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Classe Quinta Secondo Bimestre Percorso Rosso 1 DIOCESI DI CREMA - Ufficio IRC. A cura di Barbara Samarani EQUIPE SCUOLA A CURA DI SAMARANI BARBARA CLASSE QUINTA: PERCORSO ROSSO Primo bimestre: Dicembre - Gennaio N. 1: I VALORI DELLE RELIGIONI Obiettivi Specifici di Apprendimento: Il cristianesimo e le grandi religioni: origine e sviluppo. La Bibbia e i testi sacri delle grandi religioni. Leggere e interpretare i principali segni religiosi espressi dai diversi popoli e dalle principali religioni. Evidenziare la risposta della Bibbia alle domande di senso dell’uomo e confrontarla con quella delle principali religioni. Individuare significative espressioni d’arte cristiana, per rilevare come la fede è stata interpretata dagli artisti nel corso dei secoli. Traguardi di sviluppo: l’alunno conosce e confronta le origini, le tradizioni, lo sviluppo e l’esperienza di fede delle grandi religioni e ne scopre il messaggio di pace. Inoltre identifica i cristiani come comunità di persone che credono in Gesù Cristo e cercano di mettere in pratica il suo insegnamento. Percorsi di Apprendimento: prima di Natale a) Islamismo b) Ebraismo e Festa delle luci dopo Natale c) “GIORNATA DELLA MEMORIA” d) La vita è bella Accenniamo ai ragazzi, con semplici parole, il percorso che stiamo per iniziare insieme: completiamo il percorso nelle grandi religioni del mondo senza tralasciare le religioni degli alunni stranieri che abbiamo in classe e che appartengono a religioni minori (es.: Sikh). A Gennaio tratteremo l’argomento della Shoà: l’IRC può iniziare a preparare il percorso interdisciplinare da condividere con gli insegnanti di storia e/o lingua italiana.

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1 DIOCESI DI CREMA - Ufficio IRC. A cura di Barbara Samarani

EQUIPE SCUOLA

A CURA DI SAMARANI BARBARA

CLASSE QUINTA: PERCORSO ROSSO

Primo bimestre: Dicembre - Gennaio

N. 1: I VALORI DELLE RELIGIONI

Obiettivi Specifici di Apprendimento:

� Il cristianesimo e le grandi religioni: origine e sviluppo. � La Bibbia e i testi sacri delle grandi religioni. � Leggere e interpretare i principali segni religiosi espressi dai diversi popoli e

dalle principali religioni. � Evidenziare la risposta della Bibbia alle domande di senso dell’uomo e

confrontarla con quella delle principali religioni.

� Individuare significative espressioni d’arte cristiana, per rilevare come la fede è stata interpretata dagli artisti nel corso dei secoli.

Traguardi di sviluppo: l’alunno conosce e confronta le origini, le tradizioni, lo sviluppo e l’esperienza di fede delle grandi religioni e ne scopre il messaggio di pace. Inoltre identifica i cristiani come comunità di persone che credono in Gesù Cristo e cercano di mettere in pratica il suo insegnamento. Percorsi di Apprendimento: prima di Natale a) Islamismo

b) Ebraismo e Festa delle luci

dopo Natale c) “GIORNATA DELLA MEMORIA”

d) La vita è bella Accenniamo ai ragazzi, con semplici parole, il percorso che stiamo per iniziare insieme: completiamo il percorso nelle grandi religioni del mondo senza tralasciare le religioni degli alunni stranieri che abbiamo in classe e che appartengono a religioni minori (es.: Sikh). A Gennaio tratteremo l’argomento della Shoà: l’IRC può iniziare a preparare il percorso interdisciplinare da condividere con gli insegnanti di storia e/o lingua italiana.

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1° incontro (4 ore) Materiale: planisfero – oggetti islamici: Corano, tappeto della preghiera, occhio di Allah su bracciali e collanine, … - immagini: moschea, simbolo dell’Islam, … - leggenda islamica -Video riguardanti la vita religiosa dei musulmani

a) Islamismo

Iniziamo mostrando agli alunni le zone di diffusione di questa religione sul planisfero indicandone il periodo storico della nascita e dando sintetiche informazioni. Ascoltiamo una leggenda dell’Islam, le storie dei popolo di fede islamica hanno una forte vena religiosa, basata sulla fede in Allah, Dio grande e onnipresente che fa giustizia verso i giusti, guidando alla saggezza i “sottomessi”. Ecco, per esempio, “A VOLTE BASTA UN NIPOTINO”: Quattro mercanti un giorno decisero di fare una società per andare a commerciare in un paese lontano; misero le loro quote di 250 denari ciascuna in un sacchetto, salirono a cavallo e partirono. Dopo aver camminato per alcuni giorni, passarono davanti a un bel giardino nel quale un fitto boschetto e un limpido ruscello offrivano ombra e refrigerio. Siccome erano stanchi, affamati e coperti di polvere, uno di loro disse: “Perché non ci fermiamo a riposarci un poco?”. “E’ una buona idea”, disse il secondo. “Ho con me qualche provvista e potremmo mangiare, prima di rimetterci in viaggio”. “Sono d’ accordo”, disse il terzo. “Io ho un otre di vino che ci toglierà la sete”. “Più di tutto io desidero fare il bagno”, disse il quarto, “Ho una bottiglia di profumo e la metto a vostra disposizione”. Smontarono da cavallo e avvicinatisi alla vecchia custode del giardino le dissero: “ Tienici la borsa con i soldi della società. Non la darai a nessuno di noi se non saranno presenti gli altri tre”. Entrarono, si riposarono all’ombra, mangiarono, fecero il bagno nel ruscello, si lavarono la testa e si profumarono. “Abbiamo bisogno di un pettine”, disse il primo. “Io non ce l’ho”, risposero gli altri. “Vado a chiederlo alla custode; forse lei l’ avrà”, propose il primo che era già completamente vestito; e si avviò decisamente verso il cancello. Mentre faceva quei pochi passi, il mercante pensò di derubare i suoi soci, perciò disse alla custode: “ Dammi il sacchetto”. “ Non posso”, rispose lei. “Quando siete entrati mi avete detto di non consegnarlo a nessuno se non fossero stati presenti anche gli altri tre”. “Non è giusto” replicò il furbacchione; e poiché dal posto in cui si trovava si vedevano benissimo i suoi compagni, li chiamò e gridò: “ Non vuole darmelo!”. “ Daglielo!”, gridarono di rimando loro rivolti alla custode. “ Ne abbiamo bisogno”. La vecchia, allora, consegnò il sacchetto al mercante ladro e questi, balzato a cavallo, si allontanò al galoppo. Gli altri tre aspettarono un poco, poi, vedendo che il loro socio non tornava, finirono di vestirsi e si avvicinarono al cancello. “ Perché non hai voluto darci il pettine?” domandarono alla vecchia. “ Quale pettine?”. “ Quello che ti ha chiesto in prestito il nostro socio?” “ Ma egli non mi ha chiesto il pettine. Ha voluto il sacchetto e io gliel’ho dato con il vostro permesso. “ E dov’è il nostro socio?” “ E’ montato a cavallo e se ne è andato”.

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A queste parole, i mercanti capirono di essere stati derubati; ma, invece di prendersela con se stessi per la loro dabbenaggine, se la presero con la vecchia. La insultarono, poi la trascinarono davanti al giudice e chiesero giustizia. Il giudice li ascoltò, e ordinò che la custode restituisse il sacchetto o, almeno, quello che essa conteneva, e cioè 1000 danari d’oro. La povera vecchia, condannata senza alcuna colpa, non sapendo dove prendere il danaro per risarcire il danno e spaventata dall’idea di dover fare un debito tanto grosso, se ne tornava pensierosa verso casa quando incontrò il suo nipotino. “ Che cos’hai nonna, che ti vedo così triste?”, le domandò il bambino. “ Ah, sapessi che brutto guaio mi è capitato!”, esclamò lei e, quasi piangendo, gli raccontò quello che era accaduto: “Oggi sono venuti quattro mercanti che, entrando nel giardino, mi hanno lasciato in consegna un sacchetto con 1000 danari dicendomi di non darlo a nessuno di loro se non fossero stati presenti gli altri tre; poi uno è tornato e ha voluto il sacchetto e io gliel’ho dato con l’approvazione degli altri che, da lontano, mi hanno gridato: “Daglielo! Ne abbiamo bisogno! Intendevano il pettine... Ma io, che ne sapevo?”. Il bambino ascoltò attentamente, poi con un sorriso malizioso disse: “Se ti faccio risparmiare i mille danari, mi compri un soldino di dolci?”. La vecchia, commossa da tanto candore, accarezzò la testolina del nipote. “Oh!”, gemette, “Ti darei ben altro che un soldino di dolci. Ma come puoi riuscirci tu?”. “Ritorna dal giudice e raccontagli tutto come l’hai raccontato a me, parola per parola, e vedrai che il giudice capirà e ti assolverà”. Benché incredula, la vecchia tornò dal giudice, chiese udienza e ripeté per filo e per segno tutta la storia. Il giudice meditò per qualche minuto poi fece chiamare i tre mercanti: “E’ vero che avete detto alla custode di non consegnare il sacchetto se non in presenza di tutti e quattro?”. “Si”, risposero loro. “Ebbene, portate qui il vostro compagno e la custode vi restituirà il sacchetto”. Cosi la vecchi a fu assolta da ogni colpa e poté tornare tranquilla al suo lavoro (ma non dimenticò di passare, prima, dal mercato dei dolci). Al termine del racconto incarichiamo due alunni di farne il riassunto e proponiamo alla classe la ricerca della morale (accettando eventuali punti di vista diversi). Insieme guardiamo il telo eseguito la prima lezione e in silenzio facciamo scegliere agli alunni, con la massima libertà, una “parola della pace”, che dal loro punto di vista sia stata trasmessa dal racconto appena ascoltato. Sul quaderno, dopo la data che può essere una città dell’Arabia Saudita, numero, mese e anno (ad es.: La Mecca, 23 Novembre 2008) facciamo scrivere in grande il titolo con il nome della religione. Dettiamo un breve riassunto (già preparato) della leggenda, che può iniziare così: abbiamo letto e commentato insieme la leggenda dell’Islamismo “A volte basta un nipotino”. Racconta di … e ci insegna che … Invitiamo poi gli alunni a scrivere grande la “parola della pace”, che hanno scelto dal telo, sotto il testo del riassunto. Mentre la decorano ogni ragazzo esprime la sua scelta a tutta la classe: ci saranno scelte uguali e scelte differenti, a seconda del loro diverso punto di vista. Ogni alunno esprime e motiva la sua scelta. Chiediamo agli alunni se hanno materiali riguardanti questa religione di portarli a scuola, per poterli visionare insieme nel prossimo incontro.

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(moschea di Istambul) Le immagini sopra riportate sono tratte da: Focus, Primavera, Popoli e Missione e Mondo Erre. Nella seconda lezione sull’Islamismo osserviamo le immagini e gli oggetti. Dialoghiamo, se è possibile vediamo un video sulla vita araba (nell’Ufficio Missionario diocesano e all’Ufficio Catechistico di Crema vi sono materiali video interessanti, che si possono avere in prestito) e presentiamo agli alunni le caratteristiche dei fedeli musulmani:

- la storia di Maometto; - il Paradiso musulmano; - l’importanza della luce di Allah: il simbolo dell’Islam indica che Dio è la luce che

guida il cammino degli uomini; - i 5 Pilastri; - le figure degli imam; - i riti e le feste (con particolare attenzione alla festa del Ramadan); - il luogo di culto; - il giorno di festa settimanale: venerdì.

Dettiamo sul quaderno un testo con le caratteristiche essenziali della religione islamica e lasciamo il compito di fare un disegno su un aspetto che più ha colpito gli alunni. Possiamo allestire un cartellone insieme ai ragazzi. VALENZA EDUCATIVA: conoscere le caratteristiche principali dell’Islam. L’IRC favorisce l’incontro con culture diverse e aiuta l’alunno a comprendere le ragioni dei comportamenti differenti dai propri.

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2° incontro (2 ore) Materiale: planisfero – Menorah: tradizionale candelabro a 7-9 bracci - libro “Nove piccoli cucchiai”, un racconto sulla Shoà, edito da MAMASH Edizioni Ebraiche, Milano (in una buona libreria si può ordinare)

b) Ebraismo Iniziamo mostrando agli alunni le zone di diffusione di questa religione sul planisfero, indicandone il periodo storico della nascita, ricordando le vicende dei Patriarchi e dando informazioni legate alla festa di Chanukkà (o Hannukkah – Festa delle luci), che commemora la riconsacrazione del Tempio di Gerusalemme dopo la profanazione fatta dal tiranno greco Antioco ed il miracolo della lampada che bruciò con poco olio per 8 giorni. Il sito sulle feste ebraiche è: www.italya.net/feste/feste.htm, dove si possono anche ascoltare le canzoni tipiche di alcune feste. Questa festa cade in Dicembre, più o meno quando i Cristiani festeggiano il Natale; viene accesa una candela al giorno sul Menorah a 8 bracci e si offrono doni ai bambini (c’è una forte similitudine con l’attesa del Natale dei cristiani cattolici). Invitiamo gli alunni a formare un cerchio in un angolo della classe per ascoltare e visionare le immagini del libro: l’insegnante pone la Menorah al centro del cerchio e racconta, avendo cura di spiegare i termini ebraici (nel libro sono riportati i significati).

Al termine del racconto incarichiamo due alunni di farne il riassunto e proponiamo alla classe la ricerca della morale (accettando eventuali punti di vista diversi): in questo primo incontro sull’Ebraismo spostiamo l’attenzione sull’importanza della Festa delle luci, della forte fede che spinge i personaggi a mettere a rischio la propria vita, il sacrificio e la rinuncia al poco cibo che avevano, per osservare una tradizione.

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(Nel successivo incontro, dopo le vacanze natalizie, in vista della Giornata della Memoria, punteremo lo sguardo sulla guerra e sui sopprusi dei campi di concentramento.) Insieme guardiamo il telo eseguito la prima lezione e in silenzio facciamo scegliere agli alunni, con la massima libertà, una “parola della pace”, che dal loro punto di vista sia stata trasmessa dal racconto appena ascoltato. Sul quaderno, dopo la data che può essere una città d’Israele, numero, mese e anno (ad es.: Gerusalemme, 18 Dicembre 2008) facciamo scrivere in grande il titolo con il nome della religione. Dettiamo un breve riassunto (già preparato) del racconto, che può iniziare così: abbiamo letto e commentato insieme il racconto ebraico “Nove piccoli cucchiai”, tratto da una storia veramente accaduta. Racconta di … e ci insegna che … Invitiamo poi gli alunni a scrivere grande la “parola della pace” che hanno scelto dal telo, sotto il testo del riassunto. Mentre la decorano ogni ragazzo esprime la sua scelta e la motiva a tutta la classe: ci saranno scelte uguali e scelte differenti, a seconda del loro diverso punto di vista. Nella seconda fase della lezione, legandoci alla Festa delle luci di cui abbiamo appena parlato e ricordando che anche nelle religioni affrontate fin’ora (Induismo, Buddismo e Islamismo) la LUCE è un elemento di fondamentale importanza simbolica, proponiamo una lettura riguardante il NATALE DI GESU’, mostrando una o più immagini di piccolo presepi (tratte da libri d’arte o dal sito www.presepidelmondo.it):

LA LUCE GUARDÒ IN BASSO E VIDE LE TENEBRE;

“LÀ VOGLIO ANDARE” DISSE LA LUCE. LA PACE GUARDÒ IN BASSO E VIDE LA GUERRA;

“LÀ VOGLIO ANDARE” DISSE LA PACE. L’AMORE GUARDÒ IN BASSO E VIDE L’ ODIO;

“LÀ VOGLIO ANDARE” DISSE L’AMORE. COSÌ APPARVE LA LUCE, E RISPLENDETTE; COSÌ APPARVE LA PACE, E OFFRÌ RIPOSO;

COSÌ APPARVE L’AMORE, E PORTÒ LA VITA. E IL VERBO SI FECE CARNE E DIMORÒ FRA NOI.

(da L. Housman, Poesie, Kosmos)

Ora riflettiamo sulla “LUCE”, chiedendo: nella poesia chi sono i personaggi principali? Da dove viene la luce? Chi ha creato la luce nelle varie religioni da noi affrontate? Cosa permette di fare la luce all’uomo? Senza la luce come sarebbe la nostra vita? Vi sono espressioni come “Sei la luce dei miei occhi” o “Ho una luce nel cuore” che non indicano una luce che gli occhi vedono, ma che il cuore sente … di chi è questa luce? Cosa indica? Che sentimenti nasconde? … Nel giorno di Natale, per i cristiani chi è la luce? portiamo gli alunni a riflettere sulla LUCE come espressione di DIO, il quale entra nell’intimo dell’ uomo, uomo che cerca proprio Lui: Lo cerca nei fratelli e nelle sorelle che lo circondano, Lo cerca in se stesso e nella preghiera, espressione di lode e ringraziamento. Sul quaderno scriviamo il titolo: LA LUCE NELLE RELIGIONI e consegniamo la seguente scheda. La compiliamo insieme scrivendo sui puntini il nome della religione a cui si riferisce il disegno, e numerando la frase corrispondente.

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Diamo il compito di colorarla:

(tratta da CIELI E TERRA NUOVA - ELLEDICI) Chiediamo agli alunni se hanno materiali riguardanti questa religione di portarli a scuola, per poterli visionare insieme nel prossimo incontro. VALENZA EDUCATIVA: aspettare il Natale con la consapevolezza che Dio è la luce che guida gli uomini di ogni tempo e spazio. L’IRC aiuta l’alunno a sentire ciò che accomuna le religioni del mondo, superando gli umani pregiudizi.

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3° incontro (2 ore) Materiale: planisfero – oggetti ebraici: Antico Testamento, Menorah, kippa, stella di Davide, … - immagini di sinagoghe, del Muro del Pianto, di Gerusalemme, …

c) Giornata della Memoria Nella seconda lezione sull’Ebraismo osserviamo le immagini e gli oggetti.

(immagine tratta da Airone)

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(immagini tratte da GEO) Dialoghiamo e presentiamo agli alunni le caratteristiche della religione:

- il luogo di culto; - il Libro Sacro; - il giorno sacro: sabato; - i riti e le feste (con riferimento alla festa di Hannukah); - i simboli (Menorah e Stella di Davide); - i 10 Comandamenti; - le figure dei rabbini.

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Dettiamo sul quaderno un testo con le caratteristiche essenziali della religione ebraica. Nella seconda fase dell’incontro aiutiamo gli alunni a comprendere gli eventi storici che hanno portato gli ebrei nei campi di concentramento attraverso un breve riassunto. Ricordiamo il racconto “Nove piccoli cucchiai” e dialoghiamo sui sopprusi che durante le guerre di ogni tempo, i più deboli e indifesi devono sopportare. E’ molto importante conservare la memoria, anche se emotivamente per i ragazzi di questa età potrebbe essere troppo. Ci vuole quindi tatto e rispetto per la loro emotività ed età: affrontiamo un argomento cruento, ma non dobbiamo cadere nel cattivo gusto di presentare solo le atrocità compiute dall’uomo verso l’uomo. Nasce spontanea la domanda: ma Dio dov’è? Dice il Salmo 129:

“Il nostro Dio è nei cieli,

Egli opera tutto ciò che vuole. Gli idoli delle genti

sono argento e oro, opera delle mani dell’uomo. Hanno bocca e non parlano, hanno occhi e non vedono, hanno orecchi e non odono, hanno narici e non odorano. Hanno mani e non toccano,

hanno piedi e non camminano; dalla gola non emettono suoni.

Così diventi chi li fabbrica e chiunque ha fede in loro”

Sembra un Dio assente. Ma risponde il Salmo 29:

“Il Signore tuona sulle acque. Il Signore tuona con forza”

Dio parla all’uomo, Dio si fa sentire con forza! Anche Gesù lo ha invocato sul calvario, sentendosi abbandonato … ma Dio tace nella storia dell’uomo, perché l’uomo è libero. Libero di scegliere una vita redenta o dannata. E’ il rischio che Dio ha voluto correre per non “creare” tanti servi; Egli ha “creato l’uomo a sua immagine e somiglianza”, quindi capace di Amore. Quando Dio tace, pare che non ci sia; ma Dio piange. DICE LA TRADIZIONE EBRAICA: “PIANGERE È SEMINARE. RIDERE È RACCOGLIERE. OSSERVA TE CAMMINARE QUELL’UOMO CHE PIANGE. PERCHÉ PIANGE? PERCHÉ PORTA SULLE SPALLE IL SACCO DI SEMI CHE STA PER GETTARE SUL TERRENO. MA E CCOLO TORNARE RIDENDO. PERCHÉ RIDE? PERCHÉ PORTA SULLE BRACCIA I COVONI DEL RACCOLTO. IL SORRISO È IL RACCONTO PALPABILE, LA PI ENEZZA. LE LACRIME SONO LA SEMINA, LO SFORZO, IL RISCHIO, IL SEME ESPO STO ALLA SICCITÀ, LA SPIGA MINACCIATA DALLA GRANDINE. IL SORRISO È PAROL A. LE LACRIME SONO IL SILENZIO. E L’ESSENZIALE NON È NEL RACCOLTO, L’ESSENZIALE È N ELLA SEMINA, NEL RISCHIO E NEL LORO SILENZIO”.

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Comunichiamo agli alunni che nel prossimo incontro vedremo il film: “La vita è bella” e iniziamo ad accennarne la trama a grandi linee. Un lavoro interdisciplinare potrebbe arricchirsi di alcune di queste esperienze:

- incontro con una persona deportata nei campi di concentramento;

- lettura, con relative riflessioni, di passi di uno dei seguenti libri: � “Se questo è un uomo” di Primo Levi;

� “Chi vuole vedere la mamma faccia un passo avanti” a cura di Maria Pia Bernicchia;

� “Il diario di Anna Frank” (con relative riflessioni); � “Non vi dimenticherò mai, bambini miei di Auschwitz” di Denise Holstein;

- realizzazione di una mostra;

- visita ad una mostra, non è difficile trovarne allestite nel proprio territorio in questo periodo;

- incontri con esperti;

- analisi dei diritti negati ai bambini deportati e conseguente storia della stesura de

“La Convenzione dei Diritti dei bambini”. VALENZA EDUCATIVA: capire che Dio pensa ed agisce in modo divino, Egli ci ama e aspetta che il nostro cuore umano si apra a Lui. L’IRC conduce l’alunno verso l’infinito messaggio di Dio, insegnatoci dal Figlio Gesù: “Ama il tuo Dio con tutto il tuo cuore. Ama il prossimo tuo come te stesso”. 4° incontro (4 ore) Materiale: film “La vita è bella” di Roberto Benigni

d) La vita è bella Proponiamo la visione del film, chiedendo agli alunni di alzare la mano per fermare la visione, solo quando la domanda che devono porre è utile a tutta la classe per capire, completare ed esprimere i fatti storici e/o i sentimenti che suscitano alcune scene. La vicenda di questa famiglia, che fonda sull’amore il proprio passato, presente e futuro, si trova a combattere contro un nemico perfido: l’odio. Con la dignità di un piccolo uomo, un padre il cui amore è un grande esempio per il figlio, lotta per ciò in cui crede col cuore. L’amore vincerà, ma pagando a caro prezzo. L’uomo vincerà con le sue speranze, i suoi sogni e il suo amore. A conclusione leggiamo insieme la poesia di E. Dickinson:

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Se saprò impedire ad un cuore di spezzarsi non avrò vissuto invano.

Se potrò alleviare

Il dolore di una vita o placare una pena

non avrò vissuto invano.

Se saprò aiutare un affamato a ritrovare il pane;

se saprò stendere la mia mano e donare il mio sorriso

a chi ha perso la speranza non avrò vissuto invano.

Riflettiamo insieme legando, dove è possibile, il film alla poesia: cosa significa “Non avrò vissuto invano”? Nel film, il protagonista vive invano? Perché? Qual è lo scopo della sua vita? Chi gli ha insegnato ad amare così fortemente la sua famiglia? Il bambino avrà sentito l’amore del padre? In quale delle tre parti in cui la poesia è suddivisa si vede l’agire del protagonista del film? (ogni alunno può avere il suo punto di vista e tutti sono esatti) Qual è il tema centrale di questa poesia? E’ lo stesso del film “La vita è bella”? Dopo queste riflessioni, qual è il tuo desiderio? Sul quaderno, dopo la data: 27 GENNAIO, GIORNATA DELLA MEMORIA, dettiamo la poesia. Concludiamo dando due riflessioni personali da svolgere:

- Cosa ti hanno insegnato il film “La vita è bella” e la poesia? - Qual è il tuo desiderio? Perché?

Consegniamo agli alunni un foglio per stendere in brutta le risposte e solo dopo che le avremo corrette le scriveranno sul quaderno. Porteremo a casa il quaderno per valutare i loro pensieri. VALENZA EDUCATIVA: apprezzare le persone che in alcune vicende della storia umana si sono fatti portatori di valori positivi. L’IRC dimostra all’alunno come in situazioni di disperazione l’uomo, che ama Dio, sente la forza e il desiderio di una vita dignitosa basata sul rispetto e l’amore.