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Anno XI. TORINO, 3 Novembre 1912. N. 44. LA STAMPA >i< Ippica « Atletica « Seherma Ginnastiea - Cassia - Tipi » Podismo Giuoehi Sportivi - Varietà ' ^JTsICTZ £sce ogni Domenica in 20 pagine illustrate. Automobilismo - Ciclismo Alpinismo - Areostatiea Nuoto » Canottaggio « Yachting « zTtnr^ * t SPORTIVA (Conta correnti colla Posta). DIRETTORE: GUSTAVO VERONA INSERZIONI ABBONAMENTI A n n o Iv. 5 = Estero L . 9 . un « „ „ , . „ S Italia eent. io / . , , . $ TORINO - Via T)avide £ertolotti, 3 - TORINO jfc trattative rivolgersi pressa 1 Estero .. 15 i <-«»• « | ^ THUHpono ^ $ l'Amministrazione del Giornale limimi mi DIREZIONE E HJWNlSTRflZIONE "' '""Min un iiiinmn imi n 11 n 11111 u i fi n i ; 11 n imi Iv'Vili GIRO DI LOMBARDIA. Il corridore Orlani, reduce dalla campagna di Libia quale bersagliere, ha vinto in ottimo stile il Criterium Internazionale autunnale ciclistico (Gomme Dimlop).

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Anno XI. TORINO, 3 Novembre 1912. N . 4 4 .

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"' '""Min un iiiinmn imi n 11 n 11111 u i fi n i ; 11 n imi

I v ' V i l i G I R O D I L O M B A R D I A . Il corridore Orlani, reduce dalla campagna di Libia quale bersagliere, ha vinto in ottimo stile il Criterium Internazionale autunnale ciclistico (Gomme Dimlop).

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ftiongo ha vinto domenica scorsa a Parigi, per la seconda volta, il Premio Ravaut. (Fot. Eo i - Parigi ) .

Giongo vince per la seconda volta il Premio Ravaut j

Per la seconda volta Franco Giongo ha riportato in Francia una bella vittoria. Il forte campione bolo-gnese ba vinto ogni avversario francese e belga, op-postogli nella classica competizione del Prix Ravaut.

La gara ebbe luogo a Parigi sulla pista del Racing Club e diede il seguente risultato :

Prix Ravaut, m. 200: 1. Franco Giongo, dell'Asso-ciazione Mantovana del Calcio, in 23" 2j5 ; 2. Freddy, belga, a 2 metri; 3. Meslot; 4. Scbools, belga.

Giongo parte in seconda posizione, ma presto passa in testa e vince senza difficoltà per quasi cinque metri, in 23' 2|5. Splendida la lotta per il secondo posto fra gli altri tre. E' soltanto sulla fine che il belga Freddy riesce a prendere 50 centimetri agli altri due.

Giongo aveva già vinto questa medesima prova due anni or sono battendo Faiilot e vari altri campioni di fama.

D a l c a r n e t de l lo s p o r t s t n a n *** Porgiamo vive felicitazioni al nostro redattore

milanese, Mario Fumagalli, che di questi giorni è divenuto padre di una graziosa bambina.

*** Canottaggio... bocciofilo. Finita la stagione sportiva, i canottieri torinesi

riposano. Ma riposo non vuol dir ozio, e, mentre i vogatori fauno qualche sortita preparatoria pel pros-simo lavoro invernile, o si danno ad un blando tu-rismo nautico fra Torino e Moncalieri, i... non voga-tori hanno esaurito nel mese di ottobre il programma bocciofilo, che per varie ragioni non aveva avuto svol-gimento alle date consuete.

Domenica 13 ebbe luogo all'esperto la gara inter-sociale per terne, finita con una brillante vittoria della Società Caprera, la quale rimane detentrice della bella statuetta del Bisearra.

Domenica 27 si disputò poi, nei locali della Caprera, il bel bronzo del Fumagalli che costituisce la chal-lenge individuale, generosamente costituita dalla So-cietà Esperia. Parteciparono alla gara : per l'Armida i signori Costa e Groppo ; per la Caprera i signori Accossato e Valvassori ; per la Cerea i signori Rog-gero e Morino ; per l'Esperia i signori Fasolis e Guasco; per la Ginnastica il signor Pereno.

Dopo una serie di eliminatorie disputatissime, ri-masero in finale i signori Costa ed Accossato, e la vittoria arrise al sig. Ignazio Costa, uno dei soci più anziani dell'Armida.

Entrambe le riunioni furono chiuse con un lieto pranzo intersonale, e furono coronate da numerosi brindisi nei chdlets delle due Società vincitrici.

Ed ora che i... non vogatori hanno esaurito il loro programma, spetta ai vogatori cominciare subito la preparazione per rappresentar bene i proprii colori nel venturo anno.

Badino che il Rowing-Club vuole festeggiar bene il venticinquennio della sua fondazione !

e È ari futuro vincitore di Gare perchè usa il Cacao Talmone

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Franco Qiongo. • (Fot. cav. Zoppis).

Ovunque primeggiano i velocipedi vincitori dei 3 Ciri d'Italia 11-1910-1912 H T V I V V I = Soc. An. GUIDO GATTI - Milano • H B I H I fi•

I velocipedi Atala ( d u m p ) [aggiungono l'eleganza aristocratica e la perfezione. I l M M U l a l —

Orfani vince P ollavo Biro di Lombardia Anche l'ottavo Giro di Lombardia, al pari degli

ultimi precedenti, ba vieto disputare la vittoria sul-1 ampia pista del trotter, da un lotto di cinque corri-dori curvi sul manubrio nell'assillante verticare dei pedali per contendersi l'onore del trionfo.

Ai nomi di Gerbi, Brambilla, Garrigou, Faber, Cu-niolo, Micheletto e Pélissier, che formano l'elenco ambitissimo dei vincitori dei passati Giri di Lom-bardia, domenica Oriani ha aggiunto il proprio, ag-giudicando pertanto ai colori italiani la vittoria delia classica competizione autunnale.

Oriani Carlo, vincitore dell'1 Vili Ciro di Lombardia.

Se la corsa di Micheletto fu meravigliosa, lasciò molto a desiderare invece la condotta delle maglie bianco-celesti indistintamente, che visto appiedato il

Il francese Brocco, 3° arrivato. (Fot. Boi - Parigi).

loro duce non si curarono di attenderlo e facilitargli il còmpito per rientrare in gruppo. II sacrifizio di Mi-cheletto — ben se ne accorsero poi Gaietti, Pavesi e Beni — volle significare scompaginata l'intera équipe

Agostoni Ugo, 5° arrivato.

letti, Santhià, Aimò, Crupelandt ed in particolar modo Azzini Giuseppe.

Che dire della guigne che perseguitò uomini di gran classe, come M.cheletto e Borgarello?

Del primo si può dire che egli fu tolto alla lotta mentre si accingeva proprio a dar battaglia al plo-tone, prima di entrare in Varese per poi attaccare le salite della Valcuvia: un futilissimo malaugurato in-cidente toglieva al secondo quasi sul traguardo, dopo una giornata meravigliosa, ogni probabilità di vit-toria. Ho mai visto uomo più tenace del campione di Sacile nel suo lunghissimo inseguimento: la sua fu

una corsa semplicemente meravigliosa e solo a pochi metri dal nastro d'arrivo quando vide annien-tati tutti i suoi sforzi, solo allora disperò della gior-nata e preferì scendere di macchina anziché tagliare il traguardo dopo il gruppo dei primi.

Verde Enrico (Maino), 2° arrivato.

Primo sulla salita di Brinzio, primo sulla Cappel-letta, è sempre lui al comando della gara sino a Ponte San Pietro, dove gli succede per breve tratto Ago-stoni. 6 •

Si potrà muovere forse un appunto a Brocco per 1 incomprensibile errore di tattica che lo vide rimon-tato irresistibilmente a pochi metri dal traguardo, chè se egli avesse di poco ritardato il suo sforzo decisivo, la vittoria non gli sarebbe sfuggita ; ma la sua rimane pur sempre la superba, starei per dire la titanica corsa d'un vinto, degno di miglior fortuna!

Giulio KSrner. Una parola sincera di ringraziamento al noto « sport-

man » milanese Pietro Malgarini, che ospitò sulla propria 40 RP De Vecchi-Strada, l'inviato della Stampa Spor-tiva.

che non si ritrovò mai a proprio agio mentre dietro a loro il superbo campione era esuberante di forza e resistenza in un inseguimento senza quartiere.

Durando e Gremo, al pari di altri campioni di classe, fallirono alla prova rivelandosi in cattiva giornata.

Di Agostoni basterà ricordare la clamorosa fuga di Ponte S. Pietro a miglior elogio della corsa del vincitore del recente Giro dell'Emilia.

Altri uomini rifulsero domenica di vivida luce: fra questi, oltre gli sfortunatissimi Borgarello e Azzini Giuseppe, citerò Torricelli, Girardengo e Verde, il quale ultimo ebbe un ottimo scatto sul traguardo dove rimontò Brocco. la Dei tre citati, mentre Torricelli confermava con la

Borgarello Vincenzo, 6" arrivato.

Il Giro di Lombardia, il criterium ciclistico di fine stagione, ha avuto anche quest'anno uno svolgimento velocissimo, tanto che si sono raggiunti i Km. 31,298 di media oraria.

Tale velocità se pure matematicamente imperfetta dato che il percorso misura qualche chilometro meno dei 235 indicati dagli organizzatori, dice chiaramente però che la corsa è stata delle più animate.

E lotta senza quartiere hanno dato a tutti, uomini che rispondono ai nomi di Agostino Brocco, Albini, Borgarello, Verde, Torricelli, ai quali si è aggiunto Oriani nella seconda parte del percorso.

E' stata per la verità la giornata dei fortunati: chi ha bucato non ha ripreso più contatto col gruppo se si eccettua il meraviglioso inseguimento di Albini, che raggiunto il plotone sotto Bergamo doveva vedere nuovamente frustrati tutti i suoi sforzi da una nuova bucatura sull'ultimo tratto del percorso.

E l'abbondante inghiaiatura delle strade ha voluto in realtà molte vittime, delle quali qualcuno fra i migliori. Citerò fra questi Micheletto, Cuniolo, Ga-

Torricelli Leopoldo (Maino), 40 arrivato.

sua corsa di essere un gran campione, Girardengo e Verde dimostrarono ampiamente di non essere infe-riori al primo.

Abbiamo accennato cosi per sommi capi ai prota-gonisti dell'ottavo Giro di Lombardia dei campo ita-liano ; della rappresentanza straniera non si può par-lare altrettanto degnamente se non riandando alla corsa di un solo: Brocco!

Agosfoni, il miglior rappresentante del lotto ita-liano ; Brocco, il miglior campione della rappresen-tanza venuta d'oltre Alpi.

Ohi ha avuto la fortuna di seguire domenica tutta la corsa subito dietro al gruppo di testa, e dico questo perchè la strada, terribilmente cosparsa di ghiaia, non ha risparmiato anche le automobili da panne ai pneumatici — vi fu una vettura che ebbe nientemeno nove pannes di gomme — chi ha potuto seguire fedel-mente la corsa, ripeto, non ha ammirato che la com-battività di Brocco; sinceramente, dopo la corsa di domenica, a nessuno meglio di lui si addiceva il trionfo dell'ottavo Giro di Lombardia.

Albini Pierino, 7° arrivato.

1 grandi matches di boxe a Parigi. — Il giovane boxeur Bernard si è misurato col negro George Gunther ed ha riportalo vittoria.

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L'ultimo spettacolo del " ring „ Il matGh di boxe f r a Papke e Carpentier

per il Campionato del mondo " pesi medi „ . L a parola a Papke.. .

e 120 mila franchi d'Incasso-« Quando sul ring mi son visto dinanzi Georges

Carpentier, dalle fattezze di adolescente, con quel suo viso così fresco, dimenticai tutto il furore che avevo immagazzinato per il tanto atteso in-contro... Ma poi l'ardore della lotta mi riprese, ritrovai tutte le mie forze, tutta la mia volontà di vincere. Al 18" round, quando Carpentier mi venne a serrar le mani in segno di abbandono del ring, dichiarandosi vinto, una gran pena mi prese di essere stato costretto a conciare in quel modo questo ragazzo così eroico... ».

Carpentier cessò infatti di lottare che aveva l'orecchio destro mezzo strappato, un occhio pesto, l'arcata sopraccigliare destra ed il labbro inferiore tagliati da due potenti pugni.

Lo spettacolo del match Papke-Carpentier aveva durato poco più di mezz'ora, fruttando agli orga-nizzatori 120.000 franchi !

La cronaca ricorda inoltre che tremila persone vennero respinte per insufficienza di posti. Vi furon di quelli che per assidersi comodamente in-torno al ring sborsarono un biglietto da mille...

130 grammi di umidità... che costano 5000 l i r e !

Per chi non lo sapesse, ricorderò che per fare della boxe — nella categoria dei cosidetti « pesi medi » — non bisogna pesare più di kg. 72,570. Può così verificarsi il fatto che un boxista peso medio prima della colazione, diventi d'emblée, dopo le fratta, un peso massimo... Ma pazienza consistesse in questa constatazione il maggior pericolo di un pugilatore di buon appetito ; ma v 'è ben altro !

Può capitargli, ad esempio, quello che è capi-tato all'americano Papke che impegnato ad incon-trarsi con Carpentier in qualità di peso medio, essendo invece risultato al pesage con un'ecce-denza di peso di 130 grammi, dovette dichiarare forfait quale peso medio e pagare la penale di 5000 franchi, precedentemente stabilita.

Pensate : 130 grammi di pinguedine umana che

Carpentier, il campione francese di boxe. (Fot. Boi - Parigi).

acquistano un valore di 5000 lire ! Le famigerate lingue di pappagallo, credo che non costino tanto...

Ma il boxista americano aveva fatto bene i suoi calcoli. Piuttosto che... ischeletrirsi, meglio pagar la penale, ma vincere il match ed ai quattrini

della vittoria aggiungere una buona lezione alla blague dei parigini pel loro campione !

Carpentier, invece, che aveva voluto essere in regola col,., pesage, da 74 kg. che pesava dieci giorni prima del match, riuscì — degno emulo di Succi — a discendere a kg. 72,250, non uno di più, nè uno di meno!

E montò sul ring che aveva le gambe malferme e... lo stomaco vuoto. Da 24 ore non aveva man-giato per tema... di aumentare di peso.

Del resto c 'è chi ha scritto che l'eccedenza di peso di Papke fu dovuta, non a sua colpa, ma ad un fenomeno fisiologico. Nella mattinata prece-dente il match, il campione americano non assaggiò cibo, e pesava esattamente kg. 72,520.

Ciò non ostante — fenomeno di concezione di una vergine ! — egli aumentò, in poche ore, di 230 grammi...

Miracolo o diabolismo ì Nulla di ciò. Papke, che ha dei polmoni sviluppatissimi, avrebbe inspirato — e la porosa epidermide gli avrebbe dato mano ! — 230 grammi di umidità.

Cose da far rabbrividire se si prendono sul serio, come le han prese i colleghi dell'Auto ! Nè vi so dire cosa sarebbe stato di Papke se prima del match avesse fatto un bagno ! Avrebbe pro-sciugata la vasca !...

Dopo questo po' po' di digiuno, e di impingui-menti... d'umidità, i due giovanotti cominciarono a cazzottarsi di santa ragione...

Carpentier, che aveva vinto la prima posta — le 5000 lire della... maggior magrezza — dovette perdere la seconda, quella del match vero e proprio.

Una Questione di diritta e... di bilancia.

Adesso i fogli sportivi parigini stanno sbizzar-rendosi in una questione di diritto, interessante per lo meno quanto lo fu l 'incontro che la originò.

I fautori di Carpentier, e sono la quasi totalità, sostengono che il campione parigino, benché scon-fitto, ha egualmente il diritto di... ornarsi del ti-tolo di campione del mondo pesi-medi, perchè il suo avversario rientrava, pel suo peso, nella cate-goria superiore dei pesi massimi, essendosi rifiu-tato, nell'imminenza del match, di adoprarsi per perdere i suoi 130 grammi supplementari !

Se Carpentier, per raggiungere il peso regola-mentare, s'era sottoposto a delle privazioni che lo avevano indebolito, si deve supporre che se Papke si fosse pur lui attenuto ai suoi doveri, non avrebbe

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II negro George Gunther si è fatto battere dal francese Bernard.

sostenuto il match nella piena floridezza dei suoi mezzi, come fece, ed avrebbe lottato con Carpentier ad armi pari, e non in condizioni fisiche mi-gliori.

D'altra parte vi è chi dice che la supremazia nello sport si ottiene con l'eccellenza del proprio fisico e non gareggiando di peso su di una bilancia.

Dal momento poi che Carpentier si accontentò della penale pagatagli dall'avversario, e non si rifiutò di misurarsi con Ini (l'impresario deve avergli parlato chiaro !) bene spetta all'americano Papke il conquistato titolo di campione del mondo « pesi medi », -f- 130 grammi !

Inoltre, poiché tanto Papke come Carpentier hanno dichiarato che non avrebbero più mai di-giunato per sostenere un match di pesi medi, ma avrebbero anzi curato un... ingrassamento inten-sivo per debuttare con onore nella categoria dei « pesi massimi », più non rimane che porre la parola « fine » su questa cosidetta questione di diritto, ed attendere un nuovo match Papke-Car-pentier nella loro nuova veste dipesi massimi!

Morale ? Ho voluto riassumere le fasi... retrospettive del

grande incontro franco-americano perchè, pur-troppo, mi son convinto che il nostro pubblico, come quello di Francia e di tutte le altre nazioni, dove si gusta la boxe, segue con interesse le gesta degli atleti che si massacrano a pugni sul tappeto del ring. E quando il pubblico s'interessa ad un avvenimento, non v'è morale di giorna-lista che varrebbe a giustificarne la mancata relazione.

Gli spettacoli cruenti hanno sempre un ascen-dente grande sulle folle ; sia sulla folla che con un soldino compera il giornale e divora il reso-conto del grande match, sia sulla folla elegante, coBidetta intellettuale perchè raffinata nella de-pravazione, che paga fior di biglietti di banca lo spettacolo — per fortuna raro — di due giovani atleti che impiegano la forza dei loro muscoli a far fermare violentemente le pulsazioni del cuore dell'avversario.

Dicono che il pubblico parigino abbia assapo-rato tutti i fremiti dell'emozione nell'assistere alla lotta selvaggia di Papke contro Carpentier.

Un pugno è sferrato e straccia mezza orecchia all'avversario... Bene! urla il pubblico. Altro pu-gno: dalla fronte lacerata gronda il sangue...

Bravo! gridano... gli intenditori. Terzo pugno: dalla bocca sorte un fiotto sanguigno... Benissimo !

E giù altri pugni, fino a che uno dei due lot-tatori giace a terra, scosso da un sussulto vio-

l i campione del mondo di boxe (pesi medi) Billj Papke, che ha di questi giorni battuto il campione francese Carpentier. (Fot. Rol - Parigi).

lento,- coll'occhio vitreo, e il viso deturpato dal sangue e dalle echimosi. E' l'ultima battuta del dramma. La folla si alza in piedi: si contende il vincitore, lo porta in trionfo!

I fili del telegrafo lanciano ai quattro angoli del mondo la bella novella della vittoria del campione, mentre lo sconfitto vien portato in barella all'ospedale.

Quando si sveglierà, all'indomani, il suo ori-gliere coprirà mollemente un bel pacco di carta monetata. Magnifica aureola ad un viso defor-mato e impacchettato nelle bende !

Dei due litiganti... 11 t e r z o gode!

Poiché, almeno, la civiltà ha ottenuto questo di buono. Che nello sport Un giusto guiderdone sia riservato anche al vinto, sotto forma di una percentuale precedentemente stabilita sugli in-cassi dello spettacolo.

Chi sta sempre bene, ed ha il portafoglio sem-pre gonfio, è il terzo, il solito terzo, che fra i due litiganti gode: l'impresario.

Al quale può capitare, come è avvenuto a Pa-rigi, che uscendo dal salone dove si è svolto il grande avvenimento, venga accolto da un ap-plauso scrosciante, come un benefattore dell'uma-nità.

Del resto, per la messa in Bcena di certi spet-tacoli, occorre che tutti siano dello stesso avviso. E possibilmente nello stesso stato d'incoscienza: attori e pubblico. Quella dell'impresario, vera-mente, non si può chiamare incoscienza,., ma neanche coscienza, però!

C. Corradint.

Campionato torinese di bojce

Domenica ebbe luogo al Club Sport Audace il primo campionato torinese di boxe, libero a tutti gli atleti dilettanti residenti da almeno sei mesi nella nostra città.

L'organizzazione fu perfetta: la riuscita fu superiore all'aspettativa; tutto ciò devesi in buona parte al valente arbitro prof. Spada ed ai non meno valenti membri della Giurìa Musso Cesare, Bona Renato e del prof. Capellaro Ben-venuto.

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o DA STAMPA SFORI IV A

L'VLLI Giro di Lombardia. — A s i n i s t r a : Orioni subito dopo l'arrivo. - A destra: 1 concorrenti riunì ti jiel. cortile del poligono di Boldinasco. (Fot. Argus Photo-Reportage - Milano).

I concorrenti vennero accoppiati a seconda del loro peso e si ebbe per classifica finale:

1° Nancini Torquato, del Club Sport Audace; 2» Cerntti Ignazio; 3° Garola Giovanni; 4" Ber-nardo Francesco; 5* Sra Giuseppe; 6° Carbone Giuseppe; 7» Emanuel Giuseppe; 8° Nanini Mario.

Vinse inoltre il campionato pesi medi il signor Nancini Torquato; il campionato pesi leggeri il signor Garola Giovanni ed il campionato pesi piuma venne assegnato al signor Emanuel G. del C. S. Audace.

L'ordine ufficiale di arrivo dell'Vili Giro di Lombardia.

1. Oriani Cario, di Milano, alle ore 14,55'30'' impiegando a coprire i 235 km. di percorso ore 7,30'30" con una velocità media oraria di chilo-metri 31,298 (Dnnlop).

2. Verde Enrico, di Fresonara, ad una mezza ruota (Maino).

3. Brocco Maurice, di Parigi, a nn quarto di-ruota.

4. Torricelli Leopoldo, di Torino, ad una lun-ghezza (Maino)

5. Agostoni Ugo, di Lissone. a mezza lunghezza. 6. Borgarello Vincenzo di Torino, alle 14,56'40"

— 7. Albini Pierino, di Legnano, alle 14,57 49" — 8. Canepari Clemente, di P. Porto Morone, a una lunghezza — 9. Girardengo Costante, di Novi Ligure, alle 15,14'23" —10. Bertarelli Camillo, ai Milano, a una lunghezza — 11. Petiva Emilio, di Torino, a mezza lunghezza — 12. Chironi Emilio, di Milano, a mezza ruota —13. Bordin Lauro, di Rovigo, alle 15,14 33" — 14. Tibiletti Alfredo, di Varese, a mezza lunghezza —15. Gara vaglia Gae-tano, di Milano, a una ruota — 16. Jean Alavoine, di Versailles, a una ruota— 17. Cervi Giovanni, di Ferrara, a mezza lunghezza — 18. Fassi Gio-vanni, di Milano, a una lunghezza — 19. Aymo Pietro, di Torino, a una lunghezza — 20. Crupe-landt, di Roubaix, a mezza lunghezza — 21. Gremo Angelo, di Torino, alle 15.22'35" — 22. Grandjean Arnold, di Fleurier, alle 15,27'17" — 23. Contesini Giuseppe di Mantova, a una ruota — 24. Sivocci Alfredo, di Milano, a mezza ruota — 25. Brizzi Gino, di Roma, a una ruota — 26. Rheinwald Henry, di Ginevra, alle 15,40'29" — 27. Casetta Giovanni, di Canale, alle 15,42'21" — 28. Fiaschi Luigi, di Firenze, a una ruota — 29. Gippone Pietro, di Casale Monferrato, alle 15.51'30" — 30. Sala Enrico, di Milano, alle 15,5933" — 31. Pagani Emilio, di Verona, dead heat — 32. Aber-ger Erich, di Berlino, alle 16,13 30".

Novità ginnastiche.

La ginnastica psico=fisica Alte personalità ginnastiche osservarono che se

la coltura dei muscoli era fin troppo curata, quella dello spirito lo era solo per quel poco che dà na-turalmente lo sforzo muscolare.

Vista questa lacuna nel campo dell'educazione fisica, studiarono il modo d'introdurre un nuovo esercizio che alternato col fisico desse il completo sviluppo delle facoltà psico-fisiche.

Ecco quindi lo scopo della nuova ginnastica che già è introdotta in qualche palestra anglo germa-nica; havvi molte fasi nel nuovo esercizio ed ogni insegnante basandosi sul nuovo principio ne può trovare di nuove, ne citerò alcune a titolo di spiegazione e d'esperimento.

Sj fissi alla trasversa superiore d'un uscio una funicella, si metta il paziente sulla soglia in modo che colla nuca tocchi la funicella ; s'accorci allora quest'ultima fino a che il capo inferiore disti 20 centimetri dalla testa del paziente, si appenda allora alla fanicella un peso qualunque, per esempio, un Bacchettino di sabbia, in modo' che facendo pendolo della fanicella, il grave rasenti il capo del paziente, senza toccarlo : l'apparecchio è pronto, l'esperimento si svolge così : si mette il paziente sull'attenti, nella posizione suindicata, ci si pone allora davanti, si afferra allora il Bacchet-tino appeso, si ordina al paziente di fissarlo, e si lascia partire : il sacco passerà velocemente sulla testa del paziente senza toccarla, ciononostante,

questi s'abbasserà per la tema d'essere colpito; quando, dopo ripetuti esercizi, il paziente resiste all'esperimento stando impassibile sull'attenti, egli è giunto alla perfezione.

Il citato esperimento è uno dei più interessanti; ve ne hanno però di altri importantissimi, fra i quali primeggia il sollevamento di pesi immagi-nario : il paziente si piega come per raccogliere un peso stringendo nella mano una qualunque bacchettina lunga 15 centimetri, giunto in questa posizione intensifica tutto il pensiero sul suo pugno, immaginando di fare il medesimo sforzo come se sollevasse un peso rilevante e contem-poraneamente irrigidisce i muscoli, poscia, come sovrastato da grande fatica, solleverà il braccio e farà i soliti esercizi atletici.

Se il paziente farà bene questo esercizio riu-scirà ad un tal grado di perfezione per il quale riuscirà in seguito a sollevare veri pesi.

Finisco lasciando agli appassionati di trovare nuovi esercizi, il che riuscirà facilissimo basandosi specialmente sul secondo esperimento ; finisco ancora sperando che il nuovo sport atletico abbia un avvenire che molti non vedono, ma ch'egli merita. Merli Pietro.

L'VIII Giro di Lombardia. — L'arrivo dei corridori al « Trotter ». (Fot . A r g u s - Milano) ,

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L'VIII Giro di Lombardia. — A sinistra: Oriani fra alcuni suoi ammiratori - A destra: Agostoni si congratula con Oriani della sua bella vittoria. (Fot. Argus Photo-Reportage - Milano).

LO SPORT IN GIRO Noterella di cronaca. Lungo il tratto Savona-Fattelli fa il quotidiano

servizio una diligenza. Il 28 agosto u. s. la vet-tura, carica di 15 passeggieri, giunta nel punto in cui la strada aveva un forte pendio, si mani-festarono dei guasti che costrinsero il cocchiere a staccare i cavalli. Ma pel ripido pendio la dili-genza proseguì per un tratto ancora sull'orlo del burrone profondo un centinaio di metri ed una ruota stava già sospesa nel vuoto, fra il terrore dei passeggieri.

La catastrofe era per verificarsi allorquando un soldato a nome Giuseppe Ramorino, del 90° fan-teria, che stava percorrendo in qnel tratto la strada, si lanciava verso la vettura, e poiché è dotato di forza erculea, riuscì a trattenerla finché ne scesero i passeggieri, e poi a metterla a posto in luogo sicuro.

Onore all'atleta ! • '

* *

Perchè il sultano Mulai Afid è andato... a riposo ? Ecco quanto narra il Matin :

« I due sultani precedenti Abd-el-Aziz e Mulai Afid hanno perduto il trono per la smania di adottare costumi e idee europee, ciò che nel Ma-rocco, il paese più chiuso e più musulmano dello Islam, ha sollevato contro di loro la riprovazione e l'ira del popolo. In Francia si considerò come

una vittoria politica vedere il sultano del Ma-rocco, che si faceva fotografare, che montava in automobile, e adottava altri costumi europei. In

Brocco, 3 ' arrivalo e 1" dei concorrenti esteri.

realtà egli si comprometteva sempre più agli occhi del suo popolo » . **• Mulai Iussef, che ha retto finora per conto del fratello il califfato di Fez, è nomo intelligente, molto astuto, attaccato quanto mai alle abitudini antiche... e lascierà correre l'automobile per non andare in pensione...

Il dottor Anderson ha studiato la questione della longevità fra le persone che si dedicano agli sports atletici per professione, ed ora pub-blica i risultati di una sua statistica che com-prende un periodo di cinquantanni. Su 10.912 studenti che frequentarono l'Accademia di Shef-field (America) dal 1855 al 1905 incluso, 1406 sono morti e 9516 vivono ancora. La percentuale dei morti è dunqne del 12,9 per cento. Fra gli alunni vi erano 207 atleti di cui 58 sono morti, cioè una percentuale del 7,2 per cento. Il dottor Anderson ne conclude che gli atleti non muoiono in giovane età e che le malattie di cuore non sono, nella loro professione, causa di morte im-matura.

La mortalità maggiore è causata dai disturbi polmonari, ma la media delle morti che questi causano fra gli atleti non è superiore alla media

enerale. E' curioso osservare che il dottor An-erson dopo aver affermato che gli atleti non

hanno una vita particolarmente breve, non dice che la loro longevità è dovuta alla pratica quo-tidiana degli sports atletici. Pierre.

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V Vili Giro di Lombardia. — A sinistra: L'arrivo dei primi tre al traguardo finale, situato nell'interno del Trotter. - A destra : Il vincitore Oriani alla firma del foolio d'i (Fot. Argus Photo-Reportage - Milano). " *

La Coppa Gordon Bennet per areoplani, disputatasi a Chicago, è ritornata in Francia per merito di Védrines. La nostra fotografia riproduce il treno speciale che conduceva gli spettatori nell'interno dell'areodromo.

L'aviazione militare e l'industria nazionale

quanto può offrire l'industria nazionale. E qui ci spiegheremo meglio. L'autorità militare fino a che l'industria nazionale non offrirà un apparecchio ed un motore veri e propri di invenzione italiana, si troverà costretta a richiedere agli industriali ita-liani apparecchi di uno dei 4 seguenti tipi : Bristol, Nieuport, Farman e Blériot. Non rivolgerà quindi più l'autorità militare le sue domande di forniture alle Case francesi ed inglesi, ma richiederà agli industriali italiani la costruzione dei citati appa-recchi.

Con ciò viene completamente a cadere ogni ingiusta critica fatta per la scelta del Bristol. Non spetta a noi qui discutere quali siano le ragioni che spinsero i tecnici militari alla scelta del Bristol; quello che possiamo oggi affermare si è che i 28 Bristol saranno costrutti in Italia e da industriali italiani e precisamente dal signor Caproni, il quale avrebbe fatto un accordo con gli inglesi per la riproduzione in Italia del tipo Bristol.

Sono stati pure richiesti agli industriali italiani 6 Nieuport 80 HP e 4 Nieuport 50 HP.

Così facendo l'autorità mili-tare meglio non potrebbe espli-care il suo programma in ma-teria di acquisti e gli industriali italiani finché non offriranno al Governo motori ed apparecchi di propria invenzione, avranno mezzo di acquistare ugualmente lavoro per le proprie officine.

A questo proposito sarà però bene fare in tempo una rifles-sione, e cioè: le disponibilità future del Bilancio della Guerra a favore dell'aviazione le ab-biamo più sopra accennate. Co-stituiscono già una buona som-ma, ma non sono troppe. Perciò noi crediamo che le officine per materiali da aviazione siano oggi anche troppe e che non tutte potranno avere ordina-zioni a sufficienza.

Al Battaglione Aviatori, sotto la direzione del comandante interinale maggiore Doubet e dei capitani Piazza e Fabbri, si sta preparando un progetto che il Ministero della Guerra ha in animo di fare approvare dalia Camera dei Deputati, per un completo assetto dell'aviazione militare. Secondo il progetto in parola, se non andiamo errati, il Bilancio della Guerra dovrebbe dedicare all'avia-zione militare ben 7 milioni per anno.

Verrebbero formate 12 squadriglie di aviatori, e cioè una per ogni sede di corpo d'armata e gli aviatori militari dovranno in totale raggiungere il numero di 300 e prestare un servizio di 4 anni al massimo.

Il Ministero della Guerra, e per esso l'ispettore dei servizi areonautici, ha deciso di non acquistare più areoplani all'estero, ma di valersi di tutto

Il commissario dei (a destra), che ha pret Bennet disputatasi a

Un volo in idroplano di Benaux sul lago di Ginevra.

* A — - - - - - — T B

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Areo Club di Francia, sig. Schneider oziato alle gare per la Coppa Gordon Chicago.

Necessiterebbe per tempo la fu-sione di alcnne, in modo da riusci-re al duplice scopo industriale, e cioè quello di garantire al Governo una co-struzione perfetta, accurata, con l'isti-tuzione di gran-diose officine, e di dare al tempo stes-so il mezzo, a chi ha ideato un mo-tore ed un apparec-chio, di potere co-struirli ed esperi-mentarli con una maggiore larghezza di mezzi.

V . G.

flreoplani e palloni sferici Al campo di aviazione militare di Aviano sono

stati per la prima volta esperimentati voli not-turni che ebbero felicissimo esito, sotto la dire-zione del capitano Cozzo Crea e del tenente istruttore Graziani ed alla presenza di tutti gli ufficiali aviatori della Scuola. Cinque apparecchi Blériot, montati dagli ufficiali piloti capitano Bon-giovanni, tenenti Aloisi, Clerici, Buzzi e Costan-tini eseguirono lunghi voli sul campo.

La mattina successiva, su apparecchio Blériot, conseguiva il brevetto di pilota il capitano Au-gusto Gallina, del 23<> fanteria. Fungevano da commissari i tenenti Graziani, Kerbaker, Gullotti e dottor Berti. Con questo sono più di venti i brevetti che la Suola militare di Aviano ba ri-lasciato in breve volgere di tempo.

In questa Scuola militare di aviazione ha con-seguito il brevetto di pilota militare su apparecchio Blériot il tenente del 6" reggimento genio Ettore de Carolis. Fungevano da commissari il capitano Gallina e i tenenti Kerbaker, Salomone e dottor Berti. , „ .

Si ha da Issy les Molineaux, che l'aviatore Lareinty-Tolozan ba tentato di battere il record dell'altezza. Partito da Issy alle 11,5, egli è sa-lito ad un'altezza di quattromila metri, nella quaje è rimasto per venti minuti senza poter salire più in alto. Egli è ridisceso a mezzogiorno e 10.

Sijha da Senigallia ohe si è colà incendiato, per cause ancora ignote, l'hangar del conte Muzio Gallo di Osimo, situa-to in Piazza d'Armi. Entro l'hangar erano tre areoplani, uno dei quali di proprietà dell'aviatore Brilli di Pergola ed un altro di recentissima co-struzione e sul quale il conte Gallo aveva compiute molte felici prove.

h'hangar è andato completamente di-strutto, e cosi pure l'officina. I danni si ca l co lano in circa 35.000 lire.

»% Il Salone dell'A-reonautica è stato inaugurato al Grand Palais ai Campi Elisi, alla presenza del Pre-sidente della Repub-blica Fallières e di un affollatissimo pub-blico in cui erano ben rappresentate l'indu-stria, la scienza e lo sport relativi alla na-vigazione aerea.

Tutte le nazioni hanno portato a que-sta mostra il contri-buto dei loro studi e dei loro sforzi com-piuti nei vari campi per il progresso della nuova forma di loco-mozione e di turismo. Specialmente svo l ta si può considerare la parte relativa alle ap-plicazioni militari che ovunque sono state oggetto delle ricerche più accurate.

L'Italia vi è rap-presentata molto de-gnamente dal Tou-ring-Clnb i ta l iano che ha esposto nel suo salone, accanto a quel lo dell 'Aereo-

Club di Francia, quanto può dare un'idea del-l'azione svolta in questo campo dal benemerito

I n alto, da sinistra a destra : I due areonauti italiani Nico Piccoli e Usuelli che parte-pano alla Coppa .Gordon Bennet per palloni sferici. — In basso : L'areonauta Donner Fiori che ha compiuto una bellissima ascensione in pallone sferico nella regione del Lago Maggiore.

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Il concorso del pubblico è stato note-vole e la parte italiana molto apprezzata, come continuerà ad esserlo per i quindici giorni che durerà l'Esposizione.

^ Domenica, 3 novembre, si riunirà a Milano presso la sede del Touring-Club Italiano la Com-missione sportiva dell'Aereo-Club d'Italia e sarà presieduta dal principe Potenziano

Criterium Sociale del Veloce Club Ligure, 1912-13. - 1" Norie Riccardo, 2° Parodi Gian Carlo 3° L. Pescetto. (Fot. Cattaneo - Genova).

correnti presentatisi allo starter compirono ben due terzi del percorso in gruppo compatto, e non fu che a Borgomasino, Bulla breve salita, che dà accesso al paese che Galli, Costa, Aimo, Borsano, Spina, Abellonio, approfittando della strada vi-scida di fango, che preoccupò i meno ardimentosi, riuscirono a fuggire e lasciare a distanza gli av-versari.

I sei leaclers, mantenendo un passo discreta-mente veloce, giunsero insieme sino a tre chilo-metri dall'arrivo, ove una energica scappata di Costa provocò il distacco di Aimo e Spina. La lotta decisiva si svolse quindi nell'ultimo chilo-metro ed in piena volata. A 400 metri, Galli e Abellonio si staccano nettamente, e giungono velocissimi sul traguardo, a pochi centimetri l'uno dall'altro.

E' 1° Galli Giuseppe, della Piemonte, in ore 3,34; 2° a ruota, Abellonio Giovanni, della Giovane Torino; 3° a una macchina, Costa Costantino, della U. S. T. ; 4° Borsano Alessandro, della Spina; 5" Aimo ; 6° Spina ; 7° Alene ; 8° Bertolino ; 9» Grazio ; 10. Virone; 11. Gay.

Seguiva la corsa l'automobile Bianchi, del signor Giuseppe Damiani, con a bordo i giornalisti.

„,*„, I campionati del Veloce Club Ligure si svolsero domenica sotto la direzione del presi-dente signor Traverso.

Il campionato iuniores fu disputato sul percorso Busalla-Novi Ligure e ritorno (km. 66).

Al traguardo giunse primo alle 11,31 Riccardo Noris impiegando a coprire il percorso ore 2 e 6'. Vinse così l'artistica coppa donata dal presidente e la qualifica di campione sociale iunior. Segui-rono alle 11,40 G. C. Parodi; alle 11,46 Luigi Pe-scetta; poi Mario Peira, Francesco Facco, Giovanni Visconti, i quali vinsero medaglie d'oro, Eugenio Casetta medaglia vermeil, e poi in tempo massimo gli altri.

Alle 10.22 erano intanto partiti per il loro cam-pionato sul percorso Busalla-Isola del Cantone e ritorno* (km. 20) gli anziani, vecchi ciclisti ormai non più famigliari a tale genere di gare.

L'ordine di arrivo fu il seguente: 1° Dall'Orso Emilio alle 11,2' aggiudicandosi la Coppa donata dal socio onorario Rinaldo Repetto e il campio-nato sociale anziani. Seguì a ruota Maroncello Ferruccio, poi Isola Giuseppe, Marconcini, Pelncco, Rossi Attilio, Bersani, Gatti Stefano, Viganego e Compagnoni.

Galli, vincitore della corsa dell' Astrapè.

Un nuovo aviatore borghese, il signor Ce-vasco Filippo di Genova ha superato le prove necessarie per ottenere il brevetto rilasciato dalla Società di aviazione di Torino. Le prove vennero controllate dai commissari sportivi dell'Areo-Club d'Italia on. Montù e cav. uff. Gustavo Verona.

Il Cevasco ha preso il brevetto pilotando un monoDlano Morane-Sollier con motore Gnome di 50 HP.

Il 25 ottobre l'areonauta Donner Fiori ha compiuto con due sportsmen ossolani, Ettore Al-legra e Nino Benco, un'ascensione con pallone sferico. All'ascensione doveva partecipare anche Celestino Usuelli, ma questi, impegnato per il circuito di Stoccarda, ha lasciato al collega Donner Fiori la cura di pilotare l'areostato. La giornata era serena e calma. Il pallone fu presto sospinto dalle correnti di tramontana, dopo aver compiuto varie evoluzioni sopra la città, verso il Lago Maggiore e atterrò felicemente a Belgirate sulla sponda occidentale del Lago Maggiore stesso.

L a coppa Genovesio. I campionati del Veloce Club Ligure.

La stagione ciclistica di corse per dilettanti si è chiusa brillantemente domenica, colla Gara Torino, Chivasso, CalnBO, Strambino, Borgo Ma-sino, Rondissone, Chivasso-Strambino (chilometri 100), organizzata dal Club Astrapè, per la disputa della Coppa donata dal cav. Genovesio. I 20 con-

m.- m

m . É l p J

Le corse ciclistiche alle Cascine. — Il match a tre: Verri (3), Messori (1), Rutt (2). Nel c e n t r o : Rutt, vincitore di due delle tre prove. (Fot . P . Morandi - Firenze).

IL GIRO DI LOMBARDIA conferma ancora una volta le ottime qualità della

G O I V I I X / I

che porta al traguardo l'intiera équipe, piazzando

VERDE-TORRICELLI fra i primi quattro arrivati in gruppo serrato.

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La riunione di chiusura del Velodromo del Parco dei Principi. Quignard balte gli stayers tedeschi. - A sinistra in alto : Cavanagh batte Pouchois. - A destra in basso : Quignard batte Ianke.

— ricordo anche gli stridenti romani, magnifici esploratori del Gran Sasso e della Majeila — allora si può dire che l'alpinismo italiano ormai gareggia vittoriosamente con quello germanico e inglese. Del primo è forse meno metodico, del secondo è certo meno audace e meno aristocra-tico. L'alpinismo italiano si popolarizza. Ora la montagna è goduta da tutti, come la bicicletta. L'aria buona che vi ha sopra i mille metri d'al-tezza non è più patrimonio di pochi eletti. Multi vocati et multi electi...

Ma questo breve articolo che vuol essere il primo di una serie di pratici appelli alla mon-tagna, è necessariamente melanconico. Molti nella passata stagione sono andati sui monti, hanno provato l'ebbrezza dei vasti orizzonti e dei silenzi nevosi. Ma troppe, troppe ancora ! sono state le vittime dell'Alpe.

— Vittime dell'Alpe 1 — mi diceva qualche tempo fa sicuro della sua esperienza l'ottima guida Pession. — Macché ! Vittime quasi sempre o dell'imprudenza, o dell'impreparazione fisica, o dell'inutile audacia.

Comunque, l'anno 1912 deve essere ricordato non solo tra i più gloriosi ma anche tra i più dolorosi nella recente storia alpinistica.

In questi giorni si sta compiendo una statistica molto diligente delle catastrofi alpine nelle regioni montane d'Italia, della Svizzera, del Tirolo, del Trentino e del Delfinato. L'ultima vittima fu un

dei Mille, dovrebbero dedicare qualche rifugio nelle loro montagne belle e ancora poco note. Sul Gran Mytten periva, nell'agosto scorso, una delle più nobili figure dell'alpinismo mondiale: un con-quistatore di giogaie, un erborizzatore, un geo-logo di sensibilià e di dottrina, scienzato e poeta: il dott. Witer. Egli faceva parte di una comitiva di esperti, ne era anzi, con due guide appassio-nate, il direttore. A nn alt pericoloso volle assen-tarsi dai compagni per cercare una strada nnova: avanzò, ascese: ma non badò a un burrone: mise un piede su una roccia schistosa e scivolò in fondo a un cupo burrone.

Un vecchio ottantaduenne che da sessantadue anni, ogni estate, andava sui monti a cercare la giovinezza: il dott. D. Poli, di Bologna, trovò l'estate scorsa, la morte in un precipizio del Blenio: sulla Linthal un adolescente, Robert Wymann che faceva con un coetaneo, e senza guida, purtroppo ! una gita assai difficile, si smar-riva e prodigava, lontano dalla madre che piange, la sua fresca vita, piena di promesse. Il com-pagno d'escursioni, Giovannino Liniger, salvo per miracolo, ha narrato strazianti particolari della tragica avventura.

La catastrofe forse più impressionante della stagione fu quella avvenuta sotto la sottile vetta del Dent du Luisin. Due ardite alpiniste, le si-gnorine Giovanna Stuky, d'anni 18, e Elisabetta Forel, ventunenne, caddero nel crepaccio pro-

li disgraziato dovette per oltre Bette ore star aggrappato alla roccia, cogli occhi nel vuoto ! Fu salvato da una sollecita colonna di soccorso ac-corsa da Bossey...

Queste sono notizie frammentarie... Secondo i dati forniti dal Club Alpino svizzero il numero delle vittime dell'alpe aumenta ogni anno: 72 nel 1909, 100 nel 1910, 120 nel 1911 e nel 1912 ben 142. Ma bisogna non spaventarsi: dal 1909 al 1912 il numero degli alpinisti è quintuplicato. Quasi tutte le disgrazie sono toccate ad alpinisti isolati e senza guide. La Svizzera dà il maggior numero di vittime : tutti si credono, in quel paese, alpinisti. Segue la Germania, poi l'Italia, poi la Francia. La causa principale delle catastrofi è da attribuirsi alla caduta da roccie e da gendarmi strapiombanti; più rare sono le vittime dei ghiac-ciai, rarissime quelle delle valanghe. Quasi nes-suna disgrazia è dipesa dalla nebbia o dalla tor-menta.

Gii alpinisti autentici, che hanno i nervi sani non debbono preoccuparsi di questo martirologio. De-vono solamente intensificare la campagna contro lo sport avventato e contro le gite fatte senza guide, senza cognizione del tempo e dei luoghi, Benza quella prudenza che rende sicure anche le ascensioni più difficili, dove son necessarie braccia e gambe d'acciaio e sguardo d'aquila.

La montagna pretende molta prudenza: chi non sa dominarsi non tenti di dominare le più

Appunti alpinistici Anno glorioso e triste...

La stagione alpinistica sta per tramontare : tra-monta bene. Quest'anno, anche in Italia, si è lavo-rato molto, da coloro che sanno e che possono, alla popolarizzazione dello Bport d'alta montagna. Basterebbe ricordare l'importante prova d'alpi-nismo e di resistenza collettiva compiuta da mille individui d'ogni età e d'ogni condizione, superando passi e valichi dal Cervino al Rosa per fare del 1912 uno degli anni memorabili del-l'alpinismo italiano. Se poi si aggiungono, oltre ad alcune mirabili ascese da grimpeurs e a pa-recchie conquiste di cime vergini e impervie, le settimanali gite della Società Escursionisti mila-nesi, bresciani e monzesi pei monti orobi e della Valtellina e le molteplici manifestazioni dei Sucai di Torino, di Milano, di Lecco, di Monza, di Roma

italiano, un giovane benemerito dello sport, caro a Qaintino Sella: l'ing. Luigi Bonuzzi, figlio del Presidente del Tribunale di Belluno, verso la fine di settembre precipitava in un burrone sopra il ponte della Gardona: fu ritrovato un ammasso di carni rotte e sanguinose. Povero giovane ! Il Bonuzzi era, a giudizio di amici e di guide, di portatori e di compagni di escursione, un fortis-simo conoscitore della montagna, ma troppo au-dace nelle ascese, troppo confidente nel tempo. Il tempo in montagna è più capriccioso delle signore di pianura. Quando s'imbroncia minaccia.

Ma torniamo alla triste necessaria statistica. Al passo del Thoz, sopra Fiora, sui magnifici monti del Gottardo, precipitò la signora Anna Frey, di Lucerna. Il deputato socialista tedesco Kolwagen ha perduto la vita cadendo in un bur-rone dell'Alp Nausan. Da trecento metri precipi-tava, dopo una bella gita di scoperta su nn gendarme del giogo centrale del Gottardo, il bergamasco Pietro Cereghetti, alla cui memoria i bravi escur-sionisti orobi, che tanto onore si fecero alla gita

fondo e pur segnalato negli itinerari; la Stuky morì sul colpo; la Forel rimase gravemente ferita. Parecchie ascensioni, fatte quasi tutte senza guide e contro il parere delle guide, posero, specialmente nell'agosto, in serio pericolo la vita di alpinisti anche valenti ed esperti.

Nell'Oberland bernese, nelle giogaie del Luk-manier e del Bernina sono avvenuti parecchi gravi incidenti di montagna che, per fortuna e per caso, non ebbero per epilogo mortali cata-strofi. P II giornale svizzero dal quale rilevo la maggior parte di questa statistica luttuosa ricorda, fra i salvataggi compiuti tra grandi difficoltà, quello di cinque turisti di Basilea, ritrovati in condi-zioni pietose sul Fietschorn (Sempione) dopo una terribile bufera di neve. Una notte tragica do-vette passare, contando i minuti lunghi come secoli, quell'alpinista zurighese che, avventura-tosi solo e senza guida sulla Salève, si trovò, nella tormenta, dinanzi all'abisso detto Creun de l'Ortic.

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Giuoco del Calcio Gli ultimi matohss prima del Campionato.

Se tutte le squadre che avevano combinato dei matches per domenica ecorsa, avessero preveduto l'esito di essi, forse più d'una sarebbe rimasta a casa; e non avrebbe compromessa la propria fama soggia-cendo ad una sconfitta clamorosa, o vincendo troppo debolmente avversari calcolati nettamente inferiori... Con questa premessa ho voluto alludere alla sconfìtta del F. C Novara nel suo match con la Pro Vercelli, del F. O. Volontari di Venezia che per ben nove goale ad uno soccombette all' Bella» di Verona, ed alla fati-cosa vittoria del Genoa Club che chiuse la sua partita col Piemonte con tre goals ad uno.

Specie l'esito del match Genoa-Piemonte fu quello che maggiormente sorprese. Dopo la batosta degli otto goals colti due domeniche or sono a Genova i piemon'ini erqno scesi, nella pubbica estimazione, al-l'ultimo posto della graduatoria delle squadre di l a categoria aggruppate alla sezione «Piemonte».

Venne il match di domenica scorsa, sul campo di Villa Rignon, a mettere in piena luce il valore intrin-seco della giovane squadra torinese. Per poco che avesse approfittato della buona sorte, segnando un secondo goal quando le venne concesso un calcio di rigore, avrebbe chiusa la partita con un risultato che sarebbe rientrato nel novero di quelli che costitui-scono le cosidette : « vittorie morali ».

E' certo che il Genoa non rimase troppo soddisfatto dell'esito dell'incontro. Il sig. Gcetzlof si doleva sopra tutto di aver avuto contuso il giuocatoro Smith, una delle sue più preziose importazioni.

Conviene notare che la sorprendente difesa opposta dai piemontini ai rosso-blù del Genoa fu dovuta all'es-sersi la loro squadra presentata quasi al completo (non mancando che dell'ala sinistra, sostituita), non-ché al fatto che conoscendo gli avversari, seppero piazzare alle loro calcagna dei giucatori scaltriti che non permisero ai campioni inglesi di raccogliere il frutto delle loro... raffinate combinazioni !

A Vercelli invece, il F. C. Novara — imbaldanzito del successo di Saronno — non si peritò d'accettare l'invito dei bianchi campioni, e questi 3Ì fecero un dovere di convincere i giovani discepoli novaresi della superiorità... incostante della Pro Vercelli!

Da notizie da me raccolte, mi risulta che i giovani novaresi quasi non esistettero di fronte alle linee vercellesi. Il loro giuoco impetuoso e robusto fu scon-certato da quello... non meno robusto, dei campioni d'Italia.

A Torino il F. C. Venezia, rappresentato da una squadra stanca per il lungo viaggio ed incompleta, diede cattiva prova di sé al nostro pubblico che era accorso per constatare cosa valgono le squadre della laguna.

Che se ne sia fatto un'idea precisa non lo crediamo perchè tutti ebbero la giusta visione dell'imparità di condizioni fisiche nelle quali si presentavano le due squadre.

I giuocatori torinesi, eleganti nelle loro nuove ma-glie rosse fiammanti, costrinsero i veneziani ad una continua difesa, spezzando i pochi contrattacchi ten-tati dai giovani nero-verdi. Ebbero nel Mosso e nelle due ali d'attacco, dei foorward eccellenti che si dimo-strarono capaci di sorprendere la difesa più attenta e più laboriosa.

La squadra del F. C. Torino non ha dei punti de-boli sensibili ; ottimo è poi il suo trio di sostegno, organico e impenetrabile come pochi altri. Giuocherà un ruolo importante nell' imminente Campionato. Vedrete.

L'altra sconfitta salata, raccolta domenica scorsa da una seconda squadra veneziana è quella di Verona dove la locale Hello3 marcava ben nove goals contro uno, dei volenterosi... volontari.

C'è da chiedersi se l'esito di questo incontro non sia il primo numero di quel programma che si sono ripromossi di svolgere i poulains di Alberto Masprone, decisi quest'anno a non lasciarsi sfuggire il Campio-nato veneto-emiliano.

Ma di matches di qualche interesse se ne ebbero domenica scorsa parecchi altri.

Ricorderò quello decisivo di Milano per la promo-zione alla I Categoria.

E' noto come la Federazione avesse annullato il primo incontro Lambro-Libertas, ordinandone la ripe-tizione per avere il Lambro incluso in squadra un giuocatore non sno socio regolare.

E nel secondo incontro il Bacing Libertas riusci, dopo due tempi supplementari a quelli del match a marcare quell'unico goal che doveva concederle di misurarsi con la Fratellanza Ginnastica di Savona per decidere quale 'delle due squadre entrerà a far la sesta fra le Società ammesse al girone lombardo-ligure.

Oltre a queste partite e ad altre secondarie come quelle di Alessandria, dove le squadre locali si affer : marono brillantemente su quelle di Savona e di Acqui, si ebbe a Genova un match internazionale fra l'Andrea Boria e lo Stella-F. C. di Friburgo, squa-

Dal alto in basso: La prima squadra del F. 0. Libertas di Bologna. - Il match internazionale Andrea Doria contro la « Stella » di Friburgo. - La squadra del F. B. 0 « Stella » di Friburgo. (Fot. L. Guarnieri - Genova).

dra forte in difesa, ma poco pericolosa all'attacco. I doriani brillarono nel loro trio d'attacco e riusci-

rono a sconfiggere gli svizzeri con un goal segnato snl finire del primo tempo.

L a p r i m a g i o r n a t a dèi C a m p i o n a t o .

E' dunque con domenica 8 novembre ohe si iniziano le partite pel Campionato.

La prima serie di matches comprende ben otto in-contri nell' Italia settentrionale, e precisamente i seguenti :

In Piemonte: Novara F. C.-Torino F. C.

Pro Vercelli-Casale F. C. Juventus-Piemonte F.C.

Sezione Lombardo-Ligure: Milan C l u b - U . S . M.

Internazionale - Genoa Club.

Sezione Veneto-Emiliana: Modena-Venezia F. C.

Hellas. di Verona - Vicenza F. C. Volontari, di Venezia - Bologna F. C,

Le partite avranno luogo sui campi delle Società nominate per prime.

reporter.

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