Webzine Terminus Gennaio-Aprile...

19
Gennaio/Aprile 2006 Direttore responsabile: Arcangelo Tedone Redazione: Rosalba Magistro, Luigi A. Colecchia, Francesca Schiavone Conversione digitale e funzioni ipertestuali: Valter Messore Sviluppo nel sito web: Vito Perugino Marketing informativo: Giulia Murolo, Giuseppe Angiuli, Ilaria Rima Il periodico viene edito in formato digitale nell’URL della Biblioteca all’indirizzo http://www.bcr.puglia.it/tdm/webzine.htm L’edizione in formato cartaceo è in numero limitato di copie ed inviata solo su richiesta scrivendo a: [email protected]

Transcript of Webzine Terminus Gennaio-Aprile...

Page 1: Webzine Terminus Gennaio-Aprile 2006teca.consiglio.puglia.it/tdm/documenti/webzine/Terminus-1-06.pdf · Gennaio/Aprile 2006 Direttore responsabile: Arcangelo Tedone Redazione: Rosalba

Gennaio/Aprile 2006

Direttore responsabile: Arcangelo Tedone

Redazione: Rosalba Magistro, Luigi A. Colecchia, Francesca Schiavone

Conversione digitale e funzioni ipertestuali: Valter Messore

Sviluppo nel sito web: Vito Perugino

Marketing informativo: Giulia Murolo, Giuseppe Angiuli, Ilaria Rima

Il periodico viene edito in formato digitale nell’URL della Biblioteca all’indirizzo

http://www.bcr.puglia.it/tdm/webzine.htmL’edizione in formato cartaceo è in numero limitato di copie ed inviata solo su richiesta scrivendo a:

[email protected]

Page 2: Webzine Terminus Gennaio-Aprile 2006teca.consiglio.puglia.it/tdm/documenti/webzine/Terminus-1-06.pdf · Gennaio/Aprile 2006 Direttore responsabile: Arcangelo Tedone Redazione: Rosalba

SOMMARIO

Siti in Internet, pag. 3

Banche dati, pag. 4

Riviste, pag. 5

Monografie, pag. 9

Quotidiani, pag. 12

Il Punto, pag. 17

2

Page 3: Webzine Terminus Gennaio-Aprile 2006teca.consiglio.puglia.it/tdm/documenti/webzine/Terminus-1-06.pdf · Gennaio/Aprile 2006 Direttore responsabile: Arcangelo Tedone Redazione: Rosalba

BULGARIA http://www.bulgaria-italia.com/bg/ Portale sulla Bulgaria in lingua italiana. Notizie, storia, arte, cultura, letteratura, economia, politica, turismo, folklore e informazioni sui contatti e relazioni tra i due paesi. Il sito offre la navigazione anche in altre lingue: bulgaro, inglese, francese, russo. DAI BALCANI http://www.stina.hr Notizie dai Balcani e dall'Europa Orientale, in inglese. L’organizzazione STINA, finalizzata alla ricerca e diffusione di notizie provenienti dall’est Europa, collabora con oltre 100 canali di media (quotidiani, periodici, stazioni radio, televisioni, agenzie giornalistiche…) in quasi tutti i paesi di Balcani ed est Europa, e con alcuni media occidentali negli Usa, Svizzera, Austria e Germania. INTERNATIONAL CRISIS GROUP http://www.crisisgroup.org/home/index.cfm L’ICG (International Crisis Group) è un’organizzazione indipendente, no-profit, non governativa, con oltre 110 membri del proprio staff distribuiti in cinque continenti, che lavora al fine di prevenire e risolvere i conflitti internazionali. Il sito è multilingue (inglese, francese, russo, spagnolo, indonesiano, arabo, armeno, bosniaco, croato, serbo, macedone, albanese, con indici e notizie principali anche in coreano, nepalese, portoghese, turco, ebraico, greco, dari [dialetto afgano] e farsi [persiano]). Su questo sito è disponibile la versione italiana di una guida pratica, completa e definitiva per chi cerca lavoro con ONG, Nazioni Unite, Croce Rossa Internazionale, Unione Europea e con l’Ufficio Cooperazione del Ministero degli Esteri. MEDOCC http://www.viaeromanae.org/uk/egnatia Questo sito è il frutto di un partenariato tra quindici regioni d'Europa di Francia, d'Italia, di Spagna e di Grecia iniziato dal 1998, nell'ambito del PROGETTO EUROPEO INTERREG MEDOCC. Grazie al suo contenuto ed ai suoi links questo sito può rappresentare per gli internauti d'Europa e del mondo, uno strumento efficace d'informazione (scoperta della storia, della geografia, del turismo, una fototeca, degli avvenimenti e delle informazioni pratiche sulla visita dei siti …) sulle vie romane nel Mediterraneo, ma anche una finestra aperta sui paesi partners di questo progetto.

3

Page 4: Webzine Terminus Gennaio-Aprile 2006teca.consiglio.puglia.it/tdm/documenti/webzine/Terminus-1-06.pdf · Gennaio/Aprile 2006 Direttore responsabile: Arcangelo Tedone Redazione: Rosalba

4

*De Agostini Professionale Banca dati giuridica onerosa, consultabile anche on line, via Internet, (oltre che su CD-Rom e DVD-Rom) solo dai titolari di licenza, con un aggiornamento continuo e in tempo reale. L’Opera informa su: Il Diritto Comunitario e dell’Unione Europea, classificato in 25 grandi aree tematiche, corredato del commento giurisprudenziale; Le Leggi d’Italia, con il commento giurisprudenziale di tutte le Magistrature Superiori, organizzato per sommari, e la Dottrina di prestigiosi giuristi; Le Leggi regionali, inserite in un’unica banca dati contenente la normativa di 20 regioni italiane e delle province autonome di Trento e Bolzano (in versione bilingue); I 7 Codici d’Italia nel testo vigente e coordinato; L’Archivio storico dei provvedimenti nazionali; Le Circolari e le Istruzioni ministeriali, emanati a partire dal 1996 da circa trentacinque organi competenti tra Ministeri, Istituti ed Enti. Ogni circolare è correlata al relativo provvedimento legislativo contenuto nella banca dati “Codici d’Italia”. L’opera contiene sia le circolari interpretative pubblicate nella G.U., sia quelle non pubblicate, di difficile reperibilità. La banca dati De Agostini è consultabile in Biblioteca con l’ausilio degli operatori **EEuurroo--lleexx GGaazzzzeettttaa UUffffiicciiaallee ddeellllee CCoommuunniittàà EEuurrooppeeee BBaannccaa ddaattii,, ccoonnssuullttaabbiillee aanncchhee oonn--lliinnee,, iill ccuuii oobbiieettttiivvoo ccoonnssiissttee nneell ppeerrmmeetttteerree llaa ccoonnssuullttaazziioonnee ddeeii ssoommmmaarrii ee ddeeii ddooccuummeennttii ddeellllee ggaazzzzeettttee uuffffiicciiaallii ggrraazziiee aallllee ffuunnzziioonnii ddii rriicceerrccaa ee nnaavviiggaazziioonnee.. OOffffrree uunn qquuaaddrroo ccoommpplleettoo ddeell ddiirriittttoo ddeellll’’UUnniioonnee EEuurrooppeeaa,, nnoonncchhéé ddeellllee pprroocceedduurree ddeecciissiioonnaallii ffrraa llee CCoommmmiissssiioonnii ee llee aallttrree iissttiittuuzziioonnii.. CCOONNSSUULLTTAAZZIIOONNEE:: iill pprrooggrraammmmaa hhaa uunnaa bbaarrrraa ddii nnaavviiggaazziioonnee ((eelleennccoo ccrroonnoollooggiiccoo,, ggeerraarrcchhiiccoo,, sseeqquueennzziiaallee,, rreeppeerrttoorriioo)) ee aallllee ffuunnzziioonnii ddii rriicceerrccaa ((sseemmpplliiccee,, ccoonn ddaattaa,,ccoonn nnuummeerroo ddeellllaa GGUU,, ppeerr eessppeerrttoo ee ccoonn ppaarroollee cchhiiaavvee)).. PPEERRIIOODDIICCIITTAA’’:: ooggnnii eeddiizziioonnee mmeennssiillee èè ccoossttiittuuiittaa ddaa dduuee CCDD--RROOMM,, uunnoo ppeerr llaa sseerriiee LL ee uunnoo ppeerr llaa sseerriiee CC;; ttuuttttaavviiaa,, eennttrraammbbii iinncclluuddoonnoo ii ssoommmmaarrii iinntteeggrraallii ddeellllaa sseerriiee LL ee CC.. Tutte le banche dati sono consultabili in Biblioteca con l’ausilio degli operatori.

Page 5: Webzine Terminus Gennaio-Aprile 2006teca.consiglio.puglia.it/tdm/documenti/webzine/Terminus-1-06.pdf · Gennaio/Aprile 2006 Direttore responsabile: Arcangelo Tedone Redazione: Rosalba

* Debalcanizzare i Balcani / Giuseppe Cucchi In: I *quaderni speciali di Limes, Supplemento al n. 4/2005 di Limes, pag. 73-82 L’attuale conflitto che da anni, oramai, tormenta l’Iraq ha avuto il merito/demerito di concentrare su Baghdad gran parte delle risorse militari e finanziarie dell’occidente, sottraendole allo scenario balcanico che, fino a poco tempo prima, ne godeva pienamente. Dal punto di vista mediatico è stato come se, con un semplice colpo di spugna, siano state cancellate tutte le traversie affrontate da Bosnia, Kosovo, Serbia, Montenegro, Macedonia, riportando l’intera regione in una situazione di inesistente tranquillità.

Inizialmente l’impegno europeo nei Balcani era stato motivato dalla paura di vedere coinvolte nel conflitto, lentamente ma in maniera inesorabile, tutte le popolazioni della Federazione jugoslava col rischio che tale “fiammata bellica” potesse espandersi anche verso i paesi dell’Unione. Con l’intervento degli Usa e dell’Alleanza atlantica il problema ha preso una piega che superava i confini del Vecchio Continente e che, perciò, diventava una delle priorità dell’intero Occidente. Dall’epoca la situazione nei Balcani è andata sempre migliorando ma senza effettivamente risolversi mai: la Slovenia è integrata sia nell’Europa che nell’Alleanza atlantica; la Bulgaria e la Romania procedono verso l’integrazione europea; l’Albania è entrata nel partenariato della Nato e viene seguita in questo movimento anche dalla Croazia; la Serbia è diventata democratica. Ma in verità restano da risolvere i gravissimi problemi ancora legati a Bosnia e Kosovo. In Bosnia le tre etnie presenti non hanno nessuna intenzione di unificarsi e mantengono nettamente separati sia i poteri politici che, peggio ancora, quelli militari. Dal canto loro gli albanesi del Kosovo non accettano il pensiero di poter rimanere una provincia all’interno di una federazione jugoslava che comprenda anche quella Serbia contro cui in maniera sanguinosa si sono battuti. E’ per questo che le maggiori organizzazioni internazionali non devono assolutamente disperdere in eccesso le proprie forze e sono obbligate a risolvere in maniera chiara e definitiva, nel più breve tempo possibile, queste problematiche. Collocazione in biblioteca: BR 5A 2

L’*Unione Europea: tra la crisi del Trattato Costituzionale e i dilemmi dell’allargamento / Ferdinando Nelli Feroci. In: La *Comunità Internazionale, n. 4/2005, pag. 597-606 Nonostante l’evidenza della crisi che, in questi mesi, il processo di integrazione europea sta attraversando, è comunemente diffusa la consapevolezza, soprattutto in ambito politico, dell’irreversibilità dei risultati raggiunti da tale processo. Ecco perché Governi e forze politiche si prodigano per recuperare gli stimoli, gli impulsi che lo sviluppo europeo sembra avere ultimamente perso. In Francia e nei Paesi Bassi il Trattato Costituzionale è stato respinto con un

recente referendum, ma certo nessuno avrebbe mai potuto immaginare che la ratifica del Trattato sarebbe stata data per scontata in tutti i Paesi membri. Per questo già nel 2004 l’allargamento a dieci nuovi Paesi era stato salutato come uno straordinario successo dell’Unione. Tutto questo accade nel momento in cui l’Unione sta completando il processo di integrazione con Bulgaria e Romania

5

Page 6: Webzine Terminus Gennaio-Aprile 2006teca.consiglio.puglia.it/tdm/documenti/webzine/Terminus-1-06.pdf · Gennaio/Aprile 2006 Direttore responsabile: Arcangelo Tedone Redazione: Rosalba

(verosimilmente nel gennaio 2007), negozia con Turchia e Croazia, conferma la prospettiva europea ai paesi dei Balcani occidentali. Grande è l’interesse dell’Italia all’adesione di Bulgaria e Romania, in quanto si tratta di paesi dei quali l’Italia è il principale partner economico. Proprio per questo l’Italia stessa ha un interesse strategico a garantire alla zona dei Balcani occidentali condizioni di pace, stabilità, sviluppo economico. Alla luce di quanto enunciato, la prospettiva dell’entrata in vigore del Trattato Costituzionale pur essendo seriamente compromessa non è del tutto accantonata. Saranno pertanto i paesi che ad esso hanno già aderito, a fungere da sprone per quelli «dove si è optato per una pausa di riflessione». Collocazione in biblioteca: BR 4D 10

*Perché l’Adriatico non diventi un mar morto / Margherita Paolini In: I *quaderni speciali di Limes, Supplemento al n. 4/2005 di Limes, pag. 9-17 L’attuale allargamento dell’Unione europea sembra aver prodotto anche dei danni ai Balcani, emarginandoli rispetto al nuovo grande spazio ritagliato da Turchia, Russia e Adriatico, con frontiere spesso incerte e molto frequentate dai traffici criminali. Per questo anche la frontiera orientale italiana è spesso esposta a sempre crescenti pressioni. Naturalmente per evitare una permanente emarginazione dei Balcani occidentali, è necessario che questi vengano integrati pienamente nel “Sistema Adriatico”, dopo,

questo è chiaro, che siano state affrontate tutte le questioni insolute in seno ai paesi in questione. La situazione potrebbe ulteriormente degradare nel momento in cui dovessero entrare Bulgaria e Romania nell’Ue, in quanto queste, che già tendono a ricongiungersi con il Centro e il Nord del continente, spingerebbero i Balcani in una ulteriore situazione di isolamento. Un’eventuale road map per l’internazionalizzazione del Sistema Adriatico, dovrebbe sottostare ad alcune precise regole: A) capitalizzare la rete dei rapporti interadriatici e renderla sempre più efficiente; B) riconfigurare i rapporti interadriatici non basandosi solo su una trama “sponda a sponda”; C) il segretario tecnico per l’Adriatico, insediato ad Ancona, deve operare verso l’internazionalizzazione del suo circuito, indipendentemente dalle tempistiche di accesso di nuovi singoli paesi all’Ue. In questo contesto l’Adriatico svolge il ruolo di «motore di reti e parternariati tra il Baltico ed il Mediterraneo attraverso i Balcani adriatici». Testo corredato da carte a colori. Collocazione in biblioteca: BR 5A 2

*Partenariato euro-mediterraneo: dal decimo anniversario del processo di Barcellona al nuovo programma di lavoro / Silvana Paruolo In: *Affari Sociali Internazionali, n. 3/2005, pag. 119-125 Il cosiddetto Processo di Barcellona, incontro tra i ministri euro-mediterranei degli Affari esteri, ebbe luogo nel 1995 e mirava a creare e consolidare una zona di pace e prosperità economica entro il 2010. Purtroppo nonostante il partenariato, i divari tra le due sponde tendono ad aumentare. Perciò il partenariato Euro-Med ha cominciato ad orientarsi verso nuove collaborazioni, con l’applicazione della politica europea di vicinato (Pev).

In questa maniera si tende a tenere annessi all’Unione europea anche quei paesi del Mediterraneo del Sud (attualmente Marocco, Tunisia, Egitto, Giordania, Israele, Palestina, Libano, Algeria, Siria) che non potranno mai aspirare ad essere membri dell’Ue. Tra i rischi che il processo di Barcellona

6

Page 7: Webzine Terminus Gennaio-Aprile 2006teca.consiglio.puglia.it/tdm/documenti/webzine/Terminus-1-06.pdf · Gennaio/Aprile 2006 Direttore responsabile: Arcangelo Tedone Redazione: Rosalba

non ha potuto evitare, c’è stato quello di incentrare interesse sulla liberalizzazione industriale a scapito del problema agricolo. Per fortuna questo scenario è in netto cambiamento, al momento attuale, grazie alle nuove proposte della Commissione europea. Tra le proposte della Commissione bisogna sottolineare: fare avanzare i diritti dell’uomo e della democrazia; sostenere la creazione di posti di lavoro; liberalizzare scambi e cooperazione nel settore agricolo; far convergere le legislazioni per favorire il commercio; integrazione Nord-Sud; creazione di un ambiente macroeconomico sano; creazione di una banca di sviluppo euro-mediterranea; sviluppo di una rete di trasporti euro-mediterranei; realizzazione di un mercato euro-mediterraneo di energia; disinquinamento del Mediterraneo entro il 2020. Collocazione in biblioteca: BR 5C 8

*Allargamento Ue, nuove dinamiche e nuovi confini / Antonio Ricci In: *Affari Sociali Internazionali, Anno XXXIII, n.° 3/2005, pag. 33-43 Interessante saggio che affronta la tematica dell’allargamento prossimo dei confini dell’Europa a 25. Secondo alcuni studi specifici sembra che, contrariamente a quanto si potrebbe supporre, l’allargamento dell’Unione non porterà ad un aumento dell’emigrazione verso occidente che, anzi, sarà inferiore rispetto alle cifre degli anni ’90. Inoltre sin da quegli anni si erano già posti come meta di emigrazione la Repubblica Ceca, l’Ungheria, la Polonia, la Russia e dal 1999 anche la Lituania. La Russia, nello specifico, comincia a porsi come opzione alternativa al miraggio occidentale, anche

grazie ad una scarsa legislazione interna nella gestione dei flussi migratori. Nel momento in cui nel 2007 l’Unione vedrà l’ingresso probabile di Bulgaria, Romania e Croazia, avrà dei confini eccezionalmente estesi e che giungeranno sino a toccare Ucraina, Russia, Bielorussia, Moldavia, Caucaso… Naturalmente diventa fondamentale un buon rapporto di collaborazione con i paesi dell’Est, per elaborare un’efficace politica migratoria. Non si possono infatti negare i tanti progressi registrati negli ultimi anni nella gestione delle frontiere e quanto questi siano stati favoriti da regimi di visto più liberali all’interno dell’Unione allargata. Lì dove i flussi di transito verso il mondo occidentale siano stati in qualche maniera bloccati, i migranti si sono spesso rivolti ad organizzazioni criminali internazionali. I profitti ottenuti da tali organizzazioni sono altissimi ed hanno spinto le stesse non solo ad investire parte di questi denari nell’acquisto di attrezzature tecnologiche sempre più avanzate, ma anche nell’apertura di nuove attività commerciali che di tali introiti permettano un veloce riciclaggio. Collocazione in biblioteca: BR 5C 8

*Slovenia: in Europa a pieno titolo / Robin Schweiger In: *Aggiornamenti Sociali, n. 1/2006, pag. 33-44 Interessante saggio su sfondo storico-sociologico. Per un lunghissimo tempo, già a partire dal VI sec., gli sloveni si sono trovati ad essere governati da popoli più forti. Al giorno d’oggi, invece, la Slovenia è uno Stato democratico, indipendente dal 1992. Dal 2004 essa è anche membro della NATO e dell’UE. I rapporti della Slovenia con l’Italia sono stati a lungo travagliati. I due paesi hanno in comune 280 km di

7

Page 8: Webzine Terminus Gennaio-Aprile 2006teca.consiglio.puglia.it/tdm/documenti/webzine/Terminus-1-06.pdf · Gennaio/Aprile 2006 Direttore responsabile: Arcangelo Tedone Redazione: Rosalba

confine e dal 1993, per iniziativa comune dei governi, fu creata una “Commissione storico-culturale italo-slovena”. Prima di ciò, sin dai tempi del ventennio fascista, gli sloveni avevano subito gravi vessazioni da parte italiana il cui regime fascista impose anche, su territorio sloveno, il divieto di utilizzare la lingua autoctona. Nella seconda guerra mondiale l’Italia giunse fino ad invadere la Slovenia e ad annettersi la parte meridionale, trasformandola in una provincia italiana. Fu solo alla fine del conflitto che l’esercito jugoslavo liberò Trieste dai tedeschi e ridiede libertà agli sloveni. Attualmente in Slovenia sopravvive una minoranza italiana (0,11%) riconosciuta per legge e dotata di ampi diritti. Al contrario in Italia non esiste un trattamento equivalente per gli sloveni. Dal punto di vista religioso, dopo le vessazioni subite dalla chiesa cattolica slovena durante il periodo del regime comunista, ora questa raccoglie il maggior numero dei fedeli nella regione (57,8%). Grande è però il livello di tolleranza verso altre confessioni, quali gli ortodossi (2,3%), i musulmani (2,4%), anche gli atei (10,1%). In conclusione, lì dove la Jugoslavia era una entità multietnica e multireligiosa mantenuta con la forza, la Slovenia ha scelto democraticamente, con un plebiscito, di essere uno stato indipendente. Ecco perché ha un alto valore storico il fatto che questa nazione sia stata la prima della ex federazione jugoslava ad entrare in Europa. Collocazione in biblioteca: BR 5C 2

8

Page 9: Webzine Terminus Gennaio-Aprile 2006teca.consiglio.puglia.it/tdm/documenti/webzine/Terminus-1-06.pdf · Gennaio/Aprile 2006 Direttore responsabile: Arcangelo Tedone Redazione: Rosalba

*Sarajevo : le radici dell’odio / Stefano Bianchini. – Roma : Edizioni Associate, c2003. – 416 p. : ill. ; 22 cm. INDICE: *Identità nazionale e senso della storia: l’eredità del passato *La “polveriera” jugoslava *Lo spettro della questione d’Oriente *L’integrazione regionale tra pace e guerra *I meccanismi dell’insicurezza *Perché il passato non passa? La tragedia dei popoli balcanici *I Balcani, gli Stati Uniti e l’Europa *Dopo Dayton: la difficile ricerca di una stabilizzazione regionale *Conclusione L’autore di questo saggio ripercorre la storia dei nazionalismi balcanici a

cavallo tra XIX e XX secolo e, grazie all’utilizzo di fonti inedite, affronta anche eventi poco noti, alla ricerca di una motivazione profonda che possa aiutare a comprendere gli avvenimenti della guerra jugoslava. Sarajevo è stata per secoli luogo d’incontro di tante nazioni, crocevia di religioni e civiltà. Questa tradizione è stata per l’appunto messa in pericolo dalla nefasta guerra degli anni novanta. L’odio è divenuto strumento politico atto a colpire nel profondo le specificità balcaniche, specificità che risiedono nel senso di appartenenza dei cittadini balcanici a due precise macrocomunità : la prima coincide con l’appartenenza etnica; la seconda è caratterizzata dalle convinzioni religiose e dai gruppi culturali (slavo, latino, ellenico). All’interno del conflitto, inoltre, la presenza straniera internazionale, l’intrusione straniera, è sempre stata vista come fervida dispensatrice di parole alle quali, però, non è mai seguito alcun segno concreto. Ecco perché gli stessi caschi blu dell’ONU sono stati spesso contrastati sia dalle parti politiche slave, che dalla stessa popolazione civile. Il nazionalismo in cui è sfociato il conflitto balcanico non ha niente a che vedere con il concetto di “diversità”. Esso, invero, considera la diversità come un valore negativo, privo di connotazioni culturali e politiche. Il nazionalismo, tuttavia, non è un “destino inevitabile” della penisola balcanica ma deve necessariamente sfociare in forme di federalismo e di reciproca collaborazione. Collocazione in biblioteca: BM 29H 1a

L’*Adriatico non è frontiera – The Adriatici s not a barrier / Bruno Brevetti. - Ancona : Affinità Elettive, c2005. - 256 p. ; 21 cm. INDICE: *Prefazione di Ljerka Šimunković *Presentazione *Ringraziamenti *A volo di gabbiano *Il mare dell’intimità *Venezia e la Dalmazia *Il sale prezioso come l’oro *Le migrazioni *Le imbarcazioni *Pirati e corsari *Presìdi di sanità, torri di guardia, fortificazioni *sostenibilità, cultura comune, turismo *L’identità alimentare *Documenti e notizie *Internet e l’Adriatico *Appendice: presentazione di Ljerka Šimunković *Ancona 1999 *Spalato 2000 *Bari 2001 Igoumenitsa 2002 *Rijeka 2003 *Chioggia 2004 *Testo inglese *Bibliografia

Testo bilingue (italiano ed inglese) che raccoglie un interessante saggio di Bruno brevetti oltre agli interventi dello stesso ai “Forum delle città dell’Adriatico e dello Ionio”, dal 1999 al 2004. Brevetti insiste in tutti i suoi scritti sull’immensa ricchezza delle differenze che caratterizzano i popoli del mediterraneo adriatico (Slovenia, Croazia, Montenegro, Albania, Italia e Grecia) e sul ruolo che

9

Page 10: Webzine Terminus Gennaio-Aprile 2006teca.consiglio.puglia.it/tdm/documenti/webzine/Terminus-1-06.pdf · Gennaio/Aprile 2006 Direttore responsabile: Arcangelo Tedone Redazione: Rosalba

esse hanno sul piano dei microlivelli. Lì dove la globalizzazione rischia di livellare ogni tipo di differenza ed identità l’area adriatica torna lentamente, ma inesorabilmente, ad essere protagonista del quadro politico e commerciale mondiale. La lunga storia comune dei paesi che si affacciano sull’Adriatico mostra prospettive economiche, ambientali e culturali che possono spingere a porre la comunità adriatica in primo piano sullo scenario mondiale in generale, ed europeo nello specifico. «L’Europa delle diversità farà l’unità dell’Europa, perché le diversità, vivendo assieme, fanno più forte la nostra unità.» Collocazione in biblioteca: BM 29 F 43a

*Il multiculturalismo / Maria Laura Lanzillo. – Bari: : Laterza, c2005. – X, 158 p. ; 18 cm. INDICE: *Introduzione *La questione multiculturale *Strategie di esclusione: il dibattito nordamericano *Il «velo» dell’universalismo: nuove questioni di tolleranza *Oltre l’identità: multiculturalismo come differenza. Breve ed interessantissimo saggio sul ruolo che il termine ed il concetto di “multiculturalismo” ha assunto negli ultimi vent’anni del secolo scorso. Quasi generalmente multiculturalismo segnala e spiega le difficoltà che i nostri sistemi politici si trovano ad affrontare in un’epoca, come quella

attuale, ricca di contraddizioni e sconvolgimenti. Il multiculturalismo è oramai uno dei concetti più indagati in ambito dell’indagine filosofico-politica moderna e viene spesso presentato come la “panacea” a tutti i problemi di convivenza fra cittadini ed individui che sempre più vogliono vedere riconosciute le proprie differenze più che le uguaglianze. L’Europa si trova ad affrontare i gravi problemi derivanti dalle ondate migratorie provenienti dal Sud del mondo e vede, contemporaneamente, la crisi dello Stato-nazione. Così comincia a vedere il multiculturalismo come nuova elaborazione del concetto tutto europeo di “tolleranza”. Lo scritto, pertanto, si propone «di ricostruire il dibattito multiculturale attraverso alcune delle sue voci più importanti.» Collocazione in biblioteca: BM 29H 17a

*Terra società miti nei Balcani / Paul Henri Stahl. - Soveria Mannelli: Rubbettino, c1993. - XXII, 271 p. ; 21 cm. INDICE: *Introduzione *Gli albanesi *Gli slavi *I greci *I rumeni *Strutture sociali, strutture religiose, strutture magiche *Confronti e ipotesi Vede la pubblicazione in Italia nel 1993 questo splendido testo di P.H. Stahl (Tit. or.: Tribus et villages balkaniques, 1988) che è uno degli strumenti più validi e completi per indagare sul mondo balcanico contemporaneo. L’obiettivo dell’autore è quello di descrivere nel profondo e con dovizia di

particolari (tutti supportati da rigorose ricerche storiche) alcuni aspetti importanti della vita delle popolazioni balcaniche, soffermandosi particolarmente sulle strutture sociali e sui sistemi di proprietà. Secondo il Nostro, la stessa comprensione del sorgere degli Stati Moderni può essere favorita, ad esempio, dall’osservazione della formazione, sull’eredità tribale di tipo medievale, del Montenegro come Stato, in base al diritto “consuetudinario” legato alla vita della tribù. Il testo è diviso in due parti. Nella prima sono studiate le popolazioni balcaniche divise per gruppi (albanesi, slavi meridionali, greci, rumeni). Di queste si indaga sulle casate, le organizzazioni e le

10

Page 11: Webzine Terminus Gennaio-Aprile 2006teca.consiglio.puglia.it/tdm/documenti/webzine/Terminus-1-06.pdf · Gennaio/Aprile 2006 Direttore responsabile: Arcangelo Tedone Redazione: Rosalba

tipologie delle famiglie, il ruolo delle donne, la divisione del lavoro, la trasmissione dei beni, le strategie matrimoniale, i rapporti tra gruppi ed assemblee tribali. Nella seconda parte viene invece ricostruito l’articolato processo legato ai sistemi dei valori, della fede, delle credenze popolari (rapporti con la terra, gli antenati, l’ignoto). In conclusione, Stahl arriva a dimostrare come esistano degli elementi comuni che palesano un’unica identità culturale nell’intera area balcanica. Si scopre, inoltre, che molti dei valori e delle credenze popolari balcaniche, sono identici a quelli di tante popolazioni contadine italiane ed europee. Collocazione in biblioteca: BM 29I 28a

11

Page 12: Webzine Terminus Gennaio-Aprile 2006teca.consiglio.puglia.it/tdm/documenti/webzine/Terminus-1-06.pdf · Gennaio/Aprile 2006 Direttore responsabile: Arcangelo Tedone Redazione: Rosalba

*E’ la riscoperta del Mediterraneo / di Pasquale Satalino In: La *Gazzetta del Mezzogiorno, del 06-03-06, pag. 2 Dopo circa quarant’anni di relativo silenzio, il tema delle dinamiche del Mediterraneo è tornato alla ribalta dell’attenzione delle istituzioni pubbliche e private pugliesi. Ciò, naturalmente, si verifica a seguito di due precisi fenomeni: il nuovo impatto dei Balcani e del Mediterraneo sulla scena internazionale a seguito delle nutrite migrazioni di profughi, e il conseguente sviluppo delle politiche comunitarie a sostegno di quest’area geografica. Molte delle iniziative pugliesi vedono la collaborazione di istituzioni vecchie e nuove: la CUM (Comunità delle Università del Mediterraneo), Tecnopolis, il Centro Laser di Bari, la Cittadella della Ricerca di Mesagne. Cultura ed economia, insomma, al centro delle recenti dinamiche di una Puglia sempre più inserita in un ruolo leader dello scacchiere mediterraneo. Collocazione in Biblioteca: Sezione DEM *Mediterraneo e Balcani : il dialogo da Mesagne In: La *Gazzetta del Mezzogiorno, del 04-03-06, pag. 8 Presso la Cittadella della Ricerca di Mesagne si è svolto un convegno internazionale in cui si è discusso della “storia comune” tra Mediterraneo e Balcani. L’assessore al Mediterraneo della Regione Puglia, Silvia Godelli, ha così affermato: «La Regione Puglia punta ad una integrazione di tutta l’area del Mediterraneo, sia dal punto di vista degli scambi culturali e della reciproca conoscenza che dell’iniziativa economica e dello sviluppo commerciale. [...] La Puglia può interfacciare i due mari e diventare attrice di questa integrazione». Collocazione in Biblioteca: Sezione DEM Il *Mediterraneo va in rete / di Michele Signorello In: *Bari Sera, del 01-03-06, pag. 6 Un nuovo progetto avveniristico è stato presentato alla Fiera del Levante. E’ stato proposto dalla Regione Puglia all’interno del Forum p.a. 2006. Il progetto è puntato alla velocizzazione della pubblica amministrazione locale, avvicinandola a quelle dei paesi del Mediterraneo attraverso una rete informatica di uffici e servizi. Collocazione in Biblioteca: Sezione DEM «In bagno lei stinge Mr. Sen?» *Un nobel e lo scontro di civiltà / di Amartya Sen In: *Corriere della Sera del 26-02-06, [testo integrale del saggio pubblicato sul sito www.corriere.it, traduzione di Maria Sepa] Il pregnante saggio di Amartya Sen, Premio Nobel per l’economia nel 1998, prende le mosse dalla bagarre internazionale scatenata dalla pubblicazione di vignette satiriche in Europa, ispirate al profeta Muhammad. In verità più che di un saggio si tratta di una accorata riflessione sul tema del multiculturalismo. Sen sottolinea come la coesione tra tradizioni si manifesta non con la “tolleranza” reciproca (concetto che comunque comporta la visione della supremazia della propria cultura d’appartenenza sulle altre) ma con la fusione di stili di vita differenti.

12

Page 13: Webzine Terminus Gennaio-Aprile 2006teca.consiglio.puglia.it/tdm/documenti/webzine/Terminus-1-06.pdf · Gennaio/Aprile 2006 Direttore responsabile: Arcangelo Tedone Redazione: Rosalba

Infatti, la società mondiale attuale non può essere inquadrata in un’ottica di multiculturalismo assoluto, bensì in una di “pluralità di monoculturalismi”. Per l’appunto, il multiculturalismo prevede la quasi “fusione” tra elementi di culture diverse, mentre quando si hanno due stili e due tradizioni che coesistono fianco a fianco senza incontrarsi, si ha la pluralità di monoculturalismi. La libertà culturale, ovvero la libertà di poter scegliere un ambiente culturale di appartenenza, si scontra spesso con il conservatorismo culturale, e la difesa del multiculturalismo in nome della libertà culturale viene vista come un sostegno forte e assoluto nei confronti della tradizione culturale di origine. In conclusione, Sen afferma che bisogna ripensare all’idea di multiculturalismo, per evitare confusioni concettuali sull’identità sociale. Deve essere combattuto ogni principio di divisione che questa confusione concettuale a volte incoraggia, così come devono essere anche evitate le divisioni tra monoculturalismi basandosi solo sull’appartenenza religiosa. Collocazione in Biblioteca: Sezione DEM *Nuova linea collega Bari a Istanbul In: La *Gazzetta del Mezzogiorno, del 25-02-06, pag. 4 Una nuova nave, la Und Denizcilik, metterà in comunicazione il porto barese con quello di Istanbul, dopo che Bari aveva già istituito dei ponti di comunicazione ad hoc con Albania e Montenegro. Il collegamento avrà cadenza settimanale e la nave, che ha 21 mila tonnellate di stazza, potrà trasportare fino a 150 camion. Collocazione in Biblioteca: Sezione DEM Il *Corridoio 8 va fatto / di Sandro Frisullo In: La *Gazzetta del Mezzogiorno, del 25-02-06, pag. 9 Si è tenuto a Bari il Forum sul Mediterraneo dal titolo di Verso la Comunità del Levante, promosso dall’assessore della Regione Silvia Godelli in collaborazione col centro iniziative Balcani della Fondazione Gramsci di Puglia. All’interno del forum, il Presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, ha sostenuto con forza che il Corridoio 8 deve essere realizzato al più presto, e che esso non è da vedersi come un “favore” ai Balcani o alla Puglia, bensì all’Europa intera. A tale proposito, la Puglia è la prima regione ad aver già sottoscritto il protocollo d’intesa con la Rete Autostrade del Mare. Il fulcro del coordinamento tra Puglia e Albania, Macedonia e Montenegro, ruota attorno a temi focali quali cultura, conoscenza reciproca e mobilità. Nel forum si è inoltre sostenuto che l’area del sud dei Balcani è una vera sfida per l’allargamento dell’Europa ai paesi di nuova democratizzazione, al fine di ricercarne la stabilità politica ed economica e per seguire progetti di cooperazione e collaborazione. Collocazione in Biblioteca: Sezione DEM *Sviluppo a Est – Questione del Sud / di Franco Botta In: *Corriere del Mezzogiorno, del 24-02-06, pag. 1 Protagonista assoluta nella costituzione della novella Euroregione Adriatica, la Puglia è sempre stata in prima linea nei programmi che l’Unione europea svolge in tema di cooperazione internazionale. Si palesa chiaramente che sulle nostre sponde la tranquillità dipende molto da quello che accade nel resto dei balcani. Analizzando le tante e pur lodevoli iniziative intraprese negli anni dalla Regione Puglia, non si può non notare quanto queste siano state spesso frammentarie e progettate in solitudine, attuate senza coinvolgere i partner dell’altra sponda adriatica.

13

Page 14: Webzine Terminus Gennaio-Aprile 2006teca.consiglio.puglia.it/tdm/documenti/webzine/Terminus-1-06.pdf · Gennaio/Aprile 2006 Direttore responsabile: Arcangelo Tedone Redazione: Rosalba

Finalità della Puglia sarà quella di rendere evidente il potenziale di sviluppo che può venire a tutte le regioni meridionali dalla soluzione della questione adriatica e dal processo di allargamento dell’Unione europea ad Est. Collocazione in Biblioteca: Sezione DEM *Status del Kosovo, partono i negoziati / di Marina Mastroluca In: L’*Unità, del 21-02-06, pag. 9 Ricominciano a Vienna le nuove trattative negoziali tra serbi e kosovari albanesi. Dopo sette anni dai bombardamenti della Nato che misero definitivamente la parola fine sul regime di Milosevic, le posizioni dei due gruppi etnici restano sostanzialmente identiche a quelle dell’immediato dopo-conflitto. Tale situazione di stallo viene anche aggravata dal fatto che, durante questi anni, la comunità internazionale non è riuscita ad elaborare nessuna strategia di pacifica convivenza tra serbi ed albanesi. Il governo di Belgrado propone la creazione di un’entità autonoma serbo-kosovara, soluzione duramente contestata dagli albanesi che vedono in questa mossa una volontà di spartizione del Kosovo. Oramai anche tra le fazioni più moderate degli albanesi del Kosovo si considera irrinunciabile la creazione di un proprio Stato autonomo. Collocazione in Biblioteca: Sezione DEM *Sella, le banche investono 8 mld nel Mediterraneo / di Andrea Naselli In: *Milano Finanza, del 21-02-06, pag. 6 Il plafond di 8 miliardi predisposto dalle banche italiane per gli investimenti nelle aree del Mediterraneo, è stato per oltre la metà utilizzato dalla Turchia. Maurizio Sella, presidente dell’Abi, sostiene l’importanza dei paesi del Mediterraneo nel processo di internazionalizzazione del sistema bancario italiano. Accantonata l’ipotesi di una banca euromediterranea unica, gli istituti italiani sono già pronti ad aumentare il plafond messo a disposizione per l’area Meda. L’area Meda (Mediterraneo e Medio Oriente) è composta da 13 paesi: Algeria, Cipro, Egitto, Giordania, Israele, Libano, Malta, Marocco, Siria, Territori Palestinesi, Tunisia e Turchia. Collocazione in Biblioteca: Sezione DEM Un *ponte di bit sul Mediterraneo / di Susanna Jacona Salafia In: *Affari & Finanza, del 20-02-06, pag. 16 Nord e sud del bacino del Mediterraneo vengono finalmente messi in contatto da una griglia tecnologica, atta a rafforzare lo sviluppo di tre continenti: Europa, Africa e Asia. I paesi coinvolti saranno 14, a partire dalla Francia meridionale sino a coinvolgere Siria e Palestina, passando attraverso la Sicilia e il Nord Africa. Lo schema completo e definitivo del progetto, finanziato dall’Unione europea nell’ambito del 6° programma quadro per la Ricerca e lo sviluppo tecnologico, è reperibile sul sito www.eumedgrid.org. Collocazione in Biblioteca: Sezione DEM *Bari e altre 7 Province insieme per unire l’Adriatico e il Tirreno con i Corridoi 1 e 8 / di Maristella Mantuano In: *Puglia, del 14-02-06, pag. 1e10

14

Page 15: Webzine Terminus Gennaio-Aprile 2006teca.consiglio.puglia.it/tdm/documenti/webzine/Terminus-1-06.pdf · Gennaio/Aprile 2006 Direttore responsabile: Arcangelo Tedone Redazione: Rosalba

Raccordare i Corridoi 1 e 8 è tra le priorità delle Province di Bari, Foggia, Potenza, Matera, Salerno, Benevento, Avellino e Napoli, i cui presidenti si sono incontrati all’interno dell’aula consiliare della Provincia di Foggia. Grande è stato l’impegno di questa Provincia, che ha dato completamento al percorso istituzionale, includendo grandi traiettorie tirreniche ed adriatiche per realizzare azioni integrate di sviluppo produttivo ed internazionalizzazione. Questo progetto si è certi che contribuirà a dare vita ad una serie di impegni per lo sviluppo del Mezzogiorno. Collocazione in Biblioteca: Sezione DEM *Maggiore collaborazione con alcuni Paesi Arabi In: L’*Osservatore Romano, del 12-02-06, pag. 2 Nell’ambito del progetto di pattugliamento marittimo previsto dalle forze Nato, tre dei Paesi del Dialogo Mediterraneo, ovvero Algeria, Marocco ed Israele, aderiranno all’operazione di pattugliamento insieme alle navi dell’Alleanza Atlantica. Unico punto ancora di contrasto sul quale ancora non si è trovato un accordo è il finanziamento delle missioni. Lo stesso Segretario generale della Nato, Jaap de Hoop Scheffer, ha affermato quanto importante sia il ruolo della Nrf (Forza di Reazione Rapida) ma è necessario un tempo più lungo per pianificarla. Collocazione in Biblioteca: Sezione DEM *Con «Bis», Puglia in Albania, di Michele Marolla In: La *Gazzetta del Mezzogiorno, del 11-02-06, pag. 10 Articolo dedicato all’inaugurazione della Banca Italiana di Sviluppo (Bis) a Tirana, alla presenza del premier albanese Sali Berisha e dell’ambasciatore italiano Attilio Iannucci. Scopo della banca sarà quello di seguire gli imprenditori pugliesi ed italiani che operano in Albania. La Bis è il primo istituto bancario tutto italiano sul suolo albanese. Il progetto della Bis è della Banca Popolare Pugliese, che però possiede solo il 5% del pacchetto azionario, e della famiglia Mariano (in passato nella Banca Agricola Salentina), azionista di maggioranza. Collocazione in Biblioteca: Sezione DEM *Euroregione Adriatica, occasione per la Puglia, in: Il *Paese Nuovo, del 08-02-06, pag. 3 Si è tenuta a battesimo a Venezia l’Euroregione Adriatica, alla presenza del Consiglio d’Europa e degli esponenti dei Governi e delle Regioni dei paesi che si affacciano sulle due sponde dell’Adriatico. Enzo Lavarra, unico europarlamentare italiano, eletto nelle liste dei Ds, nel suo intervento ha sottolineato la straordinaria portata dell’evento, che punta all’integrazione degli stati balcanici nell’Ue. Inoltre, la creazione dell’Euroregione fornisce la possibilità di accedere ai fondi Ue (13,2 miliardi di euro, peri al 3,94% della dotazione complessiva) destinati all’obiettivo Cooperazione. Collocazione in Biblioteca: Sezione DEM Un’*Euroregione per l’Adriatico / di Pasquale Satalino In: La *Gazzetta del Mezzogiorno, del 06-02-06, pag. 2 L’articolo prende spunto da alcune dichiarazioni del nostro Presidente della Repubblica a proposito dei concetti di meridionalismo del grande economista valtellinese Pasquale Saraceno.

15

Page 16: Webzine Terminus Gennaio-Aprile 2006teca.consiglio.puglia.it/tdm/documenti/webzine/Terminus-1-06.pdf · Gennaio/Aprile 2006 Direttore responsabile: Arcangelo Tedone Redazione: Rosalba

Saraceno sostiene che un percorso di integrazione euromediterranea potrebbe aiutare il Mezzogiorno a venire fuori dalla sua storica stagione di ritardi ed isolamenti. L’Euroregione adriatica, comprendente tutte le Regioni italiane interessate, Slovenia, Dalmazia, Bosnia, Montenegro, Albania e Grecia, è frutto proprio di questo auspicio. L’Euroregione assume come obiettivo prioritario l’integrazione di tutti gli Stati adriatici nell’Unione Europea ed intende stabilire ed utilizzare degli appositi fondi finanziari per rinsaldare i rapporti di reciproca collaborazione. Collocazione in Biblioteca: Sezione DEM *Reni a peso d’oro, la pista del traffico d’organi, di Sandro Vacchi in Il *Messaggero, del 06-02-06, pag. 11 Già in altre occasioni, all’interno della nostra webzine Terminus, ci siamo occupati dell’annoso problema della sicurezza delle frontiere, marittime e terrestri, dei paesi membri dell’Unione europea (vd. Vincenzo Delicato, La sicurezza delle frontiere marittime nell’Unione europea, in Terminus 2-05). Infatti è di questi giorni la notizia che, attraverso Jugoslavia ed Albania, giunge in Italia, proveniente da Moldavia, Ucraina, Lituania, Albania stessa, Romania, Russia, Estonia, Lettonia, e dall’Africa il Niger, un numero sempre crescente di minori da utilizzare come cavie predestinate alla donazione illecita di organi. Intorno a ciò, oltre che intorno alla classica immigrazione illegale, prolifera un numero in costante crescita di organizzazioni criminali, sempre meglio preparate e sempre più spietate. Le varie procure d’Italia sono impegnatissime nella lotta a tali organizzazioni, tanto che la sola procura di Trieste, ben nota terra di frontiera, dal 1998 ad oggi ha sgominato 80 organizzazioni criminali internazionali e fatto condannare 1200 trafficanti. Collocazione in Biblioteca: Sezione DEM

16

Page 17: Webzine Terminus Gennaio-Aprile 2006teca.consiglio.puglia.it/tdm/documenti/webzine/Terminus-1-06.pdf · Gennaio/Aprile 2006 Direttore responsabile: Arcangelo Tedone Redazione: Rosalba

Ricerca segnalata dal dott. Alberto Fornasari - Esperto in processi Multi ed Interculturali

Ricerche: “Assessment of the impact of the AFS Study Abroad Experience” Designed and Conducted by Mitchell R.Hammer January2005 Quali competenze interculturali si acquisiscono in un anno all’estero? [Da una ricerca di Mitchell Hammer “The educational results study-Designed and Conducted by Mitchell R.Hammer –“Assessment of the impact of the AFS Study Abroad Experience”January 2005] Nel 2002 su iniziativa dell’ associazione “Intercultura” e di altre otto associazioni nazionali aderenti al circuito AFS -American Field Service-

(Austria, Brasile, Costa Rica, Ecuador, Germania, Hong Kong, Giappone e Stati Uniti), AFS Intercultural Programs ha deciso la realizzazione di un’importante ricerca. Lo studio è stato commissionato al professor Mitchell Hammer Docente di studi di Pace Internazionale e Risoluzione dei Conflitti alla facoltà di Amministrazione Internazionale presso l’American University Washington (USA), responsabile della Hammer Consulting LLC e consulente in comunicazione interculturale e mediazione/negoziazione in situazioni di crisi. Il programma tipo di AFS nell’ambito del quale si è svolta la ricerca, muove ogni anno circa 10.000 studenti liceali di 54 Paesi che, dopo un’accurata selezione ed una preparazione all’esperienza, vengono ospitati gratuitamente da una famiglia all’estero e là frequentano una scuola per un intero anno scolastico, assistiti da volontari AFS (Intercultura in Italia) che li aiutano ad inserirsi nella nuova comunità, a comprenderne i valori ed i comportamenti e ad intrecciare relazioni sociali soddisfacenti. La ricerca ha avuto una durata triennale e ha coinvolto 2100 studenti. Di questi 1500 erano studenti AFS che hanno partecipato a programmi annuali in 9 Paesi diversi, tra i mesi di Settembre 2002 e Luglio 2003; i restanti 600 formavano il cosiddetto “gruppo di controllo”, composto da amici e compagni di scuola degli studenti partecipanti al programma di scambio. Per studiare in modo scientifico gli effetti di un’esperienza di scambio interculturale sono stati utilizzati dei rigorosi test prima dell’inizio del programma all’estero (pre-test), subito dopo la sua conclusione (post-test) e sei mesi dopo il rientro degli studenti (post-post test). Ai medesimi test si sono sottoposti anche gli studenti appartenenti al gruppo di controllo. Questo metodo ha permesso la valutazione degli effetti dell’esperienza di studio all’estero AFS sui partecipanti,confrontati con la normale evoluzione di un gruppo di studenti analogo, che non hanno partecipato al programma di studio all’estero. Il metodo prescelto ha permesso di analizzare la permanenza dei risultati anche dopo la conclusione dell’esperienza. I dati sono stati raccolti utilizzando tre diversi gruppi di destinatari dei questionari. In primo luogo, i questionari completati dai partecipanti ai programmi e dal gruppo di controllo; in secondo luogo, i questionari compilati dalle famiglie naturali dei partecipanti ai programmi di studio all’estero, infine l’indagine è stata completata con questionari completati dalle famiglie ospitanti dei ragazzi che hanno partecipato alla ricerca.

17

Page 18: Webzine Terminus Gennaio-Aprile 2006teca.consiglio.puglia.it/tdm/documenti/webzine/Terminus-1-06.pdf · Gennaio/Aprile 2006 Direttore responsabile: Arcangelo Tedone Redazione: Rosalba

Tutte le misurazioni usate in questo studio sono state sottoposte a test per verificare la loro attendibilità in contesti culturali differenti. Per valutare quindi l’impatto educativo dei programmi la ricerca ha preso in esame le seguenti variabili: 1) Sviluppo delle competenze interculturali. 2) Diminuzione del livello di ansia derivante dall’interazione con persone di altre culture. 3) Aumento della conoscenza del Paese ospitante. 4) Aumento del livello di conoscenza della lingua straniera. 5) Aumento dell’interazione con persone di altre culture. 6) Aumento del numero di amicizie con persone di altre culture. 7) Aumento della capacità di mettere in pratica i valori interculturali di AFS. 8) Soddisfazione complessiva per l’esperienza di studio all’estero.

Il modello di sviluppo delle competenze interculturali Nella ricerca sono stati utilizzati due strumenti: un modello innovativo e completo sullo sviluppo delle competenze interculturali (Developemental Model of Intercultural Sensibility, DMIS) insieme ad un più sofisticato strumento di misurazione (Intercultural Development Inventory, IDI). La competenza interculturale è stata definita dall’antropologo Milton Bennet, ideatore del DMIS, come “la capacità di acquisire una certa sensibilità di fronte alle differenze interculturali e di adattare il proprio comportamento a seconda del contesto culturale in cui ci si trova”. Più ci si confronta con situazioni complesse caratterizzate da elevate differenze culturali più aumenta,secondo il modello DMIS, la competenza interculturale. Secondo Bennet, gli individui partono in generale da una fase di etnocentrismo che si manifesta come negazione o rifiuto delle differenze culturali (esaltazione della propria cultura e disprezzo per le altre: denial or defense nel linguaggio di Bennet; un etnocentrismo alla rovescia può manifestarsi anche quando si adotta come propria una cultura altra (è il caso di chi va a vivere all’estero e si immedesima totalmente ed acriticamente neo valori e nei comportamenti del nuovo Paese (Bennet chiama questo atteggiamento “reversal”). Questa fase può anche essere definita di “Polarizzazione”, in quanto è molto forte il contrasto tra un Paese visto come il migliore possibile (in genere il proprio,ma può anche essere un paese estero in cui si desidera vivere) e tutti gli altri, visti come inferiori o comunque peggiori. Si vede solo il proprio mondo come articolato e complesso, mentre quello altrui appare generico e stereotipato. Da questa fase iniziale -se si hanno esperienze interculturali- si può passare ad una fase di “universalismo” in cui si tende a risolvere e superare la tendenza alla polarizzazione precedente ed a minimizzare le differenze tra culture (“minimalization” nel linguaggio di Bennet). E’ una fase in cui il proprio mondo è ancora al centro, ma gli altri mondi sono visti con interesse e positività. Se le esperienze interculturali proseguono in modo soddisfacente, si può toccare una fase di etnorelativismo in cui la propria cultura è vista nel contesto delle altre,senza idealizzazioni, e si impara a sentirsi a proprio agio a livello internazionale, accettando le norme ed i comportamenti delle culture con cui si entra via via in contatto,senza necessariamente condividerle (Bennet parla di “acceptance” ovvero la capacità di accettare che la cultura altrui è ugualmente complessa ed articolata e rispettabile, mentre per “adaptation” si indica la capacità di variare il proprio codice cognitivo e comportamentale a seconda delle situazioni culturali in cui ci si viene a trovare). In aggiunta a queste tre fasi Bennet individua anche uno stadio residuo, di rilevanza statistica molto bassa, che chiama “marginality”, che corrisponde ad un atteggiamento di chi sperimenta un senso di non appartenenza ad una cultura definita e di multi-culturalismo indefinito: può essere “encapsulated” (ove si ponga un problema d’identità: chi sono io veramente?) o “constructive”(nel caso di una perfetta integrazione bi- o pluri-culturale).

18

Page 19: Webzine Terminus Gennaio-Aprile 2006teca.consiglio.puglia.it/tdm/documenti/webzine/Terminus-1-06.pdf · Gennaio/Aprile 2006 Direttore responsabile: Arcangelo Tedone Redazione: Rosalba

Utilizzando lo schema teorico di Bennet ,Mitchell Hammer ha creato un indice denominato Intercultural Development Inventory (IDI) per misurare i livelli di competenza interculturale dei soggetti ed il oro passaggio da una fase a quella successiva. Riflessioni conclusive: Le conclusioni della ricerca del Prof. Hammer convalidano la teoria in base alla quale un’esperienza di vita e scuola in un altro Paese in età adolescenziale contribuisce a ridurre i pregiudizi, gli stereotipi, le discriminazioni e a creare una base comune per una risoluzione dei conflitti culturali. * (il lavoro di traduzione in italiano dell’intera ricerca è opera degli insegnanti e volontari dell’associazione “Intercultura”)

19