MONDO PRIMARIO E MONDO SECONDARIO: SOVRAPPOSIZIONI E SEPARAZIONI IL SAGGIO SULLE FIABE DI J.R.R....
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TERESIANUM
PONTIFICIA FACOLTÀ TEOLOGICA
PONTIFICIO ISTITUTO DI SPIRITUALITÁ
MONDO PRIMARIO E MONDO SECONDARIO:
SOVRAPPOSIZIONI E SEPARAZIONI
IL SAGGIO S ULLE F IABE DI J.R.R. TOLKIEN E LA SUA RILEVANZA PER UN'ANALISI DELLE DISTORSIONI
PROCURATE DALLE SETTE E DALLE SPIRITUALITÀ 'FAI DA TE' NELLA PERCEZIONE DEL MONDO
Elaborato per il corso
S02800 Nuove saggezze e nuove spiritualità all'alba del XXI secolo
del Prof. Alessandro Olivieri Pennesi
Studente: Quagliaroli Alberto
Roma – 2008
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INTRODUZIONE
Concetti di Mondo Primario e Secondario
La realtà dell'uomo, quella della vita di ogni giorno e degli avvenimenti che
accadono in ogni parte del mondo e ci raggiungono per lo più con i mass-media, si può
anche chiamare Mondo Primario, mondo creato da Dio, in cui viviamo, ci muoviamo,
intrecciamo relazioni reali e dirette. Con una intuizione non originalissima, ma molto benmotivata e descritta1, J.R.R. Tolkien, autore inglese di narrativa fantastica di enorme
successo (e di grande impatto culturale)2, ma anche stimato filologo che insegnò, tra l'altro,
ad Oxford, descrive i prodotti delle arti dell'uomo (narrativa, pittura, musica ecc., nati dalla
fantasia, ma anche dalla ragione) come caratterizzati da una consistenza propria derivata
necessariamente dal mondo Primario, e li classifica come afferenti al Mondo Secondario o
Sub-Creazione. Il primo termine è più elegante in italiano, il secondo è più efficace per
chiarire il pensiero di Tolkien (che, c'è da aggiungere, era cattolico).
J.R.R. Tolkien, i mondi secondari e il Racconto Fantastico
Tolkien3 ha svolto quello che si può considerare un vero e profondo trattato sui
mondi secondari della narrativa fantastica nel suo saggio On Fairy Stories, tradotto in
italiano con il titolo Sulle Fiabe. È necessario sottolineare che se in italiano 'fiaba' richiama
subito alla mente i racconti fantastici per bambini, in inglese 'Fairy Story' significa
semplicemente 'racconto di fate'; ma T. usa un capitolo di 16 pagine 4 per sostenere che il
termine Fairy Stories non deve essere considerato nel suo significato letterale e neppure
essere attribuito a favole con animali che parlano o storie di folletti o racconti fantasiosi di
viaggi. Altre quindici pagine del saggio5 sono spese da T. per sostenere la posizione che i
racconti fantastici non sono neppure indirizzati direttamente ai bambini, ma che sono creati
e raccontati per gli adulti. Le conclusioni di T. sul valore da dare al termine Fairy Stories si
1 J.R.R.TOLKIEN, Albero e foglia (Saggio sulle fiabe), Rusconi Libri S.p.A., Milano 1989.2 È autore, tra l'altro, de Il Signore degli Anelli, probabilmente una delle opere letterarie più vendute nel
mondo dalla seconda metà del XX secolo.3 Da questo momento citerò Tolkien usando l'abbreviazione T. per rendere più corto e scorrevole il testo.4 J.R.R.TOLKIEN., Albero e foglia, Rusconi Libri S.p.A., Milano 1989, pp. 14-30.5 J.R.R.TOLKIEN. Albero e foglia, Rusconi Libri S.p.A., Milano 1989, pp. 49-65.
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possono riassumere traducendolo in italiano con 'Racconto Fantastico', narrazione di
fantasia. In pratica la posizione di T. sui racconti fantastici è che fanno parte di mondi
secondari creati con la fantasia umana, ma sono dotati di una logicità interna, costruitifacendo uso della ragione, rivolti a tutti gli uomini senza distinzioni di età e dotati della
capacità di impartire anche insegnamenti esistenziali.
Una delle considerazioni più interessanti di T. sui mondi secondari proposti dall'arte
narrativa è la seguente:
Possiamo stendere un ferale verde sul volto di un uomo e generare un orrore; possiamo far germogliare boschi di argentee foglie e far indossare agli arieti velli d'oro, possiamo mettere fuoco caldo nelgelido ventre del drago. Ma tali 'fantasie' come si usa chiamarle, sono la matrice di nuove forme; ha inizioFeeria; l'uomo diviene subcreatore. Un potere essenziale di Feeria è dunque quello di rendere
immediatamente effettive con un atto di volontà, le visioni della 'fantasia'. Non tutte sono belle, e neppuresalubri, in ogni caso non lo sono quelle dell'Uomo caduto. Il quale ha bruttato della sua stessa macchia gli elfiche possiedono questo potere (in realtà o nella favola). Quest'aspetto della 'mitologia' – subcreazione, più cherappresentazione o interpretazione simbolica delle bellezze del mondo - a mio avviso è sottovalutato6.
Ancora più chiaro sul ruolo subcreativo, ma anche sui rischi di questo ruolo che
appartiene all'uomo, è una brano, sempre del saggio Sulle Fiabe, ove T. tratta della
fantasia7:
La Fantasia può naturalmente essere portata all'eccesso; può essere deforme; se ne può fare cattivouso. Può persino illudere le menti dalle quali è sortita. Ma per quale realtà umana, in questo mondo, taleaffermazione non vale? Gli uomini hanno concepito non soltanto gli elfi: hanno immaginato gli dèi, li hanno
venerati, persino quelli resi deformi dalla malizia dei loro stessi autori. Ma hanno fabbricato falsi dèi con altrimateriali: le loro nozioni le loro insegne, i loro quattrini; persino le loro scienze e le loro teorie sociali edeconomiche hanno richiesto sacrifici umani. Abusus non tollit usum. La Fantasia rimane un diritto umano:creiamo alla nostra misura e nel nostro modo derivativo perché siamo stati creati, e non soltanto creati, mafatti a immagine e somiglianza di un Creatore8.
In sostanza, in questi brani T. afferma che i mondi della creatività umana (che
afferiscono alla sub-creazione o mondo secondario) sono importanti per il mondo reale
(primario) in cui si vive, esercitano sull'uomo una grande attrattiva e sono una esigenza
creativa dell'uomo in quanto lui stesso creato ad immagine e somiglianza dell'unico
Creatore dell'Universo. La creazione dei mondi secondari secondo questa posizione è unaesigenza umana e, derivando dal creatore, deve essere anche un bene per l'uomo. La
seconda citazione mette anche in guardia dai pericoli reali che corre la fantasia dell'uomo
6 J.R.R. TOLKIEN, Albero e foglia, Rusconi Libri S.p.A., Milano 1989, p. 35-36.7 Anche per 'Fantasia' è opportuno sottolineare che in italiano e in inglese (come testimonia T. stesso nel
saggio Sulle Fiabe a p. 65) si tende a stabilire una sorta di graduatoria tra Immaginazione e Fantasia; siattribuisce alla prima il ruolo di organizzatore anche razionale dei dati forniti dalla Fantasia, consideratala facoltà che propone alla mente umana dati inventati non strutturati. Nell'uso che ne fa T., è esattamenteil contrario, la Fantasia è vista come dote organizzatrice subcreatrice dei dati propostidall'Immaginazione. Io userò le accezioni di T. di Fantasia e Immaginazione, anche perché oggi 'Fantasy'
ha assunto ormai il significato di narrativa fantastica modellata sulla base dell'opera più famosa di T.: Il Signore degli Anelli.
8 J.R.R. TOLKIEN, Albero e foglia, Rusconi Libri S.p.A., Milano 1989, p. 76.
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incarnata in racconti fantastici (mondi secondari) se non è tenuta a freno lucidamente dalla
ragione e dalla coscienza che il mondo primario è il solo in cui l'uomo può e deve vivere
con tutto se stesso.
Sovrapposizione indebita tra i mondi
Intendo porre alla base del presente studio l'ultima considerazione del paragrafo
precendente. Le creazioni dell'uomo, oggi soprattutto, nel campo della letteratura e, nei
tempi passati, nella mitologia, nella leggenda o nella magia, possono essere molto belle,
possono essere di sollievo per l'umanità che si trova ogni giorno ad affrontare le difficoltà
della vita concreta, possono anche insegnare cose sulla natura e sull'esistenza dell'uomo aigiovani e agli adulti, possono creare luoghi del cuore o della mente in cui è piacevole
lasciarsi cullare, possono promettere improbabili quanto attraenti riscosse nei confronti del
mondo, hanno anche altre proprietà positive per l'uomo, ma sono, e rimangono, creazioni
umane che dipendono in tutto e per tutto dall'unica Creazione divina, dal mondo primario
in cui l'uomo vive effettivamente la sua vita con le sue difficoltà, i suoi impegni, le sue
gioie, i suoi dolori, le sue relazioni con gli altri.
Purtroppo assistiamo, in questi ultimi decenni ancora più che nel passato, con la
globalizzazione delle comunicazioni e la frammentazione dei rapporti, ad una tendenza a
sovrapporre le creazioni della mente e del cuore dell'uomo alla realtà concreta. Vi sono non
pochi 'personaggi' che si adoperano per creare o usare mondi secondari allo scopo di
attirare e spingere le persone meno forti spiritualmente e/o psicologicamente a farsi
avvolgere da essi e a perdere progressivamente il contatto con il mondo primario. Questi
'personaggi', presentandosi come delle specie di Guru, come degli illuminati, come persone
beneficiate di particolari rivelazioni, spacciano per realtà primaria le loro invenzioni
narrative (anche solo presentate come tradizioni orali oppure addirittura come nuove
scienze positive) o riprendono mitologie, leggende, esoterismi vari, per attirare a sé
persone in difficoltà spirituale o anche semplicemente curiosi imprudenti carenti di spirito
critico. Una volta che una persona si sente accolta, protetta, si sente detentrice di qualche
potere da sviluppare e pensa di aver trovato una guida nella temperie del mondo, viene
assorbita nel mondo secondario fatto su misura dei suoi bisogni e desideri e subisce un
progressivo distacco dalla realtà concreta, divenendo prono al potere psicologico ed
intellettuale della guida o della dottrina cui ha aderito.
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Ecco finalmente il programma che intendo svolgere negli spazi e nei tempi concessi
da una ricerca di questo genere. Vagliando gli attributi della fantasia e del suo campo
operativo consistente nella creazione di mondi fantastici così come T. li ha esaminati nelsuo saggio Sulle Fiabe, cercherò di far emergere tra essi gli attributi a duplice effetto, cioè
quei fattori che, se da una parte rendono i prodotti letterari e narrativi della fantasia
attraenti, belli e piacevoli per l'uditore o il lettore, dall'altra, se si è troppo permeabili a
questa efficacia creativa, possono essere usati come mezzi per ingabbiare l'uditore o lettore
in una trappola psicologica e spirituale che opera direttamente nell'ambito del mondo
primario e può riuscire a separare dal resto della realtà chi vi cade.
1. GLI ATTRIBUTI DELLA FANTASIA
La fantasia9 fornisce ed elabora immagini di cose che non sono concretamente
presenti, né reperibili direttamente nel mondo primario e presenta una serie di
caratteristiche che la rendono più o meno evasiva, attraente, piacevole, efficace ed
educativa. Intendo trattare queste caratteristiche una per una come T. le ha proposte.
1.1 Il Meraviglioso
Uno dei primi fattori che la caratterizzano è la 'stranezza che attira'10, vista con
sospetto dalla mentalità razionalista e positivista degli ultimi tre secoli, ma alla base del
gusto per la lettura della narrazione fantastica, altresì delineata con l'espressione 'Il
Meraviglioso'. Questo fattore è certamente attivo nei confronti dei bambini, ma si può
facilmente notarne il ruolo importante svolto soprattutto nell'ultimo quarto del XX secolo
con l'esplosione della letteratura e del cinema Fantasy e Fantascientifici11 apprezzati da
schiere di appassionati adolescenti e giovani adulti, che, tra l'altro, non infrequentemente
continuano ad esserne attratti per tutta la vita12.
9 Nell'accezione tolkieniana di cui ho discusso in una nota precedente.10 J.R.R. TOLKIEN, Albero e foglia, Rusconi Libri S.p.A., Milano 1989, p. 67.11 Basti ricordare Tolken stesso, ma pure la Rowling autrice del ciclo di Harry Potter per la Fantasy, Isac
Asimov autore del ciclo della Fondazione e di numerosissimi racconti sui Robot e la Sagacinematografica di Guerre Stellari creata da George Lucas. Ma l'offerta di fantasy e fantascienza è ormaisterminata in questo nostro mondo globalizzato post-moderno.
12 Oggi nel 2008, le generazioni della seconda metà del XX secolo contano tra le loro fila persone che sonoarrivate alle soglie dell'anzianità. Chi è nato nel 1954 (anno in cui è stato pubblicato Il Signore degli
Anelli in lingua inglese) oggi ha 54 anni, e se un ventenne del 1954 ha letto e si è appassionato ai libri diAsimov o di T., a questo punto ha 74 anni ... e ritengo che questa passione non si spenga, se è vero chel'età non è di ostacolo alla persistenza di hobby e interessi.
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1.2 La coerenza interna
Il Meraviglioso però, sostiene T., ha bisogno, per essere accolto e apprezzato, diessere affiancato da un elemento essenziale, 'l'intima consistenza della realtà':
La Fantasia presenta anche un inconveniente essenziale: è difficile pervenirvi: la fantasia può, amio giudizio, essere non meno, ma anzi più subcreativa; in ogni caso, però, è facile constatare che, in pratica, “l'intima consistenza della realtà” è tanto più difficile da produrre, quanto più disparate sono leimmagini o le rielaborazioni del materiale primario rispetto alle effettive strutture del Mondo Primario.[...] Chiunque erediti lo straordinario strumento del linguaggio umano, è in grado di dire “sole verde”;molti sono anche capaci di immaginarselo o raffigurarlo. Ma questo non basta, [...]
Costruire un Mondo Secondario dentro il quale il sole verde risulti credibile, imponendo CredenzaSecondaria, richiederà probabilmente fatica e riflessione, e certamente esigerà una particolare abilità, unasorta di facoltà magica. Pochi si cimentano in compiti così ardui; ma quando li si affronta e li si attua inmisura maggiore o minore, si ottiene un risultato artistico senza pari: arte narrativa, insomma,elaborazione di racconti nella forma primaria e più pregnante13.
Si può usare anche per definire questo attributo della fantasia l'espressione 'Credenza
Secondaria' e, in altri brani, T. parla anche di 'coerenza interna'.
Per fare un po' di ordine, ciò che sostiene T. è che, per realizzare racconti fantastici,
la Fantasia elabora dei mondi che possono avere leggi proprie diverse da quelle del mondo
primario (per esempio la possibilità di volare magicamente con il corpo umano, di parlare
senza difficoltà con gli animali, il fatto che il sole sia un carro di fuoco trasportato da una
divinità e così via), ma devono essere tra loro coerenti, non contraddirsi tra loro; altrimenti
è come se si raccontasse un sogno pieno di incongruenze che non attira nemmeno se
contiene situazioni o cose meravigliose per l'essere umano. Se si crea un mondo che 'stia in
piedi da solo', allora chi più è portato per la creazione di fantasia, ama assaporare realtà
insolite e piacevoli e desidera avere un certo sollievo dalle fatiche e dalle croci di ogni
giorno, sarà meglio disposto a entrare nell'atmosfera del racconto e ad apprezzarne il
risultato artistico. Quanto accade al lettore è descritto da T. come 'Credenza Secondaria'.
Questa stessa credenza secondaria però a parere dell'autore può essere addirittura trascesa:Ora il 'Teatro Feerico', vale a dire quelle rappresentazioni che, stando ad abbondanti
testimonianze, gli elfi hanno spesso recitato per gli esseri umani, può produrre Fantasia con un realismo eun'immediatezza che supera di gran lunga ogni umano meccanismo. Ne consegue che l'effetto normaleche esso produce su un essere umano, è di trascendere la Credenza Secondaria. Chi assista a unaRappresentazione Feerica, si trova ad essere, o si crede, fisicamente dentro il Mondo Secondario diessa14.
È opportuno chiarire che il tono di cui è stato appena dato un esempio viene
mantenuto in quasi tutto il testo del saggio Sulle Fiabe; T., cioè, parla di Feeria15 come se
13 J.R.R. TOLKIEN., Albero e foglia, Rusconi Libri S.p.A., Milano 1989, pp. 67-68.14 J.R.R. TOLKIEN, Albero e foglia, Rusconi Libri S.p.A., Milano 1989, pp. 72. Cfr. anche p. 75.15 Definibile come insieme dei mondi della fantasia umana.
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fosse un regno esistente, una realtà con cui, e attraverso cui, dialogare e convivere,
chiarendo in una nota che, pur essendo creazioni della mente dell'uomo, i racconti
fantastici sono 'veri' solo in quanto 'riflettono una particolare modalità delle concezionidella Verità proprie dell'uomo16.
Di seguito a questo brano citato, T. fa considerazioni che saranno riprese nel
prossimo capitolo, perché riguardano l'uso distorto della credenza secondaria quando viene
volutamente trasformata in Credenza Primaria per permettere di esercitare il potere in
questo mondo, il dominio di cose e volontà17.
Per ora basti osservare che esiste la possibilità di fare esperienze anche molto intense
attraverso l'arte; per l'arte pittorica e poetica si è più inclini a capire questo effetto, maanche per l'arte narrativa fantastica T. sostiene che ciò sia possibile: “L'Incantesimo genera
un Mondo Secondario nel quale possono entrare sia l'artefice sia lo spettatore, a
soddisfazione dei loro sensi mentre vi si trovano; ma nella purezza esso è artistico quanto a
desiderio e scopo”18.
Qui con Incantesimo si intende la peculiare relazione che si instaura tra artista e
osservatore dell'opera artistica, di cui le teorie dell'interpretazione dell'Ermeneutica
novecentesca hanno parlato con una certa insistenza19. Nella stessa pagina T. dice ancora:
“L'Arte è il processo umano che produce anche (ma non è il suo unico scopo) credenza
secondaria”.
Prendendo spunto da queste parole, passo ai successivi fattori che T. elabora: Ristoro,
Evasione, Consolazione.
1.3 Ristoro, Evasione, Consolazione
T. tratta insieme Ristoro, Evasione e Consolazione. Neppure io credo che sia
necessario, o che si possa, separarle nettamente; ciononostante si può chiarire, prima,
16 Sostiene che Feeria è in effetti indescrivibile in modo compiuto, mentre è possibile percepirla, da ciòdiscende che non si può dare una adeguata definizione di favola, si può tuttavia dire: che una fiaba, oracconto fantastico, tocca Feeria o se ne serve, che cosa non è fiaba (non lo sono, come ho già osservato,la storia di animali, la storia di viaggi avventurosi e strani, la descrizione di un sogno) e che la fiaba deveessere presentata come 'vera'.
17 Cfr. J.R.R. TOLKIEN, Albero e foglia, Rusconi Libri S.p.A., Milano 1989, p. 73.18 J.R.R. TOLKIEN, Albero e foglia, Rusconi Libri S.p.A., Milano 1989, p. 73.19 Cfr. anche G. VATTIMO, “Interpretazione” in Enciclopedia di filosofia, Garzanti Libri S.p.A., 1999, pp.
556-557.
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separatamente, il concetto di ristoro.
Il ristoro (che implica il ritorno alla salute e il suo rinnovamento) è un riguadagnare, un ritrovareuna visione chiara. [...] Dobbiamo in ogni caso, pulire le nostre finestre, in modo che le cose viste con
chiarezza possano essere liberate dalla tediosa opacità del banale o del familiare – dalla possessività. [...]Le cose che sono trite o familiari in senso peggiorativo, sono le cose di cui ci siamo appropriati,legalmente o mentalmente. [...] Le abbiamo acquisite e acquisendole abbiamo cessato di guardarle20.
T. poi prosegue dicendo che per liberarci di questa possessività banalizzante basta
anche l'umiltà; guardare una vetrina a rovescio e scoprire una parola nuova che può aprire
qualche orizzonte della fantasia (T. fa l'esempio di Coffeeroom/Mooreeffoc). Ma la
fantasia creativa può trasformare la banalità di uno specchio in una apertura su un altro
mondo e, di converso, permettere di immaginarsi nell'altro mondo a guardare di qua dallo
specchio, oppure si possono immaginare alberi che parlano e camminano e guardare edudire attraverso i loro occhi e le loro orecchie la comica eccentricità, imposta dalla moda,
del nostro modo di vestire o di parlare, o il nostro frenetico ritmo di vita; oppure, ancora,
immaginare razze di creature immortali che guardano alla nostra mortalità con un'ottica
talmente differente da considerarla un dono21, quando noi, invece, siamo sempre più
abituati a vederla come l'abituale minaccia alla nostra pretesa onnipotenza di uomini
moderni capaci di dominare tante forze della natura e di conoscere la complessità del DNA
fino a poterlo ri-sintetizzare.Ci sarebbe da citare buona parte delle parole di T. per rendersi conto di ciò che egli
intende per ristoro, ma credo che i pochi esempi che ho fatto siano sufficienti per capire
l'importanza e la necessità di guardare, per quanto possibile, ogni tanto, con un occhio
rinnovato, le cose semplici e fondamentali della nostra condizione umana e della nostra
vita: un buon pasto, la luce, i mezzi di locomozione di cui oggi abbiamo una scelta
impensabile appena un secolo fa, ma anche la nascita, la morte, il dolore che tendiamo a
considerare in modo sempre più ostile e altrettanti affronti alla nostra indipendenza eautonomia. Anche la gioia e il piacere, banalizzati, e vissuti in modo sempre più
frammentato ed estemporaneo, se visti e assunti in noi sotto una luce diversa, con
gratitudine verso il mondo che ci precede e se inseriti stabilmente nella rete di relazioni di
cui la vita è composta, vengono apprezzati e valorizzati conferendo alla nostra realtà
personale nuova linfa e nuovo slancio. Questo ristoro non viene solo dalle fiabe, ma T.
afferma: “È stato nelle fiabe che, per la prima volta, ho scoperto la potenza delle parole e la
20 J.R.R. TOLKIEN., Albero e foglia, Rusconi Libri S.p.A., Milano 1989, pp. 78-79.21 È esattamente il caso degli Elfi del mondo fantastico creato da T..
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meraviglia delle cose come la pietra, il legno, il ferro, la casa e il fuoco, il pane e il vino” 22.
L'evasione e il suo corrispettivo, la consolazione, è ritenuta da T. una delle funzioni 23
principali delle fiabe. Come per il significato di Fairy Stories e per l'attribuzione ai bambinidi essere destinatari esclusivi delle fiabe, anche per l'evasione T. si getta in un attacco
all'uso ordinario che viene fatto del vocabolo. Di una chiarezza cristallina è l'espressione:
Usando Evasione in questo senso, i critici hanno scelto la parola sbagliata e, ciò che più importa,confondono, non sempre in buona fede, l'Evasione del Prigioniero con la Fuga del Disertore. [...]Appiccicano l'etichetta del vilipendio, non soltanto alla Diserzione, ma anche alla vera e propriaEvasione e a quelli che sono spesso i suoi compagni, Disgusto, Rabbia, Repulsione e Rivolta24.
Non va sottovalutato, anche in questo caso (come per le considerazioni sull'uso della
fantasia allo scopo di esercitare potere sulle menti e sui cuori altrui), il duplice effetto dellacontestazione, pur giusta, nei confronti di certi aspetti del mondo moderno. T. si riferiva in
particolare alla società delle macchine e dei drammi, per non dire disastri, ecologici che la
modernità ha prodotto sulla Terra e che, ai tempi del saggio (1938-39), erano ancora poco
conosciuti e addirittura ammirati25. Non è un grande sforzo estendere la negatività di
questa realtà delle macchine e delle fabbriche che sono capaci anche di imprigionare e
danneggiare gravemente l'uomo e il suo ambiente, all'attuale situazione del mondo
industrializzato, 'interconnesso', globalizzato, fluido quanto a qualsiasi valore, frammentato
in mille rivoli di fugaci esperienze, disorientato dalle infinite luci del consumismo che
tocca la stessa dimensione spirituale dell'uomo. Ben venga dunque la possibilità, che anche
i racconti fantastici offrono, di evadere dall'eccessiva invadenza della realtà primaria così
come l'uomo l'ha spesso peggiorata; tuttavia esiste anche il rischio che il rifiuto di questo
eccesso di pressione del mondo contemporaneo sull'uomo, non trovando sufficiente ristoro
in mondi secondari opportunamente modellati e vissuti secondo un criterio di equilibrio e
di complicità ragionevole, sia sfruttato da chi è a conoscenza dei meccanismi che rendono
questi mondi secondari attraenti e ristoranti, per costruire nuove forme di oppressione
psicologica, sociale e spirituale che vanno a sostituirsi alla realtà primaria divenendo nuove
e più terribili forme di oppressione e invadenza rispetto allo stesso mondo contemporaneo.
A proposito della consolazione si può aggiungere una funzione della fantasia, che22 J.R.R. TOLKIEN., Albero e foglia, Rusconi Libri S.p.A., Milano 1989, p. 81.23 Per semplificare ho parlato di attributi o fattori della fantasia, ma ristoro, evasione e consolazione
potrebbero essere meglio definite come funzioni ed effetti delle fiabe (quando ben riuscite).24 J.R.R. TOLKIEN., Albero e foglia, Rusconi Libri S.p.A., Milano 1989, p. 82.25 Per lo meno nei casi meno gravi dell'inquinamento acustico, del traffico e della esponenziale crescita
delle periferie brutalmente industrializzate e delle vie di trasporto. Ma anche nei casi di cui oggi siamoancora più amaramente a conoscenza della corsa agli armamenti, della costruzione di armi sempre piùdistruttive, pericolose e numerose.
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finora ho solo sfiorato, quella della soddisfazione di antichi desideri umani. Il desiderio di
conversare con altri esseri viventi, l'aspirazione a volare senza rumore come uccelli 26, il
poter conoscere e conversare con altre creature intelligenti e spirituali, il poter tornare a parlare con parenti e amici defunti, la conoscenza del futuro o di cose passate, e
soprattutto: “il più antico e profondo desiderio, la Grande Evasione: l'Evasione dalla
Morte”27.
Anche l'evasione dalla Morte è un potente fattore che può essere distorto una volta
che si è creato un mondo secondario e lo si intende usare per esercitare potere sulle menti e
sul cuore degli uomini nel mondo primario, le promesse di vita immortale o lunghissima si
sprecano tra coloro che intendono sfruttare mondi di fantasia ben costruiti per fini di potere.
1.4 Eucatastrofe
Non va trascurato, per ultimo, un desiderio che secondo T. è costitutivo dell'essenza
delle fiabe:
Ben più importante è la Consolazione del Lieto Fine, al punto che quasi mi azzarderei adaffermare che tutte le fiabe completamente tali dovrebbero averlo. [...] E, poiché a quanto pare nondisponiamo di una parola che possa esprimere tale opposto, lo chiamerò eucatastrofe. Il raccontoeucatastrofico è la vera forma di fiaba e ne costituisce la suprema funzione28.
Dirà ancora che l'eucatastrofe:
è una grazia improvvisa e miracolosa; non c'è da far conto che possa ripresentarsi”, Questo nonsmentisce la discatastrofe, del dolore e del fallimento: la loro possibilità è anzi necessaria alla gioia dellasalvazione; smentisce però, nonostante le molte apparenze del contrario, l'universale sconfitta finale, e pertanto è evangelium, in quanto permette una fugace visione della Gioia, Gioia al di là delle mura delmondo, acuta come un dolore29.
Anche per questo attributo della fiaba, che pare sia fondamentale nella visione di T.,
esiste il duplice effetto, lo vedremo nel capitolo successivo; per ora anticipo che la
speranza molto spesso è un'altra chiave con cui è possibile penetrare le difese delle persone
che cercano aiuto nelle difficoltà e la promessa del lieto fine è capace di dare un senso
anche alle vite più disperate. Il problema è come viene proposta e come viene considerata
questa speranza.
26 Questi due esempi sono fatti da T. stesso, come quello mostrato dalla citazione sulla morte che segue poche righe più avanti.
27 J.R.R. TOLKIEN., Albero e foglia, Rusconi Libri S.p.A., Milano 1989, p. 90.28 J.R.R. TOLKIEN., Albero e foglia, Rusconi Libri S.p.A., Milano 1989, p. 91.29 J.R.R. TOLKIEN., Albero e foglia, Rusconi Libri S.p.A., Milano 1989, p. 92.
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2. LA SOVRAPPOSIZIONE INDEBITA 30
Ora intendo scorrere con ordine la serie di fattori, attributi e funzioni della fantasiache ha trattato T. per coglierne il lato, per così dire oscuro. Preavviso che non tratterò della
sfera psichica dei capi e dei fondatori, sebbene ci sia molto da dire sui loro profili
psicologici e psichiatrici, di norma segnati da varie forme di infermità e di squilibri di
personalità, pur essendo, costoro, non di rado dotati di qualche forma di intelligenza o di
carisma sopra la norma. I profili psicologici e psichici dei fondatori e dei capi
appartengono più propriamente, in campo spirituale, a tutto quell'insieme di intrecci tra
sfera psicologica e spirituale che oggi costituisce un campo nuovo e molto fruttuoso della
teologia spirituale e della psicologia, ma che richiederebbe molto più spazio e un taglio
nettamente diverso da quello del presente lavoro.
2.1 Aspirazione alla soddisfazione artistica e aspirazione al
potere
Posto che una narrazione fantastica sia ben riuscita, vi sono due tipi di intenzioni con
cui può essere distribuita e partecipata agli altri uomini: desiderio e scopo artistico 31,
aspirazione al dominio di cose e volontà.
L'intenzione di qualsiasi attività umana, se il desiderio di (sub-)creare dell'uomo è
dovuto alla sua somiglianza voluta da Dio creatore, dovrebbe rispondere ad una seconda
esigenza di cui questa immagine e somiglianza con Dio è portatrice: il dono disinteressato
di quanto prodotto. Come Dio ha donato la creazione a se stessa e all'uomo, così l'uomo
dovrebbe donare ciò che inventa, costruisce e compie, all'altro da sé, o inventare, costruire
e compiere azioni che siano di aiuto e al servizio della libertà e della liberazione dell'uomo. Nella prospettiva dell'esercizio del potere, invece, i talenti o carismi umani di
carattere spirituale, psicologico e anche artistico, finiscono per diventare strumenti potenti
come le armi o come le coercizioni dittatoriali e fortemente legalistiche.
30 Ho tratto questo titolo dalle parole di T. a pagina 73 del saggio Sulle Fiabe, perché mi pare siasufficientemente esplicativo di cosa intendo per sovrapposizione indebita tra mondo primario e mondosecondario.
31 Non ho citato lo scopo economico che tra l'altro è alla base dell'estesissima produzione letteraria
(fumettistica e cinematografica) fantasy; ma l'obiettivo economico si può comunque sempre associare, asua volta, all'intenzione artistica legittimamente remunerata o a quella dell'esercizio del potere a scopoanche di arricchimento.
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2.2 Il 'Meraviglioso' distorto
Sulla meraviglia, sullo stupore, si possono fare due considerazioni, legate al motivocon cui vengono ricercati. Il mondo, sappiamo, non è tutto rose e fiori, amore, novità,
piacere; c'è la banalità o routine, la paura del dolore o della sofferenza, l'odio verso il
prossimo o se stessi (che in qualche modo è l'altra faccia dell'odio verso il prossimo). Il
meraviglioso, non è, poi, necessariamente bello, può essere grandioso anche in senso più
negativo, un grande potere, una grande forza, qualcosa che si mostra di gran lunga
superiore alla realtà che ci circonda; può anche essere un castello in cui vive un essere
spaventoso, un vampiro o un mostro terribile, o un lago maledetto che assorbe le energie
vitali o incita all'odio chi gli si avvicina.
Le espressioni del meraviglioso possono essere desiderate da chi vuole provare pace,
novità, la stessa grandiosità di alcune manifestazioni del mondo reale in contesti nuovi, ad
esempio un monte altissimo con un castello favoloso, o un piccolo mondo fresco (o tiepido
se si preferisce) e rilassante, o un immenso vulcano pieno del potere dalla natura da cui
trarre forza e coraggio prodigiosi; oppure questa ricerca è guidata da chi anela ad
accrescere la propria natura umana al di là della scialba e ordinaria normalità quotidiana.
Ma il meraviglioso può essere ricercato come una forma di rivincita contro qualcuno che si
odia, contro la vita considerata nemica dell'uomo, per veder trionfare i più cattivi in una
sorta di anarchico 'muoia Sansone e tutti i Filistei' o anche solo per odio verso una vita
considerata egocentricamente, banale e nemica delle 'potenzialità intrinseche'
dell'individuo.
Il meraviglioso può essere buono o malvagio32. Nell'ottica di T. l'orrido (e talora il
bello pericoloso) maestoso, incombente sulla povera vita dei semplici o degli onesti, il
brutto, che minaccia con (credibile) possanza i coraggiosi e i buoni, va sconfitto per salvare
chi lo merita33. Invece a causa delle motivazioni negative per cui si cerca il meraviglioso
che ho esposto sopra, è sempre possibile proporre da parte del creatore di mondi secondari,
un male grandioso, potente, invincibile o equiparato a Dio, che può e deve vincere, e
32 Nei racconti fantastici c'è una tendenza alla polarizzazione buono/malvagio, anche se la rigidaseparazione tra i due poli non è una necessità assoluta, quantunque, nelle narrazioni ben riuscite esistanovalori che ne permettono il discernimento. In ogni modo sia buono che cattivo non mancano mai neiracconti fantastici che altrimenti perderebbero la loro natura profonda.
33 In tutta una serie, soprattutto di film degli ultimi trent'anni c'è anche l'essere o uomo straordinario brutto/ex cattivo e odiato dalla comunità (di solito ingiustamente, o giustamente per qualcosa di cattivocompiuto nel passato, che in qualche modo verrà redento, però) che collabora alla vittoria del bene.
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ovviamente per questo si rifà a contro-valori della sottomissione dell'altro, allo
sfruttamento dei deboli, alla morte dei 'buoni' coraggiosi o no, che si oppongono al male.
È evidente una asimmetria assiologica tra le due posizioni. La posizione positiva incui c'è un bene, almeno in parte, onesto con se stesso, rispettoso dei più deboli e dei
semplici, desideroso del bene altrui, anche dal solo punto di vista letterario ha una funzione
positiva. La posizione negativa, in cui il bene è fondamentalmente egoistico e auto-
centrato, letterariamente tende ad essere deleterio, anche se talvolta viene propagandato
come immagine di quello che potrebbe accadere nel caso in cui il male trionfasse o come
immagine di qualcosa causato da fattori esterni alla volontà dell'uomo. Non può essere che
peggio quando proprio il male all'altro (e se vogliamo a se stessi) è collocato come punto diriferimento.
Il problema grave è, appunto, quando questo meraviglioso negativo inventato viene
collocato con malizia e delirio di onnipotenza nel mondo primario; è il caso delle sette
sataniche. Partendo dal gusto per l'orrido smisurato, potente, di cui sono la massima
simbolizzazione i demòni34 si promette agli adepti forza, energia, salute, potere sugli altri e,
alle menti più distorte (forse sarebbe meglio dire: più ferite), l'autodistruzione personale
che distrugge il mondo circostante. Se questo meraviglioso è creato e proposto con grande
maestria e se è indirizzato alle persone giuste e sufficientemente ferite o acritiche, diviene
certamente un fattore importante di reclutamento e di isolamento distruttivo di adepti.
Credo che la semplice comunicazione della distinzione della realtà secondaria da
quella primaria, sottolineando la stupidità di una tale confusione e sovrapposizione possa
bastare per le persone meno squilibrate e ferite, purtroppo se alla base vi è una malattia
spirituale o una forte debolezza psicologica o una storia difficile o anche una scala
valoriale relativista o, peggio, capovolta, sono necessari interventi e iniziative che toccano
le persone in profondità.
2.3 Coerenza interna e Credenza Secondaria come armi
psicologiche
Sarebbe necessario riportare per intero il brano che ho già citato a pagina 2, tratto34 Ma si può associare ad essi tutta la miriade di mostri delle antiche mitologie, dei bestiari medioevali, o di
quelli inventati dalla penna qualitativamente prolifica di Lovecraft (erede del romanzo gotico fantastico
dell'ottocento, tra l'altro contemporaneo di T.), autore di una serie di racconti horror, chiamati ciclo diCthulu, in cui i vengono trattati numerosi argomenti relativi a licantropi, antichi e potenti demòni, ghoulsecc. ; anche se siamo ancora, per quanto mi consta, nel campo della pura narrazione di fantasia.
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dalla pagina 76 del saggio Sulle Fiabe; non posso che limitarmi a rimandare a tale
citazione ed esaminare i passi più importanti.
T. dice che la fantasia è pericolosa, può essere deforme e/o se ne può fare cattivo uso.Per quanto riguarda il pericolo della deformità, credo che possa bastare quanto ho scritto
sul meraviglioso quando è celebrazione dell'abbruttimento e della ribellione distruttiva e
autodistruttiva ad una errata percezione del mondo, del prossimo e, si può aggiungere, di
Dio. Il cattivo uso della fantasia ha una storia millenaria, a partire dalle mitologie pagane e
da certe religioni animistiche fino ad arrivare, sostiene T. alle stesse ideologie moderne che
non di rado si sono mascherate di una pretesa ed illusoria scientificità. Come non collocare
tra i cattivi usi della fantasia molte delle spiritualità discutibili, pseudoscientifiche e pericolosamente indottrinanti di tante sette? T. osserva che la fantasia mal-impiegata ha
richiesto anche sacrifici umani, da quelli di certe religioni pagane a quelli delle ideologie
totalitarie, ma anche economiche. Una persona indottrinata e rinchiusa in una gabbia di
invenzioni spesso molto ben architettate e coerenti tra loro, non rischia di essere sacrificata
a menzogne che ne possono segnare la vita e lo spirito in modo esiziale? Per non parlare,
ovviamente dei veri e propri sacrifici o suicidi di massa e individuali, che non mancano
certo neppure nel XXI secolo.
Per questi casi è molto giusta l'osservazione di un esperto che ha lavorato per lungo
tempo a contatto con persone influenzate pesantemente da idee religiose settarie ed
intransigenti: chi vuole aiutare queste persone deve, per prima cosa, approfondire molto
bene il credo religioso in questione, sarà così più facile individuare le incoerenze che, pur
esistendo, nelle dottrine meglio architettate sono di difficile individuazione. La critica
esterna, in questi casi, intellettualmente sarebbe vincente perché capace di cogliere bene le
incongruenze tra il fatto immaginato, l'idea filosofica o religiosa e il mondo primario,
tuttavia non può funzionare bene a causa del coinvolgimento affettivo e psicologico della
persona circuita, coinvolgimento che blocca lo spirito critico della ragione.
Nei confronti di certi fondatori di sette e del loro proselitismo battagliero non è una
errata procedura di intervento rendere noto all'opinione pubblica che la sospensione della
credenza secondaria o la sospensione della ordinaria diffidenza verso il non direttamente
percepibile della realtà, se può essere piacevole e quasi estatica nel rapporto uomo-arte, va
evitata quando qualcuno cerca di usarla per convincerci di cose false e tendenziose relative
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alla realtà. T. distinguendo Magia da Arte35, dice: “La Magia produce o finge di produrre,
un'alterazione del mondo primario. [...] Non è un'arte, ma una tecnica; aspira al potere in
questo mondo, al dominio di cose e volontà”36.
2.4 Le false promesse di ristoro, evasione, consolazione
Dall'esperienza dell'opacità della vita quotidiana nessun uomo è esente. Prima o poi
chiunque ha dei momenti di stanchezza e di ignavia spirituale, tanto più questo accade oggi
con un mondo che gira a ritmo frenetico, che riempie di stimoli di tutti i generi i cittadini
del mondo, in special modo, quelli del mondo più avanzato tecnologicamente e
culturalmente, che rende necessario il superfluo e fa credere che il necessario sia superfluo
o inutile. Allora il desiderio di ristoro, di 'restauro' dello spirito e di evasione e
consolazione si fanno più forti. Purtroppo, proprio questa realtà che tende a mercificare
tutto, che propone stimoli sempre più sofisticati e variegati, si arroga anche il diritto di
essere l'unica fonte anche per il ristoro e l'evasione/consolazione di chi essa stessa ha
spinto alla banalità e alla prigionia spirituale. Quando dico 'questa realtà', ovviamente
intendo gli uomini che in questa realtà vivono; tra essi c'è chi moltiplica e vende le
proposte più disparate di revisione della concezione del mondo o dell'universo, di
improbabili auto-realizzazioni portatrici di novità ed energie insospettate presenti nel
profondo dell'uomo o in potenti fonti sovrumane. Talvolta, costoro hanno ben chiaro che
ciò che propongono è un ristoro assolutamente illusorio, quantunque credo che ci possa
essere anche chi, vedendo i risultati di questa sua illusione (e di altri che la condividono), o
per desiderio di riscossa nei confronti del mondo che lo ha ferito, finisce per crederci
veramente. Coloro, invece, che hanno ben chiara l'illusorietà del ristoro e la 'Fuga del
disertore' che propongono, sono in mala fede e hanno esattamente lo scopo di sottometteregli altri uomini alla propria vuota volontà di potenza o per lo meno di sfruttarli e rovinare
loro la vita per averne il massimo profitto economico possibile.
35 T., usando il suo metodo espositivo assimila l'Arte all'Incantesimo degli Elfi (una razza che, da lui re-inventata sulla base di materiale tradizionale delle leggende popolari o colte cui appartiene, non forza lanatura, ma la fa diventare più libera e bella, come fa l'Arte nel mondo primario), e distingue queste duecategorie dalla Magia e dalla Tecnica (più caratteristica del mondo primario) che sono contro la libertàdella natura perché vogliono piegare egoisticamente l'altro da sé alla volontà di chi le usa. T. in questomodo contrappone due coppie di categorie: Arte-Incantesimo e Tecnica-Magia, distinguendole per loscopo di fondo, nel primo caso il libero scambio e la reciproca soddisfazione e arricchimento di chi ne
usufruisce, nel secondo caso l'autoaffermazione e l'esercizio del potere e della costrizione di una partesull'altra.36 J.R.R. TOLKIEN., Albero e foglia, Rusconi Libri S.p.A., Milano 1989, p. 73.
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Le contromisure che possono aiutare ad evitare la trappola del ristoro illusorio e
dell'evasione che spesso è anche Fuga del disertore, possono ricercarsi nel proporre Ristori
ed Evasioni vere che non pretendono di modificare il mondo reale, ma intendono solooffrire momenti di rilassamento spirituale e psicologico rafforzando eventualmente anche i
valori umani del rispetto, del servizio all'altro, della 'libertà per', dell'amore. Nello stesso
tempo occorre mettere in guardia da facili ricette per risolvere i grandi e piccoli problemi
quotidiani o per rispondere alle domande profonde sul senso della vita.
È ovvio che, soprattutto per i grandi problemi esistenziali, il vero ristoro e la vera
evasione non possono risiedere solo in racconti fantastici ben fatti e positivi dal punto di
vista assiologico, ma, e questo T. non lo dimentica assolutamente, risiedono nell'impostarela vita secondo convinzioni e fedi, come quella cristiana, orientate alla crescita nella libertà
e nella responsabilità della persona, e alla valorizzazione delle relazioni con l'altro da sé
viste come fonte di ricchezza e di liberazione per sé e per l'altro. Inoltre il cristianesimo ha
un ulteriore grandissimo pregio: quando è vissuto pienamente valorizza i limiti dell'uomo e
lo aiuta a convivervi e a trarne persino beneficio come dice S. Paolo: “Ed egli mi ha detto:
«Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza». Mi
vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di
Cristo”37. Per quanto concerne la consolazione in specifico (o evasione dai limiti umani), è
appunto questa teologia e antropologia del limite a rivelarsi vincente in chi segue Cristo.
Le malattie, il fatto che non ci possiamo fare da soli e che dipendiamo dalla nostra storia,
dai nostri genitori, dalla nostra fisiologia e dalla società in cui viviamo, il fatto che la morte
è l'immancabile e definitiva fine della vita, nella fede possono essere accettati e si possono
incorporare in una visione 'cristica' totale, piena e positiva della propria e altrui persona e
natura. Tutto, o in parte, questo spettro di limiti esistenziali è invece spesso indicato, da chi
inganna il prossimo per esercitare potere su di esso, come qualcosa da gradualmente
ridurre ed infine da cancellare mediante le energie, le forze, le illuminazioni che vengono
contrabbandate come la soluzione definitiva alle difficoltà della vita e della morte. Anche
un sano spirito scientifico e critico può aiutare molto per evitare di cadere in certe trappole;
in questo senso il positivismo che la scienza mette alla base della visione del mondo,
quando non travalica i confini sperimentali e il suo ambito di analisi della realtà, è
senz'altro opportuno; servizi come quello svolto, ad esempio, dal CICAP (Comitato
37 2 Cor 12,9.
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Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale)38 sono certamente ammirevoli
e necessari per aiutare le persone a rischio di inganni e falsificazioni della realtà.
2.5 L'Eucatastrofe come abuso e sfruttamento della speranza
umana
In T. l'Eucatastrofe è l'elemento più essenziale per la fiaba, il lieto fine, secondo lui,
attinge alla realtà primaria.
I Vangeli contengono una favola o meglio una vicenda di un genere più ampio che include l'interaessenza delle fiabe. I Vangeli contengono molte meraviglie, di un'artisticità particolare39, belle ecommoventi: «mitiche» nel loro significato perfetto, in sé conchiuso: e tra le meraviglie c'è l'eucatastrofe
massima e più completa che si possa concepire. Solo che questa vicenda ha penetrato di sé la storia e ilmondo primario; il desiderio e l'anelito alla subcreazione sono stati elevati al compimento dellaCreazione. La nascita del Cristo è l'eucatastrofe della storia dell'Uomo; la Resurrezione, l'eucatastrofedella storia dell'Incarnazione. Questa vicenda si inizia e si conclude in gioia, e mostra in manierainequivocabile la «intima consistenza della realtà». Non c'è racconto mai narrato che gli uomini possanotrovare più vero di questo, e nessun racconto che tanti scettici abbiano accettato come vero per i suoi propri meriti. Ché l'Arte di esso ha il tono, supremamente convincente, dell'Arte Primaria, vale a diredella Creazione. E rifiutarla porta o alla tristezza o all'iracondia.40
Il Vangelo non ha abrogato le leggende; le ha santificate, e ciò vale soprattutto per il «lieto fine».Il cristiano deve ancora operare, con la mente come con il corpo, soffrire, sperare, morire; ma ora puòrendersi conto che tutte le sue inclinazioni e facoltà hanno uno scopo, il quale può essere redento.41
Sembrerebbe che l'attributo eucatastrofe delle fiabe debba essere privo di contro-
indicazioni per T.; tanto più che è una caratteristica anche dell'annuncio cristiano. Forse, T.,
parla soltanto bene del lieto fine perché siamo alla fine del saggio o forse perchè stava
difendendo i racconti fantastici e non accusando chi li usa come falsificazione del mondo
primario.
In effetti neppure il lieto fine è esente da mistificazioni e utilizzi distorti per penetrare
le difese delle persone che cercano aiuto nelle difficoltà o che cercano disperatamente un
significato per la loro vita. Se si legge bene il secondo brano citato traspare qualche
indicazione in questo senso. “Il cristiano deve ancora operare, con la mente come con il
corpo, soffrire, sperare, morire” e “tutte le sue inclinazioni e facoltà hanno uno scopo, il
quale può essere redento”. Il lieto fine non è la sicurezza che tutto finirà bene che induce
38 Queste sono le parole che presentano il sito internet del CICAP, http://www.cicap.org/new/index.php: “IlCICAP è un'organizzazione educativa e senza finalità di lucro, fondata nel 1989 per promuovereun'indagine scientifica e critica sul paranormale. Fa parte dell'European Council of SkepticalOrganizations”.
39 In questo punto T. mette una nota: “Qui l'arte è nella vicenda stessa più che nello svolgimento narrativo, e
ciò perché l'Autore della vicenda non era l'evangelista”.40 J.R.R. TOLKIEN., Albero e foglia, Rusconi Libri S.p.A., Milano 1989, pp. 95-96.41 J.R.R. TOLKIEN., Albero e foglia, Rusconi Libri S.p.A., Milano 1989, p. 97.
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all'ignavia, né è un'utopia che è alla nostra portata qui ed ora e che qualcuno può darci
senza che noi ci assumiamo le nostre responsabilità, non è neppure la perfezione della vita
che ci è attribuita da qualche entità superiore o guru fidato e potente; il lieto fine è laconclusione di una lotta svolta nella libertà dei figli di Dio, faticosa, consapevole, con le
sue contraddizioni, con ritorni sui propri passi, con il confronto aperto e libero con ogni
altro uomo, con le scelte difficili e l'attivo discernimento di situazioni e azioni. I doni e i
limiti di ognuno sono inoltre a disposizione per essere indirizzati verso uno scopo; potremo
sbagliare obiettivo, anzi, certamente ci capiterà di fare errori anche sull'indirizzo da dare
alla nostra vita; tuttavia sarà sempre possibile rivedere la nostra posizione e, alla luce di
una scala di valori in cui al primo posto vi sia il rispetto di se stessi e dell'altro, della propria e altrui libertà e al secondo posto l'apertura alla realtà come ci si presenta senza
rifiuti preconcetti o senza abbandoni totali fuori luogo ad essa; potremo giocarci la vita con
massima responsabilità e dominio di sé. Un lieto fine dunque, che non può, né deve,
accecare il cammino di ogni giorno nella libertà, nella responsabilità e in relazione con gli
altri e con il mondo.
Le eucatastrofi promesse nel concreto ed attuale mondo primario, al contrario,
tendono ad indebolire la volontà e la responsabilità o a orientarle verso occupazioni e
relazioni esclusive ed escludenti dal contatto col mondo. Un indirizzamento delle forze e
delle energie della persona verso utopie irrealizzabili fatte passare per le uniche cose che
danno senso alla vita, affatica profondamente lo spirito, provoca scompensi psicologici o
psichici e relazionali; anche se si riesce ad uscirne rimangono sensi di colpa che si
assommano all'indebolimento generale della persona spossata da tanto dispendio di energie
spirituali riconosciuto ormai totalmente inutile.
CONCLUSIONE
Mi auguro di aver offerto un contributo utile e facilmente applicabile al
discernimento delle distorsioni che può provocare l'abuso della fantasia e delle sue funzioni
quando viene orientato a sottomettere le volontà altrui al potere di una idea o di qualche
maestro spirituale interessato ad affermare il proprio predominio sulle altre persone.
Ho volutamente escluso ogni riferimento esplicito a sette, religioni, idee filosofiche o
ideologie, sia per non prolungare ulteriormente la già eccessiva estensione del presentelavoro, sia perché ho inteso proporre un'analisi della tematica a livello generale che fosse
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applicabile il più liberamente possibile ai casi concreti.
Ho prolungato, forse più del dovuto, la parte relativa agli attributi (funzioni,
caratteristiche) della fantasia come li ha presentati T.; ma l'ho fatto, da una parte per mostrare il meglio possibile la sua posizione, tra l'altro chiaramente intrisa dei valori e
della fede cattolici, dall'altra per salvaguardare gli aspetti positivi della Fantasia, tutt'altro
che trascurabili specialmente nel mondo d'oggi che in più parti ho descritto nei suoi aspetti
meno piacevoli e favorevoli all'uomo. Può darsi che il mio modo di tratteggiare il mondo
contemporaneo sia sembrato eccessivamente pessimistico, al limite del catastrofico; ho
intenzionalmente messo in evidenza gli aspetti meno positivi perché credo che siano da
collocare tra i fattori maggiormente responsabili del disorientamento e della debolezzaspirituale e psicologica all'origine della grande diffusione nel mondo di sette di ogni genere
e delle innumerevoli spiritualità fai da te.
Come ho osservato all'inizio della conclusione, il mio scopo è stato di offrire un
contributo alla difesa della libertà spirituale profonda della persona di fronte ai tentativi,
numerosissimi oggi, di contrabbandare delle creazioni di pura fantasia, per quanto
presentate molto bene, attraenti, in sé particolarmente coerenti, come realtà vere esistenti e
concretamente visitabili e vivibili dall'uomo. La difesa da queste incursioni dannose nel
pensiero e nell'affettività non è trascurata dalla Chiesa, da non pochi autori e
organizzazioni presenti in Italia e nel mondo. Esistono ottimi compendi in cui si elencano
tutti i fattori principali che rendono possibile il raggiro psicologico, affettivo e pseudo
scientifico di sette e di quelli che si potrebbero anche chiamare '(ab-)battitori liberi dello
spirito'. Manca forse la circolazione costante e pianificata di informazioni su questi fattori
negativi, che se fossero conosciuti si potrebbero più facilmente evitare. E, a quanto si dice
tra gli addetti ai lavori, manca un serio impegno dei Pastori e delle comunità cattoliche
nella comunicazione dei rischi cui può andare incontro ben più di un fedele di fronte a
proselitismi accaniti spesso proprio verso i cattolici, reputati, a quanto sembra, facili prede.
Per le ragioni che ho già citato, il pericolo tocca in effetti tutta la società, anche gli atei e
gli agnostici, come pure chi per ragioni personali, non sempre poco motivate, rifiuta la
Chiesa come istituzione.
Il mio contributo si è limitato a proporre un punto di vista forse insolito, che però,
data l'enorme diffusione della letteratura e cinematografia Fantasy, Gotica, Horror ,
Fantascientifica, costituente un sottofondo socio-culturale e psicologico che pervade la
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mentalità contemporanea, ha l'obbiettivo di separare il meglio possibile le creazioni di
fantasia dalla realtà primaria salvaguardando, allo stesso tempo, gli aspetti positivi dei
mondi secondari.Come ultima considerazione, vorrei mettere in rilievo che esiste una varietà
sterminata di concezioni e idee religiose, filosofiche e spirituali, ed è sbagliato sostenere
che siano tutte o in gran parte altrettanti pericoli esiziali per la persona umana, guai se la
pluralità delle visioni del mondo fosse impoverita da costrizioni o accuse fuori luogo. È
pericoloso invece ciò che isola l'uomo dalle sue relazioni libere con se stesso, con il mondo
e con gli altri uomini, che favorisce il dominio sulla volontà altrui, che spinge gli uomini
all'autodistruzione e alla distruzione del mondo o del prossimo in nome di qualsiasi idea outopia o ideologia; da questo punto di vista tutti i fondamentalismi sono un percolo per la
vita di chi vi aderisce e per la libertà di tutti gli altri.
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BIBLIOGRAFIA
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PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA CULTURA, Sfide della secolarizzazione in
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L'atteggiamento della Chiesa di fronte ai seguaci di altre religioni, Città del Vaticano
1984.
POUPARD P. CARDENAL – CONSEJO PONTIFICIO DE LA CULTURA, ¿Dónde
está tu Dios?, EDICEP C.B., Valencia 2005.
TOLKIEN J.R.R., Albero e foglia, Rusconi Libri S.p.A., Milano 1989.
VERNETTE J., Il XXI secolo o sarà mistico o non sarà, Edizioni OCD, Roma
Morena 2005.
8/3/2019 MONDO PRIMARIO E MONDO SECONDARIO: SOVRAPPOSIZIONI E SEPARAZIONI IL SAGGIO SULLE FIABE DI J.R.R. TOLKI…
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Indice generale
INTRODUZIONE .................................................................................................................2Concetti di Mondo Primario e Secondario........................................................................2J.R.R. Tolkien, i mondi secondari e il Racconto Fantastico..............................................2Sovrapposizione indebita tra i mondi................................................................................4
1.GLI ATTRIBUTI DELLA FANTASIA...............................................................................51.1 Il Meraviglioso...........................................................................................................51.2 La coerenza interna.....................................................................................................61.3 Ristoro, Evasione, Consolazione................................................................................71.4 Eucatastrofe..............................................................................................................10
2.LA SOVRAPPOSIZIONE INDEBITA ............................................................................112.1 Aspirazione alla soddisfazione artistica e aspirazione al potere ..............................112.2 Il 'Meraviglioso' distorto...........................................................................................122.3 Coerenza interna e Credenza Secondaria come armi psicologiche..........................132.4 Le false promesse di ristoro, evasione, consolazione...............................................152.5 L'Eucatastrofe come abuso e sfruttamento della speranza umana............................17
CONCLUSIONE..................................................................................................................18BIBLIOGRAFIA..................................................................................................................21