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A cura di: Nausicaa, Rosalinda, Samanta, Viola N° 02

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A cura di: Nausicaa, Rosalinda, Samanta, Viola

N° 02

SOMMARIOpag. 3 L’editoriale: Da un altro punto di vista

pag. 4 “Wonder”

pag. 7 “Un sacchetto di biglie”

pag. 9 C’era una volta…un’avventura fantastica!

pag. 14 Lettera alla Signora Scuola Media…

pag. 14 ViscoReporter: intervista a Valentina Bisti

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L’EditorialeDA UN ALTRO PUNTO DI VISTAIn questo numero abbiamo deciso didare spazio al Cinema, alla Fiaba, alPresente e al Futuro! Grazie al cinema abbiamo ragionatoe riflettuto sulle ingiustizie della Storia e su quelle che ancora oggi sipossono subire a scuola. Grazie ai bambini della Scuola dell’Infanzia abbiamo avuto l’idea discrivere e disegnare una fiaba magica, ed è il nostro dono per ibambini che verranno in Prima.

Abbiamo pensato al Presente perché sappiamo che ogni giorno dobbiamo apprezzare le cose che viviamo e facciamo; abbiamopensato al futuro perché faremo un grande passo: andremo allaScuola Media.Ed ora invitiamo tutti i lettori a girare pagina e a scoprire le nostreparole!

Auguriamo a tutti i nostri lettori “Buona lettura” con lasperanza di farvi conoscere il nostro bellissimo mondo!

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“WONDER”

A gennaio, nelle sale cinema-

tografiche, è uscito il film

“Wonder”, tratto da un

romanzo di R. J. Palacio e

pubblicato nel 2012.

E’ un film che esprime molte

emozioni, sicuramente di tutti

i tipi e di certo accompagnate

dalle lacrime! Si alternano

scene di felicità a scene di

grande dispiacere. Racconta

la storia di August Pullman,

affettuosamente chiamato

Auggie, un bambino che fin

dalla nascita ha una deformazione facciale ed è stato sottoposto a

ventisette operazioni. Per la prima volta, a 10 anni, va a scuola;

fino ad allora la mamma era stata la sua insegnante. Auggie ha

due genitori fantastici, una sorella di nome Via e un cane: tutti gli

sono vicini, cercano di proteggerlo e di aiutarlo in ogni momento.

E’ un bambino molto intelligente, gli piace tantissimo l’astronomia.

All’inizio il ragazzo non riesce ad ambientarsi, indossa spesso un

casco da astronauta perché si vergogna: tutti lo guardano in

modo strano, lo deridono alle spalle e viene “bullizzato”; poi con il

passare dei giorni comincia a farsi degli amici e a scoprire la

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bellezza della scuola. Dopo tante avventure Auggie trova dei

compagni veri e vince anche il concorso di scienze della scuola

insieme al suo migliore amico.

Abbiamo riflettuto molto sulla storia di Auggie e sul messaggio

che porta: se avessimo un compagno come lui, lo aiuteremmo, gli

parleremmo e giocheremmo insieme. Molte persone nascono con

problemi, ma riescono comunque a combattere le difficoltà.

Purtroppo, a scuola, tanti bambini vengono presi in giro e questo

non è giusto: anche se non siamo tutti uguali, abbiamo gli stessi

diritti. Non si può giudicare una persona dall’aspetto fisico, sono

molto più importanti il carattere e il cuore.

“Wonder non è solo un film, ma anche un romanzo da ascoltare, costellato di canzoni e parole che fanno da contrappunto alle emozioni”.

Cit. R.J. Palacio, “Wonder”, Ed. Giunti

A cura di Ariel, Dario, Emilio, Flaviano, Francesca, Giacomo, Giulio B., Luca e Stella.

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“UN SACCHETTO DI BIGLIE”

In occasione del “Giorno

della Memoria”, nelle sale

cinematografiche, è stato

proiettato il film “Un sac-

chetto di biglie”, che

racconta la storia vera di

due ragazzi di religione

ebraica in fuga dai nazisti.

Maurice e Joseph Joffo

sono fratelli e vivono a

Parigi. La città è occupata e

quando i nazisti cominciano

a deportare gli ebrei,

decidono di fuggire

dividendosi dalla famiglia: è l’unico modo per salvarsi la vita.

Dopo un lungo viaggio riescono ad arrivare a Nizza, ma dovranno

subito ripartire. Trascorrono un lungo periodo in un campo

cattolico per bambini, dove ricevono aiuto e protezione.

Purtroppo, ad un certo punto, vengono arrestati dai tedeschi

perché qualcuno gli tende una trappola. Grazie all’aiuto di un

prete vengono liberati: il sacerdote li accompagna a Vichy, dove

finalmente riabbracciano i fratelli maggiori. Per rimanere al sicuro

tornano al campo cattolico e purtroppo ricevono una telefonata

dalla madre che li avverte dell’arresto del padre. I due fratelli

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temono per la loro vita e decidono così di spostarsi in un altro

paese dove troveranno lavoro. Joseph viene ospitato da una

famiglia che parteggia per i tedeschi, viene accolto con affetto

perché nasconde le sue origini. Dopo circa un anno, la guerra

finalmente finisce: nel paese tutti festeggiano e la gente del posto

si vendica picchiando coloro che avevano appoggiato i tedeschi.

Tutti i membri della famiglia che aveva ospitato Joseph vengono

arrestati, ma il ragazzo li difende confessando di essere ebreo e di

essere stato aiutato. Dopo tanto dolore e sofferenza Joseph e

Maurice tornano a casa: possono riabbracciare la madre e i fratelli

maggiori, purtroppo il padre è stato ucciso in un campo di

concentramento.

In classe abbiamo riflettuto molto sul tema del film e della

“Shoah”: gli eventi della Seconda Guerra Mondiale sono orribili,

ma accaduti veramente, per cui è giusto conoscerli. Una persona

non dovrebbe essere discriminata per la sua religione, si può

scegliere a “Chi” credere liberamente. Speriamo che queste cose

non accadano mai più.

A cura di Ascanio, Bianca, Federico e Lily

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…C’era una volta… UN’AVVENTURA FANTASTICA!

C’era una volta……una bella

fiaba da raccontare!

Lorenzo, Diego, Caterina e

Sara, quattro bambini molto

amici, decisero di andare

nel bosco durante una bella

giornata d’estate.

Dopo aver camminato

abbastanza, videro una

strana e piccola casa: aveva

la forma di un fiore e dalla

porticina uscì una fata.

Passava di lì anche una

strega così decisero di

giocare tutti insieme.

La strega non voleva

rispettare le regole, fu cacciata dalla fatina e se ne andò

arrabbiata. Si nascose dietro ad un albero e mentre i bambini

raccoglievano bacche deliziose, rapì la fata e scappò. I quattro

amici cercarono di inseguirla, ma era troppo veloce.

All’improvviso si accorsero che sui tronchi degli alberi c’erano

delle porticine e dalle porticine uscirono tanti gnomi disposti ad

aiutarli: i piccoli folletti dissero che la strega abitava in un vulcano,

quello alla fine del bosco, e consegnarono una mappa ai bambini.

Lorenzo, Diego, Caterina e Sara ringraziarono e ripresero il

cammino; giunsero ad un fiume abitato da due simpaticissimi

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castori che costruirono un ponte per farli passare. Dopo tante ore

di cammino i bambini trovarono la fine del bosco, c’erano molti

fiori e di tutti i colori: rossi, gialli, verde e lilla. Un paio di passi più

in là videro uno strano corno spuntare da un cespuglio; si

avvicinarono e quando lo toccarono uscì fuori un bellissimo

unicorno: era tutto bianco, con un corno lunghissimo e una

criniera color arcobaleno tutta brillantinosa. Ad un certo punto

videro uscire del fumo

dietro la chioma di un albero, si precipitarono a vedere e davanti

ai loro occhi comparve il vulcano, con la casina della strega sulla

cima. Si avvicinarono e si accorsero della presenza di uno strano e

grasso goblin, vestito con un gonnellino di pelle strappata.

Iniziarono a scalare il vulcano, il fastidio del calore si faceva

sentire, ma erano sicuri che insieme ce l’avrebbero fatta.

E fu proprio così! Raggiunsero la cima; da lassù si accorsero che il

bosco, senza la fatina, stava perdendo la sua magia. Unirono le

forze per catturare il goblin, presero una corda e iniziarono a

girare, girare, girare…finché non divenne un salsicciotto ben

legato! Poi i bambini entrarono con cautela dentro la casina e

videro la povera fata imprigionata in una gabbietta di ferro; la

strega arrivò subito, ma Diego le diede un bel calcione e le rubò la

bacchetta magica. I quattro amici non sapevano utilizzare la

bacchetta…però avevano tanta fantasia e così, con un paio di

formule magiche, trasformarono la strega in un calmo e pacifico

fiore! Finalmente erano tutti contenti per il lieto fine ed anche il

bosco stava recuperando la magia dei suoi colori.

Fu davvero una fantastica avventura!!!

A cura di Carlo, Domitilla, Edoardo, Filippo, Giulio G., Vasken

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LETTERA ALLA SIGNORA SCUOLA MEDIACara Signora Scuola Media, abbiamo pensato di scriverti una lettera per parlarti, per farti conoscere i nostri pensieri e le nostreemozioni.

Non vedo l’ora di arrivare da te perché farò nuove amicizie; da una parte sonofelice, dall’altra un po’ meno perché non sarò più in classe con tutti i mieicompagni e le maestre. Però potrò sempre andare a trovarli.

MargheritaMi spaventi ma allo stesso tempo mi ecciti.

Emilio

Sono felice di arrivare tra poco nel tuo nuovo mondo. Questo grande passonon sarà facile, ma non è tutto semplice nella vita. Immagino quanta felicitàproverò. Io non ho paura perciò spero di essere brava, di cavarmela, di studiare bene e di accontentare i professori.

Samanta

L’anno prossimo verrò a trovarti, chissà quante novità hai da regalarmi, maio sono pronta ad affrontarle; sono eccitata per l’avventura che verrà, nuovae colorata.

Viola

Io non ho paura di te; certo la maestra e i miei compagni mi mancheranno,ma non ti temo perché sei una fase della vita.

Federico

Le mie emozioni per te sono felicità, paura e divertimento. Vorrei sapere sesei difficile da chi già ti conosce e mi piacerebbe avere una risposta a questadomanda: i ragazzi che sono già venuti da te, avevano le farfalle nello stomaco?

Giacomo

Io non ho tanta paura, però nel fondo del mio cuore un po’ di paura c’è; nonho voglia di non vedere più i miei compagni e le mie maestre e non conoscoi professori che mi capiteranno.

Filippo

Ho un po’ di paura a venire da te. Spero che si lavori in gruppo perché a mepiace, ti permette di conoscere le qualità dei nuovi compagni, che tipi sono…simpatici, studiosi, giocosi….

Lily

Per me sei un grande salto da affrontare con coraggio e serenità. Quando penso al mio primo giorno tremo dalla testa ai piedi perché sarò unonuovo, dovrò trovarmi nuovi amici, però questo non è un problema perché

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andrò insieme a un mio compagno, che mi aiuterà sempre.Dario

Come sei? Noiosa, divertente, simpatica, gentile? I ragazzi che vengono date sono felici? Io sono emozionato anche se un po’ preoccupato.

Giulio G.

Tra un po’ ci staccheremo dal grande girotondo delle Elementari e ci aggiungeremo al tuo. Io sono un po’ spaventata, ma non per te, ho paura dilasciare i miei amici e la maestra. Sono le persone che vedo ogni giorno eche fanno diventare la mia vita più felice. Comunque sono felice di venire date, sarai un’esperienza! Ti abbiamo sentito nominare dai racconti dei piùgrandi. Io sono fiera di me perché tra un po’ supereremo un grande traguardo!

Nausicaa

Non so bene come immaginarti, ma spero che tu abbia un giardino, così nellepause posso andare a giocare insieme ai miei compagni.

Stella

Sono un po’ agitato e ti immagino abbastanza grande.Danilo

Penso che sarà molto divertente e allo stesso tempo emozionante e paurosoentrare dal tuo portone, vedere nuovi compagni e insegnanti. Non so neanche se mi abituerò a chiamare gli insegnanti “professoressa oprofessore” al posto di “maestra”.

Valerio

Sono molto teso ma credo che, dopo tante esperienze, riuscirò ad ambien-tarmi anche senza aiuto e gli amici della mia classe.

Ariel

Ho un po’ paura di questo grande passo, ma ce la farò e arriverò da te conun’ottima pagella. Dentro di me ci sono…altro che farfalle….bufali inferociti!Mi auguro “Buona fortuna”.

Vasken

Tu accogli i bambini appena arrivati come se fossero tuoi figli e alla fine dell’anno li lasci andare con una festa. Che passaggio importante!

Edoardo

Non molto tempo fa ti ho incontrata e mi sei subito piaciuta….anche perchéogni giorno potrò andare finalmente a mangiare nel mio ristorante…che sitrova a casa mia…e la chef è la nonna!!!

Francesca

Chissà come sarai? Vorrei domandarti tante cose. Spero di trovare subito unamico con cui parlare e giocare.

Carlo

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Sono emozionato, inquieto, ma anche incuriosito dal tuo nuovo mondo. E’ buffo pensare alle prime impressioni di uno studente delle Elementari, abituato agli agi e ai voti alti. Il primo giorno mi sentirò come altre migliaiadi ragazzi: impaurito, con il mal di testa e il mal di stomaco.

Ascanio

Tra poco io e i miei compagni faremo un passo molto grande verso di te.Scenderemo dalla “montagna” della Scuola Primaria per iniziare a scalarneun’altra ancora più ripida e difficile.

Luca

Mi sento un po’ spaventata ma anche emozionata. Chissà se ce la farò vistoche si studia di più; io lo spero perché non voglio essere bocciata, di certomi impegnerò. Sicuramente sarò nervosa.

Rosalinda

Dopo tutto quello che ho imparato dalle Elementari cosa devo aspettarmida te? Secondo te riuscirò a superare le difficoltà?

Flaviano

Che differenza c’è tra la maestra e la professoressa? Perché le insegnanti sichiamano professoresse e non maestre? Alcune persone dicono che allemedie ci sono i bulli, è vero?

Domitilla

Sto per fare un salto molto alto, ho un’ansia immensa, ma paura no…perchéla paura non deve ostacolare niente e bisogna andare avanti.

Matteo

Non vedo l’ora di trovarmi davanti al tuo portone, sono sicura che troveròaltre amicizie importanti per la mia vita. Gli amici aiutano, ti fanno sentire felice e ti puoi confidare con loro. Avrei molte domande da farti!

Ielena

Sono molto felice di incontrarti il prossimo anno, ho tante domande da farti: qual è la sensazione che proverò quando entrerò per la prima volta?Qual è la sensazione che proverò quando incontrerò persone che non conosco?

Giulio B.

Io andrò nella scuola del Buono, del Vero e del Bello, quindi mi aspetto moltoda te. Gli amici più grandi mi hanno raccontato che sei tosta, ma io sonopronta per affrontare questa sfida perché visto che sto diventando grande,vorrei più responsabilità. Immagino i ragazzi della terza media alti due metri,poi penso a me, una bambina che si eccita alla sola idea di diventare grande.

Bianca

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VISCOREPORTERIntervista a Valentina Bisti

Nel teatro della nostra scuola abbiamo intervistato la giornalistadel Tg1 Valentina Bisti. Si è presentata vivacemente! Ci sa fare coni bambini!

Bambini: Buongiorno Signora Valentina!V.: Buongiorno bambini, sono felice di conoscervi e datemi

del “Tu”B.: Perché hai scelto questo lavoro?V.: Fin da piccola desideravo lavorare nel cinema, poi all’università

ho capito che avrei potuto dare notizie sul cinema

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B.: Da quanto tempo lavori al Tg1? V.: Da diciotto anniB.: Ti truccano prima di andare in onda?V.: Si, certamente! Trucco e parrucco perché ci sono le luci

molto fortiB.: Ti senti te stessa quando ti truccano?V.: Si, tanto poi, a fine Tg, mi struccano subitoB.: Per te il giornalismo è un lavoro o una passione?V.: E’ in primis una passione perché non si può fare questo lavoro

senza passioneB.: Se avessi una seconda vita cosa faresti?V.: La giornalista, sempre e solo la giornalista! Mi piace moltissimo,

più di ogni altro mestiereB.: Hai studiato per diventare giornalista?V.: Si…ho frequentato la facoltà di LettereB.: Come hai cominciato?V.: Con il cinema e il giornale del quartiereB.: La prima volta che sei andata in TV eri agitata?V.: Siiii, ero molto agitata! Avevo il cuore in gola. Fortunatamente

era notte e quindi c’erano pochi spettatori!B.: E’ stata lunga la strada per arrivare al Tg1?V.: Si, però ne è valsa la pena!B.: Qual è la notizia che ti ha affascinata di più?V.: Sono tante ma sicuramente ho seguito con molto interesse il

caso della “Concordia”, la nave arenata sull’Isola del Giglio. Mi è piaciuto tanto intervistare Totti (tre volte, è molto simpatico) e Vasco Rossi

B.: Perché al telegiornale danno sempre notizie negative e mai positive?

V.: No no…diamo anche notizie positiveB.: Fai le prove prima di andare in onda?V.: No, però leggo i miei fogli

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B.: E se sbagli qualcosa in diretta?V.: Continuo anche se il regista si arrabbia!B.: Se dimentichi qualcosa durante il Tg….cosa fai?V.: C’è la tecnologia! Nello studio del Tg1 non c’è il gobbo, ma le

notizie scorrono sulla telecamera che sta riprendendo e siamonoi giornalisti a farle scorrere grazie ad un pedale che sta sottola scrivania. Bisogna stare molto attenti ai cambiamenti chepossono arrivare all’improvviso, indossiamo sempre un auricolare

B.: Il Tg1 dice sempre la verità?V.: Diciamo di si, ma se ci accorgiamo che qualche notizia data

non corrisponde proprio alla realtà, facciamo una rettificaB.: Cosa ti ha deluso del giornalismo?V.: I colleghi superficiali che non dicono la veritàB.: Quali sono i tuoi hobby?V.: Mi piace la musica, la palestra, la lettura, andare al cinema

e a teatroB.: Ti è piaciuta l’intervista?V.: Si, moltissimo!B.: Eri già stata intervistata in una scuola?V.: No, è la prima volta! Non sono mai stata intervistata!

Siete i primi!

A cura di Danilo, Ielena, Margherita, Matteo, Valerio