Morte e distruzione nelle Filippine per un’intesa a · PDF filepossibile la firma di un...

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Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004 Copia € 1,00 Copia arretrata € 2,00 L’OSSERVATORE ROMANO GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt Anno CLIII n. 258 (46.502) Città del Vaticano domenica 10 novembre 2013 . y(7HA3J1*QSSKKM( +@!=!#!#!"! Ai volontari dell’Unitalsi il Pontefice chiede di aiutare i sofferenti a essere protagonisti nella società La ricchezza della Chiesa Terza giornata di colloqui sul dossier nucleare iraniano Sforzi diplomatici per un’intesa a Ginevra GINEVRA, 9. L’impegno dei mini- stri degli Esteri del gruppo cinque più uno (Stati Uniti, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna, membri permanenti del Consiglio di sicu- rezza dell’Onu, più la Germania) ha consentito di accelerare i collo- qui in corso a Ginevra per arrivare a un accordo sul programma nu- cleare iraniano, ma si sarebbero re- gistrati ostacoli che allontanerebbe- ro di alcuni giorni la prospettiva di un’intesa. A scriverlo, citando fonti diplomatiche, è il quotidiano «Los Angeles Times» mentre nella città svizzera — presenti i massimi rap- presentanti delle diplomazie coin- volte — si è aperta la terza giornata di colloqui. L’incontro di ieri tra il segretario di Stato americano, John Kerry, il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, e l’alto rappresentante per la Politica este- ra e di sicurezza comune dell’Ue, Catherine Ashton, è proseguito fi- no a tarda serata senza che si arri- vasse a risultati tangibili. Ma le consultazioni sono state definite buone e intese. Più che un’intesa oggi, durante i colloqui a Ginevra, l’Iran ritiene possibile la firma di un accordo sul proprio programma nucleare lunedì a Teheran. Quel giorno, infatti, ini- zierà la visita del direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), Yukiya Amano, nella capitale iraniana. Lo ha spiegato l’ambasciatore iraniano presso l’Aiea, Reza Najafi: «L’Iran ha presentato una nuova proposta che prevede azioni concrete e pre- vediamo che il testo possa essere definito lunedì e che le due parti possano raggiungere un accordo, quando Amano sarà a Teheran». I negoziati sul nucleare iraniano sono stati al centro di un colloquio telefonico, sempre nella tarda sera- ta di ieri, tra il presidente statuni- tense, Barack Obama, e il premier israeliano, Benjamin Netanyahu. Un colloquio — hanno reso noto alla Casa Bianca — in cui sono stati discussi gli sforzi per superare pa- cificamente «le preoccupazioni del- la comunità internazionale» sul programma atomico di Teheran. Obama ha aggiornato Netanyahu sui negoziati in corso e ha ribadito «il suo forte impegno per impedire che l’Iran possa dotarsi dell’arma nucleare». Oltre mille vittime e milioni di sfollati per il passaggio del tifone Haiyan Morte e distruzione nelle Filippine Papa Francesco invita a pregare per le persone colpite dal disastro Una donna piange il figlio ucciso dal tifone a Tacloban (Afp) Repubblica C e n t ro a f r i c a n a alla fame NOSTRE INFORMAZIONI Catherine Ashton con il ministro degli Esteri iraniano Javad Zarif (Afp) BANGUI, 9. Nella Repubblica Centroafricana rischiano la fame oltre un milione di persone. Si tratta di un terzo circa della po- polazione, escludendo quella della capitale Bangui. L’allarme in merito è stato lanciato dal Pro- gramma alimentare mondiale (Pam) delle Nazioni Uniti. La di- stinzione tra le condizioni a Ban- gui e quelle nel resto del Paese è dovuta al fatto che nella capitale si è riusciti, grazie anche alla pre- senza di contingenti militari stra- nieri, ad arginare le violenze che percorrono la Repubblica Cen- troafricana da quando gli ex ri- belli della Seleka, oggi al potere, hanno rovesciato in marzo il pre- sidente François Bozizé. Secondo il Pam, già oggi almeno duecen- tomila sfollati non hanno accesso a una quantità sufficiente di cibo. Il Santo Padre ha ricevuto que- sta mattina in udienza le Loro Eccellenze Reverendissime i Monsignori: Gerhard Ludwig Müller, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede; — Nikola Eterović, Arcivesco- vo titolare di Cibale, Nunzio Apostolico nella Repubblica Fe- derale di Germania. Il Santo Padre ha nominato Membri Ordinari della Pontifi- cia Accademia delle Scienze gli Illustrissimi Professori Shinya Yamanaka, Docente di biologia cellulare all’Università di Kyoto (Giappone), e Juan Martín Maldacena, Docente di fisica teorica all’Institute for Advan- ced Study di Princeton, New Jersey (Stati Uniti d’America). Sua Santità ha inoltre nomi- nato Membro Ordinario della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali l’Illustrissimo Professore Stefano Zamagni, Docente di economia all’Uni- versità di Bologna (Italia). Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Plymouth (Inghilterra), presentata da Sua Eccellenza Reverendissima Mon- signor Hugh Christopher Budd, in conformità al canone 401 § 1 del Codice di Diritto Canonico. Provvista di Chiesa Il Santo Padre ha nominato Vescovo di Plymouth (Inghil- terra) il Reverendo Monsignore Mark O’Toole, del clero del- l’Arcidiocesi di Westminster, fi- nora Rettore del seminario di Allen Hall. Per la conclusione del pellegrinaggio delle reliquie di san Roque González de Santa Cruz e compagni martiri Il cardinale Hummes inviato in Paraguay PAGINA 8 La prefazione di Papa Francesco al libro del cardinale Bertone sulla diplomazia pontificia Sfida per il futuro PAGINA 5 «Non vergognatevi di essere un te- soro prezioso della Chiesa!». È ai poveri e ai sofferenti che Papa Fran- cesco si è rivolto sabato mattina, 9 novembre, nell’aula Paolo VI incon- trando e salutando a uno a uno i malati e i loro accompagnatori venu- ti in pellegrinaggio con l’Unitalsi. Ai volontari dell’associazione il Pontefice ha chiesto di proseguire nell’«opera evangelica» del «mini- stero della consolazione», continuan- do senza scoraggiarsi a praticare «la virtù di non voltare la faccia da un’altra parte» di fronte alla soffe- renza. «Ogni persona malata e fragi- le possa vedere nel vostro volto il volto di Gesù; e anche voi possiate riconoscere nella persona sofferente la carne di Cristo» ha raccomandato loro. E li ha incoraggiati a essere «sempre sguardo che accoglie, mano che solleva e accompagna, parola di conforto, abbraccio di tenerezza». Consapevoli che i poveri e i malati «sono una ricchezza» da valorizzare «per la Chiesa e per tutta la so- cietà». Questo, ha spiegato, è un atteg- giamento profetico che va «contro la logica mondana dello scarto» delle persone, propria di un contesto cul- turale e sociale che tende invece a nascondere malattia e disabilità con- siderandole solo come un problema. Il Papa ha anche sollecitato «una pastorale inclusiva nelle parrocchie e nelle associazioni». E agli ammalati ha chiesto di non considerarsi «solo oggetto di solidarietà e di carità» ma di sentirsi «inseriti a pieno titolo» nella vita e nella missione della Chiesa. «Voi avete — ha detto — un vostro posto, un ruolo specifico nel- la parrocchia e in ogni ambito eccle- siale. La vostra presenza silenziosa ma più eloquente di tante parole, la vostra preghiera, l’offerta quotidiana delle vostre sofferenze in unione a quelle di Gesù crocifisso per la sal- vezza del mondo, l’accettazione pa- ziente e anche gioiosa della vostra condizione, sono una risorsa spiri- tuale, un patrimonio per ogni comu- nità cristiana». PAGINA 7 MANILA, 9. È di almeno 1.200 morti il bilancio, ancora provvisorio, del tifone Haiyan che ha devastato le Filippine, con migliaia di case di- strutte, frane, inondazioni. Lo ha reso noto oggi Gwendolyng Pang, segre- tario generale della Croce rossa di Manila, preci- sando di avere ricevuto rapporti dalle zone più colpite dalla tempesta. Informato della drammati- ca situazione, Papa Francesco, attraverso un tweet, ha chiesto di unirsi a lui nella preghiera per le vittime del tifone che ha sconvolto «le amate isole delle Filippine». Le notizie più tragiche giungono da Tacloban, capitale di Leyte, isola in cui abitano circa due milioni di persone. Fonti dell’aviazione hanno in- dicato una stima, solo per questa città, di centi- naia di morti. Ma la Croce Rossa sostiene che si conterebbero almeno mille vittime e altre duecen- to persone sarebbero morte nella provincia di Samar. Nella città di Tacloban, di oltre duecentomila abitanti, si segnalano danni catastrofici. Nel cen- tro abitato solo pochi edifici sono rimasti in pie- di. «Quasi tutte le case sono state distrutte, molte sono danneggiate in modo irreparabile», ha detto Rey Balido, portavoce dell’agenzia nazionale per la gestione dei disastri. Tacloban ha sofferto l’im- patto con Haiyan quando era ancora alla sua massima forza, con raffiche fino a 313 chilometri orari e piogge torrenziali. Ancora non è stato ri- stabilito il contatto con la città di Guiuan, la pri- ma spazzata dalla tempesta, né con altri villaggi rimasti isolati. Il ministro dell’Energia, Gerico Petilla, in visita in un’altra delle città colpite dalla tempesta, Palo, sulla costa orientale dell’arcipelago, ha sostenuto che altre centinaia di vittime si registrano in que- sta città e nelle zone limitrofe. E sono oltre nove- centomila le famiglie colpite dal tifone Haiyan — che alcuni meteorologi calcolano già come il più potente della storia — ovvero oltre quattro milioni di persone: lo riferisce l’agenzia per le emergenze citata dai media locali. Quasi mezzo milione di persone, precisano i responsabili, hanno trovato riparo nei centri di emergenza. Solidarietà al popolo filippino per le perdite di vite umane e le devastazioni è stata espressa dal segretario di Stato americano, John Kerry. «So che questi fenomeni naturali terribili sono ostacoli che in altre occasioni avete superato con corag- gio» ha dichiarato il capo delle diplomazia statu- nitense. Nel frattempo, Haiyan, dopo avere lasciato l’ar- cipelago, si trova sul Mar Cinese meridionale, in direzione del Vietnam, dove il Governo ha prov- veduto a sgomberare circa trecentomila persone in quindici province. L’alta velocità con cui è avan- zato il tifone, secondo gli esperti, ha in parte con- tenuto il potenziale devastante dei suoi venti e delle piogge. Altrimenti il bilancio sarebbe stato ancora più drammatico.

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L’OSSERVATORE ROMANOGIORNALE QUOTIDIANO

Unicuique suum

POLITICO RELIGIOSO

Non praevalebunt

Anno CLIII n. 258 (46.502) Città del Vaticano domenica 10 novembre 2013

.

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3J1*QS

SKKM(

+@!=!#!#

!"!

Ai volontari dell’Unitalsi il Pontefice chiede di aiutare i sofferenti a essere protagonisti nella società

La ricchezza della Chiesa

Terza giornata di colloqui sul dossier nucleare iraniano

Sforzi diplomaticiper un’intesa a Ginevra

GINEVRA, 9. L’impegno dei mini-stri degli Esteri del gruppo cinquepiù uno (Stati Uniti, Russia, Cina,Francia e Gran Bretagna, membripermanenti del Consiglio di sicu-rezza dell’Onu, più la Germania)ha consentito di accelerare i collo-qui in corso a Ginevra per arrivarea un accordo sul programma nu-cleare iraniano, ma si sarebbero re-gistrati ostacoli che allontanerebbe-ro di alcuni giorni la prospettiva diun’intesa. A scriverlo, citando fontidiplomatiche, è il quotidiano «LosAngeles Times» mentre nella cittàsvizzera — presenti i massimi rap-presentanti delle diplomazie coin-volte — si è aperta la terza giornatadi colloqui.

L’incontro di ieri tra il segretariodi Stato americano, John Kerry, ilministro degli Esteri iraniano,Mohammad Javad Zarif, e l’altorappresentante per la Politica este-ra e di sicurezza comune dell’Ue,Catherine Ashton, è proseguito fi-no a tarda serata senza che si arri-vasse a risultati tangibili. Ma leconsultazioni sono state definitebuone e intese.

Più che un’intesa oggi, durante icolloqui a Ginevra, l’Iran ritienepossibile la firma di un accordo sulproprio programma nucleare lunedìa Teheran. Quel giorno, infatti, ini-zierà la visita del direttore generaledell’Agenzia internazionale perl’energia atomica (Aiea), YukiyaAmano, nella capitale iraniana. Lo

ha spiegato l’ambasciatore iranianopresso l’Aiea, Reza Najafi: «L’Iranha presentato una nuova propostache prevede azioni concrete e pre-vediamo che il testo possa esseredefinito lunedì e che le due partipossano raggiungere un accordo,quando Amano sarà a Teheran».

I negoziati sul nucleare iranianosono stati al centro di un colloquiotelefonico, sempre nella tarda sera-ta di ieri, tra il presidente statuni-tense, Barack Obama, e il premierisraeliano, Benjamin Netanyahu.Un colloquio — hanno reso notoalla Casa Bianca — in cui sono statidiscussi gli sforzi per superare pa-cificamente «le preoccupazioni del-la comunità internazionale» sulprogramma atomico di Teheran.Obama ha aggiornato Netanyahusui negoziati in corso e ha ribadito«il suo forte impegno per impedireche l’Iran possa dotarsi dell’arman u c l e a re » .

Oltre mille vittime e milioni di sfollati per il passaggio del tifone Haiyan

Morte e distruzione nelle FilippinePapa Francesco invita a pregare per le persone colpite dal disastro

Una donna piange il figlio ucciso dal tifone a Tacloban (Afp)

RepubblicaC e n t ro a f r i c a n a

alla fame

NOSTRE INFORMAZIONI

Catherine Ashton con il ministro degli Esteri iraniano Javad Zarif (Afp)

BANGUI, 9. Nella RepubblicaCentroafricana rischiano la fameoltre un milione di persone. Sitratta di un terzo circa della po-polazione, escludendo quelladella capitale Bangui. L’allarmein merito è stato lanciato dal Pro-gramma alimentare mondiale(Pam) delle Nazioni Uniti. La di-stinzione tra le condizioni a Ban-gui e quelle nel resto del Paese èdovuta al fatto che nella capitalesi è riusciti, grazie anche alla pre-senza di contingenti militari stra-nieri, ad arginare le violenze chepercorrono la Repubblica Cen-troafricana da quando gli ex ri-belli della Seleka, oggi al potere,hanno rovesciato in marzo il pre-sidente François Bozizé. Secondoil Pam, già oggi almeno duecen-tomila sfollati non hanno accessoa una quantità sufficiente di cibo.

Il Santo Padre ha ricevuto que-sta mattina in udienza le LoroEccellenze Reverendissime iMonsignori:

— Gerhard Ludwig Müller,Prefetto della Congregazioneper la Dottrina della Fede;

— Nikola Eterović, Arcivesco-vo titolare di Cibale, NunzioApostolico nella Repubblica Fe-derale di Germania.

Il Santo Padre ha nominatoMembri Ordinari della Pontifi-cia Accademia delle Scienze gliIllustrissimi Professori ShinyaYamanaka, Docente di biologiacellulare all’Università di Kyoto(Giappone), e Juan MartínMaldacena, Docente di fisicateorica all’Institute for Advan-ced Study di Princeton, NewJersey (Stati Uniti d’America).

Sua Santità ha inoltre nomi-nato Membro Ordinario della

Pontificia Accademia delleScienze Sociali l’IllustrissimoProfessore Stefano Zamagni,Docente di economia all’Uni-versità di Bologna (Italia).

Il Santo Padre ha accettato larinuncia al governo pastoraledella Diocesi di Plymouth(Inghilterra), presentata da SuaEccellenza Reverendissima Mon-signor Hugh Christopher Budd,in conformità al canone 401 § 1del Codice di Diritto Canonico.

Provvista di ChiesaIl Santo Padre ha nominato

Vescovo di Plymouth (Inghil-terra) il Reverendo MonsignoreMark O’Toole, del clero del-l’Arcidiocesi di Westminster, fi-nora Rettore del seminario diAllen Hall.

Per la conclusione del pellegrinaggiodelle reliquie di san Roque Gonzálezde Santa Cruz e compagni martiri

Il cardinale Hummesinviatoin Paraguay

PAGINA 8

La prefazione di Papa Francescoal libro del cardinale Bertonesulla diplomazia pontificia

Sfida per il futuroPAGINA 5

«Non vergognatevi di essere un te-soro prezioso della Chiesa!». È aipoveri e ai sofferenti che Papa Fran-cesco si è rivolto sabato mattina, 9novembre, nell’aula Paolo VI incon-trando e salutando a uno a uno imalati e i loro accompagnatori venu-ti in pellegrinaggio con l’Unitalsi.

Ai volontari dell’associazione ilPontefice ha chiesto di proseguirenell’«opera evangelica» del «mini-

stero della consolazione», continuan-do senza scoraggiarsi a praticare «lavirtù di non voltare la faccia daun’altra parte» di fronte alla soffe-renza. «Ogni persona malata e fragi-le possa vedere nel vostro volto ilvolto di Gesù; e anche voi possiatericonoscere nella persona sofferentela carne di Cristo» ha raccomandatoloro. E li ha incoraggiati a essere«sempre sguardo che accoglie, manoche solleva e accompagna, parola diconforto, abbraccio di tenerezza».Consapevoli che i poveri e i malati«sono una ricchezza» da valorizzare«per la Chiesa e per tutta la so-cietà».

Questo, ha spiegato, è un atteg-giamento profetico che va «contro lalogica mondana dello scarto» dellepersone, propria di un contesto cul-

turale e sociale che tende invece anascondere malattia e disabilità con-siderandole solo come un problema.Il Papa ha anche sollecitato «unapastorale inclusiva nelle parrocchie enelle associazioni». E agli ammalatiha chiesto di non considerarsi «solooggetto di solidarietà e di carità» madi sentirsi «inseriti a pieno titolo»nella vita e nella missione dellaChiesa. «Voi avete — ha detto — unvostro posto, un ruolo specifico nel-la parrocchia e in ogni ambito eccle-

siale. La vostra presenza silenziosama più eloquente di tante parole, lavostra preghiera, l’offerta quotidianadelle vostre sofferenze in unione aquelle di Gesù crocifisso per la sal-vezza del mondo, l’accettazione pa-ziente e anche gioiosa della vostracondizione, sono una risorsa spiri-tuale, un patrimonio per ogni comu-nità cristiana».

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MANILA, 9. È di almeno 1.200 morti il bilancio,ancora provvisorio, del tifone Haiyan che hadevastato le Filippine, con migliaia di case di-strutte, frane, inondazioni.

Lo ha reso noto oggi Gwendolyng Pang, segre-tario generale della Croce rossa di Manila, preci-sando di avere ricevuto rapporti dalle zone piùcolpite dalla tempesta. Informato della drammati-ca situazione, Papa Francesco, attraverso untweet, ha chiesto di unirsi a lui nella preghiera

per le vittime del tifone che ha sconvolto «leamate isole delle Filippine».

Le notizie più tragiche giungono da Tacloban,capitale di Leyte, isola in cui abitano circa duemilioni di persone. Fonti dell’aviazione hanno in-dicato una stima, solo per questa città, di centi-naia di morti. Ma la Croce Rossa sostiene che siconterebbero almeno mille vittime e altre duecen-to persone sarebbero morte nella provincia diS a m a r.

Nella città di Tacloban, di oltre duecentomilaabitanti, si segnalano danni catastrofici. Nel cen-tro abitato solo pochi edifici sono rimasti in pie-di. «Quasi tutte le case sono state distrutte, moltesono danneggiate in modo irreparabile», ha dettoRey Balido, portavoce dell’agenzia nazionale perla gestione dei disastri. Tacloban ha sofferto l’im-patto con Haiyan quando era ancora alla suamassima forza, con raffiche fino a 313 chilometriorari e piogge torrenziali. Ancora non è stato ri-stabilito il contatto con la città di Guiuan, la pri-ma spazzata dalla tempesta, né con altri villaggirimasti isolati.

Il ministro dell’Energia, Gerico Petilla, in visitain un’altra delle città colpite dalla tempesta, Palo,sulla costa orientale dell’arcipelago, ha sostenutoche altre centinaia di vittime si registrano in que-sta città e nelle zone limitrofe. E sono oltre nove-centomila le famiglie colpite dal tifone Haiyan —che alcuni meteorologi calcolano già come il piùpotente della storia — ovvero oltre quattro milionidi persone: lo riferisce l’agenzia per le emergenzecitata dai media locali. Quasi mezzo milione dipersone, precisano i responsabili, hanno trovatoriparo nei centri di emergenza.

Solidarietà al popolo filippino per le perdite divite umane e le devastazioni è stata espressa dalsegretario di Stato americano, John Kerry. «Soche questi fenomeni naturali terribili sono ostacoliche in altre occasioni avete superato con corag-gio» ha dichiarato il capo delle diplomazia statu-nitense.

Nel frattempo, Haiyan, dopo avere lasciato l’ar-cipelago, si trova sul Mar Cinese meridionale, indirezione del Vietnam, dove il Governo ha prov-veduto a sgomberare circa trecentomila persone inquindici province. L’alta velocità con cui è avan-zato il tifone, secondo gli esperti, ha in parte con-tenuto il potenziale devastante dei suoi venti edelle piogge. Altrimenti il bilancio sarebbe statoancora più drammatico.

L’OSSERVATORE ROMANOpagina 2 domenica 10 novembre 2013

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Il Governo congolese non conferma la firma di un accordo di pace con i ribelli sconfitti annunciata dall’Uganda

Incerti gli sviluppidella crisi nel Nord Kivu

Intervento della Santa Sede all’O nu

Per non rinunciarealla speranza della pace

nel Vicino OrienteKA M PA L A , 9. Permane incertezza su-gli sviluppi della crisi nel NordKivu, la regione orientale della Re-pubblica Democratica del Congodove l’esercito governativo, appog-giato dai caschi blu della Monusco,la missione dell’Onu, ha sconfitto insettimana le milizie ribelli del Movi-mento del 23 marzo (M23). Il Go-verno ugandese — a Kampala si eratenuto, senza esito, un negoziatomediato dai Paesi della regione deiGrandi Laghi — ha annunciato ierila firma di un accordo di pace.«L’accordo è pronto e verrà firmatolunedì», ha detto il portavoce gover-nativo ugandese, Ofwono Opondo.

La notizia, però, non ha avutoconferme né da parte del Governodi Kinshasa, né dagli stessi ribellisconfitti dell’M23, gran parte deiquali, compreso il loro capo militare,Sultani Makenga, hanno riparatoproprio in Uganda. Il Governo diKampala ha specificato, appunto,che la sorte di Makenga e degli altricirca 1.500 ex combattenti che nelleultime ore si sono consegnati alleautorità ugandesi «sarà decisanell’ambito dell’accordo di pace chesarà firmato lunedì».

Poche ore prima, il colonnelloPaddy Ankunda, portavoce delle for-ze armate di Kampala, aveva dettoche i ribelli dell’M23 non sarebberostati consegnati alla Repubblica De-mocratica del Congo. Ankunda ave-

va aggiunto che un simile svilupposarebbe possibile solo con un accor-do di pace tra il Governo di Kinsha-sa e l’M23. Ma al tempo stesso ave-va prospettato, qualora i combattentidell’M23 dovessero rifiutarsi di rien-trare in in patria, il coinvolgimentodell’Alto commissariato dell’O nuper i rifugiati affinché sia valutata la

possibilità di riconoscere loro formedi protezione internazionale. Il Go-verno ugandese, comunque, ha piùvolte ribadito che non consegnerà adalcuna istanza internazionale i ricer-cati per crimini di guerra, come lostesso Makenga.

In ogni caso, tutte le dichiarazioniugandesi contraddicono esplicita-

mente quelle finora rilasciate dalGoverno di Kinshasa. Il portavocegovernativo, Lambert Mende, mer-coledì, alla luce della vittoria milita-re ottenuta in Nord Kivu, aveva af-fermato che «l’M23 si è sciolto di-chiarando di mettere fine alla sualotta armata. Quindi non rappresen-ta più un interlocutore valido per lafirma di un qualunque accordo conil Governo». E il rappresentantecongolese ai negoziati a Kampala,François Muamba, aveva ribaditochiaramente che il Governo «non èdisposto a firmare cose in disaccordocon la nostra Costituzione» o che«diano l’impressione di volerci ruba-re la nostra vittoria». Secondo quan-to affermato sia da Mende sia daMuamba, tutto quello che si è di-sposti a firmare è una dichiarazioneche dichiari la fine dei negoziati esancisca la definitiva sconfitta del-l’M23.

La vicenda, a giudizio di molticommentatori, minaccia di riaprirepolemiche tra Kampala e Kinshasa,peraltro mai venute meno. Insiemecon il Rwanda, infatti, l’Uganda èaccusata dai rapporti dell’Onu, oltreche dal Governo congolese, di aversostenuto la ribellione dell’M23 inNord Kivu.

Ribelli dell’M23 (Afp)

Un terzo della popolazione in stato di insicurezza alimentare

Aiuti sudafricaniper la carestia in Namibia

Verso il vertice di Parigi

Bruxelles si mobilitaper l’o ccupazione

Un ufficio di collocamento a Madrid (Afp)

S c a rc e r a t iin Spagna

nove terroristidell’Eta

MADRID, 9. La sala penaledell’Audiencia Nacional ha dispo-sto ieri la scarcerazione di novemembri dell’Eta, l’o rg a n i z z a z i o n earmata terroristica basca, in ese-cuzione della sentenza del Tribu-nale dei diritti umani di Strasbur-go. Lo si è appreso da fonti giu-diziarie spagnole. I nove detenuti,fra i quali Domingo Troitio —uno degli autori dell’efferato at-tentato all’Hipercor che il 18 lu-glio del 1987 provocò 21 morti e45 feriti — verranno rilasciati nelleprossime ore. A tutti, come ripor-ta la stampa locale, era stata pro-lungata la carcerazione attraversol’applicazione dei benefici di pe-na sul cumulo delle condanne enon sui trent’anni di reclusionemassima finora previsti dal codicepenale spagnolo

Il tribunale superiore ha adot-tato questa decisione dopo unalunga camera di consiglio e colvoto a favore di nove magistrati.Otto sono invece i magistrati chesi sono opposti. La scarcerazionedei terroristi baschi ha suscitatoforte indignazione nel Paese.

La piaga dell’antisemitismonon abbandona l’E u ro p a

BE R L I N O, 9. Oltre quaranta miliar-di di euro per contrastare ladisoccupazione dei giovani inEuropa: questa la stima avanzatadalla presidenza francese, a pochigiorni dalla seconda conferenza perl’occupazione giovanile in Europa,che si terrà martedì prossimo a Pa-rigi.

Secondo fonti dell’Eliseo, ai 45miliardi di euro si arriverà con trestrumenti fondamentali: sei miliardiverranno tratti dall’iniziativa dellaCommissione Ue a favore dell’o c-cupazione giovanile; altri 18 miliar-di (sei miliardi all’anno nel periodo2013-2015) dalla Bei (Banca euro-pea degli investimenti) e altri 21miliardi dalla parte destinata aigiovani del Fondo sociale europeo.In totale, si tratta di 45 miliardi,ma Parigi confida che l’Europa sa-rà in grado di trovare un ulterioremiliardo per rafforzare l’offerta.

Questi strumenti erano già statifissati dai capi di Stato e di Gover-no dell’Ue alla prima conferenza diBerlino, ma il vertice di Parigi avràlo scopo «di evitare le dissonanze»tra partner europei e «assicurarsiche tutti gli Stati membri li stianomettendo in pratica». All’appunta-mento parteciperanno 24 capi diStato e di Governo (mancano soloGran Bretagna, Lussemburgo, Re-pubblica ceca e Malta), tra cui ilpresidente del Consiglio dei mini-stri italiano, Enrico Letta, e il can-

celliere tedesco, Angela Merkel, ol-tre al presidente del Consiglio Ue,Hermann Van Rompuy, al presi-dente della Commissione Ue, JoséManuel Durão Barroso, e al presi-dente del Parlamento Ue, MartinSchulz.

Pubblichiamo la nostra traduzioneitaliana dell’intervento pronunciato, il7 novembre a New York, dall’a rc i v e -scovo Francis Chullikatt, osservatorepermanente della Santa Sede presso leNazioni Unite, durante il Comitatospeciale per politica e decolonizzazionedella sessantottesima Assemblea gene-rale dell’Onu. Punto 51: l’agenziadelle Nazioni Unite per il Soccorso el’Occupazione dei profughi palestinesi(Unrwa) nel Vicino Oriente.

Signor Presidente,dopo aver esaminato con attenzio-ne il Rapporto del CommissarioGenerale dell’Agenzia delle Nazio-ni Unite per il Soccorso e l’O ccu-pazione dei profughi palestinesi nelVicino Oriente (Unrwa) (A/68/13)e il suo discorso in occasionedell’incontro della Commissioneconsultiva dell’Unrwa, che si èsvolto ad Amman, in Giordania, il16 giugno 2013, la mia Delegazionedesidera attirare l’attenzione sulleopinioni da lui espresse e sullachiarezza delle soluzioni che haproposto per quella che è diventatauna situazione molto complessaper i profughi palestinesi nella re-gione.

In tale regione, patria delle pri-me comunità cristiane, la Chiesacattolica condivide le stesse durerealtà sul campo che l’Unrwa deveaffrontare quotidianamente. Lavo-rando insieme a generosi enti do-natori degli Stati Uniti, della Ger-mania, del Giappone, della Spa-gna, dei Paesi Bassi, dell’Irlanda,del Regno Unito e di altre nazioni,la Santa Sede fornisce educazione,assistenza sanitaria e servizi socialialla popolazione, come anche strut-ture per la riabilitazione di coloroche sono rimasti feriti nei conflitti.Forniamo tutto ciò sulla base delbisogno e non del credo, a tutte levittime dell’instabilità politica, eco-nomica e sociale della regione. Lenostre preoccupazioni vanno oltrequesti servizi di base, proprio comequelle dell’Unrwa, in quanto questiconflitti distruggono case, lascian-do i rifugiati senza un tetto, senzalavoro e indifesi. Quando coloroche guadagnano lo stipendio per lafamiglia sono debilitati, imprigio-nati o uccisi, le famiglie poverechiedono aiuto alle Ong che ope-

rano accanto all’Unrwa in que-st’area tormentata.

Signor Presidente,le preoccupazioni del Commissa-

rio Generale, illustrate nelle sue re-lazioni all’Assemblea Generale e al-la Commissione consultiva del-l’Unrwa, sono le stesse di quelledella Santa Sede, dovendoci con-frontare con una presenza semprepiù ridotta di comunità tradizionalicristiane proprio nel luogo in cui ilcristianesimo è nato. Sia perl’Unrwa, sia per la Santa Sede,l’onere finanziario per offrire servi-zi a comunità di rifugiati frequen-temente dislocate costituisce unproblema crescente, richiedendomaggiori finanziamenti dai Paesidonatori. Le attuali realtà finanzia-rie ed economiche globali, tuttavia,impediscono l’aumento dei finan-ziamenti, poiché i Paesi donatorilottano con i debiti e gli alti livellidi disoccupazione, in particolarequella giovanile.

Il rinnovato processo di paceporta qualche speranza in questacupa visione. Una pace bona fidetra israeliani e palestinesi creerebbepossibilità di investimenti economi-ci, invece di gravare sui Paesi do-natori e sulle agenzie umanitariecon maggiori richieste di altri fi-nanziamenti. Un esito positivo del-la conferenza di pace per la Siria,prevista a Ginevra, darebbe ulterio-re sollievo alla sofferenza delle co-munità di profughi palestinesi, chesi trovano ad essere nuovamente ri-fugiati a causa dei teatri di guerrache circondano sette dei dodicicampi profughi palestinesi del-l’Unrwa in Siria.

La mia delegazione esorta ilQuartetto e tutti coloro che parte-cipano alla ripresa del processo dipace a non lesinare sforzi per facili-tare i negoziati tra palestinesi eisraeliani. L’obiettivo deve esserequello di assicurare, attraverso ne-goziati e compromessi ragionevoli,due stati fattibili e stabili che dianoa entrambe le parti uno stato indi-pendente e sicuro per la loro gente.Non è un compito semplice, allaluce delle diversità politiche esi-stenti in ognuna delle comunità inconflitto e dei 64 tragici anni di in-terminabili scontri tra di esse.

Signor Presidente,Papa Francesco il 17 ottobre ha

incontrato il presidente palestineseMahmoud Abbas, esprimendo l’au-spicio che la ripresa di «tale pro-cesso produca i frutti desiderati pertrovare una soluzione giusta e du-ratura ad un conflitto la cui fine sirivela sempre più necessaria e ur-gente». Ha inoltre espresso la spe-ranza che «le Parti prendano condeterminazione decisioni coraggio-se a favore della pace con il soste-gno della Comunità internaziona-le» (Vatican Information Service, an-no XXII – n. 199, 17.10.2013).

Pertanto, la mia Delegazione de-sidera sottolineare che, in questinegoziati di pace, una soluzioneduratura deve comprendere lo sta-tus della nostra Città Santa, Geru-salemme. La Santa Sede sostienefermamente «misure internazional-mente garantite per assicurare la li-bertà di religione e di coscienza deisuoi abitanti», il loro legittimo di-ritto alla proprietà, così come «l’ac-cesso permanente, libero e senzaostacoli ai Luoghi Santi da partedei fedeli di ogni religione e nazio-nalità» (cfr. A/RES/ES 10/12).

Signor Presidente,sarebbe una grande negligenza

da parte della mia Delegazione senon esprimesse qualche parola diapprezzamento ai governi delLibano e della Giordania, per laloro continua collaborazione conl’Unrwa nell’ospitare i rifugiati pa-lestinesi, e che ora stanno eroica-mente facendo fronte al flusso diprofughi della Siria e della violenzasettaria in Iraq. Le grida umanita-rie di queste comunità di rifugiatinon devono trovare orecchie sorde.La pacificazione deve prendere ilposto della futile e controprodu-cente logica della violenza e dellaguerra. Non rinunciamo mai allasperanza che l’inesauribile ricercadella pace, tanto necessaria e desi-derata, alla fine sorgerà in quellaterra tanto sacra a molti.

BRUXELLES, 9. La piaga dell’anti-semitismo non ha abbandonatol’Europa. Ancora oggi, gli ebreidel vecchio continente temonouna crescita del fenomeno. Lo ri-vela uno studio condotto dal-l’Agenzia europea per i diritti fon-damentali, pubblicato ieri, che hariguardato otto Paesi europei, incui vive il novanta per cento degliebrei del vecchio continente. Sonostati intervistati 5.847 ebrei in Bel-gio, Francia, Germania, Italia, Un-gheria, Lituania, Svezia e GranBretagna. Tre quarti delle persone(oltre il 60 per cento) hanno sot-tolineato una preoccupante cresci-ta dell’antisemitismo nei Paesi diresidenza nel corso degli ultimicinque anni. Un ebreo su due te-me aggressioni verbali e uno su tre

addirittura aggressioni fisiche. Piùdella metà degli interrogati affer-ma di aver assistito negli ultimidodici mesi ad affermazioni nega-zioniste della Shoah. Un ebreo eu-ropeo su quattro dichiara di esserestato discriminato a causa dellasua appartenenza religiosa nel cor-so dell’anno passato. Internet —secondo la ricerca — sarebbe ilprincipale canale di diffusionedell’antisemitismo, e questo so-prattutto a causa della mancanzadi controlli e di conseguenze perchi commette questi atti. Perquanto riguarda la sola Germania,il 49 per cento degli ebrei tedeschisi vede spesso rimproverare ilcomportamento del Governo israe-liano nei riguardi dei palestinesi.

CITTÀ DEL CA P O, 9. Il Sud Africa siè impegnato a contribuire alla lottache vede la Namibia impegnata acontrastare le conseguenze dellagrave carestia che ha colpitoquest’anno il Paese. Secondo ilGoverno locale e le agenziedell’Onu, la carestia è la peggioreda trent’anni a questa parte e hamesso oltre mezzo milione dipersone in condizioni di insicurezzaalimentare grave, quella cioè cheprospetta la morte per fame. Il da-to, comunicato nei giorni scorsi dalprimo ministro, Hage Geingob, èaddirittura raddoppiato — un milio-ne di persone su una popolazionetotale stimata di due milioni e due-centomila — se riferito alla sottoali-mentazione secondo i parametri

dell’Organizzazione mondiale dellasanità.

L’offerta di soccorso è stata for-malizzata durante una visita con-dotta dal presidente sudafricano, Ja-cob Zuma, a Windhoek, la capitaledella Namibia. In un discorso tenu-to al Parlamento locale, il capo diStato sudafricano ha annunciato lostanziamento di una somma equiva-lente a sette milioni e duecentomilaeuro per aiuti immediati.

Nel riferire della visita e degli im-pegni presi dal presidente Zuma, ilquotidiano «The Namibian» ricordache il contributo annunciato daquesti al Parlamento della Namibiaè solo parte dell’impegno del SudAfrica per rafforzare la cooperazio-ne bilaterale.

L’OSSERVATORE ROMANOdomenica 10 novembre 2013 pagina 3

Riunione a Istanbul

L’opp osizionesiriana

si confrontasulla conferenza

DA M A S C O, 9. La Coalizione nazio-nale siriana, che riunisce diversigruppi di opposizione al Governodel presidente Bashar Al Assad edè l’interlocutrice in Siria di alcuniPaesi, sta tenendo oggi a Istanbulla prima di due riunioni già fissate— la prossima sarà il 22 novembre— per prendere una posizione de-finitiva riguardo alla conferenzainternazionale di pace, la cosid-detta Ginevra 2.

Un ulteriore rinvio della confe-renza, promossa da Onu, StatiUniti e Russia, era stato annun-ciato martedì scorso. L’inviato perla Siria dell’Onu e della Lega ara-ba, Lakhdar Brahimi, dopo un in-contro a Ginevra con i vice mini-stri degli Esteri russi, MikhailBogdanov e Gennady Gatilov, e ilvice segretario di Stato americano,Wendy Sherman, aveva comunica-to l’annullamento della data inprecedenza indicata del 23 e 24novembre, senza fissarne un’altra.Secondo Brahimi, a rendere incer-ta la conferenza è proprio la diffi-coltà di portare al tavolo delletrattative una delegazione credibi-le dell’opposizione siriana, date lesue profonde divergenze interne.Ahmad Jarba, il presidente dellaCoalizione nazionale siriana, ave-va accusato lo stesso Brahimi dimancanza di neutralità. La valuta-zione di Brahimi è stata conferma-ta ieri dal ministro degli Esterirusso, Serghiei Lavrov, secondo ilquale la Coalizione nazionale si-riana non si mostra in grado dirappresentare una forza unificatri-ce di tutte le componenti dell’op-p osizione.

La Coalizione, intanto, ha giàrespinto la proposta russa di col-loqui preliminari a Mosca conesponenti del Governo di Dama-sco. Lo ha detto il portavoce delministero russo degli Esteri,Alexander Lukashevich, secondoil quale l’opposizione siriana stabloccando l’iniziativa e si rifiutadi partecipare. Subito dopo l’an-nuncio fatto martedì a Ginevra daBrahimi, era stato Bogdanov aproporre colloqui preliminari aMosca. Ancora l’altro ieri, il viceministro degli Esteri russo avevadetto che c’erano segnali di rispo-sta positiva dall’opposizione siria-na alla proposta, ma gli ultimi svi-luppi sembrano negarlo.

Un agente di polizia in assetto antisommossa al Cairo (Reuters)

Road Map verso nuove istituzioni democratiche ma le proteste e gli scontri non si fermano

A febbraio le legislative in Egitto

IL CA I R O, 9. Elezioni tra febbraio e marzo, presi-denziali prima dell’estate e nuova Costituzionecon relativo referendum entro dicembre di que-st’anno. Questa la Road Map delineata dal mini-stro degli Esteri egiziano, Nabil Fahmy, in unaintervista all’agenzia Reuters, nella quale per laprima volta un esponente di primo piano del Go-verno nato dopo la deposizione dell’ex presidenteMohammed Mursi indica scadenze per le tappeche dovrebbero traghettare il Paese verso nuoveistituzioni democratiche. Oltre all’indicazionedelle date, Fahmy ha fatto un’altra rivelazione si-gnificativa affermando che il braccio politico deiFratelli musulmani, il partito Giustizia e Libertà,non è illegale in Egitto e potrà quindi parteciparealle elezioni.

Le parole del capo della diplomazia del Cairosembrano una risposta ai numerosi appelli venutidalla comunità internazionale, non ultimo dal se-gretario di Stato americano, John Kerry, nella suavisita di domenica, affinché l’Egitto si metta dav-vero in marcia secondo la Road Map che le stesse

autorità egiziane si sono date dopo la deposizio-ne di Mursi. Un tassello di questa operazione sa-rà l’annunciata fine dello stato d’emergenza, il 14novembre, anche se gli scontri continuano e ierialmeno due persone, tra cui un dodicenne, sonorimaste uccise e altre venti ferite durante una ma-nifestazione a Giza, nella grande Cairo, in scontritra sostenitori e avversari di Mursi.

Malgrado le parole del ministro degli Esteri, illavoro del comitato dei cinquanta per riscrivere laCostituzione procede a rilento. Numerosi i nodiche il comitato, che non include rappresentantidei Fratelli musulmani, non è ancora riuscito asciogliere. Fra questi il ruolo delle forze armate ela trasparenza del loro bilancio e la presenza dellalegge islamica come principio del diritto.

Proprio la mancanza di attuazione della RoadMap ha indotto gli Stati Uniti a sospendere si-gnificative forniture di armamenti all’Egitto, il se-condo più importante destinatario di aiuti militaristatunitensi nella regione dopo Israele. Per tuttarisposta la nuova leadership egiziana aveva an-

nunciato nei giorni scorsi l’intenzione di diversifi-care le sue fonti di approvvigionamento. Sarannoal Cairo il 13 e 14 novembre, in un tandem inedi-to, il ministro degli Esteri e della Difesa russi,Serghiei Lavrov, e Serghiei Shoigu. I loro collo-qui, hanno fatto sapere fonti diplomatiche, siconcentreranno sull’acquisto di armi. «Questa de-cisione non ha nulla a che vedere con le diver-genze con gli Stati Uniti», ha detto la fonte.

Nel frattempo, il presidente dell’Autorità pale-stinese, Abu Mazen, è giunto oggi al Cairo peruna visita di tre giorni durante la quale avràcolloqui con il presidente ad interim egiziano,Adly Mansour, con il ministro della Difesa e ca-po delle forze armate, Abdel Fattah El Sissi, econ il ministro degli Esteri, Nabil Fahmy. AbuMazen incontrerà anche il segretario generale del-la Lega araba, Nabil El Araby. Nei suoi incontriAbu Mazen, ha detto una fonte diplomatica, rife-rirà della situazione sul terreno e sui recenti col-loqui con il segretario di Stato americano, JohnKe r r y.

Il Governo libicocondannale violenze

scoppiate a Tripoli

TRIPOLI, 9. Il Governo libico hacondannato gli scontri che nelcorso della notte di ieri a Tripolihanno causato almeno due mortie 29 feriti tra milizie rivali. Un’at-mosfera di calma apparente regnain queste ore nella capitale libica.

Italia, Francia, Stati Uniti eGran Bretagna hanno rinnovato ilsostegno ai libici ribadendo la lo-ro preoccupazione per l’instabilitànel Paese e auspicando il consoli-damento della democrazia. In uncomunicato congiunto pubblicatodall’ambasciata statunitense a Tri-poli i quattro Paesi sostengonoche l’adozione di una Costituzio-ne aiuterebbe a garantire un futu-ro più sicuro mentre il dialogo na-zionale inclusivo rappresenta unelemento chiave per assicurareuna transizione democratica.

La tensione in città resta co-munque alta nel timore che possa-no verificarsi nuovi incidenti. Perle strade e in alcuni palazzi delcentro della capitale libica — comel’hotel Radisson frequentato dadiplomatici e occidentali — sonoancora evidenti i segni della batta-glia: colpi di mitragliatrici e armipesanti sparati dai miliziani, inquello che testimoni oculari han-no descritto all’agenzia Ansa comel’episodio di guerriglia urbana piùdevastante dalla fine della rivoltacontro Gheddafi del 2011.

Gli incidenti sarebbero stati in-nescati dalla morte di un impor-tante membro della brigata di Mi-surata Nuri Friwan. L’uomo erastato catturato lunedì scorso damiliziani della capitale a uncheckpoint. I suoi compagni era-no intervenuti per liberarlo, maFriwan era rimasto gravemente fe-rito negli scontri e giovedì è mor-to. Per vendicare la sua uccisionealcuni suoi commilitoni sono par-titi da Misurata, pesantemente ar-mati, e si sono diretti alla capitaleattaccando la zona di Suq AlJuma a est di Tripoli. A quel pun-to tra i due gruppi si è scatenatauna battaglia, in un vero e propriobraccio di ferro in vari quartieridella capitale. E ieri Misurata hadeciso di prendere le distanze daquanto accaduto nella capitale.Gli stessi familiari di Friwan han-no condannato le violenze e han-no invitato a un cessate il fuoco.

Ma aldilà delle condanne e de-gli inviti la principale questioneda risolvere al momento è quelladi porre un freno al potere dellemilizie che continuano a dettarelegge in un Paese dove le autoritàdi transizione faticano a imporsi.Gli scontri armati fra le brigateesasperano i tripolini che regolar-mente protestano contro la pre-senza delle fazioni armate in città.

Un nuovo movimento popolareha indetto una manifestazione peroggi pomeriggio a Tripoli perprotestare contro lo stato di caosin cui versa la Libia ma soprattut-to contro l’estensione di un man-dato del Congresso generale na-zionale libico. Il movimento che èstato formato poche settimane fada alcuni attivisti chiede la riele-zione dei membri del Congressogenerale nazionale.

Anche gli abitanti di Bengasisono scesi ieri in strada, per ilquinto giorno consecutivo, perprotestare contro l’ondata di vio-lenze che sta martoriando la città.

Maldive al votoper le presidenziali

Elettori in fila in un seggio della capitale (Afp)

Aumentano in Asiagli atti

di pirateria

GINEVRA, 9. Aumentano gli atti dipirateria nelle acque asiatiche. Aconfermarlo è l’O rganizzazionemarittima internazionale (Imo).Una nave cisterna battente ban-diera panamense — ha riferito ieril’Imo — è stata la seconda petro-liera a essere sequestrata nell’a rc odi un mese al largo delle costemalesi.

Il fatto è avvenuto giovedì scor-so: i pirati hanno rubato il caricodella nave, trasferendolo in un’al-tra imbarcazione. Tuttavia, secon-do l’agenzia delle Nazioni Unite,non è possibile attribuire con cer-tezza quest’ultimo sequestro allastessa banda di pirati che all’iniziodi ottobre aveva assalito una nave-cisterna thailandese, rilasciata do-po due giorni, ma non prima chene venisse prelevato l’intero caricoe che l’equipaggio venisse comple-tamente derubato.

Fonti della marineria malese ci-tate dalla stampa affermano che ilsequestro di giovedì scorso è ilterzo in due mesi. Una serie dieventi che ha messo in allarme iguardacoste malesi, ma anchequelli di Paesi limitrofi, e che se-gnalerebbe un’inversione di ten-denza rispetto agli ultimi anni.

Nonostante l’impegno e la coo-perazione dei Paesi che si affaccia-no sullo stretto di Malacca, unadelle rotte più transitate al mon-do, nel 2013 gli atti di pirateria so-no cresciuti di numero anche inquest’area, come pure in tutto ilSud-Est asiatico. Nei primi seimesi dell’anno, secondo l’Imo, laregione ha registrato 57 atti pirate-schi, la maggiore concentrazionenella casistica mondiale.

Vertice del Comitato centrale del Partito comunista cinese

Pechino progetta il suo futuroPE C H I N O, 9. Si è aperta oggi a Pe-chino la riunione del Comitato cen-trale (Cc) del Partito comunista dal-la quale si attendono importanti de-cisioni sul proseguimento della poli-tica di riforme economiche e socialilanciate oltre trent’anni fa da DengXiaoping. Si tratta di un appunta-mento fondamentale — commentanonumerosi analisti — per capire qualisaranno le mosse del Dragone, ossiadi quella che è destinata a diventarenei prossimi anni la prima economiamondiale.

Nel corso della riunione il presi-dente Xi Jinping e il premier LiKeqiang dovrebbero indicare le li-nee guida della politica cinese per ilprossimo decennio. Tradizionalmen-te le prime due riunioni di un nuo-vo Cc sono dedicate ai problemi bu-rocratici. Il nuovo gruppo dirigente

lancia il suo programma nel terzoi n c o n t ro .

Tra le novità possibili, ci sono unrafforzamento del ruolo del mercatoe una limitazione delle imprese sta-tali e della burocrazia. Stando allastampa locale, dovrebbero essercimaggiori riconoscimenti alle impreseprivate e, inoltre, sul tavolo ci sareb-be anche la questione della riformadel welfare, cioè un miglioramentodel sistema di assistenza sociale. Siè parlato anche di riforma della pro-prietà della terra e della possibileabolizione della netta divisione traresidenti delle campagne e della cit-tà. La riunione si svolge in una lo-calità segreta, sotto la protezione diun massiccio schieramento delle for-ze di sicurezza. I controlli sono statirafforzati dopo i fatti avvenuti il 29ottobre a piazza Tienanmen, a Pe-chino, nei quali cinque persone so-

no rimaste uccise. Non sono previsticomunicati ufficiali fino alla diffu-sione del documento conclusivo,che verrà reso noto al termine deilavori, il 12 novembre.

Intanto, gli ultimi dati parlano diun’economia cinese ancora moltosolida, che sembra non volerne sa-pere d’interrompere la propria cor-sa. Anche se non tutti gli indicatorisono positivi. Le esportazioni sonocresciute in ottobre del 5,6 per centosu base annua, superando le previ-sioni degli economisti. Ma le impor-tazioni sono cresciute a un ritmo su-periore, il 7,6 per cento, provocandouna riduzione dell’avanzo commer-ciale di Pechino del 3,3. Aumental’inflazione, che è cresciuta del 3,2per cento rispetto al dato dello stes-so periodo dell’anno scorso. A set-tembre era stato registrato un livellopari al 3,1 per cento.

Nawaz Sharif prontoal dialogo con i talebani

ISLAMABAD, 9. Il premier pakistano,Nawaz Sharif, ha ieri sostenuto che«il Governo è deciso a risolvere iproblemi esistenti con i talebani at-traverso un negoziato». Parlando auna assemblea di imprenditori aKarachi, e alludendo all’uccisioneda parte di un drone statunitensedel capo del Tehrek-e-taliban Paki-stan, Hakimullah Mehsud, sostitui-to da Maulana Fazlullah, Sharif haspiegato che «avevamo approntatouna delegazione governativa chedoveva avviare un negoziato con italebani, ma ora è sorto un ostaco-lo». «Non vogliamo — ha tuttaviaaggiunto — ulteriore spargimento di

sangue di nostri fratelli e sorelle.Questa vicenda avrebbe dovuto es-sere risolta prima, ma ora tocca anoi affrontare il problema. E voglia-mo farlo attraverso il dialogo».L’elezione come capo dei talebanidel mullah Fazlullah, conosciutoper il suo fondamentalismo ha, agiudizio di quasi tutti gli analisti,allontanato, se non vanificato, leprospettive dell’apertura di un ne-goziato di pace in Pakistan. E ilPaese potrebbe inoltrarsi presto inun tunnel di sangue e violenza se siavverasse l’annunciata minaccia diuna ondata di attacchi a obiettivigovernativi fatta dai talebani.

MALÉ, 9. Sono cominciate nelleMaldive le operazioni di voto per ilprimo turno delle elezioni presiden-ziali in cui tre candidati ambisconoa succedere nella massima caricadello Stato all’uscente MohamedWaheed, autore di un golpe nelfebbraio 2012 ai danni del presiden-te Mohamed Nasheed. Gli elettorihanno cominciato a votare alle 7.30locali e avranno otto ore di tempo,mentre lo spoglio delle schede co-mincerà un’ora dopo la chiusuradei seggi. E proprio Nasheed, lea-der del Partito democratico maldi-viano, è il grande favorito della

consultazione. Già il 7 settembrescorso infatti si era imposto in unprimo turno con il 45,45 per centodei voti nei confronti di AbdullahYamin, cognato dell’ex dittatoremaldiviano Gayoom. Ma il candi-dato giunto terzo ad appena 3.000voti dal secondo, Gasim Ibrahim,membro del Partito Jumhoory e uo-mo più ricco dell’arcipelago, hapresentato un ricorso che è stato ac-colto dalla Corte suprema. Un ten-tativo realizzato dalla Commissioneelettorale di ripetere il voto il 18 ot-tobre è stato boicottato da Yamin eIbrahim.

L’OSSERVATORE ROMANOpagina 4 domenica 10 novembre 2013

Alla Gregoriana si discute del cosmo

Breve storia dell’universoQuattro anni dopo la pubblicazione dei «Notebooks» manca uno studio approfondito

I segretidi Agatha Christie

di ENRICO REGGIANI

Cos’è un notebook? Untaccuino che puòospitare segni d’ognitipo: verbali, figurati-vi, musicali (che si

ammirano in quelli del poeta e ge-suita inglese Gerard Manley Hop-kins). Un quadernetto per appun-ti che il viaggiatore porta con sé eche assorbe i sapori dei quattroangoli del mondo. Un bloc-notesda tenere nel taschino della giaccasul quale lo scrittore annota unafrase, un’immagine di cui non sivuole privare.

Un notebook è queste e molte al-tre cose. Comunque, in generale,secondo la giovane antropologamaliana Aissatou Mbodj-Pouye,che insegna alla Sorbona, «Scrive-re su un notebook significa adattar-si a una particolare forma scritta.(...) Il notebook è caratterizzato dalfatto che dura e che rappresental’atto dello scrivere [su un suppor-to cartaceo in cui] una nota scrittaha la più elevata probabilità di es-sere conservata. In questo modociò che distingue un notebook inquanto luogo di memorizzazioneemerge con chiarezza rispetto aglialtri supporti utilizzabili».

Cosa, poi, si decida di affidarealla memoria del notebook — e perquali ragioni — è altra storia, an-

thoveniano e il mondo circostante,che ancora oggi suscitano la mera-viglia dei nostri occhi e dei nostricuori.

Accade anche che, talvolta, ma-gari tra i principali protagonistidell’esperienza politica e istituzio-nale, fioriscano anche secret note-books d’ogni specie: s e c re t per vo-cazione, caso, necessità o ragiondi Stato. E in questi casi si istitui-scono in genere specifiche com-missioni di studio. A tutt’oggi nonrisulta che analoga commissionesia stata istituita dalla AgathaChristie Ltd, che gestisce i dirittiletterari e mediatici connessiall’opera della grande scrittrice in-glese (1890-1976), né prima né do-po l’attesissima pubblicazione deisuoi Secret Notebooks. Fifty Years ofMysteries in the Making, organizza-ti dall’espertissimo e devoto JohnCurran per i tipi della londineseHarperCollins (2009): al suo in-terno, talora persino nell’illeggibi-le calligrafia dell’autrice, tramemodificate, conclusioni alternative,scene eliminate, nonché la munifi-ca aggiunta di due inedite P o i ro tstories.

Qualche recensore giornalisticoha correttamente messo in dubbiola valenza “s e g re t a ” dei Notebooks,“scovati” nella casa di vacanzadella scrittrice: ad esempio, sul«Telegraph», Laura Thompson,

a quelle di Agatha Christie, che,lo ricordiamo, sembra sia stata tra-dotta in più lingue di Shakespearee abbia venduto più copie dichiunque altro.

Altro che ingenuità e dilettanti-smo: caso mai animated algebra —com’ebbe a scriverne il grandegiornalista e scrittore londineseFrancis Wyndham (1924-1980) ecome, in certa misura, traspare dairicchi e fascinosi, ma non di radocaotici e faticosi, materiali raccoltinei Secret Notebooks curati da Cur-ran. Attenzione, però: sarà pure“algebra”, ma quanto animated,quanto ricca (letteralmente) dellaquotidiana normalità della “vita

di GABRIELE GIONTI

L’universo ha una vitaall’incirca di 13,8 mi-liardi di anni (è il da-to più aggiornato).La teoria che lo de-

scrive su larga scala è quella dellaRelatività generale. Questa teoriapresuppone che lo Spazio-Temposia, in realtà, come un’entità fisica(una geometria quadridimensionale)che è modificata dalla materia-ener-gia (E=mc2 per cui c’è equivalenzafra materia ed energia). La primagrande conseguenza della cosmolo-gia basata sulla teoria della Relativi-tà generale (cosmologia relativistica)è che il nostro universo non è stati-co, come si pensava originariamen-te, ma si espande.

Questo risultato, del tutto teorico,non convinceva lo stesso Einstein,che affermò che la soluzione eramatematicamente corretta ma fisica-mente sbagliata. Lo scienziato avevain mente un modello che provenivadalla teoria di Kant-Laplace, in cuil’universo era come una grande sca-tola nella quale vi erano tutti gli og-getti celesti. Localmente potevanoavvenire dei fenomeni di allontana-mento e avvicinamento fra gli og-getti celesti ma, globalmente, lospazio ambiente, in cui tutti gli og-getti erano immersi, rimaneva fisso.

Einstein, per evitare l’espansione,introdusse una costante nelle sueequazioni, quelle della Relatività ge-nerale, che fu chiamata, successiva-mente, costante cosmologica. Essariusciva ad avere, come soluzione,un universo statico. Tuttavia la sco-perta del re d - s h i f t , cioè che le righespettrali della luce proveniente dacorpi celesti è spostata verso il ros-so, ha provato che effettivamente glioggetti celesti si allontanano fral o ro .

Altro punto cruciale nel dibattitodella cosmologia relativistica moder-

atomo originario. Successivamentequest’atomo avrebbe subito un de-cadimento, come di solito accadenegli atomi instabili, e da qui co-minciò il nostro universo.

La proposta di Lemaître fu al-quanto osteggiata dal mondo scien-tifico perché sembrava in accordocon il concetto di creazione descrit-to nella Genesi. Fred Hoyle, con ilmodello stazionario, sosteneva chela densità dell’universo rimaneva co-stante, durante l’espansione, e nonvi era né un inizio né una fine. Nel1965 Penzias e Wilson, dei Bell La-

cui il tempo inizia ed è quello (Lo-rentziano) che conosciamo noi (tem-po reale). Tuttavia la prima fase sicomporta come il “vuoto” di unateoria fisica — un vuoto instabile,comunque — che Hawking accostaal niente (filosofico) “originario” (sinoti tuttavia che il vuoto fisico, co-me egli lo intende, non è il nulla fi-losofico della creatio ex nihilo).

Hawking crede che il tempo im-maginario della fase di vuotodell’universo, rappresenti l’atemp o-ralità della teologia in cui c’era il“nulla”. Inoltre in questa fase non vi

na è stato il confronto fra il modellostazionario (Steady State Universe),che ha avuto come principale soste-nitore l’astrofisico inglese FredHoyle, e il modello dell’atomo ori-ginario, poi chiamato Big bang. Ilproblema era: se l’universo si espan-de la densità di materia-energia di-minuisce, quindi se si osserva il pro-cesso all’indietro la densità aumentamano a mano che si torna nel pas-sato fino al punto di un collassogravitazionale che potrebbe essereun inizio. Un punto zero? Questaera l’idea del cosmologo e sacerdotebelga Georges Lemaître che formulòl’ipotesi dell’atomo originario, cioèche l’universo fosse iniziato da unistante iniziale in cui tutta l’e n e rg i a -materia era in uno stato di densitàaltissima come concentrata in un

boratories, costruirono una grandeantenna per le microonde e trovaro-no che esisteva un radiazione di mi-croonde di 2.7 gradi Kelvin omoge-nea e isotropa. Questo provava chel’universo era omogeneo e isotropo,e che c’era stata una fase in cuil’universo era stato tanto denso datrattenere la luce. Questa radiazionedi fondo cosmica è chiamata CMB.(Cosmic Microwave Background) esi trova a circa a 380 mila anni do-po il Big bang. Perciò il Big bang èil solo modello a spiegare la CMB.Una volta stabilita la veridicità dellateoria del Big bang, resta da capireche cosa sia. La fisica che indagaquesta fase è chiamata Gravitàquantistica (Quantum Gravity).Non avendo, per adesso, una teoriauniversalmente accettata e consoli-data di Gravità quantistica, ci sonodiverse proposte ma nessuna sembraconvincente, anche perché non ab-biamo nessun segnale dall’universoprimordiale prima della barriera del-la CMB. Ciononostante il Big bangcontinua a creare inquietudini nellacoscienza di molti scienziati perchésembra un argomento simile allacreatio ex nihilo, e, inoltre, sembrainvocare la necessità di un creatore.

è nessuna singolarità iniziale e quin-di non vi è un inizio (nessun Bigbang). Il sistema passa dal nullaatemporale all’universo che cono-sciamo noi per l’effetto-tunnel quan-tistico (cioè una transizione possibi-le solo a livello quantistico). Tutta-via questa non è “La soluzione” delQuantum Gravity, come molti auto-ri ribadiscono. È un modello semi-classico ottenuto tramite molte as-sunzioni e approssimazioni, che nonspiega nemmeno, in maniera detta-gliata, come lo Spazio-Tempo sicomporti nelle vicinanze della sin-golarità.

Lo studio della CMB ha fattoemergere un altro problema da risol-vere: il problema dell’orizzonte. Sel’universo si è espanso come faadesso, allora non si spiega che tut-ta la radiazione cosmica sia a unatemperatura costante di 2,7 k. Ci sa-rebbero dovute essere delle zone,sulla superficie della CMB, non in“connessione causale”. Questo pro-blema fu risolto, negli anni Ottanta,con il meccanismo dell’inflazione,che risolve il problema dell’orizzon-te con una super-espansione origi-naria esponenziale che a un certopunto terminò. La super-espansione

Dal big bangin poiUn convegno in due giornate:«L’inizio e la fine dell’universo.Orientamenti scientifici, filosofici eteologici». Si svolgerà allaPontificia Università Gregoriana l’11novembre e il 31 marzo. Il relatoreche aprirà il convegno — gesuitaricercatore alla Specola Vaticana,istituzione che insieme allaGregoriana organizza l’incontro —ha sintetizzato per il nostro giornaleil suo intervento.

La partita della comprensione profondadei meccanismi della cosmologiaè sempre apertaE non coinvolge solo gli scienziati

zione. La soluzione del QuantumGravity è nota come soluzione diHartle- Hawking. Essa afferma chel’universo si trova in una fase origi-naria, detta “euclidea”, in cui il tem-po è immaginario e trattabile cometutte le altre coordinate spaziali. Inquesta fase, di fatto, è come se nonci fosse il “temp o”. Successivamentesi ha una “transizione” a una fase in

è causata dalla costante cosmologicaintrodotta da Einstein, che originauna sorta di gravità repulsiva. Que-sto è lo stesso meccanismo che oggispiega la recente osservazione delfatto che il nostro universo acceleranella sua espansione.

L’inflazione spiega accuratamentel’uniformità della temperatura dellaCMB. Inoltre l’inflazione spiegamolto bene i dati cosmologici attua-li che mostrano un universo pratica-mente piatto e infinito. Ma dato chela velocità di propagazione della lu-ce è finita, un universo infinito si-gnifica che in esso ci sono già regio-ni che non possono comunicare fradi loro. Quindi queste zone (dettenon in connessione causale) si com-portano come universi indipendentie l’unione di tutti questi universi èchiamato il “multiverso”. Il concettoesotico di multiverso emerge anchein teorie più complicate come quelladell’inflazione caotica e quella dellestringhe.

Questo panorama sulla compren-sione attuale dell’universo su larga epiccola scala è lungi dall’essere com-pleto. Rimane sempre aperta la par-tita su una comprensione più pro-fonda dei meccanismi attuali dellacosmologia e della gravità quantisti-ca. Come si evince, questi argomen-ti di frontiera o di “p eriferia” di co-smologia classica e quantistica ten-dono sempre a intersecarsi con que-stioni filosofiche e teologiche chesempre, anche se velatamente, evi-denziano l’eterno anelito dell’uomoa dare risposte sull’esistenza delmondo e sul destino dell’uomo chelo abita.

Il famoso cosmologoStephen Hawking ha ri-cordato, in diverse oc-casioni, come JamesHartle sia riuscito a tro-vare una soluzione delQuantum Gravity cheeviti il problemadell’inizio e della crea-

Nei taccuini si trovanotrame modificate, scene eliminateconclusioni alternativeE anche l’aggiuntadi due inedite «Poirot Stories»

vera” — forse non casualmente ali-mentata dalla conoscenza edall’esempio del modello monu-mentale di Chesterton, che fu ilfondatore e primo presidente delDetection Club, frequentato ancheda Agatha Christie, che lo presie-dette a sua volta dal 1958 alla suamorte nel 1976 e che, dunque, benne conosceva e ne praticava le re-gole: «Onorare il King’s English;non nascondere mai un indizio vi-tale al lettore; attenersi alla prassidelle indagini, distinguendole da“divina rivelazione, intuizionefemminile, (cerimoniali esotici, lo-sche manovre; perché Curran liomette?!), coincidenza o atti divi-ni”; osservare “una decorosa mo-derazione nell’uso di bande, raggidella morte, fantasmi, misteriosicinesi o misteriosi veleni scono-sciuti alla scienza”».

Come non riconoscere in questocampionario di bizzarrie qualchevelato riferimento ad altri crime-w r i t e rs (più o meno) coevi conben diverse visioni dell’uomo edel mondo: su tutti, magari, uncerto Arthur Conan Doyle (1859-1930)?

Meglio, dunque, non lasciarsiingannare dall’apparente semplici-tà e immediatezza del “mestiere dis c r i v e re ” di Agatha Christie: meri-terebbe anche maggiore acribia fi-lologica ed ermeneutica di quellamessa in campo da Curran, possi-bilmente in grado di valorizzare ipoderosi elementi di un approccioantropologico, epistemologico eculturale appassionato della realtà.Meglio non considerare scontatipassi come il seguente, tratto dallasua Au t o b i o g ra p h y, e percepire leconseguenze creative e testuali delsuo forte sapore programmatico:«Il punto sostanziale di una buo-na detective story è che deve riguar-dare una persona ovvia che però,al tempo stesso, per qualche ra-gione, finisci per scoprire che nonè ovvia per niente, che potrebbeanche non averlo fatto — anche se,naturalmente, in realtà lo avevafatto». Meglio, infine, assaporarneil sano realismo e il «gentile spiri-to cristiano» ricordato durante lesue esequie dal suo editore Wil-liam Collins, il quale concluse di-cendo: «Agatha sapeva cosa signi-ficava la vera religione».

che se l’originaria necessità antro-pologica che lo richiede non vamai sottovalutata. Un paio di altriesempi illustri può forse confer-marlo ulteriormente. C’è, infatti,anche chi ha utilizzato notebook “atemp o”: Chesterton, ad esempio,che, come ricorda Ian Ker nellasua recente biografia pubblicatada Oxford University Press, nontenne agende o diari, se si eccet-tuano taccuini giovanili in cui an-notò pensieri e riflessioni: partico-larmente significativo quello cheva dal 1894 al 1898/1899, che illu-mina «un periodo di intenso svi-luppo intellettuale e spirituale».Infine, ci sono anche irraggiungi-bili meraviglie di umanità comegli appunti di Beethoven che, daun certo punto della sua vita inavanti, suo malgrado ma per no-stra fortuna, non poté più rinun-ciare ai cosiddetti «taccuini diconversazione» (K o n v e rs a t i o n s h e f -te): veri e propri “appunti parlan-ti”, depositari di dialoghi altri-menti impossibili tra il genio bee-

che ha dato alle stampe una bio-grafia di Christie nel 2007 consul-tandoli come già aveva fatto JanetMorgan per la sua nel 1984; op-pure, su «The Guardian», JohnO’Connell, il quale ha anche ri-cordato che la stessa Christie liaveva menzionati nella sua Au t o -b i o g ra p h y, soggiungendo che «ladeludente verità è che non ho ungran metodo nello scrivere. D’al-tra parte, se si conduce una vitaabbastanza indaffarata come lamia, è davvero arduo trovare unpaio di settimane per lavorare sen-za interruzioni». Ma si diffidi, perprincipio, di questo genere di con-fessioni. Soprattutto quando chise le lascia (apparentemente) sfug-gire può vantare una vastità diproduzione, una coerenza narrati-va, una capacità di orchestrare ipersonaggi, una lungimiranzastrategica nella gestione dei pianispazio-temporali, una raffinatezzaorganizzativa nell’architettura deicicli di storie intorno a un unicoprotagonista, e via dicendo, simili

«L’ultima ruota del carro» di Giovanni Veronesi ha inaugurato il Festival del cinema di Roma

Vita di un uomo onesto

Un modello descrittivo dell’espansione dell’universo dopo il big bang

La scrittrice alla macchina da scrivere

di GA E TA N O VALLINI

Raccontare in una commedia la storia di unuomo normale, dove normale sta per onesto,fedele alla famiglia e ai propri ideali di mo-ralità, rettitudine e lealtà. È quanto ha fattoGiovanni Veronesi ne L’ultima ruota del car-ro , che nella serata di venerdì 8 novembre,ha aperto l’ottava edizione del Festival inter-nazionale del film di Roma. La pellicola in-fatti ripercorre la storia privata — vera al no-vanta per cento, assicura il regista — di Er-nesto, trasportatore e autista, che per qua-rant’anni ha girato l’Italia in lungo e in lar-go, assistendo agli scandali economici e almalaffare politico, ai sogni e alle delusioniche hanno segnato la vita del Paese, ma chegrazie al suo sguardo limpido e a un’indoleincorruttibile ha schivato le trappole e leperverse scorciatoie del guadagno facile. In-somma, un padre che ha scelto di non farmangiare pane sporco ai figli, come ha dettoPapa Francesco. Cinematograficamente il ri-sultato è apprezzabile, ma il merito maggio-re del regista sta nella scelta di fare un filmin qualche modo controcorrente: laddove

l’attuale cinematografia italiana preferiscestorie di degrado morale, di tradimenti e difamiglie allo sfascio — e Veronesi finora nonaveva fatto eccezione con le sue commedie —qui si presenta la vita di un uomo che nontradisce i propri ideali, dentro e fuori casa.Si sorride, a volte con amarezza; ci si com-muove anche un po’. E si riflette.

Ernesto, splendidamente interpretato daElio Germano, cresce coltivando i sogni e idesideri di un ragazzo nato negli anni Ses-santa: imparare un mestiere, magari quellodi tappezziere, accanto al padre; avviareun’attività in proprio; sposarsi e mettere sufamiglia. Insomma, vivere una vita semplicema felice. Ma gli eventi e un amico fin trop-po intraprendente lo costringeranno aun’esistenza che non è la sua. Ernesto, mitee al limite dell’ingenuità, subirà il destino,ma riuscirà comunque a non restarne travol-to. Sullo sfondo Roma e i fatti più significa-tivi della storia italiana, dall’assassinio di

Moro da parte delle Brigate rosse alla vitto-ria degli azzurri ai mondiali di calcio del1982, da tangentopoli e la caduta della pri-

mettono compromessi, sa che per essere feli-ci basta poco, basta accontentarsi. Non servealtro, se questo altro significa vendersi l’ani-ma, rinunciare alla propria integrità. E così,nonostante schiaffi e umiliazioni, Ernesto,l’ultima ruota del carro, è un vincente vero.E in qualche modo quello di Veronesi unfilm politico.

ma Repubblica al berlusconismo.Per quanto paradossale possa

sembrare, il protagonista, apparente-mente piccolo e insignificante, è inrealtà un eroe di un’Italia passatadal bianco e nero al colore portan-dosi dietro troppi difetti dai qualinon riesce ancora a liberarsi, in cuifurbi e disonesti sono spesso consi-derati modelli positivi vincenti e glionesti cretini e perdenti. Ernesto,contento della sua vita — del suo la-voro, della sua famiglia unita (la suatenera vicenda sentimentale con lamoglie Angela, interpretata da Ales-sandra Mastronardi, è uno dei cardi-ni del film) — e coerente fino in fon-do con i suoi principi che non am- Elio Germano e Alessandra Mastronardi in una scena del film

L’OSSERVATORE ROMANOdomenica 10 novembre 2013 pagina 5

Con questo volume, il cardinaleTarcisio Bertone consegna a co-loro che sono impegnati nel ser-vizio diplomatico della SantaSede, e non solo, un’abb ondan-

te serie di riflessioni sulle principali questio-ni che riguardano la vita della comunità del-le Nazioni e toccano da vicino le aspirazionipiù profonde della famiglia umana: la pace,lo sviluppo, i diritti umani, la libertà religio-sa, l’integrazione sovranazionale.

Per la diplomazia pontificia, poi, si trattadi preziose indicazioni che consentono dicoglierne l’unicità, ad iniziare dalla figuradel diplomatico, sacerdote e pastore, chiama-to ad un’azione che, pur mantenendo il rigo-roso profilo istituzionale, è impregnata di af-flato pastorale; azione che del cardinale Ber-tone ha caratterizzato il settennato di servi-zio come segretario di Stato, a sostegno ge-neroso e fedele del pontificato di BenedettoXVI. Il suo servizio al vertice, sia nella sferapiù amministrativa della Curia romana, siain quella dei rapporti internazionali dellaSanta Sede, si è opportunamente prolungatodurante i primi mesi del mio pontificato. Lasua pacata e matura esperienza di servitoredella Chiesa ha aiutato anche me, chiamatoalla sede di Pietro da un Paese lontano,nell’avvio di un insieme di relazioni istitu-zionali doverose per un Pontefice.

L’incontro con la figura del cardinale Tar-cisio Bertone, nota per il suo ruolo e la suapersonalità gioviale, ha avuto per me, nelpassato, tre particolari momenti. Ricordo an-zitutto il primo approccio alla Torre San Gio-vanni in Vaticano l’11 gennaio 2007 dove sonostato in visita con la Presidenza della Confe-renza Episcopale argentina: uno scambiomolto sereno e nello stesso tempo assai co-struttivo sui problemi che allora ci assillava-no. Quando nel 2007, egli si è recato in Ar-gentina come Legato pontificio per la cele-brazione della beatificazione di Zeffirino Na-muncurá, il suo tratto fraterno nell’i n c o n t r a rei vescovi della Conferenza episcopale, l’affabi-lità tutta salesiana nel trattare con la gente

mondo senza confini. La crisi, però, se è unacertezza per tutti, ci interroga sulle scelte sinqui fatte e sulla direzione che in futuro in-tendiamo seguire, richiamando la responsa-bilità delle persone e delle istituzioni per eli-minare le tante barriere che hanno sostituitoi confini: disuguaglianze, corsa agli arma-menti, sottosviluppo, violazione dei dirittifondamentali, discriminazioni, impedimentialla vita sociale, culturale, religiosa.

Questo domanda una riflessione realisticanon solo sul nostro piccolo mondo quotidia-no, ma anche sulla natura dei legami cheuniscono la comunità internazionale e delletensioni presenti al suo interno. Lo sa benel’azione della diplomazia che attraverso isuoi protagonisti, le sue regole e i suoi meto-di è strumento concorrente alla costruzione

gente, il limite di un’azione pragmatica chespesso ha il sapore dell’involuzione. Un mo-do di pensare e di agire che, se prevale, limitaqualsiasi azione sociale e politica e impediscela costruzione del bene comune.

La vera utopia del bene, che non è un’ideo-logia né sola filantropia, attraverso l’azionediplomatica può esprimere e consolidarequella fraternità presente nelle radici dellafamiglia umana e da lì chiamata a crescere, aespandersi per dare i suoi frutti.

te a limiti, condizionamenti, ostacoli è possi-bile fondere e integrare i comportamenti, ivalori e le regole che si sono andati costi-tuendo nel tempo.

La prospettiva cristiana sa valutare sia ciòche è autenticamente umano sia quanto sca-turisce dalla libertà della persona, dalla suaapertura al nuovo, in definitiva dal suo spiri-to che unisce la dimensione umana alla di-mensione trascendente. Questo è uno deicontributi che la diplomazia pontificia offre

conflitti o daremo ai diritti della persona lagiusta collocazione. Il diritto più importantedi un popolo e di una persona non sta nelnon essere impedito di realizzare le proprieaspirazioni, bensì nel realizzarle effettiva-mente e integralmente. Non basta evitarel’ingiustizia, se non si promuove la giustizia.Non è sufficiente proteggere i bambini dal-l’abbandono, dagli abusi e dai maltrattamen-ti, se non si educano i giovani ad un amorepieno e gratuito per l’esistenza umana nellesue diverse fasi, se non si danno alle fami-glie tutte le risorse di cui hanno bisogno percompiere la loro imprescindibile missione, senon si favorisce in tutta la società un atteg-giamento di accoglienza e di amore per lavita di tutti e di ciascuno dei suoi membri.

Una comunità degli Stati matura saràquella in cui la libertà dei suoi membri è pie-namente responsabile della libertà degli altri,sulla base dell’amore che è solidarietà ope-rante. Questa, però, non è qualcosa che cre-sce spontaneamente, ma implica la necessitàdi investire lavoro, pazienza, impegno quoti-diano, sincerità, umiltà, professionalità. Nonè questa la via maestra che la diplomazia èchiamata a percorrere in questo XXI secolo?

Sono tanti e pregnanti gli spunti di que-sto lavoro che dimostra quanto il cardinale

Sette anniin un mondo globalizzatoAnticipiamo la prefazione che Papa Francesco hascritto — firmandola il 14 settembre, festa dellaEsaltazione della Santa Croce — al libro del cardinaleTarcisio Bertone, La diplomazia pontificia in un mondoglobalizzato (Città del Vaticano, Libreria EditriceVaticana, 2013, pagine 544, euro 25). Coprendo unarco temporale che va dal settembre 2006 al giugno2013, il libro riporta 43 interventi del cardinaleBertone come segretario di Stato. Il volume verràpresentato martedì 12 novembre nell’Aula nuova delSinodo in Vaticano. Moderati da padre FedericoLombardi, direttore della Sala Stampa della SantaSede, interverranno l’arcivescovo DominiqueMamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati dellaSegreteria di Stato, Hans-Gert Pöttering, giàpresidente del Parlamento europeo e presidente dellaKonrad Adenauer Foundation e Vincenzo Buonomo,ordinario di diritto internazionale presso la PontificiaUniversità Lateranense, che ha curato e introdottola raccolta.

dopo ogni celebrazione pubblica, avevano ri-scosso il mio interesse e la mia ammirazione.Il cardinale Bertone, nei suoi colloqui con lemaggiori istanze politiche della nazione avevasottolineato l’apporto della Chiesa nella paci-ficazione e riconciliazione, necessari per rige-nerare il tessuto sociale lacerato da tante si-tuazioni che avevano messo in pericolo laconcordia nazionale, e con ciò aveva dato unprezioso sostegno all’opera intrapresadall’episcopato argentino per ricostruire il tes-suto etico, sociale e istituzionale del Paese.

Qualche mese prima dello stesso annoaveva avuto luogo in Brasile la V C o n f e re n z agenerale dell’episcopato latinoamericano edei Caraibi (9-14 maggio 2007) alla quale hopartecipato in qualità di primate della Chie-sa di Argentina. Lì trovai il cardinale Berto-ne, che accompagnava Papa Benedetto XVI,interessato non solo agli aspetti ecclesiali sa-lienti, ma alla dimensione sociale e culturalepresentati nel documento finale e affidati inprimo luogo alle comunità ecclesiali latino-americane.

Un interesse che riappare scorrendo l’in-sieme dei suoi interventi pronunciati in di-verse aree geografiche, rivolti sia all’internodella Chiesa e delle sue strutture, sia di fron-te alle istanze politiche dei diversi Stati e apubblici eterogenei.

Ci si accorge subito di un’attenzione rivol-ta alla crisi che stiamo vivendo, globale ecomplessa, che rende concreta l’idea di un

delle nuove relazioni veramente giuste e soli-dali per cui ogni Nazione e tutte le personesiano rispettate nella loro identità e dignità,e promosse nella loro libertà. In tal modo idiversi Paesi avranno modo di progettare illoro avvenire, così come le persone potrannoscegliere i modi per realizzare le loro aspi-razioni di creature fatte a immagine del crea-t o re .

In questa fase storica la comunità interna-zionale, le sue regole e le sue istituzioni sitrovano, infatti, obbligate a scegliere una di-rezione che riprenda le loro rispettive radicicostitutive e porti la famiglia umana versoun futuro che non solo parli il linguaggiodella pace e dello sviluppo, ma sia capacenei fatti di includere tutti, evitando chequalcuno resti ai margini. Questo significasuperare l’attuale situazione nella vita degliStati e in quella internazionale che vede l’as-senza di convinzioni forti e di programmisul lungo periodo intrecciarsi con la profon-da crisi di quei valori che da sempre fonda-no i legami sociali.

Di fronte a questa globalizzazione negativache è paralizzante, la diplomazia è chiamata aintraprendere un compito di ricostruzione ri-scoprendo la sua dimensione profetica, deter-minando quella che potremo chiamare utopiadel bene, e se necessario rivendicandola. Nonsi tratta di abbandonare quel sano realismoche di ogni diplomatico è una virtù non unatecnica, ma di superare il dominio del contin-

del bene comune, chiamatoanzitutto a leggere i fatti in-ternazionali, che è poi unmodo di interpretare la real-tà. Questa realtà siamo noi,la famiglia umana in movi-mento, quasi un’opera incontinua costruzione che in-clude il luogo e il tempo incui si incarna la nostra storiadi donne e di uomini, di co-munità, di popoli. La diplo-mazia è, dunque, un servi-zio, non un’attività ostaggiodi interessi particolari deiquali guerre, conflitti internie forme diverse di violenzasono la logica, ma amara,conseguenza; né strumentodelle esigenze di pochi cheescludono le maggioranze,generano povertà ed emargi-nazione, tollerano ogni gene-re di corruzione, produconoprivilegi e ingiustizie.

La crisi profonda di con-vinzioni, di valori, di idee of-fre all’attività diplomaticauna nuova opportunità, cheè allo stesso tempo una sfi-da. La sfida di concorrere arealizzare tra i diversi popoli

Servono diplomaticicapaci di ridare alla vita internazionaleil senso della comunitàSuperando individualismi e slealtàper promuovereun’etica della solidarietà

Una diplomazia rinnovata significa diplo-matici nuovi, e cioè capaci di ridare alla vitainternazionale il senso della comunità rom-pendo la logica dell’individualismo, dellacompetizione sleale, del desiderio di primeg-giare, promuovendo piuttosto un’etica dellasolidarietà capace di sostituire quella dellapotenza, ormai ridotta ad un modello dipensiero per giustificare la forza. Proprioquella forza che contribuisce a spezzare i le-gami sociali e strutturali tra i diversi popoli,e allo stesso tempo a distruggere i vincoli chelegano ognuno di noi ad altre persone finoal punto di condividere lo stesso destino. Ladirezione che prenderanno i rapporti interna-zionali sarà allora legata all’immagine cheabbiamo dell’a l t ro : persona, popolo, Stato.

Ecco la chiave della rinascita di quellaunità tra i popoli che fa sue le differenzesenza ignorare gli elementi storici, politici,religiosi, biologici, psicologici e sociali chesono espressione di diversità. Anche di fron-

mune ben radicato. Ancora di più possonodar vita a istituzioni unitarie in seno alla co-munità internazionale, capaci di compiereun servizio senza che ciò neghi l’identità, ladignità e la libertà responsabile di ogni Pae-se. Il servizio di queste istituzioni sarà di

all’umanità intera, operando per farrinascere la dimensione morale neirapporti internazionali, quella chepermette alla famiglia umana di vi-vere e svilupparsi assieme, senza di-ventare nemici gli uni degli altri.Se l’uomo manifesta la sua umanitànella comunicazione, nella relazio-ne, nell’amore verso i propri simili,le diverse Nazioni possono legarsiintorno a obiettivi e pratiche condi-vise, e generare così un sentire co-

Non basta evitare l’ingiustiziase non si promuove la giustiziaNon è sufficiente proteggere i bimbi da abusiabbandoni e maltrattamentise non si educano i giovani all’amore gratuito

ma di volontariato, né un obiettivo ideale,ma una scelta frutto di un vincolo socialebasato su quell’amore capace di costruireuna nuova umanità, un nuovo modo di vive-re. Non sarà facendo prevalere la ragion diStato o l’individualismo che elimineremo i

Bertone abbia saputo presentare l’annuncioevangelico, i valori e le grandi istanze delladottrina della Chiesa, in conformità con lelinee portanti del magistero di BenedettoXVI, con quell’equilibrio e quella sobrietà ne-cessari a favorire una cultura del dialogo,

chinarsi davanti al bisogno dei di-versi popoli, scoprendo cioè le ca-pacità e le necessità dell’altro. È ilrifiuto dell’indifferenza o di unacooperazione internazionale fruttodell’egoismo utilitaristico, per fareinvece attraverso organi comuniqualcosa per gli altri.

Il servizio così, non è semplice-mente un impegno etico o una for-

propria della Santa Sede.Il metro della vita dei ser-

vitori della Chiesa non èdettato da quel «stampareuna notizia a grandi lettere,perché la gente pensi chesia indiscutibilmente vera»(Jorge Luis Borges), anzi èintessuto, pur nei limiti ine-renti alla condizione e pos-sibilità di ciascuno, dalla si-lenziosa e generosa dedizio-ne al bene autentico delcorpo di Cristo e al servizioduraturo della causa del-l’uomo. Perciò la storia, lacui misura è la verità dellacroce, renderà evidente l’in-tensa azione del cardinaleBertone, che ha dimostratoanche di avere la temprapiemontese del gran lavora-tore che non lesina nelle fa-tiche nel promuovere il be-ne della Chiesa, preparatoculturalmente e intellettual-mente e animato da una se-rena forza interiore che ri-corda la parola dell’ap ostolodelle genti: «Di null’a l t romai ci glorieremo se nondella Croce di Gesù Cristo,nostro Signore: egli è la no-stra salvezza, vita e risurre-zione; per mezzo di Lui sia-mo stati salvati e liberati»(Galati, 6, 14).Un’immagine dell’incontro di Papa Francesco in Vaticano con i rappresentanti pontifici (21 giugno 2013)

La prefazione di Papa Francesco al libro del cardinale Tarcisio Bertone sulla diplomazia pontificia

Sfida per il futuro

L’OSSERVATORE ROMANOpagina 6 domenica 10 novembre 2013

Assemblea della Conferenza italiana superiori maggiori

Come capire i segni dei tempidi EGIDIO PICUCCI

«La nostra assemblea ha fatto me-moria del Vaticano II non come unarealtà passata, ma come una realtàattiva che dà senso al presente, cioècome ermeneutica dell’oggi». È ilriassunto rapido e indovinato che ilmonaco camaldolese Giovanni DalPiaz ha fatto della cinquantatreesi-ma assemblea generale della Confe-renza italiana superiori maggiori(Cism) che si è tenuta dal 4 all’8novembre scorsi ad Abano Terme.

L’assemblea, cui hanno partecipa-to oltre cento ministri provinciali«aveva a cuore — ha detto il mon-fortano Pierluigi Nava — due obiet-tivi: non fermarsi solo a un datocommemorativo dei cinquant’annidel Vaticano II, ma recuperare, perquanto possibile, un lessico caro algrande teologo Yves Congar, chedefinì il Concilio un evento di re s -s o u rc e m e n t , parola che noi abbiamotradotto con un “ritorno alle fonti”,ma che non ridà pienamente loslancio contenuto nel termine fran-cese. Il secondo obiettivo, impegna-tivo e forse anche ambizioso, si rial-laccia a una considerazione del teo-logo Christoph Theobald, secondoil quale il concilio ci ha indicato elasciato in eredità un modo partico-lare di fare esperienza della Chiesa.La trasmissione della fede, diciamopure la generazione della fede, av-viene secondo una struttura relazio-nale, cioè che si fonda sul modusagendi di Cristo stesso. La praticapastorale non viene, quindi, dopouna riflessione sulla fede, ma è den-tro quella logica che situa al centrodella fede stessa la sua applica-zione».

È stata molto opportuna, allora,la scelta del tema, visto che c’è an-cora molto da scoprire e in buonaparte ancora da attuare, «perché da-

gli anni Novanta — spiega don Bep-pe Roggia — dopo l’aggiornamentodelle costituzioni, i consacrati si so-no messi a correre in mille forme ein mille direzioni, passando di disil-lusione in disillusione, senza aspet-tare che la Chiesa li affiancasse. Sisono come ripiegati su se stessi, la-mentando la diminuzione delle vo-cazioni, l’invecchiamento delle fra-ternità, la difficile e quasi impossibi-le gestione delle case. E hannoaperto una specie di faglia con ilconcilio. Ritornare sull’evento, e inmaniera intelligente come si è fattonell’assemblea, è saldare quella fallae riscoprire le attese, gli slanci e lesperanze degli anni in cui l’assiseconciliare si è tenuta».

In questo senso, potrà aiutare lasorpresa di riscoprire nei documenticonciliari non un richiamo alla di-sciplina, tipico dei documenti tri-dentini, ma la spinta a una fedeltàcreativa e a una fede purificata daeredità culturali ornai superate; unritorno alle fonti “genuine” dellatradizione, implicitamente poco evi-denti nelle incrostazioni dei secoli ecapaci di dare impulsi fedeli e puri-ficatori. «Sarebbe una bella grazia— ha aggiunto don Roggia — sco-prire che ci sono insegnamenti noncapiti o interpretati male; o, anchese capiti, non assunti con la dovutaresponsabilità. Per esempio la risco-perta di cosa vuol dire interpellare i“segni dei tempi”, con tutta quelladimensione che mette in gioco unacapacità e una metodologia di di-scernimento sia a livello personaleche a livello comunitario e di istitu-to, è un fatto che forse mai in questicinquant’anni è stato capito nellasua giusta portata. Come tutti, an-che noi consacrati restiamo colpitida certe situazioni che noi stessi vi-viamo, ma come tutti, ne facciamouna lettura sociologica che non può

darci risposte né profonde, né cari-smatiche, né spirituali. Oppure ci ri-fugiamo in uno spiritualismo che èuna specie di fuga dalla realtà e nontiene conto di quanto sta accaden-do, che guarda al futuro senza unancoraggio al presente».

Ovviamente, è stato osservato nelcorso dell’assemblea, questo nonvuol dire che in cinquant’anni nonsi è fatto nulla; sì è fatto certamentequalcosa, ma non raramente limitatoa cambi esteriori: vestiti, orari, mag-gior personalizzazione della vitaconsacrata, ridimensionamento. Si èfrequentemente, insomma, lavoratopiù in superficie, senza scendere nelfondo dei problemi, come invece sisarebbe dovuto fare. «Negligenza?Rifiuto? Certamente no — aggiungeancora don Roggia — ma piuttostointeressamento, da una parte, per lerealtà ritenute umanamente più ur-genti; dall’altra preoccupazione peri grandi eventi che ci coinvolgono eper l’amara costatazione che la vitaconsacrata non ha più quel primato“di vetrina” che aveva prima delConcilio. Lo vedo anche dal puntodi vista della formazione: facendoun bilancio di questi ultimi cin-quant’anni, noto che si sono attuatemolte cose, ma non si è ancora pe-netrati in quella dimensione che laPerfectae caritatis chiede: arrivare,cioè, al cuore della persona per larealizzazione di un mondo nuovo».Non è perciò fuori luogo o addirit-tura un’accusa, allora, dire che an-che le diverse comunità cristiane«hanno forse giocato in questa dire-zione, per cui anche loro sonopreoccupate di risolvere problemiimmediati e non si accorgono, peresempio di quanta parte positiva lavita consacrata riversa nelle parroc-chie e nelle diocesi, spesso in modonascosto ma efficace».

La specifica missione dei laici cristiani

Te s t i m o n inel mondo di oggi

di ANGELO SCOLA

Descrivere il fedele laico a partiredall’insegnamento del concilio Vati-cano II implica considerare la suaidentità in termini di “vo cazione-missione” (Cfr. Christifideles laici, 2,8-9). Egli, infatti, riceve la propriaidentità nel battesimo ordinatoall’Eucaristia che lo costituiscemembro del Corpo di Cristo e quin-di lo radica essenzialmente ed esi-

stenzialmente nell’appartenenza ec-clesiale (anche la realtà dei carismi edei ministeri trova la sua ragiond’essere in questa radice sacramenta-le), inviandolo al mondo quale testi-mone. In questo modo possiamo di-re, con un’espressione sintetica, chel’identità del fedele laico è quelladel “testimone nel mondo”: questaaffermazione se ben intesa rivela an-che il contenuto proprio dell’indolesecolare caratteristica del fedele lai-co. Il testimone, quando è autenti-co, fa sempre spazio all’interlo cuto-re e a tutte le sue domande, di qua-lunque tipo esse siano: «Non ci so-no confini, non ci sono limiti» (Pa-pa Francesco, santa messa per laXXVIII Giornata mondiale della gio-ventù, 28 luglio 2013). Non è certoun ripetitore di teorie o di dottrinecristallizzate, ma vive delle stessedomande del suo interlocutore, poi-ché è immerso in quel medesimocampo che è il mondo. Non esisto-no infatti domande dei nostri con-temporanei che non siano nostre; le“periferie esistenziali” — per usarel’espressione di Papa Francesco —sono anzitutto i confini della nostrastessa esperienza umana.

Con una bella espressione Bene-detto XVI approfondisce la dinamicadella testimonianza affermando cheessa «è il mezzo con cui la veritàdell’amore di Dio raggiunge l’uomonella storia, invitandolo ad accoglie-re liberamente questa novità radica-le. Nella testimonianza Dio si espo-ne, per così dire, al rischio della li-bertà dell’uomo» (Sacramentum cari-tatis, 85). La precisazione di Bene-detto XVI — «Dio raggiunge l’uomonella storia» — appare decisiva. In-fatti la categoria di testimonianza sirifà da una parte alla fisionomia sta-bilmente costitutiva del cristiano inquanto seguace di Cristo ma,dall’altra, qualifica la dimensione se-

colare della Chiesa tutta, e quindianche la specifica indole secolaredel fedele laico, come una realtà chenon è possibile predeterminare inastratto. In questo contesto parlaredi “indole secolare” significa parlaredella missione della Chiesa e, quin-di, dei fedeli laici, come intrinseca-mente segnata dalla storia. La do-manda circa l’identità del fedele lai-co diventa pertanto essenzialmentepratica. Si tratta di individuare co-me oggi l’indole secolare della Chie-sa e, quindi, dei laici debba venirdeclinata. Ciò equivale a identificarei tratti essenziali della missione ec-clesiale dei fedeli laici all’inizio delterzo millennio cristiano. Qui diven-ta decisiva la questione della voca-zione-missione dei fedeli laici inRussia.

I laici sono chiamati a testimonia-re nel mondo la bellezza della lorofede. Questa testimonianza integra-le, sempre storicamente situata, chevalorizza carismi e ministeri, è an-che, in forza dell’indole secolare, ildono più grande che possiamo fareai nostri fratelli uomini in vistadell’edificazione della vita buonapersonale e sociale e del buon go-verno. Ecco perché Charles Péguy,nel suo stile inconfondibile, affermache i cristiani sono «i più civici fragli uomini, eredi degli antichi civici,universalmente, eternamente civici».

In Germania la beatificazione di Maria Teresa Bonzel

Al servizio di orfani e ammalatidi ANDREA AMBROSI*

Maria Teresa Bonzel (1830-1905) ap-partiene a quella schiera di protago-nisti che tra Ottocento e Novecentosi distinsero per la vigorosa spiritua-lità, la profonda pietà e il donarsiquotidianamente, con svisceratoamore, ai più piccoli della terra e al-le opere apostoliche. L’azione, pre-ziosissima, di questa donna — chedomenica 10 novembre, a Paderbornin Germania, il cardinale AngeloAmato, prefetto della Congregazio-ne delle Cause dei Santi, beatificain rappresentanza di Papa Francesco— si colloca nel contesto del “servi-zio” reso dalle congregazioni religio-se che è stato di supplenza per leinadempienze delle istituzioni civili,ma, soprattutto, di formazione dellecoscienze. Tutti quelli che l’hannoben conosciuta convengono nell’af-fermare che è stata una personalitàdi spicco nella storia della Chiesacattolica in Germania.

Per lei era unica la via che le suefiglie dovevano percorrere per tem-prare la loro anima e renderla capa-ce di saper ben distinguere la scaladei valori morali: trattandosi di unadelle finalità specifiche della congre-gazione fondata da Maria Teresa,questa desiderò che le sue figlie de-dicassero i loro sforzi miglioriall’adorazione perpetua del Santissi-mo Sacramento, con spirito ripara-tore e a favore delle anime del Pur-gatorio. Questo è stato il suo mes-saggio più intimo e più insistito.

Talvolta raggiungere questo fine ri-chiedeva da lei stessa e dalle sue fi-glie lo sforzo di restare in adorazio-ne per due o tre ore di seguito, mala Bonzel, in tali casi, non cedeva ecomunque voleva che l’adorazionefosse sempre fatta e in ginocchio.L’Eucarestia costituiva l’apice e ilpunto di riferimento della sua inte-riorità e dal Santissimo Sacramentoricavava le forze necessarie per cam-minare verso la santità. Maria Tere-sa Bonzel nacque nella Westfaliameridionale, ad Olpe il 17 settembre1830. Questo piccolo villaggio con-tava allora 1870 abitanti e dipendevapoliticamente dalla Prussia. Accoltadopo le scuole primarie nel collegiodelle orsoline di Colonia, dopo unanno ritornò in famiglia e fu per lamamma e per la sorella inferma di

grande aiuto e conforto. Colpita asua volta da una malattia cardiaca,non potendo soddisfare lì per lì ildesiderio di farsi religiosa, fondòcon altre amiche una congregazioneo lega mariana, i cui membri si im-pegnavano ad una particolare devo-zione verso la Madonna, alla pre-ghiera comune, ad ornare l’a l t a renel mese di maggio e nelle altre fe-stività mariane, nonché ad opere dimisericordia corporale. Decisiva, perla sua vocazione religiosa fu l’assi-stenza a una missione popolare, te-nuta nella vicina parrocchia diDrohshagen, nel 1850, dai padrifrancescani: crebbe da quel momen-to il suo amore per san Francesco everso il suo spirito, tanto che l’annoseguente entrò nel Terz’ordine fran-cescano, prendendo il nome di Ma-ria Teresa.

Il 22 ottobre del 1859, insieme al-le due giovani compagne che le era-no state sempre vicine, tornò ad Ol-pe per iniziare la vita religiosa co-mune in estrema povertà e con au-stere pratiche di penitenza. Il 20 di-cembre 1860, assieme ad altre ottogiovani, prese l’abito religioso ed ilnome di Maria Teresa del Santissi-mo Sacramento; il giorno seguentesi iniziò nella nuova comunità l’ado-razione perpetua. Compito partico-lare fu la cura degli orfani e quelladell’assistenza a domicilio degli am-malati poveri. La nuova congrega-zione fu riconosciuta definitivamen-te con il nome di povere suore fran-cescane dell’adorazione perpetua diOlpe. Maria Teresa, unitamente allasua comunità, durante la guerrafranco-prussiana (1870-1871), si presecura dei militari feriti, tanto da me-ritare dalla stessa imperatrice unpubblico encomio. Si delineava cosìil profilo spirituale della nuova con-gregazione di Madre Bonzel, ovverovita contemplativa e vita attiva vis-sute insieme con impareggiabile ze-lo e straordinaria abnegazione. Conil Kulturkampf il governo guidatodal celebre statista Otto von Bi-smark iniziò la sua persecuzionecontro la Chiesa; la stessa Maria Te-resa Bonzel fu impedita nella suaazione apostolica e fu costretta adinviare alcune sue suore a fondare leprime filiali a Lafayette in Indiana(Stati Uniti d’America), ove si di-stinsero per l’apostolato tra gli am-malati e la gente bisognosa.

*Postulatore della causa

A Moscal’i n c o n t rocon Cirillo

Il cardinale arcivescovo diMilano incontrerà martedì 12a Mosca il patriarca ortodossoCirillo. L’incontro tra leChiese sorelle si collocanell’ambito delle iniziativepromosse dall’arcidio cesiambrosiana per celebrare imillesettecento annidell’Editto di Milano. Durantela visita che inizia domani,domenica 10, il porporatopresiederà anche una messacon la comunità cattolica nellacattedrale. Nel pomeriggio èprevista la partecipazione a unconvegno internazionalepresso l’università ortodossaSan Giovanni Crisostomo.Lunedì 11 è poi in programmaun intervento sul tema deilaicato cristiano, di cuianticipiamo ampi stralci.

Nuovo sito per il Ccee

BARCELLONA, 9. In occasionedell’incontro della Commissionedelle comunicazioni sociali delConsiglio delle conferenze episco-pali d’Europa (Ccee), che si svolgein questi giorni a Barcellona e chesi concluderà il 10 novembre, è sta-to presentato ai partecipanti all’in-contro il nuovo sito in rete dell’or-ganismo (www.ccee.eu). La graficadel sito, improntata sui colori e illogo del Ccee, è opera del graficoolandese Patrick Jimenez Quina-yas. Nella sua nuova versione initaliano e in inglese, il sito si pro-pone di presentare il Ccee e le sueattività. Assieme alle sezioni che il-

lustrano la composizione dell’o rg a -nismo episcopale europeo, sonopresenti pagine che permettono diapprofondire i vari temi affrontatidal Consiglio attraverso le suecommissioni, gruppi di lavoro oincontri istituzionali. Con la sezio-ne “News”, legata al calendariopresente nella homepage, l’utentepotrà venire a conoscenza degli in-contri passati e futuri e delle ulti-me notizie. Nella sezione “Media”sono invece presenti notizie utili aiprofessionisti dell’informazione,che potranno accedervi effettuan-do la registrazione nella mailing li-st.

L’OSSERVATORE ROMANOdomenica 10 novembre 2013 pagina 7

Ai volontari dell’Unitalsi il Papa chiede di aiutare i sofferenti a essere protagonisti nella so cietà

Poveri e malatiricchezza per la Chiesa

Nomina episcopale in Inghilterra

Nuovi membridella Pontificia Accademia delle Scienze

Nuovo membrodella Pontificia

Accademiadelle Scienze Sociali

Stefano Zamagni

Nato a Rimini nel 1943, si èlaureato nel 1966 in economia ecommercio presso l’UniversitàCattolica del Sacro Cuore di Mi-lano, specializzandosi nel 1973presso il Linacre College dell’uni-versità di Oxford. Dal 1985 al2007 ha insegnato storia dell’ana-lisi economica all’università LuigiBocconi di Milano. Attualmente èprofessore ordinario di politicaeconomica presso l’università diBologna e professore aggiunto dieconomia politica internazionalepresso la Johns Hopkins Univer-sity. Fa parte del comitato scienti-fico di varie riviste economicheitaliane e internazionali, ha parte-cipato ai comitati organizzatori diconvegni scientifici ed è statomembro del comitato scientificodelle Settimane sociali dei cattoli-ci italiani. È autore di numerosepubblicazioni, volumi e saggi, co-sì come di contributi al dibattitoculturale e scientifico. Nel 1991 èstato nominato consultore delPontificio Consiglio della Giusti-zia e della Pace, e nel 1999 è statoammesso alla New York Academyof Sciences.

Shinya Yamanaka

Nato il 4 settembre 1962 a Higa-shiōsaka, Osaka (Giappone), dopoessersi diplomato alla Tennōji HighSchool, ha frequentato l’università diKobe, dove si è laureato in Medici-na nel 1987; successivamente si èspecializzato come chirurgo ortope-dico, prima di dedicarsi alla ricercadi base. Ha conseguito il PhDall’università di Osaka nel 1993, perpassare poi al Gladstone Institute diSan Francisco (Stati Uniti d’Ameri-ca) e al Nara Institute of Scienceand Technology in Giappone. È at-tualmente Direttore del Center foriPS Cell Research and Applicationdell’università di Kyoto e continuala sua collaborazione con il Gladsto-ne Institute. Le sue ricerche vertonosui modi di generare cellule similialle cellule staminali embrionali tra-mite la riprogrammazione di cellulesomatiche al fine di comprendere imeccanismi molecolari alla base del-la pluripotenza e della proliferazionerapida delle cellule staminali embrio-nali e per individuare i fattori cheinducono la riprogrammazione. Hadato a queste cellule il nome di “cel-lule staminali pluripotenti indotte(iPS)”. Ha ricevuto il premio Nobelin fisiologia o medicina nel 2012.

Juan Martín Maldacena

Nato il 10 settembre 1968 a Bue-nos Aires (Argentina), ha studiato fi-sica presso l’Instituto Balseiro di Ba-riloche e si è laureato nel 1991all’università di Buenos Aires. Nel1996 ha ottenuto il dottorato pressol’università statunitense di Princeton,sotto la direzione del professor Cur-tis Callan. Dopo alcuni impegni po-stdottorali alla Rutgers University, siè trasferito all’università di Harvarde poi all’Institute for Advanced Stu-dies di Princeton, dove è attualmen-te docente. Studia la gravità quanti-stica e la teoria delle stringhe, allaricerca di una descrizione dello spa-zio-tempo coerente dal punto di vi-sta della meccanica quantistica. Haesaminato gli aspetti quantistici deibuchi neri sulla base della teoria del-le stringhe, proponendo un’equiva-lenza tra spazio-tempo iperbolico

quantistico e le teorie dei campiquantistici che si trovano ai loroconfini. È membro dell’Accademiaamericana delle arti e delle scienze, eha ricevuto la borsa di studio MacArthur, il premio Sackler, il premioDannie Heineman, la medaglia Di-rac dell’International Centre forTheoretical Physics e il premio di fi-sica fondamentale. Nel 2002 la Pon-tificia Accademia delle Scienze gliha assegnato la medaglia Pio XI.

La nomina di oggi riguarda la Chie-sa in Inghilterra.

Mark O’To olevescovo di Plymouth

Nato a Londra, il 22 giugno 1963,dopo la scuola secondaria ha conse-guito un baccalaureato in geografiaall’università di Leicester ed uno inteologia a Heythrop. Successivamen-te ha ottenuto la laurea in filosofiaalla Campion Hall, Oxford, e quellain teologia all’Università Pontificiadi Louvain con due ricerche sugliscritti di Hans Urs von Balthasar. È

stato ordinato sacerdote, per l’a rc i -diocesi di Westminster, il 9 giugno1990. Dopo essere stato viceparrocoa Willesden Green, è divenuto deca-no degli studi del seminario di AllenHall (1996-2002). Nel 2002 è statonominato segretario personale delcardinale Cormac Murphy O’Con-nor e infine, nel 2008, è diventatorettore del Seminario di Allen Hall.È membro del comitato eticodell’ospedale St. John and St. Eliza-beth a Londra, e consigliere della fa-coltà di teologia dell’Heythrop Col-lege di Londra. Il 6 aprile 2006 èstato nominato cappellano di SuaSantità.

I poveri e i malati sono «unaricchezza per la Chiesa». Lo ha dettoPapa Francesco ricevendo in udienzasabato mattina, 9 novembre, nell’Au l aPaolo VI, migliaia di volontari eassistiti dell’Unione nazionale italianatrasporto ammalati a Lourdes esantuari internazionali (Unitalsi).

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!vi saluto tutti con affetto, special-mente le persone malate e disabili,accompagnate dai volontari, gli as-sistenti ecclesiastici, i responsabili disezione e il Presidente nazionale,che ringrazio per le sue parole. Lapresenza del Cardinale De Giorgi,dei Vescovi e delle personalità isti-tuzionali è segno dell’a p p re z z a m e n -to che l’U N I TA L S I incontra nellaChiesa e nella società civile.

Da 110 anni la vostra associazionesi dedica alle persone ammalate oin condizioni di fragilità, con unostile tipicamente evangelico. Infatti,la vostra opera non è assistenziali-smo o filantropia, ma genuino an-nuncio del Vangelo della carità, èministero della consolazione. E que-sto è grande: la vostra opera è evan-gelica proprio, è il ministero dellaconsolazione. Penso ai tanti socidell’U N I TA L S I sparsi in tutta Italia:siete uomini e donne, mamme e pa-pà, tanti giovani che, mossidall’amore per Cristo e sull’esempiodel Buon Samaritano, di fronte alla

sofferenza non voltate la facciadall’altra parte. E questo di nonvoltare la faccia da un’altra parte èuna virtù: andate avanti con questavirtù! Al contrario, cercate sempredi essere sguardo che accoglie, ma-no che solleva e accompagna, paro-la di conforto, abbraccio di tenerez-za. Non scoraggiatevi per le diffi-coltà e la stanchezza, ma continuatea donare tempo, sorriso e amore aifratelli e alle sorelle che ne hannobisogno. Ogni persona malata e fra-gile possa vedere nel vostro volto ilvolto di Gesù; e anche voi possiatericonoscere nella persona sofferentela carne di Cristo.

I poveri, anche i poveri di salute,sono una ricchezza per la Chiesa; evoi dell’U N I TA L S I , insieme a tantealtre realtà ecclesiali, avete ricevutoil dono e l’impegno di raccoglierequesta ricchezza, per aiutare a valo-rizzarla, non solo per la Chiesa stes-sa ma per tutta la società.

Il contesto culturale e sociale dioggi è piuttosto incline a nasconde-re la fragilità fisica, a ritenerla sol-tanto come un problema, che richie-de rassegnazione e pietismo o allevolte scarto delle persone. L’UNI-TA L S I è chiamata ad essere segnoprofetico e andare contro questa lo-gica mondana, la logica dello scar-to, aiutando i sofferenti ad essereprotagonisti nella società, nellaChiesa e anche nella stessa associa-

zione. Per favorire il reale inseri-mento dei malati nella comunitàcristiana e suscitare in loro un fortesenso di appartenenza, è necessariauna pastorale inclusiva nelle parroc-chie e nelle associazioni. Si tratta divalorizzare realmente la presenza ela testimonianza delle persone fragi-li e sofferenti, non solo come desti-natari dell’opera evangelizzatrice,ma come soggetti attivi di questastessa azione apostolica.

Cari fratelli e sorelle ammalati,non consideratevi solo oggetto disolidarietà e di carità, ma sentiteviinseriti a pieno titolo nella vita enella missione della Chiesa. Voiavete un vostro posto, un ruolo spe-cifico nella parrocchia e in ogni am-bito ecclesiale. La vostra presenza,silenziosa ma più eloquente di tanteparole, la vostra preghiera, l’offertaquotidiana delle vostre sofferenze inunione a quelle di Gesù crocifissoper la salvezza del mondo, l’accetta-zione paziente e anche gioiosa dellavostra condizione, sono una risorsaspirituale, un patrimonio per ognicomunità cristiana. Non vergogna-tevi di essere un tesoro preziosodella Chiesa!

L’esperienza più forte che l’UNI-TA L S I vive nel corso dell’anno èquella del pellegrinaggio ai luoghimariani, specialmente a Lourdes.Anche il vostro stile apostolico e lavostra spiritualità fanno riferimento

alla Vergine Santa. Riscopritene leragioni più profonde! In particola-re, imitate la maternità di Maria, lacura materna che Lei ha di ciascunodi noi. Nel miracolo delle Nozze diCana, la Madonna si rivolge ai servie dice loro: «Qualsiasi cosa vi dica,fatela», e Gesù ordina ai servi diriempire di acqua le anfore e l’ac-qua diventa vino, migliore di quelloservito fino ad allora (cfr. Gv 2, 5-10). Questo intervento di Mariapresso il suo Figlio mostra la curadella Madre verso gli uomini. Èuna cura attenta ai nostri bisognipiù veri: Maria sa di che cosa ab-biamo bisogno! Lei si prende curadi noi, intercedendo presso Gesù echiedendo per ciascuno il dono del“vino nuovo”, cioè l’amore, la gra-zia che ci salva. Lei intercede sem-pre e prega per noi, specialmentenell’ora della difficoltà e della debo-lezza, nell’ora dello sconforto e del-lo smarrimento, soprattutto nell’oradel peccato. Per questo, nella pre-ghiera dell’Ave Maria, le chiediamo:«Prega per noi, peccatori».

Cari fratelli e sorelle, affidiamocisempre alla protezione della nostraMadre celeste, che ci consola e in-tercede per noi presso il suo Figlio.Ci aiuti lei ad essere per quanti in-contriamo sul nostro cammino unriflesso di Colui che è «Padre mise-ricordioso e Dio di ogni consolazio-ne» (2 Cor 1, 3). Grazie.

Incontro di festa nell’aula Paolo VIUn dialogo fatto di mani che si in-trecciano, sguardi che si incrociano,sorrisi che diventano lacrime dicommozione. Per due lunghe ore emezzo. Tante ne ha trascorse PapaFrancesco tra le migliaia di ammala-ti dell’Unitalsi riuniti sabato matti-na, 9 novembre, nell’Aula Paolo VI,per festeggiare i 110 anni di vitadell’associazione che accompagnasofferenti e disabili a Lourdes e neisantuari mariani del mondo.

Il Pontefice è passato in mezzo aloro, percorrendo fila per fila granparte dell’aula. Li ha salutati tutti.Per ciascuno ha avuto un parola, ungesto, una carezza, un bacio. Li hastretti a sé, li ha fatti sentire impor-tanti — «una ricchezza per la Chie-sa» li aveva definiti poco prima neldiscorso pronunciato all’iniziodell’udienza — confortandoli con lasperanza che il Signore è vicino enon si dimentica mai di loro.

Circa duemila gli ammalati e i di-sabili presenti. Con loro, almeno al-tri mille costretti in carrozzina. Adassisterli più di quattromila volonta-ri, insieme con familiari e amici. Unpopolo che ha nel dolore il suo pa-ne quotidiano ma che «troppo spes-so viene considerato a margine erientra nei paradossi della “culturadello scarto”» ha denunciato il pre-sidente nazionale, Salvatore Pagliu-ca, rivolgendo al Papa un saluto anome di tutta l’asso ciazione.«Quanta tenerezza e quanta vici-nanza infonde la sua attenzione ver-so il mondo della malattia e delladisabilità» ha detto rivolgendosi alPontefice e sottolineando lo specia-le «rapporto con il successore diPietro» che ha caratterizzato la sto-ria dell’Unitalsi fin dall’inizio (lasua fondazione si deve a GiovanniBattista Tomassi nel 1903): a comin-ciare da Pio X, oggi patrono del so-dalizio, il quale scriveva in calceall’atto costitutivo, presentatoglidallo stesso Tomassi e da AngeloGiuseppe Roncalli: «Di opere dicarità ce ne sono tante, ma questatutte le sorpassa sicché può chia-marsi opera di carità per eccel-lenza».

Il presidente ha presentato al ve-scovo di Roma la realtà di un’asso-ciazione che «in una società semprepiù complessa, con l’avanzare dellenuove povertà, non solo economi-che ma anche e soprattutto dellospirito, ha scelto la strada della re-sponsabilità, dell’impegno diretto»,per «contrastare la “cultura del ri-fiuto con impegno, passione e dedi-zione infinita verso la vita e verso lapersona». Una realtà racchiusaidealmente nei tre doni offerti alPapa: un calice, un libro sulla storiadell’Unitalsi e un album di disegnieseguiti dai bambini e dedicati allostesso Pontefice. A presentarglielo èstata la piccola Giulia, assicurando-

gli che «questa giornata rimarràsempre impressa nel nostro cuore».

All’udienza — preceduta da unatavola rotonda dedicata al tema:«La mia esperienza di fede», contestimonianze di personalità delmondo dello sport, dello spettacolo,della comunicazione, della politica,e di alcuni sofferenti — hanno par-tecipato tra gli altri il cardinale Sal-vatore De Giorgi, l’a rc i v e s c o v oAlessandro Plotti e il vescovo LuigiMarrucci, assistente ecclesiastico ge-nerale dell’asso ciazione.

Nel pomeriggio i presenti hannopoi preso parte alla messa celebratadal cardinale Tarcisio Bertone, ca-

merlengo di Santa Romana Chiesa.«La vita è mistero — ha detto ilporporato nell’omelia — che di perse stesso chiede responsabilità, amo-re, pazienza, carità, da parte di tuttie di ciascuno». Per questo, è ancorpiù «necessario circondare di pre-mure e di rispetto chi è ammalato esofferente». Anche se questo «non èsempre facile; sappiamo però dovepoter attingere il coraggio e lapazienza per affrontare le vicissitu-dini dell’esistenza terrena, in parti-colare la malattia e ogni genere disofferenza». È in Cristo, ha sottoli-neato il cardinale, che «si trova la

risposta all’enigma del dolore e del-la morte».

Il cardinale ha poi ricordato leparole rivolte da Papa Francesco adAssisi, agli ospiti dell’Istituto Serafi-co: «Sull’altare adoriamo la Carnedi Gesù; in loro troviamo le piaghedi Gesù. Gesù nascosto nell’Eucari-stia e Gesù nascosto in queste pia-ghe». E queste piaghe, come hadetto il porporato riprendendo l’in-vito del Papa: «devono essere ascol-tate da quelli che si dicono cristia-ni». Un invito accolto dall’asso cia-zione che in questi 110 anni ha di-mostrato la «capacità di saperascoltare e farsi carico di quanti so-no ammalati e infermi». Infatti, co-me ama dire Papa Francesco, gliammalati «sono carne di Cristo: voisiete carne di Cristo, il nuovo tem-pio in cui Dio si rende presente eva riconosciuto».

Il cardinale ha anche ricordatogli inizi dell’Unitalsi e la sua fonda-zione avvenuta nel 1903, quandoTomassi, «vicino alla disperazione amotivo della malattia che non riu-sciva ad accettare, si era recato aLourdes per mettere fine alla sua vi-ta, proprio davanti alla grotta diMassabielle, con un gesto di apertae clamorosa ribellione». E invece, lì«avvenne la sua conversione: MariaSantissima gli ottenne la grazia del-la luce interiore ed egli, profonda-mente compreso del valore del mes-saggio cristiano, scrisse le prime re-gole dell’associazione». Da quel pri-mo gruppo che diede vita al Comi-tato, oggi gli aderenti all’Unitalsisono migliaia e migliaia, «sparsi intutta Italia, presenti ed efficaci conla loro testimonianza di fede e dicarità nelle diocesi e nelle parroc-chie». Da allora, ha aggiunto il por-porato, «un senso di più profondafiducia è penetrato nell’animo ditanti ammalati ed uno spirito dimaggiore carità ha pervaso tantimedici, infermieri, infermiere, sacer-doti, religiose, barellieri, accompa-gnatori, dame della carità, che si so-no messi a totale servizio dei malati,non solo durante i pellegrinaggi,ma anche nella vita quotidiana».

Con il cardinale Bertone hannoconcelebrato, tra gli altri, il vescovoMarrucci, che gli ha rivolto un indi-rizzo d’omaggio all’inizio della mes-sa, padre Augusto Chendi, sotto-se-gretario del Pontificio Consiglio pergli Operatori sanitari, don CarmineArice, direttore dell’ufficio dellaConferenza episcopale italiana perla pastorale della salute, e una cin-quantina di sacerdoti. Il rito è statodiretto da monsignor Guillermo Ja-vier Karcher mentre il servizio litur-gico è stato svolto dai seminaristidel Pontificio Collegio Urbano dePropaganda Fide. I canti sono statieseguiti dalla corale San Prosperodi Carpineti, in Emilia Romagna,diretta da Mario Bertini.

Il saluto del Ponteficea pellegrini della Liguria

Papa Francesco ha incontrato sabato mattina 9 novembre, nell’auladella Benedizioni, mille fedeli venuti dalla Liguria, con i vescovi del-la regione guidati dal cardinale Angelo Bagnasco. A loro il Ponteficeha proposto una meditazione sul significato del pellegrinaggio. «Voivenite a Roma in pellegrinaggio — ha detto — e ognuno di voi haqualcosa nel cuore: un desiderio, un problema, una difficoltà, qualco-sa da dire al Signore. Approfittate di questi giorni, qui, per trovareuna soluzione a queste cose e avvicinarvi al Signore. Il Signore viaspetta sempre. Tutti noi. Il Signore non si stanca di aspettarci. Sem-pre ci aspetta: è buono, è buono!». Il pellegrinaggio serve, ha prose-guito, «proprio per crescere nella fede e incontrare il Signore. È unincontro col Signore. Un incontro spirituale che ci aiuta ad andareavanti nel cammino della vita. Così devono essere questi giorni dipellegrinaggio, con la gioia di essere insieme, in San Pietro, nellamessa. Tutto bello, ma sempre è il Signore. Non dimenticare il Si-gnore». E con il Signore, ha aggiunto, c’è sempre «anche sua Madre,che è la nostra», c’è «sempre la Madonna accanto al Signore». «Nelpellegrinaggio — ha spiegato ancora — si deve bussare al cuore delSignore» per «tante necessità e bisogni che noi abbiamo». Bisognadunque «approfittare dell’occasione: il Signore ascolta. Sempre ascol-ta. Forse troverà un’altra soluzione, non quella che noi chiediamo.Ma sempre ascolta, sempre!». Infine il Papa ha domandato ai fedelidi pregare per lui e, dopo la recita dell’Ave Maria e la benedizione,ha chiesto loro di portare il suo saluto soprattutto ai bambini, aglianziani e ai malati.

L’OSSERVATORE ROMANOpagina 8 domenica 10 novembre 2013

Per la conclusione del pellegrinaggio delle reliquie di san Roque González de Santa Cruz e compagni martiri

Il cardinale Hummesinviato del Papa in Paraguay

Messa del Pontefice a Santa Marta

L’acquache scorre nella Chiesa

È necessario pregare perché la Chiesa possa sempre far scorrere l’acquadella grazia, sia sempre fondata su Cristo e gli rimanga fedele, e i suoimembri si lascino ogni giorno convertire da Gesù. Lo ha raccomandatoPapa Francesco ai fedeli che hanno partecipato alla messa celebrata nellacappella di Santa Marta questa mattina, sabato 9 novembre. Il Ponteficeha richiamato il significato della ricorrenza liturgica della dedicazionedella basilica lateranense, cattedrale di Roma che ha il titolo di «madre ditutte le chiese dell’urbe e dell’orbe»: si tratta — ha detto — della festa del-la città di Roma, della Chiesa di Roma, della Chiesa universale. Poi hatratto dalle letture tre icone che parlano della Chiesa. Dalla prima lettura(Ezechiele, 47, 1-2.8-9.12) e dal salmo 45, l’immagine del fiume di acquache sgorga dal Tempio e che allieta la città di Dio, figura della grazia chesostiene e alimenta la vita della Chiesa. Dalla seconda lettura (I Corinzi, 3,9-11.16-17), l’icona della pietra, che è Gesù Cristo, fondamento su cui ècostruita la Chiesa. Dal vangelo della purificazione del Tempio (Giovanni,2, 13-22), l’icona della riforma della Chiesa: Ecclesia semper reformanda, laChiesa ha sempre bisogno di rinnovarsi perché i suoi membri sono pecca-tori e hanno bisogno di conversione.

Com’è noto, lo scorso 14 settembre è stata pubblicata la nomina del cardinaleCláudio Hummes, O.F.M., prefetto emerito della Congregazione per il Clero,a inviato speciale del Papa alla celebrazione conclusiva del pellegrinaggionazionale delle reliquie di san Roque González de Santa Cruz e dei compagnimartiri, nel venticinquesimo anniversario della loro canonizzazione, in p ro g ra m m aad Asunción, in Paraguay, il prossimo 15 novembre. La missione pontificiaal seguito del porporato sarà composta da don Virgilio Rodi Alonso,parroco-rettore della cattedrale metropolitana di Asunción e vicario giudizialedel tribunale interdiocesano, e da padre Alberto Luna, S.I., provincialedei gesuiti in Paraguay. Pubblichiamo di seguito il testo della lettera pontificiadi nomina del cardinale Hummes.

Venerabili Fratri NostroCL AU D I O S.R.E.

Cardinali HUMMES, O.F.M.Praefecto Emerito

Congregationis pro ClericisFortis est ut mors dilectio (Ct 8, 6)sanctorum, sublime exemplar aemu-lantium Redemptoris, qui verbis do-cuit opereque demonstravit quod bo-nus pastor animam suam ponit proovibus (Io 10, 11). Ad magnum coe-tum huiusmodi pastorum pertinentsanctus Rochus González de SantaCruz, primus Paraquariae sanctus, acAlfonsus Rodríguez et Ioannes delCastillo, missionario zelo de Hispa-nia usque ad Paraquariam perducti.Beatissimam Deiparam VirginemMariam constanter invocantes, histrenui Societatis Iesu presbyteri as-sidue in Christo aeternam salutem

indigenis populis praedicaverunt,multa bona opera ubique inchoanteset ita dictas reductiones condentes,atque denique proprio effuso sangui-ne fidei testimonium confirmaveruntet coronam gloriae ab ipso Dominoin caelo receperunt (cfr. 2 Tim 4, 8).

Sicut dilectus Decessor Nosterbeatus Ioannes Paulus II hos tresevangelizationis heroicos fautoresmaxima cumulavit laude, cum As-sumptione in urbe sollemniter eos

Christifidelium reliquias sancti Ro-chi González eiusque Sociorum to-tam per nationem in peregrinationeperferri, quod haud dubie optimamoffert occasionem ad preces abun-dantius fundendas, animas a peccatispurgandas, Eucharisticum pabulumsaepius recipiendum Verbumque Deirecte explanandum et meditandum.Quae omnia in hoc singulari An n oFidei simulque XXV anniversaria me-moria eorum canonizationis die XVmensis Novembris fastigium attin-gent in celebratione in urbe capitePa r a q u a r i a e .

Cupientes ergo Nos quoque eistribuere honorem, simulque populiillius terrae probatam confirmare fi-dem, apostolico cum ardore quon-dam a his Sanctis inchoatam, prom-pto animo accepimus petitionem Ve-nerabilis Fratris Catalini Claudii Gi-ménez Medina, Episcopi Caacupen-sis, Praesidis Conferentiae Episcopo-rum Paraquariae, qui humane a No-

bis poposcit ut Patrem Purpuratumilluc mitteremus ad memoratam con-clusivam celebrationem Assumptioneinsigni in urbe proximo die XV men-sis Novembris. Ad te autem recurri-mus, Venerabilis Frater Noster, quisancti Francisci Assisiensis excellenses filius, Decessorum Nostrorum fi-delis operis socius Nosterque fidusamicus, quique dignus profecto vide-ris ad honorificam hanc explendamlegationem. Libenter ideo te eligi-mus et Nostrum Missum Extraordina-rium ad memoratam celebrationemdestinamus.

Rogamus te ut, dum praesidebiscelebrationibus, adstantes Nostronomine imo ex corde salutes iisquesensus ostendas sincerae Nostrae ca-ritatis. Proinde cohortaberis omnesChristifideles, ac praecipue sacrosPastores, claro exemplo sanctorumMartyrum incitatos, ad fidem catho-licam vigilanter servandam, strenueproclamandam bonisque moribususque probandam. Dum tandem ipsilaetanter gratias agunt Deo proptertam eminentes caelestes Paraquariaetotiusque regionis Protectores, tu eossermone incita ut sanctorum per in-tercessionem sese late aperiant adDivinam Misericordiam recipiendamfratribusque assidue implorandam.

Denique Benedictionem Apostoli-cam, caelestis gratiae pignus et sin-cerae Nostrae caritatis testem, perli-benter tibi elargimur, quam nomineNostro cum omnibus hunc memora-bilem eventum participantibus pera-manter communices volumus.

Ex Aedibus Vaticanis,die X mensis Octobris, anno MMXIII,

Pontificatus Nostri primo.

sanctos proclamavit,eo magis et libentiusnunc Nos, qui magisadhuc eorum sentimusnecessitudinem, cupi-mus Ipsi eos venerarieorumque cultumcommendare et fovere.Cum vero compertumhabemus amplum essecampum humanae mi-seriae atque plurimisferventibusque indige-re misericordiae mini-stris, spem vivam po-nimus in valido exem-plo potentique apudDeum eorum interces-sione.

Laetanti ergo animonovimus magna cumdevotione Pastorum et

Chiesa dei Tre martiri del Río Grandea Presidente Lucena in Brasile