N. 2 - Testata registrata presso il Tribunale di Torino...

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CRESCERE PERIODICO DI INFORMAZIONE DELLA REGIONE PIEMONTE RIVOLTO AGLI OPERATORI DEL MONDO DELL’IMPRESA E DEL LAVORO NELL’AMBITO DEI PROGRAMMI FONDO SOCIALE EUROPEO E FONDO EUROPEO DI SVILUPPO REGIONALE OBIETTIVO Newsletter N. 2 - Testata registrata presso il Tribunale di Torino I testi contenuti in questa pubblicazione non impegnano l’Amministrazione Regionale. Pubblicità inferiore al 50%. Sommario pag. 2 pag. 3 pag. 4 pag. 7 pag. 8 pag. 9 pag. 10 pag 11 Apprendistato: continuità per l’innovazione. L’apporto delle Regioni all’attuazione della legge Biagi. Progetto Piemonte. Pari Opportunità. Progetti per la sperimentazione di nuovi modelli nel sistema di Istruzione e Formazione Professionale. Riprogrammazione del POR FSE 2000-2006 della Regione Piemonte. L’accreditamento delle strutture formative in Piemonte. POR FSE OB. 3 2000-2006 della Regione Piemonte. Imprese e competenze dei lavoratori. Gennaio 2004 - Tiratura 100.000 copie Progetto Grafico: Feeling Realizzazione e coordinamento editoriale Pozzo Gros Monti - Moncalieri a gestione di fondi strutturali dell’Unione Europea, oltre a dare un forte sostegno alla riconversione del sistema economico piemontese, ha per- messo alla Regione di acquisire un’espe- rienza, ormai ventennale, nella program- mazione, attuazione e monitoraggio di moderne politiche industriali, del lavoro e della formazione professionale. Da questa esperienza deriva oggi la capacità della Regione di esercitare quelle competenze che il processo federalista sta gradual- mente trasferendo dal livello centrale a quello regionale. Nell’ambito delle attività produttive, la Giunta regionale ha definito e presentato all’esame del Consiglio un disegno di legge quadro che rappresenta un po’ la “cassetta degli attrezzi” che con- sentirà di intervenire con maggiore incisi- vità. Parallelamente, dopo l’entrata in vigore della riforma “Biagi”, la Regione si appresta a dare attuazione ai provvedi- menti destinati a rivoluzionare il mercato occupazionale e a rendere più fluidi i rap- porti tra offerta e domanda di lavoro. Nel contempo crescono le attese per il ruolo che la Regione è chiamata a svolge- re nella difficile congiuntura che ha inve- stito, in misura particolare, due settori rilevanti come l’automotive e il tessile- abbigliamento. In entrambi i casi, la Regione ha voluto agire come elemento di coordinamento rispetto alle attese e pro- poste emerse da istituzioni locali e parti sociali, per giungere a una individuazione delle misure da avviare, delle richieste da formulare ai superiori livelli di governo, e per rafforzare la capacità reattiva di fron- te alle sfide della globalizzazione. Le buone performance occupazionali, soprattutto nei servizi alle imprese e nelle costruzioni, confermano la tenuta dell’in- tero “sistema Piemonte”. A ciò ha senz’al- tro contribuito il positivo avvio del Docup per l’obiettivo 2, che ha già permesso il finanziamento di circa 4.400 imprese con oltre 140 milioni di , l’apertura di più di 500 cantieri per i progetti integrati d’area cui sono destinati 120 milioni di , il finanziamento di 187 inter- venti degli enti pubblici con uno stanziamento di 238 milioni di . Ugualmente, nel primo triennio di attua- zione del Programma operativo regionale per il lavoro e la formazione, la Regione ha stanziato 315 milioni di , la metà dei quali destinati a combattere la disoccupa- zione e la restante metà per sostenere la qualificazione degli occupati, l’ingresso di donne e fasce deboli nel mercato del lavo- ro. Tutte le misure dell’obiettivo 3 sono state attivate, comprese quelle dal carat- tere più innovativo, riguardanti il miglio- ramento della qualità del sistema formati- vo e la creazione di nuove imprese. I soli corsi di formazione professionale coinvol- gono oltre 90.000 persone all’anno. I Centri per l’Impiego sul territorio si sono riorganizzati, potenziando le proprie strutture e iniziando a fornire quella consulenza personalizzata a lavoratori e imprese che costituisce la loro mission primaria. Giunti a metà della program- mazione 2000-2006, e con qualcosa di più della concreta speranza di aver cen- trato per entrambi gli obiettivi i risultati necessari ad acquisire la “riserva di pre- mialità”, cioè i fondi supplementari destinati alle Regioni con la migliore capacità di spesa ed efficienza operativa, il Piemonte si prepara a riprogrammare Docup e Por per far fronte alle mutate esigenze del sistema produttivo, verso una nuova fase di rilancio economico e sociale. Verso la ripresa Enzo Ghigo - Presidente Regione Piemonte Gilberto Pichetto Fratin Assessore regionale Industria, Formazione Professionale e Lavoro L Spedizione in abbonamento postale art. 2 comma 20/C Legge 662/96 Direttore Responsabile Roberto Salvio Direttore Direzione Industria Giuseppe Benedetto Direttore Direzione Formazione Professionale e Lavoro Giuseppe De Pascale In redazione Renato Blangetti - Giovanni Casassa Pierangelo Cauda - Paolo Celotto - Franca De Battista Gabriella Del Mastro - Giuseppe Di Maio Lucia Finello - Giulio Givone - Leonardo Liuni Riccardo Lombardo - Concetto Maugeri - Franco Russo Angelo Soria - Domenico Tomatis - Anna Totolo Pietro Viotti - Flavio Zacco - Loredana Zorzan Segreteria di redazione Maria Carla Fornero - Stefania Piazza Iniziativa di comunicazione istituzionale per la Direzione Industria e la Direzione Formazione Professionale e Lavoro, in collaborazione con la Direzione Comunicazione Istituzionale DOCUP Ob. 2 avanzamento del programma. Monitoraggio degli interventi infrastrutturali. Riprogrammazione. Analisi delle modifiche proposte per Linea e Misura. Premialità. La crisi del tessile. MINISTERO DELL’ECONOMIA MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI *c*Newsletter_3 16-12-2003 12:29 Pagina 1

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CRESCEREP E R I O D I C O D I I N F O R M A Z I O N E D E L L A R E G I O N E P I E M O N T E R I V O LT O A G L I O P E R AT O R I D E L M O N D O D E L L’ I M P R E S A E D E L L AV O R O

N E L L’ A M B I T O D E I P R O G R A M M I F O N D O S O C I A L E E U R O P E O E F O N D O E U R O P E O D I S V I L U P P O R E G I O N A L E

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pag 11

Apprendistato: continuità per l’innovazione.

L’apporto delle Regioni all’attuazione della legge Biagi.

Progetto Piemonte.Pari Opportunità.

Progetti per la sperimentazione di nuovi modelli nel sistema di Istruzione e FormazioneProfessionale.

Riprogrammazione del POR FSE2000-2006 della Regione Piemonte.

L’accreditamento delle struttureformative in Piemonte.

POR FSE OB. 3 2000-2006 dellaRegione Piemonte.

Imprese e competenze dei lavoratori.

Gennaio 2004 - Tiratura 100.000 copieProgetto Grafico: Feeling

Realizzazione e coordinamento editorialePozzo Gros Monti - Moncalieri

a gestione di fondi strutturalidell’Unione Europea, oltre a dare unforte sostegno alla riconversione del

sistema economico piemontese, ha per-messo alla Regione di acquisire un’espe-rienza, ormai ventennale, nella program-mazione, attuazione e monitoraggio dimoderne politiche industriali, del lavoro edella formazione professionale. Da questaesperienza deriva oggi la capacità dellaRegione di esercitare quelle competenzeche il processo federalista sta gradual-mente trasferendo dal livello centrale aquello regionale. Nell’ambito delle attivitàproduttive, la Giunta regionale ha definitoe presentato all’esame del Consiglio undisegno di legge quadro che rappresentaun po’ la “cassetta degli attrezzi” che con-sentirà di intervenire con maggiore incisi-vità. Parallelamente, dopo l’entrata invigore della riforma “Biagi”, la Regione siappresta a dare attuazione ai provvedi-menti destinati a rivoluzionare il mercatooccupazionale e a rendere più fluidi i rap-porti tra offerta e domanda di lavoro.Nel contempo crescono le attese per ilruolo che la Regione è chiamata a svolge-re nella difficile congiuntura che ha inve-stito, in misura particolare, due settoririlevanti come l’automotive e il tessile-abbigliamento. In entrambi i casi, laRegione ha voluto agire come elemento dicoordinamento rispetto alle attese e pro-poste emerse da istituzioni locali e partisociali, per giungere a una individuazionedelle misure da avviare, delle richieste daformulare ai superiori livelli di governo, eper rafforzare la capacità reattiva di fron-te alle sfide della globalizzazione. Le buone performance occupazionali,soprattutto nei servizi alle imprese e nellecostruzioni, confermano la tenuta dell’in-tero “sistema Piemonte”. A ciò ha senz’al-tro contribuito il positivo avvio del Docupper l’obiettivo 2, che ha già permesso ilfinanziamento di circa 4.400 imprese conoltre 140 milioni di €, l’apertura di più di500 cantieri per i progetti integratid’area cui sono destinati 120 milionidi €, il finanziamento di 187 inter-venti degli enti pubblici con uno

stanziamento di 238 milioni di €.Ugualmente, nel primo triennio di attua-zione del Programma operativo regionaleper il lavoro e la formazione, la Regioneha stanziato 315 milioni di €, la metà dei

quali destinati a combattere la disoccupa-zione e la restante metà per sostenere laqualificazione degli occupati, l’ingresso didonne e fasce deboli nel mercato del lavo-ro. Tutte le misure dell’obiettivo 3 sonostate attivate, comprese quelle dal carat-tere più innovativo, riguardanti il miglio-ramento della qualità del sistema formati-vo e la creazione di nuove imprese. I solicorsi di formazione professionale coinvol-gono oltre 90.000 persone all’anno. ICentri per l’Impiego sul territorio si sonoriorganizzati, potenziando le propriestrutture e iniziando a fornire quellaconsulenza personalizzata a lavoratori eimprese che costituisce la loro missionprimaria. Giunti a metà della program-mazione 2000-2006, e con qualcosa dipiù della concreta speranza di aver cen-trato per entrambi gli obiettivi i risultatinecessari ad acquisire la “riserva di pre-mialità”, cioè i fondi supplementaridestinati alle Regioni con la migliorecapacità di spesa ed efficienza operativa,il Piemonte si prepara a riprogrammare

Docup e Por per far fronte alle mutateesigenze del sistema produttivo,verso una nuova fase di rilancioeconomico e sociale.

Verso la ripresa

Enzo Ghigo - Presidente Regione Piemonte

Gilberto Pichetto FratinAssessore regionale Industria,

Formazione Professionale e Lavoro

L

Spedizione in abbonamento postale art. 2 comma 20/C Legge 662/96

Direttore ResponsabileRoberto Salvio

Direttore Direzione Industria Giuseppe Benedetto

Direttore Direzione Formazione Professionale e LavoroGiuseppe De Pascale

In redazioneRenato Blangetti - Giovanni Casassa

Pierangelo Cauda - Paolo Celotto - Franca De BattistaGabriella Del Mastro - Giuseppe Di Maio

Lucia Finello - Giulio Givone - Leonardo LiuniRiccardo Lombardo - Concetto Maugeri - Franco Russo

Angelo Soria - Domenico Tomatis - Anna TotoloPietro Viotti - Flavio Zacco - Loredana Zorzan

Segreteria di redazioneMaria Carla Fornero - Stefania Piazza

Iniziativa di comunicazione istituzionale per laDirezione Industria e la Direzione Formazione

Professionale e Lavoro, in collaborazione con laDirezione Comunicazione Istituzionale

DOCUP Ob. 2avanzamento del programma.

Monitoraggio degli interventi infrastrutturali.

Riprogrammazione.

Analisi delle modifiche proposteper Linea e Misura.

Premialità.

La crisi del tessile.

MINISTERO DELL’ECONOMIAMINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

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DOCUP Ob. 2avanzamento del programmaL’ultimo aggiornamento disponibilein merito all’attuazione del programmasi riferisce al 30/09/2003.Complessivamente, a fronte di un“costo totale” per il Programmadi € 1.231.200.000, risultano atti-vati impegni per € 319.500.000,mentre i pagamenti ammontano a€ 163.600.000. L’avanzamento del programma risul-ta quindi del 25,9% in termini diimpegni e 13,3% in termini di paga-mento, come emerge dal sistema dimonitoraggio nazionale MONIT 2000.Tali dati sono peraltro in continuaevoluzione.Considerando che la spesa al31/12/2003 era pressoché nulla eche il termine per il perfezionamentodella spesa è fissato al 31/12/2008,con l’eccezione della quota diPhasing Out la cui scadenza è antici-pata di un anno, l ’avanzamentorisulta più che buono anche in rela-zione al perfezionamento degliimpegni da parte dei beneficiari fina-li delle misure infrastrutturali, chedovrebbero quindi registrare unsignificativo avanzamento, con con-seguente possibilità di una rapidaevoluzione della relativa spesa.In effetti, per questa tipologia dimisure, sono scaduti nel corso delmese di ottobre i termini per l’aper-tura dei cantieri e quindi per l’assun-zione degli impegni da parte dei sog-getti beneficiari degli interventi. Nell’ambito della propria certifica-zione, l’Autorità di Pagamento hadichiarato, al 30/09/2003, un assor-bimento di contributi comunitari di€ 51.550.000,00. Con questo risulta-to il programma regionale ha di fattoscongiurato il rischio del “disimpe-gno automatico” per l ’annualità2001, superando abbondantementela relativa soglia di spesa richiestache era di € 40.580.000,00, conse-guendo dunque il 127% dell’obiettivofissato con 3 mesi di anticipo, inquanto la scadenza per il raggiungi-mento della soglia di spesa era il31/12/2003.

Con questo risultatofinanziario, insieme adaltri parametri per la

Riprogrammazionevalutazione di efficacia ed efficienzadel Programma, il DOCUP Ob. 2Piemonte mantiene intatte le possi-bilità di accedere alle risorse aggiun-tive di premialità previste dall’art.44 del Reg. 1260/99. Sono attual-mente in corso gli accertamenti daparte del Ministero dell’Economia edelle Finanze e della CommissioneEuropea per l’assegnazione dellerisorse che dovrebbero essere dispo-nibili ai primi del 2004. Nel comples-so il programma ha quindi superatopositivamente i due primi ostacoli e laprossima scadenza sarà il 31/12/2004,con la corrispondente verifica di utiliz-zo dell’annualità 2002.

Monitoraggio degli interventiinfrastrutturaliIn relazione agli interventi infra-strutturali, la Regione ha predispo-sto un sistema informatico, realiz-zato dal CSI, per la registrazionetramite web dei dati finanziari rela-tivi ai progetti infrastrutturaliammessi a finanziamento. Ciò al fine di favorire il monitorag-gio in tempo reale ed accertareeventuali problematiche e ritardidei singoli interventi, allo scopo digarantire la corretta realizzazionedegli stessi ed al contempo l’ade-guato aggiornamento dei dati dispesa.In particolare, il sistema prevede lagestione dei singoli impegni daparte degli EE.LL. beneficiari, con ilcorrispondente aggiornamentoanche dei dati di spesa.Il sistema ha sofferto i classici pro-blemi di avvio ma appare ormaiconsolidato e si sono già verificatele prime registrazioni di dati, siapure con difficoltà da parte degliutilizzatori in relazione alla novitàdello strumento.La struttura regionale, adeguata-mente supportata dal CSI è a dispo-sizione degli Enti per il superamen-to delle eventuali problematicheche si dovessero verificare.Risulta peraltro auspicabile che gli uti-lizzatori, anche solo per eventualidubbi, contattino i responsabili regio-nali per i chiarimenti del caso.

La Commissione ha approvato, indata 21/10/2003, una prima ripro-grammazione finanziaria, legata adalcuni assestamenti delle percentualidi contribuzione a carico dei 3 sog-getti co-finanziatori, FESR, Stato eRegione, proposta dal Comitato diSorveglianza in occasione dell’ultimariunione del 20/06/2003.In tale occasione, sono stati inoltreattivati alcuni “travasi” finanziari, infunzione delle capacità di spesaindividuate per le varie misure elinee di azione previste dalProgramma, ma anche in relazionealle prime valutazioni formulate dalvalutatore indipendente sull’anda-mento del Programma.

Le Misure e Linee che hanno registra-to incremento sono le seguenti:

Linea 2.1.d “Aiuti agli investimen-ti in connessione con prestiti BEI”;Linea 2.5.a “Sistema delle residen-ze sabaude”;Linea 2.5.b “Sviluppo del sistemadei prodotti turistici territoriali etermali”;Misura 3.2 “Interventi di riqualifi-cazione locale effettuati da sog-getti pubblici”;Linea 4.1.a “Riqualificazione diedifici ed aree a funzione socialeplurima”.

A queste hanno fatto riscontro altreMisure e Linee per le quali, al fine diun corretto assestamento del tassodi partecipazione del FESR, vi è statavariazione in termini di contributonazionale nelle due componenti diStato e Regione:

riduzione della Linea 1.1.b“Promozione internazionaleper settori economici ed aree geo-grafiche”;modesto incremento della Misura2.3 “Completamento e sviluppo distrutture insediative per il siste-ma economico”;variazione delle quote di parteci-pazione Comunitaria e Nazionale,senza modifica del Costo Totale,nella Linea 4.2.b.

Nel complesso, come si può evin-cere dalla successiva tabella, èstata confermata la dotazione rela-tiva ai fondi comunitari, mentre laquota nazionale ( tanto statalequanto regionale) è stata ridotta,al fine di riequilibrare il tassocomplessivo di partecipazionecomunitaria.

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Sostegno Transitorio P.F. P.F. VariazioneIn vigore proposto Totale FESR Nazionale

Linea 1.1.b “Promozione internazionale per settori economici ed aree geografiche” 6.666.667 4.000.000 -2.666.667 0 -2.666.667

Linea 2.1.a “Finanziamento della Legge 488/92” 20.000.000 11.000.000 -9.000.000 -4.500.000 -4.500.000

Linea 2.1.d “Aiuti agli investimenti in connessione con prestiti BEI” 5.000.000 10.000.000 5.000.000 2.500.000 2.500.000

Misura 2.3 “Completamento e sviluppo di strutture insediative per il sistema economico” 41.625.000 41.625.000 0 0 0

Linea 2.5.a “Sistema delle residenze sabaude” 5.000.000 5.000.000 0 0 0

Linea 2.5.b “Sviluppo del sistema dei prodotti turistici territoriali e termali” 3.750.000 5.000.000 1.250.000 500.000 750.000

Misura 3.2 “Interventi di riqualificazione locale effettuati da soggetti pubblici” 27.500.000 28.325.000 825.000 550.000 275.000

Linea 4.1.a “Riqualificazione di edifici ed aree a funzione sociale plurima” 1.875.000 1.875.000 0 0 0

Linea 4.2.b “Realizzazione di infrastrutture territoriali per lo sviluppo imprenditoriale” 3.125.000 3.125.000 0 0 0

Asse 5 “Assistenza Tecnica” 1.071.148 2.971.148 1.900.000 950.000 950.000

Totale sostegno transitorio -2.691.667 0 -2.691.667

Analisi delle modifiche proposte per Linea e Misura (valori in Euro)

Obiettivo 2 P.F. P.F. VariazioneIn vigore proposto Totale FESR Nazionale

Linea 1.1.b “Promozione internazionale per settori economici ed aree geografiche” 40.000.000 24.000.000 -16.000.000 0 -16.000.000

Linea 2.1.a “Finanziamento della Legge 488/92” 69.000.000 19.000.000 -50.000.000 -25.000.000 -25.000.000

Linea 2.1.d “Aiuti agli investimenti in connessione con prestiti BEI” 10.000.000 20.000.000 10.000.000 5.000.000 5.000.000

Misura 2.3 “Completamento e sviluppo di strutture insediative per il sistema economico” 90.375.000 91.250.000 875.000 3.750.000 -2.875.000

Linea 2.5.a “Sistema delle residenze sabaude” 57.200.000 62.200.000 5.000.000 2.500.000 2.500.000

Linea 2.5.b “Sviluppo del sistema dei prodotti turistici territoriali e termali” 12.500.000 22.500.000 10.000.000 4.000.000 6.000.000

Misura 3.2 “Interventi di riqualificazione locale effettuati da soggetti pubblici” 151.250.000 156.250.000 5.000.000 3.500.000 1.500.000

Linea 4.1.a “Riqualificazione di edifici ed aree a funzione sociale plurima” 19.687.500 20.000.000 312.500 500.000 -187.500

Linea 4.2.b “Realizzazione di infrastrutture territoriali per lo sviluppo imprenditoriale” 40.000.000 40.000.000 0 1.000.000 -1.000.000

Asse 5 “Assistenza Tecnica” 5.528.154 15.028.154 9.500.000 4.750.000 4.750.000

A. Totale Obiettivo 2 -25.312.500 0 -25.312.500

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Totale P.F. P.F. VariazioneIn vigore proposto Totale FESR Nazionale

Linea 1.1.b “Promozione internazionale per settori economici ed aree geografiche” 46.666.667 28.000.000 -18.666.667 0 -18.666.667

Linea 2.1.a “Finanziamento della Legge 488/92” 89.000.000 30.000.000 -59.000.000 -29.500.000 -29.500.000

Linea 2.1.d “Aiuti agli investimenti in connessione con prestiti BEI” 15.000.000 30.000.000 15.000.000 7.500.000 7.500.000

Misura 2.3 “Completamento e sviluppo di strutture insediative per il sistema economico” 132.000.000 132.875.000 875.000 3.750.000 -2.875.000

Linea 2.5.a “Sistema delle residenze sabaude” 62.200.000 67.200.000 5.000.000 2.500.000 2.500.000

Linea 2.5.b “Sviluppo del sistema dei prodotti turistici territoriali e termali” 16.250.000 27.500.000 11.250.000 4.500.000 6.750.000

Misura 3.2 “Interventi di riqualificazione locale effettuati da soggetti pubblici” 178.750.000 184.575.000 5.825.000 4.050.000 1.775.000

Linea 4.1.a “Riqualificazione di edifici ed aree a funzione sociale plurima” 21.562.500 21.875.000 312.500 500.000 -187.500

Linea 4.2.b “Realizzazione di infrastrutture territoriali per lo sviluppo imprenditoriale” 43.125.000 43.125.000 0 1.000.000 -1.000.000

Asse 5 “Assistenza Tecnica” 6.599.302 17.999.302 11.400.000 5.700.000 5.700.000

Totale complessivo -28.004.167 0 -28.004.167

PremialitàNei prossimi mesi, come previstodal Regolamento comunitario, sullabase delle verifiche di metà percor-so, dovrebbe aver luogo un’ulterioreriprogrammazione, in cui sarannoinoltre utilizzate le eventuali risorseintegrative legate alla premialità,ovviamente in caso di assegnazionedi tali risorse al Piemonte. Le aspet-tative regionali sono positive, essen-do suffragate dalle risultanze di unaprima autovalutazione della Regionestessa.

La crisi del tessileLa crisi del tessile-abbigliamento èemersa con tutta evidenza nel 2002,e la situazione si è ulteriormenteaggravata nel 2003. Il settore non hafruito che parzialmente degli inter-venti sul sistema degli ammortizza-tori sociali che hanno contribuito acontenere le ricadute della crisi nelcomparto automobilistico, per cui siè determinata una marcata crescitadegli esuberi e dell’area di addetti adelevato rischio di disoccupazione.Alcuni dati per chiarire la portata delfenomeno: i lavoratori licenziatidalle imprese in crisi e messi inmobilità nel 2002 sono stati inPiemonte circa 1.500, mentre neiprimi dieci mesi del 2003 il numeroè salito a 2.100 unità circa. Nel com-plesso, la presenza femminile è parial 70% circa, e gli iscritti hanno ingran parte meno di 50 anni, quindisono lontani dall’età pensionabile ein cerca di ricollocazione.

Questo flusso verso la disoccupazio-ne ha avuto origine da 490 imprese,oltre la metà delle quali operanti nelPiemonte nord-orientale, nel distrettobiellese e nelle province contermini.La situazione mantiene a tutt’oggitutte le sue potenzialità negative:nell’ultimo periodo le imprese delsettore hanno preannunciato almeno400 esuberi, mentre sono 1.500 ilavoratori attualmente coinvolti darichieste di CIG Straordinaria, il 70%dei quali in provincia di Biella. Tra gennaio ed agosto 2003 sonostate autorizzate dall’INPS nel soloramo tessile un milione e mezzo diore di CIG Ordinaria in Piemonte, suun totale nazionale di 7 milioni circa,di cui 900.000 in provincia di Biella,che in Italia si colloca al secondoposto in termini di monte ore, prece-duta di poco dalla provincia diVarese. Di fronte a questo stato di cose, laRegione Piemonte, nella seconda metàdel 2002, ha attivato un tavolo di lavorofra istituzioni e parti sociali, secondo

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una modalità di azione che ha datorisultati positivi per la crisi dell’in-dotto auto. Il tavolo ha messo apunto una serie articolata di iniziati-ve -alcune già entrate nella fasegestionale- finalizzate a consentirealle imprese e ai lavoratori in diffi-coltà di superare la congiunturanegativa, ma anche ad operare unrilancio del settore, affrontando inodi strutturali connessi alla presen-za di un forte comparto tessile inPiemonte.Le iniziative si possono suddividerein interventi sugli ammortizzatorisociali e interventi di politica indu-striale, che implicano l’attivazione dicospicui finanziamenti regionali.

Interventi sugli ammortizzatori sociali

◗ CIG ordinaria◗ CIG Straordinaria◗ Contratti di solidarietà◗ Tutela dei lavoratori delle imprese

con meno di 15 dipendenti

per portare ad un tavolo intermini-steriale le problematiche del settore,individuando livelli di competenzagovernativa e altri di competenzacomunitaria indispensabili per soste-nere e tutelare un comparto produtti-vo che rappresenta momento di qua-lità in gran parte dell’Europa.

Livello di competenza stataleIRAPLa riduzione della pressione fiscalesulle imprese può essere avviata dasubito sull’IRAP.

Aggregazioni fra impreseE’ necessario prevedere la non tas-sabilità delle plusvalenze derivantida fusioni, ovvero incentivi fiscaliper le fusioni tra PMI attive nellostesso settore e controllate da pro-prietà diverse. E’ auspicabile anchela promozione di ogni forma di par-tenariato, non solo tra imprese maanche tra imprese e soggetti istitu-zionali del territorio.

Interventi di politica industriale◗ Accesso al credito:

- Partecipazione della Finpiemonte alcapitale sociale di garanzia per con-sorzi e cooperative.

◗ Sostegno all’attività industriale:- Estensione degli incentivi automaticiper attività di ricerca e sviluppo.- Consolidamento delle passività abreve termine per le piccole e medieimprese del settore (Legge 598/94).- Costituzione del Laboratorio di AltaTecnologia Tessile.- Creazione di un marchio di eccellenzaper le produzioni regionali.- Valorizzazione dei siti industrialidismessi.

Iniziative nazionali e comunitarie:Proposta articolata di interventi dicompetenza sovra-regionale, da sot-toporre al tavolo interministeriale disettore, finalizzata principalmente alsostegno e alla tutela dei prodotti“made in Italy”.La Regione Piemonte si è già attivata

I B A N D ISONO STATE ATTUATE LE SEGUENTI MISURE:

22..66aa - Incentivi alle PMI per investimenti a finalità ambientalePPRREESSEENNTTAAZZIIOONNEE DDOOMMAANNDDEE DDAALL 2288//11//22000044

22..66bb - Incentivi alle PMI per progetti di ricercaPPRREESSEENNTTAAZZIIOONNEE DDOOMMAANNDDEE DDAALL 2299//11//22000044

33..33 - Interventi di riqualificazione locale effettuati da soggetti privatiPPRREESSEENNTTAAZZIIOONNEE DDOOMMAANNDDEE DDAALL 2277//11//22000044

INCENTIVI ALLE PMIDOCUP OB.2 2000-2006

www.regione.piemonte.it/industriaFinpiemonte S.p.a. - Galleria San Federico 64 - 10121 Torino - Tel. 199755855 - [email protected]

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IINNFFOORRMMAAZZIIOONNII

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Lotta alla contraffazione e tuteladei prodotti “made in Italy”.Prima di tutto è indispensabilerafforzare le norme sostanziali làdove sono carenti.In secondo luogo è altrettantoimportante rafforzare il sistema deicontrolli.

Infine occorre disciplinare il marchio“made in Italy”, attraverso l’adozionedi un provvedimento legislativosemplice che, sul piano volontario,istituisca il marchio “Made in Italy” eche anticipi la prevista normativasull’etichettatura a livello europeo.

Sostegno all’innovazione di creatività (cd Tecnotremonti)A questo proposito, e in linea conquanto già deliberato in favore delsettore del tessile-abbigliamento aproposito di ambito di applicazionedelle leggi nazionali di ricerca,occorre:

◗ introdurre per tre anni la cosid-detta Tremonti-bis per le spese in

Ricerca & Innovazione, basandola tut-tavia sugli ammontari complessivi enon sugli incrementi rispetto aglianni precedenti, alla stregua di quan-to già adottato per la formazione;

◗ escludere dalla base imponibiledell’IRAP il costo del lavoro relativoai ricercatori;

◗ prevedere espressamente negliambiti di intervento l’innovazione increatività, stile, qualità, caratteristicadel settore tessile-abbigliamento.

Livello di competenza comunitariaDa parte della Commissione Europeasono necessarie iniziative sia politi-che che normative a favore dellalealtà della concorrenza internazio-nale e della reciprocità delle regole.Le iniziative politiche, sia in sede diWTO sia in sede di rapporti bilaterali,dovrebbero essere ispirate al seguen-te motivo di fondo: condizioni dileale concorrenza mondiale esigonoche le regole di scambio fra i variPaesi (e dunque pure i dazi) perse-guano anche lo scopo di riequilibrare

i costi complessivi (cioè la macrosco-pica assenza di costi etici, sociali,ambientali, strutturali, bancari emonetari) dei nuovi Paesi produttori.

Le iniziative normative dovrebberorisultare determinate ad introdurrel’insieme coordinato e coerente delletre seguenti regolamentazioni:

a) introduzione della obbligatorietàdella indicazione del Paese d’origine(cd. “Made in”);

b) specificazione della tracciabilità(Paese di effettuazione) delle fasiessenziali del prodotto quando lalavorazione avviene in più di unPaese;

c) mantenimento della indicazionedel singolo Paese europeo primadella denominazione UE (“Made inItaly/UE”) nella indicazione obbliga-toria di origine.

VO

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Apprendistato: continuità per l’innovazioneLa Giunta Regionale ha approvato lo scorso 13 ottobreun atto deliberativo finalizzato alla continuità dell’offer-ta formativa per l’anno 2004 delle persone in esercizio diapprendistato. Con questo provvedimento, nelle moredella definizione della nuova disciplina enunciata neldecreto legislativo 276/03, viene garantita l’organizza-zione dell’offerta formativa secondo le indicazioni previ-ste dalla Direttiva 2002-2003. Si puntualizza pertanto l’obiettivo di garantire un eleva-to grado di flessibilità nei percorsi formativi al fine dirispondere più efficacemente alle esigenze più diversifi-cate del sistema produttivo e delle tipologie degliapprendisti piemontesi. La continuità dell’offerta formativa si articola, quindi, sudue filoni principali:a) Corso strutturato per gruppi di allievi con caratteri-stiche omogenee distinti nelle seguenti fasce:

◗ Fascia 1: Apprendisti in obbligo formativo Decreto Interministeriale n. 152 del 16/05/2001.

◗ Fascia 2: Apprendisti con più di 18 anni privi di titoli superiori o di qualifica professionale.

◗ Fascia 3: Apprendisti in possesso di qualifica, diploma o laurea.

b) Progetto formativo rivolto a gruppi di allievi concaratteristiche non omogenee per titolo di studio o pertipo di funzioni professionali. Questa tipologia di attività formativa è caratterizzata dallamassima flessibilità nella definizione dei percorsi formati-vi che si comporranno per mezzo di un’offerta modulareampia che consentirà la massima personalizzazione deipercorsi formativi.

E’ al via il lavoro per la nuova regolamentazione del con-tratto di apprendistato che, in ordine alle recenti indica-zioni legislative, si svilupperà nelle tipologie di appren-distato per l’espletamento del diritto-dovere di istruzio-ne e formazione, di apprendistato professionalizzante eapprendistato per l’acquisizione di un diploma o di per-corsi di alta formazione. Le sollecitazioni della nuovalegge consentiranno di attuare anche quella parte di altaformazione per la quale il Piemonte aveva già avviato unprogetto in sede interregionale. Si prevede pertanto unoscenario nuovo che qualificherà ulteriormente questoistituto contrattuale attraverso un pieno coinvolgimentodel sistema universitario e del sistema scolastico in fortesinergia con il sistema formativo e delle imprese.

L’apporto delle Regioni all’attuazione della legge BiagiL’entrata in vigore del decreto attuativo della Legge-delega n.30/2003, coerentemente attribuita nel linguaggio comune aMarco Biagi, apporta un importante contributo al processodi profonda trasformazione dell’assetto istituzionale, socialeed economico del mercato del lavoro italiano.La Legge Biagi persegue l’obiettivo di accrescere la flessibi-lità in entrata e uscita nel mercato del lavoro, secondo leindicazioni strategiche governative e dell’Unione Europea,ribadite dal Patto per l’Italia e dal “Libro Biancosull’Occupazione” del Ministro Maroni.Si ipotizza che, a fronte di una decisa e regolamentata spintaalla flessibilità nelle forme di accesso al mercato del lavoro,sia possibile determinare una maggiore vivacità dei processidi incontro domanda/offerta e quindi di maggiori opportu-nità di lavoro per i giovani, aumentando le occasioni per illoro avvicinamento alle imprese ed all’esperienza lavorativa.Il dibattito che si è sviluppato sulla Legge Biagi e sul suoDecreto di attuazione non poteva, però, non risentire delclima istituzionale determinato dalla riforma del TitoloV della Costituzione, e dal processo di decentramento regio-nale articolato proprio sui temi del lavoro e della formazioneprofessionale. Per questo il confronto sulla Legge-delega esul Decreto legislativo di attuazione è andato ben oltre ilmero ambito formale della Conferenza Unificata Stato-Regioni-Autonomie Locali, e si è invece trasformato in uncostruttiva verifica sulle prospettive del sistema di governodel mercato del lavoro e del ruolo della dimensione regiona-le. Un confronto serrato al tavolo permanente tra Ministerodel lavoro e Coordinamento delle Regioni attraverso unaverifica del testo del Decreto Legislativo ha condotto ademendarlo in alcune parti, proprio sulla base delle indicazio-ni emerse dalla discussione.Le Regioni hanno prestato in particolare una forte

attenzione al riconoscimento alle Regioni di un ruolo sostan-ziale nell’autorizzazione e nell’accreditamento delle attivitàdelle agenzie per il lavoro, sia pubbliche che private, coneccezione per l’attività di somministrazione di lavoro riser-vata ad autorizzazione ministeriale, in quanto orientamentoesplicito delle Regioni è stato quello di garantire un governounitario e integrato di tutti gli operatori pubblici e privatiche intervengono sul territorio in materia di mercato dellavoro sulla base delle politiche locali. La stessa preoccupazione ha portato ad una revisioneprofonda dei contenuti del Decreto Legislativo relativi alla“Borsa nazionale continua del lavoro”, che è intesa comestrumento telematico e virtuale di incontro nazionaledomanda-offerta. Le Regioni sostengono che il SIL (sistemainformativo lavoro) debba essere uno strumento di interope-rabilità e interconnessione tra i sistemi regionali e provincia-li già attivati (“rete delle reti”), e che la borsa del lavorodebba essere uno strumento che valorizza le funzioni deiservizi per l’impiego e delle reti informative locali. Il ruolo del servizio pubblico dell’impiego non viene messoin discussione ma si integra con la necessaria aperturaall’apporto di servizi privati in logica di rete territoriale.L’ultimo aspetto importante dell’attenzione delle Regioni hariguardato la riforma dell’apprendistato, per il quale è stataribadita la piena competenza regionale sugli aspetti formati-vi del contratto, e del richiamo al sistema di accreditamentodelle agenzie formative ed al consolidamento delle positiveesperienze di formazione che sono state realizzate dalleRegioni in questi anni. Ciò non ha impedito alle Regioni di accettare la sfida dell’in-novazione nel confronto con i processi di concertazione conle parti sociali per il rinnovamento e la migliore funzionalitàdel contratto di apprendistato.Le Regioni sono fortemente consapevoli dell’occasione stori-ca che la legge-delega Biagi consente ai processi di innova-zione del mercato del lavoro italiano, ma esse sono ancheconsapevoli che solo un adeguato livello locale digoverno può consentire il raggiungimento di adeguatirisultati di sistema.

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Il Programma Operativo della Regione Piemonte perl’Obiettivo 3-FSE 2000/2006 prevede l’impegno dellaRegione a garantire la parità nelle opportunità di accessoal lavoro, alla formazione, alle possibilità di mobilità e dicreazione di nuovi impieghi o imprese come fondamenta-le obiettivo trasversale che informa tutte le misure.Inoltre, la Misura E1 dell’Asse E prevede quali obiettivispecifici:

◗ il miglioramento della posizione relativa della componente femminile;

◗ la migliore conciliazione tra vita familiare e lavorativa; ◗ il sostegno dei mutamenti nelle culture e nelle prassi

organizzative delle imprese.La Campagna di Comunicazione istituzionale, strumentodi promozione e di informazione sulle opportunità offertedalle diverse linee di intervento, ha contribuito al successodel secondo bando -con scadenza 7 ottobre 2002- per lelinee di intervento 3 e 4 in esecuzione del quale sono per-venuti 216 progetti. La linea 3 riguarda progetti presentati da imprese pubbli-che e private sulla riorganizzazione dei tempi di lavorofinalizzati alla conciliazione delle responsabilità profes-sionali e familiari (telelavoro, job sharing, part-time flessi-bile, sperimentazioni sui nidi aziendali, banche deltempo, …), mentre la linea 4 promuove la realizzazione diiniziative istituzionali di diffusione della cultura di parità,anche attraverso la costituzione di reti di partenariato.Rispetto al bando precedente la risposta, soprattutto daparte delle imprese, è stata più che soddisfacente; infatti,le risorse disponibili sul bando -€ 7.250.000- hanno con-sentito di finanziare soltanto 74 progetti dei 180 approvati.

Per evitare di disperdere risorse progettuali già esi-stenti e soprattutto in considerazione della buonaqualità della progettazione, che ha rappresentato un

Pari Opportunità

Progetto PiemonteNell’ambito del Progetto Piemonte è stato previsto unarticolato programma di interventi a favore dei lavoratoricolpiti dai processi di crisi industriale. L’azione previstasi articola in:

◗ un programma integrato di ricollocazione (servizialle persone, servizi alle imprese, formazione finalizzata,sostegno al reddito, incentivi all’assunzione, assistenzatecnica) rivolto a lavoratori licenziati a seguito della crisidi settori industriali (indotto auto, tessile ed orafo), non-ché a lavoratori in cassa integra-zione individuati come esu-beri strutturali;

◗ un intervento a finalitàsociale a favore di altri lavo-ratori colpiti dalla crisi diimportanti settori industriali che vengano a trovarsi al disotto della soglia di povertà.Il programma è stato tarato per coprire un interventovolto a ricollocare circa 1.850 licenziati provenienti dal-l’indotto auto e circa 1.000 licenziati provenienti dai set-tori tessile ed orafo, cui si aggiunge un intervento speri-mentale rivolto a 100-150 lavoratori in CIGS consideratiesubero strutturale. Il programma viene realizzato inte-grando le risorse professionali dei CPI con altre risorserintracciabili sul mercato, a partire dai fondi messi a

disposizione attraverso il POR. Peraltro, il fabbisognoappare quantificabile solo in termini orientativi a priori:sulla base del concreto andamento del programma, laRegione potrà adeguare le forme di sviluppo dell’inter-vento e i destinatari, fino a ricomprendere eventualmenteanche i lavoratori in mobilità indennizzata.Uno specifico Bando di azioni di sostegno al reddito per ilavoratori licenziati nei settori citati, gestito dall’AgenziaPiemonte-Lavoro in collaborazione con i Centri perl’Impiego e l’Osservatorio Regionale sul Mercato delLavoro, è stato avviato operativamente il 7 ottobre.L’intervento a finalità sociale è oggetto di un altro Bandopubblico specifico, che verrà pubblicato entro la primametà di novembre sul Bollettino Ufficiale, con modalità di

gestione analoghe a quello disostegno al reddito primacitato. Nel corso di questiultimi mesi è prevalsa la con-

vinzione che le stime relativeall’impatto sul mercato del lavoro in termini di licenzia-menti siano da ridimensionare. Questo implica un adegua-mento del programma soprattutto nell’ottica di intervenireil più possibile preventivamente sulle situazioni dicrisi prima che queste conducano ai licenziamenti. Inquesto senso si tratta di lavorare sulle situazioni dicrisi con Cassa Integrazioni Guadagni che richiedonoprogetti di ricollocazione. La Regione ha già provvedutoprevedendo che l’intervento iniziale che era rivolto a circa150-200 persone con una spesa di 250.000 euro sia portato a1.300.000 di euro già da quest’anno.

Il programma di interventi a favore deilavoratori licenziati dalle industrie in crisi

segnale significativo della maturità dei soggetti operantinel campo delle pari opportunità, è stato approvato unoscorrimento delle graduatorie dei 106 progetti approvatima non finanziabili per un importo di € 9.660.406, por-tando così il totale delle risorse impegnate a circa 17milioni di euro.Di conseguenza, con questo secondo bando si arricchisceil patrimonio di progetti finanziati in Piemonte in materiadi pari opportunità, che andrà a confluire nel secondoRepertorio progetti -utile ed apprezzato strumento finaliz-zato al trasferimento delle buone prassi- di prossima pub-blicazione sulla pagina dedicata alla Misura E1 sul sitodella Regione Piemonte.La linea di intervento 1 -destinata a donne disoccupate inreinserimento lavorativo- che prevede il rimborso dellespese sostenute per accedere a servizi pubblici e privati dicura alla persona, ha preso avvio a seguito della definizio-ne da parte delle Province delle modalità di gestione ed èiniziata la fase di erogazione a favore delle donne aventidiritto.Si segnala inoltre il successo del bonus per la formazioneindividuale -del valore di massimo € 1.000,00 annui procapite utile a coprire fino all’80% dell’attività formativa-riconosciuto alle donne che di propria iniziativa intenda-no partecipare ai percorsi formativi previsti dai Cataloghiprovinciali dell’offerta formativa; infatti, le risorse messea disposizione dalla Misura E1 (€ 2.959.303,71) sullaDirettiva per le azioni di formazione continua ad iniziati-va individuale per lavoratori occupati per l’anno 2002-termine per l’assegnazione 31/12/03- sono in fase diesaurimento. Alle iniziali sei linee di intervento previstenel Complemento di Programma per la Misura E1, si èaggiunta la settima linea relativa alle Lauree professiona-lizzanti di 1° livello, avente lo scopo di incrementare lafrequenza femminile nei percorsi di laurea finalizzati aformare figure professionali sotto rappresentate nel mer-cato del lavoro piemontese.

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Progetti per la sperimentazione di nuovi modelli nel sistema di Istruzione e Formazione ProfessionaleAlla fine della scorsa legislatura è stata varata una legge dimodifica della seconda parte della Costituzione, il Titolo V.Di conseguenza con l’entrata in vigore della LeggeCostituzionale 3/01 viene ridisegnato sostanzialmente ilquadro di riferimento normativo e l’istruzione professiona-le diviene di competenza esclusiva delle Regioni.All’interno di questo articolato e complesso processo siinserisce la Legge n. 53 del 28 marzo 2003 relativa alla“Delega al Governo per la definizione delle norme generalisull’Istruzione e dei livelli essenziali e delle prestazioni inmateria di Istruzione e della Formazione Professionale” cheprevede, in accordo al nuovo testo dell’art. 117 dellaCostituzione, il doppio canale dell’Istruzione e della forma-zione professionale. A questo punto è risultato opportunogià nell’anno formativo/scolastico 2002/2003 avviare unadefinizione dei termini della questione attraverso una seriae incisiva azione normativa e di governo del sistema che sista delineando. Durante la fase di passaggio e di trasferimento di funzionisi è così giunti, il 1 settembre 2003, alla firma di un proto-collo di intesa tra il MIUR, il Ministero del Lavoro e dellePolitiche Sociali e la Regione Piemonte, per la sperimenta-zione di iniziative nel campo dell’istruzione e formazioneprofessionale. I modelli sperimentali prevedono il coinvolgimento dell’i-struzione e della formazione professionale, sono caratte-rizzati da percorsi triennali di formazione professionalefinalizzati al conseguimento di un attestato di qualificaprofessionale previsto dalla normativa vigente in materiadi formazione professionale, valido per l’iscrizione aiCentri per l’impiego, nonché all’acquisizione di crediti perl’eventuale rientro nel sistema di istruzione. Queste sono le principali caratteristiche dei percorsi spe-rimentali:

a) la durata triennale e il coinvolgimento di più settori produttivi;

b) prevedere discipline ed attività attinenti sia alla formazione culturale generale sia alle aree professionali;

c) consentire all’allievo di continuare il proprio percorso formativo attraverso passaggi e rientri fra l’istruzione e la formazione professionale e viceversa,prevedendo il riconoscimento dei crediti, delle certificazioni e dei titoli acquisiti nella scuola, nella formazione e nell’apprendistato, secondo quanto previsto al punto 4 dell’accordo quadro;

d) individuare modalità di accompagnamento, monitoraggio e valutazione.

Di conseguenza detta sperimentazione, che ha visto il suoavvio nell’anno scolastico/formativo 2002/2003, si poneper l’anno 2003/2004 l’obiettivo di giungere al consolida-mento di un sistema sufficientemente collaudato e idoneo,centrato sul principio della personalizzazione e del succes-so formativo. Due sono fondamentalmente le motivazioni che a tutt’oggisono alla base del consolidamento della fase di sperimen-tazione del doppio canale nella Regione Piemonte:

◗ la presenza di un preoccupante tasso di insuccesso edispersione scolastica in particolare nell’istruzione profes-sionale e tecnica;

◗ la consapevolezza delle nuove responsabilità che il nuovotitolo V della Costituzione assegna alle Regioni in tema di siste-ma di istruzione e formazione professionale.Esiste, infatti, una contraddizione tra le caratteristiche e leesigenze di una quota non secondaria del mondo giovanilee il sistema dell’offerta formativa così come oggi è configu-rato. Ciò determina una rigidità dei modelli formativi e diconseguenza una riduzione delle opportunità di successoformativo per la popolazione interessata.Nell’anno scolastico/formativo 2002/2003 sono stati finan-ziati otto corsi per un importo pari a € 1.180.800,00 e peril 2003/2004 sono stati stanziati complessivamente€ 3.447.200,00 per l’attivazione di ventiquattro corsi; tuttele risorse sono del bilancio regionale.

Riprogrammazione del POR FSE2000 -2006 de l l a Reg ionePiemonte

In conformità alle disposizioni comunitarie che regola-mentano il processo di adeguamento dei ProgrammiOperativi, in particolare l’art. 14/2 del Regolamento (CE)1260/99, la Regione Piemonte ha nei giorni scorsi forma-lizzato alcune prime ipotesi di riprogrammazione basatesugli esiti del Rapporto di valutazione intermedia del FSEOb.3 e dei dati di monitoraggio contenuti nel Rapportoannuale di esecuzione 2002. Hanno contribuito a focaliz-zare le proposte una serie di dati provenienti dall’anda-mento del mercato del lavoro piemontese, dall’evoluzio-ne del contesto socioeconomico e normativo, dalla rispo-sta del territorio alle sollecitazioni della Regione, dallenecessità manifestate dagli operatori, dalle considerazio-ni formulate in occasione dei Comitati di Sorveglianza delPON Azioni di sistema e del QCS Ob. 3 dello scorso mesedi luglio e, soprattutto, dalle modifiche intervenute relati-vamente ai meccanismi di distribuzione della riserva dipremialità tra le AdG Ob. 3. Le proposte di riprogrammazione, sottoposte all’attenzio-ne dei rappresentanti della Commissione Europea e delMinistero del Lavoro in occasione dell’Incontro bilateraledel 28/10/2003 ed esplicitate al “Comitato Regionale perla programmazione dei fondi strutturali” in data29/10/2003, prevedono che la dotazione economicaattualmente assegnata ad ogni asse e misura non subiscarestrizioni rispetto all’attuale Piano finanziario del POR.Si ritiene inoltre di destinare le risorse aggiuntive deri-vanti dall’accesso alla riserva di premialità, stimabili inalcune decine di milioni di Euro, alle Misure A2, B1, C4,D2, D3 e F2.Tali ipotesi di riprogrammazione, eventualmente integra-te/modificate alla luce delle osservazioni che potranno alriguardo essere formulate dal partenariato istituzionale esociale facente parte del predetto Comitato regionale,rappresentano lo strumentario di partenza per l’aggiorna-mento dei documenti programmatici (POR e CdP) cheentreranno in vigore alla fine del primo trimestre 2004una volta completato l’iter formale di approvazione adopera degli organismi competenti.

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L’accreditamento delle strutture formative in PiemonteIl sistema di accreditamento predisposto dalla RegionePiemonte si sviluppa in riferimento a quanto disciplina-to dal decreto del Ministero del lavoro e dellaPrevidenza Sociale n. 166 del 25 Maggio 2001. Trae,inoltre, la propria origine dal contesto degli impegni chelo Stato nazionale e le Regioni hanno preso con laComunità Europea in sede di negoziazione del Quadrocomunitario di Sostegno e dei Programmi OperativiRegionali.Il Decreto nazionale individua i requisiti minimi in baseai quali identificare Operatori affidabili e, quindi, ingrado di garantire riguardo al corretto utilizzo di risorsepubbliche per l’effettuazione di un intervento formativo.Tali requisiti si esplicitano in riferimento a cinque criteri:

a) capacità gestionali e logisticheb) affidabilità finanziariac) disponibilità di competenze professionalid) efficacia ed efficienzae) interrelazioni maturate con il sistema sociale e

produttivo presente sul territorio.

Un dato rilevante, specificato dal Decreto Nazionale, fariferimento alla possibilità che ciascuna Regione possapredisporre ed attivare sistemi di accreditamento che,nel rispetto dei criteri suddetti, siano maggiormente“calzanti” con le caratteristiche storiche, sociali e cultu-rali dei sistemi formativi che vi si sono sviluppati.In considerazione di questa possibilità, fornita dalDecreto Nazionale 166/2001, la Regione Piemonte hascelto una modalità di accertamento dei requisiti riferitaa procedure, governo dei processi e riscontro dei risul-tati, in analogia con quanto previsto dalla normativa ISO9001-2000 per la certificazione di qualità, ed ha predi-sposto dei manuali per l’accreditamento nelle seguentimacrotipologie: Formazione iniziale (comprendentel’apprendistato in obbligo formativo), Formazionesuperiore, Formazione continua (comprendente l’ap-prendistato per gli ultradiciottenni e la formazione adomanda individuale). Ulteriori requisiti vengonorichiesti per chi intenda offrire percorsi formativirivolti ai soggetti svantaggiati, o per chi intendaoperare nel campo della formazione a distanza.Un altro aspetto che la Regione Piemonte ha sviluppatoriguarda il tema delle procedure di controllo riferite alsistema accreditato. Questa attività costituisce, indub-biamente, il fulcro del sistema stesso poiché ne eviden-zia la corrispondenza rispetto alle aspettative dell’Ente.Le procedure e le modalità di controllo costituisconoquindi l’anima del sistema di accreditamento. In appli-cazione di questo principio la Regione Piemonte haavviato modalità di controllo che fanno riferimento apiù soggetti:

a) i Valutatori esterni che, dopo la prima verifica,effettuano sorveglianze periodiche tese a rilevare la sus-sistenza dei requisiti che hanno determinato l’inseri-mento di un Organismo di formazione nell’elenco dei

soggetti accreditati. b) Le Province che, nello svolgimento delle proprieattività di monitoraggio in itinere dei corsi, avranno

modo di verificare il mantenimento dei requisiti diaccreditamento fornendo così alla Regione -in base acheck list appositamente predisposte -importanti valu-tazioni sul mantenimento dei requisiti di affidabilitàdegli Organismi che erogano formazione.L’accreditamento tende a costruire un sistema definitodi soggetti affidabili, ma non ha la connotazione di unsistema chiuso. Soggetti “nuovi” possono affacciarsi sul-mercato, dimostrando la propria adeguatezza ai para-metri che compongono il manuale operativo di riferi-mento. Naturalmente, per questi Organismi, non verran-no effettuate valutazioni inerenti i dati di efficienza edefficacia raggiunti in precedenza. Per i soggetti che hanno già operato, in ambito formati-vo, utilizzando risorse pubbliche, la procedura di accre-ditamento è più articolata: essi dovranno dimostrare,infatti, non solo di avere capacità logistiche e gestionali,affidabilità finanziaria e disponibilità di competenzeprofessionali, ma anche di avere nel passato operatocon buoni livelli di performance (efficienza ed efficacia)creando, inoltre, una proficua rete di interrelazioni conil territorio. In altre parole ai nuovi soggetti si chiede soltanto didimostrare una presumibile affidabilità gestionale, logi-stica, finanziaria e di competenze, mentre a chi ha giàoperato si richiede che tale affidabilità sia non solo pre-sumibile, ma effettiva e che abbia prodotto risultati intermini di efficienza, efficacia e interrelazioni con i sog-getti “chiave” presenti sul territorio.Per enfatizzare la differenza tra affidabilità presunta eaffidabilità riscontrata, il certificato di accreditamentoutilizza due diverse diciture: “Accreditamento” (intesocome definitivo) per gli Operatori “storici” ed a seguitodel riscontro di affidabilità, “Accreditamento provviso-rio” per gli Organismi che possono, al momento, essereidentificati unicamente con un criterio di affidabilitàpresunta. Entrambe le tipologie di accreditamento sono soggettea controllo annuale di persistenza dei requisiti e quelloprovvisorio, se non trasformato in definitivo entro dueanni, decade.Alla data del 30/06/03 in Piemonte l’accreditamentodefinitivo è stato rilasciato a 114 organismi per 233sedi operative; l’accreditamento provvisorio è statorilasciato a 92 nuovi organismi per 136 sedi operative. Naturalmente la connotazione “di garanzia” del sistemanon è in contrapposizione con i temi inerenti la qualitàdel sistema stesso; il Comitato Guida per la Qualità(l’organo istituzionale autorizzato ad emanare disposi-zioni in merito) studia costantemente le problematichela cui soluzione può offrire un elemento di sviluppoverso l’innalzamento della qualità generale del sistema,superando il concetto base di “garanzia” che finora loha improntato. “Fare sistema”, in tal senso, potrà con-durre a notevoli vantaggi, ad esempio, per le imprese,consentendo l’ampliamento dei cataloghi formativi el’eventuale costruzione di nuove formule di accesso perle imprese medesime alla formazione erogata dallestrutture accreditate.

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POR FSE OB. 3 2000-2006 della Regione Piemonte

Il Rapporto Annuale di Esecuzione 2002 poneva in evi-denza le difficoltà riscontrate dalla Regione Piemontenel rendere pienamente operative le due iniziative perle quali si era scelto di ricorrere all’istituto dellaSovvenzione Globale (B1.3 e D4.1).Poiché i problemi allora segnalati, di natura procedi-mentale piuttosto che tecnica, appaiono superati allaluce dei dati di monitoraggio oggi disponibili, laRegione Piemonte intende portare alla conoscenza degliorganismi deputati alla sorveglianza del Programmaalcune informazioni sintetiche che danno conto delforte interesse che le azioni innovative previste dagliinterventi menzionati stanno riscontrando sul territoriopiemontese.

Sovvenzione Globale B.1In ottemperanza a quanto concordato a livello diComitato di Sorveglianza QCS Ob. 3, la Regione Piemonteha provveduto a gestire i “Piccoli sussidi al capitalesociale delle cooperative” attraverso lo strumento dellaSovvenzione Globale (ex art. 27 Reg. CE 1260/99).Completate le procedure di assegnazione, l’OrganismoIntermediario ha emanato nel mese di luglio del 2003 unbando per la raccolta delle candidature. Il prospetto chesegue dà conto dell’interesse che il dispositivo ha riscon-trato presso i destinatari dell’iniziativa:

Risorse messe a bando 1.400.000

Risorse richieste 2.499.821,54

Domanda inevasa 1.099.821,54

Destinatari potenziali 178

Destinatari effettivi 279

Sovvenzione Globale D.4Dopo avere valutate diverse opzioni per la gestione deifondi destinati a favorire il raccordo tra sistema dellaricerca e tessuto imprenditoriale piemontese, laRegione Piemonte ha scelto di avvalersi dello strumen-to della Sovvenzione Globale (ex art. 27 Reg. CE1260/99) per l’attuazione della prima linea di interven-to della Misura D4.Coerentemente con i contenuti della propria offerta,l’Organismo Intermediario ha provveduto, nel corso delmese di luglio 2003, a mettere a bando le iniziative afavore di persone contemplate dal progetto (assegni di

ricerca, incentivi economici a copertura di spese diaggiornamento, servizi consulenziali). Il fortissimo inte-resse suscitato dall’intervento è ben documentato dallatabella seguente.

Risorse messe a bando 2.199.737,20

Risorse richieste 5.342.221,62

Domanda inevasa 3.147.620,64

Destinatari potenziali 316

Destinatari effettivi 130

Imprese e competenze dei lavoratoriLa Regione Piemonte è attiva e propositiva anche rispet-to alle sfide poste da nuove tematiche quale ad esempioil concetto di competenze.Un nuovo concetto di professionalità basato sulle com-petenze, acquisibili in diversi contesti, flessibili, da con-nettersi fra di loro, è la nuova realtà del mondo del lavo-ro odierno.Questa realtà, recepita in molti testi di legge, dallaL. 196/97 (patto per il lavoro) alla L. 30/2003 (legge“Biagi”) porta all’esigenza di ripensare la formazione(come la si organizza, cosa e come si certifica, come sivalutano i crediti acquisiti in altri percorsi).Questo ripensamento tocca anche le connessioni fra isistemi: formazione professionale, scuola, lavoro, serviziper l’impiego, visti non più come autoreferenziali, macome interconnessi. Da qui la necessità di agevolare pas-saggi anche ricorrenti tra un sistema e l’altro, di trovaredelle “passerelle” che servano a traghettare l’individuocon i suoi bagagli di competenze.Sul fronte delle imprese, sempre più soggette a trasfor-mazioni dovute alla globalizzazione dei mercati e alleinnovazioni tecnologiche, sorge la necessità di avereindicazioni chiare delle competenze dei lavoratori edelle possibilità di aggiornamento delle medesime.Le Regioni hanno più volte espresso la necessità di arri-vare ad un tavolo unico sull’argomento, per unificare ilinguaggi e rendere effettivamente possibili i passaggifra i sistemi e leggibili per le imprese le competenzepossedute dai lavoratori.La Regione Piemonte, con la ormai consolidata collabora-zione di operatori del settore e in costante confronto conle parti sociali, ha intrapreso un percorso di elaborazio-ne e sperimentazione di strumenti operativi in rete che

Andamento delle misurein sovvenzione globale(linea 3-B1, linea 1-D4)

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consentono contemporaneamente sia la descrizione ecertificazione con modalità comuni nei diversi sistemi,sia la diversificazione rispetto alle diverse utenze.Tali strumenti sono progettati come modificabili e sonostati proposti al dibattito nazionale come “occasione”per trovare modalità comuni all’interno di un convegnonazionale intitolato “OBIETTIVO COMPETENZE: per lepersone, per le imprese. Come descriverle, formarle,certificarle”.Da tale convegno, articolato in 5 giornate dedicate aivari attori sociali ed istituzionali (formazione, istruzio-ne, centri per l’impiego, parti sociali, regioni) per con-sentire loro sia di approfondire la tematica dal propriospecifico punto di vista sia di confrontarsi reciproca-mente, sono nate diverse iniziative:

◗ a livello nazionale, con una proposta, in via di affi-namento, di un progetto interregionale sulla tematicadelle competenze;

◗ a livello locale, con la costituzione di un tavolo conle parti sociali finalizzato alla validazione della descri-zione per competenze e al collegamento con l’analisi deifabbisogni professionali delle imprese

◗ sperimentazioni dell’utilizzo dello strumento propo-sto (e già usato nella formazione professionale per ladirettiva mercato del lavoro ed è stato previsto all’inter-no dell’attuale direttiva apprendistato) in alcuni centriper l’impiego ed in alcune scuole.I confronti e le sperimentazioni aperti col Convegnostanno proseguendo, in modo da consentire a tutti gliattori sociali di portare il loro fattivo contributo in mododa arrivare ad un sistema pienamente rispondente alleesigenze dei cittadini e delle imprese.

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