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Rischi specifici nell’accesso a silos, vasche e fosse biologiche, collettori fognari, depuratori e serbatoi utilizzati per lo stoccaggio e il trasporto di sostanze pericolose Art. 66 del D.Lgs. 9 aprile 2008 n. 81 “Lavori in ambienti sospetti di inquinamentoIng. Antonio Di Muro 1 - Ing. Antonio Di Muro - Ing. Antonio Di Muro - Ing. Antonio Di Muro - Ing. Antonio Di Muro

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Rischi specifici nell’accesso a silos,vasche e fosse biologiche, collettorifognari, depuratori e serbatoi utilizzatiper lo stoccaggio e il trasporto disostanze pericolose

Art. 66 del D.Lgs. 9 aprile 2008 n. 81“Lavori in ambienti sospetti di inquinamento“

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AMBIENTE CONFINATO

per “ambiente confinato” si intende unospazio circoscritto, caratterizzato dalimitate aperture di accesso e da unaventilazione naturale sfavorevole, in cuipuò verificarsi un evento che può portaread un infortunio grave o mortale inpresenza di agenti chimici pericolosi (adesempio, gas, vapori, polveri).

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• Serbatoi di stoccaggio• Silos• Recipienti di reazione• Fogne• Fosse biologiche

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Si possono considerare ambienti confinati……

…….altri ambienti che ad un primo esame potrebbero non apparire come confinati e che possono invece configurarsi come altrettanto insidiosi

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ad esempio:• Camere con aperture in alto• Vasche• Depuratori• Camere di combustione nelle

fornaci e simili• Canalizzazioni varie• Camere non ventilate o

scarsamente ventilate

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I principali rischi associati alla presenza diagenti chimici aerodispersi pericolosi (adesempio: gas, vapori, polveri) in ambienticonfinati sono:

RISCHIO DI ASFISSIA (mancanza di ossigeno) a causa di:

- permanenza prolungata o sovraffollamento con scarso ricambio di aria;- reazioni chimiche (ad es. combustione con rilascio di anidride carbonica, di ammoniaca, di acido cianidrico, di acido solfidrico);

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RISCHIO DI AVVELENAMENTO per inalazione o per contatto epidermico:

per gas, fumi o vapori velenosi (presenti ad esempio, in recipienti di stoccaggio o trasporto di gas) o che possono penetrare da ambienti circostanti (rilascio di monossido di carbonio)

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o che possono improvvisamente riempire gli spazi, o rilasciarvi gas quando agitati o spostati (ad esempio, acido solforico, acido muriatico, zolfo solido)

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RISCHIO DI INCENDIO ED ESPLOSIONE in relazione alla presenza di

gas e vapori infiammabili (ad esempio, metano, acetilene, propano/butano, xilolo, benzene)

liquidi infiammabili (ad esempio benzine e solventi idrocarburici)

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polveri disperse nell’aria in altaconcentrazione (farine nei silos,nerofumo, segatura);eccesso di ossigeno o di ossidanti (acausa di violenta ossidazione disostanze grasse/oleose; nitrato diammonio con paglia o trucioli dilegno);macerazione e/o decomposizione disostanze organiche conautoriscaldamento fino a raggiungerela propria temperatura diautoaccensione.

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Alcune delle condizioni possono già esistere inorigine negli ambienti confinati, altre possonosopraggiungere durante l’esecuzione dei lavori,a causa di:

esecuzione di saldature;utilizzo di colle, solventi, prodotti per lapulizia;uso di macchine elettriche che produconoinneschi;perdite da tubazioni presenti negliambienti confinati o negli spazi limitrofi.

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Elemento di amplificazione delle conseguenze dannose :

tutti i casi in cui gli accessi agliambienti confinati sonoparticolarmente disagevoli, (passid’uomo, cunicoli o aperture moltopiccole) poiché in tal caso la fuga oil soccorso d’emergenza risultanomolto difficili.

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Nella valutazione dei rischi occorreconsiderare che in un ambiente confinato,si può verificare una combinazione dirischi associati alla presenza di una o piùagenti che possono avere più di uneffetto.Spesso il rischio non deriva da un soloevento, ma da una sequenza di subeventi (catena incidentale)

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SOSTANZE ASFISSIANTI (carenza di ossigeno)

L’aria contiene una concentrazione di ossigenopari a circa il 20.9 % del volume;al di sotto del 19.5 %, l’aria viene consideratacarente di ossigeno;percentuale al di sotto del 16% è pericolosa perl’uomo.La riduzione della percentuale di ossigeno puòessere causata da:• INCENDIO,• REAZIONE CHIMICA (ad esempio, ossidazione)• SOSTITUZIONE DELL’OSSIGENO CON ALTRI GAS

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TROPPO OSSIGENO PUÒ ESSERE PERICOLOSO

Aumentando i livelli di ossigeno, anchel’infiammabilità dei materiali e dei gasaumenta.

Es.: 24% di ossigeno: ● i vestiti possono subire una combustione

spontanea;● i grassi vegetali possono autoinfiammarsi.

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TERMINI E DEFINIZIONI PER SOSTANZE TOSSICHE E ASFISSIANTI

Agenti chimici pericolosi:

1) agenti chimici classificati come sostanze pericolose ai sensi del D.Lgs. 52/97

Sono escluse le sostanze pericolose solo per l'ambiente;

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2) agenti chimici classificati come preparatipericolosi ai sensi del D.Lgs. 65/03;Sono esclusi i preparati pericolosi solo perl'ambiente;

3) (altro) agenti chimici che, pur non essendoclassificabili come pericolosi, in base ainumeri 1) e 2), possono comportare unrischio per la sicurezza e la salute deilavoratori.

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Sono sostanze asfissianti:

- ACIDI ALOGENITRICI

- L’ANIDRIDE SOLFORICA

- IL FOSFORO

- I PENTACLORURI

- L’ANIDRIDE CARBONICA

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SOSTANZE TOSSICHE

Il D.Lgs. 52/97 definisce “tossiche” (o“molto tossiche”) le sostanze ed i preparatiche, in caso di inalazione, ingestione oassorbimento cutaneo,in piccole(piccolissime) quantità, possono essereletali oppure provocare lesioni acute ocroniche.Sono sostanze tossiche:- MOLTI METALLI- IDROCARBURI

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TERMINI E DEFINIZIONI PER SOSTANZE COMBUSTIBILI

Combustione: reazione chimica molto rapida che simanifesta con elevato sviluppo di calore, emissione diluce, fumo, vapori e gas di combustione.Essa avviene tra una sostanza combustibile (che puòessere solida, liquida o gassosa) ed una sostanzacomburente, solo quando queste sostanze sonocombinate tra loro in appropriate proporzioni edopportunamente innescate. La combustione è unareazione di ossidazione in cui il combustibilerappresenta la sostanza ossidabile e il comburente(generalmente l'ossigeno dell'aria) la sostanzaossidante;

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Combustibile: sostanza in grado di bruciare in condizioni ambientali normali. La sostanza può essere:● allo stato solido (carbone, legno, carta)● allo stato liquido (alcool, benzina, gasolio) ● allo stato gassoso (metano, idrogeno,

propano). Eccettuati i metalli, e pochi altri elementi, ilcombustibile é sempre un composto organico.La sua combustione avviene per ossidazionedei suoi componenti, idrogeno e carbonio.

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Comburente: sostanza che permette al combustibiledi bruciare. Generalmente si tratta dell’ossigenocontenuto nell’aria allo stato di gas (21%);

Innesco: elemento che, a contatto con la miscelainfiammabile, avvia la combustione. Può esserecostituito da qualsiasi sorgente di calore (fiamme,scintille, materiali caldi) che abbia i seguenti requisiti:• temperatura uguale o superiore a quella diaccensione della miscela;• apporto di energia calorica;• durata nel tempo del contatto.

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Temperatura di infiammabilità: temperatura minima,nel campo compreso tra i valori normali di ambientee quello di accensione, alla quale il combustibilelibera in aria vapori ad una concentrazione tale daformare una miscela incendiabile. Oltre tale valore lapossibilità di innesco non si limita alle sole immediatevicinanze del combustibile, potendosi estendereall’intero spazio interessato dalla presenza delcombustibile stesso e dei suoi vapori

Temperatura di accensione: temperatura minima allaquale un combustibile, in presenza d’aria, bruciasenza necessità d’innesco

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TERMINI E DEFINIZIONI PER IL RISCHIO DI ESPLOSIONE

Atmosfera esplosiva: miscela in aria, incondizioni atmosferiche, di sostanzeinfiammabili allo stato di gas, vapori, nebbie opolveri in cui, dopo l’innesco, la combustione sipropaga a tutta la miscela incombusta;

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Sostanze infiammabili: sostanze prevalentemente allo stato di gas,vapore, liquido, o solido (esplosivi solidi,alcuni metalli quali sodio, magnesio, fosforo omiscele di questi) capaci di sviluppare unareazione esotermica con l’aria in presenza diinnesco;

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Polvere combustibile: polvere in grado di bruciare o ardere in ariae di formare miscele esplosive con l’aria apressione atmosferica e a temperaturenormali;Campo e limite di infiammabilità: la miscela combustibile-comburente (allostato gassoso) risulta infiammabile quandovengono rispettate determinate proporzioni.

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Per ogni sostanza (liquida o gassosa ) esiste uncampo di valori percentuali di miscela con l’ariaper i quali la miscela risulta infiammabile.I valori limite del campo sono definiti “limiti diinfiammabilità superiore ed inferiore”.

Al di sotto o al di sopra di questi limiti, lamiscela risulta troppo povera rispettivamente digas combustibile o di comburente, per cui lacombustione non può avvenire.

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Esplosione: violenta reazione di ossidazione odecomposizione che produce un aumento ditemperatura, pressione, o di entrambisimultaneamente(UNI EN 13237- 2006 - Atmosfere potenzialmenteesplosive - Termini e definizioni per apparecchi esistemi di protezione destinati ad essere utilizzatiin atmosfere potenzialmente esplosive);

Lavori caldi: lavori in cui è usata una fiamma opuò essere prodotta una sorgente d’innesco comescintille, surriscaldamenti, elevati attriti.

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SOSTANZE INFIAMMABILI E ESPLOSIVEUna sostanza infiammabile è una sostanza, sottoforma di gas, vapore, liquido, solido o di una loromiscela, capace di produrre una reazioneesotermica (combustione) con l’aria a seguito diaccensione (UNI EN 13237-2006).

Sono sostanza infiammabili:- IL METANO- IL PROPANO- L’ACETILENE- LE BENZINE,- I SOLVENTI- LE POLVERI.

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La reazione esotermica di ossidazione, più nota con ilnome di combustione, è caratterizzata da:

• temperatura di accensione• temperatura di infiammabilità• limiti di infiammabilità.

L’esplosione è una reazione rapida di ossidazione cheproduce un aumento della temperatura, della pressioneo di entrambe simultaneamente (UNI EN 13237- 2006)

RIEPILOGANDO……………..

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RISCHI ASSOCIATI A SOSTANZE ASFISSIANTI

In presenza di sostanze asfissianti, si puòverificare carenza di ossigeno.Ciò può avvenire:

dove c’è una reazione tra rifiuti el’ossigeno dell’atmosfera;

a seguito della reazione tra l’acqua delterreno ed il calcare, con produzione dianidride carbonica, che va a sostituirel’aria;

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nelle stive delle navi, neicontainers, nelle autobotti, esimili, come reazione dellesostanze contenute conl’ossigeno presente all’interno

all’interno di serbatoi di acciaio erecipienti quando si ossidano(formazione di ruggine)

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nell’uso di agenti estinguenti comel’anidride carbonica o agenti alogenati(halon) in ambienti non aerati

in presenza di solidi sfusi o in granuliche, accorpandosi a formare blocchi,possono improvvisamente collassare,soffocando le persone travolte

ambienti o recipienti in aziendevitivinicole.

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RISCHI ASSOCIATI A SOSTANZE TOSSICHE

I rischi associati a sostanze tossiche possono essere rappresentati da:

a) Gas, fumi o vapori velenosiQuesto può accadere:

• nelle fogne, nelle bocche di accesso e neipozzi di connessione alla rete;

• negli accessi ai serbatoi e nei recipienti conconnessioni alle tubazioni;

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• nelle combustioni in difetto d’ossigeno(stufe catalitiche, bracieri);

• negli ambienti confinati dove sieffettuano processi di saldatura;

• negli scavi e nei fossi contenenti terrenocontaminato, come scarichi di rifiuti;

• nei vecchi gasometri;

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• nei serbatoi dove sono presentiresidui di sostanze tossiche;

• negli ambienti confinati quando nelleimmediate vicinanze si producono fumitossici che possono entrare negli stessi.

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b) Liquidi e solidi che possono rilasciare gas tossici

Questo può accadere:

• quando liquidi e solidi vengono agitati ospostati (ad esempio acido cloridrico);

• quando si impiegano liquidi e solidi cheemettono gas tossici in presenza di aria ovapori d’acqua;

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• in presenza di liquidi che possonoimprovvisamente riempire gli spaziprovocando annegamenti o altriinconvenienti in base alle lorocaratteristiche di tossicità ocorrosività.

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RISCHIO DI INCENDIO O ESPLOSIONE

Il rischio di incendio o esplosione può essere legato alla presenza di particolari gas o polveri, secondo quanto indicato nei paragrafi successivi:

a) a causa della presenza di gasQuesto può accadere:

• nelle vasche e nelle fosse biologiche, nei collettori fognari;

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• nei depuratori, nei serbatoi utilizzati per lostoccaggio dei liquami (presenza di biogas,che è una miscela di vari tipi di gas, prodottidalla fermentazione batterica di rifiuti,vegetali, liquami di fognatura e zootecnici,materiale organico in decomposizione). Ai finidel rischio di infiammabilità/esplosioneinteressa la percentuale di metano (CH4),presente in quantità significativa, che puòvariare dal 50% all’80 %;

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• nei silos e nei serbatoi, dove possono esserepresenti gas che derivano da residui dimateriale lasciato dopo lo svuotamento, o daresidui di lavaggio;

• nell’impiego in ambienti depressi di gaspesanti (densità maggiore di 0,8 rispettoall’aria) e quindi ristagnanti, come ilpropano/butano (gpl), usato come propellentenell’impiego di prodotti disinfettanti sottoforma di aerosol.

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b) a causa della presenza di polveri

Questo può accadere in luoghi confinaticome i silos, i serbatoi o i grandi contenitoridi stoccaggio per polveri di varia natura:

alimentare (farine, zuccheri, malto,amido);chimica (plastica, resine, detergenti,farmaceutica);metallurgica (alluminio, magnesio), perverniciare, proveniente da lavorazionedel legno.

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In questi ambienti è possibile cherimangano, dopo lo svuotamento, stratiresidui di polvere che possono a loro voltadiventare sorgenti di nubi pericolose.

Queste ultime possono essere anchegenerate nelle operazioni di carico escarico del materiale.

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INCIDENTI REALMENTE AVVENUTI

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Un caso eclatante

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Il caso presentato è relativo ad un grave incidente avvenuto in unacisterna.

Un lavoratore A deve eseguire lavaggio e bonifica di un container dacisterna per il trasporto di sostanze chimiche.

Si porta con un'adeguata scala carrellata sulla parte superiore delcontainer a cisterna posto sul cassone di un articolato, per la precisionenelle vicinanze del boccaporto per l'accesso all'interno della cisterna.Il lavaggio e la bonifica interna è relativa ad una cisterna che avevatrasportato zolfo liquido da una raffineria ad un'azienda per laproduzione di acido solforico. Prima di eseguire il lavaggio con unaopportuna lancia con acqua calda ad alta pressione, il lavoratore tramiteuna scala portatile sistemata all'interno della cisterna, si accinge adentrare dal boccaporto all'interno della stessa, per rimuoveremanualmente le parti solidificate di zolfo presenti. Parti che essendosolide di grosse dimensioni non sarebbero venute via con il lavaggio conla lancia. - In

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Un caso eclatante

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Da vari fattori si deduce che il lavoratore - l’unico che si occupava dellavaggio degli autoarticolati - mentre scende la scala portatile sia svenuto inconseguenza delle esalazioni che fuoriuscivano dalla cisterna, precipitandoall’interno della stessa e decedendo per asfissia da vapori di acidosolfidrico. Mentre lui lavorava altri lavoratori - che per comodità chiameremoS, B e C - erano impegnati nel lavaggio di autovetture.

Dopo aver terminato il lavaggio di una autovettura il lavoratore S sposta ilmezzo in un altro punto del piazzale distante dalla zona di lavaggio e si portanella zona di pulitura interna delle autovetture, iniziando da solo la puliziainterna di un’altra autovettura con un aspirapolvere. Dopo qualche minuto dilavoro il lavoratore S nota che i suoi colleghi B e C non ci sono. Preoccupato siporta allora nella zona di lavaggio degli autoarticolati e nota l’assenza anchedel lavoratore A. A questo punto il lavoratore S sale sulla cisterna sentendonelle vicinanze un forte odore di zolfo e affacciatosi nella botola vede icorpi esamini dei suoi tre compagni.

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Un caso eclatante

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Il lavoratore S, muovendo la scala presente all’interno della cisterna echiamando per nome i suoi colleghi, li sollecita per vedere se danno segnidi ripresa. Non avendo ricevuto alcun segno il lavoratore S chiedeaiuto. Alle sue richieste d’aiuto risponde per prima la figlia del titolaredell’azienda di cui era impiegata, la quale viene invitata dal lavoratore Sa chiedere l’intervento dei Vigili del Fuoco e del servizio 118. Lerichieste d’aiuto del lavoratore S sono notate anche dal lavoratore D,dipendente di una ditta di autotrasporti, che depositava il proprioautoarticolato presso l’autoparco ove si trovava anche il lavaggio, e chevi era giunto poco prima con il suo mezzo. Il lavoratore D si portaanch’egli sulla cisterna e vista la situazione, nonostante il lavoratore Scerchi di fermarlo, scende nella cisterna cercando di rialzare lepersone che vi si trovano, ma dopo i primi tentativi anch’egli perde isensi.

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Un caso eclatante

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Dopo pochi minuti giunge sul posto il titolare dell’azienda: si portaanch’esso sulla cisterna nel tentativo di scendere. Il lavoratore S loinvita a non farlo o in alternativa a legarsi ad una corda per poteressere recuperato in caso di emergenza, ma viene allontanato: iltitolare scende giù. Dopo pochi istanti, mentre cerca di sollevare ilcorpo del lavoratore D, perde i sensi.

Sul posto giungono i Vigili del Fuoco e i soccorritori del servizio 118.

I Vigili del Fuoco muniti di maschera con autorespiratore e tutaimpermeabile, estraggono tutti i corpi. Gli operatori del servizio 118dopo alcuni tentativi di rianimazione constatano la morte del titolare,del lavoratore D, del lavoratore C e del lavoratore A: l’unico cherisponde ai tentativi di rianimazione è il lavoratore B. Questo vienesubito trasportato presso un centro di rianimazione di un ospedale dovemuore la mattina del giorno successivo all’incidente, in conseguenza deigravi danni subiti dalle vie respiratorie per l’esposizione all’acidosolfidrico. - In

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Un caso eclatante

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Da una prima sommaria verifica dei luoghi e dei corpi si verifica che“non vi era presenza alcuna di dispositivi di protezione individuale”. Sipresume inoltre che i lavoratori B e C siano entrati di propositoall’interno della cisterna per soccorrere il lavoratore A.

Dalle indagini tossico-chimiche effettuate sui corpi e all’interno dellacisterna è stata confermata la “morte per esposizione ad acidosolfidrico. Circostanza confermata dai primi rilievi eseguiti dallasquadra NBC dei Vigili del Fuoco, che hanno rilevato valori di acidosolfidrico 200 volte superiori ai valori di TLV consentiti, e alti valoridi anidride carbonica conseguenza di un fenomeno di fermentazione”.

La sostanza si è sviluppata “in conseguenza della reazione dello zolfocon i residui dell’altra sostanza che era stata trasportataprecedentemente con quella cisterna, e di cui erano rimasti residuidopo la precedente bonifica, ed anche del considerevole periodo che lacisterna è stata chiusa ermeticamente sotto l’esposizione degli agentiatmosferici”. - In

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Confined Spaces Regulations del 1997Tali disposizioni stabiliscono di:

evitare l’ingresso negli spazi confinati, qualora siapossibile svolgere la stessa attività dall’esterno;

seguire delle procedure operative di sicurezza nelcaso in cui non sia possibile evitare l’accesso allospazio confinato;

prevedere adeguate soluzioni di emergenza,prima dell’inizio dei lavori.

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MISURE PER EVITARE L’ACCESSO AGLI SPAZI CONFINATI

Per evitare l'accesso agli spazi confinati è necessarioverificare se i lavori possano essere svolti in altromodo, valutare quindi se le attività pianificate sianoeffettivamente necessarie, o se è possibile invece:

modificare lo spazio confinato in modo da nonrendere necessario l'accesso a tale spazio;

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Svolgere le operazioni dall’esterno, ad esempio:

l’eliminazione delle ostruzioni all’interno dei silospuò essere eseguita a distanza tramite l’uso didispositivi teleguidati;

le operazioni di ispezione, campionatura e puliziapossono, in molti casi, essere svolte dall’esternocon l’uso di adeguati dispositivi e attrezzature;

i serbatoi possono essere ispezionati tramitetelecamere controllate a distanza.

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PROCEDURE OPERATIVE DI SICUREZZA SUL LAVORO

Nel caso in cui non sia possibile evitarel’ingresso nello spazio confinato, bisogneràassicurarsi di disporre di adeguateprocedure operative per la sicurezza neisuddetti spazi.

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VERIFICA DELLE DIMENSIONI DELL’APERTURA DI ACCESSO

Verificare che l'accesso sia abbastanza ampioda garantire ai lavoratori, di entrare ed uscirefacilmente dall'area interessata e dipermettere un accesso e un'uscita rapidi incaso di emergenza.Le dimensioni dell'apertura potrebberodeterminare la scelta di respiratori di tipoairline piuttosto che o di autorespiratori,solitamente più ingombranti e quindi menoindicati all’utilizzo in spazi angusti.

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USO DI RESPIRATORI

L'uso di respiratori si rende necessario nelcaso in cui l'aria non possa essere resarespirabile a causa della presenza di gas,fumi o vapori, o a causa dell'assenza diossigeno. Non tentare mai di migliorarel'aria dello spazio confinato introducendoossigeno, in quanto potrebbe aumentare ilrischio d'incendio o esplosione.

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AUTORESPIRATORIoperano indipendentemente dall'aria ambiente

SISTEMA AIRLINE è studiato per interventi di lunga durata, ed ècollegato ad un'alimentazione di aria esterna 57 - Ing. A

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EFFICIENZA DELLA VENTILAZIONEIn alcuni casi è possibile aumentare il numero delleaperture presenti nell'ambiente di lavoro così damigliorare l’aerazione oppure è necessario l'uso diun sistema di ventilazione forzata. Questo diventaindispensabile nel caso in cui si faccia uso dibombole a gas o dispositivi alimentati a diesel, acausa dei pericoli derivanti dall'accumulo dei gas discarico.Attenzione: il monossido di carbonio prodotto daigas di scarico di motori a benzina è talmentepericoloso che l'utilizzo di tali dispositivi dovrebbeessere sempre vietato negli spazi confinati.

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IL MONITORAGGIO DELLA QUALITÀ DELL'ARIA

Tale operazione potrebbe essere necessaria perverificare che l'aria non contenga vapori tossici oinfiammabili e che quindi possa essere respirata.

I controlli dovrebbero essere effettuati da unesperto con l'ausilio di un rilevatore di gascorrettamente tarato. Se dalla valutazione deirischi emerge che le condizioni dell'ambiente sonosoggette a variazioni nel corso del tempo risultanecessario effettuare un monitoraggio costantedell'aria.

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SISTEMI D'ILLUMINAZIONE E DISPOSITIVI SPECIALI

Negli ambienti in cui l'atmosfera è potenzialmenteinfiammabile o esplosiva, è fondamentale usaredispositivi che non emettano scintille e sistemid'illuminazione schermati. In alcuni tipi di spaziconfinati (ad es. all'interno di cisterne in metallo), lemisure di sicurezza per prevenire lo shock elettricocomprendono l'uso di dispositivi a bassissimovoltaggio (generalmente inferiore a 25 V) e, senecessario, l'impiego di dispositivi a corrente residua.

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PREDISPOSIZIONE DELLE MISURE D'EMERGENZASi tratta di approntare i dispositivi necessari, i corsi di formazione e le esercitazioni pratiche.

PREDISPOSIZIONE DELLE IMBRACATURE DI SICUREZZAI cavi di recupero che supportano le imbracature disicurezza devono essere liberi di riavvolgersiall'esterno dello spazio confinato.

SISTEMA DI COMUNICAZIONEE’ necessario stabilire un adeguato sistema dicomunicazione in modo da permettere ai lavoratoriimpegnati all'interno dell'ambiente confinato di tenersiin contatto con quelli all'esterno, e di lanciare l'allarmein caso di pericolo.

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Devono essere dettagliate le modalità disegnalazione dell'emergenza dall'interno dellospazio confinato a chi lavora all'esterno, così dapermettere l'inizio delle operazioni di soccorso.Ad esempio non bisogna dimenticare di prenderein esame le notti e i turni di lavoro, nonché i periodiin cui l'area dei lavori resta chiusa, ad esempiodurante le vacanze. Inoltre, è necessario valutarequale tipo di situazione (emergenza) potrebbeverificarsi, e in quale modo potrebbe essere datol'allarme.

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DISPOSITIVI DI SOCCORSO E RIANIMAZIONE

La scelta dei dispositivi appropriati per il soccorso ela rianimazione dipende dal tipo di emergenza chepotrebbe verificarsi. Nei luoghi di lavoro in cui èprevisto l'uso di tali dispositivi da parte deisoccorritori, è fondamentale che essi sianopreparati ad un loro corretto uso.

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IL PIANO DI EMERGENZA

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La struttura del piano di emergenza dipenderà dallanatura dello spazio confinato, dal rischio identificato edal tipo di soccorso da effettuare. In condizioni diemergenza, l’obiettivo primario è quello di porre in salvole persone presenti nell’ambiente confinato e nelleeventuali altre zone interessate dall’evento incidentale.Le misure necessarie a perseguire il suddetto obiettivodevono essere garantite durante tutta la durata deilavori,in ogni situazione.Il piano di emergenza è redatto per lo specifico lavoro edeve riportare le misure da attuare in caso di incidentein ambienti confinati.

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Si deve basare sulla valutazione del rischio, ed inparticolare sull’analisi dei possibili scenari e sulle scelte diprevenzione e protezione effettuate.Il piano di emergenza deve considerare tutte le impresepresenti e tutte le attività svolte, deve essere trasmesso,assieme ai relativi aggiornamenti,a tutte le imprese esecutrici.Il piano di emergenza deve contenere:

i riferimenti del luogo di lavoro ;nominativi dei responsabili della gestione delleemergenze e loro recapiti di emergenza;una sintesi della valutazione del rischio (analisi dirischio, misure di sicurezza adottate,responsabilità, procedure);le modalità di rilevazione dei contaminanti;

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le procedure da seguire da parte deiresponsabili dell’impresa e dei lavoratori;le procedure per chiamare i Vigili del Fuoco e il 118 e per fornire loro la necessaria assistenza sul luogo di lavoro. le planimetrie indicanti le vie di accesso, lageometria del luogo di lavoro, del materiale disoccorso, dei quadri elettrici, degli eventualidepositi di materiale combustibile, delle valvoledi intercettazione, ecc.le modalità di informazione del personale sulPiano stesso;l’eventuale periodicità delle esercitazioni diemergenza.

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Il piano di emergenza deve individuare una precisagerarchia operativa per l’emergenza e deve essereperiodicamente aggiornato

Idoneità degli addetti al soccorsoGli addetti al soccorso devono essere addestrati, esserein numero sufficiente ad eseguire l’intervento disoccorso, pronto all’occorrenza ed in grado di utilizzaregli equipaggiamenti in dotazione (ad esempio,autorespiratori, linee di vita, equipaggiamenti dirianimazione).

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ComunicazioniDevono essere definite le modalità con cui una situazionedi emergenza deve essere comunicata dall’interno dellospazio confinato all’esterno nel più breve tempo possibile,in maniera tale da consentire l’adozione rapida delleprocedure di soccorso.

ArrestoPuò risultare necessario, prima di attivare il soccorso,pianificare le procedure per l’arresto degli impianticollegati alla situazione di emergenza equelli posti nelle immediate vicinanze.

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LA SQUADRA DI SALVATAGGIO

All’esterno dell’ambiente confinato deve esseredisponibile, o comunque attivabile in tempi ristretti(minuti) una squadra di salvataggio. Tale squadradeve essere composta da lavoratori formati eaddestrati allo scopo, già a conoscenza dellasituazione cui stanno per andare incontro, grazie alpreventivo esame del “Piano di emergenza”.Tale squadra deve poter disporre delle necessarieattrezzature di soccorso, dagli autorespiratori aiverricelli per il recupero da pozzi.

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COMPETENZE DEI SOCCORRITORI

E’ necessario che i soccorritori siano adeguatamentepreparati, sempre pronti e capaci di usare qualsiasidispositivo di soccorso, come ad esempiorespiratori, funi di salvataggio e attrezzature perl'estinzione di incendi. Anche i soccorritori devonoprovvedere alla propria sicurezza con unaprotezione adeguata al tipo di emergenza.

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CLASSIFICAZIONE DI PERICOLOSITÀ DI AMBIENTICONFINATI E RELATIVE PROCEDURELa finalità consiste nell’individuazione di dueeventuali distinte zone all’interno dell’ambienteconfinato esaminato, suddivise in:• zone a minimo rischio:frazione di ambiente all’interno della quale le analisichimiche condotte, unitamente al calcolo dellaventilazione, hanno evidenziato un’esposizione arischio accidentale (sottos-sigenazione ointossicazione) per gli operatori potenzialmentecontrollata;• zone ad elevato rischio:frazione di ambiente dove la ventilazione èinsufficiente e dove, a causa dei processi lavorativiin atto, la probabilità di accadimento di formazionedi atmosfere pericolose è prevedibile ed elevata. - In

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D.P.R. 177/2011

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DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 14 settembre 2011, n. 177

Regolamento recante norme per la qualificazione delle imprese

e dei lavoratori autonomi operanti in ambienti sospetti di inquinamento

o confinanti, a norma dell'articolo 6, comma 8, lettera g),

del D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81.

Entrata in vigore del provvedimento: 23/11/2011

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Il presente regolamento si applica ai lavoriin ambienti sospetti di inquinamento di cuiagli articoli 66 e 121 del decreto legislativo 9aprile 2008, n. 81, e negli ambienti confinatidi cui all'allegato IV, punto 3, del medesimodecreto legislativo.

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Art. 66.Lavori in ambienti sospetti di inquinamento

1. È vietato consentire l’accesso dei lavoratori in pozzi neri, fogne,camini, fosse, gallerie e in generale in ambienti e recipienti,condutture, caldaie e simili, ove sia possibile il rilascio di gasdeleteri, senza che sia stata previamente accertata l’assenza dipericolo per la vita e l’integrità fisica dei lavoratori medesimi,ovvero senza previo risanamento dell’atmosfera medianteventilazione o altri mezzi idonei. Quando possa esservi dubbiosulla pericolosità dell’atmosfera, i lavoratori devono essere legaticon cintura di sicurezza, vigilati per tutta la durata del lavoro e,ove occorra, forniti di apparecchi di protezione. L’apertura diaccesso a detti luoghi deve avere dimensioni tali da poterconsentire l’agevole recupero di un lavoratore privo di sensi.

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Art. 121.Presenza di gas negli scavi

1. Quando si eseguono lavori entro pozzi, fogne, cunicoli,camini e fosse in genere, devono essere adottate idoneemisure contro i pericoli derivanti dalla presenza di gas ovapori tossici, asfissianti, infiammabili o esplosivi, specie inrapporto alla natura geologica del terreno (*) o alla vicinanzadi fabbriche, depositi, raffinerie, stazioni di compressione edi decompressione, metanodotti e condutture di gas, chepossono dar luogo ad infiltrazione di sostanze pericolose.

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(*)Area dei Castelli Romani

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2. Quando sia accertata o sia da temere la presenza di gastossici, asfissianti o la irrespirabilità dell’aria ambiente e non siapossibile assicurare una efficiente aerazione ed una completabonifica, i lavoratori devono essere provvisti di idonei dispositividi protezione individuale delle vie respiratore, ed essere muniti diidonei dispositivi di protezione individuale collegati ad un idoneosistema di salvataggio, che deve essere tenuto all’esterno dalpersonale addetto alla sorveglianza. Questo deve mantenersi incontinuo collegamento con gli operai all’interno ed essere ingrado di sollevare prontamente all’esterno il lavoratore colpitodai gas.

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3. Possono essere adoperate le maschererespiratorie, in luogo di autorespiratori, soloquando, accertate la natura e laconcentrazione dei gas o vapori nocivi oasfissianti, esse offrano garanzia di sicurezzae sempreché sia assicurata una efficace econtinua aerazione.

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4. Quando si sia accertata la presenza di gas infiammabili oesplosivi, deve provvedersi alla bonifica dell’ambientemediante idonea ventilazione; deve inoltre vietarsi, anchedopo la bonifica, se siano da temere emanazioni di gaspericolosi, l’uso di apparecchi a fiamma, di corpiincandescenti e di apparecchi comunque suscettibili diprovocare fiamme o surriscaldamenti atti ad incendiare ilgas.

5. Nei casi previsti dai commi 2, 3 e 4, i lavoratori devonoessere abbinati nell’esecuzione dei lavori.

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allegato IV, punto 3

3. VASCHE, CANALIZZAZIONI, TUBAZIONI, SERBATOI, RECIPIENTI, SILOS

3.1. Le tubazioni, le canalizzazioni e i recipienti,quali vasche, serbatoi e simili, in cui debbanoentrare lavoratori per operazioni di controllo,riparazione, manutenzione o per altri motividipendenti dall'esercizio dell'impianto odell'apparecchio, devono essere provvisti diaperture di accesso aventidimensioni tali da poter consentire l’agevolerecupero di un lavoratore privo di sensi.

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3.2.1. Prima di disporre l'entrata di lavoratori neiluoghi di cui al punto precedente, chi sovraintende ailavori deve assicurarsi che nell'interno non esistanogas o vapori nocivi o una temperatura dannosa edeve, qualora vi sia pericolo, disporre efficientilavaggi, ventilazione o altre misure idonee.

3.2.2. Colui che sovraintende deve, inoltre,provvedere a far chiudere e bloccare le valvole e glialtri dispositivi dei condotti in comunicazione colrecipiente, e a fare intercettare i tratti di tubazionemediante flange cieche o con altri mezzi equivalenti eda far applicare, sui dispositivi di chiusura o diisolamento, un avviso con l'indicazione del divieto dimanovrarli.

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3.2.3. I lavoratori che prestano la loro operaall'interno dei luoghi predetti devono essere assistitida altro lavoratore, situato all'esterno pressol'apertura di accesso.

3.2.4. Quando la presenza di gas o vapori nocivi nonpossa escludersi in modo assoluto o quando l'accessoal fondo dei luoghi predetti è disagevole, i lavoratoriche vi entrano devono essere muniti di cintura disicurezza con corda di adeguata lunghezza e, senecessario, di apparecchi idonei a consentire lanormale respirazione.

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3.3. Qualora nei luoghi di cui al punto 3.1. nonpossa escludersi la presenza anche di gas, vaporio polveri infiammabili od esplosivi, oltre allemisure indicate nell'articolo precedente, si devonoadottare cautele atte ad evitare il pericolo diincendio o di esplosione, quali la esclusione difiamme libere, di corpi incandescenti, di attrezzi dimateriale ferroso e di calzature con chiodi.Qualora sia necessario l'impiego di lampade,queste devono essere di sicurezza.

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3.4.1. Le vasche, i serbatoi ed i recipientiaperti con i bordi a livello o ad altezzainferiore a cm. 90 dal pavimento o dallapiattaforma di lavoro devono, qualunque sia illiquido o le materie contenute, essere difese,su tutti i lati mediante parapetto di altezzanon minore di cm. 90, a parete piena o conalmeno due correnti. Il parapetto non èrichiesto quando sui bordi delle vasche siaapplicata una difesa fino a cm. 90 dalpavimento.

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3.4.2. Quando per esigenze della lavorazione o percondizioni di impianto non sia possibile applicare ilparapetto di cui al punto 3.4.1., le aperture superioridei recipienti devono essere provviste di solidecoperture o di altre difese atte ad evitare il pericolo dicaduta dei lavoratori entro di essi.

3.4.3. Per le canalizzazioni nell'interno deglistabilimenti e dei cantieri e per quelle esternelimitatamente ai tratti che servono da piazzali dilavoro non adibiti ad operazioni di carico e scarico, ladifesa di cui al punto 3.4.1. deve avere altezza nonminore di un metro.

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3.4.4. Quanto previsto ai punti 3.4.1, 3.4.2 e 3.4.3non si applica quando le vasche, le canalizzazioni, iserbatoi ed i recipienti, hanno una profondità nonsuperiore a metri uno e non contengono liquidi omaterie dannose e sempre che siano adottate altrecautele.

3.5. Nei serbatoi, tini, vasche e simili che abbiano unaprofondità di oltre 2 metri e che non siano provvisti diaperture di accesso al fondo, qualora non sia possibilepredisporre la scala fissa per l'accesso al fondo deisuddetti recipienti devono essere usate scaletrasportabili, purché provviste di ganci di trattenuta.

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Qualsiasi attivita' lavorativa nel settore degliambienti sospetti di inquinamento o confinati puo'essere svolta unicamente da imprese o lavoratoriautonomi qualificati in ragione del possesso deiseguenti requisiti:

integrale applicazione delle vigenti disposizioni in materia di valutazione dei rischi, sorveglianza sanitaria e misure di gestione delle emergenze; (…..)

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Presenza di personale, in percentuale non inferioreal 30 per cento della forza lavoro, con esperienzaalmeno triennale relativa a lavori in ambientisospetti di inquinamento o confinati, (…...)

Tale esperienza deve essere necessariamentein possesso dei lavoratori che svolgono lefunzioni di preposto

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Avvenuta effettuazione di attivita' diinformazione e formazione di tutto ilpersonale, compreso il datore dilavoro (…..…..) specificamente miratoalla conoscenza dei fattori di rischiopropri di tali attivita', oggetto diverifica di apprendimento eaggiornamento.

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I contenuti e le modalita' della formazione di cuial periodo che precede sono individuati,compatibilmente con le previsioni di cui agliarticoli 34 e 37 del decreto legislativo 9 aprile2008, n. 81, entro e non oltre 90 giornidall'entrata in vigore del presente decreto, conaccordo in Conferenza permanente per i rapportitra lo Stato, le regioni e le province autonome diTrento e di Bolzano, sentite le parti sociali.

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Possesso di dispositivi di protezione individuale,strumentazione e attrezzature di lavoro idonei allaprevenzione dei rischi propri delle attivita'lavorative in ambienti sospetti di inquinamento oconfinati e avvenuta effettuazione di attivita' diaddestramento all'uso corretto di tali dispositivi,strumentazione e attrezzature (……..)

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Avvenuta effettuazione di attivita' diaddestramento di tutto il personaleimpiegato per le attivita' lavorative inambienti sospetti di inquinamento oconfinati, compreso il datore di lavoro,relativamente alla applicazione di proceduredi sicurezza coerenti con le previsioni di cuiagli articoli 66 e 121 e dell'allegato IV, punto3, del D.Lgs. 81/08

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● Rispetto delle vigenti previsioni, oveapplicabili, in materia di Documento Unicodi Regolarita' Contributiva

● Integrale applicazione della parteeconomica e normativa dellacontrattazione collettiva di settore (……..)

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In relazione alle attivita' lavorative in ambientisospetti di inquinamento o confinati non e'ammesso il ricorso a subappalti, se nonautorizzati espressamente dal datore di lavorocommittente e certificati ai sensi del Titolo VIII,Capo I, del decreto legislativo10 settembre 2003, n. 276, e successivemodificazioni e integrazioni.(……..)

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PROCEDURE DI SICUREZZA

Prima dell'accesso nei luoghi nei quali devonosvolgersi le attivita' lavorative di cui all'articolo1, comma 2, tutti i lavoratori impiegati dallaimpresa appaltatrice, compreso il datore dilavoro e i lavoratori autonomi devono essereinformati dal datore di lavoro committente:

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● sulle caratteristiche dei luoghi in cui sono chiamati ad operare

● su tutti i rischi esistenti negli ambienti, compresi quelli derivanti dai precedenti utilizzi degli ambienti di lavoro

● sulle misure di prevenzione e emergenza adottate in relazione alla propria attivita'

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Il datore di lavoro committente individuaun proprio rappresentante, in possesso diadeguate competenze in materia di salutee sicurezza sul lavoro e che abbiacomunque svolto le attivita' diinformazione, formazione eaddestramento che conosca i rischipresenti nei luoghi in cui si svolgono leattivita' lavorative con lo scopo di:

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◊ vigilare e coordinare le attivita‘ svolte dailavoratori impiegati dalla impresaappaltatrice o dai lavoratori autonomi

◊ limitare il rischio da interferenza di talilavorazioni con quelle del personaleimpiegato dal datore di lavorocommittente.

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Durante tutte le fasi delle lavorazioni inambienti sospetti di inquinamento oconfinati deve essere attuata unaprocedura di lavoro diretta a eliminare o,se ciò non è possibile, ridurre al minimo, irischi delle attivita' in ambienti confinati,compresa la fase di soccorso e dicoordinamento con il sistema diemergenza del Servizio sanitario nazionalee dei Vigili del Fuoco.

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Il mancato rispetto delle previsioni di cuial presente regolamento determina ilvenir meno della qualificazione necessariaper operare, direttamente oindirettamente, nel settore degli ambientisospetti di inquinamento o confinati.

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Fondamenti di analisi dei rischi

Analisi dei rischi

È il processo progettuale che consente diidentificare , analizzare e quantificare i rischi, inrelazione i pericoli presenti, nonché pianificare lemisure e tenere sotto controllo la sicurezza, entrolimiti di tollerabilità giudicati accettabili.L’analisi dei rischi è lo strumento tecnico grazie alquale si è passati da un’impostazione normativalargamente impositiva a una basata sulleconoscenze tecniche (progettazione della sicurezza)

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• Danno probabile M (magnitudo): prodotto di duefattori, il primo, pd, esprimente la entità delpossibile danno (morte, lesioni, ecc. ), il secondo,fc, la possibilità di interferenza (o fattore dicontatto), funzione della durata percentualedell’esposizione a situazioni od operazionipotenzialmente pericolose.

• Probabilità di accadimento F (frequenza): laprobabilità che l’evento scatenante si verifichi

• Rischio: dimensione prevedibile delle conseguenzadi un evento dannoso, espressa dal prodotto:danno probabile derivante dall’evento D per laprobabilità di accadimento dell’evento P, e quindi:

R = M x F - In

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La determinazione delle due componenti di Rconsente di “valutare statisticamente il rischio”. Sicostruisce, così, il piano del rischio.

All’interno del piano, che ha per ascissa lamagnitudo M e per ordinata la frequenza F, sitracciano le curve di isorischio, cioè curve i cui punticorrispondono ad una cifra di rischio costante, datadal prodotto (F x M). - Ing. A

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Gli interventi possibili possono essere di due tipi:- intervento preventivo- intervento protettivo

Ipotizzando che la curva R1 corrisponda ad una cifradi rischio maggiore di quella rappresentata dalla curvaR2, vediamo come può essere messo in atto unintervento di prevenzione.

Prevenire un rischio significa ridurre la frequenza diaccadimento dell’evento ad esso connesso. In altreparole, sul piano del rischio significa spostarsi lungoil segmento P1 P2 dalla curva R1 alla curva R2.

Proteggere da un rischio significa operare affinché siriducano le conseguenze che l’accadimentodell’evento provoca.

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L’eliminazione del rischio è concettualmenteimpossibile, si parla quindi di riduzione delrischio.Il rischio che non si riesce ad eliminare vienedefinito rischio residuo.

La gran parte degli incidenti sono riconducibiliall’elemento umano. Recenti studi hanno dimostrache l’attività dell’infortunato o di terzi rappresentail determinante di oltre il 50% degli infortuni.

Diagramma di flusso per la identificazione del pericolo e l’analisi del rischio

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In base al risultato emerso, si possono delinearetre scenari possibili:

1. Assenza di rischio;2. Presenza di esposizione controllata entro ilimiti della norma;3. Presenza di rischio di esposizione.

Nel primo caso (teorico), non esiste il problema“sicurezza”.

Nel secondo caso è sufficiente limitarsi ad uncontrollo periodico dell’esposizione.

Nel terzo caso, è necessario mettere a punto unprogramma di interventi integrati di prevenzione eprotezione (tecnica, organizzativa, sanitaria),secondo le priorità previste dalla normativa. - In

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Progettare la sicurezza significaorganizzare un’efficiente struttura diuomini, mezzi e procedure edimplementare il sistema tecnico-produttivo di cui si vuole aumentarela sicurezza, affinché gli accadimentidannosi siano i più limitati possibili.

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I fattori da considerare per una procedura operativa di valutazione del rischio

1 - Fattore di rischio chimicoQuesto fattore è riconducibile alla presenza e/oall’utilizzo, nello svolgimento delle attività e nellelavorazioni, di “agenti chimici pericolosi”, ovverosostanze e/o preparati che in base alle lorocaratteristiche chimiche, fisiche e tossicologiche,sono in grado di provocare: incendi, esplosioni,ustioni chimiche ,corrosione di materiali o degradodi impianti, danni acuti o cronici alla salute.Tali rischi sono generalmente associati alla presenzadi: polveri, gas, vapori, sostanze chimiche solide,atmosfere esplosive.

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2- Fattore di rischio fisicoQuesto fattore è riconducibile alla presenza, durante leattività lavorative, di agenti fisici in grado dideterminare condizioni di stress tali da peggiorare lecondizioni di lavoro. Tali agenti possono essere cosìclassificati: rumore, vibrazioni, microclima,illuminazione, posture, campi elettromagnetici,radiazioni ottiche artificiali etc.3 – Fattore di rischio infortunisticoQuesto fattore è riconducibile alla presenza, durantele attività lavorative, di pericoli oggettivi che, se nonadeguatamente valutati e prevenuti con idoneemisure di sicurezza, possono provocare lesioni e/oinfortuni ai lavoratori quali: cadute dall’alto,elettrocuzione ,cadute di materiali/ seppellimento,schiacciamenti e/o traumi , intrappolamento.

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4 – Fattore di rischio strutturaleQuesto fattore è riconducibile alla caratteristichefisiche e strutturali dell’ambiente confinato nelquale si deve operare: difficoltà di accesso,dimensioni dell’ambiente, sviluppo in orizzontaleo in verticale, difficoltà di spostamento all’internodell’ambiente etc.

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5 - Fattore di rischio cognitivo, o soggettivoQuesto fattore è riconducibile sostanzialmente atre aspetti:• livello di esperienza e di capacità professionali deilavoratori destinati ad operare all’interno di unambiente confinato;• livello di conoscenza e di consapevolezza dellospecifico lavoro da svolgere (necessità di riceveretutte le necessarie informazioni tecniche eprocedurali);• sottovalutazione del rischio da parte deilavoratori (sottovalutazione dei rischi da parte deilavoratori, con una diminuzione del livello diattenzione).

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6 – Fattore di rischio organizzativoQuesto fattore è riconducibile, sostanzialmente, auna mancata pianificazione e organizzazione deilavori in ambienti confinati. In altri termini, i lavori inambienti confinati non possono mai essereimprovvisati, ma devono vedere la partecipazione divari soggetti aziendali, ognuno con un precisocompito e una precisa responsabilità: valutazionedettagliata dei rischi, definizione della squadra dioperai incaricata dei lavori, designazione delpreposto, verifica delle capacità professionali deilavoratori, scelta delle attrezzature e dei Dispositivi diProtezione Individuale (DPI),pianificazione operativadi dettaglio delle attività,ecc.

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7 – Fattore di rischio fisiologico individualeQuesto fattore è riconducibile alla presenza di fattoriindividuali che, in qualche modo, potrebberointerferire con lo svolgimento di attività lavorativa inambienti confinati, come, ad esempio, unapredisposizione a sindrome claustrofobica e/o adattacchi di panico.In questo caso, appare fondamentale l’attività delmedico competente, che nella sua valutazionedell’idoneità lavorativa specifica deve tener contodelle specifiche problematiche legate agli ambienticonfinati.

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Per quanto il “rischio zero” non è, e non sarà mairaggiungibile, indubbiamente i rischi legati ai lavorinegli ambienti confinati possono essere ridotti a unlivello molto basso, tramite un’attentaorganizzazione e pianificazione delle modalitàoperative.La prima domanda da porsi, all’apparenza banale,prima della valutazione:“E’ effettivamente necessario “entrare” in queldeterminato ambiente confinato?”.

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Linee guida sulle modalità di

esecuzione del lavoro in spazi

confinati

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Linee guida sulle modalità di esecuzione del lavoroL’esposizione al rischio va eliminata attraverso l’esecuzionedel lavoro tramite metodologie che evitino l’accesso el’esecuzione dello stesso nell’ambiente confinato. Lapianificazione del lavoro, e/o il differente approccio,possono ridurre, infatti la necessità di lavorare negli spaziconfinati.Ulteriore elemento di valutazione: è realmente necessariol’accesso, o si potrebbe:

modificarlo in modo da non entrare nello spazioconfinato;

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effettuarlo all’esterno, ad esempio:

-liberando i silos dai blocchi di solidi sfusimediante di abbattitori comandati a distanza,vibratori o altro;effettuando le operazioni di ispezione,campionamento e pulizia dall’esterno medianteidonee attrezzature o dispositivi;

-utilizzando videocamere manovrate a distanzaper le attività di ispezione interne dei recipienti.

Linee guida sulle modalità di esecuzione del lavoro

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Nelle attività lavorative ad elevato rischio per la sicurezza esalute dei lavoratori, l’elaborazione di una “procedura disicurezza” costituisce una fase importante e delicata per lapianificazione dei lavori in condizione di sicurezza perqualsiasi sistema produttivo.Una procedura di lavoro consiste nel:

descrivere in modo ordinato le fasi di un lavoro, inordine temporale e spaziale, in condizioni disicurezza individuale e collettiva;

stabilire, attraverso valutazioni di criticità del sistemae delle condizioni di lavoro, ciò che si deve e non sideve fare durante l’attività lavorativa.

1. Sistemi e procedure di lavoro sicuri

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Si rammenta che le procedure rappresentano “misurescritte” di sicurezza, pertanto i destinatari di queste,acquisendole in modo formale (per presa visione),assumono la responsabilità della corretta loroapplicazione, escludendo un utilizzo difforme oarbitrario: anche in questo caso, resta fermo ilprincipio della responsabilità del datore di lavoro, inrelazione sia al contenuto e alla struttura delleprocedure che nella vigilanza della loro applicazione.

2. Sistemi e procedure di lavoro sicuri

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Si riporta di seguito la traccia da seguire perl’elaborazione di una procedura:

a) individuazione del tipo di lavoro (meccanico, elettrico,edile, manutenzione, ecc.), con caratterizzazione delluogo di lavoro;

b) individuazione delle persone, delle competenze edella specializzazione necessarie per eseguire il lavoroposto a procedura;

c) scomposizione del lavoro nelle sue fasi e descrizionedelle stesse in ordine cronologico;

d) analisi ed individuazione dei pericoli e dei rischi che illavoro comporta per ogni fase di lavoro;

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e) scelta dei mezzi personali e collettivi di protezione,della cartellonistica da adottare contro i pericolievidenziati, ed individuazione delle attrezzature, dellemacchine e delle modalità di lavoro per svolgere insicurezza ogni singola fase;

f) elaborazione finale di una “Procedura di lavoro”.

Nel caso in esame, nella predisposizione della specificaprocedura di lavoro occorrerà tener presenti leconsiderazioni di seguito riportate

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Il preposto, sovrintende alla attività lavorativa e garantiscel'attuazione delle direttive ricevute, controllandone lacorretta esecuzione da parte dei lavoratori ed esercitandoun funzionale potere di iniziativa.Il preposto dovrà essere sempre presente durante tutte lefasi dell’attività lavorativa.L’autorizzazione al lavoro è uno strumento volto adassicurare che tutti gli elementi del sistema sicurezzasiano stati messi in atto prima che ai lavoratori vengapermesso di entrare e/o lavorare in spazi confinati.L’autorizzazione è altresì uno strumento di comunicazionetra il datore di lavoro,il preposto e i lavoratori.

Nomina di un supervisore dei lavori e organizzazione con “permessi di lavoro”

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Elementi essenziali di un’autorizzazione sono:

la chiara identificazione della figura che autorizzaparticolare lavoro (con eventuali limiti diresponsabilità) e quella che ha la responsabilitàdella messa in opera delle precauzioni (adesempio, isolamento, controllo dell’aria, piano diemergenza);l’individuazione delle parti interessate all’attività(committente, appaltatore);l’addestramento e istruzioni in relazione alpermesso;il monitoraggio e la verifica per assicurare che ilsistema lavori in sicurezza, come predisposto.

Elementi essenziali di un’autorizzazione

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E’ indispensabile impiegare lavoratori con sufficienteesperienza per quel tipo di attività da eseguire everificare se hanno ricevuto adeguata informazionesui rischi correlati al particolare ambiente dilavoro, formazione specifica per ogni lavoratore infunzione della propria attività lavorativa edaddestramento.

Se la valutazione del rischio evidenzia situazionieccezionali relazione alla configurazione dello spazioconfinato, si dovrà verificare l’idoneità dei lavoratoriad operare in tale ambiente :per esempio,considerando fattori come la claustrofobia, l’idoneitàindossare gli autorespiratori, ecc.

3. Impiego di operatori idonei al tipo di lavoro

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Deve essere valutata l’estensione del rischio nello spazioe nel tempo; inoltre è necessario conoscere sia leconcentrazioni degli agenti chimici pericolosi chepresumibilmente possono essere presenti, che i valorilimiti di esposizione consentita .

La prima attività da effettuare è la stima dei rischi el’identificazione delle necessarie precauzioni (DPC e DPI)per ridurre e/o eliminare il rischio:questo dipenderà dalla natura dello spazio confinato, deirischi associati e del tipo di lavoro da eseguire.

Successivamente ci si accerta che il sistema sicuro di sia stato sviluppato e messo in pratica.

4. Localizzazione ed estensione del rischio

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Ciascuno dei lavoratori coinvolti nell’attività deve essereadeguatamente addestrato e istruito, per sapere in casodi necessità, che cosa deve fare e come farlo in modosicuro.

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Sono di fondamentale importanza la compartimentazioneed il conseguente isolamento degli ambienti confinatiinsieme alla adeguata ventilazione ,per garantire lasalubrità dell’aria e negare l’accesso ad altri agentiinquinanti.Operazioni preliminari da eseguire:

segregare l’ambiente dove saranno svolte lelavorazioni: bloccaggio valvole, chiusuratubazioni,ecc.Tali operazioni dovranno essere segnalatemediante appositi cartelli.

5. Isolamento dell’ambiente confinato rispetto ad altri ambienti pericolosi

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Verificare che ogni tipo di isolamento siaefficace. Isolare gli equipaggiamenti sia dalpunto di vista elettrico che meccanico, nonchéisolare fisicamente le tubazioni e gli spaziconfinati da fumi, gas e vapori.

Verifica dell’idoneità delle vie diaccesso/uscitaPrima di disporre l’entrata dei lavoratoriall’interno di ambienti confinati è opportunocontrollare che le aperture di accessoabbiano dimensioni tali da permetterel’ingresso e l’uscita del lavoratore con tuttol’equipaggiamento ed il recupero incondizioni di emergenza.

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Verificare se è possibile aumentare il numero di aperturee migliorare pertanto la ventilazione. La ventilazionemeccanica può risultare necessaria per assicurare unaadeguata fornitura di aria fresca. Assicurarsi che non sipossano sviluppare fumi da residui o simili, quando sieseguirà il lavoro.

È necessario verificare che l’aria sia libera da agentichimici asfissianti, tossici ed infiammabili e che sia adattaalla respirazione,mediante idonea apparecchiaturaadeguatamente calibrata. .Qualora la valutazione del rischio evidenzi variabilità dellecondizioni (o anche come ulteriore precauzione), ènecessario predisporre un continuo monitoraggio dell’aria.

a.Ventilazione dell’ambiente

b. Verifica dell’aria contenuta nell’ambiente confinato

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Per verificare l’idoneità dell’aria alla respirazione, ènecessario procedere all’identificazione del contaminante edalla determinazione della sua concentrazione:

identificazione del contaminante: è opportuno individuare,(con l’ausilio di un esperto di indagini ambientali) il nomechimico e la forma fisica dell’inquinante: polvere, nebbie diacqua o olio, gas o vapori.

determinazione della concentrazione del contaminantemediante sistema di rilevazione, l’ossigeno presente nondovrà mai essere inferiore al 20%.Se il tasso di ossigeno risulta inferiore a tale valore èopportuno effettuare un risanamento dell’atmosferadell’ambiente di lavoro.

b. Verifica dell’aria contenuta nell’ambiente confinato

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Per tenere il tasso di ossigeno quanto più possibileprossimo al 20%, e diluire gli agenti contaminantiaerodispersi mantenendone la concentrazione ad un livelloigienicamente accettabile, occorre utilizzare un impianto diventilazione.Questa soluzione impiantistica prevede il prelievo di ariafresca all’esterno e, tramite idoneo ventilatore, il suo invionell’ambiente di lavoro confinato mediante tubazionedeformabile.Il posizionamento dell’impianto di ventilazione deve tenereconto delle geometrie del luogo e delle potenziali sorgentidel contaminante in quanto l’aria, dopo aver lambito ilfondo, viene sospinta verso l’uscita, attraversandol’ambiente confinato, che si comporta come una vera epropria tubazione di riflusso.

c. Risanamento/bonifica atmosfera ambiente confinato

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La portata dell’aria deve essere dimensionataconsiderando che, a seconda della gravosità del lavorosvolto, un soggetto adulto consuma da 20 a 50 l/h diossigeno e ne produce altrettanto di anidride carbonica.

c. Risanamento/bonifica atmosfera ambiente confinato

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L’atmosfera dell’ambiente di lavoro dovrà esseremonitorata per conoscere l’efficienza dell’impianto diventilazione. Qualora il tasso di ossigeno risulti superioreal 20%, i lavoratori dovranno indossare i DPI respiratoriprevisti dalla valutazione dei rischi, relativa allo specificolavoro e al luogo in cui viene svolto.

Se il tasso di ossigeno risulta inferiore al 20%, i lavoratoridevono essere dotati di DPI respiratori isolanti:autorespiratori alimentati ad aria compressa, dotati disufficiente autonomia a svolgere le lavorazioni.

d. Gestione dell’eventuale presenza di agenti chimici pericolosi non eliminabili

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Sono necessari se l’aria all’interno degli spazi confinatinon è adatta alla respirazione a causa della presenza digas, fumi o vapori o per la mancanza di ossigeno.L’aria presente in spazi confinati non va depurata conossigeno, in quanto questo può aumentare il rischio diincendio o di esplosione.Gli autorespiratori devono essere:

protetti dagli urti e dall’inquinamento ambientale;

correttamente puliti e disinfettati;

in dotazione individuale non personale;

chiaramente identificabili;

e.Utilizzo di autorespiratori

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dotati di una bombola di riserva piena per ogni autorespiratore;

con maschere ed erogatore di soccorso;

custoditi e mantenuti secondo le indicazioni fornite dal fabbricante.

L’utilizzo di autorespiratori riguarda anche eventualisquadre di soccorso intervenute per emergenza.

e. Utilizzo di autorespiratori

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Se necessario, il lavoratore dovrà essere dotato di idoneiDPI di posizionamento, trattenuta, discesa, salita e di arrestocaduta, incluse le linee di vita collocate intorno al punto diaccesso degli spazi confinati. Dovrà inoltre essere dotato dieventuali altri tipi di DPI (ad esempio, per la protezione dellacute).

f. Utilizzo di altri DPI necessari

g. Utilizzo di attrezzature di lavoro adeguate alla specifica situazione e di attrezzature speciali

Per l’esecuzione dei lavori, gli operatori dovranno esseredotati di adeguate attrezzature di lavoro.Dove ci possono essere potenziali atmosfere esplosive oinfiammabili, è necessario impiegare attrezzi in grado dinon produrre scintille e disporre di lampadeopportunamente protette

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Dovranno essere garantiti idonei sistemi o mezzi diilluminazione in relazione alle caratteristichedell’ambiente e alla tipologia di intervento da effettuare.Anche in questo caso, dove ci possono essere potenzialiatmosfere esplosive o infiammabili, è necessarioimpiegare attrezzi in grado di non produrre scintille edisporre di lampade opportunamente protette.

h. Illuminazione

i. Sistema di comunicazioneÈ necessario predisporre un adeguato sistema dicomunicazione tra il personale presente all’interno eall’esterno dell’ambiente confinato per consentire unarapida chiamata in caso di emergenza.Apparecchiature telefoniche e radio eventualmenteutilizzate non dovrebbero costituire causa di innescodove c'è rischio di formazione di atmosfere esplosive.

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È sempre necessaria la presenza di una personaall’esterno dello spazio confinato che osservi ecomunichi con i lavoratori presenti all’interno, in modo didare prontamente l’allarme in caso di emergenza eattivare le procedure di soccorso.

l. Controllo e allarme

m. Piani e procedure di emergenza

l datore di lavoro dovrà garantire l’approntamento di unpiano specifico di emergenza contenente indicazioniriguardo le procedure di intervento,gli equipaggiamentida adottare, la formazione, l’addestramento e leesercitazioni da effettuare da parte delle squadre disoccorso e dei lavoratori.

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Indossato il tipo di DPI respiratorio, i lavoratori accedono alluogo di lavoro utilizzando cinture di sicurezza e funi diadeguata lunghezza per garantire lo svolgimento del lavoroe un rapido recupero in condizioni di emergenza; inparticolare un lavoratore deve sempre assistere dall’esternopresso l’apertura di accesso ed essere in grado direcuperare un lavoratore infortunato e/o colto da malore nelpiù breve tempo possibile e secondo quanto stabilito nelleprocedure di emergenza.Nel caso in cui nell’ambiente di lavoro non possa essereesclusa la formazione di un’atmosfera esplosiva, leattrezzature di lavoro, gli impianti e il tipo di lavorazioneeseguita devono escludere la formazione di fiamme escintille e comunque di qualsiasi tipo di innesco.

m. Modalità di accesso all’ambiente confinato

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