Molise Sanità n°5 15/12/2010

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supplemento di Molise anità anità Molise S S QUINDICINALE D’INFORMAZIONE QUINDICINALE D’INFORMAZIONE Anno I Numero 4 15 dicembre 2010 A l l A l l interno interno IL BORSINO Chi sale, chi scende nella sanità molisana A pagine 7 Alle pagina 8 e 9 IN PRIMO PIANO/2 Il Parkinson non è invincibile L’impegno di Neuromed Alle pagina 4 e 5 IN PRIMO PIANO/1 Il Veneziale di Isernia, ospedale di famiglia? A pagina 3 EDITORIALE Iorio, il Molise e la legge del Tar L 'attacco contro il presidente Iorio e la sua Giunta è concentrico e asfis- siante, e meno male che il Tar ha dato ragione al Governatore stoppando l'aumento delle tasse e allentando – per ora - l'assedio. Pare ce l'abbiano tutti con il Molise. Per- fino il presidente della Camera Gianfranco Fini, che pure da queste parti è calato a caccia di consensi ( e ha rimediato una mezza brutta figura). Sembra che questa regione dia fastidio al potere centrale no- nostante gli sforzi di far capire che non tutto è poi così male, neppure la sanità, e che dietro al debito e al piano di rientro c’è dell’altro. Si è affacciato Bersani, lo ha se- guito Rutelli, Di Pietro qui è già di casa e non perde occasione per soffiare sul fuoco. Hanno fatto grandi discorsi, hanno parlato a vanvera di sanità. Siamo tutti commissari della nazionale quando si parla di calcio, siamo tutti competenti quando si parla di ospedali, chissà perché. La politica nazionale ha sistematicamente ignorato questa fetta d'Italia quando ser- viva, quando si poteva intervenire; oggi è pronta a sfruttare per fini non limpidi le dif- ficoltà che Iorio e i suoi concittadini orgo- gliosamente vivono. Adesso c'è di mezzo l’ennesimo scandalo, con arresti a raffica e indagati eccellenti. Ma la sanità resta il cuore dei problemi, e nessuno sembra avere idee alternative a quelle che la Giunta cerca di opporre allo strapotere dei tecnici del ministro Tre- monti. Tra qualche mese si voterà a Campo- basso, forse ci saranno le elezioni nazio- nali e magari anche regionali anticipate. Sarà un referendum pro o contro Iorio e la chiusura-riconversione dei tre ospedali pe- serà in modo determinante. IL PRIMO FREE PRESS MOLISANO DEDICATO ALLA SANITA’ E’ ON LINE SU: www.molisesanita.it ATTACCO CONCENTRICO Scandali, polemiche, la sanità resta al centro

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Molise Sanità n°5 15/12/2010

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supplemento di

MoliseanitàanitàMoliseSSQUINDICINALE D’INFORMAZIONEQUINDICINALE D’INFORMAZIONE

Anno I Numero 415 dicembre 2010

AllAll ’interno’interno

IL BORSINOChi sale,chi scendenella sanitàmolisana

A pagine 7

Alle pagina 8 e 9

IN PRIMO PIANO/2Il Parkinsonnon è invincibileL’impegnodi Neuromed

Alle pagina 4 e 5

IN PRIMO PIANO/1Il Venezialedi Isernia,ospedaledi famiglia?

A pagina 3

EDITORIALEIorio,il Molisee la leggedel Tar

L'attacco contro il presidente Iorio e lasua Giunta è concentrico e asfis-siante, e meno male che il Tar ha

dato ragione al Governatore stoppandol'aumento delle tasse e allentando – perora - l'assedio.Pare ce l'abbiano tutti con il Molise. Per-fino il presidente della Camera GianfrancoFini, che pure da queste parti è calato acaccia di consensi ( e ha rimediato unamezza brutta figura). Sembra che questaregione dia fastidio al potere centrale no-nostante gli sforzi di far capire che nontutto è poi così male, neppure la sanità, e

che dietro al debito e al piano di rientro c’èdell’altro. Si è affacciato Bersani, lo ha se-guito Rutelli, Di Pietro qui è già di casa enon perde occasione per soffiare sulfuoco. Hanno fatto grandi discorsi, hannoparlato a vanvera di sanità. Siamo tutticommissari della nazionale quando siparla di calcio, siamo tutti competentiquando si parla di ospedali, chissà perché.La politica nazionale ha sistematicamenteignorato questa fetta d'Italia quando ser-viva, quando si poteva intervenire; oggi èpronta a sfruttare per fini non limpidi le dif-ficoltà che Iorio e i suoi concittadini orgo-

gliosamente vivono.Adesso c'è di mezzo l’ennesimo scandalo,con arresti a raffica e indagati eccellenti. Ma la sanità resta il cuore dei problemi, enessuno sembra avere idee alternative aquelle che la Giunta cerca di opporre allostrapotere dei tecnici del ministro Tre-monti.Tra qualche mese si voterà a Campo-basso, forse ci saranno le elezioni nazio-nali e magari anche regionali anticipate.Sarà un referendum pro o contro Iorio e lachiusura-riconversione dei tre ospedali pe-serà in modo determinante.

IL PRIMO FREE PRESS MOLISANO DEDICATO ALLA SANITA’ E’ ON LINE SU: www.molisesanita.it

ATTACCO CONCENTRICO

Scandali, polemiche, la sanità resta al centro

3EDITORIALESSMoliseMolise

Una vittoria dei molisani quellasancita dal Tar di Campo-basso. Grazie all'accoglimento

del ricorso presentato dal governa-tore Iorio le tasse non aumenterannonella regione. Lo ha deciso, a fine no-vembre, il presidente dei giudici am-ministrativi, Goffredo Zaccardi, noncerto la Politica. E come affermano gliintellettuali, centrando in pienol’odierno principio, le rivoluzioni av-vengono in silenzio. Così è stato.Silenziosamente il governatore Iorioha segnato un bel goal, calcistica-mente parlando. Un bell’uno a zero epalla al centro perché un cautelare in-cassato è una indubbia vittoria, sumolti piani. Facciamo due passi indie-tro. Lo scorso 13 maggio il consigliodei ministri, su richiesta dei ministeridi Salute ed Economia e Finanze, de-liberava una serie di imposizioni allaRegione Molise in relazione al pianodi rientro dal deficit sanitario. In sintesiveniva negato l’utilizzo delle risorseper le aree sottoutilizzate, ovvero ifondi Fas, per coprire il deficit del set-tore sanitario, vi era l’obbligo di appli-care l’incremento fiscale Irpef e Irapper l’anno in corso, aumentando lealiquote rispettivamente dello 0,30 e0,15 % e infine, dulcis in fundo, do-veva essere obbligatoriamente appli-cato il blocco del turn over delpersonale in servizio fino al dicembre2011. Il Tarregionale, con un decreto presiden-ziale, ha respinto (seppur con laforma di un cautelare, cioè con unasorta di sentenza non definitiva) lepretese dei tecnici di Tremonti eFazio. In pratica il Consiglio dei Mini-stri aveva decretato una vera e pro-pria paralisi dell’attività politico

amministrativa del governo molisano.A questo aut aut del governo nazio-nale i giudici amministrativi di Cam-pobasso hanno opposto un no,ritenendo fondato il ricorso presentatodal governatore Iorio. Per il momento.La sentenza definitiva sarà emessadalla camera di consiglio prevista il 26

gennaio prossimo. Tempi rapidissimi,come solo un giudizio amministrativosa fare, per sciogliere i nodi di unamatassa che sembrava fino a ieri ine-luttabilmente condannare il governa-tore Iorio a un confino personale epolitico. Ma il braccio di ferro proba-bilmente continuerà fino all’appello,nella sede di Palazzo Spada. Quelche conta, allo stato, è che le “impo-sizioni unilaterali” governative al Mo-lise siano state congelate. Non ci saràpiù dunque l’aumento delle tasse;una imposizione, questa sì, alla qualei “Tremonti boys” dovranno ade-guarsi. E non solo loro. Perché inquesti anni a scatenarsi contro lagiunta Iorio sono stati in molti, e nonsolo le opposizioni politiche.Vedi le polemiche scaturite dal fatto

che alcuni familiari del governatoresiano medici. E quindi le accuse dinepotismo; ma che ci può fare uno seha dei parenti, tra l’altro prossimi allapensione, che hanno scelto di dedi-carsi alla sanità prima che Iorio diven-tasse il numero uno del Molise?All’epoca della loro assunzione il go-vernatore aveva ancora i pantalon-cini corti, aveva spiegato qualchetempo fa a un convegno lo stesso Mi-chele Iorio Che aveva ricordato, inquel consesso, come negli anni pas-sati il governo nazionale avesse im-posto un certo numero di posti lettoper abitanti e quindi “c’era stata lacorsa a costruire gli ospedali per rag-giungere il numero 3,5 per mille”. Maoggi la chirurgia opera in Day Hospi-tal e in Day Surgery- aveva sottoli-

neato - cosa che prima faceva esclu-sivamente in regime di ricovero. Unastradaintrapresa prima dell’introduzione deiPiani di rientro. Non a caso lo scontrocon le due gigantesse della sanità lo-cale è avvenuto proprio su un’altra“imposizione” del ministero di via XXSettembre: l’obbligo dei tetti per le at-tività sanitarie di Neuromed e Catto-lica. E anche qua il Tar diCampobasso ha risposto picche.Dunque tutto ciò che si decide dal-l’alto viene inevitabilmente bocciato incasa, ma non dalla politica e da chigoverna la regione, bensì dal giudizioillustrissimo di toghe amministrative.Allora, qualche dubbio qualcuno se lodovrà porre. Ma oggi è un altro giornoe un’altra storia.

Una vittoria per i molisani, ma la guerra continua

Iorio, il Molise e la legge del Tar

FORCHE CAUDINE

ntro sei mesi andremo in Molise per appro-fondire le valutazioni sulla situazione finan-ziaria e qualitativa, come anche prescrivono

i Tavoli ministeriali presieduti da Massicci e Palumbo,al fine di accertare il concreto adeguamento alle pre-scrizioni tecniche, garantendo che le esigenze di bi-lancio (che impongono drastici tagli, blocco del turnover e riconversione degli ospedali) non vadano a di-scapito della qualità del servizio reso ai cittadini”. E’

un Orlando non furioso ma pacato quello che parla aigiornalisti di Sanità Molise di buon mattino a PalazzoMacuto dopo aver ascoltato la delegazione molisanacapeggiata direttamente dal presidente Iorio. “Io nonpensavo che venisse il presidente – dice il presi-dente Leoluca Orlando - ma l’onorevole ha affer-mato di voler venire personalmente all’incontro dioggi”. Parole pronunciate lo scorso 17 novembre,dopo l’audizione della Regione Molise in Commis-sione parlamentare d'inchiesta sugli errori in camposanitario e i disavanzi sanitari regionali . Oltre a Mi-chele Iorio in qualità di commissario ad acta per lasanità, erano presenti il sub commissario IsabellaMastrobuono, il direttore generale dell'Azienda Sani-taria Regione Molise Angelo Percopo e il direttoregenerale dell'assessorato alla Sanita' Roberto Fa-gnano. L’incontro è avvenuto in pratica all’alba, esat-tamente alle 8 e 30 del mattino, in un palazzoparlamentare semi deserto, come lo era anche lasala contenente l’impianto audiovisivo a circuitochiuso riservata alla stampa. “Io nonentro nel merito di quanto discusso dal Tavolo tec-nico Massicci sul disavanzo– sottolinea l’esponente

dell’Idv – perché mi occupo di valutare, oltre gli errorisanitari, la qualità del servizio erogato. Il dato finan-ziario per me è incontrovertibile”. Insomma, non c’èverso di farsi comprendere se l’altro vuol fare ilsordo. Al Molise è imputato un disavanzo non co-perto per l'anno 2010 pari a 35,8 milioni di euro che,sommato alla perdita dell'anno 2009 e precedentipari a 54,8 milioni di euro, determinerebbe comples-sivamente una perdita non coperta di 90,7 milioni dieuro. Ma così non è per via dei fondi Fas mai arrivati equindi non contabilizzati in bilancio. La sentenzaemessa dal Tar di Campobasso nei giorni scorsi met-terebbe a tacere la famosa commissione Massicci ePalumbo e fisserebbe finalmente un punto sulla dia-triba di copertura del deficit sanitario. E nel frat-tempo, visto che di errori in campo sanitario,fortunatamente, non ce ne sono, si spera che la "vi-sita" in Molise del deputato dipietrista Orlando nonsia programmata proprio in piena campagna eletto-rale per il rinnovo del parlamento. Non sarebbe chic.

Ste. Pas.

Stefania Pascucci

Nelle foto il ministro dell’Eco-nomia Tremonti e il presi-dente della commissioneparlamentare sugli sprechi egli errori in sanità Orlando

Quel dialogotra sordinel gelodi San Macuto

“E

4ATTUALITA’

Anno I Numero 415 dicembre 2010

IN PRIMO PIANO/1

Allarme sfascio per l'ospedaleisernino. Il Ferdinando Vene-ziale vacilla sotto gli scossoni di

tre emergenze. Innanzitutto il degradostrutturale: pavimenti privi dell'originalecopertura e rappezzati, intonaco di al-cuni solai che si sbriciola con problemi,sembra, anche di stabilità, condizionidisastrose del quarto piano inagibileper lavori di adeguamento alle normedi sicurezza, lavori iniziati ed inspiega-bilmente interrotti. La seconda que-stione è la demotivazione di gran partedel personale, costretto ad operare incondizionistrutturali ed organizzative estrema-mente precarie. Infine la migrazionecrescente di utenti verso altre struttureospedaliere. Ma mentre l'ospedale Ve-neziale è allo sfascio, la dirigenzaaziendale non trova di meglio che au-mentare di varie unità apicali il suo giàpletorico organico amministrativo, se-mesigenze di carriera di alcuni suoi di-pendenti e si autopremia con i fondidestinati agli obiettivi (quali? Forse ladistruzione dell'ospedale) che, eviden-temente, ritiene di aver raggiunto. Atutto ciò va aggiunta l'esposizione de-bitoria della Asl di Isernia che si aggiraintorno ai circa 30 milioni di euro Mamentre sulla gran parte dei nosocomidella regione si abbattono tagli e ridi-mensionamenti (con tanto di rivolte cit-tadine), per porre un argine al deficitsanitario arrivato a 600 milioni di euroin otto anni, al Veneziale no. L'Ospe-

dale di Isernia per la stampa nazionaleè semplicemente il cosiddetto” noso-comio di famiglia”.E dopo Repubblica e La Stampa,anche il Corriere della Sera accende isuoi potenti fari sul presidio ospeda-liero isernino e soprattutto sulla ragna-tela di parenti del presidente che vilavorano. Un curiosare legittimo, intendiamoci,ma senza contradditorio e con un ta-glio da inquisizione che a taluni appare

sospetto. Ma la stampa indipendente sichiede anche perché solo in questoospedale la Regione Molise ha de-ciso di investire altro denaro, atti-vando una nuova unità operativa(una "stroke unit") che costerà alleesangui casse regionali più di unmilione di euro. Un finanziamentoindirizzato al reparto di neurofisio-patologia, diretto dal primario NicolaIorio, fratello del governatore. Fondi

Giovanni Salza Si può far finta di niente, o farisaicamente lavar-sene le mani. Non ci pare serio. Testimonianze, indicazioni sulla realtà dell'ospe-dale di Isernia. Cosa non va, quali possono esseregli effetti del piano di rientro, quali le prospettive,gli investimenti. Nulla da fare. Oggetto di qualsiasirisposta e replica, da qualunque parte venga, poneal centro il caso Iorio. Iorio e i suoi parenti. E allorapur giudicando questo una follia, pur ritenendogiusto e necessario occuparsi di politica sanitaria,

abbiamo deciso di occuparci di questo argo-mento, per togliercelo di torno e tentare nel pros-simo fascicolo di fare una inchiesta seria. Maabbiamo chiesto al presidente della Regione di in-tervenire e spiegarci il suo punto di vista. Ciò checi risulta nessuno abbia mai fatto in questo spe-cifco contesto. E la sua replica è assolutamentecorretta, accettabile, sensata. Detto questo, punto.A interessa che ilVeneziale funzioni, che serva icittadini. Iorio o non Iorio.

LaLa

SCHEDA

I NUMERI

CHE FANNO

DISCUTERE

CARDIOLOGIA 1 8

CHIRURGIA GENERALE 2 38

MALATTIE INFETTIVE E TROPICALI 1 8

MEDICINA GENERALE 4 61

ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA 2 10

OSTETRICIA E GINECOLOGIA 2 18

OTORINOLARINGOIATRIA 2 6

PEDIATRIA 2 10

PSICHIATRIA 2 10

TERAPIA INTENSIVA 0 6

UNITA` CORONARICA 0 5

Disciplina Posti LettoDay hospitalDegenza ordinaria

Tomografia no

Tac si

Angiografia no

Ospedale Pediatrico no

Cura Disturbi Alimentari no

Spina Bifida no

Cerebrolesi no

Grandi ustionati no

Centri di supporto

E’ allarme per le condizioni operative dell’ospedale di Isernia, ma prevale la politica

Veneziale, ospedale di famiglia?Il presidio sanitario del capoluogo ancora spunto per le polemiche che investono

il presidente della Regione Michele Iorio: parenti e colleghi nell’organico della struttura

Alcune immagini dell’ospe-dale di Isernia. A pagina 5 ilpresidente della Regione Mo-lise, Michele Iorio

5ATTUALITA’SSMoliseMoliseIN PRIMO PIANO/1

che saranno gestiti dalla direttrice deldistretto sanitario regionale di Isernia,Rosa Iorio, sorella del governatore. Mai due Iorio citati non sono gli unici pa-renti di Michele, presidente della Re-gione, che lavorano al Veneziale.L'elenco, in verità, è lungo ed anche alcentro di interrogazioni in consiglio re-gionale, scrivendone non si aggiungeo si toglie nulla a ciò che già non sisappia o che il sentire popolare non

abbia già portato lontano, nelle vallatemolisane: il cognato Sergio Tartaglione(marito di Rosetta Iorio) è il primariodel reparto di psichiatria e presidentedell'ordine dei medici di Isernia; il figliodel governatore, Luca Iorio, nell'ospe-dale lavora in qualità di medico chi-rurgo vascolare insieme alla moglieanestesista; il cugino del presidente,Vincenzo Bizzarro, attuale consigliereregionale di Forza Italia, è stato diret-

tore del distretto sanitario di Isernia,probabilmente senza averne alcun di-ritto in quanto non medico, ma lau-reato in lettere, ed una volta inpensione ha lasciato il posto alla cu-gina Rosa (a sua volta nominata tra lepolemiche in virtù della sua laurea ingiurisprudenza).L'elenco prosegue: la moglie del cu-

gino del governatore, Luciana DeCola, ricopre, al Veneziale, il ruolo di

vice direttricesanitaria. Il pri-mario del re-parto diCardiologia eraUlisse Di Gia-como, senatoredi Forza Italia ecoordinatore re-gionale del par-tito diB e r l u s c o n i .Anche lui al Ve-neziale aveva il

cognato nel suo stesso staff medico.E ancora, lavora a Isernia, ma in uncentro medico privato (Hyppocrates),convenzionato anche con la Regione,Raffaele Iorio (figlio del governatore) inqualità di direttore medico. Dai parentipoi si passa ai colleghi di area politica,ma questo è un altro capitolo. Gianfranca Testa, candidata alle ele-zioni comunali di Isernia con la lista ci-vica (voluta da Michele Iorio) "Progetto

Molise", è stata da poco nominata di-rettrice amministrativa dell’Asrem. Leconnessioni coinvolgono anche lo staffdel governatore.Il figlio del suo portavoce, GiuseppeScarlatelli, è stato assunto negli ufficidel distretto sanitario di Termoli conl'incarico di "correttore di bozze" delgiornalino dell'ente. In sostanza, unaconsistente occupazione del poteresulla quale c’è poco da dire.Legittima. Inopportuna?

A. S.

Vedo purtroppo con un certo dispiacere cheuna parte della politica e dell’informazionead essa legata ha perso di vista gli obiettivi,

gli argomenti e le motivazioni che dovrebbero gui-dare l’azione di governo, l’amministrazione e laproposizione di idee e iniziative. La sanità rappre-senta per una regione come il Molise un elementonon solo di assicurazione del diritto alla salute deicittadini, ma anche un motore economico che famuovere una macchina occupazionale rilevantis-simo rispetto al numero complessivo dei lavora-tori della regione. Rispetto al giusto dibattito chedeve esserci sulla riforma del sistema, sulle op-portunità che possono essere colte in tema diqualità e anche di quantità delle prestazione tra lapopolazione, da tempo vediamo una parte dellapolitica, e come dicevo dell’informazione ad essalegata, presa esclusivamente da una persecuzionepersonale nei confronti del Presidente di questaRegione e dei suoi parenti. Nessuna proposta va-lida mai avanzata, nessun progetto di riformamesso a punto, nessuna iniziativa di collabora-zione e di disponibilità al dialogo, solo ed esclusi-

vamente una serie pettegolezzi, di farneticazioni.La mia, come tante altre famiglie di professionistiin questa regione e del resto d’Italia, è una fami-glia di medici: io sono medico, mio fratello e me-dico, mio cognato è medico, due dei miei tre figlisono medici, qualche altro parente è medico. Ac-cade che i medici in genere, lavorino in strutturesanitarie. I miei congiunti hanno avuto la disav-ventura di lavorare, come tanti altri professionisti,nella regione in cui sono nati e in strutture ap-punto sanitarie. Un reato imperdonabile visto cheio, un loro parente, ho responsabilità politiche. Ri-spetto a questo essi avrebbero dovuto decidere odi licenziarsi tutti dai posti in cui erano, e direquindi addio ad ogni idea di professione medica,o imporre a me di rinunciare a fare politica e a rap-presentare nelle istituzioni negli anni migliaia dimolisani. Accadrebbe dunque che nelle famiglie,e ce ne sono tante, di avvocati, o di ingegneri, o diarchitetti, di artigiani, di impiegati, di operai ecc..,c’è qualcuno che vuole fare politica, prima devechiedere ai propri figli e ai propri congiunti di fareun’altra professione. Credo sia questa un’aberra-zione giuridica, politica, culturale e valoriale. Nonposso e non voglio chiedere a miei fratelli o aimiei congiunti di licenziarsi dal posto in cui sono,che per altro occupano dopo aver vinto un rego-

lare concorso quando io ancora studiavo, o an-cora non entravo in politica. Nè credo sia giusto -e credo anzi sia antietico - dire ai propri figli dinon seguire la carriera medica del padre o di an-dare a lavorare all’estero solo perché questi, ilpadre per l’appunto, fa politica. Non si può e nonsi deve essere orfani, figli unici, singles, per starenelle istituzioni. E’ questa una lettura farisaicadella politica che rigetto. Concludo rivendicando ildiritto di fare politica e a rappresentare i cittadiniche credono in me, come pure rivendico il dirittodei miei congiunti a non essere perseguitati poli-ticamente e mediaticamente solo per essere a melegati da vincoli parentali; infine rivendico con or-goglio di non aver mai favorito in alcun modo nes-sun mio congiunto, sono anzi orgoglioso di loroperché hanno lavorato e hanno raggiunto posi-zioni professionali e di vitacompatibili con le loro capacità e lo sforzo chehanno messo nello studiare, nel formarsi, nell’es-sere all’altezza delle sfide che avevano dinnanzi.Un’attività del tutto eguale a tanti altri professioni-sti bravi, e non raccomandanti, che lavorano nelnostro sistema sanitario.

*Michele Iorio, presidente della Regione Molise

“Parenti e amici eranoorganici al Venezialeprima che io facessi politicaDovevi rinunciare o farli dimettere?”

Solo attacchi personali,nessuna proposta valida,nessun progetto di riforma

Michele Iorio*

LA REPLICA DEL PRESIDENTE

7ATTUALITA’

RUBRICHESSMoliseMolise

Cittadino si interrogail

Parlar male della sanità molisana è come sparare sulla Crocerossa.Colmare il deficit è un’impresa ardua, a meno di scelte impopo-lari che, in vista delle prossime elezioni, sono quantomeno sconsiglia-bili per un governatore che voglia restare in carica. E Iorio a lasciarePalazzo Moffa non ci pensa proprio. Un capitolo a parte poi sono glisprechi denunciati di risorse e di strutture (vedi il caso Veneziale). Con-siderando questa situazione scopriamo increduli che il Molise saràcapofila di un gruppo di regioni italiane per un progetto internazionaledi welfare, un programma europeo per la localizzazione di interventinei Balcani (Albania, Montenegro, Serbia e Macedonia). La nostra re-gione guiderà un “network” di sette regioni italiane. Come è possibileuna discrepanza del genere? È una assurdità, l’ennesima assurditàitaliana?

Ma. Bru.

Le vie della Sanità sono infinite. Nell’Italia dei paradossi e dellecontraddizioni, può succedere che una regione commissariataper la mala gestione dei conti di ospedali e aziende sanitariepossa essere, nello stesso settore, leader di un progetto internapaesi europei. È un controsenso? Probabilmente sì, ma ci siamoabituati. O forse no, magari siamo tutti vittime di n luogo comune.L’importante è che ora la classe dirigente molisana faccia lescelte giuste, orientate verso la parte migliore della sanità (quelladi cui si parla poco, ma che c’è e a volte – come in questo caso –batte un colpo per ricordarcelo) e ripulisca in tempi brevi quelladissestata e sprecona.

ilIL BORSINO

ChiSale

ChiScende

Volti, nomi e personaggi: diamo i voti alla sanità molisana

A sinistra dall’alto Aldo Patriciello e Beppe Fioroni. A destra dall’alto Pierluigi Bersani e Raffaele Mauro.

Cento contro uno, tutti contro il presidente dellaRegione Iorio.Colpevole o innocente che sia merita rispetto. Segli elettori molisani lo avessero potuto vedere,qualche giorno fa, difendere come un leone il Mo-lise di fronte alla Commissione presieduta da Leo-luca Orlando secondo noi non avrebbero dubbi.Voterebbero in massa per lui.Ma vale l'immagine del dittatore, del padre pa-drone. E su questo picchiano duro i suoiavversari. Anche i leaders nazionali, quando scen-dono in Molise pare abbiano un copione scritto daaltri. Non fanno nemmeno finta d capire quale siail problema della sanità locale. Noi gli diamo unvoto “di pancia”. Merita fiducia anche l’altro uomochiave del Molise, Aldo Patriciello. Non piace atutti, sta comportandosi bene nel momento del bi-sogno. Un voto di stima tutto sommato anche allaGatti, andata a rifugiarsi sotto l’ala protettricedell’Api di Rutelli. In Molise è un atto di coraggio.La lista dei buoni finisce qui. Merita rispetto il buon

Fioroni, sceso a Campobassodalla capitale per tastare il polso al malato politicomolisano, molto meno il segretario del Pd Bersani,che ha sparato veleno contro la Giunta e il centrodestra in generale senza avere piena coscienzadella realtà locale. Per non parlare dei pasticcicombinati da Gianfranco Fini.Tra i politici molisani non appare brillante la perfor-mance del consigliere regionale (An) RaffaeleMauro, avvocato. Dialettica morbida, ma le criti-che fanno male, forse sono fuori luogo. Maurobacchetta i colleghi.Ma non appare propositivo.Cambiando scenario preoccupa l’atteggiamento diDe Vita, sindaco di Agnone, che sul tavolo dellasanità gioca una partita personale, presenta al di-rettore generale dell’Asrem Percopo un “piano B”e ingenera confusione. Anche i politici di Venafro,a cominciare dal sindaco Cotugno, sono sullastessa pericolosa china. Meglio sarebbe rimboc-carsi le maniche ecollaborare.

Sulla sanità molisanaadesso i contisi fanno sul serioSorprese in arrivo?

La nuova stagionedei rapporticon Neuromede Cattolica

Punti nascitae servizi,la strana realtàdel piccolo Molise

anità

anità

SSMolise

Molise

NEL PROSSIMO

NUMERO

PARLEREMO DI:

La nostra regione capofila di un progetto europeo

Possibile che il malandato Molise

faccia lezione di welfare all’estero?

Anno I Numero 415 dicembre 2010

8ATTUALITA’

IN PRIMO PIANO/2

Il signor P. è un inquilino indeside-rato che travolge il tuo corpo, lo fatremare, ti stravolge, ti disturba.

Con questa metafora FrancescoD'Antuono e Giovanni Piazza par-lano nel libro “l’Inquilino dentro” dellamalattia di Parkinson: una delle piùfrequenti malattie neurologiche carat-terizzata da disturbi del movimento eche colpisce generalmente in Italiacirca 250.000 e la cui età media diinsorgenza è di 50-55 anni. Apparen-temente quando si parla di Parkinsonci sovviene alla mente il tremore checolpisce alcune persone soprattuttoad una mano. Ma in realtà il Parkin-son presenta sintomi ancora più im-portanti del tremore, assente nel 20%dei malati.Questa malattia è dovuta ad una de-generazione di particolari cellule ner-vose (neuroni dopaminergici dellasostanza nigra) siti nel tronco dell'en-cefalo– spiega il Prof. Stefano Rug-gieri, ordinario di neurologiaSapienza Università di Roma e pri-mario del dipartimento di neurologiaall'Istituto IRCSS Neuromed . L'atti-vità di questi neuroni, connessi conaltri centri celebrali (gangli basali), èdi produrre la dopamina, un neuro-trasmettitore che intermedia la comu-nicazione tra le cellule nervose.Quando si presenta la malattia, la do-pamina viene a mancare e si creauno squilibrio tra i centri nervosi checontrollano i movimenti automatici.A pochi giorni dalla seconda giornatanazionale del Parkinson abbiamoraccolto i contributi di alcuni esperti:Dr. Nicola Modugno, Neurologo U.O.Neurologia –IRCCS NeuromedQuali sono i sintomi della malattiadi Parkinson e quali sono le possi-bili cure a cui i pazienti possonoaccedere?I sintomi possono essere molteplici esi suddividono in sintomi motori (ral-lentamento ed impaccio motorio, tre-more e rigidità, disturbi della posturae della deambulazione ecc) e nonmotori (problemi osteoartrosico dege-nerativi, disturbi disautonomici, di-sturbi psichici e cognitivi).Secondariamente si assiste ad unprogressivo e radicale cambiamentodella persona nella sua globalità in-cluse le relazioni intrafamiliari ed in-terpersonali con conseguenzefacilmente immaginabili in termini didisagio. Le manifestazioni più comunisecondarie al disagio sono: angosciae depressione, sensi di colpa, rabbia,

paura, aggressività, imbarazzo, soli-tudine ed inversione dei ruoli .Colpisce anche i giovani?La malattia di Parkinson non è la ma-lattia degli anziani: 1 paziente su 4 siammala prima dei 50 anni. Inoltre, il25% dei malati di Parkinson non sa diesserlo perché i sintomi sono leggerie facilmente confondibili: succede inparticolare ai pazienti nella fascia dietà 40-50 anni. Nel 20% dei casi (sitratta ancora una volta soprattutto disoggetti giovani) i pazienti arrivanodal medico solo dopo 2 anni dall’iniziodella malattia, poiché non ne erano aconoscenza, perdendo, così, tempoprezioso.Quali sono le possibili terapie?Le terapie sono di tipo farmacologicoe chirurgico, adattabili ad ogni pa-ziente e in gran parte di natura sinto-matica, in minima parte di tiponeuroprotettivo che mirano a rallen-tare il decorso della malattia. Tutti i tipidi terapie sono fruibili facilmente perogni paziente ma è sempre necessa-rio essere affiancati da un bravo spe-cialista che sia in grado di scegliere lamigliore strategia per ogni singolo pa-ziente, di comunicare e fornire ai pa-zienti l’assistenza necessaria.Purtroppo sia la terapia farmacolo-gica che quella chirurgica diminui-scono di efficacia nel temposoprattutto per il peggioramento pro-gressivo della sintomatologia nonmotoria. Si ricorre allora alla terapiafisica e riabilitativa che come è facile

immaginare si interessa prevalente-mente della componente motoria. Viè perciò bisogno di affiancare unaadeguata terapia farmacologica adun trattamento riabilitativo efficace eduraturo. In aggiunta al trattamentoriabilitativo si stanno inoltre svilup-pando tecniche terapeutico/assisten-ziali alternative che siano in grado diaffiancare le terapie e migliorarne l'ef-ficacia.Dr. Michelangelo Bartolo, NeurologoU.O. Neuroriabilitazione 2- IRCCSNeuromedQuali sono le attività riabilitativeche il paziente parkinsoniano puòsvolgere?La riabilitazione oggi offre diversepossibilità di intervento per i pazientiparkinsoniani: i sistemi di riabilita-zione del cammino in sospensione dicarico associati o non a treadmill(tapis roulant), l’utilizzo dei “condizio-namenti esterni” (“cues”) visivi ed udi-tivi, ma vi sono anche trattamenti peraspetti più specifici quali i disturbidella deglutizione o dell’equilibrio. Unpunto fondamentale è comunquequello di distinguere il bisogno assi-stenziale riabilitativo in relazione allostadio evolutivo di malattia e quindi algrado di capacità funzionale residua.Ad esempio, l’ambulatorio neuroriabi-litativo si rivolge ai pazienti in fase ini-ziale o comunque stabile di malattia,mentre il regime di ricovero dovrebbeessere orientato a soggetti con poli-patologia e complicanze varie.

“…mi fa stare bene prendere tuttoalla leggera. Capisco che il signorP. non schioda, ma non vince. Anzi,

lo posso prendere in giro quando vo-glio. Faccio come la satira, che irride i

potenti. Ci rido su anch’io. Se tremo,non è per la paura.” Questi versi sonoegualmente tratti dal libro “L’inquilinodentro” di Francesco D’Antuono e diGiovanni Piazza. Loro non sono i soli

Ilaria Pucci

Una immagine dell’Irccs diPozzilli, a fianco il neurologoNicola Modugno, sotto ungruppo dei pazienti impegnatinel teatro di Parkin-zone.

Parkin-zone, il grupposi può tremareanche solo per emozione

L’impegno di Neuromed e la seconda giornata nazionale dedicata alla malattia

Il Parkinson non è invincibileUn libro testimonianza (“L’inquilino dentro”) e il punto su una patologia neurologica

che colpisce in Italia non meno di 250mila persone. Le terapie e la riabilitazione

9ATTUALITA’SSMoliseMolise

IN PRIMO PIANO/2

malati di Parkinson ad aver trovatonell’arte una forma di terapia, vi sonoun gruppo composto da una cinquan-tina di persone: i Parkin-zone.Parkin-Zone è una ONLUS che affianca lepersone affette da morbo di Parkinsone da altre malattie neurodegenerativeusando il teatro quale forza per supe-rare il disagio. Questa associazionenasce nel maggio del 2004 e rappre-senta la fusione tra la ricerca medica ela ricerca teatrale, nata da un’idea diNicola Modugno, neurologo IRCCSNeuromed, che in collaborazione conKlesidra-teatro e la regista ImogenKusch. È ormai accertato che l’arte-te-rapia, nel senso di impegnarsi in un’at-tività nuova e creativa, promuovel’attivazione dell’emisfero destro delcervello, che presiede appunto alle at-tività creative, alla fantasia, all’intui-zione, alla comunicazione e ai segnalicorporei. L’iniziativa parte quindi dallaconvinzione che il teatro possa offrirealle persone con gravi difficoltà neuro-logiche un supporto importante dandoloro gli strumenti per combattere lamalattia e migliorare la qualità dellavita. Le attività che si svolgono durantei laboratori comprendono tecniche dirilassamento attraverso la musica, gin-nastica specifica, giochi di gruppo perstimolare la comunicazione tra pa-zienti, esercizi di improvvisazione, neiquali gli attori-pazienti simulano dellescenette scritte e preparate da loro,prove e rappresentazione dello spet-tacolo, riunioni con i familiari per la di-scussione di problematiche comuni. Afini scientifici i pazienti vengono inoltresottoposti a scale di valutazione clinicadelle funzioni cognitive e motorie. Iprincipali obiettivi che si pone l’asso-ciazione sono quelli di aiutare i pa-zienti e i loro parenti nell'accettazionedella malattia, alleviare i sintomi colla-terali (depressione, apatia), stimolarela comunicazione tra persone con pa-tologie simili e soprattutto fornire deivalidi mezzi di sostegno nella curadella malattia. Il gruppo parkin-zone siriunisce a Roma e a Pozzilli (pressol’I.N.M. Neuromed). L’arte-terapia di-viene un modo per affrontare la malat-tia con un approccio di tipo olistico,che abbracci la persona nella sua glo-balità e la si affianca alla riabilitazioneneuromotoria allo scopo di migliorare

gli “outcome” della fisioterapia e fornireai pazienti un valido mezzo di soste-gno.Tutto ciò nasce dal presupposto chel’espressione artistica e i percorsi del

processo creativo promuovono l’inte-grazione psichica, emotiva, cognitiva,psicosociale, contribuendo di riflesso,a migliorare la qualità della vita dellepersone con Parkinson e permettonodi ricreare l’impersonificazione dei di-versi ruoli della vita.o sentito una rina-scita, la parte sinistra del mio corpo,quella colpita da Parkinson, è dinuovo mia.

L’Iniziativa della LIMPECambia ritmo, informati:il Parkinson si può curare

Consigli per gli iscrittia FACEBOOK

Saperne di più è un passo fondamentale verso una cura migliore e una piùserena gestione della malattia in ambito familiare. Per questa ragione èstata nuovamente riproposta (il 28 novembre) una Giornata completa-

mente dedicata alla corretta informazione sulla Malattia di Parkinson. LIMPE eDISMOV-SIN hanno messo a disposizione tutta la loro competenza ed espe-rienza, per aiutare i pazienti e le loro famiglie a comprendere meglio tutte le pro-blematiche relative a questapatologia che spesso com-porta importanti disabilità. Ilmessaggio-chiave della cam-pagna è sintetizzato nel claim“Cambia ritmo, Informati: ilParkinson si può curare”, cheha raggiunto il grande pub-blico anche attraverso unospot radiotelevisivo cui haprestato la propria voce Lu-ciana Littizzetto: una spe-ranza per chi – affetto dallapatologia o a contatto conchi ne soffre – può conti-nuare a vivere la propriaquotidianità grazie ad unadiagnosi precoce e unacura corretta.

Visita il sito della LIMPEhttp://limpe.it/ (LIMPE:da oltre 35 anni un riferi-mento per i pazienti con ilParkinson)

Visita il gruppo Quelli che hanno letto l'inquilino dentro Puoi scaricarela copertina anche da internet In questo gruppo si discute del testodi Francesco D'Antuono e Giovanni Piazza Un inquilino dentro ce

lo portiamo tutti. A prima vista potrebbe sembrare che in queste pagine siparli solo di Parkinson, ma a ben guardare la malattia viene delineata coni contorni sfumati. Questo personaggio che ha occupato abusivamente unappartamento potrebbe essere chiunque e qualsiasi cosa: una personache ci dà fastidio, un problema che si è impadronito di noi e ci fa viveresotto dettatura.Il signor P. è il Parkinson, ma è anche la Precarietà, i Problemi di ognigiorno, le Pene d'amore, come dicevano i nostri nonni. Ma pure ilsignor P., come tutti i signori P., ha una sua funzione ben precisa. Capirequal è rappresenta il primo passo per sbarazzarsi di lui una volta per tutte.E per riuscirci ci sono due strade: riderci su (o almeno provarci) e rac-contare. Così, quello che sembra una perdita, rischia di apparirci una ric-chezza.

Nell’immagine sotto il profRomanelli nel corso di un in-tervento chirurgico e la lo-candina di una iniziativa dellaLimpe

Un pacemakerper i parkinsonianiIl caso di Davide Lot

o sentito una sensa-zione di benessere doposolo 2 giorni dall’inter-

vento. Ho già dimezzato i farmacidel 50% e questo per un parkin-soniano è un enorme successo.”Così David Lot, 48 anni, ex cam-pione di basket ha commentato ilsuo intervento durato 7 ore circa.Il Prof. Romanelli, coadiuvato daldr. Modugno, dall’ ing. Seba-stiano e dalla loro equipe, sonointervenuti chirurgicamente sulpaziente inserendo un pacemakerper il Parkinson.L’intervento consiste nell’inserireun elettrodo nel cervello in unazona precisa che controlla i movi-menti. “Un paziente con il Parkin-son avanzato arriva ad assumerefino a 60pillole al giorno, 5-6 diffe-renti farmaci- afferma il Prof. Ro-manelli - Eseguire l’interventochirurgico consente di migliorarenotevolmentela qualità di vita riducendo allostesso tempo la qualità di farmaci

necessaria. In alcuni casi si arrivaad eliminare completamente i far-maci”.Davide Lot nei suoi anni d’oro hagiocato nella massima seria di im-portante squadre di basket, i suoisuccessi soprattutto nel suo pe-riodo romano e napoletano, non-ché a Perugia ed in Sicilia. Inparticolare insieme alla sua squa-dra ha condotto la PallacanestroTrapani alla promozione alla mas-sima serie nel 1991 con la vittoriadei play-off di Serie A2. Dieci annifa ha iniziato ad avere problemi disalute, dopo continui andirivienida un medico all’altro gli è statodiagnosticato il Parkinson. Dopoalcuni anni si è diretto in Neuro-med, seguito dal dr. Modugno, ecirca 2 giorni fa è stato operato.La strada chirurgica con l’inseri-mento del pacemaker ha già datonotevoli risultati, si è sviluppatol’effetto da microlesione che hacondotto ad un netto migliora-mento.

“H

Anno I Numero 415 dicembre 2010

10ATTUALITA’

IN PRIMO PIANO/3

Michele Iorio oggi ha 63 anni.Per vedere appianato il defi-cit della sanità molisana po-

trebbe dover aspettare gli 86.Almeno a sentire l’indagine dell’Aiop,l’associazione italiana ospedalità pri-vata, che ha bocciato in toto leaziende sanitarie pubbliche, giudi-cate sprecone e inattendibili. Il rap-porto “Ospedali & Salute 2010”realizzato dalla Ermeneia per la piùimportante federazione della sanitàprivata, fotografa la situazione diospedali pubblici, privati e accreditatimonitorando comportamenti e valu-tazioni delle prestazioni utilizzate daicittadini. “Si tratta di un’analisi unicain Italia”, spiega il presidente dell’as-sociazione, Enzo Paolini, “che ab-biamo voluto promuovere non perpuntare il dito contro gli amministra-tori degli ospedali pubblici o le re-gioni ma per offrire uno strumento dilavoro che aiuti a comprenderecome ogni riforma nella gestionedella sanità non possa prescinderedalla riorganizzazione del sistema.Siamo convinti che le risorse sianopiù che sufficienti e chela soluzione, anziché i continui taglialla sanità privata, stia nell’introdu-zione di criteri uniformi e trasparentiper valutare i costi delle prestazioni,con controlli attuati da un ente terzo.In questo modo si porrà fine al con-flitto di interesse dello Stato che,salvo eccezioni come la Lombardia,eroga e allo stesso tempo controllai servizi sanitari. Inoltre”, ha aggiuntoil numero uno dell’Aiop, “si devonoadottare nuovi sistemi di finanzia-mento e accreditamento nell’ottica direalizzare un sistema misto pub-blico/privato per ampliare l’offerta sulterritorio a costi sempre più appro-priati”. Per testare l’efficienza delle strutturepubbliche, sono stati confrontati icosti reali sostenuti dalle aziendeospedaliere con quelli, teorici, calco-lati sulla base del sistema dei Drgutilizzato al momento solo nella sa-nità privata accreditata. “In questomodo”, spiega Nadio Delai, direttoredi Ermeneia, “abbiamo potuto misu-rare lo scostamento rilevante tra icosti così calcolati - più alti - effettiva-mente presenti nel conto economicodelle strutture pubbliche e i costi ef-fettivamente dichiarati. Una diffe-renza che ci ha consentito dimisurare la quota di inefficienzasommersa”.Per ciascuna regione, spiega ancoraDelai, sono stati considerati regionequattro indicatori: il costo medio perposto letto, il case-mix, ovvero l’indi-catore medio nazionale di comples-

sità delle prestazioni, la mobilità in-terregionale dei pazienti e il tasso diospedalizzazione. La “combinazionemigliore” degli indicatori è datadal costo contenuto per i posti letto,accompagnato da un case mix alto(le prestazioni complesse implicanoinfatti rimborsi più alti, ma anche unimpiego di risorse da parte degli

ospedali che incide sui costi),daun’elevata capacità di attrarre pa-zienti da altre regioni e da un tasso diospedalizzazione proporzionato alcase mix e all’indice di attrazione deipazienti. Un alto tasso di ospedaliz-zazione è segno di inefficienza (adesempio i ricoveri impropri) se non èaccompagnato da un buon case mixe dalla capacità di attirare pazienti.Ma che cosa è emerso dall’inda-gine? Che nelle Regioni analizzate(Lombardia, Piemonte, Veneto, Emi-lia Romagna, Liguria, Toscana,Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo,Molise, Campania, Puglia, Basili-cata,Calabria), c’è una quota di “ineffi-cienza sommersa” con percentualiche variano dal 16,9% della Lombar-

Salvatore Bergamo

Il direttore generale del-l’Asrem Angelo Percopo.

Facendo due calcoli, si arrivaa quasi 10 miliardi di eurodi spese in più che potrebbero essere evitate, con le solite disparitàtra un Nord virtuoso e le regioni del Centro e del Sud che arrancano

Il rapporto Aiop boccia le aziende sanitarie pubbliche

Molise, fine debito maiL’indagine non usa mezzi termini: le regioni del Sud sono sprecone e inattendibili

La nostra regione agli ultimi posti. “Per sanare il deficit serviranno dai cinque ai ventitre anni”

dia e dal 18% del Veneto, fino al42,4% della Campania, al 43% delLazio e al 45,5% della Calabria.Inpoche parole l’inefficienza som-mersa costa alla Lombardia 875 mi-lioni di euro, al Veneto 697 milioni,ben 2.026 milioni al Lazio e 647 allaCalabria. Facendo due calcoli, si ar-riva a quasi 10 miliardi di euro dispese in più che potrebbero essereevitate, con le solite disparità tra unNord virtuoso e le regioni del Centroe del Sud che arrancano.Un capitolo a parte è poi l’ineffi-cienza sommersa nelle regioni in de-ficit. Lo scenario diventa a tintefosche se si mettono a confronto leRegioni commissariate e sottopostea Piani di rientro, con la relativaquota di inefficienza sommersa. Se-condo gli analisti, le percentuali diinefficienza sono talmente elevateper cui “se si vuole ragionare sutempi di rientro realistici bisognaagire con decisione sulla quota diinefficienza sommersa”.

Vediamole allora le ipotesi sui tempidi rientro dal deficit. I tempi prospet-tati sono tutt’altro che brevi. Infatti sesi riuscisse a recuperare al 100%l’inefficienza sommersa, per rientraredal debito ci vorrebbero un minimo di2,4 anni per l’Abruzzo e un massimodi 4,7 anni per il Molise fanalino di

coda. E nell’ipotesi di un recupero al50% ovviamente gli anni si raddop-pierebbero, e quindi si andrebbe daun minimo di 4,9 anni per l’Abruzzo aun massimo di 9,2 per il Lazio e di9,4 per il Molise. Infine con un’ipotesidi recupero del 20%, gli anni si mol-tiplicherebbero addirittura per cin-que, per cui per rientrare dal debitosarebbero necessari 12,2 anni perl’Abruzzo, ben 23,1 anni per il Lazioe 23,5 anni per il Molise. Naturalmente, sottolineano gli ana-listi “tutto ciò rappresenta un’eserci-tazione di tipo teorico, la qualetuttavia ha il pregio di dare un’idea diquanto tempo effettivamente ci vor-rebbe per sanare i disavanzi pre-gressi, a prescindere ovviamente daeventuali flussi di entrata che potreb-bero accelerare il rientro dell’esposi-zione”. Al di là delle previsioni dell’Aiop, checomunque vanno prese con le pinze,quel che emerge dall’indagine è chein tutti e tre gli scenari ipotizzati, laregione governata da Michele Ioriorisulta sempre l’ultima ruota del carrodella disastrata sanità nazionale.Serve un ulteriore cambio di passo,anche a costo di non prestare troppaattenzione agli interessi particolari diqualche struttura locale.Le temutissime forbici da qualche

parte devono cominciare.

11ATTUALITA’SSMoliseMoliseIN PRIMO PIANO/3

Se si riuscisse a recuperare al 100%l’inefficienza sommersa per rientraredal debito, ci vorrebbero un minimodi 2,4 anni per l’Abruzzoe un massimo di 4,7anni per il Molise fanalino di coda

Stime falsate: per calco-lare gli sprechi appli-cano il tariffario delle

cliniche private” A lui il rapportoAiop proprio non è piaciuto. “Gliospedali pubblici non sprecanodenaro ma impegnano risorse pergarantire anche le cure più co-stose a quei pazienti che solita-mente le strutture private nonprendono nemmeno in carico”.Giovanni Monchiero, numero unodella Fiaso, la Federazione ita-liana delle aziende sanitarie edospedaliere, risponde punto perpunto agli esperti dell’associa-zione della sanità privata. “Lastima di 9 miliardi l’anno di spre-chi”, spiega “è stata arbitraria-mente ricavata applicando allestrutture pubbliche i Drg, ossia letariffe di rimborso per le singoleprestazioni ospedaliere, applicatenelle case di cura private, te-nendo solo in minima parte contodel fatto che gli ospedali pubblicidevono garantire assistenza atutti, anche a chi soffre di patolo-gie gravi e costose da un punto divista assistenziale. Un dovereche comporta il mantenere attivi24 ore su 24 servizi altamentequalificati e costosi come le riani-mazioni e i pronto soccorsi”.

“Questo”, conclude Monchiero,“non significa negare la presenzadi sacche di inefficienza soprat-tutto nel Centro-Sud, dove a voltela sanità pubblica è stata impro-priamente utilizzata per creareoccupazione, a discapito dell’eco-nomicità dei servizi offerti”.

Nella foto in alto GiovanniMonchiero, “numero uno”della Fiaso, la federazione ita-liana delle aziende sanitarie eospedaliere

“S

“Stime falsate: per calcolaregli sprechi applicano il tariffario

delle cliniche private”

LA REPLICA

13

STATISTICHE

ATTUALITA’

L’anno sta per concludersi ed èarrivato il momento dei bilanci.Vale anche per la sanità. Nel

giro di pochi giorni sono arrivatisulla scrivania del governatore Iorioquattro dossier pieni di numeri, per-centuali, stime. Analisi dettagliate,frutto del lavoro annuale di espertiche per professione hanno il com-pito di snocciolare dati, fare calcoli,abbozzare previsioni. Ora sta alleistituzioni, ed in particolare al presi-dente del Molise, trarne le dovuteconseguenze e mettere in pratica isuggerimenti che arrivano dalle in-dagini. Ma andiamo per ordine. Deldossier più scottante, quello del-l’Aiop, che ha bocciato in toto leaziende sanitarie pubbliche del Sude le regioni commissariate (con ilMolise fanalino di coda), si parlaapprofonditamente nelle pagine 10e 11 di questo giornale. Ma le rela-zioni arrivate a Palazzo Moffa nonfiniscono qui. C’è un'altra indagineche, tanto per cambiare, ha cassatole aziende ospedaliere meridionali.Si tratta del rapporto Era (Epidemo-logia e ricerca applicata), la rela-zione sulla cosiddetta

“ospedalizzazione evita stilata dal Ministero della Salute,con l’ausilio di Istituto Superiore disanità (Iss), Istat, Università diRoma Tor Vergata e Nebo RicerchePa. Il dossier, va detto, contieneanche segnali confortanti: tra il2005e il 2008 i ricoveri nel nostro Paesesono diminuiti del 10% e la diminu-zione maggiore di ricoveri “inutili” ri-guarda principalmente Lazio,Sicilia, Sardegna e Abruzzo. Ma le

buone notizie finiscono qui. In treanni infatti ancora 15 milioni di ita-liani del Centro-Sud hanno passatoun giorno in ospedale per ricoverigenerici, quasi il 40% in più rispettoagli altri 15 milioni del Centro-Nord,per un totale di circa 11 milioni digiornate di ricoveri evitabili all'anno.Di queste 11 milioni di giornate, 6,4milioni sono potenzialmente inap-propriate e la ricerca dell’Iss le re-puta contrastabili con interventimirati di vaccinazione, controlli pre-ospedalieri per i casi acuti e correttagestione delle cronicità, tutto in am-bito extra-ospedaliero. Le restanti4,8 milioni di giornate di degenzaevitabili, sempre nel 2008, sonocontrastabili con efficaci interventi diprevenzione primaria per eliminarealla radice le cause di ricoveroospedaliero con migliori stili di vitae prevenzione degli incidenti, spe-cie stradali, sul lavoro e domestici,con questi ultimi che ricoprono an-cora una percentuale eccessiva-mente elevata. Per fortuna, almenoin questo caso, il Molise non è l’ul-tima ruota del carro. In termini di cri-ticità infatti è la Puglia la regionedove si rischia di più di fare ungiorno di ospedale “inappropriato”.Ma passiamo oltre. Il secondo rap-porto riguarda la presenza delle far-macie sul territorio. Anche questavolta il Molise si trova nelle partibasse delle classifiche. Con 168esercizi si piazza al penultimo postodella graduatoria stilata da Fede-ranziani, seguita solo dalla Vald’Aosta con 49. Al primo posto laLombardia, che ne conta 2782, se-guita dalla Campania (1606), dalPiemonte (1536) e dal Lazio (1474).In totale l’analisi conta 17.796 far-macie in tutta Italia, di cui16.246 pubbliche e 1550 private.L’ultima analisi riguarda il prontosoccorso. Secondo il rapporto ela-borato dalla centrale operativa “Mo-lise soccorso”, nel 2009 i pazientisoccorsi dal 118 regionale sonostati 23.738. Quelli che hanno rice-vuto trattamenti “in loco” sono stati12.055 (50,78%), 11.683 (49,22%)invece, i pazienti ricoverati. Il nu-mero maggiore di ricoveri si e' regi-strato all'ospedale “Cardarelli” diCampobasso (4.605), seguito dal'San Timoteo' di Termoli (Campo-basso) con 3.021; sono stati 1.995al Veneziale di Isernia, 847 al Vietridi Larino, 735 al Ss.Rosario di Ve-nafro. Le elezioni regionali (e forseanche quelle politiche nazionali, siavvicinano, ora Iorio può partire daqueste statistiche per intervenirenella complessa macchina della sa-nità molisana. Per tentare, con unultimo colpo di coda, a rimettere a volta per tutte.

Renato Verra

Tre rapporti “scottanti” sono sulla scrivania del governatore molisano Iorio

Sanità, è tempo di dossierI numeri di un sistema in crisi. Nel mirino ricoveri inappropriati, sistema farmaceutico

e pronto soccorso. Partire da qui per rilanciare l’assistenza. Se non è troppo tardi

In tre anni ancora 15 milionidi italiani del Centro-Sudhanno passato un giorno inospedale per ricoveri gene-rici, quasi il 40% in più ri-spetto agli altri 15 milioni delCentro-Nord, per un totale dicirca 11 milioni di giornate diricoveri evitabili all'anno.

“Il Molise non è l’ultima ruotadel carro. In termini di criticità infatti è la Puglia la regione dove si rischia di più di fare un giorno di ospedale “inappropriato”.

SSMoliseMolise

Anno I Numero 415 dicembre 2010

14SERVIZI

LA SANITA’ CHE FUNZIONABilancio positivo dell'Odo, il percorso di ospedalizzazione domiciliare

Come ti assisto il malato oncologicoDal 2002 cure palliative garantite per alcune migliaia di pazienti. Ampliamento

dell'offerta di servizi, umanità e contenimento delle spese, sintesi di un progetto

n latino il pallium era ilmantello che proteggeva ildebole: questa è l’etimolo-

gia del termine palliativo”. Percure palliative oggi si intende l’in-sieme di cure attive caratterizzateda interventi sanitari, innanzituttocontrollo del dolore e dei sintomi,socio-sanitari, psicologici, di vo-lontariato che rispondono a trecaratteristiche fondamentali: lacontinuità di intervento, la pre-senza di un’équipe di operatoripreparati, la gratuità. In questoambito così delicato il SistemaSanitario Regionale ha intrapresodal 2002 su tutto il territorio regio-nale un’importante iniziativa:l’Odo, il percorso di ospedalizza-zione domiciliare delle cure pallia-tive oncologiche. Un ampliamentosostanziale dell’offerta di cure,fino ad oggi assicurata a Larinonell’ospice Madre Teresa di Cal-cutta o nelle strutture ospedaliere,che viene incontro con ancoramaggior attenzione e adegua-tezza alle necessità familiari epsicologiche del paziente oncolo-gico. Il Consiglio d’Europa af-ferma che le cure palliativerappresentano la risposta mi-gliore per i malati terminali e perle loro famiglie; l’OrganizzazioneMondiale della Sanità ribadisce ilconcetto sottolineando come lecure palliative garantiscono la mi-glior qualità di vita alle personeinguaribili. Dal 2001 in Italia sonoun Livello Essenziale di Assi-stenza che deve essere garantitogratuitamente a tutta la popola-zione italiana. Nella Asrem, me-glio nei presidi ospedalieri diCampobasso, Larino e Isernia èoperativo un servizio di cure pal-liative al domicilio del pazienteche dal 2002 al 2009 ha assistitocirca 3000 malati oncologici.L’Odo è rivolto a malati oncolo-gici non più suscettibili di terapieantitumorali specifiche, ma chenecessitano di trattamenti pallia-tivi per il mantenimento della mi-gliore qualità di vita possibile econ un grado di autonomia chenon permette l’accesso ai serviziambulatoriali e con un ambientedomiciliare/familiare adeguato alservizio vengono dispensati eprescritti direttamente i farmaci edeventualmente dispensati diretta-mente particolari ausili e presidi.Inoltre possono essere eseguiti adomicilio prestazioni come adesempio prelievi, paracentesi, tra-sfusioni”. Accanto a ciò, è previ-sto l’accesso ad eventuali

consulenze specialistiche ospe-daliere ed il ricorso diretto a ser-

vizi diagnostici ospedalieri comeanalisi e imaging. Tutto assicurato

dalla presenza di un’équipe mul-tidisciplinare (medico,infermiere,

psicologo, assistente sociale,ecc.) che integra le diverse

Antonella Basile

Il Consiglio d’Europa afferma-che le cure palliative rappresen-tano la risposta migliore per imalati terminali e per le loro fa-miglie; l’Organizzazione Mon-diale della Sanità ribadisce ilconcetto sottolineando come lecure palliative garantiscono lamiglior qualità di vita alle per-sone inguaribili.LaLa

SCHEDA

I NUMERI

DEGLI

HOSPICE

1) Totali pazienti oncologici 94

2) Totali ricoveri 111

3) Pazienti dimessi 17

4) Giornate totali di degenza 2527

5) Durata media di degenza 22/23

6) Pazienti con durata di degenza inferiore ad un settimana 17%

7) Paziente con durata superiore a tre mesi 8%

8) Pazienti che hanno richiesto ricovero in ospedale 2%

9) Pazienti che hanno richiesto ricovero in hospice 32%

10) Pazienti deceduti 82%

11) Pazienti deceduti a domicilio 70%

12) Pazienti deceduti in hospice 30%

13) Pazienti deceduti in ospedale 0%

14) Prestazioni complessive 1959

15) Prestazioni mediche 689

16) Codice di intensità assistenziale 0,77

17) Costo personale medico 46.163

18) Costo personale infermieristico 51.000

19) Costo assistenza sociale 7.450

20) Costi farmaci e presidi 36.000

21) Acquisto attrezzature 0

22) Spesa globale 142.613,00

23) Costo medio paziente 1.517,90

24) Costo medio di un giorno di degenza 56,43

I dati della tabella si riferiscono al 2009

“I

15SERVIZISSMoliseMolise

LA SANITA’ CHE FUNZIONAcompetenze per dare una rispostapiù possibile adeguata ai bisognidel paziente e della famiglia L’at-tuazione, ma soprattutto i risultatiottenuti nell’attività dell’Odo,l’ospedalizzazione domiciliare on-cologica, ribadiscono più che maiil concetto che i “pazienti nonsono soltanto un corpo”. L’ospe-dalizzazione domiciliare oncolo-gica attuata su tutto il territorioregionale è la nuova dimensionedell’assistenza, che la trasformada ospedale-centrica a famiglia-centrica. Naturalmente ponendoal centro “il paziente oncologico”,dandogli soprattutto dignità, of-frendogli una assistenza speciali-stica che sia al tempo stessoefficace, ed attenta ai bisogni in-dividuali del malato, attraverso lavalorizzazione dell’ambito fami-liare che diviene “luogo” privile-giato di cura; contenere edottimizzare i costi – notoriamenteassai rilevanti – necessari perl’assistenza ospedaliera oncolo-gica. Si tratta in realtà di un obiet-tivo che si inquadra appieno edasseconda quelle che sono letendenze evolutive della sanitàpubblica, sempre più destinata asoddisfare, da un lato, la richiestadi umanizzazione del trattamentodel paziente e, dall’altro, a “fare”i conti con il contenimento dellespese, esigenze solo apparente-mente inconciliabili tra loro mache, in verità, possono trovaregiusta sintesi proprio nel ruolodecisivo che l’ospedalizzazionedomiciliare è in grado di svolgere.La proposta di ricovero può es-sere inoltrata all’U.O.S. di ODOdai reparti ospedalieri o dai me-dici di medicina generale, anchesu richiesta dei familiari del ma-lato. Il servizio, è organizzato siaa Campobasso, Larino ed Iserniacon una lista di attesa di 1 setti-mana circa. Per ogni paziente inODO vengono assicurai in media

2/3 accessi infermieristici alla set-timana, altrettante visite medicheoncologiche. Nel solo 2009 sonostati presso l’Odo dell’ospedaleCardarelli di Campobasso ben1706 gli accessi infermieristici,quasi mille le visite oncologicheeffettuate, a Larino sono stati 94i pazienti assistiti in ODO, 1437le prestazioni infermieristiche, 20quelle socio assistenziali e ben37.956 i chilometri percorsi dal-l’equipe ODO. A Isernia dal 2003al 2009 sono stati 449 i pazientiinclusi in Odo.

Di infermieri iIn Molise ce ne sono quasi tremila, duemilasettecento per la precisione. Un mestiere difficile, impe-gnativo e faticoso sia dal punto di vista fisico che psi-

chico. Un compito che, secondo i dettami del nursing moderno,non deve sottovalutare l’approccio umano e psicologico. Unaprofessione con immediati sbocchi di lavoro. Al Nord. Perchéal Sud, come sempre, è tutto più faticoso. A quello che in gergo viene definito “personale paramedico”infatti, solo dopo un percorso legislativo lungo e difficoltososono stati riconosciuti valori, innovazione, formazione e pro-gettualità per l’assistenza alla persona.La promulgazione della L. 42/99 ha indicato nel profilo profes-sionale, nel codice deontologico e negli ordinamenti didattici

gli elementi che definiscono il campo propriodi attività dell’infermiere. Il rapporto infermiere/persona assistita si esprime attraverso l'attoinfermieristico inteso come il complesso deisaperi, delle prerogative, delle attività , dellecompetenze, e delle responsabilità dell' infer-miere stabilendo cosi una relazione d'aiuto.Tale relazione racchiude due soggetti auto-nomi ma reciprocamente responsabili del pattoassistenziale relazione che si realizza attra-verso interventi specifici, autonomi e comple-mentari di natura

intellettuale, tecnico- scientifica, gestionale, relazionale, ededucativa infatti l'infermiere persegue nelle diverse fasi del per-corso assistenziale appropriatezza e pertinenza nell'interesseprimario della persona.Gli interventi che l’infermiere pone in essere durante il per-

corso assistenziale sono “specifici” poiché propri ossia internialla professione in quanto patrimonio di peculiari competenzeed esperienze infermieristiche, “autonomi” poiché tali interventisono la conseguenza di una decisione propria dell'infermiere ri-spetto ad altre figure professionali ; anche la responsabilità col-legata all'autonomia è intesa coma principio guida dell'agireprofessionale. L'assunzione di responsabilità pone l'infermierein una condizione di costante impegno: quando assiste,

quando cura e si prende cura della persona nel rispetto dellavita, della salute , della libertà, e della dignità dell'individuo, nelrispetto dei valori etici, religiosi,e culturali. La mission primariadell’infermiere è il prendersi cura della persona in forma oli-stica, considerando anche le sue relazioni sociali e il contestoambientale, tutto ciò attraverso l'instaurarsi di una relazioneempatica e fiduciaria sopratutto quando la persona, vivendomomenti difficili ( es accettazione di una diagnosi infausta ) di-venta più fragile, tutto ciò nel rispetto della dignità della per-sona in ogni fase della vita e fino al fine vita attraverso lapalliazione, il conforto fisico, psicologico, relazionale, spirituale,ambientale.La relazione infermiere / persona assistita è rilevante e fonda-mentale per rispondere a esigenze di cura e assistenza in co-stante e veloce evoluzione che si manifesta come una realtàsignificativa del sistema salute. Una realtà in grado di dare risposte innovative e competentialla crescente domanda di percorsi assistenziali diversificati econiugare capacità di presa in carico, risposte adeguate ai bi-sogni di salute dei singoli e della collettività, continuità assi-stenziale, l'infermiere coniuga cosi il “saper essere “ conil”saper fare” manifestando la propria valenza etica e professio-nale .

An. Bas.

Il servizio è organizzatoa Campobasso, Larino ed Isernia con una lista di attesa di una settimanacirca. Per ogni pazientein ODO vengono assicurati in media 2/3accessi infermieristicialla settimana, altrettante visite mediche oncologiche

Chiama l’ 800329500Numero unicoper prenotarevisite ed esami

Chiamate l' 800329500. E' il numero verdeunico per prenotare visite mediche ed esamispecialistici in Molise nelle strutture pubbli-

che. Ad oggi sono già prenotabili diverse tipologie diprestazioni presso le strutture aderenti delle pro-vince di Campobasso Isernia Termoli e Agnone. Ilservizio telefonico è attivo con operatore da lunedìa sabato dalle 8.00 alle ore 18.00, esclusi i giornifestivi, il sabato dalle ore 8,00 alle ore 12,00. Al mo-mento della telefonata il cittadino dovrà essereprovvisto dell’impegnativa del medico e della tes-sera sanitaria per poter fornire i dati che gli verrannorichiesti dall’operatore. Il servizio è gratuito (da tele-fono fisso, telefono pubblico e cellulare, anche dafuori regione). Attivato il 1 gennaio 2007 il Call Cen-ter Sanitario ha gestito ben 995.346 contatti(665.643 contatti Cup, cioè visite prenotate, spo-state, disdette, informazioni su visita già prenotata,

visite non prenotate e 339.703 sono stati i contattiUrp, cioè quelle informazioni che il cittadino ha ri-chiesto ad esempio sul medico, sul reparto sull’ora-rio visite, sul servizio) Buona anche l’adesione deipazienti regionali: in circa 43mila si sono rivolti perle prenotazioni al numero verde. Le visite prenotatesu pazienti non regionali sono state 65.991,439.910 quelle prenotate su pazienti regionali. Pre-cisa anche la casistica delle visite non prenotate,che spazia dal tempo di attesa troppo lungo(24.738) alla visita non prenotabile (35.861). Dalgennaio del 2008 è inoltre attivo anche il servizio dipromemoria. L’operatore del Call Center Sanitariocontatta 48 prima della prenotazione l’utente, perchiedere la conferma o l’annullazione. In caso di di-sdetta si anticipa la prenotazione di 20 giorni prima.Tutto questo con un notevole snellimento delle listedi attesa.

Essere infermieriPoco meno di tremila

in tutta la regioneE con una mission

impegnativa

IL CASO

17ATTUALITA’SSMoliseMolise

E’ accaduto qualche giorno faall’ospedale G Vietri di Larinoche tre pazienti siano state te-

nute per ore nell’astanteria delPronto Soccorso a causa di precisedisposizioni (di carattere generalenaturalmente) della direzione gene-rale della Asrem: niente più ricoverinel reparto di Medicina, quindi chi habisogno vada a cercare un letto al-trove. E’uno degli effetti della ricon-versione dettata dalla stretta delTesoro sul piano di rientro, certo.Ma affannose ricerche telefonichepresso gli ospedali di Campobasso,Termoli, perfino di Vasto portavanoall’evidenza un fatto inquietante.Nessun letto libero nel giro di decinedi chilometri. E le tre malate sono ri-maste in barella ad aspettare unaqualche soluzione, “ostaggi” delleimposizioni del Ministro Tremonti. E’andata a finire che della questione èstato investito il vice direttore sanita-rio Altieri, il quale ha richiesto imme-diatamente l’autorizzazione alricovero, presso il reparto di medi-cina del nosocomio larinese, per letre pazienti da ore sulle barelle. Nelcontempo sono stati chiamati i Ca-rabinieri della stazione di Larino af-finché prendessero nota della gravesituazione venutasi a creare per pa-zienti e familiari in balia di un si-stema sanitario ormai al collasso. Enon mancberà, ne siamo certi, unadenuncia alla magistratura. Fin quila cronaca. Ma da questo stessopunto parte il paradosso di un ap-proccio alla questione sanità chenon tiene alcun conto della realtà,del territorio. Si possono individuaredei parametri, fissare dei paletti, masi devono anche offrire delle ragio-nevoli vie d’uscita, delle ragionevolialternative. In altre realtà territorialic’è una geografia ospedaliera com-plessa, un reticolo di strutture collo-cate ad un ragionevole numero dichilometri di distanza. Ma i centochilometri di pianura o di collina delLazio o della Toscana nulla hanno ache vedere con i 30-50 chilometri diarrampicata montana, che nel Mo-lise è quasi la norma.Due terzi dei comuni molisani, lospiegava ad un poco convinto Leo-luca Orlando il buon Iorio nel corsodella audizione in Commissione par-lamentare sugli sprechi in sanità,sono sotto i mille abitanti e in largaparte sono arroccati in cima allamontagna. Quei cittadini, quei pa-zienti, hanno meno diritto di altri?Strade ripide, ghiacciate per tuttol’inverno. Andate a spiegare a queivecchi, cocciuti e orgogliosi che illoro ospedale non c’è più e che il ri-ferimento sanitario obbligatoèa

Campobasso, o a Termoli, o a Iser-nia. Eppure, secondo paradosso,dopo l’episodio di Larino le associa-zioni di utenti, l’opposizione politica,ha sparato a zero contro la Giunta,attribuendo a Iorio la responsabilitàdi una riorganizzazione scellerata.Ma abbiamo sentito e visto il presi-dente Iorio difendere con rabbiacontenuta, con decisione, con deter-minazione, i diritti dei molisani con-tro i diktat dei tecnici del Tesoro.Margini di manovra per un eventualecompromesso? Pochissimi. Finiràche i molisani si abitueranno e nonsi avvicineranno nemmeno ai treospedali riconvertiti scegliendo altresoluzioni. Non è detto che sia la so-luzione migliore, ma le capacità diadattamento del popolo italianosono proverbiali. Digerisce tutto epoi adatta qualsiasi problema allarealtà, alle esigenze. Vale a ancheper le asettiche attribuzioni di postiletto per migliaia di cittadini. Certoun criterio qualsiasi va adottato, mabisogna anche dare ai dirigenti sani-tari di turno di adattare il “cappotto”alle dimensioni del cliente. La parolad’ordine è: flessibilità

Paolo Bianchi

Nella foto in alto l’ospedaleGiuseppe Vietri.A destra il complesso del S.Timoteo.In basso una foto del Carda-relli.

Il paradosso di un approccioalla questione sanitàche non tiene contodella realtà del territorio

Gli effetti della riconversione si fanno sentire. Eppure con un po’di buon senso…

Qui non ricoveriamo piùTre pazienti rifiutate al Pronto Soccorso di Larino: ma non c’era posto né a Termoliné a Campobasso . E allora sono arrivati i carabinieri. Urgono soluzioni ragionevoli

Anno I Numero 415 dicembre 2010

IL TERRITORIO

18ATTUALITA’

Avevano provato in tutti i modiad allontanare i colombi daitetti e dalle varie corti del-

l’ospedale, ma nè la corrente abassa tensione nè le reti collocatenei pressi delle ampie vetrate eranoriusciti a far desistere i volatili dal-l’annidarsi nella struttura ospeda-liera frentana. Tutti i modi adesclusione di quello messo in attonei giorni scorsi, ossia l’allontana-mento dei colombi per tramite di altrivolatili, ossia dei falchi. Con il bene-placito del manager dell’Asrem An-gelo Percopo, e il suggerimento delresponsabile dell’area tecnica delpresidio ospedaliero frentano Gio-vanni Quici, l’azienda ha dato man-dato all’impresa Eugenio Di Nunzioe, per suo tramite, al noto falconierelucano Massimo Lanatà di utilizzareper l’appunto i falchi come dissua-sori naturali per i grandi stormi di co-muni piccioni che da sempre hannoscelto la struttura di via Morronecome loro sede naturale, habitat incui nidificare e soggiornare tanto daprovocare non pochi problemi e perla salute dei degenti e del personaleper via dei loro escrementi e per viadei mezzi che l’azienda avevascelto in precedenza per allonta-narli, tutti risultati vani.Ben undici falchi, dalle poiane deldeserto passando per i falchi co-

muni e quelli reali, sapientementeaddestrati nel centro lucano diretto

da Lanatà, un vero e proprio men-tore del settore, si sono letteral-

mente impadroniti dello spazioaereo del Vietri e nella loro attivitàdi bird control sono riusciti in pocopiù di due ore ad allontanare i co-lombi spaventati dalla presenza deirapaci. Rapaci che – come ha avutomodo di affermare lo stesso Lanatà– non aggrediscono i colombi ma alcontrario rendendosi in qualchemodo padroni dei luoghi incutonoloro timore tale da indurli ad abban-donareil luogo. Il tutto nel rispetto della na-tura e della normale indole dei vola-tili”. “Siamo davvero soddisfatti –hanno affermato congiuntamente ilresponsabile dell’area tecnica Gio-vanni Quici e il direttore del Vietri Ni-cola Di Lena – soddisfatti di unintervento che in prospettiva si pre-annuncia definitivo del problema adispetto degli altri interventi chepure abbiamo cercato di porre in es-sere per debellare questa che rap-presenta una vera e propria piagaper questa struttura”. L’intervento dibird control per tramite dei falchi,dunque, proseguirà al Vietri ancoraper un certo periodo. E pensare cheè il sistema adottato da tutti i princi-pali aeroporti del mondo e in altrestrutture solitamente ‘infestate’ daicolombi, proprio per via della naturadei falchi che riescono anche solocon la loro presenza a dissuadere ivolatili che abbandonano lo stabile‘occupato’.

Salvatore Bergamo

Mancano le sedie a rotelle “speciali” e la squadra dipallacanestro in carrozzina dell’Airino Basket Termolirischia seriamente di non poter disputare il campio-

nato di wheelchair federale. Per permettere ai ragazzi diprendere parte al torneo è partita in questi giorni una gara disolidarietà. Il comitato regionale del Cip Molise, grazie al patrocinio del-l'Università degli studi del Molise e alla collaborazione delcoro polifonico di Montagano diretto da Giuliano Mariano, haorganizzato per giovedì 16 dicembre, alle ore 18.30 nell’aulacentro servizi culturali G.A. Colozza - 1° edificio polifunzio-nale dell’ateneo regionale - in viale Manzoni a Campobassouna serata di beneficenza denominata “Sette note di solida-rietà”. “Abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti”, spiegano dal Cip.“Chi prenderà parte alla serata potrà, con un grande gesto difratellanza, devolvere una somma di denaro, a libera scelta,per contribuire fattivamente alla crescita del movimento ce-

stistico per disabili in carrozzina in Molise”. Il programmadella serata prevede dopo l’introduzione del presidente delCip Molise, Donatella Perrella e il saluto del Magnifico Ret-tore dell'Università del Molise, Professor Giovanni Cannata,la presentazione della squadra dell’Airino Basket Termoli, laproiezione di un filmato sull'attività svolta dal Cip Molise einfine il concerto del coro polifonico di Montagano.Anche chi non potrà prendere parte fisicamente alla seratadel 16 dicembre, avrà comunque la possibilità di dare unamano concreta ai cestisti termolesi: basterà effettuare unversmaneto sul conto corrente intestato al comitato regio-nale Cip Molise - via Carducci 4 M - 86100 Campobasso -codice IBAN IT 45 S 01 005038 000 000 000 03971.“Solo con l’aiuto di tutte le persone di buona volontà del Mo-lise”, è l’appello di società e goicatori, “si potrà tagliare que-sto ennesimo traguardo che riveste una doppia valenza:sportiva e sociale”.

Basket in carrozzina,un aiuto agli atleti di Termoli

Originale operazione contro i volatili che infestano l’ospedale frentano

Vietri, falchi contro colombiLa politica non c’entra, risolto in modo incruento il problema (per degenti e operatori)

con l’autorizzazione del direttore generale dell’Asrem Percopo. Esperimento esportabile?

Nella foto l’ingresso del-l’ospedale Giuseppe Vietri diLarino, infestato dai colombiprima dell’intervento di un-dici falchi

L’IINIZIATIVA

19TERRITORIO

Benessere donna. Si chiamacosì il progetto dell’Unità Ope-rativa di Malattie Metaboliche

del Basso Molise, che nelle sue di-verse sedi di attività - Termoli, Larino,Montenero di Bisaccia – nei prossimimesi porterà avanti un percorso as-sistenziale “di genere” attraversomaggiori tutele per le donne affetteda patologie metaboliche (diabete,obesità, dislipidemia, ) in gravidanza.“Si tratta di una dimensione metabo-lica di genere che necessita dimaggiori e particolari attenzionia causa della peculiarità di unessere persona che cambiacon il divenire della vita”,spiega Marco Tagliaferri,direttore di Diabetologia,Endocrinologia e Malat-tie Metaboliche del-l’Asrem diTermoli-Larino. “Alcuneparticolari condizioni di-smetaboliche, se nonadeguatamente affrontatepossono comprometterenon solo il buon esito dellagravidanza ma anche la sa-lute del nascituro”.Ed è proprio lo sviluppo fetale cheha attirato la maggior parte delle at-tenzioni per la sua fragilità ad intera-gire con tali disfunzioni metabolicheche possono causare un eccessivoaccrescimento del feto ( macrosomiafetale, con peso maggiore a 4 Kg., ),oppure aborti spontanei, o malfor-mazioni congenite, soprattutto a ca-rico del sistema cardiovascolare edel sistema nervoso. Gravi problemiper il feto, quindi, che possono es-sere evitati costruendo un assettometabolico ottimale, il più vicino pos-sibile a quello fisiologico. Un compitoarduo e difficile, ma non impossibile,

che deve sapersi nutrire, però, di Per-corsi Assistenziali Particolari in grado

di soddisfare ogni esigenza/emer-genza in “ real time”, senza porre in at-tesa chi, la mamma ed il feto, nonpossono aspettare. Le prestazioni dia-betologiche ed endocrinologiche per ledonne in gravidanza, nel basso Molise,non hanno “lista di attesa”. Un piccologrande sforzo, che però non è suffi-ciente perché la gravidanza metabo-lica richiede anche interventi dispecialistica clinica nonché di diagno-stica di laboratorio e strumentale che,al momento, sono soggetti ad atteseche, spesso, superano i tempi dellastessa gravidanza.“È estremamente importante dunque”,conclude Tagliaferri, “portare avanti unimpegno istituzionale forte ed ade-guato, senza costi aggiuntivi, che siain grado di eliminare ogni lista di attesaper tali condizioniparticolari al fine di garantire alla vitanascente, una maggiore serenità e tu-tela, unitamente ad una maggiore cer-tezza di iniziale dignità di vita”.

Il progetto dell’unità operativa di malattie metaboliche del Basso Molise

Benessere donna, sta funzionandoUn nuovo percorso assistenziale attraverso maggiori tutele per donne in gravidanza

affette da diabete, obesità e dislipidema. Parla Marco Tagliaferri, direttore del servizio

Salvatore Bergamo

Nella foto Marco Tagliaferri,direttore di Diabetologia, En-docrinologia e Malattie Meta-boliche dell’Asrem diTermoli-Larino

Più donne che uomini, concen-trati maggiormente nelle re-gioni meridionali, la metà

soffre di handicap plurimi. È questala fotografia scattata dall’Istat pub-blica nel rapporto sulla disabilità inItalia. Indagine che classifica il Mo-lise, subito dopo Sicilia e Umbria, trale regioni con più invalidi residenti.All’ombra di San Leonardo la per-centuale dei portatori d’handicap èdel 5,8%, superiore a quella nazio-

nale (5%) e meridionale (5,2%). Ilrapporto evidenzia una spropor-zione significativa tra il Centro-sude il Nord (4%), dove sono stati regi-strati i valori più bassi, vedi Bolzano(2,5%), Trento (2,9%), Lombardia(3,8%) e Valle d'Aosta (4,1%). Ma ladistribuzione geografica dei porta-tori d’handicap non è l’unico aspettoemerso dall’indagine. L’Istat infattiriferisce che due disabili su tre (il66,2%) sono donne: ce ne sono 1

milione 700 mila, cioè il 6,1% delledonne italiane.Tra gli uomini la percentuale è parial 3,3%, valore quasi dimezzato ri-spetto alle donne. I tassi di disabilitàdi uomini e donne sono molto similifino ai 54 anni di età, mentre a partiredai 55 anni la situazione femminilepeggiora più sensibilmente al cre-scere dell'età.Capitolo a parte il rapporto tra per-sone disabili e nucleo famigliare. Il

93% degli italiani con disabilitàvive in famiglia: di questi, il 27%in coppia senza figli, il 10% incoppia con figli, mentre il 43%resta con la famiglia d'origine. Invalori assoluti le persone disabiliche vivono in famiglia sono duemilioni e 600 mila, pari al 4,8%della popolazione italiana. A vi-vere con il partner sono soprat-tutto gli uomini disabili (60%),mentre la percentuale scende al26% nel caso delle donne. L'Istatha diviso la popolazione con piùdi 6 anni che vive in famiglia (to-tale: 2 milioni e 600 persone) in 5grandi gruppi. Persone con diffi-coltà nel movimento. Se ne con-tano 700 mila, cioè l'1,3% dellapopolazione corrispondente.

Tassi più alti si notano fra ledonne (1,7%) e fra gli anziani ul-traottantenni (ha problemi di mo-vimento il 9,6% di essi). Personecon difficoltà sensoriali (vista,udito, parole). Rientrano in que-sta categoria 217 mila personesopra i 6 anni di età, lo 0,4% dellapopolazione. Percentuale stabilefra i due sessi, con incidenza cheaumenta al crescere dell'età, fino

ad un tasso del 6,4% fra gli ultraot-tantenni. Persone con difficoltà nellefunzioni di vita quotidiana (curadella persona, mettersi a letto, ve-stirsi, mangiare da solo, etc...). Aquesto identikit corrisponde la si-tuazione di 376 mila persone, lo0,7% della popolazione maggiore di6 anni che vive in famiglia. Le altredue categorie prendono in conside-razione rispettivamente le personeche dichiarano di avere difficoltà in

due e in tutte e tre le aree conside-rate. Le persone che affermano diavere difficoltà in due delle aree trat-tate sono un milione e 25 mila, pariall'1,9% della popolazione italiana,con valori sbilanciati sulle donne(2,5%) e soprattutto sulle donne ul-traottantenni (22,7%). Infine, sono290 mila le persone che dichiaranodi rientrare in tutte e tre le aree di dif-ficoltà considerate dall'indagine,quota pari allo 0,5% della popola-zione, con incidenza che sale al6,9% fra la popolazione ultraottan-tenne. Molti anche i disabili in isti-tuto. Si tratta in gran parte (83%) dianziani non autosufficienti, mentre il6% sono adulti con una disabilitàpsichica e un altro 6% adulti con unadisabilità plurima. In valori assoluti

sono 190mila che vi-vono in isti-tuto. Ledonne an-ziane nonautosuffi-cienti sonoil 64% dellep e r s o n eche vivonoall’internodi un isti-tuto.La letturaper generefa emergerecome lanon auto-sufficienzac o l p i s c aquasi il 90%delle donnecon disabi-lità in isti-tuto contro

il 66% degli uomini. Tra gli uomini èmolto alta la presenza di adulti condisabilità psichica (13%) o plurima(11%). Preoccupanti i dati sul lavoro.Solo il 3,5% degli italiani con disabi-lità ha un lavoro, ma appena lo 0,9%sta cercando un'occupazione. Il 66%è fuori dal mercato lavorativo, o per-ché in pensione (43,9% ), o perchéinabile al lavoro (21,8%). Ad avereun lavoro, sono in prevalenza gli uo-mini con disabilità (6,82%), mentre iltasso di occupazione scendeall'1,82% per le donne disabili. La di-sabilità sensoriale è più presente nelmondo del lavoro (16,3% e anchenella ricerca di un'occupazione(4,3%). La fonte di reddito principaleper le persone con disabilità è lapensione (85 %). Solo il 3% dellepersone con disabilità ha comefonte principale un reddito da la-voro.

Rapporto IstatDisabili, il Molise in cima alla classifica

SSMoliseMolise

Anno I Numero 415 dicembre 2010

Si sente spesso parlare della ti-roide e delle sue malattie. Ognianno in Italia si eseguono oltre

40.000 interventi chirurgici che riguar-dano questa ghiandola. Nel nostrometabolismo la tiroide riveste un ruolofondamentale, ma essa è altrettantoimportante nella regolazione del calcioe del fosforo. Le patologie legate a taleghiandola sono frequenti: infatti oltre il10 % della popolazione italiana - e imolisani sono in linea - soffre di "nodulitiroidei ". Queste patologie, più fre-quenti in soggetti di sesso femminile,dipendono in larga misura dalla ca-renza di iodio nella dieta e pos-sono essere prevenutecon la profilassi me-diante l’uso del salearricchito con iodio.Un adeguato apportoiodico consentirà diprevenire nei giovanie nelle generazionifuture lo sviluppo delgozzo. Ad incremen-tare i disturbi della ti-roide, secondo moltiendocrinologi infattisono soprattutto leacque potabili troppopure e con pochissimoiodio, l’ereditarietà ge-netica che ha creato unsusseguirsi di intere ge-nerazioni di malati,quando la proliferazione dinoduli tiroidei con un rigon-fiamento all’altezza della golaera scambiata non per malat-tia, ma per un inestetismo, un di-fetto fisico che colpiva inparticolare le donne, soprattutto nellearee interne. Questi i temi affrontatinel 4° congresso dell’Associazione Ita-liana della Tiroide presieduta dal Prof.Aldo Pinchera, ordinario di endocrino-logia dell’Università di Pisa, ricono-sciuta autorità internazionale che si ètenuto nell’Aula Magna della sede uni-versitaria di Campobasso. L’Associa-zione si propone lo studiointerdisciplinare della tiroide e dellesue affezioni, e periodicamente riuni-sce studiosi ed esperti italiani e inter-nazionali che operano nelle strutture acarattere scientifico e clinico-assisten-ziale universitarie, ospedaliere e delterritorio. Alla cerimonia inaugurale,oltre al Rettore dell’Università degliStudi del Molise Giovanni Cannata,alle Autorità accademiche e istituzio-nalis è stata presente un ospite d’ec-cezione, la pluriolimpionica ManuelaDi Centa, testimonial dell’efficacia diuna terapia sostitutiva adeguata e ca-librata in caso di patologie funzionali ti-roidee. Un congresso quello tenuto inMolise che riveste un elevata impor-

tanza scientifica – ha spiegato il Prof.Maurizio Gasperi, titolare della catte-dra di endocrinologia presso la Facoltàdi Medicina e Chirurgia dell’Ateneomolisano – perché ha rappresentatonon solo un momento di informazione,dialogo e confronto sulle più recentilinee di ricerca nel campo della dia-gnosi e della terapia ma anche un vei-colo di sensibilizzazione dellapopolazione sull’importanza della pre-venzione verso le diverse patologie le-gate alla tiroide che negli ultimi tempistanno riguardando in maniera sem-pre crescente più persone del nostroterritorio regionale. Insomma un’occa-sione di studio, di approfondimento edi aggiornamento scientifico che –ha continuato il Prof. Gasperi - con la

partecipazione di oltre 250 congressi-sti, medici, specialisti e massimi stu-

diosi nelle varie disciplinedell’area endocrino-metabo-

lica, portato il Molise, lasua Università e l’in-

tero territorio regio-nale alla ribalta

nazionale. Ilconvegno

si è arti-colato in

simposi, co-municazioni orali,

poster, incontri con gliesperti, casi clinici e letture

magistrali. Di particolare rilevanzaquella del Prof. Paul Ladenson, diWashington, Editore capo del Jour-nal of Clinical Endocrinology andMetabolism, la rivista scientifica piùprestigiosa in ambito endocrinolo-gico. Grande attenzione si è data al-l'interazione docenti/discenti conl’obiettivo di affrontare argomenti dilargo interesse clinico, specialmenteincentrati su temi quali la compo-nente genetica e soprattutto l’inci-denza, l’aumento e lo sviluppo dellepatologie tiroidee. Tali tematiche - hacommentato il Rettore Cannata - ac-quistano maggiore importanza per ilnostro tessuto territoriale che da di-verso tempo sta vivendo, soprattuttonella aree interne e lontane dalmare, un parallelo incremento ditutte le patologie legate alla tiroide.Ed è proprio verso tali necessità eproblematiche che lo sviluppo dellaFacoltà di Medicina e Chirurgia rap-presenta sempre di più un progettodeterminante e un fattore decisivo eindispensabile di crescita culturale edi formazione. Consolidare e raffor-zare il risultato ottenuto oggi, è dun-que, più che mai indispensabile – hacontinuato il Prof. Cannata - unacontinua e più stretta sinergia e in-tegrazione tra medicina accade-mica, ospedaliera e medicinapubblica è presupposto ineludibile,

ma anche punto di equilibrio per rac-cordare strutture e risorse di eccel-lenza accademiche e del territorio inun disegno attento alla programma-zione, alla ricerca ed al fabbisognodel cittadino. Questa unità di intenti,caratterizzata da requisiti di assolutachiarezza e trasparenza, ma ancheda una attenta, efficace e condivisapartecipazione, - ha concluso il Prof.Cannata - è anche presuppostoineludibile per un Ateneo come il no-stro chiamato sempre di più ad es-sere non solo punto di riferimentoper la capacità di competizione nelloscenario nazionale ed internazio-nale del Molise e dei suoi giovani,ma anche Istituzione essenziale perla valorizzazione dellaconoscenza e della sua trasforma-zione in risorsa per il territorio. Il 4°congresso dell’Associazione Italianadella Tiroide nella nostra regione neè la conferma.

Le patologie legate a questa ghiandola sono in aumento nel Molise

Tiroide sotto osservazioneI temi del congresso tenuto nell’Aula magna dell’Università di Campobasso. Interessato

il dieci per cento della popolazione, con prevalenza di soggetti di sesso femminile

Denise Gatti

L’opuscolo “L’arte di invecchiare” è una ini-ziativa promossa dal Centro Auser Risor-sanziani Campobasso che mette al

centro del dibattito i temi della prevenzione edell’invecchiamento attivo. In questo modo sipuò veramente prevenire la non autosuffi-

cienza e i suoi enormi costi sociali, dimo-strando con i fatti che l’anziano è una risorsapreziosa sulla quale investire. L’opuscolorientra nel progetto B.I.M.B.A 2 il cui obiet-tivo è favorire le pratiche di un buon invec-chiamento.

Nella foto in alto l’universitàdi Campobasso.A sinistra il rettore dell’ate-neo molisano Giovanni Can-nata

IL TERRITORIO

20ATTUALITA’

L’arte di invecchiare

SCAFFALE

Alta tecnologia la parola d’ordine. E il centro Potito, a Campobasso, attira utenti anche da fuori regione

Quando la radiologia è d’eccellenzaIn arrivo nuove attrezzature d’avanguardia, dalla “Tac 640 slice” che consentirà,

una colonscopia virtuale (determinante nella diagnosi del cancro al colon retto) alla CoronaroTC.

Carmelo D’Oro

Oltre un secolo è passato daquando, nel 1895, W.C. Ro-entgen scoprì che i raggi X,

attraversando il corpo umano, pote-vano impressionare la lastra fotogra-fica e rivelare lo scheletro. Poi, dopomolti anni, negli anni ’70-’80, vennerol’ecografia, la tomografia assialecomputerizzata e la risonanza ma-gnetica, tecnologie che inducono anon parlare più di radiologia quanto didiagnostica per immagini. In soli 40anni la Radiologia ha fatto passi dagigante passando celermente da unafase pionieristica in cui i soli attorierano i raggi X, scoperti più di centoanni fa, ad una incredibile evoluzionetecnologica cominciata all’inizio deglianni ‘70 e progredita tumultuosa-mente fino ad oggi. In questo conte-sto (nel 1951) nasce e si colloca inMolise uno studio radiologico partico-larmente accreditato, quello del dottorFrancesco Potito, a Campobasso. Unindubbio punto di riferimento nella re-altà sanitaria locale. La struttura è accreditata dal serviziosanitario nazionale per le prestazionidi radiologia, tomografìa computeriz-zata (tac), risonanza magnetica, fisio-terapia e medicina riabilitativa (alleprestazioni in convenzione possonoaccederedirettamente sia i pazienti delle asldella regione Molise che quelli fuoriregione). La parola d'ordine è: altatecnologia. La continua attenzione ri-volta all'aggiornamento professionaleed all'innovazione tecnologica delleapparecchiature adoperate consenteallo studio radiologico di Potito di tra-sformarsi in un centro diagnostico di

eccellenza introducendo, in uso cli-nico, metodiche quali la tac spirale, larisonanza magnetica nucleare, la ra-diologia digitale. In fase di diagnosiaffidarsi alle nuove tecnologie diventasempre più importante. L’evoluzionetecnologica, spiega Potito, ha portatoad innumerevoli progressi sulle possi-bilità diagnostiche che si avvalgonoora non solo delle radiazioni ioniz-zanti elettromagnetiche ma anche diultrasuoni, di radiofrequenze asso-ciate a campi magnetici e di emis-sione di positroni. “Individuare una patologia prima chesia visibile con le tradizionali tecnicheradiologiche: questa è la scom-messa”. Ed è di questi giorni la notiziache il Centro radiologico Potito si mu-nirà nell’arco di qualche mese di unanuova apparecchiatura, una “Tac 640

slice” che consentirà, per esempio,una colonscopia virtuale e una Coro-naroTC. Nella prevenzione del tu-more al colon-retto, che colpisce inItalia20.000 persone all’anno, sarebbefondamentale sostituire la colonsco-pia tradizionale con quella virtuale,meno invasiva, in quanto utilizza laTAC al posto della sonda che vieneinserita nell’intestino. In questo modosi avrebbe un’adesione maggiore aquesto esame, che potrebbe diven-tare uno screening di massa e con-sentirebbe di individuare piùprecocemente tumori o polipi intesti-nali. Analogo discorso potrebbe va-lere per la CoronaroTC, in alternativaalla coronarografia. "Si stanno com-parando le due tecniche, valutandonei pro e i contro - commenta il dottor

Potito - se la TAC evidenzia, oltre allume delle coronarie, anche la pareteesterna, valutando la presenza e lospessore di eventuali placche, la co-ronarografia rimane un esame inso-stituibile nella diagnosi in acuto inquanto consente, in presenza di uninfarto, di intervenire direttamente al-l’interno delle coronarie per dilatarleo posizionare uno stent.”Il centro medico radiologico Potito èuna delle poche strutture in Italia cheha in dotazione la G-Scan, una sortadi risonanza magnetica aperta peresami sotto carico ortostatico. Entratarecentemente in uso clinico permettedi effettuare studi della colonna ver-tebrale e delle articolazioni sottoca-rico fisiologico ortostatico. Grazie allaconformazione architettonica del ma-gnete, aperto a forma di “C”, con-sente di effettuare esami anche supazienti claustrofobici.“Macchine più veloci”, prosegue Po-tito, “consentono sì di dare un servizioa più persone, ma va considerato chead un esame complesso corrispondespesso un tempo diagnostico mag-giore. L’evoluzione della Tac, peresempio, permette di produrre moltis-sime immagini che per essere gestiteed interpretate richiedono tempo, ag-giornamento e studio. Per quanto ri-guarda i costi, alcuneapparecchiature estremamente evo-lute e con campi di applicazione sele-zionati hanno un elevato costo e sonogiustificate in grossi centri, anche perla ricerca”.Si comprende così come questoCentro radiologico molisano abbia in-contrato negli anni una utenza sem-

pre crescente, nella sua capacità disoddisfare tante esigenze ben oltrequello della diagnostica per imma-gine, per la quale resta però uno deipunti di eccellenza a Campobassocome in tutto il Molise. Indubbiamenteviene considerato uno dei più grandied attrezzati centri sanitari privatidella regione, dove alla diagnosi siaccompagna anche un’opera inces-sante di prevenzione e di informa-zione socio-sanitaria che mettono ilpaziente e la sua salute sempre e co-munque al centro dell’attenzione, ga-rantendo una professionalitàcertificata e trasparente. E questospiega anche perché il 70% dellecirca 50 mila prestazioni eseguiteannualmente, viene erogata ad utentiextra-regionali.

IL PRIVATO CHE FUNZIONA

21TERRITORIOSSMoliseMolise

SCENARI

Molise “virtuoso” nel monitoraggio del tumoreal seno. Mentre al Sud, stando alle percen-tuali di un rapporto reso noto in queste setti-

mane dall’Istituto superiore di sanità, il ricorso allamammografia non raggiunge il 50%, fermandosi at-torno al 48%, all’ombra di San Leonardo la percen-tuale è del 63%, record positivo – una volta tanto –rispetto al trend centro-meridionale. Secondo l’inda-

gine dell’Iss, quasi 7 donne su 10 tra i 50 e 69 annisi sono sottoposte nel 2009 a uno screening per laprevenzione del tumore al seno con la mammografia.Una percentuale rimasta sostanzialmente stabile ri-spetto al 2007 e 2008 in Italia. Tuttavia molte donnesi sottopongono a questo esame già prima dei 50anni. L’età media della prima mammografia è infattiattorno ai 45 anni e il ricorso allo screening è fre-quente prima dei 50 anni. Secondo il rapporto, il 61%delle donne tra i 40 e i 49 anni ha fatto almeno unavolta la mammografia a scopo preventivo: si trattadel 53% delle residenti al Sud, del 64% delle utentidel Centro e del 67% delle donne del Nord. Perquanto riguarda i programmi di screening tra i 50 e69 anni, come dicevamo in apertura, l’indagine mettein luce notevoli diseguaglianze geografiche: in mediail ricorso al monitoraggio con mammografia nel 2009è stato dell'80% al Nord (80%), del 75% al Centro edel 48% al Sud e nelle Isole (48%), con le eccezionivirtuose appunto di Molise e Basilicata (63% per en-trambe) e il record negativo della Campania (38%).La mammografia viene effettuata in gran parte nel-

l'ambito di programmiorganizzati dalla Asl:poco meno di unadonna su cinque(18%) fa lo screening su iniziativa personale. Anchequi emergono differenze a livello regionale: si va dal9% in Umbria al 41% della Liguria. La mammografiadi screening é meno frequente tra le donne conbasso livello d'istruzione, non sposate o conviventi,con difficoltà economiche e cittadinanza straniera.Inoltre, le donne residenti al Sud hanno una probabi-lità notevolmente inferiore di fare la mammografia.Secondo gli studi, la mortalità per cancro della mam-mella si riduce dicirca il 35% tra le donne che praticano la mammo-grafia ogni due anni, a partire dai 50 fino ai 69 annidi età. L'Iss stima che in tutto il 2010 si stiano accu-mulando 38.286 nuovi casi e che, in virtù di una mi-gliore sopravvivenza, attualmente ben 472.112donne italiane vivono dopo aver avuto un cancrodella mammella. Tutto ciò grazie alla diagnosi pre-coce e alla efficacia delle cure.

Il punto sullo screeningper il tumore al seno:il Molise si confermatra le regioni virtuose

Nella prevenzione del tumoreal colon-retto, che colpisce inItalia 20.000 persone all’anno,sarebbe fondamentale sosti-tuire la colonscopia tradizio-nale con quella virtuale, menoinvasiva, in quanto utilizza laTAC al posto della sonda cheviene inserita nell’intestino.

Anno I Numero 415 dicembre 2010

22INTERVISTA

CONTRO

opo dieci anni di fallimenti,bisogna cambiare rotta”.Non usa mezzi termini Er-

minia Gatti, consigliere comunale diTermoli e leader dell’Api molisana.“Incoronata” da Bruno Tabacci pochesettimane fa, usa toni battaglieri dacampagna elettorale. Una partita cheil suo movimento vuole giocarsi finoin fondo, anche a costo di presentarsida solo alle prossime elezioni regio-nali. “Se non ci sarà intesa sulla Sa-nità con gli altri partiti delcentrosinistra, siamo pronti a tutto”.Lei ha appena ha assunto unnuovo incarico politico, ma si èpiù volte espressa sulla politicasanitaria della giunta Iorio. Comevaluta gli ultimi sviluppi?Iorio, dopo aver governato ininterrot-tamente da oltre dieci anni questa re-gione, ci lascia il secondo costopro-capite per deficit sanitario d'Italia.E' ora che ammetta la propria inca-pacità nel dare al sistema sanitarioregionale la svolta profonda e rifor-matrice di cui avrebbe avuto bisogno.Sono anni che si parla di Piano dirientro, ed è ormai un anno esattoche, di rinvio in rinvio, il Governo cen-trale continua a bocciare le propostedel nostro Presidente. Gliultimi sviluppi ci dicono diuna situazione che lungidall'essere risolta, si ag-grava nel tempo. Anche laprevisione contenuta nel

decreto sul federalismo fiscale, sullaincandidabilità degli amministratoridelle regioni con eccessivi deficit di

bilancio confermano quanto detto inpremessa:Secondo lei Iorio ha fatto male i

conti, ha gestito male le risorse.Lei ha già un piano alternativo?Chi oggi pensa di fare politica attiva,e quindi di presentarsi agli elettori perun’alternativa di governo, ha il pre-ciso dovere di essere propositivo ecredibile: cavalcare la protesta è unconto, avere idee per governare iprocessi di riforma è altro. Certa-mente il piano diriforma del sistema sanitario saràcruciale nel prossimo programmaelettorale. Un deficit si riduce conmaggiori tasse, minori spese o mag-giori trasferimenti: non ci si possonoinventare formule alchemiche. Lagiusta combinazione di questi ele-menti dipende dal federalismo fiscale(e su questo punto le criticità della

proposta del-l’attuale Go-verno sonoevidenti), e daun rapportoStato-Regioni

che va rivisto. Occorrono riforme percalmierare i prezzi, limitare ibenefit pubblici e ridurre la domandadi servizi sanitari magari introdu-cendo forme di co-pagamento diver-sificate per fasce di reddito,disincentivando le richieste di servi-zio non autenticamente motivate.Problema atavico del Molise, poi,sono i ricoveri impropri, spesso legatialla necessità di sopperire attraversouna degenza alla mancanza di assi-stenza a domicilio. Sono solo alcunispunti, nè questa potrebbe essere lasede per esprimere compiutamentetutte le opzioni possibili; certo è cheoccorre coraggio e rigore, senza maidimenticare che la sanità incide nelcuore del welfare, del benessere edella salute dei cittadini: le logiche ra-gionieristiche vanno bilanciate con iparametri minimi dell'assistenza e deibisogni.Lo scenario molisano è simile aquello nazionale. Così come ac-cade con Berlusconi, Iorio sembraessere solo contro tutti. La sanitàè un tema cruciale. L'Api sce-glierà una linea autonoma nellospecifico e in generale?Al momento, Api nazionale ha nel-l’agenda politica la riduzione del de-ficit sanitario attraverso la ripresadella crescita: attraverso la riduzionedegli sprechi nella sanità, sarebbepossibile tagliare l’imposizione fiscaledi un punto di Pil. In Molise sonopronta adassumere la responsabilità di unaproposta autonoma se dovessi valu-tare che non vi sono alternative so-stenibili al piano di rientro propostoda Iorio.Significa che andrete da soli alleelezioni?Spero di no. Sono fiduciosa che difronte ad un’emergenza democraticagrave quale quella che stiamo vi-vendo, sarà possibile costruire un’al-leanza forte e solida, capace digovernare guardando alle esigenzereali del nostro territorio. La sanitàdovrà essere la prima.

Lorenzo De Cicco

Parla Erminia Gatti, leader dell’Api molisana appena “incoronata” da Tabacci

“Basta fallimenti, serve una svolta”“Il deficit si riduce con maggiori tasse, minori spese o maggiori trasferimenti. Non ci sono alternative”

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lla foto Erminia Gatti, consi-gliere comunale di Termoli eda poche settimane leaderdell’Api molisana“D