Mostra Antologica - FRANCO TASSI - Una vita nell'Arte

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Mostra antologica dedicata all'artista Franco Tassi (7/3/1949-2/10/2010) in seguito alla sua scomparsa.

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Franco Tassi, 2008

Senza titolo, olio su tavola, cm 30 x 20.

In copertina: particolare

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Mostra antologica FRANCO TASSIUna vita nell’Arte

Palombara Sabina, Castello SavelliDomenica 19 giugno 2011

Ideazione:

Comune di Palombara SabinaAssessorato alle Politiche Culturali

Sponsor ufficiale:

Villa Manetti (inserire logo)

Progetto e cura:

Arch. M. Ida Tassi; Franca Tassi; Amedeo Tassi

Cortometraggio Axis Mundi:

Scritto e diretto da Alessandro Pasquarelli

Consulenza informatica:

Guido Rollo

Catalogo FRANCO TASSIUna vita nell’Arte

Curatore:

Chiara Piermattei Masetti

Progeto Grafico:

Barbara Ferratini

Comune di Palombara SabinaAssessorato alle Politiche Culturali

Sindaco:

Paolo Della Rocca

Assessore alla Cultura:

Alessandro Palombi

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FRANCO TASSI

U n a v i t a n e l l ’ A r t eU n a v i t a n e l l ’ A r t e

M o s t r a A n t o l o g i c aM o s t r a A n t o l o g i c a

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Ringraziamenti:

Si ringraziano l’Amministrazione Comunale, loSponsor, gli artisti e i collaboratori per la viva par-tecipazione che ha reso possibile la realizzazionedella mostra e del catalogo.

Un particolare ringraziamento a coloro che hanno soste-

nuto l’iniziativa con prestiti, informazioni e consigli:

Diego AgostiniMercede Maria AngiusFiliberto CicioniCaterina Cuciniello BergesiAgostino IppolitiAlessia LatiniGiuseppe LatiniFaustino MezzanotteFamiglia PasquarelliGiovan Battista PassacantilliChiara Piermattei MasettiEgidio RanieriPatrizio SantucciRenato SpedicatoFamiglia Tassi

Per ulteriori informazioni sull’opera di F. Tassi,consultare il sito internet: www.francotassi.it

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Questa iniziativa, promossa dal Comune di Palombara Sabina, intende celebrare i quarant’anni

di attività artistica di Franco Tassi, poliedrico artista e nostro concittadino.

Un doveroso tributo, a quasi un anno dalla scomparsa, ad un eccellente pittore che ha interpretato

il territorio con straordinaria sensibilità.

L’amore di Tassi per la Sagra delle Cerase, e la sua annuale partecipazione alla festa, ci hanno con-

sentito di godere del suo lavoro per decenni; la mostra per questa edizione del 2011, permette a noi

tutti di continuare ad ammirare le sue opere, a cui siamo sinceramente affezionati.

L’esposizione, ospitata nella Sala delle Capriate del Castello Savelli, è un’antologica che propone

una vasta raccolta di quadri ad olio, disegni e sculture, dalla metà degli anni ’60 fino al 2010.

Assisteremo per la prima volta alla proiezione del cortometraggio Axis Mundi, interpretato da Tassi e

prodotto dal F.A.I. Fondo Ambientale Italiano, per il progetto “I siti del Cuore”. È la traduzione per

immagini dell’amore profondo dell’artista per il suo paese, il borgo e i tipici vicoli del centro storico.

La manifestazione è un’occasione che esprime la volontà dell’Amministrazione Comunale di pro-

muovere l’arte contemporanea, sostenendone i validi rappresentanti di cui il nostro Comune

vanta l’appartenenza.

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Paolo Della RoccaSindaco

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Franco Tassi nasce e trascorre l’intera sua vita nel centro storico del nostro paese. È fra questi

vicoli, ai piedi del monte Gennaro e dei suoi ulivi, che trae l’ispirazione per le sue opere.

Disegna fin da bambino, rappresentando e traducendo le sue emozioni: ne risulta una vasta pro-

duzione, articolata secondo i periodi delle differenti sperimentazioni artistiche. La mostra intende

dunque offrire una panoramica sull’attività creativa di Tassi, nell’arco della sua vita, cercando di co-

glierne a pieno lo spirito e la natura. Per questo motivo, all’esposizione è affiancata la colonna so-

nora composta da brani del jazzista Charlie Parker, musica che ha accompagnato l’autore durante

l’esecuzione della maggior parte delle sue opere.

L’iniziativa tuttavia non ha un intento unicamente celebrativo, ma si propone di incoraggiare e sti-

molare una riflessione sulla centralità dell’arte come mezzo espressivo e di apertura al dialogo su

diversi piani. Che sia proprio l’opera di Franco Tassi ad indicarne il percorso da seguire, non può

che aggiungere valore e significato all’intento.

Questa mostra non avrebbe potuto aver luogo senza i prestiti e la viva collaborazione della fami-

glia Tassi, alla quale indirizziamo i nosti più sentiti ringraziamenti.

Alessandro PalombiAssessore alla Cultura

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L’Arte Condivisa

Ricordo degli amici artisti di Palombara Sabina

Nell’ormai lontano 1974 non conoscevo ancora Franco Tassi, quando, nella vetrina di una corniceria, rimasi

folgorato alla vista di una sua opera in bianco e nero con un grande e intensissimo volto d’anziana. Feci del

tutto per conoscerlo e nel 1976 ci incontrammo; subito diventammo amici. Le sue opere erano già appro-

date a quella potente espressività materica che è rimasta negli anni la sua cifra stilistica. Gli anni vissuti in-

sieme nell’associazione “Il Cenacolo” (e quelli successivi) sono uno scrigno di ricordi bellissimi: le lunghe

conversazioni sull’arte, le mostre insieme, gli scherzi reciproci e scherzi agli altri artisti, le allegre serate al bar

Luzi dove negli ann ’80 entrambi esponevamo a turno le nostre opere in una grande bacheca creata espres-

samente per noi dal proprietario.

Non era difficile voler bene a Franco ed è fin troppo facile, per me, considerare la sua sincera amicizia e la

sua Arte, un prezioso dono.

”(Franco Ranaldi)

Franco Tassi è stato pittore di straordinaria sensibilità e capacità espressiva.

Libero da vincoli accademici, il suo unico scopo era comunicare il suo stato d’animo, sia che fosse riferito a

eventi, che a persone care, ma anche “semplicemente” alla sua amata musica jazz.

Umile e al tempo stesso consapevole delle proprie capacità artistiche, Franco era una persona di poche pa-

role, riflessivo e introspettivo come un vero artista deve essere.

Per lui parlano le sue opere.

”(Luca Candidi)

Mi mancherà il grande artista e il carissimo amico, l’interruzione del nostro confronto artistico,

la contemplazione dei tuoi quadri, e l’emozione che mi davano. Il ricordo di te, colorato come

una tavolozza, mi accompagnerà nella mia passione per l’arte.

” (Renato Spedicato)

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Quando sei andato via, ho sentito il mare ritrarsi e tu con esso...

lasciando un’arsa secca, immane vertigine di piombo... /ma nel grigio ove l’occhio trova pace,

ove fiero affondavi la tua tempesta perfetta, /torni di luce, scia infinita di colori, beltà di forme, universi sve-

lati dai graffi profondi... /solchi di dolore da cui nacsce vita.

Ossimoro prezioso d’arte, ago del nord, /ascesa verticale del caos primitivo,

dono di nuove realtà policrome, pulsanti della tua essenza, /emersione dal tempo reale,

dal grido che mascherato da sorriso si finge esistenza.

Non ti piango come foglia resa all’autunno,

ma ti amo come un albero eterno dai frutti dolcissimi.

”Spandevi il colore seguendo nell'inconscio le note di un'armonia jazz; si, la musica diventa colore nelle

tue tele. Guardando le tue opere sento la forza della tua musica. Grazie di aver arrichito una parte della

mia vita, mi manchi Franco.

”(Paola Cesarini)

(Paolo Mastrofabi)

“Non hai mai dato per scontato la forma ed il colore così come ci appaiono, ma hai sempre riplasmato e in-

fuso nuovo movimento ad ogni tua opera affinchè trasmettesse sentimenti di curiosità profonda.

Grazie! ” (Caterina Cuciniello)

il suo sorriso infantile aperto ridente malinconico

il suo sguardo socchiuso irrequieto penetrante interrogativo

i suoi colori le sue forme

i suoi commenti complici alle mie opere

mi mancheranno (Loretta Ippoliti))

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È un lungo racconto, questo offerto dalla mo-

stra antologica dedicata a Franco Tassi. Una re-

trospettiva narrante, scandita da opere simbolo

che esprimono le emozioni dell’artista durante

l’arco della sua vita.

Nonostante il ristretto numero di opere espo-

ste, scelta obbligata dal luogo, l’esposizione

racchiude esempi significativi della vasta pro-

duzione di Tassi, includendo disegni, oli e rari

esemplari di scultura. L’inserimento di cita-

zioni tratte dai suoi appunti, così come la co-

lonna sonora che accompagna l’esposizione, ne

traducono il senso profondo del “fare arte”,

esperienza necessaria e fondante dello spirito

artistico dell’autore.

Franco Tassi è artista autodidatta e come tale

procede per verifiche; scavalca le tracce della

comunicazione verbale e sperimenta; traspone

pensieri in colori, emozioni in energia materica

nel tentativo di rappresentare la sua personale

condizione del “figurabile”.

L’artista inventa un nuovo linguaggio, costruito

sulla dinamica tensione dell’attesa. Si crea così

un legame che prescinde dall’indifferenza, che

impone allo sguardo del mondo di distrarsi e

uscire dalla condizione inerte.

Il Tassi artista non prescinde dalla realtà, ma

opera un varco a differenti interpretazioni:

l’arte crea dunque un movimento, una rappre-

sentazione, e l’opera, la figura, è il risultato della

dialettica creativa e visionaria che permette al-

l’artista di diventarne il tramite.

L’artista-strumento effettua un’operazione di

unicità, dove il non ripetibile della figura è tale,

come il movimento che porta alla sua defini-

zione. L’atto iniziale e quello finale, nel di-

pingere un quadro, sono per Franco separati

da un unico slancio creativo e pulsionale:

non interrompe mai il lavoro, e mai ritorna

su una tela finita.

Tassi esprime il suo universo tramite un pro-

cesso di associazioni più facilmente leggibili ed

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Disegnando Jazz

Chiara Piermattei Masetti

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“ingenue” nelle prime opere degli anni ses-

santa, e una più consapevole sperimentazione

dell’uso del colore poi, come un linguaggio ar-

ricchito dal suo utilizzo nel tempo.

Il colore è per Franco Tassi centralità, essenza,

vibrazione. È fonte narrante a cui l’artista si

concede, espressione ed esperienza insieme.

Il colore e la sua corposità, acquistano consa-

pevole protagonismo; l’artista ne predilige ini-

zialmente una stesura a pennello, poi l’utilizzo

della spatola lo conduce alla sperimentazione

della materia, alla gestualità istintiva. Quest’ul-

tima tecnica, penso all’olio Bottiglie, uno dei più

belli a mio parere, o al Bacio, ma anche alla tela

senza titolo scelta per la copertina di questo ca-

talogo, riduce la distanza dal supporto, sottrae

riflessione e induce all’immediatezza.

La bidimensionalità dell’opera si arricchisce di

concrezioni materiche policrome, in cui segno

e colore si confondono. Con la maturità arti-

stica Franco Tassi abbandona la forma e ne

rappresenta l’idea.

Artista tormentato e di fragile sensibilità, rara-

mente appagato dalla sua opera, consuma la

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sua passione nel tentato raggiungimento di una

serenità illusoria.

Con la spatola sparge il colore puro, apposto

direttamente sulla tela, e lavora, spande, graffia:

sono gesti simbolo della sua inquietudine, del

suo patimento: cerca nella figurazione del pen-

siero risposte che rimangono celate, e scava, nei

colori investiti di valenza magica, nel disperato

tenativo di trovarne alcune.

La distanza che separa l’artista dalla sua opera

è dunque incolmabile, arcana. Egli crede di

possederla, ma non conosce le motivazioni

che lo hanno portato ad essa: è il prodotto di

fattori oggettivi, accertabili e di altri astratti, im-

ponderabili. Ma è proprio il non sapere, che

mette in condizione la sua tecnica di non op-

porre resistenza e di accogliere naturalmente il

processo che porta al suo esito finale. L’opera

non è l’artista: é lo spostamento su di un altro

livello, in cui la memoria del percorso si perde.

Nel dipinto a smalto su tavola senza titolo del

1977, di grandi dimensioni, l’inquietudine della

“non-appartenenza”, induce l’artista ad inve-

stire il soggetto, la figura, di volontà propria,

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e gli sembra, come lui stesso ha commentato,

che voglia uscire dal supporto, ribellarsi alla

condizione di mera rappresentazione.

La serie dei ritratti offre un percorso a sè: i

quasi monocromi, “Malinconia” o il ritratto

senza titolo del 2004, accennano volti statici,

inermi, imprigionati dal tenue tratto che li di-

segna. Volti dagli occhi chiusi, privati dalla

possibilità di guardare il mondo e di lasciarsi

indagare, sono icone silenti, ieratiche.

I volti dalle fattezze primitive, deformate,

espressionistiche in un contesto di superfici

pittoriche semplificate, tormentate presenze,

sono i soggetti che popolano i ritratti ad olio,

graffiati dall’uso della spatola. In essi è con-

centrata la forza di quel moto interiore che al-

trimenti resterebbe precluso allo sguardo

dell’altro; il malessere dell’anima, il consape-

vole mistero dell’essere umano.

La figura femminile è indagata e rappresentata

nei diversi periodi artistici di Tassi; è forse il

soggetto in cui si concentra maggior parte della

sperimentazione: nel quadro ad olio Pose, lavo-

rato con una tecnica di spugnatura, campeg-

giano corpi femminili ridotti a sagome amovi-

bili tracciate più dal “vuoto”, dalla mancanza

di sfondo, che propriamente dall’essere dise-

gnate per “comparire”. Il bipolarismo che si

legge in quest’opera è racchiuso nella tradizio-

nale cesura tra figurazione e astrazione, tra lin-

guaggio iconico e l’evocazione di masse

volumetriche assolutamente libere. Negli oli

Pensiero, del 2007, o in Ritratto del 2008, gioca

sulla scomposizione della figura, sulla compe-

netrazione dei piani e dei livelli, espressi per

campiture cromatiche irregolari, seppur defi-

nite. La rigidità delle sagome geometriche si

contrappone alla morbidezza dei colori caldi,

declinati per toni.

La prima opera che apre la mostra è del 1965;

è un disegno che raffigura uno scorcio del

borgo di Palombara Sabina, luogo in cui l’arti-

sta trascorre l’intera vita. Di esecuzione infan-

tile ed incerta, merita tuttavia di essere esposta

e menzionata perchè esemplificatrice della na-

tura artistica di Tassi, del suo bisogno primario

di comunicare per immagini.

La didascalia del quadro cita “tecnica mista su

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tela” ma non dice che l’autore poco più che

bambino, quando la esegue ha sedici anni,

colto dalla necessità di rappresentare ciò che

sta osservando, privo di tela e colori, utilizza

del lucido da scarpe e del dentifricio su di un

vecchio lenzuolo.

La precoce scomparsa dell’amico artista inter-

rompe un percorso creativo che molto ancora

ci avrebbe regalato; penso al suo approccio alla

scultura, da cui derivano i pochi esemplari pre-

senti in mostra: costituiti da scarti di elementi

in ferro recuperati, saldati a caldo, completano

il lavoro di anni sul tema della città. Interes-

sante la scelta di non intervenire sul piano cro-

matico. Appagato dalle tre dimensioni, Tassi si

confronta con la materia inerte conferendole

energia e dinamismo; recupera la memoria del

percorso creativo rinnovando la capacità di

sperimantare.

L’artista investe l’opera di valenze simboliche

che traducono ed esprimono il suo linguaggio

poetico interiore. Improvvisa partendo dal-

l’idea, e ne segue il divenire. Allo stesso modo,

l’improvvisazione, nella musica moderna, ed in

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particolare nel jazz, è la procedura con la quale

il musicista, il solista, sviluppa la sua parte dal

materiale melodico, armonico e ritmico, con-

tenuto nella partitura.

La “non conoscenza” rappresenta per l’artista,

il luogo dell’appuntamento in cui convergono i

frammenti dell’immaginario, così come il “non

scritto” del linguaggio jazzistico è per il musici-

sta, lo spartito in cui si compongono le vibra-

zioni malinconiche date dall’uso delle blue note.

La centralità della musica nell’esperienza arti-

stica di Franco, motiva l’introduzione della co-

lonna sonora nella mostra. Le note di Charlie

Parker in particolare, suonano per lui mentre

dipinge, condividendone il percorso. Non è un

caso che l’ultima tela, dipinta nel 2010, raffi-

guri proprio uno strumento musicale.

A noi che restiamo, il piacere di ammirare le

sue opere, in un dialogo in cui le immagini e le

note si sostituiscono alle parole.

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Franco Tassi era un profondo conoscitore del-

l’animo umano e di esso sapeva descrivere a

colpi di colore le più intime rivelazioni. Franco

Tassi era un profondo conoscitore della natura

e di essa sapeva catturare il midollo. Il suo viag-

gio artistico rappresenta una scoperta, una epi-

fania costante, di nuovi elementi e nuove

acquisizioni su quella meravigliosa realtà di

confine in cui l’individuo e l’arte si amalga-

mano a tal punto da divenire un unicum.

Tra le mura nascoste nella storia di una città

come Palombara Sabina sono nate le opere che

arricchiscono quella stessa storia. La città na-

tale dell’artista è divenuta nel corso degli anni

il palcoscenico reale ed ideale dal quale trarre

quelle rappresentazioni fisiche e naturali che

avrebbe poi reso sulla tela: “Rubo quello che

mi dà la natura per poi restituirlo attraverso i

quadri”, affermava.

Non amava il clamore, Tassi. Eppure i suoi

quadri avrebbero potuto riceverlo. Non amava

falsi compiacimenti: la forza delle sue opere

ben può rappresentare, oggi, l’efficace schiet-

tezza delle sue parole che miravano a raggiun-

gere un obiettivo e vi riuscivano, con la stessa

potenza con cui i colori raggiungevano le sue

tele. Confermando, ove fosse necessario, il suo

distacco da forzati accademismi ed elitarismi e

palesando la sua preoccupazione per quella che

definiva la confusione venutasi a creare nel

mondo dell’arte contemporanea, probabile

causa scatenante di una distorta concezione

dell’arte stessa.

Ma per lui, il palcoscenico mistificante dell’arte

non assumeva alcuna importanza. Dopo la

creazione, dopo la compiuta assimilazione del-

l’opera, il momento della rivelazione avveniva

con il silenzio della contemplazione sua e del-

l’osservatore: principio ed evoluzione di un

dialogo aperto, il ponte ininterrotto di una po-

tenza espressiva che certo non trova mai fine.

La personale realizzata ogni anno al Castello

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Franco Tassi e l’epifania della vita

Alessia Latini

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Savelli di Palombara Sabina ne rappresenta un

esempio. Amava definirsi il “primo critico” di

se stesso: l’opera appena realizzata interrom-

peva il suo legame con l’artefice per non essere

guardata che due giorni dopo. Aver conosciuto

la sua arte e continuare ad incontrarla oggi, si-

gnifica assimilare quel bagaglio di emozioni

ed acquisizioni nate nella completa e non co-

mune immersione nella luce, nel colore, nella

natura, nella passione. In breve, nell’arte che

rende aulica la vita.

La sua casa che è poi la sua galleria, il suo ate-

lier, il suo studio, ne dà testimonianza. Ogni

periodo della sua carriera rappresenta l’in-

gresso di una nuova fase pittorica, artistica, di

vita, che l’artista ospita, elabora, scombina e ri-

combina per poi creare. Quello della “scoperta

della luce”, concretizza l’ingresso della stessa

nell’esistenza dell’individuo. Il periodo dei volti

di donna è emblematico: la rielaborazione di

una figura, molto meno metafisica di quanto si

possa immaginare, palesa il suo ruolo primario

in tutta la sua grazia, come linfa vitale e pre-

senza inscindibile, se non nella materia, nello

spirito e nella immortalità dell’animo artistico.

È un percorso continuo quello dell’arte di

Tassi, che non si arresta se non per contem-

plare. A fare da cornice è quella che lui defi-

niva “la colonna sonora” della sua vita, il jazz,

in particolare quello di Charlie Parker. A com-

porre il resto è la sostanza e la tangibilità del

colore: “nelle sue tonalità mi immergo com-

pletamente”, diceva. Un percorso continuo se-

gnato anche dai disegni, che testimoniano,

accanto alle altre opere, la sua inarrestabile pro-

duzione. Chi abbia avuto modo di conoscere

l’artista ricorderà, infatti, la nutrita quantità di

fogli che contornavano la sua vita, sui quali im-

primeva linee e forme che apparivano dalla

quotidianità, da uno sguardo, da un’espres-

sione. In sintesi, da ciò che la natura con lui

condivideva e svelava.

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Città, 1997

olio su tela,

cm 100 x 50,

collezione Tassi

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20

Città, 2006

olio su tela,

cm 50 x 100,

collezione Tassi.

Nella pagina a fianco:

Bottiglie, 2007

olio su tela,

cm 24 x 30,

collezione Tassi.

Page 21: Mostra Antologica - FRANCO TASSI - Una vita nell'Arte

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Malinconia, 2004

olio su tela, cm 35 x 50,

collezione Tassi.

Nella pagina a fianco:

Il bacio, 1982

olio su tela, cm 70 x 80,

collezione Tassi.

Ritratto, 2004

olio su tela, cm 30 x 50,

collezione Tassi.

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Ritratto, 2009

olio su tavola,

cm 25 x 35,

collezione Tassi.

A lato:

Ritratto, 1983

olio su tela,

cm 30 x 60,

collezione Tassi.

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Senza titolo, 1984

olio su tela,

cm 70 x 120,

collezione Tassi.

A lato:

Ritratti, 1982

olio su tela,

cm 40 x 70,

collezione Tassi.

Nella pagina a fianco:

Cardi, 2006

olio su tela,

cm 30 x 40,

collezione Tassi.

Page 27: Mostra Antologica - FRANCO TASSI - Una vita nell'Arte

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Page 28: Mostra Antologica - FRANCO TASSI - Una vita nell'Arte

Musica, 1996

olio su tela,

cm 50 x 100,

collezione Tassi.

28

Page 29: Mostra Antologica - FRANCO TASSI - Una vita nell'Arte

Musica 2, 2007

olio su tela,

cm 70 x 100,

collezione Tassi.

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Page 30: Mostra Antologica - FRANCO TASSI - Una vita nell'Arte

A lato, da sinistra:

Pensiero, 2007

olio su tela,

cm 60 x 100,

collezione Tassi.

Volto, 2008

olio su tela,

cm 60 x 100,

collezione Tassi.

Nella pagina a fianco:

Serenella, 1984

olio su tela,

cm 50 x 70,

collezione Tassi.

Pose, 1976

tecnica mista su tela,

cm 200 x 100,

collezione D. Agostini

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Page 31: Mostra Antologica - FRANCO TASSI - Una vita nell'Arte

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Page 32: Mostra Antologica - FRANCO TASSI - Una vita nell'Arte

Senza titolo, 2002

olio su tavola,

cm 30 x 60,

collezione Tassi.

Nella pagina a fianco:

Senza titolo, 2009

olio su tavola,

cm 30 x 40,

collezione Tassi.

32

Page 33: Mostra Antologica - FRANCO TASSI - Una vita nell'Arte

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Page 34: Mostra Antologica - FRANCO TASSI - Una vita nell'Arte

L’operaio il borghese

l’artista, 1997

olio su tela,

cm 50 x 70,

collezione Tassi.

Nella pagina a fianco:

La forza della natura,

1998

olio su tela,

cm 60 x 120,

collezione Tassi.

Tetti, 2003

olio su tela,

cm 14 x 38,

collezione Tassi.

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Page 35: Mostra Antologica - FRANCO TASSI - Una vita nell'Arte

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Page 36: Mostra Antologica - FRANCO TASSI - Una vita nell'Arte

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Page 37: Mostra Antologica - FRANCO TASSI - Una vita nell'Arte

A lato:

Case vecchie, 1994

olio su tela,

cm 30 x 40,

collezione Tassi.

Nella pagina a fianco:

Città, 2004

olio su cartoncino,

cm 20 x 32,

collezione Tassi.

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Page 38: Mostra Antologica - FRANCO TASSI - Una vita nell'Arte

Primavera, 2005

olio su tavola,

cm 20 x 30

Autunno, 2003

olio su cartoncino,

cm 20 x 35

Nella pagina a fianco:

Inverno, 2010

olio su tela,

cm 20 x 30,

tutti collezione Tassi.

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Page 39: Mostra Antologica - FRANCO TASSI - Una vita nell'Arte

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Page 41: Mostra Antologica - FRANCO TASSI - Una vita nell'Arte

Volto, 1981

olio su tela,

cm 18 x 23,

collezione Tassi.

Nella pagina a fianco:

Bottiglie, 2003

olio su cartoncino,

cm 23 x 35,

collezione Tassi.

41

Page 42: Mostra Antologica - FRANCO TASSI - Una vita nell'Arte

Dal davanzale, 1991

olio su tela,

cm 50 x 70,

collezione A. Ippoliti.

Nella pagina a fianco:

Bottiglie, 1979

olio su tela,

cm 40 x 25,

collezione G. Passacantilli.

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Page 43: Mostra Antologica - FRANCO TASSI - Una vita nell'Arte

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Page 44: Mostra Antologica - FRANCO TASSI - Una vita nell'Arte

Volto, 2006

olio su tela,

cm 25 x 35,

collezione Tassi.

Nella pagina a fianco:

Volto, 2007

olio su tela,

cm 25 x 35,

collezione Tassi.

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Page 45: Mostra Antologica - FRANCO TASSI - Una vita nell'Arte

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Page 46: Mostra Antologica - FRANCO TASSI - Una vita nell'Arte

Nella pagina a fianco:

Paesaggio, 2000

olio su tela,

cm 100 x 100,

collezione F. Mezzanotte.

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Senza titolo, 1977

smalto su tavola,

cm 120 x 180,

collezione Tassi.

La vigilia della

distruzione, 1977

smalto su tavola,

cm 120 x 180,

collezione Tassi.

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Tavolo con frutta

e mandolino, 2009

olio su tela,

cm 100 x 50,

collezione Tassi.

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Volto, 1983

olio su tela,

cm 50 x 70,

collezione Tassi.

Nella pagina a fianco:

Alberi, 2006

olio su cartone,

cm 15 x 25,

collezione Tassi.

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Musica, 2002

olio su tela,

cm 40 x 60,

collezione Tassi.

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Mandolini, 2003

olio su tela,

cm 60 x 90,

collezione Tassi

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Nella pagina a fianco:

Senza titolo, 1981

olio su tela,

cm 22 x 32,

collezione L. Imperiali.

Senza titolo, 1981

olio su tela,

cm 24 x 38,

collezione L. Imperiali.

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La cavallera, 1972

grafite su carta,

cm 40 x 70,

collezione Cicioni.

Nella pagina a fianco:

Case vecchie, 1965

tecnica mista su tela,

cm 50 x 70,

collezione F. Mezzanotte

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Page 58: Mostra Antologica - FRANCO TASSI - Una vita nell'Arte

Il serpente, 2000

ferro saldato,

collezione Tassi.

Nella pagina a fianco:

Manhattan, 2000

ferro saldato,

collezione Tassi.

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Senza titolo, 2010

olio su tela,

cm 70 x 100,

collezione Tassi.

Nelle pagine precedenti

da sinistra:

Senza titolo, 1982

olio su tela,

cm 70 x 80,

collezione E. Ranieri.

Senza titolo, 1984

olio su tela,

cm 40 x 40,

collezione E. Ranieri.

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Franco Tassi nasce a Roma nel 1949, ma trascorre l’intera vita

a Palombara Sabina. Questa, sin dagli esordi della sua ricerca

artistica, ne diventa la musa ispiratrice per i colori e la sugge-

stione del borgo medievale e per la pace della campagna.

Da artista autodidatta, Tassi indaga la pittura e la scultura

sperimentando differenti tecniche in una costante evolu-

zione, viva testimonianza del suo spirito artistico mai domo.

Si affaccia inizialmente al mondo dell’arte partecipando, con

discreto successo, a mostre personali e collettive, per poi as-

secondare la sua natura schiva e riflessiva e cementare il suo

stretto legame con Palombara. Da quel momento, infatti,

Tassi si concede un unico appuntamento, la sagra delle Ce-

rase, per esibire le sue opere.

La mostra antologica a lui dedicata in seguito alla sua

scomparsa, (2010) traduce la volontà dell’artista di seguitare

a partecipare all’evento tradizionale del suo amato paese, e

consente a noi di continuare a partecipare alla sua opera per

mantenerne vivo il ricordo.

Immagine tratta dal video “Axis Mundi”, prodotto dal F.A.I. Fondo

Ambientale Italiano e interpretato da Franco Tassi.

(Video scritto e diretto da Alessandro Pasquarelli).

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