MORASCHI - publimax.eu - 2 - Giugno 2016.pdfe m a n u el a.s e ru g h etti @ p u bli m ax. e u...

51
BRE LEISURE&LIFESTYLE NUMERO 2 . 2016 . GIUGNO . PUBLIMAX EDITRICE . WWW.PUBLIMAX.EU . EURO 10,00 BRESCIA COME NON L’AVETE MAI VISTA MARCO MORASCHI LA MIA RIVOLUZIONARIA IMPRESA L’INTERVISTA A VINCENZO REGIS OMAR PEDRINI ZIO ROCK SI RACCONTA

Transcript of MORASCHI - publimax.eu - 2 - Giugno 2016.pdfe m a n u el a.s e ru g h etti @ p u bli m ax. e u...

Page 1: MORASCHI - publimax.eu - 2 - Giugno 2016.pdfe m a n u el a.s e ru g h etti @ p u bli m ax. e u Emanuela Serughetti, dall’esordio biografico america-no, è autrice di diversi romanzi,

BR

ESC

IA C

OM

E N

ON

L’A

VETE

MA

I VIS

TA .

LEIS

UR

E&LI

FEST

YLE

NU

MER

O 2

. G

IUG

NO

201

6 . L

IMIT

ED E

DIT

ION

BR

E

BRELEISURE&LIFESTYLE

NU

ME

RO

2 .

20

16

. G

IUG

NO

. P

UB

LIM

AX

ED

ITR

ICE

. W

WW

.PU

BL

IMA

X.E

U .

EU

RO

10

,00

BRESCIA COME NON L’AVETE MAI VISTA

MARCOMORASCHI

LA MIA RIVOLUZIONARIA IMPRESA

L’INTERVISTA AVINCENZOREGIS

OMARPEDRINIZIO ROCK SI RACCONTA

Page 2: MORASCHI - publimax.eu - 2 - Giugno 2016.pdfe m a n u el a.s e ru g h etti @ p u bli m ax. e u Emanuela Serughetti, dall’esordio biografico america-no, è autrice di diversi romanzi,

1

ANNALISA BONI - [email protected]

BRE EDITORIALE

numero dueUSCIAMO DA QUESTA COMFORT ZONE.

Adoro le persone brillanti, esplo-sive, emotive ma soprattutto vibranti. Adoro ascoltarne le storie e rivivere attraverso le loro parole le stesse emozioni che ne hanno scaldato la vita. Adoro chi sorride e fa della propria vita una sfida continua svuotata di punti di arrivo intesi come falsi incantatori per momenti comodi e “morbidi”.Adoro chi fugge dalla “comfort zone” e si “rifugia” nella sfida di-mostrando soprattutto a se stesso la gloria del cambiamento.La comfort zone è una “facile” area di transito, un rifugio emo-tivo, una cuccia mentale e una situazione di falso conforto. Si chiama comfort zone e in psi-cologia comportamentale è una condizione mentale di sicurezza, dove tutto è rassicurante, noto; dove ti muovi a tuo agio, senza grandi sorprese.Area di conforto o rassicurante trappola?Oggi ho voluto dedicare questo editoriale a questo concetto per esprimere quanto è fondamen-tale il rinnovamento per la vita di ognuno di noi. Per molti questa rituale “comfort zone” è diventata una dipendenza dalla quale è difficile uscirne, un punto di arrivo, un traguardo e una condizione di “falso” equi-librio. La comfort zone tende a custodire il nostro essere nella famosa “bottiglia di vetro” dive-nendo uno stagno emozionale impedendo al nostro essere di evolvere vivendo in un certo senso delle nostre “vecchie” certezze.

Molte persone semplicemente si trovano a proprio agio in questo “contenitore” tanto comodo e ben rivestito. La zona di confort rappresenta un limite alla felicità e non esiste spazio per le emozio-ni forti perchè tutto si riduce alla sopravvivenza. Provate a pensarci, uscire dalla zona di confort è un grandissimo esercizio per tutti noi. Provare nuove sfide e attra-verso le stesse evolversi ogni giorno sempre di più. Nella vita privata e in quella professionale per non abbandonarsi a una vita in condizioni di “cattività”.Questo è l’editoriale di giugno.Un augurio per ogni vostra nuova sfida.

... nessun uomo puo’ mai ritenersi veramente felice quando e’ costretto a vivere in condizioni

di “cattivita’” ...

CORSO MAGENTA 49 BRESCIAT. 030 2807810

Page 3: MORASCHI - publimax.eu - 2 - Giugno 2016.pdfe m a n u el a.s e ru g h etti @ p u bli m ax. e u Emanuela Serughetti, dall’esordio biografico america-no, è autrice di diversi romanzi,

[email protected]

Annalisa Boni, da oltre 10 anni è coordinatore editoriale di due riviste nazionali di design e enogastronomia. Trendsetter e attenta osservatrice di tendenze e stili di vita ha il piacere di portare in pagina solo le grandi ec-cellenze del globo proponendo il più autorevole specchio di una società in continua trasformazione.

LIKING: MODA, COSTUME, TENDENZE,HOTELLERIE, AUTO, DESIGN, VINTAGE.

[email protected]

Claudia Lazzari, cito una frase di Confucio che sento mia: “vivi come in punto di morte vorresti aver vissuto”.Ogni giorno vivo la vita, gli affetti e il lavoro con lo stesso entusiasmo e gratitudine, come se fosse l ‘ultimo...

LIKING: REIKI, CUCINA BIO, ACCESSORI, MODA, TENDENZE, CINEMA, TEATRO.

[email protected]

Laura Sorlini, vanta un’esperienza giornalistica competente e versatile maturata in anni di redazione. Appassionata di enogastrono-mia e turismo e aspirante som-melier, è alla continua ricerca di aspetti ed eventi da raccontare nelle rubriche che cura perio-dicamente per alcune delle più autorevoli riviste di settore.

LIKING: FOTOGRAFIA, VIAGGI, CUCINA, CINEMA, TEATRO, ENOGASTRONOMIA, DESIGN, ARTE, SPETTACOLO, NUOVE TECNOLOGIE, SPORT, AUTO D’EPOCA.

[email protected]

Emanuela Serughetti, dall’esordio biografico america-no, è autrice di diversi romanzi, editor e giornalista, una penna che persegue l’arte di mostrare attraverso la parola tutto ciò che è dotato di valore, di efficacia e di spessore, con occhio attento alla realtà delle cose.

LIKING: LETTERATURA, SCRITTURA, DESIGN, ARTE, MODA, COSTUME, VIAGGI, CUCINA, FOTOGRAFIA

[email protected]

Francesco Salvetti, Da sempre appassionato alla carta stampata entra nel mondo dell’editoria nel 1992 dal 1997 è socio e direttore responsabile di tutte le pubblicazione della casa editrice Publimax.Giornalista pubblicista dal 2001si diletta nel tempo libero in reportage e ritratti last minute.

LIKING: CINEMA, ARTE, FOTOGRAFIA E TUTTO CIÒ CHE TRASMETTE EMOZIONE.

[email protected]

Carlo Boni, nato con il DNA dell’editoria trasmessogli dalla famiglia, socio aziendale da 25 anni ed esperto conoscitore del mercato, cura e sviluppa l’aspetto commerciale della rivista.

LIKING: TURISMO, MODA, HOTELLERIE, ENOGASTRONOMIA, MOTORI, COSTUME, ECONOMIA.

PUBLISHERPublimax Editrice

EDITOR IN CHIEFFrancesco Salvetti . [email protected]

EDITORIAL CONSULTANTMassimo Boni . [email protected]

COORDINATORE EDITORIALE & CO-EDITORAnnalisa Boni . [email protected]

ADVERTISING & MARKETINGCarlo Boni . [email protected]

Claudia Lazzari . [email protected]

BACK [email protected]

PUBLISHINGEmanuela Serughetti . [email protected]

Eleonora Raschi . [email protected]

ADVERTISINGAnnalisa Boni

CONTRIBUTORSLucia Marchesi, Tiziana Adamo, Enrica OttelliPaolo Falsina, Federico Buelli, Laura Sorlini

Massimo Cominetti, Silvia MarelliMiro Bonardi, Pierpaolo Romano

Damiano Nava, Velvet, WonkaRosaria Poinelli

EDITORIAL OFFICEPublimax Editrice

Via XX Settembre 30 . 25122 Brescia ItalyT +39 030 37 76 55 [email protected]

Supplemento a Casaresart n.63Autorizzazione del Tribunale di Brescia n.12/2003 del 12/03/2003

PRINTED BYPagani, Passirano BS

DISTRIBUTION BY Diffusione Logistica Brescia

TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI © Publimax Srl 2016

È VIETATA LA RIPRODUZIONE TOTALE O PARZIALE DEL CONTENUTO DELLA RIVISTA SENZA AUTORIZZAZIONE

Page 4: MORASCHI - publimax.eu - 2 - Giugno 2016.pdfe m a n u el a.s e ru g h etti @ p u bli m ax. e u Emanuela Serughetti, dall’esordio biografico america-no, è autrice di diversi romanzi,

.5.

NELL’IMMAGINE MARCO MORASCHI,TITOLARE DI CM SERVIZI CLEANING CO.

BRE STORIE DI COPERTINA

4,

MARCO MORASCHI:

IMPRESAA CURA DI ANNALISA BONI E CLAUDIA LAZZARI

PARLANDO DI ECCELLENZE E DI ALTISSIMI STANDARD QUALITATIVI NON POTEVAMO DI CERTO NON INTERPELLARE

MARCO MORASCHI FOUNDER DI CM SERVIZI CLEANING CO., L’AZIENDA DECLINATA A STABILIRE IN CASA COME IN QUALSIASI

AMBIENTE INDUSTRIALE O COMMERCIALE I MASSIMI LIVELLI DI PULIZIA E DI IGIENE.

MA PER FAVORE NON CHIAMATELA SOLO IMPRESA DI PULIZIE PERCHÈ IL CONCEPT RIVOLUZIONARIO E VISIONARIO DEL

SUO FOUNDER L’HA RESA UNA FRA LE REALTÀ PIÙ INNOVATIVE IN GRADO DI CONSEGNARE AI PROPRI CLIENTI UN SERVIZIO

ESCLUSIVO, PRIVILEGIATO E DAL TAGLIO SARTORIALE!

LA MIA RIVOLUZIONARIA

Page 5: MORASCHI - publimax.eu - 2 - Giugno 2016.pdfe m a n u el a.s e ru g h etti @ p u bli m ax. e u Emanuela Serughetti, dall’esordio biografico america-no, è autrice di diversi romanzi,

.7.

sviluppo del marketing della nostra azienda, un fattore di crescita im-portante verso un concetto di stile assolutamente innovativo nel settore del Cleaning. La scelta di un marchio molto semplice, pulito e famigliare rispecchia il nostro metodo di lavoro, una professione particolare che ci conduce a essere “ospiti” nelle case o nelle aziende dei nostri clienti. É proprio qui che teniamo a conferma-re i nostri principi di educazione e rispetto apportando la miglior tecno-logia disponibile per il nostro settore. La scelta di attrezzature innovative e curate oltre che “belle” rappresenta un passaggio necessario affinché i nostri operatori possano prendersi cura al meglio degli ambienti che ci vengono affidati. La nostra sede è stata progettata e realizzata in un loft dall’appeal industriale/artigia-nale dove la tecnologia presente, unita alle scelte d’arredo, è rivolta a migliorare lo scambio di idee e la collaborazione tra i giovani compo-nenti del nostro staff. Questa strut-tura permette costantemente a tutti i nostri clienti, coordinatori e partner di essere aggiornati in Cloud sui pro-getti in fase di realizzazione. Infine la scelta in controtendenza di utilizzare il colore nero per rappresentarci, nasce dall’inconsueta associazione ad una tinta che in genere evidenzia imprecisioni e difetti, o polvere nel caso del nostro settore; riteniamo quindi che il colore nero sia perfetto per confrontarci e metterci alla prova.

Quanto e come la sua mission d’im-presa si sposa con lei, la sua vita e le sue abitudini private?Io credo di essere fondamentalmente una persona attenta ai dettagli tanto nell’ambito lavorativo quanto nella vita privata. Questa azienda mi ha dato modo di riflettere il mio essere nella mia professione.Molto spes-so non ci soffermiamo abbastanza nell’apprezzare ciò che ci circonda

Ci può rivelare alcuni nomi e brand a cui offre il suo servizio? La nostra azienda è nata e cresciuta inizialmente con le piccole e medie industrie bresciane che, affacciandosi ai mercati globali, con il desiderio di trasmettere un’immagine di qua-lità che li distinguesse rispetto ai competitors esteri, hanno deciso di utilizzare i nostri servizi per gesti-re e mantenere in ordine le proprie aziende. In seguito abbiamo affinato il pacchetto di proposte per la nostra clientela e grazie agli eventi di rilievo che ci hanno dato visibilità, abbia-mo potuto dimostrare la peculiarità del nostro lavoro anche a società e brand di rilevanza internazionale che necessitano di un servizio di pulizia efficiente, preciso e che sia di mag-giore qualità. Attualmente rendiamo disponibile il nostro operato a realtà di spicco del panorama imprendito-riale bresciano come il gruppo G&B Negozio, Folli Follie, Metalleghe, Gandola Biscotti, Mariabruna Beau-ty, Cavagna Pressofusione, Mon Petit Bistrot, Marcus, Ikea Shopping Center di Roncadelle. Sosteniamo anche eventi benefici come “Time To love” e offriamo gratuitamente i nostri servizi alla fondazione “Ro-nald Mc Donald’s” di Brescia. Sono sempre maggiori anche le strutture che operano su territorio nazionale che si rivolgono a noi come lo Sho-room Calvin Klein Milano, Lagrange 12 di Torino. Gruppo Acquatica senza dimenticare gli eventi durante la set-timana della moda in collaborazione con Mec 67 per stilisti come Neil Bar-ret, Fay, Alessandra Vicedomini.

Anche la scelta del design, del-l’immagine, dei suoi collaboratori, così come dei dettagli curati che si possono incontrare anche nell’ar-redamento scelto per i vostri uffici hanno l’intento di rappresentarvi? L’incontro con i founder di Adorato-rio è stato parte fondamentale dello

e sapere che grazie al mio lavoro è possibile valorizzare e rendere migliore una casa, come un edificio industriale, come un’azienda è dav-vero gratificante. Questo accade in particolare quando interveniamo su ambienti appena costruiti e magari progettati da geni dell’architettura. Siamo quelle persone che tolgono il “velo” alla fine della costruzio-ne, quelli che definiranno le ultime sfumature di una casa, di un palazzo, di una boutique di lusso; siamo quelli che danno l’ultima mano di lucido prima di mostrare a tutti quello che si è realizzato e poi ci prendiamo in carico il piacere di mantenerlo nel tempo. Se poi alla fine di tutto questo potrò sedermi su un prato verde o guardare un mare limpido ed esse-re consapevole che tutto quello che abbiamo fatto è stato fatto in modo coscienzioso e rispettoso allora credo che la mission di CM Servizi Cleaning Co. avrà centrato in pieno l’obiettivo che si era prefissata.

Per informazioni:CM Servizi Cleaning Co.Via Petrarca, 36 25020 Flero (Brescia)Tel +39 030 2762138 Fax +39 030 3539021Email: [email protected]

abbiamo potuto dimostrare la peculiarita’ del nostro lavoro anche a societa’ e brand di rilevanza internazionale che necessitano di un servizio di pulizia efficiente, preciso e che sia di maggiore qualita’.

BRE M

AGAZINE´ N

O2GIUGNO2016´

Definire la sua azienda “impresa di pulizie” è assolutamente un termine “astratto” per iden-tificare correttamente i plus inediti e innovativi di CM Servizi Cleaning Co. Come le è venuto in mente di rivoluzionare il suo personale concetto di impresa?Lavorando in questo ambiente, mi sono reso conto che mentre tutti i settori commerciali e produttivi stavano già assistendo e parte-cipando attivamente a un’evolu-zione, l’ambiente delle pulizie, in controtendenza, rimaneva statico “rifiutando” segnali di innova-zione o miglioramenti tecnici nonostante il mercato estero, specialmente nel nordamerica e nei paesi bassi, proponesse conti-nuamente stimoli accrescitivi. Ho sostenuto quindi la necessità di ribaltare questo stereotipo, classico e tradizionale con la volontà di creare un’azienda affidabile con un team di profes-sionisti specializzati. Sono partito da questo concetto, coinvolgendo anche i nostri fornitori per cer-care nuovi strumenti o materiali che potessero accrescere il valore del nostro servizio. Una volta ottenuti gli strumenti necessari per avviare il progetto CM Servizi Cleaning Co. mi sono reso conto che non era sufficiente predi-sporre nuove tecnologie ma che sarebbero stati indispensabili “occhi” nuovi per questo settore e nuovi input per gli operatori. Il passo successivo mi ha condotto a rinnovare la struttura organiz-zativa dell’azienda introducendo nuove idee, tali da coinvolgere anche chi conosce poco il nostro settore in modo da poter esaudi-re ogni necessità, quasi in modo sartoriale. Infine ho incontrato la necessità di valorizzare la figura di ogni singolo componente del mio team attraverso una forma-zione mirata. A 15 anni dall’inizio di questo progresso professionale posso tranquillamente affermare che il miglioramento quotidiano

.6.

è fondamentale al fine di offrire sempre il migliore dei servizi vol-to alla soddisfazione del cliente.

La sua azienda è basata su prin-cipi di sviluppo sostenibile, sia per l’impiego di prodotti a basso impatto ambientale che per l’utilizzo di macchinari a basso consumo energetico e automezzi alimentati a metano, con parti-colare attenzione alla riduzione degli sprechi e al riciclaggio. É un messaggio che premia a livello di impresa e nel rapporto con la clientela? Il concetto di impresa sostenibi-le è stato la chiave di svolta del nostro concept d’azienda, non ci siamo accontentati di perseguire

superficialmente le problemati-che ambientali ma al contrario, noi di CM Servizi Cleaning Co.siamo da sempre impegnati per la salvaguardia della città dove viviamo e dei paradisi naturali ancora esistenti. Sicuramente la coscienza comune nei confronti dell’impatto ecologico delle attivi-tà industriali è cresciuta in modo esponenziale negli ultimi anni e sempre più spesso è diventa-ta primo motivo di scelta nella valutazione di molti fornitori.Non finiremo mai di ringraziare tutti i clienti che hanno deciso di collaborare con noi prediligendo di proteggere le nostre città e, nel nostro piccolo, il pianeta.

#pulitoconamore

INTERVISTA A

Marco Moraschi

Page 6: MORASCHI - publimax.eu - 2 - Giugno 2016.pdfe m a n u el a.s e ru g h etti @ p u bli m ax. e u Emanuela Serughetti, dall’esordio biografico america-no, è autrice di diversi romanzi,

.9.

BRE L’INTERVISTA DI GIUGNO

Ho aspettato troppo a fare cio’ che mi piace di piu’ nella vita. Adesso sara’ una tormenta di risate!

A CURA DI EMANUELA SERUGHETTI

INCONTRARE UN ARTISTA CHE DI MESTIERE SOLLEVA MORALMENTE LA GENTE CON LA SUA COMICITÀ PUÒ DARE UN MOOD

INSOLITO ALLA GIORNATA, CON QUESTO BEL PRESUPPOSTO RICEVO VINCENZO REGIS. SONO CURIOSA. SEGNI PARTICOLARI:

SORRISO SMAGLIANTE, CRESTA ALLA MODA, OCCHI DOCILI E GAMBE SLANCIATE, IL TUTTO CONTENUTO IN UN FISICO ATLE-

TICO CHE NEL MIO IMMAGINARIO RIASSUME TUTTA UNA SQUADRA DI PERSONAGGI A CUI LUI HA DATO VITA NEI SUOI SPETTA-

COLI E NEI SUOI VIDEO. UN TIPO PIENO DI RISORSE, OSEREI DIRE UN TIPO SCOPPIETTANTE.

VINCENZOREGIS

Page 7: MORASCHI - publimax.eu - 2 - Giugno 2016.pdfe m a n u el a.s e ru g h etti @ p u bli m ax. e u Emanuela Serughetti, dall’esordio biografico america-no, è autrice di diversi romanzi,

.11.

diverso. Quando ho iniziato a calcare i palcoscenici ho cominciato a leggere di più, a interessarmi degli altri comi-ci e agli autori che scrivono per loro. Nei miei pezzi si parla tanto degli anni Ottanta, dei primi computer e della tecnologia.

Qual è il personaggio che preferisci del tuo repertorio?Ho dato vita nei primi video a due o tre personaggi, ma poi ho capito che dietro l’angolo c’era l’effetto “Ziggy Stardust”, tanto per tirare in ballo un David Bowie del 1972 precipitato sulla Terra nelle vesti di un alieno, con un appeal tale che alla fine tutti volevano l’alieno e non lui.All’inizio c’era il personaggio del Fa-chét, canottiera, cappellino del Bre-scia, con il quale riuscivo a lasciarmi andare a tutte le espressioni più villane della brescianità, tanto era il Fachét che le diceva! In occasione dei laboratori prepuntata a “Colorado”, ho conosciuto il produttore cinema-tografico Maurizio Totti che mi diede il consiglio di non inventarmi un per-

Successivamente ho conosciuto la mia ragazza che ha portato equilibrio nella mia vita, l’apertura adatta e una giusta introspezione, e mi sono but-tato a fare questo mestiere bellissi-mo, che mi è servito a muovere molto dentro di me. Se posso dare un consi-glio ai ragazzi quindi è proprio quello di non aspettare così tanto tempo per fare qualcosa, ma di buttarsi prima.

Quali sono state le tappe più signifi-cative del tuo percorso artistico?Ci sono state delle piazze dove ho avuto più emozione sicuramente, ma la cosa che mi ha segnato di più è stato il mio primo spettacolo in un teatro, un luogo chiuso dove la gente è lì seduta a guardare te, ti ascolta e ti applaude: una bella differenza dalle pizzerie in cui la performance è intervallata ogni tanto da qualche “oh! fammi una birra media!” o dalle feste di paese, che sono comun-que un bel polmone artistico e di divertimento, in cui capita di dover schivare il bambino che ti sfreccia tra le gambe. Una vera emozione è stata anche la serata al Pala Banco di Brescia dove sono intervenuti 1100 paganti, cosa che per un artista bre-sciano dei miei livelli è tanto! La cosa che mi fa impazzire in contesti del genere è l’energia che si genera ed è quello il significato di tutto! Quando ho registrato “Eccezionale veramen-te” invece, la cosa strana è stata di accorgermi che ero io il talent davanti alle telecamere e quando poi sono tornato a casa e mi sono visto in TV è stata un’emozione indescrivibile.

A cosa ti ispiri per scrivere la sce-neggiatura dei tuoi spettacoli?Alla mia vita. Sicuramente la perdita prematura di mio padre ha sposta-to la mia gravità e attuato la legge dell’arragiarmi da solo, e di fidarmi soltanto di me stesso, irrobustendo la corazza della timidezza contro cui ho combattuto parecchio. Così ho imparato a osservare le cose in modo

sonaggio, perché non dovevo correre il rischio che questo mi assorbisse completamente. Ho inventato il personaggio della Clelia che mi permette di mantenere la distanza da questo problema, lei è la zia comune a tutti, rappresentativa del nostro territorio, che prende il Voltaren, che chiacchiera del lavoro, che si lamenta della Vodafon, con una vita sua che il pubblico non riconduce a me.

Quali sono invece i personaggi co-mici che hanno fatto la storia dello spettacolo e del cinema internazio-nale che preferisci?Walter Chiari, Raimondo Vianello, Gino Bramieri. Alberto Sordi e Fiorel-lo, che sono quelli che citano un po’ tutti, a me non piacciono particolar-mente. Il tipo di comunicazione che piace a me, solitamente non fa ridere gli altri. Bisio è uno dei miei preferiti per esempio e anche Enrico Brignano è un’ispirazione per la sua tecnica e la capacità di esposizione.

Il mio portafortuna e’ la Chiara, la mia morosa!Lei e’ stata il mio primo mentore ...

BRE M

AGAZINE´ N

O.2GIUGNO2016´

Dimmi Vincenzo, quando hai cominciato a fare il comico e da cosa è nata l’idea?Ho aperto il mio canale Youtube nel 2009 e quando i miei video tutorial hanno cominciato ad ave-re successo e venivano condivisi sui socials, Andrea Silvestri, che è il mio agente, mi ha contattato proponendomi di portare i miei sketch nelle piazze. Così nel luglio 2014 sono approdato nella mia prima piazza dove c’erano mille persone, un inizio col botto! La mia formazione è stata in radio e nella discoteca dove lavoravo come Dj, una contaminazione che nei miei video si vede nell’impor-tanza della parte audio che ha ritmi incalzanti, frenetici e toni ipnotici della voce.

.10.

INTERVISTA A

Vincenzo Regis

Il montaggio di un video lo ef-fettuo in due fasi distinte, prima scrivo i testi e registro l’audio e poi mi occupo delle immagini, scegliendo dei tagli teatrali e facce buffe. Agli incontri con gli studenti nelle scuole, mi piace sempre raccontare come è stato il mio esordio: con un cellulare e un iMac datato con cui ho aperto il canale Youtube, il quale mi ha fruttato qualcosa come 2 milioni e cinquecento mila visualizza-zioni, oltre alla pagina Fb con 50 mila likes in due anni e mezzo, e con questo specifico che non voglio dire che sono un figo, ma un coglione perché potevo anche svegliarmi prima invece di aspet-tare i 40 anni! Ai giovani capita di nascondersi dietro a zone di

comfort adattandosi a diversi tipi di lavoro, che per me sono stati un autolavaggio, una fabbrica, e poi la radio e la discoteca, ambienti questi ultimi che falsano un po’ la realtà. Poi diverse persone hanno cominciato a farmi notare delle particolarità di me e del mio passato. Un mio amico per esempio, mi fece ricordare di quando alla fine delle elementari imitavo il professore, una ragazza che frequentava il ginnasio con me invece, mi riportò ai tempi in cui traducevo le versioni di greco maccheronico in latino; poi mio fratello che trovò un vecchio video in cui facevo delle previsioni del tempo simpatiche. Quindi un gior-no mi son detto: “questo mestiere alla fin fine lo faccio da 30 anni!”

Page 8: MORASCHI - publimax.eu - 2 - Giugno 2016.pdfe m a n u el a.s e ru g h etti @ p u bli m ax. e u Emanuela Serughetti, dall’esordio biografico america-no, è autrice di diversi romanzi,

Serata tra amici, non deve mancare...Il vino rosso!

Un bresciano all’estero, lo riconosci da... Anche se sta zitto, da come gesticola.

Con una donna, come le fai capi-re che ti piace? Non so adesso sono fuori allenamento!

Come le fai capire che ti è scaduta (bella ma ignorante)? Non si fa, non si fa, ti allontani e fingi... la morte!

Che carta ti giochi per darle buca?Ho un impegno.

La donna bresciana è?Bellissima!

L’uomo bresciano è?Tenace, convinto delle proprie idee.

Perché a Brescia si vive bene?Perché in qualche modo, senza dirlo troppo, ognuno si prende le responsabilità sociali che ha, per-ché si fa un sacco di beneficenza e spesso non lo si dice. Si vive bene perché alla fin fine siamo lamen-toni parlando degli stranieri per esempio, ma si aiuta sempre tutti. Perché c’è il rispetto del lavoro, la cosa che ha permesso una cresci-ta culturale. I bresciani, che noto-riamente sono grandi lavoratori, si prendono le loro responsabilità, dalla serie: “come ti chiami?”, “Dario”, “professione?”, “carpen-tiere”, “hobby?”, “carpenteria!” Ci dimentichiamo spesso che il lavoro dà possibilità alla crescita sociale, se nella maggior parte dei casi in famiglia il nonno era analfabeta, ora il nipote è inge-gnere nucleare. Il lavoro è impor-tante perché grazie a esso è stato investito sul sociale.

Facciamo un giochino “Botta e risposta” in cui io ti dico una frase e tu m’incalzi con la prima cosa che ti viene in mente...

Per il bresciano, la formula vin-cente è giù la testa e pedalare!

A tavola di un bresciano non manca mai?Il salame dello zio.

In tasca a un bresciano non man-ca mai?50 euro anche se dise “che n’ó gna ü”.

Nell’armadio di un bresciano non manca mai?Ol magliunsì, quello di Ralph Lau-ren regalato dalla zia, quello che “guai se lo sporchi!”

Come si conquista un bresciano? Facendo leva sui capi saldi della brescianità ad esempio il mondo del lavoro.

Il calcio per un bresciano? Per un bresciano non è il calcio, è il fòbal!

Davanti a te due cominciano a fare a cazzotti per un posteggio, tu? In teoria il bresciano si dice che sia rissoso ma non è vero... Pòta, vai lì e li dividi: “dai gnari basta!”

Come scarichi l’energia negativa?È una cosa complicata. Mi hanno insegnato che quando uno ti fa in-cazzare gli devi rispondere subito e invece io ho un metodo che si chiama educazione e faccio finta di niente, inventandomi l’elisir di lunga vita: enkület! E funziona.

Come recuperi l’energia?Non dormo molto. Sono iperattivo di natura.

Spiderman o Batman? Batman.

“Isola dei famosi” o “Ballando con le stelle”?Vaccaputtana! No, quello non l’hanno ancora fatto!

Per il potere carnevalesco del trattamento umano, direi l’Isola dei famosi.

Scrivere una lettera o spedire un whatsapp?Spedire un whatsapp, ma con il tono di una lettera.

Cosa ti annoia di più?Quelle famose zone di comfort noiose in cui la vita non accade mai e le sorprese non ci sono mai.

Cosa ti stimola di più? Le novità e i cambiamenti.

Cosa vorresti chiedere a me se si invertissero i ruoli?Sei felice?

“La giornata più perduta di tutte è quella in cui non abbiamo riso” (Nicolas Chamfort), sei d’accordo?Assolutamente sì. Ti diranno sempre che chi ride tanto utilizza il sorriso come maschera, invece il sorriso è una grande arma che fa incazzare tutti, anche il destino quando è avverso. È un siste-ma che ho imparato dalla mia mamma che sorride sempre e va avanti.È una chiave di lettura un po’ diversa dai soliti “ciao come va?”, “eehh! Sono stufo, ho mal di qui, ho mal di là...”, “ma va a cagà!”

A cosa non rinunceresti mai quando sei a Brescia?Mi piaciono le cose normali, come farmi un giro in centro e se capita che la gente mi chiede di fare delle foto io le faccio, senza fare l’atteggiato perché è controprodu-cente. Ci tengo che non si deformi questo mio senso della libertà, mi fa un po’ paura il fatto di perderla a causa della popolarità e quindi difendo la mia spontaneità. Non posso avere la pretesa di andare nelle piazze per strappare sorrisi e poi chiudermi facendo il soste-nuto in giro.

.13.

Mi piacciono i personaggi che trasmettono un grado di umanità e non m’interessa se è costruita o reale. Io sono amante del palco-scenico, adoro quelli che rispet-tano il lavoro che fanno, in questo senso il mio idolo è sempre stato Michael Jackson per come riusci-va a essere sempre perfetto sul palco, come anche Elvis Presley o Frank Sinatra.

Quali sono i tuoi rituali prima di mettere in scena uno spettacolo?Il pomeriggio ripasso il testo anche se ho il vizio maledetto di correggerlo e riscriverlo, così poi devo fare il ripasso del ripasso. Bevo acqua naturale, chiedo sem-pre quanta gente c’è e poi do una spiatina alla platea prima di co-minciare. Non sono scaramantico e i rituali cerco di non crearmeli.

Qual è il tuo portafortuna?Il mio portafortuna è la Chiara, la mia morosa! Lei è stata il mio primo mentore, la prima a consigliarmi di dire-zionarmi su una comicità più Pop e più condivisibile, perché la mia inizialmente era una comicità tutta personale. La battuta è per il pubblico e se metti davanti il tuo ego, sbagli. Lei quando guarda la mia performan-ce si prende appunti e poi mi dà consigli. La risata è una risposta immediata per capire se quello che faccio è bello o non funziona. Per fortuna non capita spesso che non ridano, io parto forte, li accompagno un po’ smorzando i toni e poi sul finale faccio il botto. Un minuto prima di aver alzato il culo, devi aver riso fino alle lacri-me, ecco, io la penso così!

Ti è mai capitato di non far ridere nessuno per un’intera giornata?Io sono del Cancro e ho dei picchi di umore. Sono un tipo pesante cacchio! Alla Chiara dicono sempre: “che bello, riderai dalla mattina alla sera con lui!”, ma credimi che non è così.

Cos’è che a te fa più ridere?Mi fa ridere molto una comicità involontaria sociale, per esem-pio quando mi capita di vedere

.12.

uno che assomiglia a un VIP ma che magari è un po’ bruttino. Se m’imbattessi in un Freddy Mercu-ry caricaturale, scoppierei a ridere di brutto. Mi fanno straridere i giochi di parole, o cambiare le parole al testo di una canzone.

Spiegami, come riesci a staccarti da questa tua indole comica a riflettori spenti, o trovi che sia comunque in qualche modo una componente utile? Come gestisci questo aspetto? Spiegami se per un comico di successo come te questa parte contaminante resta sempre predominante in tutto quello che fa, anche nel rapporto con gli altri.Ti ringrazio per avermi fatto questa domanda perché nessun intervistatore me l’ha mai fatta. La comicità si divide in due rami, ci sono gli intrattenitori prove-nienti da villaggi turistici, dalla radio, dalla discoteca (come nel

mio caso) che diventano comici, e poi ci sono gli attori che hanno studiato il metodo e fanno i comici come ripiego, magari con un po’ di frustrazine. Io ho lavorato in radio e gli ame-ricani dicono che la radio ha la missione del “make someone feeling better” cioè uno ascol-tandola dovrebbe stare meglio. Io ho fatto di questa filosofia il mio modo di essere, anche nella vita di tutti i giorni con le persone che incontro. Per un principio di condivisione, io che ho tanta carica positiva da trasmettere, la voglio condividere con gli altri. Per esempio se entro in un nego-zio e vedo la commessa col muso lungo, io provo a farla ridere e le dico “questa è una rapina!” Poi fa niente se dietro di me c’è sempre la Chiara che mi dice “smettila di fare lo scemo!”

Page 9: MORASCHI - publimax.eu - 2 - Giugno 2016.pdfe m a n u el a.s e ru g h etti @ p u bli m ax. e u Emanuela Serughetti, dall’esordio biografico america-no, è autrice di diversi romanzi,

.15.

BRE L’INTERVISTA DI GIUGNO

A CURA DI EMANUELA SERUGHETTI

UN TAGLIO DI CAPELLI IN CENTRO CITTÀ DA CONDIVIDERE

CON OMAR PEDRINI, ANZI UN TAGLIO DI CAPELLI ROCK, NON

MALE COME CORNICE ALTERNATIVA. NON ERO MAI STATA

NEL SALONE MAURIZIO SERRETTI IN CORSO MAGENTA ED

ENTRANDO NEL NEGOZIO SONO INVESTITA DA UN PROFUMO

SOFISTICATO, UN MISTO DI DOLCEZZA FLOREALE E ACCENTI

MINERALI. MI PRESENTO A IVAN TAGLIANI, L’HAIR STYLIST, IL

COORDINATORE DI BELLEZZA CHE STA DIETRO AL BANCONE

ILLUMINATO DA UN PANNELLO A LED BIANCHI, AFFACCIATO

AL LUNGO TAVOLO LACCATO NERO CHE TRONEGGIA NEL SA-

LONE, SOVRASTATO DA UN LAMPADARIO PENDENTE FATTO DI

LUCIDE CRISTALLERIE. LE PARETI A MATTONCINI, GLI SPEC-

CHI, IL TOCCO TECNOLOGICO DEL MAXISCREEN ALLA PARETE,

LA RAFFINATEZZA DEGLI ARREDI, GLI AMBIENTI NASCOSTI E

CURATI AL DETTAGLIO, LE LUCI SOFFUSE, MA NON È FINITA,

NEL RETRO BOTTEGA SI ACCEDE DA UN PICCOLO INGRESSO

AD ARCO: SEMBRA DI ESSERE NEL REGNO DEL BENESSERE

DALL’EFFETTO COCOON. LE RAGAZZE SONO MOLTO GENTILI,

PRENDONO LA MIA GIACCA E MI INVITANO AD ACCOMODARMI,

MA MENTRE ATTENDO OMAR SONO PIÙ INCURIOSITA A DARE

UN’OCCHIATA AL BOOK CHE STA SFOGLIANDO IVAN DOVE SONO

RACCOLTI SCATTI DI ACCONCIATURE, VERE E PROPRIE ARCHI-

TETTURE TRICOLOGICHE FIRMATE TAGLIANI CHE SEMBRANO

CONCEPITE PER RIFARE IL MONDO INTERO. ECCO CHE ARRIVA

OMAR, PORTA CON SÉ UNA POSSENZA E UNA SICUREZZA COSÌ

POTENTE DA ALTERARE LA GEOMETRIA DI TUTTO IL SALONE

DI BELLEZZA. FAMILIARIZZO CON LA SUA PERIFERIA FISICA

STRINGENDOGLI LA MANO, E ATTRAVERSO I SUOI OCCHI SCU-

RI PERCEPISCO SUBITO DOLCEZZA. SI SCUSA PER IL RITARDO,

MA IN REALTÀ NON CI POTREBBE ESSERE MIGLIOR SINCRONIA

DI QUELLA CHE SI È CREATA TRA L’ATTESA, LA CURIOSITÀ DI

CONOSCERLO E LA SODDISFAZIONE DELLA MIA ASPETTATIVA.

IL TEMPO CHE SCORRE AL RITMO DI ROCK

OMARPEDRINI

photo di Davide Samperi

Page 10: MORASCHI - publimax.eu - 2 - Giugno 2016.pdfe m a n u el a.s e ru g h etti @ p u bli m ax. e u Emanuela Serughetti, dall’esordio biografico america-no, è autrice di diversi romanzi,

.17.

che oggi è sicuramente seconda alle città del vicinato per quanto riguarda festival e proposte festivaliere. Se ci penso adesso provo amarezza. Negli anni ho visto nascere diversi festi-val su imitazione di quello, a cui mi hanno invitato anche a partecipare come artista. Brescia fa tante cose, ma un festival che crei un così grande indotto e un giro di presenze, come per esempio la Mille Miglia, non c’è più stato. Si organizzano cose più ridotte, per ragazzi. Mi piace molto il Musicalzoo che fanno in Castello, un’iniziativa che non è fatta solo per i bresciani ma ha un respiro nazionale ed è proprio di questo che ha bisogno la città. Per tornare alla tua domanda di prima, è questo ciò che mi porta a insegnare nel corso di comunicazione artistica all’Università, le contami-nazioni tra le arti, la comunicazione dell’arte. È importante vivere l’arte e oggi sta diventando come il cibo, catalizza l’attenzione, un esempio è l’opera di Christo “The Floating Piers” che l’artista sta realizzando sul lago di Iseo. Queste sono le idee e le opere da sostenere e ne vado orgoglioso.

Stai lavorando a nuovi progetti?Sto lavorando a un nuovo disco che probabilmente chiuderà la mia pa-rentesi inglese, e che uscirà questo autunno, forse anche prima. Sto lavorando con un’agenzia londine-

un moto di tenerezza, unito alla stima che ho di lui. Penso a questo mentre lui prosegue a parlare, e ai miei occhi l’artista si sovrappone all’uomo e intravedo la sofferenza sul rovescio della sua vita.

Ciò che vedo oggi è molto bello per-ché c’è tantissima gente che suona, sono esplose tante band di rock Italiano, è diventata quasi una moda e mi rende felice pensare che un po-chino, una gocciolina in questo mare, ce l’abbiamo messa noi. La cosa che invece mi dispiace è che i discogra-fici oggi sparano un po’ nel mucchio. Prima eravamo 10-20 band valide in Italia, selezionate dalle cantine, oggi basta apparire in un talent show, unire 5 bei ragazzi per poi spararli nel mucchio, senza pensare a quello che conta di più cioè alle canzoni, a una storia, allo stile. Questo mi addolora un po’ perché tanti ragazzi vengono illusi e poi scaricati subi-to. Invece sarebbe meglio puntare su meno talenti ma con più qualità, in modo serio e con maggiori inve-stimenti. Quando era toccato a me, le case discografiche credevano in quello per cui investivano e si vedeva, adesso investono poco su 10 artisti per esempio, pensando che solo uno funzionerà e gli altri 9 saranno da scaricare. Anche io sto costituendo una band in questo periodo, quindi mi trovo dall’altra parte della scrivania e so cosa vuol dire.

Hai mai pensato di dare vita a una music factory bresciana per indivi-duare e lanciare nuove sonorità e talenti musicali del territorio?L’ho fatto in passato, dal 1998 al 2001, un’iniziativa che ha coinciso con il “Brescia Music Art” di cui ero il direttore artistico, un evento che ora è sulle riviste internazionali di arte e di musica. Si è trattato di un festival internazionale che ha portato a Brescia artisti da tutto il mondo, tra cui quelli italiani, nomi come Jova-notti, Battiato, Alice, Asia Argento e che per tre giorni trasformava la città nella capitale dell’arte. Poi l’ammini-strazione comunale ha deciso di non investirci più una Lira, e sottolineo che l’investimento era pochissimo perché mi pagavo tutto con gli spon-sor. Questa per me è quella che si dice l’occasione perduta per Brescia,

se che mi segue nel management e questo mi permette di collaborare con tanti artisti internazionali. In Italia ho un gruppo di musicisti di fiducia che da quattro anni lavorano stabilmente con me, un pochino ho trovato anche io la mia Omar Pedrini’s band se vogliamo dirla così! Poi a Milano, dove risiedo ormai da 16 anni, ho due studi di base dove inizio le registrazioni e i miei lavori che poi porto a Londra dove le maturo, una è l’officina meccanica di Mauro Pagani, un bresciano di Chiari con cui tengo parlato il dialetto, e a Brescia lavoro con Marco Franzoni e Carlo Poddighe. Lavoro per SKY Arte e proprio a Cannes fuori concorso è stato presentato “Milano in the cage” un film di Fabio Bastianello in cui recito un cameo e per cui ho scritto la colonna sonora.

A cosa ti sei ispirato e cosa vuol comunicare il tuo ultimo singolo “Sorridimi”?Da quando è nata mia figlia, 3 anni fa, mi sono spesso ritrovato a riflettere sulla difficoltà che comporta mettere al mondo un bambino oggi con tutti i problemi che stiamo vivendo, in una realtà così feroce e complicata in cui si assiste alla crisi economica, al malcontento, a flussi regolari di gente perseguitata dalle guerre e che non sa dove andare, a problematiche mai viste prima circa l’inquinamento

Nell’immagine Ivan Tagliani insieme a Omar Pedrini.

Sei un artista celebre e molto popolare quindi se io fossi una muscista la prima cosa che vorrei chiederti è: quale mossa coraggiosa dovrei scegliere di fare o dovrebbero fare i nuovi gruppi musicali per crearsi una strada nel mondo della musica oggi?Io credo che sia scegliere di fare musica propria, è una scelta molto difficile all’inizio perché ovviamente procura pochi concer-ti e pochi locali disposti a mettere sul palco un gruppo sconosciuto che possa non piacere. Anche i Timoria agli albori hanno rischia-to in questo senso, ma si sono contraddistinti da tante altre band molto brave che c’erano all’epoca qui a Brescia. Noi abbiamo avuto la testardaggine di proporre le nostre canzoni, anche se è stata dura. Andare nei locali propo-nendosi con cover che ti fanno conquistare la gente, con cui ricevi subito applausi e soddisfa-zioni può essere più facile, ma bisognerebbe invece costruirsi un proprio repertorio, magari mescolandolo alle cover, così la gente è costretta a interessarsi a quello che fai, sennò diventa un bellissimo lavoro come tanti, ma una una carriera vera e propria non si costruisce.

Qual è il tuo più grande rimpian-to considerando il tuo percorso artistico?Rimpianti ne ho tanti, rimorsi nessuno. Rimpianto è anche poe-tico quindi posso dire di rimpian-gere i miei 20 anni, gli errori, a quell’età si fanno scelte sbagliate. Quando abbiamo iniziato con i Ti-moria io e i ragazzi avevamo circa 20 anni. Nel 1991 abbiamo vinto il premio della critica a Sanremo, a 25 anni è arrivato il primo disco d’oro, riuscendo a rivoluzionare in Italia la musica Pop cantando in italiano, nel 1994 e nel 1995 facemmo 90 concerti all’anno. È stata una scommessa difficile

.16.

INTERVISTA A

Omar Pedrini

BRE M

AGAZINE´ N

O.2GIUGNO2016´

per noi, prima tutti cantavano in inglese! A quell’età, con questa gioia derivata dal successo, dai tanti dischi venduti, sulle ali del-l’innocenza e spinti dall’entusia-smo e dalla buona fede, abbiamo fatto delle scelte manageriali sbagliate e questo è il più grande rimpianto che ho. Bisogna dirlo: quando si firma un contratto il tranello è sempre dietro l’angolo. Sicuramente sento il rimpianto del gruppo che era come una famiglia, il rimpianto dei primi dischi, della bella coppia che eravamo io e Francesco Renga, noi avevamo qualità e popolarità. Poi abbiamo deciso tutti insieme di fermarci, ma penso che forse i Timoria avrebbero potuto andare avanti e conquistare palcosce-nici anche oltreoceano! Oggi mi sto prendendo la mia rivincita in Inghilterra, però il concetto di gruppo e di famiglia è uno dei miei rimpianti, quando sei solista ti manca una spalla su cui appog-giarti quando le cose vanno male, e questo un po’ mi manca, devo essere sincero!Hai degli occhi sinceri, quindi non posso che risponderti con since-

rità!” mi dice a un tratto sorri-dendo, spremendosi gli occhi e riducendoli a due fessure.

Nel tuo essere artista non c’è solo la musica, suonare, fare concerti, ma anche l’insegna-mento come docente all’Uni-versità Cattolica di Milano, in questa tua esperienza cosa vedi nei giovani musicisti di oggi di diverso rispetto ai giovani di ieri, cioè quando hai iniziato tu?Questo è l’undicesimo anno che mi confermano, mi dà molte sod-disfazioni, poi sai, con i problemi di salute che ho avuto, tenermi una porticina aperta per quando non potrò più cantare è buona cosa. Oggi, oltre a questo, potrei fare altre due professioni se finis-si con la musica: il manager, cosa che ho già fatto per altri gruppi, e il cardiologo. Ridiamo.

Penso ai problemi cardiaci che a lungo lo hanno messo alla pro-va, agli istanti in cui deve avere riconsiderato ogni cosa, in cui il tempo ha assunto un aspetto tangibile, una presenza costante dolce e insieme feroce. Sento

Page 11: MORASCHI - publimax.eu - 2 - Giugno 2016.pdfe m a n u el a.s e ru g h etti @ p u bli m ax. e u Emanuela Serughetti, dall’esordio biografico america-no, è autrice di diversi romanzi,

AUDIO, CONSOLLE & DJLUCI SCENOGRAFICHE ALLESTIMENTI EVENTI

VIDEO LED WALLBAR CATERING EVENTI AZIENDALI

Via Torino, 8 - 25125 Brescia, Tel: 030.349119 / 333.8406100 - www.deejaychoice.it - [email protected]

Seguici on line: deejaychoice eventi

Da oltre 25 anni ci occupiamo di musica, djs e divertimento. Oggi siamo in grado di ideare, organizzare e creare

importanti eventi personalizzati.

del pianeta, argomento a cui sono sempre stato molto sensibile, infatti combatto da tanti anni in prima persona per cause ambien-talistice. “Sorridimi” è nato da un episodio molto particolare, da un’ispira-zione che mi ha dato mia figlia a un anno e mezzo quando una mattina, venendo nel mio letto, mi regalò un sorriso. Quello per me è stato l’incoraggiamento a fare del mio meglio, per contribuire a rendere il mondo migliore per lei. Allora le ho detto “sorridimi e cambieremo il mondo”. Da poco ho reinciso “Sorridimi” con dei musicisti per inserirlo nel nuovo disco e per questo pezzo ho girato un video tra i grattacieli di Milano, in questa città del futuro sempre in movimento che dà grande fidu-cia e coraggio.

Mi rifaccio alla citazione di Bau-delaire che hai riportato in una recente intervista: “la radice di ogni arte è battere La morte”. Come può l’arte riuscire a batte-re la morte?L’arte sopravvive alla morte ed è il segreto che ricerca ogni artista. Se pensiamo a Michelangelo e alla Cappella Sistina, al Brunel-leschi, alle canzoni di Mozart, di Puccini e di Verdi o di Gino Paoli

proviamo sempre grandi emozio-ni. Io sono un classicista e vengo dal liceo classico Arnaldo di Bre-scia, dove ho imparato ad amare ciò che studiavo. Anche oggi leg-gendo i latini Seneca e Omero io ci trovo l’uomo di domani, del 2200, ecco questi uomini, questi artisti hanno vinto la morte.

Che rapporto hai tu col tempo?Io ho un rapporto bruttissimo col tempo, vivo con l’orologio in mano e la mia scommessa è quella di far capire ai miei amici che mi vogliono bene che non è facile per me liberarmi e raggiungerli allo spiedo a cui mi invitano, perché magari sono dall’altra parte del-l’Italia. Per me è una sofferenza dover dire di no, mentre loro sono sul lago di Garda a guardare il paesaggio, quei posti che io ho nel cuore, perché di origine io sono gardesano.

In questo tuo percorrere e riper-correre il tempo, pensi mai alla possibilità di riformare la tua band i “Timoria”?No, credo che non abbia senso. Siamo riusciti a distinguerci per essere stati i primi a fare rock in italiano in Italia e saremo ricor-dati per questo, non mi piacciono le minestre riscaldate, neanche

.18.

in amore, figurati per questo! Penso che ci potranno essere degli interventi di collaborazione, come è già successo un paio di volte con Francesco Renga, o a teatro con Enrico Ghedi che scrive delle bellissime colonne sonore. Siamo comunque artisti che si tengono d’occhio, io seguo quello che fanno gli altri, capita spesso di andare a trovare Carlo Alberto Pellegrini, settimana scorsa è venuto lui al mio concerto ed è sempre un’emozione. Non è chiu-dere le porte, ma tirare in ballo un marchio così importante non serve più ormai, penso che sia giusto lasciare i Timoria lì dove sono, perché è stata un’esperien-za bellissima ed è finita in manie-ra civile, facendolo alla bresciana, con discrezione, senza gossip o dichiarazioni pesanti. Non è escluso che per beneficenza, per una forte causa, potremo ancora unirci per riempire uno stadio.

A cosa non rinunci mai quando torni a Brescia?Ad andare a trovare i miei amici a Urago Mella dove il mio amico Luca mi ospita anche a dormire, svegliarmi nel mio vecchio quar-tiere e bere un buon caffè, o farmi il pirlo delle 7 con loro, perché so che né a Milano né a Londra troverò mai nessuno che li potrà mai sostituire.

Nell’immagine l’autrice di questa intervista Emanuela Serughetti insieme a Omar Pedrini.

photo di Davide Samperi

Page 12: MORASCHI - publimax.eu - 2 - Giugno 2016.pdfe m a n u el a.s e ru g h etti @ p u bli m ax. e u Emanuela Serughetti, dall’esordio biografico america-no, è autrice di diversi romanzi,

.21.

BRE L’INTERVISTA DI GIUGNO

A CURA DI ANNALISA BONI

SMETTIAMOLA CON QUESTA DICERIA CHE PAOLA TURANI

È LA RAGAZZA DELLA PORTA ACCANTO.

“NO SCUSATE HO DETTO QUALCOSA CHE NON VA?”.

“MA VOI AVETE VICINE DI CASA SIMILI?”

(E RIDIAMO).

TUTTO INIZIÒ PER CASO TRA ME E TURY (COME LA CHIAMANO NEI SOCIAL), MODELLA, BER-

GAMASCA DOC E WEB INFLUENCER. FIDANZATE ENTRAMBE CON DUE AMICI COMINCIAM-

MO A USCIRE INSIEME E PER MERITO SUO SCOPRII PRESTO I BENEFICI DEI CEREALI INTE-

GRALI, LA BORSA CON I LED, LA DOLCEZZA DEL BOVARO DEL BERNESE E UNA SCARICA DI

ENTUSIASMO E DI BELLEZZA IN GRADO DI COLPIRE CHIUNQUE INCROCI IL SUO SGUARDO.

E I FEEDBACK SONO AUTOREVOLI TESTIMONI, DI UN DISINVOLTO SUCCESSO NATO QUASI

PER CASO E OGGI DIVENTATO “IL CASO”, CHE CON I SUOI QUASI 240 MILA FOLLOWERS SU

INSTAGRAM, HA RESO PAOLA TURANI PROTAGONISTA INDISCUSSA DELLA RETE. ED ECCO

CHE CI RITROVIAMO QUI SEDUTE ALLA PASTICCERIA SAN CARLO (IL MIO SECONDO UFFICIO

ORAMAI) A GUSTARE UN’INSALATA GRECA E A CHIACCHIERARE TRA AMICHE MA CON UNA

MISSIONE, RACCONTARVI ATTRAVERSO UN’INTERVISTA COSA SI CELA DIETRO AL “CASO

TURY”. POSSO CONFERMARE CHE SI SVEGLIA CON QUELL’ALLURE FRESCA E EVANESCENTE

CHE TUTTE NOI AHIMÈ CERCHIAMO DI RICREARE CON IMPACCHI ALLA CAMOMILLA E MA-

SCHERE SGONFIANTI E CHE A TAVOLA NON È DA “SEDANO&SCAMPO”. L’HO VISTA IN CASA

CON LE SUE PANTOFOLE A UNICORNO INSIEME AL SUO ADORATO BRACHETTO (L’INSEPA-

RABILE BOVARO DEL BERNESE) COME IN ALTRE OCCASIONI, STRUCCATISSIMA E PERFETTA

A “SCOFANARSI” UNA BARCA DI SUSHI INTERA. PAOLA TURANI NEL SUO ESSERE INCREDI-

BILMENTE PERFETTA È UNA VERY NORMAL PEOPLE COME TUTTE NOI, ESCE DI CASA (E SI

FA UN SELFIE), VA ALL’ESSELUNGA (E SI FA UN ALTRO SELFIE), UN SALTO DA ZARA (E VIA

AD ALTRI TRE SELFIE), INSOMMA, NON È QUEL TIPO DI RAGAZZA DA “TRE METRI SOPRA IL

CIELO” È UNA RAGAZZA MERAVIGLIOSAMENTE COMUNE CHE AMA CONDIVIDERE CON IL

MONDO IL SUO ESSERE “NORMALMENTE” PERFETTA DIVENENDO LEI STESSA LA CHIAVE DI

LETTURA DEL SUO SUCCESSO. DIFFICILMENTE PUÒ INNERVOSIRTI LA COMPLETA ASSEN-

ZA DI CELLULITE O IL BLU PROFONDO DEI SUOI OCCHI PERCHÈ POI VEDI UN SUO VIDEO,

RIDI, E DICI “BEH GRAZIE A DIO È SIMPATICA” E COMPRA L’ABITO DA ZARA ANCHE LEI. NON

ESPONE BRAND E NON TAGGA FASHION-DESIGNERS IRRAGGIUNGIBILI MA SVILUPPA UNA

CREATIVITÀ COSCIENZIOSA E INTRAPRENDENTE NELL’ESSERE STUPENDA A MODO SUO

COME ICONA DI SE STESSA. INSOMMA MODELLA, BLOGGER, ARTISTA, IN QUESTE PAROLE

HO VOLUTO CONCETTUALMENTE PRESENTARVI QUESTA RAGAZZA ATTRAVERSO GLI OCCHI

DI CHI LA CONOSCE BENE PER RIUSCIRE A TRASMETTERVI CHE IL SUO SUCCESSO VIAGGIA

OLTRE AD UNO SGUARDO ALLA “MADRE NATURA” E A DUE GAMBE LUNGHISSIME.

TRAVOLGENTE UNICITA’

PAOLATURANI

Page 13: MORASCHI - publimax.eu - 2 - Giugno 2016.pdfe m a n u el a.s e ru g h etti @ p u bli m ax. e u Emanuela Serughetti, dall’esordio biografico america-no, è autrice di diversi romanzi,

.23.

che indosso. Sono solo io a scegliere senza accordi commerciali o politi-che di marketing . A distanza di tre anni sono soddisfatta e entuasiasta dei mie followers. A differenza delle bloggers più blasonate ho scelto di percorrere una strada diversa. La mia. Forse perchè questo non è il mio lavoro e quindi lo faccio con disinvol-tura senza badare al potere collate-rale legato al marketing o altro. Se collaboro con un negozio o un brand per prima cosa deve piacermi, ho una lunga lista di “no” a proposito. Io voglio raccontare la mia vita e il mio quotidiano e molto spesso sono io che chiedo consigli ai miei followers. A volte mi chiedo se sto facendo la cosa giusta, dovrei forse essere più distaccata o tirarmela oppure faccio bene a coinvolgere e lasciarmi coin-volgere da commenti e consigli? Sapete cosa vi dico? A me piace ri-spondere e amo condividere pensieri, critiche e discussioni con i followers. Non sono solo le immagini a raccon-tare qualcosa ma anche i pensieri che annoto sotto ogni immagine che inevitabilmente provocano una reazione a catena, tra commenti e postille.E se non rispondono in tempo i miei followers si lamentano (e ride).E poi è fondamentale la presenza di Bracchetto, il mio dolcissimo Bova-ro del Bernese, protagonista nella maggior parte dei miei scatti proprio perchè fa parte della mia vita.Ci vuole tempo e pazienza a condurre una “vita social” perchè non sem-pre sono in grado di rispondere ai followers, vuoi perchè sto cenando, vuoi perchè “anche io” lavo i capelli e faccio la doccia, vuoi perchè sono al cinema... insomma la mia vita è nor-malissima e i tempi quelli che sono.

E con il pubblico maschile come ti rapporti?Pochi sono gli uomini che mi scrivono e raramente accade che qualcuno si abbandoni ad atteggiamenti volgari o altro (beh se pubblico un palesissimo lato B chiaramente è più facile) non sono mai volgari sono sempre molto carini. Pensa, rido ancora, l’altro gior-no stavo andando a un servizio foto-grafico e ascoltavo la musica con le cuffie, ho postato una foto per condivi-dere quell’istante scrivendo il modello delle cuffie e purtroppo sbagliando marca, ecco che i maschietti mi hanno

immaginavo nemmeno di possedere.Non ero avida di celebrità immediata ma confidavo nel potere del tempo e della mia maturazione professionale che solo con l’esperienza ha ampli-ficato la mia passione e l’amore per questo lavoro.

Da web influencer cosa vuoi tra-smettere ai tuoi followers?Ah sì sono una web influencer? (Ride)In teoria si chiamano così le ragazze molto seguite sui social... Eh si mi sa che forse un po’ lo sono. Tutto è nato tre anni fa aprendo insta-gram per raccontare la mia quotidia-nità ma senza scopi commerciali.

Effettivamente Paola è quello che ti contraddistingue. Nel senso che è facile fare la fashion blogger con migliaia di euro espressi in borse, scarpe e abiti da capogiro è più diffi-cile farlo con delle “armi” differen-ti. Tu hai vinto con la personalità, la simpatia e l’entusiasmo ma soprat-tutto per quello che ti piace.Io non faccio la fashion blogger ma pubblico solo quello che amo. Non ho un fotografo pronto a immortalarmi mentre passeggio in via della Spiga ma condivido i miei selfie allo spec-chio di casa. Se un giorno mi vesto con i jeans di Zara o con gli abiti di un brand con cui collaboro lo pub-blico solo ed esclusivamente perchè è quello che realmente mi piace e

per primi fatto notare l’errore e io ho esclamato “ah finalmente ci sono an-che gli uomini”. Questo mi fa piacere perchè se dovessi ricevere dei com-menti pesanti e volgari con il carattere che ho ci rimarrei male. Da ciò che pubblico comunque non do mai adito a commenti spiacevoli, non mi pongo da bomba sexy condivido solo la mia quotidianità.

Sei una instagramer per eccellenza ma molto spesso i social diventano cattivi conduttori di pensieri e di ac-cuse soprattutto riguardanti aspetti-vo fisico ed eccessiva magrezza. Cosa ne pensi a riguardo?Sì spesso e volentieri divengo vittima di accuse e commenti negativi riguar-do al mio corpo. Ritengo opportuno rispondere sempre a questo tipo di accuse soprattutto perché sostengo un regime di vita sano e molto equilibrato e amo difenderlo. Molte persone con cattiveria esprimono giudizi negativi che, se davvero fossero indirizzati a una persona malata, anoressica o con problemi alimentari, potrebbero gravamente nuocerle. Forse non si rendono conto che l’eccessiva magrez-za non è uno stile di vita ma una seria malattia e le persone non vanno infan-gate per questo ma aiutate semmai.

Dipingere è la tua grande passione, cosa ti ispira a trasmettere te stessa su una tela?Ho sempre avuto questa passione ho iniziato a dipingere quando sono rientrata da Parigi forse ispirata da quell’allure che solo il quartire di Montmartre, dove vivevo, può trasmet-tere. Quindi iniziai a dipingere senza mai smettere. Sono passati 8 anni. Ho esposto le mie opere anche in alcune mostre e oggi le le stesse mi vengono commissionate. Ho uno stile molto personale e quindi soggettivo e sono molto felice quando ritrovo l’approvazione dal mio pubbli-co. La mia arte è astratta e quindi non necessariamente bella, non può e non deve piacere a tutti, è particolarmente colorata e molto vivace e incontra qua-si sempre un giudizio molto positivo. Dipingere oggi è fondamentale per me, mi dà forza riesco a liberare la mia creatività. Diciamo che “sfogo” le mie associazioni di colori cosa che amo e mi diverte fare. Quando dipingo sono in pace con me stessa ma soprattutto mi sento bene.

Dalla cameretta di Bergamo al tuo primo grande lavoro da modella? Ce ne parli?Vivevo a Bergamo, avevo 16 anni, studiavo ancora e non mi sarei mai, mai immaginata di fare la modella o approcciarmi a questo mestiere. Ero un vero maschiaccio in realtà, non ero esibizionista né femmi-nile al contrario delle ragazzine di oggi che sembrano già delle donne. Tutto è successo per puro caso mentre stavo facendo la spesa con la mamma.Due agenti francesi mi hanno notata all’interno del centro com-merciale di Bergamo e mi hanno proposto di seguirli a Parigi per un lavoro da modella.

I tuoi genitori come l’hanno presa?I miei geniori non mi hanno mai vincolata a scelte e non mi hanno mai ostacolata anzi mi hanno sempre sostenuta. Sono stata a Parigi a 16 anni per la prima volta e loro ovviamente si sono assicu-rati che il lavoro fosse serio ma che soprattutto fossi al sicuro e con persone affidabili. Una volta tutelata la mia incolumità ho preso il mio primo aereo e sono volata a Parigi e proprio li ho firmato il mio primo contratto con un’agenzia milanese.A 19 anni ho poi iniziato profes-sionalmente a fare la modella a tempo pieno. Naturalmente ho terminato gli studi di perito agrario e durante l’estate ho cominciato a lavorare a Milano scortata sempre dalla mamma anche perché provenendo da un paesino nella bergamasca non sapevo nemmeno prendere la metropolitana. Nel quadrilatero iniziai con i primi servizi fotografici e le prime sfilate per poi trasferirmi defini-tivamente prima a Milano, poi a Parigi, ad Athene, Amburgo, Cape Town per ritornare a stabilirmi come “base” a Bergamo.

.22.

INTERVISTA A

Paola Turani

BRE M

AGAZINE´ N

O.2GIUGNO2016´

Sono sempre stata seguita da un’agenzia molto seria che mi ha tutelata e ha condotto in modo professionale sia i casting che provini a cui partecipavo. Certo che se fai un casting online con il primo che ti chiama e ti dice mettiti lì in costume i rischi sono altissimi. Scegliere un’agen-zia affidabile per chi come me ha sempre ambito a una professione seria è fondamentale.A 20 anni ho iniziato a fare le prime pubblicità televisive per aziende importanti come Calze-donia, Aceto Ponti, Amuchina, Lines e altri ancora.

Cosa consiglieresti a una ragaz-za che vorrebbe intraprendere questa professione?Affidarsi ad agenzie serie e vivere a Milano. Purtroppo la moda gira solo intorno a Milano è quindi fondamentale viverci anche se poi i servizi fotografici vengono svolti ovunque nel mondo. É un lavoro particolare, devi esse-re sempre disponibile e reperibi-le, sempre pronta a partire, anche un’ora prima, quindi è scontato che anche la tua vita sociale

possa subire una variazione sui programmi a cui tu devi per forza sottostare. Nel primo periodo milanese ad esempio non avevo amici mi sentivo molto sola, avevo scelto in tutto e per tutto anche la rigidità che questo lavoro ti impone e a differenza di altre modelle avevo rinunciato a frequentare party e locali notturni, cercavo di condur-re uno stile di vita sano e regola-re. Dai 15 anni in su per la verità ho sempre dovuto fare i conti anche con l’invidia dei compagni di classe del mio paese, Sedrina a Bergamo, di conseguenza non ho mai coltivato quelle grandi ami-cizie che in qualche modo avreb-bero potuto sostenermi anche quando mi trovavo lontano.Tornavo a casa nel week-end e mi dedicavo alla famiglia proprio per riposare, ritrovare me stessa e le persone che amo.Ero molto concentrata sul mio lavoro fatto di tanti no, tanti forse e tanti sì. Tanto sacrificio e tanta tenacia per un obiettivo costante quello di non mollare mai e crederci fino in fondo, avevo una grinta che non

Page 14: MORASCHI - publimax.eu - 2 - Giugno 2016.pdfe m a n u el a.s e ru g h etti @ p u bli m ax. e u Emanuela Serughetti, dall’esordio biografico america-no, è autrice di diversi romanzi,

M U S E O

R I S T O R A N T E & B A R

S A L E M E E T I N G

MUSEO MILLE MIGLIA

Viale Bornata, 123 - S. Eufemia - [email protected] - www.museomillemiglia.it

MUSEO MILLE MIGLIATEL 030 3365631

TAVERNA MILLE MIGLIATEL 030 3365680

Visitate il Museo Mille Miglia e farete un “viaggio nel tem-po” alla scoperta della “corsa più bella del mondo”, attraver-so l’esposizione di auto da collezione, oggetti, abbigliamento e filmati dell’epoca.

Nella Taverna Mille Miglia potrete assaporare i gusti ed i sapori classici della buona cucina, in un’atmosfera tranquilla e familia-re. L’ambiente riservato ed accogliente della Taverna Mille Mi-glia è ideale per pranzi e cene private o aziendali.

Il Museo offre inoltre sale meeting per CDA, incontri direziona-li, convention, eventi e business room. Nella stupenda cornice di un monastero del 1.008.

Qual è il tuo sogno da donna e quale quello da modella?Da donna posso dirti che oggi che ho raggiunto la mia serenità spero che tutto proceda così, per il meglio, perché sto attraversando un bellissimo momento persona-le, poi naturalmente vorrei creare una famiglia e avere dei bambini.Da modella posso ritenermi sod-disfatta per tutto quello che negli anni ho costruito, per i clienti che ho rappresentato e per tutti i progetti che sto realizzando ora e che il futuro mi prospetterà. Mi è dispiaciuto sicuramente per alcu-ne occasioni molto importanti che non sono andate a buon fine ma c’est la vie... Io non sono mai stata particolarmente ambiziosa, non mi sono mai immaginata un futu-ro da top model o da star della TV, ho sempre portato a termine ogni mio obiettivo passo dopo passo.

Abiti a 30 km da Brescia quindi fai un po’ parte di noi... cosa ti lega e cosa ti piace di questa città?Sono di Bergamo ma vengo spesso a Brescia qui ho diversi amici tra cui Andreea di Estetica Andreea la mia nails artist. Vivo comunque la vostra città diciamo “by night”, mi piace molto e penso che Brescia offra moltissimo. L’Area Docks ad esempio è il mio locale preferito. Dopo aver vissuto in diverse città del mondo riman-go però fedele alla mia Bergamo dove c’è la mia famiglia e i miei più grandi affetti anche se a dir la

verità sogno una vita in California e non escludo di poter viverci in futuro.

Consigliaci tre locali a Bergamo ...L’aperitivo ai Giardini è un rito. Il Gelato della Marianna e poi per chi ama la buona carne il risto-rante Stavros in Val Seriana a cui sono molto affezionata.

Il tuo stilista preferito?Io adoro Isabel Marant.

Il dettaglio irrinunciabile?Un blazer maschile e un paio di jeans

Il consiglio di tua madre?L’indifferenza è l’arma migliore contro ogni tipo di cattiveria o invidia.

Il consiglio di Serpella (il fidanzato)?Ordine Paola ordine!

La prima cosa che fai al mattino...La colazione, anche se sono in hotel sono capace di scendere in pigiama a fare colazione. Solo da quel momento può iniziare la mia giornata. La colazione per me è fondamentale.

Allora descrivimela ...Cereali integrali, yogurt, frutta, non bevo caffè ma solo the verde e poi “semi come se piovesse” di chia, di lino, di girasole, di pa-pavero e poi mandorle e frutta secca.

La tua fashion obsession adesso?Il Rosa. Questo colore mi sta ossessionando e appassionando. Dalle scarpe agli accessori agli abitini...

Pizza o Nutella?Pizza tutta la vita. Con doppia mozzarella di Bufala.

Kendall Jenner o Claudia Schiffer? Claudia Schiffer, un fascino e un’eleganza irresistibile oggi come ieri.

New York o Taormina?Sicuramente Taormina

.24.

Tacchi o ballerine?Sneackers. I tacchi sono scomodi e le balleri-ne non le amo particolarmente.

Low cost o super brand?Low cost anche se amo mixare i grandi brand.

Pigiama o baby doll?Pigiamone direi, larghissimo e bello comodo. Non credo di essere mai andata a dormire sexy. Il massimo che ho “osato” è stata una t-shirt del mio fidanzato!

Bikini o trikini?Bikini per la comodità ma il trikini è l’irrinunciabile per l’estate 2016 da indossare anche per un aperiti-vo o per una festa in spiaggia con una gonna ampia o uno short...

Facebook o instagram?Instagram non ci sono paragoni

Ti corteggia un uomo, come ti sorprende?Sicuramente con gli sguardi e attraverso un mood silenzioso ed elegante.

Primo appuntamento come ti vesti?In inverno o in estate?

Dimmi tu Paola, suddividiamo le stagioni ...D’inverno jeans attillato e camicia con un tacco medio.D’estate un abitino “cortino” o una jumpsuit con un sandalo gioiello basso. Elegante ma non troppo impegnativo.

Aperitivo hippy al chiringhito o grande ristoranteAperitivo hippy con tanto di coron-cina floreale.

More o bionde?Per salvarsi Paola, dato che io sono bionda, mi dice “anche le bionde hanno il loro perchè” e ridiamo...

Se dovessi girare un film accanto a chi?Theo James e Michiel Huisman

E io concludo. Buongustaia!

Page 15: MORASCHI - publimax.eu - 2 - Giugno 2016.pdfe m a n u el a.s e ru g h etti @ p u bli m ax. e u Emanuela Serughetti, dall’esordio biografico america-no, è autrice di diversi romanzi,

.27.

BRE L’INTERVISTA DI GIUGNO

La mia musica, il presentimento del vero dietro al velo della sua bellezzaA CURA DI EMANUELA SERUGHETTI

PER IL MIO APPUNTAMENTO MI SONO RIFUGIATA NELLA

PASTICCERIA ABITUALE IN CENTRO A BRESCIA. SEMBRA

SERA FUORI E INVECE SONO SOLO LE DUE E TRENTA DEL

POMERIGGIO. SIN DA QUESTA MATTINA, UNA PIOGGE-

RELLINA INSISTENTE SQUAGLIA LE STRADE E LE FAC-

CIATE DEGLI EDIFICI. ANCHE IL MIO UMORE SEMBRA IL

RISULTATO DELLO STESSO FENOMENO, NONOSTANTE LA

CURIOSITÀ DI CONOSCERE FEDERICO COLLI RIMANGA IL

COLORE VIVACE NEL GRIGIORE DI UNA GIORNATA CHE

SEMBRA DESTINATA A NON ACCENDERSI MAI DEL TUT-

TO. A UN TRATTO, NELLA CORNICE DELLA GRANDE VE-

TRATA RICONOSCO LA SUA FIGURA ALTA ED ESILE E LA

SCURA PROFUSIONE DI RICCI CHE È LA SUA TESTA. AL-

ZARMI E ANDARGLI INCONTRO PER SALUTARLO SI FANNO

UN’UNICA MOSSA. L’ASPETTATIVA VIEN SUBITO RIPAGATA

CON UNA PIACEVOLE SENSAZIONE DI AMICHEVOLE COR-

DIALITÀ. ORDINIAMO CAFFÉ, L’INTRODUZIONE A QUELLA

CHE SI ANNUNCIA ESSERE UNA PROMETTENTE CHIAC-

CHIERATA. M’INTERESSA SUBITO SAPERE COME STA, SA-

PENDO CHE ULTIMAMENTE È MOLTO IMPEGNATO IN UNA

SERIE DI CONCERTI CHE LO HANNO PORTATO IN GIRO

PER L’ITALIA, APPUNTAMENTI CHE A BREVE PROSEGUI-

RANNO ANCHE ALL’ESTERO. E ORA QUI, IN QUESTA NO-

STRA PICCOLA PARENTESI SEDUTI A UN TAVOLINO, IN CUI

VORREI SINCERAMENTE CHE SI SENTISSE A SUO AGIO. LA

SUA CARRIERA IN COSÌ RAPIDA ASCESA, LA SUA STATURA

ARTISTICA NONOSTANTE I SUOI VENTOTTO ANNI, IL SUO

ENORME SUCCESSO CHE NON SI PUÒ FAR ALTRO CHE

AMMIRARE DAL BASSO, SPINGONO LA MIA CURIOSITÀ

NELL’OVVIETÀ DELLA PRIMA DOMANDA CHE MI È VENUTA

IN MENTE DI FARGLI.

FEDERICOCOLLI

Page 16: MORASCHI - publimax.eu - 2 - Giugno 2016.pdfe m a n u el a.s e ru g h etti @ p u bli m ax. e u Emanuela Serughetti, dall’esordio biografico america-no, è autrice di diversi romanzi,

.29.

Gli amici veri nel mondo della musica sono rari, quando li incontri capita di vivere un’amicizia molto costruttiva, profonda e altruista attraverso cui ci si mette a confronto. La percezione della mia musica che ha l’altro può essere molto diversa da quella che ha il mio cuore. Ho anche diversi amici nel quartiere qui a Brescia dove sono nato che fanno tutt’altro e che faticano a capire cosa faccio io, ma questo l’ho sempre visto come una risultanza della mia vita molto posi-tiva che mi ha permesso di restare sempre con i piedi per terra. Incon-trarli al bar e bersi con loro una birra e sentirmi chiedere semplicemente “come è andato il concerto?” e la do-manda successiva è “cosa facciamo domani? “oppure”, organizziamo una grigliata per il w-e?” toglie un po’ l’alone di sacralità, di superomismo che si può creare attorno alla figura dell’artista e può rendere tutto più normale e serve a me per sgonfiarmi, per rilassarmi, per respirare.

Cosa hai provato a tornare nella tua città per esibirti al Brescia Bregamo Festival Philarmonic Orchestra lo scorso 27 aprile?È stato il concerto di apertura per il festival, l’evento concertistico e sinfonico principale qui a Brescia, così onorevole e così responsabile e sono molto grato che l’organizzazione abbia pensato a me. Suonare in un teatro così bello è già di per sé un’emozione, ma per me è sta-ta ulteriormente amplificata perché in quel tempio d’arte sono cresciuto. Da piccolo ci entravo mano nella mano con il mio papà e dal loggione ascol-tavo i grandi pianisti, così intoccabili e io sognavo e mi chiedevo cosa si provasse ad essere lì al posto loro; mi faceva sentire molto motivato. Il 27 aprile la prospettiva era diversa, mi sono chiesto se ci fosse un bambino che da lassù, dal posto dove ero io, mi stesse guardando con la stessa ammirazione. È stato un sentimento

Lo stress, i nervi tesi, la grande agitazione e il timore di non essere all’altezza della responsabilità e della chiamata, sono fattori che accom-pagnano me e miei colleghi e sarà così per sempre. Bisogna riuscire a conviverci e a convogliarli nella direzione migliore, più opportuna. La tranquillità permette di avere una visione più accurata, più paca-ta, ragionevole e più controllata di un’esecuzione. L’adrenalina che si ha necessariamente sul palcosceni-co quando ci si trova davanti a 3000 persone può creare diversi problemi, ma se convogliata in maniera intelli-gente e corretta può essere la molla che permette di raggiungere livelli di esecuzione sul palcoscenico e supe-riori (a volte inimmaginabili) rispetto a quelli a cui si è abituati in studio. A questo può venire in soccorso l’esperienza. Per quanto mi riguarda, aver incanalato ogni cellula del mio corpo verso una direzione artistica e quindi verso una performance il più curata possibile, è l’unica fonte a cui posso attingere la sicurezza che tiene sotto controllo la componente emotiva. Io ho sempre ben in testa che non devo strafare o mostrare una faccia che non mi appartiene. Ciò che sono chiamato a fare è donare il mio studio, il mio talento e la mia grande ricerca. I grandi capolavori hanno in sé il seme dell’assoluto, sono grandi composizioni sopravvissute a secoli di storia proprio perché hanno in sé l’infinito, e nel momento in cui un artista si rapporta con l’infinito che si cela dietro alla bellezza di queste opere, l’atteggiamento di umiltà è assolutamente conseguente. Il vociare sommesso delle persone lì attorno, il getto del vapore della macchinetta del caffé e l’improvviso scroscio di pioggia battente, alza-no percettibilmente le pareti della nostra privacy momentanea. Sono incantata dalla sua voce profonda e dalle sue parole così misurate, pensate a lungo.

Federico tu sei molto giovane, come vivi il rapporto con i tuoi coetanei? Hai solo amicizie con cui condividi la tua passione?Quando le persone lottano per lo stesso sogno è facile che si creino invidie e gelosie.

unico, intrecciato in una trama fitta di emozioni molto vere e palpitanti. Mi sono reso conto della strada che ho fatto, e naturalmente della strada che ancora c’è da fare.Quali sono i cinque aggettivi che pensi ti definiscano meglio?Posso dire di essere buono, ma nel senso genuino del termine, naïf, vedo il buono e la purezza nell’altra persona. Sono molto curioso verso ogni cosa che mi possa far fiorire, che possa innaffiare il mio cuore. Credo di essere una persona mera-vigliata e che ama meravigliarsi e trovare delle pieghe inaspettate nel mondo reale, e cibarsi della me-raviglia e del sublime. Sono molto inquieto, ma di un’inquietudine crea-tiva, vitale per gli artisti. Sono anche estremamente pessimista. La malin-conia e la tristezza artistica possono essere gocce caleidoscopiche che cadono dagli angoli del mio cuore. Nell’immaginario comune la parola inquietudine può essere sinonimo di preoccupazione, ma l’inquietudine artistica è un’altra cosa, è il magma dell’anima che si muove, è una dan-nazione necessaria. Io non potrei mai tendere alla felicità, capisci? La felicità il più delle volte è un sentimento artisticamente sterile. Non è una possibilità plausibile e non mi interessa neanche, se poi la conoscenza di me stesso porterà a una felicità ben venga, ma sarà una conseguenza assolutamente naturale e non predefinita.

Quanto sacrificio ti è stato richiesto per arrivare dove sei arrivato e quanto per mantenere il tuo livello?Si dice che è difficile arrivare in cima alla montagna, ancora più difficile ri-manerci, quando comincia a rarefarsi l’aria a 7000 mt in questa zona della morte rimanere due minuti in più può essere compromettente per la vita”

però sono anche quelle sfide che ti fanno tirare fuori il massimo aggiungo io, assolutamente sì, il sacrificio che è richiesto è totale, non c’è un aspetto della mia vita che non sia sacrifica-to e sacrificabile nei confronti della Verità, della Bellezza, della musica. Ogni cosa reale può essere fonte di

BRE MAGAZINE ´ N

O.2 GIUGNO 2016 ´

A quanti anni hai messo le mani su un pianoforte?Credo molto piccolo, avevo 3 o 4 anni, un pulcino! Ho incominciato con una tastiera, poi con un pianoforte digitale, per poi passare a un pianoforte acustico verticale e successiva-mente a quello a coda. È stato un percorso molto graduale.

C’è stata una cosa o un avvenimento o una persona che ha segnato l’inizio del tuo percorso e ti ha fatto capire che sarebbe stato quello giusto nella tua vita?Mio nonno è sempre stato appas-sionato di musica. Ricordo che in casa dei miei nonni c’era un pianoforte, seppur molto scordato, e lui mi incitava a pro-varlo, a rapportarmi con questo strumento. Mio papà a quell’epo-ca cantava e suonava la chitarra, passione che coltiva tutt’ora, e stava in un’orchestrina di liscio, faceva musica ballabile alle sagre di paese e a casa lo sentivo prova-re. Avevo molto senso del ritmo, prima di suonare il pianoforte cominciai a suonare la batteria, ci giocavo. “Guardate che questo bambino può avere un talento musicale”, Alberto Bonera, un caro amico di famiglia, un pro-fessore di filosofia diplomato in pianoforte, con queste parole consigliò ai miei genitori di farmi intraprendere un percorso musi-cale con il pianoforte che per me poteva essere più interessante e più stimolante della batteria. Così a 3 o 4 anni iniziai a seguire le sue lezioni privatamente. Successivamente ho frequentato una scuola propedeutica di Bre-scia fino a 8 anni, poi la professo-ressa Anita Battioni mi consigliò di seguire delle lezioni più impo-state, più rigide e più serie.

.28.

INTERVISTA A

Federico Colli

Da parte tua però immagino che non sia mai mancata la volontà e il desiderio di continuare e di approfondire” puntualizzo,

Più che volontà e desiderio credo che fosse proprio passione, molto recondita, innata e istintiva, una passione che mi legava ai suoni...

Una chiamata” suggerisco, una chiamata esatto, questa è una bella parola! Cominciai a prendere lezioni private qui a Brescia con Sergio Marengoni, l’insegnante che mi ha formato in grande percentuale e che mi ha portato fino al diploma di conser-vatorio.

Quali sono stati i segnali in età infantile che hanno suggerito le tue doti di grande pianista?Dovrei chiedere ai miei genitori, loro saprebbero. A me è sembrata la cosa più spontanea e naturale del mondo. I bambini sono molto stimolati dai suoni, dai rumori, in genere cercano di emularli, di riprodurli. Il senso del ritmo è la cosa più primitiva dell’essere umano.

Tanti compositori hanno cercato di ridurre in maniera minimali-sta alcune composizioni fino ad arrivare a quello che potesse essere il nucleo innervato di ogni essere umano che è il ritmo, il ritmo innato del cuore che batte per esempio. Quindi la percezione del ritmo, la possibilità di ricrearlo e la memo-ria di tipo uditivo che permette di sentire una canzone e ricordarse-ne la melodia, possono essere in un bambino segnali abbastanza evidenti e importanti indicatori di grandi qualità.

Sembra che dal successo che hai avuto al Leeds International Pia-no Competition nel 2012, in cui ti sei aggiudicato il primo posto e la medaglia d’oro, la tua statura artistica si sia elevata sempre di più e i più importanti teatri del mondo ti hanno aperto le porte riconoscendoti come una sicura premessa del pianoforte. Cosa ti viene in soccorso per gestire la componente emotiva o riesci a gestire insicurezza, timori, emozioni, se ce ne sono, senza difficoltà?

Page 17: MORASCHI - publimax.eu - 2 - Giugno 2016.pdfe m a n u el a.s e ru g h etti @ p u bli m ax. e u Emanuela Serughetti, dall’esordio biografico america-no, è autrice di diversi romanzi,

a dare il presentimento del Vero, renderlo manifesto. Credo che la meta che io mi stia prefiggendo sia questa, cioè di riuscire ad es-sere vero con me stesso, vero nei confronti di un’interpretazione, nei confronti di un compositore e delle sue volontà, di una partitura e se questa è l’onesta premessa, da qui non può che scaturire altro che la Bellezza.

Sul suo viso si attua qualcosa di appena percettibile, un’attraente modulazione di espressioni che mi avvicina all’idea di ciò che si muove dentro di lui, all’armonia tra la sua mimica, il suo respiro e il suo pensiero, una visibile danza interiore. “Wow! Mi sembra che tu stia suonando il pianoforte”, gli dico a un certo punto, incantata dalla sua encomiabile esposizione di concetti. Allora lui come se concedesse a un mezzo tono di intromettersi in quella sua consonanza di riflessioni, inclina la testa verso di me e mi ringra-zia, investendomi con quei suoi occhi di un blu indefinito, come due ingressi su un cielo che ho intravisto appena.

Cos’è per te la qualità impre-scindibile in quello che fai?Nella partitura esiste un grandis-simo rapporto con il simbolo cioè tra una nota che è un segno, uno sputo nero su un foglio bianco, e quello che vi sta sotto che è il mistero, e la Verità sta nella congiunzione, nella coincidenza del rapporto tra segno e mistero, Verità, Assoluto, dio, chiamalo come vuoi, che invera il segno. In fin dei conti, stiamo ragionando sulla Bellezza e sulla Verità, su categorie di pensiero che sembra-no a tutta prima esulare dall’arte; ma questi discorsi non dovrebbero essere estranei nei conservatori, nelle scuole, sono domande fon-damentali che qualsiasi musici-sta dovrebbe porsi di fronte allo studio di una sonata di Mozart per capire cosa cercare e per quali radure lasciarsi condurre.

C’è un’esperienza o un musicista in particolare che ti ha segnato

in qualche modo?Io ho un grande punto fermo che è un pianista bresciano, Arturo Benedetti Michelangeli morto nel 1985 ed è stato uno dei più grandi pianisti del ‘900 e di tutta la storia del pianoforte. Lui ha dato lustro alla città di Brescia, portando il nome della nostra città in giro per il mondo. Sono molto orgoglioso di condividere con lui le stesse origini, è una grande responsabi-lità quella che ho alle mie spalle ma che mi stimola molto.

Cosa ti pace fare quando torni a Brescia e a cosa non rinunceresti?A una buona cena in qualche ristorante, per esempio all’Al-bereta, da Gualtiero Marchesi, e apprezzare il tempo perso attorno a un tavolo dove trovare convivia-

lità, stare con degli amici, bere del buon vino, mangiare del buon cibo senza parlar di musica, ma di cose più pratiche. Poi non riuscirei mai a termina-re la giornata senza la lettura di qualche bella pagina, ma questo in qualunque parte del mondo.

Parlare con Federico Colli è stata un’esperienza, l’input utile a mettere in moto i sogni.Sai, mi hai cambiato la giornata! e mentre glielo confesso, capisco che forse è questa la mia perso-nale e umile risposta che meglio può restituirgli il noumeno, la conferma che il presentimento del Vero celato dietro al velo della Bellezza del suo modo di essere e delle sue parole, io in qualche modo l’ho avuto.

.31.

ispirazione, torna a me ma non finisce in me, viene ridonata a beneficio degli altri seguendo un’ispirazione che mostri la via all’invisibile. Non è così strano questo concetto se si concepisce la vita artistica come un compito sacerdotale. Proprio ieri ho parlato con un un prete che adesso sta in Cile, con il quale condivido un’amicizia pro-fonda e fondante per la mia vita, e mi ha fatto questa domanda che mi ha spiazzato e a cui non riesco ancora a rispondere:

A te dopo un concerto cosa rimane?Credo che la risposta a questa domanda è la risposta alla vita, la risposta a “chi sono io?” Aver-lo chiaro significa aver trovato l’infinito dentro di sé, quindi aver trovato la coincidenza del rappor-to, aver trovato dio. Mi ha fatto notare la correlazione che ci può essere tra un’esecuzione, un con-certo che è un rito, e il far messa, fare una celebrazione: si tratta sempre di inverare l’assoluto. L’unica grande differenza è che in un concerto ogni dinamica passa attraverso il corpo dell’artista che si fa ponte, si fa demiurgo tra l’assoluto e il pubblico; nella ce-lebrazione invece è tutto fuori dal sacerdote, il simbolo del corpo di Cristo per esempio, il rapporto tra oggettività e soggettività è molto equidistante. Il sacerdote dona la propria vita in maniera pratica con i voti di castità, suggellando la propria soggettività in onore della missione alla quale è chiamato. Un artista non fa voti di castità, però fa voti dell’anima. In questo senso è ugualmente un sacrificio quotidiano, ancestrale e sacerdo-tale, totale.

I suoi occhi sono trionfanti, ma-nifesto di quella sua inamovibile curiosità. Dà proprio l’idea di aver intravisto il suo dio e che lui sia il suo servo fedele, in un mi-scuglio di ascetismo e di ordina-rietà più vicina ai suoi anni e alla mia concezione di mondo.

Quali sono i cavalli di battaglia del tuo repertorio?

Mozart è un autore che ho sentito molto vicino, è un personaggio che ha sempre stuzzicato la mia immaginazione, mi trovo a mio agio a dialogare con lui, con la sua personalità. È stato un grande prestigiatore, un grande spa-daccino, sadico a volte, riusciva a celare sotto accordi e melodie spensierate, semplici, lineari e più naturali possibili, abissi e profon-dità infinite e per questo mi ha sempre affascinato. Come anche Robert Schumann, un composi-tore a me molto caro per la sua immaginazione e la possibilità che c’è nella sua musica di esagerare e l’esagerazione, la stravaganza, sono dinamiche fondamentali. Come diceva Dalì, l’unica cosa di cui il mondo non avrà mai abba-stanza è l’esagerazione. Andando in profondità si scopre l’infinito e nell’infinitamente grande si trova anche l’infinitamente piccolo. In lui c’è sempre questo duplice rapporto, questo grande dualismo che prese da Beethoven e dallo Sturm und Drang tedesco, e che rielaborò raggiungendo vette fantasmagoriche con il dualismo tra i due impulsi vitali apollineo e dionisiaco, tra armonia e passione travolgente, tra i due personaggi di Floristano e Eusebio che lui stesso coniò e che rappresentano i due lati della sua personalità. Floristano è l’impetuoso, dirom-pente con un grande oceano di passioni che si muove dentro di sé, ed Eusebio una figura molto poetica del romanticismo Bieder-meier che si perde nei suoi sogni, si compiace delle sue immagina-

.30.

zioni e poi torna nella vita reale trovandosi spaesato, cogliendo un fiore per esempio si perde nella sua bellezza. Questa dualità nella musica si può manifestare attra-verso un’interpretazione molto esagerata e stravagante. Vorrei citare come ultimo non un compo-sitore ma una composizione che è il terzo concerto di Rachmaninov, erroneamente famoso come Rach 3, e per il film “Shine” con Geof-frey Rush che interpreta la storia vera di David Helfgott che impazzì studiando quest’opera, che credo sia l’opera più difficile mai scritta per pianoforte e che mi accom-pagna sin da quando ho 17 anni. È il mio cavallo di battaglia che ho eseguito da poco a Roma con L’Orchestra dell’Accademia Na-zionale di Santa Cecilia e eseguirò a Rio de Janeiro con l’Orchestra sinfonica brasiliana. È un concerto nel quale mi sento crescere e mi sento ogni volta diverso, col quale mi rapporto in maniera sempre nuova e che decreta il tempo che scorre.

Quali sono le mete che ti sei pre-posto di raggiungere?Il compito di ogni Artista che si mette nei confronti della musica come un pensatore, credo che sia l’acquisizione della Verità che è difficile da raggiungere ed è celata dietro al velo della Bel-lezza, che è l’esca, è quella che i tedeschi chiamano der köder. Ma la Bellezza di per sé non esiste, essa esiste in quanto Verità. San Tommaso disse “pulchrum est Veritatis Splendor” la Bellezza è lo splendore della Verità, è la sua manifestazione nel reale, ma se non ci fosse la verità a manifesta-re la Bellezza, per deduzione la Bellezza non potrebbe esistere. La bellezza artistica contiene la fondamentale forza costitutiva della Verità. Comunicare l’inco-municabile è un problema molto forte, Kant diceva che il noumeno, che è tutto ciò che non può essere percepito nel mondo tangibile, è percepibile ma non conoscibile. Il compito dell’artista è quello di to-gliere questo velo futile e illusiorio e riuscire a far intravedere la Veri-tà che invera la Bellezza, riuscire

Page 18: MORASCHI - publimax.eu - 2 - Giugno 2016.pdfe m a n u el a.s e ru g h etti @ p u bli m ax. e u Emanuela Serughetti, dall’esordio biografico america-no, è autrice di diversi romanzi,

.33.

BRE PRIMO PIANO

BRESCIA MERITA DI ESSERE AMATA

EMILIO DEL BONOSINDACO DI BRESCIA

INTERVISTA A

A CURA DI CLAUDIA LAZZARI

32,

Page 19: MORASCHI - publimax.eu - 2 - Giugno 2016.pdfe m a n u el a.s e ru g h etti @ p u bli m ax. e u Emanuela Serughetti, dall’esordio biografico america-no, è autrice di diversi romanzi,

.35.

Mi preme specificare che rifiuti diffe-renziati non finiscono nell’incenerito-re, ma sono trattati. Abbiamo creato un sistema comples-so proprio per questo scopo. Pensia-mo di arrivare al 50% della raccolta differenziata entro il 2018 e al 61% entro il 2021. Il rifiuto è una grande ricchezza.

300/400 persone, il centro S. Filippo che ne tiene fino a 2.600/2.700, l’ EIB la cui capienza è di circa 5.200 persone.

Sindaco, com’è il rapporto con i bresciani?Giro molto per la città, sono una per-sona facilmente accessibile, non creo distacco con la gente. Ritengo si tratti di un rapporto rispettoso.

Parliamo degli eventi culturaliSino ad oggi siamo intervenuti su tre fronti: le infrastrutture sportive, i monumenti e le scuole. Per quanto riguarda i monumenti, abbiamo compiuto due importanti operazioni. Abbiamo completato il Parco Archeologico: le persone ora sanno che, oltre a Santa Giulia, c’è altro. E’ stato poi riaperto il Teatro al pubblico e il numero dei visitato-ri è cresciuto da 77.000 nel 2013 a 150.000 nel 2015.

Brescia è una delle città più inqui-nate d’Europa, cosa può dirci al riguardo?Quella dell’inquinamento è in assolu-to la sfida più complessa. Ci siamo concentrati molto sul-l’aspetto della bonifica di suolo pub-blico che nessuno, prima di noi, aveva intrapreso. Abbiamo completato quella del parco della scuola divisione Acqui, fra qual-che settimana completeremo quella del parco di via Nullo e stiamo termi-nando quelle delle scuole Calvino e Deledda. Brescia è stata ed è una città indu-striale, la città della manifattura, delle acciaierie e delle fonderie. Ad oggi, sfortunatamente, sta pagando il biglietto di cento anni di industrializ-zazione “sregolata”.

Parliamo della raccolta differenziata ...Abbiamo cambiato il sistema di rac-colta dei rifiuti. Affinché la “rivoluzione” sia graduale, la città è stata divisa in cinque zone.

... l’idea di impararead amare la loro citta’

BRE M

AGAZINE´ N

O.2GIUGNO2016´ Cosa vorrebbe lasciare ai bresciani?

Una cosa su tutte: l’idea di imparare ad amare la loro città. A mio parere esistono poche città di queste dimen-sioni così civili, con un tale patrimo-nio monumentale, servizi e trasporti efficienti. Uno fra tutti, la metropoli-tana. Brescia merita di essere amata.

In che rapporti è con il Sindaco Gori?Molto buoni. Anzi, le dirò di più. Bre-scia e Bergamo, con anche Cremona e Mantova, hanno creato il Distretto Europeo Enogastronomico, per il quale noi Sindaci ci incontriamo una volta al mese.

Sindaco Del Bono, da quanto tempo è in carica?Mi sono insediato nel giugno del 2013, sono quindi 2 anni e 10 mesi.

Cosa non è ancora riuscito a fare che, tuttavia, vorrebbe compiere entro la fine del mandato?Vorrei portare fino in fondo la ri-qualificazione del palazzetto dello sport EIB.Io, per esempio, non ho mai prati-cato sport a livello agonistico, ma sono stato un camminatore e ho fatto molte passeggiate in mon-tagna. Lo sport va anche visto, ho la convinzione profonda che sia un modo per stare con gli altri, uno strumento per combattere il disagio giovanile, per trascinarsi fuori di casa, sconfiggere la noia e la tendenza ad adagiarsi davanti a tv e computer. Uno strumento per misurare i propri limiti e porre del rigore con se stessi. E’, sicura-mente, un interesse sociale.

Che scommesse definirebbe“vinte”?Nel corso di questo mandato ab-biamo investito molto nello sport. Ci siamo occupati, innanzitutto, della riqualificazione del Poliva-lente di Collebeato, chiuso oramai da dieci anni, che verrà conse-gnato questo autunno.Abbiamo poi fatto interventi mi-nori per quanto riguarda il rugby, sia ristrutturando il campo per bambini Fiumicello, sia per quan-to concerne il campo Invernici, su cui metteremo la prima pietra a settembre.Sono, inoltre, in corso i lavori per la realizzazione dell’impianto di riscaldamento nel bocciodromo di Mompiano, dove si recano molti anziani.Infine, ci sarà il bando di gara in autunno per il campo di atletica a S. Polino. Siamo, pertanto, intervenuti su tre grossi fronti: il Polivalente di Collebeato che ha una capienza di

.34.

INTERVISTA A

Emilio Del Bono

... non creo distacco con la gente. RITENGO SI TRATTI DI UN RAPPORTO RISPETTOSO.

Page 20: MORASCHI - publimax.eu - 2 - Giugno 2016.pdfe m a n u el a.s e ru g h etti @ p u bli m ax. e u Emanuela Serughetti, dall’esordio biografico america-no, è autrice di diversi romanzi,

.37.

Signora Umberta, cosa significa per lei “The Circle Italia Onlus” il network di donne che attra-verso le proprie competenze e risorse sostengono progetti a favore di donne in difficoltà, e in che modo ne prende parte?Mi sono unita a “The Circle” circa tre anni fa, coinvolta da una mia amica. All’epoca il progetto sosteneva in esclusiva Oxfam una delle più importanti confedera-zioni internazionali nel mondo, specializzata in aiuto umanitario e progetti di sviluppo. Nella fase iniziale, come faccio sempre, ne ho valutato il funzionamento e se poteva davvero piacermi. Poi nel tempo ci sono stati dei cambia-menti e “The Circle” si è costituita come ONLUS indipendente, nella quale io ho assunto un ruolo più importante. Mi sono trovata molto bene con la fondatrice nonché la presidente Antonella Antonelli, la direttrice della rivista Marie Clai-re e anche con il resto del gruppo di lavoro, donne formidabili come Enrica Ghia e Adelaide Corbetta, solo per citarne alcune. Insieme abbiamo deciso di percorrere una strada di indipendenza per quanto riguarda la scelta dei progetti, una strada che ora è diventata concettualmente più complessa e più impegnativa perché in auto-nomia ci riuniamo per capire di cosa c’è bisogno, per cercare di ingrandire il cerchio coinvolgen-do altre donne che sono in linea con il progetto, a cui si è liberi di partecipare nella misura in cui si può. Non servono delle carat-teristiche particolari, ma solo il tempo, la voglia e la motivazione giusta per fare qualcosa che sia di aiuto per le donne meno fortuna-te. Importante per “The Circle” è la comunicazione che ci aiuta a sensibilizzare le persone, realiz-zare campagne di informazione che sono fondamentali e di que-sto se ne occupa Adelaide Cor-betta. Per esempio, per il secon-do anno consecutivo, il 26 maggio abbiamo sostenuto la campagna “Denim day” promossa da Guess Foundation Europe a favore di Di.Re., Donne in Rete contro la violenza, uno dei temi principali di cui si occupa “The Circle”, oltre a quello della povertà e dei pregiu-dizi sul mondo femminile.

INTERVISTA A

Umberta Gnutti Beretta

BRE L’INTERVISTA DI GIUGNO

A CURA DI EMANUELA SERUGHETTI

È UN VERO PRIVILEGIO ENTRARE NELLA RESIDENZA CITTADINA DELLA FAMI-

GLIA BERETTA, AMMIRARNE GLI AMBIENTI E GLI ARREDI RICERCATI CHE RAC-

CONTANO DI UN ÉLITE CULTURALE FATTA DI COCKTAILS ARISTOCRATICI, CENE

ISTITUZIONALI E ABITUDINI FAMIGLIARI CHE SONO, AGLI OCCHI DEI PIÙ, MOLTO

VICINI AL FIABESCO.

SIN DALL’INGRESSO SI RESPIRA L’ARTE DI CUI VI È TRACCIA A OGNI ANGOLO,

OVUNQUE SI POSI LO SGUARDO. DIETRO A QUESTO MERAVIGLIOSO SCENARIO,

M’INTERESSA CARPIRE L’ANIMA DI CHI DI TANTA BELLEZZA AMA ADORNARE LA

PROPRIA VITA, POICHÉ COME SOSTENEVA PLATONE, SOLO UNA VITA RIVOLTA

ALLA VERITÀ E AL BENE GUIDATA DALLA RAGIONE VERSO I BUONI PIACERI,

PUÒ ESSERE UNA VITA REALMENTE FELICE CHE TENDE ALLA REALIZZAZIO-

NE DI UN’ARMONIA FAVOREVOLE ALLA SALUTE DEL CORPO, ALL’EQUILIBRIO

DELL’ANIMA E PER ESTENSIONE ALL’INTERA “POLIS”. E LA SIGNORA UMBERTA

GNUTTI BERETTA IN QUESTO SENSO È UNA DONNA DA TEMPO IMPEGNATA IN

PRIMA LINEA A SOSTEGNO DI PROGETTI DI UTILITÀ E IMPORTANZA SOCIALE, A

FAVORE DI ASSOCIAZIONI ONLUS E DI ORGANIZZAZIONI DI VOLONTARIATO NEL-

L’AMBITO DELL’ASSISTENZA SOCIO SANITARIA E CULTURALE.

A UN CERTO PUNTO IL MIO SGUARDO SI DIREZIONA IN CIMA ALLA SCALINATA

DI MARMO GIALLO, DA DOVE VEDO SCENDERE LA SIGNORA UMBERTA VESTITA

DI NERO CON UN PANTALONE CLASSICO E UNA CAMICIA LEGGERMENTE SBOT-

TONATA. IL SUO VISO RAGGIANTE, LA PELLE NIVEA, LA DELICATEZZA DEI SUOI

TRATTI, IL COLORE CERULEO DEI SUOI OCCHI ATTENTI CHE PUNTANO AI MIEI

COME DUE CAPOCCHIE DI SPILLO, SONO LA SINTESI DELLA RAFFINATEZZA CHE

PERCEPISCO NASCERLE DA SOTTO LA PELLE E CHE ARRIVA SU DI ME COME

UN TOCCO GENTILE, MA DECISO. MI RAGGIUNGE NELL’ELEGANTE SALOTTINO,

INONDATO DALLA LUCE DORATA DI QUESTO BEL POMERIGGIO.

SOLIDARIETA’, ARTE E CULTURA:IL SAPORE E L’AUTENTICITA’ DELLE COSE FATTE IN ITALIA ALL’ESTERO SE LE SOGNANO

UMBERTAGNUTTIBERETTA

BRE M

AGAZINE´ N

O.2GIUGNO2016´

Page 21: MORASCHI - publimax.eu - 2 - Giugno 2016.pdfe m a n u el a.s e ru g h etti @ p u bli m ax. e u Emanuela Serughetti, dall’esordio biografico america-no, è autrice di diversi romanzi,

.39.

ne dedicata all’arte contemporanea a Brescia, in considerazione anche del fatto che esistono in città scuole d’arte note?No, perché ce ne sono già tantissi-me di fondazioni che bisogna gestire e amministrare, quindi preferisco dare una mano a quelle già esistenti. Io per questo sono più americana che italiana, nel senso che in Italia ognuno tende a fare il suo, in Ame-rica è l’opposto, si preferisce unire la propria fortuna e le proprie forze ad altri. Trovo inutile creare a mio nome l’ennesima fondazione, se-condo me c’è bisogno invece di far apprezzare quello che c’è. Brescia è una città molto seduta e a me dispiace vedere i musei vuoti. La mia città ideale è Londra, dove il giorno stesso in cui viene aperta una mostra la gente si mette in coda per andarla a vedere nonostante il freddo e la pioggia. Credo che sia una questione di educazione, di insegnamento da parte della famiglia. L’arte si deve respirare, bisogna cercare di vivere il tempo libero in una maniera più istruttiva e più intelligente, portare i figli a visitare una città, una mostra. Ne approfitto per cogliere l’occasio-ne per invitare la gente ad andare a visitare la mostra “The Water

molto del fatto che alcune cose che ci appartengono siano in disuso (ed è vero) che i nostri musei non rie-scano a funzionare bene come quelli stranieri (ed è vero) però tutte le volte che sento parlare gli stranieri di noi non sento mai dire “che inefficienza in Italia!” ma “che meraviglia è l’Ita-lia!” Sembrano tutti assolutamente disponibili a perdonarci le nostre inefficienze. Sono reduce da un viag-gio a Washington, dove ho parlato col direttore dello Smithsonian Institu-tion che è un complesso museale e di ricerca che consta di 19 musei che funzionano perfettamente e per cui fanno raccolte fondi, raggiungendo cifre da capogiro. Sicuramente sono più bravi ad amministrare, però il sapore e l’autenticità delle cose fatte da noi, loro non ce l’hanno! Dobbia-mo capire quelli che sono i nostri punti di forza, l’Italia non sarà mai in ordine come può essere la Svizzera, abbiamo sicuramente una mentalità diversa però su alcune cose siamo forti. Abbiamo un Paese bellissimo che ci invidia mezzo mondo e quello che abbiamo, cerchiamo di usarlo al meglio.

Vista la sua passione per l’arte, ha mai pensato di creare una fondazio-

Projects” che sarà al Museo di Santa Giulia fino al 18 settembre 2016 e a portarci i propri bambini, per i quali sono stati pensati un bel programma con i giochi con l’acqua e spazi molto grandi. In questo modo, in previsione di visitare dal vivo l’opera di Christo sul lago, potrebbero dar loro infor-mazioni curiose e utili in più.

So che lei è impegnata anche in pro-getti socialmente utili e sostiene as-sociazioni che raccolgono fondi per la ricerca contro malattie importan-ti, pensa che si stia andando verso una maggiore sensibilizzazione in questo senso?Assolutamente sì, devo dire che la gente in generale è molto sensibile, magari non lo sono tutti allo stes-so modo per le stesse cose, ma chi per una ragione chi per un’altra, tutti hanno a cuore qualcosa, danno sostegno e si danno da fare. Magari quello che manca è l’organizzazione per rendere al meglio quello che viene fatto. Io da anni aiuto l’associa-zione bresciana “Essere bambino”, e sono anche nel consiglio d’ammini-strazione. Abbiamo appena iniziato un programma di volontariato all’in-terno di alcuni reparti dell’ospedale, per cui sono stati organizzati dei corsi per i volontari e degli incontri con lo psicologo, peraltro frequentatissimi soprattutto da giovani. Secondo me la volontà di fare le cose c’è. A Brescia funzionano bene le realtà indiscu-tibilmente utili come ad esempio la Croce Bianca, sì, magari si è un po’ più pigri a organizzare la cosa nel senso filosofico e filantropico, però credo che basti dare un motivo e maggiore informazione alla gente per riuscire ad attivarla.

Cos’è per lei la semplicità?Poter usare il mio tempo come vorrei, per fare le cose che più mi piacciono, e non è facile!

A cosa non rinuncia mai quando viene a Brescia?Al tradizionale pranzo della domenica dai miei genitori in campagna. Ogni tanto mi piace andare in bicicletta in giro per la città, mi piacerebbe anda-re anche a piedi ma qui non lo faccio molto, come invece capita a Milano. Adoro andare sul lago d’Iseo, e nelle zone verdi circostanti.

Il concetto di girotondo, di pren-dersi per mano, di coinvolgere e passare energia agli altri per creare supporto, per dare stimo-li, per dare luce alle donne, in che modo esiste (o può esistere) in Brescia?A Milano, che è la città dove na-sce “The Circle”, c’è più l’abitu-dine tra le donne di ritrovarsi per discutere di progetti; sicuramente c’è una diversa mentalità a Bre-scia che è una realtà più piccola e ha associazioni tipicamente miste come per esempio il Rotary Club. Però io penso che non si debba avere per forza la necessità di riunirsi frequentemente in circoli per fare qualcosa di utile. Io a Brescia prima di entrare in “The Circle” ho iniziato partecipando al progetto di “Doppia difesa”, la fondazione a sostegno delle donne che subiscono violenze, e non mi ci è voluto molto per trovare donne imprenditrici che mi appoggiassero.

“La donna è il motore del cam-biamento”, quanto e come si ritrova lei in questa definizione?Io ci credo molto, non voglio sembrare troppo femminista ma secondo me le donne hanno più sensibilità e più senso civico, più attenzione verso le esigenze e i sentimenti altrui, non so, forse perché fa parte della loro natura. Per esempio è stato dimostrato come nei paesi poveri se vien dato il compito di fare economia in mano alla donna, questa sia in grado di far fruttare i soldi molto meglio degli uomini, perché il suo pensiero è rivolto alla famiglia, al futuro, in modo altruistico, mentre l’uomo vive di più la gior-nata. Io sono convinta che se una donna si impegna può essere sì il motore del cambiamento!

Tra non molto il lago d’Iseo sarà sotto i riflettori di tutto il mondo grazie all’opera d’arte di Christo “The Floating Piers” che convive con l’ambiente e ingloba l’isola di San Paolo di proprietà della famiglia Beretta. Cosa si sente di dire a chi sostiene che questa sia diventata un’operazione di marketing e di business che to-

.38.

glie importanza all’opera d’arte e che esaspera molti abitanti del Sebino per le difficoltà e, forse, per le incapacità organizzative degli amministratori locali?Che sia un’operazione di marke-ting non lo so, forse come con-seguenza ci sarà gente che guadagna, ma perché no? Allora un’opera di Jeff Koons non è arte perchè costa tanto? Non vedo questa distinzione! Caso mai si può considerare una bellissima opera d’arte che può portare dei benefici al territorio. Sincera-mente per l’esperienza che ho avuto io parlando con i sindaci locali, ho potuto constatare che tutti stanno facendo del loro me-glio, poi è chiaro che la bacchetta magica non ce l’ha nessuno. Si tratta di un progetto complesso, non siamo sicuramente abituati a una cosa così, ma del resto non eravamo abituati neanche a un EXPO che tutti hanno definito un fallimento prima ancora che lo fosse, ma che poi, a somme fatte, è stato un successo! Io sono stra-convinta che questa sia un’oppor-tunità che se non avessimo colto saremmo stati stupidi, poi da

appassionata d’arte, non ho dubbi che una cosa così bella possa far chiudere un occhio se si verificas-se qualche impedimento. Ho fatto un’intervista questa mattina per una televisione tedesca che farà un documentario di un’ora e mez-za dedicato all’opera di Christo e che trasmetteranno al telegio-rale. Verrà collegato addirittura il satellite attraverso cui si potrà guardare la passerella in tempo reale.

Lei è una persona che ha vissuto molti anni all’estero da dove si può trovare un punto di vista sull’Italia distaccato, più obietti-vo e critico proprio perché si ha modo di fare dei paragoni viven-do a contatto con altre realtà. Per quanto riguarda l’arte e i beni culturali di cui l’Italia è ricca, come giudicano dall’estero la nostra capacità di valorizza-zione e preservazione di questo patrimonio?Avendo a che fare molto con gli stranieri, sinceramente mi sem-bra che siamo noi a giudicare noi stessi molto di più di quanto lo facciano gli altri; ci preoccupiamo

Page 22: MORASCHI - publimax.eu - 2 - Giugno 2016.pdfe m a n u el a.s e ru g h etti @ p u bli m ax. e u Emanuela Serughetti, dall’esordio biografico america-no, è autrice di diversi romanzi,

.41.

Nell’immagine sopra Miriam Dalmazio, Robert Dancs e Checco Zalone in una scena del film “Sole a catinelle”

BRE L’INTERVISTA DI GIUGNO

A CURA DI EMANUELA SERUGHETTI

ROBERT, A SOLI13 ANNI, COME ABITA LA FAMA CHE GLI HA PORTATO IL FILM “SOLE A CATINELLE”, CAMPIONE DI INCASSI AL

BOTTEGHINO NELLA STAGIONE CINEMATOGRAFICA 2013/2014, IN CUI HA RECITATO LA PARTE DEL FIGLIO DI CHECCO ZALONE?

ME LO CHIEDO MENTRE ACCOMODATA SUL DIVANO DI CASA DANCS NOTO UNA BACHECA COLMA DI NOTE, RICORDI E CARTO-

LINE, E I VOLTI SORRIDENTI DI MAMMA KAROLINA, PAPÀ JONY INSIEME A ROBERT E LA SORELLA NATALIA CHE SI AFFACCIANO

SUL SALOTTO DA CORNICI RIPOSTE UN PO’ OVUNQUE. TUTTO MI SUGGERISCE LA SERENA ORDINARIETÀ DI UNA FAMIGLIA

COME TANTE. CHE FINE HA FATTO QUELL’ABBONDANTE CIUFFO DI CAPELLI CHE CASCAVA A LATO DEL TUO VISO, CHIEDO A

ROBERT GUARDANDO LA SUA CRESTA, VERSO UN’ALTEZZA CONQUISTATA IN POCO TEMPO DOPO LE SUE ULTIME APPARIZIONI

IN TV. SORRIDE CONTAGIOSO, CON LA DOLCEZZA, CHE HA SEMPRE CONTRADDISTINTO IL SUO BEL VISO, NEGLI OCCHI SCURI

CHE SI ILLUMINANO ASSOTTIGLIANDOSI FORMANDO AI LATI LE GRINZETTE SIMPATICHE DEI MANGA, E NEI SUOI DENTI NIVEI

PERFETTAMENTE ALLINEATI COME PERLINE. “SEI PRONTO PER LA NOSTRA CHIACCHIERATA? METTITI COMODO” GLI DICO,

MA IL SUO CELLULARE SI METTE A SUONARE: È UN AMICO, LO CAPISCO DAL TONO COLORITO CON CUI SCHERZA E POI LO

LIQUIDA, DICENDOGLI DI ESSERE UN ATTIMO IMPEGNATO. MI DIVERTE LA SUA GENUINITÀ SENZA SOVRASTRUTTURE, TIPICA

DI QUEST’ETÀ. “DIMMI ROBERT, CHE SCUOLA HAI SCELTO DI FARE L’ANNO PROSSIMO DOPO LE MEDIE?”

“IL LICEO SCIENTIFICO A INDIRIZZO AERONAUTICO, MA SONO ANCORA UN PO’ INCERTO. A SCUOLA NON TI FAN CAPIRE NIEN-

TE, NON SO ANCORA SE È LA SCELTA GIUSTA.”

“SEI SEMPRE INTERESSATO AL PERCORSO ARTISTICO NELL’AMBITO DEL CINEMA E DELLO SPETTACOLO?”

“SÌ, CERTO CHE MI INTERESSA!” SI STUPISCE, COME DI FRONTE A UN’OVVIETÀ CHE FORSE LA QUOTIDIANITÀ DELLE SUE ABI-

TUDINI PREADOLESCENZIALI GLI IMPEDISCE DI CONSIDERARE CON IL GIUSTO PESO. IO CHE VOGLIO SCOVARE IL PUNGOLO

DELLE SUE AMBIZIONI, CAPISCO CHE QUESTE SONO ANCORA FATTE DI SOGNI, DI MOLTE INCERTEZZE, COME È GIUSTO CHE

SIA A QUEST’ETÀ.

Tutti mi fanno i complimenti, ma io mi tengo la testa sulle spalle

ROBERT DANCS

Page 23: MORASCHI - publimax.eu - 2 - Giugno 2016.pdfe m a n u el a.s e ru g h etti @ p u bli m ax. e u Emanuela Serughetti, dall’esordio biografico america-no, è autrice di diversi romanzi,

.43.

Quali sono i consigli che daresti a un tuo coetaneo intenzionato a fare una simile esperienza?Sicuramente gli consiglerei di non preoccuparsi di avere una formazione attoriale alle spalle, ma piuttosto di cercare di essere il più naturale pos-sibile. È importante non sentirsi ar-rivati, ma dimostrarsi sempre umili, con la consapevolezza di essere solo all’inizio di un lungo percorso.

Confessaci, ti fa piacere quando le tue fans ti fanno i complimenti e chiedono di poterti conoscere?In realtà sono tutte piccoline quelle che mi vengono a chiedere autogra-fi!” ride e io gli faccio tanto d’occhi. Scherzo! In generale sono sempre disponibile con tutti. Mi ricordo quando a scuola mi quali-ficai per le gare distrettuali di atletica leggera arrivando al primo posto nella gara a ostacoli, per cui dovetti andare a Brusaporto per le finali. Lì i bambini, che erano più di mille, mi chiedevano se ero Robert Dan-cs e io dicevo di no, evitavo di farmi riconoscere per l’esperienza del-l’anno prima in cui mi assalirono per avere l’autografo e per questo avevo mancato di presentarmi a due gare perché quando le avevano annunciate chiamando il mio nome, io non avevo sentito. Ricordo che uno aveva un sacco di dolci e quando mi chiese se ero Robert Dancs gli ho risposto che glielo avrei detto in cambio di una caramella. È capitato molte altre volte di tro-varmi in situazioni simili in giro per l’Italia. Ho trovato anche ragazzi che mi sfot-tevano, oppure che mi si avvicinavano per convenienza. Con i miei compagni di classe con cui sono cresciuto è stato diverso, loro hanno smesso di farmi domande dopo un mese. Alcuni invece sono cambiati nei mei confronti e li ho persi come amici.

Quali sono le opportunità che que-sto esordio cinematografico ti ha portato in seguito?Ho avuto una piccola parte in Fuori classe 3 con Luciana Littizzetto, una fiction seguitissima di 3 puntate in cui io sono Luca il figlio del protagonista Tommaso Canfora, interpretato da Ettore Bassi, fidanzato con la profes-soressa d’inglese Gaia, il personag-gio di Giulia Bevilacqua. Poi ho partecipato a vari talk show ed è stato stimolante, ho conosciuto molte persone e realtà diverse.

Quanto è stato importante per tutto questo il supporto della tua fami-glia?La mia mamma è sempre stata disponibile a portarmi ovunque e a starmi a fianco, mio padre e mia so-rella mi incoraggiavano e mi facevano notare quanto fossi bravo.

Quali sono i momenti più belli che ricorderai sempre?Ogni volta che sono andato sul set è stato indimenticabile. Poi questo... e dicendo così mi mostra un diario rilegato in cuoio e comincia a sfogliarne le pagine. Checco e le persone della troup mi hanno scritto delle dediche su questo diario, c’era Rosario che mi chiama-va sempre Bob e mi accompagnava sulla scena dal camerino tenendomi l’ombrello sulla testa per ripararmi dal sole, mi portava da mangiare, da bere e mi faceva giocare. Ilenia invece era la mia autista, così sempre molto disponibile! Il rapporto con le persone è stato sicuramente l’aspetto di questa esperienza che conservo nel cuore.

Come sei riuscito a conciliare lavoro e scuola?Il film l’hanno girato d’estate, quindi ho solo saltato un mesetto di scuola ma senza avere problemi.

Quali sono i tuoi progetti futuri?Farò sicuramente altri provini per qualche film che mi segnalerà la mia agenzia, parteciperò mettendo-mi in fila insieme agli altri bambini, perché non mi sento essere di più di loro e so che la strada è lunga. Basta credere in quello che si fa e questa è già una buona partenza per arrivare al successo, e io per questo penso di avere tutte le carte in regola.

Basta credere in quello che si fa e questa e’ gia’ una buona partenza per arrivare al successo, e io per questo penso di avere tutte le carte in regola.

BRE M

AGAZINE´ N

O.2GIUGNO2016´

Quando hai girato il film “Sole a catinelle” con Checco Zalone avevi solo 11 anni. Da questa esperienza cosa hai potuto capire di te stesso a livel-lo di carattere e quali virtù, che non sapevi di avere, sono potute emergere?Inspira l’aria e la trattiene qualche secondo preparando un sorriso, poi lascia uscire un “che domande difficili!” che m’intene-risce quanto la sua spontaneità e il suo sforzo commovente, sull’in-crocio di un’asimmetria imposta dalla situazione.“Era l’estate tra la 5a elementare e la 1a media, festeggiai il mio undicesimo compleanno sul set insieme a Checco perché cade il 2 giugno, proprio il giorno prima del suo. C’era un buffet di torte e tutti ci hanno fatto festa. L’affetto delle persone con cui ho lavorato e ho passato dei mesi è la cosa che mi ha fatto sentire più a mio agio. Il legame con ogni componen-te della troup è un ricordo che ancora conservo nel cuore. Grazie al loro supporto e alla loro stima nei miei confronti, sono riuscito a superare la timidezza che mi ha sempre contraddistinto. Ricordo che all’inizio mi vergo-gnavo, soprattutto a recitare in pubblico. Per esempio quando ho girato la scena nel bel mezzo di un paesino per cui erano accorse molte persone, in cui urlo la paro-laccia “hai rotto il cazzo!” Guarda che non so se ce la faccio, avvisai il regista, poi in mio soccorso è arrivata la determinazione e ho fatto finta che fossero tutti spariti: nella mia mente c’ero solo io e i cameramen e così ce l’ho fatta, al primo colpo! Questa è diventata la mia strate-gia anche in altri contesti. Since-ramente non ho mai pensato di avere un’abilità per la recitazione, fondamentalmente resto me stes-so quando recito, non uso alcuna modalità o impostazione e non ho

.42.

INTERVISTA A

Robert Dancs

Il successo non viene solo con la vittoria, ma talvolta anche gia’ col voler vincere.

difficoltà perché è una cosa che mi viene naturale. Ho anche sco-perto di avere delle discrete doti canore, quando ho dovuto cantare una canzone da inserire nel film che abbiamo provato e registrato a Cinecittà.” Karolina, la mamma di Robert, si lancia in un esaustivo compendio di qualche minuto sulla capacità di suo figlio di sostenere in modo

naturale situazioni sul set che altri attori adulti hanno trovato più impegnative e sottolina con evidente emozione il particolare degli applausi del pubblico al fine dei ciack, che con Robert si allungavano fino alle lacrime. “L’ingegnere del suono, una per-sona seria e molto esigente, gli ha persino detto: Robert tu mi dai meno da fare, sei in gamba!”

Friedrich Nietzsche

Page 24: MORASCHI - publimax.eu - 2 - Giugno 2016.pdfe m a n u el a.s e ru g h etti @ p u bli m ax. e u Emanuela Serughetti, dall’esordio biografico america-no, è autrice di diversi romanzi,

718 BOXSTERLA SVOLTA

PIACERE SPORTIVO PER CANCELLARE LA ROUTINE DELLA QUOTIDIANITÀ. BEATRICE SAOTTINI E BIAGIO CAPOLUPO PRESENTANO LE NUOVE

718 BOXSTER E BOXSTER S AL CENTRO PORSCHE BRESCIA DI DESENZANO CON LO STESSO ROMBANTE SPIRITO CHE

CONTRADDISTINGUE DA SEMPRE IL GRUPPO SAOTTINI.

A CURA DI ANNALISA BONI E CLAUDIA LAZZARIIMMAGINI DI MIRO BONARDI

BRESCIA EVENTI

45,

È stato un “red carpet” rombante e ad alto tasso di emozioni quello che ha guidato l’ingresso sull’esclusivo pal-coscenico di Centro Porsche Brescia, nella sede di Desenzano del Garda, della nuova Porsche 718 Boxster, protagonista assoluta di una colora-tissima anteprima.A fare gli onori di casa, con lo stes-so spirito brillante che conferma il Gruppo, Beatrice Saottini e Biagio Capolupo, show hosts dell’evento.

Il nuovo motore è sempre un Boxster, ma a quattro cilindri e sovralimentato con un unico turbo. Turbo che è del tipo classico sul 2.0 litri di cilindrata, destinato alla Boxster, e del tipo a geometria variabile sul 2500 che è riservato, invece, alla Boxster S.Anche dentro è cambiata, dettagli, particolari.Non vi resta che prenotare il vostro test drive e lasciarvi travolgere da questa sorprendente rivoluzione.

BRE BEAUTY, BELLEZZA E BENESSERE

[email protected]

Prenditi cura della

A CURA DI CLAUDIA LAZZARI

Luisa PedriniTitolare di Lepo, Pedrini Cosmetici Srlwww.lepo.it

Pelle secca, normale, grassa, mista, impura, sensibile, reattiva, asfittica... e chi ne ha più ne metta!Per i diversi tipi di pelle, la natura offre diverse soluzioni.Una pelle secca avrà un assoluto bisogno di essere nutrita e protetta. In natura possiamo trovare mol-tissimi ingredienti vegetali, come l’olio di Argan, di mandorle dolci, di avocado, la cera di jojoba, il bur-ro di karité, le cellule staminali da mela, nonché il nostro italianissimo ed amatissimo olio di oliva.

L’olio di oliva è un buon “alimento” per la nostra pelle. Oltre ad avere spiccate proprietà antietà, poiché promuove la produzione di collage-ne ed elastina, è ricco di sostanze nutrienti, idratanti e protettive. Offre addirittura una protezione naturale dai raggi UV.

Anche le biotecnologie vengono in nostro aiuto. L’acido ialuronico,per esempio, che oggi può essere prodotto da biotecnologia, è uno dei più potenti idratanti naturali: è in grado di assorbire molta più acqua rispetto al suo stesso peso mole-colare, trattenendola nella pelle, reidratandola a fondo e a lungo e mantenendola tonica ed elastica.L’acido ialuronico è uno dei com-ponenti fondamentali della nostra

.44.

Pellechiedendo aiutoalla natura ...

le rughe e le piccole imperfezioni cutanee.Per una pelle grassa o impura, pre-sente maggiormente in giovane età, è consigliabile utilizzare sempre prodotti specifici che aiutano a nor-malizzare la secrezione sebacea. Anche in questo caso la natura ci viene in soccorso. Estratti astrin-genti e purificanti come quelli di bardana, ratania e rosmarino, o assorbenti e remineralizzanti come l’argilla, sono molto efficaci nel combattere e riportare alla norma-lità questo tipo di pelle.

pelle, insieme a collagene ed elasti-na. Purtroppo la presenza di queste molecole tende a diminuire con l’età; la pelle tende ad assottigliarsi e a poco a poco compaiono le odiate rughe.

La prevenzione è importante: utilizzare giornalmente una buona crema idratante, nutriente ed antietà alla sera, aiuta a ritardare i segni del tempo e la perdita di tono della pelle. L’utilizzo costan-te di prodotti cosmetici specifici migliora visibilmente e minimizza

DAILY DEFENCE CREAM crema antietà SPF 30

all’olio di oliva, burro di karité e acido ialuronico

BIO CREMA CONTORNO OCCHI certificata ICEAcon acido ialuronico,

olio di oliva e licopene

CREMA GIORNOristrutturante ed

idratante viso, alle cellule staminali vegetali

della mela e acido ialuronico

CREMA NOTTEriparatrice e nutriente

viso, alle cellule staminali vegetali della mela e acido ialuronico

Page 25: MORASCHI - publimax.eu - 2 - Giugno 2016.pdfe m a n u el a.s e ru g h etti @ p u bli m ax. e u Emanuela Serughetti, dall’esordio biografico america-no, è autrice di diversi romanzi,

.47..46.

Page 26: MORASCHI - publimax.eu - 2 - Giugno 2016.pdfe m a n u el a.s e ru g h etti @ p u bli m ax. e u Emanuela Serughetti, dall’esordio biografico america-no, è autrice di diversi romanzi,

RESTAURANT STORY

IL RISTORANTE DEL MESE

199, TOOLEY ST. , LONDON

$$$$$Voto: 8/10

Location: 8.5Romantic: 8

Food: 8.5Wine: 8

Wines by the glass: 8Smiles: 7Service: 7

Value for money: 8

Questo ristorante con pochi coperti capitanato dal trentenne Inglese Tom Sellers, a 10 minuti dal Lon-don Bridge è la perfetta dimostra-zione a tavola del concetto di cui abbiamo appena parlato insieme. Lo stile nordico, piuttosto sintetico e lineare è la struttura in cui verre-te accolti. Zero musica, purtroppo.Il menù è la storia dello chef divisa in un menù a capitoli che mano a mano viene raccontato dal lui e dai suoi collaboratori. Durante la mia visita ho avvertito purtroppo una stanchezza sopra la norma da parte di tutto lo staff che ha influito sul giudizio finale. Essendo lo storytelling, qui, la base concettuale del locale, non ho po-tuto fare a meno di annotarlo, non concedendo loro il punteggio che avrei invece voluto attribuirgli.

Nonostante tutto è stata una bella esperienza fatta di una serie infinita di assaggi e piatti vari, tutti riguar-danti gli ingredienti che hanno caratterizzato l’infanzia dello chef. Guarda caso molti erano patate e cipolle (genio), brodi e consommè dal food cost praticamente inesi-stente, altri spume ai sapori della sua memoria, erbe, spezie, Old Tom Gin. Bravo e arguto I would say.Se siete appassionati di cucina an-dateci, in buona compagnia ovvia-mente, che fa sempre la differenza.

menu 12 portate £ 95, prima dei drink e del service charge.calcolate 150 £ a persona con un buon vino in accompagnamento e la mancia. Londra costa parecchio.

.49.

BRE ENOGASTRONOMIA

A CURA DI MICHELE BONTEMPI

E’ da sempre uno dei concetti fondamentali del marketing stra-tegico, sottile e di successo. Quasi mai ci capita di capirne la provenienza ma sempre ci porta ad una scelta emozionale dettata dall’ interlocutore che ci sta spie-gando un concetto, una situazio-ne, un ricordo e ce lo comunica. Si chiama STORYTELLING ed è la base della narrazione e della co-municazione moderna. Presidenti americani come Clinton e Obama ne hanno fatto un uso incredibile, molto approfondito e articolato, direi con dei buoni risultati.Che effetto ci fa un libro appog-giato su un tavolo rispetto un libro che ci viene appoggiato davanti e raccontato come quello che il nonno ha custodito per anni sotto il cuscino, conservandolo fino alla morte? C’è un abisso, ma un abisso di quelli veri. C’è la passione (e il tempo) di qualcuno che ha deciso per qual-che istante, o per tutta la vita, di comunicarci qualcosa di diverso, di profondo, attraverso la propria passione e il proprio cuore. Sono proprio queste due ultime cose a fare davvero la differenza. La re-cita non piace a nessuno e le frasi imparate a memoria sono sempre inconsciamente riconosciute dal cliente che percepisce nel tono

della voce e negli occhi dell’attore qualcosa di finto, qualcosa di non vero, quindi di non affidabile. E tutto cade. Se gestito bene puo’ portare dav-vero in alto, senza se e senza ma. Basta guardare nel nostro ambi-to, il grande Massimo Bottura. Pensate che sarebbe arrivato dov’è ora se non avesse espresso le sue idee e raccontato la sua storia e quella del Parmigiano (e del Balsamico Tradizionale) come ha fatto fin ora? Ve lo dico io. No.

Provate andare a mangiare all’Osteria Francescana con lui che esce dalla cucina raccon-tandovi i piatti e i suoi fantastici retroscena, con gli occhi illumi-nati d’immenso e le mani che si muovono come solo un italiano pieno d’amore sa fare e andateci invece quando lui non c’è. Capi-rete immediatamente di cosa sto parlando. Per quanto si avvalga di collabo-ratori eccezionali come Giuseppe Palmieri, fuoriclasse della sala moderna, i miracoli non riesce a farli nessuno.

Un’Osteria Francescana

senza Massimo Bottura

e’ come un piatto di tortellini alla panna

senza la panna

nelle immagini alcuni scatti di Michele Bontempi al Restaurant Story di Londra.

t r a d i n o i

Chef, consulente, food blogger,opinion leader e mistery guest per i ristoranti e alberghi più blasonati del mondo, Michele Bontempi gesti-sce con grande successo La Dispensa di San Felice del Benaco e il Classico di Brescia, la sua ultima creazione proprio nel cuore della città.

La sua passione è sempre stata la qualità in tutte le sue forme e da sempre ha dedicato la sua vita ad un lifestyle semplice ma di grande ricerca. E’ nato in mezzo al mondo della risto-razione; a 15 anni, con suo padre ha iniziato il suo eccezionale percorso che oggi lo ha por-tato ad essere uno dei personaggi più influenti ed apprezzati nel panorama dell’ enogastro-nomia Italiana.

Raccontarmi una storia m’innamorerò di te

.48.

Page 27: MORASCHI - publimax.eu - 2 - Giugno 2016.pdfe m a n u el a.s e ru g h etti @ p u bli m ax. e u Emanuela Serughetti, dall’esordio biografico america-no, è autrice di diversi romanzi,

.51.

Cala il sipario sulla Mille Miglia dei record, conclusasi domenica 22 maggio dopo 4 giorni di gara, che ha visto gli oltre 450 equi-paggi sfidarsi lungo le strade del nostro Paese: sul gradino più alto del podio sono saliti Andrea Vesco e Andrea Guerini, alla guida di un’Alfa Romeo 6C 1750 GS Zagato del 1931, seguiti da Luca Patron ed Elena Scara-muzzi, giunti al secondo posto, su O.M. 665 Superba Sport 2000 CC del 1926, e da Giordano Mozzi

e Stefania Biacca che si sono classificati terzi a bordo di una Alfa Romeo 6C 1500 Gran Sport del 1933.“Dopo il secondo posto della scorsa edizione, hanno dichiarato i vincitori Vesco e Guerini, que-st’anno siamo riusciti a centrare la vittoria. È la legge dei grandi numeri e prima o poi doveva arrivare, sia-mo stati bravi e fortunati, anche grazie alla macchina che non ci ha mai dato il minimo problema.

È stata una gara fenomenale”Partita sotto la pioggia – come vuole la tradizione -, la Mille Miglia 2016 è però tornata in viale Venezia in una splendida giornata di sole, regalando a partecipanti e pubblico una cornice ancor più affascinante. In queste pagine un reportage di quella che sarà per sempre la corsa più bella del mondo.

MILLEMIGLIASTORYA CURA DELLA REDAZIONE

Foto racconto di un’edizione indimenticabile

BRE M

AGAZINE´ N

O2GIUGNO2016´

50,

Page 28: MORASCHI - publimax.eu - 2 - Giugno 2016.pdfe m a n u el a.s e ru g h etti @ p u bli m ax. e u Emanuela Serughetti, dall’esordio biografico america-no, è autrice di diversi romanzi,

Camozzi Group.Una grande visioneche diventa realtà.

Camozzi Group. A dynamic worldwide presence.

75 Paesi nel mondo

17 Stabilimenti produttivi

5 Divisioni Operative

2400 Dipendenti

www.camozzigroup.com

27/05/16 15:03

AUTOMATION

MACHINE TOOLS

TEXTILE MACHINERY

CAMOZZI SOLUTIONS PROVIDER

INNOVATION

MI

X

CO

MU

NI

CA

ZI

ON

E

-

MI

ADV-Istituzionale Torre_5 settori_480x320.indd 1

Page 29: MORASCHI - publimax.eu - 2 - Giugno 2016.pdfe m a n u el a.s e ru g h etti @ p u bli m ax. e u Emanuela Serughetti, dall’esordio biografico america-no, è autrice di diversi romanzi,

.55,.54,

Page 30: MORASCHI - publimax.eu - 2 - Giugno 2016.pdfe m a n u el a.s e ru g h etti @ p u bli m ax. e u Emanuela Serughetti, dall’esordio biografico america-no, è autrice di diversi romanzi,

.57..56.

Page 31: MORASCHI - publimax.eu - 2 - Giugno 2016.pdfe m a n u el a.s e ru g h etti @ p u bli m ax. e u Emanuela Serughetti, dall’esordio biografico america-no, è autrice di diversi romanzi,

dal 1977

Apparecchi Acustici BRICCHETTIBRESCIA - Via Corsica, 46 - Tel. 030.2429431

SAREZZO - P.le Europa, 54 - Tel. 030.8908110

W W W. APPARECCHIBRICCHET TI . IT

.59.

TELEVISIONE ONLINE, VIDEO PER CANALI WEB E TV, PRODUZIONE FILMATI MATRIMONIALI,

RIPRESE FESTE, INCONTRI AZIENDALI, SPOT, VIDEO CLIP

www.verdeblugardatv.it - [email protected] - info@ deblugar - Paolo 347.4141892 - Angela 347.5459944

I ricordi svaniscono, le immagini restano e mantengono viva l’emozione del momento

.58.

Page 32: MORASCHI - publimax.eu - 2 - Giugno 2016.pdfe m a n u el a.s e ru g h etti @ p u bli m ax. e u Emanuela Serughetti, dall’esordio biografico america-no, è autrice di diversi romanzi,

.61..60.

Page 33: MORASCHI - publimax.eu - 2 - Giugno 2016.pdfe m a n u el a.s e ru g h etti @ p u bli m ax. e u Emanuela Serughetti, dall’esordio biografico america-no, è autrice di diversi romanzi,

.63..62.

Page 34: MORASCHI - publimax.eu - 2 - Giugno 2016.pdfe m a n u el a.s e ru g h etti @ p u bli m ax. e u Emanuela Serughetti, dall’esordio biografico america-no, è autrice di diversi romanzi,

.65.

�������������������������������������������������������������������������������������������������������������������

�� �����������

.64.

Page 35: MORASCHI - publimax.eu - 2 - Giugno 2016.pdfe m a n u el a.s e ru g h etti @ p u bli m ax. e u Emanuela Serughetti, dall’esordio biografico america-no, è autrice di diversi romanzi,

BRE PSICOLOGIA

email

Chi chiede e’ perdente chi sa ottenere e’

A CURA DI ANDREA CIRELLI

Dott. Andrea Cirellipsicologo, psicoterapeuta, mental coach e direttore della scuola di formazione P.C.R. (Potenziamento Capacità Relazionali)

Il titolo di questo articolo sembrerebbe in contraddizione con la saggezza popolare che ci insegna: “Se ti serve qualcosa basta chiedere!”, “Chiedere è metà dell’avere!” e altri simili, eppure pensandoci bene, se ci troviamo nella condizione di chiedere vuol dire che non abbiamo qualcosa, e questo da un punto di vista psicologico, ci colloca già in una posizione svantaggiosa e perdente.L’approccio analogico alla comunicazione efficace e persuasiva insegna a diventare “coinvolgenti”, in gergo tecnico: “fonti di stimolazione” per uno o più interlocutori, fin dai primi minuti di un dialogo.Il tutto si basa sulla possibilità di leggere il linguaggio del corpo della persona che ci sta di fronte per capire se andiamo bene, per come ci stiamo ponendo spontaneamente oppure se dobbiamo cambiare stile comunicativo o argomenti.Vi è mai capitato di giudicare antipatica una persona che vi hanno presentato già dai primi minuti di dialogo, senza che vi sia una ragione particolare? Vi è mai capitato all’opposto di rimanere affascinati da un soggetto, che non avreste mai detto sarebbe stato in vostro tipo, per l’aspetto fisico e/o le argomentazioni da lui scelte?Bene, benvenuti nel mondo della comunica-zione analogica! Una rivoluzionaria modalità di comunicazio-ne interpersonale che ci permette di coin-volgere una persona al di là della parola e di spiegarci come mai, non riusciamo a volte nella vita a catturare l’attenzione di quella persona o a diventare significativi per essa.Grazie alle scoperte di Stefano Benemeglio, padre delle Discipline Analogiche, siamo in grado di attingere a un alfabeto emozionale fatto di pruriti e relativi grattamenti, posture del corpo, simbolismi gestuali che si mani-festano silenziosamente durante qualsiasi dialogo. Prima di inventare il “linguaggio delle parole” l’uomo ha comunicato per millenni con i suoi simili usando solamente gesti, sguardi, posture del corpo. Questo linguaggio primordiale sopravvive ancora oggi, parallelamente alla comunicazione parlata, anche se viene emesso e recepito in modo inconscio. Conoscerlo e addestrarsi ad utilizzarlo ci permette non solo di capire

e gestire le nostre emozioni negative e le no-stre potenzialità, ma di comprendere anche le reali motivazioni degli altri, i pensieri non dette e le esigenze più profonde.Quindi sapremo ottenere senza dover più chiedere, dialogando liberamente e serena-mente.Entriamo nel vivo con degli esempi: la per-sona con cui state parlando si sfrega il naso con un dito, toglie briciole immaginarie dai suoi abiti, mette le mani sui fianchi mentre vi guarda... Attenzione!Si tratta di usuali segnali analogici di rifiuto, se continueremo a parlare di quell’argo-mento o a manifestare quell’atteggiamento, saremo rifiutati anche noi come persone.

Se invece il nostro interlocutore effettua un istintivo mordicchiamento di labbra, si massaggia l’orecchio o si accarezza i capelli, significa che lo stiamo coinvolgendo, che dobbiamo mantenere questa rotta nella comunicazione.

Queste tecniche quindi, prevedono di adde-strarsi a riconoscere il bisogno dell’altro, l’attrazione, il rifiuto e tante altre cose che non vuole o non può dirci con le parole. Quando un nostro allievo è un medico, uno psicologo, un coach, un professionista nelle relazioni di aiuto, il presupposto sarà che se non risulta facile convincere un paziente o un cliente ad una terapia o ad un training motivazionale, bisogna prima saperlo coin-volgere.

Se invece, l’allievo fa parte del settore azien-dale scoprirà durante i corsi che:“la seduzione precede il contratto” ed ecco allora le tecniche insegneranno a “capire e coinvolgere la persona dietro al cliente”.Qualora fossero genitori, troveranno prezio-sissimo sapere come interagire al meglio con un figlio, soprattutto quando la relazione si è fatta difficile, se non impossibile, e ma-gari si scopre dolorosamente che il proprio figlio è sedotto da un teppistello o da una brutta compagnia, perché non è “sedotto” dal padre o dalla madre a casa.

Insomma se è vero che queste tecniche per coinvolgere le userà anche chi vuole far innamorare la persona desiderata o addirit-tura chi punta ad un’avventura estiva, sono riuscito a spiegare che forse il concetto di seduzione, in varie situazioni della vita, può essere qualcosa di serio?L’insegnamento delle tecniche “analogiche” di seduzione nella stagione estiva, è un pretesto stimolante e divertente per aiutare più persone, a comunicare con le proprie emozioni e con quelle degli altri, ed è per questo che parliamo di crescita personale.

.67.

vincenteLe tecniche di seduzione analogica come occasione di crescita personale

Combatti l’AIDS facendo shopping. Le �rme più importanti nella più grande manifestazione bene�ca italiana, a favore di ANLAIDS Sezione Lombarda. Fiera Milano PAD 0 Ingresso GATE 3 Via Colleoni MM LILLA Portello. INGRESSO LIBERO dalle 10 alle 22 orario continuato.

Segreteria organizzativa Warly Communication infoline 02 33608680 [email protected] conviviomilano.it

Than

k yo

u to

Fra

nca

Sozz

ani,

Vogu

e It

alia

, Ter

ry R

icha

rdso

n A

rt P

artn

er, E

GO

of W

hite

, Red

& G

reen

meglio Fashion Victim che Aids Victim

In Italia 120.000 persone sieropositive, 4.000 nuovi casi all’anno.

8/12 GiugnoFranca Sozzani per

Io ci metto la faccia, a te chiedo di fare shopping.

L’AIDSè di moda?

Page 36: MORASCHI - publimax.eu - 2 - Giugno 2016.pdfe m a n u el a.s e ru g h etti @ p u bli m ax. e u Emanuela Serughetti, dall’esordio biografico america-no, è autrice di diversi romanzi,

.69.

“Abbiamo individuato dei partners validi e attivi sul territorio, a cui abbiamo affidato la commercializ-zazione di alcuni nostri prodotti. Nel giro di poco siamo arrivati a due istituzioni fondamentali, quali appunto il Dipartimento di Polizia di Dubai e l’Azienda di Traspor-ti. Questi hanno confermato un interesse incredibile nei confronti dei nostri prodotti, di Cool-Shot in particolare”, spiega Luca Ronga.A Dubai, dove i condizionatori funzionano 365 giorni all’anno, in condizioni esterne che arrivano anche ai 50°C nei mesi estivi, Cool-Shot si è rivelato un vero “toccasana”.La case-history in questione è curiosa: “In uno dei primi incontri, quasi per caso, un nostro com-merciale ha iniettato il prodottoall’interno del sistema di una vo-lante della polizia, per mostrarne il facile funzionamento: nel giro di pochi minuti, Cool-Shot èstato in grado di abbassare la temperatura dell’aria prodotta dall’impianto di climatizzazione di circa 5°C. Vi lascio immaginarele reazioni!”, approfondisce il CEO di ERRECOM.La possibilità di ripristinare al meglio le condizioni del sistema di condizionamento, senza dover necessariamente fare grossi(e dispendiosi) interventi sulla vettura è stata interpretata come un’immensa possibilità da parte del dipartimento. Con unsolo prodotto si è infatti stati in grado di riportare il condizionato-re dell’auto alle sue performance originali e, quindi, aumentarenotevolmente la funzionalità dello

stesso, ridurre le emissioni di CO2, risparmiare sulla manuten-zione della vettura. Plus, questi,che hanno ovviamente lasciato il segno e che si prestano a sfonda-re un mercato che è, per definizio-ne, ancora tutto in divenire.Proprio per questo Errecom

Info e approfondimenti:www.errecom.com

Nell’immagine, LUCA RONGA, CEO ERRECOM insieme al Primo Capitano e al Capitano del DIPARTIMENTO DI POLIZIA DI DUBAI. Nell’immagine sotto, la sede ERRECOM a Corzano, Brescia.

ha molto creduto nella propria partecipazione ad Automechanika Dubai: le fiere, per un settorecome quello dell’Automotive Af-termarket, rappresentano ancora oggi un buon trampolino di lancio. E l’edizione di Dubai ne è stata il giro di boa.

ERRECOMA CURA DI ANNALISA BONI

UN’AZIENDA BRESCIANAALLA CONQUISTA DEL MIDDLE EAST

BRE GRANDI AZIENDE BRESCIANE ALL’ESTERO

Si conferma anche quest’anno la partecipazione di ERRECOM SRL ad Automechanika Dubai.Azienda leader nel settore chimico applicato al mondo dell’automotive, aria condizionata e refrigerazione, ERRECOM ha preso parte al prin-cipale appuntamento del Sud Est asiatico del settore Aftermarket con uno stand in collaborazione con la

Camera di Commercio di Brescia.Posizionati nell’Italian Pavillon, i col-laboratori ERRECOM hanno siglato importanti nuove collaborazioni, che daranno vita ad uno sviluppo signifi-cativo dell’area araba.Tra i momenti di maggior rilievo, si annovera l’in-contro con i principali rappresentanti del Dipartimento di Polizia di Dubai e di Emirates Transport, che hanno

prolungato l’accordo con ERRECOM per la fornitura dei prodotti di punta dell’azienda bresciana. Due tra le principali istituzioni della città di Dubai cureranno i propri sistemi di condizionamento con prodotti 100% Made in Brescia: una con-ferma, questa, che incrementa la consapevolezza di poter arrivare ovunque nel mondo. Con un obietti-vo ben chiaro: esportare la qualità del Made in Italy, in un settore così tecnico e complesso come quello in cui ERRECOM opera.Da dove nasce il business con Dubai Police Department ed Emirates Transport?“Quando nel 2015 Dubai ha sot-toscritto il progetto Clean Energy Strategy 2050, abbiamo capitoche anche il Middle East si stava realmente muovendo in un’ottica green. L’intuizione è venuta leggendo l’articolo di un giornale: il meltin’ pot del lusso e dello sfarzo avrebbe da lì a poco cambiato pelle e questo lo de-lineava chiaramente come il nostro nuovo Blue Ocean, un mercato da sfondare e su cui investire” afferma Luca Ronga, CEO ERRECOM.Il management aziendale si avvale da sempre di un team multietnico: le differenze in termini linguistici, culturali e di background sono una ricchezza per una realtà che mira sempre più alla produzione mondia-le, come dimostra lo stesso fattu-rato che negli ultimi cinque anni ha registrato una crescita costante. Con l’apertura del mercato del Medio Oriente la necessità è stata quindiquella di introdurre nello staff una risorsa che fosse del posto e che ne conoscesse dettami ed equilibri.Grazie alla tempestività di questa scelta imprenditoriale, ERRECOM è stata in grado di stabilire legami commerciali importanti e fruttuosi:

Nell’immagine, LUCA RONGA, CEO ERRECOM

.68.

Page 37: MORASCHI - publimax.eu - 2 - Giugno 2016.pdfe m a n u el a.s e ru g h etti @ p u bli m ax. e u Emanuela Serughetti, dall’esordio biografico america-no, è autrice di diversi romanzi,

.71.

“Diverse realtà del territorio si sono unite a noi in questa rac-colta di solidarietà – commentaPierluigi Cordua, presidente del Rotary Club Valle Sabbia di Cen-tenaro – dimostrando generosità, un forte legame con il territorio e una spiccata sensibilità sul tema della salute. Il risultato ottenuto, soprattutto in breve tempo, è per noi motivo di grande soddisfazio-ne”.Sono bastati, infatti, pochi mesi e il sogno di Natale 2015 si è avve-rato: il dono prezioso (del valore di oltre 100mila euro) si andrà ad aggiungere alla strumentazione tecnica già presente, migliorando qualitativamente diagnosi e cura dei piccoli pazienti. Si tratta di un apparecchio all’avanguardia, in grado di eseguire anche indagini funzionali sugli organi, in parti-colare sul fegato per valutare la presenza e l’entità della fibrosi epatica attraverso il software “shearware”.“La qualità tecnologica di questa apparecchiatura (la prima nel nord est Italia) – spiega la dott.ssa Maria Pia Bondioni, Respon-sabile del reparto di Radiologia Pediatrica degli Spedali Civili di Brescia – è fondamentale e ci consentirà di fare diagnosi accurate, aggiungendo allo studio morfologico degli organi anche lo studio funzionale, grazie ad un software 3D. Nel nostro reparto ogni giorno effettuiamo oltre 50 ecografie e siamo certi che con questo strumento di elevatissima qualità tecnologica riusciremo a offrire tutte le garanzie dell’eccel-lenza”. “Ogni promessa è debito – ag-giunge Douglas Sivieri, Presi-dente Api Industria Brescia – e ora che siamo riusciti a dare il no-stro contributo possiamo ritenerci soddisfatti dell’ottimo risultato, è straordinario”.“Stiamo vivendo un periodo parti-colare e di grande trasformazione – conclude Ezio Belleri, Direttore Generale di ASST Spedali Civili - e siamo una delle poche strut-ture a livello nazionale ad avere un presidio pediatrico correlato e connesso a un presidio adulti in grado di gestire importanti collaborazioni e sinergie. Un dato molto importante e positivo per i pazienti ma comunque faticoso

Nell’immagine, la Dott.ssa Maria Pia Bondioni, Responsabile del reparto di Radiologia Pediatrica degli Spedali Civili di Brescia insieme a i rappresentati delle Associazioni che hanno contribuito al progetto.Alla conferenza stampa di presentazione in sala Consigliare sono intervenuti i diversi esponenti delle realtà

che hanno contribuito al progetto: Douglas Sivieri, presidente di Api Industria Brescia

Pierluigi Cordua, presidente del Rotary Club Valle Sabbia CentenarioAlberto Benzoni, vice presidente del CNA

Giorgio Ferrari, tesoriere dell’Associazione La ZebraPierluigi Streparava, Presidente Fondazione della Comunità Bresciana

Stefano Peli del Fai Maria Pia Bondioni, Responsabile Radiologia Peiatrica, ASST Spedali Civili Raffaele Giubbini, Direttore del Dipartimento di Diagnostica per immagini

per il personale ospedaliero che ogni giorno profonde impegno per sottoporre i nostri piccoli pazienti alle migliori attrezzature possi-bili; questo ecografo è davvero un traguardo importante per noi. Dobbiamo e vogliamo lavorare in un’ottica che ci porti dal punto di vista qualitativo a crescere sempre di più, quindi ogni aiuto che viene in questa direzione è graditissimo e addirittura indi-spensabile. Trattare i piccoli pa-zienti, infatti, oltre che di grande soddisfazione è anche fonte di preoccupazione e responsabilità, poiché loro sono il nostro futuro. Grazie a tutti voi per averlo reso possibile”.

Giovedì 19 maggio l’inaugurazione dell’ecografo di ultima generazione donato al Servizio di Radiologia Pediatrica dell’Ospedale dei Bambini di Brescia grazie a una “cordata della solidarietà” guidata dal Rotary Club Valle Sabbia Centenario e partecipata da Api Industria Brescia, Aib (Associazione Industriale Bresciana), Cna (Confederazione Nazionale dell’Arti-gianato e della piccola e media Industria), Ance (Collegio Costruttori Edili), Fai (Federazione Autotrasportatori Italiani), Fondazione Comunità Bresciana e Associazione La Zebra Onlus

UNA GRANDE CORDATA DI SOLIDARIETA’

A CURA DI ANNALISA BONI E LAURA SORLINI

PER L’AMORE DEI BAMBINI

BRE CHARITY

La radiologia ha assunto un ruolo sempre più importante nella diagno-si di tantissime patologie, in quanto le apparecchiature sono oggi alta-mente sofisticate e dalla corretta diagnosi dipende lo specifico trat-tamento, medico o chirurgico. Tutto questo ci porta ad affermare che la radiologia occupa oggi un ruolo fondamentale e imprescindibile

nella diagnosi di un numero sempre crescente di patologie, attraverso la quale si orienta e definisce la scelta del corretto percorso di cura del paziente, vero centro di una ruota ideale sulla quale operano insieme i vari reparti di cura. Consapevole dell’importanza di tecnologie all’avanguardia nella diagnosi e nella cura dei pazienti, il

Rotary Club Valle Sabbia di Cente-naro, sotto la presidenza di Pierluigi Cordua, e con la partecipazione iniziale di Api Industria e delle altre associazioni di categoria poi, ha fatto da capofila lo scorso dicembre nella raccolta fondi per dotare il Servizio di Radiologia Pediatrica dell’Ospeda-le Civile di Brescia di un ecografo di ultima generazione.

Page 38: MORASCHI - publimax.eu - 2 - Giugno 2016.pdfe m a n u el a.s e ru g h etti @ p u bli m ax. e u Emanuela Serughetti, dall’esordio biografico america-no, è autrice di diversi romanzi,

.73.

BRE L’INTERVISTA DI GIUGNO

AMMINISTRARE

E’ POSSIBILE O SEMPLICE UTOPIA?A CURA DI CLAUDIA LAZZARITESTO DI LAURA SORLINI

72,

IN SINERGIA

Nata a Brescia il 1 agosto 1971, Simona Bordonali, dopo il diploma di perito Aziendale e Corrispon-dente in lingue estere conseguito nel 1990, ha svolto esperienze lavorative come consulente di marketing e agente di commercio. In ambito amministrativo ha ricoperto l’incarico di consigliere comunale a Rovato (1994-1998), e a Brescia (2005-2008), dove è stata successivamente eletta presidente del Consi-glio comunale (aprile 2008). È stata vice presidente nazionale della Conferenza dei Consigli Comunali dell’Anci da novembre 2010 sino alla nomina di Assessore regionale (Marzo 2013). In qualità di As-sessore della Giunta regionale ha assunto le seguenti deleghe:- Sicurezza e immigrazione - Protezione civile- Polizia locale. In politica con la Lega Nord dal 1989.

Page 39: MORASCHI - publimax.eu - 2 - Giugno 2016.pdfe m a n u el a.s e ru g h etti @ p u bli m ax. e u Emanuela Serughetti, dall’esordio biografico america-no, è autrice di diversi romanzi,

.75.

terno, infatti, la percentuale di veri profughi nel 2013 si aggirava intorno al 13%, scesa al 10% nel 2014, al 5% nel 2015 e al 3% nei primi mesi del 2016. Però ce ne fosse anche solo uno su tutti i milioni di persone che stanno arrivando in Europa ha diritto di essere accolto nel migliore dei modi. Chi ha diritto deve avere l’ac-coglienza com’è previsto dalle norme europee (gli deve essere insegnata la lingua italiana, deve essere avviato al lavoro, deve essere seguito dal punto di vista legale e via dicendo). Chi invece non ha il diritto deve tornare al proprio Paese e anche in questo caso sono le leggi che lo prevedono: chi è clandestino deve essere rimpatriato. La maggior parte di queste persone, infatti, sono migranti economici, in cerca di fortuna. Ma noi siamo in gra-do di darla? Io da amministratore e da donna, quindi da madre di famiglia che pensa al proprio budget e deve capire come questo debba essere investito, prima penso alle esigenze della mia famiglia. Se queste pos-sono essere soddisfatte sempre c’è posto per altri e lo stesso pensiero dovrebbe essere quello dell’ammini-stratore: se ho delle risorse minime devo pensare alla gestione delle persone che vivono sul mio territorio

numeroso di immigrati, soprattut-to nelle strutture lombarde. Fino ad oggi abbiamo fronteggiato nel migliore dei modi l’emergenza, certo è che gli ultimi numeri emersi da un recente rapporto non sono confortan-ti: 800mila stranieri sarebbero pronti ad arrivare nel nostro Paese. Detto questo c’è da fare una considera-zione: se voi considerate che il 2014 che è stato l’anno di maggiori arrivi (oltre 230mila), cosa accadrà ora se dovessero veramente arrivare sui no-stri territori queste 800mila persone pronte a partire?Un problema a tutti gli effetti so-prattutto per la nostra regione, dal momento che - i dati lo conferma-no - il numero di richiedenti asilo viene mandato non in Sicilia bensì in Lombardia a dispetto di quello che si possa pensare.

Il tema del business dell’accoglien-za è sicuramente complesso. Ope-rando sul territorio ti sei resa conto di quanti ormai lucrino su questa tragedia epocale?Ho avuto l’onore e il piacere di presentare all’hotel Vittoria il libro “Profugopoli” di Mario Giordano, all’interno del quale viene descritto il business dell’accoglienza in Italia, evidenziando problematiche che da tempo anche noi denunciamo. Perso-nalmente ho iniziato lo scorso anno con verifiche in tutta la Lombardia dove ho visitato la maggior parte dei centri di accoglienza, partendo dalla tendopoli di Lecco fino ad arrivare ad alberghi non propriamente detti - ex pub allestiti a tali e via dicendo - come nel caso dell’Alligalli di Lonato, dove di fatto all’interno di una birreria sono stati allestiti alloggi.

Secondo te come si dovrebbe affrontare il problema, quali le soluzioni?Innanzitutto bisogna fare una distin-zione sostanziale tra veri profughi e migranti economici. Chi scappa da una guerra ha diritto all’accoglienza. Secondo i dati del ministero dell’In-

Solo chi ha diritto deve avere l’accoglienza, com’e’ previsto dalle norme europee

BRE M

AGAZINE´ N

O.2GIUGNO2016´ e solo successivamente se ci sono

le possibilità ben vengano le altre persone. La Lombardia ha dimostra-to, negli anni in cui poteva, di essere stata una regione accogliente che ha dato tutto quello che poteva dare (ad oggi abbiamo sul territorio lombardo 1milione e 300mila stranieri regolari che rappresenta il 13% della popola-zione).

Le stime degli irregolari?È difficile fare statistiche, ma se ne quantificano 150/200mila e ovvia-mente andranno ad aumentare notevolmente perché adesso stan-no iniziando ad arrivare i decreti di espulsione per tutti coloro che sono sbarcati nel nostro Paese, hanno fatto tutto il percorso burocratico per il riconoscimento di protezio-ne internazionale ma non vengono riconosciuti nel diritto di averla, per cui in seguito al decreto di espulsione ufficialmente diventano clandestini. E queste persone cosa fanno? Restano sul territorio. Non vengono rimpatriati perché il governo non ha risorse per i rim-patri e questo diventerà anche un problema di sicurezza e di ordine pubblico, perché avremo un numero elevato di persone clandestine a tutti gli effetti che non possono lavorare (nella migliore delle ipotesi trovano un lavoro in nero – cosa comunque difficile al giorno d’oggi – e un affitto in nero) e nella peggiore diventeran-no manovalanza per la micro e macro criminalità.

Con l’assessore regionale Simona Bordonali affrontiamo i temi più caldi di oggi, tra cui quello dell’immigrazione che in molti Stati ha fatto alzare muri per fermare l’esodo che in Italia, data la sua conformazione geografica, assume dimensioni drammatiche.

Un “problema” irrisolvibile?Sarebbe risolvibile se potessimo partecipare a un tavolo al gover-no, portando proposte e soluzioni dettate anche dalle esperienze passate con il ministro Maroni. La situazione era sicuramente di-versa, ma è vero anche che venne gestita in modo tale da scoraggia-re alcune partenze. Il vero problema è che ora dietro a questo fenomeno vi sta un business miliardario (dati di oggi indicano che il business per il traffico umano frutta dai 3 ai 4 miliardi di euro) per cui ci ren-diamo conto che non è semplice porre freno a tale fenomeno.

Voi come Regione Lombardia quali competenze avete?Si tratta di un compito difficile perché di fatto Regione Lom-bardia ha poche competenze in merito, ovvero tutto viene gestito a livello ministeriale dal governo e differentemente da quello che accadeva nel passato quando il ministro dell’Interno era Maroni e in cui c’era un coinvolgimento delle regioni a livello decisionale, ora le regioni che a tutti gli effetti subiscono decisioni che vengono prese a livello centrale e quindi non solo non veniamo coinvolti prima che vengano prese deci-sioni - ad esempio sulla distribu-zione dei richiedenti asilo - ma nemmeno veniamo informati. Diventa dunque problematico perché ovviamente a noi compete il controllo sanitario e proprio per questo motivo spesso ci trovia-mo ad affrontare emergenze sui territori a seguito dell’arrivo

.74.

INTERVISTA A

Simona Bordonali

Page 40: MORASCHI - publimax.eu - 2 - Giugno 2016.pdfe m a n u el a.s e ru g h etti @ p u bli m ax. e u Emanuela Serughetti, dall’esordio biografico america-no, è autrice di diversi romanzi,

Brescia come si posiziona rispet-to alle altre città lombarde per numero di immigrati?Brescia ha il primato italiano per numero di immigrati rispetto alla percentuale della popolazione e oggi si trova ad affrontare tante problematiche legate a un’immi-grazione troppo pesante verifica-tasi nel giro di pochi anni. Ciò non ha permesso una vera integra-zione, basti pensare al fatto che oggi esistono comunità che non sono inserite nel tessuto sociale bresciano, ovvero si ritrovano esclusivamente tra di loro, molti non parlano nemmeno italiano. La scuola ne è un esempio: là dove ci sono percentuali elevatissime di bambini stranieri, che percorso e futuro siamo in grado di dare a questi piccoli? Noi possiamo inte-grarli nel momento in cui rappre-sentano una percentuale minima, anche di etnie diverse, all’interno di classi di bambini bresciani, ma se in una classe lasciamo esclu-sivamente bambini stranieri tutti di diverse etnie com’è possibile l’apprendimento e l’integrazio-ne? Ritorna qui il concetto prima esplicato del buon amministratore che deve pensare al benessere dei cittadini secondo priorità e diritto, facendo delle scelte oculate e in base alle necessità di tutti. Noi dobbiamo garantire i bambini bresciani da un lato e integrare quelli stranieri dall’altro. È da lì che dobbiamo partire.Tra le tue deleghe c’è anche quella per la protezione civile. Regione Lombardia da sempre fa fronte a emergenze con inter-venti concreti e rapidi. Altro motivo di orgoglio per te?Assolutamente! Da quando rico-pro questo incarico mi sono resa conto di quanto il territorio che abitiamo sia fragile e bisogno-so di un costante monitoraggio: Regione Lombardia vanta, infatti, una centrale operativa in funzione 365 giorni all’anno 24 ore su 24, dato non scontato, visto che non è presente in tutte le regioni. Il 2014 è stato chiamato anno orribile per il numero elevatissimo di dissesti idrogeologici e di conseguenza per i numerosi interventi d’emer-genza che abbiamo coordinato.

Il presidio fisso è dunque essen-ziale per le operazioni di monito-raggio; nel momento in cui verifi-chiamo precipitazioni abbondanti, possibili esondazioni, frane che riprendono movimento, dobbiamo essere pronti a intervenire tem-pestivamente e mettere in pratica tutte le azioni previste dal piano di emergenza.Se prima di avere questa delega la mia unica preoccupazione quando pioveva era se avevo l’ombrello in borsa, oggi mi attacco all’ipad, ve-rifico i livelli dei fiumi che troppo spesso esondano e creano proble-mi, sui quali stiamo intervenendo strutturalmente (ad esempio nel caso del Seveso per Milano, dove stiamo creando vasche di lamina-zione con un grande investimento di regione Lombardia). Ma finchè non ci sarà una solu-zione definitiva e strutturale il problema persiste.

Protezione civile, però, è anche prevenzione e Regione Lombar-dia ha un patrimonio di volonta-riato incredibile.Esatto. Abbiamo 25mila volontari che lavorano tantissimo non solo per le emergenze, ma anche per quanto riguarda la prevenzione, con la pulizia dei fiumi, la for-mazione all’interno delle scuole, sono le sentinelle del territorio. Nel momento in cui vedono le previsioni del tempo e che sono in arrivo forti temporali, iniziano a monitorare il territorio là dove sanno che possono accadere delle emergenze.

.76.

Un tema che sta richiamando su di sé molta attenzione è anche quello della tutela del domicilio. Cosa ne pensi?

È attualmente ferma in commis-sione la proposta di legge di Lega Nord che elimina l’eccesso di legittima difesa, in quanto siamo decisamente dalla parte di chi si difende all’interno della propria casa e questo l’abbiamo reso espli-cito anche attraverso un provvedi-mento preso e portato all’interno di una legge – che Regione Lombar-dia ha fatto anche attraverso la mia persona – che è la creazione di un fondo per aiutare coloro che ven-gono accusati di eccesso di legitti-ma difesa. Un patrocinio oneroso viene dato a coloro che si stanno difendendo in questa direzione. È stato un passo importante perché ha segnato esattamente da che parte sta Regione Lombardia, ov-vero dalla parte delle vere vittime. Ho anche avuto modo di parlare con due persone che hanno subito un furto all’interno della loro abi-tazione e hanno risposto difenden-dosi (una risposta non voluta ma comunque istintiva dove spesso succede quello che non viene pre-visto e queste persone rimangono segnate tutta la vita). Questo deve far riflettere. Finché ci sarà anche solo una persona che verràderu-bata e la sua casa verrà violata noi abbiamo il dovere di trovare tutti i mezzi possibili per difenderla a più livelli. In primis dovrebbero essere i sindaci a garantire la sicurezza sul territorio, mettendo in campo tutte le azioni a disposizione che possono facilitare la vita dei cittadi-ni (potrebbero per esempio fare controlli all’interno degli apparta-menti con la polizia; noi abbiamo a Brescia 9600 agenti di polizia loca-le, molti dei quali sono agenti con la qualifica di pubblica sicurezza e polizia giudiziaria, quindi in grado di intervenire in collaborazione con le forze dell’ordine per il controllo del territorio, dei negozi).In questo momento in cui si parla tanto di terrorismo c’è la neces-sità di intervenire con maggiori controlli all’interno soprattutto di quelle attività commerciali che sono maggiormente a rischio di infiltrazioni terroristiche.

Page 41: MORASCHI - publimax.eu - 2 - Giugno 2016.pdfe m a n u el a.s e ru g h etti @ p u bli m ax. e u Emanuela Serughetti, dall’esordio biografico america-no, è autrice di diversi romanzi,

SEMPRE APERTOIN PAUSA PRANZO

Consulenza alimentare IN FARMACIALa Farmacia “Già Spedali Civili” del Dottor Ra-

strelli offre ai suoi clienti la possibilità di usufruire

del servizio di un Consulente alimentare

Professionista, specializzato in ali-

mentazione anti-age, alimentazione

finalizzata al raggiungimento del peso

corporeo ottimale, alimentazione per

sportivi amatoriali e professionisti.

Il primo colloquio, della durata di 30 minuti,

viene proposta al prezzo speciale (di euro

20 anziché 60) ed è possibile usufruirne ogni

sabato dalle ore 9:00 alle ore 12:00.

Per maggiori informazioni scrivi un e-mail al nostro indirizzo: [email protected]

Farmacia Già Spedali Civili di Rastrelli, via Luigi Einaudi 7 Brescia(vicino alla sede della Camera di Commercio e a quella dell’INPS di Brescia) tel. 030 3756422 fax 030 3754275

Consulenza alimentare IN FARMACIALa Farmacia “Già Spedali Civili” del Dottor Rastrelli

propone ai suoi clienti il Test delle intolleranze ali-

mentari più completo attualmente disponibile,

l’ “In-Tool Test Plus”; questo test, assolutamente

affidabile e preciso poiché eseguito da uno dei più grandi

laboratori specializzato in intolleranze alimentari presente

in Italia, consente di identificare tramite un piccolo auto-

prelievo capillare ematico, le intolleranze verso ben 184

alimenti e 6 microrganismi comunemente contenuti nei

cibi (lieviti e muffe) che possono essere causa di disturbi

quali mal di testa, alterazione del transito intestinale,

gonfiore e dolore addominale, prurito e disturbi digestivi.

Il costo del test completo è di 229 euro.

Per ulteriori informazioni e per fissare un appuntamento:

tel. 030 3756422 – e-mail: [email protected]

LA FARMACIAdel “CENTRO”APERTA CON ORARIOCONTINUATO

ORARIdal lunedì a sabato

dalle 8,45 alle 19,30

www.giaspedalicivili.itNella nostra Farmacia trovi tutto ciò di cui hai bisogno

clicca

Prenotare i tuoi prodotti online e ritirarli in farmacia da oggi è SEMPLICISSIMO

LA FARMACIA SEMPRE ON-LINE

E-shop - Facebook - Twitter

Page 42: MORASCHI - publimax.eu - 2 - Giugno 2016.pdfe m a n u el a.s e ru g h etti @ p u bli m ax. e u Emanuela Serughetti, dall’esordio biografico america-no, è autrice di diversi romanzi,

In queta immagine la fashion designer Gretel Zanotti

.81.

BRE L’INTERVISTA DI GIUGNO

GRETELZANOTTIMODA, COME STILE DI VITAA CURA DI ANNALISA BONI

OSSERVANDO UNA FOTOGRAFIA DI GRETEL ZANOTTI È INEVITABILE ES-

SERNE CATTURATI.

SGUARDO PROFONDO, GRINTA SILENZIOSA, VOLTO LUMINOSO E ESPRES-

SIONE ERMETICA. QUEL PIGLIO DECISO CHE SEMBRA GIÀ DETTARE LE

PREMESSE DEL SUO STILE, RIGOROSO, ESSENZIALE MA PROFONDAMEN-

TE CONNESSO AL DETTAGLIO, ALLA SINGOLARITÀ ESPRESSA IN OGNI SUA

“FORMA” SARTORIALE.

OGGI INTERVISTIAMO GRETEL ZANOTTI, DESENZANESE APPENA VENTU-

NENNE MA GIÀ UNA STELLA NEL FIRMAMENTO DELLE GRANDI PROMESSE

DELLA MODA INTERNAZIONALE. LE SUE COLLEZIONI “VIVONO” NELLE PIÙ

INFLUENTI BOUTIQUE E LA SUA PASSIONE PER L’ARTE, PER L’ARCHITET-

TURA E PER LA FOTOGRAFIA L’HANNO DA SUBITO ISPIRATA A CONDURRE

UN BRAND DI SUCCESSO, IL SUO, ATTRAVERSO CREAZIONI RICERCATE E

DI ALTA SARTORIALITÀ.

GRETEL ZANOTTI È UNA DONNA POSITIVA E DETERMINATA MA DOTATA DI

ANIMO SENSIBILE CHE, DOPO GLI STUDI ALL’ISTITUTO MARANGONI, LA

PRESTIGIOSA SCUOLA DI MODA MILANESE, DECISE DI METTERSI LETTE-

RALMENTE A NUDO, TRASFERENDO LA SUA PERSONALITÀ, FORTE E FRA-

GILE ALLO STESSO TEMPO, ALL’INTERNO DELLE SUE CREAZIONI, SPEC-

CHIO DELLA SUA IDEA DI FEMMINILITÀ E DI SENSUALITÀ CERTAMENTE

NON VOLGARE.ECLETTICA E AMANTE DEL BELLO OGGETTIVO, RIMANE

AFFASCINATA DAI DETTAGLI DI UN QUADRO, DI UNA FOTOGRAFIA, DI UNA

SCULTURA, DI UN’OPERA ARCHITETTONICA E LI TRAMUTA IN FONTI DI

ISPIRAZIONE.

LE LINEE E I TAGLI DEGLI ABITI, PRODOTTI INTERAMENTE IN ITALIA E IN

MODO TOTALMENTE SARTORIALE CON TESSUTI E MATERIALI PREGIATI,

SONO IL FRUTTO DI SPERIMENTAZIONI DI TECNICHE ARTISTICHE, SONO

PULITI, PRIVI DI SUPERFLUO, SEMPLICI E MINIMALI, QUESTA È LA DONNA

DI GRETEL ZANOTTI. UNA DONNA DI CARATTERE, SICURA DI SÉ MA CON-

SAPEVOLE ANCHE DELLE PROPRIE TIMIDEZZE E FRAGILITÀ, CHE SUPERA

CON ELEGANZA E CON DETERMINATA SENSUALITÀ.

UNA DONNA DI CLASSE CHE SA SEDURRE SENZA DOVERSI SCOPRIRE

TROPPO, VERA, PRATICA, IN CONTINUO MOVIMENTO E ATTENTA ALLA

CURA DEL DETTAGLIO.

Page 43: MORASCHI - publimax.eu - 2 - Giugno 2016.pdfe m a n u el a.s e ru g h etti @ p u bli m ax. e u Emanuela Serughetti, dall’esordio biografico america-no, è autrice di diversi romanzi,

.83.

di conferire una grande femminilità ed eleganza ma non dimentichiamo anche le maniche a becca delle mie giacche continuative.

Quali sono gli irrinunciabili per l’estate 2016 che ci può suggerire?Sicuramente la tuta in cady di seta con scollo all’americana e pantalone palazzo che penso renda la donna sensuale ed affascinante.

Pensiamo a una star, a una grande attrice, top model, cantante o per-sonaggio pubblico. Quale vorrebbe vestire?Mi piacerebbe vestire Jannifer Lawrence, Liu Wen e Zhang Ziyi, sono le mie icone di bellezza e di eleganza.

Sperimentalista o “conservatrice”?Penso si debba sempre sperimentare rinnovandosi pur mantenendo integro il proprio stile. La mia passione verso l’arte mi porta a osservare il passa-to per trarne dettagli e ispirazioni ma reinterpretarli con uno sguardo al presente e che strizza l’occhio al futuro.

Mi racconti la pre collezione e la collezione ai 2016/2017?Per la collezione FW 2016/2017 il mio viaggio creativo è partito da Toulou-se-Lautrec e dalla “febbre orienta-le” che, verso il 1860, si diffuse in Europa. Il “giapponismo”, ovvero gli influssi che il mondo asiatico eserci-tava sull’arte e sulla cultura euro-pea, sono entrati nella mia mente come un motivo ridondante. Mi sono appassionata a questa cultura, ne ho approfondito i temi, forme e appli-cazioni, ne ho studiato colori e linee, i rituali e le gestualità del corpo, il simbolismo di animali e piante. Mi sono concentrata sulla figura affasci-nante della Geisha, come mia nuova musa ispiratrice, icona di femmini-lità, bellezza e unicità. Sono rimasta attratta dalla sua aurea di mistero, dalla sua eleganza unita al suo eroti-

Com’è cambiata la sua vita?Nella mia vita è solo diminuito il tempo libero, ma non importa, io amo il mio lavoro.

Mi descrive l’emozione che prova osservando un suo capo nelle vetri-ne di una boutique o meglio ancora, indossato da una perfetta scono-sciuta che incrocia casualmente? Si tratta di un’emozione unica, inde-scrivibile. Vedere ciò che era un’idea su carta realizzata ed apprezzata sia dai negozianti che dalle clienti, non ha prezzo. Mi piace raccogliere feedback sul mio lavoro sia positivi sia negativi, mi aiutano a crescere. Fortunatamente fin da subito, già con la vendita della prima collezione sono riuscita ad avere un discreto successo. Negozi di livello della zona del Lago di Garda, come Rosy Bouti-que e G&B Negozio a Flero mi hanno dato fiducia e mi hanno permesso di espandermi e aprire subito uno showroom e un Atelier per il made to measure, a Desanzano in Galle-ria Barchetta. Ho aperto un negozio monomarca a Porto Cervo all’interno dell’hotel 5 stelle Colonna Pevero e molte boutique di alto livello in Italia propongono le mie creazioni, tra cui il concept store Behouse di Via della Spiga 34 a Milano. Conferme in grado di indicarmi che la strada è quella giusta, ma la soddisfazione che provo nel vedere una donna che indossa una delle mie collezioni non ha pari.

Quali sono i brand o i fashion desi-gner che apprezza e che lei stessa indossa?Amo tutto ciò che è bello, minimal e femminile, non posso non adorare le creazioni disegnate da Alexander Wang per Balenciaga e Raf Simons per Christian Dior.

Qual è il suo segno distintivo? E quale il ruolo del dettaglio?Penso che i miei segni distintivi sia-no i tagli precisi e geometrici in grado

smo discreto e raffinato, la sua forza e la sua disinvoltura, ma anche la sua malinconia interiore e i suoi segreti mai svelati. Ho pensato di presentare la mia interpretazione moderna di Geisha richiamando al tempo stes-so i motivi dominanti della cultura asiatica ottocentesca, le stesse linee piatte, gli stessi tagli puliti e netti, i colori contrastanti e le linee di con-torno senza sfumature. Da sempre appassionata al tema della natura e consapevole che la visione del mondo giapponese avviene attraverso di essa, ho riprodotto manualmente e reinterpretato sui tessuti gli stessi motivi naturali e tradizionali.

Tre cose che ama di più del nostro territorio, Desenzano in questo caso La prima cosa in assoluto che amo del territorio in cui vivo è la tranquil-lità e pace che il lago riesce a tra-smettermi. Il verde delle colline della Valtenesi ed il fatto di poter scegliere tra la vita mondana che la riviera gardesana offre e la possibilità di rilassarmi e creare, coltivando la mia arte in totale serenità.

mi resi conto che il mio amore in realta’ non apparteneva al restauro ma alla moda, all’arte e alla sua storia.

BRE M

AGAZINE´ N

O.2GIUGNO2016´

Tutto iniziò da una passione: l’Arte, nella sua forma più classica. Ci racconta “la svolta”?Chi crea arte mette a nudo la sua anima, crea un qualcosa di estre-mamente personale ed intimo, esternando le proprie emozioni. La moda è il mio “sistema” di fare arte. Essa mi permette di far emergere al meglio la mia per-sonalità, di raffigurare la “mia” realtà e ciò che mi circonda. Inizialmente desideravo diventare restauratrice di dipinti e il mio percorso di studi era totalmente indirizzato verso quell’obiettivo. In seguito mi resi conto che il mio amore in realtà non apparteneva al restauro ma alla moda, all’ar-te e alla sua storia. Ed ecco che una sera, discutendo in famiglia, venni incoraggiata a mollare tutto per vivere davvero il mio sogno, la moda.

Eleganza discreta, seduzione silenziosa, che tipo di donna è la donna di Gretel Zanotti?Gretel Zanotti veste una don-na di carattere, sicura di sé ma consapevole anche delle proprie timidezze e fragilità che vince con eleganza e con determinata sen-sualità. Una Donna di classe che sa sedurre senza doversi scoprire troppo, vera, pratica, in continuo movimento e attenta alla cura del dettaglio.

Quali artisti, architetti vede nelle sue opere?Sono innamorata dell’arte italiana da sempre, in particolar modo quella rinascimentale, la reputo molto elegante e ricca di emozio-ne. Per la collezione SS 2016 ho colto ispirazione dalle opere di Sandro Botticelli, da “La Prima-vera” in modo particolare. Sono rimasta estasiata dalla scena idilliaca botticelliana e le mie creazioni puntano alla stessa ricerca di bellezza, ideale e armo-nica, che ho cercato di riprodurre attraverso i tagli puliti e gli stessi

.82.

INTERVISTA A

Gretel Zanotti

equilibri.La figura botticelliana della ninfa Cloris che si trasforma in Flora, personificazione della stessa primavera, rappresentata come una donna dallo splendido abito fiorito, mi ha colpito molto. In lei ho tratteggiato la mia idea di don-na di oggi, con le sue fragilità e paure, insicurezze e vulnerabilità, impegnata quotidianamente alla conquista del proprio “Io femmi-nile”, della sua completezza e si-curezza, che raggiunge attraverso una mimesi con la natura.L’attenzione al disegno del Mae-stro alla volumetria e alla resa veritiera dei vari materiali, so-prattutto nelle leggerissime vesti, è un effetto che io stessa ricerco

attraverso l’utilizzo della seta e nei disegni in rilievo applicati o dipinti direttamente sui tessuti.

Oggi si riconosce nel ruolo di artista o di fashion designer?Artista. Ogni mia collezione ha una sua storia, una sua emo-zione. Io disegno ciò che provo in quel preciso istante, nulla è scontato. Nelle mie creazioni ci sono io, ci sono le emozioni che vivo. Proprio per questo ho deciso di dare il mio nome al mio brand. Mi piace far sapere che dietro le mie creazioni c’è una persona reale in carne ed ossa che crea con mente, cuore e passione met-tendoci tutta se stessa.

La mia passione verso l’artemi porta a osservare il passato per trarne dettagli e ispirazioni

ma reinterpretarli con uno sguardo al presente e che strizza l’occhio al futuro.

Page 44: MORASCHI - publimax.eu - 2 - Giugno 2016.pdfe m a n u el a.s e ru g h etti @ p u bli m ax. e u Emanuela Serughetti, dall’esordio biografico america-no, è autrice di diversi romanzi,

LANVINGiacca biker in pelle scamosciata

MSGMAbito con ruches

MISSONITop con stampa multicolor

STELLA MC CARTNEYAbito monospalla strecht

SAINT LAURENTfringed crossbody bag

ALICE + OLIVAAbito con multidecor floreale

.85.

Completo NINEMINUTESBorsa ORCIANI

Corso Magenta 45 Brescia

Abito MAISON CO.GOBorsa ORCIANI

Corso Magenta 45 Brescia

Completo BRIAN DALES

Corso Magenta 45 Brescia

84,

WISHLISTMODA.TENDENZE.ANTEPRIMEA CURA DI ANNALISA BONI

CASADEISandalo con tacco Blade

DOLCE E GABBANAAbito a stampa in seta

CASADEIStivaletti Platforms

open-toe decorato con frange

BALMAINGiacca in denim

CHLOÉBorsa a tracolla small “Jane”

Nessun uomoti fara’ sentire protetta e al sicuro come un cappotto di cachemire e un paio di occhiali.Coco Chanel

BRE M

AGAZINE´ N

O.2GIUGNO2016´

AVENUE 67Pochette Bon Bon con tracolla removibile

Corso Magenta 45 Brescia

Page 45: MORASCHI - publimax.eu - 2 - Giugno 2016.pdfe m a n u el a.s e ru g h etti @ p u bli m ax. e u Emanuela Serughetti, dall’esordio biografico america-no, è autrice di diversi romanzi,

TAGLIATOREAbito

BRUNELLO CUCCINELLIAbito

.87.

FENDIGiacca serie Bug Bags

PHILIPP LIMPullover in cotone decorato

SAINT LAURENTPolo serie “Yeah Baby”

SANTONIMocassino con fibia

Giacca TAGLIATORE,pantaloni PENCEpull JHON SMEDLEY mocassini MIGLIORE

Corso Magenta 45 Brescia

Giacca FORTELA,pantaloni WHITE SANDpull BRIAN DALES

Giacca BARASHAN,camicia SAPOREpull BRIAN DALES, pantaloni CRUNA

Corso Magenta 45 Brescia

Corso Magenta 45 Brescia

86,

WISHLISTMODA.TENDENZE.ANTEPRIMEA CURA DI ANNALISA BONI

ETROCostume con decoro iconico

DOLCE E GABBANACostume serie “Polka”

da percorrere, ma non bisogna fermarsi o si rischia di rimanere ai marginiSteve McQueen

NEIL BARRETCostume

DSQUARED2Costume con decorazione tatoo

FENDICostume serie Bug Bags

VALENTINOcostume camouflage

BRE M

AGAZINE´ N

O2GIUGNO2016´

Ho imparato che la vita e’ una strada lunga e difficile

Page 46: MORASCHI - publimax.eu - 2 - Giugno 2016.pdfe m a n u el a.s e ru g h etti @ p u bli m ax. e u Emanuela Serughetti, dall’esordio biografico america-no, è autrice di diversi romanzi,

.89.

UN MITODA PAURA

A CURA DI PATRIZIA FRATUS PHOTO DI ROBERTO CAVALLI

È un concetto ampliato di arte, la scultura alla quale lavorare, la società stessa.È una possibile concreta risposta alla domanda: quale è il ruolo sociale dell’arte contemporanea.Quale è la bellezza cui molti, i più agognano? Quella di una società più responsabile.Allora da dove cominciamo? dal-l’immaginarla, per cambiare non serve avere ma bisogna sapere, sapere che possiamo immaginare e poi costruire altro.Questo l’arte può fare, proposte positive rispetto all’esistente.Un Mito da Paura è l’opera propo-sta ai ragazzi, con loro abbiamo ripercorso la storia dei miti che è anche la storia delle nostre paure, la lente attraverso cui guardare, quella di uomini nuovi di un mon-do nuovo, mai come ora intera-mente connesso, mai come ora con una tale mole di informazioni, conoscenze e responsabilità, ma il nostro è ancora un mondo che poggia su ciò che si è via via esau-rito, l’immagine di vecchi mondi.Ora come allora il bisogno di dare forma alle nostre paure, per poi affrontarle. Con i ragazzi , attra-verso il racconto, lo scritto, quindi il segno, tradotto in disegno e poi in scultura, abbiamo fatto un percorso che ci ha portato a nuova consapevolezza e ad una splendi-da inquietante installazione, ma ancor più importante, la parteci-pazione sentita di 28 ragazzi , in orario non scolastico, quindi per scelta, che hanno saputo introiet-tare l’opera trasportandola nelle loro vite. Basta sentirli parlare per capire quanto vi siano entrati.Le paure emerse; la paura dell’al-tro, del diverso quand’anche di se e del proprio futuro. Sbalorditivo vedere sulla parete i disegni dei ragazzi di oggi e quelli dei ragazzi di ieri, i disegni sulle pareti delle caverne, segni antropomorfi, li dove l’arte è cominciata, come strumento/bisogno, sul libro più antico, la terra stessa, li è co-minciata la nostra storia, l’arte li è nata, nell’ambito della vita, nel quotidiano e lì l’arte relazionale la riporta, come strumento per co-struire bellezza nelle nostre vite.Ora, le caverne si sono collegate, e quello che vediamo è un altro mondo,l’invito ai ragazzi, comin-ciando da sé, è costruire altro.

L’ARTE COMINCIA DA NOI

BRE M

AGAZINE´ N

O.2GIUGNO2016´

BRE ARTE

Un mito da paura,un progetto di arte relazionale proposto ai ragazzi del Capirola di Leno. “Ogni uomo è un artista” è una proposta per renderci consapevoli del fatto che ogni nostro pensiero e ogni nostra azione o scelta, plasma la nostra vita così come il nostro intorno.

Durante tutto lo svolgimento del-l’opera, con noi l’artista Roberto Cavalli che, con il suo occhio, ha fissato e storicizzato ciò che è accaduto attraverso la sua mera-vigliosa poetica.Tutto ciò è accaduto al Capirola, a Leno, in una scuola dove, una preside, Ermelina Ravelli e gli in-segnanti tutti, in particolare Olivia Bottesini e Vanda Sabatino, con tanto impegno e tanta passione,

credono nei loro ragazzi.Non poteva esaurirsi lì tanta bellezza, abbiamo portato l’instal-lazione e i ragazzi del Capirola a Brescia, Nicola Falappi ci ha gen-tilmente ospitato nel suo spazio, lo Studio 40, e grazie ai professori della LABA, Diego Ruggeri e Virgi-lio Fidanza, abbiamo fatto incon-trare gli studenti per condividere una possibilità.“La rivoluzione siamo noi”

Page 47: MORASCHI - publimax.eu - 2 - Giugno 2016.pdfe m a n u el a.s e ru g h etti @ p u bli m ax. e u Emanuela Serughetti, dall’esordio biografico america-no, è autrice di diversi romanzi,

NON POTEVO DI CERTO ESIMERMI NEL DEDICA-

RE UN SERVIZIO ALLA MIA ISOLA DEL CUORE CHE

COME “IL MAL D’AFRICA” OGNI PRIMAVERA BUSSA

NEI MIEI PENSIERI RIPORTANDOMI PER UN ATTIMO

LÁ DOVE UN MIX ESCLUSIVO DI EMOZIONI BRILLANO

INCESSANTEMENTE DA MATTINO A NOTTE FONDA.

ECCO CHE ALLORA INIZIO A SCRIVERE QUESTO AR-

TICOLO AZIONANDO “NASSAU BEACH CLUB IBIZA”

LA COMPILATION PIÚ COOL CHE OGNI ANNO SI RIN-

NOVA NEI MIEI TECNOLOGICI DISPOSITIVI ...

IBIZA É CALIDOSCOPICA.

IBIZA É ALTERNATIVA.

IBIZA É TRASGRESSIONE.

IBIZA É RICCHEZZA.

TUTTO SOTTO UN UNICO DENOMINATORE COMUNE.

DIFFICILMENTE REPLICABILE ALTROVE.

IBIZA CONCEDE E PROMETTE OGNI ANNO SPETTA-

COLARI PIACERI GRAZIE ALLA POLIEDRICITÁ DELLA

SUA OFFERTA CHE VANTA HOTEL DI DESIGN, I RI-

STORANTI PIÚ FAMOSI DEL GLOBO, SPIAGGE CARAI-

BICHE DA SOGNO E UN PUBBLICO DA STAR SYSTEM.

SBAGLIARE A IBIZA NON SI PUÓ.

BRE WEEKENDER

IBIZAA CURA DI ANNALISA BONI

POLIEDRICA, MEDITERRANEA,

ESCLUSIVA, L’ISLA BLANCA DAL MOOD CARAIBICO

É LA META PIÚ AMATA DI SEMPRE CHE INSIEME

A FORMENTERA, MYKONOS E FORTE DEI MARMI

SALE SUL PODIO DELLE VACANZE TOP

DEI BRESCIANI

90,

L’irrinunciabile

Page 48: MORASCHI - publimax.eu - 2 - Giugno 2016.pdfe m a n u el a.s e ru g h etti @ p u bli m ax. e u Emanuela Serughetti, dall’esordio biografico america-no, è autrice di diversi romanzi,

.93.

Vivetela quindi da hippy, da facoltosi Onassis o perchè no da veri cultori della techno music, respirate il suo mood cosmopolita saturo nei suoi poco più che 550 km2, lasciatevi rapire dalle meravigliose ville a sette stelle che nelle sue insenature si celano ma soprattutto almeno una volta nella vita visitatela perchè Ibiza non è solo la perla delle Baleari ma un complesso e curioso mix che da una piccola isola detta legge e ten-denze ispirando l’intero globo. Questa è l’Isla Blanca, celebre per la sua movida, la più glamour del mondo ma paradisiaca allo stesso tempo per le sue meravigliose nicchie di un azzurro limpido da lasciare estasiati.

Lo shopping Ibizenco è assolutamente unico ed il suo centro è una culla di capi esclusivi introvabili nel resto del globo.Il fascino bohemiens si mixa alla verve hippy dell’isola e ne sono una prova le boutique Charo Ruiz, TomTom, Las Noches Ibiza, Bagus, Victoria Ibiza.Assolutamente da visitare il mercatino hippy di Las Dalias.

Shopping

Dormire a Ibiza in Agroturismos

Gli Agroturismi sono luoghi incantevoli, piccoli hotel con formula B&B dove il dettaglio si conferma sempre un’abitudine. Molto spesso sono case coloniche, affascinanti e carismatiche, particolari e in taluni casi lussuose.Piccoli “riad” tipicamente mediterranei custoditi nel cuore dell’isola, luoghi magici di relax e tranquillità dotati di ottimi servizi al livello di hotel a cinque stelle. Per un pernottamento in agroturismo consigliamo:Atzarò, Cas Gasi, Las Brisas, Pure House e Can Jaume.

A Ibiza Luxury Hotels and Resorts

Se lo stile “Flower power “ pervade e contagia il mood di questa magica isola non possiamo confer-mare che la stessa cosa avvenga per le strutture alberghiere qui lussuose più che mai. Ne sono una prova i Luxury Hotels come Aguas de Ibiza, Destino, Ibiza Gran Hotel, The Ushuaia Tower.

In questa immagine la vista che si gode dall’hotel Aguas de Ibiza

In questa immagine l’hotel Atzarò

In questa immagine l’hotel Can Gasi

.92.

IBIZA

Babilonia degli eccessi

Sono quasi due mesi che non si parla d’altro, anzi se non ricordo male ero ancora sulle piste da sci quando, con calendario alla mano, si discuteva sulla possi-bilità di “scendere” a Ibiza per gli Opening parties d’apertura della stagione. Amnesia, Privile-ge, Pacha, Ushuaïa, Space, tutti aperti, chi prima chi dopo già dal 28 maggio. Ma io a Ibiza in fin dei conti agli Opening non ci metto piede proprio perchè apparten-go all’altro segmento turistico, quello sicuramente più viveur e rilassato che alle 7 pm ama godersi un mojito all’Elements Ibiza Beach finchè il tramonto si spegne e il Chill Out prende il sopravvento. Ibiza è così.La puoi vivere a trecentossessan-tagradi, bambini inclusi, volendo.Il divertimento e l’appagamento qui è fortemente individualista. Esiste “l’esercito della salvezza” diciamo quello da “Opening”, esi-

ste la fascia “viveur”o la famiglia alla “Beckham” che non vuole rinunciare a stile ed esclusività e poi ci sono i più privilegiati che dall’alto dei loro luxury yacht e Range Rover blindati “attraccati” al porto di Eivissa osservano la vita da un’altra prospettiva, invi-diabile direi.Resta comunque manifesto qui e solo esclusivamente qui che tutti, forsi spinti da questo misterioso fascino hippy, possano convive-re armoniosamente insieme e ritrovarsi a condividere le stesse emozioni. Fascino democratico.

Finche’ il tramontosi spegne e il

Chill Outprende il sopravvento

Sarà la vostra attitude a spingervi a selezionare quella che fa per voi, dalle spiagge più “traghet-tate” dell’estate tra orde di giovani, bottiglie di Coronita e dj set provenienti dai club più influenti del mondo (Bob Sinclair qui è di casa) alle più indisturbate ma pur sempre cool location a mare quelle che da sempre preferisco frequentare sull’isola.Sia il Cala Cabassa Beach Club che il Cotton Club propongono interessantissimi menù che possono essere anche serviti direttamente sotto il vostro ombrellone. Pranzi da veri gourmand preparati ad hoc da abili chef. Se invece desiderate un fugace e più tranquillo lunch del mezzogiorno potrete gustarvi delle ottime tapas magari accom-pagnate da un calice di fresca sangria.Verso il tardo pomeriggio è d’obbligo una visita alla spiaggia che più di ogni altra preferisco, l’Experimental Beach, una location da favola resa ancora più affascinante dal tramonto che solo da qui si può godere accompagnato dallo scenografico sound live.

Beach Club

Nell’immagine sopra il cotton Club

Design&DecorLa Galeria Elefante, SLuiz, La Maison Blanche, Natura sono solo alcuni degli indirizzi top da appuntarvi in agenda.Qui potrete trovare tutta lo stravagante design di cui è pervasa l’isola.Cuscini variopinti, oggetti inediti ed esclusivi spesso accompagnati da una sottile ironia ...Visitare per credere!

Vi consigliamo anche Nikki Beach, Cala Bassa Beach Club, Cotton Beach Club, Nassau e Blue Marlin.

Page 49: MORASCHI - publimax.eu - 2 - Giugno 2016.pdfe m a n u el a.s e ru g h etti @ p u bli m ax. e u Emanuela Serughetti, dall’esordio biografico america-no, è autrice di diversi romanzi,

.95.

alle politiche di genere. Le sue immagini sono le sue parole, e colgono l’essenza della solitudine, dell’amore, dell’adolescenza, del corpo e della morte. È l’osservato-re a creare la storia. La sua opera originale per la Maison Ruinart racconta la straordinaria storia delle Crayères attraverso l’obietti-vo della sua macchina fotografica. “Siamo felici di questa partner-ship con Erwin Olaf che abbiamo presentato per la prima volta in Italia durante miart - dichiara Riccardo Caliceti, Senior Brand Manager Ruinart, - riscoprire le cantine della più antica Maison de Champagne attraverso il suo obiettivo è come visitarle per la prima volta e ci piace l’idea di con-dividere i segreti delle Crayères che solo un’artista come lui pote-va cogliere e portare alla luce”. Oggi, la Maison Ruinart, fiore all’occhiello del gruppo LVMH, è una realtà di riferimento per una clientela internazionale di intendi-tori, appassionati d’arte ed esteti informati.Per maggiori info: www.ruinart.com

RUINART RENDEZ-VOUSA BRESCIA

A CURA DI LAURA SORLINI E ANNALISA BONI

Champagne dell’arte per eccel-lenza, la Maison Ruinart rende omaggio ai più importanti appun-tamenti italiani dedicati all’arte contemporanea organizzando esclusivi momenti denominati “Ruinart Rendez-Vous” (#ruinar-trendezvous), cene private dove degustare le Cuvée della più an-tica Maison de Champagne, R de Ruinart, Ruinart Rosé e Ruinart Blanc de Blancs in abbinamento a creazioni culinarie per rendere ancora più speciali le iniziative a richiamo artistico.Dopo Milano con miart, dove la Maison Ruinart ha celebrato l’artista Erwin Olaf, è stata la volta di Brescia, in attesa dell’instal-lazione “The Floating Piers” di Christo prevista a Giugno sul Lago di Iseo. Umberta Gnutti Beretta e la Maison Ruinart hanno ospitato lunedì 9 Maggio una cena esclu-siva riservata a curatori, galleri-sti, imprenditori e appassionati

d’arte nella dimora privata della famiglia Gnutti. Dopo la visita alla mostra “Water Projects” curata da Germano Celant e dedicata a Christo al Museo Santa Giulia di Brescia, ad accogliere gli ospiti e fare gli onori di casa insieme a Umberta e Franco Gussalli Beret-ta, era presente Riccardo Caliceti, Senior Brand Manager Ruinart e, tra gli invitati, Massimo e Danie-la Minini della galleria Minini di Brescia, Luigi di Corato Direttore della Fondazione Brescia Musei, Marcella Ferrari Amministratore Unico di “The Floating Piers”, Paolo e Esmeralda Merloni, Paolo Vagnone Presidente Banca Gene-rali, Matteo e Laura Zanetti.La storia della Maison Ruinart inizia il 1° settembre 1729 e, da allora, continua a perfezionare l’eccellenza dei suoi vini con le sue scelte enologiche, carat-terizzate dalla predominanza dello Chardonnay nelle sue Cuvée

come simbolo di una competenza autentica e riconosciuta. Elegan-za, raffinatezza, purezza e lumi-nosità definiscono oggi l’universo della Maison Ruinart, rendendola un’intramontabile icona dello Champagne. Per il 2016 viene messa in auge la fotografia e chi meglio di Erwin Olaf poteva ritrarre le Crayères, antiche cave di gesso e le cantine della Maison Ruinart, Patrimonio Mondiale UNESCO dal 2015? Con il suo occhio per la perfezione e la reverenza, la scelta non poteva che ricadere su questo artista multidisciplinare olandese. Enfa-tizzando la precisione in tutti gli aspetti visivi – attraverso un’il-luminazione pittorica, trucco e acconciature perfetti, scenari che creano un’aura di serenità - le sue rappresentazioni altamente stilizzate e pulite celano sempre un richiamo alle problemati-che sociali, ai tabù di costume e

Incontri indimenticabili tra arte e vino: la piu’ antica Maison de Champagne rende omaggio all’arte contemporanea con momenti esclusivi denominati “Ruinart Rendez-Vous”. Lunedi’ 9 maggio la serata – evento dedicata a curatori e galleristi che ha visto Brescia protagonista insieme alle Cuvee firmate Ruinart.

BRE MAGAZINE ´ N

O.2 GIUGNO 2016 ´94,

BRESCIA GRANDI EVENTI

Page 50: MORASCHI - publimax.eu - 2 - Giugno 2016.pdfe m a n u el a.s e ru g h etti @ p u bli m ax. e u Emanuela Serughetti, dall’esordio biografico america-no, è autrice di diversi romanzi,

CORSO MAGENTA 49 BRESCIAT. 030 2807810

.96.

Page 51: MORASCHI - publimax.eu - 2 - Giugno 2016.pdfe m a n u el a.s e ru g h etti @ p u bli m ax. e u Emanuela Serughetti, dall’esordio biografico america-no, è autrice di diversi romanzi,

BR

ESC

IA C

OM

E N

ON

L’A

VETE

MA

I VIS

TA .

LEIS

UR

E&LI

FEST

YLE

NU

MER

O 2

. G

IUG

NO

201

6 . L

IMIT

ED E

DIT

ION

BR

E

BRELEISURE&LIFESTYLE

NU

ME

RO

2 .

20

16

. G

IUG

NO

. P

UB

LIM

AX

ED

ITR

ICE

. W

WW

.PU

BL

IMA

X.E

U .

EU

RO

10

,00

BRESCIA COME NON L’AVETE MAI VISTA

MARCOMORASCHI

LA MIA RIVOLUZIONARIA IMPRESA

L’INTERVISTA AVINCENZOREGIS

OMARPEDRINIZIO ROCK SI RACCONTA