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Rivista mensile specializzata N° 242 Giugno/Luglio 2004 Anno XXVII ISSN 0394-0896 PUBBLICAZIONE DELLA MEDIA AGE SRL VIA STEFANO JACINI ,4 20121 MILANO TEL. 02862534 FAX 0286450149 E-MAIL: INFO@MONITOR-RADIOTV . COM I NTERNET: WWW. MONITOR-RADIOTV . COM Latest news about broadcasting: www.monitorradio.tv Le ultime notizie da broadcast: NAB 2004, poche sorprese, tante conferme Brescia, TeleTutto cambia tutto Il restauro creativo dei film

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Rivista mensile specializzata • N° 242 • Giugno/Luglio 2004 • Anno XXVII • ISSN 0394-0896

PUBBLICAZIONE DELLA MEDIA AGE SRL • VIA STEFANO JACINI, 4 • 20121 MILANO • TEL. 02862534 • FAX 0286450149 • E-MAIL: [email protected] • INTERNET: WWW.MONITOR-RADIOTV.COM

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NAB 2004, poche sorprese, tante conferme

Brescia,TeleTutto

cambia tutto

Il restauro creativo dei film

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NAB 2004

TeleTutto cambia tutto

Direttamente dal NAB alla Videosignal

L’acceleratore per il montaggio

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Faccia a faccia con Avid

Il restauro creativo e la riedizione dei contenuti

...in breve

Editoriale

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T I T O L O S E Z I O N E

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Le quasi centomila presenze registratesono state sufficienti per indurre gliorganizzatori a spendere un aggettivocome “enorme” per descrivere il suc-cesso dell’ultima edizione del NAB.L’incremento rispetto allo scorso annoè stato certamente consistente, maallora avevano inciso molto negativa-mente l’inizio del guerra in Iraq e laSARS. Se il confronto lo si fa con le edi-zioni del 2001 o precedenti, mancanoancora all’appello un buon numero dioperatori, almeno più di diecimila. Quasi quattro su cinque dei parteci-panti al NAB 2004 erano statunitensied è abbastanza naturale quindi cheuno dei temi più caldi sia stata l’altadefinizione, HD per dirla in breve,argomento che per gli europei sembraessere di interesse puramente accade-mico, almeno fra i broadcaster. Altripoli d’attrazione sono stati i formati diregistrazione P2 e XDCam, lanciati loscorso anno rispettivamente daPanasonic e Sony: qui l’unica novità èche quasi tutto quanto presentato allapassata edizione del NAB in forma piùo meno funzionante è ora pronto peressere spedito.

L’onda dell’alta definizioneC’è chi si limita ad evocare l’onda dimarea, ma c’è anche chi parla di tsu-

nami, l’onda prodotta da un maremo-to, per descrivere il modo in cui l’altadefinizione si sta diffondendo negliStati Uniti. Secondo le stime più atten-dibili, sono almeno nove milioni i rice-vitori venduti finora, la metà dei qualidurante il periodo natalizio dello scor-so anno, questo grazie anche a unadrastica riduzione dei prezzi, che con-sente di offrire un apparecchio a retro-proiezione da 40 pollici a 1.500 dollarie un plasma di pari dimensioni per unacifra che si aggira sui 2.000 dollari. Anche se nove milioni di ricevitori pos-sono essere considerati ben poca cosarispetto al totale dei televisori funzio-

NAB 2004nanti, quel che è certo è che l’HD staottenendo un successo che sta andan-do oltre le previsioni. Negli Stati Uniti,l’inizio delle trasmissioni in HD è coin-ciso con l’avvento del digitale terre-stre, ma mentre il progressivo abban-dono dell’analogico è stato anche lìseriamente imposto dal governo (conil risultato che sono già oltre 1.200 lestazioni televisive che si sono converti-te al digitale), la scelta di trasmetterein alta definizione è stata una decisio-ne lasciata alle singole emittenti equelle che finora hanno rischiato mag-giormente, sono state ampiamenteripagate.

Poche sorprese, tante confermeUn cauto ottimismo impregnava gli affollati padiglioni del Las Vegas Convention Center, anche quest’anno sede del-l’annuale appuntamento con le novità per il mondo della radio e della televisione

Tanto spazio per l’alta definizione allo stand della JVC

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In molti sono convinti che sia propriol’offerta di programmi in HD l’unicomezzo per conquistarsi nuove fette diaudience o perlomeno riuscire a con-servare quelle attuali. Una volta tanto,la sensazione è che i fabbricanti faccia-no fatica a star dietro alle richiestedelle emittenti che, anche se nonhanno l’immediata necessità di pro-durre e trasmettere in HD, mostranouna chiara preferenza verso quelleapparecchiature che possano esserealmeno aggiornate sul campo.

Piccolo, ma destinato a crescereL’offerta è variegata e il fattore costonon sembra costituire un ostacolo. Giàlo scorso anno JVC aveva presentatoun piccolo camcorder per registrarevideo in alta definizione su cassetteminiDV nel formato HDV, il JY-HD10U,riscuotendo un discreto successo nelsettore professionale, nonostantemancassero quasi tutti gli altri elemen-ti di contorno, a cominciare da unsistema di editing decente. A un annodi distanza, il formato HDV è ora sup-portato da quasi tutti i più importantisoftware per il montaggio non lineare(compresi Adobe Premiere Pro, AppleFinal Cut Pro, Avid Xpress, PinnacleLiquid e Ulead MediaStudio). Il suc-cesso di JVC ha preso un po’ in con-tropiede Sony, che pure ha contribuitoalla stesura delle specifiche del forma-to HDV: per dimostrare che non scher-za, ha portato al NAB un prototipoancora allo stato embrionale di uncamcorder compatto, parente strettodel DSR-PD170.Dal canto suo, JVC ha presentato alNAB un camcorder da spalla dall’a-

spetto decisamente più professionalecon tre sensori da 2/3 di pollice di tipoCMOS, evoluzione di quelli presentatilo scorso anno dalla RockwellScientific e ora commercializzati con ilmarchio AltaSens. Ciascun sensore hauna risoluzione nativa di 1.920 x 1.080pixel e il camcorder sarà in grado diregistrare anche in modalità 24P, carat-teristica questa che ne farà uno deglistrumenti più appetibili per i cinema-tografari indipendenti (il prezzo non èstato ancora reso noto, ma dovrebbecollocarsi poco al di sopra si quellodegli attuali camcorder DV della JVC).Sempre in tema HDV, le altre novità diJVC sono un registratore da studio e ilportatile CU-VH1 da 2.000 dollari, cheintegra un display da 3,5 pollici e l’in-terfaccia iLink/IEEE 1394. Il CU-VH1dispone di uscite in component analo-gico e può anche convertire il segnaleHD in definizione standard.

Ben difficilmente il formato HDV potràripetere il successo ottenuto dal DV edalle sue varianti professionali DVCame DVCPro. Il tipo di compressione uti-lizzato, MPEG-2 con gruppi di 6 frame,non ne fa certo il formato ideale perconsentire di affrontare lavorazioni chenon siano limitate a semplici montag-gi: già un inserimento in chiave puòdare esiti incerti. Ma per le cosiddettehard news, le riprese destinate cioè adurare l’arco di una giornata, o i docu-mentari istituzionali, il formato HDVpuò dimostrarsi economicamente vin-cente sotto parecchi punti di vista.

FireWire e codec per HDI costi si stanno comunque riducendosensibilmente anche per le apparec-chiature capaci di garantire una qualitàpiù elevata. Con la versione HD diApple Final Cut Pro e un PowerMacdotato semplicemente di un’interfac-cia FireWire, spesa complessiva attor-no ai 5.000 euro, è possibile importaredirettamente materiale DVCPro HD etrattarlo in formato nativo. Questa fun-zionalità, resa possibile da un rapportodi stretta collaborazione che si èinstaurato fra Apple e Panasonic, è almomento supportata solo dal registra-tore AJ-HD1200A che può essereappunto dotato di un’interfacciaFireWire. Questo apparecchio, checosta circa 25.000 dollari, nasce comeriproduttore universale per tutti i for-mati della famiglia DV, compreso ilDVCPro HD, e integra un down-con-verter con uscita in video composito.Con l’aggiunta di una scheda opziona-le si può anche registrare video in altadefinizione a 1080i o 720p sfruttandol’ingresso HD-SDI e l’unità può ancheessere alimentata con una batteria a 12volt, l’ideale per l’impiego in esterni. Anche Avid offrirà il supporto nativoper il formato DVCPro HD dellaPanasonic a partire dai sistemi basatisu Avid Xpress Pro. Di questo softwareè quasi pronta la versione 4.5 che sup-porterà anche il formato DVCPro 50, ifile MXF e l’esportazione diretta in for-mato Windows Media 9. Sempre intema di alta definizione, Avid ha lan-ciato al NAB il codec DNxHD (DigitalNonlinear High Definition Encoding),presentato lo scorso anno come dimo-strazione tecnologica. Tanto per inten-

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Anche Sony ha dedicato parte del suo stand allapresentazione delle sue idee sull’HDV

Formato HDV per il camcorder da spalla e il registratore da banco della JVC

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derci, questo codec è per certi versil’equivalente dei formati proprietariAVR utilizzati dai primi Media Com-poser, ma Avid ha scelto in questocaso di rendere disponibili gratuita-mente tutte le specifiche a quantivolessero supportarlo nei propri pro-dotti software. Per quanto è dato di sapere, il codec èdi tipo intra-frame, rispetta il formatooriginale delle immagini e il campio-namento è in 4:2:2 a 8 o 10 bit. I for-mati di compressione previsti sono tre,con un bit rate massimo di 220 Mbpsper segnali in formato 1.080i/60 a 10bit; i file veri e propri sono nel formatoMXF, proprio per facilitare lo scambiodel materiale fra piattaforme diverse.Per quel poco che si è visto finora, aparità di bitrate la qualità è superiore aquella offerta da codec come quelloutilizzato dal formato HDCam dellaSony.

Pinnacle mette in pratica …Un altro codec per il trattamento divideo in alta definizione è stato svilup-pato dalla Pinnacle e fa parte del cor-redo di strumenti messi a disposizionedalla versione HD del software di mon-taggio Liquid che, come già accenna-to, consente di trattare video HDV informato nativo. Il codec proprietario èbasato sullo standard MPEG-2, IBP a50 Mbps, ed è capace di offrire unaqualità virtualmente indistinguibile daquella del video non compresso,almeno secondo quanto dichiaraPinnacle. Con CinéWave, il sistema uti-lizzabile con piattaforme Apple G4 eG5, è invece possibile il supporto nati-vo del DVCPro HD e la gestione distream multipli, con visualizzazioneimmediata su monitor in definizionestandard o alta. Il materiale in HD puòessere acquisito dall’ingresso HD-SDIe compresso al volo nel formatoDVCPro 100; possibile anche la trans-codifica in tempo reale fra formati eframe rate diversi, per esempio da1080 a 720. CinéWave è anche ingrado di interpretare correttamente ilmateriale registrato con la Varicam, latelecamera in alta definizione capacedi registrare con frame rate variabile.Inoltre, con il registratore AJ-HD1200Adella Panasonic, l’acquisizione delmateriale è possibile anche utilizzando

la sola interfaccia FireWire. Liquid HD e CinéWave sono soltantola punta dell’iceberg della gamma diprodotti per i quali Pinnacle ha conia-to il marchio Practical HD e che trovanel server MediaStream 8000 la suaespressione più alta. Con l’opzioneFreeHD è, infatti, possibile gestire lamessa in onda contemporanea dimateriale in definizione standard e altadalla stessa playlist e un sistema avan-zato di compensazione del movimen-to consente di migliorare la qualitàdella conversione da SD a HD, gestitadirettamente dal server. Nessun pro-blema anche per quanto riguarda letitolazioni con la versione HD dellaDeko 3000, ultima nata della serie disistemi per la grafica televisiva stessefunzionalità, ma in alta definizione. Trale numerose novità ci sono la gestionedi clip multiple su canali separati, lasincronizzazione di effetti audio conl’animazione e la visualizzazione intempo reale di oggetti tridimensionalicreati con il software di modellazione3ds max della Discreet.

… e Thomson rallenta L’unico elemento che ancora mancavaper completare l’offerta in alta defini-zione era una telecamera capace digestire lo slow-motion e questa nonpoteva che arrivare da Thomson,società che detiene quasi l’80% delmercato relativo a questi prodotti.Derivata direttamente dalla LDK 6000,la LDK 6200 ha una cadenza doppia diripresa rispetto al normale, vale a dire120 frame al secondo quando è utiliz-Alta definizione per tutti, dappertutto è lo slogan con cui Apple si è presentata al NAB

Versione HD anche del sistema per la grafica e latitolazione Deko 3000

Interfaccia IEEE 1394/FireWire per il riprodutto-re/registratore DVCPro HD della Panasonic

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zata in modalità 720P. Per il collega-mento all’unità di registrazione è pos-sibile utilizzare fibre ottiche oppurecavi triax HD e in questo caso ladistanza massima di 800 metri puòessere raddoppiata con l’uso di unripetitore. La LDK 6200 è compatibilecon i CCU adatti alla LDK 6000 e conquesta condivide tutte le funzionalità,semplificando quindi il compito dell’o-peratore. Al NAB la telecamera venivamostrata in una saletta riservata, ma èpraticamente pronta per la commer-cializzazione e il suo debutto sulcampo, nel vero senso della parola. èprevisto già per i prossimi campionatieuropei di calcio: la società belgaAlfacam ne ha ordinate ben 16 unitàche saranno utilizzate con la versioneHD del registratore a dischi LSM XTdella EVS.

P2 in dirittura d’arrivoA un anno dall’annuncio da parte diPanasonic, sono pronte per esserecommercializzate le prime apparec-chiature della serie P2, capaci di regi-strare video su schede di memoria, equindi senza alcuna parte in movimen-to. Le prime schede avranno unacapacità di 2 e 4 GB, valori che in ter-mini di durata corrispondono rispetti-vamente a 8 e 16 minuti di video in for-mato DVCPro, tempi che si riduconoalla metà registrando in DVCPro50.Fino a cinque di queste schedepotranno essere utilizzate con il cam-corder AJ-SPX800 e, grazie alla possi-bilità di sostituzione a caldo delleschede, la durata delle registrazioni èlimitata unicamente dal numero dischede a disposizione, a sua volta limi-tato però dalle disponibilità finanzia-rie, poiché ogni scheda da 4 GB ha un

prezzo che si aggira sui 2.000 dollari.Con questi prezzi è obbligatorio dis-porre di un sistema di archiviazionedel materiale più conveniente ed è perquesto che nel registratore da bancoAJ-SPD850, anch’esso dotato di cin-que slot per le schede P2, Panasonicha deciso di offrire la possibilità diinserire un’unità di registrazione DVD-RAM/R. In questo modo, è possibilecopiare direttamente il contenutodelle schede P2 su un supporto moltoeconomico (poco più di un euro perun disco da 4,7 GB), anche senza ricor-rere ad altre apparecchiature. L’unitàDVD è esattamente dello stesso tipodi quelle disponibili per pc e in futuropotrà quindi essere facilmente rim-piazzata da un’unità ottica a laser blucon capacità più elevata, almeno 20GB. Oltre a offrire le classiche funzio-nalità di un videoregistratore, l’AJ-SPD850 consente anche di crearedelle play list che possono esseremandate direttamente in onda, sfrut-tando la possibilità di accesso casualeal materiale registrato sulle schede P2. Lo stesso camcorder offre questaopportunità, oltre a permettere laregistrazione continua, fino a un mas-simo di 16 secondi prima dell’effettivapressione del pulsante di registrazio-ne. La registrazione in modalità pro-gressiva (a 24 o 30 frame per secondoper la versione NTSC e 25 per quellaPAL) è un’altra prerogativa dell’AJ-

SPX800 che impiega 3 CCD da 2/3 dipollice ed è potenzialmente capace dioffrire una risoluzione di 750 linee; ilprezzo sarà di poco inferiore a quellodel camcorder DVCPro 50 di paricaratteristiche. Le prime apparecchia-ture stanno per essere consegnate adalcune emittenti televisive statunitensi,tra cui la rete all-news NY1 e una deci-na di emittenti che fanno capo ai grup-pi Media General e Sinclair.

Non un formato di transizioneQuello che ci tengono a sottolineare irappresentanti di Panasonic è il fattoche il P2 non è un formato di transizio-ne verso una nuova generazione, ma èesso stesso un formato di nuova gene-razione, alludendo così al fatto cheformati come lo XDCam di Sonynecessiteranno di ulteriori modificheper supportare registrazioni in HD.Tanto per ribadire il concetto,Panasonic ha già dichiarato che rende-rà disponibili le prime apparecchiatureP2 capaci di registrare in HD per leOlimpiadi invernali di Torino del 2006. In effetti, si tratta solo di aumentare lacapacità delle schede, poiché il trans-fer rate arriva già a 640 Mbps, valorepiù che sufficiente per garantire laregistrazione e il trasferimento piùvelocemente che in tempo reale dimateriale HD con rapporti di compres-

Già pronta la versione per slow motion dellaThomson LDK 6000

Tutta la gamma presente e futura della serie P2 in mostra allo stand Panasonic

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sione relativamente ridotti, comequello attualmente utilizzato dal for-mato D5-HD della stessa Panasonic e,a maggior ragione, dal DVCPro HD,caratterizzato da un bitrate di “soli”100 Mbps. Nel caso del formatoXDCam, il problema non è tanto lacapacità, quanto il massimo bitrateregistrabile, che con le unità a doppiatestina è di 144 Mbps, appena suffi-ciente per registrare video nel formatoHDCam della stessa Sony.

Tutti assieme, appassionatamenteUn fattore su cui punta Panasonic pergarantirsi il successo del P2 è il sup-porto di altri fabbricanti, in particolarequelli specializzati in sistemi di mon-taggio non lineare o per la produzionedi news: finora è riuscita a coinvolgerein quella che è chiamata P2 Alliancepraticamente tutti i più importanti pro-tagonisti di questo settore, vale a direAvid, EVS, Dayang, Quantel, Pinnaclee Thomson/Grass Valley. In particolare, poiché i file registratisulle schede P2 sono in formato MXF,con i sistemi Avid a partire dal softwa-re Xpress è possibile importarli diretta-mente e, nel caso si utilizzi un note-book, è sufficiente inserire la schedaP2 in un qualsiasi slot PC Card perpoter accedere al materiale video,senza che sia necessario alcun hardwa-re aggiuntivo. Inoltre, data l’elevatavelocità di trasferimento, si può tran-quillamente effettuare il montaggiosenza dover copiare il materiale sull’-hard disk. Funzionalità simili sonoofferte dai software X-edit dellaDayang, CleanEdit della EVS e Liquiddella Pinnacle.

Tiepida accoglienzaChi sembra meno propenso a stringe-re alleanze è Sony ed è forse questa laragione per cui il formato XDCam, cheimpiega come supporto di registrazio-ne un disco ottico con tecnologia alaser blu, non sembra aver suscitatoparticolare entusiasmo da parte delmercato. Per confronto, da quandosono iniziate le consegne, sono statevendute 1.500 unità XDCam mentre insoli quattro mesi Sony ha evaso ordiniper circa 350 unità HDCam SR, la ver-sione compressa in standard MPEG-4del formato proprietario Sony per laregistrazione in alta definizione. Per inciso, a completamento dellagamma HDCam SR (dove SR sta perSuper Reality), Sony ha presentato ilvideoregistratore portatile SRW-1 e ilrelativo processore di segnale SRPC-1che consente anche la registrazione divideo HD in formato 4:4:4, 10 bit a 880Mbps, compresso in MPEG-4.

Sempre in tema di HD, Sony ha inau-gurato una nuova serie S di apparec-chiature HDCam definita “low cost”presentando al NAB il camcorderHDW730S: le virgolette sono giustifi-cate dal fatto che conveniente signifi-ca per Sony un prezzo di 60.000 dolla-ri. La differenza di prezzo rispetto alcamcorder HDW750 è di circa il 10%,giustificata dall’impiego di sensoriCCD di tipo FIT al posto dei più eco-nomici IT utilizzati dal 730. Per quanto riguarda la serie XDCam, èstata annunciata la futura disponibilitàdei dischi a doppio strato, che avran-no una capacità di quasi 50 GB, e diquelli da 3,5". Questi ultimi dovrebbe-ro avere una capacità ridotta a unterzo, sufficiente quindi per almenouna mezz’ora di video in formato DV e,

caratteristica forse più interessante, laloro ridotta dimensione permetterà direalizzare camcorder decisamente piùcompatti di quelli attuali. L’oggetto forse più innovativo inmostra allo stand della Sony era peròl’Anycast Station, nota anche con lasigla AWSG500: poco più ingombran-te di un notebook, pesa sette chilo-grammi e integra tutto il necessarioper gestire una piccola produzionelive, vale a dire mixer video e audiocon sei ingressi, generatore di effetti,titolatrice e encoder per lo streamingdi video per il web. Lo schermo a cri-stalli liquidi integrato può essere con-figurato per visualizzare le due classi-che finestre Preview e Program e oltreagli ingressi in DV, composito o Y/C ,l’Anycast Station può accettare anchesegnali RGB generati da computer.Presentata da Sony anche una versio-ne di Xprì per notebook studiata inmodo specifico per essere utilizzatacon le versioni proxy in bassa risoluzio-ne del materiale registrato suProfessional Disc; le EDL generate conil notebook possono essere inviate aun sistema Xprì, che cattura automati-camente la versione in alta risoluzionee procede alla finalizzazione.

Tutto per il professionistaXpress Studio è una suite di softwarestudiata da Avid per soddisfare le esi-genze basilari di un’utenza professio-nale. Oltre al software per il montag-gio non lineare Xpress Pro, la suitecomprende la versione LE del pro-gramma per l’elaborazione dell’audioPro Tools; il nuovo software Avid 3D,che sfrutta le tecnologie Softimageper consentire una facile creazione dianimazioni tridimensionali, a comin-

Fino a cinque schede P2 possono essere utilizzatecon il camcorder AJ-SPX800

HDW730S: la versione “economica” del camcor-der Sony per il formato HDCam

È poco più grande di un notebook l’AnycastStation della Sony

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ciare dai classici logo; Avid FX, unpacchetto basato sul modulo di effet-ti e titolazione Boris Red, e Avid DVDby Sonic, uno strumento per la crea-zione di DVD sviluppato apposita-mente da Sonic Solutions per Avid.Dal punto di vista delle potenzialità,non cambia molto rispetto all’offertaprecedente, mentre da quello funzio-nale la migliore integrazione fra idiversi moduli garantisce un flusso dilavoro più lineare. Xpress Studio saràdisponibile in due versioni, Essentialsofferta con il dispositivo audio Mboxdella Digidesign e Complete, com-prendente la consolle audio Digi 002e l’acceleratore Mojo.

Superiori capacitàCompletamente rinnovata la gammadei server Seachange, che conserva-no la collaudata architettura Raid2,ma sono caratterizzati da una mag-giore semplicità costruttiva che vaquindi a tutto vantaggio dell’affidabi-

lità. Le serie BMC 15000 e 60000 lan-ciate al NAB si differenziano per ilnumero di canali di I/O (complessiva-mente 10 oppure 8) e il massimobitrate di registrazione, che è rispetti-vamente di 15 e 60 Mbps, valore que-st’ultimo che consente quindi anchela registrazione di materiale HD. IBMC possono essere configurati incluster comprendenti fino a 7 nodi e,nel caso della serie 60000, ciascunochassis da 6RU può ospitare fino a 24dischi SCSI con capacità massima di300 GB. Per la serie 15000, il numerodi dischi è limitato a 12 e questo sitraduce in una capacità complessivadi 45 TB.La tecnologia Serial ATA è stata inve-ce scelta al posto della classica SCSIper il collegamento degli hard diskdella Media Library di seconda gene-razione, siglata 2G, che può gestirefino a 1.080 dischi in linea, sfruttandola massima espansione prevista diben nove chassis per ognuno deinove nodi che costituiscono la confi-gurazione massima. L’impiego didischi Serial ATA, tra l’altro sostituibi-li a caldo, dovrebbe garantire unamaggiore convenienza, poiché que-sta tecnologia si sta rapidamente dif-fondendo anche in ambito desktop,al contrario della SCSI che è rimastalegata al settore dei server. Ciascunnodo della Media Library 2G puòessere equipaggiato con tre schedeEthernet accelerate, garantendo cosìuna banda effettiva di quasi un Gbpsverso i sistemi di editing.

Canon ha fatto 13Sono ben 13 le ottiche lanciate daCanon in occasione del NAB, la mag-gior parte delle quali destinate all’im-piego con le telecamere HD. Tra que-ste c’è anche il convertitore anamor-fico ACV-235, che consente di ripren-dere immagini in formato Cinema-Scope (2,35:1) con i classici sensori informato 16:9, sfruttando così almeglio la risoluzione verticale. Il con-vertitore può essere utilizzato contutte le ottiche per cinematografiaelettronica della Canon, compresa lapiù recente serie FJ per la quale èstato presentato anche un 55 mm conapertura di T1,6.

Un altro prodotto che ha raccolto unnotevole successo è l’ottica compat-ta DigiSuper 22xs, particolarmenteadatta all’impiego con le telecamereportatili e capace di offrire una quali-tà dell’immagine superiore a quelladelle classiche ottiche portatili perHD. Il peso è inferiore ai 7 kg e ledimensioni sono ridotte di almeno il50% rispetto a quelle delle classicheottiche da studio. Ottime le presta-zioni velocistiche: l’intera escursionefocale richiede mezzo secondo e inun secondo e mezzo si passa dallamessa a fuoco all’infinito a quellaminima. L’ottica si avvale poi dellatecnologia HDxs e un minuscolo dis-play retroilluminato semplifica legestione delle numerose funzioni.

Si allarga l’offerta della mela Motion è stato il coniglio estratto dalcilindro di Apple in occasione delNAB: con la modica cifra di 299 dol-lari si ha a disposizione un program-ma che consente di realizzare facil-

L’offerta Avid per i professionisti si arricchisce contre pacchetti su misura

L’ottica compatta Digisuper 22x della Canon èstudiata appositamente per le telecamere HDportatili

Paolo Birra presenta orgoglioso una delle ultime creature di Seachange

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mente complesse animazioni di titoli egrafica, anche con la simulazione delmovimento causato dal vento o dallagravità. Motion offre anche un raffina-to modulo per la gestione delle parti-celle che permette di creare effetticome il fumo o il fuoco, sempre conuno sforzo veramente minimo. Ledimostrazioni erano piuttosto convin-centi, nonostante fossero effettuatecon una versione preliminare del pro-gramma la cui commercializzazione èprevista per la prossima estate. L’impegno di Apple nel video digitaleè dimostrato anche dalla volontà distringere alleanze con 9i maggiori pro-tagonisti. Oltre a quella già citata conPanasonic, che ha portato alla possibi-lità di trasferire materiale in formatoDVCPro HD attraverso una normaleinterfaccia FireWire, Apple ha collabo-rato con Thomson per l’integrazionedel proprio software di montaggionon lineare Final cut Pro con il sistemaNews Edit per la realizzazione di servi-zi giornalistici. Dida applemot.jpg

Commutare con la luceDimostrata da Pesa la possibilità direalizzare una matrice fotonica, un’ap-parecchiatura capace cioè di commu-tare segnali trasportati da fibre otti-che, senza che sia necessario converti-re gli impulsi ottici in segnali elettrici eviceversa. Il prototipo del PhotonicSwitcher XD è stato presentato al NABin configurazione 63 x 64 ed è in gradodi gestire segnali ottici con una lar-ghezza di banda fino a 40 Gbps. IlPhotonic Switcher è basato sulla tec-nologia Brilliance della Glimmerglasse utilizza specchietti del diametro dicirca un millimetro che possono esse-re orientati con l’impiego di segnalielettrici, in maniera analoga a quantosi fa con i Digital Micromirror Device

della Texas Instruments utilizzati per ivideoproiettori basati sulla tecnologiaDLP. La sigla XD è in questo caso giu-stificata dal fatto che la larghezza dibanda che caratterizza la matrice per-mette di gestire qualsiasi tipo disegnale video, da SD fino a 2k e oltre,passando ovviamente per HD.

L’era dell’idrogeno?Non è la prima volta che al NAB ven-gono presentate celle a combustibile,prodotti destinati a sostituire le classi-che batterie attualmente utilizzate perl’alimentazione delle apparecchiatureportatili, a cominciare dai camcorder.In genere si trattava però di prodottiancora in fase sperimentale, più chealtro dimostrazioni tecnologiche. Alcontrario, sono già in vendita quelleproposte dalla Jadoo e commercializ-zate con il marchio NAB II, acronimo diNot A Battery o anche Not A Brick,tanto per sottolineare il fatto che, non-ostante il peso, non si tratta di un mat-

tone (per inciso, il NAB se l’è presa unpo’ per lo scippo del marchio e hacostretto Jadoo ad esporre un cartelloin cui si sottolineava l’assoluta assenzadi parentele tra la società e l’associa-zione dei broadcaster statunitensi). Le celle a combustibile della Jadooimpiegano unità di ricarica delledimensioni di una lattina, che pesanoperò quasi un kg mentre il convertito-re pesa circa 2 kg e mezzo, per untotale quindi di oltre 3 kg; anche l’in-gombro complessivo non è da sotto-valutare e alla fine il peso risulta forseun po’ troppo sbilanciato all’indietro,specialmente quando si utilizza il con-vertitore con i camcorder più recenti.L’autonomia è leggermente superiorea quella delle batterie di pari peso edè sufficiente meno di un’ora per la rica-rica, che in realtà consiste nel riempi-mento della cartuccia, utilizzandoun’apposita Refill Station e una bom-bola di idrogeno. Il kit di base, com-prendente un convertitore, la refill sta-tion e un paio di cartucce, dovrebbecostare circa 3.500 dollari, cifra più omeno corrispondente a quella neces-saria per l’acquisto di un buon carica-batteria e di un numero di batterie dicapacità equivalente. Il sistema è giàstato collaudato sul campo da una sta-zione televisiva statunitense del grup-po Sinclair (cui fanno capo ben 62emittenti regionali), che si è dichiarataentusiasta: va però ricordato che pro-prio Sinclair è uno dei maggiori inve-stitori in Jadoo.

Apple ha lanciato al NAB anche un software per la grafica in movimento

È un po’ ingombrante, ma funzionale, il sistema di alimentazione a cella di combustibile della Jadoo

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Un assistente per i fuochiSi chiama Precision Focus AssistSystem il dispositivo che facilità laregolazione della messa a fuoco con leottiche Fujinon per HD. Il “mostro”XA101x8,9 e il grandangolo ENGHA13x4,5 saranno i primi due obbietti-vi ad essere equipaggiati con questasorta di autofocus intelligente, etichet-ta che Fujinon preferisce non usaresottolineando come deve esserecomunque l’operatore ad effettuare lamessa a fuoco preliminare, indicandopoi al sistema qual è la zona dell’im-magine su cui intervenire, usando perquesto un comando simile a una track-ball. Il dispositivo cerca di ovviare allelimitazioni imposte dai mirini delletelecamere in alta definizione, che nonhanno una risoluzione sufficiente agarantire una precisa valutazione dellanitidezza delle immagini, e funzionaegregiamente anche senza che sianecessario passare a un’inquadraturapiù ristretta comne è prassi abituale.

Un controllo soft per le matrici UtahAllo stand della Utah Scientific delNAB, una postazione era occupata dalGruppo TNT di Brescia che sta svilup-pando un software per il controllo dellematrici, in particolare per la serie Utah-400. Queste sono in grado di trattaresia segnali video SD che HD e sonodisponibili in configurazioni che vannoda 64x64 fino a 1.152x1.152, espandibi-li con moduli 8x8, adattandosi così per-fettamente a ogni esigenza. Una parti-colarità della serie Utah-400 è costitui-ta dai cross-point ridondanti, gestibiliper mezzo dei pannelli di controllo

Anche se il core business della Leitchrestano i prodotti modulari (negli ulti-mi mesi sono ben 40 i moduli che sisono aggiunti alla serie Neo e 35 quel-li per la 6800+), i videoserver continue-ranno a costituire un elemento portan-te dell’offerta Leitch: “oscilliamo fra ilsecondo e il terzo posto a seconda deltrimestre e il rapporto prezzo/presta-zioni è migliore di quello della concor-renza”, sostiene Thorsteinson che divideoserver se ne intende, avendovisto nascere il Profile quando era inTektronix e poi crescere prima conGrassValley e infine Thomson, societàche ha lasciato lo scorso anno perapprodare alla Leitch.

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Tim Thorsteinson, presidente e ceo della Leitch

dedicati oppure con un software ed èqui che si inserisce il Gruppo TNT.

La grafica del software emulaesattamente l’impostazione

dei pannelli di controllo,proprio per renderlo dipiù facile accesso. Dallo stesso programmaè possibile la configura-zione di tutte le appa-recchiature, non soloUtah, e in caso di neces-sità si può anche richia-

mare il relativo manuale informa elettronica.

Leitch si compra VideotekL’esperienza trentennale dellaVideotek nella produzione di apparec-chiature di test e misure entra a farparte del patrimonio della Leitch.L’annuncio è stato dato al NAB da TimThorsteinson, nuovo presidente e ceodella Leitch, il quale si è un po’ ram-maricato del fatto che fino al giornoprecedente poteva contare su quasi22 milioni di dollari in contanti, che siridurranno a quattro in tutto dopo laconclusione dell’operazione.Thorsteinson si è comunque consolatoosservando che “Videotek ha i nostristessi clienti e l’operazione comporte-rà un’estensione della nostra linea diprodotti”.

Anche un software made in Brescia per la serie di matrici Utah-400

L’ottica Fujinon HA13x4,5 equipaggiata con ilsistema per la messa a fuoco assistita

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Dopo decenni di impeccabile servi-zio, era venuto il momento di manda-re in pensione le rotative del Giornaledi Brescia e la proprietà, l’EditorialeBresciana, ne ha approfittato perriunire in un’unica sede tutte le sueattività editoriali, in particolare il por-tale BresciaOnLine e gli studi e leredazioni di Teletutto e Brescia Tele-nord, creando così una piccola cit-tadella multimediale, come ama defi-nirla Pierangelo Ferrara, amministra-

tore delegato dell’emittente televisi-va Teletutto: “normalmente dal cen-tro si va in periferia perché è piùcomodo. Noi siamo venuti qui per-ché qui c’era la capofila del gruppocon il Giornale di Brescia, una realtàmolto importante, con l’intenzione distabilire un rapporto più sinergico.”Operativa dal 1979, Teletutto si èconquistata il primato nel capoluogolombardo grazie a una programma-zione che dà ampio spazio all’infor-

mazione locale: su un organico dicirca 40 dipendenti, una decina sonoi giornalisti assunti e a questi siaggiungono più di 30 collaboratoriesterni, tra opinionisti, radiocronisti,eccetera. Questo impegno sul localeè gratificato sia da un fatturato ditutto rispetto, 4,2 milioni di euro nel2003, sia dai dati Auditel, secondo cuisono ben 200.000 i contatti nel gior-no medio, una cifra particolarmentesignificativa se si tiene conto che ilbacino potenziale è di 850/900 milatelespettatori. Infatti, il segnale diTeletutto copre perfettamente lazona del Garda, le maggiori valli bre-sciane, su fino a Madonna diCampiglio, e solo nella bassa brescia-

Quale migliore occasione di un trasloco per dare una rinfrescata alle attrez-zature e, perché no, anche al modo di lavorare? Teletutto ci ha provato e conl’aiuto della Sony Italia non è stato difficile

La nuova sede di Teletutto è nella stessa palazzina che ospita il Giornale di Brescia

L’amministratore delegato di Teletutto, PierangeloFerrara

Teletutto cambia tuttoTeletutto cambia tutto

Lilina Golia nello studio del telegiornale di Teletutto

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na fatica un po’ a propagarsi, a causadell’elevato affollamento dell’etere. Il cambio di sede è stata l’occasioneper fare innovazione perché, comesostiene Ferrara: “sarebbe stato as-surdo riproporre in una nuova situa-zione come questa le stesse attrezza-ture, la stessa filosofia produttiva cheavevamo prima, non perché primanon andasse bene, però uno sguardoal futuro era d’obbligo.” Teletutto trasmette ogni giorno cin-que notiziari principali più una seriedi notiziari locali; tutti i programmi,con la sola esclusione delle televen-dite, sono autoprodotti e Ferrara citiene a sottolineare che: “non tra-smettiamo film perché siamo unatelevisione locale, la televisione deibresciani, cerchiamo di fornire infor-mazione sul territorio, dal territorio.Abbiamo dieci giornalisti assunti percui direi che a Brescia siamo una pic-cola Ansa, le informazioni non leandiamo a pigliare dall’Ansa, masiamo noi a cercarle sul territorio.Abbiamo delle sedi in Val Camonica,in Val Trompia in Val Sabbia dallequali riceviamo contributi e servizi.” Oltre all’informazione di carattereistituzionale, che vede coinvolti prati-camente tutti gli enti locali del bre-sciano, l’informazione sportiva èun’altra colonna di Teletutto: “Ab-biamo un contratto di esclusiva con ilBrescia Calcio, quindi la trasmissionedella partita, in differita chiaramente,e molte trasmissioni dedicate allosport. Il lunedì sera abbiamo Diamo

calcio al calcio, una trasmissione sto-rica con ospiti qualificati comeMaifredi, Altobelli, Becalossi, Vicini.”Solo di una cosa si rammaricaFerrara: “Baggio non è mai venuto intrasmissione, ma anche se non abbia-mo mai avuto il piacere di vederlo, ciha regalato uno scoop eccezionaleperché è stata Teletutto a diffonderenel mondo la notizia che Baggiosmetteva con il calcio. Questa è unacosa che ci ha dato molto prestigio,abbiamo venduto servizi persino alletelevisioni giapponesi e a tutte letelevisioni nazionali.” Teletutto segue anche tutti gli altrisport a livello locale, con trasmissioniad hoc e le partite in differita, ma nonmancano trasmissioni più impegnatecome Pan@cea, un programma sullasalute che tra l’altro ha vinto il premioIppocrate dell’Unione NazionaleMedico-Scientifica di Informazione, eha avuto ospiti come il premio NobelRita Levi Montalcini e il Ministro dellaSanità Sirchia.

Ottimizzare i flussi Con una programmazione di questogenere, secondo Paolo Bonvicini,direttore tecnico dell’emittente bre-sciana, “l’obbiettivo primario è quel-lo di riuscire a ottimizzare il più possi-bile il flusso di tutta quanta la produ-zione.” La scelta del digitale eracomunque obbligatoria per Bonvicinie, considerando il tipo di produzione,il DV a 25 Mbps era stato individuatocome il formato che garantiva unaqualità più che sufficiente per il tipodi lavorazioni normalmente svoltedall’emittente. Bonvicini però evi-denzia come non si tratti semplice-mente di una transizione verso unatecnologia più moderna: “il vantag-gio principale di un sistema di questotipo è il fatto di condividere tutto ilmateriale in tutte le sale di montag-gio, fino ad arrivare anche alla reda-zione giornalistica.”Proprio da questa richiesta si è partitiper la stesura delle specifiche da sot-

Il personale di Teletutto con Roberto Musso (in prima fila a destra) nello studio ricavato da quello che erail locale che ospitava le rotative del Giornale di Brescia

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toporre ai diversi fornitori ed è inquesta fase che entra in giocoRoberto Musso in qualità di consu-lente esterno, scelto dalla proprietàanche per aver contribuito in prece-denza ad alcuni progetti digitali, tracui CFN e Sailing Channel. “Mihanno sostanzialmente chiesto unconsiglio, dopo di che ho cominciatoa lavorare con Paolo Bonvicini. Eragiusto portare un po’ dell’esperienzache mi ero fatto in passato su questoprogetto. Con Paolo abbiamo vistoprincipalmente quale doveva esserel’architettura che era sostanzialmentequella di andare verso una televisio-ne tapeless, senza nastri.” raccontaMusso e prosegue “Un processo delgenere non può essere fatto imme-diatamente perché bisogna primacreare una cultura partendo daglioperatori che fanno l’editing, chevengono dal montaggio macchina amacchina, fino al cliente che è quellopiù difficile, che magari ti arriva anco-ra con la televendita su VHS.”Il frutto di questo lavoro iniziale aquattro mani è stato sostanzialmenteuno schema a blocchi che è servitoper spiegare ai possibili fornitoriquali erano le esigenze dell’emitten-te e gli obbiettivi che si volevano rea-lizzare. Fin dalla prima offerta, comericorda Musso, “Sony si è distintadagli altri fornitori presentando unadocumentazione esauriente e soprat-tutto si è assunta la responsabilità discrivere quali sarebbero stati i pro-

cessi dentro la televisione, e questoha un po’ convinto tutti sulla bontàdel progetto Sony. Un conto è fare unelenco di materiale e mettere unacifra in fondo e poi si vede, un contoè mettere per iscritto come sarà latua televisione, è una bella assunzio-ne di responsabilità.”Ferrara condivide appieno questavalutazione: “Sony si è fatta garantedi tutto il progetto, non è che ci hadato una parte e poi per l’altra ci hadetto ti arrangi. Inoltre, Sony propo-neva un sistema per per le news che funzionava già daaltre parti mentre altri fornitori cidicevano c’è, ma non si può vedere.Non potevamo appurare se effettiva-mente un sistema di questo generefosse funzionale. Invece questo di Sony l’abbiamovisto in funzione a Mediaset e devodire che quello che abbiamo adessorispecchia perfettamente quello cheavevamo visto.”Non basta però mettere insieme unpo’ di pezzi per fare un sistema per lenews che sia realmente produttivo.Come fa notare Musso “una cosainteressante per la televisione eraproprio l’esperienza della Sony neirapporti con le redazioni e le loroconoscenze su quali fossero i proces-si per arrivare in modo abbastanzaliscio e indolore a far funzionare unsistema di news. Perciò era interes-sante confrontarsi con una societàche aveva già questa esperienza e

che non lasciasse Teletutto a sbro-gliare anche i problemi dei rapporticon dipendenti, redattori, giornalisti,eccetera.”

Tabella di marcia rispettata

Del progetto si è cominciato a parla-re nel novembre del 2002 e il via libe-ra da parte della proprietà è arrivatonel luglio 2003. I lavori veri e proprisono iniziati nel mese di ottobre, perconcludersi alla fine di febbraio e dalmese di aprile Teletutto trasmettedalla nuova sede. Ora finalmenteLuciano Consigli, responsabileProfessional Service della Sony, puòdormire sonni tranquilli. “Questa èstata la nostra prima esperienza diquesto tipo, non avevamo mai fattouna televisione così completa.Inoltre, dal fare grandi progetti pergrandi televisioni, con grandi budget,ci siamo invece venuti a trovare in unasituazione dove il budget era comun-que importante (Ndr: poco più di duemilioni di euro), ma per fare quelloche è stato fatto era relativamentelimitato. La grossa difficoltà poi erafare in modo che i giornalisti si con-vincessero che questo sistema avreb-be comunque portato dei benefici.Non vi dico quanta paura c’era all’ini-zio e quanta perplessità c’era daparte loro nell’utilizzo di un qualcosadi diverso. Inoltre, uno degli obbietti-vi che ci aveva dato Ferrara era ilcoinvolgimento di tutti perché unatelevisione con un numero limitato dipersone come è Teletutto non puòpartire se anche una o due delle per-sone non sono coinvolte.”Queste considerazioni spieganoquindi l’approccio di Sony alle primefasi della trattativa: “Il primo aspettoche abbiamo curato è stato non tantoquello di fare un disegno tecnico det-tagliato, addirittura loro non hannoneanche ricevuto l’elenco del mate-riale, hanno solo ricevuto una descri-zione di quello che avrebbe dovutofare il sistema, uno schema di flussiche derivava dalle loro richieste e inbase a quello noi abbiamo costruitopoi la televisione”, ricorda Consigliche sottolinea poi come sia impor-tante il coinvolgimento delle perso-ne: “abbiamo subito fatto incontri

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Luciano Consigli, Marco Bresciani e Michele Spagnuolo della Sony Italia con i dirigenti di Teletutto

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con il direttore della testata, con igiornalisti, per cercare un coinvolgi-mento fin da subito e abbiamo iden-tificato fin dalle prime riunioni i cosid-detti super user, le nuove figure pro-fessionali della televisione, l’archivi-sta, che è una figura completamentenuova, una mansione che prima veni-va fatta in maniera non molto orga-nizzata.”

Una struttura ben ordinata

Sul piano puramente tecnico, l’im-pianto di Teletutto è caratterizzatodalla presenza di un’unica sala mac-chine, una precisa richiesta diBonvicini, che ha consentito di avereuna grande pulizia, concentrandotutte le apparecchiature in un unicolocale, dal server di posta elettronicafino ai trasmettitori, quello diTeletutto e dell’altra emittente delgruppo, Brescia Telenord. L’altrarichiesta, prontamente soddisfatta daSony con il mixer DVS-9000, era quel-la di dotare i tre studi televisivi di treregie completamente interoperabili,in modo che qualsiasi regia potesselavorare con qualsiasi studio. In prati-ca, è stato fornito un unico mixer acui fanno capo tre differenti pannellidi controllo; in caso di guasto, l’even-tuale rimpiazzo è costituito dai VideoToaster della Newtek. La parte più innovativa è però costi-tuita dal sistema DVLince utilizzato

per la preparazione dei servizi videoper i notiziari: il sistema si componedi cinque postazioni per i giornalisti,una stazione di editing equipaggiatacon la scheda Storm della Canopus edi unità di storage capaci di contene-re circa 200 ore di materiale in altarisoluzione e 4.000 ore di video com-presso in Mpeg-4, adatto alla consul-tazione. Le stazioni di ingest sono equipag-giate con una serie di videoregistra-tori dei formati più disparati. Come

dice scherzosamente PaoloBonvicini, un progetto ‘ambizioso’ diTeletutto è quello di riuscire a elimi-nare definitivamente i 3/4 di pollice:“sono rimaste due macchine in tuttala struttura, giusto per poter leggerei vecchi nastri e il materiale che anco-ra proviene dall’esterno. Anche suquel fronte si sta comunque lavoran-do per riuscire a ottenere dai clienti,dalle agenzie che ci forniscono ilmateriale, un materiale un po’ piùdignitoso.”Nella sala macchine trovano postoanche i due video server MAV-70della Sony con una capacità comples-siva di 200 ore, a cui è affidata lagestione dell’emissione. Come spie-ga Bonvicini: “è stato fatto un siste-ma tale per cui un MAV fa da backupall’altro. Ogni MAV è destinato aun’emittente, però in caso di guastosu uno dei due MAV, l’altro può gesti-re l’emissione per dodici, venti ore,un tempo comunque sufficiente perporre rimedio, per capire cosa è suc-cesso.”

Non un semplice bidoneLa ridondanza è uno degli elementiche caratterizza tutta l’installazioneperché, come sostiene Consigli, “èfacile disegnare gli impianti attorno aun ‘bidone’ centrale che contiene

Il gruppo Sony con il personale di Teletutto che ha contribuito maggiormente alla riuscita dell’opera-zione

I tecnici nel loro regno. Michele Spagnolo, Paolo Bonvicini, Marco Bresciani e Luciano Consigli nellasala macchine dell’emittente

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tutto il materiale, in teoria può fun-zionare, ma poi nella pratica questecose non funzionano. Dovevamo cer-care di garantire quello che era l’ob-biettivo di Paolo e di Roberto, cioè

condividere tutti i materiali facendoperò un’architettura che andasse inqualche modo a focalizzarsi. Fare unbidone unico dove playout, l’archivio,le news, la post-produzione, gli studi

attingevano creava dei grossi rischi:se il bidone non funzionava, volevadire che l’emittente si spegneva perenne giorni. Quindi l’idea è stataquella di mantenere comunque que-sto livello di integrazione, ma di cer-care di identificare delle aree operati-ve. È inutile che un giornalista quan-do va a fare ricerca immagini si trovidentro i commerciali che vanno poiun emissione o comunque materialeche non serve. È vero che il tutto può essere diviso incategorie ma poi quando si fa unaricerca il materiale salta fuori comun-que. Per cui sostanzialmente abbia-mo creato un’area di produzione e dinews, un’area di emissione e un’areadi archivio, oltre a un’area di produ-zione per gli studi.”Tutta l’emissione è controllata da unsistema di automazione del GruppoTNT. “Chiaramente, il software èstato adattato alle nostre esigenze,visto che ce n’era la possibilità”, diceBonvicini e prosegue “Questo èanche il vantaggio del prodotto soft-ware: quando vado a fare un pezzo diferro, quello nasce e muore in quel

La regia per la messa in onda di Teletutto

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modo lì, invece con un discorso disoftware si possono apportare quellemodifiche che in un settore come ilmostro sono comunque necessarie.Se il software non ha possibilità diessere customizzato, comunqueperde molte delle sue caratteristiche.In questo caso abbiamo fornito dellespecifiche al Gruppo TNT e le modi-fiche sono state fatte esattamentecome avevamo richiesto.” Secondo Consigli “un’altra difficoltàè stata proprio quella di mettereinsieme una serie di software e diapparati di terze parti. Per ottimizzarei costi, dovevamo poi prevedere l’in-tegrazione del materiale in uso nel-l’altra sede.” Come ci tiene a eviden-ziare Musso, “è stato un impegnoenorme da parte del personale tecni-co soprattutto quelli che erano statiidentificati come super user: li abbia-mo quasi bruciati, nel senso che inquei due mesi hanno veramente fattol’impossibile. Credo che dal punto divista del progetto l’idea di partire conle isole di cui parlava Luciano abbiareso tutto più semplice. Questoanche la dice lunga su qual è la flessi-bilità di un sistema pensato a isole,dove una cosa in un modo o nell’altropuò sostituirne temporaneamenteun’altra. In effetti qua si può andarein onda da diversi posti, con diversomateriale, in diverso modo.”Per questa ragione, il sistema è statoeffettivamente completato solo in

aprile, anche se era già stato collau-dato ai primi di gennaio, in modo dapoter iniziare il più presto possibilecon i corsi di addestramento. Su uncontratto del valore complessivo dioltre due milioni di euro, il costo dellaformazione del personale era statoinizialmente valutato in 60.000 euro esecondo Consigli “li abbiamo spesitutti e anzi addirittura abbiamoaggiunto poi qualche baby-sittingaddizionale. Grazie alla formazionedei loro super user, hanno poi prose-guito loro direttamente. Ci ha piace-volmente sorpreso il fatto che suicosti di formazione non hanno mairichiesto di trattare: erano 60.000euro all’inizio e sono rimasti tali allafine, sul resto ovviamente ci hannomassacrato, però su questa parte quanon hanno battuto ciglio.”

Un nuovo modo di lavorare

La reazione che avrebbero avuto igiornalisti messi di fronte al nuovosistema editoriale era la maggioreincognita e avrebbe potuto decretareo meno il successo di tutta l’opera-zione. Come dice Ferrara, “non èstato semplicissimo per delle perso-ne abituate alla penna o anche alcomputer, nel senso di Word, dargliun mouse e fargli capire come sce-gliere le immagini e confezionarequindi il servizio. Devo dire però che

la difficoltà iniziale è stata supportatabenissimo con corsi di formazioneche hanno preso per mano i giornali-sti. Il supporto che abbiamo dato siagrazie a Sony, sia grazie al nostrosuper user interno, che è un tecnicoche ha una particolare sensibilità sullavoro dei giornalisti, ha completa-mente rassicurato la redazione. Oggic’è l’orgoglio, la soddisfazione divedere il proprio servizio realizzato.”Non è di diverso parere anche il piùdiretto interessato, vale a dire il diret-tore della testata giornalistica FulvioManzoni. “Per noi chiaramente èstato un salto culturale, perché asso-lutamente nulla è più come prima. È un modo di lavorare, un’organizza-zione del lavoro che è effettivamente

Fulvio manzoni, direttore della testata giornali-stica di Teletutto

Una delle salette attrezzate con il VideoToaster della Newtek, utilizzato per la realizzazione dei montaggi più complessi

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radicalmente cambiata rispetto aprima, ma già oggi a distanza di unpaio di mesi se facessimo un sondag-gio tra i redattori nessuno tornerebbeindietro. Il sistema è stato accettato ecredo che il lavoro che si producecon questo sistema sia anche per ilgiornalista esaltante, proprio perchélo porta a termine fino in fondo.”L’unico problema per Manzoni è oraquello di stabilire se l’organico attua-le è adeguato: “Prima un redattorepreparava il servizio e poi in saletta dimontaggio passava solo per fare l’au-dio o per tagliare un servizio, lascian-do sostanzialmente al montatore ilgrosso del lavoro, non si fermavaquindi per tutto il tempo e rientravasubito dopo in redazione per dedi-carsi ad altri argomenti. Oggi il con-tenuto lo confeziona completamentee questo richiede più tempo. Quindi bisognerà capire qual è ladimensione giusta dei numeri all’in-terno della redazione.” Su una cosa però Manzoni non hadubbi, la qualità dei contenuti: “Ilgiornalista ha in mano tutto e quindisviluppa il servizio in modo piùcoerente, più concreto rispetto aquello che può fare il montatore chedeve interpretare il pensiero del gior-nalista. La qualità migliora poi nelmomento in cui il sistema è più flessi-bile rispetto a prima, per cui l’aggior-namento dell’ultimo momento, l’in-tervista che si aggiunge o che è supe-rata dai fatti, tutto questo può essererifatto in poco tempo.

Questo dà sicuramente una maggio-re qualità e flessibilità e mi auguroche nel medio periodo possa dareanche una maggiore velocità.”Un altro aspetto che potrà comporta-re dei vantaggi sia sul piano dellaqualità che su quello della tempisticaè rappresentato dall’utilizzo dell’ar-chivio. Secondo Musso, due mesinon sono certo sufficienti, ma quan-do l’archivio comincerà a contenereuna quantità adeguata di materiale,si potrà produrre di più e meglio.L’archivio della redazione giornalisti-ca può contare su 200 ore di materia-le in alta qualità, in formato DV a 25Mbps, e 4.000 ore di video in qualitàda consultazione, con la corrispon-dente alta qualità registrata su nastriDVCam. In futuro, questo materialepotrà essere riversato su nastri dati,DVD o anche hard disk, poiché comesottolinea Musso “il prezzo dello sto-rage in linea, gli hard disk, continuaad abbassarsi, per cui è più facileimmaginare di aggiungere terabytedi storage che non una libreria anastro.”

Sinergie e nuovi orizzonti

“Far dialogare testate che storica-mente sono nate indipendenti l’unadall’altra non è una cosa semplicissi-ma”, ammette Ferrara, “noi abbiamopensato di fare innanzitutto un primopasso raggruppando tutte le situazio-ni, radio, televisione, internet e gior-

nale e il percorso deve ancora comin-ciare o perlomeno siamo agli albori.La tempistica non è immediata, ma laconsuetudine di vederci tutti i giorninon potrà che essere d’aiuto.”Ferrara comunque non sembra averenessuna fretta: “Penso che in tre annipotremo sviluppare una sinergia con-sistente, anche perché poi l’evoluzio-ne dei mezzi ci obbliga a muoverci inquesta direzione. Pensiamo solo aldigitale, al patrimonio che abbiamonoi con il Giornale di Brescia, che è ungiornale che ha cento anni. Tutto il materiale, l’esperienza che ab-biamo a disposizione: non utilizzaretutto questo secondo me sarebbeuno spreco tremendo. L’innovazioneche abbiamo realizzato si sposa per-fettamente poi con la nuova normati-va sulle televisioni. Ci stiamo preparando per il digitaleterrestre, non stiamo facendo dellecorse tremende perché pensiamo civorrà una maturazione sia tecnologi-ca, che sui contenuti, però ci siamogià attivati. I trasmettitori per il digita-le terrestre sono praticamente giàinstallati, non sono ancora attivi per-ché non abbiamo le frequenze ridon-danti.Comunque, non c’è tutta questaurgenza perché il 25 luglio dell’annoprossimo è ancora una data che cisembra non proprio imminente, masicuramente saremo pronti per laprossima primavera.”In ogni caso, Ferrara non si aspettaalcun appoggio dagli enti locali per losviluppo della parte di t-government,nonostante lo spazio che l’emittentededica attualmente all’informazioneistituzionale e agli ottimi rapportiinstaurati con le diverse realtà. “Gli enti locali, gli enti pubblici ingenerale, vivono ancora un po’ dalontano questa situazione. Credo siacompito delle televisioni locali pro-porre delle soluzioni, nel senso chese noi riusciremo a fare questo t-government in maniera intelligentecon la Provincia, il Comune, gli ospe-dali, portando dei vantaggi all’ammi-nistrazione e ai cittadini, saremodegli interlocutori indispensabili perqueste realtà. Però non dobbiamoaspettarci che siano loro a darci l’in-put, siamo noi che dovremo farci cari-co di questo.”

I giornalisti di Teletutto al lavoro alle postazioni del DVLince

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L’evento post NAB è oramai diventatoun appuntamento fisso per laVideoSignal di Trezzano sul Naviglioche anche quest’anno si è avvalsadella preziosa collaborazione dellaMediaSignal, nella persona di PaoloSala, e della TransAudio Video, pre-sente con Sergio Brighel. L’idea chesta alla base dell’iniziativa è quella dipresentare agli operatori italiani alme-no una piccola parte delle novità delNAB e anche questa volta l’iniziativaha riscosso un discreto successo,tanto che era difficile trovar postonella saletta destinata ai seminari che

hanno accompagnato la presentazio-ne dei prodotti. La parte del leone l’hafatta Thomson, che ha in VideoSignaluno dei suoi più validi rappresentanti,in particolare nella persona del titola-re Alessandro Trezzi, meglio notocome l’uomo Grass Valley per l’Italia,visto che è proprio di questi prodottiche si è occupato fin dall’inizio dellasua carriera. Tra le novità presentate da Thomsonc’era anche la telecamera LDK 500 conprocessamento del segnale a 14 bit e ilsistema wireless digitale, utilizzabileanche con le altre telecamere della

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Con una open house svoltasi nel mese di maggio, Video Signal ha presentato le novità presentate al NAB dalle nume-rose aziende delle quali cura la distribuzione

Paolo Sala e Alessandro Trezzi durante l’affollata open house organizzata nella sede della Video Signal

ddiirreettttaammeennttee ddaall NNAABB aallllaa VViiddeeooSSiiggnnaall

Porte aperte alla…Porte aperte alla…

serie LDK. Il sistema wireless lavora concompressione intra-frame e modula-zione COFDM, fattori che assicuranoquindi una latenza ridotta, rispetto aisistemi che impiegano la compressio-ne MPEG, e una portata di circa 150metri all’aperto, sufficiente per la mag-gior parte delle applicazioni. Per i registratori a disco iVDR M-Seriesla novità è costituita dalle versioni concodec a 50 Mbps, sia in formato DVche Mpeg-2, e dalla possibilità di regi-strare fino a quattro tracce audio digi-tali AES/EBU. Thomson ha portatoanche i nuovi mixer della serie Kayak,prodotti che stanno ottenendo unsuccesso superiore alle aspettative, el’ultima versione del NewsEdit, il siste-ma per la produzione delle newsusato tra l’altro dalla Rai durante ilGiro d’Italia e i Gran Premi di Formula1, per la preparazione del filmato conle azioni più salienti, trasmesso imme-diatamente dopo la conclusione del-l’evento.

Quando il video non basta

Una serie di prodotti che sta riscuo-tendo un discreto interesse da partedi alcune emittenti nazionali più atten-te all’immagine è quella proposta dal-l’olandese Publitronic.

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Sostanzialmente si tratta di un hard-ware dedicato alla miscelazione disegnali video e grafici che consente digestire fino a nove livelli distinti, contre segnali video live su ognuno diessi. La grafica può essere statica oppurecreata all’istante a partire da dati pre-levati da qualsiasi programma che siain grado di generare file in formatoXML. I sistemi della Publitronic per-mettono di realizzare facilmente leguide elettroniche dei programmipiuttosto che schermate del tipo diquelle utilizzate per la trasmissione IlGrande Fratello. Per garantire un fun-zionamento stabile, Publitronic hascelto di utilizzare il sistema operativoLinux per l’hardware che gestisce ilvideo, che è poi collegato a una reteEthernet a computer con sistemi ope-rativi Windows, utilizzati per la prepa-razione della grafica. Prevista anche lapossibilità di riprodurre clip videoregistrate in formato MPEG-2: la capa-cità base è di sei ore e può essereespansa con l’aggiunta di un appositochassis per hard disk in configurazioneRAID.

Modulare e in alta definizione

Per la serie Synapse della Axon sonodisponibili numerosi moduli per il trat-tamento di segnali in alta definizionecompresi praticamente tutti gli up edown-converter necessari per gestire idiversi formati HD. La serie Synapse sidistingue per un’architettura basata su

un bus proprietario per la distribuzio-ne dei segnali di riferimento all’inter-no del frame, che semplifica anche ilcontrollo e la regolazione dei diversimoduli. Tra i venti nuovi arrivati sonoparticolarmente interessanti i moduliHDW10 che permettono di visualizza-re segnali in alta definizione utilizzan-do economici monitor da computercon ingressi VGA o DVI e i SIM10 perla distribuzione di segnali SDI rigene-rati, con visualizzazione sullo schermodi eventuali problemi e del livello deicanali audio embedded. La gammaSynapse è poi completata dai moduliper la distribuzione di video su reti IPcon compressione in standard MPEG-2 e MPEG-4. L’olandese Axon ha poiportato in dote anche i prodotti dellastatunitense NVision, fabbricante di

matrici e master control, grazie a unaccordo stipulato la scorsa primaverafra le due aziende per la distribuzionedei rispettivi prodotti nei rispettivimercati.

Matrici per tutti i gusti Il cavallo da battaglia di VideoSignalnel settore delle matrici resta comun-que Quartz: la società inglese ha lan-ciato al NAB la serie Xenon, che inte-gra al suo interno le funzioni di matri-ce e processamento del segnale, fun-zioni che normalmente richiederebbe-ro l’impiego di dispositivi esterni, conovvie complicazioni sia dal punto divista della gestione che del cablaggio.Tra i moduli previsti ci sono anchequelli che aggiungono le funzionalitàdi generatore di logo e master con-trol. Le matrici Xenon consentono ditrattare sia segnali in definizione stan-dard che alta e sono espandibili ablocchi di 8x8 in chassis da 4RU perarrivare fino a 64x64 oppure da 8RUper un massimo di 128x128. L’altra novità è la serie compatta Topazdisponibile in configurazione 16x16 o32x32 e per segnali SDI o HD-SDI. Ilsistema di controllo è lo stesso utiliz-zato dalle altre matrici Quartz ed èprevista come opzione una portaEthernet che ne consente il controlloattraverso una qualsiasi rete IP.Presentata anche la versione piùrecente del software per il master con-trol QMC, anche questo disponibile inversione HD.

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Aggiornato il software del master control QMC della Quartz

Il rappresentante della Broadcast Pix fotografato con gli omonimi sistemi integrati, caratterizzati da un rap-porto prezzo /prestazioni estremamente interessante

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Uno studio completo al prezzo di un mixer

Tra i nuovi marchi distribuiti da VideoSignal c’è anche BroadcastPix che hapresentato l’omonimo prodotto co-struito attorno a una scheda PinnacleTarga 3000. Nonostante il tutto sia controllato daun personal computer, l’operatore sitrova a interagire con una superficie dicontrollo che non è molto differenteda quella classica di un mixer evoluto,con tanto di T-bar e joystick. Il lavoro dell’operatore è poi notevol-mente semplificato grazie al fatto chetutti i pulsanti integrano un display sulquale è possibile visualizzare icone otesti che ne permettono una facileidentificazione. È così possibile indivi-duare immediatamente non solo l’in-gresso selezionato, ma anche una clipregistrata sull’hard disk dedicato delsistema e che può quindi essererichiamata con la semplice pressionedi un tasto. La stessa funzionalità è offerta da tuttii tasti del pannello, con icone che

identificano le tendine piuttosto che isegnali di chiave. Il personal computer è utilizzato poiper gestire anche la titolazione, affida-ta al software Inscriber Title Motion,ed è prevista la possibilità di controlla-re un videoregistratore con interfaccia

RS422. Il sistema è disponibile in dueversioni, la 1000 fornita con una matri-ce Panacea della Leitch solo persegnali SDI o la 2000 che prevede unabreak out box anche con ingressi euscite in analogico composito, com-ponent e S-Video.

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All’open house ha partecipato anche la TAV, distributrice delle ottiche Canon che equipaggiavano le tele-camere LDK della Thomson

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anche video in alta definizione intempo reale. La famiglia Avid Xpress si componeattualmente di tre prodotti, uno deiquali, Free DV, è completamente gra-tuito e può essere liberamente scari-cato dal sito Internet di Avid(www.avid.it). Rispetto ai due prodot-ti commerciali, Xpress DV e XpressPro, Free DV offre un numero moltopiù limitato di effetti, una quindicinain tutto, e la possibilità di lavoraresoltanto con due tracce video eaudio. L’interfaccia è però la stessa deglialtri software Avid e questo ne fa unostrumento prezioso per gli studenti epiù in generale per quanti voglionosaggiarne le funzionalità. Il massimo numero di tracce videoche possono essere elaborate diffe-renzia anche la versione DV da quella

Pro di Xpress, ecosì pure ilnumero di effetti,anche se in que-sto caso è diffici-le parlare di limi-ti. Con le sueotto tracce e piùdi un centinaio dieffetti, Xpress DVpermette di af-frontare senzatroppi problemianche progettire l a t i v a m e n t ecomplessi, sem-pre che sia suffi-ciente poter ela-

borare soltanto materiale in formatoDV. Il supporto di video non compresso odi materiale di provenienza cinema-tografica, e in futuro del video in altadefinizione, è invece appannaggioesclusivo di Xpress Pro che è anchel’unico a poter essere utilizzato conMojo.

Un convertitore con il trucco

Di primo acchito, Mojo può sembraresimile ai numerosi convertitori pre-senti sul mercato, che si limitano atrasformare i segnali video analogiciin formato DV e viceversa, con l’evi-dente differenza di essere però piùcostoso di quasi tutti gli altri.Purtroppo, la stessa Avid non si èdata molto da fare per dissipare idubbi, limitandosi a definire Mojocome un componente della famigliaDNA (Digital Non-linear Accelerator),senza chiarire però qual era effettiva-mente la sua funzione. In realtà, il compito di Mojo è soprat-tutto quello di convertire il segnalenon compresso proveniente dal com-puter (attraverso l’interfaccia Fire-Wire) in un segnale DV oppure analo-gico (composito, S-Video o compo-nent). In questo modo, si riduce ilcarico di lavoro del processore delcomputer ed è quindi possibileriuscire ad eseguire un numero mag-giore di operazioni in tempo reale.

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La concorrenza sempre più agguerri-ta dei produttori di software, unitaalla disponibilità di piattaforme hard-ware sempre più potenti, ha indottoqualche anno fa anche un marchiocome Avid a fare il suo ingresso nelsettore professionale proponendouna soluzione basata unicamente susoftware, Avid Xpress. In questo lassodi tempo, il software è maturato inmaniera significativa, sempre conser-vando quelli che sono i suoi punti diforza, un’interfaccia grafica e unmodo di lavorare che hanno da sem-pre rappresentato un riferimento pergli altri produttori che si sono cimen-tati in questo settore. Senza contare poi il vantaggio perl’operatore che può passare senzatroppi problemi da un sistema instal-lato su un computer portatile a unaworkstation capace di elaborare

Incontro ravvicinato con la coppia Xpress Pro e Mojo, la soluzione riservata da Avid ai professionisti del video che non hanno tempo da perdere

L’acceleratore per il montaggio

La classica interfaccia Avid anche per Xpress Pro

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Inoltre, il fatto di effettuare la conver-sione da digitale ad analogico a par-tire da un segnale non compresso, èuna garanzia di qualità potenzialmen-te superiore. Sull’altro fronte, Mojopuò anche convertire in analogico oDV il video generato con qualità“draft”, funzionalità che può essereutile quando si ha a che fare conmontaggi relativamente complessi esi vuole conservare la fluidità delmovimento, anche se a scapito dellaqualità. Mojo consente poi di acquisire ilmateriale da sorgenti DV o analogi-che in formato non compresso, ope-razione che però richiede l’impiegodi hard disk in configurazione RAID,in modo da riuscire a garantire lanecessaria velocità di trasferimentodati. Sull’altro fronte è invece previstala possibilità di catturare anche dauna sorgente DV con il formato com-

presso 15:1s diAvid, permetten-do così di otti-mizzare lo spaziosu disco. Il mate-riale nei diversiformati puòessere miscelatosenza probleminella stessa time-line, senza sacri-ficare le presta-zioni in temporeale. La conversionedei segnali videoè gestita da unapposito compo-

nente di Mojo denominato FPGA(Field Programmable Gate Array) cheha il vantaggio appunto di poteressere programmato direttamentedal personal computer a cui è colle-gato, permettendo così eventualiaggiornamenti. Quando necessario, questa operazio-ne viene effettuata automaticamentedal programma nella fase di avvio delsoftware Xpress Pro e l’operatore silimita semplicemente a dare o menoil suo consenso. Un limite di Mojo è costituito dalfatto del poter essere utilizzato sol-tanto con software dedicati o per iquali Avid abbia previsto il supporto:attualmente, solo con Adobe AfterEffects e Softimage XSI è possibilesfruttarlo per l’anteprima su un moni-tor televisivo.

Un software molto esigente

Per usare il software Xpress Pro ènecessario collegare una chiave hard-ware alla porta USB del computer: seda un certo punto di vista la soluzio-ne può essere scomoda, dall’altro c’èil vantaggio del poter utilizzare il pro-gramma sia su un computer fisso chesu un portatile e non necessariamen-te con lo stesso sistema operativo,per esempio un desktop con sistemaoperativo Windows e un PowerBookdella Apple, come nel caso delle dueconfigurazioni usate per le prove. Perinciso, con l’abbandono della versio-ne Macintosh di Adobe Premiere,

questo è il solo software di montag-gio non lineare disponibile perentrambe le piattaforme. Dal punto di vista dell’hardware,Xpress Pro è piuttosto esigente,almeno stando all’esigua lista di piat-taforme hardware supportate. In real-tà, le maggiori limitazioni sorgonoquando si intendono utilizzare dischiSCSI o Fibre Channel: in questo caso;Avid specifica un numero molto limi-tato di workstation adatte allo scopo,che devono essere caratterizzate dal-l’avere il bus PCI segmentato. Seinvece è sufficiente utilizzare per laregistrazione del materiale videodischi interni ATA o Serial ATA, lepossibilità di scelta della piattaformahardware si ampliano sensibilmente.Anche per quanto riguarda la memo-ria RAM, non si deve lesinare: un GBè il minimo necessario per potersfruttare le potenzialità di Mojo. Come con tutti i programmi di mon-taggio non-lineare, per lavorare age-volmente è poi consigliabile utilizzaredue monitor, in modo da poterdimensionare le diverse finestre nelformato più appropriato. Un terzomonitor di tipo televisivo può esserestabilmente collegato a Mojo, inmodo da poter controllare semprequel che si sta facendo, in particolarequando si interviene sui colori. Nonsempre però ciò è possibile: peresempio, quando si sta preparandoun titolo è necessario salvarlo primadi poterlo visualizzare sul monitortelevisivo.

Un’interfaccia esclusivaUna volta individuato il computeradatto, l’installazione del softwareXpress Pro non crea alcun problemae anche Mojo è riconosciuto automa-ticamente dal sistema, senza che sianecessario effettuare alcuna opera-zione specifica, sia in ambienteWindows che MacOs. L’interfacciagrafica è quella classica dei sistemiAvid e chi è già abituato a questi sitroverà sicuramente a proprio agio. Incaso contrario, qualche ora spesa conl’ottimo tutorial contenuto in uno deiCd-Rom forniti a corredo consente difamiliarizzare rapidamente con il pro-

Il potente modulo per la correzione colore di Xpress Pro permette interventimolto precisi

Con Xpress Pro e Mojo è possibile catturare anchein formato non compresso

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zione per poter vedere il risultato sulmonitor televisivo ed eventualmenteregistrare direttamente il montaggiosu nastro, anche quando si sta utiliz-zando un notebook, come quellodotato di processore G4 a 1 GHz uti-lizzato per la prova. Nel caso di progetti complessi e se sivuole avere la certezza di ottenere unaperfetta fluidità è possibile effettuare ilrendering degli effetti applicati a cia-scuna clip, operazione che richiede untempo difficilmente quantificabile apriori, poiché varia molto da un effettoall’altro. Il fatto interessante è che, peresempio, se si renderizza una transizio-ne a cui è sovrapposto un titolo, modi-ficando il titolo non è necessario effet-tuare nuovamente il render, comeaccade invece con la maggior parte

degli altri software di montaggio.Rispetto a questi, ciò che maggior-mente impressiona è però la stabilitàdi funzionamento. Inoltre, il salvatag-gio automatico del progetto è unabella preoccupazione in meno: anchein caso di improvvisa interruzione del-l’alimentazione, non si perde pratica-mente nulla di quanto è stato fatto finoa quel momento. In conclusione, Avid Xpress Pro e Mojopossono rappresentare una soluzionepiù che valida per i professionisti delvideo che vogliono poter contare susistemi affidabili e collaudati. Il costo èsuperiore a quello di soluzioni all’appa-renza simili, ma vale la pena sottolinea-re ancora una volta come Mojo sia daconsiderare un prodotto che non haeguali.

gramma. L’unica difficoltà può esserecostituita dal fatto che sia il tutorialche la documentazione sono disponi-bili soltanto in lingua inglese. Unperiodo di apprendimento deveessere messo in conto anche da chiha avuto modo di lavorare con altrisoftware di editing: alcune funzionidei sistemi Avid sono gestite inmaniera completamente originale ealtre non si possono proprio definireintuitive, almeno al primo impatto.In particolare, Xpress Pro si assume ilcompito di gestire completamente ilmateriale catturato o importato all’in-terno di un progetto, assegnandoautomaticamente i nomi ai file regi-strati sul disco fisso, pur offrendoall’operatore la possibilità di stabilireun nome per ogni singola clip. Non èimmediato riuscire a stabilire l’asso-ciazione esistente fra clip e file ed èquindi opportuno affidarsi al pro-gramma per tutte le operazioni digestione del materiale.

Impressioni di guidaCon Mojo è possibile gestire un dis-creto numero di effetti tra più traccevideo in tempo reale, correzioni colo-re e inserimenti in chiave compresi.Per ogni effetto è possibile interveni-re sui parametri che lo caratterizzano,stabilendo anche un qualsiasi nume-ro di keyframe. In genere, è sufficien-te poi cliccare sul pulsante di riprodu-

A fianco dei connettori FireWire è presente ancheun connettore per sincronizzare Mojo con unsegnale video di riferimento

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Durante il mese di giugno, Avid haorganizzato a Milano un’iniziativa cheaveva sia lo scopo di presentare leultime novità riguardanti i propri pro-dotti, sia di consentire un contattodiretto degli operatori con i diversisistemi di montaggio, compreso ilpiù potente DS Nitris. Accanto agli spazi dedicati alle dimo-strazioni sono state, infatti, allestitealcune aulette attrezzate di tutto ilnecessario, in cui si sono svolti brevicorsi introduttivi ai sistemi di montag-gio Avid. L’iniziativa è stata poi ripe-tuta nei primi giorni di luglio a Romae in entrambe le occasioni ha riscos-so un discreto interesse da partedegli operatori. Oltre ai prodotti Avid, sono stati pre-sentati anche prodotti di altri fabbri-canti, in particolare Panasonic èriuscita a portare in anteprima perl’Italia alcune apparecchiature P2,compreso il camcorder AJ-SPX800.La dimostrazione più d’effetto consi-steva nella possibilità di montare ilmateriale appena registrato su unascheda P2 direttamente con XpressPro, utilizzando un notebook dotatodi un normale slot per PC Card. Durante l’evento che si è svolto aMilano, abbiamo avuto modo discambiare quattro chiacchiere conAlessandro D’Auria, sales managerdella Avid Technology. Per comincia-re, gli abbiamo chiesto cosa sta cam-

biato nella rete distributiva.D’Auria - La novità di rilievo riguardail nostro prodotto più economico,Xpress DV, la cui distribuzione è stataaffidata a Esprinet e quindi il prodot-to sarà accessibile a tutta la rete dinegozi di informatica del territorionazionale. Esprinet si rivolge a unarete di 16.000 potenziali venditori equindi chiunque oggi può acquistareil prodotto, non necessariamente daun canale Avid. L’accordo è in essereda aprile e anche se è un po’ prestoper parlare di numeri, direi che levendite stanno andando bene. Noncambia invece granché per AvidXpress Pro e il nuovo Studio, che con-tinuano ad essere distribuiti attraver-so un canale selezionato e certificatoda Avid.

M – Stesso discorso anche per isistemi più costosi?D’Auria – Da Adrenaline in su, restasolo un canale selezionato. Questo èil nostro cavallo di battaglia, il pro-dotto più venduto attualmente, circa60 unità dall’inizio dell’anno, nonmale per una macchina che costaintorno ai 50 mila euro. Adrenaline èl’evoluzione di Media Composer, unprodotto che è l’evoluzione naturaledi un prodotto maturo e, grazie allatecnologia DNA, si può già lavorarecon quelli che sono i formati futuri,come il formato MXF. Qui abbiamo

una postazione dove mostriamoappunto come sia possibile importa-re materiale registrato su dischiXDCam della Sony che schede P2della Panasonic. M – In che misura le vendite diAdrenaline sono da attribuire aclienti che aggiornano sistemiMedia Composer esistenti piutto-sto che a nuovi?D’Auria - In questo momento, la mag-gior parte delle vendite è verso nuoviutenti, realtà medio piccole che cre-scono. A questo ha contribuito unacampagna di incentivazione per svec-chiare sale di montaggio analogiche edigitali basate su prodotti non Avidche ha avuto un grande successo equesto chiaramente ci ha avvicinato amolti clienti nuovi. La migrazione limitata di clienti Avidalla tecnologia Adrenaline è dovutafondamentalmente al fatto che le mac-chine che hanno lavorano, fanno anco-ra egregiamente il loro lavoro, e quin-di non si giustifica un investimento daparte loro, anche perché la situazionedi mercato è abbastanza difficile.

M – Proprio per questo, vendere60 macchine può comunque essereconsiderato un successo …D’Auria - Non c’è da lamentarsi, ibudget però sono diversi. Un MediaComposer 9000 costava sui centomi-la euro mentre adesso siamo a cin-quantamila, sono dimensionamenticompletamente diversi. Il mercato vaperò in questa direzione e noi abbia-mo ora un prodotto per un mercatodi fascia medio-bassa che non abbia-mo mai avuto in passato. Stiamo rag-giungendo nuovi utenti che primanon potevamo toccare con MediaComposer.

M – E come sta andando DS Nitris,il vostro prodotto di fascia più alta? D’Auria - Nitris è un prodotto un po’più difficile. Attualmente, non abbia-mo una grande richiesta da parte delmercato, sostanzialmente perché ilmercato della post-produzione videoqui a Milano è veramente fermo, è unmercato in sofferenza totale. Ci sonosegnali di ripresa sull’alta definizione,ma credo che siamo ancora un po’lontani dal vedere quello spiraglio diluce che ci permetta di fare delle pre-Uno degli spazi destinati a brevi corsi introduttivi organizzati da Avid

Faccia a faccia con Avid

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gono Panasonic e Sony con i rispetti-vi codec proprietari.

M - Per finire, quali novità ci sonoper Softimage XSI?D’Auria - Da due mesi a questa parte,Avid ha riposizionato meglio il pro-dotto sul mercato con un’offerta piùarticolata, configurando la soluzionein tre differenti step, sempre parten-do da una base di circa duemila euro.Questo ci permette di poter essere

visioni più ottimistiche sulle vendite.

M – In occasione del NAB era statoannunciato il supporto HDV perAdrenaline, è già disponibile?D’Auria - Non ancora, ma è questio-ne di settimane. Adrenaline può sup-portare tutti i tipi di encoder, dall’HDal DV25 e tutto quello che c’è inmezzo, ed è questo il suo punto diforza. Entro fine anno sarà possibiletrattare anche video in alta definizio-ne non compresso e materiale MPEGcon GOP lunghi, ovviamente il tuttocon supporto MXF nativo.Per l’alta definizione, Avid ha poi pro-posto anche ad altri il proprio codecDNxHD in modo da permettere dilavorare con lo stesso materialeanche su macchine non necessaria-mente Avid. Noi abbiamo tutto l’inte-resse in questo momento di essereaperti e dare la possibilità all’utentedi scegliere quale prodotto miglioreadottare nel proprio workflow.Questo codec per video in alta defi-nizione vuol essere la risposta a quel-lo che in questo momento propon-

più competitivi. Inoltre, con la versio-ne 4.0, Softimage è meglio integratoall’interno di Avid Studio e supportaanche Mojo per visualizzare il renderdirettamente su un monitor televisi-vo, garantendo quindi un’interopera-bilità più completa all’interno delnostro workflow produttivo. Con que-sta nuova connotazione in terminicommerciali, riteniamo che XSI possaessere un prodotto che potrà darcidelle belle soddisfazioni.

Monitor n° 242 - giugno/luglio 2004

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Pubbliche relazioniPubbliche relazioni

Notevole interesse per le dimostrazioni di interoperabilità con il sistema P2 della Panasonic

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Nei giorni 16 e 17 di Giugno, a Roma enella propria sede di Roma, VideoProgetti ha chiamato a raccolta i pro-fessionisti del video e del cinema gra-zie a un'attraente evento-open house ilcui titolo - "Create & Restore"- esplici-tava perfettamente i contenuti.L'occasione è stata quella di vedere inazione diversi apparati che in comunehanno un denominatore verso il restau-ro di contenuti e il ripristino dellamigliore qualità oggi possibile sia sumateriali d'archivio per rigenerazione,sia destinato a nuove edizioni.A raccogliere per primi l'invito, quindi, ibroadcaster, le case di produzione, dipost produzione, chi si occupa dia pro-mozione televisiva, video clip musicali,di pubblicità a budget ridotto, di con-forming, i professionisti coinvolti nellacreazione dei DVD o nella post produ-zione per il cinema in area DigitalIntermediate, i documentaristi, i restau-ratori degli archivi video e i content pro-vider. In altre parole, tutti coloro che sioccupano su base quotidiana - nel pro-prio lavoro - del restauro e della rigene-razione di contenuti video e film suqualsiasi formato e - di conseguenza –chiunque tra i principali asset aziendalivanti un buon magazzino di immagini.I prodotti e le tecnologie esposti eapprezzati durante questa open housesono stati: Archangel di Snell & Wilcox,MTI Correct, TCUBE Kiwi, Smoke 6 sulinux, ciascuno indirizzato a determina-te funzioni e quindi dedicato a precisearee di intervento, ma perfettamente ingrado di integrarsi con gli altri prodottiper risolvere qualsiasi esigenza in que-sto importante segmento del mercato.

Snell & Wilcox ArchangelPh.C.

Un sistema evoluto per il restauro inreal time degli archivi video, soprattut-to di televisioni, ottimo per i contentprovider, creato attorno a una solidabase hardware Snell & Wilcox che per-mette di operare su qualsiasi "vec-chio" formato di video per eliminare itipici problemi che immancabilmenteaffliggono la conservazione delleimmagini in elettronica, come il moi-reè, i drop-out, l'evanescenza e la per-dita delle informazioni di luminosità edi colore. Addirittura, mediante appo-siti algoritmi, è possibile intervenire suiproblemi inizialmente creati dalla origi-naria sessione in telecinema e risolverei difetti tipici quali oscillazioni shiftaggi,togliere vibrazioni, traballii e le pulsa-zioni che una sessione di telecinemaun po' garibaldina poteva aver creato.Archangel è la soluzione scalare emodulare creata appositamente per lariduzione e correzione rumore delmateriale video che si rivela particolar-mente interessante dato che possiamorisolvere una notevole quantità di pro-blematiche qualitative e quantitativedel materiale video. Non a caso la definizione di "VideoArchive Processor" per Archangelcalza a pennello e, grazie alla compen-sazione sul movimento effettuata intempo reale, il sistema corregge gliartefatti su materiale originato su 525 e625 linee, ripulendolo, rendendolo sta-bile con un'azione estetico-terapeuticaassai più funzionale di una crema anti-rughe per la pelle! Il materiale viene restaurato a una velo-cità che varia tra le due e le tre volte ladurata nominale e spesso l'intervento

è migliorativo persino sulla qualità delprimo girato. Ecco che i tempi di inter-vento sono particolarmente contenutied è quindi una soluzione ottimale perchi dispone di elevate quantità dimateriale da processare e ripristinare,proprio come i broadcaster. Se pensia-mo, a esempio, al lancio della tv digi-tale terrestre (senza parlare di quellasatellitare) che ha reso fisicamente dis-ponibili moltissimi canali in ottima qua-lità, appare subito chiaro come possadestarsi l'interesse di un broadcasterche potrà riproporre in onda, magarisu un canale dedicato, tutto il preziosomateriale nella sua cineteca, dopoaverlo degnamente ringiovanito.

MTI CorrectÈ la nuova versione del più popolaresoftware al mondo (come dichiara MTI)per il restauro assistito da computer.Un sistema hardware-software (Intel oSGI) a risoluzione indipendente, giàcompleto di una scheda DVS, diviene ilcomplemento ideale nel workflowdedicato alla creazione dei DVD o nel-l'area -molto di moda al momento- delDigital Intermediate. Correct prevedeun emulatore controller dedicato per iVTR per la cattura di video e audio sututti gli standard broadcast (NTSC, PALe HD) e supporta frame rate interlac-ciati e progressivi (23.98, 24, 25 e 30fps). Inoltre prevede dei comodi binper una gestione semplificata delmateriale catturato sia video sia pelli-cola per dei file di dati con risoluzionefino a 4K. È particolarmente indicato a interventidi ripristino sulla pellicola e grazie allesue caratteristiche evolute permette ilrestauro filmico senza compromessi

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Il restauro creativo e la riedizione di contenutiIl restauro creativo e la riedizione di contenutialla Open house "Create and Restore" di Video Progetti di Rolando Bertini

alla Open house "Create and Restore" di Video Progetti

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qualitativi, in tutti i risvolti, quali l'elimi-nazione dei difetti dovuti al trascina-mento, alla polvere, graffi, macchie,segni indesiderati, righe nere e viadicendo. Non introduce artefatti eriesce a migliorare decisamente ilmateriale di cui si prende cura e chemostra i chiari segni tipici di una cattivaconservazione o una manipolazionetutt'altro che scrupolosa. Per la sua natura è indicato al restauro"manuale" artigianale per chi non hatroppa fretta ed è insostituibile nellaricostruzione di immagini mancanti uti-lizzando porzioni e tratti di pixel tra-sportati da altre immagini simili maanche fisicamente molto lontane dallascena che stiamo lavorando.Quindi potremmo dire che, seArchangel di Snell & Wilcox è definibi-le "un infaticabile restauratore di gran-di quantità di materiali a risoluzionevideo", Correct di MTI è "un artigianoquasi-certosino" che si occupa di unaquantità inferiore di materiale, si pren-de il suo tempo, ma i risultati qualitati-vi sono il massimo sul mercato. Se state pensando che una suite direstauro, ripristino e correzione che licontenga entrambi sarebbe l'ideale,(un ottimo esempio di integrazione deidue sistemi potrebbe essere finalizzatoalla creazione di un DVD, cioè moltomateriale da restaurare ma anche alcu-ne sezioni che necessitano di particola-re qualità)... bene, avete centrato ilpensiero e le intenzioni di Video Pro-getti.

TCUBE KiwiSempre in tema di recupero e restaurofilmico, il materiale visivo, una voltauscito dal telecinema o da uno scanconverter e proprio un attimo prima diessere convertito in file, viene ritocca-to nei livelli, nel gamma, nelle funzioniprimarie e indirizzato alla creazione diun nuovo master. Ecco la sfera d'azio-ne del Kiwi, della TCUBE, altra interes-sante azienda importata e distribuita,nonché assistita da Video Progetti, chenella open house ha attirato gli sguar-di non solo per le sue doti di "nuovostrumento per una veloce correzionecolore", ma anche per il suo possibileimpiego in area videoproiezione graziealla sua abilità che ci consente di rifarei livelli e regolare il gamma per un vi-

deo proiettore e in modo che il suc-cessivo passaggio nel riduttore dirumore sia ancora più agevole.Kiwi: una piccola scatola magica chetra le varie funzioni annovera:• Color correction & Legalizer• VBI databridge & Data generator• Logo inserter, Luminance Keyer• Video & Audio delay• Embedded Audio processor.

Smoke 6 su LinuxA completare questo profilo intera-mente dedicato alla correzione e alripristino di immagini, come i materialid'archivio, non poteva mancare Smoke6, oggi in nuova versione softwareinstallata sul sistema operativo Linux.Smoke è il sistema integrato "all-in-one" per la creatività interattiva inambienti di editing, finishing ed effettivisivi che permette di operare in tuttele risoluzioni da SD a HD, scalare e

veloce, che garantisce "di fabbrica" unveloce ritorno sugli investimenti. La competenza di Discreet in questearee è ben nota e Smoke 6 si indirizzasoprattutto ai broadcaster spessoimpegnati nel ri-creare una sigla, unapromozione o un conforming, intesiall'aggiunta di nuovo materiale graficoe delle titolazioni: un "re-packaging"completo del filmato.

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Smoke 6 su Linux, di Discreet. Di sicuro interesseper tutti i professionisti che gravitano nel mondodella promozione televisiva, dei video clip musica-li, della pubblicità anche a budget ridotto.

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Fracarro: un Road Show per incontrare i clientiL'azienda organizza in tutto il Paeseuna serie di appuntamenti di informa-zione e di consulenza sulle tematichedel digitale terrestre e delle nuove tec-nologie. Il Road Show si concluderàalla fiera Satexpo (30 settembre - 2ottobre ‘04), con incontri “a getto con-tinuo”. Andare direttamente “a casadeI cliente”, mettendo a sua disposi-zione l’esperienza acquisita nella rice-zione e distribuzione dei segnali Tv-Satellite ma potendo anche confrontar-si con quanti operano nel settore, peraffrontare insieme le tematiche dellenuove tecnologie. Sono questi i principali obiettivi cheFracarro, leader europeo nei settoridella ricezione e distribuzione deisegnali audio, video e dati e attivo nelcampo della sicurezza, intende rag-giungere con il prossimo Road Show:14 tappe previste in tutta Italia (com-prese le isole), per i periodi di giu-gno/luglio e settembre/ottobre e conappuntamento finale in fiera Satexpo(30 settembre/2 ottobre 2004). Caratterizzata da momenti formativi einformativi specifici per ogni area visita-ta, l'iniziativa ha come argomento prin-cipale il digitale terrestre. Si parla disoluzioni dedicate, ma anche di temati-che dell'impianto (tra cui la condizionedelle attuali installazioni, le problemati-che “in etere”, gli aggiustamenti ne-cessari, ecc.), soffermandosi sul ruolodell'installatore nella delicata fase dicambiamento tecnologico. Oltre aldigitale terrestre, sono al centro dell'in-teresse i sistemi televisivi del futuroche, cogliendo l'occasione della nuovatecnologia (e degli interventi professio-nali da questa richiesti), possono giàessere affrontati in maniera sistematica.Tra i temi all'ordine del giorno, gliimpianti integrati TV - Satellite, lagestione dei segnali all'interno degliedifici, la complessiva “bonifica” esteti-co/funzionale delle installazioni. Il calendario completo degli appunta-menti e ulteriori informazioni sono dis-

ponibili sul sito www.fracarro.com; dalsito è possibile anche scegliere e pre-notare un posto per la tappa più vicinadel Road show. Per un contatto diretto,si può scrivere all'indirizzo e-mail:[email protected].

PROEL distributore per l’Italia deiprodotti Daewoo InternationalPROEL S.p.A. distribuirà, per tutto ilmercato nazionale, i prodotti dellaDAEWOO International legati all’elet-tronica di consumo. La multinazionalecoreana è leader nel campo della pro-duzione di automobili, estrazione e tra-sformazione di materie prime, e neibeni di largo consumo.La PROEL SpA, fondata nel 1991, strut-turata in quattro business units, in pocopiù di dieci anni è diventata leader nelcampo della produzione e commercia-lizzazione di sistemi audio-luci, stru-menti musicali e accessori. Nell’assettosocietario è presente, dallo scorsodicembre, il Gruppo Bancario San-paolo Imi con una partecipazione del30%. L’impegno della PROEL SpA neisettori commerciali audio-video nell’-home e car entertainment rientra nelPiano di Sviluppo a medio e lungo ter-mine e ha previsto l’avvio della sede diRozzano (viale Milano 9/A), alle porte diMilano, per seguire in maniera più inci-siva l’evoluzione del mercato e lo svi-luppo dei rapporti commerciali.Alla guida della Divisione Consumercon la funzione anche di responsabilecommerciale è stato chiamato ClaudioViansino, ex Amministratore DelegatoDAEWOO Electronics Italia, nonché exDirettore Generale della GIG GiochiPreziosi. La rete commerciale dellaDivisione Consumer si avvale della col-laborazione di 45 agenti e assicura lacopertura di tutto il territorio nazionale.La Direzione Vendite è stata affidata aFranco Tabiadon, manager con unalunga esperienza nel settore. Tra gliobiettivi quello di realizzare, a regime,un volume d’affari superiore ai 20 milio-ni di euro. Un risultato che sarà possibi-le raggiungere grazie anche a una seriedi nuovi articoli che PROEL SpA, in col-laborazione con DAEWOO Interna-tional, sta per lanciare sul mercato.“L’accordo - ha commentato FabrizioSorbi, presidente del Gruppo PROEL -

in breve...è motivo di soddisfazione per l’aziendache rappresento ed è testimonianzadell’alta considerazione che riscuote alivello internazionale. DAEWOO Inter-national è già presente in Italia ed èapprezzata dal grande pubblico perl’affidabilità dei prodotti e per l’ottimorapporto qualità/prezzo. Ci auguriamopertanto che questa intesa conducaentrambe le aziende al massimo suc-cesso e segni l’inizio di una collabora-zione a lungo termine reciproca e van-taggiosa. PROEL SpA vuole giocare unruolo importante nel campo dell’elet-tronica di consumo, con l’obiettivo diacquisire una significativa presenza inquesto mercato, grazie all’identificazio-ne dei migliori prodotti in termini diqualità/prezzo e ai servizi post-vendita”.www.proelgroup.com

Per la Russia "kilowatt" italiani di TechnosystemAl Cremlino piace Technosystem: saràla società romana, infatti, a fornire al-l'ente statale russo qualcosa come piùdi 90 trasmettitori di potenza dai 5 ai 20kW da installare in varie location disse-minate in quasi tutte le republiche dellafederazione. Si tratta di un deal chevale 18 milioni di euro e comprendeanche training e assistenza, ma rappre-senta soprattutto l'endorsement diTechnosystem quale partner strategicodella televisione russa in un'operazionedi aggiornamento degli impianti per laquale sono previsti investimenti dell'or-dine dei 500 milioni di euro.Ovvia soddisfazione alla Techno-system: per il presidente Cesare Rosa"È un primato mondiale conquistatobattendo aziende del calibro diRohde&Schwartz, Harris e Nec. E fral'altro ci troviamo in pole position per ildigitale terrestre russo".Per Technosystem si tratta dell'enne-simo successo sui mercati internazio-nali che vedono la società romana frai più prestigiosi e agguerriti protago-nisti. La stessa Rai sta sperimentandoil digitale terrestre utilizzando mate-riale Technosystem, ma la rete nazio-nale della nostra azienda di stato

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Servizi interattivi per la televisioneIl cuore della proposta di TelePremium,giovane società di Monza con solideradici ed esperienza nel passato, sichiama Screen Box 4.0. Si tratta di unapiattaforma tecnologica che permettedi rendere disponibile ai broadcastersuna serie di servizi interattivi in grado diavere un continuo feedback con il tele-spettatore.“Diamo più valore ad ogni singolominuto delle vostre trasmissioni tv” è laparola d’ordine di paolo Pomponi, fon-datore di TelePremium. Non si trattasolo di fornire ai broadcaster la tecno-logia (hardware e software) per attivarei servizi, TelePremium è in grado diseguire la stazione televisiva nello svi-luppo del modello di business nel suocomplesso. La consulenza , le soluzionied i servizi consentono al broadcasterdi ottenere un utile praticamenteimmediato sfruttando gli introiti deri-vanti dal traffico legato all’ interazione(via SMS) che l’audience può svilupparequando coinvolta in meccanismi di tvinterattiva (votazioni, sondaggi, video-chat). La tecnologia di ScreenBox 4.0 ècostituita da un innovativo sistema didesign basato su moduli che permettedi associare applicazioni interattive aqualsiasi programma tv, creando appli-cazioni totalmente nuove a partire damoduli pre-esistenti, I moduli sonocomponibili a piacere per realizzare,come si diceva chat, sondaggi, quiz,curiosità, votazioni, auguri, jukebox,giochi, pubblicità interattiva, homeshopping ed altro ancora, fruibili daglispettatori via SMS, MMS, Midlet JAVAe IVR. Una piccola carrellata di applica-zioni le potete trovare in questa pagina.L’hardware base del sistema è costitui-to da un PC ed una scheda MatroxDigisuite. Oltre alle necessarie schededi rete. L’interessante per il broadcasterè l’assistenza ed i servizi aggiuntivi che

Te l e P r e m i u mpuò offrire.Infatti l’intero ‘bu-siness plan’ puòessere sviluppato e gestito per contodel cliente dalla società monzese: dallaimpostazione dei servizi alla gestionedell’eventuale call center in grado diinteragire con l’audience. Insomma inpratica l’emittente può semplicementedecidere un piccolo invstimento esenza impiegare proprie ‘risorse uma-ne’ fornire ai telespettatori un serviziodi sicuro interesse e per di più in gradodi ‘generare fatturato’ con l’incasso de-rivante dalla ricezione di SMS e MMS. Insomma per i broadcaster un contattocon TelePremium è un’ occasione danon perdere.www.telepremium.it

Lumiq: spesa da DiscreetTempo di shopping per Lumiq: l’azien-da torinese ha messo nel carrello duesistemi di editing e finishing Discreet‘smoke’ SD e HD, due Discreet ‘flame’HD e 2K da far girare sulla workstationTezro e – primizia per l’Italia – un sistemaDiscreet ‘inferno’ sulla nuova worksta-tion SGI Onyx 350. Il tutto va a rafforza-re studi dotati di workstation ‘combu-stion’ e costituisce una soluzione note-volmente avanzata, nella quale il work-flow è assicurato dalla presenza diDiscreet Switchable Storage, un altro‘first in Europe’ di Lumiq che assicural’immediato trasferimento di un proget-to da una workstation a un’altra. Per Andrea Burla, direttore della post-produzione degli studi torinesi, “Si trat-ta di una eccellente soluzione per la fic-tion, i documentari e gli educational. Ciaiuterà molto, ad esempio, nella lavora-zione dei 65 episodi di Amazing Historyper Rai Educational. Carlo Struzzi diVideo Progetti, il reseller di Discreet inItalia, è entusiasta: “Siamo riusciti a sod-disfare le aspettative di uno studio conesigenze di altissimo livello: a questopunto Lumiq si posiziona ai vertici euro-pei ed è pronta ad affrontare qualsiasicompetitor, compresi quelli americani”.Soddisfazione anche in casa Discreet:“Siamo orgogliosi di lavorare con genteche capisce dov’è il futuro della post-produzione e del broadcast” – hadichiarato Patrick Jocelyn, direttoreEMEA di Discreet.

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verrà realizzata senza il contributo diquesta azienda che nel frattempocontinua ad accaparrarsi contratti ditutto rispetto: il portafoglio clienticomprende fra l'altro Emirati arabi,Libia, Israele, una miriade di paesiafricani e - last but not least - la Cina.

DVD+R DL doppio strato da 8.5 Gb:Oggi una realta'Questa rivoluzionaria notizia è destina-ta a sconvolgere l'intero mondo dellaregistrazione digitale su DVD: sonogià disponibili i primi DVD+R DoubleLayer (doppio strato) da 8,5 Gb e iprimi masterizzatori in grado di scri-verli, cosa fino a pochi mesi fa impen-sabile per via di numerosi problemipratici rimasti a lungo irrisolti e per viadegli elevati costi di realizzazione diquesta tecnologia.In questo modo lo spazio disponibilesale dai 4,7 GB di tutti i supporti regi-strabili a 8,5 GB, mantenendo la com-patibilità con tutti i lettori DVD Videoin commercio. Philips, principaleresponsabile dell'importante conqui-sta, afferma che la maggiore difficol-tà è stata proprio quella di mantene-re la compatibilità con lo standardDVD-ROM e con i lettori DVD Videoattualmente installati. Verbatim eRitek hanno annunciato che inizieran-no la produzione in volumi di suppor-ti a doppio strato dalla fine di giugno2004. I nuovi dischi a due strati, com-posti da materiale organico e distan-ziati da uno strato neutro, verrannoregistrati tarando la profondità dellaser a seconda dello strato da inci-dere. Le diverse capacità di riflessionedegli strati permetteranno al laser diarrivare allo strato inferiore con unaenergia sufficiente per la scritturasenza incidere anche quello superiore.In questo modo sia i drive che i playeresterni non avranno difficoltà a ripro-durre il contenuto del disco. Tuttaviada qui sono nate alcune difficoltà, per-chè non sarà possibile scrivere su unosolo dei due strati, ma sarete obbligatia scrivere su ambedue per problemi diriflettività del supporto. CiviesseDISTRIBUTORE ESCLUSIVO ACARDe APPLIED MAGIC PER L' ITALIAwww.civiesse.it

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Indice inserzionisti

A&DT 15ABE 19Ago 27BLT 31Consulvideo 33CPE 37CTE International 4Etere 7Gruppo TNT 29IBC 39IBTS 11Panatronics 21Pinnacle 3PopKomm 23SatExpo 35Scientific Atlanta 4Screen Service 41Sitel 17Sony 3

Televisione digitale terrestre.C’è, ma non si vedeL’Autorità Garante per le Comunicazioni, ha emesso il suo verdetto: la televisionedigitale terrestre può essere ricevuta da oltre metà della popolazione, i decodercostano poco e l’offerta di programmi televisivi si è allargata. Risultato: Rete4 con-tinuerà a trasmettere in analogico terrestre e Raitre potrà ancora contare sui pro-venti pubblicitari. Viste le premesse, le conclusioni non potevano essere certo diverse, come non puòfare a meno di osservare la stessa Autorità nelle note conclusive della sua relazione(www.agcom.it). In particolare, “risulta dagli accertamenti dei dati e dalle elabora-zioni su di essi svolte, che l’87,6% della popolazione, alla data dell’accertamento,era in grado di ricevere almeno un multiplex digitale.” Da notare che l’autorità indi-ca i dati di copertura specificando la ricezione di almeno un multiplex e quantoquesto sia significativo ai fini della pluralità dell’offerta lo lasciamo decidere a chi cilegge. L’altro punto era l’effettiva disponibilità di decoder a prezzi accessibili. Il prezzo èritenuto accessibile almeno per il 90% della popolazione, tenendo conto anche delcontributo statale, e secondo l’Autorità lo si può acquistare in almeno il 75% deipunti vendita. Qui andrebbe aperta una parentesi sulla macchinosità delle opera-zioni necessarie per accedere al contributo statale, sia da parte di chi acquista, chedi chi vende; all’indirizzo http://decoder.comunicazioni.it/ si possono trovare tuttele informazioni al riguardo, compreso il numero di contributi ancora disponibili,oltre 450.000 a fine giugno. Per quel che riguarda l’offerta di nuovi programmi, l’Autorità di limita a constatarela presenza di canali non ricevibili in forma analogica (come La Chain Info piuttostoche Bbc World), ma sottolinea come: “Non possono invece essere consideratidiversi da quelli emessi sulle reti analogiche quei programmi che trasmessi in simul-cast sono arricchiti, in tecnica digitale, da alcune embrionali forme di interattività.Non rilevano altresì, per le ragioni indicate in premessa, i programmi diffusi sola-mente in alcune aree locali.” Vale poi la pena riportare integralmente uno dei puntidelle conclusioni finali: “Occorre infine notare che, se la strozzatura relativa all’uti-lizzo dei mezzi televisivi è superabile alla luce dei nuovi sviluppi nel campo dellatelevisione digitale, ciò non implica automaticamente una più equilibrata distribu-zione delle risorse nel settore dei mezzi di comunicazione di massa, ed in partico-lare per quanto riguarda la disponibilità dei mezzi tecnici e delle piattaforme e laraccolta delle risorse economiche.”La situazione reale è che finora in Italia sono stati venduti circa mezzo milione didecoder, sommando a quelli che hanno usufruito del contributo governativo quel-li del tipo non interattivo, i cosiddetti zapper, decisamente più economici degli altri.Se poi si va a vedere l’andamento delle vendite, si può notare il picco iniziale coin-ciso con la martellante campagna pubblicitaria delle reti Mediaset, seguito da unprogressivo, e all’apparenza inarrestabile, calo della domanda. Questa tendenza potrebbe però invertirsi già a partire dalla prossima stagione cal-cistica. Mediaset ha infatti annunciato di essersi accordata con Inter, Juventus e,guarda il caso, Milan per la trasmissione delle partite via digitale terrestre, cavo eadsl. Come recita il comunicato, “I diritti di Inter, Juventus e Milan per il campiona-to 2004-2005 verranno utilizzati a titolo sperimentale, per testare il modello di busi-ness, le tecnologie e il gradimento da parte del pubblico in modalità pay-per-view”. Mediaset deve essere piuttosto ottimista sul risultato del test, visto che ilcontratto ha una durata di tre anni e che ha sborsato la ragguardevole cifra di 86milioni di euro, cifra che ben poche emittenti possono permettersi. Inoltre, l’azien-da che fa capo all’attuale pres del cons si è assicurata i diritti di prelazione per latrasmissione delle partite criptate dei tre club a partire dal campionato 2007-2008.Murdoch è avvisato, lui dovrà trovarsi qualcos’altro da fare per quando andrà inpensione.

Editoriale

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