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PROGETTO DI LAVORI DI RESTAURO DEL VERDE E
LA CURA DELLA VEGETAZIONE DEL PARCO STORICO
D E L C A S T E L L O D I M I R A M A R E A T R I E S T E
Questo elaborato è di proprietà del R.T.P. Pertanto non può essere riprodotto nè integralmente, né in parte senza l'autorizzazione scritta della stessa. Da non utilizzare per scopi diversi da quelli per cui é stato fornito.
CODIFICA ELABORATO
MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO
Stazione Appaltante:
MUSEO STORICO E IL PARCO DEL CASTELLO DI MIRAMARE
DATA
descrizione:revisione n. data:
R
RELAZIONE TECNICO ILLUSTRATIVA
GIUGNO 2018
00 01.06.2018
SCALA - - -
relazione tecnico illustrativa
PROGETTO PILOTA PER IL RESTAURO DEL VERDE DEL PARCO DEL CASTELLO DI MIRAMARE
Responsabile Unico del Procedimento:
Dott.ssa Andreina Contessa
Responsabile della Progettazione:
Arch. Nicoletta Zennaro
Arch. Giorgia Ottaviani
Direttore del Museo Storico e il Parco del Castello di Miramare
Dott.ssa Andreina Contessa
PROGETTO DI LAVORI DI RESTAURO DEL VERDE E LA CURA DELLA VEGETAZIONE DEL PARCO STORICO DEL CASTELLO DI MIRAMARE A TRIESTE
RELAZIONE TECNICO ILLUSTRATIVA
MUSEO STORICO E IL PARCO DEL CASTELLO DI MIRAMARE
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INDICE
1. PREMESSA
2. CENNI STORICI
3. LAVORAZIONI DEL TERRENO
4. MANUTENZIONE TAPPETI ERBOSI
5. MANUTENZIONE ARBUSTI E SIEPI
6. MANUTENZIONE ALBERATURE
7. MESSA A DIMORA DI PIANTE
8. PULIZIA
9. MANODOPERA
10. LAVORI DIVERSI
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1 – PREMESSA
La presente relazione illustra le principali lavorazioni che il progetto per i lavori di restauro del verde storico
del Parco del Castello di Miramare intende mettere in atto.
Occorre precisare come il Parco di Miramare sia un’opera integralmente realizzata per volontà di
Massimiliano d’Asburgo alla metà dell’Ottocento. Questi volle realizzare sul promontorio di Grignano un
grande giardino che ora si estende su una superficie complessiva di circa 22 ettari e in cui sono presenti una
grande varietà e complessità di ambiti: dalle parti trattate a giardino all’italiana alle diverse configurazioni
del giardino all’inglese, dalle zone scoscese in riva al mare ai pendii più dolci della collina, dalle parti
evidentemente antropizzate a quelle lasciate a verde. Già questa sommaria descrizione può dare l’idea della
varietà e complessità delle situazioni all’interno del Parco storico, e quindi, delle conseguenti difficoltà a
gestire il Parco e dell’impegno necessario alla sua conservazione.
Si stima inoltre che solo Castello di Miramare ogni anno attira circa 300.000 visitatori; considerato che il Parco
è ad ingresso libero e che attualmente i visitatori non vengono precisamente contati, si può tentativamente
stimare in circa un milione le persone che annualmente entrano nel comprensorio di Miramare.
Da queste prime informazioni si comprende quindi a quali sollecitazioni e notevole stress sia sottoposto il
territorio del Parco e la sua materia vegetale, rendendone necessaria una costante manutenzione, pulizia e
restauro.
Il progetto in gara, infatti, è da considerarsi non come una semplice “manutenzione ordinaria” del Parco,
bensì come un vero e proprio progetto pilota di restauro del verde del Parco che ha come oggetto e fine la
cura della vegetazione del Parco storico.
Infatti, come indicato nel Codice dei beni culturali e del paesaggio, per restauro “si intende l’intervento diretto
sul bene attraverso un complesso di operazioni finalizzate all’integrità materiale ed al recupero del bene
medesimo, alla protezione ed alla trasmissione dei suoi valori culturali”. Il Parco, infatti, unitamente al
Castello e a tutto il comprensorio è un bene culturale tutelato per legge ai sensi degli artt. 10 e 12 del Codice,
e come tale il Ministero è obbligato alla sua conservazione.
Il progetto si prefigge, in primis, di garantire il mantenimento del patrimonio esistente. Ciò passa attraverso
numerose lavorazioni di diverso tipo: dal taglio dei numerosi tappeti erbosi alla potatura degli alberi, dalle
piantumazioni di fiori alle pulizie continue e assidue finalizzate al mantenimento in sicurezza e decoro del
comprensorio. Tali lavorazioni, però, sono finalizzate anche al miglioramento della situazione in essere: nella
cura del verde particolare importanza verrà data alle operazioni che permetteranno un ripristino di situazioni
venutesi a modificare nel corso degli anni, impoverendo e privando il Parco di alcuni dei suoi aspetti
caratteristici. A titolo esemplificativo, si può citare il fatto che le potature degli alberi d’alto fusto, unitamente
al taglio di alcuni altri alberi di recente formazione (il cui diametro non supera i 15 cm), dovranno essere
indirizzate al riaprire scorci visuali e coni ottici di particolare pregio, spesso deliberatamente pensati nella
progettazione originaria del Parco, che nel corso dei decenni sono venute meno causa la crescita incontrollata
della vegetazione; nella medesima ottica si sono individuate alcune aree relativamente marginali del Parco
in cui la macchia degli arbusti dovrà essere curata e liberata dalla colonizzazione di piante recenti e infestanti,
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operazione questa che si rende necessaria ed urgente prima che questa vegetazione spontanea prenda il
sopravvento sulla macchia.
Oltre alle opere sul patrimonio vegetale, una parte delle lavorazioni previste in gara riguarderà la
manutenzione ed il restauro di alcuni elementi architettonici minori inseriti nel parco (quali ad esempio i
pergolati che dal piazzale del Castello conducono al Parterre). Sempre a titolo esemplificativo, si vedano le
numerosissime balaustre in pietra bianca con inserti in laterizio che proteggono la terrazza intorno al Castello
(ma che si trovano anche nel porticciolo o lungo i pergolati del parco): queste dovranno essere mantenute in
sicurezza e, ove danneggiate, essere oggetto di restauro e integrazione; in particolare gli elementi in cotto
quali le formelle e i vasi soprastanti, ove non più recuperabili o perduti dovranno essere ricostruiti su modello
di quelli originali. Allo stesso modo le pavimentazioni lapidee, gli elementi lignei e in calcestruzzo dei
pergolati, gli impianti idrici delle fontane… tutti particolari che dovranno essere oggetto di costanti attenzioni
e, ove necessario, ripristini puntuali.
Altra premessa importante è che la gara d’appalto per la manutenzione del verde sarà un “progetto pilota”
ossia un programma di durata annuale, grazie al quale il Museo storico e il Parco del Castello di Miramare
sarà in grado di misurare puntualmente gli interventi necessari da mettere in atto per la cura e manutenzione
del patrimonio del Parco di Miramare.
Allo scadere dell’attuale gara per la manutenzione del verde e a seguito della redazione di un preciso
masterplan del Parco, la stazione appaltante sarà in grado di definire un programma pluriennale di interventi
per la manutenzione periodica del Parco storico del Castello di Miramare e quindi avviare una nuova gara di
più ampio respiro e maggiore durata. Il progetto annuale, quindi, dovrà da un lato prevedere una corretta
manutenzione della situazione esistente ma allo stesso tempo gettare le basi per lavori che verranno
implementati negli anni a venire.
Di seguito, dopo un breve inquadramento della storia del Castello e del Parco, sono rappresentate le diverse
lavorazioni previste nel progetto in gara. Se nel computo metrico le diverse voci vengono puntualmente
descritte, in questa relazione si vogliono spiegare, invece, le ragioni che sottendono certe scelte, gli obiettivi
da perseguire, esemplificare l’approccio che si dovrà tenere nella manutenzione del Parco per l’anno a venire.
2 – CENNI STORICI:
Fino a metà XIX secolo il promontorio di Grignano era caratterizzato da pascoli, vigne, da un modesto
querceto e dalla tipica flora carsica, senza distinzione ambientale rispetto al territorio circostante. Tra il 1855
e il 1856, l’arciduca Ferdinando Massimiliano d’Asburgo, fratello dell’imperatore d’Austria Francesco
Giuseppe, maturò la decisione di costruirvi una residenza con parco. Quest’ultimo mirava a coniugare i
principi dei giardini nordici con la ricchezza botanica mediterranea, ispirandosi ai criteri compositivi del
giardino romantico ottocentesco.
I terreni sul promontorio furono acquistati a lotti. Il progetto delle parti architettoniche fu affidato
all’architetto Carl Junker, mentre quello del parco fu attribuito a Wilhelm Knechtel, giardiniere a Lacroma,
isola croata che divenne residenza estiva dell’Arciduca. Il piano prevedeva la suddivisione dell’intera area in
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un bosco a est, con la funzione di proteggere il giardino dai venti, e in un giardino mediterraneo con diversi
parterre nelle parti prossime al castello e al mare, contraddistinto da piante esotiche. I lavori furono
inizialmente diretti dal boemo Josef Laube, già aiuto giardiniere a Laxenburg e giardiniere di Villa Lazarovich,
residenza triestina di Massimiliano tra il 1851 e il 1857. Lo stesso Massimiliano dispose indicazioni per il parco,
direttamente o indirettamente, dagli inizi e fin poco prima della morte. Dal 1859 al 1867, il responsabile dei
lavori fu un altro boemo: Anton Jelinek, partecipante alla spedizione della fregata Novara (1857-59) come
assistente del dottor Eduard Schwarz, botanico e medico di bordo. I lavori iniziarono dalla preparazione del
fondo, con alcuni sbancamenti e molti riporti di terreno, anche da Stiria e Carinzia; seguirono quindi il
tracciamento delle strade carrozzabili e degli altri percorsi, poi le prime piantagioni di pini, sementi e giovani
piante provenienti da diverse località: le prime 820 da vivai e ville in Veneto tra cui Villa Reale di Stra, poi dai
giardini di famiglia a Vienna, dalla fregata Novara, da Gibilterra, da Shangai, da altri giardini mediterranei e
triestini. Tutte le operazioni e i risultati ottenuti furono puntualmente descritti negli epistolari tra Jelinek e
Massimiliano.
Oltre al castello, nel Parco vennero realizzati numerosi padiglioni: il Castelletto (Garten Haus) dove lo stesso
Massimiano visse durante i lavori del Castello, la Kaffeehaus, lo Chalet svizzero, alcuni edifici di residenza
come casa Jelinek, casa Radonetz, casa Gerlanz, le scuderie, il portale principale di accesso (Porta della Bora)
con annessa portineria sulla carrozzabile verso la città. All’interno del Parco, in un’ottica squisitamente
eclettica e romantica, venne realizzata ad hoc il rudere di una cappella, cui si aggiunse una grotta, i parterres,
le gradonate verso il porticciolo, una vasca nel bosco, due laghi (il lago del Loti e il lago dei Cigni), diversi
gazebo e alcune voliere.
Un elenco del 1861 registra la presenza di 21.368 specie, tra erbacee, arbustive, arboree, in gran parte di
provenienza alloctona. Nel 1862 arrivarono a Miramare le statue per il parterre, provenienti dalla fonderia
Moritz Geiss di Berlino. L’anno dopo la morte di Massimiliano, avvenuta nel 1867, Jelinek partì da Miramare
e venne sostituito dal suo assistente August Vogel, che portò avanti quanto tracciato dai predecessori.
Una mappa del 1891 e un inventario del 1903 confermano che nei decenni successivi non vennero apportate
innovazioni all’idea originaria. Dopo la morte dell’Arciduca e il trasferimento di sua moglie Carlotta in Belgio,
Miramare diventò residenza periodica di esponenti della famiglia imperiale. Dopo la Prima guerra mondiale
e il passaggio della Venezia Giulia all’Italia il castello non fu più abitato fino al 1931, quando vi stabilì la propria
residenza il duca Amedeo di Savoia-Aosta. Nel 1928 fu inaugurata la strada costiera – oggi Strada regionale
14 – tra Sistiana e Barcola, che divise in due una parte del parco. Da allora, il pendio è attraversato
trasversalmente da due gallerie e un tratto in trincea, su cui fu aperto un nuovo portale monumentale di
accesso.
3 – LAVORAZIONI DEL TERRENO
La parte dei lavori programmati relativi alle lavorazioni del terreno riguardano una superficie limitata, in
corrispondenza di un’area detta “Viale delle Camelie”. Tale area, un’aiuola di circa 190 mq, era storicamente
curata di modo veder crescere al suo interno una ampia varietà di camelie, di cui alcune si sono conservate
e sono tuttora in essere. Tra gli obiettivi dell’intervento in generale vi è la riproposizione dell’aspetto
originario, con la ripiantumazione di nuove piante di camelia. Pertanto, nell’area indicata, dovrà essere
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prevista la stesura di terra da coltivo di adeguata acidità che garantisca l’attecchimento delle piante, nonché
una costante cura per tenere l’aiuola libera da erbe infestanti.
4 – MANUTENZIONE TAPPETI ERBOSI
All’interno del Parco di Miramare sono presenti diverse aree tenute a prato che, a seconda della loro
collocazione e della impostazione che è stata data, presentano caratteristiche diverse e differenti necessità
dal punto di vista manutentivo. Si possono identificare tre tipologie di intervento:
1- Aree tenute a prato all’inglese
Si tratta delle zone maggiormente visitate del comprensorio e ritenute di maggior pregio del Parco,
ci si riferisce in particolare alle aiuole che circondano il piazzale del castello e le aiuole del parterre
principale. In tali aree è necessaria una cura particolare che permetta alle superfici erbose di
conservarsi sempre verdi, in ottimo stato fitosanitario, senza ingiallimenti e con un’altezza dell’erba
che sia minima, conferendo al contesto un aspetto estremamente curato. Pertanto dovrà essere
previsto un adeguato numero di sfalci annuo (minimo 25, preferibilmente 35, a seconda della
crescita), l’irrigazione e le bagnature di soccorso, la sostituzione/semina in corrispondenza delle aree
di non perfetto attecchimento, la cura in corrispondenza dei margini delle aiuole.
2- Aree tenute a prato stabile in zone di ampia frequentazione
Si tratta di zone ampiamente visitate ma che per vocazione possono ricevere un numero minore di
sfalci. Stante il fatto che tale zona è estremamente frequentata dai visitatori il manto erboso dovrà
essere sempre tenuto ad un’altezza adeguata che, pur mantenendo l’aspetto naturale del contesto,
si presenti comunque curato e in sicurezza (stante anche il fatto che tali aree vengono talvolta
attraversate dai visitatori che non rispettano l’obbligo di restare sui sentieri). Pertanto dovranno
essere previsti un minimo di 8 tagli all’anno (preferibilmente 12, a seconda della crescita).
3- Aree tenute a prato stabile nelle zone meno frequentate
Nella parte alta del Parco sono presenti ampie superfici a prato, su cui insistono alberi di alto fusto
piuttosto diradati tra loro. Nella parte immediatamente al di sopra della strada asfaltata che
congiunge l’ingresso tra le gallerie della Strada Costiera all’ex Piazzale Massimiliano, dovrà essere
previsto il mantenimento del prato stabile attualmente presente. Inoltre nella zona compresa tra le
gallerie della Strada Costiera e il margine dell’area verso Grignano, sono presenti prati stabili
similmente a quelle indicate sopra, così come nella zona terrazzata degli ex orti. Queste zone sono
relativamente meno frequentate dai visitatori e, anche dal punto di vista vegetazionale, presentano
un aspetto più libero, avvicinandosi quindi all’idea del prato romantico, e di conseguenza anche
l’altezza dell’erba può essere mantenuta più alta. Pertanto, in tali aree sono previsti solo n.2 tagli
all’anno al fine di evitare l’inselvatichimento di tali aree e conferire ad esse un aspetto comunque
adeguatamente curato.
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Oltre alle aree a prato stabile, vi sono altre zone (ad esempio si veda il lotto di pertinenza della
cosiddetta Casa Radonetz, in prossimità dell’accesso da via Beirut) che un tempo non si presentavano
a prato ma erano trattate a giardino o a piccoli parterre. Tali aree sono attualmente inselvatichite,
con la presenza di erba alta e la crescita di arbusti. Anche in queste parti andranno seguite le
indicazioni di cui sopra.
4- Taglio ed estirpazione erbe infestanti
Vi sono inoltre alcune aree, che non sono state oggetto di recenti lavori di manutenzione, che devono
essere liberate dalle erbe infestanti al fine di poter raggiungere un livello adeguato di decoro e
presentabilità.
5 – MANUTENZIONE ARBUSTI E SIEPI
Come per i prati sopra descritti, anche la manutenzione di arbusti e siepi varia significativamente a seconda
delle diverse zone del parco, con la necessità di differenti modalità di intervento a seconda che ci si trovi in
un’area di particolare pregio come i giardini all’italiana o in un semplice sottobosco.
1- Giardini all’italiana
Nel caso dei parterre, la manutenzione delle siepi dovrà essere assidua nel corso dell’anno al fine di
mantenere regolare la sezione delle siepi, sia quelle alte lungo il perimetro dell’area che quelle basse
che delimitano le aiuole al centro. Si tratterà di operazioni di sagomatura, finalizzate a conferire alle
siepi l’aspetto geometrico tipico del giardino all’italiana.
2- Siepi lungo i percorsi pedonali
Si tratta di siepi di varia tipologia e di diverse altezze che delimitano i numerosi percorsi pedonali del
Parco. Tali siepi vanno mantenute e curate, in particolare sul lato verso le strade e i sentieri, in cui
esse devono avere sagoma regolare ed esser tenute costantemente pulite alla base almeno per il
primo metro. Inoltre, anche la parte superiore deve essere costantemente manutenuta di modo da
presentare un aspetto regolare e ordinato. In questa operazione dovrà essere prestata particolare
attenzione al rispetto dei coni visivi e alla presenza di elementi architettonici e botanici, cui le siepi
dovranno relazionarsi per altezza e rifinitura (canoni di geometria e simmetria).
3- Arbusti dei sottoboschi
Vaste zone del parco sono tenute a bosco, e spesso presentano una folta vegetazione estremamente
eterogenea sia per quanto concerne le essenze presenti che per le condizioni di crescita. Sono
necessarie pertanto operazioni periodiche di potatura che permettano di controllare l’altezza del
sottobosco di modo da conferirgli un aspetto comunque curato e non incolto.
In particolare si sono individuate alcune aree relativamente marginali del Parco in cui la macchia
arbustiva, non avendo ricevuto alcuna manutenzione negli anni passati, dovrà essere liberata dalla
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colonizzazione di piante recenti e infestanti, operazione questa che si rende necessaria ed urgente
prima che questa vegetazione spontanea prenda il sopravvento sulla macchia.
6 – MANUTENZIONE ALBERATURE
Il patrimonio del Parco storico è stato oggetto di un recente censimento che ha portato a individuare la
presenza di un totale di 5030 elementi di cui il 58% è costituito da conifere e il restante 42% da latifoglie. Per
quanto riguarda l’altezza degli esemplari si sono individuate n.4 classi (minore di 10m, altezza compresa tra
10 m e 20 m, altezza compresa tra 20 m e 30 m, ed infine superiore ai 30 m) riscontrando che quella
maggiormente rappresentata è quella di altezza tra 10 m e 20 m che conta il 49,72% del totale. Ai fini della
valutazione fitosanitaria del patrimonio arboreo quasi il 70% risulta in buone condizioni vegetative (circa
3455 esemplari), il restante 30% comprende esemplari arborei che, all’esame visivo, risultano presentare vari
problemi legati alla fitostaticità e alla sanità, mentre solo il 7,6% è risultata in condizioni pessime. Tali
esemplari che presentavano una situazione precaria o staticamente inadeguata sono stati abbattuti nel corso
della passata stagione invernale a seguito di una convenzione tra Museo Storico e il Parco del Castello di
Miramare e Direzione foreste Regione Friuli Venezia Giulia.
Il vasto patrimonio arboreo del parco necessita di cure che permettano di mantenerlo in condizioni ottimali,
garantendo da un lato la longevità delle diverse essenze e dall’altro la massima sicurezza per i visitatori.
L’aspetto legato alla sicurezza è da reputarsi prioritario, considerate le migliaia di visitatori che
quotidianamente frequentano il parco: i lavori devono contemplare l’abbattimento degli esemplari morti o
pericolanti; le chiome dovranno essere alleggerite anche in relazione allo stress che gli alberi patiscono nei
giorni di bora; inoltre dovrà essere fatta con assiduità la rimonda di tutti i rami potenzialmente pericolosi,
specie in prossimità dei sentieri o di aree comunque accessibili al pubblico.
Allo stesso tempo deve essere garantita la cura degli aspetti fitosanitari delle alberature del Parco, in cui vi
sono numerosi esemplari di pregio ed essenze rare. Le operazioni finalizzate al mantenimento in salute del
patrimonio arboreo, tra l’altro, dovranno contemplare: trattamenti con l’impiego di atomizzatore per
bagnare l’apparato fogliare con appositi prodotti; la potatura, da effettuarsi un congruo numero di volte nel
corso dell’anno e che sarà prevalentemente di contenimento ma in alcuni casi anche di plasmatura, sia per
alcuni esemplari isolati con forma caratteristica che per riaprire coni prospettici privilegiati; la rimonda, con
rimozione del seccume presente sulla chioma, sia per questioni estetiche che di crescita dell’albero.
7 – MESSA A DIMORA DI PIANTE
Nei lavori di manutenzione del Parco dovrà essere contemplata anche la piantumazione di nuove essenze.
Tale lavorazione sarà declinata in varie tipologie di intervento, differenziate a seconda delle zone del Parco.
Come detto in altri punti, particolare importanza rivestiranno i lavori nel parterre principale. Dovrà essere
riproposto il disegno originario dell’area, rimasto incompleto a seguito dei lavori che l’hanno interessata negli
ultimi anni. La planimetria, rimasta invariata dai tempi di Massimiliano, andrà ripristinata con la
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piantumazione di siepi in bosso andando a ripristinare le caratteristiche forme geometriche del giardino
all’italiana. Eventuali fallanze nelle siepi, sia quelle nuove che quelle già esistenti, dovranno essere
tempestivamente sostituite, per ripristinarne la geometria, la simmetria e l’estetica generale del
comprensorio del Parco storico.
Inoltre importante sarà anche il discorso delle fioriture: il parterre nel corso dell’anno si dovrà presentare
sempre fiorito e diversificato a seconda delle stagioni. La qualità e la densità delle piante che verranno
piantumate dovrà essere necessariamente elevata, stante il fatto che quell’area è tra le più visitate e
fotografate di Miramare, e dovrà essere studiato insieme alla D.L. un allestimento adeguato.
Anche altre aree del Parco necessitano delle medesime attenzioni, come ad esempio l’aiuola intorno alla
fontana nel piazzale del Castello, lo spazio con la fontana sul lato mare del Castello, le aiuole davanti alle
Scuderie, quelle all’ingresso di Grignano, quelle nella zona delle serre. Anche in questi casi, che seppur non
presentano la complessità compositiva del parterre, dovranno essere previste varie fioriture a seconda delle
stagioni, al fine di mantenere sempre un aspetto colorato.
Nelle aree adiacenti al Castelletto o nella fontana col putto in prossimità dello Scalone dell’Amazzone, dovrà
essere studiata con la DL la riproposizione delle bordure in bosso non più esistenti, nonché fioriture
similmente a quanto descritto sopra.
Altro tipo di lavoro si avrà lungo i viali del Parco, intervenendo in maniera puntuale ma su tutta la superficie
del comprensorio: andrà piantumato un adeguato numero di piante di alloro e viburno per integrare le
mancanze già ad oggi presenti nelle siepi di delimitazione. Si andrà così a ripristinare la continuità visiva dei
percorsi, oltre a garantire una maggior sicurezza visto che si eviterà così la possibilità per i visitatori di uscire
dalle zone pedonali.
In corrispondenza dei pergolati, lignei e metallici, andranno piantati nuovi glicini: l’intervento andrà ad
arricchire le parti che attualmente ne sono prive, ma andrà considerato anche il fatto di affiancare nuove
essenze agli esemplari vetusti attualmente in essere.
8 – PULIZIA
Il Parco necessita di un adeguato e costante servizio di pulizia. Questo dovrà comprendere la raccolta
giornaliera dei rifiuti da tutti i cestini presenti nel comprensorio, da effettuarsi almeno due volte al giorno in
orario sia mattutino che pomeridiano, con particolare attenzione nel periodo estivo e primaverile dove
l’affluenza al parco è massima.
Le strade, i viali e i sentieri del parco dovranno essere tenuti sempre puliti, sgombri da fogliame sia nella
parte percorribile che nelle canalette, con periodica pulizia delle caditoie e di ogni altro elemento necessario
al deflusso delle acque. Le superfici pavimentate dovranno essere pulite per essere sempre prive di depositi
terrosi, muschi, fogliame e ogni altro elemento che possa pregiudicare la sicurezza dei visitatori, eliminando
così i rischi di cadute accidentali. Nel caso dei viali di ghiaia dovrà essere prevista, oltre alla pulizia, anche una
adeguata cura nella stesura della stessa, rastrellandola periodicamente.
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Specifiche attenzioni avrà l’area intorno al Castello, in cui dovrà essere prevista una pulizia particolarmente
attenta. La balconata verso il mare, pavimentata in pietra, almeno due volte a settimana o comunque ogni
qualvolta sia necessario, dovrà essere lavata con idropulitrice per eliminare le deiezioni dei piccioni. Sempre
sulla balconata, andranno puliti e manutenuti i vasi in terracotta. Tale lavorazione andrà effettuata anche per
gli altri vasi simili presenti nel comprensorio (parterre, serre…) e per tutti gli elementi in terracotta delle
recinzioni e dei pergolati.
Nel Parco sono presenti fontane e specchi d’acqua: fontana nel piazzale del Castello, fontanella nel
giardinetto fronte mare sulla balconata del Castello, due fontanelle nel porticciolo, fontana col putto sopra
lo scalone dell’Amazzone, fontanella sotto lo scalone dell’Amazzone, quattro fontane nel parterre principale,
fontana nel parterre del Castelletto, lago dei Cigni, lago dei Loti e il canale verso il mare. Essi necessitano di
manutenzione costante al fine di mantenerle in piena efficienza e di aspetto gradevole e curato. Nelle fontane
andrà curata la pulizia dell’acqua e del fondo, evitando il formarsi di muschi e alghe, nonché degli eventuali
apparati ornamentali presenti. Inoltre dovranno essere controllati gli impianti di pompaggio e gli spruzzi. Nel
caso degli specchi d’acqua più grandi (lago dei Cigni, lago dei Loti, canale verso il mare), bisognerà garantire
un adeguato ricircolo evitandone la stagnazione, oltre a tenere pulita superficialmente le acque. Anche per
quanto riguarda il pulizia del canale verso il mare se ne dovrà garantire la costante pulizia per favorire il
naturale deflusso delle acque verso il mare.
9 – MANODOPERA
Al di là del rispetto degli obblighi di legge, nella cura di un parco storico come quello di Miramare è
fondamentale il ricorso a manodopera altamente specializzata ed esperta nell’approcciarsi alle diverse
lavorazioni previste. Pertanto è auspicabile che vi sia un congruo numero di lavoratori che sia stabilmente
presente nel comprensorio per effettuare le operazioni che vanno fatte quotidianamente, ma anche per
creare una ulteriore specializzazione, competenza e conoscenza diretta delle numerose problematiche che
riguardano Miramare. Oltre alla ordinaria manutenzione e alla cura del verde, vi sarà una serie di lavorazioni
che, invece, necessiteranno di manodopera specializzata a seconda degli interventi specifici che si
realizzeranno (ad esempio: impiantisti per la gestione degli impianti idrici di fontane e laghi, artigiani per la
realizzazione degli elementi in cotto, marmisti per le pavimentazioni lapidee…). Occorre rappresentare,
inoltre, come la quasi totalità delle operazioni avverrà mentre il parco sarà aperto al pubblico, in zone
accessibili ai visitatori. Pertanto, a parte il caso di lavorazioni specifiche in cui si dovrà provvedere a delimitare
alcune aree per inibire l’accesso ad esterni, in generale si dovrà tenere conto di quanto sopra, programmando
quindi gli interventi in maniera adeguata da garantire la normale fruizione del sito. Inoltre, proprio per il fatto
che non si tratterà di un cantiere edile ma di un restauro di un parco storico, sarà fondamentale che le
maestranze impegnate tengano un comportamento e un abbigliamento idonei al contesto.
Inoltre, per quanti riguarda le lavorazioni più rumorose dovranno essere svolte durante le ore di chiusura al
pubblico del Parco o nelle prime ore di apertura, in modo tale da evitare di arrecare disturbo con attività
rumorose durante le ore di maggiore affluenza di pubblico.
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10 – LAVORI DIVERSI
Fanno parte di questo capitolo una serie di opere di notevole importanza per la valorizzazione del Parco che
devono essere realizzate da imprese qualificate ad intervenire su beni vincolati, da cui la necessità della
qualifica OG2, in aggiunta alla OS24 per il verde.
Infatti, oltre al verde nel Parco vi è una serie manufatti che necessitano di adeguati restauri. Tali operazioni
possono consistere nella semplice manutenzione al fine di garantirne la conservazione, ad interventi di
ripristino, passando per consolidamenti e integrazioni.
1- Restauro e manutenzione delle balaustre del Castello
Intorno al Castello, ma anche nel porticciolo o in prossimità del Castelletto o lungo i pergolati, vi sono una
serie di balaustre in pietra impreziosite da elementi in laterizio. Tali manufatti assolvono innanzitutto a
funzioni di sicurezza: in particolare la balaustra del terrazzo che gira intorno al Castello, dà su uno strapiombo
di circa 15 metri sul mare. Con le migliaia di turisti che quotidianamente vi si appoggiano, si può capire
l’importanza della loro piena efficienza. Pertanto dovranno essere sempre controllate dal punto di vista della
stabilità e, ove questa fosse anche leggermente precaria, bisognerà intervenirvi.
Le balaustre però sono anche oggetti architettonici di pregio e presentano una intrinseca fragilità, specie
negli elementi in laterizio: alcuni di questi elementi sono fratturati o distaccati, pertanto essi dovranno essere
restaurati puntualmente e, ove non fosse possibile ricomporre le formelle disgregate, dovranno essere
sostituite da altre della medesima tipologia.
Altro particolare che dovrà essere curato sono le fioriere, sempre in terracotta, che sono presenti in maniera
diffusa sopra le balaustre. Anche in questo caso dovrà essere controllata la loro stabilità per quanto concerne
la sicurezza, inoltre dovranno venir mantenute pulite e ornate delle caratteristiche yucche. Allo stato attuale
molte di queste fioriere sono danneggiate e tante non sono più presenti, ma i sostegni in ferro infissi nella
balaustra lasciano intendere come dovessero esser presenti. Si dovrà quindi preoccuparsi di rimpiazzarle con
altre della medesima fattura. Va rappresentato come i suddetti vasi siano di differenti tipi a seconda della
collocazione, pertanto dovrà essere posta particolare attenzione ad inserire le diverse tipologie in maniera
idonea.
In alcuni casi, vedasi il camminamento intorno al piazzale del Castello e quello verso il bar, al di sopra delle
balaustre è presente un pergolato. Alte colonne in pietra bianca sorreggono strutture tinteggiate di rosso,
realizzati in parte in cemento armato ed in parte in legno. Nelle lavorazioni in gara dovranno essere previsti
importanti interventi di restauro prima e manutenzione poi. Infatti, alcune colonne presentano problemi di
staticità e presentano i ferri di raccordo ossidati; le parti in cemento armato sono anch’esse degradate in vari
punti, con evidenti fenomeni di disgregazione che portano le armature a vista; le parti in legno presentano
varie lacune nei corsi di listelli che sorreggono i glicini, inoltre alcuni dei rondò presentano la struttura
pericolante o addirittura del tutto mancante. Come detto per i punti precedenti, sarà fondamentale
mantenere in sicurezza le strutture, visto il flusso di turisti che vi passano sotto, ma altrettanto importante
sarà provvedere al loro restauro, integrando le parti mancanti.
PROGETTO DI LAVORI DI RESTAURO DEL VERDE E LA CURA DELLA VEGETAZIONE DEL PARCO STORICO DEL CASTELLO DI MIRAMARE A TRIESTE
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2- Pavimentazioni esterne e scale – Superfici in ghiaia
Similmente a quanto indicato per altre lavorazioni, la manutenzione delle pavimentazioni del Parco riveste
grande importanza sia in termini di sicurezza per i visitatori che per il decoro del comprensorio. Sono presenti
diverse tipologie di pavimentazione che necessitano di diversi interventi. Per quanto concerne i lastricati
lapidei, questi dovranno essere mantenuti costantemente puliti; in particolare la terrazza intorno al Castello
e la scalinata del porticciolo, che sono fortemente soggette alle deiezioni dei piccioni, dovranno essere pulite
con idropulitrice almeno due volte a settimana. Oltre alla pulizia ordinaria, andrà curata la conservazione
degli elementi in pietra di lastricati e scale del Parco, per cui tutti gli elementi in pietra dovranno essere stabili
e complanari tra loro. Quindi dovranno essere realizzati opportuni interventi di risistemazione delle parti
deteriorate o malferme, ripristinando lo stato originario dei luoghi.
Per quanto riguarda le parti pavimentate in ghiaino, invece, si dovrà provvedere oltre che alla pulizia anche
al tenere lo strato di inerte curato e regolare, provvedendo a ricaricare le zone ove esso fosse carente. Tale
operazione andrà fatta utilizzando materiale della medesima pezzatura di quello presente nel medesimo
contesto.
3- Specchi d’acqua e irrigazioni
Nel Parco riveste una notevole importanza la presenza dell’acqua, sia come elemento decorativo che come
forma di cura della vegetazione.
Nel comprensorio di Miramare, come precedentemente rappresentato, sono presenti diverse fontane e
specchi d’acqua. Di esse andranno mantenuti in piena efficienza gli impianti attualmente in essere e, ove
questi non fossero funzionanti, andranno ripristinati. In particolare si veda la pompa presente nel lago dei
Cigni, attualmente non attiva, ma il cui andamento contribuiva a movimentare l’acqua
4- Altre opere
Nel Parco sono presenti numerosi manufatti di piccole dimensioni che non assolvono più ad alcuna funzione:
sostegni di cestini per le immondizie privi del contenitore, paletti che sostenevano vecchie insegne ora non
più presenti, basamenti vari privi di alcun valore storico, pertanto tali elementi andranno rimossi e smaltiti,
ripristinando le pavimentazioni su cui insistevano.
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DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA
Qui di seguito si riportano alcune immagini significative dello stato attuale dei luoghi del Parco che saranno
oggetto dei lavori di restauro della vegetazione degli elementi architettonici legati al disegno del verde
monumentale del Castello di Miramare.
Piazzale del Castello con aiuola fiorita, prato e fontana
Fontana del putto col cigno, in prossimità del piazzale antistante il Castello. Si nota lo stato attuale, in cui
la vasca risulta riempita unicamente da acqua piovana e non funzionante, oltre ad essere in uno stato di
pulizia non ideale. Nel corso dei lavori, andrà ripristinato il funzionamento dell’impianto, ripulita la vasca,
ripristinata con adeguate fioriture l’aiuola circostante, ricaricato il ghiaino dei percorsi pedonali.
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Particolare della balconata intorno al Castello in cui alcuni vasi risultano mancanti. Tali lacune andranno integrate con nuovi elementi in laterizio da realizzarsi uguali a quelli originari.
Particolare della balaustra che scende al porticciolo. Si nota una formella danneggiata e ormai perduta. Anche questo elemento dovrà essere riprodotto dal calco di un originale e integrato.
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Vista delle scale e del giardino del molo del Castello
Vista del Parterre nello stato attuale
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Area degli ex orti di Massimiliano. Si tratta di una zona di grande potenzialità paesaggistica che presenta ancora ampi terrazzamenti e prati, essa va ripristinata e manutenuta per non perdere una testimonianza antica di un uso di tale area.
Vista del vialetto che costeggia la balza con le piante di Camelie che vede la delimitazione del vialetto pedonale con pergolato decorato in elementi di ferro battuto.