n. 79 - Settembre 2007 · 2019. 9. 16. · i è aperta in questi giorni la nuova stagione del Carlo...

8
a cura di Roberto Iovino (continua in terza pagina) n. 79 - Settembre 2007 A M I C I N U O V O C A R L O F E L I C E Periodico di informazione musicale dell’Associazione Amici Nuovo Carlo Felice Autorizzazione del Tribunale di Genova del 22/1/92 Marta Vincenzi: Il Carlo Felice, vanto per Genova Riparte la stagione artistica del Carlo Felice e torna “L’Invito”. Ci aspetta un anno ricco di appuntamenti che cercheremo di seguire e di raccontare ai nostri lettori. Per introdurci nella nuova annata, abbiamo chiesto un inter- vento alla signora Sindaco di Genova Marta Vincenzi. S i è aperta in questi giorni la nuova stagione del Carlo Felice, la prima che La vede, dall’i- nizio, nella Sua veste di Presidente della Fon- dazione. Un Suo pensiero sul Teatro. “Sono molto onorata, nella mia veste di Sindaco di Genova, di poter essere Presidente della Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova. Il Carlo Felice è un vanto per la nostra città, è uno dei luoghi in cui si produce cul- tura, tra i più prestigiosi a Genova e in Italia. E’ una ri- sorsa di grande pregio cui i Genovesi sono particolar- mente affezionati e lo sono a giusto titolo. L’ orchestra, il coro, che sono le fondamenta imprescindibili del tea- tro, sono composti da artisti di grande talento, che svolgono il loro lavoro con vera passione per l’arte mu- sicale oltre che con sicuro “mestiere”. Ma mi pare che tutti indistintamente i lavoratori del nostro teatro siano impegnati a dare il meglio di sé con competenza e pro- fessionalità. Ne siamo davvero orgogliosi”. - Nella primavera scorsa il Carlo Felice è stato agita- to da qualche polemica: da una parte l’azione della ma- gistratura sul fondo pensioni, dall’altra le dimissioni del direttore artistico dopo una polemica con il M° Oren. Che opinione ha della attuale situazione del Teatro? “V oglio essere ricordato come cantante d’o- pera”. Pavarotti si è congedato così, il 6 settembre scorso, nella sua Modena, do- po una lunga guerra personale con il cancro che lo aveva colpito. La sua scomparsa ha suscitato un’emozione e un dolore enormi, in tutto il mondo. Imponente, sorridente, la parlata modenese spigliata e simpatica, eccessivo negli abiti come nelle sopracciglie nere, Pavarotti è stato una autentica star popolare. Ha conquistato i più grandi teatri del mondo, ma ha cantato nelle arene e negli stadi. Ha re- so omaggio a Verdi e Puccini, ma non ha disdegnato (co- me aveva fatto prima di lui Caruso) il pop. Ha duettato con la Freni e la Scotto, ma anche con Zucchero e Bono, ab- battendo ogni barriera fra i generi musicali e dimostrando che tutto può essere degno di attenzione purchè fatto con serietà e rigore. A noi piace ricordarlo come Rodolfo nella “Boheme”, accanto alla Freni. Quella voce splendida che correva naturale quasi che la sua emissione non costasse alcuna fatica. Quel timbro inimitabile, unico, quegli acuti splendidi che sapevano sempre emozionare. Ci mancherà la sua “gelida manina”, come ci mancherà quel grido aper- to, disteso, trionfale del suo Calaf: “All’alba vincerò”. Foto Borrone Addio a Big Luciano

Transcript of n. 79 - Settembre 2007 · 2019. 9. 16. · i è aperta in questi giorni la nuova stagione del Carlo...

Page 1: n. 79 - Settembre 2007 · 2019. 9. 16. · i è aperta in questi giorni la nuova stagione del Carlo Felice, la prima che La vede, dall’i- ... che sono le fondamenta imprescindibili

a cura di Roberto Iovino(continua in terza pagina)

n. 79 - Settembre 2007

A M I C I N U O V O C A R L O F E L I C E

Periodico di informazione musicale dell’Associazione Amici Nuovo Carlo FeliceAutorizzazione del Tribunale di Genova del 22/1/92

Marta Vincenzi:Il Carlo Felice,

vanto per GenovaRiparte la stagione artistica del Carlo Felice e torna“L’Invito”. Ci aspetta un anno ricco di appuntamenti checercheremo di seguire e di raccontare ai nostri lettori. Perintrodurci nella nuova annata, abbiamo chiesto un inter-vento alla signora Sindaco di Genova Marta Vincenzi.

S i è aperta in questi giorni la nuova stagionedel Carlo Felice, la prima che La vede, dall’i-nizio, nella Sua veste di Presidente della Fon-

dazione. Un Suo pensiero sul Teatro.“Sono molto onorata, nella mia veste di Sindaco di

Genova, di poter essere Presidente della FondazioneTeatro Carlo Felice di Genova. Il Carlo Felice è un vantoper la nostra città, è uno dei luoghi in cui si produce cul-tura, tra i più prestigiosi a Genova e in Italia. E’ una ri-sorsa di grande pregio cui i Genovesi sono particolar-mente affezionati e lo sono a giusto titolo. L’ orchestra,il coro, che sono le fondamenta imprescindibili del tea-tro, sono composti da artisti di grande talento, chesvolgono il loro lavoro con vera passione per l’arte mu-sicale oltre che con sicuro “mestiere”. Ma mi pare chetutti indistintamente i lavoratori del nostro teatro sianoimpegnati a dare il meglio di sé con competenza e pro-fessionalità. Ne siamo davvero orgogliosi”.

- Nella primavera scorsa il Carlo Felice è stato agita-to da qualche polemica: da una parte l’azione della ma-gistratura sul fondo pensioni, dall’altra le dimissioni deldirettore artistico dopo una polemica con il M° Oren.Che opinione ha della attuale situazione del Teatro?

“V oglio essere ricordato come cantante d’o-pera”. Pavarotti si è congedato così, il 6settembre scorso, nella sua Modena, do-

po una lunga guerra personale con il cancro che lo avevacolpito. La sua scomparsa ha suscitato un’emozione e undolore enormi, in tutto il mondo. Imponente, sorridente, laparlata modenese spigliata e simpatica, eccessivo negliabiti come nelle sopracciglie nere, Pavarotti è stato unaautentica star popolare. Ha conquistato i più grandi teatridel mondo, ma ha cantato nelle arene e negli stadi. Ha re-so omaggio a Verdi e Puccini, ma non ha disdegnato (co-me aveva fatto prima di lui Caruso) il pop. Ha duettato conla Freni e la Scotto, ma anche con Zucchero e Bono, ab-battendo ogni barriera fra i generi musicali e dimostrandoche tutto può essere degno di attenzione purchè fatto conserietà e rigore. A noi piace ricordarlo come Rodolfo nella“Boheme”, accanto alla Freni. Quella voce splendida checorreva naturale quasi che la sua emissione non costassealcuna fatica. Quel timbro inimitabile, unico, quegli acutisplendidi che sapevano sempre emozionare. Ci mancheràla sua “gelida manina”, come ci mancherà quel grido aper-to, disteso, trionfale del suo Calaf: “All’alba vincerò”.

Foto Borrone

Addio a Big Luciano

Page 2: n. 79 - Settembre 2007 · 2019. 9. 16. · i è aperta in questi giorni la nuova stagione del Carlo Felice, la prima che La vede, dall’i- ... che sono le fondamenta imprescindibili

A M I C I N U O V O C A R L O F E L I C E

2

llaa lliirriiccaa

Chissà se Giuseppe Verdi dopoaver scritto Rigoletto e Traviataavrà pensato: “dopo aver musi-

cato soggetti di scrittori francesi è forseora di conquistare la scena operistica pa-rigina”? Non abbiamo conferme dirette,ma l’interesse del nostro sommo compo-sitore verso i palcoscenici parigini (l’Opé-ra in particolare) è testimoniato nella suacorrispondenza.

A metà dell’800 l’Opéra è un punto diriferimento assoluto dove autori francesi,tedeschi e italiani ambiscono vedere rap-presentate le loro creazioni. Cherubini eSpuntini avevano aperto la strada france-se per la tradizione italiana qualche de-cennio prima, Rossini aveva creato qual-cosa di perfetto con il Guglielmo Tell,Meyerbeer aveva un successo enormecon i suoi grand-opéra, i contemporaneifrancesi ne sfornavano uno dopo l’altro,Wagner stesso, in gioventù, aveva su-bordinato i suoi dogmi estetici non an-cora così ben definiti ai canoni dell’operafrancese. Tutto questo con buona pace diBerlioz che, pur non disdegnando la spet-tacolarità, scriveva opere a tratti classi-che e forse troppo sinfoniche per i gustidel pubblico, e di Bizet che ebbe la sortedi scrivere l’opera francese più bella inassoluto, ma destinata all’Opéra Comiqueoltre che ad un fiasco iniziale disastroso.

Anche se le opere di Meyerbeer, Au-ber, Halevy e compagni oggi risultano piùi risultati di un intelligente utilizzo di unaforma allora di moda piuttosto che crea-zioni dall’alto valore musicale intrinseco,è fuor di dubbio che un compositore con-sapevole del proprio talento qual’era Ver-di, desiderasse ottenere gli adeguati ri-conoscimenti a Parigi com’era toccatoanche del resto a Bellini e Donizetti.

Tale desiderio non era solo legato allapossibilità di avere successo con tutti ibenefici economici che ne potevano deri-vare, ma anche al fatto che Parigi si eraormai sostituita a Milano come capitaledell’opera e che offriva una quantità di sti-moli ed opportunità unici. La varietà di

generi musicali era impensabile in Italiaallora, la ricchezza di risorse strumentalie le nuove tinte orchestrali romantiche sierano oramai affermate anche in campooperistico (vedi nell’ultimo Bellini e in Do-nizetti), le masse corali utilizzabili eranoimponenti e i libretti non solo erano piùstimolanti, ma soprattutto erano liberidalle restrizioni delle convenienze ( e del-le censure) italiane. Se si aggiunge che ilpubblico parigino era poi avido di novità digenere diverso (da Meyerbeer a Wagner,da Auber a Offenbach, da Donizetti aBerlioz) ecco che la sfida di creare opereconcepite per la Francia diventava irri-nunciabile. In tale contesto nascono “LesVepres Siciliennes”, rappresentati la pri-ma volta al Theatre de L’Academie Impe-riale de Musique il 13 giugno 1855. Ilcontratto prevedeva un libretto di EugeneScribe, la possibilità che l’opera fosse al-lestita “avec toute le pompe que l’actionexigera et que les antécedants du Grand-Opéra rendent indispensable”, e l’unicitàall’interno della stagione, ossia il fattoche nessun altro grand-opéra sarebbestato allestito in quell’anno. Quel che sidice un contratto d’oro.

Accanto a queste condizioni ottimali viera qualche rischio. Il grand-opéra tene-va ancora ma le opere geniali e brillanti diOffenbach cominciavano ad attirare il gu-sto dei parigini e da lì a poco un nuovoteatro: Les Bouffes Parisiennes aprivasotto la direzione non a caso di JacquesOffenbach. Comunque sia, Scribe propo-ne a Verdi due soggetti: Les Circassiense Wlaska, Les Amazones de Bohème.Entrambi vengono scartati. Scribe propo-ne allora il Duca di Alba, preparato perDonizetti anni prima, proponendo una va-riazione geografica che trasporta l’azionedei Paesi Bassi all’Italia meridionale (“oc-corre un clima meno freddo di quello deiPaesi Bassi, uno più caldo e musicale co-me Napoli o la Sicilia”) ed alcuni cambia-menti tra cui quello del protagonista,quello del secondo atto (che prevedeval’ambientazione in una birreria, luogo di

ritrovo non proprio tipico del Sud Italia), el’aggiunta di un quinto atto per raggiun-gere le dimensioni degli Ugonotti e Il Pro-feta.

Da un’elaborazione ad un’altra il passoè breve e così si arriva all’ambientazionestorica alla fine del 1200 quando una ri-volta popolare scacciò i Francesi di Carlod’Angiò dalla Sicilia e segnò l’instaurazio-ne del potere spagnolo. La gestazionemusicale fu lunga ed incredibilmente ric-ca di cambiamenti, limature, approfondi-menti come forse non era successo emai più successe nel percorso verdiano edarne anche qualche cenno richiedereb-be uno spazio sterminato. La ricchezzamusicale è altrettanto complessa (solol’analisi dell’Ouverture richiederebbe pagi-ne e pagine). La varietà musicale è per-fettamente coerente con le sfaccettaturedei caratteri e delle situazioni e, nono-stante la qualità dell’ispirazione sia dise-guale, la tensione drammatico-musicalecaratterizza tutti i cinque atti, lunghi bal-letti compresi (e cordialmente disprezza-ti e omessi da Gianandrea Gavazzeni!!).Episodi di spicco sono presenti in tutta lapartitura e la loro natura è varia e diver-sa: dalla famosa Siciliana di Helène conuna coda di grandissimo virtuosismo allasemplicità omofonica dei cori di monaci oancora alle nuances timbriche voluta-mente rustiche che troviamo nel ballettoLe Quattro Stagioni e precisamente nel-l’episodio della raccolta del grano in Esta-te con l’oboe che suggerisce la sonoritàdella zampogna. Le grandi scene corali ed’insieme hanno in sé una ricchezza eduna efficacia quasi da Gattopardo viscon-tiano (o sarebbe meglio dire che Viscontiforse aveva in mente queste scene quan-do concepì il ballo del Gattopardo). In-somma un’opera monumentale, ricca ditradizione e di innovazione che colpiscesia nella sua versione originale franceseche in quella italiana, portata a termineper Casa Ricordi nel 1864. Un’inaugura-zione di stagione con i fiocchi.

Lorenzo Costa

Verdi alla conquista di Parigi

Page 3: n. 79 - Settembre 2007 · 2019. 9. 16. · i è aperta in questi giorni la nuova stagione del Carlo Felice, la prima che La vede, dall’i- ... che sono le fondamenta imprescindibili

3

A M I C I N U O V O C A R L O F E L I C E

ll’’iinntteerrvviissttaa

... dal Kindergarten alla Maturità.Divertirsi da piccoli per essere internazionali da grandi

Via Mylius 1, 16128 GenovaTel. 010564334 - E-mail: [email protected] - Homepage: www.dsgenua.de

“So delle difficoltà che il teatroha dovuto affrontare recentemen-te. Situazioni delicate e complesseche mi auguro possano trovarepresto una soluzione. Allo stato at-tuale mi pare che si stia lavorandoper preparare una stagione che, agiudicare dai titoli, è destinata adun sicuro successo. Il clima mi pa-re disteso e propizio ad un’attivitàserena”.

- Il Teatro è senza direttore arti-stico. Si sta cercando un candida-to, oppure si preferisce al momen-to aspettare e avviare intanto ilcartellone?

“La questione relativa al diretto-re artistico non è stata compiuta-mente affrontata. Avremo modo diriparlarne, ma intanto possiamogià goderci un calendario molto in-vitante sia per quanto riguarda lastagione operistica sia relativamen-te alla stagione sinfonica, con au-tori, interpreti e direttori d’orche-stra d’eccezione”.

- Il Suo rapporto con la musica.Quale genere preferisce?”

“Adoro la musica. Da ragazzaavevo una predilezione particolareper la canzone d’autore e il rock,ora ascolto volentieri anche musicaclassica, mentre l’opera stimolasempre di più la mia curiosità e lamia attenzione”.

- Genova vanta una buona tradi-zione musicale. Saltando da un’e-poca all’altra, vi è nato Paganini, viha vissuto per quasi quarant’anniVerdi. Più recentemente ha tenu-to a battesimo la cosiddetta scuo-la di cantautori. Secondo Lei co-me si rapporta Genova con i suoiartisti?

“Genova è stata considerata permolto tempo “matrigna” nei con-fronti dei suoi artisti. Non so se siadavvero così. Credo che in questi ul-timi tempi comunque ci sia stataun’inversione di tendenza. Facciamosolo un esempio: il grande genio diPaganini è stato ulteriormente valo-

rizzato in anni recenti. Era dovero-so. Il celeberrimo “Cannone”, il violi-no che gli appartenne e che eglistesso volle legare perennementealla città di Genova, è diventato il piùillustre ambasciatore di Genova nelmondo, mentre nel nome del gran-de compositore vengono promossele iniziative musicali della “Paganinia-na”. Senza contare che “Casa Paga-nini” è finalmente una realtà...”

- Tornando per un attimo a Pa-ganini, da anni si parla di una rina-scita del Centro Studi Paganiniano.Lei crede che si riuscirà a dar vitaa qualcosa di organico come è sta-to fatto in altre città per altri auto-ri (penso, ad esempio, al CentroStudi Verdiani di Parma o a quellorossiniano di Pesaro)?

“Sarebbe molto bello avere unCentro Studi Paganiniano, ma è an-cora un po’ prematuro assicurareche riusciremo a realizzarlo. Lavo-reremo anche per questo”.

R.I.

(segue dalla prima pagina)

Il Carlo Felice... vanto per Genova

La scomparsa di Claudio TempoDopo una lunga malattia, ci ha

lasciato il 12 agosto scorso, aOvada, il collega Claudio Tempo.Nato ad Alessandria nel 1937, siera stabilito a Genova nel 1951.Laureato in giurisprudenza, allie-vo di Alfredo They per il pianofor-te e di Alfredo Mazzarello per lacomposizione, aveva iniziato lasua attività di critico musicale al“Corriere Mercantile” per passa-re, successivamente al “Secolo”.Era (con Carlo Marcello Riet-mann, Guido Tartoni e Alma Bru-

ghera Capaldo) l’ultimo rappre-sentante di quella schiera di criti-ci musicali che animarono a Ge-nova un vivace dibattito culturalenegli anni Sessanta e Settanta,quando il nuovo Carlo Felice eraun miraggio e il Comunale dell’O-pera era ospitato nell’ormai di-menticato Politeama Margheritao nel vecchio Politeama Genove-se. Intellettuale di profonda cultu-ra, Tempo era penna difficile espesso introversa: la sua prosanon era immediata, richiedeva da

parte del lettore una particolareattenzione. Ma i suoi articoli ri-velavano una notevole capacitàanalitica e una indubbia cono-scenza del repertorio musicale.Era il paladino della musica mo-derna, il Novecento lo affascina-va, soprattutto quello del dopo-guerra, agitato da vene rivoluzio-narie e scosso da ideologie politi-che. A lui, si debbono studi e sag-gi su alcuni dei grandi protagoni-sti del XX secolo, da Petrassi aSciarrino a Manzoni.

Page 4: n. 79 - Settembre 2007 · 2019. 9. 16. · i è aperta in questi giorni la nuova stagione del Carlo Felice, la prima che La vede, dall’i- ... che sono le fondamenta imprescindibili

A M I C I N U O V O C A R L O F E L I C E

4

ll’’aapppprrooffoonnddiimmeennttoo

Q uesti giocosi Drammiper Musica sono in oggiper tutta l’Italia deside-

rati, e con piacere intesi, e lepersone nobili e colte v’interven-gono frequentemente, trovandoin essi alla melodia del canto uni-to il piacere dell’onesto ridicolo, ilche forma un divertimento assaipiù allegro del solito […]. Similiespressioni ricorrono frequente-mente nelle dediche dei librettisettecenteschi, ma acquistano inquesto caso un sapore particola-re, essendo state scritte dalcelebre Carlo Goldoni (1707-1793), fra i principali artefici diquella riforma del teatro musica-le che prese avvio dagli anniTrenta del secolo XVIII. La passio-ne per il teatro, in tutte le sueforme, caratterizzò l’inquieta esi-stenza di un autore che iniziò lasua carriera dedicandosi proprioalla stesura dei libretti per gliIntermezzi. Il complesso delle piè-ces musicali goldoniane si pre-senta assai articolato, compren-dendo un immenso corpus comi-co (15 intermezzi e 55 drammigiocosi), in una singolare varietàdi generi (farsette, cantate, com-medie, drammi seri, giocosi, ber-neschi, comici ed eroicomici). Siaggiungano poi i testi d’incertaattribuzione e i cosiddetti “pastic-ci”, in cui il drammaturgo inter-venne più o meno pesantementeper interpolare nuove sezioni oper aggiustare le arie e il recitati-vo, o ancora i rifacimenti di libret-ti altrui, come la famosa Griseldamodificata nel 1735 per Vivaldidall’originale di Apostolo Zeno. Enon dimentichiamo le prefazioni,le dediche, le lettere e soprattut-to le Mémoirs, serbatoi di infor-mazioni preziose per comprende-re il difficile lavoro del librettistanell’Europa del XVIII secolo. Pro-prio nelle Memorie lo stesso Gol-doni racconta le sue prime falli-mentari esperienze, descrivendoquali fossero le immutabili regolenecessarie alla realizzazione di unbuon dramma in musica: I trepersonaggi principali devono can-tare cinque arie a testa: due nel

primo atto, due nel secondo, euna nel terzo. La seconda attricee il secondo alto possono avernesolo tre, e gli ultimi ruoli devonoaccontentarsi di una, o al massi-mo due. L’autore delle paroledeve fornire al musicista le diffe-renti sfumature che formano ilchiaroscuro della musica, e stareattento che due arie patetichenon vengano uno dopo l’altra;bisogna alternare, con la stessaprecauzione, le arie di bravura, learie d’azione, le arie di mezzicaratteri, i minuetti e i rondò. Lasituazione si faceva ancor piùingarbugliata nella scrittura deifinali d’atto, in cui dovevano com-parire in scena tutti i cantanti, sefosser trecento […] e se l’intrec-cio del dramma nol permette,bisogna che il poeta trovi la stra-da di farselo permettere, adispetto del criterio, della ragionee di tutti gli Aristoteli della terra.Il nostro imparò rapidamente,realizzando libretti qualitativamen-te di gran lunga superiori allamedia, in cui il dinamismo dell’a-zione, proprio dell’opera comicadi matrice realistica, amatissimaa Venezia dopo il successo deilavori napoletani, si fondeva conun’attenta caratterizzazione psi-cologica dei personaggi. Goldoniottenne probabilmente il maggiorsuccesso con La Cecchina ossiaLa buona figliuola, adattamentodi una sua commedia, La Pamela(1750), tratta a sua volta dalromanzo epistolare di SamuelRichardson. Bene accolta già nel-l ’ intonazione di Duni, l ’operaesplose come un caso sensazio-nale quando fu presentata con lemusiche di Niccolò Piccinni, par-tendo presto alla conquista delmondo musicale contemporaneo.I l compositore aveva saputocogliere gli spunti che pullulavanonel testo di Goldoni: una vena ditenerezza, magari lievementemelanconica, permeava ora lescattanti nervature del drammagiocoso, relegando addirittura insecondo piano l’espressione delcomico e spalancando l’operabuffa all’estetica della comédie

larmoyante. Il pubblico contempo-raneo era stato profondamentecolpito dalla intensità degli accen-ti patetici che caratterizzavano lalacrimevole vicenda di Cecchina.Con il dramma giocoso goldonia-no il teatro musicale tornava cosìad essere teatro vero e proprio,e non più un semplice pretestoper le esibizioni vocali dei virtuo-si, espressione di una sensibilitàche rispondeva, evidentemente,al nuovo gusto dell’arte europea.Di Goldoni ricorre quest’anno il300° anniversario della nascita,ma eviterei scontate polemichesulla scarsa attenzione prestatadai media e dalla programmazio-ne. Se le sue commedie hannomantenuto una presenza costan-te nei cartelloni dei più importan-ti teatri italiani ed europei, nonaltrettanta fortuna, in epocamoderna, hanno avuto i drammimusicali, condividendo la tristesorte di quelli di tanti altri poeti ecompositori, caduti pressochénell’oblio, nonostante i coraggiosisforzi di singole realtà locali.

Aureliano Zattoni

Il teatro musicale di Goldoni

SAVONA, TUTTI IN MASCHERA,DA GOLDONI A PEDROTTI

Si apre nel nome di Goldoni e conuna importante “ripresa assoluta” inepoca moderna la stagione dell’O-pera Giocosa al Chiabrera di Savo-na. Va in scena il 12 ottobre, infatti,Tutti in maschera di Carlo Pedrotti,in una coproduzione con i teatri diPiacenza e di Rovigo e del Festivaldi Wexford. Sul podio, il direttoreartistico Giovanni Di Stefano, cura-tore dell’edizione critica della parti-tura. Regia di Rosetta Cucchi, scenedi Federico Bianchi. L’Orchestra èla Sinfonica di Sanremo. Nel castPaolo Bordogna, Aldo Caputo,Yolanda Auyanet, DomenicoColaianni, Annarita Gemmabella,Massimiliano Viapiano e MariaCatharina Smits. Replica il 14.

Page 5: n. 79 - Settembre 2007 · 2019. 9. 16. · i è aperta in questi giorni la nuova stagione del Carlo Felice, la prima che La vede, dall’i- ... che sono le fondamenta imprescindibili

5

A M I C I N U O V O C A R L O F E L I C E

ddiisscchhii && lliibbrrii

Claudio Proietti el’avventura del Mikrokosmos

“Mikrokosmos può essere inter-pretato come una serie di pezzi inmolti stili diversi che rappresenta-no un piccolo mondo; oppure co-me un mondo, un mondo musicaleper i piccoli, i bambini”. Sono duedefinizioni date dallo stesso Bartokdel titolo della sua fondamentaleraccolta di brani pianistici, “Mik-rokosmos” cui Claudio Proietti harecentemente dedicato uno splen-dido e affascinante studio, edito daETS (184 pagg., 28 euro), condue CD allegati contenenti la rilet-tura integrale dell’opera bartokia-na da parte dello stesso Proietti.“Mikrokosmos” costituisce una del-le raccolte pianistiche di maggiorrilievo del Novecento. Opera didat-tica (e in questo senso, punto diarrivo di un lungo percorso effet-tuato da Bartok), ma, al pari del“Clavicembalo ben temperato” ba-chiano o degli “Studi” di Chopin, o,ancora, dei “Capricci” paganiniani,capace di trascendere il dato tec-nico per configurarsi come un’ope-ra d’arte straordinaria, compiuta esorprendente. Proietti (pianista,docente al Conservatorio “N.Paga-nini”, oltre che musicologo e orga-nizzatore di eventi culturali) artico-la il suo lavoro in tre parti che cor-rispondono ai tre ambiti artistico-formativi nei quali l’opera bartokia-na può svolgere un ruolo impor-tante: la didattica musicale per l’in-fanzia, l’esperienza individuale dimaturazione umana e artistica, losviluppo della personalità strumen-tale pianistica. Se è di notevole in-teresse l’analisi capillare dei 153pezzi che compongono la raccolta,le riflessioni che precedono tale la-

voro contribuiscono a inserire“Mikrokosmos” in un contesto piùampio, mostrando come l’opera ri-fletta l’intera, straordinaria perso-nalità dell’autore: il didatta, ma an-che il ricercatore e l’etnomusicolo-go, il compositore, ma anche il pia-nista abilissimo che sa trattare latastiera in maniera innovativa ar-ricchendola di straordinari colori:“Si potrà così far giustizia – affer-ma l’autore a proposito del piani-smo del compositore ungherese –dell’increscioso luogo comune, dif-fuso in molti testi e pianisti che le-ga il nome di Bartok all’idea di unsuono percussivo inteso come bat-tuto e perennemente aggressivo”.Una dimostrazione del “suono” diBartok, Proietti la propone nellalettura del “Mikrokosmos”, lucida estraordinariamente raffinata: “belsuono solido, non sofisticato, conuna vitalità ritmica che non rinuncia una certa qual libertà di canto”,per citare le parole usate da Bru-no Canino nella Prefazione.

Il vento di Aonzo e Nagaoka

“La musica attraversa il temposulle ali del Vento. Impetuoso flus-so, travolgente passione, incantodel seme della vita, scorre versosconfinati orizzonti”. La frase è ri-portata sulla copertina del CD “Ka-ze” (“Vento”, appunto) recentemen-te inciso da Carlo Aonzo, mandoli-no e da Katsumi Nagaoka, chitar-ra. Una bella avventura nel suonoraccolto e variegato di due stru-menti dalla lunga storia e dal re-pertorio multiforme.

I due artisti regalano un’antolo-gia pregevolissima di esecuzioni.Propongono lavori propri (“Kaze” e“Nuvole” di Nagaoka, “Ali per vola-re” di Aonzo), lanciano uno sguar-do nel passato con alcune paginedeliziose (su tutte “Lascia ch’iopianga” di Haendel e i delicati Not-turni di Gragnani), riprendono au-tori e brani di epoca più recente(“Serenata malinconica” di Calaceo il Concerto n.1 di Carlo Munierpremiato al primo Concorso man-dolinistico di Genova nel 1892).

Strumentisti di notevoli qualitàtecniche, Aonzo e Nagaoka sonosoprattutto musicisti completi eraffinati. Lo si avverte non solo nel-la disinvoltura con cui risolvono ipassaggi più complessi, ma nellaricerca del suono, nella capacità dioffrire un fraseggio di rara elegan-za con scelte dinamiche quantomai variate. Da notare, inoltre, ilperfetto affiatamento e il gusto an-che ironico con cui restituisconocerte pagine di sapore un po’ mon-dano e salottiero, sostenute tutta-via con una ineccepibile verve.

di Macchiavello Maura & Vescina Maria Flora s.n.c.Via Roma, 70-72 RECCO (GE) - Tel. 0185 74336

[email protected] - www.mangiareinliguria.it/dalino

Page 6: n. 79 - Settembre 2007 · 2019. 9. 16. · i è aperta in questi giorni la nuova stagione del Carlo Felice, la prima che La vede, dall’i- ... che sono le fondamenta imprescindibili

A M I C I N U O V O C A R L O F E L I C E

6

ggiioocchhii && aattttuuaalliittàà

ALDO DABOVE & FIGLI s.n.c.

di A.F. e M. Dabove

Riparazioni - InstallazioniRiscaldamento Idraulica - Manutenzioni

16143 Genova - Via G.B. D’Albertis, 101 r. - Tel. 010.508122

Andar per teatrie... per mostre

Venerdì 12 ottobre, ore 20,30:Teatro Chiabrera, SavonaTUTTI IN MASCHERA commedialirica in tre atti di C. PedrottiPrima rappresentazione in epocamoderna(iscrizioni presso la Sig.ra Cavigliaentro il 5 OTTOBRE),

Giovedì 08 novembre, ore 15: LE CHIESE DEL CENTRO STORICO(appuntamento davanti la Chiesa diS. Donato).

“Sono qui per suonare il Canno-ne”. Si presentò così nel 1988 ilviolinista greco Leonidas Kavakosal “Premio Paganini”. L’artista, ineffetti, trionfò in quella edizione e,come aveva previsto, suonò il Guar-neri del Gesù, ambito riconosci-mento per il vincitore del Concor-so. A quasi vent’anni di distanza,Kavakos, oggi uno dei più grandiconcertisti a livello internazionale,inaugurerà, il 12 ottobre prossi-mo, al Carlo Felice, la stagione del-la Giovine Orchestra Genovese pro-ponendosi nella doppia veste di vio-linista solista e di direttore sul po-dio della Camerata Salzburg. Il pro-gramma prevede pagine di Jana-cek (Suite per orchestra d’archi),Bach (Concerto per violino e archiBWV 1052) e Schubert-Mahler(trascrizione per archi del Quartet-to “La morte e la fanciulla”).

Kavakos inaugura la GOG Opera festivalA partire dalla metà di set-

tembre avrà luogo Opera Fe-stival organizzato dal “GruppoArtisti Genovesi” con il contri-buto della Regione Liguria, ladirezione artistica di DanielaCapurro e la direzione musi-cale di Aureliano Zattoni.Evento centrale sarà “La Ma-ga Fulminata” pièce teatralebasata sul libretto di Benedet-to Ferrari con la regia dellastessa Daniela Capurro. Larappresentazione sarà affian-cata da numerosi concerti espettacoli; fra questi “FabrizioDe André, l’ultimo trovatore”di Roberto Iovino interpretatoda Ines Aliprandi, Renata Ghi-so, Ileana Mattion e MarcoBonelli.

Giochi in MusicaRebus(“Faust”, 16 giugno 1871)

Indovinello“Al primo che è in altose aggiungi un bel fiordi numeri armoniciio sono l’autor.Se in bestia cornutaQuel fiore si muta Divento pittor”

(“La Maga”, 27 agosto 1871) (La soluzione ai Giochi è a pag. 7)

Page 7: n. 79 - Settembre 2007 · 2019. 9. 16. · i è aperta in questi giorni la nuova stagione del Carlo Felice, la prima che La vede, dall’i- ... che sono le fondamenta imprescindibili

7

A M I C I N U O V O C A R L O F E L I C E

vviittaa aassssoocciiaattiivvaa

Giochi in Musica – Le soluzioniIl rebus L’indovinelloSenza suono non si balla Cimarosa – Cimabue

CONCERTI VOCALI AL CIRCOLO UFFICIALITra gli ultimi concerti della primavera scorsa, spiccano

due concerti vocali che hanno affascinato il folto pubblicodei nostri soci. Il primo ha visto esibirsi il mezzosopranoElena Grassia e il tenore Antonino Scarbaci entrambi im-pegnati in un programma molto particolare che prevede-va romanze di Granados, Tosti, Guridi, Montsalvatge ePuccini. I due cantanti, accompagnati al pianoforte dal M°Francesco Lambertini hanno incantato il pubblico con leloro doti musicali e il calore delle interpretazioni strap-pando i più calorosi applausi. Il secondo concerto riguar-dava il consueto appuntamento con la Classe di canto diCarmen Vilalta. Ancora una volta, come sempre accadeda molti anni, gli allievi della prof. Vilalta hanno saputo de-streggiarsi in un programma vario e impegnativo. Il castera composto da Byung-Min Lee, baritono, Yvetta Mar-tos, soprano, Elisabetta Isola, soprano, Sveva Martin, so-prano e Rossana Roagna, soprano. Tutti hanno raccoltoil vivo consenso del numeroso pubblico.

VIAGGI MUSICALIL’ultimo incontro con i soci prima della pausa estiva si

è svolto in occasione di un viaggio al Teatro Regio di Tori-no per assistere ad una recita di “Ernani” di Giuseppe Ver-di. Una bella giornata, quella domenica 1° luglio, che havisto una compatta e allegra compagnia desiderosa di as-sistere all’opera verdiana così poco rappresentata. L’alle-stimento (del Teatro Regio di Parma) si preannunciava in-teressante in quanto pensato da Pier’Alli ben conosciutoanche per la sua attività al Carlo Felice e il cast dei can-tanti era guidato dalla superba vocalità di Daniela Dessi.

La grande cantante e attrice era affiancata da Fabio Ar-

miliato (molto migliorato rispetto ad un Ernani di qualcheanno fa a Genova) nel ruolo del titolo, Lucio Gallo comeDon Carlo e Giacomo Prestia che interpretava Don RuyGomez de Silva. Apprezzabili gli interventi del coro e buo-na l’orchestra anche se, sulla direzione di Bruno Campa-nella la mia personale impressione non è stata del tuttopositiva, ma lasciamo la critica ai critici di professione-.

Tutti i partecipanti si sono dichiarati molto soddisfattie hanno a gran voce richiesto il ripetersi di questi viaggimusicali auspicando che siano anche più numerosi. Neprendiamo atto e provvederemo di conseguenza.

g.i.

CONGRESSO UNCALMNello scorso mese di maggio la nostra Associazione

ha ospitato presso il Circolo Ufficiali il quinto CongressoNazionale dell’ UNCALM (Unione Nazionale Circoli e As-sociazioni Liriche e Musicali) con la presenza di un quali-ficato numero di partecipanti provenienti da tutte le par-ti d’Italia.

Il dibattito si è svolto sui temi più interessanti riguardoalla cultura musicale nel nostro Paese e ai riflessi della po-litica culturale nei confronti delle Associazioni che fannodella musica il loro scopo principale. Sono stati concorda-ti interventi da effettuare presso le Autorità competenti inmodo da cercare di invertire la tendenza in atto che de-prime molte attività istituzionali e di volontariato (come so-no le Associazioni, almeno la gran parte di esse).

Il Congresso si è poi concluso a bordo della nave “Mu-sica” all’ancora nel porto di Genova ove si sono svolte an-che le elezioni del Consiglio Nazionale per il prossimotriennio.

Sono risultati eletti: Salvatore Aiello di Palermo, LuciaAvallone di Cagliari, Vincenzo Basiglio di Tortona, Grazia-no Cossu di Sassari, Mario Del Fante di Lastra a Signa,Giampaolo Doro di Pordenone, Fabrizio Fancello di Aren-zano, Roberto Ferrari Melega di Bologna, Fulvio Galleanodi Quiliano, Giuseppe Isoleri di Genova, Giacinto Mora-marco di Altamura, Giovanni Sardo di Imperia, AthosTromboni di Ferrara, Francesco Vatteone di Imperia.

Il Congresso è stato coronato da un buon successoper proseguire il cammino dell’Unione con rinnovato en-tusiasmo.

Page 8: n. 79 - Settembre 2007 · 2019. 9. 16. · i è aperta in questi giorni la nuova stagione del Carlo Felice, la prima che La vede, dall’i- ... che sono le fondamenta imprescindibili

A M I C I N U O V O C A R L O F E L I C E

8

ii nnoossttrrii aappppuunnttaammeennttii

Periodico d’informazione musicaleDirettore responsabile

Roberto IovinoAssociazione

Amici Nuovo Carlo Felice

Presidente: Giuseppe IsoleriSegretaria: Adriana Caviglia

Tel. (010) 352122 - Fax (010) 5221808www.AmiciNuovoCarloFelice.it

E-mail: [email protected]

Stampa: Genova

Si ringrazia

per la concreta collaborazione

ATTIVITA’ SOCIALE DAL 2 OTTOBRE AL 14 DICEMBRE 2007La nostra attività si svolge prevalentemente presso il Salone di Rappresentanza del Circolo Ufficiali via S. Vincenzo, 68 – Genova, agli orari indicati, tranne le seguenti manifestazioni:- Audizioni discografiche: Auditorium “E. Montale” del Teatro Carlo Felice- Storia del Melodramma: Biblioteca Berio, Sala dei Chierici- Concerti nei Musei: Museo di Palazzo Reale e/o Galleria Nazionale di Palazzo Spinola.

Martedì 2 ottobre, ore 16CONCERTO DEL TRIO ICARO, clarinetto, fagotto, pianoforteMusiche di Beethoven, Mendelssohn, Glinka,

Venerdì 5 ottobre, ore 15,30UN PALCO ALL’OPERA: L’ITALIANA IN ALGERI di G. RossiniA cura di Pietro Timossi,

Martedì 9 ottobre, ore 15,30L’ARTE DI ANTON RUBINSTEINA cura di Maria Teresa Marsili,

Sabato 13 ottobre, ore 16INCONTRI ALL’AUDITORIUM: AUDIZIONI DISCOGRAFICHEI VESPRI SICILIANI: La storia siciliana in stile gran opéraRelatore Lorenzo Costa,

Martedì 16 ottobre, ore 16CONCERTO DEL DUO ALLOCCO, violino e violoncelloMusiche di Beethoven, Ravel, Kodaly,

Martedì 23 ottobre, ore 15,30IL MONDO DI LEHAR E’ BELLO (SCHÖN IST DIE WELT)A cura di Dario Peytrignet,

Giovedì 25 ottobre, ore 16,30CONCERTI NEI MUSEI: PALAZZO REALECONCERTO DEL WARNER BRASS QUINTET, ottoniIn collaborazione con Associazione Amici del Conservatorio“N.Paganini”,

Martedì 30 ottobre, ore 16CONCERTO DI SILVANO SANTAGATA, tenorecon la partecipazione straordinaria di VANNI VALENZAFrancesco Paolo Tosti e i suoi poeti,

Martedì 6 novembre, ore 15,30IL RAFFINATO DEBUSSY NELLA STORIA MUSICALE FRANCESE (I)A cura di Tomaso Germinale,

Martedì 13 novembre, ore 16CONCERTO DEL DUO ERMIRIO – GUIDO, violoncello e pianoforteMusiche di Beethoven, Boccherini, Cassadò, Bach,

Venerdì 16 novembre, ore 15,30UN PALCO ALL’OPERA: EUROPA RICONOSCIUTA di A. SalieriA cura di Lorenzo Costa,

Sabato 17 novembre, ore 16INCONTRI ALL’AUDITORIUM: AUDIZIONI DISCOGRAFICHEIL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE: L’inesauribile creatività di Nino RotaRelatore Lorenzo Costa,

Martedì 20 novembre, ore 15,30OMAGGIO A LEONCAVALLOA cura di Claudia Habich,

Giovedì 22 novembre, ore 16,30CONCERTI NEI MUSEI: PALAZZO REALECONCERTO DEL DUO MAZZOLA – ALBERTI, violino e violoncelloIn collaborazione con Associazione Amici del Conservatorio“N.Paganini”,

Martedì 27 novembre, ore 16CONCERTO PREMIO ALLIEVO DEL CONSERVATORIO “N. PAGANINI”

Martedì 4 dicembre, ore 15,30LA “GIOVANE SCUOLA ITALIANA”A cura di Adolfo Palau,

Martedì 11 dicembre, ore 16CONCERTO DI AGATA GLADYSIAK, pianoforteMusiche di Beethoven, Chopin, Skriabjn, Szymanowski, Prokofiev,

Venerdì 14 dicembre, ore 15,30UN PALCO ALL’OPERA: I GRANDI INTERPRETI: ARTURO TOSCANINIA cura di Sebastiano Zerbino.