Mostra Mim Mattmark 1965-2015

11
MATTMARK 1965-2015 88 lavoratori, di cui 56 italiani - 17 bellunesi - morirono sotto l’implacabile massa di ghiaccio, roccia e fango in quell’infausta giornata del 30 agosto 1965. In pochi istanti si consumava un dramma che ha ferito profondamente la nostra terra e che è doveroso non dimenticare, tragico esempio delle sofferenze che hanno segnato la storia della nostra emigrazione. Il cantiere sommerso dal ghiaccio dopo la tragedia (foto Valmassoi Aldo)

description

Nel’alta valle di Saas, situata nelle Alpi del Vallese, vicino al paese di Saas Almagell si trovano Mattmark e il ghiacciaio Allalin.In quella zona, ad oltre 2000 metri di quota, era ubicato uno dei cantieri idroelettrici più grandi d’Europa. Si lavorava per la costruzione di una diga in terra battuta, necessaria a convogliare l’acqua per la produzione di energia elettrica. Il progetto e la direzione dei lavori facevano capo all’Elektrowatt di Zurigo per quanto riguardava la diga e la centrale di Zermeiggern, e alla Suiselectra di Basilea, relativamente alla centrale di Stalden. Le ditte impegnate nei lavori erano: la Schaffir & Muglin Ag, la Ag Conrad Zschokke, la Losinger & Co Ag, la Locher & Cie Ag, la Ag Heinrich Hatt Haller e la Bless & Co, riunite in un consorzio sotto la siglia A.S.M. Inoltre erano attive la Walo Bertschinger, la Schindler, la Schmalz, la Fux, la Baumann, la Theiler & Kalbermatten, l’Evêquoz e la Swissboring.In totale, tra operai, tecnici e dirigenti, lavoravano a Mattmark tra le 600 e le 800 persone circa.I lavori presero avvio a metà degli anni ’50 e la diga fu completata nel 1967.Si tratta di un’opera imponente. Una diga fatta con il pietrame prelevato dalle morene del soprastante ghiacciaio Allalin, con una base di 370 metri, un’altezza di 115 e un volume totale di 10.000.000 di m3 di materiale.Il cantiere più importante, il cantiere base, era stato impiantato a metà strada tra Mattmark, dove appunto si stava innalzando la diga, e il paese di Saas Almagell, ma alcune baracche, per ufficio, mensa, officina, dormitorio, erano state posizionate a circa 700 metri dalla diga, sulla traiettoria del ghiacciaio.Nel tardo pomeriggio del 30 agosto 1965, tra le 17 e le 17 e 15, una lingua di seicentomila metri cubi di ghiaccio franò sul sottostante campo di lavoro allestito per la costruzione della diga. Rimasero travolti e sepolti sotto una coltre di ghiaccio spessa più di 50 metri 88 operai. 56 italiani, 24 svizzeri, 3 spagnoli, 2 austriaci, 2 tedeschi e un apolide.Se la tragedia fosse capitata poco più tardi, i morti sarebbero stati molti di più, poiché il ghiaccio avrebbe trovato sulla sua strada i lavoratori proprio nel momento del cambio di turno, quando la zona raggiungeva il massimo affollamento di persone.Iniziarono subito le operazioni di soccorso, per cercare di trovare qualcuno che poteva essersi salvato. Ben presto, tuttavia, i presenti compresero che c’erano poche speranze, e i lavori di scavo si trasformarono in ricerca delle salme. Ricerca tragica e complicata, resa ancora più ardua dal pericolo di nuovi crolli che il ghiacciaio continuava a minacciare. L’ultima salma fu ritrovata solo 2 anni dopo la tragedia, nel mese di agosto. Si trattava di Renon Costante, di Sagron Mis, comune del Trentino.Dopo la sciagura era necessario accertare le responsabilità di quanto accaduto.Il campo di lavoro travolto, infatti, era stato piazzato proprio sotto ad un ghiacciaio la cui instabilità era nota, tanto che la diga fu costruita più a monte, così da evitare che eventuali frane potessero danneggiarla. I lavori stessi inoltre, potevano aver aggravato il rischio. Per ottenere il materiale di costruzione furono infatti sottratti dieci milioni di metri cubi di materiale dalle due morene formate nel tempo dall’Allalin e fatte esplodere una grande quantità di mine. Era necessario verificare se fossero state adottate tutte le misure di sicurezza necessarie ed effettuati gli indispensabili controlli sul ghiacciaio e sulla posizione delle baracche, così da stabilire se la catastrofe poteva essere prevista ed evitata.Il 12 novembre 1969 terminò l’inchiesta e il giudice istruttore Mario Ruppen alla fine dell’anno trasmise al procuratore del Vallese l’incartamento per la redazione dell’atto di accusa in vista dei dibattiti e della sentenzaIl 22 febbraio del 1972, a Visp, nel Canton Vallese, si aprì il processo. Gli imputati erano 17, tra impresari, funzionari federali e della cassa in

Transcript of Mostra Mim Mattmark 1965-2015

  • MATTMARK 1965-201588 lavoratori, di cui 56 italiani - 17 bellunesi - morirono sotto limplacabile massa di ghiaccio, roccia e fango in quellinfausta giornata del 30 agosto 1965. In pochi istanti si consumava un dramma che ha ferito profondamente la nostra terra e che doveroso non dimenticare, tragico esempio delle sofferenze che hanno segnato la storia della nostra emigrazione.

    Il cantiere sommerso dal ghiaccio dopo la tragedia (foto Valmassoi Aldo)

  • Il lago e la digaIl lavoro quasi completato

    Un operaio con sullo sfondo la diga di Mattmark

    (foto Bressan Angelo)

  • La mensaUn momento di riposo dal duro lavoro

    Operai nella mensa

    (foto Trentini nel Mondo)

  • Il cantiereLa quotidianit prima della tragedia

    Il cantiere per la costruzione della diga prima della tragedia, luglio 1964

    (foto Casanova Irma)

  • DistruzioneMacchinari restituiti dal ghiaccio

    Rottami recuperati dopo la tragedia 5 ottobre1965

    (foto Casol Giancarlo)

  • DomenicaUn giorno di svago

    Cantiere situato nella zonadi costruzione della diga, il giorno prima della tragedia. A sinistra Casol Giancarlo, a destra un altro operaio bellunese di cognome Merlin, su un Macchinario Cat D9)

    (foto Casol Giancarlo)

  • DisastroUn mare di ghiaccio ricopre il cantiere

    Il cantiere coperto di ghiaccio dopo la tragedia

    foto Da Deppo Gianni

  • Il giorno prima della tragediaOperai ignari del loro destino

    Foto scattata il 29 agosto1965, giorno prima della tragedia, nel cantiere sotto al ghiacciaio. Da sinistra a destra Acquis Giancarlo, poi scomparso nella tragedia, Merlin da Meano e Praloran Augusto di Belluno

  • Le Istituzioni accorronoNon ci sono parole che possano dare conforto

    Rappresentanti dellAssociazione Trentini nel Mondo e delle istituzioni giunti a Mattmark subito dopo la tragedia

    (foto Trentini nel Mondo)

  • Il piazzale del cantiereIl lavoro tra le montagne

    Veduta del cantiere situato nella zona di costruzione della diga

    (foto Valmassoi Aldo)

  • Nelalta valle di Saas, situata nelle Alpi del Vallese, vicino al paese di Saas Almagell si trovano Mattmark e il ghiacciaio Allalin.In quella zona, ad oltre 2000 metri di quota, era ubicato uno dei cantieri idroelettrici pi grandi dEuropa. Si lavorava per la costruzione di una diga in terra battuta, necessaria a convogliare lacqua per la produzione di energia elettrica. Il progetto e la direzione dei lavori facevano capo allElektrowatt di Zurigo per quanto riguardava la diga e la centrale di Zermeiggern, e alla Suiselectra di Basilea, relativamente alla centrale di Stalden. Le ditte impegnate nei lavori erano: la Schaffir & Muglin Ag, la Ag Conrad Zschokke, la Losinger & Co Ag, la Locher & Cie Ag, la Ag Heinrich Hatt Haller e la Bless & Co, riunite in un consorzio sotto la siglia A.S.M. Inoltre erano attive la Walo Bertschinger, la Schindler, la Schmalz, la Fux, la Baumann, la Theiler & Kalbermatten, lEvquoz e la Swissboring.In totale, tra operai, tecnici e dirigenti, lavoravano a Mattmark tra le 600 e le 800 persone circa.

    I lavori presero avvio a met degli anni 50 e la diga fu completata nel 1967.Si tratta di unopera imponente. Una diga fatta con il pietrame prelevato dalle morene del soprastante ghiacciaio Allalin, con una base di 370 metri, unaltezza di 115 e un volume totale di 10.000.000 di m3 di materiale.Il cantiere pi importante, il cantiere base, era stato impiantato a met strada tra Mattmark, dove appunto si stava innalzando la diga, e il paese di Saas Almagell, ma alcune baracche, per ufficio, mensa, officina, dormitorio, erano state posizionate a circa 700 metri dalla diga, sulla traiettoria del ghiacciaio.

    Nel tardo pomeriggio del 30 agosto 1965, tra le 17 e le 17 e 15, una lingua di seicentomila metri cubi di ghiaccio fran sul sottostante campo di lavoro allestito per la costruzione della diga. Rimasero travolti e sepolti sotto una coltre di ghiaccio spessa pi di 50 metri 88 operai. 56 italiani, 24 svizzeri, 3 spagnoli, 2 austriaci, 2 tedeschi e un apolide.Se la tragedia fosse capitata poco pi tardi, i morti sarebbero stati molti di pi, poich il ghiaccio avrebbe trovato sulla sua strada i lavoratori proprio nel momento del cambio di turno, quando la zona raggiungeva il massimo affollamento di persone.

    Iniziarono subito le operazioni di soccorso, per cercare di trovare qualcuno che poteva essersi salvato. Ben presto, tuttavia, i presenti compresero che cerano poche speranze, e i lavori di scavo si trasformarono in ricerca delle salme. Ricerca tragica e complicata, resa ancora pi ardua dal pericolo di nuovi crolli che il ghiacciaio continuava a minacciare. Lultima salma fu ritrovata solo 2 anni dopo la tragedia, nel mese di agosto. Si trattava di Renon Costante, di Sagron Mis, comune del Trentino.

    Dopo la sciagura era necessario accertare le responsabilit di quanto accaduto.Il campo di lavoro travolto, infatti, era stato piazzato proprio sotto ad un ghiacciaio la cui instabilit era nota, tanto che la diga fu costruita pi a monte, cos da evitare che eventuali frane potessero danneggiarla. I lavori stessi inoltre, potevano aver aggravato il rischio. Per ottenere il materiale di costruzione furono infatti sottratti dieci milioni di metri cubi di materiale dalle due morene formate nel tempo dallAllalin e fatte esplodere una grande quantit di mine. Era necessario verificare se fossero state adottate tutte le misure di sicurezza necessarie ed effettuati gli indispensabili controlli sul ghiacciaio e sulla posizione delle baracche, cos da stabilire se la catastrofe poteva essere prevista ed evitata.

    Il 12 novembre 1969 termin linchiesta e il giudice istruttore Mario Ruppen alla fine dellanno trasmise al procuratore del Vallese lincartamento per la redazione dellatto di accusa in vista dei dibattiti e della sentenzaIl 22 febbraio del 1972, a Visp, nel Canton Vallese, si apr il processo. Gli imputati erano 17, tra impresari, funzionari federali e della cassa infortuni elvetica, tecnici delle imprese, ispettori dellufficio sulla sicurezza del lavoro, accusati di omicidio per negligenza. Il procuratore straordinario dellAlto Vallese, Anton Lanwer, il pubblico accusatore, afferm la colpevolezza degli accusati chiedendo come pena unammenda tra i 1000 e i 2000 franchi. La difesa afferm invece limprevedibilit di quanto accaduto, sulla base della perizia dufficio prodotta dai professori Libourty di Grenoble, Baurst di Muenster, Muller di Monaco di Baviera e Hoinkes di Innsbruck. Il 25 febbraio si chiuse il dibattimento processuale e il 2 marzo fu pronunciata la sentenza che determin lassoluzione per tutti gli imputati. Gli avvocati di parte civile, rappresentanti i familiari delle vittime, ricorsero in appello, per cui il 27 settembre dello stesso anno, a Sion, fu aperto un nuovo processo. La sentenza arriv il 5 ottobre e conferm quanto gi espresso in prima istanza, con lassoluzione completa di tutti gli imputati per l imprevedibilit di quanto accaduto. Oltre a questo, per, i familiari delle vittime furono costretti a pagare met delle spese processuali.