N. 2 – Maggio/Agosto 2009teca.consiglio.puglia.it/tdm/documenti/webzine/Terminus-2009-2.pdf · N....

19
N. 2 – Maggio/Agosto 2009 Direttore responsabile: Arcangelo Tedone Redazione: Rosalba Magistro Conversione digitale e funzioni ipertestuali: Valter Messore Sviluppo nel sito web: Gianfranco Marzano Marketing informativo: Giulia Murolo, Giuseppe Angiuli Il periodico viene edito in formato digitale nell’URL della Biblioteca all’indirizzo http://www.bcr.puglia.it/tdm/webzine.htm L’edizione in formato cartaceo è in numero limitato di copie ed inviata solo su richiesta scrivendo a: [email protected]

Transcript of N. 2 – Maggio/Agosto 2009teca.consiglio.puglia.it/tdm/documenti/webzine/Terminus-2009-2.pdf · N....

Page 1: N. 2 – Maggio/Agosto 2009teca.consiglio.puglia.it/tdm/documenti/webzine/Terminus-2009-2.pdf · N. 2 – Maggio/Agosto 2009 Direttore responsabile: Arcangelo Tedone Redazione: Rosalba

N. 2 – Maggio/Agosto 2009

Direttore responsabile: Arcangelo Tedone

Redazione: Rosalba Magistro

Conversione digitale e funzioni ipertestuali: Valter Messore

Sviluppo nel sito web: Gianfranco Marzano

Marketing informativo: Giulia Murolo, Giuseppe Angiuli

Il periodico viene edito in formato digitale nell’URL della Biblioteca all’indirizzo

http://www.bcr.puglia.it/tdm/webzine.htm L’edizione in formato cartaceo è in numero limitato di copie ed inviata solo su richiesta scrivendo a:

[email protected]

Page 2: N. 2 – Maggio/Agosto 2009teca.consiglio.puglia.it/tdm/documenti/webzine/Terminus-2009-2.pdf · N. 2 – Maggio/Agosto 2009 Direttore responsabile: Arcangelo Tedone Redazione: Rosalba

SOMMARIO

Siti in Internet, pag.5

Banche dati, pag.7

Riviste, pag. 8

Monografie pag.14

Quotidiani, pag.16

4

Page 3: N. 2 – Maggio/Agosto 2009teca.consiglio.puglia.it/tdm/documenti/webzine/Terminus-2009-2.pdf · N. 2 – Maggio/Agosto 2009 Direttore responsabile: Arcangelo Tedone Redazione: Rosalba

http://urp.comune.bari.it/index.php?option=com_content&task=view&id=2926&Itemid=41

Il Comune di Bari offre servizi di accoglienza e orientamento e inserimento sociale rivolti a stranieri richiedenti asilo, titolari di protezione umanitaria e rifugiati che non hanno ancora acquisito la residenza nel Comune di Bari.

http://www.eurodesk.it

Eurodesk è una struttura del programma comunitario Gioventù. Opera nel settore dell’informazione e orientamento sui programmi promossi dall’Unione Europea e dal Consiglio d’Europa nel settore della gioventù. Eurodesk è realizzato con il supporto della Commissione Europea, Direzione Generale Istruzione e Cultura.

http://www.cooperante.it

Su questo sito è disponibile la versione italiana di una guida pratica, completa e definitiva per chi cerca lavoro con ONG, Nazioni Unite, Croce Rossa Internazionale, Unione Europea e con l’Ufficio Cooperazione del Ministero degli Esteri.

http://www.creb.it

Città in rete nei Balcani (CReB) è un sito di informazione sui progetti degli Enti locali realizzati nell’ambito dei programmi-quadro di sviluppo umano Pasarp in Albania, e nella Repubblica di Serbia e Montenegro. Si rivolge a tutti i Comuni per informare, formare e confrontarsi in ret. L’obiettivo è promuovere rapporti di collaborazione tra le città già attive nell’area balcanica e stimolare il coinvolgimento di altre realtà locali in questo processo. Il progetto è promosso dall’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI), in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri (MAE), il programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNPD) e l’Ufficio delle Nazioni Unite per i servizi ai progetti (UNOPS). Organizza seminari, convegni e incontri tematici sulla cooperazione decentrata allo sviluppo umano.

http://www.centrorisorse.org

Il sito “Studiare e lavorare in Europa” è realizzato dal Centro Risorse Nazionale per l’Orientamento che opera dal 1993 su incarico del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, del Ministero

5

Page 4: N. 2 – Maggio/Agosto 2009teca.consiglio.puglia.it/tdm/documenti/webzine/Terminus-2009-2.pdf · N. 2 – Maggio/Agosto 2009 Direttore responsabile: Arcangelo Tedone Redazione: Rosalba

dell’Istruzione dell’Università e della ricerca e della Commissione Europea – DG Educazione e Cultura per favorire esperienze di studio, formazione e lavoro nei Paesi dell’Unione Europea. Fa parte della Rete Europea Euroguidance e coordina in Italia la Rete Nazionale di Diffusione che raccoglie strutture ed esperti di orientamento allo scopo di diffondere l’informazione sulla mobilità europea. Il sito è rivolto ai giovani e contiene suggerimenti ed informazioni pratiche per individuare opportunità e organizzare esperienze di studio e lavoro in un paese europeo, agli operatori e contiene informazioni riguardanti prodotti e progetti realizzati dal Centro Risorse.

6

Page 5: N. 2 – Maggio/Agosto 2009teca.consiglio.puglia.it/tdm/documenti/webzine/Terminus-2009-2.pdf · N. 2 – Maggio/Agosto 2009 Direttore responsabile: Arcangelo Tedone Redazione: Rosalba

Tutte le banche dati sono consultabili in Biblioteca con l’ausilio degli operatori.

*De Agostini Professionale

Banca dati giuridica onerosa, consultabile anche on line, via Internet, (oltre che su CD-Rom e DVD-Rom) solo dai titolari di licenza, con un aggiornamento continuo e in tempo reale. L’Opera informa su: Il Diritto Comunitario e dell’Unione Europea, classificato in 25 grandi aree tematiche, corredato del commento giurisprudenziale; Le Leggi d’Italia, con il commento giurisprudenziale di tutte le Magistrature Superiori, organizzato per sommari, e la Dottrina di prestigiosi giuristi; Le Leggi regionali, inserite in un’unica banca dati contenente la normativa di 20 regioni italiane edelle province autonome di Trento e Bolzano (in versione bilingue); I 7 Codici d’Italia nel testo vigente e coordinato; L’Archivio storico dei provvedimenti nazionali; Le Circolari e le Istruzioni ministeriali, emanati a partire dal 1996 da circa trentacinque organi competenti tra Ministeri, Istituti ed Enti. Ogni circolare è correlata al relativo provvedimento legislativo contenuto nella banca dati “Codici d’Italia”. L’opera contiene sia le circolari interpretative pubblicate nella G.U., sia quelle non pubblicate, di difficile reperibilità. La banca dati De Agostini è consultabile in Biblioteca con l’ausilio degli operatori

**EEuurroo--lleexx GGaazzzzeettttaa UUffffiicciiaallee ddeellllee CCoommuunniittàà EEuurrooppeeee

Banca dati, consultabile anche on-line, il cui obiettivo consiste nel permettere la consultazione dei sommari e dei documenti delle gazzette ufficiali grazie alle funzioni di ricerca e navigazione. Offre un quadro completo del diritto dell’Unione Europea, nonché delle procedure decisionali fra leCommissioni e le altre istituzioni.

CONSULTAZIONE: il programma ha una barra di navigazione (elenco cronologico, gerarchico, sequenziale, repertorio) e alle funzioni di ricerca (semplice, con data,con numero della GU, per esperto e con parole chiave). PERIODICITA’: ogni edizione mensile è costituita da due CD-ROM, uno per la serie L e uno per la serie C; tuttavia, entrambi includono i sommari integrali della serie L e C. La banca dati EUR-lex è consultabile in Biblioteca con l’ausilio degli operatori.

7

Page 6: N. 2 – Maggio/Agosto 2009teca.consiglio.puglia.it/tdm/documenti/webzine/Terminus-2009-2.pdf · N. 2 – Maggio/Agosto 2009 Direttore responsabile: Arcangelo Tedone Redazione: Rosalba

*Immigrati : i numeri, i simboli, le persone / di Antonio Caponi In: Lo *straniero : arte, cultura, scienza, società, n. 110/111-2009, p. 22-24.

Le ricerche recenti sull’immigrazione irregolare stimano nel 2008 a circa 600mila il numero di migranti irregolari in Italia. A Lampedusa ogni anno arrivano negli ultimi anni tra i 15 e i 30mila migranti. Circa la metà di essi spesso chiiedva e otteneva l’asilo politico provenendo da paesi in guerra o con regimi repressivi come l’Etiopia e la Somalia. Nell’anno 2007 gli uffici consolari italiani all’estero hanno rilasciato circa 700.000 visti turistici. In Italia si può entrare regolarmente per lavoro solo attraverso le quote per lavoratori stranieri stabilite annualmente dal governo. Molto spesso nella

realtà accade che negli ultimi anni molte richieste le fanno le imprese gestite da immigrati per far venire loro connazionali o le fanno persone che vogliono regolarizzare immigrati che sono già in Italia irregolarmente e cercano per questa via di regolarizzarsi. L’unico problema è che se la domanda viene accettata l’immigrato teoricamente chiamato dall’estero, ma irregolare in Italia, deve rientrare in qualche modo nel suo paese stando attento a non farsi espellere alla frontiera e quindi andare all’ambasciata italiana a ritirare il nulla osta per il permesso di soggiorno. E’ strano ma dai dati emerge che molte comunità straniere scelgono l’Italia proprio per l’alto tasso di illegalità del paese. Dato che emerge, per esempio, per alcuni imprenditori cinesi che scelgono l’Italia perché sanno di poter contare su ottimi commercialisti e avvocati che possono aiutarli nel raggiro delle normative. Un altro dato che emerge dal saggio di rivista è legato alla presenza crescente degli immigrati di seconda generazione. Le scuole sono sempre più frequentate da alunni stranieri che vivono la propria soggettività in modo impegnativo se non ci sono pratiche di inclusione e integrazione valide e continuative. Collocazione in Biblioteca: BR 4D 2

*Tra inclusione ed emarginazione. Percorsi scolastici dei giovani d’origine immigrata nella scuola secondaria superiore italiana / di Andrea Ravecca In: *Mondi migranti : rivista di studi e ricerche sulle migrazioni internazionali, n. 1/2009, p. 163-183.

L’articolo verte sull’analisi delle variabili che determinano le varianti di successo e insuccesso scolastico per i giovani d’origine straniera nell’istruzione secondaria superiore. Il livello di istruzione non costituisce una garanzia di riuscita. Gli elementi che determinano il successo/insuccesso scolastico

possono essere raggruppati in quattro categorie: 1) fattori relativi agli studenti; 2) fattori relativi al background d’origine; 3) fattori relativi alla scuola; 4) fattori riferibili all’interazione dei tre ordini di variabili. Insieme questi fattori mettono in moto un effetto moltiplicatore delle cause che possono favorire/inibire il successo scolastico. In analogia alle teorie sul ciclo di vita, si possono successivamente identificare all’interno del processo alcuni eventi critici che pesano sul

8

Page 7: N. 2 – Maggio/Agosto 2009teca.consiglio.puglia.it/tdm/documenti/webzine/Terminus-2009-2.pdf · N. 2 – Maggio/Agosto 2009 Direttore responsabile: Arcangelo Tedone Redazione: Rosalba

successo/insuccesso. Aver lasciato il paese d’origine o l’essere figli di genitori stranieri è un evento significativo. Ma per i giovani di seconda generazione, la migrazione è totalizzante e rappresenta una condizione permanente che sovrasta ogni aspetto della personalità . L’associazione tra lo status socioeconomico dei genitori e la riuscita scolastica dei figli è ampiamente dimostrata dalle ricerche: il livello d’istruzione dei genitori, combinato con il loro status occupazionale, la struttura e il reddito familiare rappresenta il più importante tra gli elementi che determinano il successo scolastico dei figli. Comunque dall’indagine svolta emerge che il processo migratorio interviene nel determinare successo/insuccesso scolastico legato anche poi alla costruzione del capitale sociale. Collocazione in Biblioteca: BR 7E 6

*La condizione abitativa degli immigrati a Roma / di Emanuela Russo In: Gli *stranieri : rassegna di studi, giurisprudenza e legislazione, n. 2/2009, p. 202-215.

L’indagine prende avvio dalla situazione insediativa degli immigrati. I risultati ricavati da interviste rilasciate da circa 800 stranieri provenienti da alcuni Paesi dell’Africa mediterranea (Marocco) e dall’Europa orientale (Albania, ex Iugoslavia, Romania e Polonia) rivelano condizioni abitative notevolmente differenziate tra le singole collettività. Gli albanesi e gli ex iugoslavi presentano rispettivamente il valore più alto e quello più basso di soggetti abitanti in case private (quasi il 91% e il 65%) con un indice medio

di affollamento che risulta essere per entrambi tra i più scarsi. Gli abitanti dell’ex Jugoslavia mostrano un’elevata esclusione abitativa proprio come i romeni. La condizione dei marocchini e dei polacchi presenta queste caratteristiche: se pur è simile la percentuale di persone in abitazioni private (poco più del 70% in entrambi i casi), risulta più vasta l’esclusione abitativa tra i marocchini (il 6,5%) e decisamente più alto il numero di immigrati che vivono sul posto di lavoro tra i polacchi (oltre il 20%). Il dato è spiegabile perché l’alta percentuale di donne provenienti dalla Polonia le quali trovano impiego nella collaborazione domestica e nell’assistenza agli ammalati e alle persone anziane. Gli immigrati giunti dall’Africa mostrano la percentuale più alta di persone che abitano in case private con una proporzione non trascurabile in abitazione di proprietà, ma contemporaneamente, rispetto ad altre aree di provenienza, presentano con più frequenza condizioni di precarietà (sono ospiti di parenti e amici o vivono in strutture di accoglienza) o addirittura di esclusione abitativa. Altri dati sono indicano che il 30% dei latinoamericani, il 27% degli est-europei e degli immigrati originari del sud-est asiatico e più del 12% degli altri asiatici vive sul posto di lavoro. Un’altra soluzione riguarda gli alloggi popolari, in Italia essi sono solo il 5% dell’offerta abitativa totale, contro una media del 19% nell’Unione Europea. Collocazione in Biblioteca: BR 4E 1

*Flussi migratori e ambiente: il caso del MaghrebIn: Gli *stranieri: rassegna di studi, giurisprudenza e legislazione, n. 2/2009, p.209-215.

L’articolo esamina, in particolare, i flussi migratori maghrebini. Emerge che i più frequenti push factors (i fattori di espulsione dal paese di origine) sono collegati a fattori ambientali cui si accompagnano ulteriori “fattori motivanti” come la crescita demografica e le condizioni di fame e povertà. A loro volta aggravate dai processi di degrado ambientale. L’immigrazione connessa al degrado dell’ecosistema e ai mutamenti climatici è un fenomeno che

condiziona la vita dell’uomo e lo costringe alla ricerca di forme di adattamento in ambienti più

9

Page 8: N. 2 – Maggio/Agosto 2009teca.consiglio.puglia.it/tdm/documenti/webzine/Terminus-2009-2.pdf · N. 2 – Maggio/Agosto 2009 Direttore responsabile: Arcangelo Tedone Redazione: Rosalba

ospitali. Norman Myers, uno dei maggiori studiosi della materia, ha stimato che i migranti per penuria di acqua, erosione del suolo, cambiamento del clima e innalzamento del livello del mare raggiungeranno nel 2050 i 150milioni. La situazione più grave si delinea proprio per l’Africa, dove si concentra la metà della popolazione mondiale di rifugiati e sfollati. Nelle aree del Corno d’Africa, della Namibia, del Botswana, dello Zimbawe e del Mozambico, dove la desertificazione e più rapida e violenta, si stima che circa 60milioni di persone saranno costrette a migrare entro il 2020 verso l’Africa del Nord e, conseguentemente, verso l’Europa. Secondo le stime della World Bank circa 1,5 miliardi di persone si trovano in zone ad alta fragilità ambientale e di queste circa 500milioni abitano in regioni aride mentre altri 400milioni vivono in territori di scarsa qualità. La desertificazione è, in particolare, una delle più gravi emergenze ambientali degli ultimi decenni e secondo la Convenzione ONU per la Lotta alla Desertificazione sono 135 milioni le persone che rischiano di diventare profughi per cause connesse ad essa. Tra le cause della desertificazione sono inclusi fattori diretti come l’uso improprio delle terre, i processi climatici e fattori indiretti quali la pressione demografica, le policy internazionali e le implicazioni socio-economiche. Questo fenomeno risulta il principale responsabile delle migrazioni, del sovra-popolamento nei territori scelti come rifugio e della conseguente conflittualità sociale che ne deriva. Tra i migranti e rifugiati esistono differenze: l’immigrato è colui che ha scelto di emigrare sulla base di un progetto di vita che non può realizzare nel proprio paese. Collocazione in Biblioteca: BR 4E 1

La *tratta oggi, cos’è? / Stefano Volpicelli e Carlo Olivieri. In: *Comuni d’Europa, luglio 2009, pp. 37-43.

La tratta, ossia il reato di spostamento di una persona da un luogo attraverso l’inganno o la coercizione al fine del suo sfruttamento, è oggi un fenomeno globale, complesso e dinamico. Esso è il frutto della concomitanza di due fattori: l’incapacità delle istituzioni di gestire i nuovi flussi migratori e l’intuizione dell’enorme business dello spostamento di persone. Al di là della tradizionale concezione dell’immigrazione come soluzione a situazioni di povertà e miseria, c’è la realtà di un tentativo di ricerca di nuove prospettive, totalmente precluse nel Paese d’origine. In tale ottica le politiche migratorie attuali appaiono addirittura restrittive e utili solo a favorire la speculazione su situazioni critiche e di disperato desiderio di emigrare. Le conseguenze sono lo spostamento illegale di persone e il loro successivo sfruttamento: privi di documenti e, quindi, di identità e diritti, questi “corpi” sono vittime di sfruttamento sessuale per le strade o nei locali (come le colombiane in Giappone, le donne dell’est in Italia, le slave in Israele) oppure svolgono mansioni domestiche nelle case mentre gli uomini lavorano nei campi o nel settore delle costruzioni. La tratta è un fenomeno complesso che consiste nel reclutamento tramite l’inganno, nell’abuso di potere, nello sfruttamento per fini lavorativi, sessuali, criminali. L’assenza di uno di questi elementi impedisce di parlare di “tratta”, ma induce a ricorrere ad altre definizioni e a punire i migranti stessi con l’espulsione. L’identificazione della vittima di una tratta è estremamente difficile. La stessa vittima non è consapevole di esserlo o lo è in minima parte (sa che dovrà ripagare il trafficante per il “servizio” con i primi stipendi, ma non sa quanti; sa che dovrà prostituirsi, ma non conosce le condizioni; non sa che i figli, mandati per stare meglio, chiederanno l’elemosina). Il Protocollo di Palermo, per questi motivi, non considera valido il consenso dato dalla vittima, perché sempre viziato o imposto. Le vittime, inoltre, quasi mai, sanno di godere di diritti e di assistenza legale, sanitaria e psicologica in Italia e ciò accresce la difficoltà nel trovarle e contattarle. Giunte con la speranza/promessa di un lavoro, di un matrimonio, di un percorso di studi, si ritrovano in un Paese straniero, ignari dei propri diritti, sole. Ma restano, perseverano, sperano nel miglioramento della loro condizione, nel riscatto, inconsapevoli dell’aiuto che potrebbero ricevere dalle forze dell’ordine.

10

Page 9: N. 2 – Maggio/Agosto 2009teca.consiglio.puglia.it/tdm/documenti/webzine/Terminus-2009-2.pdf · N. 2 – Maggio/Agosto 2009 Direttore responsabile: Arcangelo Tedone Redazione: Rosalba

La tratta è un fenomeno dinamico: ha subito delle evoluzioni nel tempo: tra il 1992 e il 1998 il reclutamento era forzato, basato su rapimenti e minacce alle famiglie; dopo lo si è mascherato con l’offerta di opportunità lavorative, attraverso false agenzie. Dal 1992 al 2003, inoltre, avveniva con mezzi regolari (automobili, autobus, battelli) e con documenti regolari; dopo in forma irregolare, come i migranti clandestini. E’ mutato nel tempo anche il fine della tratta: non solo lo sfruttamento sessuale delle donne, ma anche lo sfruttamento lavorativo di donne, uomini e minori. Ciò ha indotto a un ripensamento dei paini di intervento. La tratta è, dunque, un fenomeno globale, complesso e dinamico che ha pesanti ripercussioni oltre che sui singoli, i cui diritti sono pienamente violati, anche sul Paese di provenienza e di approdo. Da un lato determina la reificazione di persone che riportano poi danni psicologici e fisici e conducono esistenze ai limiti del vivibile; dall’altro lede la comunità di appartenenza, privata di forza lavoro, di intelligenze, di elementi del tessuto sociale e familiare (le nostre colf sono madri, i nostri braccianti sono padri). E’ necessario un intervento di limitazione della competitività economica, nonché di graduale eliminazione delle zone d’ombra. Collocazione in Biblioteca: DEM 2A 4

*Accogliere i migranti: minaccia, dovere o diritto? /Antonio Maria Vegliò. In: Aggiornamenti sociali, luglio/agosto 2009, pp. 521-527.

In un mondo sempre più globalizzato e segnato da differenze culturali, sociali, economiche e religiose, il fenomeno globale dell’immigrazione suscita inevitabilmente interrogativi: ci si deve difendere da un’invasione o è un loro diritto migrare? E’ necessario che tutti collaborino e promuovano il mutuo benessere sulla base di un ordinamento giuridico internazionale, che stabilisca un’effettiva condivisione di responsabilità tra i Paesi di partenza, di transito e di

destinazione. Le politiche di accoglienza devono essere riformulate alla luce di un piano di solidarietà concordato e sulla base degli imprescindibili principi etici di tutela della dignità della persona e dei gruppi umani e della promozione dell’unità del genere umano, al di là delle distinzioni etniche, nazionali, culturali e religiose. Non possono essere ignorate, ovviamente, le strutture economiche internazionali e il ruolo degli stessi immigrati nei sistemi di produzione dei Paesi di accoglienza. Devono essere garantiti loro i diritti fondamentali (alla vita, all’integrità fisica e morale, alla sicurezza, alla libertà, di proprietà), nonché i diritti del mondo del lavoro (salario, condizioni di lavoro, riposo settimanale, ferie, diritti sindacali) e quelli sociali. Se si inseriscono a pieno titolo nel sistema produttivo, adempiendo ai propri obblighi fiscali, hanno diritto allo stesso trattamento dei cittadini locali. E’, invece, evidente la tendenza a creare un muro intorno al benessere nazionale, escludendone gli immigrati e macchiandocisi del grave reato di omissione di solidarietà. Le migrazioni non sono un pericolo, a condizione che siano gestite con una politica e una legislazione adeguate, oltre ad una disposizione mentale ed etiche adatte alla situazione. Gli spazi di appartenenza e partecipazione devono essere allargati e contemporaneamente ristretti quelli di emarginazione ed esclusione. L’obiettivo finale e regolatore è la costruzione di una “società integrata” che difenda le differenze sia terreno di dialogo. Strumento irrinunciabile è l’educazione all’intercultura, ossia all’apertura, alla tolleranza, alla giustizia, alla parità, alla pace, che formi all’accoglienza delle differenze e della molteplicità. Una formazione accademico-culturale con inevitabili risvolti pragmatici e sociali. La differenza non è una menomazione, bensì una ricchezza, dinanzi alla quale il fenomeno della migrazione ci pone, per provocarci all’apertura e all’accoglienza. Collocazione in Biblioteca: BR 1D 6

11

Page 10: N. 2 – Maggio/Agosto 2009teca.consiglio.puglia.it/tdm/documenti/webzine/Terminus-2009-2.pdf · N. 2 – Maggio/Agosto 2009 Direttore responsabile: Arcangelo Tedone Redazione: Rosalba

*Pratiche di co-sviluppo nel progetto MIDA Italia-Ghana/Senegal: limiti edopportunità./ Andreo Stocchiero. In: Studi Emigrazione, aprile-giugno 2009, pp. 329-348.

Nel 2002 l’OIM (Organizzazione Mondiale per le Migrazioni) ha avviato unprogetto di “co-sviluppo”, ossia di sviluppo dei Paesi d’origine, attraverso il miglioramento delle condizioni di alcuni immigrati (senegalesi e ghanesi) in Italia. Il progetto MIDA (Migration for Development in Africa) ha sostenuto 18 iniziative di sviluppo locale da parte di altrettante associazioni di immigrati,

volti alla formazione di 40 migranti per l’avvio di attività di generazione del reddito. E ha ricevuto finanziamenti di 100.000 euro per progetto. Il CeSPI ha svolto attività di ricerca antropologica e psicologica e promozione dei parternariati, attraverso l’analisi dei vari fattori che influenzano e determinano l’entità dello sviluppo e del miglioramento che gli immigrati possono apportare a se stessi e ai loro Paesi (l’età, l’occupazione,le capacità, ecc.). Il capitale sociale, nella sua componente associazionistica relazionale e strutturale, è oggetto di attento studio, mediante incontri e confronti con i leaders dei gruppi. I principali progetti sono:

- Progetto di sviluppo comunitario di Kolda in Senegal, presentato dall’Unione delle comunità e associazioni degli immigrati (Ucai) del Friuli Venezia Giulia;

- Progetto di sviluppo agricolo a Doryumu in Ghana, elaborato dall’associazione Afro-Italian Humanitarian Organization (Aiho);

- Progetto Ghanacoop; - Progetto Senitalia, presentato dall’associazione di migranti Yakkar con sede a Forlì; - Progetto Suma Agricultural Cooperative Society; - Progetto per il turismo sostenibile nella zona di Lompoul in Senegal.

Si tratta di progetti pragmatici e rappresentativi di tutte le attività transnazionali per lo sviluppo locale portate avanti dai migranti e dalle loro associazioni. Il progetto migratorio dei senegalesi è maschile, a tempo determinato, caratterizzato da una forte circolarità e pendolarismo. Quello ghanese, invece, prevede il ricongiungimento familiare, un tempo di lavoro e di residenza abbastanza lungo, un minore tasso di pendolarità. L’inserimento di pende dal contesto di lavoro: senegalesi e ghanesi lavorano soprattutto come operai non qualificati nei distretti industriali del nord Italia, in piccole e medie imprese. Entrambi sono ben predisposti alle relazioni interpersonali e si propongono, in particolar modo i senegalesi, come buoni mediatori con il cliente nella vendita al dettaglio. I ghanesi sono invece più legati ai loro nuclei di appartenenza familiari e religiosi, con l’inevitabile conseguenza di una maggiore chiusura all’esterno, nei contesti laici. Le loro associazioni sono più omogenee e convergono tutte nel Council of Ghana National Associations in Italy (Cognai). I senegalesi, invece, pur nutrendo un forte senso di appartenenza alla loro comunità religiosa, hanno anche una pluri-appartenenza a diverse forme di associazionismo: associazioni di migranti che provengono dallo stesso paese di origine, che lavorano nella stessa città, che appartengono alla medesima etnia o confraternita religiosa. L’”associazionismo di villaggio” intreccia gli interessi e le relazioni transnazionali con quelli familiari, poichè tende ad accumulare e progredire per la famiglia, il villaggio, il paese di appartenenza. Ne è esempio il villaggio senegalese si Nguénar, che ha cellule sparse in città italiane, francesi, spagnole e del Camerun, alcune delle quali fungono da connettori tra le altre. Sono nate con il tempo anche “associazioni di approdo”, ossia di ausilio degli stessi immigrati a coloro che approdano successivamente, per l’avvio di loro attività commerciali.

12

Page 11: N. 2 – Maggio/Agosto 2009teca.consiglio.puglia.it/tdm/documenti/webzine/Terminus-2009-2.pdf · N. 2 – Maggio/Agosto 2009 Direttore responsabile: Arcangelo Tedone Redazione: Rosalba

Nell’ambito di ogni tipo di associazione svolge un ruolo fondamentale il leader, che è raccordo importante tra l’associazione stessa e il Paese d’origine, oltre ad essere, spesso, più sensibile degli autoctoni alle tematiche e ai problemi del confronto socio-culturale-religioso tra le civiltà, grazie anche ai corsi da mediatore culturale, all’impegno attivo politico-sociale. Propulsore delle attività di sviluppo e potenziamento dell’economia locale e dei Paesi d’origine è certamente il legame familiare tra l’immigrato e il suo nucleo di appartenenza, che secondo alcuni è anche un vincolo/limite. Di qui l’adozione di due diverse politiche: l’una volta al riconoscimento dell’esistenza nonché dell’importanza delle relazioni familiari degli immigrati; l’altra mirante all’astrazione del singolo dal contesto di appartenenza. Il risultato è in ogni caso spesso un’ibridazione del moderno occidentale con il tradizionale di provenienza e di conseguenza trasformazioni di tutta l’economia e dei rapporti sociali “qui e là”. La tendenza più evidente è senz’altro il passaggio da una logica assistenziale ad una autonomizzante, benché il posto dei migranti resti ambiguo: da un lato interni ai processi locali e attori, dall’altro esterni, aiutati e spettatori. Se, tuttavia, tali iniziative favoriscono lo sviluppo e l’arricchimento dei Paesi di provenienza e d’approdo, d’altro canto, costituiscono un incentivo alla cultura dell’emigrazione, in quanto risposta più promettente ai bisogni familiari e nazionali. Esse però hanno anche il merito di favorire l’incontro, il dialogo e la collaborazione tra mondi, culture, religioni ed economie altrimenti distanti. Gli effetti positivi sono, tuttavia, limitati dall’eccessiva frammentarietà dei progetti, nonché dalla loro esiguità rispetto ai processi in atto. Manca, inoltre, in Italia una politica coerente a favore del co-sviluppo, nel cui ambito valorizzare le diverse pratiche. Consapevoli di questo, i leader svolgono da un lato attività di coscientizzazione nei confronti delle comunità di appartenenza e dall’altro entrano in relazione con i governi a livello locale e nazionale per favorire il cambiamento delle politiche. Collocazione in Biblioteca: BR 5 C 11

13

Page 12: N. 2 – Maggio/Agosto 2009teca.consiglio.puglia.it/tdm/documenti/webzine/Terminus-2009-2.pdf · N. 2 – Maggio/Agosto 2009 Direttore responsabile: Arcangelo Tedone Redazione: Rosalba

*Una nuova generazione di italiani : l’idea di cittadinanza tra i giovani figli di immigrati / Enzo Colombo, Lorenzo Romaneschi, Chiara Marchetti. – Milano : Franco Angeli, c2009. – 142 p. ; 23 cm.

INDICE: *Cittadinanza, partecipazione e riconoscimento *Lo status giuridico della cittadinanza in Italia e una comparazione internazionale *La cittadinanza come necessario riconoscimento formale dei diritti *Cittadinanza e complessità dell’appartenenza *Percorsi di seconde generazioni. Associazioni, movimenti, narrative *Permanenza e trasformazione della cittadinanza *Bibliografia.

Il libro prende in esame la tematica dei processi di globalizzazione e quindi dei flussi di persone, di idee che trasformano l’idea di cittadinanza, evidenziando il legame contraddittorio che lega l’appartenenza a una comunità alla tutela dei diritti individuali e collettivi. Altro tema di riflessione è dato dai giudizi e le aspettative nei confronti della cittadinanza. I diritti di cittadinanza tendono a essere ridefiniti nei termini di diritti umani, protetti a livello transnazionale. In quest’ottica il concetto di cittadinanza riguarda la costruzione di un regime di diritti umani e la garanzia, conseguentemente, della tutela di diritti civili, sociali e politici all’interno dello Stato-nazione per tutti i residenti legali, indipendentemente dalla loro nazionalità. Ma questo dato di principio cozza con quanto poi avviene: la distinzione tra cittadini (nativi) e stranieri fa sì che gli immigrati siano sempre meno interessati ad avere la cittadinanza del Paese di residenza, favoriti dal fatto di essere comunque protetti da regimi giuridici sovranazionali. Ne viene fuori che la cittadinanza è una questione di pratiche più che di status. Le buone pratiche si sostanziano in una politica della partecipazione che costruisce ponti tra pubblico e privato, tra maggioranza e minoranza e che man mano delinea uno spazio pubblico a favore dell’inclusione sociale. Le diverse modalità con cui gli Stati-nazione riconoscono la cittadinanza costituiscono un elemento centrale che determina l’esito del percorso di assimilazione. Collocazione in Biblioteca: BM 81F 44p

La *non discriminazione nell’Unione Europea / Chiara Favilli. – Bologna : Il mulino, c2008. – 382 p. ; 23 cm.

INDICE: *I divieti di discriminazione nel Trattato che istituisce la Comunità Europea *Il giudizio sulla discriminazione *Le nuove norme antidiscriminatorie *Il principio generale di non discriminazione *La direttiva 2000/43/CE ed i programmi d’azione contro la discriminazione *La direttiva 2000/78/CE sulla parità di trattamento nei luoghi di lavoro *La direttiva 2004/113/CE sulla parità tra uomini e donne nel settore dei beni e dei servizi.

Il testo si occupa della tutela contro la discriminazione. La protezione contro le discriminazioni è innanzitutto protezione delle diversità sociali, di genere, di nascita, di origine, di appartenenza religiosa o politica. Partendo da questo assioma segue l’analisi della tutela in diversi documenti: art 2 della Dichiarazione universale dei diritti umani “ciascuno è titolare dei diritti sanciti dalla dichiarazione senza distinzione di alcun genere come la razza, il colore, il sesso, la lingua, la

14

Page 13: N. 2 – Maggio/Agosto 2009teca.consiglio.puglia.it/tdm/documenti/webzine/Terminus-2009-2.pdf · N. 2 – Maggio/Agosto 2009 Direttore responsabile: Arcangelo Tedone Redazione: Rosalba

religione, l’opinione politica, o altra opinione, l’origine nazionale o sociale, la proprietà, la nascita”; art. 1, par. 3 della Carta delle Nazioni Unite in cui si afferma la promozione, l’incoraggiamento e il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali per tutti senza distinzione di razza, sesso, lingua o religione; art. 26 del Patto sui diritti civili e politici in cui si afferma che tutti gli individui sono eguali dinanzi alla legge e sancisce il divieto contro ogni discriminazione sia essa fondata sulla razza, il colore, il sesso, al lingua, la religione, l’opinione politica, l’origine nazionale o sociale, la condizione economica. Collocazione in Biblioteca: BM 81F 45p

15

Page 14: N. 2 – Maggio/Agosto 2009teca.consiglio.puglia.it/tdm/documenti/webzine/Terminus-2009-2.pdf · N. 2 – Maggio/Agosto 2009 Direttore responsabile: Arcangelo Tedone Redazione: Rosalba

L’*Italia degli stranieri grande come il Lazio: cinque milioni con permesso di soggiorno nel 2010 / Franca Deponti, Francesca Padula In: Il *sole-24 ore, 20/07/2009, p. 3

Il decreto Maroni-Sacconi porterà cinque milioni di stranieri a regolarizzare la loro posizione in Italia. Un traguardo che si prevede da raggiungersi nel 2010 e che avvicinerà la media nazionale delle presenze straniere ai livelli di Francia e Germania. I tassi di irregolarità sul totale degli abitanti sono più elevati nelle città del Nord (Brescia con quote altissime e poi Lombardia ed Emilia). La regolarizzazione prevederebbe 500mila rapporti di lavoro domestico. La scadenza per mettere a regola colf e badanti è per il 30 settembre e sono regolarizzabili lavoratori comunitari o extracomunitari che svolgono irregolarmente mansioni di collaboratori familiari in qualità di colf, prestatori di assistenza, cuochi, giardinieri, custodi. Per i lavoratori extracomunitari regolarmente in Italia, la regolarizzazione è ammessa solo se in possesso di un titolo di soggiorno che consente di svolgere un lavoro subordinato. La scelta di sospendere gli effetti del reato di clandestinità, ancor prima che entri in vigore, è stata fortemente influenzata proprio da questi numeri considerevoli: un gran numero di clandestini con contratto di lavoro (da 500mila a un milione) nei confronti dei quali sarebbe realisticamente impossibile pensare a processi davanti ai giudici di pace con conseguenti condanne ed espulsioni di massa.

*Cooperazione accademica Bari-Qena / Barbara Facchini In: *Bari sera, 8/05/2009, p. 9

Siglato l’accordo tra dal prorettore Augusto Garuccio e dal rettore della South Valley University of Egypt, Abbas Mansour, che vedrà lo sviluppo di relazioni accademiche, progetti e soggiorni di studio per studenti, ricercatori, professori e personale tecnico-amministrativo. La finalità è promuovere la cooperazione culturale e scientifica nei campi dell’agraria, della fisica, della chimica, della medicina, delle biotecnologie, della letteratura e dell’archeologia tra le due Università. Altri progetti tra i due Paesi hanno visto ricercatori baresi ed egiziani lavorare congiuntamente sulle variazioni stagionali di alcune malattie specificatamente negli agrumeti.

La *Chiesa e gli immigrati respinti: diritti a rischio / Dino Martirano In: *Corriere della Sera, 9/05/2009, p. 5

La Chiesa critica la nuova fase inaugurata dal ministro Roberto Maroni sul respingimento dei clandestini contro l’immigrazione illegale che arriva sulle coste italiane contro i clandestini, sostenendo che in questo modo vengono violati i diritti umani e affermando che se il reato di immigrazione clandestina non viene modificato verranno compromessi anche i diritti fondamentali quali la salute e l’istruzione.

16

Page 15: N. 2 – Maggio/Agosto 2009teca.consiglio.puglia.it/tdm/documenti/webzine/Terminus-2009-2.pdf · N. 2 – Maggio/Agosto 2009 Direttore responsabile: Arcangelo Tedone Redazione: Rosalba

*Immigrazione, non solo ordine pubblico: patti di cittadinanza per l’integrazione e maggiore cooperazione internazionale In: *Avvenire, 26/05/2009, p. 8

L’articolo mette in luce quanto sia determinante assicurare una integrazione agli immigrati sul territorio e non nell’ottica di un multiculturalismo dove diverse etnie si incontrano ma non dialogano ma in un’ottica di una convivenza che, a partire dall’identità del nostro popolo, si costruisce su dei veri e propri “patti di cittadinanza” dove il concetto di immigrazione non risulta undato epocale ma una sorta di “identità arricchita”. Le parrocchie di quartiere assumono un ruolo di collante e di concreta integrazione tra i territori così come le scuole e il ruolo educativo degli insegnanti.

*Identità come percorso condiviso./Adel Jabbar. In: *Liberazione, 3/05/2009, p. 2.

Chi sono gli stranieri e le straniere di cui si parla oggi in termini così allarmistici?Spesso si tende a considerarli come una cosa sola, una massa omogenea al suo interno, dimenticando che si tratta, invece, di singole individualità con storie, culture, vite, identità proprie. Persone che vivono la difficile e complessa situazione di “riposizionamento”, di inserimento eadattamento ad un contesto in tutto diverso da quello di provenienza. Persone per le quali permanere in un Paese straniero equivale a compiere un processo di “socializzazione”, ossia di progressiva acquisizione e interiorizzazione di elementi socio-culturali, relazionali, economici e istituzionali. Il processo di “territorializzazione” d’altro canto non è privo di ripercussioni sulla società stessa, che è indotta a ridefinire i suoi meccanismi e i suoi concetti portanti. Lo straniero inquieta proprio per questo sua abilità a rendere labili tutti i confini, a mettere in discussione tutti gli schemi. Egli è, tuttavia, anche fonte di rinnovamento culturale, di confronto e di arricchimento. Non si deve commettere l’errore di ridurre lo straniero o ad una connotazione totalmente positiva, per la quale egli è manodopera utile al sistema economico e al lavoro, o ad una totalmente negativa, che ne fa la fonte di criminalità e illegalità. Ciò ha infatti l’immediata conseguenza di politicheriduttive improntate o all’adattamento asimmetrico (solidarietà solo a chi riveste un ruolo utile all’economia) o al contenimento (limitazione e discriminazione dell’immigrato). E’ necessario, invece, che si sviluppi una prassi di “inclusione democratica” basata sulla cittadinanza, sulla partecipazione e su una politica di empowerment che riconosca i diritti deilavoratori migranti e individui nuovi luoghi di aggregazione e valorizzazione delle soggettività culturalmente diverse.

La “Gazeta Shiqiptare” censurata a Tirana, solidarietà dai parlamentari./ F. Giul. In: La *Gazzetta del Mezzogiorno, 16/05/2009.

Il 14 maggio è stata impedita la diffusione nelle edicole di Tirana della Gazeta Shqiptare,quotidiano diffuso in Albania ed edito da Edisud, società editrice anche della Gazzetta delMezzogiorno di Bari. Il giornale riportava in prima pagina alcuni documenti che coinvolgevano ilfiglio del primo ministro in uno scandalo relativo al commercio di munizioni.

17

Page 16: N. 2 – Maggio/Agosto 2009teca.consiglio.puglia.it/tdm/documenti/webzine/Terminus-2009-2.pdf · N. 2 – Maggio/Agosto 2009 Direttore responsabile: Arcangelo Tedone Redazione: Rosalba

L’Assostampa di Puglia ha dichiarato solidarietà ai colleghi albanesi, condannando il “gravissimo atto intimidatorio” e ribadendo, da un lato, il dovere dei giornalisti di informare i cittadini e, dall’altro, il diritto dei cittadini ad essere informati. L’on. Antonio Gaglione del Pd è solidale e vicino ai giornalisti e sollecita un’azione da parte del governo italiano a tutela dei diritti di stampa; si rivolge anche al ministro degli esteri Franco Frattini, affinché attraverso l’ambasciatore chieda chiarimenti al governo di Tirana. L’Italia, infatti, in quanto sponsor del processo d’integrazione europea dell’Albania, è responsabile del rispetto della democrazia.

*Eritrea e Tunisia: l’eccellenza pugliese insegnata allo Iamb./ Paolo Marella. In: *Regione, 16/05/2009, p. 8.

L’Eritrea è stata la prima colonia italiana in Africa e nel 1939 arrivò ad avere una popolazione di cinquantotto mila italiani su novantatremila abitanti totali. Oggi la situazione è cambiata: il dialogo tra le due nazioni, favorito e vivificato dalla Puglia, ponele basi per future collaborazioni. Emblematico è l’incontro tra l’ambasciatore eritreo Zemede Tekle e il presidente dell’Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari, Cosimo Lacirignola, durante il qualesono state illustrate le attività dello Iam. L’indomani l’ambasciatore tunisino, Habib Achour, incontrerà gli alunni tunisini che frequentano i corsi di specializzazione e i master in Gestione del suolo e dell’acqua, Protezione integrata delle colture frutticole mediterranee e Agricoltura biologica mediterranea. Anche la Tunisia, come l’Eritrea, è sede di alcuni progetti ortofrutticoli pugliesi.

*Immigrati, pronta la legge pugliese. / Paolo Russo In: La *Repubblica, 24/05/2009, p. 4.

La Nigeria è il punto di partenza della tratta di giovani schiave che sono condotte in Italia per essere immesse nel mercato della prostituzione. I frequenti naufragi mietono tra l’altro molte vittime, tra le quali la diciannovenne Esceth Ekos, allaquale sarà intitolata la sala giunta, annegata nel canale di Sicilia mentre il mercantile turco Pinar soccorreva gli altri profughi. La giunta di Nichi Vendola, omaggiando questa “vittima delrazzismo”, muove un’accusa politica ai respingimenti dei clandestini attuati dalla politica diBerlusconi. Creare “una rete pugliese dell’accoglienza” è solo il primo passo della strategia anti-razzismo della regione Puglia; La giunta sta preparando una delibera della disobbedienza contro le politiche razziste del governo.

*Emergenza immigrati, clima razzista./Enrico Moroni. In: L’Unità, 1/06/2009, p. 22.

Dopo il Fascismo e le leggi razziali del ’38, per la prima volta l’Italia vede il declino della solidarietà e della convivenza con l’altro. Le tensioni sociali e la crisi fomentano nei cittadini un odio xenofobo misto a paura che si concretizza nei frequenti episodi di violenza verso cittadini dialtri paesi. E’ necessario acquisire la consapevolezza che l’immigrazione non è né un fatto eccezionale, nétantomeno momentaneo, ma una realtà da sempre esistita e anche fondamentale per lo sviluppo delle economie nonché dell’integrazione tra i popoli. Il governo italiano, invece, sta emanando leggi fondamentalmente contro l’immigrazione, ma di fatto contro il diritto stesso di cittadinanza, contribuendo ad alimentare una caccia alle streghe inutile e dannosa. L’Inca propone di rafforzare il proprio impegno sociale a favore degli immigrati.

18

Page 17: N. 2 – Maggio/Agosto 2009teca.consiglio.puglia.it/tdm/documenti/webzine/Terminus-2009-2.pdf · N. 2 – Maggio/Agosto 2009 Direttore responsabile: Arcangelo Tedone Redazione: Rosalba

*Apriamo l’Europa per dare uno schiaffo a chi è razzista./Iuri Maria Prado. In: *Libero, 4/06/2009, p. 14.

Per quale motivo Federico Bricolo, capo dei senatori leghisti, sostiene la necessità di evitare l’ingresso nell’UE della Turchia? Per l’etnia? Per la religione? E’ dovere degli italiani difendere la “cristianità” della loro nazione da una cospicua percentuale di musulmani? Certamente no, ribatte la Lega. Allora?La Turchia dovrebbe essere ammessa anche soltanto per dimostrare che non si sta seguendo unapolitica di stampo nazista, fondata sul discrimine razziale e/o religioso

*Minori irregolari “Tutele insufficienti”/ Luca LiveraniIn: *Oggi Italia, 4/06/2009, p. 11

“Terres des hommes Italia” e Parsec. “Minori erranti, l’accoglienza e i percorsi di protezione” (Ediesse, 244 pp.) rivela che ogni anno 30.000 minori entrano clandestinamente in Italia. Molti sono sfruttati nei cantieri, nelle officine, nei campi, molti altri fanno accattonaggio ai semafori, diventano braccia attive del crimine. La senatrice del Pd, Anna Serafini, nel suo intervento alla presentazione del testo, annuncia che lacommissione parlamentare per l’infanzia ha tracciato le linee guida per la tutela dei minori migranti senza famiglia. Ci si chiede come mai i minorenni scappino dalle strutture di accoglienza e tutela, ma la risposta è intuitiva: si reputano adulti, perché mandati dai genitori per lavorare, mentre la tutela li rende minori e preclude loro il lavoro. E’ necessario cercare di avviarli correttamente al mondo del lavoro, attraverso una formazione adeguata.

*Niente più barche. L’Albania adesso richiama i suoi figli./ Giovanni Ruggiero. In: *Avvenire. 19/07/2009, p. 3.

L’immigrazione dall’Albania, pur non essendo mai cessata, è oggi notevolmente diminuita e regolarizzata dalla necessità del visto.Il 1997 fu un anno molto difficile per l’Albania: i suoi abitanti disperati migravano dal sud verso laGrecia, dal nord prima verso le stesse città albanesi poi verso l’Italia. Tre anni fa fu approvata la legge che imponeva di tirare a secco le imbarcazioni del porto di Valona, salvo permessi particolari, ponendo fine ai viaggi verso la terra promessa. D’altro canto le Acli da un lato lavorano sul territorio albanese per favorire e velocizzare l’emissione dei “visa”, altrimenti falsificati; dall’altro, attraverso il progetto “Migrazione-Migrazione diritti”, supportano anche il reinserimento in Albania di coloro che non hanno tratto vantaggi dalla “fuga”. Le mete sono anche mutate: non più l’Italia, ma soprattutto il Canada, gli USA e la lontana Australia. Diverse e più elevate sono anche le aspirazioni dei migranti: non un qualsiasi lavoro, ma un titolo di studio spendibile una futura carriera dignitosa. Spesso le richieste provengono da altri albanesi perfettamente inseriti nel tessuto socio-economico locale e in cerca di connazionali (ne è un esempio l’area padovana). La vecchia immigrazione era dettata da cause ben note; la nuova dalla crisi mondiale.

19

Page 18: N. 2 – Maggio/Agosto 2009teca.consiglio.puglia.it/tdm/documenti/webzine/Terminus-2009-2.pdf · N. 2 – Maggio/Agosto 2009 Direttore responsabile: Arcangelo Tedone Redazione: Rosalba

Una *Conferenza di tutte le Chiese europee./Giovanni Zavatta In: L’*Osservatore romano, 21-22/07/2009, p. 7.

Il patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo, il 20 luglio a Lione ha ribadito l’invito alla Chiesa romana alla creazione di una conferenza di tutte le chiese europee, al fine di promuoverne più efficacemente il dialogo non solo tra loro, ma anche con le istituzioni dell’Unione Europea. La risposta della Chiesa cattolica non si è fatta attendere: il cardinale di Lione, Philippe Barbarin, ha condiviso la speranza di intensificazione dei rapporti tra le chiese e ha espresso l’intenzione di scrivere al pontefice a tal proposito. Il Patriarca ha ricordato la ricorrenza del cinquantesimo anniversario della Kek, ricordandone gli impegni e i progressi, ma anche i fallimenti e augurandosi l’integrazione dei suoi valori con quelli cattolici, senza i quali l’avvenire della nuova Europa è “buio e perfino incerto”.

*Libano, gruppo terrorista contro l’Unifil e i militari italiani./ Umberto de Giovannangeli In: L’*Unità, 22/07/2009, p. 21.

Dopo la sassaiola con Hezbollah, la missione Onu schierata in Libano ha scoperto di essere nel mirino di una cellula terroristica formata da dieci persone di nazionalità arabe differenti. Il suo obiettivo era creare altri gruppi terroristici con il compito di monitorare le forze Unifil e l’esercito libanese, al fine di operazioni terroristiche. Essi sarebbero entrati nel Paese con documenti falsi, mirando anche a favorire la fuga di terroristi latitanti e l’infiltrazione di militanti fondamentalisti ispirati ad Al Qaeda. Non si tratta del primo attentato alle forze Onu in Libano: dall’autunno 2006 ne hanno subiti ben tre, dei quali il più sanguinoso fu quello del 2007 da parte di un gruppo sannita. Il presidente libanese Michel Suleiman e il premier incaricato Saad Hariri hanno gettato acqua sul fuoco, sostenendo la necessità dell’intervento delle “forze amiche” dell’Unifil per vigilare sulla sovranità del Libano.

*Marocco-Italia: la voglia di partire e i sogni infranti./Paolo Lambrusche In: *Avvenire, 24/07/2009, p. 3.

I marocchini sono il terzo gruppo etnico in Italia, emigrati prevalentemente dal triangolo rurale Beni Mellal, Pkhi Ben Saleh e Khouribga e impegnati nello svolgimento dei lavori pericolosi, pesanti e poco pagati. Sono soprattutto i maschi a trasferirsi per motivi non solo economici, ma anche psicologici e sociali. Il mito del Belapese nasce fin dall’infanzia, quando i genitori suscitano nei piccoli la curiosità e l’ammirazione per una realtà rosea, fatta di bambini felici, pizza e macchine. Si indebitano per permettere ai figli il viaggio clandestino e si aspettano da loro, poi, parte del denaro guadagnato lavorando duramente, quale segno tangibile del successo riportato. Le città italiane si affollano mentre quelle marocchine crescono quasi deserte, in attesa del controesodo estivo. Allora si celebrano i matrimoni e si formano famiglie destinate a essere divise per il resto dell’anno. Per frenare i flussi migratori governi e ong tentano oggi la strada dell’educazione alla responsabilità, mentre i fondi europei tentano di creare attività produttive in Marocco. Sarà necessario del tempo, tuttavia, per risolvere la situazione.

20

Page 19: N. 2 – Maggio/Agosto 2009teca.consiglio.puglia.it/tdm/documenti/webzine/Terminus-2009-2.pdf · N. 2 – Maggio/Agosto 2009 Direttore responsabile: Arcangelo Tedone Redazione: Rosalba

Nota: Questo numero di Terminus è stato redatto in collaborazione con la stagista Claudia Addabbo del Corso di Laurea di Interclasse in Filosofia – Facoltà di Lettere e Filosofia – Università degli Studi di Bari

21