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Sped. in a.p. Posta Target Magazine autor. GIPA/LO/CONV/001/2011 del 17.01.2011-DCB MILANO- Anno XCI - N. 1 N. 1 – 2012 GENNAIO MENSILE DELL’A.N.A. L’arcivescovo: “Alpini, uno stile di vita solidale”

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N. 1 – 2012GENNAIOMENSILE DELL’A.N.A.

L’arcivescovo:“Alpini,

uno stile di vitasolidale”

21-2012

AUTORIZZAZIONE TRIBUNALE NUMERO 229

DIRETTORE RESPONSABILEVittorio Brunello

DIREZIONE E REDAZIONEvia Marsala, 9 - 20121 Milanotel. 02.29013181 - fax 02.29003611

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Progetto grafico e impaginazione: Camillo Sassi

Chiuso in tipografia il 23 dicembre 2011Di questo numero sono state tirate 378.986 copie

gennaio 2012 sommario

3 Editoriale

4-5 Lettere al direttore

6 CDN del 10 dicembre 2011

7 Calendario manifestazioni

8-11 Messa in Duomo a Milano

12-13 Una casa per Luca

14-18 NOSTRI ALPINI IN ARMI: - Cambi di Comando- Intervista al gen. Primicerj

20-24 Bolzano: aspettando l’Adunata

25 Addio vecchia, cara “Wackernell”

26-27 Baviera: congresso IFMS

28-29 Gli alpini nella storia d’Italia, 11ª puntata

30-31 Mostra “Ritorno sul Don 1941-1943”

32 I nostri musei: Canove (sez. Asiago)

33 Sfogliando i nostri giornali

34-41 Rubriche

42-47 Dalle nostre Sezioni

48 Obiettivo sulla montagna

IN COPERTINAUn momento della sfilata dapiazza Duomo, a Milano, alSacrario dei Caduti in piazzaSant’Ambrogio. La cerimo-nia è avvenuta al terminedella Messa a suffragio deiCaduti alpini, voluta 54 annifa da Peppino Prisco. Il cardi-nale arcivescovo AngeloScola ha avuto parole alteper gli alpini, e così pure, nelcorso della commemorazio-ne ufficiale, sul sagrato, ilsindaco Pisapia. L’oratore uf-ficiale è stato Beppe Parazzi-ni, già nostro presidente nazionale, che ha ripercorso l’evoluzione di questa celebra-zione che vuole accomunare tutti gli alpini che hanno dato la vita per compiere ilproprio dovere.Qui sopra una parte delle centinaia di gagliardetti schierati sul sagrato.(Foto di Valeria Marchetti-L’Alpino)

ASSOCIAZIONE NAZIONALE ALPINIVia Marsala, 9 - 20121 Milano

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Questa la nuova cravatta dell’ANA,realizzata in seta a righe blu e verdi,

per i 92 anni di fondazione della nostraAssociazione. Le richieste vanno fatte allaSezione di appartenenza. La lista completadei gadget è sul sito www.ana.it. �

L’ALPINO E IL SERVIZIO POSTALEPer migliorare i tempi di consegna de L’Alpino ci serve il tuo aiuto.Comunicaci la data di ricevimento del giornale indicando IL TUO NOME ECOGNOME E L’INDIRIZZO COMPLETO. Lo puoi fare con le seguenti modalità:telefonando alla redazione 02-29013181; a mezzo fax al n° 02-29003611;via e-mail a [email protected] o per lettera all'indirizzo: Associazione NazionaleAlpini, redazione L’Alpino, via Marsala 9, 20121 Milano.

La nuova cravatta del 92° ANA

Apocalisse, baratro, default, insol-venza, fallimento... e via dram-matizzando, sono i termini che

sentiamo ripetere da troppo tempo or-mai sulla crisi economica che attanagliasoprattutto i Paesi dell'Europa e il no-stro Paese in particolare. Ma c'è un'altracrisi che incombe, ed è quella del pro-gressivo mutamento delle condizioniclimatiche della terra, provocato dai gasdi scarico, che pare non interessi quasinessuno anche se i segni e le conseguen-ze sono evidenti. Questi due flagelli hanno origini e carat-teristiche parallele: sono il frutto diegoismi e di interessi particolari di go-verni e nazioni ma pur sempre, nel pano-rama mondiale, particolari nel sensoche di volta in volta ogni possibile solu-zione ciascuno si aspetta che la trovinogli altri.Si è appena chiuso il vertice di Bruxellescon i rappresentanti di 27 nazioni: eradefinito il più importante degli ultimivent’anni. I vari capi di Stato, con i verti-ci dell'Unione, avrebbero dovuto trova-re la soluzione per uscire dalla crisi esalvare l'euro, e con questa moneta an-che l’Unione Europea. Sull'esito del ver-tice ci sono due opinioni contrapposte,mentre sono tutti d'accordo che almenoabbiamo salvato l'euro e che occorre ri-vedere il trattato che sta alla base del-l'Unione. Sarà una revisione a 26, giac-ché il premier inglese, da sempre euro-scettico, ha abbandonato i lavori e se n’ètornato a casa, non tollerando la revisio-ne delle norme sui servizi finanziari cheavrebbero penalizzato la City di Londrae le sue banche.

Mai come ora l’Unione Europea si rivelaun'istituzione composta da singoli Stati,con le loro regole e privilegi, poco di-sposti a rinunciare a qualcosa o a sacrifi-carsi per gli altri; ed una moneta comu-ne che si basa su un accordo e non sullaforza monetaria d’uno Stato unitario. Haperso il principio della solidarietà, havinto l’egoismo anche se all’ultimo ver-tice non s'è rotto il vaso che contienetutti. E questo appare già un successo. Quanto all'ambiente in cui viviamo e al-le preoccupazioni che derivano dalcambiamento climatico dovuto al surri-scaldamento del pianeta, le cose nonvanno meglio. La diciassettesima confe-renza, svoltasi a Durban, in Sudafrica, al-la quale hanno partecipato i rappresen-tanti di 200 Paesi si è conclusa dopo undibattito-maratona con una sorta di do-cumento, firmato all'alba, che rimandal'entrata in vigore delle limitazioni deigas serra al 2020 e stabilisce, per sov-venzionare i Paesi più poveri che usanoancora tecnologie obsolete e inquinanti,un fondo di 200 milioni di dollari chenon si sa bene come verrà finanziato. Ci-na e India non sono disposte a rinuncia-re ai rispettivi impianti (molti dei qualisono stati dismessi e venduti dai Paesioccidentali) mentre gli Stati Uniti, chefinora inquinavano più di tutti gli altrimessi insieme, non hanno mai firmato ilprotocollo di Kyoto né alcun altro im-pegno da vent’anni a questa parte.Insomma, una sagra degli egoismi. Intan-to la temperatura della terra si avvicinapericolosamente a quell'aumento deidue gradi che viene definito il limite dinon ritorno. I segnali non mancano: fe-

nomeni meteorologici estremi si susse-guono, il nostro clima temperato si ètrasformato in sub-tropicale, con lunghiperiodi di pioggia e altrettanto lunghi disiccità. Venticinque anni fa, l'istituto perlo studio del clima delle Nazioni Uniteaveva stimato che i gas serra (negati dascienziati prezzolati dai petrolieri e da-gli industriali) avrebbero fatto sparire laneve entro il 2010 al di sotto dei 1500metri di altitudine. Ci stiamo avvicinan-do. I nostri ghiacciai, dall'Adamello allaMarmolada, a quelli delle Alpi orientalisi vanno restringendo. Chi viaggia sullerotte polari vede interi pezzi della ca-lotta artica con crepe lunghe chilome-tri. Quando si staccheranno milioni dimetri cubi di ghiaccio e si scioglieranno,ci sarà un innalzamento del livello deglioceani e, quindi, dei mari, compromet-tendo l’equilibrio della corrente delGolfo, che è quella che mantiene in vital’Atlantico. L’inquinamento delle nostre città è sot-to gli occhi (e nei polmoni) di tutti. In questo universo di stupidità gli alpinisono una grande eccezione. Fortunata-mente non sono soli, perchè se il ghiac-cio si muove, si muovono anche altre as-sociazioni e istituzioni che hanno a cuo-re l'ambiente. Forse il segnale più elo-quente lo ha dato la stessa conferenzadi Durban: la prossima, a fine 2012, saràin Qatar, il Paese che emette ogni annomilioni di tonnellate di CO2, tre voltequelle degli Stati Uniti e dieci volte laCina. L’egoismo dell'uomo non ha dav-vero limiti.Intanto l’apocalisse può attendere, mafino a quando? * *

E D I T O R I A L E

Se vincono gli egoismi

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41-2012

L E T T E R E A L D I R E T T O R E

IL CAPPELLO NEGATO

L’Alpino di agosto/settembre (pagg. 4-5) riporta più volte l’im-portanza del cappello alpino consegnatoci durante il servizio

militare. Mi commuovo nel leggere: “Lacrime sul cappello rubato”di Baggio, da Treviso, così come è chiara, e un po’ severa la rispostadata a Pezzolato, di Avigliana, che rivendica il diritto di portare ilcappello alpino, negato, nonostante la sua passione. Questo èsuccesso anche a mio figlio, alpino il padre, alpino chi scrive, miofiglio Giacomo fanteria! Arrivo al punto; il mio cappello l’ho persoil 9 settembre del 1943 sul greto del fiume Isarco, a Bressanone.Ancora adesso, dopo 68 anni, rimpiango questo fatto e a tutte leAdunate nazionali a cui ho partecipato sono sempre andato senzail mio cappello. Nonostante ciò, nel mio cuore rimarrà orgoglio eambizione per l’appartenenza a quel Corpo.

Gen. Battista Beschin - Arzignano (VI)

Nutro tanta simpatia per chi ha un cuore alpino, ma non toccatemii miti. Quello del nostro simbolo ce l’ho in testa e abbiate pazienza

EDITORIALI RIPETITIVI

Il nostro giornale è sempre più ricco di notizie e questo faonore alla redazione. Ho notato però che gli ultimi edito-

riali quasi quasi si ripetono. Mi spiego meglio. A novembreRoberto Bertuol parla di legalità, valore civico e impegnoassociativo che sono temi cari agli alpini: ad ottobre si parladi senso dello Stato. Si ha la sensazione che si voglia ripetereconcetti per inculcarli nella testa della gente. Sarebbe utilesentire la voce dei giovani in qualche editoriale. Lasciamo aloro la libertà di essere protagonisti dell’Italia di oggi e didomani. Ferruccio Righele - Schio

Mi auguro, caro Ferruccio, che la redazione de L’Alpino nonsia considerata un recinto esclusivo di geriatri indisponibili adar spazio ai giovani. L’obiezione da cui sei partito merita tut-tavia attenzione: siamo ripetitivi. Forse. Mi intestardisco aritenere che il tema del senso dello Stato sia di estremaattualità in considerazione del momento particolare che stia-mo vivendo. Ho la sensazione che non sia al vertice dellepreoccupazioni degli italiani e soprattutto della politica. Lacartolina di precetto, con tutti i limiti e anche le sofferenzeche comportava, per novant’anni ha dato un’idea di apparte-nenza all’organizzazione dello Stato. Ora siamo alla dichiara-zione dei redditi, con cifre astronomiche di evasione stimateperfino dalla Corte dei Conti. Non parliamo poi della corru-zione, ormai sistemica, e dei cattivi esempi nella gestionedella cosa pubblica. Argomenti da vecchi? Rispetto dellenorme. Tema che si ricollega indubbiamente al precedente,ma che ci tocca associativamente. Chi entra nell’ANA accettale norme dello Statuto e del ‘codice alpino’. Nonostante lanostra consolidata allergia alle direttive dei capi, ritengo chenon sia decoroso vedere l’Associazione mortificata su giornalio internet da una confederazione dei soliti liberi ‘pensatori’.

se non sono morbido con chi, con un costante lavorio ai fianchi,tenta di far passare l’idea che in fondo il cappello se lo merita chi,per motivi sicuramente nobili, sente il desiderio di portarlo. Nellalettera di Battista si coglie il toccante rammarico di averlo personelle acque dell’Isarco. Non spende una parola sulle tribolazioni diuna guerra lunga e lacerante. Per chissà quali emozioni non arriva aportarlo nemmeno nelle Adunate nazionali. Questo spiega, e viassicuro che non è un’autodifesa, la severità con cui rispondo a chiscrive che, lui, il cappello lo porta in barba a tutto e a tutti. No, nonci siamo. Si può discutere di cambiamenti, di futuro associativo, dicopricapi, ma sul cappello alpino c’è una regola: solo l’Esercito hafacoltà di darlo, non le bancarelle. Gli amici, quelli veri, non cel’hanno mai chiesto, perché hanno lo stesso nostro rispetto versoun simbolo che per noi riveste il segno della sacralità.

QUEGLI ALPINI CON IL MANGANELLO

Che tristezza! L’altro giorno ho dovuto recarmi in città e sulpiazzale della stazione ferroviaria ho incrociato una “ronda”

formata da un carabiniere e da due ragazzi in divisa d’alpino cheportavano un vistoso sfollagente nero al fianco. Mi è parso divedere un lieve segno di disagio sul volto di uno di loro. Non neso il motivo, ma subito sono stato assalito da un profondo sensodi tristezza e il mio pensiero è corso ai magnifici alpini del mioplotone impegnati, tra enormi sacrifici, in O.P. a protezione dellecaserme, dei tralicci, delle centrali e delle condotte forzate in AltoAdige nei primissimi anni ’60. Avrebbero mai pensato che i loro“bocia” girassero un giorno con tanto di manganello al fianco? Eper fare cosa? Giuseppe Consoli - Iseo (BS)

Sicuramente l’alpino non si sente a suo agio sulle piazze dellecittà. Il suo habitat naturale è altrove. Non so se viene adeguata-mente istruito all’uso del manganello. Ma un servizio per allegge-rire gli impegni della forza pubblica e liberare risorse per persegui-re la criminalità non lo ritengo disdicevole. Ogni epoca ha i suoiproblemi e tutti dobbiamo concorrere a risolverli, esattamentecom’è stato fatto 50 anni fa in Alto Adige.

LO STEMMA SABAUDO

Con orrore vedo stampata su L’Alpino di Ottobre nella sezioneincontri la foto di un gruppo di sottufficiali SMALP degli anni

1954/55 che sfoggiano un tricolore con lo stemma sabaudo. Mi chie-do se il gruppo festoso ricorda che Casa Savoia è responsabile di avermandato alla carneficina centinaia di migliaia di giovani soldati in bendue guerre mondiali, di aver favorito una dittatura e soprattuttodopo l’armistizio dell’otto settembre del ’43 di essere fuggita di notteabbandonando al proprio destino non solo l’esercito ma l’interanazione… non vedo come alcune persone possano aver nostalgia ditale stemma e di tale dinastia. Mauro Galbiati - Brescia

Confesso che le poche bandiere con lo stemma dei Savoia espo-ste a Torino in occasione della nostra Adunata non solo non mihanno disturbato ma le ho trovate doverose. Dell’ultimo re,Umberto II, possiamo solo dire che se n’è andato in esilio condignità. Su Vittorio Emanuele III, che nell’arco di meno di trent’an-ni ha dichiarato o avallato cinque guerre, di cui due mondiali conoltre un milione di militari Caduti, il giudizio lo hanno espresso gliitaliani votando Repubblica. Ma Casa Savoia è stata determinante

51-2012

L E T T E R E A L D I R E T T O R Eper l’Unità d’Italia. Non ho nostalgie monarchiche, come credonon le avessero gli “smalpini” che ti fanno orrore. La storia delnostro Paese, come del resto quella di ogni Paese del mondo, conluci e ombre e se vuoi più ombre che luci, non si cancella e, fattesalve le legittime riserve morali su inaccettabili comportamentiindividuali o collettivi, non si giudica col senno di poi.

SOGNO UN NATALE…

Sogno un Natale, dove mettendosi per un minuto ad ammirarel’universo con la sua infinita grandezza, ci trasmetta quell’energia

positiva di immaginare e pensare. Sogno un Natale, dove fermandosiun secondo ad osservare il sole con i suoi raggi colorati, riesca adilluminare le nostre idee e ci trasmetta tanto umano calore. Sognoun Natale, dove mettendosi per un momento ad osservare la traspa-renza del cielo stellato con il suo bel colore azzurro e la sua limpi-dezza, ci aiuti a pensare a un mondo di persone piene di onestà,semplicità, umiltà, gentilezza e sincerità. Francesco Lena

I tuoi sogni continuano, sempre poetici, per un’altra lunga pagina.Mi sono fermato lì perché mi bastano e voglio mettere un piedeper terra e augurare a tutti un 2012 un po’ migliore di quello appe-na passato.

LOTTERIE SUL CANCRO?

Nel periodo di Natale come ogni anno organizzate la lotteria afavore di associazioni che fanno ricerca sul cancro. Vorrei

esprimere il mio parere in quanto noto che si fa raccolta fondi perassociazioni che utilizzano la pratica ignobile, superata, crudele einutile che è la vivisezione. Quello che vi chiedo è che i fondi ven-gano destinati per la vera ricerca scientifica, quella che si evolvegiorno dopo giorno. Fabio Sandrelli

La lettera di Fabio è lunga ed articolata: non è possibile riportarlaper intero. Assicuro innanzitutto che l’ANA e neppure L’Alpino orga-nizzano lotterie. Solo i Gruppi e le Sezioni lo fanno e francamentenon sono in grado di dire come destinano il ricavato. Il mio imbaraz-zo nasce dall’incompetenza sulle modalità della ricerca sul cancro.Sono invece fermamente convinto che si debba, a tutti i livelli, aiu-tarla al massimo affinché scienza, laboratori e intelligenza arrivino alpiù presto, se non a debellare, almeno a prevenire o curare unamalattia che ci angoscia. Si può, quindi si deve. Qualcuno delmestiere mi confermi che la vivisezione è ‘inutile e superata’ e alloranessuna difficoltà ad aggiungere che è ‘ignobile e crudele’. Sonoaffezionato agli animali, non per hobby ma per conoscenza diretta,e qualsiasi maltrattamento mi fa orrore. Pongo in ogni caso al primoposto, senza esitazioni, la vita e la dignità delle persone.

UN QUADRO, NON UN PIASTRINO

Ne L’Alpino n. 9, ottobre 2011, a pag. 35, si dice:”…Carmela riceveda Respighi il quadro con il piastrino” (cerimonia di

Roccaraso). Preciso che quello che appare non è il quadro conte-nente il piastrino, ma un quadro offertomi dalla famiglia Cicone sulquale sono riportati dati biografici dell’alpino disperso. Il piastrinol’aveva già consegnato il sindaco poco prima alla famiglia. Ringraziose vorrete rettificare la notizia perché per me la modalità di conse-gna costituisce sostanza e non solo forma. Antonio Respighi

Hai ragione, Antonio, ma per la redazione de L’Alpino la “sostanza”è nel ricordare il nome di un Disperso.

I NOSTRI TITOLI DI STATO

Cosa ne pensate di questa veste di difensori del nostro Paese?Garibaldi ha contribuito ad unire l’Italia con i Mille, anche

noi italiani già uniti, che ci commuoviamo davanti al Tricolore eal suo Inno Nazionale, possiamo continuare l’opera di unioned’Italia, in barba allo speculatore straniero, comprando i nostrititoli di Stato. Il patrimonio netto degli italiani è pari ad 8 miliar-di, il che vuol dire che con l’8% del patrimonio degli italiani sipotrebbe comprare il 100% del debito in mano agli stranieri. Conquesta idea patriottica, il debito italiano non dovremmo piùvenderlo agli stranieri e gli interessi rimarrebbero nelle manidegli italiani.

Renzo Rocchetti

Non sono attrezzato come te in contabilità e finanza: so cheabbiamo un debito sui 1.900 miliardi e che dobbiamo ridurlo senon vogliamo essere travolti dal costo degli interessi e dalla sfidu-cia degli investitori. Una partita difficile e incerta. Al di là della“patriottica idea”, che mi sembra un po’ garibaldina, ritengoanch’io che gli italiani abbiano risorse e determinazione per supe-rare questo momento nero. Anzi nerissimo.

LEVA OBBLIGATORIA

Leggo la “lettera al direttore” de L’Alpino di novembre (pag. 4),e nella risposta a Massimo Tessitore si dice che la leva obbliga-

toria è stata sospesa da un governo di “segno opposto a quelloattuale”, ovvero un governo non presieduto da Berlusconi.Premesso che scrivo il giorno dell’insediamento del nuovo gover-no Monti, devo sottolineare un errore non da poco, visto che ilgiornale è andato in stampa prima di quest’ultimo avvenimento. Lalegge 226 del 23 agosto 2004, che per l’appunto sospese la levaobbligatoria, fu approvata sempre con un governo presieduto daBerlusconi (il secondo, in carica dal 2001 al 2006), fatto, a miomodo di vedere, non sufficientemente sottolineato dalla alloralinea editoriale de L’Alpino. Gradirei una rettifica.

Alfonso Sgubin

L’errore è sempre possibile (l’infallibilità, come la verità, ce l’hannofortunatamente in pochi ed è preferibile evitarli), ma nella rispostaalla lettera che segnali non ce n’è traccia. Ricordo che la sospen-sione della leva è stata decretata dal governo Amato in ottempe-ranza a leggi del 1999 e 2000. È la data di anticipo al 1° luglio 2005,anziché al 2006, che porta la firma di un governo di destra. Se con-servi le copie de L’Alpino, nel numero di dicembre 2000, trovi(copertina e pagine 7/9) la cronaca della manifestazione di conte-stazione organizzata dall’ANA, fatto unico nella storia della nostraAssociazione, in piazza Navona e davanti al Senato, con Labaro,presidente nazionale, CDN e alcune migliaia di alpini scesi a Romamuniti di striscioni proprio nelle ore in cui nelle aule di PalazzoMadama si discuteva la fine della leva obbligatoria. È doverosodare atto al presidente Parazzini di essersi battuto leoninamente,confrontandosi in stile alpino con ministri della Difesa e parla-mentari, senza complessi di sudditanza, per far comprendere cheun enorme patrimonio di sacrifici e di servizio gratuito alla Patrianon poteva essere professionalizzato e che con quel provvedi-mento si toglieva alle nuove generazioni l’opportunità di unascuola che le legittimava al diritto di cittadinanza. La necessariaristrutturazione dell’esercito, in vista soprattutto degli impegniall’estero, “poteva passare attraverso modalità diverse e menodrastiche”.

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C O N S I G L I O D I R E T T I V O N A Z I O N A L Edel 10 dicembre 2011

Vecchio interviene per informare che ci sarebbe la disponibilità diun’orchestra per un breve concerto a fine cerimonia del sabato.

4. 86ª ADUNATA NAZIONALE DI PIACENZAIl CDN procede alla nomina del presidente del comitato nella per-sona del consigliere nazionale Nino Geronazzo. Il gen. Vecchio rife-risce sull’incontro del 25 novembre con le autorità comunali e pro-vinciali, aggiungendo che ha riscontrato la massima disponibilità ecollaborazione anche da parte delle autorità militari. È stata indivi-duata la sede del comitato e per le aree c’è la disponibilità di 50 mi-la metri quadrati.

5. G.I.M.C. – PROTEZIONE CIVILE: CONVENZIONEIn riferimento all’Ospedale da Campo Bonaldi precisa che si stapredisponendo un protocollo tra ANA, Dipartimento e RegioneLombardia che prevede la competenza del Dipartimento negli im-pieghi internazionali e nazionali, mentre la Regione si riserva quellain area regionale.

6. RATIFICA SEZIONI DI APPARTENENZA BALLERI-ROBUSTINIViene approvata l’assegnazione di competenza della sezione di La-tina al consigliere Robustini, mentre la sezione Marche passa al con-sigliere Balleri.

7. FUTURO ASSOCIATIVOIl presidente Perona informa di aver incontrato presidenti e capi-gruppo di 44 Sezioni e di aver riscontrato un interesse propositivonell’affrontare il problema del futuro associativo.

8. COMMISSIONIIl col. Plasso ringrazia a nome delle Truppe alpine per la vicinanzadell’ANA in ogni circostanza che le riguarda. Informa che i Ca.STAsono stati confermati con apertura il 30 gennaio e chiusura il 3 feb-braio 2012. Il personale dell’ANA è autorizzato a prendere contatticon i comandanti dei reparti per far conoscere attività e scopidell’Associazione. Balleri (Legale): sottopone ad approvazione il re-golamento della sezione di Padova, inoltre informa che si è proce-duto alla definizione del contratto di affitto della Baita di La Spezia.Bertuol (Giovani) ricorda al CDN l’impegno dei giovani del 4° Rag-gruppamento a partecipare alla cerimonia di Isola del Gran Sassonel febbraio prossimo. Chiofalo (Centro Studi): sottolinea come siadifficoltoso far coincidere il CISA di settembre a Costalovara conl’incontro del Centro Studi. Si stanno cercando formule diverse.Crugnola: procede l’indagine sulla tempestività di consegna de L’Al-pino da parte delle poste. Geronazzo VFP1: conclusi gli incontri del1° gruppo 2012. Minelli (Sezioni all’estero): dal 2 al 5 marzo 2012 vi-sita alla sezione Nordica, mentre dal 25 ottobre toccherà all’Austra-lia. Miotto (Sport): è emersa qualche difficoltà con la scuola alber-ghiera per la fornitura dei pasti, ma ora è tutto risolto. Bonaldi (P.C.):emergenza Liguria. I nostri volontari, presenti complessivamente in1100, chiudono il 15 dicembre. Favero (Grandi Opere): a Fossa è statacompletata la consegna dei mosaici per la chiesa. A Costalovara è inprogramma un appuntamento per la definizione della parte ammi-nistrativa. Bertino: informa che il calendario storico dell’ANA è sta-to pubblicato. �

Il presidente Corrado Perona, in apertura di seduta, anticipa alcu-ne considerazioni riguardanti l’Ospedale da Campo, non essendopotuto intervenire il responsabile dr. Losapio. Si tratta di un bene digrande importanza nei momenti di gravi calamità. È in corso di de-finizione un protocollo tra l’ANA, proprietaria dell’ospedale, la Re-gione Lombardia che lo sostiene finanziariamente, e il dipartimentodi P.C. per definire le modalità d’impiego in territorio nazionale einternazionale.

1. IMPEGNI DEL PRESIDENTENovembre: 22, Varese, per futuro associativo. – 23, Aosta, per futu-ro associativo. – 26, San Pietro in Gu, mattina sezione di Vicenza,per futuro associativo, pomeriggio a Verona sempre per futuro as-sociativo. – 27, Brescia, per futuro associativo.Dicembre: 1, gruppo di Santo Stefano, sezione di Valdobbiadene. –2, Bolzano, incontro con il presidente della Provincia AutonomaLuis Durnwalder. Nel pomeriggio visita ai gruppi di Colle San Marti-no, sezione di Valdobbiadene, e di Soligo, sezione di Conegliano,inaugurazione della Casa delle Associazioni, intitolata a GiovanniFeltre reduce di Russia. – 3, Padova, presente anche la sezione di Ve-nezia, e successivamente Marostica, unitamente alla sezione diAsiago, per futuro associativo. – 6, Roma, avvicendamento del Ca-po di Stato Maggiore dell’Esercito: il gen. Giuseppe Valotto è statosostituito dal gen. Claudio Graziano.

2. …E DEI VICE PRESIDENTIFavero: novembre, 18, Gravellona, per i lavori della casa per Luca. –Dicembre, 6, Valdobbiadene, incontro con le ditte che intervengo-no nella costruzione della casa per Luca. Bertino: novembre, 13, Genova, riunione dei capigruppo. – 19, Savo-na, riunione dei capigruppo. – 24, gruppo di Plodio, sezione di Savo-na, serata di beneficienza a favore della costruzione della casa perLuca. Dicembre: 1, gruppo di Tortona, sezione di Alessandria, per150° Unità d’Italia, consegna del tricolore alle scolaresche e intitola-zione di una piazza alla brigata Taurinense. – 3, sezione di La Spezia,per baita alpina dell’Alpicella. – 6, gruppo Garbagna Novarese, in-contro con aspiranti VFP1, I° blocco 2012. Arnoldi: novembre, 19, Bergamo, per commemorazione annualedella sezione dedicata agli alpini “andati avanti”. – 25, Brescia, in-contro con aspiranti VFP1. – 26, Bergamo, incontro con Mauro De-petroni e Barbieri di Brescia per il museo sezionale. – Dicembre: 2,Trento, mostra “Ritorno sul Don”.

3. 85ª ADUNATA NAZIONALE DI BOLZANOGeronazzo informa che il comitato organizzatore è stato costituito.Evidenzia come sia importante gestire al meglio l’incontro con leistituzioni il sabato precedente l’Adunata e quindi la commissionecomunicazione dovrebbe predisporre con anticipo un canovaccio daaffidare ad un presentatore professionista. Anche i rapporti con leTV sono da gestire con un’attenta regia. La prenotazione delle areeprocede con elevato numero di richieste, ma c’è spazio per tutti. Abreve ci sarà l’apertura delle buste per l’assegnazione dei lavori direalizzazione delle tribune e di altri servizi. Bonaldi riferisce sull’in-contro con il vice commissario di governo e le forze dell’ordine perla definizione dei percorsi e problemi inerenti all’Adunata. Il gen.

71-2012

CALENDARIO MANIFESTAZIONIfebbraio 2012ROMA – Commemorazione di Nikolajewka con conferenzadel gen. Vidulich

BRESCIA – Campionato sezionale sci di fondo a Maniva LECCO - Commemorazione battaglia di Nikolajewka aMerate

REGGIO EMILIA – A Cavriago e Montecchio radunoregionale delle sezioni dell’Emilia-Romagna,commemorazione di Nikolajewka e della M.O.V.M. gen. LuigiReverberi

COLICO - Commemorazione 69° anniversario battaglia diNikolajewka LUINO - Commemorazione battaglia di Nikolajewka aCastelveccana

TRIESTE - Cerimonia alla Foiba di Basovizza per la “Giornatadel Ricordo”

21/22 GENNAIO

4 FEBBRAIO

4/5 FEBBRAIO

5 FEBBRAIO

10 FEBBRAIO

A ISOLA DEL GRAN SASSO, SEZIONE ABRUZZI,COMMEMORAZIONE SOLENNE DELLE BATTAGLIE DINIKOLAJEWKA E SELENYJ JAR BRESCIA – A Maniva campionato sezionale di sci slalomgigante

CADORE - Gara intersezionale di slalom ad Auronzo BERGAMO - Gara di staffetta nordica “Trofeo Nikolajewka” aPiazza Brembana CARNICA - Commemorazione Caduti del fronte greco-albanese a Tolmezzo SVIZZERA – A Ginevra assemblea generale alla MaisonDufour

PADOVA – A Cittadella anniversario battaglia di Nikolajewka PAVIA - Messa in suffragio di tutti gli alpini

FELTRE - Incontro dei presidenti delle sezioni del Triveneto TRIESTE - Concerto dei Crodaioli per il 90° di fondazionedella Sezione

19 FEBBRAIO

25 FEBBRAIO

12 FEBBRAIO

11/12 FEBBRAIO

Il Calendario Storico dell’ANA 2012Il calendario storico dell’ANA, atteso come negli anni scorsi da molte mi-

gliaia di alpini, amici e collezionisti, celebra nell’edizione 2012 il 140° anni-versario della fondazione del Corpo degli Alpini.

La storia delle Truppe alpine è sintetizzata in copertina dalla fotografia di gio-vani alpini in missione sulle montagne dell'Afghanistan rivolti con lo sguardo aidue alpini storici dipinti da Giulio Boetto. Nelle 24 pagine di grande formato di questa quarta monografia sono pubblica-te oltre 150 fotografie e illustrazioni che documentano la storia, dal 1872 adoggi, degli alpini in armi e in congedo. Il calendario storico ANA 2012 può es-sere richiesto alle Sezioni e ai Gruppi oppure contattando “L.Editrice s.r.l.” viaUntoria 30r 17100 Savona (tel. 019 821863 – cell. 333/4189360 o 346/7384176,fax 019 8935774 – e-mail: [email protected] – sito internet: www.l-editrice.itLa L.Editrice, che solitamente evade gli ordini in giornata, per soddisfare le ri-chieste di quanti desiderano fare un regalo a qualche persona cara e farsi ricor-dare per un anno intero ha attivato il servizio “Dona il calendario storico ANAa chi vuoi, noi lo inviamo a tuo nome”.Anche quest’anno, per collezionisti ed amatori, è stata pubblicata la cartolinacommemorativa che può essere richiesta al momento dell’ordinazione del ca-lendario storico. �

Il Comitato Adunata Torino 2011 in visita a PeronaIl Comitato Adunata di Torino ha fatto visita al presidente

Corrado Perona, alla sede nazionale di Milano. Nella circo-stanza il consigliere nazionale Nino Geronazzo, presidente delComitato Adunata, ha consegnato a Perona il crest ricordo diTorino 2011. Nella foto, da sinistra, Guido Vercellino, GiuseppeCastello, il gen. Carlo Cabigiosu, Nino Geronazzo, il presidentePerona, l’allora presidente della sezione di Torino GiorgioChiosso, il presidente sezionale Gianfranco Revello, il consi-gliere nazionale Mauro Gatti e Pier Carlo Vespa. �

81-2012

di Giangaspare Basile

“Dagli alpini solidarietàgratuita e fraterna”

MILANO - IL CARDINALE ARCIVESCOVO SCOLA ALLA CELEBRAZIONE IN DUOMO DELLA MESSA DI NATALE A SUFFRAGIO DEI CADUTI ALPINI

Sembra proprio che il tempo rinvi-gorisca questa celebrazione dellaMessa di Natale a suffragio dei no-

stri Caduti organizzata dalla sezione diMilano, voluta da Peppino Prisco del qua-le ricorre quest’anno il decimo anniversa-rio della morte. Una Messa per ricordaregli alpini del battaglione L’Aquila, il suobattaglione in Russia, accomunati, neltempo, nel ricordo di tutti i Caduti alpini.Trasformati nella trascendenza del sacri-ficio di tanti uomini semplici, legati allapropria terra, mandati a combattere unaguerra che non volevano e non capivanoe nella quale, pur nell’inferno che l’ac-compagnava, si comportarono da alpini,fedeli al proprio dovere.Domenica 11 dicembre in piazza Duomoc’erano già migliaia di alpini e cittadiniquando in lontananza, da corso VittorioEmanuele, si sono sentiti i tamburi dellafanfara della Taurinense e il suono delTrentatré. Seguivano il picchetto d’onore,un picchetto - era la prima volta che par-

tecipavano, applauditissimi - dei cadettidella Scuola Militare Theuliè, i Gonfalonidella Città di Milano e della Città di Se-sto San Giovanni decorati di Medagliad’Oro al Valor Militare, i gonfaloni dellaProvincia e della Regione Lombardia, unplotone di ragazzi della mininaja, la fanfa-ra storica della sezione di Vicenza, la co-rona che sarebbe stata deposta al Sacra-rio in piazza Sant’Ambrogio, che conservale spoglie di cinquemila soldati milanesi

Il sindaco Pisapia:“Rappresentate lagenerosità e lo spiritodi sacrificio di tutto il popolo italiano”

Il Labaro scortato dal presidente Perona, dal gen. Primicerje dal CDN all’uscita del Duomo dopo la Messa.Il gen. Primicerj accompagnato

dal gen. Battisti e dal presidente Perona passa in rassegna lo schieramento.

91-2012

caduti nella prima guerra mondiale. Se-guivano quindi altri 42 gonfaloni di altret-tante città della Lombardia, il vessillodella sezione di Milano scortato dal pre-sidente Luigi Boffi e dal generale di C.A.Giorgio Battisti, comandante del Corpod’armata di reazione rapida della NATO,altri 53 vessilli sezionali e quattrocentogagliardetti.Suggestivo l’arrivo, dalla Galleria VittorioEmanuele, del Labaro con il presidentenazionale Corrado Perona e il CDN. Lun-go il corteo, che ha poi coperto tre latidel quadrato del sagrato, hanno cadenza-to il passo anche le fanfare di AbbiateGuazzone e Umbriano.L’alzabandiera e l’Inno di Mameli sonostati un momento particolarmente coin-volgente seguito dalla resa degli onori alcomandante delle Truppe alpine gen.C.A. Alberto Primicerj che, con il genera-le di C.A. Giorgio Battisti e il nostro presi-dente Perona, ha passato in rassegna l’in-tero schieramento nel quale avevano pre-so posto, accanto al picchetto d’onore, ilcomandante della Regione militare Nordgen. D. Claudio Berto, il comandante del-la brigata alpina Taurinense gen. Dario Ra-nieri, il comandante militare dell’Esercitoin Lombardia gen. Camillo de Milato e ilcomandante della Scuola militare alpinagen. Antonio Maggi.

*Conclusa questa parte ufficiale, il Duomosi è via via riempito di alpini per la Messacelebrata dal cardinale arcivescovo mons.Angelo Scola e concelebrata da mons.Angelo Bazzari, presidente della Fonda-zione Don Gnocchi, accompagnata dalcoro ANA della sezione di Milano.All’omelia, l’arcivescovo ha avuto parolealte per gli alpini, caratterizzando l’interacelebrazione alla circostanza e dimo-strando di conoscere a fondo la nostrarealtà associativa e lo spirito che la sot-tende. “È con commossa ammirazione –ha esordito – che celebro questa santaEucarestia con voi che portate avanti inquesto Duomo una tradizione che durada ben 54 anni. Volete cominciare questabella giornata con una Santa Messa per ilsuffragio e il ricordo dei Caduti in guerrae in pace al servizio della nostra Patria. Lasezione degli alpini di Milano, la popola-zione, le autorità civili e militari, i sindaci,il Consiglio nazionale dell’Associazionecon il prezioso Labaro, i rappresentantidelle altre associazioni combattentisti-che e d’Arma, migliaia di alpini delle Se-zioni di tutta Italia – ha proseguito il car-dinale – si danno annualmente appunta-

mento in questa splendida chiesa catte-drale per pregare il Signore che aspettia-mo tutti nel santo Natale e soprattuttoattendiamo nel ritorno glorioso che av-verrà alla fine dei tempi”. E tracciando unparallelismo con le penne nere, riferen-dosi al brano del vangelo di Marco che ri-porta le parole di Giovanni Battista aisadducei e ai farisei, ha affermato chequesti rappresenta “una figura formidabi-le che certamente riempie di ammirazio-ne chi, come voi, è avvezzo a una vita de-cisa così come l’ha imparata attraversol’appartenenza alla realtà degli alpini”.“A quanti gli chiedono chi sia, Giovanninon si sente padrone di sé, mette davantia sé Uno più grande di lui, il mandato daDio, il figlio di Dio. Giovanni fa spazio adun Altro. Ecco – ha proseguito – mi sem-bra che qui possiamo vedere un aspettosignificativo che spiega la ricchezza e lalunga tradizione della realtà degli alpininel nostro Paese. Anche voi fate spazioagli altri, anche voi avete il desiderio delservizio. E questo è molto importante.Ma se siete venuti sin qui a celebrare conl’arcivescovo questa eucarestia è perchésapete che la radice di questa dedizione

può trovare, in Colui che aspettiamo,quell’Altro che è la vera fonte di energiaper ogni altruismo, per ogni dono totaledi sé”. Ed ha ricordato la prima lettura dellaMessa, la profezia di Isaia che annuncian-do la venuta del Messia, afferma: “Giudi-cherà con giustizia i miseri e prenderà de-cisioni eque per gli umili della terra. Paro-le scritte 2700 anni fa e così attuali so-prattutto in questi momenti di travaglioper le nostre società”. E ha proseguito af-fermando che “a questo regno di giustiziavoi alpini in qualche modo collaborate,come dice bene il vostro motto: “Ricor-diamo i morti aiutando i vivi”. Collaboratedall’origine della vostra Associazione, na-ta proprio qui nella nostra Milano, e su su

Una veduta di Piazza Duomo durante la celebrazione.

Il presidente della sezione di MilanoLuigi Boffi durante il suo discorso di saluto.Dietro a lui, da sinistra, Beppe Parazzini,il presidente del Consiglio provinciale Dapeie il sindaco Pisapia.

Il vessillo della sezione di Milanoscortato dal presidente Boffie dal gen. Battisti.

101-2012

nel sacrificio fino ad oggi nelle numerosemissioni di pace, disposti anche a dare lavita: la vostra azione è sempre stata im-prontata a questa logica del dono. Pensoall’enorme quantità di tempo e di ore chevoi dedicate al volontariato e al sacrificioanche economico che vi accollate senzafare tanto rumore: voi avete intuito unadelle chiavi per affrontare anche questacrisi economico-finanziaria all’internodel grande travaglio dell’inizio di questomillennio, quella che il papa BenedettoXVI ha richiamato nella Caritas in veritatein cui afferma che lo sviluppo economi-co, sociale e politico ha bisogno, se vuolessere autenticamente a misura di uomo,di fare spazio al principio di gratuità co-me espressione di fraternità”.Il cardinale ha lanciato un monito citandole parole di Giovanni: “In mezzo a voi staUno che voi non conoscete…”, perché que-sto “non conoscere, potrebbe voler direnon voler conoscere, non volersi coinvol-gere con Lui, e allora la nostra vita si impo-verirebbe”.E ricordando che il giorno dopo sarebbecaduto l’anniversario della strage di piaz-

za Fontana, ha affermato che perché que-sti fatti non avvengano più c’è bisogno diuna società capace di donazione di gra-tuità, di accoglienza e creatività e di “gen-te che, come voi, quando c’è bisogno su-bito parte e unisce a questa capacità didono una genialità creativa”.Ed ha concluso invitando gli alpini “acontinuare sulla strada della bellezza diquesto stile di vita che certamente haprofonde radici nella grande e solida tra-dizione cristiana”. La Messa si è conclusa con la preghieradell’Alpino, recitata integralmente.

*Sul sagrato, a reparti nuovamente schie-rati, è seguita la parte ufficiale con i di-scorsi celebrativi. “Siamo convenuti quiper compiere un dovere sentito – ha det-to il presidente della sezione di MilanoLuigi Boffi – Abbiamo onorato il nostromotto ricordando i nostri Caduti congrandi azioni di solidarietà”. Ed ha conti-nuato dicendo che là dove ci sono gli al-pini c’è l’Italia migliore, quella vera chenel momento del bisogno si rimbocca lemaniche e corre ad aiutare. Gli alpini han-no una grande visibilità, ma anche unagrande responsabilità, soprattutto nei ri-guardi dei giovani. Boffi ha infine espres-so solidarietà e vicinanza a “tutti gli alpi-ni, in armi e a quelli in congedo in Italia enel mondo. Ed ha concluso con un “avan-ti così, cari amici alpini ed un augurio dal-la sezione di Milano che il 2012 sia un al-tro anno di grande solidarietà come ci haincitato il nostro arcivescovo”.Poi l’atteso intervento del sindaco di Mi-lano Giuliano Pisapia, che nonostantepartecipasse per la prima volta ad unamanifestazione di alpini ha avuto parolenon di circostanza e dimostrato una sin-cera condivisione di valori. Anche in que-sto, unito all’assenza di personaggi politi-ci, si è distinta questa 54ª celebrazione.“Amici cari – ha esordito - Sono orgoglio-so di essere tra voi nel giorno in cui ricor-

diamo con gratitudine sincera tutti gli al-pini e tutti i soldati caduti per l’Italia intempo di guerra e in tempo di pace. Por-to il saluto di Milano, di questa città cheha con voi un rapporto di riconoscenza edi affetto sincero. Oggi, tutti insieme, ab-biamo bisogno di ridare forza e slancioall’orgoglio di essere italiani. Per farlo ser-vono esempi positivi di generosità, di de-dizione ad un ideale, un ideale che ci fasentire parte di una famiglia, di una co-munità”. E ha proseguito per dire che “unodi questi componenti più amati siete voialpini. Lo siete perché rappresentate lagenerosità e lo spirito di sacrificio di tut-to il popolo italiano”.E rivolgendosi agli alpini in armi schierati.“Oggi il nostro pensiero va in particolarea Luca Sanna e Massimo Ranzani, gli ulti-mi Caduti alpini nelle nostre missioni dipace. A salvarci dalla crisi non sarannosolo le strategie finanziarie ma i valori ve-ri, quelli che voi rappresentate a nomedell’Italia nel mondo, dove siete amba-sciatori di umanità e giustizia”. E ha ripre-so le parole pronunciate dal cardinale al-l’omelia: “Non c’è pace senza giustizia,non c’è giustizia senza pace, non c’è de-mocrazia senza pace e senza giustizia.Non c’è futuro senza democrazia”. Di que-sto futuro “voi siete e sarete protagonisti,ed ha espresso l’augurio di un Natale fon-te di gioia e serenità, “una serenità chederiva dall’orgoglio di essere alpini, unesempio per tutti noi. Potete contare sul-l’affetto e sulla stima di Milano e grazie atutti voi”.Dopo il sindaco è stata la volta del presi-dente del Consiglio provinciale di MilanoBruno Dapei, che ha portato il saluto el’abbraccio affettuoso del Consiglio “ai

Sul pulpito il cardinale Scola. In primo piano il Labaro con i consiglieri nazionaliChiofalo e Bertino e il vessillo della sezione di Milano.

L’incontro dopo la Messa dell’arcivescovo Scola con Perona.

Da sinistra: i generali Berto, Battisti, Primicerj, il presidente Perona. A destra: il sindaco Pisapia, il presidente della provincia di Milano Dapei e il gen. de Milato.

111-2012

tantissimi alpini della città, della provin-cia e da tutte le parti d’Italia per onorareil sacrificio dei Caduti. Le istituzioni – hacontinuato – sono qui oggi per inchinarsidavanti al Labaro degli alpini e a quellidelle altre associazioni d’arma per ringra-ziare gli alpini e gli uomini e donne dellealtre Forze Armate che portano sicurezzae pace in terre lontane. Grazie per i valo-ri che così bene sapete rappresentare.Nell’anno celebrativo del 150° della no-stra unità guardiamo al nostro passato enon a caso gli alpini sono stati e sono nelcuore di ogni italiano”.Da ultimo l’intervento dell’oratore uffi-ciale della celebrazione Beppe Parazzini,accolto da un applauso. “Mi associo ai sa-luti che vi sono stati rivolti, però, avendoricoperto la carica di presidente dell’As-sociazione, sono un po’ fazioso e abbrac-cio con particolare affetto gli allievi dellascuola militare Theuliè che sono quischierati con la rappresentanza delleTruppe alpine con il loro comandante ge-nerale Primicerj. A Milano siamo riunitiper rinnovare una tradizione e i senti-menti di attaccamento alle Truppe alpi-ne”. Parazzini ha ricordato la nascita, pro-prio a Milano nel 1919, dell’Associazione eper anni sede del mitico 5° Alpini. QuestaMilano – ha continuato – che in un loca-le della Galleria ha visto difendere stre-nuamente da parte dei vertici dell’Asso-ciazione la Bandiera d’Italia che i facino-rosi avrebbero voluto ammainare. Noi ab-biamo iniziato nel 1919 a celebrare l’anni-versario dell’Unità d’Italia e lo facciamotuttora con orgoglio e con naturalezza”. Ha poi ricordato lo scopo della celebra-zione dei Caduti con la Messa di Natale ela deposizione di una corona al Sacrarioche ricorda i ben cinquemila Caduti mila-nesi in tutte le guerre. “Celebrazione vo-luta da un grande alpino che oggi non c’èpiù, ma del quale celebriamo oggi il deci-mo anniversario della scomparsa. Questoalpino è Peppino Prisco (un grande ap-plauso è stato rivolto alla sua memoria)con la collaborazione di un altro grandealpino, l’undicesimo presidente dell’ANAUgo Merlini, del quale oggi ricorre il qua-rantesimo della scomparsa”. Parazzini ha spiegato che Peppino vollequesta cerimonia per riconoscenza aglialpini abruzzesi e in particolare a quellidel “suo” battaglione L’Aquila, ai quali fusempre grato e che in seguito questacommemorazione si è adeguata e si èestesa a tutti i Caduti alpini, contribuen-do a demolire la barriera, per così dire,ideologica che separava certe categorie

date dalla società civile agli alpini. Unabarriera che vedeva gli alpini divisi in ca-tegoria di serie A, cioè quelli che avevanofatto la guerra in Russia e in Grecia, alpinidi serie B, quelli di Monte Marrone e del-la Val d’Idice e quelli di serie C, della“Monterosa” e del “Tagliamento”.“Ebbene – ha continuato Parazzini – que-sta cerimonia ha demolito queste barrie-re ed ha riconosciuto che tutti coloroche avevano aderito al comando delleistituzioni, e che lo avevano fatto un buo-nafede, dovevano essere riconosciuti co-me tali: tutti alpini, degni di questa patriaunica che è la nostra Italia”. E rivolgendosi al sindaco Pisapia gli ha ri-cordato il blocco del traffico a causa del-l’inquinamento. “Sappia signor sindacoche Milano con cerimonie come questaaiuta ad avere un’aria più pulita”. Ed av-viandosi a conclusione e accennando allagrave situazione economica: “Siamo nelperiodo natalizio: non dobbiamo in nes-sun modo lasciarci andare alla desolazio-ne, dobbiamo essere ottimisti. Lo hascritto anche recentemente il nostro pre-sidente nazionale in un bellissimo edito-riale sul nostro periodico L’Alpino. Gli al-

pini sono portatori di ottimismo, anchequando la società non funziona bene.Questo è il nostro scopo, lo abbiamosempre portato avanti, con dignità, cononore e pensando ai nostri vecchi lo fac-ciamo oggi e lo faremo ancora domani.Viva l’Italia, viva gli Alpini”.Restava l’ultimo atto: la sfilata fino al Sa-crario in Sant’Ambrogio e la deposizionedi una corona con la resa degli onori aicinquemila Caduti milanesi. Una cerimo-nia semplice quanto austera. Da registrare un fuori programma: la Fan-fara storica della sezione di Vicenza è tor-nata in piazza Duomo invasa ancora dacentinaia di alpini e altrettanti cittadini eturisti. In galleria ha eseguito un breveconcerto con carosello. Poi, trasferitanella piazza, si è esibita in un vero e pro-prio concerto fra gli applausi della gentee la felicità di tanti turisti stranieri chehanno filmato e fotografato quei musi-canti in divisa storica che facevano di-menticare con il loro calore l’aria umida efredda di quella mattinata tipicamentemeneghina. �

(Foto di Valeria Marchetti – L’Alpino)

Foto di Guido Marchioro

La cerimonia al Sacrario di Milano.

La fanfara storica della sezione di Vicenza.

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e commovente anche il fatto che ognigiorno il nonno e la zia di Luca andasse-ro in cantiere per portare una bevandacalda e della buona grappa.I lavori stanno progredendo secondo ilprogramma previsto. Stiamo realizzando per la prima volta,nel rispetto della normativa vigente, i la-vori all’interno di un cantiere con la pre-senza contemporanea di impresa e no-stri volontari. Sarà perciò un banco di prova ed unaconcreta esperienza da trasferire ad altrilavori in cui l’Associazione a tutti i livellivorrà utilizzare propri volontari.Per questo oltre a ringraziare i nostri vo-lontari che già hanno lavorato e quelliche in futuro lo faranno per “Una casaper Luca” lasciate che ringrazi quelli che

COMMOVENTE IL LAVORO DEI NOSTRI VOLONTARI E AMICI –L’INTERESSANTE ESPERIENZA DELLA COLLABORAZIONE CON IMPRESE PRIVATE

Dopo un impegno personale a Mi-lano, avendo terminato lo stessoper tempo, ho sentito il dovere

di fare una visita a Gravellona Lomellinanel cantiere dove i nostri volontari alpi-ni della sezione di Pordenone, con l’assi-stenza tecnica del nostro consigliere na-zionale Antonio Munari, stavano com-pletando la loro seconda settimanaconsecutiva di lavoro. Li ho raggiunti al-l’ora di pranzo nella splendida sede delgruppo di Vigevano che ci ospita perquesto nostro impegno. Terminato ilpranzo, ottimamente preparato dal cuo-co Franco di Pordenone coadiuvato daFrancesco del gruppo di Vigevano, ci sia-mo recati in cantiere a verificare lo statodei lavori. Nel pomeriggio sono stati gettati gli ul-timi 30 metri cubi della soletta del so-laio sopra fondazione. Non ho potutofare a meno di congratularmi con AldoDal Bianco vice presidente della sezionedi Pordenone e caposquadra e con tuttii suoi magnifici volontari che qui vogliocitare uno per uno Tarcisio Barbui, Gian-ni Celotto, Claudio Corazza, Bruno DeLorenzi, Remigio Marcon, Franco Moro,Lorenzo Pasut, Luciano Piasentin, AngeloReffo, Sergio Rossetto, Danilo Sacilotto.Già alla posa della prima pietra venerdì11 novembre ho potuto vedere l’entusia-smo e la disponibilità degli alpini perrealizzare questo nostro progetto di“Una casa per Luca” ma quanto hannofatto i nostri volontari in queste duesettimane ha dello straordinario per im-pegno e quantità di lavoro. Significativo

gratuitamente ci hanno offerto la lorofattiva collaborazione per tutta la parteprogettuale e burocratico-amministrati-va che forse non si materializza ma checostituisce supporto indispensabile per-chè tutto possa realizzarsi a perfetta re-gola d’arte e nel rispetto della normati-va vigente.Tra questi i nostri consiglieri nazionaliAntonio Munari e Renato Zorio, il re-sponsabile della Protezione civile Giu-seppe Bonaldi, anche collaudatore stati-co della casa, lo studio “Fa Progetti” diPossagno per il progetto architettonicoed il coordinamento degli impianti, l’al-pino arch. Luigi De Finis per la coproget-tazione architettonica e direttore dei la-vori, e gli amici degli alpini architettoLuigi Carretta, estensore del piano di si-

Una casa per Luca: al via la struttura

La soletta del solaio sopra la fondazione della Casa per Luca. Ora la ditta Interholz sta montando la struttura in legno. L’edificio sta prendendo forma.

I volontari della squadra della sezione di Pordenone (Aldo Dal Bianco, Tarcisio Barbui, Gianni Celotto, Claudio Corazza, Bruno De Lorenzi, Remigio Marcon, Franco Moro, Lorenzo Pasut, Luciano Piasentin, Angelo Reffo, Sergio Rossetto, Danilo Sacilotto) con, al centro,il vice presidente Sebastiano Favero e, a sinistra, il consigliere nazionale Antonio Munari.

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curezza e coordinamento della sicurez-za in corso d’opera e l’ing. Gianni An-dreazza, calcolatore e direttore lavoriopere strutturali, e non per ultimo il ca-pogruppo di Vigevano, geom. MarcoBoccellini con il suo Gruppo.Mi pareva opportuno, in questa fase, co-me Associazione Nazionale Alpini rin-graziare quanti con noi ed in particolarecon la commissione all’uopo costituitadal CDN, collaborano con alto senso didisponibilità e di generosità: grazie atutti e buon lavoro.

P.S. Nella settimana successiva alla mia visi-ta, quella dal 21 al 26 novembre i volon-tari della Sezione di Bergamo: GiulianoAstori, Mario Bedolis, Costantino Oma-cini, Melchiorre Astori e Antonio Alcainisempre coadiuvati da Antonio Munari,hanno completato i lavori necessari perpermettere all’Interholz di montare lastruttura lignea della casa.Grazie anche agli splendidi alpini di Ber-gamo

Sebastiano Favero vice presidente

nazionale vicario

Il consigliere nazionaleAntonio Munari con icinque volontari dellasezione di Bergamo: Giuliano Astori, Mario Bedolis,Costantino Omacini, Melchiorre Astorie Antonio Alcaini.

“CASA PER LUCA”: CERCANSI VOLONTARI

Per la realizzazione della casa per Luca servono volontari: la loro col-laborazione consentirebbe di far risparmiare risorse che potrebberoessere utilizzate per azioni collaterali connesse al progetto.Sono previsti turni settimanali che iniziano domenica pomeriggio-se-ra o lunedì mattina (a seconda della residenza dei volontari), e termi-nano il sabato successivo. Si ricercano, per turno, gruppi di volontaricomposti da circa 6/8 persone, con specialità di carpentiere, murato-re, formazione tramezzature con lastre in cartongesso, posatori di pa-vimenti, generici, cuochi, imbianchini o pittori, ecc.Sono in corso programmazioni dettagliate per gli interventi e presu-miamo che, dall’inizio di febbraio e fino al 15/20 aprile, siano neces-sari i volontari per l’esecuzione delle fognature, opere esterne e aseguire l’assistenza agli impianti, la posa di pavimenti e rivestimen-ti, ecc.Vitto e alloggio sono previsti presso la sede del gruppo di Vigevano,posto nelle immediate vicinanze del cantiere. I volontari dovrannoportare al seguito: sacco a pelo (o altro equivalente), attrezzi leggeripersonali di specialità, compresi i D.P.I. (dispositivi di sicurezza). At-trezzature particolari saranno comunicate di volta in volta diretta-mente ai volontari.I volontari interessati dovranno contattare la propria SezioneANA, specificando la specialità. Le disponibilità saranno comuni-cate dalle Sezioni alla segreteria della sede nazionale della Protezio-ne civile ANA. Si darà evasione alle proposte di disponibilità dei vo-lontari con riferimento alla data di ricevimento, e comunque ad insin-dacabile giudizio della direzione tecnica della Commissione “Una ca-sa per Luca”.

“LA PATRIA CHIAMÒ”: OVVERO IL DESTINO D’UN EROE ALPINO

“La Patria chiamò” sembra un motto d’altri tempi, il titolod’una rivista riservata ai soldati al fronte. È ancora attua-

le, purtroppo, e riguarda il destino di – ormai troppi – nostri mi-litari che dalle missioni chiamate di pace non sono più tornati, osono tornati feriti nel corpo e nell’anima.

“La Patria chiamò” è dunque anche l’appropriato titolo d’un libro che racconta lastoria dell’alpino Luca Barisonzi, caporale dell'8° reggimento Alpini, stampato dal-l’editore Mursia e presentato – presente lo stesso Luca – il 22 dicembre scorso alCircolo di Presidio di Milano, a Palazzo Cusani (nella foto sotto). Il volume, cura-to dalla ricercatrice Paola Chiesa, è stato introdotto dal nostro presidente nazio-nale Corrado Perona, dal comandante delle Truppe alpine gen. C.A. Alberto Pri-micerj e dal gen. Camillo de Milato. Luca, come si sa, venne ferito in Afghanistannell’attentato di un terrorista camuffato da soldato dell'esercito afgano. Il suocompagno di pattuglia, il capo-ralmaggiore Luca Sanna fu uc-ciso. Questo libro ricostruiscela vita di Barisonzi, parla delsuo coraggio e della sua forzad’animo che sono un esempioper tutti, specialmente per igiovani, in un momento in cui èterribilmente importante riap-propriarci dei valori che hannofatto grande l’Italia.

foto di Valeria Marchetti - L’Alpino

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NOSTRI ALPINI IN ARMI

Il generale alpino di Corpo d’ArmataClaudio Graziano ha assunto la cari-ca di capo di Stato Maggiore dell’E-

sercito. L’avvicendamento con il genera-le Giuseppe Valotto, sancito ufficial-mente dal passaggio della Bandiera diGuerra dell’Esercito, è stato celebratoalla presenza del Ministro della DifesaGiampaolo Di Paola.Alla cerimonia hanno partecipato, tragli altri, i sottosegretari alla Difesa Filip-po Milone e Gianluigi Magri, l’ex mini-stro Ignazio La Russa, il capo di StatoMaggiore della Difesa generale BiagioAbrate, i capi di Stato Maggiore dell’Ae-ronautica e della Marina ed il coman-

Il gen. Graziano nuovo Capo di SME

dante generale dell’Arma dei Carabinie-ri. La nostra Associazione era rappre-sentata dal presidente nazionale Corra-do Perona e dal delegato ANA a RomaFederico di Marzo che si sono felicitaticon il gen. Graziano per l’alto incaricoassegnatogli.Il generale Valotto è sempre stato mol-to vicino alle Truppe alpine e alla no-stra Associazione, e per questo gli sia-mo grati. Lascia il servizio attivo dopooltre 45 anni dalla nomina ad ufficialeed il ministro Di Paola gli ha rivolto ilsuo ringraziamento per l’impegno pro-fuso alla guida dell’Esercito Italiano ne-gli ultimi due anni. �

Il momento del cambio di comando al vertice dell’Esercito tra il gen. Valotto e il gen. Graziano.

IL SALUTO AL PRESIDENTE NAZIONALE

CORRADO PERONAQuesto il saluto inviato dal generaleGraziano al nostro presidente naziona-le Corrado Perona. “Nel giorno in cui assumo la carica diCapo di Stato Maggiore dell'Esercito,desidero rivolgere il mio affettuoso sa-luto all'Associazione Nazionale Alpini,a tutti i suoi membri, orgogliosi "custo-di" dei valori e delle tradizioni dellaSpecialità che mi ha accolto da giovaneUfficiale subalterno e che ha contribui-to in maniera determinante alla miaformazione di Uomo e di Comandante.Rivolgo un deferente omaggio al Laba-ro dell'Associazione Nazionale, checon le sue innumerevoli decorazionisimboleggia il sacrificio compiuto datutti gli Alpini caduti per la nostra ama-ta Patria e a tutti i vessilli delle Sezionie ai Gagliardetti dei Gruppi che rappre-sentano la capillare e attiva presenzadegli alpini in congedo su tutto il no-stro territorio nazionale, presenza checontribuisce in maniera determinante afavorire la piena integrazione degli Al-pini in armi con le comunità che tradi-zionalmente ospitano i nostri reparti. Un sentito ringraziamento va infine alPresidente Nazionale, Cavaliere Corra-do Perona, al quale mi legano profondivincoli di amicizia, oltre che di granderispetto, per la passione, la forza, il di-sinteressato entusiasmo con cui guidal'Associazione.Assumo la guida della Forza Armata inun momento certamente difficile, ca-ratterizzato da una particolare con-giuntura economica che ci imponenuove sfide.Saranno pertanto necessari grandi sa-crifici e significative trasformazioni or-ganizzative, a fronte di impegni opera-tivi sempre più gravosi, ma l'intima cer-tezza che l'Associazione Nazionale Al-pini non farà mai mancare il proprio in-condizionato sostegno all'Esercito,contribuisce sicuramente ad affrontareil futuro con entusiasmo e serenità.

Viva l'Associazione Nazionale Alpini!Viva l'Esercito!Viva l'Italia!”

Il Capo di Stato Maggiore dell'EsercitoGen. Claudio Graziano

I Ca.STA dal 30 gennaio al 3 febbraio

ICa.STA, campionati sciistici delleTruppe alpine si svolgeranno neltradizionale teatro dell’alta Val Pu-

steria a cavallo fra gennaio e febbraio.

L’inaugurazione avrà luogo a San Can-dido alle 18 di lunedì 30 gennaio, lacerimonia di chiusura sarà svolta a par-tire dalle 15 di venerdì 3 febbraio. Sa-

ranno, com’è ormai tradizione, unmomento di confronto con le de-legazioni di altre formazioni mili-tari alpine di Paesi alleati e amici enel contempo un severo banco diprova dell’addestramento e dellecapacità operative per i nostri re-parti alpini. Fra le gare più signifi-cative, quella dei plotoni e due ga-re di slalom femminile, valevoli perla classifica della Coppa Europa. �

151-2012

NOSTRI ALPINI IN ARMI

Il gen. Fausto Macor vice comandante delle Truppe alpine

Il generale di DivisioneFausto Macor è il nuovovice comandante delle

Truppe alpine e Comandan-te della Divisione Alpina“Tridentina”. Il passaggio diconsegne con il gen. D.Gianfranco Rossi è avvenutolo scorso 18 novembre al Pa-lazzo Alti Comandi di Bolza-no, alla presenza del coman-dante delle Truppe alpinegen. C.A. Alberto Primicerj. Il gen. Macor ha assunto il prestigiosoincarico al termine di un intenso lavoroin Patria e all’estero, l’ultimo dei qualipresso il Consiglio Atlantico della NATOa Bruxelles quale Addetto per la Difesa edi Forza Armata, Capo dell’Ufficio Ad-detti e Consigliere Militare della Rap-presentanza italiana. Il gen. Rossi che èstato vice comandante dal 19 aprile2010, assumerà a breve un nuovo presti-gioso incarico.

Il generale di Divisione Fau-sto Macor è nato a Udinenel 1953. Nel 1974, dopo averfrequentato il 74° corso perUfficiali di Complementoad Aosta e un breve periododi servizio quale sottote-nente di complemento de-gli alpini al battaglione “Ci-vidale” a Chiusaforte (Udi-ne), ha frequentato il 156°corso allievi Ufficiali pressol’Accademia Militare di Mo-

dena negli anni 1974-1976 ed ha comple-tato il ciclo formativo presso la Scuoladi Applicazione d’Arma di Torino nel1978, anno in cui ha conseguito il gradodi tenente nella specialità “alpini”.Istruttore militare di educazione fisica,pattugliatore scelto, paracadutista mili-tare abilitato alla tecnica della caduta li-bera, istruttore scelto e maestro di sci eistruttore di alpinismo, ha svolto attivitàdi comando.

Ha, tra l’altro, comandato il battaglione“Susa”, il 3° Alpini, la brigata alpina “Tau-rinense”, l’Italian Battle Group in Bosnia-Erzegovina e la Regione Ovest nell’ambi-to della missione ISAF in Afghanistan(2007-’08).Ha frequentato il 113° corso di StatoMaggiore e quello superiore di StatoMaggiore presso la Scuola di Guerra diCivitavecchia. Dal 1994 al ’99 ha svoltol’incarico di Capo di Stato Maggiore del-la Brigata Alpina “Taurinense” e durantetale periodo (1997-’98) è stato Capo diStato Maggiore della Brigata multinazio-nale nord a Sarajevo (BiH) nell’ambitodelle forse di stabilizzazione (SFOR) e,con lo stesso incarico, nella Task ForceNord in Albania (1999).Dal novembre 2008 al novembre 2011 èstato l’Addetto per la Difesa e di ForzaArmata, Capo dell’Ufficio Addetti eConsigliere Militare della Rappresentan-za italiana presso il Consiglio Atlanticodella NATO a Bruxelles. �

Militari NATO e alpini varesini lungo la linea Cadorna

Duecento militari del presidio delCorpo d’Armata di reazione rapi-da della NATO di stanza alla ca-

serma Ugo Mara di Solbiate Olona co-mandato dal gen. C.A. Giorgio Battisti,alpino, che comprende, oltre ad italiani,ufficiali di 15 Paesi dell’Alleanza Atlanti-ca, unitamente ad alpini della sezione diVarese con il loro presidente FrancescoBertolasi, hanno effettuato una marcia diaddestramento lungo un tratto della Li-nea Cadorna, con partenza e arrivo aCuasso al Monte.Al termine, è stata deposta una corona alMonumento dei Caduti, presenti anche ilprefetto di Varese Giorgio Zanzi e il sin-daco della cittadina Massimo Cesaro.La marcia, inserita dal comando NATOnelle celebrazioni dei 150 anni dell'Unitàd'Italia, ha consentito di riscoprire, valo-rizzare e far conoscere la linea difensivarealizzata lungo l’asse italo-svizzero dalgenerale Luigi Cadorna tra il 1911 ed il1916, ancora oggi un’importante testimo-nianza della storia del nostro Paese.L’organizzazione della marcia è stata l’en-nesima occasione di apertura e incontro

tra presidio NATO di Solbiate Olona, glialpini in congedo, i cittadini dell’Alto Va-resotto e le amministrazioni locali. Lamattinata si è conclusa alla palestra co-munale di Cuasso, dove gli alpini della se-zione varesina e i militari della “Ugo Ma-ra” hanno organizzato un pranzo al quale

si sono uniti, al classico taglio della torta,una trentina di ragazzi delle medie.Nella foto: il momento che… immortalala marcia della colonna mista lungo a li-nea Cadorna, con il gen. Battisti, alle suespalle il sindaco di Cuasso e - semicoper-to - il presidente Bertolasi. �

Il gen. Rossi (a sinistra)e il gen. Macor.

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“Siamo al passo deimigliori reparti stranieri”

INTERVISTA AL COMANDANTE DELLE TT. AA. GEN. C.A. ALBERTO PRIMICERJ

Il generale Alberto Primicerj si trovaormai da tre anni a Bolzano, al verticedelle Truppe alpine. È tempo di porgli

qualche domanda sulla sua esperienza dimilitare e di comandante. Ufficiale che sicontraddistingue per la propensione allaconcretezza, all’operatività, alla linearitàdei rapporti, manifesta la sua vocazionealpina fin da giovane, senza incertezze,tanto che ai tempi dell’Accademia quan-do gli viene sottoposto un foglio per lascelta della specialità scrive nelle tre ca-selle di opzione: alpini, alpini, alpini. È fa-cile quindi parlare della vita militare confranchezza. Ma sentiamolo.Comandante, la scelta d’intraprenderela carriera militare è stata problemati-ca o decisa?Nessun tentennamento. Provengo da unambiente alpino, mio padre è stato co-mandante della brigata Cadore, mio fra-tello è a Roma allo Stato Maggiore del-l’Esercito. Ho avuto modo di valutarequesta scelta senza condizionamenti, eper me è stato naturale pensare d’indos-sare la divisa.Che ricordo conserva dell’esperienzadell’Accademia di Modena?L’Accademia l’ho vissuta come un perio-do di formazione molto duro. Il metodoeducativo e i risultati che si ottengono

sono sicuramente validi. Per un ragazzodegli anni Settanta, piuttosto movimen-tati, perdere privilegi e libertà della vitacivile costa impegno e sofferenza. Ma laserietà dell’educazione forma e ti segnacome uomo e come futuro ufficiale.Qual è stato il periodo di comando chericorda più volentieri?Sono grato alle istituzioni e al Corpo de-gli Alpini che mi hanno consentito di fa-re delle esperienze interessantissime. Aognuno di noi che intraprende questa viapiace comandare degli uomini, vivere inun determinato ambiente; si crede incerti valori che normalmente si esprimo-no stando a contatto con gli uomini. Hoperò avuto modo di fare esperienze piùvaste, di comandare reparti anche multi-nazionali al di fuori del territorio nazio-nale, di passare un periodo allo StatoMaggiore, di frequentare Scuole di Guer-ra anche all’estero, di sentire com’è l’am-biente diplomatico come addetto mili-tare presso l’ambasciata d’Italia a Bonn.Ho avuto la grossa fortuna di passare at-traverso tutte le tappe di comando: plo-tone, compagnia, battaglione, reggimen-

La crisi economica? Si fasentire, ma non nellemissioni all’estero - I nostri militari devonointerfacciarsi concolleghi di altrenazionalità in uncontesto in cui stress e resistenza psicofisicarichiedono unapreparazione maggiore- I fraterni rapporti con l’ANA

to, brigata (Julia, n.d.r.), Divisione fino alcomando di Corpo d’Armata presso leTruppe alpine. Quello che resta più nel cuore, che tiforma di più e che ti dà più soddisfazio-ne e anche richiede un grande impegno èquello di comandante di compagnia per-ché sublima la figura dell’ufficiale deglialpini. È giovane, comanda i suoi uomini,ha autonomia decisionale che pochi inaltre Armi hanno. E quindi si costruisce laquotidianità a contatto con l’uomo.Un’esperienza durata otto anni: alloraera normale, ora un privilegio di pochi.Tutti premono, e giustamente, per farequesto periodo di comando. Credo chequel passaggio professionale mi abbiaformato come ufficiale.La provenienza geografica e la forma-zione eterogenea dei volontari sonouna ricchezza o un problema?Il fatto di avere giovani di diverse prove-nienze sociali e differenti livelli di scola-rità è sicuramente una ricchezza. Si haquasi un ventaglio completo di quellache è la società giovane del nostro pae-se. Si vedono certo le differenze cheperò unite in un unico reparto creano unvalore aggiunto. Rispetto alla leva obbli-gatoria abbiamo meno laureati ma nes-sun analfabeta. La differenza di prove-nienza regionale, un tempo vedeva unaprevalenza di reclutati nelle regioni del-l’Italia centro-settentrionale, ora il rap-porto si è ribaltato. Diciamo che circa il70% dei volontari è di provenienza cen-tro meridionale, anche se negli ultimi an-ni i VFP1 stanno segnalando un’inversio-ne di tendenza. In un primo momentodobbiamo riconoscere che qualche pro-blema c’è stato, però con gli anni ci sia-mo resi conto che vale il modo di dire:“Alpini non si nasce, si diventa”. Anche seprovengo da una famiglia di alpini mi so-no convinto che sono i sentimenti, l’ad-destramento, il livello di efficienza, leesperienze comuni, la vita sulle monta-gne e le fatiche a creare lo spirito di Cor-po. Del resto, anche in passato gran par-te dei sottufficiali, una colonna portante

Il gen. C.A. Alberto Primicerj.

NOSTRI ALPINI IN ARMI

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dei nostri reparti, proveniva da zone nonalpine.Quanto tempo è necessario per arriva-re a strutturare reparti compatti edoperativi?Quando si parla di reparto compattos’intende un’Unità cui si possono affida-re dei compiti. I compiti sono cambiatirispetto al periodo della leva quandoerano fondamentali la difesa della Patria,del territorio e la salvaguardia del viveresociale. L’operare dell’alpino di oggi è unpo’ diverso rispetto a quello del passatoe quindi anche il tempo per formare unreparto compatto, in grado di operaresecondo quanto gli viene chiesto, è di-verso. Al tempo della leva ci si concen-trava sulla difesa della patria, la tuteladelle libere istituzioni e quindi il livellodi addestramento richiesto, validissimo,era relativo a determinate cose che poiin pratica non sono mai state chieste.Quindi tendevamo a creare lo spirito direparto, a irrobustire quella resistenza fi-sica e quelle motivazioni che avrebberoconsentito di affrontare determinate si-tuazioni qualora si fossero verificate. Perraggiungere questi obiettivi i 18, 15, 12mesi ci consentivano di avere reparti ve-ramente spendibili. Posso dire qualcosadi più: dopo mesi, con l’addestramentoche gli facevamo fare abitualmente, liportavamo ad essere operativi. Sonoconvinto che qualora fosse stato richie-sto, com’è successo in Mozambico, glialpini di leva erano pronti a dare e a di-mostrare efficienza anche se il periododi addestramento era inferiore. Adessoai nostri alpini viene richiesto effettiva-mente di immergersi in realtà che nonvoglio chiamare di guerra, ma sonorealtà dove si cerca di ricostruire un tes-suto sociale in una nazione lontana, digarantire una certa sicurezza in unarealtà in cui la minaccia c’è ed è mortale.Si attuano determinate procedure d’im-piego in un contesto dove lo stress e laresistenza psicofisica a determinate si-tuazioni molto rischiose richiedono unapreparazione maggiore. Senza dimenti-care che oggi i nostri militari si trovano ainterfacciarsi con colleghi di altre nazio-nalità e quindi necessitano di competen-ze linguistiche e mezzi tecnologicamen-te avanzati. Ad un reparto destinato al-l’Afghanistan occorrono almeno 12 mesidi esperienza addestrativa, di cui un pe-riodo di cinque-sei mesi di preparazionespecifica. I mezzi con forti componentidi tecnologia che aumentano la sicurez-za e il controllo del campo di operazioni

richiedono un periodo di addestramen-to più lungo rispetto al passato. Quindinon solo addestramento psicofisico maanche tecnico e di conoscenza.Perché ci sono reparti di artiglieria ter-restre, per noi da montagna, o di altraspecialità con cappello alpino che nonsono alle dipendenze delle Truppe al-pine?Come comandante delle Truppe alpinenon sono strafelice che ci sia una realtàdel genere, anche se capisco le motiva-zioni. Abbiamo in questo momento 4 re-parti, due logistici, uno in Alto Adige euno in Piemonte, un reggimento di arti-glieria alpina, il Vicenza a Trento, e il 2°Trasmissioni a Bolzano, che indossano ladivisa completa degli alpini, svolgonoanche attività in montagna nell’ambitodella loro specialità e non dipendonodal comando delle Truppe alpine. Que-sto deriva dal fatto che con passate ri-strutturazioni e specializzazioni alcunireparti sono stati tolti al nostro coman-do e affidati a comandi più specialistici.Questi reggimenti si sono veramentebattuti per conservare il cappello alpinoin quanto si sentivano parte della fami-glia alpina e noi li sentiamo sempre no-stri figli.Le missioni all’estero in questi ultimianni hanno assorbito buona parte del-la vostra operatività: sono servite adelevare la professionalità dei reparti?Sicuramente sì. È stato un modo permettere in pratica tutto quello che, an-che nel periodo in cui avevamo la leva,abbiamo trasmesso come insegnamento

e come capacità operativa ai nostri re-parti. È un po’ come passare dalla Fortez-za Bastiani (dove l’ufficiale GiovanniDrogo per tutta la vita comanda con ri-gore un reparto in attesa di un attaccodei Tartari che non arriva, n.d.r.), nellaquale i soldati si preparavano meticolo-samente in una lunghissima attesa del-l’attacco che consentisse loro di mette-re in pratica quello che avevano impara-to, alla realtà vera, che è un po’ l’epilogodel romanzo, dove alla fine i Tartari o ilnemico arrivano veramente. Noi siamopassati a questa fase successiva. Oggi inostri ragazzi mettono in pratica quelloche apprendono sul territorio nazionalenei lunghi mesi di addestramento e que-sto accresce la loro professionalità inquanto imparano a correggere gli errori,sanno cosa si deve migliorare, controlla-no di più le proprie reazioni e miglioranol’efficienza psicofisica. La capacità ope-rativa e la professionalità crescono. Sia-mo al passo, anzi in certi casi migliori, direparti di altri eserciti stranieri famosi.Ci sono aspetti dell’organizzazione at-tuale dei reparti al suo comando chepotrebbero migliorare se le risorse fi-nanziarie fossero un po’ più generosedi quelle attuali?Se parliamo di risorse numeriche devodire che in questo momento siamo nondico al cento per cento, ma siamo moltovicini a quanto previsto dagli organici.Non è la carenza di fondi che incide sul-le percentuali della forza a disposizione.Invece se parliamo di risposte organizza-tive che possono derivare da mezzi, ma-

L’allora capo di SME gen. Valotto con il gen. Tarricone, comandante del Foter e il gen. Primicerjall’operazione Falzarego 2011.

NOSTRI ALPINI IN ARMI

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teriali o infrastrutture, che in questo mo-mento soffrono, allora sì, la crisi finan-ziaria si sta facendo sentire se si vuolemantenere un certo livello di efficienza.Quando parlo di mezzi e materiali mi ri-ferisco alle esperienze che stiamo facen-do fuori dal territorio nazionale. Unamaggior disponibilità di risorse ci per-metterebbe di avere più in fretta e forseanche in quantità maggiore determinatiequipaggiamenti, strumenti e anchemezzi idonei a garantire forme miglioridi sicurezza o un controllo più efficacedel campo di operazioni. Anche se devodire che la Forza Armata in questo mo-

mento sta facendo degli sforzienormi soprattutto per privile-giare la sicurezza del militare sulterreno e per non lasciar nullad’intentato o di casuale. Siamocambiati molto rispetto a quelliche erano gli alpini degli anni No-vanta. Abbiamo purtroppo diffi-coltà a reperire risorse per fare alcompleto l’addestramento dispecialità sugli sci, in palestra, levecchie escursioni o arrampicatein parete che consideriamo es-senziali sia per la preparazionedello spirito di Corpo che del fi-sico. Non mi riferisco ovviamen-te a quello operativo al di fuoridel territorio nazionale dove ifondi ci sono e ci permettono difare attività di preparazione.C’è tanta soddisfazione tra glialpini in congedo nel vedere aivertici delle Forze Armate pen-ne bianche e dietro a queste unbel gruppo di ufficiali con altoprofilo professionale ed uma-no. È casuale o c’è una ragione?

Io credo che di casuale a questo mondoci sia poco. Ci sono delle congiunture fe-lici e il caso va sempre aiutato. Non cer-to nel senso che bisogna agire in manie-ra poco pulita o poco trasparente peraddivenire a determinate situazioni co-me quella attuale per le Truppe alpine.Bisogna avere nello stesso momentodelle persone che hanno veramente unacapacità e una preparazione alle spalletale da consentire di mettere gli uominigiusti al posto giusto. Ed è il momentoattuale. Se ai livelli più alti della Difesa,della Forza Armata e di altre Unità multi-nazionali di vertice presenti in Italia ci

sono in questo momento generali deglialpini o della vecchia artiglieria da mon-tagna vuol dire che questo è avvenutoper capacità personale, perché nell’am-bito dei loro corsi sono stati ai vertici operché hanno avuto la fortuna di fare leloro esperienze da giovani, e anche dameno giovani, col cappello alpino, oltread incarichi di prestigio allo Stato Mag-giore o all’estero. La formazione nelleTruppe alpine, averne acquisito lo spiri-to, i valori e la capacità psicofisica, è sta-to un grande vantaggio per arrivare alpunto cui sono arrivati. Per noi alpini èuna grossa soddisfazione.Si sente dire che altri sacrifici sarannochiesti ai bilanci della Difesa: sarà latecnologia ad avere la meglio?Mi sono reso conto, per aver fatto un’e-sperienza personale di un anno in Afgha-nistan nel 2008 e aver comandato unabrigata multinazionale in Kosovo nel2004, che la tecnologia gioca e conti-nuerà a giocare un ruolo crescente. Nonc’è niente da fare. Non possiamo pre-scindere oggi dal fattore tecnologico edal cercare di migliorarlo continuamen-te, anche perché l’avversario, per quantoi conflitti in cui ci troviamo immersi sia-no asimmetrici, sfrutta la tecnologia e laperfeziona. Non possiamo più prescin-derne. Resto comunque dell’idea che lacentralità dello sforzo debba riguardarel’uomo, perché il qualcosa in più che ab-biamo e che tutti ci riconoscono è checontinuiamo a curare, in modo vorrei di-re ossessivo, la preparazione dell’indivi-duo. È la parte centrale dei nostri sforzi.L’esperienza formativa dei nostri avi, vis-suta in montagna, ci ha fatto capire co-me l’uomo, la sua capacità di resistenzadi fronte alle difficoltà ambientali sonofondamentali per avere successo, sia co-me singolo che come piccolo nucleo.Per chiudere con una battuta: militareè ancora bello?Militare è bello. Alpino è bellissimo. Lodico anche perché noi alpini in armi ab-biamo la fortuna di avere un’organizza-zione a fianco, anzi integrata con noi,l’Associazione Nazionale Alpini, checontinua la sua opera di diffusione di va-lori, ma anche di aiuto materiale. Ci èstata molto vicina ultimamente per af-frontare determinate situazioni. Quan-do si vedono certe immagini festose del-le Adunate, feste di popolo, come potràessere quella di Bolzano nel 2012, si capi-sce quanto militare fosse bello una voltae quanto continui ad esserlo oggi.

Vittorio BrunelloSul sagrato del Duomo di Milano, accanto al Labaro.

Il gen. Primicerj a Bousson con i giovani della mininaja.

NOSTRI ALPINI IN ARMI

191-2012

NOSTRI ALPINI IN ARMI

Il colonnello Giuseppe Montalto è ilnuovo capo di Stato Maggiore dellabrigata alpina Julia. Ha lasciato il co-

mando del 4° reggimento alpini paraca-dutisti “Ranger” per assumere questonuovo prestigioso incarico. Con i suoialpini paracadutisti il col. Montalto hasvolto importanti e difficili missioni afianco delle Forze Speciali in Iraq ed Af-ghanistan, conducendo operazioni adalto rischio. Già paracadutista civile dal1986 ha conseguito l’abilitazione allatecnica della caduta libera ed ha all’atti-vo un migliaio di lanci molti dei quali ef-fettuati proprio sui cieli di Udine. Oggi ilnuovo compito di essere capo dello Sta-to Maggiore della Julia, lo riporta nelcuore stesso della sua amata brigata. �

Il col. Giuseppe Montalto nuovo capo di S.M. della Julia

Il premio “Martiri di Cefalonia” è stato tributato a L’Aquila al capitano degli alpiniFrancesco Todisco, in forza al 9° Reggimento. L’importante riconoscimento con-cesso dall’associazione culturale Vox Militiae, che annualmente conferisce il pre-

mio a personalità o enti pubblici particolarmente sensibili alle tematiche del mondomilitare, ha gratificato la professionalità del capitano Todisco quando, al comandodi un convoglio di mezzi militari, in occasione di un attentato terroristico subìto loscorso anno in Afghanistan, veniva investito dall’esplosione di un ordigno posto sulciglio della strada. Si legge nella motivazione del premio che Todisco “Dimostravadoti di freddezza nella convulsa e delicata situazione operativa in cui si era venuto atrovare con i suoi uomini” nel distretto di Bala Baluk, zona sud-occidentale dell’areadi responsabilità italiana in Afghanistan. �

Il Premio “Martiri di Cefalonia” al capitano Todisco del 9° Alpini

Recuperati daigenieri alpini aPasso Tuckett

proietti d’artiglieriadella Grande

Guerra

Al Passo Tuckett, sullo Stelvio, igenieri alpini del 2° reggimen-to guastatori di Trento hanno

sgomberato residuati bellici della pri-ma guerra mondiale particolarmentepericolosi per l’incolumità degli alpi-nisti. Si tratta di 134 proietti d’artiglieria divario calibro, rinvenuti in una cavità,utilizzata come “Santa Barbara” daisoldati austro-ungarici per rifornire lepostazioni d’artiglieria che presidia-vano l’Adamello.Il nucleo di bonifica, composto dacinque artificieri, ha collaborato conle guide alpine per le operazioni diavvicinamento, approntamento esgombero degli ordigni che sono poistati fatti brillare nell’ex depositomunizioni di Stilves (Bolzano).Nel solo corso del 2011 sono stati ef-fettuati dai genieri alpini ben oltre160 interventi analoghi in Trentino Al-to Adige e nelle province di Vicenza,Padova e Belluno. Nella foto: i proietti sepolti nelghiaccio nella caverna trasformata indeposito munizioni nella GrandeGuerra. �

ASPETTANDO L’ADUNATA

201-2012

di Maurizio Ruffo

C’erano una volta... cinque brigate alpine

COM’ERA COSTITUITO IL IV CORPO D’ARMATA ALPINO DISLOCATO IN ALTO ADIGE DAL 1949 AL 1997

Nel 1945, al termine della secondaguerra mondiale, la ricostituzio-ne delle Grandi Unità alpine era

ostacolata dal trattato di pace non anco-ra firmato e dalla precaria situazioneeconomica e sociale del Paese strematoda una guerra durissima combattuta an-che sul territorio nazionale. Con il tratta-to di pace firmato a Parigi il 10 febbraio1947 e l’adesione dell’Italia alla NATO il 4aprile 1949, il Paese può iniziare a riorga-nizzare le proprie Forze Armate. È in que-sto contesto che tra il 1949 ed il 1953vengono costituite cinque brigate alpinecon il compito della difesa dei confininord-orientali ripercorrendo l’idea diPerrucchetti del 1872. La prima è la Julia,quindi la Tridentina, la Taurinense, l’Oro-bica e infine la Cadore. Ma ripercorria-mone la storia.

* * *

La brigata Julia discende dal 3° Rag-gruppamento alpino costituito in Bellu-no in attuazione della legge 7 marzo1923. L’ordinamento 11 marzo 1926 deter-mina la costituzione della 3ª brigata alpi-na, nella quale vengono inseriti i reggi-menti Alpini 8° e 9° ed il 3° reggimento ar-tiglieria da montagna. Nell’ottobre 1934,il comando della brigata assume la deno-minazione di Comando Superiore Alpinocui nel dicembre dello stesso anno è at-tribuito il nominativo di “Julio” e il nume-ro 3°. Nell’anno successivo, il 10 settem-bre, viene formata la Divisione alpina “Ju-lia” (3ª) ed ai due reggimenti alpini si af-fianca il 3° artiglieria alpina. La Divisione diventa subito famosa perl’eroico comportamento dei suoi uomininella dura e sfortunata Campagna di

Grecia, seguita dalla Campagna di Russiadove la “Julia” impegnata nell’epico ripie-gamento dell’inverno 42-43 perderà granparte dei suoi effettivi. La Grande Unità,in corso di riordinamento in Alto Adige,è sciolta nel settembre 1943 per gli even-ti successivi alla proclamazione dell’ar-mistizio. Il 15 ottobre 1949 ha inizio in Udine la ri-costituzione della Grande Unità con l’8°reggimento Alpini, il gruppo artiglieria damontagna “Belluno” ed un gruppo arti-glieria controcarri da 57/50. L’organicoviene ampliato nel 1950 con il plotonecomando di brigata ed una Compagniacollegamenti e nel 1951 con il 3° reggi-mento artiglieria da montagna, un grup-po artiglieria controaerei leggera ed unaCompagnia genio pionieri. Dal 1° gennaio 1952 la “Julia” è su coman-do e plotone comando, 8° reggimentoAlpini, 3° reggimento artiglieria da mon-tagna, gruppo “Conegliano” da 100/17,gruppo controcarri da 57/50, gruppocontroaerei leggera da 40/56, Compa-gnia genio pionieri, Compagnia collega-menti. Nel 1954 assume alle dipendenze

l’11° Raggruppamento da frontiera (in cuiconfluisce anche il 12° Raggruppamentoche diviene V gruppo sbarramenti), unbattaglione addestramento per il 7° e 8°alpini ed un gruppo addestramento re-clute per il 3° e 6° artiglieria da montagna(trasferiti nel 1955). Nell’agosto 1958 la Sezione Aerei Leggeri(SAL) del 3° reggimento artiglieria damontagna è assegnata al comando briga-ta, quindi negli anni che seguono l’artico-lazione subisce più volte parziali varia-zioni. Con la ristrutturazione dell’Eserci-to, il 1° ottobre 1975 l’organico dellaGrande Unità è modificato e compren-de: reparto comando e trasmissioni; bat-taglioni alpini “Gemona” (erede dell’ 8°reggimento), “Cividale”, “Tolmezzo”, “L’A-quila” e “Vicenza” (erede del 9° reggimen-to); battaglione alpini d’arresto “Val Ta-gliamento”; gruppi artiglieria da monta-gna “Conegliano” (erede del 3° reggimen-to), “Belluno” e “Udine”, una Compagniagenio pionieri, una Compagnia contro-carri, il raggruppamento servizi che sciol-to il 1° maggio 1976 è sostituito dal batta-glione logistico “Julia”.

211-2012

ASPETTANDO L’ADUNATA

Per l’opera prestata da tutti i reparti dellabrigata in occasione del terremoto inFriuli alla “Julia” viene concessa dal Mini-stro degli Interni la Medaglia d’Oro al Va-lore Civile. Fra gli altri interventi da ricor-dare vi è quello del 1980 di alcuni repartiinviati in Irpinia a sostegno dei sinistraticolpiti dal sisma del 23 novembre. Nelsettembre 1986 la Compagnia genio pio-nieri diviene Compagnia genio guastatori. In vista di un nuovo ordinamento per laForza Armata, il 31 ottobre 1989 vienesciolto il gruppo artiglieria da montagna“Belluno” e nel 1991, il 4 settembre, il bat-taglione alpini “L’Aquila” assume, in viasperimentale, una nuova configurazioneed il nome di reggimento Alpini “L’Aqui-la” mentre il 6 dicembre il gruppo “Udi-ne” assume la fisionomia di gruppo arti-glieria controaerei. Con il ripristino dellivello reggimentale, nel 1992 vengono ri-costituiti i reggimenti Alpini 8° (base bat-taglione “Gemona”), 9° (base battaglione“L’Aquila”) e formato il 15° (base batta-glione “Cividale”), ricostituito anche il 3°reggimento artiglieria da montagna (basegruppo “Conegliano”) mentre il 26 set-tembre è soppresso il battaglione alpinid’arresto “Val Tagliamento”. Nel 1993 labrigata comprende: reparto comando esupporti tattici; reggimenti Alpini 8°, 9°,14° (costituito, base battaglione “Tolmez-zo”) e 15°, 3° reggimento artiglieria damontagna, battaglione “Vicenza”, gruppocontraerei leggera “Udine”, battaglionelogistico “Julia”. Nei periodi agosto – set-tembre 1992 e gennaio – marzo 1993, la“Julia” prende parte con oltre 2000 uo-mini all’operazione di controllo del terri-torio “Vespri Siciliani”. La brigata impe-gnata dall’agosto 1993 nell’operazione“Testuggine” per il controllo del confineorientale, nel mese di ottobre assumeanche la responsabilità del contingenteitaliano che opera con l’ONU in Mozam-bico, sostituendo la brigata alpina “Tauri-nense” nella missione “Albatros”. Rientrata dall’Africa a fine maggio 1994,la “Julia” prende parte all’operazione“Riace” per il controllo del territorio inatto in Calabria, dove nel novembre 1994invia un proprio reggimento su tre batta-glioni di formazione. Nel novembre del-lo stesso anno aliquote di uomini e mez-zi della brigata intervengono in soccorsoalle popolazioni del Nord Italia colpitedall’alluvione. Sciolti sia il 15° reggimentoche il gruppo controaerei “Udine” la “Ju-lia” si apre alla collaborazione multina-zionale con Ungheria e Slovenia.

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La brigata Tridentina discende dal 2°raggruppamento alpino, costituito in at-tuazione della legge 7 gennaio 1923. L’or-dinamento 11 marzo 1926 determina lacostituzione della 2ª brigata alpina nellaquale sono inseriti i reggimenti 5°, 6° e 7°alpini e 2° artiglieria da montagna. Nel-l’ottobre 1934 il comando della brigata as-sume la denominazione di Comando Su-periore Alpino, cui nel dicembre dellostesso anno è attribuito l’appellativo di“Tridentino” e l’indicazione numerica di2°. Il 10 settembre dell’anno successivoviene formata la Divisione alpina “Triden-tina” (2ª) che oltre al 5° e 6° reggimentoAlpini inquadra il 2° reggimento artiglieriaalpina. Inquadrata nel Corpo d’Armata al-pino dell’armata italiana in Russia, parte-cipa alla sfortunata Campagna ed al do-loroso ripiegamento dell’inverno ’42-’43. La Divisione guidata dal generale Rever-beri sarà protagonista con il battaglioneMorbegno, dello sfondamento della sac-ca a Nikolajewka, scontro vittorioso perle armi italiane che aprirà la via del ritor-no ai superstiti dell’ARMIR. La Divisione,ancora in fase di riordinamento, vienesciolta nel settembre 1943 a seguito deglieventi determinati dall’armistizio.Il 1° maggio 1951 ha inizio in Bressanone(Bolzano) la costituzione della brigata al-pina “Tridentina” con i reggimenti 6° Alpi-ni e 2° artiglieria da montagna, una Com-

pagnia genio pionieri, una Compagniacollegamenti ed un plotone comando. Il1° settembre 1953 entra nella brigata il 21°raggruppamento alpini da posizione(sarà soppresso il 10 giugno 1964 ad ecce-zione del battaglione alpini d’arresto“Val Brenta”). Dal 16 gennaio 1958 dispo-ne di una Sezione Aerei Leggeri (SAL) chediviene Reparto (RAL) nel 1964 ed è poisoppresso il 22 dicembre 1975. Con la ristrutturazione dell’Esercito, il 1°ottobre 1975 l’organico della GrandeUnità è modificato e comprende: repar-to comando e trasmissioni, battaglionialpini “Bassano” (erede del 6° reggimen-to) e “Trento” (erede dell’11° reggimento),battaglione alpini d’arresto “Val Brenta”,gruppi artiglieria da montagna “Vicenza”(erede del 2° reggimento) e “Asiago”, unaCompagnia controcarri, una Compagniagenio pionieri, il raggruppamento serviziche sciolto il 29 febbraio 1976 è sostitui-to dal battaglione logistico “Tridentina”.Nel 1986 viene ridotto a “quadro” il bat-taglione “Val Brenta” e nel settembre laCompagnia genio pionieri diviene Com-pagnia genio guastatori quindi, nel 1991 ilgruppo “Asiago” è soppresso mentre ilgruppo artiglieria da montagna “Vicenza”passa alle dipendenze del comando del4° Corpo d’Armata alpino. A seguito dello scioglimento della briga-ta alpina “Orobica”, nel quadro del riordi-namento della Forza Armata, la brigataviene riordinata con i battaglioni alpini“Bassano”, “Morbegno” ed “Edolo”, ilgruppo artiglieria da montagna “Berga-mo”, una Compagnia controcarri, il batta-glione logistico.

ASPETTANDO L’ADUNATA

221-2012

Con il ripristino del livello reggi-mentale, nel 1992 vengono ricosti-

tuiti in agosto il 5° reggimento Alpini (ba-se battaglione “Morbegno”), il 5° reggi-mento artiglieria da montagna (basegruppo “Bergamo”), in settembre l’11° reg-gimento Alpini (base battaglione “Tren-to”) mentre il 31 ottobre è soppressa laCompagnia controcarri. Nel 1993 la brigata comprende: repartocomando e supporti tattici; reggimentiAlpini 5° e 6° (ricostituito in gennaio, basebattaglione “Bassano”) e 11°; 5° reggimen-to artiglieria da montagna; battaglione“Edolo”, battaglione logistico “Tridenti-na”. Un ulteriore riordinamento riduttivodelle unità ha portato alla soppressioneil 15 maggio 2001 del 5° reggimento arti-glieria da montagna, seguito dalla ces-sione alla “Julia” del 5° Alpini, mentre il 6°reso autonomo, dipende direttamentedal COMALP come comando delle areeaddestrative dell’Alto Adige. Soppresso ilcomando brigata, il nome della GrandeUnità passa al comando di Divisione dinuova costituzione.

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La brigata Taurinense discende dal 1°raggruppamento Alpino, costituito inTorino in forza della legge 7 gennaio1923. L’ordinamento 11 marzo 1926 deter-mina la costituzione della 1ª brigata alpi-na nella quale sono inseriti i reggimenti1°, 2°, 3° e 4° Alpini e 1° artiglieria da mon-tagna. Nell’ottobre 1934 il comando del-la brigata assume la denominazione dicomando superiore alpino, cui nel di-cembre dello stesso anno è attribuitol’appellativo di “Taurinense” e l’indica-zione numerica di 1°.Il 10 settembre dell’anno successivo vie-ne formata la Divisione alpina “Taurinen-se” (1ª) strutturata su 3° e 4° reggimentoAlpini e 1° reggimento artiglieria Alpina.La Divisione opera inizialmente sul fron-te occidentale alpino, quindi resta in Ita-lia e nel 1942 viene dislocata in Monte-negro (Jugoslavia) dove opera nel bien-nio 1942-’43. Sciolta in Montenegro, pereventi bellici, nel dicembre dell’anno1943, i superstiti sono inquadrati nella Di-visione italiana partigiana “Garibaldi”. Ri-costituita a Torino il 15 aprile 1952, la bri-gata alpina “Taurinense” ha in organico ireggimenti 4° Alpini e 1° artiglieria da

montagna, una Com-pagnia mista genio(che si scinde poi inCompagnia genio pio-nieri e Compagnia col-legamenti) ed un plo-tone comando. Alcunireparti operativi dellabrigata danno vita conaliquote di personale emezzi, ad un contin-gente a disposizionedella Forza Mobile del-le Forze Alleate in Eu-ropa, che partecipaperiodicamente a par-ticolari attività adde-strative al fianco di altre unità NATO,con la denominazione di “Gruppo Tatti-co Aviotrasportabile“. Con la ristrutturazione dell’Esercito, il 1°ottobre 1975 l’organico della GrandeUnità è modificato e comprende: repartocomando e trasmissioni, battaglioni Alpi-ni “Susa” (erede del 3° reggimento) e “Sa-luzzo” (erede del 2° reggimento), gruppiartiglieria da montagna “Aosta” (erede del1° reggimento) e “Pinerolo” (erede del 4°reggimento), una Compagnia controcarri,una Compagnia genio pionieri, il raggrup-pamento servizi che sciolto il 1° dicembre1975 è sostituito dal battaglione logistico“Taurinense”. Dispone inoltre del batta-glione alpini “Mondovì” (già battaglioneaddestramento reclute “Cuneense”) qua-le reparto addestrativo, e di un RepartoAviazione Leggera (RAL). Quest’ultimaUnità, costituita nel 1958, il 31 gennaio1976 diviene 4° squadrone elicotteri da ri-cognizione ed è trasferito al 4° raggruppa-mento aviazione leggera dell’esercito “Al-tair” di Bolzano. Dal 1° giugno 1978 la brigata assume alledipendenze un reparto di sanità aviotra-sportabile che trae origine dal disciolto101° ospedale da campo del battaglionelogistico. Il reparto è in grado di essereprontamente impiegabile in caso di cala-mità naturali e può inoltre costituireunità sanitarie sia per la brigata sia per ireparti della Forza Mobile Alleata delCentro Europa. Il contingente a disposizione della ForzaMobile delle Forze Alleate in Europa, dal1° gennaio 1986 assume la denominazio-ne di “Cuneense” e nel suo organico so-no inseriti reparti delle varie armi e deiservizi. Sempre nel 1986, dal 30 settem-bre la Compagnia genio pionieri divieneCompagnia genio guastatori. Modifiche organiche hanno luogo a par-

tire dal 1991 in vista di un nuovo ordina-mento per la Forza armata: il 23 marzoviene soppresso il gruppo artiglieria damontagna “Pinerolo” ed il 14 settembre ilgruppo “Aosta” assume, in via sperimen-tale, una nuova configurazione ed il no-me di reggimento artiglieria da monta-gna “Aosta”; la trasformazione viene san-cita in data 19 settembre 1992 con la rico-stituzione del 1° reggimento artiglieria damontagna. Sempre nel 1991 i reparti dellabrigata sono inseriti nel contingente“ITALFOR –AIRONE” che opera nel norddell’Iraq in missione di soccorso umani-tario a favore della popolazione curda.Dal 14 luglio al 24 agosto 1992 la brigatapartecipa in Sardegna, nella zona di Nuo-ro (Barbagia), all’operazione “Forza Paris”. Nel 1992 viene ricostituito il 1° agosto il2° reggimento Alpini (base battaglione“Saluzzo”) mentre nello stesso mese èsoppressa la Compagnia controcarri; in-fine il 23 ottobre 1993 è nuovamente invita il 3° reggimento Alpini (base batta-glione “Susa”) e la brigata comprende: re-parto comando e supporti tattici; reggi-menti Alpini 2° e 3°; 1° reggimento arti-glieria da montagna; battaglione “Mon-dovì”; battaglione logistico “Taurinense”.Reparti della Taurinense sono impegnatidal febbraio 1993 al novembre 1994, in-quadrati nel contingente “Albatros”, perl’intervento umanitario dell’ONU in Mo-zambico nell’ambito della missione“ONUMOZ”. La brigata interviene ancora,nel corso del 1994, in Sicilia dal 10 marzoal 20 giugno per l’operazione “Vespri Si-ciliani”, in concorso al controllo del terri-torio, ed in Piemonte in novembre nellezone colpite da violenta alluvione. Ulti-mamente i reparti della brigata parteci-pano alle missioni in Kosovo, Iraq e Af-ghanistan.

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ASPETTANDO L’ADUNATA

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SEZIONI ANAPer l’Adunata nazionale di Bolzano secondo quanto stabilito dal C.D.N. ogni Sezione potràrichiedere una sola tessera stampa, ad eccezione delle sezioni con più di 10mila iscritti, allequali saranno concesse due tessere stampa. Nelle richieste dovranno essere indicati il nomina-tivo dell’alpino al quale la tessera sarà intestata e gli estremi di un suo documento di identità.Le tessere nominative e non cedibili dovranno essere richieste esclusivamente dalle sezioni,quindi i gruppi e le testate alpine dovranno fare capo alla segreteria della propria Sezione, chedeciderà a chi fare assegnare la tessera o le tessere stampa a disposizione. Le richieste per let-tera dovranno pervenire alla direzione de L’Alpino tassativamente entro il 30 aprile (succes-sivamente le tessere potranno essere ritirate all’ufficio stampa Adunata, a Bolzano, da venerdì11 maggio), oppure per fax 02-29003611 o per posta elettronica [email protected]

GIORNALISTI, FOTOGRAFI E TELEOPERATORII giornalisti professionisti o pubblicisti potranno richiedere la tessera stampa fornendo gliestremi della tessera dell’Ordine o l’accredito della testata giornalistica per la quale lavorano.I fotografi potranno chiedere l’accredito soltanto presentando un documento comprovante laloro attività professionale; i teleoperatori dovranno presentare l’accredito della testata televi-siva per la quale lavorano.Le richieste per lettera dovranno pervenire alla direzione de L’Alpino, tassativamente entro il30 aprile, oppure per fax (02-29003611) o per posta elettronica ([email protected]) allegando:• il modulo di richiesta accredito compilato (scaricabile da:http://www.ana.it/pagine/adunate/bolzano2012.dot);

• solo per i fotografi, i teleoperatori e i non iscritti all’Ordine dei giornalisti una dichiarazio-ne della testata per la quale lavorano e gli estremi di un documento d’identità.

*Per agevolare il lavoro delle numerose testate alpine, alle sezioni che ne faranno richiesta, acura della redazione de L’Alpino sarà inviato un CD con la serie completa di immagini dellevarie cerimonie e dei vari momenti dell’Adunata, comprensiva di alcune fotografie della singo-la sezione al passaggio davanti al Labaro e alla tribuna d’onore, la domenica. Da parte de L’Alpino saranno comunque inserite sul portale www.ana.it le foto dell’Adunata(sfilata compresa): queste foto possono essere scaricate e usate dalle nostre testate (citandola fonte: ANA-L’Alpino), ma non possono essere commercializzate se non ne sarà concessoesplicitamente l’uso da parte della redazione. �

Tessera stampa Adunata: ecco come richiederla

La brigata Orobica si costituisce il 1°gennaio 1953 a Merano e posta alle di-pendenze del IV Corpo d’Armata. Alla fi-ne dell’anno risultano formati: comando,5° reggimento Alpini, 5° reggimento arti-glieria da montagna, Compagnia trasmis-sioni, nucleo Compagnia genio pionieri(Compagnia dal gennaio 1954); dal 1° gen-naio 1954 assume alle dipendenze ancheil 22° raggruppamento di frontiera che la-scerà la Grande Unità nel 1955. Successivamente vengono formati: il 1°settembre 1955 il reparto salmerie (saràsciolto il 1° gennaio 1964); il plotone alpi-ni paracadutisti (che il 1° aprile 1964 con-fluirà nella costituita Compagnia alpiniparacadutisti del IV C.A.), il 1° luglio 1957il Parco mobile (trasformato in repartoR.R.R. il 1° gennaio 1962), il 1° gennaio 1958la Sezione Aerei Leggeri (SAL) trasforma-ta in reparto (RAL) il 1° novembre 1964, il1° maggio 1973 il battaglione sanità “Oro-bica” che il 1° maggio 1976 sarà trasforma-to in 1° e 2° reparto sanità e posto alle di-pendenze del battaglione logistico. Per effetto della ristrutturazione dell’E-sercito il 1° ottobre 1975 la brigata risultacostituita da: comando, reparto coman-do e trasmissioni, battaglioni alpini“Morbegno”, “Tirano”, “Edolo” e gruppiartiglieria da montagna “Bergamo” e“Sondrio”, raggruppamento servizi che il1° maggio 1976 si trasformerà in battaglio-ne logistico, RAL, Compagnia controcar-ri, Compagnia genio pionieri, battaglionealpini d’arresto “Val Chiese” che saràsciolto il 30 giugno 1979. Il 20 gennaio1976 il RAL viene trasferito al 4° raggrup-pamento ALE “Altair” ed il 23 ottobre1989 si scioglie il gruppo “Sondrio”. Con ilriordinamento della Forza armata, il 22luglio 1991 la brigata viene soppressa.

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La brigata Cadore inizia a costituirsi aBelluno il 1° dicembre 1953 con il concor-so di reparti già esistenti. I reggimentiche ne fanno parte vantano un passatodi valore, inquadrati in Grandi Unità di-sciolte al termine della 2ª guerra mon-

diale: 7° reggimento Alpini (già della Divi-sione alpina “Pusteria”) e 6° reggimentoartiglieria da montagna (già della Divisio-ne alpina “Alpi Graie”). L’organico vienecompletato con un plotone comando,una Compagnia genio pionieri e unaCompagnia collegamenti. Nel 1957 riceve un battaglione alpini daposizione che diviene il 12 settembre1958 XIX battaglione alpini da posizione. Con la ristrutturazione dell’Esercito il 12novembre 1975 la brigata comprende: re-parto comando e trasmissioni, battaglio-ni alpini “Feltre” (erede del 7° reggimen-to), “Pieve di Cadore” e “Belluno”, gruppiartiglieria da montagna “Lanzo” (erededel 6° reggimento) ed “Agordo”, Compa-gnia alpini d’arresto “Val Cismon”(trasfe-rita al battaglione “Val Brenta” il 1° no-vembre 1976), una Compagnia controcar-ri, una Compagnia genio pionieri, batta-glione logistico “Cadore”. Il 27 marzo 1991viene soppresso il gruppo “Agordo” men-tre il 5 settembre 1992 il “Belluno” divie-

ne il 16° reggimento Alpini. Sempre nel1992 il “Feltre”, il “Pieve di Cadore” e il“Lanzo” divengono rispettivamente 7° e12° reggimento Alpini e 6° reggimento ar-tiglieria da montagna, mentre viene sop-pressa la Compagnia controcarri. Nel pe-riodo luglio-ottobre 1994 la brigata ope-ra in Sicilia nel quadro dell’ operazione“Vespri Siciliani”, in concorso al manteni-mento dell’ordine pubblico. La brigataviene sciolta nel 1997. �

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gnia comando e supportologistico ed il battaglione“Bassano” su 62ª Compa-gnia fucilieri, 74ª Compa-gnia istruttori e, nella ca-serma “Cantore” di SanCandido, 63ª Compagniaalpieri. Nelle varie areeaddestrative del 6° Reggi-mento, oltre ai nostri re-parti alpini, si alternanoanche altre Unità italianee straniere per perfeziona-re, sotto l’attenta guidadegli istruttori ed alpieri

del reggimento, l’addestramento al com-battimento in ambienti particolari.Sempre scendendo la valle dell’Isarco,dopo le strette di Chiusa e Ponte Garde-na, si sbocca nella piana di Bolzano, sededel comando Truppe alpine, del repartocomando e supporti tattici “Tridentina”e del 2° reggimento trasmissioni Alpino.Il comando Truppe alpine, già 4° Corpod’Armata Alpino, ha sede nel palazzo Al-ti Comandi. Il comandante delle Truppealpine ha alle sue dipendenze il vice co-mandante che è anche comandante del-la divisione “Tridentina”, comandoproiettabile nelle operazioni internazio-nali, e lo Stato Maggiore del ComandoTruppe alpine, coordinatore di tutte leattività che coinvolgono i reparti dipen-denti.Il reparto comando e supporti tattici“Tridentina” è il reparto che supporta lo-gisticamente il comando Truppe alpine,anch’esso proiettabile qualora la Divisio-ne sia impegnata. Ha sede nella caserma“Huber” ed è composto da comando direparto, Compagnia comando e suppor-to logistico, Compagnia servizi, Compa-gnia trasmissioni e sezione Meteomont.Il 2° reggimento trasmissioni Alpino hasede nella caserma “Vittorio Veneto”. Giàreparto trasmissioni del 4° Corpo d’Ar-mata, dopo il riordinamento di fine seco-lo è passato alle dipendenze del coman-do trasmissioni ed informazioni Esercito.Esso è composto da un comando di reg-gimento, Compagnia comando supporto logisti-co, battaglione “Gardena” (cp 1ª, 2ª e 3ª) e

L e Unità degli alpini che oggi risie-dono nella regione Trentino AltoAdige sono dislocate nelle princi-

pali città dei fondovalle.Volendo percorrere idealmente da norda sud la regione, poco dopo aver supera-to il valico del Brennero si scende a Vipi-teno, attuale sede del 5° Alpini.Il 5°, erede della disciolta brigata alpina“Orobica” con tradizionale reclutamentonelle provincie lombarde, è uno dei reg-gimenti di fanteria alpina attualmente inforza alla brigata alpina “Julia”. Il Reggi-mento, a seguito del riordinamento deireparti dell’Esercito, è costituito da uncomando di Reggimento, Compagnia co-mando e supporto logistico e battaglio-ne “Morbegno” su 44ª, 45ª e 47ª Compa-gnia fucilieri, 107ª compagnia Mortai. Ali-mentato esclusivamente da volontari, ilReggimento, oltre a svolgere l’addestra-mento tipico delle Unità alpine, è statoimpegnato in diversi turni nel controllo“strade sicure” e nel teatro afgano.Scendendo più a valle, appena superataFortezza, sulla sinistra si apre una lungavalle, la Val Pusteria, feudo indiscussodel 6° reggimento Alpini. Degno erededella disciolta brigata alpina “Tridentina”,il 6° dipende oggi dal Centro Addestra-mento Alpino di Aosta. Dismessi i panni di Reggimento da com-battimento, il 6° è oggi una importanteUnità di addestramento al combatti-mento, con varie aree addestrative a suadisposizione. Stanziato nella caserma“Lugramani” di Brunico, è composto daun comando di Reggimento, una Compa-

battaglione “Pordoi” (cp 4ª, 5ª e 6ª). IlReggimento è intensivamente impiegatonei teatri operativi esteri per garantire icollegamenti video, fonia e dati. Lasciando la piana di Bolzano e risalendola valle dell’Adige, si arriva alla città diMerano, un tempo sede di un importan-te centro di addestramento delle recluteed ora sede del 24° reggimento logisticodi manovra Alpino. Il 24° è stanziato nel-la caserma “Battisti” e dipende dal co-mando logistico di proiezione. Esso con-sta di un comando di Reggimento, unaCompagnia comando e supporto logisti-co, un battaglione mantenimento su dueCompagnie mantenimento, un battaglio-ne rifornimenti su due Compagnie rifor-nimenti ed un reparto sanità su Compa-gnia comando e supporto logistico,Compagnia sgomberi sanitari e Compa-gnia sanità. Costantemente impegnatonel supporto delle Unità impegnate neivari teatri operativi, negli ultimi anni èstato impiegato in Kosovo, Libano, Iraq eAfghanistan. Scendendo lungo la valle dell’Adige, epercorrendo l’autostrada del Brenneroverso sud si arriva a Trento, sede degli ul-timi due reparti stazionati nella regione:il 2° reggimento genio guastatori ed il 2°reggimento artiglieria Alpina.Il 2° reggimento genio guastatori è ospi-tato nella caserma “Battisti”. Anche que-sto Reggimento è inquadrato nella briga-ta alpina “Julia”. Il reparto è stato impe-gnato spesso nei teatri operativi e di re-cente ha partecipato alle operazioni insoccorso alle popolazioni terremotate diHaiti.Il 2° reggimento artiglieria Alpina è ospi-tato invece nella caserma “Pizzolato”. Di-pende dal comando dei supporti delleForze Terrestri ed è composto da co-mando di reggimento, batteria comandoe supporto logistico, 28ª batteria sorve-glianza ed acquisizione obiettivi e grup-po “Vicenza”. Il gruppo è articolato su 19ª,20ª e 21ª batteria obici e 45ª batteria tiroe supporto tecnico. Negli ultimi anni hapartecipato a numerose operazioni sulterritorio nazionale, quali “Strade Sicure”e a operazioni all’estero, quali la missio-ne NATO in Kosovo. �

OGGI SONO AL PASSO CON I TEMPI E RISPONDONO A NUOVE ESIGENZE OPERATIVE

Volontari, ma sempre Alpini

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re posto ad alcune strutture comunali.In piedi è rimasta solamente la palazzinacomando attualmente sede della Poliziadi frontiera e le palazzine dell’autose-zione occupate dalla stazione Carabi-nieri. La cappelletta della Madonninadel Tirano è rimasta inglobata nellastruttura della Polizia di Stato.Sabato mattina ritrovo nel cortile dellacaserma per effettuare ancora una voltal’alzabandiera, presenti l’ultimo coman-dante del Tirano, gen. B. Roberto Filip-pazzi. Gli alpini presenti si sono poi ri-trovati al monumento ai Caduti di Mal-les e a quello di Glorenza per la deposi-zione di una corona di alloro. Corone

UN MIGLIAIO DI ALPINI DEL GLORIOSO BATTAGLIONE TIRANO CON I LORO COMANDANTI SI SONO DATI APPUNTAMENTO A GLORENZA

Si sono ritrovati a Malles Venosta i“vecchi” del Tirano, per il loro ter-zo raduno dopo quello del 2005

sempre a Malles e del 2008 a Tirano, co-me già era stato stabilito nella riunioneche l’Associazione Battaglione Alpini Ti-rano (ABAT) aveva svolto a Brescia nelmese di giugno: il raduno è stato dedica-to al generale Aldo Rasero, il mitico“Ras” (scomparso nel 1988) primo co-mandante del Tirano nel 1953 dopo la ri-costituzione dello stesso nel dopoguer-ra. Anche se già alcune notizie erano fil-trate, grande è stata l’emozione nel ve-dere che la caserma Wackernell erascomparsa abbattuta dalle ruspe per fa-

sono state deposte anche al cippo chericorda la caserma Petiti di Roreto, giàsede di due Compagnie, e a Laudes, allalapide dedicata al sergente maggiorePerilli.Serata allietata da un concerto a Glo-renza nella struttura allestita dalla se-zione ANA di Tirano. La serata è stataallietata dal gruppo musicale “La Baldo-ria” che, dopo un concerto nella piazzaprincipale di Glorenza, ha eseguito alcu-ni brani nella struttura allestita dalla se-zione di Tirano dove si è svolta una cenatipica valtellinese cucinata dai volontaridella Sezione.Domenica mattina gran raduno alle por-te di Malles e sfilata per le vie del paese.Più di mille “tiranini” disposti per Com-pagnie precedute dai vecchi comandan-ti hanno ricevuto gli applausi della gen-te. La sfilata era aperta dalla banda “LaBaldoria”, seguita dai vessilli, dai nume-rosissimi gagliardetti, dal presidente edal consiglio dell’ABAT nonché da alcunivecchi comandanti di battaglione.Poi, tutti alla Wackernell per la deposi-zione di fiori alla cappelletta della Ma-donna del Tirano. Hanno poi parlato ilsindaco di Malles Ulrich Veith, già alpinodel Tirano, il colonnello De Fonzo, giàufficiale del Tirano e successivamentecomandante del 5° Alpini, il gen. D. Pie-tro Ceragno già comandante del Tiranonegli anni ’72-’73 ed infine l’ultimo co-mandante del battaglione, gen. B. Ro-berto Filippazzi che tra le altre cose hadetto che “la nostra Casa Madre, la miti-ca caserma Wackernell, avendo cambia-to destinazione d’uso, è ormai un simu-lacro di ciò che fu per tanti anni, ma inessa noi siamo e saremo sempre presen-ti, poiché nella cappelletta della nostraMadonnina e nella lapide che ricorda lesette Medaglie d’Oro al valor militare diArnautowo e Nikolajewka c’è tutto ilnostro spirito dell’invitto ed invincibileTirano”.Il raduno si è concluso nella tensostrut-tura della sezione di Tirano a Glorenzadove tra portate valtellinesi e canti ci siè dati appuntamento al 2014 per il quar-to raduno.

Gianfranco Fabbri

Addio vecchia, cara “Wackernell”

Sfilano gli alpini, e i loro ricordi, passando davanti alla loro caserma.

Nel cortile della caserma vengono resi gli onori ai Caduti con la deposizione di una corona alla cappelletta della Madonnina del Tirano.

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organizzativa, l’entusiasmo e la determi-nazione dei nostri amici spagnoli (a Gar-misch erano in ventitrè, sei in più dellastessa delegazione tedesca!). A loro l’as-semblea generale ha unanimamente af-fidato la realizzazione, nel settembre2012, del 17° congresso IFMS che si svol-gerà a Tremp, nella provincia di Lleida(Pirenei orientali), e siamo certi che nonne torneremo delusi.Il tema congressuale di quest’anno, digrande attualità, era: “Montagne, soldatied ambiente”. Ampio spazio, quindi, perpresentare quelle attività, dal monito-raggio meteorologico agli interventi diprevenzione e Protezione civile, che an-che gli alpini portano avanti con compe-tenza e professionalità.Guidata dal consigliere nazionale dell’A-NA Mauro Gatti, la delegazione italiana

A GARMISCH, IN BAVIERA, L’ANNUALE RITROVO DEI SEGRETARI NAZIONALIDELLA FEDERAZIONE SOLDATI DI MONTAGNA

“Un congresso impeccabil-mente organizzato dai no-stri colleghi tedeschi, con

escursioni, visite a diverse località dellaBaviera e momenti di ufficialità di livelloinarrivabile; un’organizzazione che hapotuto contare sul supporto esternodell’Esercito. Riteniamo davvero che,l’anno venturo, sarà difficile superare ilrisultato di questa edizione”.Questo il giudizio de “L’Abeto”, organoufficiale della Associazione dei SoldatiVeterani di Montagna spagnoli (AESVM),a riguardo del 16° congresso IFMS che siè svolto dal 20 al 24 settembre nellasplendida cornice alpina di GarmischPartenkirchen, in Baviera. Un giudizioche riteniamo di condividere ampia-mente.Ben conosciamo, peraltro, la capacità

ha preso parte ad ogni fase del congres-so, a cominciare dalla solenne cerimoniad’apertura al parco dell’area termale diGrainau, presieduta da Manfred Benkel,presidente del Kameradenkreis der Ge-birgstruppe (il Circolo dei veterani), edal borgomastro Hildebrandt.Per gli accompagnatori e per le signore,l’impeccabile organizzazione curata dal-l’amico Thomas Klein, segretario IFMSper la Germania, ha messo a punto unagodibilissima serie di tour ed eventi (visi-te al celebre trampolino olimpico del1936, alle rovine del millenario castello diWerdenfels nella valle del Loisach, alleimprese artigiane attivissime nel settoredella moda, ai pittoreschi centri urbanidel distretto, al castello di Linderhof nel-la valle del Graswang...) in questo cele-brato angolo dell’Alta Baviera.

L’ambiente al centro del congresso IFMS

La consegna dei riconoscimenti della Federazione. Fra i premiati dal segretario generale IFMS sloveno brig. gen. Bojan Pograjc, Mauro Gatti (terzo da sinistra), responsabile commissione IFMS, che ritira il premio per conto dell’artigliere da montagna Silvio Caramello del gruppo di Testona, sezione di Torino, assente per motivi personali e Antonio Bombardieri, secondo da destra, consigliere sezionale di Bergamo che riceve il premio per conto del gruppo di Azzano San Paolo.

271-2012

IN BREVE

A GONARS ASSEMBLEA DEI DELEGATI SEZIONALIGli emozionatissimi alpini del gruppo di Gonars,guidati da Franco Franz, hanno accolto quest’annol’annuale assemblea dei delegati della sezione diPalmanova. Erano presenti, tra gli altri, il presiden-te nazionale Corrado Perona e il vice comandantedella Julia col. Sciriè. Dopo la sfilata per le vie delpaese, Messa in suffragio dei Caduti e deposizionedi corone ai monumenti ai Caduti. Poi il via all’as-semblea nella palestra comunale.

PER I CADUTI DI RUSSIA SUONA LA “MARTINELLA”È stata collocata sul monu-mento nazionale ai Caduti eDispersi di CSIR e ARMIR diRoma la riproduzione del-l’antica Martinella, la cam-

pana di guerra che nella battaglia di Legnano del1176 accompagnò le bandiere e gli stendardi e con isuoi rintocchi chiamò alle armi i cittadini. Oggisuona per tener viva la memoria dei nostri Caduti.

PELLEGRINAGGIO A CAPORETTOUn nutrito gruppo di alpini e aggregati di Dello, se-zione di Brescia, si è recato in pellegrinaggio a Ca-poretto (oggi Kobarid, in territorio sloveno) e havisitato il museo-sacrario di Sant’Antonio, che cu-stodisce i resti di 7014 soldati italiani Caduti nelle12 battaglie dell’Isonzo della prima guerra mondia-le. Un modo per ricordare quei giovani eroi e unmonito perchè non ci siano più guerre.

IL PIASTRINO DI ANGELO BETTONIDurante l’annuale festa del gruppo di Pisogne, se-zione di Brescia, è stato consegnato ai famigliari diAngelo Bettoni, Caduto in Russia, il piastrino recu-perato nella zona di Tambov da Antonio Respighi,da anni impegnato in questo tipo di ricerche.

Apprezzata da tutti, il 21 settembre, l’e-scursione ai 3962 metri dello Zugspitze,la vetta più alta dell’intera Germania alconfine con il Tirolo, che solo cinquegiorni prima un’intensa precipitazioneaveva ricoperta di uno spesso manto ne-voso. Né è mancato (primo pomeriggio del 22settembre) il momento più decisamentemilitare, nelle scoscese gole dell’Isarpresso Mittenwald, con la realizzazionedi un atto tattico a fuoco condotto conassoluta professionalità da una compa-gnia di Gebirgsjäger della Gebirgs-undWinterkapfschule (Scuola per il combat-timento di montagna ed invernale) diMittenwald, comandata dal col. GünterGörsch. I soldati da montagna tedeschisi sono avvalsi, nella circostanza, dellacollaborazione di un plotone di truppeda montagna slovene, in addestramentopresso la stessa Scuola. Ad esso è segui-ta la solenne resa degli onori ai Cadutidi tutte le guerre al sacrario dell’HoherBrendten, dove Manfred Benkel ed il se-gretario generale della Federazione, losloveno brig. gen. Bojan Pograjc, presen-ti tutte le delegazioni, hanno depostouna corona.

All’assemblea generale, cui hanno presoparte le delegazioni dei nove Paesi fede-rati e delle due nazioni osservatrici (Bul-garia e Montenegro) si è, tra il resto, de-liberato di assegnare, come già detto, il17° congresso alla Spagna, mentre quellodel 2013 avrà luogo negli Stati Uniti, aLake Placid, centro di sport invernalidello Stato di New York non lontanodalla frontiera canadese, che ospitò igiochi olimpici invernali del 1932 e del1980.Durante la cerimonia di chiusura delcongresso, cui ha presenziato anche ilministro bavarese Marcel Huber, sonostati conferiti i diplomi d’onore della Fe-derazione al gruppo ANA di Azzano SanPaolo, sezione di Bergamo, che ogni an-no organizza il “Premio IFMS”, a FrancoMunarini presidente della sezione di Ve-nezia e già presidente della Commissio-ne IFMS ed all’artigliere da montagnaSilvio Caramello, del gruppo ANA di Te-stona, sezione di Torino. Tra i premiati diquest’anno, ricordiamo anche l’ex segre-tario generale Jaime Coll Benejam (Spa-gna), il col. Daniel Boulle (Francia) e ilten. col. Thomas Klein (Germania).

Adriano Rocci

Il momento dell’onore a tutti i Caduti.

281-2012

GLI ALPINI NELLA STORIA D’ITALIA

di Gianni Oliva

UNDICESIMA PUNTATA

LA LOTTA DI LIBERAZIONE Dopo l’8 settembre 1943 (quando le trup-pe italiane, sparse su tutti i fronti dellaguerra, furono lasciate senza ordini esenza indicazioni, esposte alla rappresa-glia tedesca) e sino alla conclusione delconflitto, la storia degli alpini si frazionain tante storie individuali, come quella ditutti gli altri Corpi dell’esercito: ventimesi di tribolazioni, di lotta, di resisten-za, molti con i gruppi partigiani al nord,alcuni con i reparti alleati che risalivanola penisola, altri nei campi di prigioniarussi o dietro il filo di ferro dei lager diinternamento in Germania: venti mesicarichi di sofferenze e di speranze, cheriscattavano gli anni bui della dittatura epreparavano l’Italia repubblicana.Di queste esperienze sono state lasciatenumerose testimonianze, ma è impossi-bile distinguere, nei movimenti convulsidi quel periodo, ciò che è patrimoniodegli alpini in quanto Corpo dell’eserci-to, da ciò che è patrimonio collettivo

della nazione. Gli alpini scampati daifronti della Grecia e della Russia, con iloro racconti di guerra, con la descrizio-ne dei drammi di cui erano stati protago-nisti e vittime, con le notizie “vere” che

la stampa di regime aveva sempre taciu-to, contribuirono certamente a diffon-dere l’orientamento ideale da cui sareb-be nata la Resistenza, portando la testi-monianza di un antifascismo di guerrarozzo e informe, ma comunque prezioso. Nella lotta partigiana il contributo deglialpini si confonde però con quello dellemigliaia di italiani che dopo l’8 settem-bre scelsero la via della montagna, dan-do origine a formazioni sparse un po’ovunque lungo le Alpi e l’Appennino to-sco-emiliano: in questo senso la storiadella Resistenza è anche storia degli alpi-ni e non è certo casuale che nel Piemon-te sconvolto del settembre 1943, tra imille sbandati della IV Armata che si era-no concentrati a Boves conservando ar-mi e materiali, si favoleggiasse di una di-visione alpina, la ”Pusteria”, ancora intat-ta e attestata sui monti: si trattava di una

Dall’armistizio alla ricostruzione

TANTE VICENDE FRAZIONATE, VENTI MESI DI TRIBOLAZIONI, LA STORIA DELLA RESISTENZA E IL CONTRIBUTO DEGLI ALPINI

La squadriglia di bombardieri americani Mitchell B-52 in volo su Montecassino: distruggerà l’anticaabbazia ma i tedeschi, sorprendendo le truppe alleate convinte che non ci sarebbero statisuperstiti, respinsero il successivo attacco da terra e tennero la posizione per altri sei mesi.

Artiglieri del “Piemonte” a Montelungo.

Alpini prendono posizione sul Monte Marrone:sarà conquistato con grande stupore deglianglo-americani e incredulità dei tedeschi.

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illusione destinata a crollare di fronte al-l’urto della realtà, ma era anche il sinto-mo di una convinzione diffusa, la certez-za della scelta di campo che gli alpiniavrebbero fatto e che le Divisioni testi-moniarono con i tentativi di resistenza aitedeschi all’indomani dell’armistizio (co-sì la “Taurinense” nel Montenegro, la“Cuneense” e la “Tridentina” in Alto Adi-ge, la “Julia” in Friuli, la “Pusteria” nelle Al-pi Marittime, gli altri reparti in Corsica,nell’Alto Isonzo, nell’entroterra spezzinoe nei diversi depositi).

LA GUERRA ACCANTO AGLI ANGLOAMERICANILe sole unità alpine organizzate, di cui sipossono seguire le vicende, sono quelleinquadrate nell’esercito alleato angloa-mericano, impegnate dall’ottobre 1943alla primavera 1945 nella Campagna di li-berazione. Il 28 ottobre 1943 fu ufficial-mente costituito in Puglia il “repartoesplorante alpino”, formato inizialmenteda trecento uomini che erano stati sor-presi dall’armistizio a Bari, in attesa di im-barco per il Montenegro dove avrebberoraggiunto la “Taurinense”. Nell’invernosuccessivo, con l’arrivo di altri alpini pro-venienti dalla Balcania e sfuggiti alla cat-tura, il reparto si trasformò in battaglio-ne assumendo la denominazione “Pie-monte” ed entrando a far parte del “IRaggruppamento Motorizzato”. I coman-

Il battaglione “Piemonte” entrò a far par-te del gruppo di combattimento “Legna-no” insieme ad un nuovo battaglione al-pino, “L’Aquila”, partecipando agli scontrinella valle dell’Idice (marzo 1945) e all’in-seguimento dei tedeschi in ritirata sino aBergamo (30 aprile) e a Torino (2 maggio);il battaglione “Monte Granero” fu inveceinviato nel settembre 1944 in Sicilia inservizio di ordine pubblico.

LA RICOSTITUZIONE DELLE BRIGATE NEL DOPOGUERRALa rifondazione delle truppe alpine, do-po la fine della guerra, è stata relativa-mente lunga: occorsero infatti otto anniper passare dai tre battaglioni “Piemon-te”, “L’Aquila” e “Monte Granero” alle cin-que Divisioni che per decenni avrebberocostituto l’organico del Corpo. I vincoliposti prima dal regime armistiziale, chedi fatto sanciva una situazione di sovra-nità limitata e di occupazione, e succes-sivamente dal trattato di pace del 1947,impedirono una ricostruzione rapida eorganica. Solo con l’adesione italiana alPatto Atlantico nel 1949 le diffidenze e ilimiti vennero superati e alle nostre for-ze armate fu assegnato il compito di te-nere da sole la frontiera nordorientale. In questa cornice operativa, i reparti alpi-ni vennero ricostituiti a tappe successi-ve: nella primavera 1946, il 4°, 6° e 8° reggi-mento, ognuno con tre battaglioni e unacompagnia mortai da 81 mm (con sedi ri-spettivamente a Torino, Bolzano e Udi-ne); nell’ottobre 1949 la brigata “Julia”, di-slocata in Friuli e in Carnia; nel maggio1951 la brigata ”Tridentina”, dislocata nel-l’Alto Adige centrorientale; nell’aprile1952 la brigata “Taurinense”, dislocata inPiemonte; nel gennaio 1953 la brigata“Orobica”, dislocata nell’Alto Adige cen-troccidentale; nel luglio 1953, infine, labrigata “Cadore”, dislocata nel Bellunesee nel Cadore. � (11 - continua)

di angloamericani impiegarono in com-battimento gli alpini nel marzo 1944 nel-l’Appennino abruzzese-molisano per laconquista di Monte Marrone e Monte aMare, dove i tedeschi avevano schieratoil III battaglione d’alta montagna “Ge-birgsjager”. Alle 3.30 del 31 marzo il batta-glione “Piemonte” mosse su tre colonneda quota 1180 e i nuclei esploranti, supe-rando serie difficoltà per l’asprezza delterreno, giunsero alle 6.15 sulla cresta diMonte Marrone, dove alle 7.15 furonoraggiunti dalle tre Compagnie. L’azione sisvolse senza destare l’attenzione del ne-mico ed ebbe favorevole risonanza neicomandi alleati, dando prestigio alle no-stre truppe. I tedeschi non seppero ren-dersi conto come la conquista del mon-te fosse potuta avvenire.Nei mesi successivi il battaglione fu as-sorbito nel 3° reggimento Alpini, costitui-to alla fine di giugno con il “Piemonte” econ il battaglione “Monte Granero”, rien-trato dalla Sardegna (dove era stato tra-sferito dopo aver preso parte ai combat-timenti in Corsica). Inquadrato nel C.I.L.(“Corpo Italiano di Liberazione”, denomi-nazione assunta il 17 aprile 1944 dal “1°Raggruppamento Motorizzato”), il reggi-mento fu impegnato in azioni minori si-no all’agosto 1944, quando il CIL, giunto acontatto con la linea gotica, fu scioltoper essere sostituito dai ”Gruppi di com-battimento”.

Sopra: un reparto di alpini entra a Bolognafesteggiati dallapopolazione.

Trasporto dimateriali verso lalinea Gotica.

301-2012

LA GUERRA DEGLI ITALIANI IN RUSSIA IN UNA MOSTRA NELLA GALLERIA DI PIEDICASTELLO, A TRENTO

Protagonisti i reduci trentini dallaCampagna di Russia sul Don e glialpini in particolare, nella cerimo-

nia di inaugurazione della mostra “Ritor-no sul Don 1941-1943” a Trento, nelleGallerie di Piedicastello, lo scorso 4 di-cembre. L’iniziativa è della Fondazione MuseoStorico del Trentino in collaborazionecon il “Museo centrale della grandeguerra patria” di Mosca e l’Universitàstatale agraria di Voronezh (Vgau). È lamostra sulla guerra degli italiani in Unio-ne Sovietica, che va letta non solo comela tragica ritirata alpina nel gennaio 1943,ma come la storia di quella sventurataspedizione nel contesto della “guerra disterminio” condotta dalle truppe tede-sche in URSS.I video, le fotografie, le mappe opportu-namente collocate nella Galleria Nera diPiedicastello narrano di una guerra tota-le: dall’Operazione Barbarossa scatenata

questo punto che le sofferte memoriedei reduci testimoniano una travagliatamaturazione umana e politica.Artefice di questa iniziativa è la Fonda-zione Museo Storico del Trentino con ilsuo direttore Giuseppe Ferrandi, con lacura scientifica di Quinto Antonelli, Lo-renzo Gardumi e Giorgio Scotoni.L’inaugurazione ha visto la presenza diotto reduci (sei sono alpini) della zonadel Don: Carlo Vicentini, Nelson Cenci,Guido Berti, Lino Gobbi, Guido Vetto-razzo, Francesco Volpi, Aristide Rossi,Camillo Stenico. Anche Alberto Crespi doveva esserepresente, ma un’indisposizione l’avevatrattenuto a casa. Sono stati “festeggia-ti” dal presidente della Provincia auto-

Ritorno sul Don 1941-1943

Il presidente della sezione di Trento Maurizio Pinamonti con, da sinistra, il gen. Basset, direttore del Museo storico delle Truppe alpine, il vice presidente nazionale Antonio Arnoldi, il presidente della Provincia autonoma di Trento Lorenzo Dellai e Giuseppe Ferrandi, direttore della Fondazione Museo Storico del Trentino. Alle loro spalle il coro sezionale.

Una suggestiva immagine della mostra allestita nelle Gallerie di Piedicastello, a Trento. Nelle vetrinette: la documentazione di vari reperti.

L’ingresso delle due gallerie.

noma di Trento, Lorenzo Dellai; ma so-prattutto dai vertici dell’ANA trentina enazionale: dal presidente Maurizio Pina-monti (con numerosi dirigenti) al vicepresidente nazionale Antonio Arnoldiinsieme ai consiglieri nazionali Lavizzari,Bertuol e il revisore dei conti Baiesi. Con loro, numerosi presidenti di Sezionivicine, consiglieri sezionali, capigruppo,penne nere, cittadini. Agli otto reduci è stata consegnata unamedaglia ricordo, coniata per l’occasio-ne da parte del presidente Dellai, chenel suo discorso ha ricordato come glialpini siano stati i primi a costruire quelponte di amicizia con i figli degli alloranemici, con l’obiettivo di ricercare la pa-ce dei popoli. Il presidente Pinamonti ha

da Hitler con l’obiettivo di annientarel’URSS all’assedio di Leningrado e Moscafino all’offensiva del giugno 1942 cheporta le truppe tedesche, nel bacino delDon e poi sul Volga, all’assedio di Stalin-grado. È appunto dentro questo affrescoche i visitatori ritroveranno come un filorosso, la guerra degli italiani, dalla par-tenza del primo contingente (10 luglio1941) al disperato rientro dei superstitinella primavera del 1943 dopo la disfattadell’Ottava Armata.L’altra Galleria, quella Bianca si apre conuna sezione dedicata alla macchina del-la propaganda bellica del regime fasci-sta. Si passa poi al lascito memorialisti-co, fiorito copiosissimo nei decenni cheseguirono la fine del conflitto. Ed è a

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I reduci, invitati d’onore all’inaugurazione della mostra. Da sinistra: Carlo Vicentini, Nelson Cenci, Guido Berti e Lino Gobbi; nell’altra foto: Guido Vettorazzo, Francesco Volpi, Aristide Rossi e Camillo Stenico.

presentato uno ad uno i nove reduci di-cendosi orgoglioso del fatto che gli alpi-ni sono testimoni di questo straordina-rio evento. Sono stati poi letti alcunibrani di lettere da quel fronte scritte dadon Onorio Spada e raccolte nel libro “Equi, quando fiorirà la terra?”, curato daPaolo Zanlucchi, consigliere sezionale diTrento.Il coro sezionale ha fatto da cornice allamanifestazione. �

Banco alimentare: un piccolo, grande record

La generosità è più forte della crisi: nonostante la drammatica congiuntura econo-mica che il nostro Paese sta attraversando, la raccolta del Banco Alimentare svol-tasi sabato 26 novembre è stata un successo che ha registrato un incremento del

2 per cento rispetto a quella dello scorso anno, un nuovo record. Anche in questa cir-costanza, massiccia è stata la partecipazione degli alpini, la cui presenza in centinaiadegli ottomila centri di raccolta (supermercati, centri di grande distribuzione, ecc.) hasuscitato simpatia e predisposto alla donazione. Sono state raccolte ben 9.600 tonnel-late di viveri di prima necessità, non deperibili, che nel corso dell’anno saranno distri-buiti alle 8.000 strutture caritative convenzionate e a decine di migliaia di singole fa-miglie indigenti: ne beneficeranno, in tutto, un milione e 400 mila persone. �

La cliente di un supermercato ha appena consegnato un sacchetto di prodotti agli alpini del gruppo di San Giorgio di Nogaro, sezione di Palmanova, impegnati nella raccolta come migliaia di penne nere.

IN BREVEIN MEMORIA DEL CAPITANO RANZANIIl feretro del capitano Massimo Ranzani, caduto loscorso anno in Afghanistan, è stato traslato nel ci-mitero di Occhiobello (Rovigo), suo paese natale,dove la famiglia ha realizzato un monumento insua memoria. Hanno preso parte alla cerimoniauna rappresentanza del 5° Reggimento alpini, re-parto in cui Ranzani prestava servizio, numerosi al-pini e autorità civili locali.

IL GEN. PALLADINI INSIGNITO DELLA CROCE NERACon una breve cerimonia nella caserma Pizzolatodi Trento, il gen. B. Fabio Palladini, comandante mi-litare Regione Trentino Alto Adige è stato insignitodella Croce Nera austriaca dal presidente dellaCroce Nera dell’Alta Austria col. Schuster, accom-pagnato dal rappresentante per l’Italia Mario Eich-ta. L’alta onorificenza è stata assegnata per la col-laborazione nel mantenimento dei cimiteri milita-ri e per l’impegno costante nell’onorare i Caduti dientrambi i Paesi.

COME ARRIVARE ALLE GALLERIE Istruzioni per raggiungere le Gallerie dellaMostra. Si esce dall’autostrada a Trento Sude si percorre la tangenziale fino alla rotato-ria a Piedicastello (seguendo l’indicazioneRiva del Garda). Qui si prende la strada peril Doss Trent oppure Riva (è segnalata) ma sigira a destra pochi metri dopo la rotatoria.Si vedono le due gallerie e si entra nel par-cheggio di fronte.

OBIETTIVOSULLA MONTAGNA:

la foto dell’anno è di Enzo Isaia

Enzo Isaia è il vincitore della rubrica“Obiettivo sulla montagna” del 2011. La

sua bella fotografia, pubblicata su L’Alpinodi aprile, è stata giudicata la migliore dopouna combattuta votazione di redazione.Bravo Enzo e complimenti da tutti noi. �

321-2012

I NOSTRI MUSEI

Il museo di Canove, curato dal localegruppo alpini, è un importante per-corso snodato in quattordici sale per

una superficie di circa seicento metriquadrati di esposizione dedicata allaGrande Guerra, più una sezione riservataalla seconda guerra mondiale. È allestitoin via Roma 68, nell’edificio che origina-riamente era la stazione ferroviaria di Ca-nove: lo si incontra percorrendo la pro-vinciale, a circa tre chilometri da Asiago.Il museo dispone di numerose raccoltetematiche, organizzate in modo da forni-re una chiave di lettura dell’evento belli-co e di reperti che costituiscono il temadi fondo museale. Da segnalare un’im-portante raccolta di armi e uniformi ol-tre a numerosi medaglieri, oggettistica

Canove: memoria di due guerre

varia, oltre ad una interessante sezionefotografica. Conserva, per esempio, unacollezione di proietti d’artiglieria, dal ca-libro 77 al 420. Quest’ultimo, terrificanteanche se poco impiegato, fortunatamen-te non sempre esplodeva, a differenzadei micidiali 305 e 381, il primo lanciatodalla Valsugana su Asiago, il secondo daLavarone sull’altopiano di Asiago. Unacuriosità: una pentola a pressione au-striaca in acciaio smaltato, del 1915, una“Pompa Palermo”, idrovora in ottimo sta-to, che era impiegata per togliere l’acquadalle trincee dei nostri soldati; e mitra-gliatrici, inglesi, italiane (non troppo affi-dabili perché si surriscaldavano) e tede-sche (che purtroppo per i nostri militarifunzionavano sempre e in continuazio-

ASIAGO

Una postazione di mitragliatrice.

L’ingresso del museo.

ne!). Copiosa la documentazione di ordi-ni d’attacco, foto originali anche dei no-stri mitici “arditi”, protagonisti di eroicheimprese, tagliafili, maschere antigas etanto altro ancora che documenta laguerra sull’altopiano. In tutto, circa 8.500reperti, il che rende questo museo unodei più completi del panorama alpino.È stato inaugurato nel 1974, dopo circadue anni di raccolta dei materiali cheprovengono – ma non solo – da quelterribile campo di battaglia che furonogli altopiani. Particolarmente interessan-te, quindi, è la sua visita, soprattutto deiragazzi delle scuole primarie e seconda-rie che da quest’incontro possono farsiun’idea di ciò che è la guerra, conoscen-za indispensabile per apprezzare la pacee la convivenza pacifica. Agli amanti delle raccolte e agli studiosirisulterà prezioso il catalogo (in italiano ein inglese) degli oggetti e dei documentiesposti. La guida completa dei musei del-l’A.N.A. è scaricabile dal portalewww.ana.it nella parte del Centro Studi.�

Per informazioni e prenotazioni contatta-re il curatore e direttore, l’alpino delgruppo di Canove Romano Canalia(0424.692511), che è uno dei fondatori delmuseo, o l’Ufficio del Turismo del Comu-ne di Roana, tel. 0424.692035, oppurescrivere all’indirizzo di posta elettronica:[email protected] di apertura dal 15 giugno al 15 set-tembre tutti i giorni dalle 10 alle 12 e dalle15 alle 19. Nei mesi dell’anno in cui il museoè chiuso l’organizzazione è disponibile adaccompagnare visite su prenotazione.

Una pompa idrovora impiegata per togliere l’acqua dalle trincee.

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Il CalendEsercito 2012 è intitolato “Esercito 2.0” in os-sequio al linguaggio del web. Le oltre 40 immagini mo-strano le applicazioni tecnologiche e il cuore digitale

che le anima, offrendo una panoramica di ciò che è in spe-rimentazione e di quanto è oggetto di ricerca e studio peril futuro della Forza Armata, senza dimenticare l’aspettofondamentale dato dalla componente umana.Il calendario è realizzato nel tradizionale formato, con ap-posito laccetto e completo di un poster. Il costo al pubbli-co in libreria è di 7 euro.Per informazioni e prenotazioni:www.paparoedizioni.it/calendesercito2012 [email protected]

Forze Armate tecnologiche nel CalendEsercito 2012

Zaino a terra per Massimo Mangili, cheper oltre 10 anni ha lavorato in sedenazionale come addetto alla corri-

spondenza e magazziniere. Ha deciso di go-dersi la meritata pensione per dedicarsi atempo pieno ai nipotini Mattia e Tommasoe alla sua famiglia.Alpino del 5°, negli anni 1960-1961 ha presta-to servizio al 17° corso ASC alla SMALP diAosta e in seguito a Malles Venosta, btg. Ti-rano e a Merano, nell’Edolo. Sempre cordiale e disponibile con tutti, haorganizzato e gestito il magazzino e il lavo-ro della corrispondenza come solo gli alpinisanno fare. Un solo esempio, significativo:la pazienza e il rigore nel conteggiare gli al-pini alla sfilata dell’Adunata nazionale: peranni ha rinunciato a unirsi alla sua sezione per assolvere questo delicato compi-to, con precisione e rigore, senza mai lasciare la sua postazione. Zaino a terraquindi, ma può mai farlo un alpino? Nel suo gruppo di Cinisello Balsamo Massi-mo continuerà a fare il volontario e noi lo accoglieremo con immutata ricono-scenza tutte le volte che la nostalgia lo porterà a farci visita. Grazie, Massimo. �

IN BREVE

AUGURI A DUE CENTENARI...Doppia festa per i cent’anni di due alpini: Domeni-co Pernetta del gruppo di Rivara Canavese, sezionedi Torino, che stringe il crest sezionale, e MarioGarzia, del gruppo di La Spezia Centro.

... E A DUE NOVANTENNIDoppia ricorrenza (un novan-tesimo compiuto e uno ormaiimminente) anche per due re-duci di Russia, Felice Flori, delgruppo di Treiso, sezione diCuneo e per l’artigliere alpinoBortolo Faita, il cui amatocappello è sempre al posto d’onore.

UNA PIAZZA INTITOLATA A LUCA SANNAA Samugheo (Oristano) è stata intitolata all’alpinoLuca Sanna, Caduto in Afghanistan, la piazza vicinaalla sua casa di origine. Una folla commossa e nume-rose autorità civili e militari hanno partecipato allaMessa in suffragio, alla cerimonia per onorare i Ca-duti della città in tutte le guerre e l’intitolazionedella piazza. Nella foto: da sinistra i genitori di Luca,il presidente della Regione Sardegna Cappellacci, lamoglie di Luca, Daniela e il parroco don Alessandro.

Scadrà il 31 marzo 2012 il termine per inviare le segnalazioni per il 38° Premio“Alpino dell’anno 2011”, da assegnare ad un alpino in armi e ad uno in conge-do che nel corso del 2011 si siano distinti per un’azione morale, eroica o di

umana solidarietà degne di menzione. La consegna del premio avverrà il 16 settembre 2012 a Savona - la cui Sezione haideato il premio - in concomitanza con il raduno della sezione di Savona, organiz-zato nel 90° anniversario della fondazione. Le segnalazioni dovranno pervenire amezzo posta o via telematica a: sezione ANA di Savona, via Pia 8/3bis, c.p. 353 -17100 Savona; tel. e fax 019/851608, [email protected] - www.anasavona.it �

Scadono a marzo le segnalazioni per il Premio “Alpino dell’anno”

Grazie, Massimo!

I DUE ALPINI CON IL MULOSul numero di dicembre, nella pagina della rubrica “Inostri musei”, abbiamo pubblicato un bel disegno didue alpini con un mulo. Purtroppo mancava il nomedell’autore, che è l’alpino Paolo Marcuzzi, iscrittoall’ANA, titolare della Model Victoria che producequesti ed altri modelli.

Sfogliando i nostri giornaliUn pass apress a n’aotr…as va ananss, gr. Barge – Sez. SaluzzoNUOVO NOTIZIARIO “Questa pubblicazione nasce proponendosi come paginaaperta, nel senso che tutti, soci iscritti ma anche non sociovvero semplici lettori, sono invitati a portare il propriocontributo suggerendo o scrivendo al gruppo alpini di Bargequalche riga in cui esprimere i propri punti di vista, gli ap-prezzamenti, le proposte, ma anche le critiche, che dovran-no comunque sempre essere costruttive ed evitare le pole-miche sterili che non conducono ad alcun serio approdo…”.

La vetta - Sez. DomodossolaINCONTRO CON IL PRESIDENTE NAZIONALE“… il presidente nazionale Corrado Perona ci ha onorato conla sua presenza in terra d’Ossola. Il teatro comunale di Orna-vasso è stata la sede di un incontro con le sezioni di Domo-dossola, Intra e Omegna sul tema quale futuro associativo?Di fronte ad una sala gremita di alpini, Perona ha esposto da-ti e considerazioni sull’argomento, illustrando la situazioneattuale e prospettando quello che potrà essere il futuro del-l’ANA, perdurando la sospensione della leva ed in mancanzadi adeguati provvedimenti compensativi. Ne è seguita unaserie di interventi le cui idee ed opinioni raccolte sarannoutili alla sede nazionale, assieme alle risultanze degli altri in-contri con altre Sezioni…”.

L’alpin da burbanè, gr. Borgomanero – Sez. NovaraVIVA L’ITALIA“Viva l’Italia, l’Italia tutta intera… l’Italia che resiste, così can-tava nel 1979 Francesco De Gregori in un periodo buio che ilnostro Paese stava attraversando. Sono parole attuali cheguardano al nostro futuro, ad una Italia unita, ad una Italiada amare. Ma non possiamo dimenticare il nostro passato etutti coloro che hanno dato la loro vita per la Patria: dai pri-mi volontari dei moti risorgimentali (e qui ricordiamo Co-stantino Pagani, nato a Borgomanero nel 1837 e decedutonell’assalto di Calatafimi il 15 maggio 1860 a soli 23 anni, du-rante la spedizione dei Mille con Garibaldi), ai Caduti delledue guerre, agli alpini Caduti in terra straniera, ai partigianiche hanno dato la loro vita per la libertà: tutti giovani chehanno amato la nostra bella Patria, magari gridando prima dimorire: viva l’Italia”.

Monza e Brianza Alpina – Sez. MonzaRIFLESSIONE“Nel corso del 2011 ho avuto la possibilitàma anche la fortuna di partecipare a mol-teplici manifestazioni alpine: incontri cul-turali, raduni sezionali, esibizioni di cori,momenti conviviali, ecc. La fatica è statatanta, così come l’impegno economico,ma ogni volta al ritorno da questi eventi,la soddisfazione e la serenità superavanoabbondantemente la stanchezza… Sareb-be auspicabile che gli alpini della nostraSezione potessero partecipare con mag-giore frequenza a queste manifestazioni.Potrebbero arricchire il loro senso di ap-partenenza ad una Associazione il cuicompito preciso è stato ben interpretatodal beato don Carlo Gnocchi quando, alritorno dalla Russia, diceva che… per farebene l’Italia ci vuole il coraggio degli alpi-ni, ci vuole l’amore per la terra degli alpi-ni, ci vuole la sobrietà degli alpini, la sem-plicità degli alpini”.

La notizia di Ginevra – gr. Ginevra –Sez. SvizzeraCOMMEMORATO IL 4 NOVEMBRE“Sabato 5 novembre nel corso di una cerimonia, su iniziativadella SAIG (Società delle Associazioni Italiane di Ginevra) edel gruppo alpini di Ginevra, sono state deposte due coroneal monumento dei Caduti italiani, nel cimitero di St. Georges,effettuata da Vaccaro e Strappazzon, rispettivamente coor-dinatore della SAIG e capogruppo degli alpini. Hanno fattoala le rappresentanze di numerose associazioni con i rispet-tivi stendardi… La corale della città di Gattico ha impresso al-l’evento un tono di sacralità con un’interpretazione magi-strale e commovente del Canto degli Italiani, del Salmo Sviz-zero e del Signore delle cime”.

Alpini di pianura – Sez. CremonaAD APRILE L’INAUGURAZIONE DELLA NUOVA SEDE“Nel calendario degli appuntamenti importanti del 2012, ol-tre a quelli diventati fissi per la nostra Sezione, spicca la da-ta del 15 aprile: sarà il giorno dell’inaugurazione della nostranuova sede sezionale. Il comitato organizzatore, costituito

appositamente, ha già iniziato a progettare ed organizzare le manifestazionilegate a questo importante e significativo appuntamento. Questa nuova sedecostituisce un sicuro punto di riferimento per tutti e per la stessa città che ciospita… ma sta a tutti noi collaborare per farla funzionare. Come dobbiamoanche collaborare per riprendere il giusto cammino per quanto riguarda lanostra Protezione civile ed il nostro gruppo sportivo”.

Alpin munfrin – Sez. Casale MonferratoIL BTG. PIEMONTE, IN UN DIARIO“Il sergente Pivetta aveva ventun anni quando, come alpino del btg. Piemontecostituito dopo l’armistizio e inquadrato nell’esercito del Regno del Sud, si ri-trovò a combattere la guerra di Liberazione a fianco delle truppe anglo-ameri-cane. Le operazioni a cui partecipò sulle montagne molisane abruzzesi dell’Ap-pennino e sulle colline marchigiane ed emiliane erano sicuramente meno tragi-che rispetto a quelle del fronte russo e greco-albanese, con disponibilità dimezzi e con i soli rischi della battaglia, senza quelli di fame e freddo. Tuttavia,gli alpini del Piemonte furono messi a dura prova da ripide pareti rocciose escoscesi canaloni ghiacciati, con il nemico sopra la testa asserragliato in rifugi incaverna sicuri e attrezzati. Il battaglione dimostrò coraggio e attaccamento al-la Patria, dalla conquista di Monte Marrone (fronte di Cassino), baluardo ritenu-to inespugnabile dai tedeschi e inattaccabile dagli alleati, alla liberazione di Je-si, al vittorioso combattimento di quota 363 in Val d’Idice (fronte di Bologna)”.

341-2012

I libri recensiti in questa rubrica si possono reperirepresso la Libreria Militare (via Morigi 15, angolo via Vigna, Milano; tel. 02-89010725)

punto vendita gestito da due alpini.

GIANCARLO CORBELLINIIL MIO CAMMINAITALIAda Marsala a Trieste sui sentieri dell’UnitàNazionaleIl giornalista e scrittoreCorbellini ha percorso dasolo e a sue spese, da Mar-sala a Trieste, 2000 chilo-metri del “Sentiero Italia”toccando i luoghi più legatialla storia nazionale, dall’Aspromonte di Gari-baldi al Monte Corno di Battisti. Una testimo-nianza delle ricchezze storiche e artistiche chefanno grande il nostro Paese.Pagg. 110 con 250 fotografie a colori - euro 18 Per l’acquisto rivolgersi all’[email protected] - cell. 346-0291981Su richiesta, con un acquisto minimo di 50 co-pie, le copertine saranno personalizzate con illogo dell’acquirente.

PAOLA CAPPELLARITRISTE ODISSEA DI UN ALPINO DELLA GRANDEGUERRA 1915-1918Le memorie di guerra diGiuseppe Lunardi, nonnodell’autrice. Classe 1893,emigrato in Germania, ri-tornò in Italia nel 1913 per ilservizio militare, poi lo scoppio della guerra,la prigionia e il ritorno “a baita”.Pagg. 47 - euro 7Per l’acquisto rivolgersi all’autrice Paola Cappel-lari – Via Ori Chiomenti 2/A – 36010 Foza (VI)tel. 0424-698117

MAURO DE PETRONIANGELI NEL FUOCO... Tarquinia 16 marzo 1942La storia di un incidente divolo nel quale morirono 19persone del 7° corso para-cadutisti, da cui venivanoselezionati gli uomini chepoi avrebbero scritto le pa-gine di El Alamein. Toccanti le testimonainzedalle quali emerge una scelta volontaria tuttain salita, irta di sacrifici.Pagg. 102 – senza indicazione prezzoPer l’acquisto rivolgersi all’Istituto Carlo Pan-zarasa – via Ghega 2 – 34100 Triestee-mail: [email protected]. 040-2415965 dalle 9 alle 12

PAOLO ZANLUCCHIE QUI, QUANDO FIORIRÀLA TERRA? Lettere deltenente cappellano donOnorio Spada - marzo1942-settembre 1943È il diario di 18 inesorabilimesi, che ci restituisce l’e-roismo e l’umiltà di un uo-mo impegnato a dimostrare ogni giorno, a sestesso e agli altri, che la vita è sempre il donopiù grande, anche quando ogni cosa attornosembra suggerire il contrario.Pagg. 147 – euro 17Edizioni Egon di Emanuela Zandonai – Rovereto (TN)tel. 0464-430330 – www.egonedizioni.it

ADAMELLOORTIGARA - GRAPPA

“Mamma carissima, sia conte sempre la grande fi-

ducia nei destini della Patria lecui tristi sventure saranno ven-dicate non per miracolo di oggio di domani, ma per il frutto vit-torioso di persistente sacrificioe lavoro di tutti gli Italiani. Ti ba-cia con forte affetto tuo figlio Antonio”. È la lettera cheil tenente del 5° Alpini, battaglione Edolo, Antonio Lei-di manda alla madre Ester, nel novembre del 1917. É unadelle centinaia di lettere che i fratelli Leidi (Antonio,Piero e Vittorio) mandano ai genitori, ai vari parenti eamici. Sono tante tessere d’uno straordinario mosaicodella guerra combattuta sull’Adamello, sull’Ortigara esul Grappa, delle vicende di paesi attraversati, bombar-dati dalle artiglierie, della gente. Lettere spontaneeche raccontano piccole cose quotidiane e straordinarieventi con un narrazione quieta e spontanea, riservataa pochi e perciò tanto più sincera. Belle le tante foto-grafie che impreziosiscono il volume.

ELIO PARSANI-ROWENA BRISSONIADAMELLO –ORTIGARA – GRAPPALettere dalla Grande Guerra dei fratelli Antonio, Piero e Vittorio LeidiPagg. 302 - euro 50 Edizioni Povinelli – Pinzolo (TN) - tel. [email protected]

A COME ALPINI

Acome Alpini, Z come Zaino. Undivertentissimo alfabeto di 44

vignette e storielle - fra aneddoti emomenti di vita vissuta - racconta-te sul solco della memoria da Etto-re Frangipane che, in sintonia con illavoro di giornalista alla sede Rai di Bolzano, ha cura-to da sempre la passione per la satira un po’ scanzo-nata e mordace, ma sempre cogliendo con umorismola vita, compresa quella da alpino.“Su questo Corpo, che è stato anche il mio - scrivenella prefazione - ho voluto spendere qualche ricor-do: un po’ di nostalgia, un po’ di ironia, tanto affetto”.Ecco dunque usanze e canzoni, gioie e dolori della vi-ta di caserma snocciolati lungo le lettere dell’alfabe-to e accompagnati tutti da una illustrazione. Oggi glialpini, a vederli, sono diversi da quelli di un tempo:sembrano dei superman, con le loro armi e lo zainoche è un capolavoro di tecnica, “ma lo spirito – che èquel che conta – è lo stesso”. Ecco dunque A comeavanti e come Aquila, B come bersagliere, C come ca-pitano e, ovviamente, come cappello, cori e, ahinoi!,caporale… Chi ha fatto l’alpino può tenere questo de-lizioso pamphlet sottomano, e riconoscendosi inqualche vignetta e in qualche storia sorriderà, sullestesse corde della nostalgia dell’autore. (ggb)

ETTORE FRANGIPANEA COME ALPINIPagg. 96 – euro 9,00Edizioni Curcu & GenoveseTrento – tel. 0461-362122Per ordinazioni dirette, comprensive di spese postali: [email protected]

ENRICO FANTINIL CALVARIO DEGLI ALPININELLE CAMPAGNEDI GRECIA E DI RUSSIAUna storia per immagininel 150° dell’Unità d’Italia(1861-2011)È un’opera che si distinguedalle precedenti perché ba-sata su fotografie dell’archivio della brigata Ju-lia e dell’aiutante di battaglia serg. magg. SantoVincenzo De Paoli. Ne conta oltre 200 oltre anumerosi documenti inediti. Pagg. 258 - euro 20Editrice Associazione Culturale “La Bassa” diLatisana (UD). Per l’acquisto rivolgersi alla se-zione ANA di Pordenone – tel. 0434-538190; ilmartedì, giovedì e sabato dalle 16,30 alle 19,30e-mail: [email protected] www.pordenone.ana.itGli incassi del libro saranno interamente uti-lizzati per la ristrutturazione del museo diCargnacco, in stato di degrado e attualmen-te chiuso al pubblico.

DAVIDE TONAZZIUNA MONTAGNA, UNA STORIA18-19 luglio 1916I combattimenti per la conquista del piccolo Jof di MiezegnotoLa storia dell’assalto italianoal Kleiner Mittagshofel (1952metri) nelle Alpi Giulie. Una battaglia breve,solo due giorni, in condizioni difficilissime, chefu un capolavoro di strategia anche se finitocon un insuccesso dovuto alla tenacia degli au-striaci, decisi a riconquistare quella piccola ci-ma occupata con fatica l’anno precedente.Pagg. 96 – euro 16Edizioni Saisera – [email protected] rivolgersi all’autore – cell. 328-7469682

B I B L I O T E C A

GRUPPO ALPINIDI LOCATE VARESINO1981-2011 – Trent’anni diAlpini a Locate VaresinoNel 30° di questo Gruppodella sezione di Como, il li-bro ripercorre la piccola-grande storia di un gruppodi uomini, lastricata dei va-lori e dell’impegno checontraddistinguono gli alpini, anche mantenen-do viva la memoria di quanti non ci sono più. Ilvolume, particolarmente curato, è ricchissimo dibelle foto a colori.Pagg. 120 – senza indicazione prezzoPer l’acquisto rivolgersi ad Angelo Cazzaniga –tel. 0331-831873 – e-mail: [email protected]

351-2012

361-2012

I N C O N T R I

Incontro a Tarvisio (Udine) a 25 anni dal congedo dei commilitonidel 5°/’85, btg. Gemona, 8° rgt. Julia, cp. CCS 155ª, 69ª, 70ª e 71ª, perla visita organizzata alle caserme La Marmora e Italia. Per il prossimo raduno Giuseppe Scarmagnani, 348-3069250; e-mail:[email protected]

Foto di gruppo degli allievi del 18° corso ACS della SMALP di Aosta,da gennaio a giugno del 1968. Per il prossimo incontro contattare Re-nato Santacatterina, 0444-970054; oppure Giampietro Gollin, 349-4436050; e-mail: [email protected]

Alcuni artiglieri che nel 1951erano alla caserma Cesare Bat-tisti di Merano. Sono da sini-stra, Giroldi, Battisti, Salvadeo,Corniani, Mosconi, Forlani, Co-nardi e Cornali. Per il prossimoincontro, il 26-27 maggio 2012 aSan Michele sul Garda, contat-tare Mosconi al nr. 035-258588.

Remo Bianco, Mario Capra e Sergio Tri-bolo hanno incontrato, dopo 43 anni, ilcommilitone Rinaldo Pedron che, dopola naja, si era trasferito in Australia.

Ritrovo a Roverchiara (Verona) a 38 anni dal congedo di alcuni arti-glieri della 25ª, 26ª e 27ª batteria, gruppo Osoppo della Julia, anno1972, 1°/’52. Per il prossimo incontro contattare Adriano Lovato, 335-7539649; oppure Francesco Bersani, 339-8198396.

Raduno a San Giovanni Lupatoto dei genieri alpini che negli anni dal 1965 al 1968 erano alla caserma Vo-dice di Bressanone. Per il prossimo raduno contattare Dario Corbellari, al nr. 045-7050359; oppure RomeoCasanova, 045-7652323.

Erano a Bolzano nel 1967, l’Adunata di Torino li ha fatti in-contrare, dopo 44 anni. Sono, da sinistra, Moles, Zanca, Bor-ghese, Mooney, Pischiutta, Dal Bò, Gatti e Coccolo.

Annuale ritrovo dei genieri alpini a Palazzolo sull’Oglio (Brescia) cheerano alla cp. Pionieri dell’Orobica, a Merano nel 1978. Per il prossi-mo raduno telefonare a Gianfranco Montagna, 329-3176481.

Ritrovo sul lago di Cei - in Valla-garina, Trentino - di quattrocommilitoni della cp. Trasmis-sioni della Tridentina che eranoa Bressanone negli anni 1964-65.Sono, da sinistra, Marangoni,Maniga, Maistrello e Maranelli.

371-2012

I N C O N T R I

Ritrovo dei sergenti Arrigo Cu-riel e Sergio Pivetta che non sivedevano dal 28 maggio del1944 quando, nel corso di unattacco della loro compagniaad una posizione difensiva del-la linea Gustav (fronte di Cassi-no), Curiel era rimasto ferito.

Arturo Bignucolo (a destra) delgruppo di Arosio, classe 1924 ereduce di un campo di concen-tramento in Germania ha in-contrato il compagno di prigio-nia Luigi Rini di Bormio, classe1923. I due si sono ritrovati allacerimonia presso la 3ª Canto-niera dello Stelvio.

Di nuovo insieme a oltre 50 an-ni dal congedo, in occasionedel raduno degli artiglieri delgruppo Bergamo, alla casermaDruso di Silandro. Sono UgoLorenzet, della sezione di Biellae Luigi Clement, di San Cassia-no in Val Badia (Bolzano).

Ubaldo Scavazzini di Bovolone(Verona) e Dario De Guidi di Cadi David (Verona) nel 1956 era-no nel gruppo Asiago. Si sonoritrovati dopo 55 anni a PassoFittanze.

Adunata di Torino:nella foto, gli alpinidel 66° e 67° corsoAUC della SMALPdi Aosta. Sono dasinistra Nico Vi-neis, Riccardo Fa-gotti, LambertoPetrocco e Giovan-ni Stabilini.

A 50 anni dal congedo i commilitoni del 1°/’38 del 7° Alpini si sono ritrovati alla caserma Salsa di Belluno.Un grazie per la collaborazione al comandante col. Paolo Sfarra e al ten. col. Stefano Fregona.

Ritrovo a Pez di Cesiomaggiore (Belluno) degli alpini del btg. Val Cismon che negli anni 1965-66 erano aSanto Stefano di Cadore nella zona di confine Montelmo-Cima Frignoni.

Giancarlo Sanvito e AlessioMeneghet di nuovo insieme alraduno del Triveneto a Belluno,dopo 50 anni. Nel 1961 eranonella 7ª cp. Mortai, casermaSalsa a Belluno.

Artiglieri del gruppo Osoppo, 1°/’66 durante il loro ultimo incontro.Per il prossimo contattare Guido Spolti, al nr. 035-933474; oppure348-6908713.

B E L L E F A M I G L I E A L P I N E

381-2012

Il consigliere del gruppo di Sacile (sezione di Pordenone) Paolo POLE-SE, cl. ’51, 6ª compagnia del btg. “Tolmezzo”, 8° Alpini, nel giorno delmatrimonio della figlia Elena, con il nonno Pietro VIEL, cl. 1916, capo-ral maggiore al 3° rgt. artiglieria, gruppo “Conegliano”, reduce di Grecia,Albania e Jugoslavia; lo zio Bruno DE GIUSTI, cl. ’48, 11° rgt., GrazianoViel, cl. ’42, 7° rgt., brigata “Cadore” e lo sposo Giuseppe.

Papà Massimiliano TARETTOtiene in braccio “l’alpinotta”Ludovica, un anno. Alla lorodestra il bisnonno maternoPietro FRAMONE, cl. 1922, e ilnonno paterno Beppe.

In casa STRAOLZINI: nonnoLuigino, del gruppo di Mura(sezione di Salò), alpino allacompagnia comando, btg.“Morbegno”, spegne 70 candeli-ne. Alla sua sinistra il figlioAndrea, cl. ’78, naja a Bassanodel Grappa, il genero Graziano(iscritto al gruppo di Nozza), cl.’78, naja a Elvas. Alla sua destra ilfiglio Claudio, cl. ’74, naja a SanCandido. Festeggiano il nonno inipoti Giuseppe, Francesco,Giacomo, Simone e Viola.

Dal gruppo di Mirano (sezione di Venezia), l’alpino Stefano GIORA-TO (penultimo da destra) e la moglie Luana AGNOLETTO sulle sca-linate della chiesa con il fratello Roberto, 8° rgt., gli amici AlbertoFattoretto, 8° rgt., Stefano Pattarello, rgt. ASA, e i “fra” alpini dell’7°rgt., Francesco Norbedo e Alberto Zonta.

Il piccolo Lorenzofesteggia i due anni conpapà Massimo PERDO-NELLO, 7° Alpini, i nonniPippo, 7° Alpini eWalter BITTANTE, 11°rgt., btg. “ValTagliamento”, e lo zioRoberto CONTE, 8°Alpini, btg. “Cividale”.Sono iscritti al gruppodi Santa Croce (sezionedi Bassano del Grappa).

Andrea CAMPION e la moglie PIERANGELA VIDOTTO nel giornodel matrimonio con parenti e amici del gruppo di Camalò (sezione diTreviso): Mauro, Orio, Valerio e Luigino BORSATO, Bruno Conte,Fausto Martini, Ezio Grosso, Mauro Favarato e il capogruppoSamuele Zanatta.

Gli sposi Claudio BRESSANELLI (gruppo di Novelle, sezioneVallecamonica), con la sposa Cristina ALBERTI, assieme ad amici eparenti: il papà Giovanni (gruppo di Malonno) e il fratello dellosposo, Gianluigi.

Stefano PIZIO, alfiere del gruppo di Pianico (sezione di Bergamo), conla moglie Stefania AGLIARDI, festeggiati nel giorno del matrimonioda amici e parenti alpini: il fratello dello sposo Andrea, gli zii GiorgioCOTTI PICCINELLI, Lorenzo COPPOLA e Angelo FRANINI e ilnonno Gino SANGALLI, classe 1922, reduce dal fronte greco-albanese.

Papà Carlo SALERI, cl. ’51, briga-ta “Cadore”, la figlia Anna nelgiorno del matrimonio e il fratel-lo Franco, del gruppo diLumezzane-San Sebastiano (sez.di Brescia).

B E L L E F A M I G L I E A L P I N E

391-2012

L’alpino Yuri BALME, CentroAddestramento Alpino di Aosta,tiene in braccio l’ultima nata,Beatrice; alla sua sinistra il fra-tello Edy, compagnia trasportodel btg. “Aosta” con Corinne,Jasmine e la nipote Michelle, ilcugino Livio TAMBELLA, btg.“Bassano”, e suo papà SergioCarlo, 41ª compagnia del btg.“Aosta”.

Dal gruppo di Viggiù Clivio (sezio-ne di Varese), Roberto MALNA-TI, naja al Comando del 4° Corpod’Armata, nel giorno del battesi-mo del figlio Samuele. Da sini-stra, Giuseppe Crestani, AdelioMolinari, cl. ’48, btg. “Edolo”,nonno Giorgio, cl. ’50, btg.“Edolo”, mamma Katia e il capo-gruppo Germano Maltauro, cl.’49, btg. “Morbegno”.

Gli sposi alpini 1° cap. magg. Rosaria MARINO e il cap. magg. sceltoGiuseppe PALLOTTA, entrambi in servizio all’8° rgt., con i soci del grup-po di Cividale Centro e alcuni loro commilitoni. Auguri e figli… alpini!

Elisa e Stefano COLOMBO, lozio della sposa AurelioColombo (capogruppo diImbersago), gli zii dello sposoGiovanni Paolo OGGIONI (pre-sidente della sezione di Monza)e Angelo Colombo, (gruppo diOsnago), e i nipotini, Matteo (inbraccio) e Andrea.

Dalla sezione di Valdagno gli sposi Davide MASIERO (gruppo diCereda) ed Elena Pretto. Al loro fianco il testimone Yari Brunialti(gruppo di Recoaro) e il padre dello sposo Bruno (gruppo diCornedo). Quindi, da sinistra a destra, Andrea Campanaro, EnzoGonzato con il figlio Ivan, Nicola PRETTO, Florindo Dalla Riva,Emanuele Brun, il sacerdote don Lino Smiderle; Loris Campanaro,Cristian e Diego Pretto.

Cristian RIVETTA con la moglieMilena, il papà Domenico, ilfratello Mario e gli zii Giuseppee Alessandro. Sono soci delgruppo di Gavardo (sezione diSalò).

Il piccolo David in braccio apapà Andrea IOP, cl. ’75, com-pagnia comando del btg.“Vicenza” e il nonno Gino, cl. ’52,11° rgt., btg. “Val Fella”, capogrup-po di Gradiscutta di Varmo(sezione di Udine).

Il primo caporal maggiore al 9°Alpini Fabio DI NUNZIO e lamoglie Claudia BIANCHI nelgiorno del loro matrimonio aMontesilvano (Pescara) con iparenti Nevino, Modesto,Tonino e Giorgio, soci del grup-po alpini di Asiago.

Dal gruppo Torino Centro,Giuseppe PERONCINI, cl. ’40, 1°rgt. artiglieria da montagna, conil figlio Stefano, cl. ’75, maggioreal 5° e al 3° Alpini e le nipotineMiriam e Anna.

Il capogruppo di Alagna ValsesiaSergio DEGASPARIS, cl. ’55,SMALP, con i figli Andrea, cl. ’81,artigliere alpino del 2° rgt.“Vicenza” e Laura, nel giorno delsuo matrimonio.

Dal gruppo di Villa Carcina(sezione di Brescia) Oscar CAN-CARINI, cl. ’78, 24° rgt. di mano-vra “Dolomiti”, il papàFrancesco, artigliere alla 36ªbatteria del gruppo “Vestone” eil nipotino Gianluca.

Dal gruppo di Chiampo (sezionedi Vicenza), Gino VOLPIANA, ilfiglio Manuel e il piccoloMattia.

401-2012

CHI SI RICONOSCE? INCONTRIAMOCI! • ALPINO CHIAMA ALPINO

Rocciatori alpini del 4°, classe 1922 a Polen (Aosta). Contattare il ra-diotelegrafista Luigi Nicolazzi al nr. 0322-96345.

Igino Rizzi (p.le Europa 34 – 25056 Ponte di Legno – BS) cerca i parenti degli alpini ritratti nella foto, scat-tata a Ponte di Legno nel 1916. Scrivetegli.

PONTE DI LEGNO, NEL 1916

ROCCIATORI DEL 4°, A POLEN

Artiglieri da montagna, 5°/’91,caserma Monte Grappa a Bas-sano, 20 anni fa. Telefonare aGraziano Gentile, al nr. 338-3966294; e-mail: [email protected]

CASERMA MONTE GRAPPA, 5°/’91

CAR a Bra (Cuneo), 3°/’63, 3ª cp., 3° plotone, 3ª squadra. Silvio Boellacerca in particolare Biral e Gaiero. Contattarlo al nr. 338-8368260.

CAR DI BRA, 3°/’63

Lupi di Malles, 109ª cp., 5°/’85. Contattare Edoardo Zanotti, 329-4352285; e-mail: [email protected]

LUPI DI MALLES, 109ª CP.

Squadra artificieri del btg. Bolzano, 92ª cp., a Brunico nell’estate del 1969.Nella foto si riconoscono Vivaldi, Stoppacciaro, Iori e Scattolin. Telefo-nare a Franco Falconetti, 346-025213; e-mail: [email protected]

BTG. BOLZANO, NEL 1969

411-2012

CHI SI RICONOSCE? INCONTRIAMOCI! • ALPINO CHIAMA ALPINO

Giuramento a Bassano del Grappa degli artiglieri da montagna, nel1961. Telefonare a Croce Del Biondo, 331-4345513; e-mail: [email protected]

GIURAMENTO, NEL 1961

Marcia di addestramento della 2ª cp., 4° plotone, SMALP di Aosta, 8°corso ACS, nel 1965. Tomaso Gaggero che risponde al nr. 349-3762782, cerca anche i commilitoni del 7° rgt., brg. Cadore, btg. Fel-tre, 125ª cp. Mortai, anni 1965-66.

8° CORSO ACS

Spaccio di Merano del 5° artiglieria da montagna, nel 1968. OlivanoDonini (tel. 338-9479921) cerca in particolare Calamai e il ragazzocon la barba.

MERANO, NEL 1968

Btg. Morbegno a Vipiteno nel 1989/1990, 107ª cp. Mortai, 9°/’89.Contattare Adriano Mosconi, 0376-439570.

VIPITENO, 107ª CP.

Artiglieri da montagna del 5°,gr. Vestone, 35ª batteria, neglianni 1966-67, 3°/’66. Valter Fi-nulli (tel. 335-1738796) e-mail:[email protected] cerca inparticolare Stefano Martinazzi,nella foto a sinistra.

STEFANO MARTINAZZI

Marcello Sciutto cerca notizie delnonno Arturo Visca nato a Mallare(Savona) il 18/10/1916, scomparsoil 9 settembre del 1943 mentre erain forza al 1° Alpini della Cuneense,artiglieria alpina, per operazionimetropolitane in zona Laives-Cal-daro, o comunque in zona Brenne-ro. Ha partecipato alle Campagnedi Albania e Jugoslavia tra il 1940-41 e nel 1943 è partito per la Russiacon la divisione Cuneense, btg.Pieve di Teco, da dove è rientratonel marzo dello stesso anno. Parti-to per il Brennero, le sue ultimenotizie arrivano da Bolzano il 1°

settembre 1943 con una cartolina spedita alla moglie. Chi si ricordadi questo valoroso alpino è pregato di contattare il nipote MarcelloSciutto al nr. 334-3126930; e-mail: [email protected]

ARTURO VISCA

Olivo Basaglia cerca i sottote-nenti Morbin e Padrin, coman-danti di plotone della compa-gnia artiglieri da montagna dellaCadore, caserma Duca, 12° CAR.Contattarlo al nr. 340-6102613;e-mail: [email protected]

MORBIN E PADRIN

Ezio Pasinetti (tel. 030-2791504)cerca il capitano Alberto Aurili.In Russia, nel 1943, comandava la35ª batteria del gruppo Val Pia-ve, 3ª artiglieria alpina, div. Julia.

ALBERTO AURILI

Giancarlo Zoccola (tel. 333-7832011) cerca i commilitonidella SMALP di Aosta, 72° cor-so AUC. In particolare ricordail capitano Folegnani e il ser-gente Dezza.

72° CORSO AUCFranco Ghidini, 2°/’39, 72ª cp.,btg. Tolmezzo a Gemona neglianni 1961-62 vorrebbe incon-trare i commilitoni. Il suo reca-pito è 338-5401875; e-mail:[email protected]

BTG. TOLMEZZO, 72ª CP.

Alfeo Guadagnin sta raccogliendo aneddoti, storie allegre e tristi diappartenenti alla brigata Cadore per farne un libro. Chiunque voles-se rilasciare la sua testimonianza scriva ad Alfeo Guadagnin, viaChiuppani 40 – 36061 Bassano del Grappa (Vicenza); tel. 338-9822361;e-mail: [email protected]

BRIGATA CADORE

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S E Z I O N I I T A L I A

Gemellaggio tra gli alpini cividalesi e quelli della cittadina di Alli-ste (Lecce) di cui è originario il segretario della sezione cividale-

se Enzo Nuzzo, che con questa iniziativa, nel 150° dell’Unità d’Italia,ha voluto idealmente tendere un filo lungo mille chilometri dallasua terra natale a quella d’adozione, il Friuli e Cividale. Il presidentesezionale Rino Petrigh, accompagnato dai consiglieri sezionali Parpi-nel, Ruoco, Crast e dal coro Monte Nero ha raggiunto Alliste doveNuzzo ha allestito una mostra sulla storia d’Italia e delle Truppe al-pine: ad ogni alunno delle scuole è stato donato il libretto “Storiad’Italia e delle Truppe alpine”. Il sabato, incontro con le autorità locali e il sindaco, con la presenzadei bambini della scuola primaria e dell’infanzia, che agitavano ban-dierine tricolori. Dopo la Messa, al suono della banda del paese, gli

CIVIDALE

L a festa per il 40° di rifondazione del gruppo di Serrada è stataun momento emozionante e importante per la comunità di

Serrada. Una splendida giornata di sole ha accompagnato la mani-festazione apertasi con la sfilata lungo le vie del paese. In testa la

TRENTO

Gemellaggio Cividale-Alliste

fanfara alpina di Riva del Garda, seguita dalle autorità, dal coro Mar-tinella, dal vessillo della sezione di Trento, molti gagliardetti e tantialpini. Da segnalare la presenza degli alpini di Cislago, sezione di Va-rese, gemellati con quelli di Serrada.Dopo l’alzabandiera, don Giorgio ha celebrato la Messa accompa-gnata dai canti del coro Martinella. Durante l’omelia il sacerdote haricordato quanto hanno fatto gli alpini in tempo di guerra e nellemissioni di pace, sottolineando il continuo impegno civile dellepenne nere. Al termine della funzione religiosa hanno preso la parola il sindacodi Folgaria Toller e l’assessore provinciale Olivi che hanno rimarcatola presenza del gruppo alpini nella vita della comunità. Applauditis-simo l’intervento del capogruppo Dino Forrer, socio rifondatore delGruppo assieme a Alfredo Forrer e Vittorio Giacomelli. Hanno quindi preso la parola il responsabile mandamentale Bortola-meotti e il vice presidente della sezione di Trento, Busetti. Commovente il momento della deposizione della corona al monu-mento ai Caduti, con la fanfara alpina che ha eseguito il “Piave”. Lagiornata si è conclusa in allegria con un buffet offerto dal Gruppo atutta la comunità: un altro splendido momento di aggregazione tragli alpini e cittadini che ha chiuso nel migliore dei modi una giorna-ta davvero indimenticabile. �

40 anni di alpini, a Serrada

alpini hanno raggiunto le scuole, dove i ragazzi hanno letto alcunibrani e proiettato un video da loro realizzato sul tema dell’Unitànazionale. In questa occasione la sezione di Cividale ha donato alla scuola ilTricolore, consegnandolo alla dirigente scolastica Filomena Gian-nelli. La sera, il coro Monte Nero, diretto da Mauro Verona, si è esibitonel teatro privato messo a disposizione da Mario Pizzileo, con iltradizionale repertorio alpino commentato dallo storico GuidoAviani Fulvio. Con il binomio canti e voce narrante sono state ri-percorse le tappe della storia d’Italia, dalla costituzione ai giorninostri, e ricordato l’impegno ed il sacrificio della nostre Forze Ar-mate nelle difficili missioni all’estero. �

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S E Z I O N I I T A L I A

MARCHE

SARDEGNA

Una bella sezione quella sarda, forte e coesa, nonostante l’esi-guità numerica (circa 400 soci). Per la seconda volta Nuoro ne

ha ospitato il raduno e l’allestimento di un centro operativo e di ri-storo con bandiere e manifesti ovunque. È iniziato con l’alzabandie-ra nella piazza principale e il ricordo dei Caduti alla presenza delprefetto Pietro Lisi, del sindaco Alessandro Bianchi, del consiglierenazionale Cesare Lavizzari, di numerose autorità militari e civili e dimolti cittadini. Suggestivo l’inno d’Italia eseguito dalla fanfara di Liz-zana e dal coro ANA Barbagia. Analoga cerimonia si è poi ripetuta alMausoleo nel cimitero monumentale di Nuoro.I Caduti sono stati onorati con la deposizione di corone d’alloro alsuono del “Silenzio” e dal canto del “Signore delle cime”. Bella la sfi-lata per le vie della città con la popolazione che applaudiva dalle fi-nestre e dal bordo strada. Il sindaco ha salutato le delegazioni nellaSala consiliare, dove è seguito il consueto scambio di doni. Nel po-meriggio analogo copione nel borgo montano di Oliena. Veramentesplendido, alla sera, il concerto nel teatro Eliseo.Domenica, la sfilata è stata un successo. Presenti dieci vessilli sezio-nali con un cospicuo numero di gagliardetti al seguito. Numerose leassociazioni combattentistiche e d’arma. Presenti anche alcuni Re-duci. Dopo la sfilata, Messa al campo, officiata dal vescovo di Nuo-ro mons. Meloni che ha ripercorso la storia del Corpo degli alpini.Della buona riuscita della manifestazione va dato merito al presi-dente sezionale Aldo Zuliani che in tanti anni a Cagliari ha unito ilmeglio delle sue origini friulane ai valori tratti dalla permanenza inSardegna e a tutti i generosi alpini sardi. �

Un grande raduno intersezionale

Con gran senso di ospitalità, dignità e capacità di realizzazione, gli alpi-ni di Acquasanta Terme (Ascoli Piceno), capogruppo Giulio Buatti, han-

no organizzato l’86° raduno sezionale delle Marche cui hanno aderito rap-presentanze di penne nere da molte parti d’Italia, con la presenza del con-sigliere nazionale Salvatore Robustini. Cerimonie civili, militari, religiose sisono susseguite alla presenza di varie autorità territoriali immergendo inun bagno di gioiosa partecipazione la cittadina termale compresa tra ilParco Nazionale dei Sibillini e quello dei Monti della Laga. Il presidentedella sezione Marche, Sergio Mercuri, nella sua allocuzione ha dato spazioal particolare significato del raduno nel 150° dell’Unità d’Italia e ha ricono-sciuto il gruppo alpini di Acquasanta come uno dei più infaticabili della Se-zione. Il sindaco Barbara Capriotti, dopo aver espresso un deferente pen-siero ai Caduti della Specialità, ha evidenziato con calore il supporto chele penne nere acquasantane danno a tutto il circondario e come siano unpunto di riferimento affidabilissimo in ogni situazione, anche emergenzia-le. “Il glorioso Corpo degli alpini – ha sottolineato la prima cittadina – èun modello dei valori più edificanti dell’uomo e della società”. Altrettantoincisivamente si è espresso il presidente della Provincia di Ascoli Piceno,Piero Celani, inserendo nel suo discorso un simpatico mea culpa di stam-po politico generale: “Da Udine alla Sicilia, oggi l’Italia è qui – ha esordito.Le penne nere costituiscono un esempio per noi politici per quello cheriescono a fare, animate da ferrea volontà e compattezza d’intenti e diazione. Si distinguono per coraggio, senso del dovere e del sacrificio, amorpatrio, altruismo. Un Corpo davvero speciale, dai grandi ideali concreta-mente messi in pratica. Tra l’altro non chiedono niente alle istituzioni, abi-tuati come sono ad autofinanziarsi”. Marcella Rossi Spadea

Ad Acquasanta l’86° raduno sezionale

Due momenti della sfilata.

La Messa nella piazza principale della cittadina e la testa della sfilatacon la fanfara alpina.

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S E Z I O N I I T A L I A

Si è svolto a Carrara il 13° raduno sezionale, con il patrocinio deiComuni di Carrara, di Massa, della Provincia e della Camera di

Commercio. La manifestazione, che ogni anno onora la memoria dei537 alpini della Provincia arruolati nella gloriosa Divisione Cuneen-

MASSA CARRARA Il raduno della sezione Massa Carrarase, Caduti e Dispersi sul fronte russo, si è aperta sabato pomerig-gio con la deposizione di una corona di alloro al monumento al-l’Alpino, nel cimitero monumentale di Carrara, per proseguire poiin serata, nel duomo, con l’esibizione delle corali: “Fortitudo meain rota” di Carrara e “Alessandro Guglielmi” di Massa, che hannoeseguito canti della tradizione alpina e operistica.Domenica mattina sfilata con la partecipazione di numerose pen-ne nere, i vessilli delle sezioni di Bassano del Grappa, Bolognese-Romagnola, Como, La Spezia, Latina, Piacenza, Pisa-Lucca-Livornoe di tanti gagliardetti. Erano presenti autorità civili e militari con ilGonfalone della Provincia di Massa e Carrara decorato di Medagliad’Oro al V.M., e i gonfaloni dei Comuni di Carrara e di Massa en-trambi decorati di Medaglia d’Oro al Merito Civile. Molte le auto-rità civili e militari.Dopo gli onori alla Bandiera, deposizione delle corone di alloro aicippi marmorei della Provincia e del Comune di Carrara (nella fo-to). È seguita la Messa nel duomo celebrata dall’abate don Raffael-lo Piagentini. Al termine della funzione, tutti nell’Aula Magna del-l’Accademia di Belle Arti di Carrara dove si è svolta la cerimonia uf-ficiale, con gli interventi del sindaco di Carrara Angelo Zubbani, edel presidente sezionale Alessandro Rolla. Al termine consegna dioggetti ricordo della manifestazione ai presidenti di Sezione, ai ca-pigruppo e alle autorità. �

La 69a Adunata della sezione di Modena si è svolta quest’anno aPrignano sulla Secchia in occasione dei festeggiamenti per l’80°

di fondazione del Gruppo guidato da Guerrino Costi e l’intitola-zione di una piazza agli Alpini. La festa è iniziata il sabato - in unpaese vestito di tricolore - con l’alzabandiera e la partecipazionedi una folta rappresentanza di alunni delle scuole che hanno por-tato una gaia nota di tricolore. Successivamente è stata inaugura-ta una mostra storica al Centro Civico, dove ha avuto luogo la pre-miazione dei ragazzi vincitori del concorso “Alpini Sempre”. Nelpomeriggio la cerimonia degli onori ai Caduti con deposizione dicorone ai monumenti e alle lapidi delle varie frazioni seguita dal-l’inaugurazione della riqualificazione del Parco della Resistenza,con scoprimento di targa ricordo. Alla sera la sala convegni delComune ha ospitato un’ampia rassegna di canti alpini e della mon-tagna, preceduti dal concerto della banda di Prignano. In una splendente giornata di domenica è iniziato di buon mattinol’ammassamento degli alpini, quindi la sfilata, con accanto al ves-

MODENA

sillo due reduci, Trento Montanini, classe 1915 e Battista Quattrini,classe 1916; poi autorità civili e militari, Associazioni d’arma, Sezioni,numerosi Gruppi alpini e volontari di Protezione civile. Lungo il per-corso il passo è stato scandito dalle note della fanfara di Trento edella banda di Montefiorino. La sfilata ha fatto tappa in piazza Romadove sono stati resi gli onori ai Caduti con la deposizione di una co-rona al monumento che li ricorda; poi la cerimonia di intitolazionedi una piazza agli Alpini e la benedizione del nuovo vessillo della se-zione di Modena, presente la madrina Marisa Gariboldi.Più tardi, al Parco della Pace, gli interventi del sindaco Mauro Fantinie del presidente sezionale Franco Muzzarelli. Infine il consigliere na-zionale Corrado Bassi, oltre a portare il saluto del presidente Peronae del Consiglio nazionale, ha parlato della forza dell’ANA e stimola-to gli alpini a un costante impegno per il futuro associativo. A conclusione degli interventi, la Messa, officiata dal cappellano se-zionale mons. Pierino Sacella e concelebrata dal parroco don Gian-carlo Bertolini. �

Prignano: Adunata sezionale e 80° del Gruppo

Il monumento agli alpini e un momento della cerimonia al Parco durante il discorso del sindaco Fantini.

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S E Z I O N I I T A L I A

La 34ª Compagnia del battaglione “Susa”, di stanza alla caserma“Assietta”, è cittadina onoraria di Oulx.

Erano stati Pier Augusto Clataud e Candido Chareun, rispettivamen-te capogruppo e vice capogruppo, andati avanti nell’estate 2010, aporre le basi per questo riconoscimento. Per festeggiare l’avveni-mento era in programma anche l’annuale raduno degli ex apparte-nenti alla Compagnia, i famosi “lupi”. Grande la partecipazione: oltre500 i “veci” che, riunitisi fuori della caserma, aspettavano l’uscitadella fanfara della “Taurinense” e dei “Lupi” della 34ª Compagnia perraggiungere in corteo piazza Garambois gremita di gente. Il capogruppo Franco Bernard ha posto l’accento sul significato del-l’onorificenza simbolo di un legame profondo con i ragazzi che par-tecipano a pericolose missioni all’estero in difesa della pace. L’atto

VAL SUSA

di conferimento è stato ritirato dal cap. Luca Del Sole, attuale co-mandante di questo distaccamento, mentre il saluto del 3° eraportato dal comandante col. Carlo Sardi. Il sindaco di Oulx, PaoloDe Marchis ha avuto parole di elogio per gli alpini presenti sul ter-ritorio da oltre cinquant’anni. Numerosi gli ex comandanti interve-nuti e grande gioia di molti nel ritrovarli e salutarli.I commercianti hanno contribuito alla festa con addobbi alle ve-trine ed esposizione di fotografie della caserma e delle sue atti-vità. Le stesse immagini erano state proiettate la sera precedentenella sala del consiglio comunale riscuotendo un grandissimo suc-cesso. In tribuna era presente il figlio del col. Pietro Barbier, alloracomandante di uno dei plotoni che conquistarono il Monte Nero,nativo di Oulx. �

Oulx abbraccia i suoi “Lupi”

Cinquant’anni non sonopochi, per un piccolo

gruppo come quello diCarnago guidato da Pa-squalino Sottoriva. Cin-quant’anni di storia, di so-lidarietà e di alpinità, co-me ricordano il fondatoreAntonio Venturini e il pri-mo capogruppo capitanoErminio Carabelli. La ricor-renza si è trasformata inuna festa tipicamente al-pina, con la partecipazio-ne del vessillo sezionale con il presidente Francesco Bertolasi e ilvessillo di Vicenza con il segretario della sezione Gian Piero Golin,del sindaco Maurizio Andreoli e diversi assessori, tanti alpini datutta la sezione, le madrine e rappresentanti delle associazionid’arma. Completato lo schieramento e dopo l’alzabandiera si èformato un corteo che, accompagnato dalla banda di Vivaro Due-ville, ha raggiunto il monumento ai Caduti al quale è stata depo-sta una corona. È seguita la Messa celebrata da mons. Luigi Stucchi, che ha invita-

VARESE

to gli alpini a proseguire il cammino con lo stesso spirito. Fiori sonostati deposti sulle tombe degli alpini Rocco Bianchi e GiuseppeMazzetti, ai quali è intitolato il Gruppo Sportivo. All'area feste il capogruppo Sottoriva ha ringraziato tutti per la par-tecipazione; brevi parole di saluto e di sprone a continuare sono sta-te rivolte dal presidente Bertolasi e dal sindaco. La cerimonia si èconclusa con la consegna di riconoscimenti ad alcuni soci, fra i qua-li lo stesso capogruppo e gli alpini Venturini, Dall'Ava, Ferrari, e conlo scambio dei doni tra i gruppi gemellati di Carnago e Torreselle. �

Carnago in festa per il 50° del Gruppo

I “veci” della 34ª Compagnia e i “bocia” in armi mentre sfilano per Oulx.

Mombercelli è stata avvolta nel tricolore perl’80° anniversario di fondazione del locale

Gruppo e di quello di Belveglio. Nonostante l’in-clemenza del tempo, sono giunti numerosi Gruppida tutta la provincia di Asti, Alessandria e Savona,ognuno con il proprio gagliardetto, accolti da stri-scioni di benvenuto.Il ritrovo è stato alla Cantina Terre Astesane, poi leautorità militari, civili e religiose, la banda di Mom-bercelli, gli alpini ed i simpatizzanti si sono trasfe-riti nella chiesa di San Biagio, dove la cerimonia èentrata nel vivo con gli interventi del capogruppodi Mombercelli Giuseppe Aresca, del sindacoChiara Castino, e del consigliere nazionale StefanoDuretto. Erano presenti, tra gli altri, per la sezionedi Asti Mario Aresca, Giorgio Carrer, Elio Poncibò.È stata consegnata una targa ricordo per l’impegno e la fedeltà agli al-pini più anziani: Giuseppe Trinchero, classe 1914, Stefano Mazzetti1917, Biagio Vanzino 1920, Luigi Feroldi 1921, Francesco Brignolo 1922,Angelo D’Agostini 1925, Teresio Bigatti 1927, Giuseppe Fresia 1930, Pie-rino Iguera 1931, Giuseppe Aresca 1931, mentre la targa di Stefano Pon-

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S E Z I O N I I T A L I AASTI Mombercelli, un Tricolore lungo 80 anni

te, mancato di recente e già decorato con medaglia d’Onore, è sta-ta ritirata dal figlio. Quindi la Messa, celebrata dal parroco donFranco Cartello, in memoria di tutti gli alpini Caduti, e foto ricordocon i soci più anziani (foto). È seguito l’alzabandiera al monumentoai Caduti di tutte le guerre, con la deposizione delle corone. �

Non succede spesso che un Gruppo alpini sia nato prima dellaSezione di appartenenza. È quanto è accaduto al gruppo di

Calalzo, fondato nel 1921, un anno prima della formale costituzio-ne della sezione cadorina. Il 90° è stato celebrato a Calalzo, che ha ospitato anche il 23° ra-duno sezionale, con la partecipazione di molti alpini, autorità mi-litari e civili e rappresentanze delle associazioni combattentisti-che e d'arma. Il sabato incontro ufficiale nella sede del Comunedove Bergamo, già presidente della Sezione negli anni ’70, ha illu-strato le ragioni della intitolazione del Gruppo ai "Fratelli Fanton",figure storiche per il paese di Calalzo, mentre il gen. Perelli ha rie-vocato pagine inedite della storia alpina con un intervento dal ti-tolo "Sui sentieri della memoria".

CADORE

Domenica, presenti il vice presidente nazionale vicario SebastianoFavero e il consigliere nazionale Onorio Miotto, nonostante il tem-po inclemente sfilata accompagnata della fanfara di Conegliano ecerimonia di onore ai Caduti; quindi gli interventi aperti dal capo-gruppo Danilo Larcher, che ha ricordato con riconoscenza tutti i suoipredecessori. Sono seguiti gli interventi del presidente sezionale Antonio Cason,del sindaco Luca De Carlo, dell'on. Gidoni, del col. Paolo Sfarra, co-mandante del 7° Alpini. Il vice presidente nazionale Favero si è infinecomplimentato con gli alpini calaltini per la loro vitalità e le molte-plici iniziative che intraprendono nel corso dell’anno. Il prossimo ap-puntamento sarà per il 90° della Sezione.

Livio Olivotto

Gruppo di Calalzo, classe 1921

La sfilata per le vie di Calalzo imbandierate, con gonfalone, sindaci, vessilli, e gagliardetti e tanti alpini. A destra: la tribuna d’onore, con al centro il vice presidentenazionale vicario Favero, il consigliere nazionale Miotto e il presidente della Sezione Cason.

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S E Z I O N I E S T E R O

Si è disputata in ottobre la 12ª edizionedel Kalahari Augrabies Extreme Ma-

rathon gara di marcia in 6 giorni su un per-corso di 250 chilometri. Gli unici due italia-ni che hanno partecipato sono due alpinidell’8° reggimento di Cividale del Friuli (Udine), il 1° marescialloLeandro Salomone e il 1° caporal maggiore Ingrid Qualizza, che sisono qualificati rispettivamente 7° e 8° nella classifica generale esecondi assoluti nella classifica degli europei in gara che ha visto28 nazioni partecipanti. La Kalahari Marathon è una gara estremache si sviluppa su percorsi sabbiosi, sterrati, rocciosi con ostacolinaturali di diversa tipologia, mettendo a dura prova le capacità fi-siche e tecniche degli atleti. Niente confort, per dormire un saccoa pelo e 10 litri d’acqua a testa al giorno con cui lavarsi e dissetarsi.Il cibo, in gran parte liofilizzato, deve essere trasportato sin dal pri-mo giorno per tutto il periodo di gara nello zaino, pesante circa 12kg. I due alpini dell’8° Reggimento, prima della competizione, sonoandati in visita alla sede della sezione ANA Sudafrica a Johanne-sburg, ricevendo il guidoncino sezionale e consegnando quellodella sezione di Cividale del Friuli. Non è mancata una visita al ci-mitero di Zonderwater, dove riposano 252 soldati italiani. �

Due alpini alla Kalahari MarathonSUDAFRICAARGENTINA

La sezione Argentina ha organizzato un torneo di tiro a segno, alPoligono Federale di Tiro di Lomas de Zamora, a Buenos Aires.

Tra il pubblico presente alpini, familiari e amici. Ecco i risultati: Torneo individuale amici: 1° Lis Drughera, gruppo La Plata; 2° An-gel Carburant, gruppo Ovest; 3° Giovanni Marucci, gruppo La Pla-ta. Torneo individuale alpini: 1° Gianfranco Tuzzi, gruppo Centro; 2°Domenico Freschi, gruppo Ovest; 3° Sergio Zaborra, gruppo Mo-ron. Torneo alpini a squadre: 1ª Domenico Freschi e Sergio Zaborra,gruppo Ovest Moron; 2ª Luigi Druguera e Umberto Sina, gruppoLa Plata; 3ª Fernando Caretti e Gianfranco Tuzzi, gruppo Centro. �

Torneo di tiro a segno a Buenos Aires

Leandro Salomone e Ingrid Qualizza durante lamaratona e nella sezione degli alpini in Sudafrica.

I vincitori delle varie categorie con – al centro – il presidente della SezioneFernando Caretti.

CANADA

Il coro ANA di Sulmona, sezione Abruzzi, in trasferta in Canada,è ritratto davanti al monumento ai Caduti di tutte le guerre di

Welland (Ontario), eretto dagli alpini nel 1988.Ospiti del Gruppo locale della sezione di Hamilton, guidato daDoro Di Donato, gli alpini abruzzesi hanno partecipato al pranzoin loro onore, preparato dalle signore dell’Ordine dei Figli d’Italianella sede del Gruppo (casa Dante). �

Il coro di Sulmona a Welland

SVIZZERA

L’ambasciatore italiano in Svizzera, Giuseppe Deodato, ha invi-tato una delegazione di alpini del gruppo di Ginevra, guidati

dal capogruppo Antonio Strappazzon, ad una cerimonia in onoredel col. Luciano Repetto, addetto militare presso l’ambasciata ita-liana a Berna, per la fine del suo incarico a causa della chiusuradell’ufficio di rappresentanza militare italiana a Berna. Erano pre-senti autorità civili e militari. Il generale dell’esercito svizzero Ro-berto Fisch ha elogiato il col. Repetto per il suo operato. �

Cerimonia all’ambasciata di Berna

Da sinistra: Franco Vola, il col. Luciano Repetto, Antonio Strappazzon,l’ambasciatore Giuseppe Deodato, Luciano Caon

Obiettivo sulla montagnaQuest’angolo invernale di paradiso è nella valle Sparavieri, Prealpi venete, verso Cima Manderiolo, a cavallo della Valsugana con l’altopiano di Vezzena. Il sentiero è una classica dello sci alpinismo nel silenzio del bosco interrotto solo dal fruscio degli sci. Nelle giornate serene, lo spettacolo è garantito.(Foto di Massimo Viero, gruppo “M.O.Giuriolo”, Sez. Vicenza)