n. 2-07 primo amore - int - sconfinamento.files.wordpress.com · la Snia (concretizzatasi con un...

25
«I Rom non esistono» Ettore Filippi, vicesindaco di Pavia, 11 febbraio 2007 «Nessuno di questi bambini verrà prossimamente inserito nelle scuole perché farlo costituirebbe un incentivo per le famiglie a radicarsi sul territorio» Piera Capitelli, Sindaco di Pavia, da una relazione del Comitato Fuoriluogo, 28 febbraio 2007 «Nell’area non esiste un’emergenza igienico-sanitaria ma solo un problema di sicurezza» Capitelli, 9 maggio 2007 «A partire dalla primavera 2006 i Servizi sociali hanno smesso di interessarsi alle sorti degli abitanti della Snia, per cui questi ultimi sono assolutamente privi di un referente istituzionale in grado di indirizzarli o anche solo di conoscere la loro condizione» Comitato Fuoriluogo «L’amministrazione comunale ha ritenuto di non far più entrare i propri operatori sociali nell’area dismessa» (da una relazione del settore Servizi sociali) «La decisione dell’Assessorato ai Servizi sociali di abbandonare completamente la Snia (concretizzatasi con un ordine di servizio alle assistenti sociali che vieta loro di entrare alla Snia e di ricevere gli occupanti presso i loro uffici) ha certamente contribuito al fatto che la popolazione abbia visto un aumento del 3000 per cento nel corso di un anno» Comitato Fuoriluogo «Personalmente, e non mi importa se qualcuno mi addita come razzista, non escludo la soluzione del rimpatrio» Capitelli, 4 giugno 2007 «I Rom non esistono più» Capitelli, 3 settembre 2007, dopo lo sgombero «I n quel pozzo di piscio e cemento...». La canzone di Fabrizio De Andrè dedicata al popolo Rom sembra scritta alla Snia di Pavia 1 . L’altra notte ho sognato. Ho sognato una città nella quale i diritti dei bambini di ogni colore e provenienza non vengono calpestati: il diritto all’amore paterno e ma- terno, il diritto alla salute e all’istruzione, il diritto al- l’infanzia, il diritto ad avere diritti. Poi mi sono svegliato e ho visto «spose bambine» andare a «caritare» e rubare 25 IL DOLORE ANIMALE GIOVANNI GIOVANNETTI INFERNO SNIA 1 Fabrizio De Andrè Anime salve (Ricordi, 1996).

Transcript of n. 2-07 primo amore - int - sconfinamento.files.wordpress.com · la Snia (concretizzatasi con un...

Page 1: n. 2-07 primo amore - int - sconfinamento.files.wordpress.com · la Snia (concretizzatasi con un ordine di servizio alle assistenti sociali che vieta loro di entrare alla Snia e di

«I Rom non esistono» Ettore Filippi, vicesindaco di Pavia, 11 febbraio 2007

«Nessuno di questi bambini verrà prossimamente inserito nelle scuole perché farlocostituirebbe un incentivo per le famiglie a radicarsi sul territorio»

Piera Capitelli, Sindaco di Pavia,da una relazione del Comitato Fuoriluogo, 28 febbraio 2007

«Nell’area non esiste un’emergenza igienico-sanitaria ma solo un problema di sicurezza»Capitelli, 9 maggio 2007

«A partire dalla primavera 2006 i Servizi sociali hanno smesso di interessarsi alle sorti degli abitanti della Snia,

per cui questi ultimi sono assolutamente privi di un referente istituzionale in grado di indirizzarli o anche solo di conoscere la loro condizione»

Comitato Fuoriluogo

«L’amministrazione comunale ha ritenuto di non far più entrare i proprioperatori sociali nell’area dismessa»

(da una relazione del settore Servizi sociali)

«La decisione dell’Assessorato ai Servizi sociali di abbandonare completamente la Snia (concretizzatasi con un ordine di servizio alle assistenti sociali

che vieta loro di entrare alla Snia e di ricevere gli occupanti presso i loro uffici) ha certamente contribuito al fatto che la popolazione abbia visto

un aumento del 3000 per cento nel corso di un anno» Comitato Fuoriluogo

«Personalmente, e non mi importa se qualcuno mi addita come razzista, non escludo la soluzione del rimpatrio»

Capitelli, 4 giugno 2007

«I Rom non esistono più» Capitelli, 3 settembre 2007, dopo lo sgombero

«In quel pozzo di piscio e cemento...». La canzone diFabrizio De Andrè dedicata al popolo Rom sembra scrittaalla Snia di Pavia1.

L’altra notte ho sognato. Ho sognato una città nellaquale i diritti dei bambini di ogni colore e provenienzanon vengono calpestati: il diritto all’amore paterno e ma-terno, il diritto alla salute e all’istruzione, il diritto al-l’infanzia, il diritto ad avere diritti. Poi mi sono svegliatoe ho visto «spose bambine» andare a «caritare» e rubare

25

I L D O L O R E A N I M A L E G I O V A N N I G I O V A N N E T T I

I N F E R N O S N I A

24 Il primo amore 2

1 Fabrizio De Andrè Anime salve (Ricordi,1996).

questo renderebbe necessaria la costruzione di numerosibacini, che snaturerebbero l’ambiente dei tratti rimastimeno alterati dall’azione antropica del passato e altere-rebbero la naturalità della fascia fluviale.

Nel prossimo futuro i governi dovranno adottare deci-sioni drastiche per affrontare efficacemente i problemi le-gati al riscaldamento globale. È oggi evidente che le spe-ranze di un’adesione significativa ai programmi di ridu-zione delle emissioni sono flebili; non per questo si deveallentare la pressione affinché si adottino politiche vir-tuose. Sicuramente la fauna pagherà un pesante tributo,destinato ad aggravarsi con il protrarsi delle incertezze econ il manifestarsi di egoismi di vario tipo. Gli altri ani-mali sono una parte del nostro mondo; possiamo esserneconsapevoli o meno, ma la biodiversità rende la nostra vi-ta molto più gradevole; le prossime generazioni vivrannoin un mondo meno ricco e meno bello.

Page 2: n. 2-07 primo amore - int - sconfinamento.files.wordpress.com · la Snia (concretizzatasi con un ordine di servizio alle assistenti sociali che vieta loro di entrare alla Snia e di

e prostituirsi per «quel filo di pane tra miseria e sfor-tuna»; ho visto ragazzi appartarsi con uomini danarosiper poi spedire il pattuito in Romania alla madre indi-gente; ho visto pedofili aggirarsi lì intorno, bambini ma-lati tra i topi, bambini senz’acqua, bambini scalzi giocaresopra montagne di rifiuti nauseabondi e cancerogeni. Hovisto le istituzioni commettere il reato di lesa infanzia.Ho sentito un sindaco, dirigente scolastico, dichiarareche nessun bambino verrà inserito nelle scuole perchéquesto costituirebbe «un incentivo per le famiglie a radi-carsi sul territorio». Ho visto un assessore ai servizi so-ciali vietare agli operatori di portare assistenza e negareloro le informazioni sui diritti e sui doveri. Gente piccola,analfabeti che non sanno «leggere il libro del mondo». Dinotte non sognano, dunque non vedono. Non vedonoumanità, non sentono ragioni.

Primavera-estate 2007

L’inferno esiste ed è alla Snia. In viale Montegrappa passail confine tra l’inciviltà e la barbarie, una linea di demar-cazione attraversata ogni tanto da ombre invisibili cheportano oltrefrontiera cibo e soccorso.

Dicono che tra quelle rovine si nascondano criminaliche schiavizzano donne e bambini. Sono menzogne,perché l’illegalità è il comodo alibi che dissimula la pauradel “diverso”: secondo la Questura, solo 8 di loro hannoprecedenti penali per reati contro il patrimonio, il 7 percento del totale (in Comune, 2 assessori su 11 sono statiospiti delle patrie galere: il 18 per cento. Per non parlaredel Parlamento nazionale). Il timore che siano troppo si-mili a noi ingigantisce la pagliuzza fino a trasformarla intrave e la trave in pagliuzza, perché molti chiedono solouna vita degna di essere vissuta2. Anche questo è unuomo: libero di soffrire e di emigrare, di patire il freddoe «di portare in giro la sua fame»3.

Si dice che un profondo solco culturale divida il popolonomade da noi “gagi”. Molti Rom rumeni sono sedentari da

26 Il primo amore 2

2 Buona parte dei rumeni della Snia pro-vengono dal sud del Paese, Slatina eCraiova. Molti di loro sono analfabeti o se-mianalfabeti. In Romania guadagnavano 50euro al mese, non sufficienti a mantenereuna famiglia (un litro di latte costa 4 euro,una banana 2).

3 Vedi Leonardo Zanier, Libers de scugni là(Garzanti, 1977) e Anna Ruchat, Non comenera assenza su «Il primo amore» n. 2, p. 64.

Page 3: n. 2-07 primo amore - int - sconfinamento.files.wordpress.com · la Snia (concretizzatasi con un ordine di servizio alle assistenti sociali che vieta loro di entrare alla Snia e di

almeno sei secoli. Di quale cultura della solidarietà e dell’ac-coglienza, dell’accettazione delle diversità e dell’umano ri-spetto sappiamo essere portatori? Guardare negli occhi queibambini significa provare vergogna, senso di colpa, frustra-zione. E la convinzione di una insostenibile inadeguatezza.

Ma la pietà non serve. Deve esserci uno sforzo reciprocodi comprensione per «superare i conflitti, non soltantodichiararli»4, garantendo i diritti e ribadendo i doveri: ildiritto alla scuola, al lavoro, alla salute e alla cittadinanza;il dovere all’accoglienza, alla solidarietà e alla legalità: di-ritti troppe volte disattesi dalle istituzioni che li dovreb-bero garantire, doveri rimossi da una destra che specula eda una sinistra senza un progetto.

In viale Montegrappa, già di primo mattino si sente ilpuzzo soffocante della spazzatura mai rimossa mescolato alprofumo dei tigli e del lentisco. Alle 6 un pulmino si portavia i manovali a giornata; alle 8 partono le «spose bambine».

Un tempo alla Snia c’era il “reparto cornuti”, così chia-mato perché ci lavoravano operai condannati a inalare sol-furo di carbonio, micidiale per la salute, che provocaval’impotenza, la tubercolosi e il cancro5.

Erano gli anni Cinquanta e Sessanta. A Pavia si ricor-dano ancora i pullman stracolmi di contadini provenientidal sud (molti erano sardi), reclutati per lavorare lìdentro. «Ci lusingavano con la casa gratis e uno stipendiodi 90.000 lire al mese, 20.000 in più che alla Necchi, matacevano i rischi per la salute». Pasquale è un ex operaioSnia; vive ancora nelle case di viale Partigiani: «Abito alquarto piano: un giorno a metà scala ho avuto un manca-mento: capogiri, dolori alle gambe. Vado dal dottore,dico dove lavoro e lui risponde che sono cazzi miei e chedevo scappare da lì. Il giorno dopo ho fatto domanda allaNecchi». Stesso destino per Fausto: «Nel reparto solfuro,al posto delle pareti c’erano dei tubi, non c’erano finestre.Quando i camion scaricavano, tutto il solfuro si spandevae si sentiva una gran puzza: era tutta roba che noi si re-spirava. A noi turnisti da mangiare ce lo portavano in re-parto. Tra un cucchiaio e l’altro il solfuro s’apposava sul

29

5 Nel secolo scorso, con Milano, Pavia èstata a lungo la città più industrializzata dellaLombardia. La Snia Viscosa di Pavia – unodei più grandi complessi del settore – è statacostruita a partire dal 1905 sopra un’area di240.000 mq di cui 90.000 coperti. Neglianni Trenta la Snia ha svolto un ruolo leadera livello nazionale, arrivando a occupare finoa 2700 persone. La fabbrica produceva20.000 kg giornalieri di fibre artificiali, tracui rayon a bave continue e sniafiocco.

4 Don Virginio Colmegna, Una storia posi-tiva nell’inferno metropolitano, in «Libera-zione», 26 settembre 2007, p. 1.

Page 4: n. 2-07 primo amore - int - sconfinamento.files.wordpress.com · la Snia (concretizzatasi con un ordine di servizio alle assistenti sociali che vieta loro di entrare alla Snia e di

damentali dell’uomo: condannano dei minori a essereimpotenti oggi, ad avere la tubercolosi domani e ilcancro fra vent’anni.

Oggi è una giornata di sole e larghe pozzanghere fanno dapiscina ai grossi topi che corrono veloci tra le baracchinedi cartone dove abitano persone scappate a una miseriaancora peggiore, nell’illusione di un futuro diverso per sée per i loro figli.

I figli. 74 bambini e ragazzi per i quali la legge italianasi può anche non applicare. 33 di loro dovrebbero essereall’asilo, gli altri a scuola e invece, ignorati da Comune eUfficio scolastico provinciale, sono per strada e nella mi-seria. La stessa miseria che li spinge a chiedere l’elemo-sina. Ileana ha quarant’anni e 5 figli. Fa le pulizie pressotre famiglie pavesi, ma fino a un mese fa andava a men-dicare alla stazione milanese di Rogoredo, con in braccioil figlio di 14 mesi: «Mi vergognavo a chiedere l’elemo-sina a Pavia. Era l’unico modo per vedere qualche soldo,da 10 a 30 euro al giorno, appena sufficienti a tirareavanti». Tatiana ha 23 anni, è una Sinti rumena. Tiene inbraccio un bimbo di 3 mesi: «Chiedo l’elemosina perchénon ho un lavoro e non voglio rubare. L’altro ieri sono ve-nuti i carabinieri, volevano che andassi via, io ho dettotrovatemi un lavoro e qui non ci vengo più».

Tatiana racconta di uomini anziani che l’hanno avvici-nata offrendole denaro: «volevano che andassi a letto conloro. Uno l’ho rivisto qualche giorno fa, era con la fami-glia, ho chiamato sua moglie e le ho raccontato tutto.Non ha voluto credermi, ma so che ora quel vecchio nonci proverà più». Non sempre è così. La fame ha spinto 5ragazzine rumene a prostituirsi. I pedofili comprano con“regalini” le “palpatine” e l’infanzia di questi bambini, acui la vita sta sottraendo i sogni. Non c’è scuola per ibambini della Snia, ma un’iscrizione al corso accelerato diviolenza, crudeltà e sopraffazione per “cittadini di do-mani” non viene negato a nessuno.

Sindaco e vicesindaco si sono convinti che i temi dellalegalità e della sicurezza saranno la chiave per ottenere la

31

cucchiaio, mentre si mangiava dalla schiscetta, si vedevala macchia nera sulla minestra. In quei momenti non c’e-rano i sindacati, la Snia faceva quello che voleva. Diceva:o così o te ne vai».

Alla Snia gli operai non ci sono più. Li incontri quasitutti al cimitero di via San Giovannino, a due passidalla fabbrica, non lontano dalla fontana dove i Romvanno a prendere l’acqua con le taniche: «Nato il...Morto il...» Sono morti tra i sessanta e i settant’anni,qualcuno anche prima, per lo più di cancro, colpiti dalsolfocarbonismo, una malattia causata dalle inalazionidi solfuro.

Alla Snia piove sul bagnato: venticinque anni dopo lachiusura, tra le macerie e ciò che resta delle strutture fa-tiscenti dell’ex fabbrica, 61 famiglie rumene, in buonaparte di etnia Rom (222 persone di cui 84 minori) vi-vono di stenti, respirando particelle di viscosa e rayon, suun terreno impregnato da residuati di gasolio, benzene,antracene, zolfo e altre sostanze altamente tossiche e can-cerogene. Sono costretti a mendicare e qualche voltaanche a rubare cibo nei negozi del quartiere. Per oltre unanno il Comune li ha abbandonati senza alcun referenteistituzionale. Peggio: ha accusato i bambini di fare ac-cattonaggio, mentre ha taciuto su 41 minori (gli stessi)mai inseriti nelle scuole; silenzio anche sulle dramma-tiche condizioni ambientali alla Snia (secondo il sindaco,Diesse, «nell’area non esiste un’emergenza igienico-sani-taria ma solo un problema di sicurezza») e su un decretodisatteso del Tribunale, che obbligava il Comune a farsicarico di un minore affetto da epatite B cronica e dellasua famiglia. È ricomparsa la tubercolosi (il quotidianolocale ha parlato di «Tanti bambini a rischio tra le ma-cerie»6), si temono epidemie, ma l’amministrazione co-munale tace: per il vicesindaco, della Margherita, «iRom non esistono». A luglio l’Asl informa che risultanovaccinati solo una ventina di bambini, un quarto del to-tale. Giocano con la salute delle persone, in deroga aogni legge scritta e non scritta, in deroga ai diritti fon-

30 Il primo amore 2

6 «La Provincia Pavese», 10 giugno 2007e 2 agosto 2007; «Il Settimanale pavese»,21 giugno e 17 luglio 2007.

Page 5: n. 2-07 primo amore - int - sconfinamento.files.wordpress.com · la Snia (concretizzatasi con un ordine di servizio alle assistenti sociali che vieta loro di entrare alla Snia e di
Page 6: n. 2-07 primo amore - int - sconfinamento.files.wordpress.com · la Snia (concretizzatasi con un ordine di servizio alle assistenti sociali che vieta loro di entrare alla Snia e di

un mattoncino a te, una poltrona a me ed ecco un cen-trosinistra di poltronai riciclati, ridipinto tale e quale aprima, incapace di elaborazione politica. Le cose noncambiano a livello locale. Il “buon partito” non c’è più ele mani sono pulite solo perché uno poi se le lava. Al suoposto c’è una “cosa” di lotta (a difesa degli interessi par-ticolari) e di malgoverno, chiusa in sé stessa, in mano amezzecalzette e politicanti di mestiere, lontana dallagente e vicina a chi muove denaro. I maiali della Fattoriadi Orwell erano la metafora dell’eterno potere tronfio ecorrotto. Come quei maiali, certi politici di mestiere par-lano tra di loro. Poi escono dalla tana per chiedere il no-stro voto con il linguaggio menzognero dei venditori difumo; quando non c’è più bisogno neppure di questo,tornano a mettere la porta tra sé e i cittadini.

Il nuovo centro ha mandato in soffitta Gramsci, Berlin-guer e La Pira e sembra avere rispolverato l’ingleseFrancis Galton, inventore dell’eugenetica, e l’americanoMadison Grant, antropologo e autore di The passing of theGreat Race, definito da Hitler «la mia Bibbia».

D’altronde, discriminazioni, violenze, sterilizzazionicoatte proseguono, per gli zingari, ben oltre il nazismo ela legge “sulla sterilizzazione” (luglio 1933) e sulla “sa-lute coniugale” (1935)9: dal 1935 al 1996, nella demo-cratica Svezia hanno forzatamente sterilizzato 230.000persone; tra il 1907 e il 1973, negli Stati Uniti, sono statimenomati 8000 donne e 16.000 uomini (al processo diNorimberga la sterilizzazione di massa non venne inclusatra i crimini di guerra); dal 1926 al 1974, in Svizzera,600 bambini Rom sono stati sottratti alle famiglie e leloro madri sterilizzate (l’operazione Kinder der Land-strasse – bambini di strada – si proponeva l’estirpazionedel «fenomeno zingaro»). A Pavia, nel 2006, un assessoreha pensato di togliere i figli dei Rom alle loro famiglie «atutela dei minori» e si è rivolto al Tribunale, il quale harisposto che non era il caso di parlarne, proprio «a tutela»di quei minori. Rifondazione, Verdi e Sinistra democra-tica hanno appoggiato un’amministrazione che per miope

35

9 Nella Germania nazista gli zingari eranoconsiderati l’emblema dell’asocialità. Dal1936 sono stati equiparati agli ebrei. Lasterilizzazione era obbligatoria per le per-sone affette da frenesia congenita, schizo-frenia, psicosi maniaco-depressiva, epi-lessia ereditaria, ballo di san Vito eredi-tario, cecità ereditaria, sordità ereditaria,grave deformità fisica ereditaria, alcolismograve. Verso la metà del 1935, venneroproibiti i matrimoni e qualsiasi contattosessuale tra ebrei e tedeschi. La legge “perla salute coniugale” voleva impedire «ladegenerazione del patrimonio genetico», apartire da una delle malattie ereditarie indi-cate dalla legge sulla sterilizzazione.

riconferma alle prossime elezioni. Ma Pavia non è Bogotào Giugliano e se un “nemico” non c’è, allora bisogna in-ventarselo: hanno così spacciato per un problema di or-dine pubblico l’emergenza umanitaria e sanitaria all’exSnia. Facendo leva sull’efficace repertorio dei luoghi co-muni e delle paure ataviche, questi cinici sostenitoridell’“insicurezza percepita” ci propinano l’immagine diuna città stretta d’assedio da tagliagole rumeni7. Le con-seguenze – drammatiche – si sono viste dopo lo sgomberodi fine agosto.

La Snia racconta di noi. Rivela anche la mutazione an-tropologica della sinistra, che parla di legalità e non ri-spetta l’obbligo scolastico imposto dalla legge; parla didoveri e non soccorre un minore malato, come ordina undecreto del tribunale; parla di accoglienza e vieta agli as-sistenti sociali di recarsi in quell’area, come vorrebbero lalungimiranza e il buonsenso. Stanno radicando nei ru-meni la convinzione che la crescita sociale si ottiene sola-mente con la pratica dell’arbitrio e della violenza. Eluderel’assistenza sanitaria e rifiutare l’iscrizione scolastica deibambini Rom e rumeni è un abuso orribile. L’illecito èreso ancora più crudele e odioso dal fatto che a colpire èil ‘potere’ e i colpiti sono bambini.

Possibile che l’amministrazione comunale di sinistra diuna città benestante di 71.000 abitanti nella più ricca re-gione d’Italia, di fronte allo stesso problema su scalamolto minore, riesca a fare peggio dell’amministrazionecomunale di Milano, di centrodestra? Che non riesca adaffrontare in modo decente una emergenza umanitaria esociale, che colpisce solo poche centinaia di persone pro-venienti dal nostro stesso continente, piegate sotto il pesodegli ultimi disastri politici economici e sociali? Che cul-tura di governo stanno esprimendo? Che visione delmondo stanno promuovendo? Cosa sta facendo la sini-stra? Gianni Barbacetto ha paragonato il nascente Partitodemocratico al gioco dei Lego, con i mattoncini coloratidei Diesse e della Margherita smontati e rimontati a farecentro8. Altri pezzi li ha aggiunti la Sinistra democratica:

34 Il primo amore 2

7 Nel 2005 a Pavia sono state denunciate 43rapine, 40 furti in appartamenti, 199 furtid’auto, 78 tra scippi e borseggi. L’aumentodei delitti è stato del 63 per cento rispetto acinque anni prima. Due anni fa, alla Snia c’e-rano 4 rumeni. Secondo la Questura, nel2006 c’è stato un sensibile incremento deifurti nella provincia, quasi sempre ad operadi ignoti. Nonostante l’incremento dei Rom edei rumeni alla Snia (120 persone nell’estate2006; 222 nel maggio 2007) a Pavia è au-mentato solo l’accattonaggio, che alla Snia èslegato da ogni racket. Oltre alla pedofilia aidanni dei bimbi rumeni e alla prostituzionemaschile e femminile, intorno all’ex fabbricasono aumentati i furti nei negozi di alimen-tari. In città sono aumentati i rumeni ma ireati non aumentano sensibilmente.

8 Gianni Barbacetto, Compagni che sba-gliano (il Saggiatore, 2007).

Nella foto Pavia, ex Snia, agosto 2007: unincontro tra i Rom e un rappresentante del-l’Unci. L’Unione Nazionale Cooperative Ita-liane ha favorito l’avviamento al lavoro deiRom della Snia con contratti a tempo inde-terminato presso alcune cooperative edili.

Page 7: n. 2-07 primo amore - int - sconfinamento.files.wordpress.com · la Snia (concretizzatasi con un ordine di servizio alle assistenti sociali che vieta loro di entrare alla Snia e di

calcolo elettorale ha trasformato una grave emergenzaumanitaria, sanitaria, politica e morale in un problema dipolizia e portato la città sull’orlo di una pericolosa derivaxenofoba10. Hanno criminalizzato Rom e rumeni per poiinvocare l’ordine e la legalità. Chi sono? Sono l’autorefe-renziale partito “della sicurezza e della legalità” che cercaspazio, legittimazione e consenso inventandosi l’insicu-rezza “percepita” e l’illegalità “percepita”.

Nel maggio e nel giugno scorsi alla Snia sono arrivatidei pulmini: non erano gli Scuolabus tanto attesi daglioltre 40 minori in età di obbligo scolastico, non eranoquelli del Comune, venuti a informare Rom e rumenisulle opportunità che offre loro un recente decreto gover-nativo: era la Polizia, che ha censito con ferma cortesiaquei poveracci, perché in Comune nemmeno sapevanoquanti fossero.

La politica vuole continuare a esistere? La contrapposi-zione autolesionista tra umanità e legalità, tra accoglienzae sicurezza, tra solidarietà e rifiuto del “diverso che èuguale” sta mostrando l’incapacità della politica (questapolitica) a farsi carico dei modesti problemi che ora ab-biamo di fronte, figurarsi quelli che si intravedono ap-pena. Inesorabilmente, nei prossimi anni assisteremo acontinue ondate migratorie: oggi sono i rumeni, domanipotrebbero essere i profughi di qualche conflitto o gli sfol-lati da catastrofi sociali e ambientali. Chi studia questi fe-nomeni lo annuncia da molto tempo; il nuovo orizzontemostra qualcosa di arcaico: è vicino ai miserabili di VictorHugo, Emile Zola, Charles Dickens o alle tavole del Doréed è indecifrabile dal punto di vista delle categoriemarxiane (da Karl Marx, Dickens e Hugo vennero liqui-dati come scrittori ingenui e sentimentali). Oggi serve ri-leggere proprio loro, perché l’elemento arcaico dei misera-bili venuti dall’est postsovietico – neocapitalista e senzaefficaci ammortizzatori sociali – ripropone quelle stesseimmagini, rese ancora più crude dal confronto con il no-stro mondo “civilizzato”, che prevede accoglienza solo perquelli «che hanno i soldi, la nuova “razza eletta”»11.

37

10 Nel settembre 2007 Rifondazione comu-nista ha lasciato la maggioranza, in radicaledisaccordo con la politica della Giunta suRom, ex Snia e antifascismo.

11 Antonio Moresco, Insisto, www.ilprimoamore.com

Page 8: n. 2-07 primo amore - int - sconfinamento.files.wordpress.com · la Snia (concretizzatasi con un ordine di servizio alle assistenti sociali che vieta loro di entrare alla Snia e di

città. Un comitato d’affari ramificato sta consumando ter-ritorio (un bene non riproducibile), peggiorando radical-mente il tessuto socioeconomico di paesi e città, a Pavia ealtrove, cambiando la nostra vita, con l’inutile costruzionedi ipermercati e quartieri dormitorio per ricchi. Chi ne ri-caverà vantaggi? Ogni posto di lavoro in un ipermercatone costa 4 nei negozi di vicinato che chiudono, con gravidisagi per tutti, in particolare per le persone anziane. Po-litici incapaci e affaristi rapaci vengono a dirci che tuttoquesto porterà vantaggi perché i prezzi caleranno. Chiu-dono i negozi sottocasa, peggiora la qualità della vita: an-cora una volta a guadagnarci non sono i cittadini.

Ora vogliono costruire un enorme ipermercato anche aBorgarello, a 4 chilometri da Pavia, a 2 dalla Certosa. Le-gambiente ha annunciato che lotterà «con ogni mezzo con-sentito per impedire lo scempio», e noi con loro. Sarebbestata gradita altrettanta determinazione nell’affrontare lo«scempio» dell’ex area Fiat, nel parco Visconteo, di fronteal parco della Vernavola, avviata a diventare un ipermer-cato Carrefour-Gs da 11.000 mq e lo «scempio» delle con-tinue varianti al Piano regolatore, che hanno trasformato insuolo edificabile centinaia di migliaia di mq di terrenoagricolo17, nonostante il decremento demografico, grazie alsistematico voto favorevole degli iscritti a Legambiente chesiedono in Consiglio comunale (il sindaco Capitelli: «Per ilboom edilizio non posso che essere felice»18).

Resta la pratica Snia, che prevedeva 3000 mq destinatia commerciale: ora sono diventati 9000, ma le carte dellaproprietà ne adombrano molti di più. Il “partito del mat-tone” vuole buttare giù tutto, anche le cornici dentellate,anche gli ornamenti e le archeggiature in cotto dipinto.

Epilogo

«Concediamo ai Rom 20 giorni di tempo per lasciare ilterritorio italiano». È l’allarmante grido di battaglia diun fantomatico Gruppo Armato Pulizia Etnica (Gape),che segue la rivendicazione del rogo di Livorno nel quale

39

mento (si vedano le fotografie pubblicatealle pp. 54-61). Solo verso mezzogiorno in-terviene la Polizia giudiziaria, che ferma lademolizione e dispone il sequestro dell’area.

16 Lo stabilimento era articolato in unalunga teoria di shed destinate alla lavora-zioni chimiche, alla filatura, aspartatura eselezione delle matasse e in diversi altriedifici per ospitare laboratori chimici e tes-sili di controllo della produzione. La salacaldaie, le centrali elettriche, le cabine ditrasformazione, i magazzini, ecc. Lo stabili-mento era anche collegato alla rete ferro-viaria con una propria linea di raccordo.Sempre su terreni di proprietà dell’azienda,lungo via Partigiani sono state costruite lecase per gli operai: circa 900 locali, su unasuperficie complessiva di 38.500 mq. cheinclude viali, cortili e un lavatoio. Di fronteal cimitero monumentale sorgevano le vil-lette per gli impiegati. Dentro lo stabili-mento c’era un convitto, retto da suore, perle giovani operaie provenienti dalle altreprovincie e alcuni refettori per le mae-stranze e (dal 1935, presso il dopolavoro)una sala di lavoro e alcune attrezzaturesportive. La caratteristica comune degliedifici storici è il contrasto cromatico tra lemodanature in cotto e l’intonaco giallo.

17 Nonostante il decremento demografico(dal 1981 a oggi Pavia ha perso oltre15.000 abitanti su 86.000: 600 negli ultimi12 mesi) a Pavia si continua a costruire.Nel dicembre 2006, sul «Corriere dellaSera» Alfio Sciacca scrive che il clan ma-fioso Rinzivillo di Gela, in Lombardia «faaffari a Brescia, Como, Pavia e soprattutto aBusto Arsizio che, secondo gli inquirenti,era diventata una “Gela del varesotto”».Pavia è indicata tra le basi operative per itraffici illeciti della mafia, come il rici-claggio del denaro sporco: «i proventi diestorsioni e droga venivano infatti reinve-stiti in attività apparentemente pulite».

18 Vedi «Il Punto», 4 giugno 2007, p. 12.

L’altra storia. Mani sulla città

Lo hanno già deciso da molto tempo, ben prima dell’e-mergenza Rom: il sindaco vuole abbattere la parte mo-numentale dell’ex fabbrica, in deroga ai vincoli che poneil Piano regolatore generale di Vittorio Gregotti – che neprevede il recupero – e in spregio alla storia industrialedella città. Il Piano integrato di intervento per la Sniaprevede la demolizione: da due anni lo si trova in in-ternet, nel sito di Risanamento spa, gruppo Zunino, unodei proprietari dell’area12: nonostante i vincoli del Pianoregolatore, è scomparsa la fabbrica (vogliono manteneresolo il muro esterno e la torre lungo viale Montegrappa);sui due lati di una strada alberata si affaccerà una estesaarea commerciale.

Dunque i Rom non c’entrano, anzi ancora una volta sonole vittime, perché sono l’appiglio che giustifica le ruspe13.Chi ci guadagna? Non la città, che perderebbe la sua piùpreziosa traccia di cultura materiale novecentesca. Ci gua-dagnerebbero i proprietari dell’area, che vedrebbero au-mentare esponenzialmente la rendita dei suoli. I detentorisono più d’uno: fra gli altri, la Tradital di Luigi Zunino14.

Le intenzioni di proprietà e Comune sono chiare, al-meno a partire dal settembre 2005, tre mesi dopo l’inse-diamento della Giunta Capitelli: criminalizzare i Romper poi invocare «l’ordine la sicurezza e la legalità»; di-struggere la storica fabbrica, far lievitare la rendita deisuoli e utilizzare una parte dell’area per costruire uncentro commerciale, camuffato dal frazionamento. Ma c’èil problema dei vincoli e per risolverlo hanno evocato ilpericolo di crolli. Il 19 luglio 2007 il sindaco è andatomolto oltre i suoi poteri e ha ordinato lo sgombero e l’ab-battimento di uno dei 4 fabbricati sotto tutela15.

Per l’urbanista Gregotti si tratta di edifici dal rilevantevalore storico e architettonico; per la sindaca Diesse sonosolo «capannoni da abbattere»!16.

Gli attacchi al patrimonio di tutti non si fermano allaSnia, perché stanno edificando su ogni zolla libera della

38 Il primo amore 2

12 Vedi www.risanamentospa.com. Lo hadenunciato Irene Campari (Sinistra indi-pendente) durante il Consiglio comunaledel 2 luglio 2007, senza che nessuno lasmentisse.

13 Secondo Italia Nostra, con «il pretesto dicacciarne gli occupanti abusivi» si vuoledemolire «una testimonianza interessantedell’industria tessile pavese». Paolo Ferloni(Italia Nostra), Giovanni Giovannetti (Cir-colo Pasolini), Sandro Assanelli (ForzaItalia), Irene Campari (Sinistra indipen-dente), Paolo Fornelli (Comunisti italiani),Fabrizio Fracassi (Lega Nord) ed Elio Veltri(Cantiere) hanno chiesto l’intervento delMinistero per i Beni culturali e della Soprin-tendenza ai Beni ambientali e architettonici,e hanno intrapreso azioni legali: chiedonoche siano rispettate le prescrizioni vinco-lanti, segnalano che nessuna perizia ha maidimostrato l’instabilità e hanno sottoscrittoun’azione popolare in sostituzione del Co-mune «contro tutti coloro che dovessero ar-recare danni al Comune di Pavia violando lenorme del P.R.G. vigente».

14 Buona parte degli edifici storici sorgonosull’area appartenente al gruppo Zunino(47.700 mq su 171.000; la Tradital co-struisce centri commerciali). Chi è Zunino?È il “Berlusconi rosso”, vicino a MassimoD’Alema e Antonio Bassolino (Diesse, oraPartito democratico) e possiede un patri-monio immobiliare di 5 miliardi di euro.Zunino è anche in affari con Danilo Cop-pola, detto “er cash” (in prigione per ban-carotta, associazione a delinquere, rici-claggio e appropriazione indebita) e conGiuseppe Garofano detto “il cardinale”, giàstratega della Ferruzzi-Montedison, con-dannato per la maxi-tangente Enimont.

15 Nei mesi che precedono l’abbattimentola Giunta ha fatto sapere che il problemadei Rom alla Snia «si risolverà con l’abbat-timento dei capannoni» («La Provincia Pa-vese», 25 maggio 2007). In altri articoli sirendeva noto che il sindaco Capitelliavrebbe presto firmato un’ordinanza di de-molizione, infischiandosene dei vincoli.Martedì 10 luglio, in una intervista a «LaProvincia Pavese», il sindaco ha affermatoche presto «tutti i capannoni» sarebberostati abbattuti. All’alba del 25 luglio il colpodi scena: le forze dell’ordine sgomberanouno degli edifici sottoposti a vincolo; su-bito le ruspe procedono all’illegale abbatti-

Page 9: n. 2-07 primo amore - int - sconfinamento.files.wordpress.com · la Snia (concretizzatasi con un ordine di servizio alle assistenti sociali che vieta loro di entrare alla Snia e di
Page 10: n. 2-07 primo amore - int - sconfinamento.files.wordpress.com · la Snia (concretizzatasi con un ordine di servizio alle assistenti sociali che vieta loro di entrare alla Snia e di

stiani anche noi», «Vogliamo solo esistere», «Chiediamoun lavoro umile», «Sciopero della fame». E così è stato,ma solo per gli uomini. I Rom chiedono una allocazionepiù umana, un poco di privacy famigliare e l’applicazioneanche a Pavia delle indicazioni Ue sui diritti umani. Unarisposta civile e nonviolenta all’inciviltà di chi ha abban-donato questa gente in mezzo a una strada e senza un ri-paro sotto il temporale.

Le autorità avevano assicurato che le famiglie rumenedella Snia una volta sgomberate avrebbero avuto un tettosotto il quale passare la notte. Nel pomeriggio, la Prote-zione civile ha allestito una tenda collettiva ma l’hanno ri-servata a donne e bambini. Accetteranno il trasferimentoin pochissimi; le donne preferiscono restare accanto ai loromariti, all’aperto, nonostante la pioggia incombente.

Poco dopo la mezzanotte la città torna sotto il tempo-rale. L’aria si è raffreddata, il cielo è solcato dalla luce deifulmini e dal fragore dei tuoni. La pioggia battente ha al-lagato la città. Una notte d’inferno. Il pantano di piaz-zetta Maggi simboleggia quello uguale e contrario nelquale si è arenata l’amministrazione pavese. Si credeva aduna pianificazione – magari segreta – del doposgombero.Invece hanno solo sperato che se ne andassero. Nel frat-tempo la Tradital di Zunino, pur di toglierseli di torno,ha offerto tramite la Caritas 250 euro (più 50 euro perogni figlio) a chi avesse accettato di tornare in Romania.La risposta è stata semplice: «No, grazie, perché conquella cifra a Bucarest ci campiamo sì e no un mese».

Lunedì 3 settembre le due tende di piazzetta Maggivengono smontate. A sera il cielo minaccia di nuovopioggia. Ora possiamo finalmente dirlo, sono proprio no-madi, basta guardarli: sporchi con i loro sacchi di vestiti,pronti a partire, mentre sui fornelli da campo improvvi-sati dentro enormi padelle cuociono le salsicce sul mar-ciapiede – i nomadi dunque, accampati sui materassidietro le transenne, con i volti tesi di chi, esasperato dallaprecarietà protratta, dalle continue intimidazioni e dal-l’attesa, sta davvero mollando la speranza. Sono stanchi,accasciati, gli occhi vuoti.

43

sono bruciati 4 bambini Rom. Alle nostre orecchie lafrase è suonata famigliare. Massì, l’abbiamo letta sulla“Provincia Pavese” del 9 agosto: «Tutti i Rom via daPavia entro 20 giorni». A sentenziarlo non sono stati ineonazi di Forza Nuova, ma il sindaco “di sinistra”. Comeera prevedibile, quelli di Forza Nuova hanno inviato leloro congratulazioni perché «finalmente il sindaco PieraCapitelli ha preso le nostre posizioni». Rifondazione hainvece deciso l’uscita dalla maggioranza.

Di sgombero all’ex Snia si parla ormai da mesi. Il 9agosto le forze dell’ordine hanno cominciato con uno deifabbricati abitato da circa 40 persone, che si sono trasfe-rite nel sovraffollato edificio di fronte e nelle baracchinesubito ricostruite all’aperto tra i ruderi. Il 24 agosto leruspe mandate da questi teorici del soffocamento pro-gressivo hanno abbattuto 8 baracchine. Alcune famigliesono state costrette a passare la notte all’aperto.

La manovra vorrebbe «togliere acqua ai pesci», e ma-gari acuire le tensioni e la conflittualità interna,nella speranza che molti, esausti, decidano di andarsene.Ma i Rom della Snia hanno chiesto l’iscrizione dei minorinelle scuole di Pavia; molti hanno un lavoro e non inten-dono lasciare la città. Lo sgombero è stato rinviato aquando il sindaco avrà terminato l’elioterapia19.

Hanno cacciato le persone e si sono tenuti i topi. All’albadi giovedì 30 agosto 2007, reparti delle Forze dell’ordineprovenienti da Milano e da Genova hanno sgomberatol’ex Snia. Polizia e carabinieri hanno militarizzato la cittàe impedito nuovi insediamenti. Come dire: andate dovevolete ma non fermatevi «nel mio cortile»20.

Sotto una pioggia battente, i cittadini rumeni sonostati parcheggiati in piazzetta Maggi, senza assistenza. Inmattinata si è tenuta una manifestazione spontanea per levie cittadine fino a Palazzo Mezzabarba, sede del Co-mune. Lungo la strada hanno distribuito un volantinocon le «raccomandazioni» del Commissario Ue per i di-ritti umani Alvaro Gil-Robles e hanno gridato slogancome «Europa Europa», «No al razzismo», «Siamo cri-

42 Il primo amore 2

19 Da Sestri Levante il sindaco ha scrittouna replica a Elio Veltri che, dalla prima pa-gina de «L’Unità», a Ferragosto aveva de-nunciato lo «spirito xenofobico» dellaGiunta di sinistra pavese e raccontato lacondizione in cui i Rom di Pavia sono co-stretti a vivere «in mezzo alle sostanze in-quinanti della vecchia fabbrica». Nella re-plica, Capitelli ribadisce che l’area «deveessere sgomberata» («l’Unità», 19 agosto2007; i volontari lo chiedono da mesi) eche si farà carico «di 20-25 persone» (5famiglie su 61!). Il sindaco non riferiscequali siano le sue intenzioni per le altre fa-miglie. Lo ha detto più volte sulla stampalocale e lo ha ripetuto al «Corriere dellaSera» (20 agosto 2007): «che i Rom dellaSnia abbandonino la città»: vadano dovevogliono, ma fuori da Pavia. Capitelli al-lude a un fantomatico controllo dell’area daparte di un «sistema gerarchico di potere»:i Rom della Snia hanno annunciato querela.Sia chiaro, il sindaco di Pavia non è raz-zista. Come Jessica Rabbit, l’hanno dise-gnata così.

20 Con una «Lettera ai pavesi» pubblicata il21 giugno 2007 dal «Settimanale pavese», ivolontari del Circolo Pasolini avevano avan-zato alcune proposte per una soluzione ra-gionevole dell’emergenza umanitaria all’exSnia: solidarietà, accoglienza, legalità, dirittie doveri erano alcune parole chiave. In cittàl’appello ha raccolto oltre 500 sottoscrizioniin 10 giorni (hanno aderito, fra gli altri, espo-nenti di Forza Italia e di Rifondazione comu-nista, dell’Udeur e di Sinistra democratica, diComunione e liberazione e dei Comunistiitaliani). La «lettera ai pavesi» dice no allacultura dei campi e propone un progressivoinserimento, l’applicazione anche a Pavia delmilanese “Patto di socialità e legalità” di donVirginio Colmegna, percorsi scolastici e for-mativi diversificati per fasce d’età; lavoro, for-mazione professionale e riqualificazione pergli adulti. Le proposte non sono state accolte.Il Circolo ha allora avviato contatti con L’Unci(l’Unione nazionale cooperative): 5 rom sonodiventati soci di una cooperativa edile; altrisono stati accettati in alcune cooperativemultiservizi: facchini, collaboratrici dome-stiche, badanti, autisti… Il lavoro li ha postivirtualmente al riparo dei decreti di allonta-namento; 30 famiglie hanno presentato ladomanda per l’iscrizione scolastica dei lorofigli. Un’allocazione provvisoria avrebbe con-sentito ai bambini di frequentare regolar-mente le scuole.

Page 11: n. 2-07 primo amore - int - sconfinamento.files.wordpress.com · la Snia (concretizzatasi con un ordine di servizio alle assistenti sociali che vieta loro di entrare alla Snia e di

45

Nella foto grande Con l’autobus verso ilPoligono di tiro presso Santa Sofia.

Qui sopra L’arrivo nella notte al Palazzodello sport.

Ma la loro odissea di giornata non è finita. Da piaz-zetta Maggi partono alle 20, stipati dentro un autobus edue pulmini. La colonna si mette in marcia verso la rea-zione sdegnata degli amministratori di Torre d’Isola equella intollerabile di molti abitanti della residenza Ca-scina Santa Sofia, che non li vogliono sul loro territorioe che impediscono il passaggio della colonna. Qualcunosuggerisce la soluzione: «camere a gas, forni crematori».Alcuni abitanti hanno inscenato la protesta, al grido di«noi siamo persone civili, föra di ball», «Padania li-bera», «Si sente già la puzza», «Arrivano i ladri, noi pa-ghiamo le tasse».

I Rom di Pavia non si sarebbero fermati sul «loro» ter-ritorio; erano diretti a un poligono di tiro in riva al Ti-cino, un’area demaniale nel Comune di Pavia, infestata daerbacce, zanzare e topi. 70 bambini e 50 adulti avrebberodovuto trascorrere la notte in quel posto: due ore fermi inmezzo ai campi, con 120 persone, Polizia e Carabinieri adaspettare sui mezzi di trasporto e la gente che urlava «nonfateli scendere».

Poi la decisione di tornare verso Pavia, con destina-zione il parcheggio dello Stadio e la prospettiva di pas-sare un’altra notte all’aperto. Una colonna di mezzilunga un chilometro attraversa nuovamente la città, coni lampeggianti accesi, come quando si scortano tifosiviolenti.

Ancora l’attesa. Infine la decisione di ospitarli per lanotte in una delle palestre del Palazzo dello sport. L’as-sessore ai Servizi sociali aveva il telefonino spento. Acquae viveri li hanno offerti alcuni volontari.

Due notti nella palestra, ad aspettare una soluzione. Ementre i Rom aspettano, il 5 settembre a Pavia StefanoRodotà inaugura la seconda edizione del Festival dei Sa-peri con una Lectio Magistralis su “Nuova città e nuovademocrazia”. Quello che sta succedendo a Pavia e a Bo-logna è paradigmatico, ha un valore e un significato piùgenerale. Ci può indicare dinamiche e comportamentifuturi, lontani dalla civiltà giuridica alla quale apparte-niamo: i Rom sono colpevoli di essere Rom.

Page 12: n. 2-07 primo amore - int - sconfinamento.files.wordpress.com · la Snia (concretizzatasi con un ordine di servizio alle assistenti sociali che vieta loro di entrare alla Snia e di

disposizione dai ragazzi di un centro sociale autogestito,che insieme ad alcuni giovani della Margherita hannoanche portato da mangiare.

Davanti ai cancelli di Cascina de’ Mensi i ragazzi di Al-buzzano non sono più tornati. Hanno accolto l’invito delsindaco Margherita Canini, che governa l’emergenza dialo-gando con i volontari e con la Prefettura. Altra musica aPieve Porto Morone, dove il sindaco Cobianchi ignora gliatti di vera e propria delinquenza dei quali ogni notte simacchiano alcuni suoi concittadini: lanciano sassi, petardi,addirittura mattoni, minacciano. I responsabili sono ragazzidi paese, gli stessi che ci insultano ogni volta che varchiamoil cancello della casa di accoglienza che ora ospita 36 Rom:erano 48 ma 12, terrorizzati, sono fuggiti dal retro e hannoraggiunto Pavia attraverso i campi. Tra loro c’erano tre gio-vani donne incinta e alcuni bambini. Altri 16 sono partitiil giorno dopo: hanno deciso di tornare in Romania accet-tando la proposta economica della Prefettura.

Criminali perbene

La notte tra sabato 8 e domenica 9 settembre hannoquasi ammazzato un bambino. Samu dormiva quando unmattone, (uno dei tanti piovuti sulla Gandina) ha in-franto i vetri della sua stanza. Gli aggressori agiscono alcalare delle tenebre, tra le due e le cinque della nottequando i carabinieri tolgono il presidio. Sono animali,schegge impazzite di un mondo a parte dove i pistoladettano legge, la versione padana e annoiata dei razzistidell’Alabama, dirimpettai delle gemelle di Garlasco, ra-gazzi che hanno smesso di tirare sassi giù dai cavalcaviae ora si avventurano nottetempo in temerarie spedizioni“punitive” contro donne e bambini, all’ombra delle ban-diere neofasciste di Forza Nuova e della Lega Nord.Adulti che dopo la messa danno man forte all’assedio, oche partecipano al blocco stradale con i trattori. Agricol-tori, ragazzi, criminali perbene che non hanno mai presouna contravvenzione ma che ora si dichiarano pronti ad«ammazzarli tutti».

4746 Il primo amore 2

Come in Mississippi Burning

Alla fine il sindaco di Pavia Piera Capitelli ce l’ha fatta:Pavia è sulle pagine di tutti i giornali. «Il Manifesto» (6settembre) e «Liberazione» (8 settembre) dedicano allacittà addirittura l’editoriale, e non sono complimenti.Tutte le famiglie Rom hanno avuto una allocazione prov-visoria: 48 persone sono in un centro di accoglienza cat-tolico dalle parti di Pieve Porto Morone; 26 a Cascina de’Mensi, tra Cura Carpignano e Albuzzano che il Prefettoha sequestrato (hanno passato la notte senz’acqua,senza luce né cibo); 3 famiglie dimorano in alcune caseabbandonate sotto sequestro a est della città; 10 sonosotto due tende in un oratorio.

Ad Albuzzano, Pavia e cascina Gandina presso Pieve sisono viste scene degne di Mississippi Burning (Le radici del-l’odio), con alcune famiglie Rom nella parte delle vittimedi colore e i neofascisti di Forza Nuova, il sindaco di PieveAngelo Cobianchi (Forza Italia) e il Presidente del quar-tiere Pavia Est Adelio Locardi (Ds) nella parte del KuKlux Klan. Ad Albuzzano un manipolo di giovani neo-razzisti ha bloccato la statale per Lodi all’altezza di Baronaper poi raggiungere il cascinale, dove al buio e senza cibovivono alcune famiglie Rom. Alle 23 squilla il telefonino:«Giovanni, vieni subito, qua fuori c’è gente cativa chevuole mazarci. Chiama tu la Polizia. I bambini piangono,abiamo tanta paura». Intorno alla cascina c’erano unatrentina di ragazzi e due carabinieri: i soliti slogan, i soliticommenti. Dopo la mezzanotte i ragazzi si sono allonta-nati, chi in motorino chi a piedi. È il risultato di mesi emesi di infamante criminalizzazione dei cittadini rumeni.Ovunque andranno i Rom pavesi troveranno le portechiuse, anche se sono solo famiglie venute in Italia alla ri-cerca di un riscatto esistenziale, anche se sono l’unico po-polo al mondo a non aver mai dichiarato guerra a nessuno.Marin Florin, quarantenne rumeno, con un filo di voce misussurra: «Giovanni, io sono venuto qui per guadagnare emantenere la famiglia, non per mangiare gratis».

Ad Albuzzano i Rom sono rimasti senza cibo e la cor-rente elettrica arriva da un generatore a benzina messo a

Nella pagina accanto L’arrivo a CascinaGandina di Pieve Porto Morone (sopra) e aCascina de’ Mensi, presso Albuzzano.

Qui sopra La fuga da Cascina Gandina, trai campi e strade bloccate dai mezzi agricolimessi di traverso; l’auto di un volontario,alla quale sono state bucate le gomme.

Page 13: n. 2-07 primo amore - int - sconfinamento.files.wordpress.com · la Snia (concretizzatasi con un ordine di servizio alle assistenti sociali che vieta loro di entrare alla Snia e di
Page 14: n. 2-07 primo amore - int - sconfinamento.files.wordpress.com · la Snia (concretizzatasi con un ordine di servizio alle assistenti sociali che vieta loro di entrare alla Snia e di

vanni, la ragazza si è spaventata da morire e i bambinipiangevano. Una cosa pazzesca mai vista nella mia vita.Buttavano sempre. C’erano solo due carabinieri, cosìpochi non credo che possano fare qualcosa. Vengono tuttele notti, però una volta hanno buttato i sassi anche se i ca-rabinieri erano qui. Noi ci siamo rifugiati tutti insiemein una stanza senza finestre e siamo rimasti lì un’ora.Quando siamo usciti hanno cominciato a tirare di nuovo.Qua ci sono dieci bambini, per loro è stato uno spaventoda morire, non lo so Giovanni. Erano ragazzi divent’anni, insieme a degli adulti. Sono entrati anche incortile da dietro, io e mio fratello siamo usciti e loro sonoscappati, qui dietro è campagna. I carabinieri sono solodavanti all’ingresso. Dietro non c’è nessuno. Erano ubria-cati, tiravano sassi, mattoni, hanno spaccato i vetri e di-cevano che italiani non sono neri, vai a Napoli, in Cala-bria, te lo giuro!»

Quali sono i veri problemi del Paese? La mafia? L’eva-sione fiscale? Il disagio dei giovani che non trovano un la-voro stabile? No, i veri bubboni sono i lavavetri (un’e-mergenza nazionale, un «raket» da estirpare) e i nuovimigranti. A sinistra c’è un’emergenza, emergenza demo-cratica. Chi sperava di vedere l’Italia libera da mafia e ca-morra per il momento si dovrà accontentare dei semafori.Chi predica la “tolleranza zero” sui costi della politica echiede alle Procure e alla Guardia di finanza di svolgereaccurate indagini patrimoniali su finanzieri rampanti epolitici chiacchierati, dovrà prima aspettare che finiscanogli accertamenti sulla condizione economica dei Rom ru-meni. Chi vorrebbe saperne di più sugli investimentidella mafia in città come Pavia e sull’enorme quantità didenaro contante in circolazione non perda tempo a cercarequeste notizie nelle pagine della cronaca locale e nazio-nale, hanno altro di cui scrivere. Il triangolo del belpaveseè lo specchio del belpaese e della politica che ha smesso digovernare. Il linciaggio continua con la “benedizione” diLega Nord, di Forza Nuova e del Partito Democratico,neopartito xenofobo di massa, che combatte i poveracciinvece delle povertà, e li ha trasformati nella valvola di

51

A Pavia per mesi giornali e amministratori hanno en-fatizzato la modesta «criminalità» della Snia (qualchefurto nei negozi del quartiere, qualche bottiglia non pa-gata nei bar vicini) e gli inesistenti problemi per l’ordinepubblico. Quali parole usare ora di fronte a questi atti dibanditismo xenofobo? Ho sentito bambini urlare dipaura terrorizzati dalle grida di quei maiali ai quali man-cava solo il cappuccio bianco sulla testa. Uomini donne ebambini fuggire tra i campi dopo una notte insonne illu-minata dal bagliore dei petardi sotto il lancio di pietre emattoni. Gridavano «Italiani non sono neri, andate a Na-poli o in Calabria», «Vi sgozziamo tutti», «Puzzoni dimerda», «Bestie schifose», «faremo di quella casa in unforno», «Zingari animali». Dove sta la civiltà cristiana oilluminista o liberale, dove sta la ragione? Da una partela dignità di queste persone che non hanno scelto di es-sere lì, dall’altra le pulsioni forcaiole e razziste della co-siddetta “gente perbene”.

Il Comune di Pavia ha dato in pasto la sua patata piùincandescente ad alcuni comuni limitrofi generandoquesta indegna gazzarra che la Lega Nord ha definito «dipopolo». Quale popolo? Sono atti di prevaricazione vio-lenta, sia psicologica che fisica. Pavia e Pieve Porto Mo-rone sono diventate la barzelletta d’Europa, «eroi per unistante», il tempo di un micropassaggio televisivo; dopol’omicidio di Garlasco, dopo l’autorapimento di Bere-guardo, in provincia di Pavia è ora la volta del linciaggioxenofobo di Pieve Porto Morone.

Scandal Stan, 36 anni, cinque figli, racconta una nottedi orrori. «Verso le due, due e mezza sono venuti e hannobuttato i sassi e i mattoni. Siamo morti di paura. Vieni avedere, di sopra hanno spaccato i vetri, hanno buttato ipetardi e le bottiglie e quasi ci ammazzano. Uno spaventoda morire. È andata avanti tutta la notte, continuavano abuttare, sono tornati i carabinieri, che erano andati via,hanno guardato con le torce ma non hanno visto nessuno.Scappano e poi tornano. Hai visto fuori? Ci sono i mat-toni che hanno tirato, i sassi e i vetri rotti delle bottiglie,un mattone ha sfiorato i bambini e la moglie di Leo, chese li prendevano in testa erano già morti. Te lo giuro Gio-

50 Il primo amore 2

Nella pagina accanto Cascina Gandina diPieve Porto Morone: la protesta dei resi-denti; saluti romani all’indirizzo dei Rom.

Qui sopra I mattoni lanciati contro CascinaGandina la notte tra sabato 8 e domenica 9settembre 2007.

Page 15: n. 2-07 primo amore - int - sconfinamento.files.wordpress.com · la Snia (concretizzatasi con un ordine di servizio alle assistenti sociali che vieta loro di entrare alla Snia e di

Nel luglio scorso, ad una riunione de «Il primo amore»,Antonio Moresco ha lanciato un’idea provocatoria: to-gliamo la maschera a questa politica e costringiamola aguardare in faccia la realtà e a riconquistarsi una legitti-mità. Alle prossime elezioni, invece di decine di simbolidi partiti e partitini espressione di piccoli gruppi dirigentieterodiretti che si battono solo per la propria sopravvi-venza, si stampino sulla scheda elettorale i nomi e i sim-boli di Vaticano, Massoneria, Banche, Confindustria, Coo-perative, Mediaset, Forze armate, Polizia, Carabinieri, Ser-vizi segreti, Mafia, Camorra… Su quelle locali basterà ag-giungere il logo di qualche palazzinaro, tanto comandanoloro. Se non altro ne guadagnerebbe la chiarezza.

Dopo l’allontanamento dei Rom da Pavia il sindaco PieraCapitelli disse che «la città ha voluto così». La risposta siè avuta sabato 29 settembre 2007. Duemila persone incorteo per le vie della città a dire «no al razzismo» e a ognialtra forma di discriminazione. In una città che si credevagovernata da un sindaco di sinistra lo slogan più gridato èstato «Piera razzista sindaco leghista», seguito da «casalavoro sanità sono diritti umani non sono carità». A finecorteo, in piazza, hanno parlato la peruviana Carmen e irumeni Ciurar e Leonardo.

Carmen Silva era tra i volontari che sono intervenuti all’exSnia. Nel luglio scorso ha fondato una cooperativa socialeche darà lavoro a donne immigrate, anche Rom e rumene,dopo un corso formativo di 110 ore (40 delle quali remune-rate). Lo stage per baby sitter si terrà nei locali del Centro so-ciale autogestito Barattolo; il corso di alfabetizzazione saràospitato nel vicino oratorio di San Raffaele.

Pavia deve ora misurarsi con la diaspora dei Rom lo-cali, cacciati dalla città e dispersi per valli e paesi dellaprovincia e anche oltre. Leonardo è andato a Naguarido,in Valtellina. Un mese fa viveva tra i topi alla Snia, poil’hanno parcheggiato con la madre tra le serpi di Cascinade’ Mensi, un luogo peggiore dell’ex fabbrica. Tornare inRomania? Neanche a parlarne. Così Leo ha preferito ac-cettare il trasferimento nel rustico tra i monti. A Cascinade’ Mensi è rimasto solo Dumitru, con la giovane com-

53

sfogo «delle nostre inquietudini, della nostra insicurezza,del nostro disagio verso i problemi autentici»21.

La destra italiana manovra attraverso l’inganno del-l’immaginario e facendo leva su paure e insicurezze ata-viche, spesso con la complicità dei media. Purtroppo, lecose non migliorano a sinistra: un sindacato che rincorrequeste insicurezze e queste paure; i partiti che mutuano icontenuti della destra invece di governare le emergenze ele contraddizioni sociali – cosa che dovrebbe costituire laragione e la legittimazione della loro esistenza – usando,come se non bastasse, un linguaggio “progressista” svuo-tato di ogni significato, o che navigano a vista dentro l’o-rizzonte autoreferenziale dell’interesse particolare. L’odiosimbolico scaricato su zingari e lavavetri porta consenso abuonmercato ma imbarbarisce la società e la espone al ri-schio di derive autoritarie.

Da molto tempo la politica ha smesso anche solo difingere di governare l’economia (mentre è vero il con-trario), incapace com’è di affrontare persino i problemipiù piccoli. E domani? Cosa succederà quando l’impattodi questi stessi problemi sarà venti cento mille volte piùpesante? Entro qualche decennio, le mutazioni ambien-tali e climatiche determinate in gran parte dall’uomo edalle sue logiche dominanti, lo scioglimento dei ghiaccigià in corso, il surriscaldamento dell’atmosfera e deimari e il loro innalzamento potranno provocare migra-zioni di dimensioni bibliche, con effetti a catena. Leemergenze future riproporranno il tema della compatibi-lità tra umanità e sicurezza dei singoli gruppi umani.Destra e sinistra non c’entrano, c’entrano invece respon-sabilità e lungimiranza. Cosa sta facendo e cosa farà lapolitica? Si attrezzerà per governare questi conflitti op-pure – come sta avvenendo nel piccolo laboratorio diPavia – cercherà di ridurli a un «problema di ordinepubblico» da risolvere con l’intervento della Polizia edell’Esercito, e con la deportazione dei nuovi miserabili?Per la politica non c’è via d’uscita: o ritrova una ragiond’essere oppure non può che abdicare e lasciare il campoall’opzione militare. Il dilemma – enorme – si lega al fu-turo della democrazia.

52 Il primo amore 2

Nella pagina accanto Cascina de’ Mensi diAlbuzzano: la partenza di alcune famiglie,che hanno accettato un compenso per fareritorno in Romania.

Qui sopra Pavia, 29 settembre 2007: aPavia 2000 persone sono scese in piazzacontro il razzismo.

21 Zygmunt Bauman su «Liberazione», 16settembre 2007, p. 9.

Page 16: n. 2-07 primo amore - int - sconfinamento.files.wordpress.com · la Snia (concretizzatasi con un ordine di servizio alle assistenti sociali che vieta loro di entrare alla Snia e di

pagna e quattro figli che devono andare a scuola, adaspettare una nuova allocazione, che ancora una voltanon sarà facile trovare. La sorella Gheorghita vive da re-clusa con il marito Scandal, 6 figli e altre 2 famiglie aCascina Gandina (18 persone); sono senza gas e senzalegna da ardere e di notte piovono pietre, petardi e in-sulti su 10 bimbi per i quali l’obbligo scolastico esistesolo a parole.

Dei 140 Rom sgomberati all’ex Snia, a Pavia e dintornine sono rimasti soltanto 52. Ciurar Udila detto Natalino ealtre 10 persone dormono precariamente in un cascinaleperiferico freddo e senz’acqua a est della città. Entro unmese dovranno sgomberare. Ogni giorno Natalino bussa aqualche porta in cerca di una casa e di un lavoro. Due gio-vani madri che ora vivono in un centro di accoglienza cat-tolico, si prostituiscono nelle ore diurne per dare un pastocaldo ai loro figli. Qualche giorno prima dello sgomberoLucica era andata in Romania a prendere il figlio mag-giore. Tornata a Pavia, ha dormito per tre notti sulla pan-china di un giardino pubblico, insieme ai figli di 5 e 9anni. Constantin Claudiu è finito in carcere e mi hascritto questa lettera: «Ciao Giovani sono io Claudiu. Miscusi che ti scrivo e che sono finito così. Ti chiedo solo diaiutare mia moglie di prendere una casa e di farla lavorarecosì potro usire in aresti domiciliare. Giovani none la miacolpa eravo ubriaco i bambini avevano cominciato la scolae avevano bisognio di libri di zaini e tuto altro io nonavevo soldi dovevo andare a rubare che non avevo neanche una lira così o dovuto andare a rubare Giovani. Ilavvocato mia chiesto una dichiarazione o un foglio da undatore de lavoro che lui e dacordo coando iesco in arestidomiciliari mi da un posto di lavoro così chedo di farmiun favore di trovarmi colcuno mi faresti un grandissimofavore così potrai iesere vecino ai miei bambini. Giovaniconto su di te che tu sei la mia salveza no lo so se o scritobene io lo scrito come o potuto. Ti saluto Giovani mietanti saluti aspeto la risposta Constantin Claudiu».

(Settembre 2007)

54 Il primo amore 2 55

Per quelli che non vanno a scuolaperché non sono stati iscritti

per quelli che vanno a scuolae vengono esclusi o derisi

per quelli che puzzano perché non possono lavarsiper quelli che non sono vaccinatiper quelli che si ammalano dopo la pioggiaper quelli che giocano tra i rifiutiper quelli malati che tossiscono

per i molti che resistonoper Rayan che è nato da pocoper Brian che è stato morso da un topo

quando aveva meno di un meseper Fabrizio

che sul cemento della Snia ha imparato a camminareper Marco

che chiede le figurineper suo fratello Orlando che vorrebbe

soltanto una casaper Elena che desiderava una bicicletta

e ha ricevuto una bambola di pezzaper Simona che è caduta dalla bicicletta

e s’è infilata un cavo arrugginito nella guanciaper Eduard

chiuso nella baracchina con l’epatite Bper Calin che è epilettico

e per la sua mamma bambinaper Ana Maria quindicenne orgogliosa

e per i suoi capelli lunghi neri e fortiper i bambini che nascerannoper quelli non natiper tutti coloro che li hanno visti tra le macerie di una guerra

non combattutaper quelli che li vedranno e avranno il coraggio di guardareper quelli che oggi denunciano le omissioniper chi le denuncerà domani

O R B I T E A N N A R U C H A T

Agli ottanta bambini della Snia

D I Q U A N T A C A S A H A B I S O G N O U N U O M O ?

Nella foto sopra Pavia, ex Snia: uno degliedifici sottoposti a vincolo prima dell’ab-battimento.

Nelle pagine che seguono Pavia, 25 luglio2007: l’abbattimento abusivo della partemonumentale dell’ex Snia, ordinato dal sin-daco Piera Capitelli, nonostante i vincolidel Piano regolatore, che ne prevedeva ilrecupero. Al suo posto sorgerà una estesaarea commerciale.

Page 17: n. 2-07 primo amore - int - sconfinamento.files.wordpress.com · la Snia (concretizzatasi con un ordine di servizio alle assistenti sociali che vieta loro di entrare alla Snia e di

56 Il primo amore 2

Batte il sole di lugliomentre i muri crollanoe non sono le bombee la terra non trema

vengono giù a trancile lastre di cementomentre le bocche spalancate delle ruspecon i loro denti di ferrosi mangiano via i mattoni

e la storia

Come rossi dinosauri nella polvereaggrediscono

con artigli metallicii muri della vecchia fabbrica

cadonoi cornicioni merlettati

Pezzi di realtà in riusoprecipitano su un presente distratto

e arrogante

Page 18: n. 2-07 primo amore - int - sconfinamento.files.wordpress.com · la Snia (concretizzatasi con un ordine di servizio alle assistenti sociali che vieta loro di entrare alla Snia e di

5958 Il primo amore 2

L’Italia in televisione sembrava diversa, dice sembrava un paese incui c’è ogni ben di Dio e si sta bene: pane e lavoro per tutti, ma di la-voro in Italia oggi non ce n’è e nemmeno una casa e Ileana si vergogna.

Orlando il penultimo dei bambini è esuberante, esplosivo e ruba lematite a scuola. La maestra ha consigliato lo psicologo, mi racconta.Un’altra vergogna.

Ileana racconta della morte della madre in Romania avvenuta po-chi giorni dopo il loro arrivo in Italia e della cena che tradizional-mente loro usano fare per onorare i defunti. Per la cena dedicata allamadre Ileana ha speso i pochi soldi che aveva e poi non ha mangiatoper quattro giorni.

C’è un mazzo di papaveri rosso sangue al centro del tavolo cheaspetta la festa e sopra uno squarcio di cielo azzurro che sembra fin-to. Forse per ora la pioggia è passata davvero.

È come una piccola città, la Snia, «bastardo posto», una città di-strutta ma comunque una città: la Berlino di Germania anno 0, la Sa-rayevo di Caffé Europa o La polveriera con le sue strade, i quartieri bas-si e quelli ancora più bassi. Entro in bicicletta dalla spianata princi-pale, dove l’inverno scorso ho visto per la prima volta i topi, poi va-do subito a destra, dalla parte degli Stan. Devo verificare con Geor-gita il numero dei figli: quattro? Sei? Sono quattro, mi dice, sei so-no quelli di sua cognata. I bambini mi corrono incontro quasi scalzisul terrapieno, una bimba mi mostra i suoi sandali. Cosa ci sarà sot-to i detriti? Benzene? Amianto? Gasolio? Al sole fa caldo. Passo tradue cumuli di rifiuti. C’è un odore acre di sostanze chimiche.

Attraverso di nuovo la spianata e proseguo sulla sinistra. Le donnesono fuori, al sole. Dentro gli androni c’è ancora tutto l’umido dellapioggia. Su una soglia, di fronte all’albero di Giuda, vedo la nonnadell’ultimo nato con cui ho parlato ieri. Mi fermo. Ci sono anche ilnonno e la figlia e il nipote. Il bambino è avvolto nelle coperte im-bozzolato, come tutti i bambini qui, ha un po’ di acne sulla fronte,ci vorrebbe la camomilla, la ragazza sorride, e una cuffia come que-ste. Il bambino porta una cuffietta di lino. Qui non se ne trovano, di-ce la madre, in Romania le hanno tutti.

Vado oltre. I panni dei Vaduva sono stesi sulle corde tirate tra i pi-lastri proprio sotto la lastra di cemento che penzola dal soffitto te-nuta su dai cavi dell’armatura. Ileana spazza il cemento dal fango. Tregiorni di pioggia e si è bagnato tutto. I bambini non sono andati ascuola. Oggi è domenica. Il televisore è accesso: balli e musica balca-nica. Sono le dieci del mattino. È domenica e Anna, la figlia mag-giore di Ileana, compie quindici anni.

Anna si guarda allo specchio che sta appeso su uno dei pilastri dicemento del capannone e si pettina i lunghi capelli neri. Il suo sguar-do dice un po’ di stizza ma anche l’orgoglio: la festa si farà, nono-stante la pioggia, nonostante la Snia.

Che nei giorni scorsi avevano il fango fino alle caviglie, dice la ma-dre, che questa non è vita. Che lei vuole tornare indietro, in Roma-nia, dove c’è un fazzoletto di terra per coltivare la verdura intorno al-la casa costruita pezzo dopo pezzo con l’argilla e la calce. E poi c’è lalingua, quella lingua che si respira come l’aria. Vuole tornare Ileana.Non è venuta qui per far stare i suoi cinque figli in un posto così, eindica la baracca di due stanze dove la famiglia dorme da agosto, inuno stesso letto.

Page 19: n. 2-07 primo amore - int - sconfinamento.files.wordpress.com · la Snia (concretizzatasi con un ordine di servizio alle assistenti sociali che vieta loro di entrare alla Snia e di

61

Si allunga la nottedentro questo relitto di naufragio

uno sgusciare di topi segnail confine tra il nostro mondoe il ventre cieco della cittàdi quanta casa ha bisogno un uomo?di quanta vitameglio delle fogne di Bucarest

dicono lorouna stanza di cartonee bambini che corrono

a chiedere scarpe e colori

E ora tocca a noi affrontare il ventoa noi uomini d’argilla

con il cuore stretto tra i binaria noi arruolati per un altro destino

che fermicon le domande di sempre sul precipizio

di una terra senza grammatica e piena di segretirimaniamo a bocca chiusa

poi

oltre la soglia di casala mia voce tira dritto

tra rumori di pentolee un mondo di fotografie troppo belle

per essere di carta e raccontaresoltanto fantasmi

Page 20: n. 2-07 primo amore - int - sconfinamento.files.wordpress.com · la Snia (concretizzatasi con un ordine di servizio alle assistenti sociali che vieta loro di entrare alla Snia e di

6362 Il primo amore 2

sa Nadia, che ora non vuole andarsene anche se a questo punto puòessere pericoloso restare, anche se le hanno offerto un posto dove sta-re per un po’, Perché qui ci sono i miei fratelli e solo loro sono in gra-do di difendermi. Dice.

Nadia è in Italia da due anni e ne ha ventotto. È arrivata tramiteuna cognata, ha trascorso da lei a Milano, al Cimitero Maggiore, iprimi quindici giorni della sua permanenza, poi è venuta a Pavia. Lechiedo se non ha lasciato figli in Romania e mi dice che è arrivata quiincinta ma poi il bambino lo hanno adottato direttamente al SanMatteo: ho fatto un parto cesareo e c’era la ferita… poi il bambino…portarlo qui alla Snia. Ero sola, non potevo tenerlo. Qualche mese faera di nuovo incinta, all’ottavo mese, ma il bambino è nato morto.Nadia racconta la sua storia, non piange, non invoca Dio, non male-dice nemmeno la miseria: si appella ai vincoli arcaici di solidarietàfraterna che qui, per questi nuovi emigranti, sembrano l’unica veracertezza.

Incontro Nadia in uno degli androni della Snia mentre stanno me-dicando suo fratello che ha una ferita alla testa. Nadia l’altra sera èstata picchiata. Il suo amante le ha rotto la mandibola. Il suo aman-te che è anche il suo pappone. La mandibola, che era già fratturata dabotte precedenti.

Nadia non ha un marito come le altre donne giovani del campo, fala prostituta e guadagna meno del 10 percento di quello che le da ilcliente. Sono cinque alla Snia le prostitute che si conoscono, e forsedi emarginazione in emarginazione, di sfruttamento in sfruttamentola loro storia è un po’ peggio ancora di quella delle altre donne. Qual-cuna batte al bivio Vela, altre vengono portate a Milano su enormiBmw. Poi ci sono quelle di cui non si sa, e anche le minorenni. An-che le ragazze che chiedono l’elemosina ricevono continue profferte(e poi si sente raccontare di una Paviabene che compra sesso dai mi-nori, di giovani rumeni pagati fior di soldi per una notte di sessoomosessuale).

Picchiano tutti qui, mi dice Nadia quando siamo sedute al sole suun ammasso di cemento, Li vedi quelli? Mi chiede, e indica un grup-po di uomini in canottiera nera che chiacchierano e ascoltano musi-ca balcanica appoggiati al muro nel «viale» della Snia, quello che di-vide gli edifici sulla strada dall’enorme carcassa che si staglia dietro.Gli alberi di Giuda sono in fiore, i bambini vanno su e giù in bici-cletta, Nadia alza la testa e mi guarda negli occhi, Picchiano tutti,sono gelosi, si ubriacano e picchiano le loro donne, io venivo pic-chiata tutte le sere, a volte c’era una sera di pausa e poi di nuovo duetre sere di fila. Strappa un filo d’erba.

Nadia è nata a Slatina come quasi tutti qui. Le chiedo se già si pic-chiassero suo padre e sua madre, mi dice di sì, dice che sono rimastiinsieme finché lei aveva quattro anni, poi sua madre se n’è andata coni figli. Per fortuna ci sono i fratelli, dice, e mi chiede se li conosco isuoi fratelli. Sì che li conosco. Quella di Nadia è una famiglia nu-merosa, fratelli, zii, cognate, tutti alla Snia. Ed è proprio il fratelloche l’altra sera è intervenuto per primo a difenderla – poi si è ag-giunto lo zio – quando l’amante di Nadia e il fratello di lui voleva-no spedirla a forza a far soldi sul marciapiede e avevano la macchinapronta e sono arrivati con le spranghe e c’era anche una donna gio-vane a organizzare l’aggressione e alcune persone venute da fuori adare manforte. Il fratello e lo zio sono stati massacrati di botte dopodi che hanno sporto denuncia, ma lo ha fatto anche Nadia, coraggio-

Page 21: n. 2-07 primo amore - int - sconfinamento.files.wordpress.com · la Snia (concretizzatasi con un ordine di servizio alle assistenti sociali che vieta loro di entrare alla Snia e di

6564 Il primo amore 2

Miei angeli senz’ombracustodi di un mondo protetto

guardiani del luttoaprite i cancelliguardate l’avreste mai detto?

la vita è la fuoritra quelle macerie

che non hanno visto la guerratra i mattoni e la calcedentro la terra

impregnata di benzenesulle facce sporche dei bambiniguardate

è qui la vitanella passione tardivanell’amore che si confessa

e tradiscenella tenerezza che strappaaltre lacrime

Chi lo ascolta più oggisotto questa patina di cielo indifferente

sulle rotaie lucide delle giornateil “rumore del tempo”?forse loroche fiutano il pericolo

che prendonoil colpo di vento sulle ossaloro

carovanadi “sporcizia, promiscuità e destituzione”

nervo scoperto del pianetamassa di respinti

con l’orecchioappoggiato a terra

Di colpo da quei muri rotti è filtrata una luce violenta che ha illuminatole interne macerie attraversate di continuo dal frastuono del sangue

Non come nera assenzacontro il nero dell’asfalto

non come trasparenze variopintenelle nostre strade affollate di griginon scomodo arredo delle città

e tirare drittoci pensi mai?anche questo è un uomo“che lotta per mezzo pane”e non in un campoma liberodi portare in giro la sua fame

Pensieri complicati si sfasciano sulle soglie della perdita per poi ricomporsipiù freddi, più lisci lungo una scia di riparazione

Al di là degli orologi sregolati cominciano sempre alle sette le giornate e tra le porte si snodano i gradini delle ore mentre astuti stratagemmi li calpestano e li ricompongono in un’unica linea di respiro

Abbiamo perso. Perso i muri rotti e le persone, perso una visione. Sugli autobus di linea sono spariti anche i fantasmi, imboscati, loro sì,nelle pieghe di un tempo che non ci contiene

La miseria non chiede il permesso strappa i sipari della decenzae irriverente ci espone alla vergogna

Page 22: n. 2-07 primo amore - int - sconfinamento.files.wordpress.com · la Snia (concretizzatasi con un ordine di servizio alle assistenti sociali che vieta loro di entrare alla Snia e di

rato a leggere per conto suo, dopo), all’età di 11 anni, è andata a la-vorare. L’era Ceausescu era finita da poco e la sproporzione tra prez-zi e salari era già enorme. Lenuza cominciava alle cinque del mat-tino e finiva alle sette di sera, per 2 euro al giorno. Non appena èstato possibile lei e il marito se ne sono venuti in Italia. Per fame.Sì, mi dice, è vero che ci pensiamo spesso a tornare, soprattutto pervia dei topi e della sporcizia, e anche perché nonostante i ricoveriin ospedale del bambino più grande una casa non l’abbiamo anco-ra trovata. Un po’ si lamenta Lenuza, che tutte le mattine, dopoaver portato i bambini all’asilo, va a chiedere l’elemosina, orgo-gliosa e riservata dice: se non altro qui abbiamo la frutta per i bam-bini, e il volto è accanitamente chiuso nel rigetto. Spesso vince lavergogna tra i muri della Snia.

Questa sera, intorno alle 10, sono tornata alla Snia, dalla parte de-gli Stan, per portare l’insulina a un diabetico che l’aveva finita. Lastrada era buia illuminata soltanto da una fetta di luna e i topi sgu-sciavano ovunque davanti ai miei piedi. Poi sono entrata nel capan-none dove la famiglia del diabetico stava mangiando, e anche lì untopo mi ha tagliato la strada. Animali del sottosuolo e della notte, itopi incontrati così tra la gente, in questo posto pieno di bambini,segnano più di ogni altra cosa un confine mentale e culturale, una li-nea di non ritorno: quella frontiera della decenza di cui tutti noi, co-munità civile, dobbiamo finalmente prendere atto.

67

I topi escono al tramonto. Al calare del sole attraversano di corsa gliandroni o le gettate di cemento sotto i ruderi. Sono lunghi e panciu-ti, si muovono ciondolando senza eleganza e con un ritmo rapido diintenzione si dirigono verso i mucchi di rifiuti che nessuno sgombe-ra e che si trovano lungo tutte le zone abitate.

La sera è il momento in cui le donne con le gonne lunghe spazza-no per terra fuori dalle baracchine e i topi passano tra loro e i bam-bini che giocano: incuranti, quasi spudorati, non hanno paura degliesseri umani. I Vaduva, mi hanno raccontato che durante la notte lisi sente passare di corsa sul tetto della baracchina, sono tanti e il ru-more è assordante, e quando riescono a entrare in cucina rovescianoogni cosa con un baccano di pentole e oggetti che cadono. Solo nellastanza con il letto dove dormono, padre, madre e i cinque figli, nonpossono entrare, sarebbe troppo, dicono i Vaduva.

Ma il troppo alla Snia non è una misura del concreto.Nella baracchina di Lenuza Kostake, che ha due bambini picco-

li, di 9 mesi e 4 anni, nati entrambi a Pavia e tra i pochissimi in-seriti qui negli asili, i topi arrivano dappertutto. Qualche giorno fail marito di Lenuza, è stato morso a un dito da un topo mentre dor-miva. Ma la mia paura è che vengano morsi i bambini, dice Lenu-za, per questo noi passiamo la notte dormendo a turno: mentre unodorme l’altro caccia i topi con la scopa. Portassero via almeno unpo’ di rifiuti!

Qualche settimana fa, quando il bambino più grande era ricovera-to in ospedale con la madre, per un intervento all’intestino, il mari-to di Lenuza, che ha fatto le scuole in Romania, sa leggere e scrivere,ed è uno dei pochi alla Snia che lavorano, mi aveva detto: se non tro-vo una stanza fuori di qui prima che loro rientrino dall’ospedale cene torniamo tutti in Romania.

E invece sono ancora qui. Incontro Lenuza verso sera, sul marcia-piede del viale, mentre sta tornando dal cimitero con il carrello del-la spesa e il contenitore con l’acqua. Non è vita così tra i topi, mi di-ce lei. In Romania avevamo una casa, c’era l’acqua e l’elettricità e ilgas. Però non riuscivo a dar da mangiare a mio figlio. Nell’anno incui siamo tornati là ci potevamo permettere una banana al mese e illatte, quello buono, costava 4 euro al litro.

Nata a Craiova, nel sudovest della Romania, ventiquattro annifa, di origini Rom, Lenuza, come il marito, al suo paese faceva laspazzina. Dopo un solo anno non concluso di scuola (ma ha impa-

66 Il primo amore 2

Page 23: n. 2-07 primo amore - int - sconfinamento.files.wordpress.com · la Snia (concretizzatasi con un ordine di servizio alle assistenti sociali che vieta loro di entrare alla Snia e di

Ci sono ogginelle crepe dei nostri cementificati quartierischiacciati tra il passato e un tempo nuovo

di catacombeluoghi infami

dove la gente vive ammassatasulla polvere

sognando il ritorno in una povertà più familiaretra pareti umide di argilla

attraversate dal suonodi una lingua conosciuta

Ci sono nelle nostre campagnestrade d’asfalto

sulle quali vagano popoli senza metascorie di una “civiltà” smemorata

residui umani che nessuna discarica è disposta a smaltire

Ci sono chimerici recintie fuori

corvi che dispiegano nei campi il loro nero

Ci sono muri nelle teste che non crollano

estintori del cuore che cancellano lo strazio

Eppure i nuovi pellerossa continuano ostinati il loro viaggio

nonostante le inferriate,nonostante gli sbarramenti, le transenne

nonostante i dazi sulla vita.

68 Il primo amore 2

Page 24: n. 2-07 primo amore - int - sconfinamento.files.wordpress.com · la Snia (concretizzatasi con un ordine di servizio alle assistenti sociali che vieta loro di entrare alla Snia e di

7170 Il primo amore 2

Si ricorda Signor Sindaco? Quasi due anni fa sono stata invitata dalconsigliere comunale Irene Campari e dall’assessore alla cultura delcomune di Pavia Silvana Borutti a tenere un breve discorso per lagiornata della memoria che si celebra nel giorno dell’apertura deicancelli di Auschwitz, il 27 gennaio. La notte tra il 26 e il 27 gen-naio 2006 a Pavia nevicò moltissimo. La città quella mattina erabianca e silenziosa. Alle 11 al Mezzabarba non c’era nessuno salvopochi consiglieri comunali e qualche amico. Poi sono arrivati a piediuna trentina di ragazzi con la loro insegnante. Bene, mi sono detta, iragazzi sono il pubblico giusto per una cerimonia come questa.

Il Suo discorso fu il primo. Non ricordo a memoria tutti i passaggi,forse mi distrassi per via della neve, so che a un certo punto le ho sen-tito dire che sì, noi siamo fortunati perché in epoca di globalizza-zione non possono ripetersi gli orrori di Auschwitz. Che grazie allavigilanza degli stati democratici e alla commistione delle culture,oggi siamo tutti uguali e tutti tolleranti. Ah sì? Davvero?

La mattina dell’abbattimento della Snia la famiglia Vaduva è statasvegliata brutalmente intorno alle sei dalla forza pubblica. Maritomoglie e i cinque figli sono stati costretti a uscire dalla baracchinacosì com’erano, senza nemmeno potersi vestire. Dopo averli radunatifuori hanno intimato loro di andarsene quel giorno stesso, che i muritra i quali abitavano sarebbero stati abbattuti, che si trovasseroun’altra sistemazione, meglio di tutto tornassero in Romania.

La prima immagine che mi è venuta in mente quando Victor Va-duva mi ha raccontato l’episodio del l’abbattimento, sotto il sole da-vanti alle macerie dello stabile, è stata la deportazione dal ghetto diVarsavia nel Pianista di Polanski: una scena, forse nemmeno delle piùforti, che però in quel momento riassumeva tutti i ricordi letterari,diaristici, cinematografici depositati negli anni.

Ma poi mi sono detta: che senso ha continuare con questi para-goni? Non ci rendiamo conto che siamo in agosto e non in gennaio,che la giornata della memoria è ancora lontana? Cosa c’entranoadesso le deportazioni, i campi? Non abbiamo creato apposta dei beirecinti celebrativi in un momento molto più appropriato del-l’anno?… E poi lo dice anche la canzone, ad Auschwitz c’era la neve!

Con questo caldo ci vuole ben altro per toccare il cuore di un sin-daco, di una giunta, dei cittadini tutti e mi è venuto in mente unepisodio diverso. I Vaduva hanno un cane, un bastardino spelacchiatoe petulante ma simpatico e soprattutto italiano. Quel cane il giorno

dell’abbattimento si è lanciato per ben tre volte sotto le ruspe e pertre volte è stato salvato da Ileana Vaduva che se lo è andato a ripren-dere: lui non voleva lasciare la sua casa anche se gli avevano spiegatomille volte che quella non era una casa ma soltanto una baracca co-struita abusivamente. Fa niente, lui non ci voleva credere, quella erala sua casa. E andava a riprendersela.

Siamo in agosto, tempo di vacanze, ogni giorno sentiamo alla radiogli appelli che ci ricordano di non abbandonare gli animali quandopartiamo per le ferie. Ma se cacciamo via i Rom dalla Snia cosa nesarà del cane dei Vaduva?

Ha visto cos’è successo a Livorno signor Sindaco? Non in un forno,ma quei bambini sono morti bruciati. Ricorda le parole di PrimoLevi? «Meditate che questo è stato / Vi comando queste parole / Scol-pitele nel vostro cuore / Stando in casa andando per via, / Corican-dovi alzandovi; / Ripetetele ai vostri figli:» Questa non è retorica si-gnor sindaco, è la storia dell’Uomo e dell’Altro: del perturbante, deldiverso, di quello che grazie alla sua non omologabilità ci fa vederele nostre convenzioni e le nostre paure. Una storia che Levi e tutta lasua generazione hanno conosciuto fin troppo bene. E noi? Cosa vo-gliamo fare con il nostro Altro? Quello che si riversa nelle periferie,che noi bolliamo come nullafacente, criminale e per di più portatoredi malattie contagiose? «Cancellarli non si può, a meno di conce-pirne lo sterminio» scrive oggi Gad Lerner sulla “Repubblica” «Unafollia? Niente affatto, è l’unico esito dilazionato nel tempo» Intanto,a Pavia, se ci sarà una soluzione per i 200 Rom della Snia, non la do-vremo alla globalizzazione, non alla democrazia, non a un sindaco disinistra e solidale. No.

Dovremo questa soluzione ai quattro bambini morti nel rogo diLivorno. Tragica combinazione signor sindaco, non trova?

Page 25: n. 2-07 primo amore - int - sconfinamento.files.wordpress.com · la Snia (concretizzatasi con un ordine di servizio alle assistenti sociali che vieta loro di entrare alla Snia e di

7372 Il primo amore 2

E adesso vedraici denunceranno

per contrabbandodi realtà parallele

per atti di vandalismosulla carta da parati del loro presente

per aver tradotto di straforole frasi dell’umiliazionevedrai ci condannerannoperché ancora una volta abbiamo

messo l’accentosulle vocali del nulla

Aurelia Speranta Stancu 16 anni, Camelia Constantin 16 anni, Bianca Creciun 16 anniCristina Drmush 16 anni

Ana Maria Nita 16 anni

Gabi Lenuza Tanasie 15 anni, Cristina Gulie 15 anni, Luci Silvia Nita 15 anniAna Maria Vaduva 15 anni

Luci Silvia Nità 15 anni

Jonut Nità 14 anni, Mirel Creciun 14 anni, Radu Stefan Dumitru 14 anni,Ion George Dumitru 14 anni

Vaduva Eduard 14 anni, Vadar Stoiculescu 14 anni, Silvia Raducanu 14 anni

Alex Gheorghe 12 anni, Constantin Sorinel 12 anni,

Vaduva Florina 11 anni, Costa Brucele 11 anni, Florin Sentiment Tanase 11 anni

Adrian Constantin 10 anni e i suo gemello Cristofor Constantin

Dernut Stan 9 anni, Mario Clement Vaduva 9 anni, Narcis Nicusor Gulie 9 anni,Iuliana Creciun 9 anni, Ionut Gheorghe 9 anni

Marco Orlando Vaduva 8 anni, Micaela Creciun 8 anni, Esmeralda Ghiorghie 8 anni

Florian Fernando Turcan 8 anni,Cosmin Lautaru 7 anni, Nasmina Bachu 7 anni, Amar Stancu 7 anni, Yonus Nicolae 7 anni, Robert Jonut Vaduva 7 anni,Sentiment Costa 7 anni, Alexandra Iancu 7 anni

Milor 6 anni, David Costa 6 anni,Denisa Dirsan 6 anni, Florin Ghiorghie 6 anni, Michael Stan 6 anni,

Roxana Nicolae 6 anni,Simone Nicolae 5 anni, Simona Stancu 5 anni, Alexani Constantin 5 anniElvis Lautaru 5 anni, Sara Bachu 5 anni

Crina Elena Lautaru 4 anni, David Stoican 4 anni, Alberto Duduianu 4 anni,Florin Dirmusi 4 anni, Rossella Stoiculescu 4 anni

Florin Orient Marancea 4 anni, Andrea Zaharia 4 anniIonuz Milord Istraila 3 anni, Raimondo Istraila 3 anni, Isabella Ghiorghie 3 anni,Vaduva Francesco 3 anni, Dirsan Marco 3 anni, Constantin Claudio 3 anni

Alex Istraila 2 anni, epilettico,

Roxana Cerasela Zaharia 2 anniArabella Dumitru 2 anni, Alber Ghiorghie 2 anni, Andrei Raducanu 2 anni,Calin Duduianu 2 anni, Eremia Constantin 2 anni, Erica Creciun 2 anni,Andra Marinela Dirmus 2 anni, Denisa Bivol 2 anni,

Alex Nicolae 2 anni, Erica Creciun 2 anniMaria Rosaura Stoian 2 anni

Michai Gabriel Vaduva 14 mesiCristina Ana Maria Lautaru 1 anno, Sherbian Costa 1 anno

Marinella Tudor 9 mesi, Benjamin Lucan 9 mesi,Stojan Dudianu 6 mesi, Beatriz Costache 7 mesi,

Enrico Brian Stoican 3 mesi,Maria Amelia Stan 2 mesi,

Alexandra Vaduva 1 mese,Rayan Samir Dirsan

neonato