Mosca, Pareto e Michels e la teoria delle...

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Mosca, Pareto e Michels e la teoria delle élites. Sistemi parlamentari di tipo liberale si affermano in Europa, a partire dalla Gran Bretagna, nel corso dell’Ottocento. L’evoluzione di questi sistemi verso la democrazia parlamentare segue da vicino l’allargamento del suffragio, che in tempi diversi (in gran Bretagna sin dal 1918), diviene suffragio universale. La teoria dell’elitès è una risposta a questa evoluzione. Questi tre studiosi Mosca, Pareto e Michels sono importanti perché sono i primi a confrontarsi in manie- ra scientifica - cioè secondo i modi di ragionare, studiare e approfondire i problemi che, proprio in questi anni sono messi a punto all’interno dell’università- con i problemi e le opportunità che l’evoluzione verso la democrazia parla- mentare comporta. La prima reazione è di tipo conservatore e si esprime in una domanda: ma i nostri “nuovi padroni”, le masse, ora che hanno il diritto di voto saranno in grado di esprimere il necessario senso di equilibrio, il necessario senso di lealtà verso le istituzioni e e l’ordine sociale esistente oppure non sarà che, attraverso il voto, noi classi dominanti stiamo dando loro non saran loro lo strumento per sovvertire tutto un sistema di equilibrio in cui si esprime una saggezza secolare, la saggezza di chi comanda e che dovrebbe continuare a comandare? Questo è il timore che nasce nelle classi dominanti con l’affermarsi della democrazia Mosca, Pareto e Michels percorrono strade per molti aspetti simili. Gaetano Mosca è siciliano di nascita, insegna all’università materie giuridiche.Nasce nel 1858 a Palermo e muore a Roma nel 1941. Percorre una normale carriera accademica. Diversamente da Pareto, si sposta, per così dire, da destra verso sinistra: Nei primi anni ha posizioni spic- catamente conservatrici ma poi lo troviamo nel primo dopoguerra abbastanza in opposizione rispetto al fascismo. Il secondo personaggio di cui parleremo è Vilfredo Pareto anche lui italiano, ma nasce a Parigi nel 1848 e muore a Gi- nevra nel 1923; il padre è italiano e la madre francese; i suoi studi iniziano in Francia, ma poi si laurea in ingegneria In Italia. Fa l’ingegnere, pero poi si avvicina agli studi economici e avrà una cattedra universitaria in questo settore in Svizzera, a Ginevra. Robert Michels, è tedesco, nasce a Colonia nel 1876 e muore a Roma nel 1936. Inizia la sua carriera accademica in Germania, anche lui viene da un ambiente di studi di tipo economico, però arriva molto pre- cocemente alla sociologia politica. Il suo testo più importante è la Sociologia dei partiti politici che pubblica nel 1901. Il suo testo riguarda il Partito Social-Democratico T edesco(SPD), ma pur essendo Michels molto vicino allo SPD, quel partito non gradisce l’analisi che ne fa Michels. Mentre in Mosca abbiamo un qualche spostamento dal polo conservatore verso un atteggiamento meno conservatore, critico nei confronti del Fascismo, nel caso di Roberto Mi- chels abbiamo un percorso all’inverso: lui nasce social-democratico ma poi diventerà un forte sostenitore del regime fascista. Il Partito Social Democratico Tedesco è il partito di massa per eccellenza. Nasce in Germania nel 1875 ed è la prima organica risposta alla democrazia di massa. Nasce da due spinte: una è quella di tipo elettorale; si estende il suffra- gio in Germania e quindi si apre la sfida per conquistare il voto di larghe masse: dobbiamo avere un partito capace di parlare a queste masse. Questo è un aspetto. L’altra spinta nasce da carattere socialista e operaio di quel partito. L’SPD si offre come uno strumento politico a un gruppo sociale, la classe operaia, i lavoratori, di cui una serie di ele- menti, avanguardie, intellettuali, si pongono come portavoce e allo stesso tempo paladini. Se tu vuoi emancipare la classe operaia dalla schiavitù del lavoro sfruttato, costruire un sistema sociale dove il lavoro non sia più sfruttato, puoi fare due cose: una è la rivoluzione, l’altra cercare di conquistare posizioni in Parlamento che ti consentano di fare leggi migliorative della condizione operaia. Chiaramente tra questi due termini, rivoluzione e gradualismo rifor- mistico, ci sono mille sfumature. Allo stesso tempo questi due termini coesistono nel senso che l’idea della rivoluzio- ne rimane come una specie di stella polare, come un’idea, come mito, un mito capace di creare nelle masse l’aspet- tativa di un mondo migliore e dunque la disponibilità a continuare a lottare per cambiare. Abbiamo parlato dell’ SPD tedesco di cui Michels diventa dall’inizio il primo e il più importante studioso lasciando con la sua analisi un segno in - delebile. A .

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Mosca, Pareto e Michels e la teoria delle élites.

Sistemi parlamentari di tipo liberale si affermano in Europa, a partire dalla Gran Bretagna, nel corso dell’Ottocento.L’evoluzione di questi sistemi verso la democrazia parlamentare segue da vicino l’allargamento del suffragio, che intempi diversi (in gran Bretagna sin dal 1918), diviene suffragio universale. La teoria dell’elitès è una risposta a questaevoluzione. Questi tre studiosi Mosca, Pareto e Michels sono importanti perché sono i primi a confrontarsi in manie-ra scientifica - cioè secondo i modi di ragionare, studiare e approfondire i problemi che, proprio in questi anni sonomessi a punto all’interno dell’università- con i problemi e le opportunità che l’evoluzione verso la democrazia parla-mentare comporta.La prima reazione è di tipo conservatore e si esprime in una domanda: ma i nostri “nuovi padroni”, le masse, ora chehanno il diritto di voto saranno in grado di esprimere il necessario senso di equilibrio, il necessario senso di lealtàverso le istituzioni e e l’ordine sociale esistente oppure non sarà che, attraverso il voto, noi classi dominanti stiamodando loro non saran loro lo strumento per sovvertire tutto un sistema di equilibrio in cui si esprime una saggezzasecolare, la saggezza di chi comanda e che dovrebbe continuare a comandare? Questo è il timore che nasce nelleclassi dominanti con l’affermarsi della democrazia Mosca, Pareto e Michels percorrono strade per molti aspetti simili. Gaetano Mosca è siciliano di nascita, insegnaall’università materie giuridiche.Nasce nel 1858 a Palermo e muore a Roma nel 1941. Percorre una normale carrieraaccademica. Diversamente da Pareto, si sposta, per così dire, da destra verso sinistra: Nei primi anni ha posizioni spic -catamente conservatrici ma poi lo troviamo nel primo dopoguerra abbastanza in opposizione rispetto al fascismo. Ilsecondo personaggio di cui parleremo è Vilfredo Pareto anche lui italiano, ma nasce a Parigi nel 1848 e muore a Gi-nevra nel 1923; il padre è italiano e la madre francese; i suoi studi iniziano in Francia, ma poi si laurea in ingegneriaIn Italia. Fa l’ingegnere, pero poi si avvicina agli studi economici e avrà una cattedra universitaria in questo settorein Svizzera, a Ginevra. Robert Michels, è tedesco, nasce a Colonia nel 1876 e muore a Roma nel 1936. Inizia la suacarriera accademica in Germania, anche lui viene da un ambiente di studi di tipo economico, però arriva molto pre-cocemente alla sociologia politica. Il suo testo più importante è la Sociologia dei partiti politici che pubblica nel1901. Il suo testo riguarda il Partito Social-Democratico Tedesco(SPD), ma pur essendo Michels molto vicino allo SPD,quel partito non gradisce l’analisi che ne fa Michels. Mentre in Mosca abbiamo un qualche spostamento dal poloconservatore verso un atteggiamento meno conservatore, critico nei confronti del Fascismo, nel caso di Roberto Mi -chels abbiamo un percorso all’inverso: lui nasce social-democratico ma poi diventerà un forte sostenitore del regimefascista. Il Partito Social Democratico Tedesco è il partito di massa per eccellenza. Nasce in Germania nel 1875 ed è la primaorganica risposta alla democrazia di massa. Nasce da due spinte: una è quella di tipo elettorale; si estende il suffra-gio in Germania e quindi si apre la sfida per conquistare il voto di larghe masse: dobbiamo avere un partito capace diparlare a queste masse. Questo è un aspetto. L’altra spinta nasce da carattere socialista e operaio di quel partito.L’SPD si offre come uno strumento politico a un gruppo sociale, la classe operaia, i lavoratori, di cui una serie di ele -menti, avanguardie, intellettuali, si pongono come portavoce e allo stesso tempo paladini. Se tu vuoi emancipare laclasse operaia dalla schiavitù del lavoro sfruttato, costruire un sistema sociale dove il lavoro non sia più sfruttato,puoi fare due cose: una è la rivoluzione, l’altra cercare di conquistare posizioni in Parlamento che ti consentano difare leggi migliorative della condizione operaia. Chiaramente tra questi due termini, rivoluzione e gradualismo rifor-mistico, ci sono mille sfumature. Allo stesso tempo questi due termini coesistono nel senso che l’idea della rivoluzio -ne rimane come una specie di stella polare, come un’idea, come mito, un mito capace di creare nelle masse l’aspet -tativa di un mondo migliore e dunque la disponibilità a continuare a lottare per cambiare. Abbiamo parlato dell’ SPDtedesco di cui Michels diventa dall’inizio il primo e il più importante studioso lasciando con la sua analisi un segno in -delebile. A.

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Torniamo ora a Gaetano Mosca che nei suoi Elementi di scienza politica del 1896, elabora per primo una teoria del-le élite. La teoria delle élite può essere riassunta nella brutale affermazione che nella società esistono due classi: laclasse dei governanti e la classe dei governati, la classe di chi comanda e la classe di chi obbedisce. Distingue tra élitepolitiche, economiche e intellettuali. È interessante la distinzione che lui fa all’interno delle élite politiche tra volpi eleoni, distinzione che ha chiara origine in Machiavelli. A proposito dell’ élite economica, la distinzione è tra specula -tori ed ereditieri, due categorie con connotazioni entrambe negative. Nelle élites intellettuali, a cui viene attribuitoun potere dello stesso ordine di grandezza di quello politico, la differenza è tra uomini di fede e uomini di scienza.

Le idee di Pareto hanno una diffusione internazionale, si può dire che Pareto dia articolazione alla prima affermazionidi Gaetano Mosca sule élites. Pareto si pone la domanda: sono queste masse i nuovi barbari, le masse minacciosedei poveri che si annidano nei quartieri malfamati delle grandi città, una presenza oscura e fuori controllo oppure sitratta di docili masse di manovra dell’élites? Questa è la grande questione e la conclusione a cui sembra arrivare Pare-to è piuttosto rassicurante visto che l’elemento “massa di manovra” prevale.

Torniamo ora a Michels che, studiando la social democrazia tedesca da lui conosciuta di prima mano, arriva a elabo-rare la legge ferrea dell’organizzazione, che dice in buona sostanza: all’interno del partito politico, l’élite organizzativaha l’assoluta prevalenza sugli scritti; l’élite politica più ristretta, cioè a dire il ristretto gruppo dirigente, ha a sua voltaprevalenza sulla élite organizzativa. L’analisi si applica alla SPD, ma Michels ci dice: se sta andando cosi nell’ SPD, sta-te sicuri che andrà cosi da tutte le parti. Lui dice, a proposito del partito, quello che Gaetano Mosca dice a propositodella società: che a comandare sono le élites, coloro cioè che detengono le posizioni di comando e di responsabilità.Michels dice in sostanza agli iscritti ai partiti, guardate che le promesse di democrazia che vi fanno i partiti sono puraillusione.

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Teoria delle delle élites, in “Dizionario di politica” a cura di Norberto Bobbio e Gianfranco Pasquino

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