n - RomaSette · 2020. 2. 27. · 1988 don Luigi inaugurò anche il cen-tro di accoglienza e cura...

4
er celebrare il quarantennale dell’organismo pastorale diocesano la giornalista Rai Isabella Di Chio (Tgr Lazio), per anni volontaria Caritas, ha realizzato un documentario di 15 minuti sulla storia della Caritas di Roma intitolato “Fare questo in memoria di me”. Proiettato in anteprima durante il convegno di mercoledì scorso alla Cittadella di via Casilina Vecchia, racchiude interviste ai volontari e agli ospiti e anche uno stralcio di una vecchia intervista a don Di Liegro. Lo speciale, suddiviso in “pillole” sarà trasmesso la settimana precedente la Settimana Santa, come ha annunciato Carlo Fontana, capo redattore della Tgr Lazio. Monsignor Enrico Feroci, per nove anni alla guida della Caritas diocesana, dal 2009 al 2018, ha evidenziato che senza la collaborazione delle parrocchie «la Caritas non esisterebbe». Citando l’aforisma secondo il quale “fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce” ha osservato che a Roma «ci sono migliaia di alberi che crescono nel volontariato grazie all’immenso lavoro di sensibilizzazione che è stato fatto nelle parrocchie da don Luigi. La Caritas è il frutto di coloro che si mettono in moto al servizio degli altri». Al convegno di mercoledì si è parlato anche di carcere e della vicinanza della Caritas accanto ai detenuti. A dar voce a quest’impegno Daniela De Robert, che nel 1994 ha fondato la onlus Vic – Volontari In Carcere, espressione della Caritas di Roma, il cui impegno si tramuta in «incontro, ascolto e accompagnamento di chi vuole, chiede e accetta la spalla dei volontari» e se questi ultimi non vengono cambiati dalla vita in carcere «vuol dire che non c’è una vera relazione con il detenuto». Scopo dell’associazione è anche quello di sensibilizzare l’opinione pubblica ad accogliere e aiutare i detenuti a reinserirsi nella società una volta scontata la pena. Roberta Pumpo P Ceneri, Francesco a Santa Sabina DI PIETRO MARIANI el giorno che dà inizio al tempo di Quaresima, mercoledì 26 febbraio, è in programma come tradizione una celebrazione nella forma delle “stazioni” romane, presieduta da Papa Francesco. A darne notizia è la Sala Stampa vaticana, che ne spiega anche lo svolgimento. A fare da cornice è l’Aventino. L’appuntamento infatti è per le 16.30 nella chiesa di Sant’Anselmo, dove inizierà la liturgia stazionale. A seguire, la processione penitenziale verso la basilica di Santa Sabina. Alla processione, spiegano dal Vaticano, prenderanno parte i cardinali, gli arcivescovi, i vescovi, i monaci benedettini di Sant’Anselmo, i padri domenicani di Santa Sabina e alcuni fedeli. Al termine della processione, nella basilica di Santa N Sabina, avrà luogo la celebrazione della Messa con il rito di benedizione e di imposizione delle ceneri, che dà inizio al cammino quaresimale. La basilica benedettina ospita da ormai 48 anni i primi istanti della Quaresima dei Papi: fu infatti san Giovanni XXIII ad inaugurare questa consuetudine, riprendendo un’usanza penitenziale medioevale. L’antico rito delle “stationes” quaresimali indica il fermarsi, il “sostare” appunto prima di intraprendere il pellegrinaggio quotidiano in atteggiamento di lode e di preghiera. Secondo la tradizione, i fedeli di Roma si fermano in una delle diverse chiese del centro storico dove sono custodite le memorie dei martiri; qui viene celebrata la Messa, preceduta da una processione durante la quale vengono cantate le litanie dei santi. Secondo un’altra tradizione, più recente ma ormai consolidata, domenica 1 marzo Papa Francesco e i suoi collaboratori della curia romana saliranno sul pullman che li accompagnerà ad Ariccia, presso la Casa Divin Maestro, per gli esercizi spirituali in programma fino a venerdì 6 marzo. DI ROBERTA PUMPO il 2 luglio 1971. Per volere di Pao- lo VI, la Conferenza episcopale ita- liana istituisce la Caritas Italiana e ne affida la responsabilità a monsignor Giovanni Nervo. Otto anni dopo, il 10 ot- tobre 1979, il cardinale vicario Ugo Po- letti costituisce la Caritas diocesana di Roma e ne affida la direzione a don Lui- gi Di Liegro. Ai protagonisti della “carità integrale”, vicini ai poveri che la società emargina, è stato dedicato il convegno “Fate questo in memoria di me. Qua- rant’anni di testimonianza della carità nella Chiesa di Roma” svoltosi merco- ledì alla Cittadella “Santa Giacinta” del- la Caritas diocesana. Dopo la Messa di ringraziamento nella basilica di San Giovanni in Laterano il 10 ottobre scorso – giorno del 40° anniver- sario – e la visita di Papa Francesco alla Cittadella venerdì 29 novembre, il con- vegno è stato l’occasione per la comunità dell’organismo pastorale per fermarsi e fare memoria di 40 anni accanto alle mi- gliaia di invisibili della società contem- poranea. Una serata per «rileggere i segni dei tempi attraverso il proprio vissuto quotidiano e per vivere con nuovo slan- cio il servizio al prossimo», ha detto il cardinale vicario Angelo De Donatis in apertura dei lavori. Scopo dell’incontro non è stato quello di limitarsi «ad incorniciare il passato – ha proseguito il porporato – ma riper- correre con il cuore alcuni filoni di vita cristiana e di carità, recuperare la radice e la motivazione profonda della sua co- stituzione da parte di san Paolo VI» il quale, nello spirito del rinnovamento av- viato dal Concilio Vaticano II, volle un or- ganismo con funzione pedagogica volto a far crescere il senso cristiano di solida- rietà. Un organismo, la Caritas, dove gli scartati della società ritrovano la dignità, vengono chiamati per nome, accolti con un sorriso e un abbraccio da qualcuno sempre pronto ad ascoltarli. «La celebrazione dell’Eucarestia è com- pleta quando la comunità stessa diventa pane per i poveri – le parole del cardina- le De Donatis –, quando traduce in mo- do fattivo il “Fate questo in memoria di me”. Era necessario che tutta la Chiesa camminasse verso un atteggiamento di presa in carico di situazioni di povertà e di giustizia, non bastava fare ma tradur- re l’impegno in educazione». L’auspicio del cardinale vicario è che le parrocchie siano sempre più «locanda del Samari- tano per i feriti e gli scartati della città», avendo monsignor Luigi di Liegro quale «modello sempre attuale di prete e pa- store per le comunità cristiane di Roma». De Donatis ha confessato di aver sentito È particolarmente vicini durante la serata don Luigi di Liegro, Paolo VI e il cardinale Poletti. Al collo, infatti, portava un croci- fisso ricevuto in dono, che è stato indos- sato a lungo da Papa Montini, e al dito l’anello che fu del cardinale vicario. Moderato da Toni Mira, giornalista di Av- venire, il convegno ha ricordato i passi compiuti dall’ente diocesano alla guida del quale, dopo don Luigi, si sono succe- duti monsignor Guerino Di Tora, mon- signor Enrico Feroci e l’attuale direttore, don Benoni Ambarus. In 40 anni il Van- gelo si è incarnato dando vita a 52 ope- re–segno. Anzi 53, ha chiarito don Be- noni, includendo quello che lui definisce «l’ostello dislocato», facendo riferimento alle 23 parrocchie che da due anni han- no messo a disposizione i propri locali per ospitare senza fissa dimora durante le fredde notti invernali. «I poveri hanno fatto risvegliare freschezza e dinamicità», ha aggiunto annunciando che a San Gregorio Magno il nuovo par- roco don Stefano Meloni inaugurerà a breve un centro di ascolto in un insedia- mento rom. «Le palestre di solidarietà len- tamente contaminano positivamente le comunità cristiane – ha proseguito don Ambarus –. Ci fanno toccare con mano che i poveri ci danno dimensioni più vi- ve e più vere. Viviamo tempi profetici, i poveri bussano tanto e ci stanno rom- pendo le porte. Sono loro che ci ricorda- no e ci annunciano il Vangelo». Così sono state ricordate le attività che si svolgono nelle mense di via Marsala, di Colle Oppio, di Ostia, della Citta- della a Ponte Casilino, nelle quali ven- gono distribuiti circa 385 mila pasti al- l’anno. E ancora, i servizi nei 157 cen- tri d’ascolto parrocchiali e nei tre dio- cesani, le 13mila prestazioni sanitarie offerte, l’assistenza a 15mila detenuti e le 52 mila visite domiciliari a malati e anziani. Capace di ascoltare il grido che di volta in volta si levava in città, nel 1988 don Luigi inaugurò anche il cen- tro di accoglienza e cura per malati di Aids di Villa Glori scontrandosi con la diffidenza e la paura dei residenti. E alle radici dell’impegno della Caritas è andato nel convegno lo storico Alber- to Melloni, che ha tenuto una lectio ma- gistralis. Melloni ha rimarcato che il Concilio Vaticano II «ha prodotto il pas- saggio dall’idea di povertà come occa- sione per il ricco di manifestare la sua benevolenza, a una concezione teolo- gica del povero che è Cristo stesso. Il ri- schio della Chiesa è la politicizzazione dei poveri ma deve lasciarsi toccare e guarire dal contatto con il povero che e- vangelizza. La povertà costituisce una dimensione messianica e in tal senso la Caritas è diventata segno teologico». memoria. Documentario Rai per quarantennale Giovedì in cattedrale l’incontro del Papa con il clero romano a Quaresima è ormai alle porte e come ogni anno i sacerdoti della diocesi di Roma avranno la possibilità di incontrare Papa Francesco, nella basilica di San Giovanni in Laterano, il giovedì dopo le Ceneri, cioè il prossimo 27 febbraio 2020. «Come è tradizione negli ultimi anni – scrive il cardinale vicario Angelo De Donatis nella lettera di invito – vivremo una liturgia penitenziale comunitaria, con la possibilità di confessarci, al termine della quale il Papa ci rivolgerà la sua parola». L’appuntamento nella basilica lateranense è alle ore 9.30. «Auguro a tutta la nostra diocesi – conclude il porporato – di vivere questo periodo come un dono prezioso di Dio, per la nostra conversione». L l’appuntamento 40 anni. Il convegno alla Cittadella. De Donatis: parrocchie locanda del Samaritano Il direttore della Caritas don Ambarus Mira, Feroci, De Donatis, Melloni e De Robert (foto Gennari) Pagine a cura della Diocesi di Roma Coordinamento editoriale: Angelo Zema Coordinamento redazionale: Giulia Rocchi Piazza San Giovanni in Laterano 6 00184 Roma - tel. 06.69886150 Abbonamento annuale Avvenire domenicale con Roma Sette (a domicilio o coupon edicola) 62 Per abbonarsi: N. Verde 800 820084 / Direzione vendite sede di Roma [email protected] Tel. 06.68823250 Fax 06.68823209 / Pubblicità: tel. 02.6780583 [email protected] Avvenire - Redazione pagine diocesane Piazza Carbonari 3 - 20125 Milano Tel. 02.67801 - fax 02.6780483 www.avvenire.it e-mail: [email protected] In evidenza attesa è finita. Dal 2 marzo sarà possibile con- sultare la documentazione relativa al pontifi- cato di Pio XII nell’Archivio Apostolico Vaticano e ne- gli altri archivi della Santa Sede. L’apertura è stata presentata giovedì dal cardinale José Tolentino Calaça de Mendonça, archivista e bibliotecario di Santa Ro- mana Chiesa. «Un evento atteso da molti anni», con «un processo tecnicamente lungo e delicato, un lavoro molto complesso e impegnativo per la quantità del materiale». Ottantacinque chilometri di documenta- zione. Gli studiosi potranno consultare atti della «sto- ria religiosa e politica, del governo della Chiesa e del- le relazioni della Santa Sede con gli Stati e le Chiese locali, l’impegno per la carità e la pace». Ovviamen- te l’attenzione sarà concentrata «sul periodo bellico o sul faticoso dopoguerra» ma «al centro vi è sempre Papa Pacelli. E con lui e accanto a lui la Chiesa nella pluralità delle sue articolazioni ed esperienze». E la Chiesa, ha ricordato Tolentino, «non ha paura della storia ma la affronta con la fiduciosa certezza che sia compreso lo spirito della sua azione». Tra le curiosità, la prima lettera scritta da Madre Teresa di Calcutta a Pio XII, il 1 marzo 1950, in cui chiede l’approvazione pontificia e il permesso di vivere la povertà secondo i loro statuti. (And. Aca.) L Dal 2 marzo si aprono gli Archivi su Pio XII Don Giovanni Baldeschi verso gli altari: chiusa l’inchiesta diocesana a pagina 3 www.romasette.it Inserto redazionale di facebook.com/romasette twitter.com/romasette [email protected] Anno XLVII – Numero 8 – Domenica 23 febbraio 2020 La Quaresima a San Giovanni Cinque serate con Nembrini iviglia, anno 1656. Don Miguel Manara è un giovane nobile spagnolo, orfano, noto in tutta la città per essere un grande seduttore. Ma è profondamente insoddisfatto. Incontrando una giovane donna scopre cosa gli manca davvero: una sposa. Per Miguel inizia così una nuova vita, ma poco dopo le nozze sua moglie Girolama muore. L’esperienza del dolore costringe ancora una volta il giovane a guardare in fondo al suo cuore: deciderà di farsi frate e morirà in odore di santità. La storia del nobile spagnolo è stata scritta dal drammaturgo lituano Oscar Vadislas de Lubicz Milosz nel 1912, ed è ispirata alla vita di un religioso spagnolo vissuto nel Seicento. L’ha riletta e fatta conoscere meglio in Italia Franco Nembrini, grazie a uno suo libro (Centocanti Edizioni, 2014). E la presenterà ai fedeli della diocesi di Roma in cinque incontri, in programma nella basilica di San Giovanni in Laterano nei mercoledì di Quaresima. Primo appuntamento il 4 marzo; poi l’11, il 18, il 25 e il primo aprile, sempre alle ore 19. Nelle cinque serate, oltre a Nembrini, ci sarà l’attore Gabriele Granito, che leggerà alcuni brani; le conclusioni saranno invece affidate al cardinale vicario Angelo De Donatis. Nembrini, insegnante di italiano, tra i fondatori della scuola “La Traccia” di Calcinate (Bg); è stato presidente della Federazione opere educative della Compagnia delle Opere; dal 2018 è membro del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita. (Giu. Roc.) S La processione con il Papa nel 2019 Caritas, quel sorriso per i poveri

Transcript of n - RomaSette · 2020. 2. 27. · 1988 don Luigi inaugurò anche il cen-tro di accoglienza e cura...

Page 1: n - RomaSette · 2020. 2. 27. · 1988 don Luigi inaugurò anche il cen-tro di accoglienza e cura per malati di Aids di Villa Glori scontrandosi con la ... la prima lettera scritta

er celebrare il quarantennale dell’organismo pastorale diocesano la giornalista RaiIsabella Di Chio (Tgr Lazio), per anni volontaria Caritas, ha realizzato undocumentario di 15 minuti sulla storia della Caritas di Roma intitolato “Fare questo in

memoria di me”. Proiettato in anteprima durante il convegno di mercoledì scorso allaCittadella di via Casilina Vecchia, racchiude interviste ai volontari e agli ospiti e anche unostralcio di una vecchia intervista a don Di Liegro. Lo speciale, suddiviso in “pillole” saràtrasmesso la settimana precedente la Settimana Santa, come ha annunciato Carlo Fontana,capo redattore della Tgr Lazio. Monsignor Enrico Feroci, per nove anni alla guida dellaCaritas diocesana, dal 2009 al 2018, ha evidenziato che senza la collaborazione delleparrocchie «la Caritas non esisterebbe». Citando l’aforisma secondo il quale “fa più rumoreun albero che cade di una foresta che cresce” ha osservato che a Roma «ci sono migliaia dialberi che crescono nel volontariato grazie all’immenso lavoro di sensibilizzazione che èstato fatto nelle parrocchie da don Luigi. La Caritas è il frutto di coloro che si mettono inmoto al servizio degli altri». Al convegno di mercoledì si è parlato anche di carcere e dellavicinanza della Caritas accanto ai detenuti. A dar voce a quest’impegno Daniela De Robert,che nel 1994 ha fondato la onlus Vic – Volontari In Carcere, espressione della Caritas diRoma, il cui impegno si tramuta in «incontro, ascolto e accompagnamento di chi vuole,chiede e accetta la spalla dei volontari» e se questi ultimi non vengono cambiati dalla vitain carcere «vuol dire che non c’è una vera relazione con il detenuto». Scopodell’associazione è anche quello di sensibilizzare l’opinione pubblica ad accogliere eaiutare i detenuti a reinserirsi nella società una volta scontata la pena.

Roberta Pumpo

P

Ceneri, Francesco a Santa SabinaDI PIETRO MARIANI

el giorno che dà inizio altempo di Quaresima,mercoledì 26 febbraio, è in

programma come tradizione unacelebrazione nella forma delle“stazioni” romane, presieduta daPapa Francesco. A darne notizia è laSala Stampa vaticana, che ne spiegaanche lo svolgimento. A fare dacornice è l’Aventino. L’appuntamentoinfatti è per le 16.30 nella chiesa diSant’Anselmo, dove inizierà la liturgiastazionale. A seguire, la processionepenitenziale verso la basilica di SantaSabina. Alla processione, spiegano dalVaticano, prenderanno parte icardinali, gli arcivescovi, i vescovi, imonaci benedettini di Sant’Anselmo,i padri domenicani di Santa Sabina ealcuni fedeli. Al termine dellaprocessione, nella basilica di Santa

N

Sabina, avrà luogo la celebrazionedella Messa con il rito di benedizione edi imposizione delle ceneri, che dàinizio al cammino quaresimale. Labasilica benedettina ospita da ormai48 anni i primi istanti della Quaresimadei Papi: fu infatti san Giovanni XXIIIad inaugurare questa consuetudine,riprendendo un’usanza penitenzialemedioevale. L’antico rito delle

“stationes” quaresimali indicail fermarsi, il “sostare”appunto prima diintraprendere il pellegrinaggioquotidiano in atteggiamentodi lode e di preghiera.Secondo la tradizione, i fedelidi Roma si fermano in unadelle diverse chiese del centrostorico dove sono custodite lememorie dei martiri; quiviene celebrata la Messa,preceduta da una processione

durante la quale vengono cantate lelitanie dei santi. Secondo un’altratradizione, più recente ma ormaiconsolidata, domenica 1 marzo PapaFrancesco e i suoi collaboratori dellacuria romana saliranno sul pullmanche li accompagnerà ad Ariccia,presso la Casa Divin Maestro, per gliesercizi spirituali in programma finoa venerdì 6 marzo.

DI ROBERTA PUMPO

il 2 luglio 1971. Per volere di Pao-lo VI, la Conferenza episcopale ita-liana istituisce la Caritas Italiana e

ne affida la responsabilità a monsignorGiovanni Nervo. Otto anni dopo, il 10 ot-tobre 1979, il cardinale vicario Ugo Po-letti costituisce la Caritas diocesana diRoma e ne affida la direzione a don Lui-gi Di Liegro. Ai protagonisti della “caritàintegrale”, vicini ai poveri che la societàemargina, è stato dedicato il convegno“Fate questo in memoria di me. Qua-rant’anni di testimonianza della caritànella Chiesa di Roma” svoltosi merco-ledì alla Cittadella “Santa Giacinta” del-la Caritas diocesana.Dopo la Messa di ringraziamento nellabasilica di San Giovanni in Laterano il 10ottobre scorso – giorno del 40° anniver-sario – e la visita di Papa Francesco allaCittadella venerdì 29 novembre, il con-vegno è stato l’occasione per la comunitàdell’organismo pastorale per fermarsi efare memoria di 40 anni accanto alle mi-gliaia di invisibili della società contem-poranea. Una serata per «rileggere i segnidei tempi attraverso il proprio vissutoquotidiano e per vivere con nuovo slan-cio il servizio al prossimo», ha detto ilcardinale vicario Angelo De Donatis inapertura dei lavori.Scopo dell’incontro non è stato quellodi limitarsi «ad incorniciare il passato –ha proseguito il porporato – ma riper-correre con il cuore alcuni filoni di vitacristiana e di carità, recuperare la radicee la motivazione profonda della sua co-stituzione da parte di san Paolo VI» ilquale, nello spirito del rinnovamento av-viato dal Concilio Vaticano II, volle un or-ganismo con funzione pedagogica voltoa far crescere il senso cristiano di solida-rietà. Un organismo, la Caritas, dove gliscartati della società ritrovano la dignità,vengono chiamati per nome, accolti conun sorriso e un abbraccio da qualcunosempre pronto ad ascoltarli.«La celebrazione dell’Eucarestia è com-pleta quando la comunità stessa diventapane per i poveri – le parole del cardina-le De Donatis –, quando traduce in mo-do fattivo il “Fate questo in memoria dime”. Era necessario che tutta la Chiesacamminasse verso un atteggiamento dipresa in carico di situazioni di povertà edi giustizia, non bastava fare ma tradur-re l’impegno in educazione». L’auspiciodel cardinale vicario è che le parrocchiesiano sempre più «locanda del Samari-tano per i feriti e gli scartati della città»,avendo monsignor Luigi di Liegro quale«modello sempre attuale di prete e pa-store per le comunità cristiane di Roma».De Donatis ha confessato di aver sentito

Èparticolarmente vicini durante la seratadon Luigi di Liegro, Paolo VI e il cardinalePoletti. Al collo, infatti, portava un croci-fisso ricevuto in dono, che è stato indos-sato a lungo da Papa Montini, e al ditol’anello che fu del cardinale vicario.Moderato da Toni Mira, giornalista di Av-venire, il convegno ha ricordato i passicompiuti dall’ente diocesano alla guidadel quale, dopo don Luigi, si sono succe-duti monsignor Guerino Di Tora, mon-signor Enrico Feroci e l’attuale direttore,don Benoni Ambarus. In 40 anni il Van-gelo si è incarnato dando vita a 52 ope-re–segno. Anzi 53, ha chiarito don Be-noni, includendo quello che lui definisce«l’ostello dislocato», facendo riferimentoalle 23 parrocchie che da due anni han-no messo a disposizione i propri locali perospitare senza fissa dimora durante lefredde notti invernali.«I poveri hanno fatto risvegliare freschezzae dinamicità», ha aggiunto annunciandoche a San Gregorio Magno il nuovo par-roco don Stefano Meloni inaugurerà abreve un centro di ascolto in un insedia-mento rom. «Le palestre di solidarietà len-tamente contaminano positivamente lecomunità cristiane – ha proseguito donAmbarus –. Ci fanno toccare con manoche i poveri ci danno dimensioni più vi-ve e più vere. Viviamo tempi profetici, ipoveri bussano tanto e ci stanno rom-pendo le porte. Sono loro che ci ricorda-no e ci annunciano il Vangelo».Così sono state ricordate le attività chesi svolgono nelle mense di via Marsala,di Colle Oppio, di Ostia, della Citta-della a Ponte Casilino, nelle quali ven-gono distribuiti circa 385 mila pasti al-l’anno. E ancora, i servizi nei 157 cen-tri d’ascolto parrocchiali e nei tre dio-cesani, le 13mila prestazioni sanitarieofferte, l’assistenza a 15mila detenuti ele 52 mila visite domiciliari a malati eanziani. Capace di ascoltare il grido chedi volta in volta si levava in città, nel1988 don Luigi inaugurò anche il cen-tro di accoglienza e cura per malati diAids di Villa Glori scontrandosi con ladiffidenza e la paura dei residenti.E alle radici dell’impegno della Caritasè andato nel convegno lo storico Alber-to Melloni, che ha tenuto una lectio ma-gistralis. Melloni ha rimarcato che ilConcilio Vaticano II «ha prodotto il pas-saggio dall’idea di povertà come occa-sione per il ricco di manifestare la suabenevolenza, a una concezione teolo-gica del povero che è Cristo stesso. Il ri-schio della Chiesa è la politicizzazionedei poveri ma deve lasciarsi toccare eguarire dal contatto con il povero che e-vangelizza. La povertà costituisce unadimensione messianica e in tal senso laCaritas è diventata segno teologico».

memoria. Documentario Rai per quarantennale

Giovedì in cattedralel’incontro del Papacon il clero romano

a Quaresima è ormai alle porte ecome ogni anno i sacerdoti della

diocesi di Roma avranno lapossibilità di incontrare PapaFrancesco, nella basilica di SanGiovanni in Laterano, il giovedì dopole Ceneri, cioè il prossimo 27febbraio 2020. «Come è tradizione negli ultimi anni– scrive il cardinale vicario Angelo DeDonatis nella lettera di invito –vivremo una liturgia penitenzialecomunitaria, con la possibilità diconfessarci, al termine della quale ilPapa ci rivolgerà la sua parola». L’appuntamento nella basilicalateranense è alle ore 9.30. «Auguro a tutta la nostra diocesi –conclude il porporato – di viverequesto periodo come un donoprezioso di Dio, per la nostraconversione».

L

l’appuntamento

40 anni. Il convegno alla Cittadella. De Donatis: parrocchie locanda del Samaritano

Il direttore della Caritas don Ambarus

Mira, Feroci, De Donatis, Melloni e De Robert (foto Gennari)

Pagine a cura della Diocesi di Roma Coordinamento editoriale: Angelo Zema Coordinamento redazionale: Giulia Rocchi Piazza San Giovanni in Laterano 6 00184 Roma - tel. 06.69886150

Abbonamento annuale Avvenire domenicale con Roma Sette (a domicilio o coupon edicola) € 62Per abbonarsi: N. Verde 800 820084 / Direzione vendite sede di Roma [email protected] Tel. 06.68823250 Fax 06.68823209 / Pubblicità: tel. 02.6780583 [email protected]

Avvenire - Redazione pagine diocesanePiazza Carbonari 3 - 20125 MilanoTel. 02.67801 - fax 02.6780483www.avvenire.it e-mail: [email protected]

In evidenza

attesa è finita. Dal 2 marzo sarà possibile con-sultare la documentazione relativa al pontifi-

cato di Pio XII nell’Archivio Apostolico Vaticano e ne-gli altri archivi della Santa Sede. L’apertura è statapresentata giovedì dal cardinale José Tolentino Calaçade Mendonça, archivista e bibliotecario di Santa Ro-mana Chiesa. «Un evento atteso da molti anni», con«un processo tecnicamente lungo e delicato, un lavoromolto complesso e impegnativo per la quantità delmateriale». Ottantacinque chilometri di documenta-zione. Gli studiosi potranno consultare atti della «sto-ria religiosa e politica, del governo della Chiesa e del-le relazioni della Santa Sede con gli Stati e le Chieselocali, l’impegno per la carità e la pace». Ovviamen-te l’attenzione sarà concentrata «sul periodo bellicoo sul faticoso dopoguerra» ma «al centro vi è semprePapa Pacelli. E con lui e accanto a lui la Chiesa nellapluralità delle sue articolazioni ed esperienze». E laChiesa, ha ricordato Tolentino, «non ha paura dellastoria ma la affronta con la fiduciosa certezza che siacompreso lo spirito della sua azione». Tra le curiosità,la prima lettera scritta da Madre Teresa di Calcutta aPio XII, il 1 marzo 1950, in cui chiede l’approvazionepontificia e il permesso di vivere la povertà secondoi loro statuti. (And. Aca.)

’L

Dal 2 marzo si apronogli Archivi su Pio XII

Don Giovanni Baldeschiverso gli altari: chiusal’inchiesta diocesanaa pagina 3

www.romasette.it

Inserto redazionale di

facebook.com/romasettetwitter.com/romasette

[email protected]

Anno XLVII – Numero 8 – Domenica 23 febbraio 2020

La Quaresima a San GiovanniCinque serate con Nembrini

iviglia, anno 1656. DonMiguel Manara è un giovanenobile spagnolo, orfano,

noto in tutta la città per essere ungrande seduttore. Ma èprofondamente insoddisfatto.Incontrando una giovane donnascopre cosa gli manca davvero:una sposa. Per Miguel inizia cosìuna nuova vita, ma poco dopo lenozze sua moglie Girolamamuore. L’esperienza del dolorecostringe ancora una volta ilgiovane a guardare in fondo alsuo cuore: deciderà di farsi frate emorirà in odore di santità. Lastoria del nobile spagnolo è statascritta dal drammaturgo lituanoOscar Vadislas de Lubicz Milosznel 1912, ed è ispirata alla vita diun religioso spagnolo vissuto nelSeicento. L’ha riletta e fattaconoscere meglio in Italia Franco

Nembrini, grazie a uno suo libro(Centocanti Edizioni, 2014). E lapresenterà ai fedeli della diocesi diRoma in cinque incontri, inprogramma nella basilica di SanGiovanni in Laterano neimercoledì di Quaresima. Primoappuntamento il 4 marzo; poil’11, il 18, il 25 e il primo aprile,sempre alle ore 19. Nelle cinqueserate, oltre a Nembrini, ci saràl’attore Gabriele Granito, cheleggerà alcuni brani; leconclusioni saranno inveceaffidate al cardinale vicario AngeloDe Donatis. Nembrini, insegnantedi italiano, tra i fondatori dellascuola “La Traccia” di Calcinate(Bg); è stato presidente dellaFederazione opere educative dellaCompagnia delle Opere; dal 2018è membro del Dicastero per i laici,la famiglia e la vita. (Giu. Roc.)

S

La processione con il Papa nel 2019

Caritas, quel sorriso per i poveri

TECNAVIA [CROPPDFINORIG] crop = -45 -30 -45 -30
Page 2: n - RomaSette · 2020. 2. 27. · 1988 don Luigi inaugurò anche il cen-tro di accoglienza e cura per malati di Aids di Villa Glori scontrandosi con la ... la prima lettera scritta

DI MICHELA ALTOVITI

uarda al tema scelto da PapaFrancesco per la Giornatadiocesana della gioventù di

quest’anno l’incontro organizzato persabato prossimo dal Servizio per lapastorale giovanile e rivolto a tutti gliadolescenti della diocesi dai 17 anni insu, in occasione dell’inizio dellaQuaresima. «Sulla scia della bellaesperienza dello scorso anno, quandocon oltre 900 giovani abbiamo vissuto aRoma la Gmg di Panama – spiega don

G

Mcl, «antenna vigile» per la riqualificazione di Roma

DI MARIAELENA IACOVONE

iamo partiti dalla denuncia dellecriticità di Roma per arrivare a ela-borare insieme idee, progetti e pro-

poste concrete. Un percorso in cui è emer-so con chiarezza l’appello ad un impegnocomune». Lo ha detto Carlo Costalli, presi-dente nazionale del Movimento cristiano la-voratori, chiamato a tirare le fila, mercoledì19, del dibattito all’Hotel Nazionale per lapresentazione degli atti del convegno del-lo scorso 30 ottobre dal titolo “Dai mali, leidee: proposte per Roma”.«Quella giornata ha segnato l’inizio di un

confronto e di una disponibilità, in primistra il mondo cattolico ma non solo, ad esse-re parte attiva nell’interesse di Roma e deisuoi cittadini», ha concluso Costalli. Un au-spicio, quello di una presa in carico condi-visa e consapevole dei problemi della città,che esprime anche Barbara Barbuscia, presi-dente dell’Unione territoriale Mcl Roma–Vi-terbo–Rieti: «Il Movimento sarà un’antennavigile sul territorio – ha commentato –. Sifarà portavoce dei malesseri dei cittadini sti-molando amministratori, politici, associa-zioni e mondo cattolico a presentare propo-ste efficaci e concrete». Come quelle avanza-te nel corso del convegno di ottobre e in-centrate su uno sviluppo economico e pro-duttivo finalizzato all’innovazione, a una li-nea di politica urbanistica “intelligente” e auna riqualificazione della città a partire dal-le periferie. Provvedimenti difficili da attua-re senza un lavoro in rete: «Pensare a que-st’ultima come un luogo di incontro, di ela-borazione di idee ma anche di collaborazio-

ne con l’amministrazione comunale con-sente di dare efficacia agli strumenti che giàlo statuto di Roma Capitale prevede, come leconsulte o i forum – ha spiegato Barbuscia –. Tutto questo, quindi, per migliorare i servi-zi della nostra città». Sull’importanza e centralità di una sinergiasi è soffermato anche Pietro Giubilo, ex sin-daco di Roma e vicepresidente della Fonda-zione Italiana Europa Popolare: «L’innova-zione – ha riferito – dipende dalle reti, ov-vero università, imprese private, società di ca-pitale e pubblico». Una sfida notevole profon-damente connessa non solo al futuro dellacittà ma anche a quello dei giovani. «Se guar-diamo ad alcune recenti statistiche sull’indi-ce di natalità o sul numero di giovani resi-denti a Roma, ci rendiamo conto di quantoquesti dati siano decisamente più preoccu-panti dell’inefficienza nella amministrazio-ne e gestione dei servizi – ha proseguito Giu-bilo –. Occorre dunque ripensare le regole eimpostare un modello diverso».

A ribadire l’apprensione sul futuro delle nuo-ve generazioni è Alfonso Luzzi, direttore ge-nerale del patronato Sias (Servizio italiano as-sistenza sociale): «C’è grande assuefazione erassegnazione tra i giovani che vedono la cittàsempre più come luogo di passaggio e noncome un luogo su cui costruire la propria vi-ta lavorativa e familiare – ha sottolineato –.Da qui la necessità di iniziative da parte deigiovani che riguardino anche la qualità del-la vita dei luoghi dove vivono». Situazione critica, quindi, per la Capitale, main cui è possibile intravedere delle possibilivie d’uscita, soprattutto nella narrazione chene viene proposta. «Bisogna costruire pen-siero e visione su questa città – ha spiegatoil giornalista Domenico Delle Foglie –. Ro-ma, come ci ricorda il Papa, avrà un futurose condivideremo l’idea di città inclusiva, fra-terna e aperta al mondo». Per costruire unanuova narrazione sulla Capitale occorre,quindi, «scardinarla e ripartire con progetticostruiti e definiti insieme».

Il «carisma» della solidarietà

Letti e carrozzine, essenzialiper svolgere attivitàmediche e di riabilitazione,arriveranno nel Paesein situazione emergenzialegrazie all’interventodel Comitato italianodel World Food Programme(agenzia dell’Onu),alla donazione dellaFondazione Santa Luciae alla collaborazione dellaComunità di Trastevere

etti e carrozzine, essenziali per losvolgimento di attività mediche e di

riabilitazione. Grazie all’intervento delComitato italiano del World Food Programme(agenzia delle Nazioni Unite), alla donazionedella Fondazione Santa Lucia Irccs di Roma ealla collaborazione della Comunità diSant’Egidio arriveranno in diversi centri sanitaridella Repubblica Centrafricana. Si tratta diun’iniziativa di solidarietà presentata nei giorniscorsi nella sede di Sant’Egidio a Trastevere.Proprio dalla Comunità ricordano la situazioneumanitaria «a tutt’oggi emergenziale» delPaese, con poco più di 4,6 milioni di abitanti,tra cui 2,6 che necessitano di assistenza eprotezione umanitaria. Ancora, tra questi, 1,7milioni hanno bisogno di aiuti immediati perpoter sopravvivere. Tutte conseguenze,spiegano da Sant’Egidio, della «guerra civile cheha insanguinato il Paese dal marzo 2013 al2015 causando migliaia di morti e l’esodo di

L circa 1 milione di centrafricani». Nel febbraio2015 un gruppo di leader politici centrafricanisi è riunito a Roma su iniziativa della Comunitàdi Sant’Egidio e ha firmato un appello per lariconciliazione nazionale, impegnandosi aproseguire un percorso di pacificazione checontinua fino ad oggi e che si è consolidato conle elezioni. La Fondazione Santa Lucia Ircss,specializzata nel settore delle neuroscienze, èdotata di un ospedale di neuroriabilitazione dialta specialità, che opera in convenzione con ilServizio sanitario della Regione Lazio e informa privata. A seguito dell’ammodernamentotecnologico, necessario per rispettare lenormative italiane, la Fondazione ha deciso,grazie all’intervento del comitato italiano delWfp, di donare decine e decine di ausili allaComunità di Sant’Egidio che li destinerà adalcuni centri sanitari della RepubblicaCentraficana.

Federica Cifelli

DI ANDREA ACALI

ambio al vertice del Circolo S. Pie-tro, l’associazione che dal 1869 è im-pegnata al servizio dei poveri. Nel

corso dell’assemblea solenne che, come o-gni anno, si tiene in occasione della festadella Cattedra di San Pietro, alla presenza,tra gli altri, del cardinale vicario Angelo DeDonatis, il presidente uscente, il duca Leo-poldo Torlonia, ha lasciato l’incarico al mar-chese Niccolò Sacchetti.

«Guardando indietro – ha detto Torlonianella sua relazione, dopo aver ricevuto indono da parte dei soci due candelieri del1815 – i quattordici, bellissimi anni appe-na trascorsi mi appaiono come una corsaa perdifiato, quasi una sfida contro il tem-po, per tentare di aiutare il maggior nu-mero di persone che vivono in stato di ne-cessità. Con il vostro aiuto – ha aggiuntorivolto ai numerosi soci presenti – ho cer-cato di esprimere il carisma del Circolo,confermandone ogni giorno la missione».«Non è un segreto – ha proseguito – chequando il termine “volontariato” pratica-mente non esisteva, il Circolo S. Pietro eragià presente, in prima linea,ad aiutare i bisognosi» e hapoi ricordato che «in più diun’occasione, negli anni, hoavuto modo di dire che inquesto servizio riceviamomolto più di quello che do-niamo agli altri. Ed è questouno dei punti fermi del miopercorso al Circolo. Il servi-zio per noi è puro arricchi-mento interiore». Dal canto suo Sacchetti haringraziato il presidente u-scente con parole di stima eprofondo affetto: «Il donopiù grande è stata la serenitàche ci ha permesso di lavora-re con grande pace e concor-dia». «Forti della nostra sto-ria, saldi nelle nostre tradi-zioni – ha affermato – dob-biamo continuare, com’è sta-

Cto sino ad oggi, a guardare avanti, con in-crollabile fiducia nella Provvidenza per an-dare incontro alle esigenze di un mondoche cambia sempre più velocemente e cisottopone nuove povertà e nuove soffe-renze». Ma ha evidenziato anche un altroaspetto: «Credo che se è vero che ci sonotante persone che hanno bisogno di aiu-to, ce ne siano almeno altrettante che han-no bisogno di aiutare e che cercano un so-lido riferimento per aprirsi a questo mon-do meraviglioso». In questa prospettiva «laprima azione di volontariato e di caritàche dobbiamo svolgere è proprio quella diaccogliere, coinvolgere e soprattutto for-mare chi si vuole avvicinare al mondo delvolontariato avendo sempre chiaro non ilperché ma per chi lo facciamo». Dopo la consegna dei riconoscimenti ai so-ci, il cardinale De Donatis ha ricordato letante iniziative che si sono svolte nel cor-so dell’anno con cui sono stati celebrati i150 anni della fondazione del Circolo, inparticolare «la Messa della solennità di Cri-sto Re nella nostra amata cattedrale», un«momento di profonda spiritualità che ciha riportato alla prima parola del mottodel Circolo: preghiera». Una parola che tro-va risposta nelle altre due, «sacrificio per-sonale» e «azione concreta», altrimenti «lapreghiera rimane sterile». Citando l’esorta-zione di Papa Francesco “Querida Amazo-nia”, il cardinale vicario ha ricordato che «laspiritualità deve incarnarsi. Penso che siaun’indicazione come spunto di riflessionee modo di procedere del Circolo. Spero –ha concluso De Donatis – che il verbo in-carnarsi si iscriva nel cuore di tutti noi. Vi-viamo intensamente questa novella incar-nazione, fedeli a quanto ci è stato traman-dato e guardando con fiducia al futuro».

Cambio al vertice, dopo 14 annilascia il presidente Torlonia:in questo servizio riceviamomolto più di quello che doniamoIl successore Sacchetti: incontroa un mondo con nuove povertà

L’assemblea del Circolo S. Pietro con l’interventodi De Donatis. Il ricordo delle iniziative per il150° di fondazione e l’invito a una spiritualitàincarnata nel solco del motto del sodalizio

Sant’Egidio, aiuti nelle strutture sanitarie del Centrafrica

Nel 2019 oltre 40mila pasti erogatie 6.400 presenze nelle case famiglia

l Circolo San Pietro nasce nel 1869 su iniziativa diun gruppo di giovani della nobiltà e dell’alta

borghesia romana che volevano dimostrare la lorofedeltà al Papa in un momento storico di grandedifficoltà per il Papato. Fu lo stesso beato Pio IX aindirizzare gli sforzi di quei giovani verso opere dicarità per i poveri. Oggi l’attività dei soci del Circolo sisvolge attraverso diverse iniziative. Lo scorso anno lecucine economiche hanno distribuito 40.614 pasti(con 2.015 presenze di soci e volontari); gli asilinotturni hanno permesso 7.500 pernottamenti (lepresenze di soci e volontari sono state 334); il centrodi ascolto ha assistito 120 persone al mese mentre ipernottamenti nelle case famiglia sono stati 6.424.

I

la scheda

Rilanciato in un convegnol’impegno accanto ai cittadiniL’appello a un lavoro in rete«Costruire visione sulla città»

Sabato tra musica e preghierasulla scia dell’esperienzavissuta nel 2019 «in diretta»con il raduno di Panama

Antonio Magnotta, direttore del Serviziodiocesano –, proviamo a ripeterel’iniziativa sempre al Divino Amore,aprendo con un concerto nell’auditoriume poi spostandoci nel Santuario Nuovoper un momento di preghiera». A fare daguida, appunto, «il monito di Gesùrivolto al figlio della vedova di Nainresuscitato, “Giovane, dico a te, alzati” –continua il sacerdote –, per lavorare sultema dell’ascolto, entrando nello sguardocontemplativo dei ragazzi che ha da dircitanto: i giovani hanno delle risorse dibellezza da far emergere e l’opera di Dioè evidente nelle loro vite».L’appuntamento è per le 20.30; ad aprirela serata la band “Tu sei bellezza”, natanel contesto delle marce francescane nel2017 da un’idea di fra Matteo della Torre.Il gruppo proporrà un concerto dievangelizzazione «per dire ai giovani cheè la bellezza interiore che può dare loro

la forza di alzarsi come ilgiovane figlio della vedova diNain». A seguire, unameditazione con spunti dipreghiera sul brano evangelico,l’adorazione eucaristica e lapossibilità delle confessioni.Infine, dopo la mezzanotte, laconclusione con cornetti ecioccolata calda per tutti.Sempre al Santuario del DivinoAmore si svolgerà un’altragiornata per i più giovani, questa voltaper i pre–adolescenti dai 12 anni in su, il29 marzo, con orario 9.30–17. I dueappuntamenti diocesani si pongono sullalinea tracciata «in questi ultimi sei annidal nostro ufficio – spiega Magnotta –,che ha come primario obiettivo quello didedicare particolare cura agli educatoridegli adolescenti, incoraggiandoli asentirsi parte di una rete di relazioni più

ampia della singola realtà parrocchiale».Da qui gli incontri formativi organizzatinelle diverse prefetture «per ridarecoraggio alle comunità parrocchiali e neltentativo di rimettere al centro la realtàdegli adolescenti come il Papa sprona afare sia in “Evangelii gaudium” che,soprattutto, nel documento post–sinodale “Christus vivit”», conclude ilsacerdote.

Giovani romani al Divino Amore

Il convegno di Mcl dedicato a Roma

Un’immagine dell’assemblea del Circolo San Pietro con il cardinale De Donatis

2 Domenica23 febbraio 2020

TECNAVIA [CROPPDFINORIG] crop = -45 -30 -45 -30
Page 3: n - RomaSette · 2020. 2. 27. · 1988 don Luigi inaugurò anche il cen-tro di accoglienza e cura per malati di Aids di Villa Glori scontrandosi con la ... la prima lettera scritta

La fase diocesana della causa di canonizzazionedel cofondatore delle monache «adoratrici»conclusa venerdì nel Palazzo Lateranense«Straordinario attaccamento a Gesù eucaristico»

Morto monsignor Antonelli,a lungo parroco a San Policarpo

n ministero «vissuto all’insegna del servizio edella vicinanza ai più deboli». Con queste paro-

le monsignor Gianpiero Palmieri, vescovo ausiliareper il settore Est, ha ricordato monsignor Antonio An-tonelli, che si è spento lo scorso 18 febbraio a 87 an-ni. Mercoledì pomeriggio, nella sua ultima parroc-chia, quella di San Policarpo, nel quartiere Appio Clau-dio, si sono tenuti i funerali. «Come le Scritture ricor-dano l’importanza di servire – ha spiegato monsignorPalmieri –, allo stesso modo la vita di don Antonio ciricorda che Gesù stesso si fa servo e ognuno di noi èchiamato a servire gli altri e la Chiesa». MonsignorAntonelli, ha proseguito il vescovo, «era profonda-mente consapevole dell’importanza di essere servitoriumili e di lavorare per la Chiesa con abnegazione».Assistente al Pontificio Seminario Romano Minore dal1963 al 1968, parroco a San Policarpo dal 1998 al2008 e infine direttore della Casa Diocesana del Cle-ro San Gaetano, dal 2011 al 2016, monsignor Anto-nelli ha avuto una formazione «incentrata sull’essen-ziale e lui stesso si caratterizzava per uno stile sobrioe austero». Allo stesso tempo, però, don Antonio era«appassionatamente consapevole di appartenere aCristo e questo lo ha spinto – ha ricordato il vescovoai moltissimi fedeli presenti – a servire sempre la Chie-sa, proprio come un innamorato serve e sta accantoal proprio amato». Ripercorrendo la vita del sacerdo-te scomparso, monsignor Palmieri si è soffermato sulperiodo post-conciliare, «del quale don Antonio è sta-to protagonista e testimone»; una stagione «partico-lare – ha evidenziato il presule – che ha segnato tut-to il mondo e in particolare la diocesi di Roma. Unastagione dove la Chiesa si è interrogata anche su qua-le forma dovesse avere la parrocchia». In tal senso,monsignor Antonelli «è stato tra chi si è impegnato

con maggiore passione e volontà,per cercare di arrivare a delle so-luzioni e camminare verso il fu-turo della Chiesa stessa».Toccante il ricordo del sacerdo-te da parte di don AlessandroZenobbi, che a San Policarpo fuvice parroco negli anni in cui c’e-ra don Antonio. «All’inizio qual-cuno mi aveva detto che fosseburbero e scostante, con pocaaffinità con le persone. E inve-ce si è rivelata una figura mera-vigliosa su tutti i fronti. Innan-zitutto – spiega don Zenobbi –

è stato sempre molto attento al clero e con lui in ca-nonica si respirava davvero un’aria di famiglia, eraun vero padre». Era un uomo di preghiera, raccon-ta ancora il sacerdote, che «aveva una profonda spi-ritualità, non tralasciava mai la preghiera del Rosa-rio. Non mancava mai l’attenzione per i parrocchia-ni e i giovani, tanto che ogni anno quasi costringe-va i suoi collaboratori a rimettere in discussione tut-to quanto fatto durante il catechismo degli anni pre-cedenti». Una persona riflessiva, lo descrive ancoradon Zenobbi: «Leggeva tantissimi libri, aveva unacultura sterminata e soprattutto metteva i suoi in-terlocutori davanti a domande anche molto scomo-de. Credeva fermamente in una Chiesa in costantecammino, in costante crescita».

Salvatore Tropea

U

San Saba, giovani mobilitati per il tetto della chiesaRaccolta di fondi per il progetto «Adotta una tegola»DI LAURA GALIMBERTI

anno raccolto per la loro comunitàparrocchiale oltre 22mila euro.Sono quattro giovani universitari di

San Saba, che nel giugno scorso hannosentito l’urgenza di fare qualcosa in più perla loro parrocchia. «Nel 2019 a causa dilavori di ristrutturazione la chiesa di SanSaba è stata chiusa», spiega padreAlessandro Viano, vice parroco. «Il tettonecessitava di lavori di messa in sicurezza eristrutturazione a causa di infiltrazioni».Un intervento importante, del costo dicirca un milione di euro. «Il 40% dei lavoriè stato finanziato dalla Cei, il 25% dallaProvincia euro–mediterranea dellaCompagnia di Gesù, il 10% dallacomunità dei gesuiti di San Saba. Mancavail restante 25%, affidato alla comunitàparrocchiale». «Ho pensato di parlarne con

i ragazzi – spiega padre Alessandro –,attualmente catechisti ed animatori,cresciuti in parrocchia, per capire comepoter coinvolgere non solo chi frequentama anche altri. La basilica custodisceanche dal punto di vista storico ed artisticouna storia importante». È nata così, agiugno scorso, la campagna “Adotta unategola”. Diecimila quelle da finanziare, perun totale di 50mila euro. «Ottimizzato ilsito parrocchiale, abbiamo iniziato arilanciare eventi ed iniziative ideate daogni realtà della parrocchia, tramite isocial». Concerti di musica barocca, di coripolifonici ma anche vendita di dolci,grigliate e momenti aggregativi. Un tamtam via Facebook, con cui sono statiraccolti oltre 1.000 euro, e tramitenewsletter che ha avvicinato molti eprodotto risultati consistenti. Tantissime ledonazioni, piccole, da parte di gente

comune, amici di amici che tramite i socialsono venuti a conoscenza dell’operazione.A gestire la pagina Facebook è Gaia, 21anni: «Studio biologia, frequento laparrocchia da otto anni e seguo i ragazziche si stanno preparando alla Cresima»,racconta. «La comunità di San Saba è unacasa e una famiglia». Con lei Lavinia, stessaetà, alla prese con gli studi in Scienzefarmaceutiche: «Qui ho trovato amici efratelli. Un luogo del cuore». Nel teamanche Luca, al terzo anno di Scienzereligiose, che coordina il Meg dellaparrocchia, e Sara, 22 anni. La parrocchia,affidata ai gesuiti dai primi del ‘900, è unpresidio di accoglienza e formazione. DaNatale la chiesa è tornata agibile, mentreproseguono i lavori di completamento deltetto. La campagna terminerà a giugno. Sulsito è possibile seguire l’andamento deilavori: https://sansaba.gesuiti.it.

H

Don Giovanni Baldeschiverso l’onore degli altariDI ROBERTA PUMPO

omo apostolico, tutto di Dio edella Chiesa, ha sempre messol’adorazione eucaristica, i poveri e

la confessione al centro del suoministero sacerdotale diventandoesempio per il clero e i fedeli. Si puòriassumere così il profilo del Servo diDio Giovanni Antonio Baldeschi,cofondatore dell’istituto delle Monachedell’Adorazione Perpetua del SantissimoSacramento, per il quale si è chiusa lafase diocesana della causa dicanonizzazione, aperta nel maggio 2017.Il rito presieduto dal cardinale vicarioAngelo De Donatis si è tenuto venerdìnell’Aula della Conciliazione del PalazzoLateranense, alla presenza delpostulatore padre Arturo Elberti e didecine di monache. Nato a Ischia diCastro, nel Viterbese, nel 1780, ordinatosacerdote per la diocesi di Roma nel1797, Baldeschi si distinse «per unostraordinario attaccamento a GesùEucaristico, che amò e servì con cuoreindiviso, accettando anche umiliazioni etribolazioni», ha detto il cardinaleevidenziando anche l’impegno profuso«nel dare concretezza alla fondazionedelle Monache dell’Adorazione perpetua,secondo il carisma ispirato da Dio allabeata Madre Maria Maddalenadell’Incarnazione Sordini», fondatricedell’Ordine e figlia spirituale di GiovanniAntonio Baldeschi. Quando Roma fuassediata dalle truppe napoleoniche«rimase al suo posto, testimoniando, nelsilenzio, la sua fedeltà al vicario diCristo». Nonostante le persecuzionisubite in quel periodo sostenne l’Ordine,«seguendo e difendendo le sue figliespirituali». Per vent’anni a Napoli sidedicò alla fondazione delle “adoratrici”con la Serva di Dio Madre Giuseppa deiSacri Cuori Cherubini. «È da considerarsiil più grande collaboratore per lafondazione dell’Ordine», ha proseguitoil cardinale ricordando anche leopposizioni, le calunnie e la prigioniasopportate per il suo ruolo diaccompagnamento monastico. «Lafedeltà a quanto la Chiesa gli avevaaffidato e l’amore per le sue “figlie” – leparole di De Donatis – lo resero il punto

U

di riferimento per i tre monasteri che laProvvidenza aveva fatto sorgere a Roma,a Napoli e a Squillace. Fedele interpretedel carisma maddaleniano, accolse lesfide che le nuove situazioni delmomento richiedevano, adattandoloalla volontà della Sede apostolica e allastoria di quegli anni. Nell’affrontaremolteplici difficoltà e rilevantiopposizioni, anche all’internodell’Istituto, si distinse per la noncomune tenacia e per la capacità diripristinare la pace in situazioniestremamente difficili». Contemporaneodel santo Curato d’Ars, Baldeschi profusetutte le sue forze nella confessionetrasmettendo ai penitenti l’esperienza

della larghezza della Misericordia diDio». Durante il rito – al quale hannopartecipato monsignor Slawomir Oder,vicario giudiziale del Tribunalediocesano di Roma, il delegatoepiscopale monsignor Francesco MariaTasciotti, il promotore di giustizia donRoberto Folonier, il notaio attuarioMarcello Terramani – De Donatis harimarcato che il carisma di Baldeschi è«attuale e denso di stimoli per chivoglia vivere ed attuare con lanecessaria radicalità il messaggioevangelico – ha concluso il cardinale –.Il messaggio e il modello da luiproposto si pone oggi come modoefficace della nuova evangelizzazione

Sabato 29l’incontroper le équipepastoralia San Giovanni

Sabato 29 febbraio,dalle 9.30, nellabasilica di San Giovanniin Laterano, è inprogramma l’incontroper i parroci e per i membri delleéquipe pastorali nell’ambito delcammino diocesano sull’ascolto del“grido della città”. Due gli obiettividell’appuntamento, come sottolinea ilcardinale vicario Angelo De Donatisnella lettera di invito: «radicare edefinire una volta ancora l’identità delleéquipe» e «metterea a fuoco lametodologia di lavoro».La giornata del 29 si aprirà con lapreghiera e l’introduzione del cardinalevicario, quindi la meditazione del gesuitapadre Stefano Bittasi, segretarioesecutivo del Centre for ChildrenProtection della Pontificia UniversitàGregoriana. Spazio ad alcune

testimonianze, poi il lavoro in gruppi aseconda dell’ambito di impegno:famiglia, giovani, poveri e ammalati. Alle13, la pausa pranzo nel vicino giardinodel Pontificio Seminario RomanoMaggiore. Ritorno nella cattedrale alle 15per l’adorazione eucaristica, lacelebrazione dei Vespri e le conclusioni.Per questioni organizzative, si chiede diinviare l’elenco dei partecipanti con ilrelativo ambito di appartenenzaall’[email protected] domani, lunedì 24 febbraio; dasegnalare anche la presenza di bambini omeno, poiché sarà previsto un servizio dianimazione.

il ricordo

nell’ambiente cristianocontemporaneo». Per madre Mariadella Santissima Trinità, superiora delmonastero di Napoli, Baldeschiinsegna ancora oggi «a non avere paurae a cercare le risposte ai propri dubbi epaure nell’Eucarestia». Le ha fatto ecomadre Maria Dolorosa, superiora delmonastero di Ischia di Castro, secondola quale «chiunque si inginocchiadavanti al Santissimo trova coraggio eforza per affrontare ogni difficoltà». DaIschia di Castro, città natale delsacerdote, erano presenti alla cerimoniail sindaco Salvatore Serra e donRossano Eutizi, della parrocchiaSant’Ermete Martire.

DI MICHELA ALTOVITI

a messo in relazionel’esperienza dell’arte conquella della fede il cardinale

vicario Angelo De Donatis, nellacelebrazione presieduta aSant’Ignazio in Campo Marziomartedì sera, memoria liturgica delBeato Angelico, patrono degli artisti.La Messa solenne, animata dallaCappella Augustea delConservatorio di Santa Cecilia, cheha eseguito la “Missa brevis K192”di Mozart, è stata seguita da un

incontro di approfondimentosul compositore di Salisburgo,curato dal Servizio diocesanoper la cultura e l’università.«L’arte che genera bellezza ci fapercepire come al di là dellarappresentazione materiale

esista qualcosa che va ben oltre – hadetto De Donatis –, qualcosa che citocca, ci coinvolge e ci rallegra cosìcome è per l’esperienza della fededove è Dio che ci cerca per primo eci illumina con la sua luce». Allora«la fede è la risposta dell’uomodinanzi ad un dono che losorprende, è la presa di coscienzache sappiamo cogliere l’armonia delCreato nella nostra vita solo perchéesiste un’armonia più grande»,quella «che ci conquista e citrasforma». In questo senso «musicae pittura non sono solo espressione

di una bellezza effimera – hacontinuato il porporato – ma unmezzo per comprendere come lanostra vita e quella dei nostri fratellisia benedetta». Se ne è parlato anchenell’incontro “L’ultimo anno dellavita di Mozart”, subito dopo laMessa. «Il 1791 – ha spiegatomonsignor Andrea Lonardo,direttore del Servizio diocesano – fuun anno ricchissimo di lavoro per ilgenio di Salisburgo, che scrisse unnumero enorme di opere con laimpellente necessità di venderle pervivere e mantenersi, dato chelavorava come libero professionista,su commissione». Lonardo hadapprima sottolineato come «sinasconde spesso la serietà e lacostanza del suo lavoro,immaginandolo semplicementecome un fortunato bambino

prodigio» mentre «la sua dedizionee il suo impegno mostrano, specieai giovani, come non c’è niente digrande che si possa realizzare senzapassione e senza lavorare a testachina». Ancora, il direttore delServizio diocesano ha osservatocome «è stato facile dare di Mozartun’interpretazione massonica,considerando quindi false e nonattendibili le sue opere di stampocattolico» ma in realtà «egli aderìalla massoneria solo nel 1784,perché non aveva soldi e così,semplicemente, era certo diriuscire ad ottenere più ingaggi». Èinvece evidente «una sua realeadesione alla fede – ha aggiuntoFrancesco d’Alfonso, addetto delServizio –: basti pensare cheMozart ha composto 34 branisacri e 18 Messe».

H

De Donatis: l’«oltre» dell’arte che genera bellezzaMemoria del Beato Angelico,la celebrazione a Sant’IgnazioLa lezione-concerto dedicataal genio musicale di Mozart

Terramani, De Donatis e Tasciotti (foto Gennari)

La Messa a Sant’Ignazio (foto Gennari)

3Domenica23 febbraio 2020

TECNAVIA [CROPPDFINORIG] crop = -45 -30 -45 -30
Page 4: n - RomaSette · 2020. 2. 27. · 1988 don Luigi inaugurò anche il cen-tro di accoglienza e cura per malati di Aids di Villa Glori scontrandosi con la ... la prima lettera scritta

4 Domenica23 febbraio 2020facebook.com/diocesiroma twitter.com/diocesidiroma instagram.com/diocesidiroma

VicariatoMERCOLEDÌ APERTURA POSTICIPATADEGLI UFFICI. Mercoledì 26 febbraiogli uffici del Vicariato apriranno alleore 9.30. Il personale del Vicariatoparteciperà infatti alla celebrazionedelle 8.15 presieduta dal cardinalevicario nella basilica di SanGiovanni in Laterano.

celebrazioniAL VIA LE STAZIONI QUARESIMALI. Con ilmercoledì delle Ceneri inizial’antichissima pratica romana dellestazioni quaresimali; un vero eproprio percorso di preparazione allagrande solennità di Pasqua nellechiese di Roma. A esso, anticamente,erano particolarmente chiamati icatecumeni che si disponevano aricevere il Battesimo nella notteprecedente la Pasqua. Inizia il Papa aSanta Sabina all’Aventino conl’imposizione delle Ceneri alle 16.30.Giovedì 27 la celebrazione si terrà aSan Giorgio al Velabro alle 17; venerdìai Santi Giovanni e Paolo al Celio (ore17.30); sabato 29 alle 18.30 aSant’Agostino in Campo Marzio.

incontriNUOVI ORIZZONTI ALL’UNIVERSITÀEURORPEA DI ROMA. Martedì 25, alle14.30, all’Università Europea di Roma(via degli Aldobrandeschi 190), siterrà la conferenza «Incontro conNuovi Orizzonti», nell’ambito delleattività di formazione integrale dellostesso ateneo. Porteranno la lorotestimonianza i volontari di NuoviOrizzonti, comunità internazionalefondata da Chiara Amirante e diffusain molti Paesi. InterverrannoTommaso Colella, responsabile delCentro di accoglienza e formazione diPiglio, e Luca Colella, missionariodella parrocchia di San GiuseppeCottolengo a Roma. La ComunitàNuovi Orizzonti si pone l’obiettivo diintervenire in tutti gli ambiti deldisagio sociale realizzando azioni disolidarietà a sostegno di chi è in gravedifficoltà, con una particolareattenzione alle problematiche deiragazzi di strada e del mondogiovanile. Propone i valori dellasolidarietà, della spiritualità, dellafratellanza, della giustizia socialecome elementi essenziali per unapiena realizzazione dell’uomo.

UNIVERSITÀ SALESIANA, SI PARLA DELLACULTURA DEL CONTRASTO ALLA MAFIA.Prosegue il percorso per conosceremeglio le mafie, i loro affari, leconnessioni con la corruzione, lenarrazioni, organizzato dallaPontificia Università Salesianaattraverso la facoltà di Scienze dellacomunicazione sociale in associazionecon “Libera” di don Luigi Ciotti.Martedì 25 febbraio, nell’aula Cs1(piazza Ateneo Salesiano, 1), dalle17.30, l’incontro dal titolo«Corruzione e mafie: la cultura delcontrasto». Nel corso degli incontri,iniziati a gennaio con il “CapitanoUltimo”, si è potuto approfondireanche l’uso e la distorsione delVangelo, ma anche l’impegno e ilcontrasto da parte della Chiesa e dellasocietà al fenomeno mafioso. Perinformazioni e contatti: fsc.unisal.it,email [email protected].

«ASCOLTARE IL GRIDO DELLA MALATTIA»,SCADONO LE ISCRIZIONI PER L’INCONTRODI AZIONE CATTOLICA. Scadranno il 26febbraio le iscrizioni all’iniziativapromossa dal settore Adulti di AzioneCattolica di Roma dal titolo «Ascoltareil grido della malattia» che si svolgeràsabato 7 marzo a partire dalle ore 9 alcomplesso monumentale di SantoSpirito in Sassia. Ci sarà una catechesidel vescovo ausiliare delegato per lapastorale sanitaria monsignor PaoloRicciardi. Seguirà inoltre anche unpercorso fra arte e medicina con laguida di un’esperta d’arte. Nelpomeriggio ci sarà una liturgia dellaParola nella chiesa di San Lorenzo inPiscibus durante la quale saràpossibile ricevere l’unzione dei malati.Per agevolare le famiglie per i bambinisono previste attività parallele a curadell’Acr al Centro internazionale SanLorenzo e la chiesa di San Lorenzo inPiscibus. Per iscrizioni occorrerivolgersi alla segreteria di AzioneCattolica Roma entro mercoledì 26febbraio: indirizzo [email protected], telefoni06.6786947 – 06.69921284.

«PROFETI DI PACE», DON EPICOCO A SANGIOVANNI BATTISTA DEI FIORENTINI. IlMovimento ecclesiale di impegnoculturale (Meic)–Sant’Ivo allaSapienza organizza l’incontro “Profetidi Pace – Pace a voi!” (Giovanni 20,19 – 23). Introduce AntonioMangiola, presidente di Meic Sant’Ivo,interviene don Luigi Maria Epicoco,filosofo e preside dell’Istitutosuperiore Scienze religiose Fides etRatio dell’Aquila.

APPUNTAMENTO PER RICORDARE ILGIUDICE ROSARIO LIVATINO.Continuando nella serie di incontriorganizzati con il sostegno del Centromissionario diocesano dal novembre2016, il Gruppo Nuovi Martiri,costituito dalle Associazioni Archè,Finestra per il Medio Oriente,parrocchia San Innocenzo I Papa e SanGuido Vescovo e dalla ComunitàMissionaria di Villaregia, organizza unnuovo incontro di testimonianze epreghiera in ricordo del giudice eServo di Dio Rosario Livatino a 30anni dalla sua uccisione per manodella Stidda il 21 settembre 1990.Della sua figura e del messaggio difede che ha lasciato, si rifletterà il 28febbraio alle 20.15 nella parrocchia diSanta Felicita e Figli Martiri (via donGiustino Russolillo 37) con il vescovoausiliare incaricato del Centro per lacooperazione missionaria tra le Chiesemonsignor Gianpiero Palmieri e duerelatori: Francesco Provenzano,magistrato ad Agrigento che haconosciuto Rosario Livatino, e donCristian Prestianni, parroco di SantaFelicita e Figli Martiri, che è stato inprecedenza parroco a Canicattì e haavuto modo di conoscere la famiglia ela storia del giudice ucciso dalla mafia,attraverso le testimonianze dirette dichi lo ha conosciuto. Per informazionie contatti: [email protected].

S. MARIA IN AQUIRO: MEDITAZIONESULLA QUARESIMA DI PADRE ODASSO.Nella parrocchia di Santa Maria inAquiro (via della Guglia, 69B), ilpomeriggio del 29 febbraio si svolgeràun ritiro spirituale per comprendere iltempo liturgico della Quaresima.Nella meditazione, tenuta dal biblistapadre Giovanni Odasso alle 17, sirifletterà sul tema. «”A te offrirò ilsarificio di ringraziamento” (Salmi116,17). La Quaresima: vivere la fedeper avere la speranza di Gesù».L’incontro spirituale culminerà con ilcanto dei Vespri, presieduti dalparroco, e la celebrazione eucaristicadella prima domenica di Quaresima.A partire dal 3 marzo, invece, alcunefedeli che formano il gruppo LuxVerbi, si riuniscono nella chiesa permeditare insieme sulla passione delSignore secondo il Vangelo diGiovanni. La meditazione saràpreceduta da una breve spiegazionedel testo da parte di padre Odasso.L’incontro è aperto a tutti i fedeli chedesiderano partecipare. PadreGiovanni Odasso è professore emeritodi Sacra Scrittura alla PontificiaUniversità Lateranense.

ALLA CIVILTÀ CATTOLICA LAPERSECUZIONE DEI CRISTIANID’ORIENTE. Alfredo Mantovano,presidente della sezione italiana diAiuto alla Chiesa che Soffre, e padreGeorges Ruyssen, geuita, decano dellafacoltà di Diritto canonico delPontificio Istituto Orientale, sarannoi relatori dell’incontro “Lapersecuzione dei cristiani d’Oriente:ieri e oggi” sabato 29 alle 18 nellasede della rivista La Civiltà cattolica(via di Porta Pinciana 1).

formazioneSEMINARIO SULLA «CHIESA FERITA».L’Isituto superiore di scienze religioseEcclesia Mater, in collaborazione conl’Apostolato accademico salvatoriano,organizza un ciclo di seminari sultema «Protagonisti di guarigione inuna Chiesa santa e ferita», con ilpatrocinio del Servizio diocesano perla formazione permanente del clero. Ilseminario di domani propone unariflessione mirata a preveniresituazioni di disagio nelle comunitàdovute ad uno stile improprio diconduzione. Il seminario è destinato asacerdoti, diaconi e religiosi dalle 9.30all’Università Lateranense. Iscrizioni:[email protected].

SERAPHICUM, MEDITAZIONI IN VISTADELLA PASQUA. «Le sette parole di Gesùin croce. Il testamento del Salvatore,un testamento di amore» è il temadelle meditazioni, in preparazione allaPasqua, proposte da padre GermanoScaglioni, minore conventuale,docente di Nuovo Testamento alSeraphicum. A via del Serafico, 1 dal29 febbraio alle 16.

culturaPRESENTAZIONE DEL LIBRO «DEBRELIBANOS». «Debre Libanos», la stragecompiuta nel 1937 dagli uomini delgenerale Graziani è un’eredità con laquale risulta difficile fare i conti. Unlibro indaga i fatti e i decenni ditentativi di occultare tanta ferocia.«Debre Libanos 1937. Il più gravecrimine di guerra dell’Italia» di PaoloBorruso (Editori Laterza) verràpresentato martedì alle 17.30 nellasala Benedetto XIII a via di SanGallicano 25a. Con l’autoreinterverranno il cardinale GualtieroBassetti, la storica Federica Guazzini; ilministro Lorenzo Guerini e lo storicoAndrea Riccardi.

Rembrandt, autoritrattoalla Galleria Corsini

ella sede di via dellaLungara, fino al 15

giugno 2020, arriva la mo-stra “Rembrandt alla Gal-leria Corsini: l’autoritrat-to come san Paolo”, a cu-ra di Alessandro Cosma.Proveniente dal Rijksmu-seum di Amsterdam saràesposto, per la prima vol-ta in Italia dopo il 1799, lostraordinario autoritrattodi Rembrandt, firmato edatato 1661.

N

arte

ltimo giorno, oggi, per i vi-sitatori dei Musei Vaticani

per ammirare la Cappella Sisti-na nell’aspetto originario con-cepito da Raffaello e da PapaLeone X de’ Medici per coprirei finti tendaggi nel registro in-feriore della cappella. Un’e-sposizione promossa dai MuseiVaticani nell’ambito delle ce-lebrazioni per il V centenariodella morte del Sanzio.Raffiguranti alcune vicendedel Vangelo e degli Atti degliApostoli, i grandi arazzi furo-no realizzati tra il 1515 e il1519 a Bruxelles, nella botte-ga di Pieter van Aelst, e giun-sero in Vaticano tra il 1519 eil 1521. I dieci arazzi e i duefregi in lana, seta e fili d’ar-gento dorato furono compiu-ti sui cartoni di Raffello, set-

te dei quali sono conservatidal 1865 nel Victoria and Al-bert Museum di Londra.Gli arazzi sono invece custodi-ti nelle collezioni Vaticane edesposti a rotazione nella salanumero otto della Pinacotecadedicata a Raffaello. Dopo se-coli, e solo per una settimana,sono esposti tutti insieme. So-lo alcuni pezzi furono appesiuna prima volta nel 1983 – perun solo giorno – e poi nel 2010in occasione di una straordi-naria apertura notturna. La “nuova” Cappella Sistina, perla direttrice dei Musei VaticaniBarbara Jatta mostra una «ine-guagliabile catechesi visiva. U-na esposizione unica dal pun-to di vista teologico e visivo». Ultimo accesso alle 12.30, e og-gi l’accesso è gratuito. (R. P.)

U

I celebri arazzi di Raffaellonella Sistina, ultimo giorno

libriDanilo Rea tornaall’Auditorium

erata di grande jazz, gio-vedì sera, all’Auditorium

Parco della Musica: sul pal-co salirà Danilo Rea. Il gran-de pianista torna con un re-cital in piano solo dal titolo“Improvvisazioni”.Rea, vicentino, 62 anni e 45di carriera nel jazz, vanta u-na solida preparazione acca-demica, si è infatti diploma-to al conservatorio di musi-ca Santa Cecilia di Roma.Ha collaborato con i piùgrandi nomi del jazz comeChet Baker, Lee Konitz, LuisBacalov, ma anche con pia-nisti classici come Bruno Ca-nino e Bahrami e con artistidi casa nostra tra cui Mina,Gino Paoli, Pino Daniele,Claudio Baglioni.

S na volta chiesiad alcuneliceali

impegnate ainsegnare la nostralingua agli immigratidi scrivere qualcheimpressione inmerito. Una di loroera rimasta colpitaquando un profugoiracheno le aveva

detto di non volersi applicare nello studiodell’imperfetto. Chiamato a spiegarne laragione, il giovane affermò che queltempo verbale riguardava il passato: unadimensione troppo dolorosa per lui.Meglio concentrarsi sul presente e puntareal futuro mettendosi alle spalle i bruttiricordi. Tuttavia la suddetta rimozionecomporta un prezzo da pagare, ma quelche specialmente conta si tratta di unlusso impossibile da sostenere superata

una certa età. È questa la riflessione da cuiparte, con il furore prospettico dei profeti,Cesare Viviani nel suo ultimo importantelibro di poesie: Ora tocca all’imperfetto(Einaudi, pp. 121, 11 euro). Paginesegnate da un’amputazione spirituale:sono più importanti le cose nascosterispetto a quelle davanti a noi. «Il segretoche tutti sanno: / dietro ogni cosa chevediamo / ce ne sta una invisibile / che lasostiene. / Dietro questo mondo / ce nesta uno invisibile / che lo sostiene». Sindall’inizio tale dimensione interioreappare ineludibile: «Tu giovinezza, puntial miracolo, / al prodigioso, alsovrumano. / Eppure abbiamo percorsociechi, / ciechissimi l’esistenza: / la città, iconoscenti, i lavori, / la natura, gli amori,/ non visti». Chi vorrebbe alleggerirsi delcarico suscita nel poeta un sentimento diamara stupefazione: «È sorprendente,inverosimile / cercare la salvezza neibambini, / andare da loro a cercare

protezione, / o nei reperti archeologici, /chiedendo sia agli uni sia agli altri / diliberarci dal tempo». L’occhio di CesareViviani guarda in alto e con piglio risolutotraduce: «Rifiutare Dio / è la penamaggiore, la più pesante condanna, / èviver dannato, / è rifiutare chi ti hagenerato, / è pensare che ti sei fatto dasolo, / che ti sei dato la vita». Ne deriva unsentimento di caducità che dilata gliorizzonti, senza oscurare la visione:«L’oscillazione delle messi al vento / ètutto lì racchiuso, / la nostra vita / e lapassata generazione / e addirittura i secoli,/ tutto in quell’oscillazione». C’è come unmeccanismo che ogni generazione èchiamata ad azionare nella suprema,perfino commovente, inconsapevolezza:«Per sempre calavano le forze, / la mentes’indeboliva per sempre. / Le forzepassavano tutte ai giovani / che nonriconoscevano la provenienza». Oggi forsesoltanto i poeti sono in grado di

rispondere alle domande capitaliriuscendo a non smarrire la concretezzadella realtà quotidiana. Ad esempioquesta: cosa ne sarà di noi? Ecco larisposta di Viviani: «Per tutti è sonnoprofondo, non è morte, / diventa rialzodel terreno, / strati su strati, in tempisecolari, / poi diventa una zona edificabile/ con una bella vista, / almeno per un po’di anni». Inutile affannarsi: non potremomai sapere tutto. «E fossero scolpite leonde / ugualmente non rivelerebbero / ilmistero di quel mare / che noi, che nonabbiamo studiato, / non sappiamo dovecomincia / e dove finisce». Tale è lanostra esistenza, destinata a farsi vento,come il cancelletto che gira avanti eindietro sui cardini: «Dicono: è mancato,è scomparso, / ma no, è diventato tempo,/ quel tempo che ci circonda, / ci tocca, ciassilla, / ci seduce, / ci corteggia ognigiorno, / finché non cediamo».

Eraldo Affinati

U«Ora tocca all’imperfetto», per Viviani importanti le cose nascoste

Vicariato, nel Mercoledì delle ceneri apertura posticipata degli uffici - Al via le stazioni quaresimaliIncontro a Santa Felicita dedicato al giudice Livatino - Don Epicoco a San Giovanni Battista dei Fiorentini

MARTEDI 25 Sono sospese le udienze dei sacerdoti.

MERCOLEDI 26 Alle ore 8.15 nella basilica di San Giovanni inLaterano presiede la Messa con l’imposizione delle ceneri perl’inizio della Quaresima per il personale del Vicariato.Alle ore 16.30 partecipa alla stazione quaresimale presieduta dalSanto Padre a Santa Sabina.

GIOVEDI 27 Alle ore 9.30 nella basilica di San Giovanni inLaterano partecipa all’incontro del clero di Roma con il SantoPadre Francesco.

SABATO 29 Alle ore 9.30 nella basilica di San Giovanni inLaterano presiede la giornata di formazione con le équipepastorali.Alle ore 17.30 nella basilica San Giovanni in Laterano presiede laMessa con il rito dell’elezione dei catecumeni.

DOMENICA 1 MARZO Alle ore 11 celebra la Messa nellaparrocchia di Santa Maria del Rosario ai Martiri Portuensi.

L’AGENDADEL CARDINALE

VICARIO

Cesare Viviani

L’economia e il PapaLe storie verso Assisi

al 26 al 28 marzo si raduneranno ad Assisi più di2.000 giovani economisti e imprenditori, prove-

nienti da 120 Paesi del mondo. Arrivano ad Assisi per ri-spondere ad un appello di Papa Francesco: fare un pat-to per cambiare l’economia attuale e dare un’anima al-l’economia del futuro. In questi giorni che precedono l’e-vento stiamo conoscendo alcuni di questi giovani: le lo-ro provenienze, le loro storie e il loro impegno sono u-na promessa di nuova primavera nell’economia. Una di loro scrive nella sua lettera di iscrizione: «Vogliocambiare il mondo attraverso l’economia. A livello per-sonale, io faccio con le mie scelte di consumo, e a livel-lo professionale penso che l’attività bancaria etica sia lamia strada. Da un corso di formazione sul denaro, ho re-cuperato l’idea che il sistema finanziario potrebbe esse-re veramente al servizio dell’essere umano. Sono ap-passionata della vita di San Francesco; mi ispira il suorapporto con tutto il creato e l’importanza dell’austerità.La società dei consumi in cui viviamo chiede aiuto perdare una svolta alla semplicità e all’armonia con il no-stro pianeta che Francesco propone. Ero molto emo-zionata quando ho sentito parlare dell’Economia diFrancesco perché mescola l’economia, che è la miapassione, con la mia fede e la mia speranza. Nel pro-getto usiamo una metafora per spiegare l’effetto chevogliamo realizzare: il denaro è il sangue dell’econo-mia, e il sistema bancario è il cuore che distribuisce ilsangue in tutto il corpo. Un cuore sano deve irrigare ilsangue a tutto il corpo, considerando le reali necessitàdi ogni parte. Vogliamo portare il denaro nelle areedell’economia che trasformeranno il mondo in unmondo “più sano”, concentrandoci sulle aree di inve-stimento che, dal nostro punto di vista, sono quelle chehanno bisogno della nostra attenzione». Un’altra partecipante proviene dall’Uganda, un Paesein cui le donne sono prive di molti diritti, e per con-suetudine non possono accedere ai servizi sanitari e al-l’istruzione. Myriam non si scoraggia davanti all’evi-denza e sogna un mondo migliore. «Quando ero unagiovane impiegata, sentivo continuamente storie didonne e ragazze discriminate, sfruttate e a rischio. Co-noscevo il sistema del microcredito come strumento diaccesso ai servizi finanziari per persone in condizionidi povertà ed emarginazione e ne ho sperimentato ibenefici per la mia famiglia. Ho creato la Rescue Wo-men Enterprises per promuovere l’emancipazione e-conomica, educativa e sanitaria di donne e di ragaz-ze in difficoltà. Da allora, oltre 640 imprenditrici incondizioni di povertà e senza accesso ai finanziamentitradizionali, sono state aiutate. Sono commercianti,pescatrici, sarte. Oggi queste donne possono pagarele tasse scolastiche per i figli, avere una casa decentee pasti regolari, per loro e le loro famiglie». Papa Francesco chiama i giovani perché sa che essi so-no «capaci di ascoltare col cuore le grida sempre più an-goscianti della terra e dei suoi poveri in cerca di aiuto edi responsabilità, cioè di qualcuno che “risponda” e nonsi volga dall’altra parte». E i giovani rispondono.

D

L’economia sostenibilea cura di

Alessandra Smerilli

TECNAVIA [CROPPDFINORIG] crop = -45 -30 -45 -30