Murats report 2014

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MURATS Museo Unico Regionale dell’Arte Tessile Sarda Via Bologna sn 09086 Samugheo (OR) Gestione Museo: "Cooperativa La Memoria Storica" Email: [email protected] Sito web: http://murats.it/ Facebook: Murats Museo dell’Arte Tessile Telefono e fax: 0783 631052 Museo MURATS REPORT ATTIVITA’ Mostre e altri eventi collaterali 2014 Il presente documento fornisce una sintesi dei dati necessari per la verifica dello stato e dell’andamento del MURATS

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Transcript of Murats report 2014

MURATS Museo Unico Regionale dell’Arte Tessile Sarda Via Bologna sn 09086 Samugheo (OR) Gestione Museo: "Cooperativa La Memoria Storica" Email: [email protected]

Sito web: http://murats.it/ Facebook: Murats Museo dell’Arte Tessile Telefono e fax: 0783 631052

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Museo MURATS REPORT ATTIVITA’ Mostre e altri eventi collaterali

2014

Il presente documento fornisce una sintesi dei dati necessari per la verifica dello stato e dell’andamento del MURATS 15/12/2013

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COMUNE DI SAMUGHEO

SINDACO Antonello Demelas ASSESSORE ALLA CULTURA Luigi Todde SERVIZIO SEGRETERIA E AFFARI GENERALI Tonina Frongia

MUSEO MURATS DIRETTORE Baingio Cuccu

LA MEMORIA STORICA COORDINAMENTO Francesca Pinna FRONT OFFICE Marina Frongia Antonella Meloni Anna Maria Patta Raimondo Pitzalis Marilisa Saderi

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INDICE

1. INTRODUZIONE 04 Il Museo MURATS 05 Il MURATS: definizione, missione, obiettivi 07 2. ATTIVITÀ ESPOSITIVA 06 2.1. Attività espositiva spazio MURATS 07 2.2. Attività espositiva extra muros 78 3. LABORATORI DIDATTICI 82 4. VISITATORI 95

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INTRODUZIONE

Il Museo MURATS

Il MURATS_Museo Unico Regionale dell’Arte Tessile si trova a Samugheo, ed è nato grazie alla volontà di recuperare e conservare la memoria storica tessile della Sardegna. Il Museo è situato alla periferia del paese, centro rinomato per la fiorente produzione tessile, in una nuova costruzione su due piani articolata in vari ambienti. Ha una struttura formata da tre sale espositive, due al piano terra e uno al primo piano per un totale di 750 mq circa. La sua attività si divide tra la realizzazione di mostre temporanee, con progetti dedicati al settore dell’artigianato sardo, alla ricerca sociale con mostre d’arte contemporanea e l’esposizione permanente della sua Collezione. La Collezione è composta da un sostanzioso corpus di manufatti provenienti da diverse parti dell’Isola: si tratta di, coperte, lenzuola, biancheria per l’infanzia, biancheria per uso quotidiano, bisacce e teli per la campagna, abbigliamento per il pastore, costumi tradizionali per le feste e strumenti tra i quali telai tradizionali in legno, attrezzature e strumenti vari per la tessitura, capi samughesi di abbigliamento giornaliero e festivo, preziosi manufatti tessili del Settecento, realizzati artigianalmente in lana, cotone e lino. Tra i pezzi più rari figurano gli "Affaciadas", piccolissime strisce di tessuto finemente lavorato che si esponevano nei balconi durante la processione del Corpus Domini, mentre per rarità spiccano cinque “Tapinos ‘e mortu”. Tra i manufatti della collezione del Museo sono presenti anche quelli della collezione Cocco. Il Museo tra i suoi servizi offre anche una serie di laboratori tematici destinati alle scuole di diverso grado.

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Il MURATS: definizione, missione, obiettivi

Il Museo MURATS si ritrova pienamente nella definizione data secondo la quale il museo è una istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo, aperta al pubblico, che compie ricerche sulle testimonianze materiali dell’uomo e del suo ambiente, le acquisisce, le conserva, le comunica e soprattutto le espone a fini di studio, di educazione e di diletto. Il MURATS oltre a preservare e custodire i manufatti che sono i testimoni della storia del tessile dell’ intera regione Sarda, propone, attraverso una serie di mostre ed eventi collaterali alcuni spaccati dell’epoca attuale per interrogarsi sulle nuove tendenze contemporanee, offrendo gli strumenti per instaurare una relazione tra cultura e territorio che possa creare principi di confronto attraverso workshop, conferenze, seminari, dibattiti, laboratori, ricerche e studi. Una istituzione che non sia un luogo di sola conservazione ma un propulsore dell’osservare, documentare il presente e ciò che caratterizza la nostra epoca, nonché individuare e distinguere i mutamenti durevoli, perché il Museo non deve guardare solo indietro ma anche agli eventi contemporanei “registrandoli” attraverso attività e l’esposizione degli oggetti che li caratterizzano. Il suo obbiettivo deve essere quello di creare un collegamento tra passato, presente e la comunità in modo da creare un terreno fertile per una più stretta connessione tra persone e cultura.

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2. ATTIVITA’ ESPOSITIVA

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2.1. Attività espositiva spazio MURATS

FACE OFF True Lies Sergio fronteddu/Vincenzo Pattusi 18 gennaio al 02 marzo La mostra TRUE LIES (ossimoro inglese che significa “autentiche bugie”) vuole essere un “omaggio” al carnevale inteso come momento dell’anno in cui, attraverso l’utilizzo delle maschere, si assumono identità differenti con l’intento di rappresentare qualcun altro o qualcos’altro. Con la mostra si vuole indagare il rapporto tra le persone e l’azione del mascherare, azione che permette il cambio di identità rendendo tutto più sfuggente e soggettivamente interpretabile. Le maschere, infatti, comunicano un messaggio attraverso ciò che appaiono ma allo steso tempo servono per occultare cose e significati che possono risultare più o meno evidenti. Questo gesto può essere volutamente riconoscibile creando allora, tra il soggetto mascherato e chi guarda, un gioco delle parti dove non tutto è ciò che appare, o per lo meno diventa qualcosa di incerto e sfuggente.

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Le opere di Sergio Fronteddu, realizzate con materiali quali sapone e colla, riproducono oggetti che tutti siamo abituati a vedere nella quotidianità ma in realtà sono qualcosa di differente, con la colla che ha la funzione di creare e opacizzare le immagini. I lavori di Vincenzo Pattusi giocano sull’ambiguità di volti a cui mancano caratteri fisiognomici o possiedono elementi estranei al volto umano rendendoli indecifrabili, enigmatici, dubbiosi ma nel contempo penetranti.

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Sergio Fronteddu nasce a Nuoro, città dove tutt'ora risiede e lavora dopo gli anni sassaresi in cui ha frequentato l'Accademia di Belle Arti. Il suo percorso artistico si stabilizza sin dall'inizio su due paletti fondamentali: da un lato irriverenti interventi pubblici; dall'altro la passione della scultura, consolidata dagli studi accademici, che si esprime con l'attenzione verso materiali insoliti come il sapone, a cui dedica una lunga produzione tematicamente riferita all'alimentazione, e la colla nelle opere più recenti. Ha partecipato a numerose mostre e iniziative culturali.

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Vincenzo Pattusi, in arte LUDO 1948, è nato a Nuoro nel 1978, dopo la laurea in Storia dell’Arte e un master in conservazione e restauro, entra in contatto con l'ambiente artistico nuorese muovendo i primi passi nella street art e portando avanti un discorso pittorico che dai muri fa ritorno alla tele in studio in un gioco continuo di rimandi e citazioni. Ha eseguito diverse commissioni pubbliche e partecipato a numerose mostre in Italia e all’estero. Attualmente vive e lavora e Nuoro dove dal 2008 condivide con altri artisti il Seuna Lab, contenitore creativo per le sperimentazioni artistiche contemporanee.

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ITINERARI DELLA PASSIONE Liliana Cano 22 marzo 21 aprile Il titolo della mostra, ITINERARI DELLA PASSIONE, vuole mettere in evidenza un passaggio molto importante della liturgia cristiana che sottolinea l’importanza dell’azione con cui il Cristo si pone al servizio dell’uomo quando si offre al Padre in sacrificio sulla Croce, portando sulla Croce ogni peccato e sperimentando sul suo corpo tutte le conseguenze del male nella Storia. L’Itinerario della Passione, propostoci da Liliana Cano nelle sette grandi Tavole, si ispira alla esperienza mistica di S. Brigida tramandataci nella formula delle sette preghiere. Mentre altre sedici

Tavole rappresentano coloro che sono stati testimoni della Passione, Morte e Resurrezione del Cristo. Coloro che, se pur lo hanno rinnegato ed abbandonato nello scandalo della Passione, ne hanno accolto il messaggio di salvezza annunciandolo a tutte le genti, e col loro martirio ne hanno testimoniato l’efficacia. Con queste tavole si vuole sottolineare il sacrificio attraverso un’attenta raffigurazione del corpo di Cristo, che poi è il tramite attraverso cui il figlio di Dio si è messo in relazione con gli uomini. Infatti i lavori in mostra, attraverso l’intenso linguaggio figurativo, descrivono i

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momenti più drammatici della Passione dove la compostezza e il dolore fisico prefigurano la conoscenza della verità unendo in un’unica immagine, forma materiale e realtà spirituale. Lavori che, oltre ricordare la Pasqua come momento cruciale della Cristianità, vogliono evidenziare e mettere il visitatore di fronte all’uomo e al corpo del Salvatore inteso anche nella sua fisicità.

Le opere di Liliano Cano testimoniano infatti alcuni momenti essenziali della vita di Cristo, dalle scene tratte dall’Itinerario di Santa Brigida fino alla rappresentazione di quelli che possono essere definiti i testimoni della suo vita, tra apostoli, discepoli ed evangelisti. Opere che lo rappresentato bambino come nella Circoncisione fino alla raffigurazione del supplizio della Flagellazione, dell’Incoronazione di spine e della Crocefissione.

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Liliana Cano nasce a Gorizia il 18 ottobre del 1924. Nel 1936 studia a Torino dove consegue la maturità artistica presso l'Accademia Albertina con Omegna e Valinotti, dove fu allieva di Casorati e Manzù. Inizia prestissimo a confrontarsi con successo in collettive e rassegne in tutta Italia. Dal 1946 è a Sassari in sodalizio con pittori e scultori dell'Isola nel campo della ricerca e della sperimentazione: da Costantino Spada a Stanis Dessy, a Libero Meledina, a Pietro Antonio Manca e a Ausonio Tanda. I campi di ricerca sono la figura e l'immagine; la Sardegna vista come prototipo; muralismi e altri materiali orizzontali e verticali. Liliana ha, ad oggi, allestito svariate personali tra Sassari, Cagliari, Olbia, Nuoro nonchè Roma, Avellino, Brescia, Firenze e partecipato a mostre collettive, tra le quali a Padova nel 1944, a Bologna nel 1948, a Sassari durante gli anni 60 e 70, a Desenzano (Brescia) nel 1973. Negli anni '70 realizza il monumento alla donna e le sei pareti della chiesa di san Lussorio a Oliena. E il Murale di Bono dedicato a Giommaria Angioy e ai Moti Antifeudali a cui seguono Ozieri, Bultei, Irgoli, Oliena, e altri centri della Sardegna e, nel 1978, a Cagliari le viene conferito il prestigioso Premio Speciale per l'attività artistica da parte del Presidente della Repubblica. Negli anni '80 esegue gli Amanti del Sole per l'Università di Tolone Sardegna, grande telero per la World Trade Center di Amsterdam. Si reca poi a Barcellona, di cui si innamora e dove si ferma a lavorare. Ma è in Francia che la vita artistica freme, e Liliana Cano vi si stabilisce, risiedendo per circa vent'anni tra Arles, Istres, Marsiglia, Parigi, Avignone, e Tolone, partecipando a mostre in tutta Europa: Marsiglia, Parigi, Cannes, Tolone, Monaco, Raastadt, Amsterdam, Barcellona, Sanpietroburgo.

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ZENÌA Sa Die de sa Sardigna 27 aprile al 01 giugno Il progetto ZENÌA coinvolge otto artisti sardi che si sono confrontati con la descrizione e interpretazione, ognuno con la propria tecnica e stile, di figure storiche che hanno dato visibilità alla storia e alla cultura della Sardegna. Per ogni personaggio è stata realizzata una rappresentazione che cerca di coglierne aspetti trasversali ed intimi in modo da restituire una lettura alle volte indiretta rispetto a quella canonica, ritratto poi completato grazie ad una biografia bilingue in sardo e italiano. La selezione dei personaggi è stata eseguita tenendo conto dell’importanza che questi hanno avuto in generale per la storia della Sardegna. Con la mostra anche il tema della lingua assumerà importanza attraverso un’esposizione che, con l’utilizzo combinato della lingua sarda e l’arte, racconta i saperi accumulati in secoli di storia, in una prospettiva che spieghi l’unicità della cultura dell’isola e del suo paesaggio culturale. Unicità da intendersi come frutto di tante influenze e connessioni che si innestano su un sostrato che è cresciuto e arricchito con il passare del tempo.

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Infatti, Sa die de sa Sardigna, è la festa del popolo sardo che ricorda i cosiddetti "Vespri Sardi", cioè l'insurrezione popolare del 28 aprile 1794 con il quale si allontanarono da Cagliari i Piemontesi e il viceré Balbiano, titolare del Regno di Sardegna, in seguito al rifiuto del governo torinese di soddisfare le richieste dell'isola. Ma questa data è presa anche come simbolo della lotta di liberazione e di rivendicazione identitaria, a partire dalle prime lotte documentate di Amsicora e Iosto nell’azione di resistenza antiromana durante la seconda guerra punica.

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Ma questa data, oltre a ricordare le battaglie “fisiche e sul campo” combattute contro gli oppressori ha anche la valenza di ricordare la storia e la tradizione di un popolo che si è sempre sentito culturalmente indipendente anche attraverso personaggi che hanno portato il sentimento di appartenenza attraverso il loro lavoro intellettuale.

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Oltre ai personaggi storici, come i già citati Amsicora e Iosto, Barisone I d'Arborea, Eleonora d'Arborea, Leonardo Alagon e naturalmente Giovanni Maria Angioy, il giudice della reale Udienza a Cagliari che guidò il movimento antifeudale sino alla sconfitta del 1796, ci furono personalità che si distinsero nel mondo intellettuale per il tentativo di elevare e nobilitare la lingua sarda, come il poeta Gerolamo Araolla che cercò di creare un sardo letterario scrivendo numerose opere in sardo, castigliano e italiano.

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Ma la Sardegna ha dato i natali anche a grandi letterati di livello nazionale e internazionale che hanno dato lustro alla nostra isola, quali Giuseppe Manno autore di una fondamentale Storia della Sardegna, il premio Nobel Grazia Deledda, Sebastiano Satta, Emilio Lussu, che oltre a combattere con la Brigata Sassari fu tra i fondatori del Partito Sardo d'Azione, Giuseppe Dessì, Salvatore Satta, Remundu Piras e naturalmente Antonio Gramsci.

Nella stessa giornata dell’inaugurazione verrà organizzato l’incontro, dal titolo Musica e illustrazione nella cultura sarda. I saperi non verbali a confronto con la lingua, con l’etnomusicologo Fabio Calzia e l’illustratore Emmanuele Mureddu che indagheranno e metteranno a confronto sa Limba e i saperi non verbali ma anche grande vuoto tra il concetto (legislativo) di cultura e quello di lingua sarda. La lingua infatti è uno degli strumenti privilegiati per la descrizione del mondo e la conservazione dei saperi ed è stato per millenni il sistema di trasmissione per eccellenza.

Ma un sistema culturale complesso come quello sardo non è costituito esclusivamente da saperi verbali, ma anche di gesti, sapori e sensazioni che sfociano in manufatti, edifici, musiche e maniere di stare insieme. Fabio Calzia e Manuelle Mureddu analizzeranno alcune ipotesi su come colmare il vuoto tra la lingua, strumento egemone e tutte le forme "cadette" di comunicazione non verbale. Mentre Massimiliano Rosa presenterà una discussione aperta sul

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Sardo Samughese inserito nella variante Arborense in correlazione con l’area linguistica del Mandrolisai-Barbagia di Belvì e col Barigadu.

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Artisti presenti in mostra: Nicola Caredda, Gianni Casagrande, Gianluca Gelsomino, Narcisa Monni, Manuelle Mureddu, Gianni Nieddu, Vincenzo Pattusi, Giovanni Sanna.

Personalità sarde rappresentate nel progetto: Amsicora e Iosto, Barisone I d'Arborea, Barisone II d’Arborea, Eleonora d'Arborea, Leonardo Alagon, Giovanni Maria Angioy, Gerolamo Araolla, Giuseppe Manno, Grazia Deledda, Sebastiano Satta, Emilio Lussu, Giuseppe Dessì, Salvatore Satta, Antonio Gramsci, Remundu Piras.

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FACE OFF True Lies Gavino Ganau/Giovanni Sanna 24 maggio al 15 giugno 2014 Il Comune di Samugheo e il Museo MURATS, presentano il secondo appuntamento della rassegna FACE OFF con la mostra Luoghi Personali di Gavino Ganau e Giovanni Sanna che analizzeranno la tematica delle immagini e i luoghi della quotidianità nella società contemporanea. Le opere esposte sono quasi tutte inedite e realizzate per l’occasione. La mostra verrà inaugurata sabato 24 maggio alle ore 18:30, presso la sala convegni del Museo MURATS, e occuperà la prima sala del Museo. Nella sala grande si potrà visitare la mostra ZENIA, esposizione realizzata per Sa die e sa Sardigna che dialoga con gli antichi manufatti tessili della collezione del Museo. Mentre al primo piano sarà visibile l’esposizione permanente della collezione tessile del Museo con i pregiati manufatti del tessile provenienti da tutta la Regione Sardegna. La mostra vuole analizzare il valore insito nelle immagini quotidiane e vuole combinare il processo visionario dell'arte contemporanea con l’apparente banalità e prevedibilità delle immagini che siamo abituati a vedere tutti i giorni.

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Il titolo, “Luoghi personali”, riprende e ribalta la frase “luoghi comuni” perché ciò che potrebbe sembrare scontato e ovvio è allo steso tempo carico di significati individuali, un oggetto o uno spazio pur mantenendo dei caratteri oggettivi è allo stesso tempo personalizzabile. I lavori in mostra cercano di comunicare questo concetto con immagini che, estrapolate dal contesto quotidiano, si trasformano in veicoli di nuove informazioni, si convertono da luoghi comuni in qualcosa di più intimo.

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Questa visionarietà scaturisce, piuttosto che dal fantastico, da un' immersione totale nella realtà quotidiana, ed è raffigurata con evidenza straniante da oggetti, paesaggi, figure, gesti anonimi e minimi. In sintesi una banalità che diventa un miracolo se vista nel modo giusto e la cosa più insignificante si tinge di un significato se vista da un'altra prospettiva: quello dell’analisi evidenziata dal processo artistico.

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Infatti è attraverso la meraviglia del quotidiano (solitamente attraverso un processo inconscio) che noi comprendiamo il mondo che ci circonda, ma è guardando con maggiore attenzione questa meraviglia che essa ci rivela tutto quello che noi siamo, ci mostra le sovrapposizioni del tempo e delle idee. La vista di un oggetto o panorama qualunque, o anche una serie di oggetti che quotidianamente indossiamo o utilizziamo si trasformano, in una visione che unisce idealmente il trascorre del tempo e lo pone in una dimensione sincronica dove passato e presente sono visibili simultaneamente. Gavino Ganau nasce a Tempio Pausania nel 1966. Ha iniziato a lavorare e a interessarsi di arte contemporanea durante gli studi universitari. La sua pittura neofigurativa, in bianco e nero, dal forte impatto visivo, è stata alimentata attraverso il confronto con i linguaggi massmediali e le icone popolari della contemporaneità.

Il suo lavoro si è rivolto in misura crescente verso la ricerca di contenuti profondi, inconsci arcaici della condizione umana. Nelle opere più recenti si concentra su differenti filoni tematici che si condensano in composizioni più o meno complesse dove, attraverso l’uso di immagini di tipo filmico e fotografico, realizza un unicum dalla forte valenza poetica. È apparso più volte nella rivista ARTE Mondadori che, nell’ottobre 2004, gli ha dedicato un articolo monografico. Lavora e vive a Sassari. Giovanni Sanna nasce a Sassari nel 1977, dove si diploma presso l’Istituto d’Arte “Filippo Figari” e successivamente all’Accademia di Belle Arti. Dal 2004 al 2011 insegna discipline grafiche presso l’Istituto d’Arte di Alghero e il Liceo Artistico di Tempio Pausania e Olbia. Attualmente è docente di Pittura presso l’Accademia di Belle Arti “Mario Sironi” di Sassari.

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GRANDE NOTTE Tonino MAttu 22 giugno al 27 luglio 2014

La mostra sarà composta da una serie di tele e sculture che narrano, attraverso una visione inquieta e ironica, l’effetto stralunante di quello che la grande guerra e tutte le guerre possono rappresentare. La mostra, dall’evocativo titolo La Grande Notte, denuncia lo straniamento e l’anomalia di un fatto che, pur considerato disumano da tutti, è sempre presente nella storia dell’uomo, un buio delle coscienze che si ripete quasi senza che gli uomini ricordino le devastanti conseguenze.

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Della mostra fa parte anche un’installazione, formata da una serie di cartoline, foto e lettere ricreate dall’artista, che vuole evocare una sorta di archivio, perduto e poi ritrovato, di particolari di vita privata di coloro che sono stati coinvolti in questo crudele evento, una sorta di monumento di informazioni mai arrivate a destinazione.

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La mostra, curata da Ivo Serafino Fenu, è composta da opere inedite e approfondisce la ricerca che Tonino Mattu ha orientato da diverso tempo verso quel retaggio di sangue e follia, individuale e collettiva, che ha impregnato il Novecento ma, sempre, sfuggendo alla trappola del racconto didascalico o cronachistico e, con intelligenza e sensibilità, ha recuperato lacerti di memoria per parlare dell’oggi.

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Seguendo l’insegnamento di un maestro qual è Christian Boltansky, identificandosi con la sua poetica ma differenziandosene nella prassi, ha prodotto opere pervase da una dimensione funerea, con la morte che incombe e lascia, dietro sé, il senso incolmabile della perdita. Tuttavia, se l’artista francese ha un approccio da entomologo che ricerca, colleziona e appunta, ora materialmente ora virtualmente, documenti di quel passato, tramite foto, video, oggetti appartenuti a singoli individui, riuniti in veri e propri memoriali di storie minime che riscrivono grandi assenze,

Tonino Mattu, partendo anch’egli dall’utilizzo di tali reperti, ne sugge l’essenza che rielabora pittoricamente, sostituendosi al tempo nell’opera di corrosione e consunzione della memoria. Non una poetica dell’oggetto in sé significante, bensì una manipolazione del soggetto poeticamente evocato e restituito a nuova vita, in un serrato dialogo con la contemporaneità. E, prosegue Fenu, “a cent’anni dalla tragedia, dove il racconto storico mostra i suoi limiti nella trasmissione della memoria, è, ancora una volta, l’arte – stavolta quella di Tonino Mattu –, a sollevare il velo dell’oblio e a risarcire veri e propri buchi neri della storia recente. Con l’istallazione La Grande Notte, ha messo davanti ai nostri occhi gli abissi della coscienza e la sua capacità di generare mostri, ci ha resi corresponsabili e, raccontandoci la “banalità del male”, ha smascherato la nostra presunzione di esserne immuni”.

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Tonino Mattu nasce a Nuoro nel 1979. Autodidatta, nel 2003 viene selezionato dall'associazione culturale Sottopiano Beaux-Arts di Cagliari per rappresentare la giovane arte sarda in una rassegna di tecniche calcografiche. Nel 2005 soggiorna per diversi mesi in Inghilterra, dove ha modo di confrontarsi con alcune delle nuove correnti artistiche nell'ambito delle arti visive. Nel corso del 2009 soggiorna a Berlino. Vive e lavora a Oristano. Tra le partecipazioni ricordiamo la 54a esposizione della Biennale d'Arte di Venezia, Padiglione Sardegna e la mostra Caratteri ereditari e mutazioni genetiche al Museo MAN di Nuoro.

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TRAMA FAMILIARE Narcisa Monni 5 luglio 27 luglio La mostra si presenta come un percorso all’insegna della rielaborazione dell’immaginario dell’arte tessile regionale, inteso come l’espressione di un particolare linguaggio composto da simboli e decorazioni che caratterizzano il repertorio iconografico dei manufatti dell’Isola. Accanto alla collezione storica del museo diventano co-protagoniste le opere dell’artista che danno vita a una serie di dialoghi inattesi lasciando trasparire un insieme di memorie ancora fortemente presenti.

Per il Direttore del MURATS Baingio Cuccu questa mostra mette in evidenza le possibilità di interconnessione tra l’arte e l’artigianato, tra conoscenza delle tradizioni e visioni contemporanee dove all’obbiettivo della bellezza si aggiunge quello della ricerca e dello studio. Lo spirito con il quale Narcisa Monni si è confrontata con il patrimonio culturale e artistico tradizionale – scrive il curatore Davide Mariani – è quello di reinterpretarne i simboli, i motivi e le decorazioni in una ricerca formale sempre ricollegabile al concetto di memoria, intesa come un substrato culturale che grazie all’insieme di immagini, sensazioni e nozioni evoca un sentimento di familiarità che consente di localizzare le opere entro una determinata cornice spazio-temporale. Il complesso tentativo di decifrazione simbolica deve essere considerato alla luce di una dimensione più ampia di riconoscibilità e immediatezza che scaturisce dal forte impatto visivo delle opere.

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L’operazione compiuta da Monni per l’occasione è quella di fare riferimento a una vasta campionatura delle varie tecniche di rappresentazione e dei moduli decorativi più ricorrenti: partendo dagli abiti tradizionali, dei quali richiama i colori, ai motivi ornamentali, con elementi floreali fino alle figurazioni zoomorfe, che l’artista riproduce con forme perlopiù stilizzate. L’utilizzo delle buste di plastica come supporto tende a conferire un tono di fragilità, mentre le colature verticali di acrilico generano un senso di lento, ma inesorabile disfacimento dell’immagine. Quello che ne risulta è un inedito catalogo visivo che sintetizza immagini universali e sentimenti personali. La vasta gamma di motivi viene ora tradotta dall’artista in un linguaggio che comunica la psicologia, la morale, la tensione estetica e culturale di una comunità, in cui si intrecciano, allo stesso tempo, il bisogno di identificazione in un gruppo sociale e la necessità di espressione individuale. Le opere di Monni risultano costruite sulla base di una dimensione collettiva che diviene l’espressione di un racconto personale dal quale emergono differenti stati emotivi, memorie, desideri e inquietudini. L’artista attinge al bacino simbolico dei saperi ridefinendoli e contestualizzandoli al suo vissuto, che in questo modo diventano la rivelazione, a tratti inconscia, della sua eredità culturale riscritta entro una “trama” fatta di gesti e sensazioni quotidiane, come si evince dai titoli dei lavori, spesso in apparente contraddizione rispetto al contenuto. Una “Trama familiare” in cui codici, valori e segni si fondono per ridefinire il suo immaginario personale.

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Narcisa Monni, (Alghero, 1981) vive e lavora a Sassari. Mostre Principali: 2014 Deep, a cura di Arianna Beretta, CircoloQuadro, Milano; Zenìa, MURATS – Museo Unico Regionale Arte Tessile Sarda, Samugheo (OR); Pieces of Me: Reloaded, a cura di Davide Mariani, Mus’A – Pinacoteca al Canopoleno, Sassari 2013 Adesione, Opera Collettiva, Banca di Sassari; All Around, a cura di Davide Mariani, Mud’A, Aglientu; My Myself and I, a cura di Sonia Borsato, Marche Centro d’Arte, San Benedetto del Tronto; INSTABILE, a cura di Davide Mariani, Piscinacomunale, Milano; KEEP UP THW GOOD WORK, a cura di Marco Peri, Trigu, Cagliari, VERSUS #2, Galleria Capitol, Cagliari; GEOGRAFIE DELLA MEMORIA, a cura di Laura Cherchi,

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Cittadella dei Musei, Cagliari. 2012 SAVAGE HUMANS, a cura di Davide Mariani, LEM, Sassari; ANY PROBLEMS?, a cura di Davide Mariani, LEM, Sassari; FUOCO, a cura di Giannella Demuro, Time in Jazz, Berchidda (SS); 2011 SWEET SHEET, a cura di Federico Lupo, Zelle Arte Contemporanea, Palermo; Lo stato dell’arte, a cura di Vittorio Sgarbi, 54° Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia, Padiglione Accademie, Venezia; GENERAZIONI GLOCAL, a cura di Sonia Borsato, EXMA’, Cagliari. 2010 A BETTER TOMORROW, a cura di Stefania Miscetti, Studio S. Miscetti, Roma; TESSERE, a cura di Leonardo Boscani e Pastorello, LEM, Sassari; 2008 ZEBRA CROSSING, a cura di Giuliana Altea e Pinuccia Marras, Facoltà di Lettere e Filosofia, Sassari. 2006 NERVE, a cura di Mario De Candia e Patrizia Ferri, Hyunnart studio, Roma; IL GIOCO E’ FATTO, a cura di Achille Bonito Oliva, Villa Rufolo, Ravello. 2006 WORTER E BESISTZ, a cura di Mario De Candia, Studio Stefania Miscetti, Roma.

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COLLEZIONE MUSEO Esposizione Permanente La collezione del Museo è allestita in modo permanente nel primo piano della struttura dove sono esposti i manufatti più pregiati che vengono periodicamente fatti ruotare in tema anche alle mostre temporanee del piano terra. In molte occasioni questi pezzi vengono messi in dialogo con le opere presenti nelle mostre temporanee in modo da creare una simbiosi tra ciò che compone il cuore pulsante del Museo e ciò che di nuovo viene ospitato.

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TESSINGIU 47° Mosta dell’artigianato sardo 2 agosto 7 settembre

Nel 2014 si rinnova l’appuntamento con TESSINGIU. Nell’allestimento realizzato presso il Museo MURATS, sono visibili diversi allestimenti. Una parte espositiva riguarda pezzi realizzati da artigiani di Samugheo che hanno eseguito i progetti che lo scorso anno sono risultati vincitori del Concorso di Idee Annodarte, avente come finalità quella di promuovere la produzione di tessuti secondo le tecniche tradizionali samughesi, attraverso la raccolta di proposte che possano facilitare l’avvicinamento del mercato moderno all’artigianato tipico. Un concorso di idee riuscito con designer e architetti che vi hanno partecipato in gran numero. Saranno inoltre esposte tavole esplicative dei progetti entrati in graduatoria sino al 16 posto, numero individuato come necessario per la realizzare una collezione in trance diverse nell’arco del tempo che intercorre con le prossime edizioni della Mostra in modo da offrire un’alternativa al tappeto tradizionale con una serie di lavori e prodotti innovativi con disegni e colori nuovi e moderni. Spazio all’innovazione e alla creatività quindi mentre la Sala centrale sarà occupata da una Mostra all’interno della quale saranno esposti una serie tra i più pregiati pezzi dell’artigianato sardo che comprenderà manufatti e oggetti che possano esprime e dare l’idea del valore e qualità raggiunta dagli artigiani.

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L’organizzazione precisa che la vendita dei manufatti è prevista con le modalità di sempre attraverso una serie di punti espositivi presenti nel centro del paese dove il visitatore avrà la possibilità di effettuare acquisti, di visitare i laboratori tessili ed assistere alle fasi della creazione dei manufatti.

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Le vari sedi espositive saranno collegate da un filo ideale che parte dal MURATS ed è stato realizzato dall’artista Vincenzo Pattusi con un intervento artistico urbano dal titolo “Shake snake” con la funzione di guidare i visitatori nei punti nevralgici dell’intera rassegna.

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Gli eventi paralleli saranno animati da Vincenzo Grosso, artista sardo che sta riscontrando successo a Berlino, l’altro è Silvio Betterelli, designer sardo che da anni lavora a Milano nel campo dell’alta moda. In questa occasione per il Museo si tratta di realizzare una residenza dell’artista, attraverso un’ esperienza creativa basata sull’ospitalità e l’accoglienza, con la finalità di favorire lo sviluppo di processi creativi e di sostenere il lavoro di ricerca degli stessi. La residenza artistica deve favorire lo scambio e la possibilità per il pubblico e la comunità di interagire direttamente con l’arte e i suoi fautori, seguirli nel loro percorso di ricerca attraverso appositi incontri organizzati nel periodo della residenza.

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CONVERGENZE Programma residenze d’artista per TESSINGIU 27 agosto 5 settembre 47° Mosta dell’artigianato sardo Gli artisti invitati per il progetto di residenza sono il designer/stilista Silvio Betterelli e l’artista Vincenzo Grosso che, oltre alla realizzazione di un progetto site-specific, realizzeranno una serie di incontri, oltre ad alcuni laboratori per bambini, in cui parleranno della funzione dell’ arte contemporanea e del tessuto nei vari aspetti della vita quotidiana attraverso le testimonianze del loro lavoro e modo di operare.

MISSION RESIDENZA D’ARTISTA La residenza d’artista è un’esperienza creativa basata sull’ospitalità e l’accoglienza, con la finalità di favorire lo sviluppo di processi creativi e di sostenere il lavoro di ricerca degli artisti. La residenza artistica favorisce lo scambio e la possibilità per il pubblico e la comunità di interagire direttamente con l’arte e i suoi fautori, seguirli nel loro percorso di ricerca attraverso appositi incontri organizzati durante il periodo della residenza. Il meccanismo delle residenze, inoltre, consente di promuovere una vasta mobilità internazionale degli artisti, che possono trarre il massimo beneficio da luoghi e atmosfere nuove, di affrontare la questione del rapporto tra arte, territorio e cultura dal punto di vista dell’artista, che da sempre cerca di collocarsi tra i nessi, le adiacenze culturali, le relazioni e contraddizioni che si producono tra i diversi ambiti e discipline e all’interno di ognuno di essi. Azioni che avranno anche una ricaduta positiva sul territorio e i suoi abitanti. Gli artisti, di comprovata fama, saranno appositamente selezionati per la loro sensibilità e il linguaggio più appropriato al luogo di residenza, il loro soggiorno sarà orientativamente di una settimana. Gli artisti potranno eseguire interventi urbani o realizzare

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opere che verranno donate alla comunità, inoltre la loro esperienza si tradurrà anche in altre modalità quali performance, happening, incontri, documentari, workshop o laboratori didattici. Verranno quindi organizzati incontri che daranno vita a workshop e laboratori ma anche a incontri per discutere sui processi creativi che innescano i meccanismi per la realizzazione delle opere. Gli incontri saranno liberi mentre i laboratori e workshop verranno realizzati in due tipologie, una per i bambini e una per gli adulti. VINCENZO GROSSO Dal 27.08 al 01.09 PROGETTO Il lavoro di Vincenzo Grosso si concentra sul ragionamento della “storia delle cose” e della natura che si riprende ciò che l’uomo le ha scippato, fino al disuso di esse e quindi al nostro recupero attraverso una ricerca nelle vicinanze dei ferri arrugginiti (elementi che tempestano la nostra isola). Il risultato finale dipende dal numero degli oggetti. Il progetto non tratta l’argomento del “riciclaggio” ma del recupero e il significato sarà dato dall’opera e non solo dai suoi componenti.

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Riuscendo a realizzare un’ opera dal disuso l’artista cerca di dare anche un esempio alla comunità che è invitata a portare la “materia prima”, in modo da sentirsi parte del lavoro, oltre che maggiormente custodi del territorio. L’intento di questo intervento è quello di dimostrare che é già tutto a nostra disposizione.

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BIOGRAFIA Vincenzo Grosso nasce a Nuoro nel 77. All’età di 13 anni si interessa all’Arte di strada e inizia la sua esperienza writing nella sua città, dove qualche anno dopo si diploma all’ l’Istituto d’Arte. Nel 97 parte per Firenze dove consegue il diploma di Belle Arti e la conseguente abilitazione all’insegnamento delle Discipline Pittori- che. Dal 2005 Insegna all’Istituto d’Arte di Nuoro e collabora, con istituzioni d’arte e non, per la realizzazione di eventi ed interventi artistici nella sua regione e in alcune città Italiane. Oltre a dirigere concorsi estemporanei di pittura e streetart per giovani nella sua regione, ha partecipato a numerosi meeting e workshop nel campo del writing, tra cui – los Rejes BCX Barcellona – Swiss tour, ( ACP ) Losanna, Basilea ed Il fiume dei Writers S.Sperate, ( whit accademia Multimediale di Colonia / Pinuccio Sciola ) e viene pubblicato in alcune riviste del settore sia in Italia che all’estero Innercity – Blazing – Graff’it e All city writers 2010. I suoi ultimi lavori focalizzano la propria attenzione sulle post architetture e le possibili conseguenze degli eccessi del mondo moderno. Ha vinto la terza edizione del premio MAN_Gasworks, riconoscimento riservato ad artisti under 40 residenti nel territorio nazionale che prevede una residenza di tre mesi a Londra ed è stato invitato alla 54° Biennale di Venezia – Padiglione Sardegna. Il lavoro di Grosso si impegna con l’evoluzione del paesaggio urbano. Come risultato del suo background nei graffiti, Grosso ha sviluppato una comprensione degli strati molteplici e le texture del mondo urbano e come queste si evolvono nel tempo. Spesso scegliendo di dipingere con spatole, invece di pennelli, egli sviluppa il lavoro in cui viene tirata la vernice sulle sue tele, come la solita destrezza di una bomboletta spray. Grosso opere sulla crescita e la rigenerazione virulenta della città e del proprio paesaggio, uffici comunali, abitazioni e torri, passando da grandi fasce di vernice e colore. Egli cerca di rivelare la trasparenza dell’architettura di ricostruzione sintomatica dell’eccessivo consumismo della società. In realtà ha intenzione di esplorare il mondo spesso dimenticato e trascurato di luoghi abbandonati e spazi industriali dismessi attraverso la pittura, l’installazione e la ricerca di oggetti dimenticati in questi luoghi dell´abbandono. Dal 2009 vive e lavora a Berlino.

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SILVIO BETTERELLI dal 01.09 al 05.09 PROGETTO Il progetto prende il nome dalla manifestazione e chiude il ciclo degli eventi e delle presentazioni.“Tessingiu” ideato dal designer Slvio Betterelli consiste in un telaio/arazzo verticale,disegnato e realizzato appositamente, composto da 3/6 facce al quale possono lavorare 3/6 tessitrici contemporaneamente.

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Convergenze appunto. Al telaio lavoreranno le persone del paese, delle aziende e chiunque vorrà contribuire a creare questo particolare arazzo a più’ dimensioni. La parte principale sarà quella della trama che non e’ altro che il riassunto delle storie dei cittadini di Samugheo. Verrà chiesto infatti, ai Samughesi, di portare una stoffa, un lenzuolo, un fazzoletto, uno straccio o un vecchio vestito, che rappresenti per loro, un sogno, un ricordo, una speranza, un segreto o un’avvenimento particolare.

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Queste stoffe verranno raccolte tagliate sfilate ricucite e tessute nei telai, dando luogo ad una sorta di “totem” di racconti. L’artista raccoglierà le stoffe e ascolterà i racconti di chi vorrà condividerli, una sorta di dialogo, uno scambio con i cittadini..

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L’arazzo scultura sarà donato al Museo e chiunque dei partecipanti al progetto saprà che in questo lavoro c’e’, oltre che un pezzo della propria storia, la storia del paese intrecciata con una delle tradizioni più consolidate della comunità, quasi come a ribadire quel legame invisibile ma sempre presente Tessingiu è un progetto fatto di tante intimità riunite insieme come uno scrigno in cui conservare dei pensieri che concettualmente caratterizzano il “tessuto” sociale di un luogo, in questo caso Samugheo.

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BIOGRAFIA Silvio Betterelli, 34 anni, di Macomer è uno dei talenti emergenti più proficui e attivi nel campo della moda italiana, il suo lavoro spazia fra arte, moda e design, da 14 anni vive e lavora a Milano. Ha Studiato arte del tessuto a Sassari, fashion and textiles design a Milano e fine art and textiles design alla University of Plimouth in Inghilterra. Gia’ durante gli studi di Fashion Design è vincitore di due premi nel concorso internazionale Mittelmoda (2003). Nel 2004 all’eta’ di 24 anni e’ il più giovane stilista invitato a presentare le sue collezioni durante l’Altamoda Romana. Nel 2006 e’ selezionato come unico italiano finalista al Fashion Gran Prix di Tokyo in Giappone. Nel 2008 viene invitato a trascorrere un anno a Parigi presso Les Ateliers de Paris istituzione che offre residenze d’artista a designer provenienti da tutto il mondo. Nel 2007 dopo essersi aggiudicato il premio speciale della giuria al Who’s on Next, concorso organizzato da Vogue Italia e AltaRoma, firma una capsule collection di scarpe e borse prodotte e distribuite dalla fondazione Furla per il progetto Talent Hub. Dal 2007 al 2013 collabora anche con il mondo universitario con una cattedra presso l’accademia Naba a Milano e una allo IUAV a Venezia nella facoltà di Design e Architettura, Come docente di progettazione tessile e moda. Nel 2009 ha partecipato con una sala a lui dedicata alla mostra “La Sardegna veste la moda”, allestita nelle sale di Palazzo Pitti, a Firenze e successivamente a Cagliari, ospite insieme con Antonio Marras e Angelo Figus. Sempre nel 2009 comincia la collaborazione con la Fondazione Pistoletto che raduna 12 creativi internazionali per il Fashion sustainable trend evento dedicato al binomio arte e moda legati all’etica e alla sostenibilita’, progetto curato dallo stesso MICHELANGELO PISTOLETTO e FRANCA SOZZANI direttrice di Vogue Italia dal 2011 collabora anche con “Nodus” a Milano con cui realizza un tappeto/scultura e un arazzo, selezionati per la 54 Biennale di Venezia , padiglione regionale presso la sede di Sassari. l’opera presentata fa parte ora della prestigiosa collezione della Fondazione Banco di Sardegna. Nel 2010 ha firmato un accordo di licenza con la Sps Manifatture di Lecce, che produce e distribuisce la sua omonima collezione presente nel calendario ufficiale delle passerelle Milanesi.

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TAVOLARA E DEPERO La manifattura delle case d’arte 13 dicembre 1 marzo

Il Comune di Sassari e il Comune di Samugheo, in collaborazione con il Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto presentano la mostra TAVOLARA E DEPERO. La manifattura delle case d’arte. Eugenio Tavolara (Sassari, 1901–1963) e Fortunato Depero (Fondo, 1892 – Rovereto, 1960) forse non si incontrarono mai, ma negli stessi anni e in luoghi diversi portarono avanti una ricerca artistica e stilistica simile, protagonisti di prim’ordine tra gli artisti dediti alle arti applicate e al design contemporaneo. L’occasione per un confronto ideale è data oggi dalla grande mostra allestita nella doppia sede di Museo della città-palazzo di città a Sassari e al Museo MURATS di Samugheo, nelle quali, dal 13 e 14 dicembre 2014 al 01 marzo 2014, le opere dell’artista sardo e del trentino dialogano.

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Il progetto, a cura di Nicoletta Boschiero curatrice Mart, presenta al pubblico opere scelte di Eugenio Tavolara e progetti, marionette e sculture di Fortunato Depero in un colloquio inedito intorno alle suggestioni del folklore e delle avanguardie di inizio secolo. Simili per tipologia, tecniche e ricchezza, entrambe le produzioni nascono e rappresentano l’energica e specifica identità che le concepisce: negli oggetti, figure meccaniche, giocattoli, arazzi e tappeti di Tavolara emergono prepotentemente l’identità e il folklore sardo; sono invece fortemente connessi all’estetica del movimento futurista i progetti di Depero. In Sardegna come in Trentino, questi artisti a tuttotondo rilanciano e promuovono l’artigianato locale, conducendo personalmente aziende e commerci. Depero favorisce la nascita di centri di produzione, lavoro ed economia, parallelamente Tavolara inaugura con Tosino Anfossi la Casa ATTE (1925) e fonda negli anni ‘30 la Casa Alba coinvolgendo artisti, disegnatori e soprattutto centinaia di artigiani locali, depositari di tecniche e saperi antichi e raffinati, che nel rapporto con l’artista vengono riscoperti e riproposti in una nuova e più contemporanea interpretazione. I curiosi legami tra i due maestri, oltre a quelli evidenti dal paragone tra le produzioni e le opere (si pensi ai celebri logo, ai giocattoli, alle figure meccaniche, ai disegni, ai tappeti), scaturiscono anche dall’aver vissuto attivamente lo stesso tempo, interpretando le medesime istanze e tendenze. Per esempio, nell’Esposizione internazionale di arti decorative e industriali moderne di Parigi del 1925 Depero partecipò allestendo, con Balla e Prampolini, una sala dedicata al Futurismo, Tavolara invece presentò figure meccaniche e pupazzi in legno che gli valsero una medaglia d’oro e ampie segnalazioni da parte della critica. Quasi cento anni dopo l’esposizione parigina, a Sassari e Samugheo, Tavolara e Depero si trovano nuovamente accostati, vicini quanto mai prima.

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A Palazzo di Città saranno presentati diversi gruppi di oggetti di Tavolara, in particolare un gruppo di animali intagliati in legno provenienti dalla Collezione Luisangela e Rosaria Tavolara, con i quali l’artista rinnova completamente un tema a lui caro, rafforzando il carattere primitivo del disegno: le bestie rimandano chiaramente ai graffiti rupestri e alle rappresentazioni tribali. Oltre agli animali, scolpiti e disegnati, la mostra ospita tappeti e gruppi di figure tra i quali la celebre Cavalcata sarda esposta nel 1940 alla Triennale di Milano e in seguito donata al principe Umberto II di Savoia. Il gruppo ricostruisce il corteo svoltosi a Sassari nel 1939 in occasione della visita degli eredi al trono e appartiene oggi alla Collezione I.S.O.L.A. – Istituto Sardo Organizzazione Lavoro Artigiano – Regione Autonoma della Sardegna. DiDepero saranno esposti, nella sala delle rappresentanze, oltre che una serie di animali in legno, esempi di tarsie come la Danza di diavoli (1922), ma anche una serie di importanti dipinti del grande futurista quali Il legnaiolo (1926-31) e Proiezioni crepuscolari (1926). Il primo e secondo piano sarà dedicato ai famosi manifesti pubblicitari, Magnesia San Pellegrino (1928-30) e Cordial Campari (1939) mentre al terzo saranno esposti una serie di lavori in legno tra animali e oggetti di design, Testa cinese del 1930-34 e il Tavolino con bambole del 1938.

A Museo MURATS, di Tavolara, si possono ammirare i 25 pezzi del gruppo scultoreo Processione dei misteri del 1928 che rappresenta la processione del Venerdì Santo a Sassari e la famosa Mascherata Sassarese, 32 pezzi del 1937 rappresentanti un corteo di uomini vestiti da donna, suonatori in pelli di capra, baffuti contadini ingonnellati, di una straordinaria forza grottesca. Giocattoli e pupazzi che rappresentano, non senza un pizzico di ironia, un mondo popolare in miniatura: pastori, contadini, animali. Sarà esposta anche una serie di manufatti tra tappeti e arazzi provenienti dalla Collezione Regionale I.S.O.L.A. e dalla Collezione Luisangela e Rosaria Tavolara. Queste opere dialogheranno in modo serrato con le opere di Depero, quali tarsie, (Coleottero Veneziano del 1936), oggetti e giocatoli in legno come l’Orso (1923) e Giocatolo sintetico, pupazzi come i Pupazzetti bianchi (1918)oltre ad una serie di sedie che evidenzia l’ingegno nel campo del design.

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Eugenio Tavolara (Sassari 1902 – Sassari 1963)

Eugenio Tavolara è stato scultore, incisore, ceramista, illustratore e designer di grande fantasia. Nato a Sassari nel 1901 passò la sua vita nella città natale fino al 1963, anno della sua morte. La sua fama è legata al suo impegno nelle arti decorative e nel design diventando molto conosciuto per le sue statuine di terracotta, per i suoi giocattoli in legno e stoffa, per i suoi pupazzi e gli oggetti di design. Ancora giovane Tavolara si trasferì a Cagliari dove ebbe modo di conoscere e stringere amicizia con Tosino Anfossi col quale presto decise di unire le proprie passioni dedicandosi a una produzione d’arte applicata: il giocattolo. Con Anfossi fondarono nel 1926 la società ATTE, nome creato unendo in acronimo le iniziali dei loro cognomi e nomi, e si dedicarono alla produzione di giocattoli, arazzi e oggetti di cuoio, riuscendo ad affermarsi come casa di produzione di oggetti assai ricercati entro la fine del decennio. La casa ATTE, nel 1930, fu contattata dall’ENAPI, l’Ente Nazionale Artigianato Piccole Industrie, per poter dare il via a una produzione di bambole in costume ciociaro disegnate dallo scenografo e illustratore Mario Pompei, fu l’occasione per Tavolara di maturare un proprio progetto.

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Rotta la società con Anfossi, Tavolara aprì la propria casa di produzione, chiamata ALBA. Alla fine degli Anni Trenta iniziò una preziosa collaborazione con l’intagliatore Pasquale Tilloca, fu lui a dargli una preziosa mano nell’esecuzione di ben 200 pezzi della “Cavalcata sarda” esposta nel 1940 alla VII Triennale Milanese. Gli vennero commissionate numerose commitenze pubbliche ma la sua opera si contraddistinse soprattutto per i suoi legami con l’artigianato tradizionale sardo e le arti applicate in genere. Per questo la città di Sassari gli intitolò il padiglione per l’artigianato costruito per l’I.S.O.L.A. su progetto dell’architetto Ubaldo Badas. L’I.S.O.L.A. (Istituto Sardo Organizzazione Lavoro Artigianale) fu istituito dalla Regione Autonoma della Sardegna nel 1957 e la direzione dell’ente fu affidata proprio a Eugenio Tavolara e a Ubaldo Badas. A questo progetto Tavolara si dedicò con abnegazione assoluta e i risultati non tardarono ad arrivare. Lo stesso anno l’ISOLA partecipò alla Triennale di Milano e fu premiata con la medaglia d’oro. Uno dei moment maggiormente significativi della carriera di Tavolara rimane la partecipazione all’Esposizione Internazionale delle Arti Decorative e Industriali Moderne di Parigi nel 1925, esposizione in cui viene premiato e dove in contemporanea esponeva, seppure non si hanno notizie di un loro incontro, anche Fortunato Depero con il gruppo Futurista.

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Fortunato Depero (Fondo (TN), 1892 – Rovereto (TN), 1960) Nasce a Fondo (TN) il 30 marzo 1892. Trasferitosi con la famiglia a Rovereto ancora bambino, si iscrive alla Scuola Reale Elisabettina, un istituto a indirizzo tecnico e di arte applicata. Respinto all’esame di ammissione all’Accademia di Belle Arti di Vienna, nel 1913 si trasferisce a Roma. Nel 1915 viene accolto in seno al movimento e firma con Giacomo Balla il manifesto intitolato Ricostruzione Futurista dell’Universoche apre una nuova stagione del Futurismo, esprimendo l’esigenza di un’arte totale, dalla musica alla cucina, dalla moda al teatro, dal design alla pubblicità. Nel 1916 l’impresario dei Balletti Russi Sergeij Diaghilev gli commissiona la scenografia e i costumi per il balletto Le chant du rossignol di Igor Strawinskij che tuttavia non verranno realizzati, conosce Gilbert Clavel e con lui soggiorna a Capri, dove realizza le illustrazioni per il libro Un istituto per suicidi, nel 1918 crea lo spettacolo dei Balli Plastici, sostituendo gli attori con marionette di legno colorato.

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Nel primo dopoguerra l’artista rientra a Rovereto e con la moglie Rosetta apre la Casa d’Arte Futurista Depero, dove vengono prodotte tarsie in panno, collages e oggetti d’arte applicata. Partecipa con Balla e Prampolini alla Exposition Internazionale des Arts Décoratifs et Industriels Modernes, nel 1925, e riscuote un notevole successo, tanto che nel dicembre dello stesso anno tiene una personale al Theâtre des Champs Elysées, decidendo di rimanere a Parigi fino alla primavera del 1926.

Nel 1927 pubblica Depero-Dinamo Azari, più conosciuto come il “libro imbullonato”, primo esempio di libro-oggetto futurista. Nel settembre 1928 parte per New York, qui realizza soluzioni sceniche e costumi per il Roxy Theatre, per il balletto American Sketches. Lavora, inoltre, nel settore pubblicitario e dell’illustrazione, realizzando le copertine di alcuni numeri di Vogue, Vanity Fair, Sparks, The New Yorker, New Auto Atlas.

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Nell’ottobre del 1930 rientra in Italia, pubblica il libro Numero Unico Futurista Campari, e nel 1934 Liriche radiofoniche, nel 1940 esce l’importante autobiografia intitolata Fortunato Depero nelle opere e nella vita. Nel 1948 si trasferisce nuovamente a New York, dove tiene due mostre personali e pubblica So I think so I paint. Cerca anche di promuovere, senza fortuna, il buxus. Ritornato in Italia, si dedica alla pittura e alla realizzazione di commissioni pubbliche, come la decorazione della Sala del Consiglio Provinciale di Trento e l’allestimento della Galleria Permanente e Museo Depero, oggi Casa d’Arte Futurista Depero.

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2.2. Attività espositiva extra muros L’ISOLA DEI TESSUTI Steps that echo Pier Paolo Luvoni 4-5-6 luglio Casa Maoddi Gavoi Festival Letterario Isola delle Storie Il MURATS, Museo Unico Regionale dell'Arte Tessile Sarda, e il Comune di Samugheo, in occasione della consueto appuntamento del Festival Letterario della Sardegna di Gavoi, realizzerà una mostra che prevede l’esposizione di una selezione di preziosi manufatti appartenenti alla Collezione del Museo, databili in un periodo compreso tra la fine del 1700 alla prima metà del 1900 la cui provenienza rappresenta le diverse zone della Sardegna. Tra questi saranno esposti alcuni rari esempi di manufatti quali le "Affaciadas" del 1700, due esemplari di Tapinu e mortu, ma anche bisacce, tappeti e copricassa e avrà come titolo “L’Isola dei tessuti”.

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La mostra sarà completata da un progetto di arte contemporanea dell’artista sassarese Pier Paolo Luvoni che realizzerà una serie di lavori che avranno al centro il discorso con l'arte tessile sarda. La mostra è composta da una installazione site-specific, dal titolo “Steps that echo”, che altera lo spazio architettonico in cui viene presentata e crea una relazione con il fruitore. In questi spazi ibridi il pubblico è invitato a entrare per sperimentare una sorta di smarrimento cognitivo, un passaggio impraticabile, una strada senza uscita dove lo spazio è inteso come luogo dove svolgere un’azione che come una parola, esprime un cambiamento, un momento temporale soggetto a volatilità.

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Si dà in oltre una seconda vita ad alcuni oggetti che pur mantenendo il loro aspetto originario, mutano di significato, un continuo processo di nascita, morte, di nuova esperienza e rinascita. Il tutto è legato dall'impossibilità di dare una risposta precisa ad un problema poiché ci si trova di fronte a soluzioni che per quanto opposte, sembrano entrambe apparentemente valide.

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Pierpaolo Luvoni e nato ad Alghero nel 1980, vive e lavora a Porto Torres. Si è diplomato in scultura all'Accademia di Belle Arti di Sassari e ha frequentato successivamente una residenza alla Summer Academy in Austria. Ha al suo attivo una serie di mostre personali e collettive in Italia e all'estero Questa importante collaborazione evidenzia il lavoro e il percorso di ricerca e dinamismo che il MURATS ha intrapreso da un paio di anni attraverso le collaborazioni nate per la realizzazione di mostre ed eventi, sia con istituzioni sia con professionisti del settore come critici e curatori d’arte ma anche studiosi e ricercatori del settore tessile.

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3. LABORATORI DIDATTICI

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Laboratorio di Vincenzo Pattusi 27 – 30 gennaio Il laboratorio è stato realizzato in occasione della mostra FACE OFF True Lies dall’artista Vincenzo Pattusi. Il progetto consisteva, per ricollegarsi alla tematica della mostra e del Carnevale tradizionale sardo, nella realizzazione di maschere realizzate dai bambini sotto la supervisione dell’artista che impostava il lavoro e spiegava il procedimento per la costruzione degli oggetti. Per l’occasione hanno partecipato complessivamente più di sessanta bambini per la maggior parte delle elementari. I laboratori si sono svolti all’interno del Museo MURATS preso la sala convegni per una durata di tre giornate nelle quali si sono alternati i vari gruppi di bambini.

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Laboratorio di Narcisa Monni 17 – 20 luglio

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Laboratorio di Giulia Casula 27 – 30 luglio

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Laboratorio di Gianluca Mele 07 – 10 agosto

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Laboratorio di Vincenzo Pattusi 27 – 30 agosto Vincenzo Pattusi, in arte LUDO 1948, è nato a Nuoro nel 1978, dopo la laurea in Storia dell’Arte e un master in conservazione e restauro, entra in contatto con l’ambiente artistico nuorese muovendo i primi passi nella street art e portando avanti un discorso pittorico che dai muri fa ritorno alla tele in studio in un gioco continuo di rimandi e citazioni. Ha eseguito diverse commissioni pubbliche e partecipato a numerose mostre in Italia e all’estero. Attualmente vive e lavora e Nuoro dove dal 2008 condivide con altri artisti il Seuna Lab, contenitore creativo per le sperimentazioni artistiche contemporanee.

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4. VISITATORI

GRAFICO VISITATORI DAL 2009 AL 2014

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1498

901

2868

3909

4469

0

500

1000

1500

2000

2500

3000

3500

4000

4500

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2009 2010 2011 2012 2013 2014TOTALE VISITATORI ANNI 2009 - 2014

- 2013 *350 visitatori per la mostra Apriti sesamo realizzata presso il Museo Etnografico “ Domo Manna” di

Villanova Monteleone - 2014 *1300 Visitatori per la mostra L’ISOLA DEI TESSUTI e “Steps that echo” di Pier Paolo Luvoni

realizzata presso Casa Maoddi di Gavoi il 4-5-6 luglio come evento extra muros per il Festival Letterario Isola delle Storie