MONTEPULCIANO, 27 febbraio 2008 L’italiano contemporaneo tra norma e uso Massimo Palermo

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MONTEPULCIANO, 27 febbraio 2008

L’italiano contemporaneo tra norma e uso

Massimo Palermo

Università per stranieri di Siena

Facoltà di lingua e cultura italiana

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Qualche domanda preliminare

1) Chi definisce la norma linguistica?

2) Esiste nella codificazione grammaticale e nella prassi scolastica un modello di lingua orale e scritta condiviso?

3) Esiste negli usi orali e scritti una lingua comune (standard)?

4) Quali i rapporti tra norma e uso?

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NORMA DELLE GRAMMATICHE (eterodeterminata, fondata su auctoritates o sull’uso, più o meno temperato)

NORMA SOCIALE (determinata dalla percezione dei parlanti)

DUE TIPI DI NORMA

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REQUISITI DI UNA VARIETA’ STANDARD

• nazionale, o il cui prestigio sia riconosciuto a livello sovraregionale;

• descritta e codificata in modo esplicito da grammatiche e vocabolari

• utilizzabile in tutti gli usi scritti

• utilizzabile nella comunicazione orale

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Tre accezioni di “standard”

NORMATIVO: modello di lingua considerato di prestigio e quindi da imitare, codificato dalle grammatiche

STATISTICO: neutro, normale, varietà di lingua più diffusa in una comunità di parlanti

SOCIOLOGICO: modello interiorizzato, anche se non realizzato, dalla maggioranza dei componenti di una comunità o dai ceti di riferimento

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venir meno della letteratura come modello di riferimento

pluralità di registri e di usi,a volte in variazione libera

mass-media modello / specchio

accelerazione dei mutamenti sociali e linguistici vs immobilismo precedente

crisi del concetto di norma unitaria (REPERTORIO)

IL PROBLEMA DELLA NORMA LINGUISTICA NEL PERIODO POSTUNITARIO

CAOS DIAFASICO: soprattutto adolescenti

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la diffusione della lingua standard è soddisfacente, seppur limitata ai settori dell’ortografia, della morfologia e della sintassi (in quest’ultimo caso con l’emergere a tratti di componenti regionali); la fonologia e l’intonazione nel parlato, il lessico sia nel parlato che nello scritto sono ancora piuttosto sensibili alla variazione geografica;

la tendenza nella lingua parlata alla semplificazione dei paradigmi: «l’uso orale include solo un sottoinsieme delle possibilità previste dal sistema» e di conseguenza «singole forme vengono usate in una gamma di significati più ampia di quella prevista dallo standard» (Berretta 1993: 206-7).

la tendenza alla ristandardizzazione, cioè la progressiva accettazione nella norma di tratti del parlato che ancora pochi decenni erano considerati estranei ad essa; il persistere di una dicotomia piuttosto marcata fra un polo di espressione formale (perlopiù, ma non solo, scritta) e un polo di espressione informale (per lo più, ma non solo, orale).

CARATTERISTICHE DELLA SITUAZIONE ATTUALE

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8norma sociale

tasso di normatività delle grammatiche

italiano standard delle grammatiche

italiano neostandard

italiano comune

RISTANDARDIZZAZIONE

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ITALIANO NEOSTANDARD: SIST. PRONOMINALE

pronomi personali: diffusione di lui/lei/loro al posto di egli/ellla/essa/essi ; diffusione di te al posto di tu diffusione di gli al posto di a lui, a lei, a loro differente accettabilità

particelle pronominali e avverbiali:diffusione di ci a scapito di viuso desemantizzato del pronome atono ci: averci ‘possedere’; entrarci : ‘avere a che fare’ ; volerci ‘essere necessario’, vederci, sentirci

pronome relativo: che relativo indeclinato: Paolo è uno che ci si può fidare ; è un problema che ne discutiamo da anni ; è uno che gli puoi confidare un segreto

pronomi interrogativi: oscillazione che cosa/cosa/che

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ITALIANO NEOSTANDARD: SIST. VERBALEINDICATIVO

•uso tempi in prop. principale: pres. 72.6%; pass.pross. 9.5%; imperf. 5.3%; imperat 4.1%

•PassatoRegressione passato remoto, trap. remoto. Uso non anaforico del trap. prossimo. Espansione pass. prossimo e imperfetto indicativo

•Usi modali imperfetto: imperfetto ipotetico: facevi meglio a stare zitto; potevano anche dircelo prima .imperfetto irreale: si ha ogniqualvolta il tempo verbale serve a sottolineare un

distacco dalla realtà e la creazione di un universo fittizio: poi entravo in un'enorme sala a specchi: dopo alcuni secondi le pareti iniziavano a muoversi verso di me ...

imperfetto ludico: comune nelle affabulazioni dei bambini:Allora, facciamo che io ero il papà e tu la mamma ;imperfetto attenuativo: -Cosa desiderava signora?- Volevo due etti di prosciutto.

•Alternanza passato prossimo /passato remotodimensione temporale/aspettualedifferenze diatopichedifferenze diafasiche

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•Futuro:in regresso con valore temporale, presente in luogo del futuro: domani vado a Napoliuso del passato prossimo in luogo del futuro anteriore: domani, quando hai finito di lavorare, passi a trovarmi?

usi modali: futuro semplice e futuro anteriore dubitativi:hanno bussato alla porta: sarà Marco ;a occhio e croce questa pizza peserà due etti ;quando è iniziato lo spettacolo saranno state le nove

ITALIANO NEOSTANDARD: SIST. VERBALE

•CONGIUNTIVO: in regressione, soprattutto completive e int. indirette

•CONDIZIONALE: in regressione ma non in frase indipendente:-di attenuazione / dissociazione: secondo fonti bene informate, sarebbero imminenti svolte nelle indagini sul rapimento;-di cortesia: mi presteresti un libro?

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ITALIANO NEOSTANDARD: SINTASSI

congiunzioni subordinative: diff. parlato / scritto non tanto nelle % di subord., quanto nei tipi:

REL 46.6%; CHE (complet) 20.55 SE 8.1%PERCHÈ 6.6%tot. 81.85%

•preferenza per alcune congiunzioni: -che subordinante generico: vai a letto, che è tardi-finali: per, allo scopo di invece di affinché-causali: siccome, dato che (invece di giacché, poiché)-finali: perché, per + infinito (invece di affinché)-concessive anche se (invece di sebbene, benché, che reggono il congiuntivo)-interrogative: come mai al posto di perché (pragmaticamente attenuato)

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ITALIANO NEO-STANDARD: COSTRUZIONI CON ORDINE MARCATO DEI COSTITUENTI

dislocazioni (tematizzazione): a sinistra: il caffè lo bevo caldoa destra: lo bevo caldo, il caffè

frase scissa (focalizzazione): esplicita: è Fabrizio che non ha rispettato gli accordiimplicita: è Fabrizio a non aver rispettato gli accordi

a un livello di accettabilità inferiore le costruzioni a tema sospeso: le medicine Paolo ne prende una gran quantitàio mi piace vedere i film dell'orrore

nelle interrogative cristallizzata in formule fisse : chi è che... ? com’è che ... ? cos’è che... ? ; non è che... io di cinema non è che me ne intendo molto

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QUALI MODELLI DI LINGUA PER L’INSEGNAMENTO DELL’ITALIANO L1/L2?

(UNA POSSIBILE RISPOSTA)

L1 privilegiare l’insegnamento di ciò che gli allievi conoscono meno, cioè le varietà alte del repertorio, parlato formale e scrittura

L2 primarietà della comunicazione orale, uso medio: centro del repertorio; solo ai livelli medio-alti riflessione sulle varietà alte (it. tecnico-scientifico, it. letterario) e basse (it. trascurato informale, gerghi, ling. giovanile ecc.)

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INDICAZIONI DIDATTICHE: COSA CORREGGERE?

Se esiste un repertorio stratificato il problema non si può risolvere

in termini della consueta dicotomia giusto / sbagliato, ma in una

diversa accettabilità in relazione a diversi contesti d’uso

(parlato informale, parlato formale, scritto, scrito formale)

Diversa tolleranza per le deflessioni dalla norma in relazione al livello d’analisi:

nulla per l’ortografia

media per la morfosintassi

alta per la pronuncia e l’intonazione, in relazione alle quali non esiste di fatto

un modello comune