1998

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Qualche volta è necessario che le forti pulsioni dell’ES vengono respinte. Per regolare gli impulsi dell’ES, dell’Über-ICH e del mondo esterno questo meccanismo è di vitale importanza.

Tra i diversi meccanismi sono:

Respinta nel subconscio

Progettazione su altre persone

Negazione di dolorosi e spiacevoli parti della realtà

Razionalizzazione cioè la ricerca di una soluzione moralmente accettabile

Isolamento e ritiro in passività

Fantasia cioè soddisfazione tramite l’immaginazione

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Le difese sono configurazioni psicologiche inconsce che riducono il conflitto, e di conseguenza l’angoscia, mantengono un equilibrio intrapsichico, regolano l’autostima e modulano l’angoscia

Nel modello relazionale le difese sono considerate meccanismi di protezione per preservare il sé autentico

Le difese sono evolutivamente necessarie (es: le vanterie dei bambini rappresentano un potente veicolo per vincere l’inferiorità e accedere alla virilità)

Nell’ambito della psicologia sociale e sperimentale le difese vengono identificate con le strategie di coping, con la capacità di affrontare i problemi. Sono meccanismi consci e volti soprattutto alla risoluzione di minacce esterne. Possono essere insegnate.

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Le difese hanno molte funzioni positive: agiscono per difendere il se da una minaccia.

La persona che si comporta in modo difensivo cerca inconsciamente di evitare e/o gestire l’angoscia per altre esperienze

emotive disorganizzanti

Mantenere l’autostima

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Tutti abbiamo delle difese preferenziali che corrispondono al nostro modo abituale di confrontarci con le situazioni problematiche.

La preferenza per un tipo di difesa deriva da Temperamento costituzionale

La natura dei disagi subiti nella prima infanzia

Le difese presentate e a volte deliberatamente insegnate dai genitori

Le conseguenze sperimentate dell’uso di particolari difese ( effetti di rinforzo)

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Possono essere normali e adattive o patologiche

Sono una funzione dell’IO Sono solitamente inconsce Sono dinamiche e mutevoli ma in stati

patologici possono diventare rigide Sono associate a stati psicologici diversi

(l’isolamento e l’annullamento per la nevrosi ossessiva)

Sono associate a vari livelli di sviluppo Alcune vengono considerate primitive altre

mature

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RIMOZIONE: è il fenomeno difensivo cui Freud dedico la maggior parte della sua attenzione; è il meccanismo che allontana dalla coscienza i desideri incompatibili con la realtà e il Super-IO e li rilega nell’inconscio

Osservò questo meccanismo nelle pazienti isteriche, che facevano di tutto per evitare di rivivere quello che temevano sarebbe stato un dolore insopportabile.

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La proiezione è un meccanismo di difesa tramite il quale si attribuiscono pensieri, emozioni che causano angoscia ad altre persone o oggetti, piuttosto che a se stessi

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La regressione è un meccanismo di difesa tramite il quale si ritorna con il comportmanto, il pensiero, ad un livello di sviluppo precedente.

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Si manifesta quando durante lo sviluppo una parte della libido rimane ancorata ad uno stadio precedente e impedisce al bambino di accedere allo stadio successivo.

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Si verifica quando un fine o desiderio socialmente inaccettabile viene trasformato in altri più accettabili e per i quali non si prova senso di colpa

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Quando si impiega l’identificazione come meccanismo difensivo l’individuo identifica se stesso con qualcuno che gli appare come desiderabile e ammirabile, con qualcuno che non può essere minacciato dall’angoscia dalla quale egli si sente minacciato.

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La sessualità adulta, matura, non inizia come genitalità, ma segue il percorso descritto ed appare

inizialmente come sensualità diffusa, collocata in diverse parti del corpo, stimolata dalle molte, diverse

attività dei primi anni di vita

Gli impulsi, le forme della sessualità infantile, permangono anche in quella matura in forma camuffata

(sintomi), non camuffata (perversioni), preliminari o, infine, in forme di gratificazione sublimate, inibite

nella meta

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Nucleo della teoria evolutiva freudiana: i vari elementi della sessualità pregenitale vengono assoggettati al primato della genitalità intorno ai 5-6 anni; la meta di tutti i desideri del bambino diventa il rapporto sessuale genitale con il genitore del sesso opposto, ed il genitore dello stesso sesso diventa un rivale

Il superamento della fase edipica avviene in modo diverso nel bambino e nella bambina:

•Bambino: primo oggetto d’amore è la madre; il desiderio d’amore esclusivo porta a considerare il padre come un rivale; questo genera colpa e paura delle ritorsioni paterne sotto forma di castrazione; la paura della punizione porta il bambino ad identificarsi con il padre e dunque alla risoluzione del complesso edipico

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1922: il Super-Io è l’erede del complesso edipico

I temi centrali della sessualità infantile si organizzano nel complesso edipico e tale organizzazione diventa la struttura portante per il resto della vita, tanto nello sviluppo normale che in quello patologico.

•Bambina: il primo oggetto d’amore è la madre; nelle fasi preedipiche la bambina si sente identica al bambino; la scoperta del pene porta a sperimentare un senso d’inferiorità e ad accusare la madre di tale inferiorità; il padre diventa l’oggetto d’amore ed il desiderio di avere un bambino dal padre sostituisce quello di avere un pene. A questo punto sono possibili tre soluzioni:

1. Cessazione di qualunque sessualità (nevrosi)

2. Ipermascolinità

3. Femminilità definitiva

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Freud diede una fondamentale importanza nella strutturazione della personalità a tutto ciò che rimane escluso dalla coscienza: quella che consideriamo la nostra mente non è che una piccola parte di essa

Il significato reale di gran parte di ciò che pensiamo, sentiamo e facciamo è determinato in modo inconscio

La sostanza della personalità è fatta di pulsioni e di difese contro queste; il nostro comportamento è il risultato del gioco dialettico tra impulsi e difese

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Fino al 1920 Freud riconduce la fonte di tutti i conflitti e di tutte le psicopatologie alla pulsione sessuale

Nei suoi primi scritti Freud presentò una concezione in cui le persone lottavano con impulsi

e desideri che erano diventati proibiti soprattutto a causa delle convenzioni sociali

relative alla sessualità, alcune delle quali erano a suo parere eccessivamente rigide e costrittive

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L’esperienza clinica tuttavia gli pone continuamente il problema della collocazione dell’aggressività all’interno della sua teoria (aggressività, potere, sadismo, transfert negativo, incubi…)

Dal 1920 viene introdotta la teoria del dualismo pulsionale: l’aggressività, la pulsione di morte, occupa lo stesso posto della libido, come fonte dell’energia pulsionale che dirige i processi psichici

Nel 1929, nel Disagio della civiltà, viene tracciato un quadro in cui l’uomo ha bisogno della cultura per sopravvivere ma, a causa della rinuncia pulsionale che questa implica, finisce con l’essere sempre fondamentalmente insoddisfatto

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Il primo modello elaborato da Freud per descrivere l’apparato mentale è il modello topico: inconscio, preconscio e conscio

Presto Freud si scontra con i limiti del modello topografico: alcuni ricordi non possono essere riportati alla coscienza a causa dell’azione delle resistenze, determinate dall’utilizzo di meccanismi di difesa inconsci e pertanto inaccessibili

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Il modello topico risultò insufficiente a rappresentare il conflitto; i desideri e gli impulsi non sono in conflitto con il

preconscio e il conscio, ma con le difese, inconsce anche loro

Il modello strutturale (Es, Io e Super-Io) si rivela più efficace nella descrizione del conflitto psichico

fondamentale, che risulta essere tutto inconscio tra difese e pulsioni

Il conflitto è intrapsichico e tra istanze diverse, comunque inconsce

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Modello Strutturale

CONSCIO

INCONSCIO ES

L’Io è composto allora sia da elementi consci che inconsci. Questo porta Freud ad elaborare il modello

strutturale tripartito di Io, Es e Super-Io (L’Io e l’Es, 1922)

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•IO Conscio: organo esecutivo della psiche; prende decisioni ed integra i dati percettivi

Inconscio: responsabile dei meccanismi di difesa, utilizzati per contrastare le pulsioni istintuali che albergano nell’Es, quali sessualità e aggressività.

•ES Inconscio: sede delle pulsioni istintuali tende esclusivamente alla scarica della tensione. E’ controllato sia dall’Io che dal Super-Io

•SUPER-IO: sia conscio che inconscio

Coscienza morale: proscrive (cosa non fare)

Ideale dell’IO: prescrive (cosa fare)