N 49 2014 milan inter

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Pino Sardiello pag 3 Parola al Baffo DERBY DI FUOCO Sandro Mazzola pag 2 Severa Bisceglia pag 2 LA PARTITA MANCINI BIORITMI Enzo Occhiuto pag 3 DETTAGLI BISOGNA BATTERE I CUGINI PER BATTERE IL MILAN ROSSO NERI VINCENTI SUI CUGINI TUTTO PER IL SEGNO X Affidata a Roberto Mancini la rinascita nerazzurra domenica 23 novembre 2014 Anno 4 49 [email protected] - COPIA OMAGGIO www.stadio5.it Milan Inter SCOMMESSE Luigi Rubino pag 9 BOMBER A CONFRONTO L’ORA DELLA VERITÀ

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Pino Sardiello pag 3

Parola al Baffo

DERBY DI FUOCO

Sandro Mazzola pag 2 Severa Bisceglia pag 2

LA PARTITA

MANCINI

BIORITMI

Enzo Occhiuto pag 3

DETTAGLI

BISOGNA BATTERE I CUGINI PER BATTERE IL MILANROSSONERI VINCENTI

SUI CUGINITUTTO PER IL

SEGNO X

Affidata a Roberto Mancinila rinascita nerazzurra

domenica 23 novembre 2014 Anno 4 n° 49 [email protected] - COPIA OMAGGIOwww.stadio5.it

M i l a n

I n t e r

SCOMMESSE

Luigi Rubino pag 9

BOMBER

A CONFRONTO

L ’ O R A D E L L A V E R I T À

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domenica 23 novembre 2014 2

p a r t i t a

Roberto Mancini

INTER (4-3-1-2)Arbitro: Marco GUIDA di Torre Annunziata

stadio

MILAN (4-3-3)

MEAZZA ore 20,45

INTERMILAN

Handanovic

Dodò

RanocchiaJuan Jesus

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Icardi

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Kovacic

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Palacio

Filippo Inzaghi

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La Nazionale prima, il derby poi. Conte a ir-

rorare di gloria l’Italia, Mancini al proscenio di un passato che fu suo e che consegnò i suoi resti al Tri-plete. In un amen l’Inter ha spesato Mazzarri e ha riportato a casa il suo pri-mo eroe di quel quinquen-nio che vide la Beneamata addirittura in cima all’Eu-ropa. Tutto cominciò pro-prio dal Mancio, da Mister X, da quel genio del calcio italiano, divenuto poi pre-destinato anche della pan-china. L’idillio con Moratti finì l’11 marzo 2008, quan-do in conferenza stampa, all’ennesima delusione in Champions League (scon-fitta con il Liverpool), il tecnico jesino tuonò: “Vi dico una cosa, e la dico in italiano perché tanto agli inglesi non interessa. Questi sono gli ultimi due mesi e mezzo per me sulla panchina dell’Inter, anche se ho quattro anni di con-tratto”. Lo ricordo come se fosse oggi. Quella sera al Mancio mandai un sms di stima e di coraggio che lui apprezzò. Per questo mi sento legato a lui, per quel filo di discrezione e di ri-spetto che entrambi abbia-mo sempre avuto. Non so se riuscirà a rivitalizzare questa Inter (molti lo spe-rano), ma sarebbe sbaglia-to dare addosso a Mazzarri, che ha avuto il torto di alle-nare una squadra troppo al di sotto dall’immaginario nerazzurro. Il derby non è solo Inter, per fortuna. Il Milan ha la possibilità di staccare i cugini in classifi-ca e dare il primo dispiace-re al nuovo corso. Il sogno è di centrare l’Europa che conta, ma la realtà è troppo distante dalla fantasia. Si può guardare all’egemonia cittadina, per cominciare, poi è vietato farsi illusio-ni. Vincere il derby della Madonnina può aiutare a tirarsela un po’ di più il lunedì mattina, ma per il campionato fino alla fine sarà una lotta serrata con-tro chiunque. Mancini ha già anticipato tutti, mentre Inzaghi deve dare retta al suo presidente che vuole una vittoria a tutti costi. E’ il destino di ogni derby, che finalmente torna a novem-bre, il mese più giusto per una partita di questo signi-ficato. Freddo, umidità e tristezza e una città piena di lividi e malinconia per quel calcio dimenticato. Con in fondo una speranza… “buona come prima cola-zione, pessima come cena”.

In tutta sincerità se qual-cuno a inizio stagione mi

avesse detto che il derby del 23 novembre sarebbe stato una gara quasi anonima per le due squadre per via della classifica deficitaria, io gli avrei detto di no. Non perchè avevo parecchia fi-ducia nei risultati delle due formazioni ma per il fatto che un altro campionato così disastroso come quello dello scorso anno pensavo non potesse ripetersi, Una cosa buona c’è, anche se mi spiace per Mazzarri; l’In-ter ha richiamato Mancini alla guida della squadra e questo è servito a dare una scossa all’ambiente che si stava continuamente de-primendo da almeno un paio di mesi. La goccia che ha fatto traboccare il vaso in casa nerazzurra è stata la sconfitta col Parma che, non dimentichiamoci, è arrivata a poca distanza da quella clamorosamen-te incassata a San Siro col Cagliari. I sardi sembrava-no il Real Madrid e i tifosi non l’hanno digerita. Da qui la contestazione a Maz-zarri. Mancini però non ha la bacchetta magica; sicu-ramente ha dato un input importante alla squadra e all’ambiente e di con-seguenza una vittoria col Milan potrebbe regalare, oltre alla serenità attorno ai giocatori, la spinta giusta per risalire la classifica. Do-vesse riuscirci, il Mancio, nell’impresa, cosa succede-

DERBY DI FUOCOParola d’ordine: Battere i cugini

rà al Milan? Diciamo che Inzaghi verrebbe subito messo sulla graticola, forse anche dal presidente Ber-lusconi che in questa cir-costanza saluto con grande affetto augurandogli una pronta guarigione dopo i problemi alla vista delle ultime settimane. Per chi vince la sfida di San Siro è sicuramente un viatico importante in prospettiva dei prossimi impegni, Chi rischia di più è comunque l’Inter perchè fra sette gior-ni dovrà scendere in cam-po all’Olimpico contro la Roma, una partita molto pericolosa per i nerazzurri soprattutto se non faranno risultato nel derby. Il Milan riceverà l’Udinese ma i re-centi ricordi con i friulani sono da brivido, indipen-dentemente dal risultato di oggi della formazione bian-conera di Stramaccioni con il Chievo Verona, Ragazzi, occhio alla Sampdoria e al Genoa che una vittoria potrebbero andare a infa-stidire il Napoli impegnato col Cagliari di Zeman ca-pace di qualsiasi impresa.

Essie

n

Se Mancini ha rinunciato alla clamorosa offerta arri-vata da Shanghai di 30 mi-lioni di dollari per 3 stagio-ni accettando i 14 milioni messi sul tavolo da Thohir, e se Thohir decide si saltare il fosso portando addirit-tura ad oltre 40 milioni di euro il costo tecnico, a quel-

lo del Mancio va aggiunto lo stipendio da pagare an-cora a Walter Mazzarri e al suo staff tecnico, allora en-trambi ci credono in que-sto benedetto progetto che dovrebbe riportare l’Inter ai fasti di un tempo nep-pure poi così lontano! Un investimento che peserà ulteriormente alle casse ne-razzurre già malconce. Ma quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare, e Thohir gioca il tutto per tutto. Otto giorni sono stati sufficienti a Roberto Man-cini per rivoluzionare que-sta Inter? Il tecnico Jesino vede e conosce un calcio diverso da quello di Walter

Una STRACITTADINA per ripartireMazzarri e rivoluzionerà la sua squadra in ogni repar-to. Si inizia subito dalla di-fesa, cestinato il modulo a tre in difesa e parte subito lo schieramento a quattro, molto utile soprattutto a Nemanja Vidic che fin qui ha mostrato mediocrità e il Mancio non si fa pro-blemi se deve sacrificar-lo in panchina. Il nuovo tecnico punterà molto su Ranocchia sostenuto negli schemi da Juan Jesus, Na-gatomo e Dodò. Probabile anche la carta Vidic che af-fianca Ranocchia spostan-do a sinistra Juan Jesus ed escludendo Dodò. Kovacic avanza, come trequartista darà dimostrazione della fantasia fin qui repressa. Il croato potrà finalmen-

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3domenica 23 novembre 2014

Riflettori accesi a San Siro per “il derby della Madonnina“. I

rossoneri ospitano l’Inter, in un match cruciale per la classifica, che vede entrambe le squadre in lotta per un posto in Europa, oltre all’esordio in questa sta-gione di Roberto Mancini sulla panchina nerazzurra. Le due milanesi non godono di ottima forma, e per i tifosi, in stagioni come questa, il derby vale anco-ra di più. Anche la lettura della biosituazione dei singoli gioca-

Un Derby Rompicapo

Rossoneri vittoriosi sui cugini

tori delle due squadre certifica uno stato medio di benessere psicofisico di 6,06 per entrambe le formazioni ipotizzate. Secon-do questa lettura bioritmica, il pronostico più accreditato do-vrebbe essere di parità. Sempre che i due allenatori, all’ultimo momento, non inseriscano gio-

quoziente di 6,06 leggermente superiore a quello nerazzurro, risultano più tonici fisicamente. Anche dal punto di vista cre-ativo e dell’umore personale il Milan con 6,15, fortemente gal-vanizzati dall’ottimismo del loro allenatore Pippo Inzaghi, dimo-streranno in campo maggior

grinta ed entusiasmo degli ospiti allenati dal nuovo trainer Rober-to Mancini. Mentre sul fronte delle energie intellettive gli uo-mini di Erik Tohokir con 6,17 si dimostreranno più perspicaci ed insidiosi dei padroni di casa. Inoltre sotto il punto di vista in-tuitivo, i valori dei giocatori, che dovrebbero fare la differenza, risultano alquanto equilibrati. I più in quota risultano: Torres 6.45, Honda 6.48, Pazzini 6.46, De Jong e El Shaarawy 6.42 e sull’altro fronte abbiamo Palacio 6.50, Guarin 6.43, Osvaldo 6.40, Kovacic e Kusmanovic 6.42. Al campo dunque, l’ultima parola.

Fernando Torresil più in foma dei rossoneri

catori diversi da quelli da noi analizzati. Nello specifico delle potenzialità di rendimento dei singoli atleti, i rossoneri, con un

Rodrigo Palacioil più carico dei nerazzurri

Una STRACITTADINA per ripartirete mettere legna al fuoco per il duo Icardi-Palacio. Il derby della svolta, della ripartenza. Entrambe sin-ghiozzano in questa prima frazione di campionato, i nerazzurri più dei cugini. Il Milan scenderà in campo con qualche certezza in più e con un gioco già collau-dato da mesi, Mancini, in-vece, in otto giorni dovreb-be aver fatto il primo dei tanti miracoli che lo atten-dono fino a fine stagione. Inzaghi potrebbe schierare a centrocampo De Jong af-fiancato da Sulley Munta-ri. La gara di oggi vede il ritorno in campo, seppur dalla panchina, di Mon-tolivo alla sua prima gara stagionale dopo l’infotunio grave subito alla tibia. In attacco Inzaghi ha l’imba-razzo della scelta. Esclu-so Honda, rientrato dagli impegni con la nazionale solo giovedì scorso, il po-sto da titolare se lo giocano

Fernando Torres e Jeremy Menez. In difesa dovrebbe rientrare Alex, a protezione di Diego Lopez fra i pali, e sulla destra resta ancora da capire se rientra Abate. Roberto Mancini, da can-to suo, ha qualche gatto in meno nel sacco. Sicura-mente la squalifica di Gary Medel peserà non poco e la giusta sostituzione sem-brerebbe Zdravko Kuzma-novic, in considerazione anche dell’improbabile re-cupero di M’Vila. Per for-tuna rientrano, forse, Her-nanes e Guarin a formare la nuova coppia di centro-campo. Kovacic dovrebbe salire dietro le punte Icar-di e Palacio (in alternativa Osvaldo). Nella difesa dise-gnata da Mancini non tro-va posto, almeno per ora, Vidic. La coppia centrale in difesa è Ranocchia e Juan Jesus. Dunque si attende il fischio di inizio per il 4-3-3 rossonero contrappo-sto al 4-3-1-2 nerazzurro.

Si riaccendono le luci di San Siro per un derby

della Madonnina che si preannuncia equilibrato e ricco di spunti: innanzitut-to c’è l’esordio di Mancini sulla panchina dell’Inter dopo l’esonero di Mazzar-ri che ha portato nuovo

MILAN-INTER, TANTA ROBA LA QUOTA DELL’XInzaghi tiene a battesimo il ritorno di Mancinientusiasmo ai nerazzurri, soprattutto ai tifosi, che ora credono con maggio-re forza alla possibilità di lottare per il terzo posto: stesso obiettivo degli In-zaghi-boys che, dopo un inizio soddisfacente, sono incappati in qualche ri-sultato negativo di troppo che li hanno riportati nella mischia per l’Europa. Der-by dunque che può anche valere molto in chiave eu-ropea con i rossoneri che possono allungare sui cu-gini, in virtù del punto di vantaggio con cui si pre-

portare a casa 60. Per i più tecnologici ricordatevi che attraverso il vostro Iphone, Smarthpone o Tablet pote-te scaricare le applicazioni

di diversi Concessionari di Gioco che vi permette-ranno di scommettere live sull’evento. Il divertimento è assicurato ma ricorda-tevi di GIOCARE CON RESPONSABILITA’. Infine vi proponiamo le quote re-lative al ‘Primo Marcatore’ di Milan-Inter: per i neraz-zurri favori del pronosti-co che vanno in direzione di Icardi e Palacio offerti intorno a 4,50 e 5,50, più staccati Kovacic (9,00) e Osvaldo (11,00), mentre tra i ragazzi di Inzaghi i più gettonati risultano essere

sentano all’appuntamento, mentre per Mancini c’è da ritrovare gioco e risultati per ricandidarsi alle posi-zioni che contano. Dice-vamo di una gara equili-brata e quindi possibilità molto alte di pareggio con una quota, per il segno X, che gira intorno al 3,30. Vi proponiamo anche un ‘Ri-sultato Esatto’, seguendo la scia del pareggio: proviamo con il 2-2, gol e spettacolo dunque, che è in lavagna intorno a 12 volte la posta: con 5 euro se ne possono

Menez e Honda a 4,25 e 4,50, seguiti da El Shaarawy a 5,50, più staccati Bona-ventura (9,00) ed il Nino Torres che dovrebbe parti-re dalla panchina con una quota intorno a 11 volta la giocata. In bocca al lupo

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DUE VERITÀ A

CONFRONTOPoco tempo per rivoluzionare una squadra

che, in vista di un derby e della trasferta con-tro la Roma, necessiterebbe, più che di una ri-voluzione, di un vero e proprio miracolo. Sette giorni per creare la terra che risultava informe, deserta ed avvolta dalle tenebre che ricoprivano l’abisso. Otto giorni, è andata bene a Mancini con un giorno in più a disposizione, per rivoluziona-re una squadra che non vale neppure le scarpe di quella lasciata nel 2008. Dio benedisse il settimo giorno, a termine di tutte le fatiche, e lo consacrò. Se Mancini dovesse vincere il derby due sono le degne conseguenze, o viene consacrato o la pros-sima sfida se la deve giocare direttamente con qualcuno di decisamente più sacro della squadra di Silvio Berlusconi. Certo, anche il Milan non è messo benissimo. Entrambe le squadre, lontane dalla zona Europa, settima e ottava in classifica, puntano sulla stracittadina per ripartire. Rober-to Mancini si affiderà al 4-3-1-2, finalmente non vedremo più in campo l’incomprensibile 3-5-2- mazzarriano, per recuperare una squadra in crisi di identità che non ci credeva più e che ha perso il gusto di vincere, di convincere non si può pro-prio parlare. Filippo Inzaghi, al suo primo derby da allenatore, conosce bene il calibro di Roberto Mancini e sa di sfidare colui che ha messo in ba-checa, nella precedente esperienza in nerazzur-ro, ben tre scudetti consecutivi. Questo posticipo della 12° giornata terrà tutti, anche in non tifosi della benamata, incollati alla televisione. La cu-

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5domenica 23 novembre 2014

DUE VERITÀ A

CONFRONTOriosità è troppo forte, tutti, anche i meno calcio-folai, non vogliono rinunciare alla possibilità di urlare che il problema non era Walter Mazzarri ma l’intera squadra da cestinare. Sicuramente il problema dell’Inter nelle precedenti 11 giorna-te non era solo il tecnico di San Vincenzo, ma Mazzarri ha tutta la colpa di non essere riuscito a tirare fuori nulla di buono da nessuno dei gioca-tori a disposizione, sbagliando ogni sostituzione e terrorizzando i calciatori con la crisi di risulta-to. Il terrore di scendere in campo dei nerazzurri è tutto merito di Walter Mazzarri, questo è un dato di fatto. Questa sera derby nuovo, Inzaghi, che gode della massima fiducia dell’ambiente rossonero, avrebbe gradito giocarsela con Maz-zarri, sono mesi che studia il suo non gioco e già gustava la vittoria. Alla luce dei cambiamenti in casa dei cugini le probabilità di vincere la par-tita restano ancora molto alte, ma Mancini gli renderà la vita difficile, il Milan dovrà sudarli questi tre punti. La voglia di tornare a San Siro è grande, i tifosi di entrambe le formazioni vo-gliono godere della sfida tra due rappresentanti del nostro calcio molto stimati, sarà sicuramente un grande derby al di là del risultato. Il ritorno di Mancini in casa nerazzurro ha sicuramen-te ravvivato le aspettative. Roberto Mancini, all’undicesimo derby in nerazzurro tra vecchia e nuova panchina, ci metterà l’anima per vincere questa partita pur consapevole di avere eredita-to una squadra che fa acqua da tutte le parti. Il risultato più accreditato risulta essere il segno x.

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Consiglia

Luigi Rubino

Davvero, si potrebbe scrivere un libro sui

numerosi derby disputati da Mancini sia da calciato-re che da allenatore in tut-ta la sua carriera. La prima grande emozione il Mancio la prova a 18 anni quando il 28 novembre del 1982

Mancini e i derby, una lunga storiache il protagonista in pri-mis dei 16 derby disputati contro il Genoa. Suo è in-fatti l’anno dopo il secondo gol che sancisce la vittoria della Samp contro i grifoni per 2-1, dopo un’autorete di Faccenda, e sempre sua è la rete decisiva che consen-te alla “Doria” di superare nell’ottobre del 1989 i cugi-ni genovesi. L’ultimo centro di Mancini nel derby della Lanterna è datato 15 mar-zo 1992 (2-2) con pareggio siglato a pochi minuti dalla

ancora Mancio

mette a segno il suo primo gol in serie A con la maglia della Sampdoria, diventan-do poi in breve tempo non solo il beniamino dei sup-porter blucerchiati, ma an-

fine. Negli anni successivi il passaggio alla Lazio non scombussola le abitudini del Mancio che non per-de il vizietto del gol nella classica sfida del Cupolone

contro la Roma. Con la ma-glia biancoceleste Mancini disputa sei derby, a parti-re dalla stagione 1997/98. La sua prima gioia contro i giallorossi arriva il 1 no-vembre del 1997, quando mette a segno la sua prima rete, contribuendo così alla larga vittoria (3-1) della sua squadra nella sfida contro i cugini. I dispiaceri che re-gala Mancini ai giallorossi continuano l’anno dopo, quando il fantasista laziale con un pallonetto da fuo-ri area realizza il terzo gol nella stracittadina vinta poi con il sonoro punteggio di 4 a 1. Memorabili sono anche le sue due reti (una delle quali di tacco) del 29 novembre 1998, in Lazio-Roma, conclusasi con uno spettacolare 3-3. La para-bola dei suoi successi nei derby ha una fase discen-dente quando nel biennio di panchina come allena-tore della Lazio non riesce a battere la Roma. La par-tecipazione di Mancini ai derby riprende da allena-tore a partire dalla stagione 2004 fino al 2008, quando sulla panchina dell’Inter sfida il Milan, regalando però ai supporter neraz-zurri, solo 4 vittorie, su 8 gare disputate contro i ros-soneri. In Inghilterra, sulla panchina del Manchester City, a partire dal 2010 fino al suo esonero, (13 maggio 2013), il Mancio partecipa a 10 derby tra campiona-to, League Cup, Fa Cup e Community Shield. Cin-que sono le sfide collezio-nate dal tecnico nella Pre-mier League, (campionato di serie A inglese) contro

i Red Devils dello United, sconfitti soltanto in due occasioni. Le ultime emo-zioni del derby, il tecnico di Jesi le ha vissute lo scor-so anno in Turchia, sulla panchina del Galatasaray, affrontando ben quattro squadre di Istanbul: Be-siktas, Fenerbahce, Istan-bul B.B. e Kasimpasa. Ora l’avventura dei derby per il tecnico marchigiano rico-mincia dal club di Thohir. Auguri Mancio!

Perché mai un tecnico, o pseudo tale, dovrebbe

fare qualcosa di diverso dal piangersi addosso? Fa bene Walter Mazzarri ad essere deluso dell’Inter, di Mas-simo Moratti e del mondo pallonaio in generale. Qua-le società dovrebbe pren-dere uno pseudo allenatore che per primo ha deluso ogni aspettativa. Il signor Mazzarri fa bene a pianger-si addosso, non deve pre-occuparsi di alzarsi all’alba

WALTER MAZZARRIDELUSO DI MORATTI

per guadagnare la cosiddet-ta pagnotta, ci pensa l’Inter a dargli da mangiare ga-rantendogli un lauto com-penso, per non fare nulla, fino al fatidico 30 giugno 2016. I presidenti di tutte le squadre italiane ringra-ziano Massimo Moratti e l’Inter per essere riusciti a tenerlo lontano dal cal-cio, almeno quello giocato, per un po’ di tempo, anche perché mancherà a pochi.

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7domenica 23 novembre 2014 amarcordMario Balotelli con i colori nerazzurri 2007-2010 SuperMario al Milan dal 2013

Andrea Poli al Milan dal 2013

Andrea Poli in nerazzurro 2011-2012

Il ‘divin codino’ in rossonero dal 1995 al 1997

Roberto Baggio all’Inter dal 1998 al 2000

Christian Vieri all’Inter dal 1999 al 2005

Gianpaolo Pazzini all’Inter 2011-2012

Gianpaolo Pazzini al Milan dal 2012

Antonio Cassano al Milan nella stagione 2011-2012

Antonio Cassanonell’unica stagione nerazzurra 2012-2013.

Christian Vierial Milan nella 2005-2006

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o s p i t i

Certi articoli, per quanto uno voglia essere neutrale,

non si vorrebbero mai scrivere, se non fosse per il sacrosanto dovere professionale. Mi toc-ca l’Inter, questa settimana, la squadra che hai nel cuore da quando sei nato e con la quale sei cresciuto, fino a diventa-re giovanotto della terza età. Volano e si accavallano nella mente i ricordi dei tanti trionfi mondiali, rivedi in successione i campioni di nome Mazzola, Corso, Picchi, Facchetti ed di tutti gli altri che, anche in anni più recenti, hanno fatto gran-de una Società e la sua squa-dra. Non sono sbiaditi questi ricordi, né sfumate le belle sensazioni o il profumo delle vittorie, ci mancherebbe altro, ma ora il cuore è gravido di dispiaceri che fai fatica a leni-re, sebbene ti torni in mente, come una piacevole ossessione “AMALA” del famoso inno. E’ proprio per questo che biso-gna sforzarsi per capire i mo-tivi di un declino inesorabile, reso tale dalla Società, dopo il clamoroso Triplette da sogno. Con questa, la squadra rag-giungeva l’apice, a coronamen-to di tanti anni di presidenza Moratti. Bisognava capire, e non era difficile, che quel ciclo fosse giunto al termine, anche se aveva richiesto l’impiego di ingenti capitali, cui non sem-pre hanno corrisposto acquisti di giocatori di comprovato va-lore. Da via Durini, sono pas-sati eserciti di scartine che non avrebbero dovuto mai mettere un solo piede sull’erba di San Siro. Eppure, si è continuato sempre con gli stessi errori. Per colpa solo di Moratti o anche del suo staff tecnico, incapace di distinguere una capra da una pecora? Di entrambi, anche se al presidente va sempre ascrit-ta, quasi come giustificazione, la sua grande passione di tifoso che gli impediva di capire bene cosa stesse succedendo intorno a lui. I primi anni si era circon-dato dei migliori vecchi gioca-tori dell’Inter di papà Angelo, per continuare a tessere quel “fil rouge” dell’affetto di fami-glia. Sandro Mazzola, come AD, aveva cominciato un buon

La Beneamata ricomincia da tre

Il presidente dell’Inter Erich Thohir e Massimo Moratti

lavoro, ma per incomprensio-ni, chiamiamole pure così, la compagnia si è sciolta senza rancore. Da allora, tanti sono stati i tentativi di ricostruire la grande Inter e con Manci-ni in panca e fior di giocatori giusti, finalmente Moratti ha potuto assaporare la gioia del-lo scudetto, che mancava sulle casacche nerazzurre da molti anni ed inseguire anche il so-gno cominciato in una magica notte di maggio, al Prater di Vienna. Sempre per le solite incomprensioni, anche il Man-cio, però, salutava tutti dopo aver lasciato in eredità ben tre scudetti, per consegnare la squadra, una bella squadra, a Mourinho, quello giusto al momento giusto. Due anni gli son bastati, infatti, per ripor-tare l’Inter in vetta al mondo, con lo storico Triplette e Mo-ratti Massimo quasi alla pari di suo padre Angelo. Missione compiuta, dunque, ma a che prezzo, a caro prezzo, se i conti societari si tingevano sempre più di rosso, profondo rosso. Questo è stato per la Società il momento cruciale della sua storia recente: come recupe-rare il gran passivo, vendere o non vendere qualche gioiellino di casa? Momenti di forti tor-menti, che non hanno portato a decisioni drastiche, quelle che il paziente popolo nerazzur-ro era disposto a giustificare. La stessa notte di Madrid che ha visto la fuga, annunciata, di Muorinho, Moratti avrebbe dovuto già vendere tutti i suoi pezzi da 90, i cari giocatori ad un ottimo prezzo, perché ormai spolpati per fare cassa,

riassettare il disastroso bilan-cio e iniziare anche un nuovo corso, con giocatori giovani, dopo i previsti anni di rodag-gio. Lo suggeriva la logica e lo imponeva il cassiere. Invece niente, solo nuovi allenatori, tanti, senza nessun buon ri-sultato raggiunto, se non l’u-miliazione di non poter par-tecipare, dopo anni ed anni di gloria, nemmeno ad una com-petizione europea. La Famiglia Moratti, a cui si deve tributa-re la massima stima ed il più grande riconoscimento, non nascondeva il suo disappunto per la situazione economica che non poteva più basarsi sul-le risorse petrolifere in crisi e costringeva il caro rampollo a cercare un compratore. La Mi-lano industriale non risponde-va, cosa che non avrebbe mai fatto fino a qualche decennio prima, quando i cummenda meneghini avevano il portafo-gli gonfio di danè oltre all’orgo-glio cittadino. Niente di tutto questo, fino a quando, dall’e-stremo oriente non nasceva un inaspettato sole dal nome Thohir, magnate indonesiano, ben disposto a spalmare i suoi affari anche nel calcio italiano, pur sapendo che avrebbe do-vuto dissanguarsi per sedersi sulla poltrona più prestigiosa di corso Vittorio Emanuele, E’ coraggioso, oltre che ricco, e l’operazione Inter veniva con-clusa felicemente anche se con la decisione dolorosa di Mas-simo Moratti di lasciare tutto, tranne le sue azioni, e pensare ad altro, dopo aver confezio-nato un bel pacchetto al ‘pic-coletto’ e simpatico asiatico:

una squadra pessima, affidata ad un allenatore mediocre, da serie inferiore. C’è sconcerto per questo, per una squadra come vascello senza nocchiere, senza porto da raggiungere, in perenne balia delle onde. Era l’Inter di Mazzarri, una ciurma male assortita, sempre pronta a capitolare in ogni momento, cosa che non fa piacere né al malcapitato armatore né al ti-fosi interisti che, sempre più, abbandonano il Biscione al suo destino, in attesa della solu-zione finale. Ora sarà sempre quella stessa Inter, affidata, in fretta e furia, alle cure urgenti di Roberto Mancini, che torna sulla panchina che lo ha vi-sto tre volte vincitore, ma pur sempre nello stesso ambiente a cui ha sbattuto la porta in faccia. E’ una soluzione pa-sticciata, quasi nevrotica, che non porterà lontano, perché la materia prima è sempre la stessa. Come si suol dire: ai posteri l’ardua sentenza. Que-sta è l’Inter che il Diavolo avrà di fronte stasera nella bolgia di San Siro, quello che potrebbe essere un bocconcino facile da ingoiare, se non fosse che esso stesso non ha più le corna ta-glienti di una volta. La cosa fa ben sperare i cugini, quelli in maglia nerazzurra per cui , in verità, si è disposti a soffrire ancora, finchè un nuovo sole scalderà gli animi di Thohir e degli indomiti Bauscia del mondo intero. Sursum corda. F.C. Internazionale, la gloria ti arriderà ancora, come è scrit-to in quel cielo di stelle, che ti vide nascere nelle sale dell’O-rologio, nel lontano 1908.

Pareggio, vittoria e scon-fitta. E’ questa la se-

quenza di Roberto Manci-ni quando subentra su una panchina a campionato in corso. Il pareggio lo ha ot-tenuto con la Fiorentina nel febbraio 2001 quando subentrò a Terim: 2 a 2 con il Perugia al Curi e molte lodi per i cambi azzeccati. A quell’epoca Mancini non aveva ancora l’abilitazione ad allenare rilasciata dal centro tecnico di Cover-

Mancini e i debutti in corsobasi per riportare al succes-so il City cosa che avvenne puntualmente al suo se-condo con i citizens. Infine il terzo debutto avvenne con il Galatasaray lo scorso anno dove perse all’esordio 2-1 contro l’Akhisar. No-nostante il risultato ama-ro Mancini con i turchi si è tolto la soddisfazione di centrare gli ottavi di Champion League, elimi-nando la Juventus sotto la neve di Istanbul e di vince-re poi la Coppa di Turchia il 6 maggio scorso batten-do per 1-0 l’Eskişehirspor grazie a una rete di Wesley Sneijder. Il quarto debutto

ciano ma a maggio vinse la Coppa Italia, diploman-dosi prima sul campo e poi sui banchi di scuola. Il secondo debutto a stagio-ne iniziata avvenne con il Manchester City dove vin-se la gara d’esordio contro lo Stoke City: un rotondo successo per 2 a 0. In quel-la stagione Mancini mise le

in corso avviene oggi sul-la panchina interista e nel derby di Milano: partita difficile e dalle mille sfac-cettature. In ogni caso viste le premesse i tifosi interi-sti sperano di raccogliere qualche trofeo tra maggio e giugno quando si gioche-ranno le finali dell’Europa League e della coppa Italia.

Marco Papetti

riflessioni

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9domenica 23 novembre 2014

Chi saranno i bom-ber che vedremo in

campo nel 161° derby della Madunina? Un dei protagonisti attesi sul-la sponda rossonera è senza dubbio Stefan El Shaarawy che, riassapo-rato il gusto del gol do-menica scorsa contro la Samp e rigenerato dalla buona prova fornita in Nazionale, farà di tutto per intossicare la dome-nica ai tifosi nerazzurri e a Mancini, tornato dopo quattro stagioni sulla panchina dell’Inter. Par-ticolare curioso: l’ultimo

Arrivano i bomber Luigi Rubino

gol in campionato, il faraone lo ha segnato proprio nel derby disputato il 24 febbraio 2013 e conclusosi poi in parità (1-1). L’altra punta attesa ancora dai

tifosi milanisti è senza dubbio Torres. Lo spagnolo arrivato in Italia con propositi bellico-si finora, diciamo la verità, ha chiaramente deluso, anche se qualche attenuante a “El Nino” va concessa dopo l’infortunio, con trauma distorsivo, rime-diato alla caviglia, prima della gara di campionato di metà set-tembre contro il Parma. L’ulti-mo gol realizzato dal giocatore in campionato risale addirit-

tura a due mesi, nella gara del 23 settembre contro l’Empoli. Speranze di scendere in campo nutrono anche Honda e Me-nez. Il giapponese, rimasto in panchina nell’ultima stracitta-dina dello scorso maggio, que-sta volta potrebbe finalmente scendere in campo, dando vita ad un interessante duello con il suo connazionale Nagato-mo, vestito di nerazzurro. Per il francese, invece, dopo il calo di

forma evidenziatosi nel-le ultime gare, non sarà facile riconquistare un posto nel derby, anche se non sono da esclude-re decisioni a sorpresa di

Inzaghi. Sul fronte Inter, Mancini potrà contare in attacco su tre spietati killer, ma solo due, mol-to probabilmente, Icardi e Palacio, giocheranno dall’inizio. Osvaldo co-munque è pronto e non è escluso che il tecnico di Jesi lo butti nella mischia durante il match. I tifosi nerazzurri si augurano inoltre che la presenza in panchina di Manci-ni, possa risvegliare “El Trenza” giocatore molto adatto al 4 – 4 – 2, capa-ce di coprire non solo gli spazi, ma anche di andare in rete, anche se quest’an-no in verità l’attaccante argentino di reti finora non ne ha ancora messe a segno. Con il Mancio all’Inter comunque la parabola di rendimento dell’argentino dovreb-be riprendere a salire, anche se quest’anno la coppia Osvaldo ( 4 gol)- Icardi,( 7 reti ), quando è stata possibile vederla in campo, non ha fallito.

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domenica 23 novembre 2014 10

InfermeriaMarjljaBisceglia

rossonerazzurraL’infermeria rossone-

ra si è svuotata, resta

un punto interrogativo sul

perno del centrocampo Ni-

gel De Jong, resta da capi-

re se ha recuperato il pro-

blema muscolare da cui è

stato colpito in ritiro con

l’Olanda. Recupero tota-

le per Sulley Muntari e la

notizia più bella, sotto il

profilo sportivo, riguarda

Riccardo Montolivo che

potrà tornare a giocare, se

le cose vanno bene gioche-

rà già oggi la stacittadina.

Inzaghi dovrà fare a meno

di Bonera, non per proble-

mi legati all’infermeria ma

per la giornata di squalifica

rimediata, e forse di Abate

per Tendinopatia achillea.

In casa Inter si vede girare

ancora qualche benda. Al

di là dell’esclusione di Gary

Medel, squalificato per un

turno, è certa l’assenza di

M’Vila che non è riusci-

to ancora a recuperare la

lesione al collaterale del

ginocchio. Dovrebbero ab-

bandonare l’infermeria sia

Hernanes che Fredy Gua-

rin. Ancora fuori Campa-

gnaro per affaticamento

muscolare, dovrebbe rien-

trare in rosa per fine mese.

E’ da valutare ancora lo sta-

to di salute di D’Ambrosio

(lesione al legamento colla-

terale) e di Jonathan ferma-

to da un affaticamento mu-

scolare, anche lui dovrebbe

rientrare per fine mese.Riccardo Montolivo, torna il capitano

Osvaldo pronto per il derby

392 presenze da gioca-tore, due scudetti, due

Coppe Italia, una Coppa UEFA, una Supercoppa Italiana e i trionfi con il comandante in capo Mou-rinho, prima ancora con lo stesso Mancini, non hanno mai portato Beppe Baresi alla guida della pri-ma squadra. Il ritorno del Mancio l’ha costretto a fare le valige? Probabilmente la vecchia ruggine tra i due non si è mai sciolta. Nel-lo staff di Mancini non ci sarebbe posto per lui, in un primo momento si è ipotizzato la sostituzione con Lele Adani, ma Man-cini non vuole fare nulla di scontato. Un amore che dura da oltre trent’anni, come giocatore dal 1977 e

BEPPE BARESI SALUTA L’INTER?

dal 1997 come allenatore, può veramente finire così e con il rimpianto di non aver mai occupato la pan-china nerazzurra da Mister in prima? Le smentite arri-vano dal diretto interessato che dichiara, giustificando il polverone innescato dal-la figlia sui social network e con l’intervista rilasciata, di non essere stato licenziato dall’Inter e che resta in at-tesa di conoscere solo i det-tagli del suo nuovo incari-co dall’incontro che avrà con Piero Ausilio e Marco Fassone. Al grande cuore nerazzurro Beppe Baresi, se dovesse lasciare la socie-tà, l’augurio di tanti succes-si, seppur in forza ad altri colori, consapevoli, però, che il suo cuore pulserà sempre linfa nerazzurra.

Ormai non stupisce più nulla di quanto accade in casa Inter. Dopo

la decisione lampo, ufficialmente ma-turata in una notte, presa dal presidente Erick Thohir di sollevare dall’incarico ormai ex tecnico Walter Mazzarri, non ci stupirebbero altre idee coltivate, ri-gorosamente di notte, per rinforzare la società a beneficio della squadra. Dopo il ritorno di Roberto Mancini sulla panchina nerazzurra, si vocifera anco-ra un ritorno, questa volta in società, di Ernesto Pellegrini, già alla presidenza

dell’Inter dal 1984 al 1995. Il ritorno di Pellegrini porterebbe sicuramente denaro utilissimo alla società. L’ex pre-sidente starebbe pensando ad una cor-data di imprenditori che potrebbero rilevare una parte delle azioni di Massi-mo Moratti, sempre più lontano ormai dalla società ma non dall’Inter. State a vedere che questo signore indonesia-no non è proprio uno sprovveduto! Le studia di notte attuandole all’alba. Se ci riesce, almeno il titolo di gran-de imprenditore gli va riconosciuto.

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11domenica 23 novembre 2014

Prima e dopo la partita... Vino, birra e il gusto di un panino espresso

vita di club

Il Bar Meeting di Predazzo è stato scelto da oltre 200 mila-

nisti per la festa del Milan Club Dolomiti per celebrare il 35° anno di fondazione. Il sodali-zio rossonero è stato costituito il 28 settembre 1984 a Carano ed oggi conta oltre 100 soci at-tivi che, ognuno per la parte di

Milan Club Dolomiti

interessa tutta la vasta zona dolo-mitica. L’occasione del prestigio-so traguardo raggiunto è servita anche ad inaugurare la nuova sede del club, avvenimento cul-minato con un ricco buffet e con l’appuntamento annuale della castagnata, durante la visione su maxischermo della partita di

ris Paluselli, in collaborazione con il delegato regionale AIMC Nico Mercuri ha fatto arrivare da Milano la Coppa Champions League, evento unico per Fiem-me e Fassa. Ad accompagnare il Trofeo europeo sono venuti ap-positamente da Milano Roberto Buongiorno e Vincenzo Trovesi, membri del consiglio direttivo dell’AIMC. Il presidente Palusel-li, preso come non mai nell’orga-nizzazione della manifestazione , nel suo discorso ufficiale rivolto ai presenti , non ha nascosto la sua gioia per il i trent’anni del Milan Club, ha ribadito la fidu-cia di tutti i soci sia nella squadra che alla Società, anche se non ha fatto mancare qualche benevo-lo rimbrotto al giovane Filip-po Inzaghi, per i risultati poco convincenti finora raggiunti dal Milan, sebbene le tante promes-se profuse in quantità ad inizio campionato. Il presidente, ov-viamente, si è augurato che non si ripeta una seconda storia tipo Seedorf, che vedrebbe ridimen-sionata la nuova politica della Società ed il valore degli stessi

giocatori. Durante tutta la serata, si è proceduto alle iscrizioni ed al rinnovo delle tessere per l’ano appena cominciato, per cui i soci hanno ricevuto in omaggio, come gadget, un ombrello rosso-nero personalizzato. Il delegato regionale e presidente del Milan Club Bolzano, che quest’anno festeggia 50 anni di vita ed è il Milan Club più longevo d’Italia, ha consegnato a Paluselli una targa ricordo. Lo stesso Palu-selli ha anche premiato con un grazioso omaggio rossonero gli unici 8 soci fedelissimi, che da 35 anni fanno parte del Club, dopo averli ringraziati per il loro con-tributo che, in queste occasioni, non è mai bastevole: Renata Bo-nelli, Mario Mich, Natale De-mattio, Martino Paluselli, Fran-cesco Zaopo, Dario Simonazzi.

Questo omaggio foto-grafico è dedicato alle

tifoseria di due paesi este-ri, l’Iraq e l’Ungheria, con estremo piacere in consi-derazione dei tanti sacrifi-ci che i sodalizi affrontano per le trasferte, che spesso organizzano per vedere il

Milan Club Iraq ed Ungheria

propria competenza, si prodiga al massimo per tenere in vita una realtà sociale e sportiva che

campionato Sampdoria-Milan. Per l’importante occasione il direttivo, presieduto da Lo-

Milan a San Siro. Di que-sto ne sono ben consape-voli anche l’Associazione Italiana Milan Club e la stessa Società che, in ogni occasione possibile, hanno sempre dato la loro massi-ma disponibilità per garan-tire un’accoglienza di pri-

mo ordine alle affezionate tifoserie che, seppur lon-tane da Milano, non fanno mai mancare il loro sentito

ed appassionato apporto di tifo alla squadra del Diavo-lo. Complimenti vivissimi.

Sport e Solidarietà sono sempre state le basi sulle

quali hanno operato i tifo-si rossoneri del Milan Club Canegrate. E’ successo ancora quest’anno, quando è stato or-ganizzato il 2° Trofeo dell’A-micizia, con il prestigioso patrocinio dell’Amministra-zione comunale, a dimostra-zione di come il Milan Club ricopra un importante ruolo sociale che accomuna tut-ta la cittadinanza, anche tra tifosi di altre squadre. Il tor-neo, seguito da un pubblico numeroso ed appassionato, ha visto impegnate 3 squadre giovanili, che hanno vestito le

MILAN CLUB CANEGRATE

maglie del Milan Club di Ca-negrate (vincitore del torneo), dell’Inter Club di San Giorgio su Legnano e dello Juventus Club di Canegrate. Tutte le gare sono state avvincenti e giocate nel rigoroso rispetto della deontologia sportiva, fatto che è stato sottolineato con piacere dagli organizza-tori. La seconda edizione del

Trofeo è stata dedicata a Fa-bio Vagliati, il socio del Milan Club impegnato anche nel C.S.E Città Del Sole e scom-parso a Dicembre 2013. Uno dei momenti più toccanti della giornata è stata, infatti, la consegna di una targa ce-lebrativa ai genitori dell’indi-menticato Fabio, da parte del sindaco di Canegrate, Rober-to Colombo, che ha ringrazia-to i dirigenti del Club per la perfetta organizzazione dell’e-vento sportivo che fa onore a tutti i cittadini di Canegrate, che hanno risposto in mas-sa ad una bella festa di sport. L’assessore allo sport, Matteo

Modica, ha premiato tut-ti i concorrenti del Torneo, che ha contraddistinto una magnifica giornata trascorsa all’insegna dello sport sano e dell’amicizia. Il ricavato del-la giornata e dell’asta della maglia autografata del Mi-lan è stato donato al Gruppo Genitori della Città del Sole.

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domenica 23 novembre 2014 12

Il campionato Primavera TIM vede l’Inter suona-

re la nona sinfonia, anche il Sassuolo di Mandelli si è dovuto arrendere all’inar-restabile corsa nerazzurra nonostante la grinta ed il carattere messo in campo. Inter-Sassuolo 1-0 e chiude

L’INTER FA NOVEIL MILAN DA SPETTACOLO

c a m p i o n ato

p ri m ave ra

14.30 la capolista ospiterà il Brescia fermo in ottava posizione in compagnia del Pescara a 11 punti. Per il Milan, invece, dopo la prima sconfitta arriva an-che il primo pareggio con-tro un’Udinese che non ha mollato fino alla fine. I ros-soneri, bravi a rimontare il doppio svantaggio. Al gol di Jaadi, subito grazie anche alla distrazione della difesa milanese, risponde Vassal-lo al 34’ servito magistral-mente da Hachim Mastour.

in cassetto la nona vittoria consecutiva, nove successi su nove gare disputate. Il gol di Sciacca al 40’ per-mette all’Inter di restare in testa alla classifica del Gi-rone B a punteggio pieno. In questa gara, però, i ne-razzurri hanno faticato pa-recchio, sfortunato Puscas che all’80’ colpisce il palo, nonostante le evidenti dif-ficoltà dei neroverdi nella ripresa. L’Inter si porta a 27 punti lasciando il Sas-suolo a quota 14. Oggi alle

Prtajin riporta in vantag-gio i bianconeri ancora grazie alla difesa rossone-ra che lo lascia solo in area di rigore. Al 29’ del s.t. De Santis raddrizza la partita riacciuffando il pareggio ed il nuovo entrato Fab-bro all’80’ porta finalmen-

te in vantaggio la squadra rossonera. La partita sem-brava chiusa ma a 5’ dalla fine ci pensa Magnino a ri-portare in parità il risulta-to. Il Milan torna da Udine con un 3-3 che sta un po’ stretto ma consapevole di aver dato spettacolo. Oggi se la giocheranno tutta contro la Virtus Lanciano nella speranza di riuscire a rosicchiare qualche pun-to dei 9 che li separano dai cugini che inseguono soli-tari in seconda posizione.

In francia il Marsiglia, battuto due settimane

fa dal PSG, prova oggi a difendere il primo posto affrontando al Velodrome il quotatissimo Bordeaux, attualmente in quarta po-sizionedietro il Lione. Lio-ne che ieri ha affrontato la difficile trasferta di Bastia. Sempre in giornata difficile viaggio per il Saint Etienne a Nantes dove c’è in palio il quinto posto. Riflettori puntati anche a Mont Pel-lierdove arriva il Tolosa, reduce dalla travolgente vittoria di quindici giorni fa col Metts che venerdì ha incrociato le armi col PSG. Rinviata, invece, al 7 genna-io Lille-Evian. In Liga oc-chio alla mini trasferta ca-salinga del Valencia, terzo in classifica, ospite del Le-vante, squadra con l’acqua alla gola penultima in clas-sifica. A proposito di bassi-fondi il Cordoba, fanalino di coda, andrà in trasferta a Elche un gradino più sopra

IL MARSIGLIA PROVA A RIALZARE LA TESTAe s t e r o

Bayern Monaco tallonato a distanza dal Wolfsburg e dal sempre più sorpren-dente Moenchengladbach. Due partite ad alta tensione per l’Amburgo e lo Stoccar-da, clamorosamente ultima e penultima in classifica. L’Amburgo dovrà vederse-la col Werder Brema, altra delusione della Bunde-sliga insieme al Borussia Dortmund. Lo Stoccarda ospiterà invece l’Augusta. In Premier League conti-nua la marcia del Chelsea di Mourinho, sempre con il Southampton, quest’ulti-mo di scena domani sera a Birmingham contro l’Aston Villa. La squadra, dove mi-lita il nostro Pellè, è avan-ti addirittura di quattro punti sui campioni in ca-rica del Manchester City che ieri hanno ospitato i Gallesi del Swansea. Oggi a Londra il Liverpool af-fronterà il Crystal Pala-ce mentre il Tottenham sarà in trasferta a Hull.

in graduatoria. Da seguire il Vila Real che ospita l’o-stico Getafe. Ieri le due le-ader del campionato Real Madrid e Barcellona hanno incrociato invece le armi rispettivamente con l’Eibar e il Siviglia. Domani attesa per Granada e Armeria, formazioni invischiate nel-la palude della bassa classi-fica. In Bundesliga proce-de la marcia trionfale del

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13domenica 23 novembre 2014

giù al nord

Fiore Marro

Anche io faccio l’alle-natore, certo dal pun-

to di vista amatoriale, con “materiale” senza grosse pretese né chissà quali ri-sultati da raggiungere; ho sempre avuto, e questa ri-mane l’unica cosa che mi accosta al Maestro Zdeněk Zeman, squadre da costru-ire o da svezzare o da rico-struire, del boemo adoro i suoi schemi offensivi, il modo in cui prepara atle-ticamente i suoi calciatori, il suo modulo tattico 4-3-3, il criterio di come fa avan-zare i terzini con quelle sovrapposizioni a ripeti-zione, il suo sistema con le ripetute verticalizzazioni e soprattutto il far giocare con la palla bassa; un gio-co coraggioso che fa il paio con quello di Rafa Benitez che ha comunque trasfor-mato la squadra del Napo-li rendendola forse la più europea delle compagini del campionato nostrano. Questo loro modo di stare in campo è entusiasmante ma come allenatore non ho mai giocato a quel modo,

Il bello del calcio: Catenaccio o calcio Champagne?io adotto da sempre l’i-talianissimo 4 – 4 – 2 con una delle due punte a dare manforte anche in fase di-fensiva, e c’aggià fà? Non amo prendere gol; quella dei due tecnici stranieri è una visione del gioco del pallone che una volta chia-mavamo “alla garibaldina” perché implicava per il fo-otball o perlomeno per la concezione del calcio dei Vittorio Pozzo, Enzo Be-arzot e Marcello Lippi, un modo di affrontare l’av-versario troppo alla carlo-na, senza tattica difensiva, un modo eccessivamente grossolano per quel che ri-guarda la protezione della porta. Chissà chi ha ragio-ne, tra questi tecnici stra-nieri del cosiddetto “calcio champagne” e i nostri cari “catenacciari” che in fondo, almeno quelli che ho cita-to, sono stati campioni del mondo con la squadra az-zurra dell’Italia. Benitez e Zeman sono coach seppu-re stranieri che comunque sono riusciti a affermarsi in Italia e sono allenatori che da sempre imprimono il loro credo, ottenendo

Vittorio Pozzo, quando il calcio mondiale parlava italiano

affermazioni importan-ti anche se il successo del boemo rimane quello dello scopritore di talenti in erba mentre per lo spagnolo le vittorie sono stati trionfi rilevanti come la Cham-pions e i campionati vinti in giro per il mondo. Do-menica a Napoli ci sarà il confronto tra i due mister, sarà di sicuro una partita molto spettacolare. Zeman affronterà gli azzurri a viso aperto, quindi sono con-vinto che assisteremo ad un grande spettacolo, Be-nitez non vorrà essere da meno, ci sarà una grande festa al San Paolo, salite an-che voi sulla giostra e veni-

te a divertirvi, sarà un’occa-sione unica. Il Napoli tra le tante cose buone da sottoli-neare, come l’ ottima zona raggiunta in classifica che ripensando ai rigori sba-gliati da Gonzalo Higuain sembra anche stretta, buo-no anche il fatto che nelle ultime tre gare non abbia subito reti e con la coppia d’attacco in un momento magico si è ritrovata però senza esterni alti a sinistra, fossi il tecnico dei parteno-pei proverei a utilizzare in questo ruolo Jorginho Frel-lo, perché avendo il senso del gioco d’attacco dei bra-siliani e avendo l’esperien-za sul campo del mediano

potrebbe essere la variabile virtuosa per sostituire In-signe e Mertens. A Napoli Zeman rimase pochi mesi da allenatore, fu un anno terribile per noi tifosi che a fine stagione subimmo l’on-ta della serie cadetta e che poco tempo dopo ci vide sparire dal circuito dell’élite del calcio nazionale fino a sprofondare nel fallimento e nell’inferno della serie C. Lo scontro con gli isolani

che ricordo con diletto e vi-sto con gli occhi del tifoso, fu in trasferta, al Sant’Elia nella stagione 2010- 2011 era una sera del 10 novem-bre, ci fu uno straordina-rio gol di Ezequiel Lavezzi che al 94° e quindi a par-tita agli sgoccioli, con un contropiede insaccò un gol memorabile smarcato con un lancio da manuale di Cavani, il Pocho realizzò una rete indimenticabile.

L’esultanza di Lavezzi dopo un gol al Cagliari

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domenica 23 novembre 2014 14

occhio...alla nazionale

Juve e Roma stanno fa-cendo un campionato a

parte. I bianconeri di Al-legri ieri sera hanno incro-ciato le armi con la Lazio mentre i giallorossi di Gar-cia sono andati a Bergamo ad affrontare l’Atalanta, quest’ultima alla ricerca di conferme dopo i due ot-timi pareggi con Napoli e Torino. Detto questo, ecco affacciarsi questa sera a San Siro il derby della Madon-nina, una sfida che in altri tempi era definita il mas-simo del calcio per quan-to concerne le squadre del nostro campionato. Ci fos-se stato ancora Mazzarri alla guida dei nerazzurri probabilmente sarebbe sta-to un derby sottotono, ma

MANCINI SFIDA INZAGHIsiccome alla guida della beneamata è stato richia-mato Mancini da Thohir al posto del mister livornese cacciato dopo il pareggio casalingo col Verona, ecco che d’incanto il match di oggi diventa infuocato ri-chiamando allo stadio il pubblico delle grandi occa-sioni capace di catapultare gli entusiasmi alla pari di qualche anno fa quando le due squadre viaggiavano ai vertici dell’Europa e non solo. Inzaghi sa benissimo che con Mancini la musica è cambiata in casa interista e nelle ultime ore si è messo

a studiare attentamente le soluzioni migliori per met-tere il bavaglio ad Handa-novic e compagni in questa stracittadina che potrebbe regalare sorprese a non fi-nire, anche in prospettiva futura. Tornando alla clas-sifica il Napoli ospitando il Cagliari può confermarsi terza forza del torneo ma con Zeman, di questi tem-pi, c’è poco da stare tran-quilli anche se nell’ultima trasferta dei sardi a Roma con la Lazio le cose non sono andate proprio beni-no, Benitez sa che Zeman potrebbe fargli uno sgam-

betto e di conseguenza ha catechizzato i suoi giocato-ri invitandoli alla massima attenzione. Le squadre alle spalle del terzetto princi-pe, cioè Sampdoria e Ge-noa, dovranno misurarsi la pressione, la prima col Ce-sena al Manuzzi, la seconda a Marassi con un Palermo rigenerato da Iachini gra-zie al colpaccio di San Siro col MIlan di inizio mese. Da seguire con interesse la trasferta della Fiorentina al Bentegodi con l’Hellas Ve-rona e dell’Empoli a Parma dove l’undici di Donado-ni è alle prese con un’al-larmante crisi societaria.

Punto guadagnato o punto perso con la

Croazia? La domanda è pertinente perchè l’Ital-Conte a San Siro sette gior-ni fa ha trovato veramente un osso duro sul cammino dell’Europeo che la vede al comando, dopo il pareggio, in compagnia dei bianco-rossi di Kovac arrivati a Milano con l’intenzione di fare uno sgambetto agli az-zurri reduci da due partite incolori con l’Azerbajigian e Malta. L’ex mister della Juve alla fine ha tirato un bel sospiro di sollievo ma quanta paura con i croati fermati solo da alcuni in-terventi prodigiosi di Buf-fon, subito riscattatosi dal-

FLOP CON LA CROAZIA, BENINO CON L’ ALBANIA

la papera dell’1-1. Fortuna vuole, per gli azzurri, si fa per dire (poverino), che si sia fatto male Modric au-tentica pina nel fianco a centrocampo per i ragazzi

di Conte. A rovinare la se-rata ci si sono messi anche il migliaio di teppisti della Dinamo Zagabria sbar-cati a Milano e San Siro solo per creare disordini

de linee di Conte stavolta hanno funzionato. Molte meglio delle prime di due giorni prima. A Marassi, è un dovere ricordarlo, c’e-rano più di ventimila tifosi albanesi che hanno caloro-samente applaudito e can-tato l’Inno di Mameli. Un bel segnale di distensione. Uno di loro durante la par-tita è entrato irregolarmen-te in campo per far firmare a Cana la bandiera rossa con l’aquila del proprio pa-ese. E dalle preoccupazioni per l’invasore poco dopo si è passati all’applauso dei venticinquemila del Ferra-ris che per una notte han-no dimenticato l’alluvione.

ultras lanciatori di fumoge-ni, bombe carta e petardi. Comunque se è dal 1942, in piena guerra, che l’Ita-lia non batte la Croazia un motivo di sarà. Bene inve-ce la prima assoluta contro l’Albania dell’ItaliaB finita 1-0 grazie al gol di Okaka, applauditissimo dal pub-blico di Marassi non solo di fede sampdoriana. E’ sua la rete che ha messo a 8’ dalla fine a tappeto la simpatica squadra di Tirana ben gui-data dal nostro De Biasi. Il pareggio era il risultato più giusto anche perchè gli al-banesi hanno centrato con un bolide l’incrocio dei pali con Cikalleshi. Le secon-

in centro città e fermare la partita come era acca-duto a Marassi nella sfi-da dell’Italia con la Serbia rinviata e persa a tavolino dagli slavi per colpa degli

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15domenica 23 novembre 2014

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L’ultima gara della sta-gione ci consegnerà il

campione 2015, sappiamo già che la scelta obbligato-riamente ricadrà su Nico Rosberg e su Lewis Ha-milton che si giocheranno il mondiale fino all’ultima curva. Mercedes in festa, comunque andrà il mon-diale l’ha già vinto. I due piloti argento, ormai ne-mici dichiarati, se ne da-ranno di santa ragione, ma la sorte incoronerà il più veloce e fin qui Hamil-ton ha dimostrato di avere qualcosa in più rispetto al tedesco. Il pilota inglese è dato favorito dai numeri e psicologicamente può pia-nificare la gara con uno sta-to emotivo più tranquillo e consapevole che toccherà a Rosberg rincorrerlo e ne-gargli la gioia del secondo titolo mondiale. L’ultima gara di Fernando Alonso in

IL GP DI ABU DHABI SI TINGE D’ARGENTO

compagnia del Cavallino Rampante. Il rosso Ferrari ha le solite ed irrisolte dif-ficoltà, anche a Abu Dhabi la strada è tutta in salita. La monoposto di Alonso non ha retto allo stress del-le Libere 2, venerdì, pri-

mo giorno di prove libere sul circuito di Yas Marina, dopo circa quindi minuti ha puntato le gomme man-dando in fumo il motore perdendo, così, ancora una volta l’occasione di “pesare” la gara di oggi. La vettura

dello spagnolo, con assetto molto vicino a quello del-le qualifiche e di gara, si è fermata al secondo giro e i meccanici, nonostante il grande impegno, non sono riusciti a farla ripartire in tempo utile per tornare in

pista. Già nella prima ses-sione, nonostante fosse ri-uscito a completare i giri, la monoposto ha fatto re-gistrare temperature molto alte. Alonso proverà in gara a lasciare un bel ricordo ai tifosi del Cavallino prima

di lasciare il volante a Se-bastian Vettel. E’ andata un po’ meglio al compagno di squadra Kimi Raikkonen nelle prove libere ad Abu Dhabi riuscendo a conclu-dere tutte sessioni. Anche il finlandese ha, però, faticato

molto a trovare il bilancia-mento della vettura sempre a causa delle elevate tem-perature. Buone prove per Sebastian Vettel che pensa già alla nuova avventura con la casa di Maranello. Per il tedesco è il sogno che si avvera. Cresciuto in Red Bull sin dal Junior Team ha deciso che è arrivato il mo-mento di mettersi alla pro-va affrontando nuove sfide: “La mia non è stata una de-cisione semplice. Ho corso tutta la vita con la Red Bull, dal Junior Team alla Red

Bull Racing e non pensavo di raggiungere certi suc-cessi, ma a un certo punto senti di dover intraprende-re una nuova sfida, qualco-sa di diverso. Sono molto emozionato e molto moti-vato, voglio mettere tutto il mio cuore e le mie capacità per cercare di raggiungere il successo con la Ferrari. Quando ero un ragazzino, Michael Schumacher sulla Rossa era il mio più grande idolo e adesso per me è un enorme onore avere la pos-sibilità di guidare una Fer-

rari. Ho già avuto un pic-colo assaggio di quello che è lo spirito Ferrari quando ho conquistato la prima vittoria a Monza nel 2008, con un motore della Casa del Cavallino Rampante. La scuderia ha una grande tradizione in questo sport e sono estremamente mo-tivato ad aiutare la squadra a tornare al vertice. Darò il cuore e l’anima per far sì che questo accada. Ar-rivare alla Ferrari per me è un sogno che si avvera”.

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domenica 23 novembre 2014 16

Sono passati 30 anni dalla prima registrazio-

ne di “Do They Know It’s Christmas?” ma lo spirito

Band Aid 30 contro l’EbolaRita Ora, Bono, Chris Mar-tin, Paloma Faith, Ellie Goulding, Emeli Sande, Olly Murs, One Direction, Jessie Ware, Clean Bandit, Bastille, Sinead O’Connor, Elbow e Roger Taylor. Tutti

gli artisti (compresa l’au-trice dell’artwork Tracey Emin) hanno donato il loro tempo e la loro professio-nalità gratuitamente per poter essere, anche questa volta, parte della storia.

“Sono passati circa 30 anni da quando I più grandi musicisti e star degli anni ’80 si sono riuniti per regi-strare ‘Do They Know It’s Christmas’ contro la fame in Africa”, spiega Bob Gel-dof. “Quest’anno sarà per coloro che sono stati colpiti dal virus Ebola, ancora una volta in Africa. Sia la fame che le malattie sono conse-guenza della povertà. Quin-di grande per donare e sup-portare la causa. il pop può essere una piccola forma d’arte ma guardate quan-to potente può diventare”.

e la volontà di aiutare gli altri non si è ancora ferma-ta. Registrato presso i Sarm Studio di Londra e presen-

tato durante una puntata di XFactor UK, la nuova ver-sione di “Do They Know It’s Christmas?” della Band Aid rinnova la volontà dei più grandi musicisti di oggi di fare qualcosa per l’Afri-ca, continente dilaniato da continue epidemie come l’Ebola, malattie che tro-vano nella povertà e nella fame terreno fertile per dif-fondersi in modo dilagante. Da qualche giorno è possi-bile donare attraverso il sito www.bandaid30.com/do-nate. La nuova versione del brano prodotto da Midge Ure e Paul Epworth vede la partecipazione tra gli altri di Ed Sheeran, Sam Smith,

Per il suo ultimo singolo, “Divine Sorrow”, a se-

guito della collaborazione per l’inno di chiusura del-la Coppa del Mondo 2014, di fianco a Carlos Santana, Wyclef Jean sceglie Avicii.

Wyclef Jean

È il primo singolo questo dell’artista vincitore di un Grammy che anticipa l’u-scita col suo settimo album in studio, “Clefication”, che verrà pubblicato nel 2015 su Heads Music/PRMD. Registato a Stoccolma e presentato in anteprima dal duo quest’estate ad Agosto all’Ushuaia ad Ibi-za, “Divine Sorrow” segna il prossimo passo nel per-corso artistico di Wyclef Jean, artista diventato fa-moso grazie ai Fugees e che successivamente ha conso-lidato la sua carriera come

pluripremiato artista soli-sta. Questa traccia, è parte della campagna Coca-Cola e (RED) indirizzata a sen-sibilizzare l’attenzione sul tema dell’AIDS, e unisce due forze dal background

molto differente oltrepas-sando ancora una volta le barriere della musica elet-tronica, facendo focaliz-zare allo stesso tempo l’at-tenzione su una tema così importante. Col featuring di Avicii, “Divine Sorrow” è co-prodotta dal manager Ash Pournori, e anche da Magnus Lidehäll, Vincent Pontare, e Salem Al Fakir. Quest’uscita arriva subi-to dopo l’annuncio della collaborazione di Wyclef nell’album di Avicii di pros-sima uscita, “#True”, che verrà pubblicato nel 2015.

fa squadra con AviciiProseguono i festeggiamenti

per il suo settimo comple-anno allo Shed Club di Busto Arsizio, ubicato a pochi chi-lometri da Milanononché dai ritiri di Milanello e di Appiano Gentile. Un club dove è possi-bile sia cenare con garbo che

Shed Club, la consolle si tinge di rosa

Ellen Beat

Chiara Naike

Johanna Martes Vidal

ballare buona musica house, con una serie di serate che al-ternano diversi ospiti speciali. Piatto forte della sua program-mazione, la cosiddetta Ladies Night, che vede protagoniste dj e vocalist donne. E che donne. Sabato 22 ottobre è il turno ad esempio della vocalist Johanna Martes Vidal, che vanta robusti trascorsi televisivi (“Non è la Rai” su tutti), autentica madri-na del Moet Golden Party, festa vera e propria per il settimo compleanno dello Shed. Vener-dì 28 tocca alla dj Chiara Nai-

ke, già finalista a Miss Italia nel 2005 ed in seguito dj a tempo pieno, con svariate esperienze sia in Italia che all’estero: valga per tutti la sua residenza estiva al Cavalli Caffè di Saint Tropez. Venerdì 12 dicembre, infine, torna allo Shed Ellen Beat, ca-

pace negli anni di condividere la consolle con dj del calibro di Samuel&Boosta, Dj From Mars e tanti altri ancora. È stata tra le finaliste di She Can Dj, pri-mo contest per dj donne, così come ha già avuto modo di in-cidere le sue prime produzioni discografiche. Johanna Martes Vidal, Chiara Naike e Ellen Beat impreziosiscono il ro-ster dello Shed, che in passato ha già avuto modo di ospitare Ema Stokholma e Catrina Da-vies. La consolle in rosa è come lo champagne rosè: elegan-te, piacevole e mai eccessivo.

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17domenica 23 novembre 2014

Museo del Novecento Milano

“Klein-Fontana. Milano Parigi 1957-1962”

Fino al 15 marzo 2015

www.museodelnovecento.org

arte

MarbyFontana e Klein sotto la Madonnina

A Milano il sodalizio artistico dei due maestri che rivoluzionarono l’arte

Al Museo del Nove-cento a Milano, Lu-

cio Fontana e Yves Klein tolgono polvere alle opere tradizionali e spingono a confronti più audaci i puri-tani dell’arte, della scultura e della poesia. I due artisti con i loro lavori fecero del concetto dello spazio e del-la libertà creativa un modo nuovo di interpretare l’arte e l’artista. L’”affinità concet-tuale” e la vera amicizia tra i due sono il filo condutto-re di questa esposizione. La mostra è infatti dedicata al legame personale dei due maestri raccontata attra-verso oltre novanta opere e una ricchissima documen-tazione corredata da foto-grafie, filmati d’epoca e car-te d’archivio. L’esposizione,

Ed è in questo modo che i due maestri af-frontano la contemporaneità: l’idea del vuoto e dello spazio infinito.

Lucio Fontana che inaugurò alla fine del 1958 il ciclo più ampio e ricco e sicura-

mente il più popolare dell’intera sua opera. Quello dei famosi Tagli. In questo modo l’artista voleva provocare e mettere per la prima volta alla prova lo spettatore in rela-zione allo spazio e alla realtà fenomenica. Così anche Yves Klein in altri modi nutre e adotta la stessa idea filosofica dell’amico e a Milano espone nel 1957 alla galleria Apol-linaire nel quartiere Brera. Una mostra de-dicata alle opere monocrome blu dell’artista che non sarà molto apprezzato dal pubblico ma che incontrerà l’approvazione del criti-co francese Pierre Restany che tre anni più tardi avrebbe ufficializzato il movimento del Nouveau Realisme con performance dis-sacranti nel centro cittadino. Allora l’unica

curata da Silvia Bignami e Giorgio Zachetti, organiz-zata in collaborazione con la Fondazione Lucio Fon-tana di Milano e con gli Archives Yves Klein di Pa-rigi e prodotta dal Museo del Novecento con Electa, si avvale di prestiti impor-tanti da musei italiani e stranieri. Per l’occasione gli

spazi del museo, già dedi-cati alle opere permanenti di Lucio Fontana, sono sta-ti riadattati e arricchiti per accogliere anche le opere di Yves Klein per un’inte-ressante confronto visivo e concettuale. Ed è percor-rendo le sale del museo che possiamo respirare quegli anni ‘60 e ‘70 che hanno ri-

voluzionato il modo di ve-dere, di fare arte e l’artista stesso. Scrive Lucio Fon-tana. “Il cartone dipinto, la pietra eretta non hanno più senso; le plastiche consiste-vano in rappresentazioni ideali di forme conosciute ed immagini alle quali si attri-buivano realtà”. “E’ necessa-rio un cambio nell’essenza e nella forma… E’ necessaria la superazione della pittura, della scultura e della poesia. Già il movimento Futurista aveva adottato l’idea del movimento per superare l’e-lemento finito della tela, gli spazialisti come Lucio Fon-tana e l’amico Yves Klein vanno al di là di questa idea: no pittura, no scultura ma ‘forme,colore, suono, attra-verso gli spazi”, scrive Lu-cio Fontana nel Manifesto tecnico dello Spazialismo.

critica positiva al giovane fran-cese fu quella di Dino Buzzati in un articolo apparso sul Corriere della Sera dal titolo “Blu blu blu”: “Yves Klein, campione di lotta giapponese e pittore di superavan-

guardia, presenta la mostra più paradossale che si sia mai vista a questo mondo”. Fontana non po-teva che esserne amico e il pri-mo avventuroso collezionista.

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Registrazione del Tribunale di Milano: n° 446 del 3 agosto 2011