NATALE 2013 Don Michele Petruzzelli dell’Abbazia di Noci ... · Quindi ho capito che è meglio...

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Messaggio del P. Abate Con affetto grande e fraterno Così dice il Signore, il tuo redentore: Io sono il Signore tuo Dio che ti insegno per il tuo bene, che ti guido per la strada su cui devi andare (Is 48,17ss). Miei cari fratelli, questa parola di Dio risuo- nata in questo tempo di Avvento, mi ha ricon- dotto agli “inizi” della mia vocazione benedet- tina quando il Signore mi indicava la via della vita monastica. Quando ero chiamato a rispon- dere al Suo appello. La nomina – imprevista e imprevedibile – da parte del Santo Padre Francesco, ad Abate Ordinario della comunità monastica dell’Ab- bazia della SS.ma Trinità di Cava de’ Tirreni mi si è presentata come una ulteriore chiamata del Signore. Oggi, come allora, ho dovuto decide- re, in piena libertà, se dire o no alla volontà di Dio sulla mia vita. Ebbene, ascoltando me stesso, sentivo sere- nità se mi ponevo nella disponibilità ad accetta- re; mentre ero turbato e pensoso se mi ponevo nella indisponibilità. Quindi ho capito che è meglio soffrire dicendo di sì e obbedendo al Signore che soffrire dicendo di no e disobbe- dendogli. Una preghiera dal titolo MARIA DAL CUORE GIOVANE, mi ha accompagnato nei giorni della decisione. In particolare ripetevo l’invocazione: O Maria dal cuore giovane, aiu- tami a riconoscere l’ora della mia Annuncia- zione per dire il mio sì insieme a te. Cari fratelli, vengo in mezzo a voi per conti- nuare a vivere da monaco insieme a voi mona- ci. Seguendo ciò che san Benedetto dice nella Regola, continuiamo con generosità e gioia ad essere discepoli nella scuola del servizio divi- no. Domando per questo l’intercessione e la protezione dei santi Padri Cavensi. Vi chiedo di pregare per me e tutti vi benedico. Un saluto caloroso anche a tutti gli ex alun- ni e amici della Badia, che presto comincerò a conoscere. Con affetto grande e fraterno. p. Michele Petruzzelli osb PERIODICO DELL’ASSOCIAZIONE EX ALUNNI E AMICI DELLA BADIA DI CAVA (SA) Periodico quadrimestrale - Anno LXI N. 187 - Agosto - Novembre 2013 NATALE 2013 Don Michele Petruzzelli dell’Abbazia di Noci nuovo Abate Ordinario della Badia di Cava La nomina pubblicata da “L’Osservatore Romano” La nomina, resa nota alle ore 12 di sabato 14 dicembre 2013, è apparsa ne “L’Osservatore Romano” di domenica 15 dicembre. Ecco il testo: In data 14 dicembre, il Santo Padre ha nomina- to Abate Ordinario dell’abbazia territoriale di Santissima Trinità di Cava de’ Tirreni (Italia) il Reverendo Padre Michele Petruzzelli, O.S.B., finora Priore claustrale e Maestro dei novizi del- l’abbazia di Santa Maria della Scala in Noci. Il P. Abate si presenta Sono nato a Bari, il 1° agosto 1961, da Vincenzo e Ricci Anna. Sono l’ultimo dei figli, “il più giovane”. Ho conseguito la Maturità Tecnico Industriale. Ho svolto il servizio milita- re nel 1982 a Salerno... ormai trent’anni fa. Sono entrato come postulante nell’Abbazia Madonna della Scala in Noci (Bari) il 9 ottobre 1984. Ho iniziato il noviziato canonico il 13 novembre 1986, ho emesso la professione tem- poranea il 21 novembre 1987. Ho studiato la teologia all’Abbazia di Praglia. Dopo la scuola di teologia ho emesso la professione monastica solenne l’11 ottobre 1992. Quindi mi è stata data la possibilità di frequentare il Pontificio Ateneo Sant’Anselmo a Roma dove ho conse- guito prima il baccalaureato in teologia e poi la licenza in Studi Monastici. Dopo gli studi, ritornato in monastero, ho ricevuto l’ordinazio- ne diaconale il 5 agosto 1997 e quella sacerdo- tale l’anno successivo sempre il 5 agosto 1998 nella solennità della Madonna della Scala. In Abbazia ho svolto per circa 17 anni l’uf- ficio di Cellerario (Amministratore del mona- stero), il compito di Curator domus ( la cura della casa), di cerimoniere e di Pro-Priore e di vice maestro, sotto l’abate Guido Bianchi. In questi anni la mia attività di monaco e sacerdote è stata prevalentemente svolta in abbazia come Confessore di turno e la celebra- zione della S. Messa. Come apostolato esterno svolgevo la predicazione di Corsi di Esercizi Spirituali, conferenze in Corsi Aggiornamento per claustrali organizzati dall’abbazia. Nel giugno 2011 sono stato nominato dal p. Abate Donato Ogliari, Maestro dei Novizi e alcuni mesi dopo nominato Priore Claustrale. Il 27 novembre 2013 sono stato convocato dal Nunzio Apostolico in Italia, Mons. Adriano Bernardini, che mi comunicava la volontà del Santo Padre Francesco di nominarmi Abate Ordinario dell’Abbazia Territoriale della SS.ma Trinità di Cava de’ Tirreni. Ora sono qui alla Badia di Cava sostenuto e confortato dalla gra- zia e dall’amore del Signore e da una miriade di persone che mi vogliono tanto bene. Grazie a tutti. Messaggio della Comunità monastica al P. Abate eletto Sabato 14 dicembre, appena pubblicata la nomina, è stato inviato al P. Abate il seguente telegramma. Comunità monastica Badia di Cava grata alla Sede Apostolica accoglie con gioia e fede Vostra Paternità come Abate Ordinario, auspica fecondo servizio abbaziale sulle orme dei Santi Padri cavensi, promette devozione filiale e col- laborazione piena, affida nella preghiera Suo ministero pastorale alla vigile protezione della Madonna della Scala. Don Leone Morinelli

Transcript of NATALE 2013 Don Michele Petruzzelli dell’Abbazia di Noci ... · Quindi ho capito che è meglio...

Messaggio del P. Abate

Con affetto grande e fraterno

Così dice il Signore, il tuo redentore: Io sonoil Signore tuo Dio che ti insegno per il tuo bene,che ti guido per la strada su cui devi andare (Is48,17ss).

Miei cari fratelli, questa parola di Dio risuo-nata in questo tempo di Avvento, mi ha ricon-dotto agli “inizi” della mia vocazione benedet-tina quando il Signore mi indicava la via dellavita monastica. Quando ero chiamato a rispon-dere al Suo appello.

La nomina – imprevista e imprevedibile – daparte del Santo Padre Francesco, ad AbateOrdinario della comunità monastica dell’Ab-bazia della SS.ma Trinità di Cava de’ Tirreni misi è presentata come una ulteriore chiamata delSignore. Oggi, come allora, ho dovuto decide-re, in piena libertà, se dire sì o no alla volontàdi Dio sulla mia vita.

Ebbene, ascoltando me stesso, sentivo sere-nità se mi ponevo nella disponibilità ad accetta-re; mentre ero turbato e pensoso se mi ponevonella indisponibilità. Quindi ho capito che èmeglio soffrire dicendo di sì e obbedendo alSignore che soffrire dicendo di no e disobbe-dendogli.

Una preghiera dal titolo MARIA DALCUORE GIOVANE, mi ha accompagnato neigiorni della decisione. In particolare ripetevol’invocazione: O Maria dal cuore giovane, aiu-tami a riconoscere l’ora della mia Annuncia-zione per dire il mio sì insieme a te.

Cari fratelli, vengo in mezzo a voi per conti-nuare a vivere da monaco insieme a voi mona-ci. Seguendo ciò che san Benedetto dice nellaRegola, continuiamo con generosità e gioia adessere discepoli nella scuola del servizio divi-no. Domando per questo l’intercessione e laprotezione dei santi Padri Cavensi. Vi chiedo dipregare per me e tutti vi benedico.

Un saluto caloroso anche a tutti gli ex alun-ni e amici della Badia, che presto comincerò aconoscere.

Con affetto grande e fraterno. p. Michele Petruzzelli osb

PERIODICO DELL’ASSOCIAZIONE EX ALUNNI E AMICI DELLA BADIA DI CAVA (SA)

Periodico quadrimestrale - Anno LXI N. 187 - Agosto - Novembre 2013NATALE 2013

Don Michele Petruzzelli dell’Abbazia di Nocinuovo Abate Ordinario della Badia di Cava

La nomina pubblicata da “L’Osservatore Romano”

La nomina, resa nota alle ore 12 di sabato 14dicembre 2013, è apparsa ne “L’OsservatoreRomano” di domenica 15 dicembre. Ecco iltesto:

In data 14 dicembre, il Santo Padre ha nomina-to Abate Ordinario dell’abbazia territoriale diSantissima Trinità di Cava de’ Tirreni (Italia) ilReverendo Padre Michele Petruzzelli, O.S.B.,finora Priore claustrale e Maestro dei novizi del-l’abbazia di Santa Maria della Scala in Noci.

Il P. Abate si presenta

Sono nato a Bari, il 1° agosto 1961, daVincenzo e Ricci Anna. Sono l’ultimo dei figli,“il più giovane”. Ho conseguito la MaturitàTecnico Industriale. Ho svolto il servizio milita-re nel 1982 a Salerno... ormai trent’anni fa.

Sono entrato come postulante nell’AbbaziaMadonna della Scala in Noci (Bari) il 9 ottobre1984. Ho iniziato il noviziato canonico il 13novembre 1986, ho emesso la professione tem-

poranea il 21 novembre 1987. Ho studiato lateologia all’Abbazia di Praglia. Dopo la scuoladi teologia ho emesso la professione monasticasolenne l’11 ottobre 1992. Quindi mi è statadata la possibilità di frequentare il PontificioAteneo Sant’Anselmo a Roma dove ho conse-guito prima il baccalaureato in teologia e poi lalicenza in Studi Monastici. Dopo gli studi,ritornato in monastero, ho ricevuto l’ordinazio-ne diaconale il 5 agosto 1997 e quella sacerdo-tale l’anno successivo sempre il 5 agosto 1998nella solennità della Madonna della Scala.

In Abbazia ho svolto per circa 17 anni l’uf-ficio di Cellerario (Amministratore del mona-stero), il compito di Curator domus ( la curadella casa), di cerimoniere e di Pro-Priore e divice maestro, sotto l’abate Guido Bianchi.

In questi anni la mia attività di monaco esacerdote è stata prevalentemente svolta inabbazia come Confessore di turno e la celebra-zione della S. Messa. Come apostolato esternosvolgevo la predicazione di Corsi di EserciziSpirituali, conferenze in Corsi Aggiornamentoper claustrali organizzati dall’abbazia.

Nel giugno 2011 sono stato nominato dal p.Abate Donato Ogliari, Maestro dei Novizi ealcuni mesi dopo nominato Priore Claustrale.

Il 27 novembre 2013 sono stato convocatodal Nunzio Apostolico in Italia, Mons. AdrianoBernardini, che mi comunicava la volontà delSanto Padre Francesco di nominarmi AbateOrdinario dell’Abbazia Territoriale della SS.maTrinità di Cava de’ Tirreni. Ora sono qui allaBadia di Cava sostenuto e confortato dalla gra-zia e dall’amore del Signore e da una miriade dipersone che mi vogliono tanto bene.

Grazie a tutti.

Messaggio della Comunità monastica al P. Abate eletto

Sabato 14 dicembre, appena pubblicata lanomina, è stato inviato al P. Abate il seguentetelegramma.

Comunità monastica Badia di Cava grata allaSede Apostolica accoglie con gioia e fedeVostra Paternità come Abate Ordinario, auspicafecondo servizio abbaziale sulle orme dei SantiPadri cavensi, promette devozione filiale e col-laborazione piena, affida nella preghiera Suoministero pastorale alla vigile protezione dellaMadonna della Scala.

Don Leone Morinelli

Pomeriggio di gioia e solidarietà a Cava de’Tirreni è stato quello di venerdì 25 ottobre, inoccasione della cerimonia di conferimentodella Cittadinanza onoraria al Padre Abate donGiordano Rota, già Amministratore Apostolicodella Badia di Cava e attualmente Abate delMonastero di San Giacomo Maggiore diPontida (Bergamo), e a 60 bambini nati a Cavada genitori stranieri.

Per quel che riguarda l’Abate Rota, l’inizia-tiva, partita dall’Amministrazione Cavese econdivisa da tutto il Consiglio Comunale, havoluto rappresentare un riconoscimento neiconfronti di don Giordano, che non solo ha tra-ghettato l’Abbazia cavense durante l’annocelebrativo del Millennio della fondazione, maha anche avvicinato all’antico cenobio i giova-ni del territorio, con l’evento “Il Millennio aprele porte ai giovani”. Il Sindaco Galdi ha com-mentato: “diamo il benvenuto al Nostro PadreAbate Rota, ‘Nostro’, perché da oggi a tutti glieffetti lo consideriamo cavese”.

Il P. Abate ha ringraziato il Sindaco el’Amministrazione: “mi è stato riconosciutol’impegno che ho cercato di mettere nel miooperato. Ho cercato di dare molta attenzione aigiovani e ai bambini. Il mio grazie diventaanche ricordo orante: vi porterò con me nelcuore e nella preghiera. Vi racconto anche unepisodio simpatico: appena atterrato con l’ae-reo a Napoli, è stata proposta come musica di

saluto il Va’ pensiero e questo mi ha fatto pen-sare al legame che si è creato tra me bergama-sco e questa splendida terra del sud”.

È stata poi la volta dei bambini: il Comunedi Cava ha aderito all’iniziativa dell’Unicef,che prevede il conferimento Cittadinanza ono-raria a bambini nati in Italia da genitori stranie-ri. Il Comune alla fine ha offerto un buffet aiconvenuti per festeggiare i due eventi.

2 «ASCOLTA» N. 1872

Il fascino di papa Francesco

Nuovo Comitato nazionale per il Millennio della Badia

Cittadinanza onoraria all’Abate Rota

Il P. Abate Rota riceve dal sindaco di Cava prof.Marco Galdi l’attestato di cittadinanza onoraria

Mercoledì 13 novembre, 1659° anniver-sario della nascita di S. Agostino,l’Arciconfraternita di S. Monica diSorrento (di cui sono stato priore per mol-tissimi anni, fino al 2003) ha organizzatouna gita-pellegrinaggio per una particolarecelebrazione, insieme con altre confraterni-te agostiniane italiane, nella chiesa di S.Agostino in Campo Marzio, presieduta dalPadre Provinciale della Provincia Italiana,Padre Luciano Demichieli. E siccome lacelebrazione era programmata in serata, siè pensato di partire di buon’ora per parteci-pare – era mercoledì – all’udienza generaledel Santo Padre in Piazza S. Pietro.

È stato il primo incontro diretto conPapa Francesco, per averlo sempre ascolta-to in TV e per averne letto il pensiero inmolte pubblicazioni che, continuamente,sono edite. Papa Bergoglio ha scelto comeargomento di catechesi, una frase del“Credo”, confiteor unum baptisma, spie-gando l’impegno della “professione”, per-ché si riconosce “un solo” battesimo ed,infine, cosa significa per ogni cristianoessere “battezzato”. Ed a tale proposito,avendo precisato che, con il battesimo,l’uomo nasce a Cristo e bisognerebbeconoscerne e ricordarne la data, ha chiestoai fedeli, che con attenzione lo ascoltavano,se sapevano e si ricordavano quale fossetale data per ognuno, invitando chi ne era aconoscenza di alzare la mano. Poiché eranopochi ha aggiunto: “Non preoccupatevi, selo chiedessi ai miei vescovi, neppure lorone sarebbero a conoscenza”. Uno scro-sciante applauso ha sottolineato l’afferma-zione del Papa: manifestava ancora unavolta la sua semplicità, che lo ha reso sim-patico a migliaia di fedeli che accorronoalle sue udienze!

L’apertura ai non credenti di PapaBergoglio ha prodotto un cambiamentod’indirizzo che lo caratterizza e che pone lareligione cattolica in un… ruolino di mar-cia nuovo. E che viene da un “Papa sceltoda lontano” fa configurare un Pontefice cheintende cambiare il domani di noi tutti, nelrispetto della missione che Cristo affidò aPietro ed ai suoi successori!

È stato Papa Francesco ad affermare, inun’udienza ai rappresentanti dei media:“Dato che molti di voi non appartengonoalla Chiesa cattolica, altri non sono cre-denti, impartisco di cuore questa benedi-zione a ciascuno, in silenzio, rispettando lacoscienza di tutti, ma sapendo che ognunodi voi è figlio di Dio. Che il Signore vibenedica”.

Cristo insegnò a vivere amandosi l’unl’altro come fratelli, ed il Papa ricorda sem-pre che siamo tutti figli dello stesso Padre,che Cristo per tutti è disceso sulla terra edha subito la crocifissione per la redenzionedell’intero genere umano.

Ricordiamo la sua prima benedizione dalbalcone della basilica di S. Pietro, invitan-do tutti a pregare anche per Lui allorchédisse: “E adesso, vescovo e popolo, inco-minciamo questo cammino della Chiesa diRoma, che è quella che presiede nella cari-tà tutte le Chiese. Un cammino di fratellan-za, di amore, di fiducia tra noi”!

Conseguentemente il suo insegnamentoiniziò, e continua, con il…. predicare l’at-tuazione dell’amore nella povertà, perchéla sua esperienza gli ricordava la povertàdell’ambiente in cui era cresciuto e lo stato

di indigenza di milioni di esseri umani nelmondo, tutti figli dello stesso Padre.

Proprio Jorge Mario Bergoglio hadenunziato che “Se gli investimenti nellebanche calano un po’, è una tragedia!Invece, se muoiono di fame le persone, senon hanno da mangiare, se non hannosalute, non importa! Questa è la nostracrisi di oggi! La testimonianza di unaChiesa povera per i poveri va contro questamentalità”.

È l’eterno dilemma fra “potere” e “servi-zio”, sul quale si distingue il vero cristiano daaltri, la cui soluzione rivela la missione, svelale strade che il cristiano deve percorrere.

Ed a tale proposito giova ricordare l’in-segnamento di Papa Francesco: “Il veropotere è il servizio e per esercitarlo ancheil Papa deve entrare sempre più in quel ser-vizio che ha il suo vertice luminoso sullaCroce; deve guardare al servizio umile, econcreto e ricco di fede di San Giuseppe e

come lui aprire le braccia per custodiretutto il Popolo di Dio e accogliere conaffetto e tenerezza l’intera umanità, specieper i più poveri, i più deboli, i più piccoli!”

La fiducia del cristiano è nascosta nella“speranza” nella quale bisogna credere,con la quale bisogna intraprendere il cam-mino della propria esistenza e del proprioessere cristiani.

E lo stesso Papa seguendo il suo motto“Dove c’è la speranza, c’è la felicità” hainvitato tutti a “non lasciarsi rubare la spe-ranza” perché “la speranza è come la gra-zia: non si può comprare, è un dono di Dioe noi dobbiamo offrire la speranza cristia-na con la nostra testimonianza, con lanostra libertà, con la nostra gioia” insi-stendo: “Capito? Sempre con la speranzaavanti”!

Con questi concetti di amore verso i fra-telli sono ritornato a casa, ricordando l’in-segnamento del Papa ed in modo particola-re “Che sarebbe bello se ognuno di noi allasera potesse dire: oggi ho compiuto ungesto di amore verso gli altri”.

Nino Cuomo

Con decreto del Presidente del Consiglio deiMinistri del 6 febbraio 2013, la durata in cari-ca del Comitato nazionale per la realizzazionedel progetto e per la gestione del Fondo specia-le previsto dalla legge 8 luglio 2009, n. 92,recante disposizioni per la valorizzazionedell’Abbazia della Santissima Trinità di Cavadei Tirreni, istituito con D.P.C.M. in data 28ottobre 2009, è stata prorogata fino al 31dicembre 2014 per la conclusione delle attivitàprogrammate. Con altro decreto del Presidentedel Consiglio, datato 7 ottobre 2013, sono statinominati i componenti del Comitato, che diseguito si riportano.

- Il notaio Tommaso D’Amaro, Presidente;- dott.ssa Marina Giannetto, rappresentante delMinistero dei beni e delle attività culturali e delturismo;

- prof. Massimo Adinolfi rappresentante delMinistero dell’ambiente e della tutela del terri-torio e del mare;- cons. Marcella Castronovo, rappresentante delDipartimento per gli affari regionali, il turismoe lo sport della Presidenza del Consiglio deiMinistri;- prof. Marco Galdi, sindaco del Comune diCava dei Tirreni;- on. Edmondo Cirielli, rappresentante dellaProvincia di Salerno;- arch. Enrico De Nicola, rappresentante dellaRegione Campania;- prof. Franco Cardini e prof. Salvatore Sica,esperti nominati dal Ministro dei beni e delleattività culturali e del turismo;- padre Leone Ugo Morinelli, AmministratoreApostolico dell’Abbazia della SantissimaTrinità di Cava de’ Tirreni.

Giampiero Della Monica

«ASCOLTA» N. 187 3

Conferenza tenuta al Convegno ex alunni e amici della Badia l’8 settembre 2013

L’enciclica “ Lumen fidei “ di papa FrancescoPrima di presentare l’enciclica Lumen fidei –

la prima enciclica di papa Francesco che arric-chisce di ulteriori contributi la prima stesura dipapa Benedetto – è giusto domandarsi qualemetodo adottare per spiegarla. Un’enciclica nonsi commenta, piuttosto occorre adottare unaguida di lettura e seguire una linea interpretati-va per evitare di sovrapporsi al testo.

L’enciclica è una riflessione sulla fede, inte-sa non genericamente, ma è “la fede” che pro-fessa la Chiesa cattolica e coloro che se ne sen-tono parte. Essa conclude e completa – dopo lasperanza e la carità – la trilogia delle virtù teo-logali, nell’anno della fede, indetto come sap-piamo da Benedetto XVI con la lettera aposto-lica Porta Fidei. Indubitabilmente nella stesuradell’enciclica è avvertibile la mano del papaemerito in ogni pagina, mentre la parte finale,molto bella, dedicata alla Vergine Maria, è ilmomento di sintesi tra la grande personalità diBenedetto XVI e la devozione di papaFrancesco. Desidero sottolineare una profeticacontinuità tra i due papi: per esempio negli anniprecedenti e soprattutto negli ultimi mesi delsuo pontificato, Benedetto XVI ha cominciato ariferirsi alla curia romana come ad un ambienteche non risponde alla “sapienza del Vangelo”,alludendo alle insidie, spesso seducenti e effi-mere che vengono da dentro e non da fuori dellacomunità ecclesiale. Parimenti, papa Francescoha suscitato scalpore quando proprio nei giorniscorsi ha parlato di “pettegolezzi” all’internodelle comunità che costituiscono un pericoloper la Chiesa. Naturalmente tutto ciò è legatoalla miseria umana che smarrisce il significatoper i credenti di essere i custodi del tesoro piùgrande che ci sia: Cristo Gesù.

Papa Ratzinger e papa Bergoglio hanno benmesso in evidenza il pericolo da una parte diuna pura esteriorizzazione dell’essere credente,di un dichiararsi cattolico solo a parole nellavita pratica, nella vita sociale, nella morale ses-suale, peccando di superficialità e il timore dal-l’altra di vivere la fede solo nelle opere sociali,nelle opere del mondo anche se ciò è sostenutoda una posizione motivata ed eticamente forte.Questo per dire che una condizione importanteè che il credente dev’essere orientato innanzi-tutto al regno dei cieli altrimenti è tutto inutile,superfluo, inessenziale.

Come possiamo definire la Lumen fidei?Indubbiamente è un’enciclica pastorale, in cuivengono richiamati i credenti a riflettere sullapropria fede e nella quale, raffrontata alla Fideset Ratio di papa Giovanni Paolo II e alle dueprecedenti del papa emerito, la Caritas inVeritate e la Spe Salvi, si avverte una grandepreoccupazione per il mondo contemporaneo.Nella premessa c’è un’avvertenza per tutti i bat-tezzati: attenti a non mortificare la dimensionedella fede nella dimensione naturalistica, quasiche il cristianesimo dal modernismo dell’otto-cento in poi si sia preoccupato sempre più direndersi accetto alle regole del mondo. A questoproposito, voglio raccontare un episodio perso-nale. Come ogni estate recandomi nella cappel-lina del cimitero del paese dove sono sepolti imiei genitori, quest’anno nel recitare la pre-ghiera insegnatami da mia madre tanti anni fa –“l’eterno riposo dona loro, o Signore” – horiflettuto che, se ci fermassimo solo a questaprima frase, essa rispecchierebbe l’immagineche abbiamo naturalisticamente della morte:tutto si ferma, tutto diventa buio, il riposo èsimile alla morte, come dice Shakespeare

nell’Amleto. La morte diventa immobilità e pas-sività. C’è il buio. Ma ecco che la preghierainvece prosegue “risplenda ad essi la luce per-petua”. La luce è attività e non passività, la luceè movimento, è accesso a qualcosa e a“Qualcuno”. La luce perpetua è una luce chenon finisce mai, è eterna, non è una luce effime-ra naturalistica. La preghiera termina quindi“riposino in pace”, dove la parola “pace”richiama il tema del Vangelo “Io vi annuncio lapace”: la pace non come la dà il mondo, macome la do io, perché si tratta di ben altra pace.È quella pace che richiama il desiderio di asso-lutezza, di perfezione; c’è l’incontro con Dio,questa è l’unica pace. La pace vuol dire riposo,ma più profondamente è l’affidarsi completa-mente – lo dice S. Paolo con una parola greca“kenosis” – che vuol dire: io ripongo in Dio lamia speranza. Nella spiritualità benedettina c’èil tema e l’invocazione “in te Domine speravi”e questo, a mio avviso, è il tono dell’enciclica dicui bisogna tenere conto perché altrimentidiventa un documento come un altro. Questaenciclica quindi, è una lettera che il vicario diCristo rivolge ai credenti affinché si sveglino esi “accorgano” di essere credenti.

Strutturalmente, l’enciclica si divide in quat-tro parti, oltre la premessa e la preghiera fina-le. I quattro capitoli sono tutti delineati da unversetto: primo capitolo “Abbiamo credutoall’amore” (cfr 1 Gv 4,16), il secondo “Se noncrederete, non comprenderete” (cfr Is 7,9), ilterzo “Vi trasmetto quello che ho ricevuto” (cfr1 Cor 15,3), il quarto “Dio prepara per loro unacittà” (cfr Eb 11,16) ed infine “Beata colei cheha creduto” (cfr Lc 1,45), perché la VergineMaria è l’icona di tutti i credenti o di coloro cheaspirano ad essere credenti. Nella premessaviene delineato il tema della luce e Cristo è ilvero sole. Benedetto XVI ha pensato al temakantiano sul rapporto tra fede e ragione, con laconclusione che la fede non può essere associa-ta al buio. Invece secondo Kant lo spazio per lafede si apre lì dove la ragione non può illumina-re; man mano che si accresce la scienza si ridu-ce lo spazio della fede. Crescere poi nella

sapienza umana consente anche di crescerenella responsabilità umana. Questo ineludibiletema è sempre meno caro al nostro tempo, per-ché lascia l’uomo nella paura dell’ignoto.L’enciclica ha trattato questo problema sottoli-neando lo scivolamento materialistico delnostro tempo. Il rapporto su fede e memoriapuò essere esemplificato dal fatto che quandopartecipiamo alla santa messa, il centro di tuttoè incentrato soprattutto sul sacerdote che facen-dosi mediatore tra l’assemblea dei fedeli e Dio,ripete le parole di Gesù “fate questo in memo-ria di me”. La fede allora è memoria: la presen-za di Gesù è reale nell’eucaristia e ogni volta sirinnova questa presenza. Altro punto che l’enci-clica affronta è la responsabilità personale dellafede a fronte di una malintesa condizione socio-logica dell’essere cristiani, attirati da un effime-ro “politeismo”. È la concezione del nostrotempo avere tanti idoli: la televisione, la stam-pa, i divi dello sport e dello spettacolo, ecc. Nonè vero poi che tutte le religioni sono uguali, per-ché allora si dovrebbe dire che non esistono lereligioni. Esiste la tolleranza delle religioni e aquesto proposito ricordiamo l’incontro diGiovanni Paolo II ad Assisi.

Altra questione: aver fede significa estraniar-si dal mondo, bisogna evitare il mondo? No!Invece bisogna stare attenti a non esaurire lafede nell’impegno sociale. Nel paragrafo 51 ilpapa scrive: “la luce della fede si pone al servi-zio concreto della giustizia, del diritto e dellapace”. Ciò significa che io non faccio il medi-tativo e il contemplativo e mi astraggo dalmondo. No! Pensiamo a “ora et labora” – giu-sto per rendere omaggio al patriarca s.Benedetto – e continuiamo a leggere l’encicli-ca: “la fede non allontana dal mondo e nonrisulta estranea all’impegno concreto dei nostricontemporanei”. Per concludere cito il paragra-fo 56: “la fede non è luce che dissipa tutte lenostre tenebre, ma lampada che guida nellanotte i nostri passi, e questo basta per il cammi-no. All’uomo che soffre, Dio non dona un ragio-namento che spieghi tutto, ma offre la suarisposta nella forma di una presenza cheaccompagna, di una storia di bene che si uniscead ogni storia di sofferenza per aprire in essaun varco di luce. In Cristo, Dio stesso ha volu-to condividere con noi questa strada e offrirci ilsuo sguardo per vedere in essa la luce. Cristo ècolui che, avendo sopportato il dolore, « dà ori-gine alla fede e la porta a compimento »”.

Ed infine mi piace concludere veramente conun passo della preghiera a Maria. L’evangelistaLuca ci parla della memoria di Maria, di comeconservava nel cuore tutto ciò che ascoltava evedeva, in modo che la “Parola” portasse fruttonella sua vita. Nella preghiera conclusiva del-l’enciclica si nota un anello di congiunzione trai due papi: “Insegnaci a guardare con gli occhidi Gesù, affinché Egli sia luce sul nostro cam-mino. E che questa luce della fede cresca sem-pre con noi, finché arrivi quel giorno senza tra-monto, che è lo stesso Cristo, il Figlio tuo,nostro Signore!”

Giuseppe Acocella(riduzione a cura di Giuseppe Battimelli)

Il prof. Giuseppe Acocella tiene il suo discorso alconvegno degli ex alunni

4 «ASCOLTA» N. 1874

Il Terzo Congresso Mondiale degli oblatibenedettini si è tenuto a Roma presso il“Salesianum” dal 4 al 10 ottobre, sul tema“Obsculta: l’Oblato in ascolto nel mondo”.

Il Salesianum è immerso in un grande parcoricco di vegetazione, di alberi ad alto fusto emolto verde. È un luogo ideale per il silenzioche favorisce l’ascolto e la meditazione.

Si prevedeva la partecipazione di 250 perso-ne di 50 nazioni dei 5 continenti, ma purtroppo,a causa della crisi economica mondiale, i pre-senti sono stati circa 150 provenienti da tutto ilmondo in rappresentanza di 30 nazioni. Per laprima volta erano presenti oblatidell’Argentina, di Burkina Faso, della Costad’Avorio, d’Israele e della Slovacchia. Si ènotata anche una presenza consistente di giova-ni che hanno partecipato con entusiasmo e spi-rito di servizio.

Venerdì, 4 ottobre, la coordinatrice deglioblati benedettini italiani, Romina Urbanetti,oblata del Monastero delle MonacheBenedettine di Santa Cecilia in Trastevere aRoma, anche a nome dell’assistente nazionaleP. Ildebrando Scicolone e del ConsiglioDirettivo Nazionale, ha calorosamente salutatoi convenuti invitandoli alla preghiera e allariflessione sull’essere oblati benedettini secola-ri.

L’intenzione del congresso è quella di rende-re più profondi i rapporti e il confronto tra idiversi gruppi e soprattutto di rafforzare i lega-mi con i loro monasteri di riferimento. A questoproposito racconta come gli oblati italiani dal1966, dopo il Concilio Vaticano II, hanno sen-tito il bisogno di organizzare convegni a livellonazionale. Nel corso degli incontri si capì lanecessità di elaborare uno statuto degli oblatibenedettini secolari la cui versione è stataapprovata nel 2000. Questo statuto ha solo unvalore direttivo per cui ogni monastero conser-va la sua autonomia secondo le proprie tradi-zioni e intende “offrire direttive e strumenti peruna consapevole crescita, con cuore dilatato,nella via dell’oblazione benedettina per l’ordi-nato svolgimento dei compiti degli organismidi collegamento” (Statuto Oblati BenedettiniSecolari - Premessa). Da queste osservazioniconsegue che l’oblato è considerato in sé, inrelazione al proprio monastero di appartenenzae nel suo rapporto con gli oblati di altri mona-steri.

Senza dubbio la parte più interessante e for-mativa dello statuto è quella dedicata alla vitaspirituale e all’identificazione della figura del-l’oblato.

Lo Statuto ricorda la comune vocazione ditutti nella Chiesa alla santità, che è comunionecon Dio nella partecipazione alla vita trinitaria.In questa comune vocazione l’oblato è chiama-to a dare la sua risposta vivendo il carismamonastico che gli è proprio, nulla anteponendoall’amore di Cristo (art. 11). La vita spirituale èradicata “nella Parola di Dio e nella regola diSan Benedetto, letta nel contesto della grandetradizione monastica. Tale radicamento siesprime e cresce nei tre momenti di vita con i

quali S. Benedetto scandisce la giornata delmonaco: l’ascolto, la preghiera, il lavoro, inmodo che l’ascolto della Parola alimenti il dia-logo con Dio nella preghiera e animi l’impegnonel lavoro” (art. 12). L’ascolto della Parola diDio si realizza nella Lectio Divina o letturadivina, nelle diverse fasi: 1) Lectio (lettura), 2)Meditatio (riflessione), 3) Oratio (risposta), 4)Contemplatio (riposo), 5) Actio (fase finale daadattare nella vita quotidiana di ciò che leggia-mo), per la quale sono indispensabili l’umiltà,il silenzio e il raccoglimento in modo che ci siaun incontro personale con Dio. L’oblato illumi-nato dalla Parola, cerca di cogliere nel mondo isegni della Pasqua del Signore per testimoniarenelle situazioni e nelle scelte quotidiane di vitail volto di Dio (art. 14).

La preghiera deve accompagnare la vitaquotidiana dell’oblato con la recita almenodelle Lodi e dei Vespri. Il lavoro deve esserevissuto “alla luce della Regola e della Parola diDio” inteso come “una condivisione dell’ope-rare di Dio, in spirito di obbedienza e di servi-zio”.

Gli oblati italiani si riuniscono ogni tre anniper il convegno nazionale e in questa occasioneha luogo l’elezione dei membri del ConsiglioDirettivo Nazionale. Da alcuni anni si organiz-za anche un incontro annuale di formazione alquale si affiancano altre iniziative locali eregionali. Questi incontri sono molto arricchen-ti perché la conoscenza e la comunione contri-buiscono ad una formazione e a una condivisio-ne di esperienze che alimentano la nostra fede.

Le relazioni sul tema “Obsculta: l’Oblato inascolto nel mondo” sono state tenute da dueesponenti del mondo monastico: madre MaryJohn Manazan OSB e Padre Michael CoxiOCSO. Hanno trattato lo stesso argomento dadue punti di vista diversi, secondo un vissuto euna personalità nella dimensione spirituale,economica, storica, ma senz’altro coniugandoil motto benedettino “Ora et Labora” nella vitae nel tempo di oggi.

Una particolare importanza è stata data ai

lavori di gruppo, perché è stato un momento diverifica, di confronto, di discussione, di condi-visione e di approfondimento, di concentrazio-ne alla luce delle parole chiavi: ascolto, silen-zio, preghiera e lavoro nel mondo economico,politico e sociale mondiale.

Per tutta la liturgia si è preferito il canto gre-goriano con la scelta della liturgia latina, ani-mata all’organo da due religiosi e da un coro digiovani che hanno accompagnato le numerosecelebrazioni.

Come da programma, c’è stata la visita alSacro Speco di Subiaco, all’Abbazia diMontecassino e alla Badia Primaziale diSant’Anselmo sull’Aventino e la partecipazio-ne all’udienza pubblica del Santo PadreFrancesco.

L’abate Primate Notker Wolf ha coperto unruolo attivo, convincente e stimolante nei suoiinterventi durante il Congresso Mondiale, con-statando con grande piacere di aver raggiuntogli obiettivi prefissati, sensibilizzando e augu-rando agli oblati di mettersi con più consapevo-lezza “in ascolto” nel mondo.

Antonietta Apicella

Notizie degli Oblati cavensi

Gli oblati, anche nell’anno 2013-2014, conl’aiuto dell’assistente D. Leone, di D. Gennaroe di D. Massimo, continueranno lo studio delCatechismo della Chiesa Cattolica, senza trala-sciare la lettura e lo studio della Regola di S.Benedetto.

***Il 24 agosto, nella Cattedrale della Badia di

Cava, l’oblata Serafina Adinolfi ha sposatoPaolo Chiariello. Ha benedetto le nozze il rev.D. Donato Mollica.

***È ritornata alla casa del Padre l’oblata

Maria Volzone Mariana che ha compiutol’oblazione il 21 ottobre 1984 nelle mani del P.Abate D. Michele Marra.

LA PAGINA DELL’OBLATO

Gli Oblati il 22 settembre hanno tenuto il primo incontro del nuovo anno sociale

Il Terzo Congresso Mondiale degli oblati

«ASCOLTA» N. 187 5

Attesa come il primo vero documento magi-steriale di Papa Francesco anche in considera-zione della potente eredità ratzingeriana del-l’enciclica Lumen fidei, l’esortazione apostoli-ca Evangelii gaudium effettivamente dà contodi quelle che saranno le linee-guida di questopontificato. E dopo le varie interviste, più omeno travisate, da quella concessa a Scalfari epoi ritirata dal sito ufficiale della S. Sede, aquella a “Civiltà Cattolica” dalle espressionialquanto vaghe su “ciò che pensa un cattolico”,questo documento è anche l’occasione perritornare sui contenuti dottrinali, connessiall’annuncio del Vangelo nella società contem-poranea.

Come s’intuisce dal titolo, l’esortazione haper oggetto le conclusioni cui è pervenuto ilSinodo dei Vescovi del 2012 sulle sfide dellanuova evangelizzazione e trae ispirazione dal-l’esortazione di Paolo VI, Evangelii nuntiandidel 1975, da Francesco più volte definita il“capolavoro” di Montini. Di sicuro l’accentoposto sulla gioia ha origine in quel pronuncia-mento, laddove Paolo VI parlava della “dolce econfortante gioia di evangelizzare, anche quan-do occorre seminare nelle lacrime”. Tuttavia, aldi là di quegli echi remoti, la Evangelii gau-dium forte reca l’impronta di “un cattolicesimoregionale”, di stampo sudamericano, e non soloperché vi è più volte citata la conferenza diAparecida del 2007 dell’episcopato latino-ame-ricano, di cui Bergoglio fu relatore e protagoni-sta indiscusso, piuttosto perché la concezioneteologica cui si ispira dipende per gran partedall’esperienza che in quegli ambienti si èmaturata dopo il Concilio.

E non si parla certo della teologia della libe-razione, condannata ufficialmente per la com-mistione con il marxismo dal prefetto Ratzingercon due note dottrinali del 1984 e 1986 e di cuiBergoglio si è sempre dichiarato avversario,quanto del pensiero teologico del gesuita JuanCarlos Scannone, massimo teologo argentino,che fa del Popolo di Dio luogo teologico e sor-gente autentica di fede. “Il popolo evangelizzacontinuamente se stesso”: è l’affermazione cen-trale del capitolo sulla pietà popolare, trattodalla dichiarazione finale della conferenza del-l’episcopato latino-americano di Puebla del1979, per cui la pietà popolare viene definitada Francesco “autentica espressione dell’azio-ne missionaria spontanea del Popolo di Dio(…) realtà permanente, dove lo Spirito Santo èil protagonista”. E ciò in linea con quanto giàdichiarato da Paolo VI per cui la pietà popolare“manifesta una sete di Dio che solo i semplici ei poveri possono conoscere”. L’accento postosulla pietà popolare, nel contesto del dovere dievangelizzare da parte di tutto il Popolo di Dio,reca in se stessa una forte esaltazione dell’in-culturazione del Vangelo, in nome della quale,nella dialettica storia-cultura, sulla falsariga delConcilio si è spesso privilegiata la seconda adetrimento della prima. “Questo Popolo di Diosi incarna nei popoli della Terra, ciascuno deiquali ha la propria cultura”, cultura intesacome la somma delle abitudini di un popolo nelnesso inscindibile con la natura.

Giovanni Paolo II, che pure vi è citato sul-l’argomento, mette in relazione il volto delletante culture e dei tanti popoli con l’unità nella

Il Magistero della Chiesa

fedeltà dell’annuncio e nella tradizione ecclesia-le, in qualche modo dando priorità alla storiacome forma della tradizione della Chiesa.Bergoglio sembra andare oltre, quando nel rico-noscere che “alcune culture sono state stretta-mente legate alla predicazione del Vangelo eallo sviluppo di un pensiero cristiano, il messag-gio rivelato non si identifica con nessuna di essee possiede un contenuto transculturale”.

Verità indubbia quella che non limita la formadell’annuncio del Vangelo ad una singola cultu-ra ancorché dotata di un particolare prestigio,ma è pur vero che il cattolicesimo è latino, comel’ortodossia è greca, forme della cristianità diderivazione apostolica che, pur non limitatenegli spazi fisici di Occidente e Oriente, sonoespressioni della tradizione ecclesiale a cui siriferiva Wojtyla e, non a caso, nella NovoMillennio ineunte.

Sempre sul fronte della dialettica storia-cultu-ra, Papa Francesco accenna a quella che potreb-be rivelarsi la vera sorpresa del pontificato: ilripensamento delle forme di esercizio del prima-to petrino. L’espressione usata da Francesco è,letteralmente “conversione del papato, che lorenda più fedele al significato che Gesù Cristointese dargli e alle necessità attuali dell’evange-lizzazione”. Non vi è dubbio che su questa affer-mazione si giocherà la stessa fisionomia del cat-tolicesimo nel terzo millennio, ipotesi giàabbozzata da Giovanni Paolo II nell’enciclica Utunum sint, sull’ecumenismo, quando invitava atrovare “una forma di esercizio del primato che,pur non rinunciando in nessun modo all’essen-ziale della sua missione, si apra ad una situazio-ne nuova”. E del resto Francesco, già nella suaprima omelia per la solennità dei SS. Pietro ePaolo, davanti ad un uditorio rimasto sbigottito,sostituì il termine “collegialità” con “sinodali-tà”, forma storica dell’organizzazione ecclesialedi cui si sono nutrite le chiese ortodosse.

Tuttavia la “decentralizzazione”, prospettata

dal documento come risoluzione ai problemidell’evangelizzazione, sembra voler riecheggia-re il lessico degli apparati burocratici contem-poranei caratterizzati da ipertrofia. Qui perònon è in discussione una forma storica di eserci-zio del primato sotto la dicitura del comodo “siè fatto sempre così”, come ricorda l’esortazionea titolo di assuefazione. Qui è in discussione lastessa costituzione gerarchica della Chiesa percome voluta da Gesù Cristo, su cui la notaexplicativa praevia, redatta nel limpido latino diPericle Felici, al capitolo sulla collegialità nellaLumen gentium chiarisce che il successore diPietro è il capo e tutti gli altri le membra diquell’unico corpo che è la Chiesa.

Per questo ogni cattolico guarda a PapaFrancesco come al capo di questo corpo in cui“la gioia del Vangelo riempie il cuore e la vitaintera di coloro che si incontrano con Gesù”.

Nicola Russomando

L’esortazione apostolica Evangelii gaudium

Centodieci anni fa, nel 1903, Mons. AnselmoFilippo Pecci era nominato vescovo di Tricarico(nel 1907 sarà promosso arcivescovo diAcerenza e Matera, dove rimarrà fino al 1945).L’attento prof. Antonio Santonastaso (1953-58)ha ricordato l’evento facendo celebrare unaMessa. “Ascolta” aggiunge una chicca: la letteradel nuovo vescovo scritta all’Abate D. SilvanoDe Stefano dopo aver preso possesso della dio-cesi, quando aveva 35 anni.

22 novembre 1903Ill.mo e R.mo P. Abate,Sono da otto giorni qui più col corpo che con

lo spirito, il quale, mille volte al giorno, torna alladiletta Badia, in mezzo alla mia carissima fami-glia. Nel momento che s’accingono a lasciarmi,ultimi, l’Abate Schiani, Fra Romano e FraLeonardo, riprovo, in tutta la sua amarezza, ildolore del distacco completo! Iddio, che mi leggenel cuore, mi dia la forza di sopportarlo comedebbo; io cerco di fare continui atti di offerta e dirassegnazione alla sua volontà.

Il paese è buono e pare veramente mi abbiaaccolto con entusiasmo. Si aspetta però grandicose da me, e questo accresce la mia pena e lamia confusione. Sia fatta la volontà di Dio, ilquale fino a oggi mi ha date prove evidentissimedella sua speciale benevolenza, e non cessa diconfortarmi in ogni rincontro.

Vogliate, mio buon padre, continuare a esse-

Ricordato un anniversario di Mons. Pecci

Don Anselmo Pecci con alcuni collegiali nel 1897

re per me quale vi ho sempre avuto. Non vi rin-grazio di quanto avete per me fatto, del beneche mi avete voluto, perché sento di non essereancora separato da voi, e, del resto, non sapreitrovare espressioni sufficienti.

Vivo sicuro nel vostro affetto e in quello di tutti imiei confratelli che abbraccio teneramente unoper uno. Mi raccomando alle orazioni di tutti e consentimento di filiale gratitudine vi bacio la mano.

Aff.mo vostro+Anselmo

6 «ASCOLTA» N. 1876

Seminario ristrutturatoI lavori di ristrutturazione dell’ex

Seminario diocesano della Badia possonodirsi terminati. Nei mesi scorsi, anche se conruolo di marcia pesantemente rallentatorispetto ai termini fissati, sono state comple-tate le opere murarie delle camere, tutte for-nite di spaziosi servizi. Si è provvedutoanche alla pittura dei muri esterni.

I lavori, come è noto, hanno riguardatosolo il primo piano dell’edificio. Pertanto lecamere approntate sono 9, con una capacitàdi accoglienza di 18 ospiti (se usate come tri-ple, è possibile ospitare fino a 27 persone).Per l’ospitalità è prevista anche l’autogestio-ne, con la quale un gruppo o famiglia siimpegna a tenere il locale per un periodo,provvedendo direttamente anche alla cucina.

Mentre stendiamo queste note di cronaca(fine di novembre), sono ancora in corso ilavori di pavimentazione del piazzale anti-stante l’edificio. È pure in progetto l’istalla-zione di servo-scala per diversamente abili.

Per facilitare l’accesso all’ex Seminariodalla piazzetta della Badia, già dal 9 settem-bre è iniziata la sistemazione della strada dicollegamento, che dovrebbe essere terminataentro il 5 febbraio 2014.

Naturalmente si deve provvedere all’arre-damento delle camere e di tutto l’edificio.

Restauri di opere d’arteTra i restauri finanziati con la legge del

Millennio, in novembre è stato completato ilportone ligneo del Cinquecento, collocato nellapidario in allestimento.

Il 22 novembre sono stati iniziati, invece, irestauri dell’ambone della Cattedrale e dellepitture dei soffitti dell’archivio e della saladiplomatica, che dovrebbero essere consegnatinel mese di aprile 2014.

Nel mese di gennaio cominceranno i lavoridi restauro dell’organo della Cattedrale realiz-zato dalla ditta Balbiani Vegezzi Bossi diMilano. Il restauro, finanziato dalla RegioneCampania, sarà eseguito dalla ditta Mascioni diAzzio (Varese).

Pubblicati i cataloghi delle mostreIl 26 ottobre sono stati presentati al Comune

di Cava dei Tirreni i tre cataloghi delle mostrerealizzate per il Millenario in un elegante cofa-netto dal titolo “Mille anni come un turno diveglia nella notte”.

Si offre di seguito una breve presentazionedei volumi con parte del testo della prima di

Il Seminario è stato ristrutturato. Resta da completare il piazzale antistante e la strada d’accesso.

L’elegante custodia dei tre cataloghi delle mostre

copertina di ciascun volume.GIANLUCA CICCO – ROSELLA LUCIANO (a cura

di), I tesori d’arte della Badia di Cava, EditriceGaia, Angri 2013, pp. 115, euro 25,00.

L’esposizione I tesori d’arte della Badia diCava ha riguardato, essenzialmente, una sele-zione di oggetti preziosi di uso liturgico, in parteadoperati ancora oggi dalla comunità monasti-ca, affiancati ad alcuni esemplari della ricchissi-ma collezione di paramenti sacri e ad un cam-pione di opere manoscritte e a stampa che, perla loro fattura, sono da considerarsi a tutti glieffetti delle vere e proprie opere d’arte.

GIANLUCA CICCO (a cura di), La Badia diCava dalla Longobardia minore all’Unitàd’Italia, Editrice Gaia, Angri 2013, pp. 165,euro 30,00.

Nel percorso espositivo sono stati affrontatiaspetti diversi ma nel loro insieme complemen-tari. Sono stati restaurati, studiati ed offerti alpubblico dei pregevoli quadri inediti di sogget-to benedettino, abitualmente conservati neidepositi o nelle aree di clausura del monastero.Si è ricostruita la lunga storia architettonicadella Badia, dal primo nucleo fondativo fino altardo Settecento, proponendo anche un’ineditaricostruzione del monumento in età medievale.Sono state indagate questionilegate al patrimonio archivisticodell’abbazia, e al ricco corpus dicodici che hanno reso nota in tuttoil mondo la Biblioteca cavense. Ilpercorso della mostra si è infinedipanato fino a tempi più recenti,coincidenti con l’epoca del GrandTour e con i moti che hanno porta-to all’Unità d’Italia.

ADA PATRIZIA FIORILLO (a curadi), Cava e la sua Abbazia neipaesaggi della cultura europea,Editrice Gaia, Angri 2011, pp.142, euro 25,00.

Nella seconda metà delSettecento l’esperienza del viag-gio al Sud della penisola italiana,

comincia a trovare una sua consacrazione sosti-tuendo al tradizionale itinerario tra le città delNord, l’asse Roma-Napoli.

È in questi nuovi itinerari che si inserisceCava, posta su una strada di passaggio e tappasovente obbligata di quel cammino verso nuovefrontiere tra le quali Paestum, la costa amalfita-na, il Cilento o la Calabria.

Questa mostra segue l’itinerario del viaggia-tore, il suo modo di guardare la città, connotan-dola di un’identità visiva che trova aderenzaanche con la propria “immagine mentale”.

È un viaggio che in qualche modo si fa cro-naca. Esso è proposto su tre angolazioni di let-tura che sottolineano differenti, ma ripetuti tagliiconografici restituiti nel tempo da pagine o tac-cuini, orientati a scegliere di volta in volta ilcontesto urbano, il paesaggio naturale,l’Abbazia e l’Eremo.

Edizione dei regesti dell’archivioFinanziato dal Comitato del Millennio, è

stato pubblicato il repertorio delle pergamenedell’archivio, già segnalato nel numero prece-dente di “Ascolta” (p. 10):

CARMINE CARLEO, Repertorio delle perga-mene dell’Archivio Cavense – Periodo Angioi-no: 1266-1442, 2 voll. (pp. 380+258), Badia diCava 2013.

Le opere del Millenario

Fervono i lavori sulla strada di collegamento al Seminario

«ASCOLTA» N. 187 7

Convegno dei medici cattolici alla Badia – 6 ottobre 2013

“La vita umana: dono, valore, responsabilità”“La vita umana: dono, valore, responsabi-

lità”: su questo tema l’Associazione naziona-le dei medici cattolici italiani (AMCI), sezio-ne diocesi di Amalfi – Cava dei Tirreni, haaperto il suo anno sociale con un convegno-dibattito tenutosi alla Badia di Cava domeni-ca 6 ottobre. Introdotto dal saluto dell’ammi-nistratore apostolico dell’abbazia, D. LeoneMorinelli, che ha ricondotto le riflessioni deimedici cattolici al tema dell’ascolto degl’in-segnamenti del magistero della Chiesa, cosìcome il beato cardinale Schuster, benedettinoarcivescovo di Milano, leggeva nel prologodella Regola di S. Benedetto (Obsculta, o fili,praecepta magistri), il convegno è statoarricchito dalle relazioni di D. DomenicoSantangelo del clero della diocesi diTeggiano - Policastro, giovane docente diteologia morale presso la PontificiaUniversità Lateranense, sulla dignità dellapersona umana, e dell’ordinario di Filosofiadel diritto alla Federico II di NapoliGiuseppe Acocella sui profili legislativi del-l’obiezione di coscienza.

Il convegno è stato promosso dal vicepre-sidente nazionale AMCI GiuseppeBattimelli, che ha ritenuto doveroso aprire ilavori con un momento di silenziosa preghieraper l’ennesima e immane strage che si è consu-mata al largo di Lampedusa.

Singolare, ma non impropria associazione,quella tra il tema della dignità umana e del-l’obiezione di coscienza, che ha trovato com-piuta coerenza negli argomenti dei relatori. PerD. Santangelo la dignità della persona umana,spogliata di ogni genericità che la rende condi-visibile dalle più diverse ideologie (chi nonconcorda sul valore della dignità umana?), deveessere riportata alla sua dimensione ontologica,ovvero al rapporto di somiglianza, in sensoetico, che esiste tra Dio creatore e l’uomo crea-tura. Una somiglianza da cui deriva il valoreassoluto della dignità umana, dal suo sorgere alsuo tramonto, in opposizione a concezioni utili-taristiche o prestazionali della stessa, che consi-derano degne di essere vissute esperienze disolo efficientismo vitalistico, con la conseguen-za della “cultura dello scarto” per embrioni,malati terminali o affetti da patologie irreversi-bili, secondo un efficace pastiche linguisticoimposto di recente da papa Francesco per gio-vani e anziani.

Il teorico del diritto prof. Acocella ha invecefocalizzato l’attenzione sulla questione del-l’obiezione di coscienza prevista dalla legge194/1978, sull’interruzione volontaria dellagravidanza, banalmente richiamata come leggesull’aborto, termine sempre evitato con cura dallegislatore così come per divorzio nella legge898/1970 sulla “cessazione o lo scioglimentodegli effetti civili del matrimonio”. Letta allaluce dei valori costituzionali, l’obiezione dicoscienza costituisce un momento di rotturadella legalità, se se ne considera il profilo dirifiuto di una prestazione imposta dalla legge. Èil caso del diritto di sciopero previsto dallaCostituzione all’articolo 40, che costituiscecomunque una forma di obiezione alla presta-zione contrattuale, cui non corrisponde analogodiritto di serrata da parte del datore di lavoro inragione di una presunzione d’ineguaglianzasostanziale.

Tuttavia l’obiezione di coscienza riconosciu-ta a medici e a personale sanitario dalla legge194 è oggi oggetto di critiche da parte del pen-siero giuridico più schierato ideologicamente. Èil caso di eminenti giuristi, quali StefanoRodotà e Gustavo Zagrebelsky, che vedono nel-l’obiezione di coscienza della 194 “un rifiutosenza conseguenze”, quasi che un diritto sanci-to dalla legge costituisca atto d’insubordinazio-ne tout-court. E in ciò dimentichi del fatto chela forma storica dell’obiezione di coscienza inItalia è stata rappresentata da quella al serviziomilitare, introdotta dalla legge 772/72, veraderoga al precetto costituzionale della difesadella patria. Critica alla 194 mossa in particola-re in ordine a presunti problemi funzionali nellestrutture pubbliche, smentiti dal rapportoannuale del Ministero della Salute, in ogni casodi secondario rilievo rispetto al principio supre-mo di tutela della vita umana sancito dallaCarta. Acocella, non a caso, ha sottolineato cheil primo articolo della legge 194, richiamando-si alla tutela della vita umana e respingendoogni tentazione di controllo delle nascite, legit-tima l’obiezione di coscienza come conseguen-za del valore della persona umana promossadalla Costituzione sin dall’articolo 2. A mag-gior ragione appare coerente con le criticheall’obiezione che lo stesso codice deontologiconazionale dei medici sostituisca oggi la dizione“obiezione di coscienza” con quella più sfuma-ta di “obiezione di convincimento”.

Indubbiamente il termine “coscienza” evocaimmediatamente il catechismo della Chiesa cat-tolica, che la definisce come “giudizio dellaragione che, al momento opportuno, ingiungeall’uomo di compiere il bene e di evitare ilmale”, e che sottolinea “quando ascolta lacoscienza morale, l’uomo prudente può sentirela voce di Dio che gli parla”. Chiaramente la“voce di Dio” è argomento che non sfiora ilpositivista giuridico, ma per Acocella il solorichiamo al giuspositivismo non è di per séesaustivo. Questa, tuttavia, è la questione cherichiama il grande concetto di diritto naturale,

I protagonisti del convegno-dibattito dell’AMCI. Da sinistra: prof. D. Domenico Santangelo, mons.Carlo Papa, prof. Giuseppe Acocella, dott. Giuseppe Battimelli.

espunto dalle costituzioni moderne, ma “spet-tro” sempre ricorrente nelle riflessioni dei giuri-sti, quando concetti come coscienza o dignitàtrovano sì riconoscimento nelle Carte costitu-zionali, ma non il loro ultimo fondamento.

Le conclusioni sono state affidate a mons.Carlo Papa, assistente ecclesiastico dell’AMCI.

Nicola Russomando

SOSTEGNO AD «ASCOLTA»Finora il periodico è stato inviato atutti i 3000 ex alunni, anche se i soci inregola con le quote sociali sono ormaimeno di 200. Considerate le difficoltàcrescenti, il prossimo numero delperiodico sarà inviato solo agli exalunni e amici che versano la quotasociale e a quelli che offrono almenoun contributo di abbonamento di euro10,00 all’anno.

DVD DELL’ASSOCIAZIONE1. ASCOLTAcon tutti i numeri del periodico dal 1952 al2012

2. VOCI DALLA BADIAcon le registrazioni vocali dei convegni exalunni e delle premiazioni scolastiche.Si possono richiedere versando alla segreteriaun contributo spese di euro 10,00 per ogniDVD.

IIll PP.. AAbbaattee ee llaa CCoommuunniittàà mmoonnaassttiiccaa aauugguurraannoo bbuuoonn NNaattaallee

ee sseerreennoo aannnnoo nnuuoovvooaaggllii eexx aalluunnnnii ee aaggllii aammiiccii

“La fede è la sostanza delle cose che si cre-dono, la prova di quelle che non si vedono”: èquesta la celebre definizione della fededell’Autore della lettera agli Ebrei, che, pur noncitata esplicitamente nel testo, percorre tuttal’enciclica Lumen fidei, oggetto di riflessioneall’annuale convegno degli ex alunni dellaBadia di Cava, tenuto domenica 8 settembre.Relatore il prof. Giuseppe Acocella, ordinariodi Filosofia del Diritto alla Federico II diNapoli, membro del CNEL, già rettore dellaLuspio, cattolico di ispirazione salesiana.

E, in effetti, la lettura data da Acocella all’ul-tima enciclica papale, firmata da papaFrancesco, ma il cui impianto e orditura sonoda ricondurre a sicura matrice ratzingeriana,come del resto viene dichiarato verbis apertis alcapitolo 7, si è attestata su una mera funzione diguida, “rischiando ogni interpretazione disovrapporsi in qualche modo al testo”. Al di làdella dichiarazione di principio, il relatore non

ha mancato di evidenziare gli snodi centrali delpronunciamento papale, soprattutto laddovequesti costituiscono materia di opposizione aquello spirito naturalistico che inquina il sensoautentico della fede cattolica. Sin dall’immagi-ne più scontata del naturalismo, la luce solare,ricordata nell’enciclica per la sua incapacità diilluminare sulle realtà ultime dell’uomo, “ilsole, infatti, non illumina tutto il reale, il suoraggio è incapace di arrivare fino all’ombradella morte”.

Superata, dunque, ogni riduzione della fedeall’esperienza del reale, ricordata nell’enciclicaanche con la citazione di Nietzsche tra felicitàdell’anima costituita dalla fede e amore dellaverità rappresentato dall’indagine, Acocella haevidenziato come la fede realizzi tutta la suavalenza nel duplice rapporto con la salvezzaindividuale e con la dimensione ecclesiale dellasua piena esplicazione. Se, infatti, la fede inCristo è fonte di salvezza, in quanto segno di un“Amore che ci precede e ci trasforma dall’inter-no, che agisce in noi e con noi”, è il professarela fede della Chiesa la matrice della sua autenti-cità. Qui il relatore, pur menzionando inciden-talmente l’antico brocardo, extra ecclesiamnulla salus, “non c’è salvezza fuori dellaChiesa”, ha preferito rapportarsi all’immaginepaolina del corpo mistico a cui partecipano tuttii credenti, ripresa anche dall’enciclica.

La misura della fede è data infatti dall’appar-tenenza alla Chiesa che, secondo una felicedefinizione di Romano Guardini, è “la portatri-ce storica dello sguardo plenario di Cristo sulmondo”, in cui l’individualità del fedele ritrovail nesso di unità con il tutto. Ancora lo spazioecclesiale della fede è garantito dalla memoriache ne assicura la trasmissione. La lumen fideiiscrive un intero capitolo sotto il versetto paoli-no “Vi ho trasmesso quel che ho ricevuto”, cheè la formula con cui Paolo autentica le paroleeucaristiche di Gesù all’ultima cena. Una sceltanon accidentale, che Acocella non ha mancatodi sottolineare, che colloca la fede nello spaziodella professione, dei sacramenti, del decalogoe della preghiera, le forme attraverso le quali la

8 «ASCOLTA» N. 1878

Al tavolo della presidenza, da sinistra: prof. Domenico Dalessandri, Federico Orsini, avv. AntoninoCuomo, prof. Giuseppe Acocella, dott. Giuseppe Battimelli, dott. Antonio Ruggiero.

Parla l’avv. Cuomo

… il prof. Dalessandri

… il prof. Acocella

… il dott. Battimelli

Vita dell’Associazione

63° Convegno annualeDomenica 8 settembre 2013

«ASCOLTA» N. 187 9

Un aspetto della sala del convegno

Chiesa comunica l’unità e la perpetuità dellafede.

La stessa chiusa dell’enciclica modulatasulla citazione dalla Lettera agli Ebrei “Dio hapreparato per loro una città”, sta ad indicare,secondo le linee guida del relatore, la soliditàdel patto che lega l’uomo a Dio. E qui la federitorna al suo significato etimologico, ratzinge-rianamente proposto all’inizio della lettera.Fede che in ebraico coincide con il termine’emûnah, indicando, allo stesso tempo, la fedel-tà di Dio alle sue promesse e la fede dell’uomonelle promesse di Dio, atteggiamento che ingreco è tradotto con pistós, in latino con fidelis,tutti ad indicare la solidità del rapporto tra Dioe l’uomo, garantito da una “parola data”. Tuttiaspetti che il prof. Acocella ha percorso nel pro-clamato intento di fornire una guida alla letturadell’enciclica che costituisce il trittico diBenedetto XVI sulle virtù teologali con la Deuscaritas est e la Spe salvi, nel riconosciuto pri-mato dei suoi contenuti teologici.

Una lettura questa che s’impone anche all’at-tenzione di una Chiesa che spesso ha rinunciatoa parlare delle realtà ultime dell’uomo, morte,giudizio, inferno e paradiso, i novissimi delcatechismo. Vi ha fatto riferimento lo stessoAcocella, quando ha ricordato l’episodio di unasua ricerca di un sacerdote in grado di dissuade-re un giovane con intenzioni di suicidio. Dopovari tentativi presso preti impegnati in attivitàvariamente sociali, la ricerca si rivelò fruttuosasolo presso un vecchio parroco evidentementeabituato alla trasmissione di quelle verità chesono sostanza e speranza della fede. Caso di persé emblematico in un panorama dominato dallepiù variegate sollecitazioni pastorali.

Il convegno è stato introdotto dal presidenteCuomo, il quale ha ripercorso anche le tappedella sua presidenza ormai ultra ventennale,periodo che ha registrato non marginali cambia-menti con la chiusura delle scuole della Badia.Al centro delle sollecitudini della presidenza,condivise anche nell’intervento del prof.

Domenico Dalessandri, la volontà di assicurareuna sopravvivenza all’associazione con l’iscri-zione in essa degli “amici della Badia”, catego-ria individuata nella precedente assembleacome rimedio alla penuria degli iscritti e deireali partecipanti. Come in chiusura rilevatodallo stesso D. Leone, nella sua relazione d’illu-strazione del bilancio, il rapporto tra gli iscrittie gli aventi causa è del 5,5 per cento, margineesiguo che pur consente ancora la temporaneasostenibilità di un bilancio.

D. Leone, in riferimento alla recente possibi-lità di annoverare nel sodalizio persone che, nelcontatto con gli ambienti della Badia, maturinola decisione d’iscriversi all’associazione, havoluto ricordare il “manifesto del XXV” redat-to dall’indimenticabile abate Marra, per cui lapartecipazione era concepita come nesso inelu-dibile della testimonianza cristiana secondol’ispirazione benedettina. Una testimonianzache è effetto naturale della luce della fede. E, diproposito, D. Leone ha voluto ricordare il passodella Regola oblivionem omnino fugiat, con cuiS. Benedetto stigmatizza l’atteggiamentod’inerte dimenticanza del monaco, nel caso dispecie estensibile per analogia all’ex alunnodimentico del rapporto che lo lega alla Badia.Una dimenticanza cui corrisponde però una“fedeltà” da parte della Badia per i suoi ex alun-ni nella fiduciosa attesa di esserne ricambiata,con lo slancio richiesto dalla fede e nell’espres-sione di gratitudine per quanto ricevuto.

L’assemblea annuale degli ex alunni dellaBadia è stata presieduta per la prima volta nellasua storia da D. Leone Morinelli nella dupliceveste di Amministratore apostolico e di assi-stente della stessa associazione, in assenza di unabate. Il tutto risolto senza “conflitti di attribu-zioni”, con il solo esercizio delle funzioni d’il-lustrazione del bilancio annuale, dell’attivitàdell’associazione e delle proposte commisurateai dati di esercizio.

Nicola Russomando

GrazieÈ doveroso aprire le solite comunicazio-

ni con un sentito grazie a tutti gli ex alunnie amici che nelle settimane scorse si sonostretti attorno alla comunità monastica perfar sentire la loro voce di augurio, di com-piacimento o di semplice buon lavoro. Agliamici non interessa la persona del designa-to per una supplenza che si prevede breve,e che sembra scelto unicamente con il cri-terio dell’anzianità. Agli amici interessa uni-camente la Badia, destinataria oggi comeieri della sollecitudine della Chiesa.Nonostante l’adeguamento dei confini dio-cesani ai tempi nuovi, la Badia, per volontàdella Santa Sede, conserva la figura giuri-dica di abbazia territoriale, e di questo pri-vilegio la comunità monastica è somma-mente grata alla Santa Sede, alla qualeprofessa oggi la stessa fedeltà inconcussadei nostri Santi Padri Cavensi.

IscrittiDopo l’ampia discussione al convegno

dell’anno scorso e i vari suggerimenti, dob-biamo dire che nulla è cambiato circa ilnumero dei soci: da 175 sono scesi a 164,con la novità che si sono aggiunti n. 43abbonati (con la quota di euro 10). Peravere un’idea più precisa, si tenga presen-te che nell’anno sociale 2012-2013 gli

iscritti sono stati il 5,5% degli ex alunni aiquali inviamo “Ascolta”.

BilancioNonostante il modesto numero di iscritti,

il bilancio non è ancora disastroso: almenoè stato possibile affrontare le spese perstampare “Ascolta”. Il motivo è noto. Cisono ancora quelli che pagano per gli altri,non limitandosi alla quota fissata.

Ho detto sempre che dobbiamo essereottimisti, ma non imprudenti. Continuandocosì, se il numero dei soci rimane basso e ilpassivo dell’esercizio continua ad erodereanno dopo anno la modestissima riserva, nonpossiamo prevedere lunga vita per “Ascolta”.

La soluzione che si impone è quella indi-cata dal P. Abate Rota: inviare il giornalesolo a chi versa almeno una quota di abbo-namento, che si può quantificare in 10euro, lasciando le quote sociali attuali per ivolenterosi.

Associazione ex alunni e amici dellaBadia

Una risposta si attende da tutti sull’aper-tura dell’Associazione agli amici dellaBadia. L’iniziativa non ha ancora sfondato.A questo proposito faccio mio e ripropongoil “manifesto del venticinquesimo” ideatodal P. Abate D. Michele Marra, sempre cri-tico sull’organizzazione dell’Associazione.

Il P. Abate Marra premetteva al suomanifesto l’ovvio chiarimento che “bastaaver frequentato la scuola della Badia peressere suo ex alunno”. “Ma per far partedell’Associazione - e questo voglio sottoli-neare per gli amici che vogliono iscriversiall’Associazione - occorrerà:

1. essere cristiano convinto e praticantee avere il coraggio di professare la propriafede senza compromessi.

2. avere un’apertura sociale, che facciasentire il bisogno e il dovere di andareincontro ai fratelli.

3. volere unire il proprio sforzo a quellodegli altri amici della stessa idea e dellostesso coraggio, in nome della comuneeducazione benedettina cavense.

4. di quanto è stato deliberato in assem-blea fare un punto di onore.

È un manifesto questo? – chiedeval’abate Marra. Certo. Lo chiameremo ilmanifesto del venticinquesimo”. Così scri-veva l’abate Marra nel 1975. Noi lo chiame-remo il manifesto del sessantesimo”.

“L’Associazione – continuava l’AbateMarra - deve rinnovarsi o morire. Non c’èaltra alternativa. Ma dal momento chel’Associazione non vuole morire – e di que-sto non c’è alcun dubbio – dunque deverinnovarsi”.

L. M.

Comunicazioni della Segreteria al convegno annuale

«ASCOLTA» N. 18710

Sabato 24 e domenica 25 agosto

La terza edizione de “Il Millennio apre le porte ai giovani”

Magia di luci e di suoni nello spettacolo serale su Maria di Nazaret diretto da Tony Martin

Anche la terza edizione de “Il Millennio aprele porte ai giovani”, l’evento svoltosi sabato 24e domenica 25 agosto nello splendido scenariodella millenaria Abbazia Benedettina della SS.Trinità di Cava de’ Tirreni, va in archivio aven-do fatto registrare un ottimo successo.

Momenti spirituali, iniziative creative, arti-stiche, teatrali e musicali, hanno caratterizzatol’intensa “due giorni” che si è aperta sabatopomeriggio alle ore 16.30, quando il cancellodel monastero, appositamente decorato conpannelli riproducenti i quattro Santi e gli ottoBeati che hanno scandito la storia del cenobiocavense, si è spalancato dinanzi ad un centina-io di giovani provenienti da ogni angolo dellaCampania (e non solo). Ad accogliere i giovanisul piazzale dell’Abbazia, coinvolgendoli inuna spettacolare coreografia, quest’anno unagrande novità: l’inno ufficiale dell’evento can-tato da Benedetta Capuano e Rosario Avella(autore anche del testo e della musica).Successivamente i ragazzi, attraverso un per-corso tematico allestito ad hoc, hanno avutomodo di visitare l’Abbazia ed i suoi tesoriaccompagnati da due personaggi d’eccezione:la Regina Sibilla e Sant’Alferio.

Poiché il tema portante di questa secondaedizione era la fede, in virtù dell’ “Annus Fidei”indetto da Papa Benedetto XVI, i giovani, radu-nati nella Cattedrale della Badia di Cava, hannoascoltato le testimonianze di fede di Don CiroVespoli, uno dei veggenti delle apparizionidella Madonna di Zaro ad Ischia, e di TeresaSorrentino, assessore al turismo ed alla culturadi Cava de’ Tirreni, la quale si è soffermatasulla sua esperienza personale che l’ha vista“restituita” alla vita e senza riportare alcunaconseguenza per intercessione di Padre Pio,dopo essere stata colpita da un aneurisma cere-brale.

Prima del tramonto, è andato in scena lospettacolo dei ragazzi della Scuola Media“Carducci – Trezza”, a cui si sono associatianche alcuni membri dello Staff organizzativode “Il Millennio apre le porte ai giovani”, conun recital di poesie religiose in dialetto napole-tano, curato dalla professoressa PatriziaMazzotta.

Straordinario ed emozionante è stato il musi-cal “Maria… Una storia meravigliosa”, portatoin scena dall’artista stabiese Tony Martin che,insieme ai suoi ragazzi dell’Aster Ballet diCastellammare di Stabia, rappresentando la vitadella donna che ha avuto più fede di tutti, ovve-ro la Madonna, ha letteralmente incantato i tantipresenti sul piazzale dell’Abbazia.

Ad anticipare lo spettacolo, un video-mes-saggio con il saluto dell’Abate Giordano Rota,amministratore apostolico della Badia di Cavafino allo scorso 30 giugno ed attualmente Abatedell’Abbazia di San Giacomo Maggiore diPontida (Bergamo), il quale, nel 2011, chiamòalle “armi” un manipolo di giovani con l’obiet-tivo di “aprire” le celebrazioni del Millenariodella fondazione dell’Abbazia della SS. Trinitàanche all’universo giovanile.

Tony Martin, poliedrico artista diCastellammare di Stabia, nel ringraziare DonGennaro Lo Schiavo e lo staff per l’ottima orga-nizzazione dell’evento, ha ribadito la sua vici-

nanza, soprattutto spirituale, alla Badia diCava, promettendo il suo impegno e la suadisponibilità nel mettere a disposizione la suaesperienza e professionalità al serviziodell’Abbazia della SS. Trinità per le prossimeiniziative. A chiudere l’intensa giornata di saba-to, in un‘atmosfera suggestiva di luci cheavvolgeva la Cattedrale, un momento di adora-zione Eucaristica notturna animata da un grup-po di giovani provenienti da Capurso (Bari). Iragazzi, dopo il volo delle lanterne al cielo ed ilcanto della Salve Regina, hanno avuto la possi-bilità di pernottare all’interno delle mura abba-ziali e di vivere appieno la vita cenobitica, par-tecipando ai vari momenti di preghiera dellacomunità monastica come l’ufficio delle letturee le lodi mattutine alle prime luci dell’alba. Labellissima esperienza della terza edizione de “IlMillennio apre le porte ai giovani” si è conclu-sa dopo la Santa Messa delle ore 11, celebratadal “motore trainante” dell’evento, DonGennaro Lo Schiavo, e la cerimonia di chiusu-ra dove i ragazzi hanno potuto raccontarel’esperienza fatta durante la loro permanenzaall’Abbazia.

«La terza edizione de “Il Millennio apre leporte ai giovani”- ha commentato un raggianteDon Gennaro Lo Schiavo - si è conclusa con unpieno successo sotto vari punti di vista. In que-

sto particolare momento storico, i giovanivanno in cerca di qualcosa di serio, e, soprattut-to quando c’è la preghiera ed il richiamo ai verivalori, allora accorrono con gioia. La fede - haproseguito Don Gennaro - non invecchia, anziringiovanisce, e per loro sentire una vocenuova, un incoraggiamento, fa risvegliare queivalori che sono in noi e che la fede ci tramanda.

Il nostro auspicio è quello di aver dato unmessaggio di speranza a questi tanti giovani chesono giunti alla Badia per trascorrere una gior-nata insieme alla comunità monastica.

Spero vivamente che si possa organizzareanche la quarta edizione insieme ai giovanidello Staff, che hanno creduto fortemente inquesta iniziativa e che tanto si sono impegnatiper offrirla ai loro coetanei» - ha concluso DonGennaro.

Appuntamento quindi al 2014 per la prossi-ma edizione de “Il Millennio apre la porte aigiovani” mentre già bollono in pentola altre ini-ziative che, grazie anche alla disponibilitàdell’Amministratore Apostolico Don LeoneMorinelli, vedono l’Abbazia della SS. Trinità diCava de’ Tirreni sempre di più “aperta” al terri-torio, con un occhio rivolto soprattutto ai giova-ni, per cercare di trasmettere loro i valori delcristianesimo e la spiritualità benedettina.

Valentino Di Domenico

Nel convegno annuale del settembre 2012 èstato ratificato l’ingresso degli “amici”nell’Associazione ex alunni. Chiunque, uomo odonna, condivide gl’ideali e i valori umani e cri-stiani della Badia può chiedere di appartenereall’Associazione, che si denomina “degli exalunni e degli amici della Badia”.

Il pensiero va subito ai tanti familiari e paren-ti degli ex alunni, di ieri e di oggi, che hannoapprezzato la formazione umana e cristiana deiloro congiunti. A questi per primi rivolgiamo ilnostro invito a partecipare all’Associazione.Abbiamo una prova del loro gradimento nellarichiesta, che abbiamo molto spesso ricevuta in

occasione della morte di un ex alunno, di conti-nuare a ricevere “Ascolta”.

L’invito, per gli stessi motivi, si estende aglioblati benedettini di oggi e di ieri ed ai loro fami-liari, nella certezza che essi, come gli ex alunni,condividono in pieno gl’ideali della Badia.

Le quote di iscrizione saranno le stesse degliex alunni, fermo restando che chi desidera soloricevere “Ascolta” dovrà versare la quota diabbonamento di euro 10,00.

Attendiamo di accogliervi con gioia nel nomedi S. Benedetto e dei Santi Padri Cavensi.

Consiglio Direttivo dell’Associazione

Aspettando gli amici

«ASCOLTA» N. 187 11

Emozionante serata domenica 17 novembreall’Abbazia Benedettina della SS. Trinità diCava de’ Tirreni, in occasione della cerimonia diconsegna del terzo “Premio Speciale Badia” aRosario Carello.

Dopo Arturo Mari, storico fotografo delVaticano, ed il M° Mons. Marco Frisina, siarricchisce di un altro nome eccellente l’Albod’Oro dell’iniziativa nata nel 2011 da un’ideadell’allora Padre Abate Dom Giordano Rota(attualmente alla guida del Monastero di SanGiacomo Maggiore di Pontida), e fortementevoluta dalla comunità monastica della Badia diCava per attribuire un prestigioso riconosci-mento ad importanti personalità nel campoartistico, sociale e culturale, con riferimento allasfera religiosa. Il noto giornalista di Rai 1, dal2008 autore e conduttore della seguitissima tra-smissione “A Sua Immagine”, è stato accoltodall’Amministratore Apostolico dell’Abbazia,Don Leone Morinelli, dalle cui mani ha ricevu-to anche l’importante riconoscimento.

«Non mi sarei mai aspettato di essere pre-miato all’interno di una chiesa. E che chiesa!»,ha esclamato Carello che, al cospetto di un foltopubblico, ha poi risposto alle domande rivolteglidal giornalista Antonio Di Martino, presentato-re della serata, soffermandosi in particolar modosulla sua brillante carriera e sui segreti chehanno portato al successo il programma “ASua Immagine”, in onda il sabato pomeriggio ela domenica mattina su Rai 1, e dell’omonimatestata cartacea che va in stampa ogni settimana.

Non sono mancate interessanti “rivelazioni”su Papa Francesco, al quale è dedicato il volu-me scritto dallo stesso Carello I racconti diPapa Francesco - Una biografia in 80 parole(Edizioni San Paolo), appena uscito nelle libre-rie italiane. Una biografia di aneddoti realmenteaccaduti con protagonista Jorge MarioBergoglio, che aiutano a capire la forza, il corag-gio, la simpatia, la coerenza e la fede dell’uomochiamato nel marzo 2013 a guidare la Chiesa.

Rosario Carello, infine, ha elencato le coseche l’hanno maggiormente colpito nel suo viag-gio a Cava de’ Tirreni, anche in occasione dellospeciale andato in onda lo scorso anno in unapuntata di “A Sua Immagine” che vide protago-nista l’antico cenobio cavense: il misticismo e laprofonda spiritualità dell’Avvocatella, masoprattutto la storia e la cultura, scandita dalmotto benedettino dell’ “Ora et labora”, che sirespira all’interno delle mura millenariedell’Abbazia benedettina.

Oltre alla consegna del “Premio SpecialeBadia” a Rosario Carello, nel corso della stessaserata si sono svolte anche le premiazioni del IIIConcorso Fotografico Nazionale, organizzatodal Club Fotografico Cavese (CFC), ed aventeper tema la “Tenerezza”. Per la sezione “colo-re”, il primo premio è andato ad Alessio Brondidi Livorno, seguito da Antonella Santulli diCava de’ Tirreni e da Giovanni Basile di NoceraSuperiore. Nella sezione “bianco e nero”, inve-ce, a trionfare è stato Lorenzo Esposito diNapoli, affiancato sul podio da AngeloD’Antonio ed Antonietta Memoli, entrambi socidel Club Fotografico Cavese. Nel corso dellaserata di gala, spazio anche alla premiazione del-l’esperta docente pontina di fotografia,Giovanna Griffo, alla quale è stato attribuito ilpremio “Fotografo dell’anno”. L’intensa seratasi è conclusa con il taglio del nastro della mostrafotografica allestita nel corridoio d’ingressodell’Abbazia, visitabile fino al prossimo 17dicembre, dove sono state esposte le foto piùbelle selezionate dalla giuria del concorso.

“Premio Speciale Badia” e Concorso “Tenerezza”

Rosario Carello intervistato dal giornalista Antonio Di Martino

Si pubblica la lettera che l’ex alunno dott.Nicola Gulfo ha inviato per e-mail solo agli exalunni utenti di posta elettronica, che sono pocopiù di un centinaio. Si spera in una coralerisposta e si attende l’indirizzo e-mail di tutti gliex alunni e amici della Badia.

10 novembre 2013

Carissimi amici, sono Nicola Gulfo, come tutti voi ex alunno

della Badia di Cava (1983-1988).Lo scorso 8 settembre ho partecipato (dopo

ben 25 anni dal mio diploma) all’Assembleadell’Associazione “ex Alunni” tenutasi comeogni anno alla Badia. In quella circostanza hoincontrato il nostro carissimo Don Leone e viassicuro che l’emozione scaturita da quell’in-contro mi ha così tanto coinvolto emotivamenteche, nel giro di pochi minuti, sono stato colto daun moto di attivismo e solidarietà nei confrontidella Badia che mi ha portato ad inviarvi la pre-sente.

Don Leone, infatti, in qualità di Segretariodell’Associazione, ha rendicontato ai pochi pre-senti sulle attività associative dell’anno 2012-2013 e da tale resoconto è emersa una sempremaggiore distanza tra noi ex alunni el’Associazione stessa, a discapito di attivitàfuture e di ogni altra iniziativa volta a prosegui-re il lungo percorso dell’Associazione portatoavanti con grandi sacrifici ed impegno neglianni.

Ciò comporterebbe da parte nostra la gradua-le e definitiva estinzione di ogni legame affetti-vo con il Collegio, la Scuola, gli Amici, iDocenti e la Comunità monastica che ci hannovisti crescere e formarci nel periodo della nostraadolescenza. A ciò si aggiungerebbe anche laprogressiva chiusura del periodico “Ascolta”che rappresenta oggi l’unico legame e aggiorna-mento sugli eventi e le notizie dalla Badia.

Pertanto, pensando di incontrare la condivi-

Sito dell’Associazione ex alunni e amici della Badia

sione di tutti Voi e ritenendo ormai indispensa-bile l’utilizzo dei social network, ho rappresen-tato a Don Leone la mia disponibilità a creareuna pagina facebook ed un sito dedicato a noied alla nostra Associazione, al fine di mantene-re vivo e costante il nostro legame con la Badiae con l’Associazione.

Don Leone ha accettato con piacere questo“esperimento” ed allora eccomi qui a comuni-carvi di aver già creato la pagina Facebook“Associazione ex Alunni e Amici della Badiadi Cava” che vi invito a visitare e sulla qualepotrete pubblicare tutto ciò che riterrete oppor-tuno, ricordi, foto e tutto ciò che appartiene alperiodo di permanenza alla Badia e cercare con-tatti di compagni e amici per rinsaldare e riatti-vare il legame innanzitutto tra di noi e poi con ilnostro Rettore.

Ho già anche registrato il dominio“www.associazioneexalunnieamicibadiadica-va.it” e mi appresto a creare il sito. Preciso dinon essere un esperto del settore e che pertantoho bisogno di tempo, di aiuto e suggerimentiper rendere fruibili ed attive le pagine.

I vostri indirizzi di posta elettronica me li hagentilmente forniti Don Leone, ma non sonotutti. Ne mancano tanti. Pertanto, vi invito apassare parola tra amici e conoscenti per fare inmodo da raggiungere davvero tutti gli exAlunni.

Al termine di queste attività trasferirò tutte lecredenziali a Don Leone per consentire unica-mente a lui di gestire al meglio il sito internet ela pagina Facebook.

Chi volesse collaborare può farlo contattan-domi gentilmente all’indirizzo di posta elettro-nica: [email protected] oppure al n.389/8882222.

Vi ringrazio e attendo tantissimi riscontri.Lunga vita alla Badia e all’Associazione ex

Alunni.Affettuosamente.

Valentino Di Domenico Nicola Gulfo

«ASCOLTA» N. 18712

Lo confesso subito: il titolo non è mio, èquello che Fulton Sheen dà all’ultimo capitolodel suo volume “Il sentiero della gioia”. “Ilnostro secolo è pieno di profeti di sciagure, edio sarei uno di questi se non credessi in Dio”.

È innegabile che tutta una letteratura, non sisa bene se più galeotta o retorica, ci tiene ascodellarci, a getto continuo, quanto di dete-riore questa povera umanità produce nella vitaprivata, nella vita familiare, nella vita politicae sociale. E in nome della libertà, giornali eriviste vengono riempiti di cronaca nera. Emeno male che è giustificata come tale!

Si sa, ai tempi in cui si usava dipingere iquadri, si faceva largo uso delle ombre (nelSeicento a Napoli si ebbe addirittura la scuoladei tenebrosi), ma le ombre avevano unoscopo ben preciso: far risaltare le luci, oggi nelquadro della vita si vuole portare il medesimosistema della pittura, ove si crede che bastigettare su una tela una manata di colore, prefe-ribilmente nero, per darci un quadro.

Sì, ci sono e non pochi purtroppo i CarylChessman, e i “banditi dal fanalino rosso”, cisono le brutture profumate dei divi e delledive, ci sono i campi di concentramento e ledeportazioni in massa, ci sono le bombe ato-miche e le conflagrazioni mondiali, c’è tutto ilfariseismo privato e pubblico, ci sono i pranzidiplomatici e le conferenze al vertice. C’è tuttoquesto, è vero, ma perché fermarci solo a que-sto? Su questo sfondo tenebroso non si staglia-no esempi luminosi di virtù, qualche voltapalese, il più delle volte nascosta, che comelinfa vitale circola e vivifica continuamente lemembra del Corpo Mistico del Cristo? Ci sonooggi ancora le mamme, che eroicamente sannovivere e soffrire, ci sono i figli che si sannosacrificare; c’è la deportazione ma ci sono ideportati che in silenzio soffrono e offrono, c’ètanta mediocrità nella Chiesa, ma c’è il marti-rio della Chiesa, c’è tanto ateismo, ma è pur

così forte il movimento del ritorno a Dio, esoprattutto è così urgente nell’animo dei giova-ni un anelito verso ideali superiori, verso ciòche li supera, verso ciò che è spirituale chequando questi “scamiciati” avranno superato lapaura di non “procedere di pari passo con illoro tempo”, “la latente capacità di coraggio edi eroismo che esiste in ogni giovane, comedice Fulton Sheen, verrà presto alla superficie,e quando ciò, a Dio piacendo, accadrà, l’ardoredei giovani si concentrerà e sugli eroi e suisanti.

L’ideale ascetico è scomparso dall’animodegli anziani, ma Dio invia nel mondo nuovegenerazioni perché diano un nuovo impulso”.

Tutto questo c’è di bene, e tutto questo è pernoi ragione di speranza. E c’è soprattutto unfatto che ci dà non una speranza, ma la certez-za della vittoria: è il passaggio di Maria nellanostra generazione, passaggio così trionfale chefa della nostra era, l’era di Maria.

Nelle sue numerose apparizioni Maria haparlato, e l’ultima volta proprio nella nostraItalia, con l’eloquenza delle lacrime. Può forseil nostro secolo, “figlio di queste lacrime peri-re?”

In alto i cuori!Maria trionferà su tutte le forze del male, e

nel giorno del suo trionfo ci sarà in tutto ilmondo una grande luce: “Et erit in die illa luxmagna”!

Quando sarà questo giorno?(maggio 1960)

D. Michele Marra O. S. B. Rettore del Seminario Diocesano

L’ultimo saluto del P. Abate Marraagli ex alunni della Badia

Carissimi ex alunni,sarebbe stato mio vivo desiderio tra-

scorrere con voi questa giornata, come glialtri anni. Ma, per le mie condizioni di salu-te, quest’anno posso farlo solo spiritual-mente. Lo faccio con cocente nostalgia,ma con tanta serenità, ben sapendo che«in sua voluntade è nostra psce». (…)

Carissimi ex alunni, voi sapete che ilprogramma del vostro convegno ogni annoprevede alla fine le direttive del P. Abate.Ma, quali direttive? Quest’anno voglio rivol-gervi soltanto una calorosa esortazione,anche se la credo superflua.

Tenete sempre alto il nome della Badia,fate sempre onore a quello che io conside-ro il vostro titolo nobiliare. Ciascuno di voigridi con la vita: «Sono ex alunno della Ba-dia di Cava». Lo faccia con superba umil-tà, più e meglio di come gli antichi diceva-no: «Civis Romanus sum».

Le matricole dell’Associazione imparinoda voi anziani questa grande arte. Quantisulle vie del mondo incrociano il vostrocammino, imparino come si fa ad esseregalantuomini, veri cristiani, vorrei ag-giungere, educati alla scuola di Benedettonella Badia di Cava.

Termino con un cordiale augurio. In unarinascita di vera civiltà, che è quanto dire inun recupero, che speriamo prossimo, deivalori assoluti, oggi, ahimè, in gran parteperduti, gli ex alunni della Badia di Cavasiano portatori della fiaccola della vita.

Il vostro Abate intanto vi abbraccia e vibenedice.

+ Michele MarraMessaggio registrato inviato al

Convegno degli ex alunni del 13 settembre1992, prima delle dimissioni che il P. AbateMarra sapeva prossime.

Inediti del P. Abate Marra

C’è speranza

Don Faustino Avagliano deceduto il 5settembre 2013

Don Faustino Avagliano nella Casa del PadreNella notte tra il 4 e il 5 settembre, dopo

breve malattia, è morto don Faustino Avagliano,monaco e sacerdote, archivista di Montecas-sino. Era nato a Cava dei Tirreni (Salerno) il 10aprile 1941, e dal 1982, dopo la morte di donTommaso Leccisotti, gli era succeduto nelladirezione dell’Archivio. Tutti gli studiosi che sonopassati prima nelle sale del vecchio archivioaccanto all’ingresso del monastero, e poi dal1995 nella nuova sede presso il chiostro dellabasilica, ne hanno conosciuto e apprezzato lespeciali doti di umanità, gentilezza e generositànel corrispondere alle richieste e ai bisogni del-l’uno o dell’altro.

Grande rilievo occupano nell’arco della suaattività culturale i convegni internazionali di stu-dio dedicati al medioevo meridionale, i cui Attisono stati pubblicati nella «MiscellaneaCassinese», a cominciare dal primo: Una gran-de abbazia altomedievale nel Molise. SanVincenzo al Volturno (1985), seguito daMontecassino. Dalla prima alla seconda distru-zione (1987), fino a L’età dell’abate Desiderio.Storia arte e cultura (1992). Molte pagine inoltreAvagliano ha dedicato alla memoria di donTommaso Leccisotti, suo maestro, con il qualecollaborò anche alla serie «Regestidell’Archivio» dal settimo (1972) fino all’undice-simo volume (1977). In particolare significativo è

stato il suo contributo alla conoscenza del terri-torio della Terra sancti Benedicti e del Laziomeridionale, realizzando nuove collane di studioaccanto alla tradizionale «MiscellaneaCassinese», ricordiamo in particolare gli «Studie documenti sul Lazio meridionale».

Era membro della Medieval Academy ofAmerica, del Centro Storico BenedettinoItaliano, del Centro Studi InternazionaliGiuseppe Ermini, dell’Istituto Regionale per gliStudi Storici del Molise V. Cuoco e dellaCommissione Toponomastica del comune diCassino. Dopo la licenza in Storia della Chiesaalla Pontificia Università Gregoriana e inTeologia presso la Pontificia UniversitàLateranense, si era laureato in materie letterarieall’università di Cassino (1983) e ricevette, nel1999, la laurea honoris causa in Lettere dalPontifical Institute of Mediaeval Studies diToronto. Non ultimo riconoscimento alla suainstancabile attività di studioso è stato il Premioalla cultura del Presidente della RepubblicaItaliana.

La morte di don Faustino priva la comunità diMontecassino, della quale dal 1988 è stato prio-re esemplare per vent’anni, di un cuore grandee buono, e di una mente serena e sempre retta.Egli fu davvero un fratello per tutti, monachusutilis, e le sue opere furono sempre quelle dimisericordia e di pace, insieme col sacrificio dilode.

Don Mariano Dell’Omo

«ASCOLTA» N. 187 13

26 luglio – Il dott. Silvio Gravagnuolo(1943-49) trascorre il fine settimana in mona-stero seguendo in tutto la vita dei monaci: cosanon difficile per chi si è formato nel Collegioaustero dei suoi tempi.

27 luglio – Il P. D. Eugenio Gargiulo, Prioreconventuale di Farfa, venuto per una celebra-zione a Cava, fa una calorosa visita alla Badia,trascorrendo gran parte del tempo nella “sua”Biblioteca, che ha diretto dal 1988 al 1997.

Il dott. Ugo Senatore (1980-83) porta aipadri la notizia della seconda laurea appenaconseguita, tra l’altro su argomento legato allaBadia.

Mons. Osvaldo Masullo (1967-72), VicarioGenerale dell’Arcidiocesi di Amalfi-Cava, vienenel pomeriggio a pregare e meditare nellaCattedrale, forse per sfuggire al caldo torridodella città.

28 luglio – Alla Messa domenicale partecipa-no, tra gli altri, il prof. Giovanni Vitolo (prof.1971-73) con la signora, il dott. AntonioAnnunziata (1949-52), - che trascorre la gior-nata all’ombra della Badia, ravvivando il vec-chio amore con i ristoranti della sua adolescen-za - e i più assidui avv. Giovanni Russo (1946-53), Giuseppe Adinolfi (1953-56) e VittorioFerri (1962-65).

29 luglio – Anche d’estate si verificano i gio-chi improvvisi della corrente elettrica checostringono ad “arrangiarsi” tra le 20,45 e le21,45. Altre interruzioni nella notte non sono unproblema, almeno per i monaci della Badia.

31 luglio – Ritorna il prof. Giovanni Vitolo(prof. 1971-73), che attende in archivio al com-pletamento dei volumi XI e XII del Codex diplo-maticus Cavensis.

1° agosto – Tra gli amici che porgono gliauguri onomastici a D. Alfonso notiamoGiuseppe Trezza (1980-85).

Nel pomeriggio visita di un terzetto diCasalvelino: ing. Dino Morinelli (1943-47),dott. Domenico Scorzelli (1954-59) e dott.

Erminio De Bellis (1952-53). Sono alla ricercadi fresco, che riescono a trovare tra le spessemura del monastero.

3 agosto – Viene consegnato dalla tipografia“Ascolta”, che nella giornata è allestito daimonaci più giovani e nel pomeriggio è già pron-to per la spedizione. Provvedono le poste-luma-ca a rallentare la corsa.

4 agosto – La giornata è molto calda: nelpomeriggio la temperatura interna supera i 25°,l’esterna i 35°.

7 agosto – Mons. Orazio Pepe (1980-83),Capo ufficio della Congregazione degli Istituti divita consacrata, trascorrendo le ferie aBellosguardo, suo paese nativo, viene a condi-videre la giornata della comunità monastica. Lagratitudine lo induce a far visita ai suoi maestriche riposano nel cimitero monastico.

10 agosto – Il Priore AmministratoreApostolico nomina il Vice Priore nella personadel P. D. Gennaro Lo Schiavo.

12 agosto – D. Gennaro partecipa alla confe-renza stampa che si tiene al Comune di Cavasu “Il Millennio apre le porte ai giovani”. Sonopresenti il sindaco di Cava prof. Marco Galdi ela prof.ssa Teresa Sorrentino, Assessore allacultura e al turismo del Comune.

14 agosto – Il prof. Giovanni Di Tommaso(1964-65), insieme con la moglie, compie unarimpatriata da Milano, dove si è trasferito perinsegnamento dalla nativa Basilicata trent’annifa. Cerca con “devozione” ricordi dell’anno incui fu prefetto in Collegio. Ci lascia l’indirizzo:Via Sandro Camasio, 2 – 20157 Milano.

15 agosto – Solennità dell’Assunta. Dopo laMessa alcuni ex alunni salutano i padri: il prof.Giuseppe Fasano (prof. 1993-02), che que-st’anno ha insegnato a Cava e ha partecipatocome commissario agli esami di maturità (otti-ma impressione dei licei cilentani!) e NicolaRussomando (1979-84), ormai noto “vaticani-sta” di “Ascolta”, ma che può ben competerecon quelli di testate più prestigiose.

24-25 agosto – Si tiene la terza edizione del-l’iniziativa “Il Millennio apre le porte ai giovani”ideata e realizzata dal P. Abate D. GiordanoRota per il Millenario della Badia. Se ne riferiscea parte.

31 agosto – Il dott. Angelo Scelsi (1966-69)viene a passare qualche giorno all’ombra dellaBadia, per una ricarica nella sua vivace profes-sione di medico.

Nel contesto delle giornate medievali orga-nizzate a Corpo di Cava, alle ore 20 giunge allaBadia dalla chiesetta della Pietrasanta il corteoche rievoca la venuta del papa Urbano II nel1092 per la dedicazione della Basilica. Un com-passato Urbano II, impersonato da PinoCretella, è accompagnato da pettoruti cardinalie da devoti monaci in cocolla e da diversi figu-ranti in costume.

Segue in Cattedrale il concerto della corale“Noi Insieme” di Marina di Vietri sul Mare. Tra icantori il prof. Raffaele Cocomero (prof. 1985-94), noto come bravo pianista.

1° settembre – Alle 20 il corteo papale conUrbano II compie il percorso inverso di ieri diri-gendosi alla chiesa di Corpo di Cava. Nel borgosegue il programma delle giornate medievali.

2 settembre – Per un matrimonio celebratonella Cattedrale della Badia, si rivede il rev. D.Sabato Naddeo (1977-81). Ci comunica, tra lealtre notizie, che dalla parrocchia di Battipagliaè passato a quella di S. Margherita, di cui lascial’indirizzo: Via S. Margherita, 1 – 84129Salerno.

5 settembre – Solennità della Dedicazionedella Basilica Cattedrale celebrata in sordina,con Messa alle 7,30.

7 settembre – Il sindaco di Cava prof. MarcoGaldi porta di persona una copia dei cataloghidelle mostre del Millenario, freschi di stampa.

Nel pomeriggio il direttore del quotidiano“Avvenire” dott. Marco Tarquinio visita laBiblioteca. È accompagnato dal prof. AntonioDe Caro, direttore di “Fermento”, il periodicoI giovani del Millennio il 24 agosto hanno chiuso la giornata con l’adorazione eucaristica

Notiziario

Veduta aerea inedita della Badia con il borgomedievale di Corpo di Cava

Dalla Badia

26 luglio – 2 dicembre 2013

«ASCOLTA» N. 18714

dell’arcidiocesi di Amalfi-Cava, del quale ieri si ècelebrato il ventennale.

8 settembre – Convegno annuale degli exalunni, di cui si riferisce a parte. Per l’assenza digiovani ex alunni, il dott. Giuseppe Battimelli,del Direttivo dell’Associazione, affida alle figlieElvira e Paola l’ufficio di segreteria, che svolgo-no con ammirevole precisione.

Per i Vespri giunge S. E. Mons. Enrico DalCovolo, Rettore della Pontificia UniversitàLateranense, che nel coro si unisce alla comu-nità, con la quale alla fine s’intrattiene cordial-mente.

15 settembre – Il prof. Francesco Ercolano(1954-59), assente al convegno di domenicascorsa (si godeva ancora le vacanze in Austria)viene con la signora a celebrare un “suo” conve-gno: all’ombra della Badia ricorda il suo 70°compleanno, forse augurandosi l’età del nostrofondatore S. Alferio (120 anni).

Anche il prof. Pasquale Cuofano (1965-70)sente il bisogno di riparare all’assenza al conve-gno, almeno raccontando i trionfi dei suoi figliche già lavorano in settori importanti negli StatiUniti e le prove di fiducia che ha ricevute dalministro della Pubblica Istruzione Profumo conincarichi delicati.

16 settembre – Nel pomeriggio Mons. MarioDi Pietro, già sacerdote della diocesi abbaziale,viene da Messina con amici, spinto dal deside-rio di celebrare il 29° anniversario dell’ordinazio-ne sacerdotale ricevuta alla Badia, ravvivandoricordi ed emozioni. Non per nulla il suo primo eunico impegno è la celebrazione della Messa.

19 settembre – Sono ospiti graditi dellaComunità il P. D. Michele Musumeci, PrioreAmministratore di S. Martino delle Scale, e D.Peppino Santarelli, nell’attesa di imbarcarsi sultraghetto Napoli-Palermo della sera.

21 settembre – La dott.ssa Maria AntoniaVillano (1996-00) partecipa come testimone adun matrimonio che si celebra alla Badia. Oltrealla laurea in medicina, conseguita da alcunianni, attende alla specializzazione in cardiochi-rurgia. Neppure la sorella Imma (1996-01) si èfermata: dopo la laurea in legge è divenuta subi-to avvocato ed è sposa felice e madre di un carobimbo.

22 settembre – Dopo la Messa domenicale sipresenta in sagrestia il dott. Mario Scannapie-co (1966-69), che svolge l’attività di commercia-lista a Salerno, senza lasciare la residenza diMaiori.

Alle 19 si tiene in Cattedrale un concerto daltitolo “Gospel Collection”. Si esibiscono ben 13

gruppi: The Overtones, Coro Armonia, LibentiaCantus, Coro Polifonico Incanto, The BlueGospel Singers, Gruppo Vocale Accordo Libero,The Rhythm of the Spirit, Angels’ Gospel Choir,Non Solo Gospel, Ensemble Corale Noukrìa,Friends for Gospel, Daltrocanto, Anema &Gospel.

23 settembre – Il P. D. Vittorio Rizzone,Priore del monastero di Nicolosi, pressoCatania, diretto a Roma insieme con un postu-lante, compie una breve sosta alla Badia parte-cipando alla mensa monastica.

27 settembre – Il rev. D. Cosimo Arcadio(prof. 1997-98), dell’arcidiocesi di Taranto, vienea trascorrere qualche giorno in monastero.

29 settembre – L’avv. Diego Mancini (1972-74) e la signora Rita, nei frequenti viaggi daFrosinone a Salerno, volentieri fanno tappa allaBadia per la Messa domenicale.

Il dott. Antonio Petrone (1967-75), insiemecon i genitori, viene a festeggiare l’onomasticodel padre prof. Michele, attaccato alla Badia piùdel figlio. Una prova? Conserva l’intera collezio-ne del periodico “Ascolta”! La festa continuerà acasa con la laurea di Dominique, primogenita diAntonio.

2 ottobre – Il Principe avv. Mario PutaturoDonati di Nocera dona preziosi volumi allaBiblioteca della Badia dopo l’affidamento dell’ar-chivio di famiglia.

5 ottobre – Alle 18,30 viene celebrata inCattedrale la Messa nel primo anniversario dellamorte della signora Antonietta Picardi Russo,madre del nostro organista Virgilio Russo.

Esegue i canti la corale della parrocchia diPregiato. Sono presenti la comunità monastica,gli oblati, la corale della Badia e molti fedeli.Presiede la concelebrazione il P. D. Leone, chetiene l’omelia.

6 ottobre – Alle 17,30 il dott. GiuseppeBattimelli (1968-71), Vice PresidenteNazionale dell’AMCI, conduce alla Badia lasezione AMCI dell’arcidiocesi di Amalfi-Cava,della quale è Presidente, per l’inaugurazionedell’anno sociale. Relatori sono il prof. D.Domenico Santangelo, docente di teologiamorale all’Università Lateranense di Roma, e ilprof. Giuseppe Acocella, ordinario di filosofiadel diritto nell’Università Federico II di Napoli.Oltre ai medici soci dell’AMCI di Amalfi-Cava edi altre diocesi, sono presenti alcuni oblati e gliex alunni Francesco Romanelli (1968-71) eNicola Russomando (1979-84), ambedue gior-nalisti.

13 ottobre – Dopo la Messa domenicale salu-ta i padri il dott. Vincenzo Citarella (1968-73),il quale svolge l’attività di veterinario presso l’Asldi Salerno.

Il dott. Gaetano Cuoco (1979-84) viene aorganizzare per il mese prossimo una giornataalla Badia con un gruppo di amici.

14 ottobre – Mons. Aniello Scavarelli(1953-64) compie una visita alla Badia insiemecon amici. L’argomento principale della conver-sazione è la recente scomparsa della mamma,a 102 anni, che ha reso vuota la sua casa. LeMesse di suffragio che chiede alla Badia atte-stano il suo profondo affetto.

Il dott. Francesco Russo (1990-95) viene acomunicarci che si è laureato in sociologia e,grazie a Dio, è già immesso nel lavoro.

15 ottobre – La dott.ssa Barbara Casilli(1987-92) viene a prendere accordi per l’orga-nizzazione di un convegno di medici dell’ASL diSalerno da tenere alla Badia. Specializzata inpneumonologia, presta servizio pressol’Ospedale di Cava.

16 ottobre – Il dott. Gennaro Pascale (1964-73) fa visita ai vecchi maestri, intrattenendosisulla necessità di tener viva l’Associazione exalunni.

18 ottobre – Con un gruppo di visitatori si pre-senta il dott. Benedetto Pisano (1991-94).Apprendiamo che è laureato in scienze dellacomunicazione e lavora in una compagnia diassicurazioni. Dà notizie anche del fratelloFrancesco (1979-82), geometra, che lavora erisiede a Salerno (via Pier Emilio Bosi, 7 –84133 Salerno).

19 ottobre – Il col. Luigi Delfino (1963-64),viterbese d’adozione, finalmente si concede unbreve soggiorno nella sua Cava. Ed è subito allaBadia per dare sue notizie e iscriversiall’Associazione con la solita puntualità.

Venuto a Cava per impegni, il dott. IvanCasillo (1973-74) si assicura una rapida visitaai padri, quando già scendono le tenebre.Lascia il suo nuovo indirizzo: Via Europa, 174 –80147 S. Giuseppe Vesuviano (Napoli).

20 ottobre – Il dott. Gaetano Pellegrino(1976-81), insieme con il figlio Giuseppe, matri-cola di medicina all’Università di Napoli, viene aprendere accordi per un incontro di medici allaBadia. È primario radiologo.

21 ottobre – Il dott. Nazario Matachione(1949-54) corre alla sua amata Badia con affet-to più intenso dopo che, come farmacista inpensione, ha lasciato l’Italia per raggiungere i

Il direttore di “Avvenire” dott. Marco Tarquiniovisita l’archivio della Badia il 7 settembre

Presenti al convegno dell’Associazione ex alunni e amici della Badia

«ASCOLTA» N. 187 15

figli in Brasile, dove hanno creato strutturealberghiere. Ecco l’indirizzo: Pointeca Break –Caccia Cumbuco (Brasile).

23 ottobre – Francesco Marrazzo (1974-75)ritorna alla Badia per i suoi studi prediletti sullerelazioni Salerno-Badia.

25 ottobre – Giunge da Pontida il P. Abate D.Giordano Rota, al quale nel pomeriggio vieneconferita la cittadinanza onoraria di Cava. Sene riferisce a parte.

26 ottobre – Alle 11,30 si tiene al Comune diCava la presentazione dei cataloghi delle tremostre del Millennio. Moderatore è il sindaco diCava prof. Marco Galdi, mentre la presenta-zione vera e propria è compiuta dai curatoridelle mostre. Con il P. Abate Rota sono presen-ti D. Leone e D. Domenico.

Al pranzo si festeggia il P. Abate Rota per lacittadinanza onoraria.

27 ottobre – Di buon’ora il P. Abate Rotariparte per Pontida.

Alla Messa è presente, tra gli altri, MarcoGiordano (1997-02) con la moglie Patrizia.

29 ottobre – Il col. Luigi Delfino (1963-64), inpartenza per Viterbo, ritorna a salutare i padri.

31 ottobre – Vittorio Ferri (1962-65) siaffretta a rinnovare l’iscrizione all’Associazionee a comunicare che è ritornato alla sua terranatia, la frazione S. Cesareo di Cava: TraversaF. Vecchione, 6 – 84013 Cava dei Tirreni. Comefresco pensionato, dichiara la sua disponibilitàper la Badia e per l’Associazione ex alunni.

1° novembre – Alla Messa di tutti i Santi par-tecipa, tra gli altri, Nicola Russomando (1979-84).

Come le due ultime settimane di ottobre,anche questa giornata è splendida: tiepida ericca di sole.

2 novembre – Commemorazione dei fedeliDefunti. Alle 11 Messa solenne, con la parteci-pazione di pochi fedeli. Dopo i Vespri, i monacisi recano al cimitero monastico per la celebra-zione della terza Messa.

6 novembre – Il sindaco di Cava prof. MarcoGaldi viene a presentare il programma detta-gliato della permanenza in Badia dal 9 al 12novembre del metropolita greco ortodossoKyrillos.

8 novembre – Si tiene in Cattedrale alle ore19 un concerto nel contesto del “IV Salerno

Festival”, in cui si esibiscono quattro corali: TheOvertones di Cava, la Corolla di Ascoli Piceno,Stella Alpina di Verona, Domini Cantus di Barra(Napoli).

9 novembre – Si svolge alla Badia un conve-gno di studio organizzato dall’U.O.C. medicinagenerale del P.O. di Cava dei Tirreni sul tema“L’emogasanalisi arteriosa e l’equilibrio acido-base: l’interpretazione clinica dell’esame”.Parte rilevante ha avuto nella organizzazione eoggi nello svolgimento la dott.ssa BarbaraCasilli (1987-92).

In serata giunge il metropolita ortodossoKyrillos di Karditsa, in Tessaglia, con tresacerdoti e due laici, accompagnato dal sinda-co di Cava, per un soggiorno fino al 12 novem-bre. La chiesa ortodossa di Karditsa è una dellepiù grandi della Grecia, con circa 230 sacerdo-ti.

10 novembre – Alla Messa domenicale, pre-sieduta dall’Amministratore Apostolico, assisto-no il Metropolita Kyrillos e altri tre sacerdotiortodossi, disposti sul presbiterio. Partecipaanche il sindaco di Cava. All’offertorio eseguo-no un loro canto che si conclude con “Kyrie elei-son”.

Dopo la Messa gli ospiti greci visitano laBiblioteca. Per illustrare le pergamene greche siè provveduto a far venire il prof. Filippo D’Oria,docente di paleografia greca all’Università diNapoli.

La giornata è piovosa, convarie riprese più intense nellaserata

12 novembre – Gli ospitiortodossi ripartono per laGrecia visibilmente soddisfatti.

13 novembre – Si tiene alComune di Cava la conferenzastampa sul “Premio Badia” esulla premiazione del concorsofotografico e relativa inaugura-zione della mostra che avrannoluogo alla Badia domenica 17novembre. Per la Badia sonopresenti D. Leone e D.Domenico.

17 novembre – Alla Messadomenicale partecipa, tra glialtri, il prof. Giovanni Vitolo (prof. 1971-73).Nel pomeriggio il prof. Sigismondo Somma(prof. 1979-85) si affretta a presentare gli augu-ri al superiore provvisorio avendo letto solo orala notizia su “Ascolta”.

Alle ore 19 si tiene in Cattedrale la premia-

zione per il concorso fotografico “Tenerezza” ela consegna del “Premio Badia”. Se ne riferiscea parte. Gli ex alunni presenti: i giornalisti

Francesco Romanelli (1968-71) e Antonio DiMartino (1977-78), il presentatore della serata.

22 novembre – Giornata piovosa sin dal mat-tino.

Grazie alla legge del Millennio, si comincianoalcuni restauri: ambone e pitture ai soffitti del-l’archivio.

24 novembre – Solennità di Cristo Re, checonclude l’Anno della fede. Per l’occasione sitiene in Cattedrale l’adorazione eucaristicadurante la quale si celebrano anche i Vespri.

25 novembre – Dopo settimane abbastanzamiti, è arrivato il freddo: si registrano tempera-ture di poco sopra lo zero.

29 novembre – Una giornata veramente inat-tesa, così tersa e soleggiata.

30 novembre – Il dott. Giuseppe Battimelli(1968-71), Vice Presidente Nazionaledell’Associazione Medici Cattolici Italiani(AMCI) e Presidente della sezionedell’Arcidiocesi di Amalfi-Cava dei Tirreni, orga-nizza e dirige alla Badia un incontro scientificosul tema “Inquinamento ambientale e patologianeoplastica”. Primo relatore è il sen. LucioIl metropolita ortodosso Kyrillos di Karditsa e seguito con la comunità monastica, presenti il sindaco

prof. Marco Galdi e il prof. Filippo D’Oria

Il giornalista Rai Rosario Carello ha ricevuto il“Premio Badia” il 17 novembre

Gli Ortodossi assistono alla Messa in Cattedrale il 10 novembre

Romano, componente della XII CommissioneIgiene e Sanità del Senato. In seguito interven-gono il dott. Alfonso D’Arco, direttoredell’U.O.C. di Oncoematologia dell’Ospedale“Umberto I” di Nocera Inferiore e il dott. PietroMasullo (1966-69), direttore dell’U.O.C. diOncologia medica dell’Ospedale “S. Luca” diVallo della Lucania. I tre relatori sono concordinell’evidenziare come l’inquinamento ambienta-le presenti notevoli implicazioni di sanità pubbli-ca, economico-sociali e politiche.

1° dicembre – Alla Messa domenicale sonopresenti gli ex alunni Nicola Russomando(1979-84) e il dott. Gaetano Cuoco (1979-84),che accompagna un gruppo di amici nella visitadella Badia.

2 dicembre – Alle ore 16 si insedia il Comitatonazionale del Millennio e tiene la prima riunione.Sono presenti: il notaio dott. TommasoD’Amaro, Presidente, la dott.ssa MarinaGiannetto, il prof. Marco Galdi, l’on.Edmondo Cirielli, l’arch. Enrico De Nicola, ilP. D. Leone Morinelli. Partecipano anche, perle loro specifiche competenze, per la Provinciadi Salerno, la dott.ssa Marina Fronda, l’ing.Lorenzo Criscuolo, l’ing. Manuela Modesti el’arch. Venere De Martino; per il Comune diCava dei Tirreni, la dott.ssa Assunta Medolla.Factotum è, come negli anni scorsi, il Segretariodel Comitato dott. Angelo Gravier Oliviero, delMinistero dei beni culturali.

11 luglio – A Roma, in legge, Manuel Gatto,fratello del dott. Sisto (1994-98). Passa la noti-zia il padre dott. Alfonso, divenuto amico eammiratore della Badia dopo una sua ispezionealla Biblioteca.

12 novembre – A Napoli, presso l’Università“Federico II”, in legge, Valerio Casilli, figlio delprof. Antonio.

4 agosto – A Milano, il dott. Renato Rug-

giero (1943-45), già ministro del commercio conl’estero e poi ministro degli esteri.

7 agosto – A S. Barbara di Ceraso, a 102 annicompiuti, la sig.ra Sofia Tambasco, madre diMons. Aniello Scavarelli (1953-64).

5 settembre – A Montecassino, il rev. P. D.Faustino Avagliano (1951-55), Vice Priore earchivista dell’Abbazia, fratello di Antonio (1955-58), del dott. Carmine (1953-58) e di Giuseppe(1958-62) e zio del dott. Vincenzo (1999-00).Per la Badia partecipano ai funerali, celebrati il7 settembre, D. Gennaro Lo Schiavo e D.Domenico Zito.

17 settembre – In Bosnia Erzegovina, il sig.Giuseppe Pellegrino, padre di Domenico(1973-77), Gaetano (1976-81) e Massimo(1975-78).

25 ottobre – A Salerno, il sig. Alberto Verzini(1942-50), funzionario Laboratori Menarini.

«ASCOLTA» N. 18716

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Questa testata aderisceall’Associazione Giornalisti Cava Costa d’Amalfi“Lucio Barone”

Lauree

In pace

Il 2 dicembre si è riunito alla Badia il nuovo Comitato nazionale del Millennio. Da sinistra: D. LeoneMorinelli, arch. Venere De Martino, ing. Manuela Modesti, ing. Lorenzo Criscuolo, il Presidente nota-io dott. Tommaso D’Amaro, dott.ssa Assunta Medolla, on. Edmondo Cirielli, dott.ssa MarinaGiannetto, prof. Marco Galdi, dott.ssa Marina Fronda, arch. Enrico De Nicola, dott. Angelo GravierOliviero.

Relatori al convegno scientifico tenuto alla Badia il 30 novembre. Da sinistra: dott. Pietro Masullo,dott. Alfonso D’Arco, dott. Giuseppe Battimelli, sen. Lucio Romano.

Per questo numero hanno collaborato con laRedazione: Giuseppe Battimelli, ValentinoDi Domenico e Nicola Russomando.