NASCITA - Parrocchia Don Bosco Roma VII Municipio · Natale del Signore ... Figlio mio, è apparsa...

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NASCITA Natale del Signore Nato in una stalla, egli è il sole di giustizia di tutti coloro che non smettono di bussare alle porte delle società. Posato nell'abbandono fuori dalla città, egli è il pane di tutti quelli che vagabondano, esclusi dalla tavola comune. Cullato da sua madre, egli è l'amore di Dio deposto nelle braccia di tutti quelli che non hanno altro rifugio che il grido della loro infelicità. Steso sulla paglia simile a una spiga nuova, egli è la felicità pronta per essere raccolta. Questo Bambino, venuto in piena notte di lacrime e di paure, è la speranza di Dio, offerta all'ardente attesa dell'umanità! Mentre il silenzio fasciava la terra e la notte era a metà del suo corso, tu sei disceso, o Verbo di Dio, in solitudine e più alto silenzio. Fin dal principio, da sempre tu sei, Verbo che crea e contiene ogni cosa,

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NASCITA Natale del Signore

Nato in una stalla, egli è il sole di giustizia di tutti coloro che non smettono di

bussare alle porte delle società. Posato nell'abbandono fuori dalla città, egli è il

pane di tutti quelli che vagabondano, esclusi dalla tavola comune. Cullato da sua

madre, egli è l'amore di Dio deposto nelle braccia di tutti quelli che non hanno

altro rifugio che il grido della loro infelicità. Steso sulla paglia simile a una

spiga nuova, egli è la felicità pronta per essere raccolta. Questo Bambino, venuto

in piena notte di lacrime e di paure, è la speranza di Dio, offerta all'ardente

attesa dell'umanità!

Mentre il silenzio fasciava la terra

e la notte era a metà del suo corso,

tu sei disceso, o Verbo di Dio,

in solitudine e più alto silenzio.

Fin dal principio, da sempre tu sei,

Verbo che crea e contiene ogni cosa,

Verbo, sostanza di tutto il creato,

Verbo segreto di ogni parola.

La creazione ti grida in silenzio,

la profezia da sempre ti annunzia;

ma il mistero ha ora una voce,

al tuo vagito il silenzio è più fondo.

E pure noi facciamo silenzio,

più che parole il silenzio lo canti,

il cuore ascolti quest'unico Verbo,

che ora parla con voce di uomo

A te, Gesù, meraviglia del mondo,

Dio che vivi nel cuore dell'uomo.

Dio nascosto in carne mortale,

a te l'amore che canta in silenzio. (David Maria Turoldo)

Marana tha, vieni Signore Gesù!

Natale del Signore

Il Salvatore, da secoli preannunziato dai

Profeti e desiderato dagli uomini, è giunto tra noi. La realtà ha superato ogni più

ardito sogno: Dio stesso è venuto nella

povertà, per salvarci e ci invita a vivere

con coerenza per partecipare alla sua pace

e alla sua gloria.

“Il Verbo si fece carne”

LETTURA (leggere con intelligenza e comprendere con sapienza)

PRIMA LETTURA ISAIA 9, 2-4.6-7

Dio non abbandona mai il suo popolo e, quando tutto è buio, fa brillare più splendente la sua

luce. Luce di Dio, è il Bimbo preannunciata da Isaia, che venendo a Betlemme porterà gioia,

pace, giustizia e salvezza.

Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse. Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia. Gioiscono davanti a te come si gioisce quando si miete e come si esulta quando si divide la preda. Perché tu hai spezzato il giogo che l'opprimeva, la sbarra sulle sue spalle, e il bastone del suo aguzzino, come nel giorno di Màdian. Perché ogni calzatura di soldato che marciava rimbombando e ogni mantello intriso di sangue saranno bruciati, dati in pasto al fuoco. Perché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il potere e il suo nome sarà: Consigliere mirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace. Grande sarà il suo potere e la pace non avrà fine sul trono di Davide e sul suo regno, che egli viene a consolidare e rafforzare con il diritto e la giustizia, ora e per sempre. Questo farà lo zelo del Signore degli eserciti.

SALMO RESPONSORIALE SALMO 95

Tutti i popoli e l'intera creazione sono invitati ad esultare di gioia e a lodare il Signore che

viene a salvarci nella verità e nella giustizia.

Rit Oggi è nato per noi il Salvatore.

Cantate al Signore un canto nuovo, cantate al Signore, uomini di tutta la terra. Cantate al Signore, benedite il suo nome.

Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza. In mezzo alle genti narrate la sua gloria, a tutti i popoli dite le sue meraviglie. Gioiscano i cieli, esulti la terra, risuoni il mare e quanto racchiude; sia in festa la campagna e quanto contiene, acclamino tutti gli alberi della foresta. Davanti al Signore che viene: sì, egli viene a giudicare la terra; giudicherà il mondo con giustizia e nella sua fedeltà i popoli.

SECONDA LETTURA TITO 2, 11-14 Con la nascita di Gesù la speranza di salvezza è divenuta realtà e il mondo ha esperimentato

lo straordinario amore di Dio per gli uomini.

Figlio mio, è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l'empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell'attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo. Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone.

VANGELO LUCA 2, 1-14

Il Messia promesso è nato a Betlemme. Per riconoscere in Lui il Salvatore del mondo è

necessaria la fede semplice ed umile dei pastori.

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c'era posto nell'alloggio. C'erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all'aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l'angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».

MEDITAZIONE ( = meditare con attenzione e ascoltare con amore)

GIOIA DEL NATALE Oggi è nato il Salvatore: esultiamo! Non è lecito infatti essere tristi, perché è il giorno del

natale della vita. Essa, scomparso il timore della morte, ci dà nell'intimo la gioia

dell'eternità promessa. A nessuno è vietato di partecipare a questo gaudio, vi è un solo motivo

di gioia per tutti, perché il nostro Signore, vincitore della morte e del peccato, come non ha

trovato nessuno scevro da peccato, così è venuto a dare a tutti la liberazione. Esulti il santo, perché si avvicina alla vittoria. Si rallegri il peccatore, perché viene invitato al

perdono. Si faccia coraggio il pagano, perché è chiamato alla vita . Riconosci, o cristiano la

tua dignità, e, fatto partecipe della natura divina, non voler tornare , con la tua condotta

ignominiosa, alla degradazione di un tempo. Non dimenticare di quale Capo e di quale

Corpo sei membro. Ricordati che strappato dal potere delle tenebre, sei stato trasferito nel regno luminoso di Dio. ( S. Leone Magno)

LA VITA ERA LA LUCE DEGLI UOMINI

La luce sfolgorante indica il mondo misterioso di Dio e il suo piano eterno di salvezza

svelato, è la gloria di Jahvè che si rende visibile agli occhi mortali, è la potenza divina che

si fa toccare con mano, è l’amore infinito di Dio da cui il popolo si sente illuminato. Questa

luce è presente a Natale e scaccia le tenebre del dolore, della morte, dell’errore, dei dubbi,

di ogni male. Gesù che nasce è la luce che manifesta il vero volto di Dio e la sua infinita

bontà, svela pienamente il mistero del suo piano di amore e fa cadere i dubbi sulla

vocazione e sul destino dell'uomo e del mondo. Dona agli uomini la salvezza, mette in luce

la vera dignità di ogni persona, il senso di ogni vita , la meta della storia. Perché nasce

Gesù, il male, il peccato, la morte sono destinati a scomparire e la pace, la gioia, la

bontà, l’amore a trionfare.

NASCE PER NOI

Ci è nato un fanciullo. Di qui sgorga un messaggio di speranza; un fascio di luce; un elemento di novità . Un bambino che nasce è un destino nuovo che si apre, una speranza che si ridesta. Ma qui non è solo un bambino: è quel Bambino. E' da sempre nel seno di

Dio e ora nasce da una donna. Figlio di Dio e figlio di Maria. E' Dio che sposa il nostro destino e si mette dalla nostra parte. Si fa compagno dell'uomo, totalmente solidale con lui.

Dio è venuto quaggiù come un bambino il cui balbettio è facile soffocare. E effettivamente

lo soffocano coloro che credono di realizzare da soli la propria vita. Ma lo ascolta chi vede

nel debole bambino, che giace nella mangiatoia, il Salvatore del mondo.

NATALE Nel giorno di Natale, la Chiesa contempla il mistero del Figlio di Dio, che «nato dal

Padre prima di tutti i secoli, Dio da Dio, luce da luce, Dio vero da Dio vero», discese dal cielo, diventò uomo. Si giunge ad un «meraviglioso scambio»: Cristo accolse la nostra

natura umana, debole e limitata, per farci partecipare alla sua natura divina.

PREGHIERA (pregare la parola )

Padre di eterna gloria, che nel tuo unico Figlio ci hai scelti e amati prima della creazione del

mondo e in lui, sapienza incerata, sei venuto a piantare in mezzo a noi la tua tenda,

illuminaci con il tuo Spirito, perché accogliendo il mistero del tuo amore, pregustiamo la

gioia che ci attende, come figli ed eredi del regno. ( Orazione di Natale )

O Gesù Salvatore, immagine del Padre, re immortale dei secoli, luce d’eterna luce,

speranza inestinguibile, ascolta la preghiera. Tu che da Maria Vergine prendi forma mortale, ricordati di noi! Nel gaudio del Natale ti salutiamo, o Cristo, redentore del mondo.

La terra, il cielo, il mare acclamano il tuo avvento, o Figlio dell'Altissimo. Redenti dal tuo

sangue, adoriamo il tuo nome, cantiamo un canto nuovo. ( dall'inno di Vespri del periodo

natalizio )

CONTEMPLAZIONE (silenziosa accoglienza della parola di Dio)

AZIONE ( assunzione di impegni concreti)

Dio è venuto “tra la sua gente”. Ospitiamolo con cordialità nella “nostra casa”.

Natale del Signore

Vangelo

Luca 2, 1Luca 2, 1Luca 2, 1Luca 2, 1----21212121 Nascita di Gesù e visita dei pastori 1 In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che

si facesse il censimento di tutta la terra. 2 Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. 3 Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. 4

Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva

infatti alla casa e alla famiglia di Davide. 5 Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. 6 Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. 7

Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto

nell’alloggio. 8 C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. 9 Un angelo del Signore si presentò a loro

e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, 10 ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: 11 oggi,

nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. 12 Questo per voi il segno: troverete un bambino

avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». 13 E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: 14 «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla

terra pace agli uomini, che egli ama». 15 Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l’un

l’altro: «Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». 16 Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino,

adagiato nella mangiatoia. 17 E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. 18 Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. 19 Maria,

da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. 20 I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio

per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. 21 Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato

dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo ( Bibbia Cei : versione 2008 )

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse

il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando era

governatore della Siria Quirinio. Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno

nella sua città. Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide,

dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide,

chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era

incinta. Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni

del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo

depose in una mangiatoia, perché non c`era posto per loro nell`albergo.

C`erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la

guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la

gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma

l`angelo disse loro: «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà

di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il

Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce,

che giace in una mangiatoia». E subito apparve con l`angelo una moltitudine

dell`esercito celeste che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei

cieli e pace in terra agli uomini che egli ama». Appena gli angeli si furono

allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro: «Andiamo fino a

Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere».

Andarono dunque senz`indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino,

che giaceva nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del

bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose

che i pastori dicevano. Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose

meditandole nel suo cuore. I pastori poi se ne tornarono, glorificando e

lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com`era stato detto

loro. Quando furon passati gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu

messo nome Gesù, come era stato chiamato dall`angelo prima di essere

concepito nel grembo della madre

( Bibbia Cei : versione 1974 )

LETTURA ( = leggere con intelligenza e comprendere con sapienza)

I primi due capitoli di Luca, sono chiamati “vangeli dell'infanzia” e si

staccano dalla primitiva predicazione cristiana dei Vangeli che, raccontando la vita e

le parole di Gesù iniziava dall'attività di Giovanni ( esempio: Mc 1, 2 ss, Atti 10, 37 ).

Questi capitoli si differenziano poi nettamente anche dai successivi per il mondo con

cui vengono utilizzati e personaggi dell'Antico Testamento, per l'orizzonte teologico,

che si ispira alle attese messianiche giudaiche e per lo stile letterario. Lo stile con cui

Luca scrive questi capitoli era ben noto in Israele ed era chiamato “midrash” o

“commento”, che era uni commento edificante della Bibbia fatto dai Rabbini,.

riattualizzando i testi sacri alla luce di fatti nuovi. In Luca 1-2, sulla base di una

breve autentica memoria dei fatti, il racconto viene completato da un'antologia di

citazioni attinte all'Antico testamento e appropriate alla nascita del Messia. I fatti storici provengono dall'ambiente della Madre e dei parenti di Gesù o furono

conservati nei circoli giudeo-cristiani e sono la nascita di Giovanni da un vecchio

sacerdote e da Elisabetta, la nascita di Gesù, il Messia, in occasione di un viaggio per

censimento a Betlemme, da Maria sposata Giuseppe, le cerimonie avvenute attorno a

quelle nascite e un episodio della fanciullezza di Gesù al tempio. Luca ha rielaborato

i fatti, li ha riletti mediante allusioni e attualizzazioni dell'Antico Testamento, come

le nascita di Isacco, di Samuele, di Sansone e li ha ricomposti non secondo la

successione cronologica, ma secondo un criterio artistico: ( composizione di

un'azione drammatica in due dittici : Giovanni e Gesù , parallelismo, ritornelli).

Inoltre tutto è letto alla luce della resurrezione è Gesù che è visto come figlio di

Davide, Messia, re, figlio di Dio, anche se si questa precisazione di discute se sia

chiara in questi capitolo. Con Luca 1-2 non ci troviamo davanti ad una storia per

bambini ma davanti a racconti carichi di messaggi teologici, che esigono studio

attento. La pericope proposta per la messa della notte di Natale presenta il fatto

storico della nascita di Gesù a Betlemme. Non si tratta né di un resoconto cronachistico, né di una leggenda colorita di folclore, ma di un avvenimento reale

interpretato alla luce della fede cristiana, con al centro l'annunzio semplice e

conciso della nascita di Gesù: “ Dette alla luce il suo primogenito”.

Luca 2, 1-14. Natale : Messa della notte

CENSIMENTO….QUIRINO (2 ) Luca inquadra, secondo il suo solito, la nascita di Gesù nel contesto del

mondo romano, ma questa annotazione sfugge al nostro controllo storico.

Sappiamo che Augusto fu imperatore dal 30 A.C al 14 d. C, che indisse molti

censimenti generali e parziali; è detto che questa fu un censimento generale (“ di

tutta la terra”), cioè di tutto l'impero romano, da Augusto considerato “tutta la terra”,

che Quirino fu legato in Siria e fece un censimento nell'anno 6 d. C., quindi dopo la

nascita di Gesù ma Gesù, secondo calcoli più esatti sarebbe nato verso il 5 d. C. . Da

ciò deriva che non ci può essere coincidenza tra il censimento di Querino e la nascita

di Cristo. Pertanto per la datazione del censimento qui indicato si fanno varie

ipotesi: una è che Quirino ne abbia fatto un altro prima di quello del 6, appunto

questo indicato come “primo”; un'altra ipotesi e che v. 2 possa essere tradotto come

segue: “questo censimento avvenne prima che Quirino fosse governatore della Siria”.

CIASCUNO NELLA SUA CITTA' ( 3 ) Un censimento romano poteva essere basato sul principio delle residenza

nella propria città di nascita. Un papiro egiziano attesta che il governatore d'Egitto nel

104 d. C. ordinò un “censimento per famiglie”.

GIUSEPPE .. DELA FAMIGLIA DI DAVIDE ( 4 ) E' un motivo contingente che spinge Giuseppe lontano da Nazaret: egli

infatti va a Betlemme perché era della discendenza di Davide. E Luca sottolinea

questa discendenza ( “casa” “famiglia” “città di Davide”). In questa cittadina si

avvera la profezia di Michea 5, 1. Betlemme ( a.777 ) oggi è un paese di 7.500

abitanti, allora ne aveva un migliaio. Da Nazaret ( a. 525 ) distava 150 chilometri, che

a quei tempi si percorrevano in tre giorni di carovaniera. Le strade allora era cattive e

infestate da predoni.

MARIA SUA SPOSA (5) Maria deve andare, anche se incinta, perché era obbligata a presentarsi

personalmente alle autorità civili per le dichiarazioni richieste.

SI COMPIRONO … DIEDE ALLA LUCE ( 6 )

Siamo al “compimento” dei giorni del parto, ma anche al “compimento”

teologico. “Diede alla luce”, la nascita è accennata con estrema sobrietà: l'avvento di

Dio nell'umanità si compie in semplicità.

PRIMOGENITO (6 ) Luca usa “prototokos” e non “monogenes”, come in 7, 12 , non perché

Maria abbia avuto altri figli, ma in senso giuridico: il maschio primogenito doveva

essere consacrato a Dio. ( Es 13, 12 )

LO AVVOLSE IN FASCE ( 7 ) La fasce e la mangiatoia presentano una scena di semplicità estrema, di

reale povertà. Gesù nasce in una delle caverne scavate nelle colline che circondano

Betlemme, che avevano un ambiente interno riservato alle bestie e una tettoia

appoggiata alla grotta per gli ospiti o per i pasti.

NON C'ERA POSTO (11 ) L'albergo era in realtà un caravanserraglio, un recinto chiuso da un muro a

cielo aperto con uno stanzone e poche stanzette; nel locale interno e nel cortile tutto

era in comune e non era certo il posto per una nascita. E' anche la constatazione che

Gesù non trova un posto per nascere tra gli uomini. “I suoi non l'hanno accolto” dirà

Giovanni 1, 11.

CERANO NELLA REGIONE (8 ) I pastori della Giudea vivevano emarginati dalla città, sempre a contatto

con gli animali e non godevano di buona fama, anche per il loro concetto piuttosto

largo sulla proprietà, Legalmente non potevano testimoniare. Per i farisei erano “ il

popolo della terra”. Eppure sono i primi chiamati come testimoni di Gesù.

VEGLIAVANO DI NOTTE ( 8 ) Ciò avveniva di solito tra la Pasqua e Novembre, ma anche in altri periodi

dell'anno. Da questa notizia non possiamo quindi dedurre che Gesù sia nato in un

determinato mese. Solo sappiamo che era “di notte”, quando i pastori si trovavano a

vegliare per le pecore. La notte poi è anche il simbolo delle tenebre che Dio riempie

della sua luce.

UN ANGELO ( 8 ) L'annunzio avviene secondo lo schema delle apparizioni: gloria luminosa,

spavento, incoraggiamento, lieto messaggio, segno.. L'angelo è un messaggero di Dio.

LA GLORIA DEL SIGNORE (9 ) “Gloria” nell'A.T indica la manifestazione della presenza del Signore. ( Es

40, 34) E' Dio stesso che si comunica ai pastori, attraverso il simbolo della luce e la

mediazione dell'angelo. La gloria del Signore avvolge i pastori, come gli Apostoli

nella trasfigurazione.

NON TEMETE..ANNUNZIO..GIOIA (10 ) Risalta lo schema delle apparizioni. La gioia annunziata per tutti proviene

dalla venuta del Salvatore.

E' NATO (11 ) “Oggi” ( semeron) indica l'inizio dell'era messianica, il termine di tutta la

storia di Israele che fu una lunga preparazione alla venuta di Gesù.. “Voi” indica non

solo i pastori ma l'intero popolo. “Un salvatore…..“. In questo annunzio è concentrato l'essenziale della professione di fede circa la vera identità di Gesù,

annunziata già da ora, senza aspettare l'ora della risurrezione: Gesù è il Salvatore, è il Messia, è Dio, Signore è infatti titolo divino per eccellenza e Gesù non diventa

Signore dopo la risurrezione, lo è di diritto fin dal concepimento e della nascita. PER VOI IL SEGNO ( 12 ) Il segno era di solito un avvenimento straordinario. Qui il segno è identico

alla promessa, è un bambino. Questo segno, come poi la croce indicano un Dio che si

fa servo, che si fa agnello, che si fa piccolo per amore.

UNA MOLTITUDINE ( 13 ) La presenza degli angeli ricorreva nell'apocalittica di Qumran per dire

che la comunità era il luogo della presenza di Dio. Questo midrash in Luca vuole

esprimere che Dio è presente nel bambino della mangiatoia. Il coro degli angeli

suscita e completa quella degli emarginati pastori e canta la gloria nel profondo

dell'umiliazione.

GLORIA A DIO ( 14 ) Gli angeli prima di lasciare i pastori intonano un inno in cui risaltano tre

elementi che si contrappongono: Gloria-pace; Dio-uomini, cielo terra. E' una

proclamazione messianica: è la nascita di Cristo che reca gloria, lode e onore a

Dio, salvezza, gioia, pace agli uomini, che dà a Dio il massimo di gloria e rivela agli

uomini la volontà salvifica di Dio. La pace è per gli “ uomini della benevolenza”

(eudokia ) divina di cui essi sono oggetto. E tutti gli uomini ne sono oggetto, dato

che Dio ama tutti (3, 6 ).

(Lc 2, 15-20 Natale: Messa aurora - Lc 2, 16-21 : Madre di Dio

APPENA GLI ANGELI (15 ) La scena dell'annunciazione ai pastori si è chiusa con la partenza degli

angeli “ appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo”, e comincia il

primo pellegrinaggio al Signore Gesù.

ANDARONO SENZ'INDUGIO (16 ) I pastori per andare da Gesù devono percorrere una “distanza” e la percorrono

“senza indugio”. Essi vogliono vedere il “segno”, ma è anche la sollecitudine della fede che si fa risposta all'annunzio di Dio. E' interessante notare come tutto il racconto

di Luca sia costellato di verbi di moto e di sorpresa: “ Andiamo, vediamo,

conosciamo, andarono, trovarono, videro, riferirono, tutti udirono, si stupirono,

tornarono glorificando e lodando Dio per tutto quanto avevano udito e visto”.

Agostino dirà “ uomo immerso nel gelo della notte, vieni, cammina anche tu verso

Beltemme, verso il bambino e sua madre, lasciati avvolgere dalla luce del Signore” .

TROVARONO ( 16 ) La scena presenta una povera famiglia e un gruppo di gente rifiutata dal

Sinedrio. Luca vede già profilarsi l'assemblea della Chiesa che “ glorifica e loda Dio per tutto quello che ha udito e visto” (20).

RIFERIRONO (16 ) I pastori ricevendo la rivelazione hanno ricevuto la missione di

trasmetterla ( 1 Cr 15, 1 ) e diventano zelanti missionari e diffondono la notizia che fa

meravigliare.

MARIA (19 ) Mentre la gente si meraviglia, Maria, custodisce il ricordo, come i profeti,

e approfondisce con la meditazione il senso dei fatti cui ha preso così grande parte.

Forse qui Luca ci presenta Maria come fonte primaria delle sue notizie sull'infanzia

di Gesù.

I PASTORI (20 ) I pastori ritornano al gregge lodando e glorificando Dio. . Così la lode

degli angeli si ripete nella bocca dei pastori. La vita che i pastori stanno per riprendere

sarà ormai illuminata.

OTTO GIORNI (21 ) Il primo intervento ufficiale su Gesù consiste nel sottometterlo alla Legge:

come ebreo fa la sua entrata nel popolo dell'alleanza. La circoncisione era infatti il

rito dell'aggregazione a Israele e simbolo dell'alleanza stipulata da Dio con Abramo e

discendenti. ( Gn 19, 9-14 )

GLI FU MESSO NOME GESU' ( 21 ) Nella circoncisione si soleva imporre il nome ( Lv 12, 3 ). Quando Dio muta

il nome di un personaggio ne muta il destino, quando lo sceglie e lo preannunzia prima

della nascita è perché egli ha segnato il destino e la missione del bambino che

vengono indicati nel nome stesso ( Is 7,14 ). Il nome “Gesù” significa “ Javhé salva”

ed era stato annunziato a Maria ( Lc 1, 31 ) e spiegato a Giuseppe (Mt1, 21 ). Questo

nome indica la missione di Salvatore.

MEDITAZIONE ( = meditare con attenzione e ascoltare con amore)

E' NATO IL SALVATORE Il nostro Salvatore è nato oggi: rallegriamoci. Non c'è più posto per la tristezza nel giorno in cui nasce la vita: la vita che distrugge il timore della morte e ci mette

dentro la gioia e la speranza dell'eternità. Nessuno è escluso dal partecipare a questa

allegrezza. C'è un solo motivo di gioia comune a tutti: il nostro Signore, vincitore del

peccato e della morte, non ha trovato nessuno libero dalla colpa, e perciò è venuto a liberare tutti. Esulti il giusto, perché sta per giungere ala vittoria. Si rallegri il

peccatore, perché gli viene offerto il perdono. Riprenda coraggio il pagano, perché

viene chiomato alla vita. Quando venne infatti la pienezza del tempo, fissata dai

decreti impenetrabili della sapienza divina, il Figlio di Dio assunse la natura umana

per riconciliarla con il suo Creatore; così il diavolo, autore della morte, sarebbe

stato vinto proprio attraverso quella natura che prima era stata sottoposta al suo

dominio. Ringraziamo dunque Dio Padre, per mezzo del Figlio nello Spirito

Santo, che nell'infinita misericordia con cui ci ha amato, ha avuto pietà di noi , “morti

come eravamo per le nostre colpe, ci ha ridato la vita in Cristo” ( Ef 2, 5 ) perché

fossimo in lui una nuova creatura. Cristiano, prendi coscienza della tua dignità:

sei diventato ormai partecipe della natura divina; non abbassarti fino a tornare

all'indegna condotta di un tempo. Ricordati quel è il tuo capo e di quale corpo tu sei

membro. Ricordati che sei stato strappato al potere delle tenebre e introdotto nella luce

del Regno di Dio. ( San Leone il Grande )

DIO INCARNATO

Dio sulla terra! Dio tra gli uomini! Dio incarnato! Non è più colui che opera in

determinati momenti, come al tempo dei profeti, ma è colui che assume interamente la natura umana e, per mezzo della nostra carne, innalza a sé tutta l'umanità. Lasciati penetrare da questo mistero: Dio è venuto nella carne per uccidere la morte

che vi si nasconde. Come le cure e le medicine vincono gli elementi nocivi assimilati

dal corpo, e come il buio in casa è dissipato dalla luce che entra, così la morte, che

teneva in suo potere la natura umana fu distrutta con la venuta della divinità.

Cantiamo gloria con i pastori, danziamo insieme con gli angeli, “ perché oggi è nato

a noi il Salvatore, che è il Messia, il Signore”. Ci è apparso il Signore non nella sua

condizione divina, per non spaventare la nostra debolezza, ma nella condizione di un

“schiavo” ( Fil 2, 6-7 ), per liberarci dalla schiavitù. chi sarà così ingrato da non

rallegrarsi ed esultare di gioia per un simile avvenimento? E' una festa comune a tutta la creazione. Noi pure manifestiamo la nostra gioia; diamo alla nostra festa il

nome di Teofonia. Festeggiamo la salvezza del mondo, il giorno della nascita

dell'umanità. Oggi è tolta la condanna di Adamo. Non ci sarà più “ Polvere tu sei e alla

polvere ritornerai” ( Gn 3, 19 ), ma : “ Unito a colui che è nei cieli, sarai elevato in

cielo”. ( San Basilio il Grande )

NEL MISTERO DEL VERBO INCARNATO

Solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell'uomo.

Adamo, infatti, il primo uomo, era figura di quello futuro e cioè di Cristo Signore.

Cristo che è il nuovo Adamo, proprio rivelando il mistero del Padre e del suo amore

svela pienamente l'uomo all'uomo e gli fa nota la sua altissima vocazione...Egli è

“l'immagine dell'invisibile Dio ( Col 1, 15 ). Egli è l'uomo perfetto, che ha restituito

ai figli di Adamo la somiglianza con Dio, resa deforme già subito agli inizi a causa del

peccato. Perché in lui la natura umana è stata assunta, senza per questo venire

annientata, per ciò stesso essa è stata anche per conto di noi innalzata a una dignità

sublime. con l'incarnazione il Figlio di Dio si è unito in certo modo ad ogni uomo.

Ha lavorato con mani d'uomo, ha pensato con mente d'uomo, ha agito con volontà

d'uomo, ha amato con cuore d'uomo. Nascendo da Maria Vergine, Egli si è fatto

veramente uno di noi, in tutto simile a noi fuorché nel peccato (Ebr 4, 15 ).

(Guadium et spes n. 22 )

GIOIA NATALIZIA

La venuta del Signore è gioia di Dio, cioè straordinaria ed inaudita manifestazione

della sua gloria, è gioia per ogni uomo. Nessuno è escluso da questa gioia, perché

Gesù è venuto a salvate tutti gli uomini. “La causa della gioia è comune a tutti:

esulti il santo, perché si avvicina il premio, gioisca il peccatore, perché gli è offerto il

perdono, riprenda coraggio il pagano, perché è chiamato alla vita”, dice San Leone il

Grande, è gioia per tutta la creazione. “Esultino i cieli, esulti la terra….frema il

mare e quanto contiene, esultino i campi e quanto contengono, si rallegrino gli alberi

della foresta. davanti al Signore che viene”, canta il salmo 95 . E' gioia perché il

Signore è venuto “ad assumere in sé tutto il creato, sollevarlo dalla sua caduta” e

reintegralo nel disegno del Padre, coma esclama un prefazio del Natale. La gioia natalizia coinvolge cielo e terra: il canto degli angeli, la lode dei pastori, il

magnificat di Maria, la gioia secolare della Chiesa che non può non esultare davanti

alla buona notizia della nascita del salvatore. Ed è gioia per tutti noi se davvero

accogliamo in noi il Signore che viene. ( Antonio Bonora)

GESU' LUCE, SALVEZZA

Gesù è luce, salvezza, potenza per tutti gli uomini. Gesù viene con luce per farci

conoscere il senso e l'orientamento della nostra vita, come la luce permette di

vedere e di orientarsi; egli è salvezza, perché viene a liberarci e fare giustizia; egli è

potenza, perché ci dà la possibilità di vivere da uomini, anzi oltre l'umano, da figli di

Dio. Gesù è il Verbo, cioè la parola di Dio fatta carne. Non è soltanto una parola fra le

tante, non è una parola umana, ma la parola di Dio per l'uomo. Come parola di Dio

Gesù dice il senso della realtà e fa esistere la realtà, perché la sua parola è creatrice e donatrice di senso. Tutta la realtà, dunque, dipende da Gesù Cristo. Il

Natale allora è ascolto della parola di Dio, che è Gesù Cristo. “Dio che aveva già

parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi...in questi giorni ha parlato ai

suoi per mezzo del suo Figlio..”(Eb 1,1-2). Dovremmo pensare tutte le cose a partire

da Gesù Cristo, imparare da lui la verità su ogni cosa.. dobbiamo sempre imparare

a farci discepoli della Parola incarnata”. (Antonio Bonora).

Nel Verbo incarnato è svelato pienamente ogni mistero e sparisce ogni dubbio sulle

verità fondamentali. Riceviamo piena luce sulla natura di Dio, sul suo piano

universale, sulla vocazione e sul destino dell'uomo, sui grandi problemi del male, del

dolore, della morte. E' la luce che vince le tenebre della schiavitù di satana e del suo

regno di peccato e di morte. E' una luce che fuga le tenebre del mondo soggiogato da

oppressione, ingiustizia, peccato e morte.

VOLTO UMANO DI DIO

Se “con l'incarnazione il Figlio di Dio si è unità in certo modo ad ogni uomo” allora ogni uomo “in certo modo” è Lui. E questo fatto è gravido di conseguenze: nell'uomo devo incontrare Dio. A livello di fede non c'è più posto per la semplice

filantropia. Ogni incontro con il fratello deve tradursi in un incontro con Cristo.

Occorre invocare la luce dello Spirito Santo perché ci aiuti a scoprire nel Bambino di

Betlemme il volto umano di Dio e in ogni nostro fratello il volto divino del Signore. Si diventa allora solidali con tutti i drammi dei fratelli. Non c'è calamità, ingiustizia,

inondazione, oppressione.. in cui io non mi senta coinvolto in prima persona.

Rimanere fuori sarebbe come escludere Cristo dalla propria vita. Inoltre ci si impegna a promuovere l'uomo. Con la forza che viene da Lui, il credente unisce i

suoi sforzi a quelli degli altri uomini di buona volontà per salvare i valori umani. E se

questi sembrano sfaldarsi, anziché scoraggiarsi raddoppia l'impegno. e nella sua

libertà, con il suo desiderio, con la sua fantasia, con l'intuito, con la ragione, va alla

ricerca della soluzione giusta per la felicità dell'umanità, la soluzione insperata dalla mente umana, ma possibile con l'aiuto di Dio. ( Mariano Magrassi )

NON C'ERA POSTO NELL'ALBERGO

Luca ci dice che “ non c'era posto per loro nell'albergo”, Che tipo di albergo fosse

non ha importanza. E non è il caso di immaginare insensibilità o durezza da parte degli

albergatori. Perché non pensare semplicemente che non c'erano più posti disponibili per i nuovi venuti? E' una situazione che , in forme diverse, può ripetersi e risultare

attuale. Nella nostra vita troppo occupata da interessi, attività obiettivi, legami, non c'è posto per Gesù. Non vuol dire che siamo contrari o cattivi. Semplicemente siamo

già occupati da qualcosa d'altro per cui, senza alcuna cattiveria, non c'è posto per lui.

E' come se anche noi avessimo una targhetta esposta con la scritta: “completo”. E

Dio che cosa fa? Qui si rivela la sua ostinazione. Dio si ostina a nascere, Nasce

comunque. se non nell'albergo, nella stalla. E' la legge dell'amore. Nasce là dove ci

sono bambini che nascono, ma anche nella nostra vecchia Europa, dove “non nasce

più nessuno: non ci sono più bambini tra di noi. Siamo tutti stanchi; tutta l'Europa è

stanca”, come dice padre Turoldo. Ma Dio nasce anche dentro la nostra vita congestionata e occupata. Anche se non c'è posto per lui. Nasce lo stesso. Sceglie la

parte più oscura del nostro essere, buia come una stalla, là dove si raccolgono i nostri

sentimenti disordinati, confusi, irrazionali, disgustosi, sui quali abbiamo paura di

fissare lo sguardo. E in quella parte dimenticata del nostro essere, in quel silenzio e in

quell'oscurità, Dio fa brillare una timida luce, quella della sua nascita.. Ciascuno

porta dentro di sé questo Natale segreto. ( Luigi Pozzoli )

VIVERE IL NATALE Vivere il Natale significa accogliere realmente il Signore. Per fare questo è

necessario che anche noi nasciamo con lui. Lo disse Gesù al vecchio Nicodemo: “ Se

non nascerai una seconda volta, non entrerai nel Regno dei cieli” (Gv3,3 ) Per la

verità noi siamo già nati una prima volta dai genitori e poi siamo rinati nel Battesimo.

E' questa seconda nascita che dobbiamo rivivere e rinnovare, accogliendo la vita di

Cristo e rinnovando l'impegno di seguire gli insegnamenti che Egli ci ha dato. Essere

cristiani vuol dire seguire Gesù, compiere ciò che egli ci ha detto di fare e seguire il cammino della Chiesa, che è il prolungamento visibile di Cristo stesso. Nascere con

Gesù vuol dire rinnovarsi dentro, abbandonare la strada del male e mettersi sulla via del bene. Vuol dire uscire dalla tenebre e aprire gli occhi alla luce. Vivere il Natale significa portare la mondo la luce di Cristo. Col Natale è entrata nel mondo

una grande luce. Chi accetta Cristo ha nel cuore questa luce e la porta ai fratelli in

tutti gli ambienti in cui opera e vive, con la sua disponibilità verso gli altri, la sua

coerenza, operando e presentandosi come cristiano. Non è facile, perché siamo

fragili e tentati. . Ma se rinasciamo davvero a Natale saremo luce del mondo.

Altrimenti il Natale passerà invano. Vivere davvero il Natale è anche viverlo in famiglia. La famiglia cristiana è stata definita dal Concilio “piccola chiesa”. E' una

comunità fatta di persone di diversa età, non solo accomunate da vincoli del sangue e

dagli affetti, ma anche dalla fede . In essa il Natale è un momento significativo di crescita nella santità coniugale e familiare. Utili sono anche i segni del Natale, come

il presepio ed è indispensabile è la preghiera fatta in comune, che caratterizza le

famiglie cristiane. ( da : Francesco Ruppi )

GENEOLOGIA DI GESU'

Nel Vangelo di Matteo il brano 1, 18,-25 è preceduto da una lunga geneologia che

presenta Gesù come il perfetto discendente di Abramo e di Davide. Ma Gesù non è

solo il discendente di Davide, è anche Figlio di Dio. E' quanto Matteo intende

insegnare con il racconto del concepimento verginale, in cui, per altro, l'accento non

cade sul fatto stesso del concepimento, e sul suo aspetto miracoloso, quanto sulle

reazioni che suscita in Giuseppe. La descrizione delle sue angustie è un espediente per

introdurre la formulazione della vera natura di Gesù, che l'uomo può percepire solo per rivelazione divina. Il racconto della concezione verginale vuole evidenziare

il dono meraviglioso della condiscendenza di Dio che sceglie di essere il “Dio con

noi”, cioè il suo stupendo innestarsi nello spessore del vivere umano per essere

veramente il Figlio di Dio, fatto uomo attraverso Maria. Matteo connette lo

straordinario concepimento verginale con l'antico Testamento ( Is 7, 14 ) in modo da

farlo rientrare nel disegno di Dio e sottolineare il contenuto messianico del nome

Emanuele. L'osservazione che Giuseppe pensava di lasciar libera Maria può

sorprendere e sono state proposte varie spiegazioni. Si può supporre che Giuseppe

fosse stato messo al corrente dalla fidanzata dell'evento miracoloso che si era

verificato in lei e che, in quanto giusto, non intendesse inserirsi indebitamente in una situazione in cui Dio operava in maniera tanto singolare. L'annunzio dell'angelo, in tal caso era giunto a far comprendere, per dono divino, che proprio

in quella situazione unica aveva un ruolo importantissimo da svolgere nei

confronti del nascituro e della madre, quello di essere il tramite della discendenza

davidica, da cui doveva nascere il Messia. ( Emiliano Vallauri)

PAROLA DEFINITIVA DEL PADRE

L'autore della lettera agli Ebrei nell'introduzione della lettera fa una solenne

presentazione del Bimbo nato a Beltemme. Egli è la Parola ultima e definitiva del

Padre, compimento delle Scritture. E' il Figlio che era presso il Padre e per il quale

tutto è stato fatto, il Figlio che è erede, superiore a tutti gli angeli. Eppure Egli è

fratello nostro, che ha assunto la nostra natura. Egli è impronta di Dio, irradiazione

della sua gloria, della stessa sostanza del Padre Con questi termini l'autore sceglie le

parole più forti, ispirati da Sapienza 7, 25-25, che trova per esprimere l'identità, pur

mantenendo la distinzione, tra Dio, il Padre e il Figlio. E' quello che il concilio di

Nicea cercherà di esprimere nel dogma della Trinità con l'aggettivo “consustanziale (

in greco: homoousios). Dio è uno, si, ma non è isolato: in lui esiste un dialogo di

amore con il quale ogni relazione di padre a figlio si deve ora misurare. L'ultima

manifestazione di Dio, la più eccezionale, quella avvenuta “ultimamente”, quando il

Figlio di Dio si fa uomo e si presenta nella fragilità di un bambino non è

manifestazione di gloria, di signoria, di potenza, di potere, ma di misericordia, per

purificare il mondo dal suo peccato. A Natale non è la greppia che porta il Figlio, ma

Egli misericordia di Dio incarnata “ porta l'universo intero”. Non è quello che

proclamerà Giovanni Battista: “ Ecco l'agnello di Dio che porta (che toglie ) i peccati

del mondo” ? (Gv 1, 29). Questi è il nostro Dio. (Arrigo Chieregatti )

MARIA MADRE DI DIO

Noi proclamiamo, in senso assoluto, che la santa Vergine è propriamente e

veramente Madre di Dio (Greg. Naz., Epist. 1 ad Cledon). Come, infatti, è Dio colui

che è nato da lei, così, per conseguenza, è Madre di Dio, colei che generò il vero

Dio che prese carne da lei. Noi diciamo che Dio, senza dubbio, è nato da lei, non già

perché la divinità del Verbo trasse da lei il principio dell`esistenza; ma perché lo

stesso Verbo, che è stato generato prima dei secoli, al di là di alcun tempo, ed esiste

insieme col Padre e lo Spirito Santo senza inizio e da sempre, negli ultimi tempi si

racchiuse nel seno di lei per la nostra salvezza, e col prendere la nostra natura umana

da lei fu generato senza che mutasse la propria natura (divina). La santa Vergine,

infatti, non generò un semplice uomo, ma il Dio vero; non puro spirito, ma rivestito

di carne umana; né (questo avvenne) in modo tale che, portato il corpo dal cielo,

venne a noi per mezzo di Maria, come attraverso un canale; ma prese da lei corpo

umano della nostra medesima natura, che in lui sussistesse. Infatti, se il corpo è

disceso dal cielo, e non è stato ricevuto dalla nostra natura, che gran bisogno c`era di

farsi uomo? Il Verbo di Dio si rivestí, pertanto, della natura umana, affinché con la

stessa natura che aveva peccato, ed era decaduta, corrompendosi, vincesse il tiranno

che si era ingannato e così fosse ristabilito dalla corruzione, come l`apostolo del

Signore dice: Poiché la morte entrò per mezzo dell`uomo, parimenti per l`uomo la

risurrezione dei morti (1Cor 15,21). (Giovanni Damasceno, De fide ortod., 3, 12)

PER OPERA DELLO SPIRITO SANTO

“Che è nato per opera dello Spirito Santo da Maria Vergine”. Questa fra gli uomini è

nascita dovuta all`economia della salvezza, mentre quella è della sostanza divina:

questa è di condiscendenza, quella di natura. Nasce per opera dello Spirito Santo da Maria Vergine: e certo a questo punto si richiedono piú puri le orecchie le l`intelletto.

Infatti a questi, che poco fa hai appreso nato indicibilmente dal Padre, ora apprendi

che dallo Spirito Santo è stato preparato un tempio nel segreto del ventre verginale; e

come nella santificazione dello Spirito Santo non si deve intendere nessuna fragilità,

così anche nel parto della Vergine non si deve intendere alcuna corruzione. Ora infatti

al mondo è stato dato un nuovo parto e non senza ragione. Chi infatti in cielo è unico

Figlio, conseguentemente anche in terra è unico e nasce in modo unico. Su questo

argomento sono a tutti note e riecheggiate nei Vangeli le parole dei profeti, i quali

affermano che una vergine concepirà e partorirà un figlio (Is 7,14). E anche il

meraviglioso modo del parto il profeta Ezechiele aveva anticipatamente indicato,

definendo simbolicamente Maria porta del Signore, cioè attraverso la quale il

Signore è entrato nel mondo. Dice pertanto cosí: La porta che guarda ad oriente sarà

chiusa e non verrà aperta e nessuno vi passerà attraverso, perché proprio il Signore

Dio d`Israele passerà attraverso questa porta e sarà chiusa (Ez 44,2). Che cosa di

altrettanto evidente si sarebbe potuto dire della consacrazione della Vergine? Rimase

in lei chiusa la porta della verginità, attraverso di essa il Signore Dio d`Israele è entrato in questo mondo, e attraverso di essa è venuto dal ventre della Vergine, e in

eterno la porta della Vergine è rimasta chiusa poiché la verginità è stata preservata. Per

tal motivo lo Spirito Santo è detto creatore della carne del Signore e del suo tempio. Comincia già da qui a comprendere anche la maestà dello Spirito Santo.

Infatti riguardo a questo anche la parola del Vangelo afferma che, quando l`angelo

parlò alla Vergine e le disse: Partorirai un figlio e gli darai nome Gesú: infatti salverà

il suo popolo dai suoi peccati, ed ella rispose: In che modo avverrà questo, dal

momento che non conosco uomo, allora l`angelo di Dio le disse: Lo Spirito Santo

verrà su di te e la potenza dell`Altissimo ti adombrerà: perciò ciò che da te nascerà

santo sarà chiamato Figlio di Dio (Lc 1,31.34.35; Mt 1,21). Osserva dunque la

Trinità che coopera scambievolmente. E` detto rito Santo viene sulla Vergine e la

potenza dell`Altissimo adombra. Ma qual è la potenza dell`Altissimo, se non proprio

Cristo, che è potenza di Dio e sapienza di Dio? (1Cor 1,24). Ma questa potenza di chi

è? Dell`Altissimo, è detto. Perciò è presente l`Altissimo, è presente anche la potenza

dell`Altissimo, è presente anche lo Spirito Santo. Questa è la Trinità, che

dovunque è nascosta e dovunque appare, distinta nei nomi e nelle Persone, sostanza

inseparabile della divinità. E benché soltanto il Figlio nasca dalla Vergine, tuttavia è

presente anche l`Altissimo è presente anche lo Spirito Santo, perché venga

santificato il concepimento della Vergine e il suo parto. (Rufino di Aquileia, Expositio

symboli, 8-9)

INNO A MARIA

Salve, Madre di Dio, Maria, tesoro venerabile di tutto il mondo, lampada inestinguibile, corona della verginità, scettro della sana dottrina, tempio

indissolubile, casa di colui che non può essere contenuto in nessuna casa, madre e vergine; per la quale è chiamato benedetto nei Vangeli colui che viene nel nome del

Signore (Mt 21,9): salve, tu accogliesti nel tuo seno santo e verginale l`immenso e

incontenibile, per te la santa Trinità è glorificata e adorata; per te la preziosa croce è celebrata e adorata in tutto il mondo; per te il cielo esulta, per te gli angeli e gli

arcangeli si allietano, per te i demoni son messi in fuga, per te il diavolo tentatore

cade dal cielo, per te la creatura decaduta vien portata al cielo; per te ogni creatura,

irretita dal veleno degli idoli, giunge alla conoscenza della verità; per te il santo

battesimo è stato dato ai credenti, per te l`olio della consacrazione, per te sono state fondate le Chiese in tutto il mondo, per te i popoli son guidati alla penitenza. E che

dirò ancora? Per te l`unigenito figlio di Dio rifulse come luce a coloro ch`eran nelle

tenebre; per te i profeti parlarono, per te i morti risorgono, per te gli apostoli

annunziarono la salvezza, per te i re regnano in nome della santa Trinità. E chi mai

potrà celebrare adeguatamente quella Maria degnissima d`ogni lode? Essa è madre e vergine; o cosa meravigliosa! Questo miracolo colma di stupore. (Cirillo di Ales.,

Hom. 4, n. 1183)

PER FARCI FIGLI DI DIO

Il figlio di Dio, in effetti, si fece figlio dell`uomo perché i figli dell`uomo, cioè di

Adamo, divenissero figli di Dio. Infatti il Verbo che lassú fu generato fuori del tempo

dal Padre in modo ineffabile, inesplicabile, incomprensibile, viene quaggiú

generato nel tempo da Maria Vergine e Madre, perché quelli che prima furono

generati quaggiú siano poi generati lassú, cioè da Dio. Egli quindi ha in terra solo la

madre, e noi abbiamo in cielo solo il padre. Per questo chiama se stesso figlio

dell`uomo, perché gli uomini chiamino Dio padre celeste. Padre nostro, dice, che sei

nei cieli (Mt. 6,9). Dunque, come noi servi di Dio siamo di Dio, cosí il Signore dei

servi è diventato figlio mortale del proprio servo, cioè di Adamo, affinché i figli di

Adamo, che erano mortali, divenissero figli di Dio; infatti sta scritto: Ha dato loro il

potere di diventare figli di Dio (Gv 1,12). Quindi il figlio di Dio prova la morte in

quanto generato dalla carne, perché i figli dell`uomo siano fatti partecipi della vita

di Dio in quanto loro padre secondo lo Spirito. Egli dunque è figlio di Dio secondo

natura: noi invece per mezzo della grazia. (Atanasio, De incarnat., 8)

PREGHIERA (=pregare la parola)

• Cantate al Signore un canto nuovo, cantate al Signore da tutta la terra. Cantate

al Signore e benedite il suo nome. Annunziate di giorno in giorno la sua salvezza, in

mezzo ai popoli narrate la sua gloria, a tutte le nazioni i suoi prodigi. Gioiscano i cieli

ed esulti la terra, frema il mare e quanto racchiude, esultino i campi e quanto

contengono, si rallegrino gli alberi della foresta. Esultino davanti al Signore che

viene, perché viene a giudicare la terra. Giudicherà il mondo con giustizia e con verità

tutte le genti. ( Dal Salmo 95 )

• Il Signore regna, esulti la terra, gioiscano le isole tutte. I cieli annunziano la

tua giustizia e tutti i popoli contemplano la tua gloria. Una luce si è levata per il giusto, gioia per i retti di cuore. Rallegratevi giusti nel Signore, rendete grazie al suo

nome santo. (Dal Salmo 96 )

• Il Signore ha manifestato la sua salvezza, agli occhi dei popoli ha rivelato la

sua giustizia. Egli si è ricordato del suo amore, della sua fedeltà ala casa d'Israele.

Tutti i confini della terra hanno veduto la salvezza del nostro Dio. Acclami al

Signore tutta la terra, gridate, esultate con canti di gioia. Cantate inni al Signore con

l'arpa, con l'arpa e con suono melodioso, con la tromba e al suono del corno, acclamate

davanti al re, i Signore. ( Dal Salmo 97 )

• O Dio, che hai illuminato questa santissima notte con lo splendore di Cristo, vera luce del mondo, concedi a noi che sulla terra lo contempliamo nei suoi misteri,

di partecipare alla sua gloria nel cielo ( Colletta: messa natalizia della notte )

• Signore, Dio onnipotente, che ci avvolgi della nuova luce del tuo Verbo fatto uomo, fa che risplenda nelle nostre opere il mistero di fede che rifulge nel nostro

spirito. ( Colletta: messa del Natale dell'aurora )

• O Dio, che in modo mirabile ci hai creati a tua immagine, e in modo più

ammirabile ci hai rinnovati e redenti, fa che possiamo condividere la vita divina del

tuo Figlio, che oggi ha voluto assumere la nostra natura umana. ( Colletta della Messa

del natale: giorno )

• Mentre il silenzio fasciava la terra e la notte era a metà del suo corso, tu sei disceso, o Verbo di Dio, in solitudine e più alto silenzio. Fin dal principio, da

sempre tu sei, Verbo che crea e contiene ogni cosa, Verbo, sostanza di tutto il creato,

Verbo, segreto di ogni parola. (David Maria Turoldo )

• La creazione ti grida in silenzio, la profezia da sempre ti annunzia; ma il

mistero ha ora una voce, al tuo vagito il silenzio è più fondo. E pure noi facciamo

silenzio, più che parole il silenzio lo canti, il cuore ascolti quest'unico Verbo, che ora

parla con voce di uomo. A te, Gesù, meraviglia del mondo, Dio che vivi nel cuore

dell'uomo, Dio nascosto in carne mortale, a te l'amore che canta in silenzio. (David

Maria Turoldo )

• Questo è il giorno degli umili, il giorno dei poveri, giorno di gioia, di luce e di

pace, in cui vediamo il Signore del mondo, Parola vivente, in un corpo di bimbo, nato quest'oggi per noi.. Tu sei l'annunzio gridato dai tempi e che non abbiamo più

bisogno di udire, perché gli occhi stupiti ti posson vedere. Tu sei Dio, Tu sei il

Salvatore, il Santo dei santi, invisibile, eterno, venuto nel mondo a tenermi per mano.

La luce mi invade, la gioia e la pace, ti vedo bambino adagiato sul fieno, ti credo

mio re salvatore e potente, sovrano di pace di un popolo nuovo, redento, salvato: i figli

del Padre rinati fratelli con te nell'Amore. ( Suore Clarisse )

• Che cosa ci spinge, o Padre, a pregarti, se non la certezza che tu ci hai parlato?

Siamo i tuoi figli che attendon di notte, come i pastori che vegliano il gregge, che

senton nel cuore il bisogno pressante di correre verso l'udita follia. Non basta

ascoltare, dobbiamo venire fino a Betlemme, la “casa del pane”. Ora che il giorno

appena è spuntato e il canto notturno si ode lontano ci inviti a venire fino a Betlemme,

a lasciare ogni cosa sicura, usuale. Ci inviti a venire fino a vedere la povera stalla,

fino a toccare con mano il tuo corpo, fino a che, spogli dai nostri giudizi, nudi con

lui davanti al mistero siam pronti a guardare il tuo amore di Padre, nel tenero volto di

un Figlio adorato. ( Suore clarisse )

• A te ci affidiamo, al tuo cuore di piccolo Bimbo: che vegli sul nostro cammino

di uomini veri e fratelli, affinché siamo voce di pace per noi e per tutto il creato

rinato con te nella luce di Dio. ( Suore clarisse)

• O Vergine Immacolata Madre di Dio, piena di grazia; il santo tuo seno portò

l`Emmanuele; dalle tue mammelle stillò il latte alimento di tutti. Tu però superi ogni

lode, tu sei al di sopra di ogni gloria. Salve, o Genitrice di Dio, gaudio degli angeli,

che superi ogni pienezza di grazia predetta dai profeti. Il Signore è con te, che generasti la Salvezza del mondo. (Liturgia Copta, Troparium copticum, EE n. 3032)

• Maria, insegnaci a serbare nel cuore, stupiti, ammirati, il segreto gioioso

dell'umile incontro alla grotta di Betlem, lì dove il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo si fanno volto di uomo nell'Uomo, affinché ogni uomo ritrovi il suo volto. O Madre

di pace, insegnaci a dire col coro degli angeli la gloria di Dio e la pace del mondo.

(Suore clarisse)

CONTEMPLAZIONE (=silenziosa accoglienza della

Parola di Dio)

AZIONE (=assunzione di impegni concreti)

Accogliamo il Signore con fede, come Maria, come i pastori