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Pellegrinaggio a Lourdes, l’attenzione alla sanità DI GIULIA ROCCHI Lourdes si sperimenta il silenzio della Grotta e si vivono i segni della speranza: la roccia, l’acqua, le processioni con le fiaccole insieme agli ammalati, la via crucis, la confessione e l’Eucarestia. Qui si può “consegnare” alla Vergine Maria le proprie gioie, le proprie sofferenze, le proprie speranze... sicuri di essere sotto la Sua materna protezione». Don Remo Chiavarini, amministratore delegato dell’Opera romana pellegrinaggi, presenta così il pellegrinaggio diocesano nella cittadina francese dove la Vergine Maria apparve alla piccola Bernadette Soubirous, in programma dal 24 al 27 agosto. A guidarlo sarà il cardinale vicario Angelo De Donatis, accompagnato dai vescovi ausiliari Paolo Ricciardi, Guerino Di Tora, Gianpiero Palmieri e Paolo Selvadagi. Parteciperanno circa duecento fedeli di Roma e un gruppo di rappresentanti del mondo sanitario: cappellani ospedalieri, medici, infermieri, operatori. «L’attenzione alla sanità sarà la cifra del pellegrinaggio di quest’anno – dice monsignor Chiavarini –. Un cammino di ringraziamento per la protezione della Vergine Maria, che il cardinale ha sentito personalmente, e anche su tutta la città di Roma, che bene o male è stata risparmiata da quello che sta succedendo nel mondo. Questo viaggio vuole essere un modo per mettere nelle mani del Signore, attraverso Maria, il futuro, anche e soprattutto sanitario». La partenza, come detto, è prevista il 24 agosto, a bordo di voli Albastar, dall’aeroporto di Roma Fiumicino. Arrivati a Lourdes, i partecipanti alloggeranno in albergo e ogni giorno potranno prendere parte a catechesi, celebrazioni eucaristiche, processioni, tutto nel rispetto delle normative sanitarie vigenti in Francia come pure in Italia, che prevedono l’utilizzo di dispositivi di protezione personale, come le mascherine, e distanziamento sociale. «Sarà un pellegrinaggio atipico – conclude l’amministratore delegato dell’Orp –, senza le grandi celebrazioni di una volta, ma quello che possiamo fare lo faremo con tutto il cuore». E intanto sono già aperte le iscrizioni per il prossimo pellegrinaggio diocesano, dall’11 al 14 ottobre a Fatima con il vescovo Guerino Di Tora. A « E DITORIALE I L FALLIMENTO DELLA FUNZIONE EDUCATIVA DI TONINO CANTELMI agazzini buoni, 15 e 16 anni, in- genui. Terni, una piccola città. Fa- miglie per bene. Nessun degrado, anzi, parrocchia, sport, scuola e fami- glia. E allora, cosa non ha funzionato, dove si è inceppato il meccanismo, co- sa ha generato il bisogno di assumere quella droga sdoganata da certa musica rap, quella “roba” americana, fatta di metadone, codeina e qualche altro far- maco, tutto a basso costo, ma micidiale perché arresta il respiro? Che valore dare alle parole di persone importanti di quella comunità citta- dina, al mea culpa del procuratore, co- lui che ha condotto le indagini, al gri- do del parroco, che ha celebrato il fu- nerale, allo sconcerto del sindaco e di tanti adulti, che hanno elevato il coro “è colpa nostra”? Come valutare l’incredibile contraddi- zione nella vita di questi ragazzini, bravi e buoni, eppure, a detta di altri ragazzi- ni, capaci di dimestichezza inusuale con droghe di strada e persone di strada? Ci sono molte considerazioni che possia- mo fare. Anzi, dobbiamo fare. La prima: nonostante gli sforzi, la co- munità degli adulti, nella sua funzione e- ducativa, non è capace di parlare alle co- munità dei bambini e degli adolescenti, che non si ribellano più in modo evi- dente, anzi, paiono persino accondi- scendenti. Ma i valori degli adulti non permeano il cuore dei nostri figli, gonfio di messaggi che, tra pari, attraverso i lo- ro coetanei influencer, si trasmettono fra loro. E sono messaggi simili ai contenu- ti rap: sesso, droga, successo, soldi, su- perficialità e disimpegno, conditi da una indignazione di maniera e un netto ri- fiuto del mondo degli adulti. Non più ribellione, ma indifferenza ver- so il mondo adulto, evidentemente trop- po inconsistente, deludente e contrad- dittorio per affascinare ragazzini disillu- si. Ammettiamo il fallimento della fun- zione educativa che la comunità degli a- dulti dovrebbe svolgere. Il solco è profon- do: i nostri figli conoscono il mondo at- traverso altri ragazzini, influencer, leader del web, i cui video, visualizzati milioni di volte su mille social, dispensano vere e proprie visioni della vita e del mondo. E gli adulti? Sembriamo condannati al- l’insignificanza. Queste parole che sto scrivendo saranno lette da adulti più o meno indignati e preoccupati, ma pro- babilmente non arriveranno ai nostri fi- gli. Genitori, insegnanti, preti, educato- ri: la sensazione di non arrivare al cuore dei nostri figli è bruciante. Insomma la comunità dei bambini e degli adolescenti costruiscono la conoscenza del mondo in modo autonomo, tecnomediato e auto- referenziato. A questo dobbiamo aggiungere una se- conda considerazione. Tutto è troppo pre- coce, troppo rapido e troppo veloce. I no- stri figli vengono a contatto con una quantità enorme di ogni tipo di infor- mazione troppo precocemente e senza mediazioni sagge da parte di adulti e- quilibrati e maturi. I nostri figli cono- scono la codeina molto meglio dei loro genitori. E sanno come mescolarla. E san- no che effetti fa. E rischiano. Ma credo che sia decisiva una terza con- siderazione. La verità più bruciante è che noi adulti non sappiamo più quello che i nostri figli vivono: gran parte della loro vita ci è sconosciuta, non ne capiamo il linguaggio, i gusti, le motivazioni dell’a- gire, i desideri e i sogni. E i nostri figli non capiscono noi. Ma il punto centrale di tutto ciò è la in- consistenza degli adulti: adultescenti, co- sì definiamo gli adulti di oggi, ancora im- mersi nelle loro irrisolte problematiche adolescenziali, incapaci di assumersi la re- sponsabilità del prendersi cura in modo autentico dei figli. In una recente ricerca i due terzi dei ragazzi dichiaravano di es- sere preoccupati per i loro genitori, trop- po fragili e problematici. La faccenda di Terni non è ascrivibile al- la pur evidente fragilità di ragazzini in- genui, ma alla molto meno evidente, ma ben più devastante, fragilità del mondo di noi adulti. R L’omaggio a Morricone Roma gli dedica l’Auditorium l’evento. Unanime l’Assemblea capitolina in seduta straordinaria DI ROBERTA PUMPO aula Giulio Cesare in Campidoglio inedito palcoscenico per un giorno. Venerdì 17 luglio nella sala consiliare risuonano le note di “Deborah’s Theme” dal film C’era una volta in America, della colonna sonora di Mission, di Vittime di guerra e de Il prato, mentre l’Assemblea capitolina approva all’unanimità, con 29 voti favorevoli, l’ordine del giorno che impegna il sindaco Virginia Raggi a intitolare l’Auditorium Parco della Musica a Ennio Morricone, morto il 6 luglio all’età di 91 anni per le conseguenze di una caduta. E arriva anche la richiesta di avviare l’iter amministrativo per l’intitolazione di una piazza o di una strada all’autore di oltre 500 indimenticabili colonne sonore che hanno fatto la storia del cinema e della tv mondiale. A ricordare il genio eclettico erano presenti i figli Marco e Andrea, che ha seguito le orme del papà Ennio e per l’occasione ha diretto l’orchestra dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia, i nipoti, gli amici più intimi, come l’avvocato Giorgio Assumma, e a sorpresa ha fatto il suo ingresso in aula per un saluto anche Renato Zero. «L’Auditorium era casa sua», ha affermato molto emozionato il figlio Marco, il quale ha evidenziato che la «spontaneità e la velocità» della proposta avanzata dai consiglieri comunali poche ore dopo la morte del maestro ha colto di sorpresa la famiglia Morricone. Nonostante i suoi 5.888 brani depositati alla Siae, il compositore «amava il silenzio», ha ricordato Giuseppe Tornatore, amico di vecchia data del direttore d’orchestra due volte premio Oscar. Ma quello che è cominciato da 11 giorni è per il regista «il silenzio più difficile da sopportare» e con la voce incrinata non ha escluso che «è stato il suo ennesimo esperimento musicale». Morricone, infatti, era fedele alla tradizione musicale italiana ma usava tecniche e generi contemporanei ed era molto attento all’attualità, come dimostra il brano “Tante pietre a ricordare”, dedicato alle vittime del Ponte Morandi di Genova. All’inizio del Consiglio comunale straordinario il presidente dell’Assemblea capitolina Marcello De Vito ha parlato di accordo «unanime» per l’intitolazione dell’Auditorium a Ennio Morricone, «un gesto doveroso e indispensabile», mentre il L sindaco Virginia Raggi ha sottolineato il «grande spessore umano e artistico» del maestro che per le sue tante qualità «merita che Roma continui a ricordarlo degnamente per tutto quello che ha lasciato». Con i suoi oltre 70 milioni di dischi venduti Morricone è andato «oltre i confini del nostro Paese – ha proseguito Raggi –. La sua musica ha lasciato una impronta in tutto il mondo». Definendolo “romano de Roma”, il sindaco ha inoltre anticipato che sono in cantiere «una serie di iniziative proprio per continuare per quanto possibile la sua attività e continuare a far rimanere vivo, forte dentro ciascuno di noi il suo nome e la sua opera». Renato Zero, che «amerà per sempre» il compositore, ha voluto ringraziare la famiglia Morricone per avergli «consentito di far parte di questo universo di meraviglia, di romanità ormai dispersa». Un pensiero speciale lo ha rivolto alla moglie del compositore Maria Travia, sposata nel 1956. «Era presente in tutte le partiture di Ennio – ha affermato il cantautore –. Sicuramente è lei che lo ha ispirato». Il direttore d’orchestra Nicola Piovani ha ricordato il «multiforme ingegno» dell’amico e collega che metteva la stessa passione e lo stesso impegno sia se scriveva le partiture per una Messa sia se lavorava agli arrangiamenti di opere per Mina. «Non era un compositore del ‘900 ma un genio trasversale del futuro», ha concluso. Tornatore ha definito l’amicizia con Morricone – durata ben 32 anni – «il privilegio più bello». Ha annunciato che sta lavorando ad un documentario sul maestro che dovrebbe essere pronto per fine anno. «Ha musicato la nostra vita regalandoci emozioni indimenticabili», ha rimarcato Tornatore, secondo il quale il talento e le «intuizioni musicali» di Morricone devono essere studiate. Instancabile nel suo impegno artistico, Morricone «in 74 anni ha depositato all’incirca 80 opere l’anno alla Siae – ha spiegato il direttore generale Siae Gaetano Blandini – ma non si è mai fatto coinvolgere né dal denaro né dal successo». La «creatura» di Renzo Piano ra casa sua», ha detto Marco, uno dei figli di Ennio Morricone, durante il Consiglio comunale straordinario di cui par- liamo in apertura del giornale. Il riferimento è all’Auditorium Parco della Musica, al Vil- laggio Olimpico, che sarà intitolato a Ennio Morricone dopo la volontà manifestata dal Consiglio all’unanimità. «Un’eccellenza eu- ropea», ha sottolineato Nicola Piovani. Co- me il suo “creatore”, il celebre architetto Renzo Piano, autore del progetto che vinse nel 1994 il concorso bandito dal Comune. L’Auditorium – che è anche sede dell’Acca- demia Nazionale di Santa Cecilia – è attivo dal 2003 e ha tre sale. La Sala Santa Cecilia, concepita per i concerti sinfonici, ha 2.800 posti. La Sala Sinopoli dispone di 1.200 po- sti. La Sala Petrassi ne ha 700. La Cavea è il teatro all’aperto per i concerti nella bella stagione. E « la scheda Buona estate ai lettori L’appuntamento è fissato per il 6 settembre on il numero di oggi, domenica 19 luglio, il nostro settimanale si congeda dai lettori per la consueta pausa estiva. Al termine di un anno molto particolare, sofferto, vissuto nell’ultima parte all’insegna delle notizie sull’emergenza sanitaria e su tutti gli aspetti ad essa collegati. Saremo di nuovo con voi, all’interno di Avvenire, domenica 6 settembre. In un tempo, ci auguriamo, con una situazione più serena, con meno paure e ansie. Continuano invece sino alla fine del mese di luglio gli aggiornamenti di Romasette.it, così come quelli dei canali social. Continuano anche gli aggiornamenti del sito diocesano. A tutti i lettori l’augurio di una buona estate. C l’augurio L’omaggio in Campidoglio (foto Gennari) Pagine a cura della Diocesi di Roma Coordinamento editoriale: Angelo Zema Coordinamento redazionale: Giulia Rocchi Piazza San Giovanni in Laterano 6 00184 Roma - tel. 06.69886150 Abbonamento annuale Avvenire domenicale con Roma Sette (a domicilio o coupon edicola) 62 Per abbonarsi: N. Verde 800 820084 / Direzione vendite sede di Roma [email protected] Tel. 06.68823250 Fax 06.68823209 / Pubblicità: tel. 02.6780583 [email protected] Avvenire - Redazione pagine diocesane Piazza Carbonari 3 - 20125 Milano Tel. 02.67801 - fax 02.6780483 www.avvenire.it e-mail: [email protected] In evidenza n’altra foto “scandalo” sta facendo il giro del mon- do. Un uomo in mare alla deriva nel Mediterraneo, tra i resti di un gommone. Morto. L’immagine è in rete, per chi intende vederla. Perché c’è anche chi chiude gli occhi su tragedie come questa. A partire da chi avrebbe potere (e dovere) di intervenire, e non lo fa. La Caritas di Roma ha lanciato un “urlo” di indignazione con un tweet: «Un corpo in mare da due settimane a largo della Libia. Nessuno vuole dargli una degna sepoltura. Quattro av- vistamenti e quattro alert inviati da Seabird. Ma le guar- die costiere di Italia, Libia e Malta li hanno ignorati. Il corpo del migrante ancora in acqua, alla deriva». E non solo il suo corpo. Quell’immagine, cruda come altre che abbiamo visto in questi anni – come dimenticare quella del cadavere del piccolo siriano Aylan Kurdi, nel 2015, sulla spiaggia di Bodrum, in Turchia – è un altro stra- ziante simbolo di coscienze e di istituzioni alla deriva. Ri- suona il recente monito del Papa nella Messa celebrata a 7 anni dalla visita a Lampedusa, in cui ricordava le sue parole rivolte nel 2019 ai partecipanti al meeting “Libe- ri dalla paura”: «L’incontro con l’altro è anche incontro con Cristo. È Lui che bussa alla nostra porta affamato, assetato, forestiero, nudo, malato, carcerato, chiedendo di essere incontrato e assistito, chiedendo di poter sbar- care». Non di essere lasciato andare alla deriva. (A. Z.) U Quella foto straziante di un uomo alla deriva Tagliavanti: economia, cogliere l’occasione per stagione di rilancio a pagina 3 www.romasette.it Inserto redazionale di facebook.com/romasette twitter.com/romasette [email protected] Anno XLVII – Numero 29 – Domenica 19 luglio 2020 La Grotta di Lourdes

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Pellegrinaggio a Lourdes, l’attenzione alla sanitàDI GIULIA ROCCHI

Lourdes si sperimenta il silenzio dellaGrotta e si vivono i segni della speranza: laroccia, l’acqua, le processioni con le

fiaccole insieme agli ammalati, la via crucis, laconfessione e l’Eucarestia. Qui si può “consegnare”alla Vergine Maria le proprie gioie, le propriesofferenze, le proprie speranze... sicuri di esseresotto la Sua materna protezione». Don RemoChiavarini, amministratore delegato dell’Operaromana pellegrinaggi, presenta così ilpellegrinaggio diocesano nella cittadina francesedove la Vergine Maria apparve alla piccolaBernadette Soubirous, in programma dal 24 al 27agosto. A guidarlo sarà il cardinale vicario AngeloDe Donatis, accompagnato dai vescovi ausiliariPaolo Ricciardi, Guerino Di Tora, GianpieroPalmieri e Paolo Selvadagi. Parteciperanno circaduecento fedeli di Roma e un gruppo dirappresentanti del mondo sanitario: cappellaniospedalieri, medici, infermieri, operatori.«L’attenzione alla sanità sarà la cifra delpellegrinaggio di quest’anno – dice monsignor

Chiavarini –. Un cammino di ringraziamento per laprotezione della Vergine Maria, che il cardinale hasentito personalmente, e anche su tutta la città diRoma, che bene o male è stata risparmiata daquello che sta succedendo nel mondo. Questoviaggio vuole essere un modo per mettere nellemani del Signore, attraverso Maria, il futuro, anchee soprattutto sanitario». La partenza, come detto, èprevista il 24 agosto, a bordo di voli Albastar,dall’aeroporto di Roma Fiumicino. Arrivati aLourdes, i partecipanti alloggeranno in albergo eogni giorno potranno prendere parte a catechesi,celebrazioni eucaristiche, processioni, tutto nelrispetto delle normative sanitarie vigenti in Franciacome pure in Italia, che prevedono l’utilizzo didispositivi di protezione personale, come lemascherine, e distanziamento sociale. «Sarà unpellegrinaggio atipico – conclude l’amministratoredelegato dell’Orp –, senza le grandi celebrazioni diuna volta, ma quello che possiamo fare lo faremocon tutto il cuore». E intanto sono già aperte leiscrizioni per il prossimo pellegrinaggio diocesano,dall’11 al 14 ottobre a Fatima con il vescovoGuerino Di Tora.

E D I T O R I A L E

IL FALLIMENTODELLA FUNZIONE

EDUCATIVA

DI TONINO CANTELMI

agazzini buoni, 15 e 16 anni, in-genui. Terni, una piccola città. Fa-miglie per bene. Nessun degrado,

anzi, parrocchia, sport, scuola e fami-glia. E allora, cosa non ha funzionato,dove si è inceppato il meccanismo, co-sa ha generato il bisogno di assumerequella droga sdoganata da certa musicarap, quella “roba” americana, fatta dimetadone, codeina e qualche altro far-maco, tutto a basso costo, ma micidialeperché arresta il respiro?Che valore dare alle parole di personeimportanti di quella comunità citta-dina, al mea culpa del procuratore, co-lui che ha condotto le indagini, al gri-do del parroco, che ha celebrato il fu-nerale, allo sconcerto del sindaco e ditanti adulti, che hanno elevato il coro“è colpa nostra”? Come valutare l’incredibile contraddi-zione nella vita di questi ragazzini, bravie buoni, eppure, a detta di altri ragazzi-ni, capaci di dimestichezza inusuale condroghe di strada e persone di strada? Cisono molte considerazioni che possia-mo fare. Anzi, dobbiamo fare. La prima: nonostante gli sforzi, la co-munità degli adulti, nella sua funzione e-ducativa, non è capace di parlare alle co-munità dei bambini e degli adolescenti,che non si ribellano più in modo evi-dente, anzi, paiono persino accondi-scendenti. Ma i valori degli adulti nonpermeano il cuore dei nostri figli, gonfiodi messaggi che, tra pari, attraverso i lo-ro coetanei influencer, si trasmettono fraloro. E sono messaggi simili ai contenu-ti rap: sesso, droga, successo, soldi, su-perficialità e disimpegno, conditi da unaindignazione di maniera e un netto ri-fiuto del mondo degli adulti. Non più ribellione, ma indifferenza ver-so il mondo adulto, evidentemente trop-po inconsistente, deludente e contrad-dittorio per affascinare ragazzini disillu-si. Ammettiamo il fallimento della fun-zione educativa che la comunità degli a-dulti dovrebbe svolgere. Il solco è profon-do: i nostri figli conoscono il mondo at-traverso altri ragazzini, influencer, leaderdel web, i cui video, visualizzati milionidi volte su mille social, dispensano veree proprie visioni della vita e del mondo. E gli adulti? Sembriamo condannati al-l’insignificanza. Queste parole che stoscrivendo saranno lette da adulti più omeno indignati e preoccupati, ma pro-babilmente non arriveranno ai nostri fi-gli. Genitori, insegnanti, preti, educato-ri: la sensazione di non arrivare al cuoredei nostri figli è bruciante. Insomma lacomunità dei bambini e degli adolescenticostruiscono la conoscenza del mondo inmodo autonomo, tecnomediato e auto-referenziato.A questo dobbiamo aggiungere una se-conda considerazione. Tutto è troppo pre-coce, troppo rapido e troppo veloce. I no-stri figli vengono a contatto con unaquantità enorme di ogni tipo di infor-mazione troppo precocemente e senzamediazioni sagge da parte di adulti e-quilibrati e maturi. I nostri figli cono-scono la codeina molto meglio dei lorogenitori. E sanno come mescolarla. E san-no che effetti fa. E rischiano.Ma credo che sia decisiva una terza con-siderazione. La verità più bruciante è chenoi adulti non sappiamo più quello chei nostri figli vivono: gran parte della lorovita ci è sconosciuta, non ne capiamo illinguaggio, i gusti, le motivazioni dell’a-gire, i desideri e i sogni. E i nostri figlinon capiscono noi.Ma il punto centrale di tutto ciò è la in-consistenza degli adulti: adultescenti, co-sì definiamo gli adulti di oggi, ancora im-mersi nelle loro irrisolte problematicheadolescenziali, incapaci di assumersi la re-sponsabilità del prendersi cura in modoautentico dei figli. In una recente ricercai due terzi dei ragazzi dichiaravano di es-sere preoccupati per i loro genitori, trop-po fragili e problematici.La faccenda di Terni non è ascrivibile al-la pur evidente fragilità di ragazzini in-genui, ma alla molto meno evidente, maben più devastante, fragilità del mondodi noi adulti.

RL’omaggio a MorriconeRoma gli dedica l’Auditorium

l’evento. Unanime l’Assemblea capitolina in seduta straordinaria

DI ROBERTA PUMPO

aula Giulio Cesare in Campidoglioinedito palcoscenico per un giorno.Venerdì 17 luglio nella sala consiliare

risuonano le note di “Deborah’s Theme”dal film C’era una volta in America, dellacolonna sonora di Mission, di Vittime diguerra e de Il prato, mentre l’Assembleacapitolina approva all’unanimità, con 29voti favorevoli, l’ordine del giorno cheimpegna il sindaco Virginia Raggi aintitolare l’Auditorium Parco della Musica aEnnio Morricone, morto il 6 luglio all’età di91 anni per le conseguenze di una caduta. Earriva anche la richiesta di avviare l’iteramministrativo per l’intitolazione di unapiazza o di una strada all’autore di oltre 500indimenticabili colonne sonore che hannofatto la storia del cinema e della tvmondiale.A ricordare il genio eclettico erano presenti ifigli Marco e Andrea, che ha seguito le ormedel papà Ennio e per l’occasione ha direttol’orchestra dell’Accademia nazionale diSanta Cecilia, i nipoti, gli amici più intimi,come l’avvocato Giorgio Assumma, e asorpresa ha fatto il suo ingresso in aula perun saluto anche Renato Zero. «L’Auditoriumera casa sua», ha affermato moltoemozionato il figlio Marco, il quale haevidenziato che la «spontaneità e lavelocità» della proposta avanzata daiconsiglieri comunali poche ore dopo lamorte del maestro ha colto di sorpresa lafamiglia Morricone.Nonostante i suoi 5.888 brani depositatialla Siae, il compositore «amava il silenzio»,ha ricordato Giuseppe Tornatore, amico divecchia data del direttore d’orchestra duevolte premio Oscar. Ma quello che ècominciato da 11 giorni è per il regista «ilsilenzio più difficile da sopportare» e con lavoce incrinata non ha escluso che «è stato ilsuo ennesimo esperimento musicale».Morricone, infatti, era fedele alla tradizionemusicale italiana ma usava tecniche e genericontemporanei ed era molto attentoall’attualità, come dimostra il brano “Tantepietre a ricordare”, dedicato alle vittime delPonte Morandi di Genova.All’inizio del Consiglio comunalestraordinario il presidente dell’Assembleacapitolina Marcello De Vito ha parlato diaccordo «unanime» per l’intitolazionedell’Auditorium a Ennio Morricone, «ungesto doveroso e indispensabile», mentre il

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sindaco Virginia Raggi ha sottolineato il«grande spessore umano e artistico» delmaestro che per le sue tante qualità «meritache Roma continui a ricordarlo degnamenteper tutto quello che ha lasciato».Con i suoi oltre 70 milioni di dischi vendutiMorricone è andato «oltre i confini delnostro Paese – ha proseguito Raggi –. La suamusica ha lasciato una impronta in tutto ilmondo». Definendolo “romano de Roma”,il sindaco ha inoltre anticipato che sono incantiere «una serie di iniziative proprio percontinuare per quanto possibile la suaattività e continuare a far rimanere vivo,forte dentro ciascuno di noi il suo nome ela sua opera».Renato Zero, che «amerà per sempre» ilcompositore, ha voluto ringraziare lafamiglia Morricone per avergli «consentitodi far parte di questo universo di meraviglia,di romanità ormai dispersa». Un pensierospeciale lo ha rivolto alla moglie delcompositore Maria Travia, sposata nel1956. «Era presente in tutte le partiture diEnnio – ha affermato il cantautore –.

Sicuramente è lei che lo ha ispirato». Ildirettore d’orchestra Nicola Piovani haricordato il «multiforme ingegno»dell’amico e collega che metteva la stessapassione e lo stesso impegno sia se scrivevale partiture per una Messa sia se lavoravaagli arrangiamenti di opere per Mina. «Nonera un compositore del ‘900 ma un geniotrasversale del futuro», ha concluso. Tornatore ha definito l’amicizia conMorricone – durata ben 32 anni – «ilprivilegio più bello». Ha annunciato che stalavorando ad un documentario sul maestroche dovrebbe essere pronto per fine anno.«Ha musicato la nostra vita regalandociemozioni indimenticabili», ha rimarcatoTornatore, secondo il quale il talento e le«intuizioni musicali» di Morricone devonoessere studiate. Instancabile nel suoimpegno artistico, Morricone «in 74 anniha depositato all’incirca 80 opere l’annoalla Siae – ha spiegato il direttore generaleSiae Gaetano Blandini – ma non si è maifatto coinvolgere né dal denaro né dalsuccesso».

La «creatura» di Renzo Pianora casa sua», ha detto Marco, uno deifigli di Ennio Morricone, durante il

Consiglio comunale straordinario di cui par-liamo in apertura del giornale. Il riferimentoè all’Auditorium Parco della Musica, al Vil-laggio Olimpico, che sarà intitolato a EnnioMorricone dopo la volontà manifestata dalConsiglio all’unanimità. «Un’eccellenza eu-ropea», ha sottolineato Nicola Piovani. Co-me il suo “creatore”, il celebre architettoRenzo Piano, autore del progetto che vinsenel 1994 il concorso bandito dal Comune. L’Auditorium – che è anche sede dell’Acca-demia Nazionale di Santa Cecilia – è attivodal 2003 e ha tre sale. La Sala Santa Cecilia,concepita per i concerti sinfonici, ha 2.800posti. La Sala Sinopoli dispone di 1.200 po-sti. La Sala Petrassi ne ha 700. La Cavea è ilteatro all’aperto per i concerti nella bellastagione.

la scheda

Buona estate ai lettoriL’appuntamento è fissatoper il 6 settembre

on il numero di oggi, domenica19 luglio, il nostro settimanale

si congeda dai lettori per laconsueta pausa estiva. Al terminedi un anno molto particolare,sofferto, vissuto nell’ultima parteall’insegna delle notiziesull’emergenza sanitaria e su tuttigli aspetti ad essa collegati.Saremo di nuovo con voi,all’interno di Avvenire, domenica 6settembre. In un tempo, ciauguriamo, con una situazione piùserena, con meno paure e ansie.Continuano invece sino alla fine delmese di luglio gli aggiornamenti diRomasette.it, così come quelli deicanali social. Continuano anche gliaggiornamenti del sito diocesano. Atutti i lettori l’augurio di unabuona estate.

C

l’augurio

L’omaggio in Campidoglio (foto Gennari)

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In evidenza

n’altra foto “scandalo” sta facendo il giro del mon-do. Un uomo in mare alla deriva nel Mediterraneo,

tra i resti di un gommone. Morto. L’immagine è in rete,per chi intende vederla. Perché c’è anche chi chiude gliocchi su tragedie come questa. A partire da chi avrebbepotere (e dovere) di intervenire, e non lo fa. La Caritas diRoma ha lanciato un “urlo” di indignazione con un tweet:«Un corpo in mare da due settimane a largo della Libia.Nessuno vuole dargli una degna sepoltura. Quattro av-vistamenti e quattro alert inviati da Seabird. Ma le guar-die costiere di Italia, Libia e Malta li hanno ignorati. Ilcorpo del migrante ancora in acqua, alla deriva». E nonsolo il suo corpo. Quell’immagine, cruda come altre cheabbiamo visto in questi anni – come dimenticare quelladel cadavere del piccolo siriano Aylan Kurdi, nel 2015,sulla spiaggia di Bodrum, in Turchia – è un altro stra-ziante simbolo di coscienze e di istituzioni alla deriva. Ri-suona il recente monito del Papa nella Messa celebrataa 7 anni dalla visita a Lampedusa, in cui ricordava le sueparole rivolte nel 2019 ai partecipanti al meeting “Libe-ri dalla paura”: «L’incontro con l’altro è anche incontrocon Cristo. È Lui che bussa alla nostra porta affamato,assetato, forestiero, nudo, malato, carcerato, chiedendodi essere incontrato e assistito, chiedendo di poter sbar-care». Non di essere lasciato andare alla deriva. (A. Z.)

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Quella foto straziantedi un uomo alla deriva

Tagliavanti: economia,cogliere l’occasione per stagione di rilancioa pagina 3

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Anno XLVII – Numero 29 – Domenica 19 luglio 2020

La Grotta di Lourdes

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Dalle associazioni del settore la soddisfazione,con uno sguardo realista, per lo stanziamentodi 300 milioni di euro del decreto Rilancio approvato giovedì scorso dal Parlamento

Stefano Bittasi, gesuita pure lui,invece, guiderà gli esercizispirituali dal 16 al 20 novembrealla Fraterna Domus diSacrofano, che in questo casosaranno riservati ai parroci. Per isacerdoti dal primo al quintoanno di ordinazione sono inprogramma dal 22 al 27novembre alla Casa di preghieraDomus Aurea di Ponte Galeria, esaranno affidati a padre PietroBovati, biblista.Ancora, dal 29 novembre al 4dicembre sarà il cardinale vicarioAngelo De Donatis a predicare gliesercizi per i vice parroci, che siterranno presso la Casa DivinMaestro di Ariccia. Mentre ilvescovo ausiliare per il settoreCentro, Daniele Libanori, guideràil ritiro previsto dal 10 al 15gennaio 2021, nella Casa della

stato preparato con un po’di ritardo, a causadell’emergenza sanitaria e

del conseguente distanziamentosociale, ma adesso è pronto ilcalendario relativo agli esercizispirituali per i sacerdoti perl’anno pastorale 2020–2021. Ilprogramma è stato preparato dalServizio diocesano per laformazione permanente del clero,guidato da don Paolo Asolan.La prima settimana prevista èquella che va dall’8 al 13novembre, ed è riservata aivescovi ausiliari, ai prefetti e airesponsabili degli uffici delVicariato. Si svolgerà nella Casadi Spiritualità Santa MariaConsolatrice, a Santa Severa, e ilpredicatore sarà padre MarkoIvan Rupnik, artista, teologo edirettore del Centro Aletti. Padre

È Risurrezione di Montefiolo, pertutti i presbiteri che non hannopotuto partecipare agli esercizinelle altre date.Le iscrizioni sono già aperte:basta contattare la Segreteria delServizio diocesano per laformazione permanente del clero,chiamando il numero06.69886206, oppure inviandouna email all’[email protected].«Contiamo di dare più avanti, unpo’ prima dell’auspicabile ripresadelle attività pastorali, anche leinformazioni relative ailaboratori e agli altriappuntamenti di formazione –ivi compresi i pellegrinaggi, chesono saltati quest’anno», èl’augurio del direttore don PaoloAsolan.

Giulia Rocchi

All’Istituto Sant’Anselmoun corso per architetti

i chiama “Architettura e Arti per laliturgia” il nuovo corso di altaspecializzazione post–laurea proposto

dal Pontificio Istituto Liturgico Sant’Anselmo(piazza Cavalieri di Malta, 5). Coordinatoredel percorso formativo è padre GiuseppeMidili, direttore dell’Ufficio liturgico delladiocesi; con lui fanno parte dell’équipe dicoordinamento padre Marko Ivan Rupnik e ilprofessor Marco Riso. Il via l’8 ottobre, ma leiscrizioni sono già aperte per quanti fosserointeressati: per informazioni, contattare ilnumero 06.57911. Tra le varie lezioni cheverranno affrontate, approfondimentisull’altare, l’ambone, il battistero, l’organo,ma anche sull’uso della luce nelle aulelitugiche. Proposte anche lezioni in loco, convisite alla Chiesa del Gesù, accompagnati dalvescovo ausiliare del settore Centro,monsignor Daniele Libanori, e alla CappellaPaolina in Vaticano, guidati in questo caso dapadre Midili.

SDa novembre gli esercizi spirituali per i sacerdoti

DI GIULIA ROCCHI

n approfondimento sul nuovoMessale, i corsi di liturgia per lapastorale e quello per i ministri

straordinari della comunione. L’Ufficioliturgico diocesano ha già elaborato diversipercorsi formativi per il nuovo annopastorale, per i quali è possibile fin d’oraiscriversi o richiedere informazioni(www.ufficioliturgicoroma.it). Tra le varieproposte, spicca una novità: il corso dedicatoalla nuova edizione del Messale italiano.«Esce una nuova traduzione del Messale equesta è una notizia importante per lapastorale liturgica – spiega padre GiuseppeMidili, direttore dell’Ufficio liturgico delladiocesi di Roma –. Ha significato nellamisura in cui noi lo consideriamo non comela semplice sostituzione di un libro con unaltro, ma capiamo che è la Chiesa che siadegua nel linguaggio al mondo

contemporaneo. È un modo, insomma, incui la Chiesa va incontro alla societàcontemporanea. Facciamo il corso dunquenon perché dobbiamo spiegare il Messale,ma perché dobbiamo aiutare tutti a capirecome questo adeguamento della liturgiasignifica essere sempre più vicini al vissutodei fedeli». Lo scopo, in pratica, «non è soloconoscere i riti o le rubriche, ma la teologialiturgica che è racchiusa nel libro liturgico –continua padre Midili –, per valorizzare tuttele opportunità di adeguamento del testo allacomunità che celebra e per far sì che laliturgia sia davvero l’incontro della comunitàcon il Risorto. È sempre viva, infatti, latentazione di cadere nell’abitudine e nellaroutine e di passare da un libro liturgico allanuova edizione senza cogliere lo spirito e ilvalore del lungo e paziente lavoro diassimilazione pratica del modellocelebrativo». La prima lezione è inprogramma il 13 ottobre alle ore 18.30, sarà

tenuta da padre Midili e verterà su “La nuovaedizione del Messale nel quadro dellapastorale liturgica post–conciliare”. Siprosegue, nelle settimane successive, conapprofondimenti su “La Settimana Santa”,“La liturgia eucaristica” o il “Cantare laMessa”, solo per citarne alcuni. Laconclusione del percorso formativo è inprogramma il primo dicembre. Il corso saràdisponibile on line; le lezioni verrannoregistrate e saranno rese fruibili nel giornoindicato su una pagina a cui si potràaccedere mediante link e password personaleche saranno comunicate via mail. La prima el’ultima lezione saranno trasmesse in diretta.Sarà possibile anche accedere alleregistrazioni fino al 31 marzo 2021, data incui saranno rimosse. Quanto al corso per iministri straordinari della comunione,coloro che non abbiano potuto completarloa causa della pandemia potranno recuperaredirettamente insieme ai nuovi iscritti, nei

mesi di ottobre e novembre. I corsi di“Liturgia per la pastorale” e “Dalla teologicaliturgica alla prassi celebrativa” sonoorganizzati insieme al Pontificio IstitutoSant’Anselmo e sono fruibili via web. Ilprimo – per il quale sono previste anchelezioni in presenza – è triennale e ciclico(quattro incontri introduttivi alla teologia,alla Sacra Scrittura, all’ecclesiologia e allaliturgia, riproposti ogni anno per i nuoviiscritti permettono di iscriversi partendo daqualsiasi anno) ed è specificamente rivolto aformare gli studenti alla liturgia della Chiesa,mettendone in luce soprattutto ladimensione teologica e pastorale, maoffrendo anche i fondamenti storici e biblici.Non si richiedono titoli e competenzepregresse per accedervi. Il secondo, invece, èpensato per aiutare laici e presbiteri aconiugare insieme la conoscenza teologica inambito liturgico con una cura per l’arte delpresiedere, animare e celebrare la liturgia.

U

A ottobre la novità tra le proposteformative. Itinerari di liturgia perla pastorale e per i ministristraordinari della comunione

Paritarie, «bene i fondima tempi siano brevi»DI MICHELA ALTOVITI

n primo sostegno, non unintervento risolutivo. Lostanziamento di 300 milioni

di euro alle scuole paritarie,previsto dal decreto Rilancioapprovato il 16 luglio, per AntonioTrani, presidente della Federazioneitaliana scuole materne (Fism) diRoma e del Lazio, «si rivelerà unaiuto concreto solo se verrà erogatoin tempi brevi», ma è da intendersicomunque come «un ristororispetto alle difficoltà che hannointeressato le nostre scuole nei mesidel lockdown». Non è dunque unacopertura totale «del bucoeconomico chesi è venuto acreare – spiega –.Gli istituti infattisi sostengonocon le rettepagate dallefamiglie, moltedelle quali sisono trovate indifficoltàeconomica acausa dellasospensione digran parte delleattività produttive nei mesipassati». Ancora, il referente Fismillustra come i fondi «sarannosuddivisi tra tutte le scuoleparitarie, comprese quellecomunali», che, secondo gli ultimidati del Miur, in Italia sono 12.564e accolgono 866.805 studenti. Inparticolare, «180 milioni sarannodestinati ai nidi e alle scuoled’infanzia – nel Lazio più di 720per oltre 51mila bambini», perquesto per Trani è importante«ragionare in un’ottica dicontinuità e sostenibilità, pensandoad un fondo istituzionale inseritonel bilancio dello Stato». Ad aprile,in piena pandemia, l’allarme erastato lanciato anche dallaConferenza episcopale italiana, cheha affrontato la questione neldocumento finale della sessione

Uprimaverile del Consigliopermanente proponendo un fondostatale straordinario destinato agliistituti paritari, oltre alla detraibilitàfiscale delle rette. Si tratta quindi di«agire ragionando a lungo termine,non tamponando la situazionenell’immediato – dice ancora Trani–, tenuto conto anche che ilcontributo per le scuole paritariedella Regione Lazio presenta adoggi un arretrato di due anni».Inoltre, «stando ai dati attuali, asettembre 2021 potrebbe esserci lachiusura del 30% dei nidi e dellescuole d’infanzia paritari».Guardando al solo Lazio, specificail presidente della Fism regionale,

«parliamo di 50strutture per untotale di quasi3mila bambini»,mentre a livellonazionale «ilnumero deipiccoli salirebbea 500mila. C’èda chiedersi selo Stato sarebbepronto a farfronte a questarichiesta diiscrizioni nella

scuola pubblica da parte dellefamiglie». Trani auspica che ilmomento attuale possa essere«l’occasione per riqualificare ilnostro sistema scolastico tuttointero, dall’infanzia per arrivare aigradi superiori», organizzando laripartenza di settembre «in modostrutturato, pensandoprimariamente alla salute deglialunni e dei docenti», alla luce diun patto educativo che coinvolgaanche le famiglie: «ognuno –sottolinea – deve giocare la propriaparte al meglio». Anche suor ClaraBiella, presidente per il Lazio dellaFederazione degli istituti di attivitàeducative (Fidae), cui afferisconopiù di 180 scuole paritarie primariee secondarie di primo e secondogrado, richiama l’importanza –sempre, e maggiormente in questa

particolare situazione post–emergenza sanitaria –,«dell’alleanza educativa scuola–famiglia». Inoltre la religiosa,riconoscendo nello stanziamentoprevisto dal decreto Rilancio «unpasso avanti che ha permesso diintavolare un dialogo costruttivocon il Governo, che deve peròproseguire», insiste sulla necessitàche i fondi stanziati «venganoerogati in tempi congrui allenecessità della ripresa disettembre», ad esempio per quanto

riguarda «i necessari interventi disanificazione richiesti ad ogniscuola». Tuttavia madre Biella tienea sottolineare che «la questioneeconomica non mette in secondopiano lo scopo primario dellenostre scuole: garantire un serviziodi qualità a misura del singolobambino e ragazzo». Ancora, lareferente della Fidae Lazio leggenell’attuale situazione «l’occasioneper costruire la scuola del futuro:sempre più aperta, partecipativa eintegrata nel territorio».

Trani (Fism): «Ristoro perle difficoltà del lockdown,ma serve fondo istituzionalenel bilancio dello Stato»Suor Biella (Fidae): «Scopoprimario dei nostri istitutiè offrire servizio di qualità»

on fare andare perdutoil patrimonioesperienziale ed

emotivo generatosi nel tempodella pandemia. Questo loscopo primario dell’indaginecondotta dal Consultoriofamiliare Al Quadraro di viaTuscolana, la strutturadiocesana attiva dal 1993 eche ogni anno segue circa4.000 utenti. «Le nostreattività hanno subito uncambiamento durante illockdown – spiega GuidoPalopoli, psicoterapeuta eresponsabile della formazionedei tirocinanti –: porte chiusema telefono attivo e operatoria disposizione da remoto, conl’interesse di capire cosa stavaaccadendo nel territorio,come ciascuno ha reagito,cosa si pensa del futuro».Proprio con lo sguardo rivoltoal domani, «al fine diorganizzare le nostre attivitàper andare incontro allenuove esigenze degli utenti»,illustra il referente, è statacondotta una ricerca dal 20maggio al 3 giugno, «utile percomprendere come le personesi sono organizzate nei primimesi di emergenza sanitaria ecome presente e futuro stannocambiando». L’indagine – cuiha risposto il 50% dei 200utenti raggiunti via mail eattraverso la pagina Fb delConsultorio – «è statarealizzata dalla nostra équipedell’area di formazione – diceancora Palopoli – con ilsupporto di Paola Cavalieri eGuglielmo Propersi di AcrossAps, l’associazione dipromozione sociale nostrapartner». I dati raccoltioffrono una visione d’insieme

su come si è affrontata lapandemia: emozioni,reazioni, risorse a cui ci si èappellati, prospettive. «È veroche quando una situazionecritica viene superata c’è latendenza a non volerne piùparlare – evidenzia lopsicoterapeuta –, masappiamo anche che rifletteresu alcune esperienze fatteaiuta a mettere a fuocostrategie e risorse utilizzate».Sono soprattutto le rispostealle domande aperte ad offrireinteressanti spunti diriflessione: «Il 90% degliutenti ha segnalato che gliaspetti più complessi dagestire nella pandemia sonostati la distanza da amici,familiari, colleghi di lavoro ele tante morti». Ancora,risultano «intense le emozionidi paura e di incertezza sulfuturo – dice Palopoli – manello stesso tempo gliintervistati hanno reagitoall’emergenza Covid–19attribuendo un valore di forterisorsa a senso civico, rispettoper l’altro, famiglia, figli, forzainteriore». Laddove si èavvertita «l’imposizione diuna distanza, la reazione èstata infatti quella di fareappello ad alcuni aspettifondanti la convivenza civilequali senso di responsabilità erispetto per l’altro». Palopolisottolinea come i risultatidell’indagine abbiano offertoal consultorio «suggestioniper ripensare il rapporto conl’utenza, i cittadini e le altreorganizzazioni del territorio,in un’ottica di integrazione emiglioramento dei serviziofferti».

Michela Altoviti

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Il consultorio diocesano:le emozioni e la pandemia

L’Ufficio liturgico lancia un corso sul nuovo Messale

2 Domenica19 luglio 2020

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Il presidente della Camera di Commercio,Lorenzo Tagliavanti: il rilancio dell’economiadopo l’emergenza con un maggiore utilizzo dellenuove tecnologie. «Il digitale, la carta vincente»

i chiama Ettore ma il suonome e la sua storiaraccontano anche la storia

di tanti uomini e donne chevivono la loro solitudinenell’indifferenza delle nostrecittà. Ettore è morto nei giorniscorsi, e al suo funerale non èandato nessuno. La storia diEttore è legata a Roma. Araccontarla è la Caritasdiocesana, in una nota.«Abbiamo conosciuto Ettore il26 febbraio e qualchesettimana dopo è iniziatal’emergenza Covid–19 conrelativo lockdown. Durantequell’incontro – ricordano –ci ringraziò della visita maribadì più volte di non averbisogno di nulla e di essere ingrado di cavarsela da solo.Non ci siamo arresi e lasettimana successival’operatrice Simona è tornatada lui e l’ha convinto ariordinare casa insieme».Nonostante il rifiuto iniziale,«era contento di vederla;

finalmente qualcuno nella suavita, nonostante avesse uncarattere scontroso eintroverso e preferissegirovagare per il quartiere inlibertà». Durante tutto ilperiodo del lockdown,raccontano i volontari Caritas,«abbiamo continuato adandare a casa sua, anche sespesso, nonostante girassimoin lungo e in largo il

quartiere, non riuscivamo atrovarlo». Fino a quando il 10giugno Simona è andata,come al solito, a casa sua, hacitofonato più volte, l’hacercato in giro per il quartiere«ma nessuno sembravavederlo da giorni». È statoallora che «ci siamo allarmati,anche se tutti, compreso ilportiere dello stabile,continuavano a sminuire la

sua “assenza”». Ettore è statotrovato morto, nel suo letto,da solo, «invisibile agli occhidi un quartiere intero, con ilsuo telefono cellulare sulcomodino; telefono che si èsempre rifiutato di utilizzare.Il giorno del suo funerale nonsi è presentato nessuno». Unavicenda, la sua, che richiamaalla mente le parolepronunciate solo qualchegiorno fa da Papa Francescodurante la recita dell’Angelus,riportate nella nota di CaritasRoma: «La solitudine deglianziani, lasciati soli, come sefossero materiale di scarto, èun grande male dei nostritempi in cui la vita dei figli edei nipoti non si fa dono perloro», aveva detto ilPontefice. «A noi Ettore piacericordarlo così, mentre siprende cura della sua casa –concludono i volontari diCaritas Roma –, nell’ottica direlazione che è cura».

Pietro Mariani

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«L’opportunità per ricostruire»

ono i contagi“d’importazione” ad aver

fatto risalire negli ultimi giorni ilnumero di nuovi casi dacoronavirus nel Lazio, acominciare da quelli legati aivoli arrivati di recente dalBangladesh. Secondo i datidiffusi nel pomeriggio di giovedìdalla Regione Lazio sono 9 inuovi casi in 24 ore (di cui 6 aRoma) – otto dei quali appunto“di importazione” – moltoinferiori comunque a quelli

registrati nell’arco dellasettimana. Un solo decesso (iltotale è 848), 56 i guariti in 24ore (il totale è 6.687). Altro datomolto confortante, sono soltantonove i pazienti ricoverati neireparti di terapia intensiva dellaregione. Tra i ricoverati negliospedali anche i 13 migrantipachistani risultati positivi alCovid–19 trasferiti lunedìall’ospedale militare Celio dauna struttura di Amantea dopol’arrivo, due giorni prima, a

Roccella Ionica, in provincia diReggio Calabria. Dal direttoresanitario dello Spallanzani,Francesco Vaia, un appello aigiovani su Facebook dopo leimmagini di assembramentidegli scorsi fine settimana.«Carissimi giovani, dimostrate diessere la parte migliore diquesta società: mai piùassembramenti, vi prego!Guidate in prima linea questa“guerra”, che vinceremosicuramente». (R. S.)

S

DI ROBERTA PUMPO

el dibattito sulle conseguenzeeconomiche della pandemia diCovid–19, una voce si leva dal coro e

legge in chiave moderatamente ottimistica ilrilancio della Capitale. Il presidente dellaCamera di Commercio di Roma, LorenzoTagliavanti, incita a «cogliere questa grandeoccasione» per dar vita ad una nuovastagione economica a Roma e nel Lazio.Senza minimizzare ladrammatica situazione incui versano alcuni settori,ritiene che se i cittadinihanno avuto la capacità disuperare il difficilemomento del lockdowncon «disciplina econsapevolezza», tantopiù la città è ora in gradodi «superare la prova delrinnovamento» conproposte di un’economiainnovativa. L’università, icentri di ricerca, i parchi, uniti alla creativitàdei romani, per Tagliavanti costituiscono lefondamenta per ripartire con un’economiacircolare e sostenibile. È auspicabile però «unutilizzo maggiore e migliore delle nuovetecnologie», soprattutto nelle pubblicheamministrazioni e nelle imprese. «Sefacciamo con coraggio operazioni chepuntino in queste direzioni», rimarca, «l’erapost–coronavirus può essere l’occasione perricostruire l’economia della città e la cittàstessa». La Camera di Commercio hastanziato oltre 20 milioni di euro a sostegnodelle imprese colpite economicamentedall’emergenza sanitaria. Le stesse impreseche per Tagliavanti hanno riservato moltesorprese durante il lockdown e nella faseimmediatamente successiva. L’ente hamonitorato settimanalmente l’andamentodelle aziende cercando di percepire gli statid’animo degli imprenditori. «Hanno dasubito compreso le motivazioni che hannoportato alla chiusura totale delle attività –spiega – e già durante il lockdown hannoavviato un cambiamento puntandoall’utilizzo degli strumenti digitali». Questo èaccaduto soprattutto per le piccole impreseche «non hanno spento i motori», ma hannomantenuto i contatti con i clienti e idipendenti. Dati alla mano, Tagliavantiricorda che nel contesto europeo le impreseitaliane sono quelle che usano meno il

Ndigitale. Utilizzare queste piattaforme si èquindi «rivelato una carta vincente nelmomento in cui le attività hanno riaperto ibattenti». Soffermandosi sulle richiesteavanzate dagli imprenditori alle istituzioniper la ripresa economica, il presidente dellaCamera di Commercio rivela cheinaspettatamente emerge una maggioreattenzione al sociale. «In questi mesiabbiamo assistito ad un rinnovato patto disolidarietà, specie nei quartieri periferici»,

dice. Altro ostacoloincontrato in questi mesi èquello della burocrazia: gliimprenditori auspicano«una semplificazione delleprocedure con misure piùefficienti ed efficaci». Tra isettori che hanno risentitomaggiormente della crisi,Tagliavanti annovera lafiliera del turismo, speciequello internazionale; leattività ricreative che«rispetto al turismo hanno

maggiore possibilità di ripartenza»; e ipiccoli negozi di abbigliamento. Questi«sono stati colpiti due volte – sottolinea –.Primo perché sono stati chiusi a lungo e poila vendita online, il più potente, aggressivo emicidiale concorrente, aveva campo libero.Una lotta impari». Per scongiurareinfiltrazioni criminali nel tessuto economicodel Lazio, saranno attuate strategie mirateper «il controllo del sistema economico –conclude Tagliavanti –. Questo è unmomento che rischia di diventare favorevoleper le organizzazioni criminali».

Covid-19, nel Lazio quasi tutti contagi «di importazione»

Dalle imprese emergepiù attenzione al sociale«Un rinnovato pattodi solidarietà, specienei quartieri periferici»L’impegno per scongiurareinfiltrazioni criminalinel tessuto economico

Caritas, così si muore soli nella Capitale

Online il sito per la Colletta di Terra Santa del 13 settembrenline dal 10 luglio il nuovo sitodedicato alla Colletta per la TerraSanta, che tradizionalmente si

svolge il Venerdì Santo, rimandataquest’anno a domenica 13 settembre, amotivo della pandemia di coronavirus cheha imposto lo stop alle celebrazioni inpresenza di fedeli in diverse parti delmondo. La nuova data, scelta dallaCongregazione per le Chiese orientali, haricevuto l’approvazione di Francesco: ladomenica vicina alla festa dell’Esaltazionedella Santa Croce. Obiettivo del sito,dunque, è aiutare la preparazione a questoappuntamento, fornendo tutte leinformazioni necessarie a capire megliocos’è la Colletta del Venerdì Santo.Disponibili anche i sussidi, il videomessaggio del Custode di Terra Santapadre Francesco Patton, il manifesto per il2020 e altri materiali informativi. Ancora,la pagina web aiuta a mettersi incollegamento con il Commissariato diTerra Santa della propria regione e offre

approfondimenti sulla storia della Collettae della Custodia stessa, per far conosceremeglio il significato di una tradizionesecolare. La Colletta annuale, che si svolgein tutte le Chiese del mondo, è la fonteprincipale per il sostentamento della vitache si svolge intorno ai Luoghi Santi. Leofferte raccolte dalle parrocchie e daivescovi vengono trasmesse dai Commissaridi Terra Santa alla Custodia e usate per ilmantenimento dei Luoghi e per i cristianidi queste regioni, “pietre vive” di TerraSanta. Un’ampia sezione del sito èdedicata a illustrare i progetti finanziaticon la Colletta: per i restauri del SantoSepolcro, il funzionamento delle scuole edelle case per anziani, le attivitàparrocchiali, il sostegno ai pellegrini neinumerosi santuari curati dai Francescani. Afare da filo conduttore, l’unico obiettivo diinformare e sensibilizzare fedeli eoperatori pastorali sulla Giornatamondiale per la Terra Santa.

Federica Cifelli

OFesta de’ noantri, oggiil cardinale De Donatiscelebra Messa in piazza

ggi alle 19 il cardinale vicarioAngelo De Donatis presiederà

la celebrazione eucaristica in piaz-za Santa Maria in Trastevere nel-l’ambito della Festa de’ noantri. Lastatua della Vergine in legno di ce-dro custodita nella chiesa di Sant’A-gata sarà trasportata per l’occasio-ne in piazza, issata su un appositoautomezzo.Domenica 26 luglio monsignorGianrico Ruzza, vescovo di Civita-vecchia–Tarquinia, presiederà lasuggestiva processione sul Teveredella “Madonna Fiumarola”. Par-tenza prevista per le 19.30 dall’im-barcadero del Circolo Canottieri Ro-ma. Alle 20.30 è previsto l’arrivo aPonte Garibaldi. Non si terrà la con-sueta processione.

O

Gerusalemme

Un negozio di alimentari a Roma (foto Gennari)

Lorenzo Tagliavanti

3Domenica19 luglio 2020

I nuovi casiin calo. Solo9 i ricoveratiin terapiaintensivaSpallanzani,dal direttoresanitarioun appelloai giovani

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ra i grandi racconticechoviani, La mia vita,pubblicato nel 1896 e

ristampato da Passigli nellastorica traduzione diGiovanni Faccioli (pp. 110,12,50 euro), rappresenta unvertice insuperato: in uncentinaio di pagine illettore ha l’impressione dicompiere un’esperienzamolto più lunga, come seavesse attraversato unmondo. Chi non si fossemai accostato alla

letteratura russa e conoscesse solo questo testo, neavrebbe comunque uno splendido compendio. Il tema–fondamento è il tempo che tutto brucia e annichilisce,ma proprio nel passaggio inarrestabile delle stagionil’uomo viene chiamato a dare testimonianza. È il caso diPoloznev, soprannominato Misaìl ma anche “piccologuadagno” dai compagni che lo deridono, orfano dimadre e figlio di un possidente, nobile di provincia, ilquale, dopo avere tentato una serie di impieghi nei

ranghi dell’amministrazione pubblica, disilluso escontento, rinuncia ai privilegi della sua classe sociale perdiventare semplice operaio, nella fattispecie decoratorealle dipendenze di Rèdka. Sembra il classico spuntotolstojano, ma in realtà Misaìl non è guidato da unamotivazione politica o religiosa: forse è questa è laragione per cui nessuno riesce a comprenderlo. AntonCechov imposta la propria riflessione amara e sconsolatadescrivendo le reazioni della comunità locale di fronteall’eccentrica scelta dell’imprevedibile rampollo: inprimo luogo il rifiuto del padre, incapace di accettareuna tale evidente contestazione. Gli scontri fra il vedovoe suo figlio hanno una grande forza drammaticamettendo in scena due caratteri inconciliabili. A un certopunto interviene persino il governatore per chiedere aMisaìl di rientrare nei ranghi oppure andar via e nondare scandalo. Chi sarà sempre vicino al tormentatoprotagonista, che racconta in prima persona la propriastoria, è la sorella Kleopàtra, a sua volta delusa e sconfittadopo essersi innamorata di un uomo sposato e averavuto una bambina destinata a restare illegittima. Il veroamore segreto di suo fratello sarebbe Anjùta Blàgovo, maanche lei è troppo fragile e insicura per dichiararsi. E cosìtutti si allontanano da Misaìl. La stessa Maša, una ricca

ragazza di Pietroburgo inizialmente infatuata daicomportamenti anticonformisti del giovane e pronta aunirsi in matrimonio con lui, presto si stanca e, incapacedi seguirlo, fugge oltreoceano. Il finale del libro è unascure implacabile su ogni possibile residua illusione.Misaìl, tornato nella bottega di Rèdka, di fronte allatomba della madre, sembra una statua. A tenerglicompagnia sono l’inconsapevole nipotina e l’anticaspasimante che, uscendo dal cimitero, è pronta arallentare il passo pur di rimanere più a lungo vicina.«Ma quando entriamo in città, Anjùta Blàgovo agitandosie facendosi rossa, mi dice addio e prosegue sola,impettita e severa… E più nessuno di quanti laincontrano potrebbe pensare, guardandola, che ella unmomento prima camminava al mio fianco e anziaccarezzava la bambina». In questo passaggio si hal’impressione che Anton Cechov si accinga a consegnareil testimone della narrativa russa a Samuel Beckett. Dallapienezza vitale al vuoto del non senso. Potrebbe esserecosì, ma la torcia fiammeggiante nel buio di questamemorabile opera è ancora talmente luminosa che, inun modo indicibile e misterioso, continua, nonostantetutto, a illuminare il percorso davanti a noi.

Eraldo Affinati

F

libri

Il percorso del regista romano, dai film degli esordi(«fare il cinema per il piacere della stravaganza»)ai successi come «Il portaborse» e «La scuola» finoa «Chiamatemi Francesco»: «Appassionante ricerca»

DI MASSIMO GIRALDI

a stagione cinematografica viaggiaormai verso quello che comune-mente veniva indicato come il pe-

riodo “debole” delle uscite estive, il mo-mento per tirare il fiato in attesa dellanuova stagione e dei nuovi film. Que-st’anno però, quando l’emergenza sani-taria non è ancora esaurita, niente puòessere come prima. I set tuttavia comin-ciano a riprendere il lavoro e si guardaal futuro con un cauto ottimismo.A concludere la nostra serie di intervi-ste su Roma Sette c’è oggi Daniele Lu-chetti, regista della generazione di mez-zo del cinema italiano, quella che haesordito sul finire de-gli anni ’80. Romano,classe 1960 (nato il 25luglio: auguri!), Lu-chetti ripercorre connoi la sua carriera. Daniele, esordisci nel1988 con Domani ac-cadrà, cui fa seguitopoco dopo La settima-na della sfinge (1990),ossia una storia in co-stume ambientata nella Maremma del1848, e una commedia brillante suGloria, giovane cameriera con la pas-sione per l’enigmistica… Quando penso ai miei esordi, ricordol’intenzione di fare film stravaganti, sevogliamo un po’ da liceale in cui facevovedere le mie passioni cinematografichee letterarie, mostrando proprio il desi-derio di “fare” questo lavoro, di fare ilcinema per condividere con gli altri ilpiacere del narrare, del raccontare, il pia-cere appunto della stravaganza. Nel 1991 dirigi poi un titolo destina-to a diventare centrale nella storia del

costume italiano, Il portaborse. Quelfilm precorse i tempi di Mani Pulite erivelò Nanni Moretti come attore digrande efficacia. Il portaborse diventa, quasi senza saper-lo, la colonna sonora in quel momentoquasi secondaria ma poi sempre più for-te di un cinema in cui entrano sì, anco-ra una volta, stravaganza e umorismoma in una direzione più realistica di os-servazione del mondo contemporaneo.E questa è stata una novità per me, qual-cosa che mi sembrava estranea alle miepredisposizioni e invece si è dimostrataun terreno dove ho imparato a muover-mi meglio. Negli anni ‘90 affronti film più varie-

gati e sfaccettati tra te-matiche sociali, com-medie e drammi… Dopo Il portaborse pas-sano alcuni anni in cuisono alla ricerca dellamia strada. Avevo ap-pena compiuto 30 an-ni, e allora ho speri-mentato altri tipi di ci-nema. Erano anni incui la mia vita persona-

le e familiare era in trasformazione. Tut-to sommato avevo cominciato moltopresto a fare cinema e quel momentodella ricerca, del guardarsi intorno, in-vece di farlo come prima cosa, l’ho spo-stato più avanti. In questo contesto La scuola ha però u-na collocazione particolare.Merita certamente un discorso a parte.È un film che ho fatto nel 1995, finorail mio successo commerciale più im-portante, dove il tono di commedia eramascherato con quello sociale e politi-co. Li è iniziata la collaborazione conDomenico Starnone. La scuola ha rap-

presentato per me un picco di consensi,e ha conciso anche con la gran paura dicapire quale poteva essere il passo suc-cessivo. I titoli che seguono sono il ten-tativo di cercare nuove strade. Se c’è unachiave di lettura del mio cinema è quel-la di non ripetere due volte lo stesso film. Il periodo successivo è contrassegna-to dalla collaborazione con la produ-zione Cattleya.Realizzo quattro film importanti: Miofratello è figlio unico (2007), La nostra vi-ta (2010); Anni felici (2013); Io sono tem-pesta (2016). Sono film caratterizzati daltentativo di raccontare il reale e di af-frontare in maniera più diretta rispetti-vamente il film storico, il film contem-poraneo (le periferie), l’autobiografi-smo e il sociale. Sono vicende caratte-rizzate da una ricerca sulla famiglia e suquello che ci ha portato ad essere comesiamo oggi.Nel 2015 giri Chiamatemi Francesco – IlPapa della gente, una coproduzione tra I-talia, Germania, Argentina… Nasce come un lavoro professionale chediventa appassionante ricerca. Sono sta-to un anno fuori casa per svolgere un’in-chiesta partita da un libro biografico del

Papa e poi concretizzatasi in quattro e-pisodi televisivi e un film per il cinema.Ho cercato di esplorare quel mondo lon-tano dell’Argentina e del suo Papa. Daniele, questo lungo, inatteso perio-do che ha costretto a tenere chiusi ci-nema e teatri, quale lezione ci lascia,e come lo hai vissuto nella tua casa,nella famiglia? Il lockdown è stato un alternarsi di pau-re e di piacevoli giornate in famiglia maal tempo stesso ci ha costretto a ridefi-nire i valori della nostra vita, ci ha fattocapire come è fragile il nostro mestiere:se non si va più al cinema il nostro la-voro muore, se non si possono propor-re film perché non si può stare insieme,la narrazione per immagini finisce daun giorno all’altro. Questo specchio incui ci riflettiamo, il cinema, è un mira-colo che può interrompersi all’improv-viso. Senza preavviso.Programmi per il futuro? Ho girato un nuovo film, Lacci, trattodal romanzo di Domenico Starnone.Un film che racconta il dramma e ladifficoltà delle separazioni fatte male,e cosa è capace di fare il rancore. Usciràa ottobre.

L

Luchetti:il miracolodel cinema

l’intervista. Il regista, 60 anni, racconta la sua carriera

Daniele Luchetti (da Facebook)

Tra Dio e Mosèl’amore che salva

orse non tutti sanno che la Bibbia è scritta, inmoltissime pagine, con la penna degli innamorati.

Oggi per via delle infinite potenzialità dei cellulari gliinnamorati non comunicano più sul cartaceo maaffidano i loro sospiri alle onde remote del virtuale. Ilcontenuto, però, resta lo stesso e si tratta per lo più didesideri d’amore, di vicinanza, di perdono, di tornareinsieme dopo un dissidio. Il capitolo trentatreesimo dellibro dell’Esodo è un esempio perfetto dello scambioverbale mediato e immediato tra due che sono legatida un profondo rapporto d’amore. Ma c’è un elementoin più: l’uno e l’altro portano nel cuore il volto, il corpo,la pena di un terzo, di una “creatura” con cui tutti edue sono totalmente coinvolti. Si tratta di Dio e di Mosèambedue preoccupati per la sorte di Israele. Tale èl’affetto di Dio per il suo popolo, per quella creaturaappena nata che Gli si è già dimostrata ribelle, che, purtentato di abbandonarla al suo idolo d’oro, continua astarle vicino. Tale è l’affetto di Mosè per i suoi fratelliebrei che, nonostante fossero un grumo di umanitàacerba, ingrata e inaffidabile, sarebbe pronto a morirepur di custodirne la vita. Ed ecco il “carteggio”fittissimo tra Mosè e il Signore, il continuo tornare diMosè nella tenda di Dio per convincerlo a riprendere ilSuo ruolo di guida per quei poveri, incoscientipellegrini: «Se il tuo volto non camminerà con noi, nonfarci salire di qui» (v.15). E per sedurre Dio alla suasupplica, Mosè usa sé stesso come una malcelata armadi ricatto: «Eppure hai detto: ti ho conosciuto pernome, anzi hai trovato grazia ai miei occhi» (v.12); sicomporta come una fidanzata che sa di quale amoresicuro, indiscutibile, Egli la ricambi e allora tesseamorosi inganni per costringerLo a venire allo scopertoe cedere all’esca del suo desiderio. Mosè vuole che gliIsraeliti continuino a salire verso il Paese promessodella libertà, che trovino il modo per abbattere le murainsidiose della sete e delle steppe e non cadano, invece,sotto i colpi della fame e della paura. Ma non potrannomai farlo se il Signore non camminerà con loro, se nongli indicherà la via dove battere il passo e non li faràriposare, alla fine di ogni giorno, nel palmo della Suatenerezza e della Sua pietà. «Il Signore parlava con Mosè faccia a faccia, come unoparla con il proprio amico» (v.11). Un rapporto davveroesclusivo nella sua intensità e nella sua natura come losono tutti i rapporti tra gli innamorati. Ma la ricchezzadi questo grande amore sta nel fatto che non è solo ungioco di coppia, un circuito chiuso, la cui feconditàtorna a beneficio privato ma un sacramento fonte digrazia per tutti. Quando Mosè parla col suo Dioraramente lo fa presentandosi come un individuo,come una persona singola, ma è così che si esprime:«Come si saprà che ho trovato grazia ai tuoi occhi, io eil tuo popolo, se non nel fatto che tu cammini connoi?» (v.16). Un grande esempio e un grandeinsegnamento: che ogni amore o è transitivo, capace diinondare e di salvare il mondo, o si riduce, presto, amarcire nel chiuso del vano possesso.

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La pellicola con Morettiandava verso «una direzione più realistica diosservazione del mondoUna novità per me, unterreno dove ho imparatoa muovermi meglio»

cultura / 1

Torna «Ostia Antica Festival»n omaggio a Ennio Morricone, conla sua musica per il cinema eseguita

dall’Orchestra Sinfonica Città di Roma,ha aperto martedì la quinta edizione di”Ostia Antica Festival – Il Mito e ilSogno”, la rassegna che si svolge alTeatro Romano e presenta ogni annograndi spettacoli di musica e teatro fratradizione e innovazione, organizzati dalconsorzio “Antico Teatro Romano” incollaborazione con il Parco Archeologicodi Ostia Antica. Il programma – fino al 19settembre – è un mix di proposte che vadalla musica di Battisti e De Andrè allacomicità di Max Giusti e di PaolaMinaccioni, e ancora allo spettacolo diStefano Massini, solo per citare alcuniappuntamenti in cartellone.Giovedì 30luglio l’apertura di “Anthology”, unarassegna nella rassegna. Con 5 concertidedicati alla grande musica d’autore,pop e rock del Novecento: Battisti,Queen, Genesis, De André, Pino Daniele.

U

carceri

Nel Lazio rete di sportelli per i diritti dei detenutil Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertàpersonale del Lazio, Stefano Anastasìa, insieme al vicepresidente

del Consiglio regionale Giuseppe Emanuele Cangemi e alprovveditore dell’amministrazione penitenziaria di Lazio, Abruzzo eMolise, Carmelo Cantone, ha presentato giovedì nella sede del

Consiglio regionale gli sportelli per i dirittidei detenuti negli istituti penitenziari. PerAnastasìa è «un progetto di integrazione traGarante, università e associazioniqualificate, per il rafforzamento deglistrumenti di tutela dei diritti dei detenuti».Il progetto prevede una rete di sportelli perl’informazione e l’orientamento dellepersone detenute sui loro diritti, conparticolare riferimento a condizioni di vitain carcere, assistenza sanitaria, istruzionescolastica e universitaria, formazione

professionale, orientamento e inserimento lavorativo, accesso aibenefici e alle misure alternative alla detenzione e sostegno alreinserimento sociale a fine pena. Con il primo bando, affidatiall’Università di Cassino, al Dipartimento di giurisprudenzadell’Università di Roma Tre e all’Arci di Viterbo gli sportelli chesaranno attivi nelle carceri di Cassino, Frosinone e Paliano, RomaRegina Coeli, Civitavecchia, Rieti e Viterbo.

I

cultura / 1

Al Circo Massimo con la realtà aumentataal 14 luglio al 13 agosto riapre al pubblico in orario serale CircoMaximo Experience, l’emozionante visita immersiva in realtà

aumentata e virtuale del più grande edificio per lo spettacolodell’antichità, il Circo Massimo. Sarà aperto per 22 serate, dalle 18alle 21, prima dell’inizio degli spettacoli di Opera al Circo Massimo,la stagione estiva di lirica e balletto del Teatro dell’Opera di Roma.

La visita immersiva, della durata di circa 40minuti, è itinerante e si sviluppa all’internodell’area archeologica su un percorso di 8punti di osservazione (tappe) utilizzandospecifici visori. Nel rispetto delle misure diprevenzione anti Covid–19, a ciascunvisitatore verranno consegnati, sanificati eimbustati singolarmente, una visieraparafiato su cui poggiare il visore conauricolari stereofonici monouso. Previstoinoltre l’ingresso contingentato all’area(max 7–8 persone ogni 15 minuti), il

distanziamento interpersonale e la misurazione della temperaturacon termoscanner. La narrazione è disponibile in diverse lingue; initaliano le voci sono degli attori Claudio Santamaria e Iaia Forte. Ibiglietti per la visita immersiva sono preacquistabili online sul sitowww.circomaximoexperience.it oppure al call center 060608, maposson oessere acquistati anche sul posto.

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cultura / 2

Retrospettiva su Sordi alla Casa del Cinemauovo omaggio ad Alberto Sordi nel centenario della nascita. Alcelebre attore romano è dedicata una retrospettiva all’aperto

aperta nei giorni scorsi alla Casa del Cinema, nel teatro all’apertointitolato a Ettore Scola. Ovviamente nel rispetto delle regole disicurezza (modalità di accesso su casadelcinema.it). Nella rassegna,

organizzata dal Centro Sperimentale diCinematografia – Cineteca Nazionale e inprogramma fino al 14 settembre, sipotranno rivedere sul grande schermoalcuni dei suoi titoli più famosi, dagliincontri con Fellini, Monicelli, Risi,Comencini e Zampa al suo esordio comeregista, fino alla rarissima edizioneintegrale di Polvere di stelle, tutti in versionerestaurata a cura della Cineteca Nazionale.Prossimo appuntamento domani alle 21.30con I vitelloni di Fellini (1953), uno dei più

popolari della cinematografia di Sordi. Lunedì 27 luglio verràpresentato “Alberto Sordi”, il libro scritto da Alberto Anile, edito dallaFondazione Centro Sperimentale di Cinematografia e dalle EdizioniSabinae, basato in gran parte sul Fondo personale dell’attore, ricco didocumenti e immagini inedite. Seguirà la proiezione del film Ilmedico della mutua di Zampa. Il 24 agosto lo straordinario Tutti a casadi Comencini sull’esperienza della seconda guerra mondiale.

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Circo MassimoAlberto Sordi

Sui passi dell’Esodoa cura di

Rosanna Virgili

4 Domenica19 luglio 2020

Cechov e «La mia vita», compendio della letteratura russa

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