Mondino de' Liuzzidownload.kataweb.it/mediaweb/pdf/espresso/scienze/1983... · 2011-09-16 · Noto...

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Mondino de' Liuzzi Noto soprattutto come autore del primo trattato di anatomia, ebbe il merito di rinnovare la scienza medica medioevale introducendo nell'aula universitaria la dissezione a scopo didattico e di ricerca di Pier-Luigi Lollini e Laura Pelagatti Prese a mangiare de' petonciani e in capo a nove dì venne dinanzi al maestro, e dis- se: "Maestro, il cotale capitolo che legge- ste non è vero, però ch'io l'hoe provato e non sono matto". E pure alzasi e mostrolli il culo. "Scrivete", disse il Maestro "che tutto questo è del petonciano e provato è; e facciasene una nuova chiosa."». L'anatomia e la fisiologia medioevali si pongono in una posizione storicamente diversa da quella di scienze come la mate- matica e l'astronomia, o anche di altre di- scipline mediche come l'igiene. Mentre queste ultime avevano grandemente bene- ficiato dei contributi e delle acquisizioni del sapere islamico, le prime erano state approfondite dagli studiosi arabi soprat- tutto nei loro aspetti filosofico-teoretici, contribuendo così in parte all'irrigidimen- to di quel corpus di idee di derivazione classica sulla fisiologia del vivente nel- l'ambito del quale il medico medioevale leggeva, interpretava, a volte stravolgeva, l'anatomia del corpo umano. Il sapere ana- tomico del Medioevo, come anche quello di molte altre scienze dell'epoca, ha una duplice origine: da una parte le conoscenze acquisite sul campo e tramandate dai me- dici vulnerum, cioè dai chirurghi, dall'altra la tradizione dotta e accademica, i medici physici. Nell'insieme si ha una buona co- noscenza dell'anatomia macroscopica, normale e patologica: l'esistenza di tutti i principali organi e sistemi è nota, soprat- tutto a livello della topografia periferica, mentre l'interpretazione della funzione è affidata quasi esclusivamente alla lettera dei testi della antichità classica, più o meno mediati dalla interpretazione araba. S ipuò schematicamente compendiare una vasta parte delle teorie anato- mico-fisiologiche maturate nel mondo greco e latino, e pervenute al Medioevo, analizzando la grande sintesi tentata da Galeno nel II secolo d.C. La fisiologia del medico di Pergamo era basata, oltre che su una vasta mole di dati, anche spe- rimentali, ottenuti personalmente me- diante la dissezione di varie specie ani- mali, sulle idee e i risultati di Ippocrate (V secolo a.C.) e della sua scuola, sulle conoscenze anatomiche maturate dai medici alessandrini fra il IV e il III secolo a. C., sulle concezioni biologiche e filoso- fiche di Aristotele. La natura del corpo umano viene spie- gata da Galeno sulla base della dottrina dei quattro umori (flegma, bile gialla, bile nera, sangue), di origine ippocratica, e di quella aristotelica dei tre spiriti (ve- getativo, sensitivo, razionale). Il fegato, sede della vita vegetativa, ri- ceve il chilo (alimenti digeriti) tramite la vena porta, e lo trasforma in sangue veno- so, che viene trasportato in tutti i distretti dell'organismo, per nutrirli, e nella parte destra del cuore, visto come sede dell'ani- ma sensitiva e della funzione respiratoria. Dal ventricolo destro il sangue passa al sinistro (tramite presunti pori del setto in- terventricolare) e qui si arricchisce e si tra- sforma, per opera del pneuma, spirito vitale cosmico contenuto nell'aria, in sangue arte- rioso. L'arteria polmonare serve, in questa Questa statua lignea seicentesca di Mondino de' Liuzzi, opera di Domenico Silvestro Giannotti, è collocata nel Teatro anatomico dell'Archiginnasio di Bologna, costruito tra il 1637 e il 1649. Essa fa parte di un gruppo di dodici statue che raffigurano a grandezza naturale i medici e gli anatomisti più famosi; tra le altre si ricordano quelle di Ippocrate, Galeno, Varolio, Aranzio, Malpighi. m ondino de' Liuzzi è conosciuto *nella storia della medicina co- me autore, nel 1316, del primo trattato di anatomia umana. Il suo testo sostituì quasi subito nelle università italia- ne ed europee le letture precedenti, tanto che ancora nel 1497 gli Statuti dell'Uni- versità di Tiibingen ne prescrivevano l'u- so. Solo il XVI secolo con Vesalio e la nuova scuola anatomica italiana ne rende- rà evidenti i limiti e le inesattezze abban- donandone l'impiego. Nell'Anatomia di Mondino appare evidente che lo studio teorico dell'anatomia è stato ormai ricol- legato alla pratica della dissezione del ca- davere umano dopo più di 1500 anni, cioè dai tempi della Scuola di Alessandria. La medicina trecentesca è una scienza che sta lentamente terminando il recupe- ro e l'esegesi minuziosa delle proprie ra- dici classiche prima di potersi avviare ver- so nuove acquisizioni autonome. Può es- sere al riguardo significativo rileggere un racconto del Novellino, raccolta di narra- zioni popolari del Duecento, ricordato anche nella Storia della medicina di Vin- cenzo Busacchi e Raffaele Bernabeo, a proposito di Taddeo Alderotti, «lettore» dello Studio bolognese, considerato il più grande medico del XIII secolo: «Maestro Taddeo leggendo a' suoi scolari in medi- cina, trovò che [chi] continuo mangiasse nove dì petonciano [melanzana] divereb- be matto. E pruovalo secondo la [medici- na] fisica. Un suo scolaro, udendo quel capitolo, propuosesi di volerlo provare. 116 117

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In questo brano dell'inventario dei beni lasciati in eredità da Mondinode' Liuzzi, che porta la data del 15 maggio 1326 ed è conservatopresso l'Archivio di Stato di Bologna (Archivio del Comune, Memo-

riale n. 156 dell'anno 1326, notaio Migliore di Matteo), sono citati inumerosi libri posseduti da Mondino e da lui lasciati in eredità ai fra-telli; sono menzionate tra l'altro opere di Galeno, Avicenna, Averroè.

Mondino de' LiuzziNoto soprattutto come autore del primo trattato di anatomia, ebbeil merito di rinnovare la scienza medica medioevale introducendonell'aula universitaria la dissezione a scopo didattico e di ricerca

di Pier-Luigi Lollini e Laura Pelagatti

Prese a mangiare de' petonciani e in capoa nove dì venne dinanzi al maestro, e dis-se: "Maestro, il cotale capitolo che legge-ste non è vero, però ch'io l'hoe provato enon sono matto". E pure alzasi e mostrolliil culo. "Scrivete", disse il Maestro "chetutto questo è del petonciano e provato è;e facciasene una nuova chiosa."».

L'anatomia e la fisiologia medioevali sipongono in una posizione storicamentediversa da quella di scienze come la mate-matica e l'astronomia, o anche di altre di-scipline mediche come l'igiene. Mentrequeste ultime avevano grandemente bene-ficiato dei contributi e delle acquisizionidel sapere islamico, le prime erano stateapprofondite dagli studiosi arabi soprat-tutto nei loro aspetti filosofico-teoretici,contribuendo così in parte all'irrigidimen-to di quel corpus di idee di derivazioneclassica sulla fisiologia del vivente nel-l'ambito del quale il medico medioevaleleggeva, interpretava, a volte stravolgeva,l'anatomia del corpo umano. Il sapere ana-tomico del Medioevo, come anche quellodi molte altre scienze dell'epoca, ha unaduplice origine: da una parte le conoscenzeacquisite sul campo e tramandate dai me-dici vulnerum, cioè dai chirurghi, dall'altrala tradizione dotta e accademica, i mediciphysici. Nell'insieme si ha una buona co-noscenza dell'anatomia macroscopica,normale e patologica: l'esistenza di tutti iprincipali organi e sistemi è nota, soprat-tutto a livello della topografia periferica,mentre l'interpretazione della funzione èaffidata quasi esclusivamente alla letteradei testi della antichità classica, più o menomediati dalla interpretazione araba.

Sipuò schematicamente compendiareuna vasta parte delle teorie anato-

mico-fisiologiche maturate nel mondogreco e latino, e pervenute al Medioevo,analizzando la grande sintesi tentata daGaleno nel II secolo d.C. La fisiologiadel medico di Pergamo era basata, oltreche su una vasta mole di dati, anche spe-rimentali, ottenuti personalmente me-diante la dissezione di varie specie ani-mali, sulle idee e i risultati di Ippocrate(V secolo a.C.) e della sua scuola, sulleconoscenze anatomiche maturate daimedici alessandrini fra il IV e il III secoloa. C., sulle concezioni biologiche e filoso-fiche di Aristotele.

La natura del corpo umano viene spie-gata da Galeno sulla base della dottrinadei quattro umori (flegma, bile gialla,bile nera, sangue), di origine ippocratica,e di quella aristotelica dei tre spiriti (ve-getativo, sensitivo, razionale).

Il fegato, sede della vita vegetativa, ri-ceve il chilo (alimenti digeriti) tramite lavena porta, e lo trasforma in sangue veno-so, che viene trasportato in tutti i distrettidell'organismo, per nutrirli, e nella partedestra del cuore, visto come sede dell'ani-ma sensitiva e della funzione respiratoria.Dal ventricolo destro il sangue passa alsinistro (tramite presunti pori del setto in-terventricolare) e qui si arricchisce e si tra-sforma, per opera del pneuma, spirito vitalecosmico contenuto nell'aria, in sangue arte-rioso. L'arteria polmonare serve, in questa

Questa statua lignea seicentesca di Mondino de' Liuzzi, opera di Domenico Silvestro Giannotti, ècollocata nel Teatro anatomico dell'Archiginnasio di Bologna, costruito tra il 1637 e il 1649. Essafa parte di un gruppo di dodici statue che raffigurano a grandezza naturale i medici e gli anatomistipiù famosi; tra le altre si ricordano quelle di Ippocrate, Galeno, Varolio, Aranzio, Malpighi.

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ondino de' Liuzzi è conosciuto*nella storia della medicina co-me autore, nel 1316, del primo

trattato di anatomia umana. Il suo testosostituì quasi subito nelle università italia-ne ed europee le letture precedenti, tantoche ancora nel 1497 gli Statuti dell'Uni-versità di Tiibingen ne prescrivevano l'u-so. Solo il XVI secolo con Vesalio e lanuova scuola anatomica italiana ne rende-rà evidenti i limiti e le inesattezze abban-donandone l'impiego. Nell'Anatomia di

Mondino appare evidente che lo studioteorico dell'anatomia è stato ormai ricol-legato alla pratica della dissezione del ca-davere umano dopo più di 1500 anni, cioèdai tempi della Scuola di Alessandria.

La medicina trecentesca è una scienzache sta lentamente terminando il recupe-ro e l'esegesi minuziosa delle proprie ra-dici classiche prima di potersi avviare ver-so nuove acquisizioni autonome. Può es-sere al riguardo significativo rileggere unracconto del Novellino, raccolta di narra-

zioni popolari del Duecento, ricordatoanche nella Storia della medicina di Vin-cenzo Busacchi e Raffaele Bernabeo, aproposito di Taddeo Alderotti, «lettore»dello Studio bolognese, considerato il piùgrande medico del XIII secolo: «MaestroTaddeo leggendo a' suoi scolari in medi-cina, trovò che [chi] continuo mangiassenove dì petonciano [melanzana] divereb-be matto. E pruovalo secondo la [medici-na] fisica. Un suo scolaro, udendo quelcapitolo, propuosesi di volerlo provare.

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Le lesioni che venivano provocate da armi di vario tipo costituivano una patologia oltre cheuna causa di morte frequente nel periodo medioevale. Bologna, ove era nata la prima Facoltàdi giurisprudenza, fu tra i primi comuni italiani a istituire un servizio di medicina legale; talefatto fu probabilmente uno dei motivi fondamentali della rinascita dell'interesse per gli studianatomici. Anche questa tavola è tratta dal Fasciculus Medicinae di Johannes de Ketham.

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1 rapporti fra la medicina e l'astrologia furono molto stretti durante tutto il Medioevo, come vienetestimoniato anche da questa tavola, tratta dal Fasciculus Medicinae di Johannes de Ketham(edizione veneziana del 1493). L'immagine illustra, a uso dei medici, le correlazioni tra la curadelle varie parti del corpo e le influenze astrali. Questo tipo di riferimento è completamenteassente nell'opera di Mondino de' LiuzziAlFasciculusMedicinae è una raccolta di opere medichedi vari autori medioevali, tra cui anche l'Anatomia di Mondino, illustrate da una serie di incisioniche sono attribuite alla scuola di Giovanni Bellini e ispirate a modelli del primo Quattrocento.

concezione, solamente al nutrimento deipolmoni, mentre la vena polmonare vieneutilizzata sia peri! trasporto del pneuma alcuore, sia per lo scarico all'esterno delleimpurità del sangue. È da ricordare che nonesiste qui un movimento circolare del san-gue o di altri umori, ma solo spostamentirettilinei o pendolari. Il sangue arteriosoviene poi trasportato sia in periferia sia alcervello, ove viene trasformato in spiritoanimale, che è a sua volta distribuito a tuttol'organismo dai nervi.

La fisiologia galenica, consolidata dallamediazione araba, si presenta al medicomedioevale come un insieme solido e benstrutturato, che non necessita di modifi-che o di aggiunte sostanziali, semmai solodi una attenta interpretazione.

Ma è appunto nel Medioevo che iniziala lenta erosione del prestigio di Galeno edegli altri autori dell'antichità, grazie allaripresa della pratica della dissezione dicadaveri, inizialmente con scopi mera-mente pratici, cioè medico-legali. Il colle-

gamento della necessità di compiere au-topsie con il contemporaneo sviluppo del-le prime facoltà di medicina (Bologna,Parigi, Padova) porterà a una rinascitadegli studi anatomici e fisiologici che cul-mineranno con le grandi scoperte delCinquecento e del Seicento, prima fra tut-te la definizione della piccola e grandecircolazione sanguigna, e condurranno aldefinitivo abbandono delle dottrine gale-niche.

È dunque certo che Mondino de' Liuzzinon fu il primo in assoluto a riprendere ladissezione del cadavere. Autopsie veni-vano eseguite a fini medico-legali a Bolo-gna già durante il XIII secolo: fin dal1265 i Podestà avevano istituito un corpodi medici preposti al vulneratum, cioè al-l'accertamento delle ferite. Questi medi-ci, che dovevano essere sine suspitione,cioè al di sopra di ogni sospetto, dovevanotra l'altro compiere, sotto giuramento,accertamenti sui cadaveri e verificare ilnumero delle ferite, stabilire quali fosseromortali, e se ve ne fossero di inferte dopola morte. Ci testimoniano, inoltre, nelleloro opere di avere conoscenze dirette dianatomia sia Taddeo Alderotti, docente aBologna dal 1240 al 1295, che afferma dinon aver mai fatto né visto fare la disse-zione di una donna gravida, sia il chirurgoGuglielmo da Saliceto, che dedica unintero libro della sua Chirurgia (1275)all'anatomia degli arti. Tra le autopsiecompiute dai medici legali bolognesi pos-siamo ricordarne una, compiuta il 15 feb-braio 1302: cinque periti, tra cui Barto-lomeo da Varignana, un altro dei maggio-ri medici del tempo, furono chiamati, suordine del Giudice dei Malefici, a stabilirese un tal Azzolino di Onesto fosse mortoper veneficio o per cause naturali; il refer-to stabilisce che Azzolino non morì diveleno, ma di malattia, e termina dicen-do: «... quam paxionem adesse predictoAzolino predicti Medici sensibiliter co-gnoverunt visceribus eius anatomice cir-cumspectis», ossia: «... i predetti medicicapirono chiaramente che questa malattiaaveva colpito il predetto Azzolino dall'a-ver esaminato anatomicamente i suoi vi-sceri».

La sicurezza e la chiarezza con cui èstilato il referto ci confermano che il ri-corso all'autopsia era diventato prassirelativamente normale, e parallelamentela scuola medica bolognese andava amano a mano accumulando un notevolepatrimonio di conoscenze anatomiche,sulla base del quale compirà poi i suoistudi Mondino, di cui esamineremo ora labiografia.

T ad famiglia cui appartenne Mondino non era originaria di Bologna, ma vi sidoveva essere trasferita nella prima metàdel XIII secolo. Il luogo di origine non ètestimoniato con certezza: alcune fontiindicano Veggio, un paese dell'Appenni-no bolognese, ma più probabilmentedovette essere Firenze, o comunque laToscana, dato che fin dal 1259 troviamodei Liuzzi iscritti alla Matricola dei To-schi, la corporazione dei toscani che risie-devano a Bologna, e i documenti che pos-

sediamo indicano che i Liuzzi manteneva-no stretti rapporti di amicizia e di affaricon la comunità toscana di Bologna.

Abitarono nella zona di Porta Rave-gnana, a est delle Due Torri; qui verso il1270 teneva bottega da herbarius (spezia-le) il nonno di Mondino, Albizzo. Dei duefigli maschi di Albizzo di cui si hannonotizie, Nerino e Liuccio, il secondo siiscrisse allo Studio e divenne medicofamoso e lettore (cioè docente) dello stu-dio stesso; Nerino invece successe al pa-dre nella conduzione della spezieria esposò Bella di Guido Gonelli, da cui ebbealmeno sette figli maschi tra cui Mondino.

Non si conosce la data esatta della na-scita di Mondino, ma poiché quella dellalaurea è sicuramente il 1290, e la laureaveniva generalmente conseguita verso i20-21 anni dopo quattro anni di studi, èpossibile situarla al 1270; probabilmenteall'età di 16-17 anni Mondino si iscrisseall'Università delle arti per seguire i corsidi medicina.

Lo Studio bolognese offriva allora duetipi di cursus: quello di diritto, reso cele-bre in tutta Europa fin dal XII secolo damaestri come Irnerio, e quello delle arti,che comprendeva insegnamenti ritenutidi carattere pratico, quali logica, matema-tica, medicina, retorica, filosofia, farma-cia, astronomia. In quegli anni l'Universi-tà delle arti aveva ottenuto riconoscimen-ti giuridici che le permettevano di equipa-rarsi pienamente a quella di diritto, grazieanche alla presenza di medici quali Tad-deo Alderotti, Bartolomeo da Varignana,Guglielmo da Saliceto; furono questi,direttamente o indirettamente, i maestridi Mondino.

Il corso di laurea che egli seguì duravaquattro anni e comprendeva lo studio ditre materie fondamentali o ordinarie: lamedicina teorica, la medicina pratica e lachirurgia, e di varie materie straordinarie,tra le quali l'anatomia, di cui non esistevaperò una specifica cattedra. Anche l'a-strologia aveva stretti rapporti con lamedicina e veniva insegnata nello Studio.Le lezioni, che occupavano tutta la matti-nata e le ore di luce del pomeriggio, eranoprevalentemente basate sulla lettura (dacui il nome di «lettore») e sul commentodei testi di Galeno, Avicenna, Averroè,Ippocrate e degli altri grandi medici anti-chi conosciuti.

Dopo aver conseguito la laurea, Mon-dino si iscrisse ai Collegi di medicina efilosofia, qualcosa di simile agli albi pro-fessionali di oggi, e forse ottenne quasisubito il pubblico insegnamento.

Nei primi anni del XIV secolo a Bolo-gna, come in molti altri Comuni, vi fu unperiodo di lotte per il dominio della città;inizialmente prevalse la fazione popolareguidata dalla famiglia Geremei, ma nel1302 i Lambertazzi, a capo della fazionenobiliare, riuscirono a cacciare i Geremei.I Liuzzi erano schierati con i Lambertazzi,e infatti, fra i prigionieri politici che ven-nero liberati nel 1302 vi era anche Mon-dino, che era stato anche multato di 1000lire bolognesi, una somma allora enorme.

Da un contratto di vendita, stipulatodal padre nell'agosto 1305, si apprende

che a quell'epoca Mondino era sposato aGiovanna di Giacomino Conforti. Nel1311 un fatto giudiziario: Mondino sitrova coinvolto in una rissa fra studenti;al processo che ne segue dichiara di esse-re privilegiata persona e, pochi giornidopo, viene pronunciato nei suoi con-fronti il non luogo a procedere. Il privile-gio che gli consentì di evitare il giudiziova probabilmente ricollegato, più che al-l'importanza della famiglia dei Liuzzi,alla posizione di Mondino come lettoredello Studio. Numerosi infatti erano i

privilegi politici, giudiziari ed economiciconcessi dal Comune agli appartenentialle università, senza dubbio per incenti-vare l'afflusso di studenti: ad esempio gliscolari non bolognesi venivano equipara-ti a tutti gli effetti ai cittadini bolognesiper il periodo degli studi.

Non sappiamo come e quando Mondi-no abbia cominciato a sezionare cadaveria scopo di ricerca o didattico, l'unico datoci viene fornito da lui stesso quando, trat-tando delle dimensioni dell'utero nell'A-natomia, dice: «... mulier quam anatho-

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In questa tavola del Fasciculus Medicinae di Johannes de Ketham, il medico medioevalePietro da Montagnana è raffigurato nel suo studio, circondato dai principali testi medici del-l'epoca: si notano le opere di Ippocrate, Aristotele, Plinio, Galeno, As icenna e altri autori arabi.Un confronto con l'illustrazione della pagina a fronte sottolinea come, per Mondino, il saperenon provenisse, invece, solamente dallo studio dei testi, ma anche dall'osservazione diretta.

Questa stampa, premessa al testo dell'Anatomia di Mondino nel Fasciculus Medicinae, illustra unalezione tenuta dal Maestro. Contemporaneamente un «settore» preparava sul cadavere la parteanatomica oggetto di studio sotto la guida di un «ostensore» che la evidenziava a uso degli studenti.

mizavj anno preterito silicet mcccxvanno Christi de mense Januarj maioreminduplo habuit matricem quam illa quameodem anno anathomizavj de mensemartii», cioè: «... la donna che dissezio-nai l'anno scorso cioè nell'anno del Si-gnore 1315 nel mese di gennaio aveva unutero grande il doppio di quella che dis-sezionai lo stesso anno nel mese di mar-zo». In passato questa frase ha fatto pen-sare che le due donne fossero i primi, eforse gli unici, cadaveri studiati da Mon-

dino. In realtà niente sorregge questa ipo-tesi: infatti, se fossero stati gli unici, non sicapisce da dove sarebbero state tratte leparticolareggiate conoscenze contenutenell'Anatomia; inoltre la frase è collocatanel contesto senza un particolare rilievo,scritta quasi en passant per ricordare duereperti autoptici visti a poca distanza l'u-no dall'altro, ma molto diversi tra di loro.Semmai è proprio il contrario: se Mondi-no avesse mantenuto costante il ritmo diquei tre mesi del 1315, avrebbe condotto

parecchie autopsie ogni anno. Infine Guyde Chauliac, medico francese che studiò aBologna in quegli anni, afferma che ledissezioni venivano fatte multoties, cioèpiù volte, spesso.

l'attività di ricerca anatomica di Mondi-' no sfocia dunque nel 1316 nella pub-blicazione dell'Anatomia, ma già da tem-po egli doveva godere di fama e stima siapresso gli studenti (che, è opportuno ri-cordarlo. pagavano di tasca propria lo sti-pendio ai docenti), sia presso il governodella città. Infatti, in quello stesso anno,egli assume incarichi che testimoniano lafiducia che gli veniva accordata e cheannoverano tra l'altro una missione di-plomatica presso Giovanni, figlio di Ro-berto d'Angiò, re di Sicilia, insieme allozio Liuccio e ad altri importanti cittadini.

Alla fine dell'agosto 1318 muore Liuc-cio; Mondino, che viene lasciato erede, facostruire per lo zio la tomba nella qualeegli stesso verrà poi sepolto, nella chiesadei SS. Vitale e Agricola. Il giorno esattodella morte di Mondino non è noto, madeve situarsi tra il 17 febbraio 1326, datadel testamento, e il 15 maggio dello stessoanno, allorché sorse una contesa fra glieredi riguardo alla nomina del tutore de-gli orfani di Mondino. Probabilmente lamorte è di pochi giorni successiva alladata del testamento dato che, per dar cor-so alle pratiche inerenti la successione, glieredi avevano dovuto attendere la nascitadel figlio postumo, cui verrà dato il nomedi Mondino.

Il testamento ci fornisce varie informa-zioni sulla sua vita privata: a questomomento è sposato in seconde nozze aMina di Gandone de' Gandoni, il cui fi-glio nascituro si andrà ad aggiungere aglialtri cinque, tre maschi e due femmine,che già Mondino aveva. L'entità del pa-trimonio lasciato agli eredi è notevole:varie case, campi, lasciti in denaro; ai fra-telli (forse medici a loro volta), vengonoassegnati i libri di Galeno, Avicenna,Averroè. In una cronaca del 1326 si diceche Maestro Mondino «fu ritenuto unodei migliori medici del mondo».

Fra i suoi allievi raggiunsero una discre-ta fama Alberto Zancari e BertuccioLombardo, alla cui scuola si formò il giàcitato Guy de Chauliac (circa 1300--1368), autore di una Chirurgia, nellaquale vi sono anche testimonianze impor-tanti su come si insegnava e studiava aquei tempi l'anatomia. Quattro diverselezioni erano tenute su ogni cadavere e,nel corso di esse, venivano esaminati tuttigli organi; esercitazioni erano condotteanche su pezzi anatomici conservati (sec-cati al sole o macerati) e su tavole illustra-te. L'illustrazione nella pagina a fronte èun'incisione che rappresenta una lezionedi Mondino; se ne conoscono alcune va-rianti, quella riportata è posta all'iniziodell'Anatomia nel Fasciculus Medicinaedi J. de Ketham, stampato a Venezia nel1493, ma appare già in una edizione deiprimi anni del Quattrocento. La tavola ètestimonianza importante di come dove-va svolgersi una lezione anatomica: il«lettore» leggeva e commentava un testo

(presente in alcune versioni sulla catte-dra), mentre l'«incisore» o «settore» se-zionava il cadavere, guidato dall'«ostenso-re», che mostrava le parti da tagliare e lemetteva in evidenza a uso degli studenti.

Su Mondino e sui «settori» che lo coa-diuvarono nacquero anche aneddoti dicarattere chiaramente leggendario, chesottolineano la fama di cui egli godetteper molti secoli dopo la morte. Una fontesettecentesca, l'avvocato AlessandroMacchiavelli, persona nota per la vastis-sima cultura, ma anche per la spiccatafantasia, rivela che il settore di Mondinosi sarebbe chiamato Ottone Ageno Lu-strulano e, negli ultimi anni della vita delMaestro, avrebbe avuto come aiutanteuna donna, Alessandra Giliani, travesti-tasi da uomo per poter lavorare vicino aMondino. Alessandra sarebbe stata parti-colarmente abile nei lavori più fini, comequello di evidenziare le più piccole arte-rie. Fiaccata dal troppo lavoro, e definiti-vamente prostrata dalla morte di Mondi-no, si sarebbe spenta pochi giorni dopo dilui, e Ottone, che ne era innamorato,avrebbe fatto porre sulla sua tomba l'ac-corata lapide che ancora oggi è visibilenella chiesa dei SS. Pietro e Marcellino aSan Giovanni in Persiceto.

In epoca recente, fondamentali sonostati i contributi alla comprensione dellafigura di Mondino, dati da L. Miinster edE. Dall'Osso che, dopo aver chiarito at-torno al 1956 alcune intricate questioni diomonimia fra il nostro e altri due «Mon-dini», compirono ricerche d'archivio, ri-tenendo che la precedente confusioneavesse potuto indurre ad attribuire aglialtri due delle opere di Mondino de' Liuz-zi; in effetti ne ritrovarono ben sette, con-tenute in quattro codici del XIV secoloconservati alla Biblioteca Malatestiana diCesena. Tre degli inediti erano commentia libri di Galeno, i rimanenti quattro brevitrattazioni su argomenti quali le dosi deimedicinali, le febbri, le res medicae.

Pensiamo che si debbano ancora com-piere degli studi esaustivi su questi ri-trovamenti e, per il momento, un'analisidelle concezioni e delle conoscenze diMondino è possibile soprattutto attraver-so l'Anatomia.

Te, dimensioni dell'opera non sono certo paragonabili a quelle degli attualitrattati: non superano, infatti, quelle diuna breve dispensa universitaria. Pur tut-tavia nei 38 capitoli è trattato l'interocorpo umano. L'Anatomia è stata taloraparagonata, più che a un trattato, a unmanuale di dissezione; in effetti ogni capi-tolo contiene la descrizione delle tecnichesettorie e spesso anche suggerimenti suimetodi da usare per evidenziare strutturedi difficile osservazione. Strettamenteconnessa con la parte tecnica, essa con-tiene però soprattutto delle precise de-scrizioni di anatomia macroscopica e irichiami di fisiologia necessari per com-prendere queste ultime e integrarle dovela semplice osservazione non è sufficien-te; la descrizione di molti organi è anchecorredata da annotazioni di patologia.

Naturalmente la parte fisiologica è ba-

sata sulle concezioni di Galeno (cioè suquelle che Mondino conosceva tramite gliarabi; quando, nel XIV secolo, si avrannole prime traduzioni dirette egli verrà ac-cusato di essergli stato poco fedele). So-prattutto due idee basilari di Galeno sonoutilizzate nella lettura del dato anatomi-co: la correlazione tra struttura e funzionee il finalismo, cioè l'idea della necessariaperfezione della natura in ogni sua mini-ma parte. Il dovere di spiegare questaperfezione conduce talora a risibili inge-nuità (l'uomo non ha la coda perché al-trimenti non potrebbe sedersi), ma non ècertamente nell'ambito della fisiologia

che va ricercata la carica innovativa diMondino, dato che una anatomia condot-ta unicamente su basi macroscopiche e sulcadavere ha la ovvia necessità di inqua-drare all'interno di un solido schema fisio-logico dati morfologici altrimenti prividi significato. È poi necessario tenere pre-sente che, nel momento in cui Mondinoscriveva, il corpus di osservazioni direttesu cui poteva basarsi non aveva neancheun secolo: prima che dai dati sperimentalicominciasse a emergere un quadro coe-rente, alternativo a quello galenico, sa-rebbero dovuti passare più di 200 anni esoprattutto sarebbero dovute cambiare le

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Questo è il frontespizio dell'edizione dell'Anatomia, curata nel 1529 da Jacopo Berengarioda Carpi. Ogni capitolo è largamente commentato ed emendato; Berengario difende Mondinodalle prime accuse, imputandone gli errori alla conoscenza non diretta dei testi di Galeno.

IL CORPO UMANO E L'ANATOMIA

IL VENTRE INFERIORE

L'ADDOME

IL PERITONEO

L'OMENTO

GLI INTESTINI

LO STOMACO

LA MILZA

IL FEGATO

LA CISTIFELLEA

I RENI

I VASI SPERMATICI

L'UTERO

IL DIDIMO

I TESTICOLI

LA VESCICA

IL PENE

IL VENTRE MEDIO

I MUSCOLI E LE OSSA DEL PETTO

IL DIAFRAMMA, LE PLEURE,IL MEDIASTINO

IL CUORE

I POLMONI

LE VENE GIUGULARI

LA BOCCA

L'ESOFAGO

LA TRACHEA

L'EPIGLOTTIDE

LA LINGUA

IL VENTRE SUPERIORE

IL CRANIO

LA PIA MADRE E LA DURA MADRE

IL CERVELLO

I NERVI CRANICI E LA RETE MIRABILE

LE ORECCHIE

LE VERTEBRE

IL BRACCIO E LA MANO

LA GAMBA E IL PIEDE

Il sepolcro della ìamiglia dei Liuzzi si trova nel portico della chiesa deiSS. Vitale e Agricola di Bologna. Fu fatto costruire da Mondino per lozio Liuccio, cui sono dedicati i versi della lapide maggiore recante sulla

Se si prende in esame l'elenco degli argomenti trattati nell'Anatomiadi Mondino de' Liuzzi e qui sopra riportati, si può notare la triparti-zione della cavità del corpo umano in ventre inferiore, medio e supe-

destra lo stemma della famiglia e sulla sinistra il motto «vita brevis arsvero longa» (dagli Aforismi di Ippocrate). L'iscrizione inferiore dice«Sepolcro dei maestri Liuccio e Mondino dei Liuzzi e dei loro eredi».

riore (corrispondenti alle cavità addominale, toracica e cranica), e ilnaturale climax della trattazione, che parte da organi che esplicanofunzioni «basse», per finire con il cerv elio, sede dell'anima razionale.

condizioni culturali e politiche entro lequali l'anatomia veniva studiata.

L'importanza di Mondino, del suo testoe, più in generale, della Scuola anatomicaformatasi nell'ambito dello Studio bolo-gnese tra il XIII e il XIV secolo, risiedenon tanto in innovazioni dell'arte medica,quanto piuttosto nella reintroduzione del-l'osservazione come fonte primaria diconoscenza nell'ambito della medicinateorica occidentale.

L'Anatomia è, in questo senso, operaemblematica della medicina bassome-dioevale, per il confronto a cui sono sot-toposti in ogni capitolo le conoscenzetramandate e l'osservazione attuale. Ilconfronto si risolve, naturalmente, anco-ra a favore della teoria classica, ma il con-cetto che la dissezione di un cadavere pos-sa insegnare come e quanto un libro diGaleno sta lentamente mettendo radici.

È dunque naturale che l'anatomista delXIV secolo si fidi più di Galeno che deisuoi stessi occhi, e che giunga a volte atravisare o falsificare la realtà morfologi-ca. In Mondino questo risulta in almenoun passo, quando egli descrive l'anatomiadel cuore. Bisogna innanzitutto chiarireche nell'Anatomia sono di solito semanti-camente ben distinguibili due livelli: unoviene usato per descrivere situazioni ana-tomiche e patologiche che Mondino do-veva conoscere per esperienza diretta, edè rappresentato da uno stile puntiglioso econvoluto, determinato sia dall'impossi-bilità di fare ricorso a illustrazioni nel te-sto, sia dalla difficoltà di dovere in praticainventare un linguaggio nuovo. Il secon-do, più scorrevole e sintatticamente piùelegante, è utilizzato per l'esposizione didati che non potevano essere di cono-scenza diretta, per i quali egli doveva at-tingere al suo retroterra galenico e aristo-telico: Mondino non trova ovviamentetroppe difficoltà nell'uso del linguaggio edelle teorie con le quali era stato educato.È spontaneo il riferimento a Dante, cheusa racchiudere nello spazio di qualcheverso, e con la massima naturalezza, rife-rimenti teologici o astronomici che dove-vano essere allora ben chiari a tutti i letto-ri, ma che oggi richiedono pagine di note.

Nella galenica descrizione di Mondino,dunque, il cuore è dotato di tre ventricoli:il destro e il sinistro quali noi li conosciamoe quello medio, centrale, che è formato dapiccole cavità tronco-coniche che mettonoin comunicazione i primi due. Ebbene, ildestro e il sinistro vengono descritti con laconsueta minuzia e con riferimenti almodo di condurre la sezione, il terzo vieneinvece brevemente trattato al termine delcapitolo senza nessun riferimento di carat-tere pratico. Quindi, accanto alla completaaccettazione della scienza degli antichi, vatenuto presente almeno un cenno di disa-gio nei confronti di quegli aspetti di talescienza che non potevano venire diretta-mente osservati o dimostrati.

Come è stato sottolineato, le innova-zioni portate da Mondino e dalla

scuola bolognese non appartengono tantoal campo della conoscenza della anato-mia, quanto a quello della didattica e del-

la metodologia della scienza medica ingenerale: il fatto di condurre delle disse-zioni nell'ambito dello Studio, cioè conscopi dichiaratamente accademici e cultu-rali, porterà lentamente al rinnovamentodella medicina nel suo complesso e avràun significato molto maggiore di quelloche avrebbe potuto avere un'opposizioneindividuale a Galeno.

Infine, ed 'è importante sottolinearlo,nell'Anatomia vengono completamente

tralasciati alcuni aspetti che pure eranoparte integrante della cultura medioeva-le, come l'astrologia, e vengono esaltatisoprattutto tre elementi che diventanoveri protagonisti del testo di Mondino: lascienza antica, l'uomo, la natura. Si spiegain questo modo allora anche il seguito e ilsuccesso che l'Anatomia ebbe per tutto ilXV e parte del XVI secolo: gli uomini delRinascimento vi ritrovavano la loro stessamatrice culturale.

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