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Lunedì, 4 Aprile 2016 www.corrierefiorentino.it UOMINI, AZIENDE, TERRITORI IMPRESE TOSCANA «Prato saccheggiata » Torna in aula il processo che ha messo sotto accusa un intero sistema Evasione, contrabbando, contraffazione, manodopera clandestina, riciclaggio: per gli inquirenti in 5 anni un’associazione mafiosa tra italiani e cinesi ha sottratto 5 miliardi al distretto più ricco della regione. Un fiume di soldi verso Pechino Dopo il caso Guidi VUOTO A PERDERE (TEMPO) di Carlo Nicotra F ederica Guidi ha lasciato il ministero dello Sviluppo economico giovedì sera, dopo che è stata resa nota una telefonata in cui rassicurava il compagno sull’approvazione di un emendamento che avrebbe favorito i suoi interessi economici. Queste dimissioni aiuteranno forse il governo di Matteo Renzi a parare qualche colpo, ma per il sistema economico — certamente per quello toscano — si affaccia il grande rischio di nuovi rallentamenti. Gli sconti sull’energia alle imprese, la partita doppia dell’acciaio a Piombino con il progetto Aferpi e gli accordi con la Cina, il riconoscimento dello stato di crisi complessa per Massa Carrara: sono questi i tre principali dossier che erano sul tavolo del sottosegretario Claudio De Vincenti e poi (non senza qualche timore da parte dei protagonisti) sono finiti nella mani del ministra Guidi quando De Vincenti ha traslocato a Palazzo Chigi. Tre mosse decisive per l’economia regionale, che non hanno affatto bisogno di nuove perdite di tempo. Dopo l’addio di Guidi è subito cominciata, come da rito, l’estrazione a sorte dei possibili successori: si è parlato di Andrea Guerra, ex consigliere del Governo ora ai vertici di Eataly, della viceministro Teresa Bellanova e anche di Antonella Mansi, già vicepresidente nazionale di Confindustria. Sarebbe forse d’aiuto un ministro toscano allo Sviluppo economico toscano, ma ancora di più sarebbe d’aiuto che Renzi decidesse in pochi giorni. © RIPRODUZIONE RISERVATA Sguardi CINQUESTELLE, IL POTERE LOGORA CHI CE L’HA I ntegerrimi, duri, inflessibili. Tipi tosti. Onesti. Il meglio della società civile. Perché è ora di dire basta con il sistema degli amici degli amici, basta con i partiti che offrono prebende. La gente non lo sopporta più. E quindi ecco il M5S. Integerrimo, duro, inflessibile. Con Beppe Grillo e il suo Telespalla Bob, Gianroberto Casaleggio, a dettare la linea d’onestà. Altro che quei farabutti del sistema partitocratico, con le loro buvette e il loro maledetti privilegi. Ecco, per caricarsi, il Movimento 5 Stelle usa sempre queste formule di auto-incoraggiamento. Forse però non bastano. A Livorno, il sindaco Filippo Nogarin sta aspettando un avviso di garanzia, ma dice che se arriverà «sarà una medaglia da appuntare sul petto» (la vicenda, in breve, riguarda il Limoncino: Nogarin è accusato di aver passato al comitato contro la discarica atti amministrativi utili nella causa contro i proprietari). Poi, il Tirreno ha scoperto che il Comune ha dato una consulenza da 20 mila euro a una società di ricerche di mercato nata appena un anno fa che — guarda caso, direbbe Carlo Sibilia se si trattasse di un Comune guidato da Pdmenoelle — è di proprietà di un attivista a Cinque Stelle. Il potere logora chi ce l’ha. @davidallegranti © RIPRODUZIONE RISERVATA di David Allegranti Dentro uno dei capannoni del pronto moda cinese Poste Italiane Sped. in A.P. D.L. 353/2003 conv. L.46/2004 art. 1, c1 DCB Milano. Non può essere distribuito separatamente dal Corriere della Sera Il punto Credito cooperativo, la riforma al traguardo Con qualche dubbio 2 Locomotive El.En., l’anno dei record «La nostra crescita nasce in laboratorio» 5 Dossier Le aziende pubbliche e la riforma Madia La Toscana è pronta? 7 a pagina 3 Ognibene

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Lunedì, 4 Aprile 2016 www.corrierefiorentino.it

UOMINI, AZIENDE, TERRITORI

IMPRESETOSCANA

«Prato saccheggiata»Torna in aula il processo che ha messo sotto accusa un intero sistema

Evasione, contrabbando, contraffazione, manodopera clandestina, riciclaggio:per gli inquirenti in 5 anni un’associazione mafiosa tra italiani e cinesi ha sottratto

5 miliardi al distretto più ricco della regione. Un fiume di soldi verso Pechino

Dopo il caso Guidi

VUOTOA PERDERE(TEMPO)di Carlo Nicotra

Federica Guidi ha lasciato il ministerodello Sviluppo economico giovedìsera, dopo che è stata

resa nota una telefonata in cui rassicurava il compagno sull’approvazione di un emendamento che avrebbe favorito i suoi interessi economici. Queste dimissioni aiuteranno forse il governo di Matteo Renzi a parare qualche colpo, ma per il sistema economico — certamente per quello toscano — si affaccia il grande rischio di nuovi rallentamenti. Gli sconti sull’energia alle imprese, la partita doppia dell’acciaio a Piombino con il progetto Aferpi e gli accordi con la Cina, il riconoscimento dello stato di crisi complessa per Massa Carrara: sono questi i tre principali dossier che erano sul tavolo del sottosegretario Claudio De Vincenti e poi (non senza qualche timore da parte dei protagonisti) sono finiti nella mani del ministra Guidi quando De Vincenti ha traslocato a Palazzo Chigi. Tre mosse decisive per l’economia regionale, che non hanno affatto bisogno di nuove perdite di tempo. Dopo l’addio di Guidi è subito cominciata, come da rito, l’estrazione a sorte dei possibili successori: si è parlato di Andrea Guerra, ex consigliere del Governo ora ai vertici di Eataly, della viceministro Teresa Bellanova e anche di Antonella Mansi, già vicepresidente nazionale di Confindustria. Sarebbe forse d’aiuto un ministro toscano allo Sviluppo economico toscano, ma ancora di più sarebbe d’aiuto che Renzi decidesse in pochi giorni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Sguardi

CINQUESTELLE, IL POTERELOGORA CHI CE L’HA

I ntegerrimi, duri, inflessibili. Tipi tosti. Onesti. Il meglio della società civile. Perché è ora di dire basta con il sistema

degli amici degli amici, basta con i partiti che offrono prebende. La gente non lo sopporta più. E quindi ecco il M5S. Integerrimo, duro, inflessibile. Con Beppe Grillo e il suo Telespalla Bob, Gianroberto Casaleggio, a dettare la linea d’onestà. Altro che quei farabutti del sistema partitocratico, con le loro buvette e il loro maledetti privilegi. Ecco, per caricarsi, il Movimento 5 Stelle usa sempre queste

formule di auto-incoraggiamento. Forse però non bastano. A Livorno, il sindaco Filippo Nogarin sta aspettando un avviso di garanzia, ma dice che se arriverà «sarà una medaglia da appuntare sul petto» (la vicenda, in breve, riguarda il Limoncino: Nogarin è accusato di aver passato al comitato contro la discarica atti amministrativi utili nella causa contro i proprietari). Poi, il Tirreno ha scoperto che il Comune ha dato una consulenza da 20 mila euro a una società di ricerche di mercato nata appena un anno fa che — guarda caso, direbbe Carlo Sibilia se si trattasse di un Comune guidato da Pdmenoelle — è di proprietà di un attivista a Cinque Stelle. Il potere logora chi ce l’ha.

@davidallegranti© RIPRODUZIONE RISERVATA

di David Allegranti

Dentro uno dei capannonidel pronto moda cinese

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Il puntoCredito cooperativo,la riforma al traguardoCon qualche dubbio

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LocomotiveEl.En., l’anno dei record«La nostra crescitanasce in laboratorio»

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DossierLe aziende pubblichee la riforma MadiaLa Toscana è pronta?

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a pagina 3 Ognibene

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2 Lunedì 4 Aprile 2016 Corriere Imprese

E ntro giovedì il Senato dovrebbe dare il via libera

definitivo alla riforma delle banche di credito cooperativo. Gli emendamenti Pd stabiliscono l’obbligo di mantenere le riserve mutualistiche e la data del 31 dicembre 2015 per fotografare la situazione patrimoniale e valutare la way out. Dettagli secondo il mondo accademico, che critica la ratio della riforma.

«Il modello della capogruppo Spa che controlla le banche cooperative non funziona — dice Maria Elena Salerno, docente di diritto bancario all’Università di Siena — Altri Paesi, come Gran Bretagna e Stati Uniti, hanno imparato la lezione della crisi e stanno andando esattamente nella direzione opposta, separando l’attività bancaria tradizionale da quella speculativa perché questa commistione ha

creato gravi problemi. Portando le Bcc nelle braccia di una Spa imponiamo loro un modello di banca universalistica che le obbligherà a fare altro rispetto alla banca tradizionale. Per questo larga parte del mondo accademico è contrario a questa riforma». Il nodo è l’applicazione dell’accordo Basilea 3 che impone requisiti di capitale troppo

onerosi per le Bcc: per avere tutto quel capitale bisogna speculare e rischiare. «Negli Usa — prosegue Salerno — Basilea 3 è stata recepita con tante eccezioni e applicata solo alle banche che la possono reggere. Anche l’Europa sta andando nella stessa direzione: nel Piano d’azione per l’unione del mercato dei capitali, si dice che devono essere adottati requisiti

patrimoniali differenziati per le coop. In Italia, invece, si sta facendo una riforma per imporre indistintamente i criteri di Basilea 3. Si stanno spingendo le Bcc in un circolo vizioso pieno di rischi». Secondo molti non sono sufficienti le modifiche apportate alla riforma durante l’iter parlamentare e occorrerebbe piuttosto una totale inversione di marcia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Piazza Affari

Intek Spa

B & C Speakers S.p.A.B & C Speakers S.p.A.

FrendyEnergyBioDue Spa

El.En. S.p.A.

Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A.

Borgosesia

Ergy Capital

CHL S.p.A.

Eukedos

Dada S.p.A.Settimanadal 29 marzoal 1˚ aprile

Banca Etruria

Salvatore Ferragamo S.p.A.

Piaggio & C. S.p.A.

Softec S.p.A.

Snai S.p.A.

Sesa

Rosss S.p.A.

Toscana Aeroporti S.p.A.

7,727,687,68 7,717,57

0,49920,5380,538 0,5030,525

SOSPESA

5,185,165,16 5,1555,245

0,27230,27230,2723 0,27230,2723

39,6040,340,3 39,8040

0,05930,05840,0584 0,0580,0585

0,0240,0250,025 0,02430,0248

2,4982,442,44 2,512,446

1,0491,0491,021,022

0,43250,40,4 0,42850,4024

0,23950,24690,2469 0,240,2479

22,0421,0222,02 21,4621,51

14,8014,7514,75 14,7614,70

1,8521,8221,822 1,8651,883

0,7010,71350,71350,73250,745

0,80950,7260,7260,8310,74

4,744,744,74 4,744,74

14,3714,4914,49 14,3714,37

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IL PUNTO

RIFORMA BCC, ULTIMO GIRO (CON QUALCHE DUBBIO)di Silvia Ognibene

E-COMMERCERITARDI DIGITALI:SOLO IN 1.200VENDONO SUL WEB

C’ è ancora molto da fareper le imprese toscane

sui mercati digitali. Secondo il recentissimo dossier della Camera di Commercio di Massa Carrara sono soltanto 1.200 le aziende che hanno e-commerce, ovvero che affiancano al negozio tradizionale anche una vetrina virtuale per la vendita via web. Il ritardo digitale della Toscana è evidenziato da altri due indicatori: solo il 19% delle piccole imprese o attività ha un sito web, il 17% una presenza sui social network e il 3,6% usa sistemi come sms, social e newsletter, per informare i clienti. Il dossier è stato presentato nell’ambito della prima edizione del salone «L’E-Commerce nell’area di crisi complessa» dedicato allo shopping online e promosso dalla Camera di Commercio di Massa Carrara.

Mauro Bonciani© RIPRODUZIONE RISERVATA

MOTORIPIAGGIO FA 70 ANNIE SI REGALALA NUOVA FABBRICA

I l compleanno è vicino, ma il regalo e la ciliegina sulla

torta ci sono già. Parliamo di Piaggio, che si appresta — il 22 aprile prossimo — a cele-brare i 70 anni di un moto-rino diventato mito: la Vespa. Tanta la strada fatta nell’im-maginario mondiale con ol-tre 18 milioni di esemplari dal 1946, decenni in cui la casa di Pontedera ha vissuto alti e bassi. Il 2016 invece si è aperto nel segno delle due ruote: il mercato italiano, infatti, a gen-naio ha se-gnato imma-tricolazioni per un +19,3% rispet-to allo stesso mese del 2015 e tra i primi 20 mo-delli della hit delle vendite ci sono 5 Piag-gio. Non solo: Pontedera ha confermato (forte di un utile 2015 a 11,9 milioni di euro) l’apertura — entro aprile, mese dei festeggiamenti — del nuovo stabilimento com-pletamente automatizzato di verniciatura.

Edoardo Lusena© RIPRODUZIONE RISERVATA

EUROPA-USAI RISVOLTI DEL TTIP:VIA ALLE DOP,NO AGLI APPALTI

L’ intervista all’ambasciatoreUsa John Phillips sul Sole

24 ore sul Ttip (Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti con l’Europa) è un segnale forte: gli Stati Uniti vogliono accelerare i tempi, concludendo l’accordo già entro la scadenza del mandato di Obama. Così da Bruxelles fanno sapere che dopo i dodici «round», di incontri ne seguiranno a breve altri due, prima dell’estate, una in Europa l’altra negli Usa. Non si tratta tanto (o solo) di arrivare a stabilire dazi doganali più bassi che, per stessa ammissione di Phillips, «sono bassi» già adesso: gli Usa parlano di «un sistema di scambi più efficiente». Non su tutto, però. «Su alcune questioni si va avanti, su altre i problemi non sono ancora stati affrontati, alcune non credo troveremo accordi. Ma occorre andare avanti per portare a casa un trattato ambizioso, che dà grandi opportunità» spiega l’europarlamentare Pd Nicola Danti, che segue da vicino la vicenda. Resteranno i «paletti» europei su alcune Dop (cinque sono toscane: lardo di Colonnata, pecorino, prosciutto e olio toscano, ricciarelli di Siena). Su altri settori sembrano esserci difficoltà insormontabili. Due esempi su tutti: gli appalti, soprattutto quelli grandi, su cui gli Usa non vogliono togliere nessuna regola protezionistica; e, legata al tema della normativa, la cosmetica. Eppure, il fronte dei favorevoli al Ttip (duramente contestato invece dagli oppositori, sia da destra che da sinistra, in Italia) è convinto che l’accordo arriverà. E per la Toscana? Secondo Phillips l’Italia è tra i Paesi europei che più beneficeranno dall’accordo commerciale e meglio ancora andrà per la nostra regione: «Secondo le nostre analisi, le Pmi italiane e toscane saranno le maggiori beneficiarie in Europa del Ttip».

Marzio Fatucchi© RIPRODUZIONE RISERVATA

Dop toscane «salvate» dal trattatodi libero scambio Europa-Usa

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Montepaschi ha ceduto al gruppo Caltagirone il 49,9% della società di gestione del risparmio Fabrica Sgr, alla quale fanno capo attualmente quattordici fondi immobiliari per 3,6 miliardi di euro. Fabrica Sgr era partecipata pariteticamente da Banca Mps e gruppo Caltagirone. La cifra incassata dal Monte è coperta da stretto riserbo, ma nel bilancio 2015 della banca il valore della partecipazione

era indicato in 4,56 milioni di euro, poi riclassificati in 5,6 milioni. L’operazione chiusa nella settimana in cui l’Ad della banca di Siena, Fabrizio Viola, ha ribadito che «non c’è la fila di investitori che puntano sull’Italia, pronti a investire miliardi né sulle banche né su altro», Monte compreso. Il titolo ha chiuso la settimana a 0,4992 euro dopo aver perso fino al 4,5% nella giornata di giovedì.

SANITÀIL BRACCIALETTOCHE PROTEGGEDAGLI ERRORI CLINICI

È stato pensato e realizzato aSiena il braccialetto che

riduce la possibilità di errori in ambiente sanitario. Sono attualmente 1,3 milioni i bracciali identificativi per i pazienti che sono distribuiti da «Technology for All» nelle strutture ospedaliere di tutta Italia. Nell’accessorio — trasparente, resistente ai fluidi e realizzato con stampanti 3D — c’è la storia clinica del paziente che lo indossa: è dunque tracciabile il percorso terapeutico. Technology 4 All SrL (T4All) è nata nel 2008 come spin-off dell’Università di Siena ed è dal 2010 è incubata nella Fondazione Toscana Life Sciences, l’ente no-profit che opera dal 2005 sul territorio regionale (e oltre). «Gli scenari più interessanti — spiega Gianluca Daino, amministratore delegato di T4All — si aprono nell’ambito della tracciabilità delle attività cliniche sui pazienti, dalla somministrazione farmacologica al controllo dei pasti per la verifica di allergie e intolleranze».

Giorgio Bernardini© RIPRODUZIONE RISERVATA

MONTE DEI PASCHISERVIZIO CIVILE,LA PRIMA VOLTADI UNA FONDAZIONE

L a Fondazione Monte dei Paschi di Siena ha

finanziato con 21.600 euro un progetto di servizio civile nella provincia di Siena che coinvolgerà quattro giovani volontari. L’investimento è il frutto di un protocollo tra Rocca Salimbeni e Dipartimento della Gioventù e del Servizio civile nazionale. È la prima volta, in Italia, che una fondazione di origine bancaria finanzia interamente un progetto di servizio civile: «Spero che in futuro altre fondazioni seguano questa strada», ha detto il sottosegretario alle politiche sociali Luigi Bobba. «Questo protocollo — ha detto il presidente della Fondazione Monte dei Paschi di Siena, Marcello Clarich — rappresenta un’attenzione specifica ai giovani, affinché possano maturare il proprio senso civico attraverso esperienze di cittadinanza attiva a servizio della comunità locali». I giovani volontari saranno impegnati in progetti di welfare, cultura e sviluppo sostenibile.

Jacopo Storni© RIPRODUZIONE RISERVATA

Mila eurocon cui Rocca Salimbeniha finanziatoil progettodi servizio civile

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MERCATI

SOCIALERICERCA

BRUXELLES

ICONE

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3Lunedì 4 Aprile 2016Corriere Imprese

PRIMO PIANO

Processo al sistema Prato«Distretto saccheggiato»I tessuti di contrabbando, la lavorazione illegale, il flusso di soldi verso la CinaCosì per i magistrati un’associazione mafiosa italo-cinese ha «rapinato»il territorio più ricco della Toscana, stravolgendo il suo tessuto economico

«Pr a t o èun’emergenzanazionale ed èun laboratorionazionale, un

incrocio di delitti, di reati, di

da dove, secondo la Dda diFirenze, tra il 2006 e il 2010quasi 5 miliardi di euro hannopreso il volo verso la Cina. Unfiume di soldi.

I morti e i soldi sono le duefacce di una stessa medaglia.Perché tutto quel denaro (ildoppio di quanto Enel investi-

immensa di denaro provieneda una altrettanto immensamole di reati: evasione (Iva,diritti doganali, imposte sulreddito e contributi previden-ziali), contrabbando, contraf-fazione, sfruttamento dellamanodopera clandestina, rici-claggio. Arrivano le richiestedi rinvio a giudizio: in tribu-nale finiscono 298 persone eBank of China, fra le maggioribanche del mondo, controlla-ta dalla Repubblica Popolare.Secondo i pm, dalla sua sedemilanese è transitata circa lametà dei soldi diretti da Pratoa Pechino, senza nessuna se-gnalazione alle autorità italia-ne: quattro funzionari dovran-no rispondere di riciclaggio,la banca è imputata come per-sona giuridica per reati pre-supposti contestati ai suoi di-pendenti. Per i magistrati, Bank of China, che ha semprerespinto ogni addebito, avreb-be «agevolato e rafforzato l’or-ganizzazione criminale» mes-sa in piedi da italiani e cinesi.

La novità principale è pro-prio questa: per la prima vol-ta, ad alcuni degli imputati lamagistratura contesta il reatodi associazione a delinqueredi stampo mafioso. Nel maxi-processo che si è aperto a Fi-renze, italiani e cinesi coinvol-ti nel «sistema Prato» dovran-no rispondere di mafia.

Secondo l’accusa, la «testa»dell’organizzazione criminaleche spediva in Cina la grandeliquidità generata dall’impren-

ditoria illegale del pronto mo-da pratese, era composta daitaliani e cinesi: tra coloro chedovranno difendersi dall’accu-sa più pesante ci sono i fratellicinesi Cai, e gli italiani Bolzo-naro. Questi ultimi gestivanola M2M, Money to Money, unpiccolo operatore finanziarioper le rimesse degli immigra-ti, soprattutto cittadini africa-ni. Poi, nel 2007, arrivano inuovi soci cinesi, i Cai: nelgiro di poche settimane il 97%dei soldi viene spedito in Cinae le cifre non sono più quellericonducibili ai singoli «di-sperati», come li ha definiti ilprocuratore Sangermano. Di-venta un fiume di denaro.Non si sa esattamente dovevada a finire: l’attività dei pmitaliani si ferma sul confine,vedono i soldi partire ma nonè possibile sapere in che manifiniscano quando arrivano inCina, anche perché non esistenessun accordo di collabora-zione in materia di giustizia

con il governo della Repubbli-ca Popolare. Non si sa dovefinisce il denaro, ma si sa dadove arriva. Nella stessa audi-zione alla Camera, il colonnel-lo Gino Reolon, che ha guida-to a lungo la Finanza a Prato,risale tutta la filiera del prontomoda pratese e individua ilprimo anello nel contrabban-do di tessuti: la Gdf è convintache «tutte le pezze di tessutoche arrivano a Prato sono dicontrabbando». Entrano viaterra da Gorizia e via mare daiporti di Genova, La Spezia eLivorno. E durante la notte ar-rivano a Prato, anche 3-400container per notte. Qui iniziala lavorazione, sfruttando la-voratori cinesi clandestini chenegli opifici cuciono, mangia-no, dormono e muoiono. Nelgiro di poche ore il prodottofinito riparte, pronto per esse-re trasferito ovunque in Euro-pa: una filiera completamenteillegale che garantisce la con-correnzialità del prezzo e ge-nera una liquidità enormenon drenata dal territorio pra-tese, ma raccolta e inviata inCina. Secondo la Finanza l’in-gresso della materia prima dicontrabbando e l’uscita deisoldi sono il motore dell’ille-galità pratese. Il colonnelloReolon parla di «rapina pre-datoria». Le tante indagini nelcorso degli anni hanno mo-strato anche che il termine«parallelo» per definire il di-stretto cinese è improprio:non potrebbe stare in piedisenza gli italiani, professioni-sti e anche rappresentanti del-le istituzioni, come i proprie-tari del capannone e la funzio-naria comunale indagati dopoil rogo del Macrolotto.

Parla cinese ma anche ita-liano la «rapina predatoria»che ha distrutto la ricchezza diPrato trasferendola in Cina:dal 2006 al 2015, mentre il fiu-me di denaro attraversava iconfini verso l’Asia, a Prato leditte di confezione gestite dacinesi sono passate da 3 milaa 5.500 e sfornano il 10% del-l’abbigliamento a basso costoper il mercato europeo. Leaziende italiane nel settoredella confezione sono rimaste700. E il trend continua: i datidella Camera di commercio,relativi al 2014, dicono che leaziende italiane sono diminui-te dello 0,6% e quelle cinesicresciute del 4,5%. Per anniforze dell’ordine e magistratihanno perseguito i singoli re-ati (contraffazione, evasione,sfruttamento della manodo-pera) ma è stato come svuota-re il mare con il cucchiaio.Adesso, con il maxiprocesso,per la prima volta si prova adaccusare l’intero sistema, l’or-ganizzazione. Un processomonstre che potrebbe durareanni.

Mercoledì ci sarà la secondaudienza davanti al Gup e sidiscuterà della questione dicompetenza territoriale solle-vata da alcuni avvocati difen-sori, secondo i quali il proces-so dovrebbe essere trasferito aBologna, dove aveva sede laM2M. Così la Toscana potreb-be perdere il processo al siste-ma che ha saccheggiato la suaarea produttiva più ricca.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

fenomenologie criminologi-che che credo abbia pochicorrispondenti nel Paese». Pa-role dell’ex procuratore capodella città toscana, AntonioSangermano, scritte nel verba-le dell’audizione alla Commis-sione parlamentare di inchie-sta sui fenomeni della contraf-fazione, della pirateria com-merciale e del commercioabusivo. È il novembre 2014,un anno dopo il rogo di Tere-sa Moda, fabbrica-dormitorioin cui muoiono sette persone,nel cuore del distretto illegale

rà per la banda larga in Italia,ad esempio) proviene dalle at-tività illecite condotte a Prato.La Gdf di Firenze segue i soldie nota che un piccolo operato-re di money transfer, la Mo-ney to Money, ne movimentatanti. Troppi. I flussi di denarovengono spezzettati in tantitrasferimenti da 1999,99 euro,sotto la soglia dei 2000 cheavrebbe fatto scattare le se-gnalazioni automatiche antiri-ciclaggio. Si scoperchia lapentola: secondo i magistratidell’antimafia, quella mole

di Silvia Ognibene

Mercoledì si tornain aula, ma la Toscana rischia di perdereil processo: gli avvocati hanno chiesto che sia trasferito a Bologna

Sangermano,ex procuratore capo di Prato

IMPRESEA cura della redazionedel Corriere Fiorentino

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Fabio PammolliProfessore di Economiae Management IMT Alti Studi Lucca

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Supplemento gratuitoal numero odierno del

L’inchiesta nasce seguendoil flusso di soldi che da Prato finiscono

L’inchiesta

in Cina, circa 5 miliardi solo dal 2006 al 2010. Sono state rinviate a giudizio 298 persone più Bank of China, fra le maggiori del mondo, controllata dal governo cinese

I numeri

Fonte: Confindustria Toscana Nord

Cittadini residenti nel distrettotessile di Prato

TOTALE Gestite dacittadini cinesi

Attive nelmanifatturiero

Imprese a conduzione straniera

20152006

Demografiaimprese pratesinel 2014

-0,6%italiane

+4,5%cinesi

Vita mediaimprese cinesi

18 mesi347.663

TOTALE2006

370.618

TOTALE2015

di cui di cui

11.898

31.354

22.719

54.671StranieriCinesi 4.498

8.092

2.991

5.430

2.429

4.012

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4 Lunedì 4 Aprile 2016 Corriere Imprese

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5Lunedì 4 Aprile 2016Corriere Imprese

LOCOMOTIVE

I signori del laser raddoppiano«La crescita nasce in laboratorio»El.En. ha chiuso il 2015 con il risultato migliore nella storia del gruppo fiorentinoL’Ad Cangioli: ora investimenti in Italia e un altro stabilimento in estremo Oriente

El.En, leder nel mercato deilaser, ha chiuso il 2015 conrisultato operativo di 21,5 mi-lioni (+40,5%), il più alto nellastoria del gruppo. Cresce an-che il fatturato che arriva a218 milioni di euro (+20,9%).Ai soci sarà distribuito un di-videndo di 1,2 euro per azio-ne.

Andrea Cangioli, Ad diEl.En., cosa c’è dietro questinumeri?

«Una combinazione di fat-tori positivi sia della nostraofferta sia delle condizioni suimercati di riferimento, in par-ticolare Stati Uniti e Italia».

I segnali positivi prove-nienti dal mercato internosono una novità.

«Negli ultimi anni avevamoincontrato un mercato piutto-

sto ostico nel segmento indu-striale. Nel 2015 le condizionisono cambiate, le banchedanno rapidamente credito ealla fine dell’anno si è aggiun-to il super ammortamento.Tutti questi elementi perònon servirebbero a nulla senoi non fossimo in grado diinnovare e creare prodotticoncorrenziali, tecnologica-mente avanzati e appetibilisul mercato: questo ci è riu-scito piuttosto bene nel 2015».

Per il 2016 avete indicatoulteriore crescita. Come?

«Abbiamo indicato ai mer-cati una crescita del fatturatodel 5% in costanza di risultatooperativo, pur sapendo che il2016 sarà più difficile proprioperché il 2015 è stato ottimo:riteniamo di avere una gam-

La crescitadel risultato operativo 2015, paria 21,5 milioni di euro

40%

Milioni di eurodi fatturatonei conti 2015, per una crescita di oltre il 20 per cento

218

L’ulteriore crescitadi fatturato prevista da El.En. per quest’anno

5%

ma di prodotti eccezionali equindi siamo convinti di po-ter raggiungere il risultato».

Quali sono i prodotti sucui puntate?

«Abbiamo lanciato nuoviprodotti nel settore medicalee per il campo estetico pun-tiamo sull’epilazione. Contia-mo di confermare il grandesuccesso del marchio MonnaLisa Touch, uno dei cardinidella crescita 2015. Potenzie-remo anche la produzione dialtri sistemi laser medicali».

Quali sono i vostri merca-ti di riferimento?

«Siamo ottimisti per il mer-cato italiano, per l’estremoOriente e il medio, dove sia-mo in competizione con gliUsa: il cambio euro-dollaro cicolloca in un’area dove possia-mo competere. Contiamo dicrescere in Europa, anche sequesto mercato negli ultimidue anni ha avuto difficoltàpiù marcate rispetto agli al-tri».

Quanto e dove investiretenel 2016?

«Nel 2015 abbiamo investi-to il 4% del fatturato consoli-dato, 9,2 milioni e nel 2016resteremo in linea. Abbiamoterminato la costruzione delnostro secondo stabilimentoin Cina dove tra poche setti-mane inizieremo a produrresistemi laser per il taglio delmetallo destinati solo al mer-cato cinese, per il quale preve-diamo un ulteriore aumentodella domanda: fra terreno eimmobili abbiamo investitocirca 4,5 milioni di euro injoint venture con un socio ci-nese dove noi siamo al 55%.Nel 2016 apriremo la nuovasede di Quanta System a Vare-se, dove abbiamo investito 5milioni di euro. Avvieremo ul-teriori espansioni nella exGermania dell’Est: 4 milionidi investimento tra 2016 e2017 per un nuovo immobile.Abbiamo già investito circa unmilione a Calenzano per am-pliare e potenziare la produt-tività nel settore industriale.Tutti i nostri investimenti ser-vono per aumentare la capaci-tà produttiva. Al centro delnostro lavoro ci sono i pro-dotti. La nostra competitivitàsi basa sull’attenzione allo svi-luppo tecnologico dei nuoviprodotti, sull’innovazionecontinua che nasce nei nostrilaboratori: è qui che si svilup-pano le prospettive di crescitadel gruppo».

Silvia Ognibene© RIPRODUZIONE RISERVATA

Biotecnologie

Vaccini hi-tech,un nuovo mercatoper Menarini

M enarini — che nel 2014 ha fondatoMenarini Biomarkers che si occupadella ricerca di nuovi biomarcatori

— punta su un altro mercato innovativo e sbarca nel settore dei vaccini. Il gruppo farmaceutico fiorentino ha recentemente annunciato la nascita di VaxYnethic, joint venture tra Menarini NewTech e BiosYnth, azienda pioniera nell’ambito delle tecnologie per la produzione di vaccini. VaxYnethic unendo le conoscenze di BiosYnth (azienda fondata nel 1988 da. Massimo Porro e che ha sede a Rapolano Terme, nel senese) Menarini punta ad progetto di ricerca per arrivare ad una

nuova piattaformatecnologica per laproduzione biofarmaceutica.L’obiettivo è una nuovatecnologia che permetta divelocizzare i processi diproduzione, nonchè lacollaborazione con altrisoggetti nel mercatosempre per diminuire itempi di produzione deivaccini. «Con VaxYnethic

nasce un progetto interamente italiano che opererà nel settore biofarmaceutico. La sinergia tra BiosYnth e il Gruppo Menarini permetterà di esplorare i nuovi aspetti scientifici su vaccini e farmacologia. È una grande opportunità», ha spiegato commentato Massimo Porro, presidente di BiosYnth e neo amministratore delegato di VaxYnethic. «Siamo soddisfatti della nascita di VaxYnethic con cui continuiamo a proiettare ancor di più l’azienda verso le tecnologie avanzate. BiosYnth e Menarini hanno conoscenze tecnologiche complementari e sono entrambe italiane, addirittura toscane: è un bel segnale della vitalità del nostro Paese e della nostra regione», hanno sottolineano Lucia e Alberto Giovanni Aleotti, presidente e vice presidente del Gruppo Menarini.

Mauro Bonciani© RIPRODUZIONE RISERVATA

Nei laboratoriMenarini

Andrea Cangioli, amministratore delegato di El.En.

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FI

6 Lunedì 4 Aprile 2016 Corriere Imprese

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7Lunedì 4 Aprile 2016Corriere Imprese

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POLITICA ECONOMICA

La Toscana dei servizi pubbliciPronti alla rivoluzione industriale?Regole e obiettivi, cosa cambia per le imprese pubbliche locali con la riforma MadiaLa sfida del management, gli investimenti da fare, il problema delle piccole dimensioni

guito in Italia, è proprio il fra-zionamento industriale, indot-to dall’intervento diretto delleautorità pubbliche locali, lacosì detta municipalizzazionedelle aziende di servizio. Vice-versa, la dimensione organiz-zativa ottimale deriva dall’indi-viduazione degli ambiti terri-toriali in cui imprese anche divaste dimensioni, perfinoplayer internazionali, possanogestire efficientemente la di-stribuzione.

I servizi pubblici locali han-no caratteri comuni che vannodall’esistenza di monopoli na-turali locali, all’applicazione ditariffe congegnate all’essenzia-lità e alla valenza sociale delladistribuzione all’utenza. Han-no poi rilevanti ricadute di na-tura ambientale, sia per l’ec-cesso di consumo di una ri-sorsa, spesso non riproducibi-le, come nel caso dell’acqua,

sia per l’impatto della depura-zione e delle fognature, dellaraccolta e smaltimento dei ri-fiuti, nonché della congestio-ne urbana. I servizi pubblicipresentano, almeno in alcunidei segmenti della loro filiera,il fenomeno dei costi fissi irre-cuperabili, tipici delle reti edei grandi impianti di tratta-mento, che non rendono con-veniente la duplicazione delleinfrastrutture, per cui derival’assenza di contendibilità daparte di potenziali entranti el’unica forma di concorrenza èla scelta dell’affidamento conprocedure di gara. Nei servizipubblici locali gli investimentihanno lunga durata e il gesto-re, ad esempio di un acque-dotto come di un impianto dismaltimento, deve operare perun lungo periodo di tempoprima di recuperare intera-mente il proprio investimento.

Tutto ciò implica che l’indu-stria dei SPL necessita di im-prenditori e manager di altoprofilo, non sottoposti a con-dizionamenti estranei alla vitadell’azienda; un’esigenza nonsempre percepita dai politicilocali.

Ma qual è la situazione del-le aziende di servizi pubblicilocali della Toscana alle sogliedei Testi unici Madia? Leaziende toscane, nei quattrosettori menzionati, hanno co-nosciuto negli ultimi anni, in-sieme ad adeguamenti del-l’impianto regolatorio locale,delle importanti trasformazio-ni industriali. Non sono man-cate difficoltà, ma, dai dati Ci-spel al 2014, emerge un’evolu-zione positiva del quadro re-gionale, in linea con gliobiettivi dei Testi unici. Leaziende toscane dei servizipubblici costituiscono un seg-mento importante dell’indu-stria regionale, occupando il4,7% degli addetti ed effet-tuando il 10% degli investi-

le gare che saranno effettuate,nel prossimo anno, per l’affi-damento della gestione negliambiti ottimali. La prospettivaa lungo termine è di giungeread un’unica azienda regionale.Nel servizio idrico operano 8aziende, un numero stabilenel tempo, con 2.632 addetti,anch’essi stabili nel tempo.Producono utili per 55 milioni(nessuna è in perdita) ed effet-tuano un consistente volumedi investimenti pari a 190 mi-lioni, pur con un controllatorapporto di indebitamentodello 0,45. Il rapporto Ebitda/ricavi totali è dello 0,38. Il set-tore, sottoposto a regolamen-tazione a doppio stadio, na-zionale con l’Aeegsi e regiona-le tramite l’Ente concessiona-rio di governo di ambito (AtoToscana), è anch’esso in via ditrasformazione e aggregazioneper pervenire ad almenoun’unica azienda regionale. Ilsettore dei rifiuti è il più fra-zionato, in quanto operano 26aziende, di cui 7 gestori di im-pianti, con 5.152 addetti, conun aumento del 28,7% rispettoal 2008: le più puntuali formedi raccolta hanno richiesto piùmanodopera ma la qualità èaumentata. Producono utili complessivi di 3,8 milioni, ma4 sono in perdita, e investonoper circa 44 milioni. L’Ebitda/ricavi totali raggiunge lo 0,16.Anche nei rifiuti operano am-biti regionali (tre: Centro To-scana, Sud Toscana e ToscanaCosta) e sono in via di defini-zione gare per gli affidamentid’ambito che porteranno a de-cise aggregazioni aziendali. IlTUSpl prevede per il servizioidrico e per i rifiuti una rego-lamentazione nazionale affi-data all’Aeegsi, che per questocambierà nome divenendol’Autorità reti, energia e am-biente (Arera). La decisione èrazionale in considerazionedelle affinità industriali e diobiettivi regolatori dei dueservizi. Nel trasporto pubblicolocale operano in Toscana 6aziende (erano 12 nel 2008),con 4.734 addetti (con una ri-duzione del 7% rispetto al2008). Producono utili per 1,5milioni e un’azienda è in per-dita. Effettuano investimentiper 34 milioni e l’Ebidta/ricavitotali è dello 0,10. Nel settore èsi è conclusa la gara di affida-mento della gestione del tra-sporto ad un’unica azienda re-gionale. Il TUSpl prevede chela regolamentazione del servi-zio sia effettuata da un’Autori-tà nazionale che governeràl’intero comparto dei trasportinazionali, l’Art.

In conclusione le aziendetoscane, salvo qualcuna in dif-ficoltà nei rifiuti e nei traspor-ti, godono di buona salute. So-no ancora però troppo piccolee qualcuna deve ancora con-fermare la necessaria vocazio-ne industriale, traducendo laredditività in investimenti e miglioramento della qualità.Nella maggior parte dei casi, ilmanagement di derivazionepolitica si è efficacemente combinato con il managementdesignato dai soci privati, e laselezione è stata favorita dalmetodo delle gare. Se alcuneresidue pulsioni campanilisti-che, alimentata da arcaicheideologie, non freneranno ilprocesso avviato, il settore siassesterà su performance ditutto rilievo e questa impor-tante riforma strutturale avràin Toscana una significativaapplicazione.

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La l e g g e d e l e g an.124/2015, nota come«legge Madia» di rifor-ma della Pubblica Am-ministrazione, costitui-

sce forse la più importante ri-forma strutturale su cui è im-pegnato il nostro Paese. Tra inumerosi decreti legislativi diattuazione due, ormai all’iterfinale, riguardano le impresepubbliche locali. Si tratta didue Testi unici, uno sulle Par-tecipazioni a società (TUPa) euno sui Servizi pubblici localia rete di interesse economico(TUSpl). Il primo ha l’obiettivodi sfoltire un po’ il novero del-le società, con l’intento dichia-rato dal ministro di manteneresolo quelle «necessarie a con-ferire un interesse generale aun servizio ai cittadini» e,conseguentemente, di disci-plinare in modo restrittivo siala loro costituzione che la loropermanenza. Il secondo tendea fornire una sistemazione le-gislativa al settore, nel quadrodella normativa europea, congli obbiettivi di sancire defini-tivamente il principio della se-parazione tra gestione e con-trollo sui servizi pubblici, dirafforzare le industrie settoria-li con aggregazioni aziendali edi delineare una struttura re-golatoria dei monopoli natu-rali locali in termini pro-con-correnziali.

I servizi pubblici locali a re-te (Spl) — distribuzione delgas, servizi idrici, rifiuti e tra-sporto pubblico — derivano illoro carattere locale dalla limi-tata estensione territoriale deibenefici che irradiano. Tutta-via, ciò non richiede che laproduzione e la fornitura siasuddivisa in piccole impresedi gestione. Anzi, uno dei di-fetti endemici del modello diregolamentazione, a lungo se-

di Alessandro Petretto

Ore preziosee pure smart

L’ orologio classico sembra avere i minuti

contati. All’ultima fiera di Basilea le novità da polso più estreme mixano lusso e tecnologia. Un’originale fusione quella tra un marchio del lusso come de Grisogono e Samsung, in arrivo a giugno.(Laura Antonini) • Samsung S2 De Grisogono degrisogono.com - 15 mila euro

menti. Rispetto alle «Top 100»aziende italiane, attive nel gas,idrico e rifiuti più 34 multiuti-lity, le corrispondenti aziendetoscane hanno un fatturatopari quasi al 2%, occupano il6,5% degli addetti ed effettua-no il 7,6% degli investimenti.Le aziende toscane mostranomediamente migliori perfor-mance di redditività; in parti-colare il rapporto investimentisul valore della produzione èpari al 16,3% rispetto al 3,4%delle «Top 100».

Nel gas operano in Toscana4 aziende di distribuzione aglioperatori finali, quando erano9 nel 2008. Occupano 754 ad-detti, con una riduzione del28% rispetto al 2008, ma conun aumento della produttivitàdato che il valore aggiunto èrimasto presso che stabile econ una significativa riduzionedei costi operativi. Producono,complessivamente, 67 milionidi utili (nessuna è in perdita)ed effettuano investimenti peroltre 78 milioni. Il margineoperativo lordo (Ebitda) sui ri-cavi totali, un indicatore diredditività, è dello 0,43. Il set-tore, sottoposto a regolamen-tazione tramite l’Autorità na-zionale energia elettrica, gas eservizio idrico (Aeegsi), è intrasformazione per effetto del-

Il presidentedel ConsiglioMatteo Renzicon Marianna Madia, ministra senza portafoglio per la Sempli-ficazionee la Pubblica amministra-zione

Cosìs in Toscana

Fonte: Cispel

gli addetti occupati nelle aziendedi servizio pubblico in Toscana

4,7%gli investimenti toscani effettuatidalle aziende di servizio pubblico

10%il fatturato di servizio pubblicorispetto al totale del settore

2%il rapporto delle aziende di serviziopubblico toscano tra investimenti

e valore della produzione

Il rapporto investimenti/produzione delle prime 100aziende italiane del settore

3,4%

le aziendedi distribuzione

nel 2008

9le aziende

di distribuzioneoggi

4

gli investimentitotalimilioni

78milioni67 gli utili

totali

gli addettiimpiegati(-28% rispettoal 2008)

754

GAS

le aziendein Toscana

8

gli investimentiitotalimilioni

190milioni55 gli utili

totali

gli addettiimpiegati2.632

ACQUA

le aziendein Toscana

26sono gestoridi impianti

7

gli investimentitotalimilioni

44milioni3,8 gli utili

totali

gli addettiimpiegati(-28,7% rispettoal 2008)

5.152

RIFIUTI

le aziendenel 2008

12le aziende

oggi

6

gli investimentitotalimilioni

3,4milioni1,5 gli utili

totali

gli addettiimpiegati(-7% rispettoal 2008)

4.734

TRASPORTOPUBBLICO

16,3%

All’interno della legge delega che ha presoil nome del ministro della Pubblica amministra-zione Madia due decreti legislativi riguardanole imprese pubbliche localiSono il TUPa, testo unico sulle società partecipate dagli enti pubblici, con l’obiettivo di tagliare il numero delle società stesse, e il TUSpl, testo unico sui servizi pubblici locali di interesse economico,che definisceil sistema legislativo nel quadro della normativa europea, con la separazione tra gestionee controllo

La legge

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FI

8 Lunedì 4 Aprile 2016 Corriere Imprese