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Novembre 2014 Pag. 15 Numero II Musica, libri e film School of rock Q uesto film parla di un chitarrista che è stato buttato fuori dalla sua band. Quindi, quando arriva una chiamata da una scuola per il suo amico insegnante che lo ospita, finge di essere il suo amico e va ad insegnare in quella scuola. Quando arriva, la Direttrice gli assegna una classe 5ª: appena arrivato in classe scrive il suo nome sulla lavagna, Signor S. Per un giorno lui e suoi alunni fanno solo ricreazione, il secondo gior- no fanno ricreazione fino a quando non arriva il momento di andare a fare lezione di musica. Il Si- gnor S. guarda una par- te della lezione, poi corre al suo furgone a prendere tutto l’occorrente per suonare con i bambini. Da quel giorno a scuola hanno conti- nuato a suonare e a fare solo musica. Il giorno dei colloqui l’amico inse- gnante scopre che il Signor S. è un impostore, chia- ma la polizia e lui decide di scappare. La mattina dopo i bambini scappano da scuola con il pulmino, vanno nell’appartamento in cui dorme il Signor S., lo prendono e vanno con lui a fare un concerto per un concorso di band. Appena arrivati è quasi arrivato il loro momento: si preparano, salgono sul palco e incominciano a suonare!! Al momento di decidere chi è il vincitore, purtroppo scoprono di non essere loro, però il pub- blico chiede con forza il bis, e allora il Signor S. dice: “Andiamo a suonare!!”. Per me questo film è veramente bello, ve lo consiglio perché parla di musica e di- mostra che anche divertendosi si può imparare. Ernesto Muscas Titolo originale School of Rock Paese di produzione USA Anno 2003

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Novembre 2014 Pag. 15 Numero II

Musica, libri e film

School of rock

Q uesto film parla di un chitarrista che è stato buttato fuori dalla sua band.

Quindi, quando arriva una chiamata da una scuola per il suo amico insegnante che

lo ospita, finge di essere il suo amico e va ad insegnare in quella scuola. Quando

arriva, la Direttrice gli assegna una classe 5ª: appena arrivato in classe scrive il

suo nome sulla lavagna, Signor S. Per un giorno lui e

suoi alunni fanno solo ricreazione, il secondo gior-

no fanno ricreazione fino a quando non arriva il

momento di andare a fare lezione di musica. Il Si-

gnor S. guarda una par- te della lezione, poi corre al

suo furgone a prendere tutto l’occorrente per suonare

con i bambini. Da quel giorno a scuola hanno conti-

nuato a suonare e a fare solo musica. Il giorno dei

colloqui l’amico inse- gnante scopre che il Signor

S. è un impostore, chia- ma la polizia e lui decide di

scappare. La mattina dopo i bambini scappano da

scuola con il pulmino, vanno nell’appartamento in

cui dorme il Signor S., lo prendono e vanno con lui

a fare un concerto per un concorso di band. Appena arrivati è quasi arrivato il loro

momento: si preparano, salgono sul palco e incominciano a suonare!! Al momento

di decidere chi è il vincitore, purtroppo scoprono di non essere loro, però il pub-

blico chiede con forza il bis, e allora il Signor S. dice: “Andiamo a suonare!!”.

Per me questo film è veramente bello, ve lo consiglio perché parla di musica e di-

mostra che anche divertendosi si può imparare.

Ernesto Muscas

Titolo originale School of Rock

Paese di produzione USA

Anno 2003

Novembre 2014 Pag. 16 Numero II

Musica, libri e film

Il cantante Zucchero accusato di plagio

G uai in vista per Zucchero. Il cantante è stato accusato di appropriazione da Alberto Carpa-

ni, noto come DJ Albert One, il quale sostiene che l'artista abbia copiato a lui il brano “Quale sen-

so abbiamo noi” lanciato nel 2013 nell’album “Una rosa blanca” registrato a Cuba. La canzone,

secondo Albert, sarebbe troppo uguale alla sua “Sunshine”. In questi mesi Zucchero e Albert han-

no richiesto due perizie ed entrambe hanno concluso che i due ritornelli sono uguali. Prima che un

giudice si pronunci potrebbero passare tre anni, ma su YouTube gira già un video che mette a con-

fronto i brani. Ho scelto questo argomento perché sono rimasta stupita quando ho sentito di questa

notizia, spero che la faccenda si risolva abbastanza bene.

Veronika Porcu

Madagascar 3

Ricercati in Europa

Q uesta storia parla di Alex il leone, Mar-

ty la zebra, Melman la giraffa e Gloria l’ippopo-

tamo, che sono partiti a Monte Carlo per andare

a prendere i pinguini per riportare Alex e gli

amici nello zoo di New York, ma i pinguini so-

no andati in vacanza al Casinò, sempre a Monte

Carlo. Arrivati a Monte Carlo hanno spaventato

le persone nel casinò e quindi sono scappati con

il furgone dei pinguini ma un poliziotto aveva

chiamato un accalappiatore e quindi li stava in-

seguendo e Alex e gli amici sono arrivati fino al

treno di un circo e chiedono di nascondersi e

quindi li hanno fatti salire. Quelli del circo gli

avevano detto che andavano a Roma per fare

uno spettacolo e se lo spettacolo fosse piaciuto a

un uomo molto ricco sarebbero andati in Europa

e poi a New York. Alex e gli amici pensarono

di approfittarne e finsero di essere del circo

americano per andare con loro a New York. Ar-

rivati a Roma quelli del circo fecero lo spettaco-

lo e non andò molto bene e Alex

ebbe un idea: “fare un circo di soli animali”.

Arrivati in Europa fecero uno spettacolo magni-

fico e all’uomo molto ricco era piaciuto: dietro

le quinte erano tutti contenti solo che Alex disse

a quelli del circo che arrivati a New York non

sarebbero restati con loro ma sarebbero andati in

uno zoo. Quelli del circo però ci rimasero male

ed erano molto tristi e arrabbiati. Arrivati nello

zoo Alex e gli amici capirono che gli mancava il

circo e decisero di ritornare con loro, ma stavol-

ta per restarci. Solo che l’accalappiatore era sta-

to più furbo e riuscì a sparare ad Alex e agli

amici un sonnifero. Il proprietario dello zoo vide

gli animali nella gabbia e ringraziò l’accalappia-

tore per avergli riportato gli animali. Di notte

fecero annuncio del ritorno degli animali nello

zoo e in quel momento l’accalappiatore cercò di

sparare Alex per usarlo come trofeo, ma arriva-

rono gli amici del circo con una mongolfiera e

riuscirono a salvare Alex facendo un bellissimo

spettacolo e con l’aiuto dei pinguini legarono

l’accalappiatore e lo mandarono nel Madaga-

scar. Alla fine Alex e i suoi amici decisero di

restare tutti con il circo!!

Elisa Scalas

Novembre 2014 Pag. 17 Numero II

Sport

UN BOMBER LEGGENDARIO ENTRATO NELLA STORIA DELLO SPORT E DELLA SARDEGNA

I miti non hanno età: auguri Gigi!!

L o chiamavano affettuosamente Forchetta perchè era

lungo e secco: viveva a Leggiuno, in provincia di Varese, vici-

no al Lago Maggiore. Il primo ingaggio del giovanissimo Lui-

gi, appena sedicenne, erano mille lire al mese più l'abbonamen-

to del pullman che collegava Leggiuno a Laveno Mombello. Il

suo debutto ufficiale ha una data ben precisa: 11 dicembre

1960.

Esattamente dieci anni dopo Forchetta diventa Rombodituono: Riva trascina il Cagliari

(già campione d'Italia) alla vittoria con l'Inter a Milano con il punteggio di 3-1.

La Sardegna era un'isola che non era nella mente del giovane Riva, convinto di essere

stato spedito al confino del calcio, in una terra dove andava a finire chi l'aveva fatta dav-

vero grossa. Ma non c'è voluto molto per-

ché sbocciassero una serie di sentimenti e

legami che ancora oggi, dopo oltre mezzo

secolo, sono vivi.

La Sardegna gli si è stretta attorno con cre-

sciuto affetto e l'ha accolto come un sem-

plice amico da coccolare.

Auguri Gigi,"a chent'annos". Auguri a un

uomo che non si è mai venduto.

Andrea Avolio

Novembre 2014 Pag. 18 Numero II

I nostri amici animali

IN VALLE ANTRONA (IN PIEMONTE) LE FEMMINE GRAVIDE SI ARRAMPICANO IN CERCA DI SALE SULLA PARETE

ARTIFICIALE DEL LAGO CINGINO.

Stambecchi acrobati sulla diga

I n valle Antrona l’arrampicata libera che sfida la

forza di gravità è a quattro zampe. Sono gli stam- becchi

«acrobati», inerpicati a decine di metri da terra sulla diga del lago Cingino, a suscitare la

curiosità di escursionisti da tutto il mondo. Questi animali, tozzi ma allo stesso tempo più

agili, come abili equilibristi si muovono in cerca di sale, di cui sono ghiotti: lo trovano nelle

fessure della diga sotto forma di salnitro. Una scalata «in rosa» su una pendenza di 90 gra-

di. Sono soprattutto le femmine a scalare con coraggio la parete rocciosa, con una pendenza

di 90 gradi, a 2230 metri di altitudine. L’habitat circostante e i pascoli d’alta quota dove gli

erbivori trascorrono l’estate si rivelano particolarmente adatti per la riproduzione, ma l’erba

è carente di sale. La conformazione degli zoccoli dello stambecco è la particolarità che ren-

de possibile questa impresa: sono larghi ed

elastici, dotati sul fondo di un cuscinetto

adiposo che fa presa sulla roccia come una

tenaglia. «Fino a qualche anno fa era pos-

sibile vederli sulla diga solo verso sera -

spiega Renato Boschi, presidente del Cai di

Villadossola - . Ora che hanno scelto questo

luogo per partorire, escono a tutte le ore:

con pochi balzi salgono e scendono dalla

parete». Per assistere alla scalata servono

quattro ore di cammino ed è stato attrezzato

un bivacco, dove sostare dopo la cammina-

ta o trascorrere la notte per osservare lo

spettacolo a ore differenti. Il percorso per arrivare alla diga del Cingino si snoda dal lago di

Campiccioli (sopra il lago di Antrona) lungo la strada antica su cui permangono tratti della

vecchia mulattiera del 1400. L’Ente parco ha organizzato, dopo quella di luglio, altre due

escursioni, il 28 agosto e il 26 settembre, alla scoperta degli stambecchi acrobati prima che

gli impavidi animali tornino a valle spinti dalla neve e dal freddo.

Cristina Accalai

I nostri amici animali

Novembre 2014 Pag. 19 Numero II

Un cucciolo inaspettato

U n mese fa mio padre ha trovato

un cucciolo di cui ancora adesso non abbia-

mo capito quale sia la razza; lo ha trovato a

Pranu (la nostra campagna). Una settimana

dopo mio fratello è andato a Pranu e quando

è tornato aveva Poldo (così abbiamo chia-

mato il cucciolo) dietro. La prima volta che

l'ho visto mi sono subito innamorata di lui

perché è piccolo, ha un pelo morbidissimo, è

di un nero acceso. Questo cucciolo, poveri-

no, quando lo abbiamo trovato era senza co-

da ma nonostante quello è adorabile. Con

questo cucciolo ho già fatto amicizia e non

vedo l'ora di rivederlo.

Roberta Zucca

I miei gatti

I l mio gatto si chiama Micio, è bianco e beige,

ha un anno ed è monello perché picchia l’altra gatta. La

gatta è bianca, nera e beige e anche lei ha un anno. Prima

io avevo tre gatti ma ora l’altro è sparito. Con i miei gatti

gioco e li accarezzo; quando mi siedo salgono sulle mie

gambe e si addormentano. Quando si svegliano mi pizzi-

cano con le unghie.

Marzia Accalai

Novembre 2014 Pag. 20 Numero II

I nostri amici animali

La tigre siberiana

I l nome scientifico della tigre siberiana è Panthera tigris altaica: si può anche

chiamare tigre dell'Amur, ed è un raro felino carnivoro. Vi-

ve soprattutto in Asia, la tigre siberiana in Siberia e la tigre

del Bengala in Bengala; un tempo la si trovava anche in

Turchia. È a rischio di estinzione e al mondo ne rimangono

solo 500 individui. È cacciata soprattutto per la pelliccia, per

alcuni organi e per i denti. Vive in una grande varietà di ha-

bitat, dalle foreste tropicali fino alle Steppe gelide a 4.000

metri. Partorisce da 1 a 6 piccoli per volta. I piccoli restano

per 10 giorni ciechi e solo la madre li cura e li protegge in

una caverna. Per 8 settimane vengono allattati. A 18 mesi

lasciano la madre e diventano solitari. I piccoli sono facili

prede per leopardi, serpenti e altre tigri. Molti animali hanno paura di lei tranne lo sciacal-

lo che la segue e la avverte in caso di pericolo e in cambio mangia gli avanzi delle prede

cacciate dalla tigre. Il vasto territorio dei maschi accoglie 2-4 femmine ma si accoppiano

solo nella stagione degli amori. I confini del suo habitat sono segnati dai graffi.

Michela Melis

Elisa Scalas

La storia comincia così...

I l 2 novembre di 6 anni fa ci hanno regalato un cane di razza pincer

nano. Io ero felicissima, è di colore nero, ha chiazze nelle zampe, ha gli occhi

di colore marrone come me. Il mio cane si chiama Luna e ha 16 anni: però in

tutto è come se avesse 126 anni. È vecchissima quindi non fa altro che starse-

ne sdraiata vicino al camino oppure sul suo lettino. Poi mangia e beve. Se-

condo me il mio cane si sente benissimo con noi perché rimane sempre vici-

no al caldo e non fuori al freddo. Per me è una cosa bella avere animali che ti

fanno la guardia, anche se poi questi animali moriranno e rimarremo senza di

loro, soprattutto i cani. Spero che Luna rimarrà viva per sempre.

Martina Ledda

Novembre 2014 Pag. 21 Numero II

I nostri amici animali

L’unicorno

L’ unicorno è il candido cavallo il cui corno neutralizza i veleni: con un unico cor-

no affusolato sulla fronte è capace di guarire da ogni veleno.

Questa creatura mitologica a lungo è stata discussa e le sue origini vengono addirittura dal

Paleolitico; a quell'epoca vengono datate delle immagini ritrovate in Francia dove, in una

grotta insieme ad altri animali, se ne vedeva uno con un solo corno e il pelo sotto al muso.

Una specie che si è evoluta dall'unicorno e che esiste ancora oggi è un cavallo bianco con la

coda da leone, la barba caprina e gli zoccoli di cervo. Molti sono gli animali a cui questa leg-

genda potrebbe essere stata riferita, molti dei quali frutto di anomalie genetiche, come i cervi

con un solo corno, e altri animali come le capre. Molti dei corni di unicorno probabilmente

usati nell'antichità non erano altro che proprietà dei narvali... Leggende giravano attorno a

creature della famiglia delle antilopi, come l’orice con corna lunghe e sottili, una delle quali

potrebbe facilmente rompersi in uno scontro tra maschi.

Il corno rivolto in avanti può essere un aggiustamento estetico, ma ciò non toglie che questa

creatura sia stata mescolata agli altri animali prima di essere classificata definitivamente co-

me creatura di fantasia. La particolarità del suo corno era molto richiesta e vi venivano fatte

coppe capaci di neutralizzare ogni veleno. Si dice che l'unicorno potesse essere ammansito

solo dalle fanciulle vergini e nel tempo gli sono stati attribuiti diversi significati, ma la pu-

rezza e la nobiltà sono rimaste immutate.

Oggi si è scoperto che tanti anni fa l’unicorno è esistito veramente e forse esiste ancora ades-

so…

Cristina Accalai

Novembre 2014 Pag. 22 Numero II

Il nostro mondo: la parola a noi bambini

Il museo del giocattolo

I o abito a Zeppara, un piccolo paesino di circa 220 abitanti.

Il mio paesino è molto importante per il “Museo del giocattolo”,

nato 12 anni fa negli ex locali delle scuole elementari e materna. In

questo museo ci sono giochi fatti in legno: fionde, barche, carretti, ar-

chi; ci sono anche bambole e palloni fatti in stoffa. C’è anche una pietra

fatta di tanti triangolini che suona come una nota musicale quando con

un’altra pietra la sfiori. La maggior parte dei giochi che sono esposti

sono stati realizzati dai ragazzi della scuola media.

Tante persone ogni anno vengono a visitare il museo, soprattutto nel

periodo delle gite scolastiche. Quest'estate io l’ho visitato diverse volte

con le mie amiche e la guida ci ha fatto provare diversi giochi.

Ad ottobre, una domenica pomeriggio, i bambini che frequentano le

scuole elementari sono stati invitati a fare delle attività con dei giochi

che venivano usati nell'antichità. Vorrei invitare le persone che non l'hanno ancora visto a

venire a visitarlo perché ci sono oggetti che non tutti conoscono: è molto grande, anche se

fuori sembra piccolo, ed è molto interessante.

Sara Atsoggiu

“Is suppasa”

I n passato si faceva il pane in casa per tutta la settimana o a volte anche per più

giorni; quando ormai il pane era duro, per consumarlo, si preparava un piatto: “is suppa-

sa”.

Ingredienti:

Pane raffermo;

Sugo (magari con qualche pezzo di carne di maiale)

Formaggio grattugiato (parmigiano o meglio pecorino)

Si taglia il pane “civraxiu” a fette; intanto, in una pentola si mette dell'acqua con poco

sale e si scalda. Si immergono le fette di pane nell'acqua bollente e si tolgono subito per

metterle ad asciugare in un panno asciutto.

In un insalatiere si mette un po' di sugo, poi a strati le fette di pane con il sugo e il for-

maggio.

Si servono calde.

Buon Appetito!!!

Davide Carcangiu

Novembre 2014 Pag. 23 Numero II

Il nostro mondo: la parola a noi bambini

Essere celiaci

S ono un bambino celiaco.

Essere celiaco significa essere intolleranti al

glutine. Il glutine è costituito da una miscela di

proteine presenti nel frumento, nell'orzo, nella

segale, nel kamut, nel farro e quindi anche nel

malto. Il celiaco deve seguire per tutta la vita

una dieta priva di questi cereali, ne sono inve-

ce permessi altri come il riso, il mais, il miglio,

la quinoa e l'amaranto purché non contaminati

dal glutine in fase di lavorazione. Il glutine

provoca nel celiaco l'infiammazione della mu-

cosa intestinale che non permette l'assorbimen-

to delle sostanze nutritive causando anemie,

problemi alle ossa e ai denti ma anche proble-

mi dermatologici, neurologici e, non ultimo,

l'insorgenza di tumori. Quando mi trovo ai

compleanni mi sento un po' imbarazzato per-

ché non so cosa posso mangiare e cosa non

posso mangiare, a volte mi stuzzicano i pastic-

cini e le pizzette; invece a casa sono più tran-

quillo perché ho le cose che posso mangiare.

Quando mi sono accorto di essere celiaco è

stato un po' difficile poi in seguito mi sono

abituato. A scuola il cibo della mensa non è

tanto buono, preferisco quello cucinato da mia

mamma. A volte i miei compagni mi dicono:

“Beato che sei celiaco!”: a me dà fastidio per-

ché non capiscono che devo fare tante rinun-

ce .

Davide Carcangiu

Il mestiere che vorrei fare da

grande

P er decidere che mestiere fare da

grande ho impiegato molto tempo. All'ini-

zio non sapevo cosa scegliere, ma i mestie-

ri che mi piacevano erano: insegnante della

primaria, pasticcera, lavorare in uno zoo

(perché amo gli animali) e infine infermie-

ra! Ma poi ho riflettuto bene e nella mia

mente è apparsa l'immagine di me in un

negozio tutto mio; da lì mi è venuta l'ispi-

razione e ho deciso che da grande aprirò un

negozio… che tipo non lo so ancora ma cre-

do che venderò un po’ di tutto (alimenti,

articoli da regalo, alcuni giochi)!

Ho deciso di farlo perché voglio che tutto

sia perfetto, però mi piace anche organiz-

zarmi per tutto. Infatti, quando ho molti

compiti, per esempio quando ho da studia-

re, nella mia testa mi faccio una specie di

schema e la maggior parte delle volte mi

ricordo le immagini del libro e ancora di

più la spiegazione della maestra. Usando

questo sistema mi sembrerà di lavorare me-

glio e soprattutto mi stancherò di meno

perché avrò la testa libera da quel pensiero.

Roberta Zucca

Novembre 2014 Pag. 24 Numero II

Il nostro mondo: la parola a noi bambini

Il viaggio in Grecia

L a scorsa estate, io e la mia famiglia siamo andati

in Grecia e abbiamo visitato Olimpia e Atene. Ho deciso

di scrivere di questa esperienza perché in storia abbiamo

studiato i Greci.

La prima città che ho visitato è stata Olimpia. Ciò che mi

ha colpito di più sono stati i resti di colonne e templi in cui

tanto tempo fa si svolgevano i giochi Olimpici. Lo spazio

occupato dai resti è molto esteso, ma è rimasto poco, so-

prattutto colonne e tanti massi.

Il giorno dopo sono andata ad Atene. Atene è una bellissi-

ma città dove ho visto tante macchine, palazzi e strade strette. Nella città alta abbiamo

visto il Partenone. Per arrivare abbiamo preso un pullman scoperto che ci ha permesso di

vedere parte di Atene. Il Partenone è il monumento più conosciuto di Atene e c’era tan-

tissima gente: durante la nostra visita al Partenone c’erano lavori di ristrutturazione ed è

stato possibile visitarlo solo all’esterno.

Studiando la storia ho potuto capire meglio la storia di ciò che ho visto e ciò che accade-

va ad Olimpia e ad Atene.

Elisa Frau

Ricordi d’estate

L a scorsa estate ho trascorso tanti giorni al mare, uno di questi

giorni per me è stato bellissimo. Quando sono arrivato al mare all’inizio

mi stavo annoiando, ad un tratto ho visto dei bambini che giocavano a

calcio; ho deciso così di andare a chiedere se potevo giocare con loro e

loro hanno detto di sì. Questi bambini erano cinque e si chiamavano Da-

niele, Simone, Stefano, Gabriele e Luca; con loro ho formato la squadra,

io ero con Luca e Simone e abbiamo vinto 14 a 10; io ho fatto 7 goal, Si-

mone 5 e Luca 2. Questa giornata per me è stata fantastica.

Matteo Pusceddu

ALBAGIARA CONTRO LACONI

La mia prima partita di calcio!

A ll’inizio, appena sono arrivato al campo, sono subito andato a cambiarmi e qualcuno mi

ha detto che i nostri avversari erano convinti di batterci. Sono entrato in campo con i miei compa-

gni e abbiamo incominciato a riscaldarci. Quando ho visto la squadra avversaria mi sono stupito

perché erano minuscoli!

Appena loro hanno battuto il calcio d’inizio siamo andati subito a prendergli il pallone, davanti

alla porta Simone entra in scivolata, il pallone rimbalza sul portiere e il numero 22 Ernesto Muscas

segna! Loro continuano ad attaccarci, però noi recuperiamo palla; Samuele Zuddas fa la sua dop-

pietta, in seguito una doppietta la fa pure Simone, e il primo tempo è finito 10 a 0.

Nel secondo tempo, come dei lampi, gli altri miei compagni realizzano un goal, poi due, poi tre,

fino a realizzare 9 goal. Noi non sapevamo se avrebbero confermato il terzo tempo e allora ci sia-

mo messi un po’ a giocare; dopo 5 minuti l’allenatore della squadra avversaria ha confermato il

terzo tempo e io e i miei compagni eravamo contentissimi. Appena battuto il calcio d’inizio gli

abbiamo preso subito palla, io e un mio compagno ce la siamo passata e sono andato a realizzare

un altro goal. Io e i miei compagni siamo riusciti a realizzare un totale di 9 goal: il totale alla fine

della partita è stato di 27 goal. Secondo me le squadre erano molto squilibrate, perché erano divise,

da una parte 2005-2004 e dall’altra 2006-2008.

Per me questa partita è stata abbastanza divertente e non vedo l’ora di giocarne altre.

Ernesto Muscas

Novembre 2014 Pag. 25 Numero II

Il nostro mondo: la parola a noi bambini

Il museo del cinema di Torino

L a settimana scorsa, durante un breve viaggio a Torino, ho visitato alcu-

ni musei molto interessanti. Tra quelli che mi hanno maggiormente colpito senza

dubbio c’è il Museo del cinema che si trova all'interno della Mole Antonelliana:

questa struttura è uno dei simboli della città e venne progettata nel lontano 1889

dall'architetto Alessandro Antonelli da cui prese il nome. In passato venne utiliz-

zata per ospitare la fiera artistica Universale, poi divenne sede del Museo del Risorgimento; oggi

la Mole ospita il Museo del cinema. All'interno del museo ho potuto vedere di persona tutta la sto-

ria del cinema dai primi cortometraggi dei fratelli Lumiere ai film mitologici; ho potuto ammirare i

costumi utilizzati nel Gattopardo di Visconti e quelli dei film western di Sergio Leone. Ho vissuto

una bellissima e intensa giornata e ho pensato che sarebbe bellissimo poterlo visitare con tutta la

mia classe. Sarebbe senz'altro un'esperienza da urlo!

Daniele Orrù

Novembre 2014 Pag. 26 Numero II

L’angolo della mate logica: giochi e relax

Unisci i puntini.

Gabriele Scebba

Sudoku

Gabriele Scebba

Novembre 2014 Pag. 27 Numero II

L’angolo della mate logica: giochi e relax

Completa il crucinumero

Roberta Zucca

1 2 3 4 5 6

2

3

4

ORIZZONTALI VERTICALI Inserisci qui i vertica-

li.....

1. 2 hk,1dak,

2. 5uk,7h,0da,9u

3. 3 dak,7uk,6h,4da,0u

4. 9uk,6h,3da,7u

5.

8hk,0dak,1uk,7h,9da,5u

6. dak,3uk,4h,8da,6u

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