Molise Sanità 3

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supplemento di Molise anità anità Molise S S QUINDICINALE D’INFORMAZIONE QUINDICINALE D’INFORMAZIONE Anno I Numero 3 18 novembre 2010 A l l A l l interno interno DAL TERRITORIO Alzheimer, in Molise proprio non ci siamo Alle pagine 10-11 A pagina 5 INTERINALI L’Asrem contrattacca: “Le assunzioni si devono fare” A pagina 4 IN PRIMO PIANO Il “caso Cattolica”? Una vittoria di Pirro A pagina 7 IL BORSINO Chi sale, chi scende nella sanità molisana S erve uno scatto d’orgoglio, una prova di corag- gio, una idea di genio che spariglino il tavolo da gioco e che rimettano in corsa il Molise i suoi amministratori, i suoi elettori. Non c'è tempo da per- dere, non si possono aspettare scadenze istituzionali. Il paese sta entrando in una delle fasi più difficili della sua storia moderna, entro pochi giorni l’emergenza della sanità molisana sarà l’ultimo dei problemi del go- verno nazionale (di quale governo, poi?). Diventerà probabilmente strumento di lotta politica da giocare spregiudicatamente sul piano della battaglia elettorale, senza esclusione di colpi e senza alcun rispetto per la realtà delle cose. I molisani si preparino ad essere blan- diti, coccolati, riempiti di promesse. Ma anche al tempo stesso di fatto emarginati, isolati, dimenticati. Qualcuno dice che in fondo è quello che vogliono, ma quel qual- cuno non ha ragione per forza. Chi segue il “dietro le quinte” della faticosa vicenda del piano di rientro sa che ci sono almeno un paio di idee brillanti nel cassetto (Bambino Gesù, Cattolica e via dicendo, a buon inten- ditor poche parole) E’ bene insomma che qualcuno lasci da parte la timidezza e rischi, tirando fuori il coni- glio dal classico cappello del prestigiatore. Lo faccia il presidente - che mercoledì scorso è stato convocato dalla commissione parlamentare sui rischi e gli errori in sanità presieduta da Leoluca Orlando - lo faccia il sub commissario Mastrobuono, lo facciano i loro più stretti collaboratori. Prima che sia troppo tardi. IL PRIMO FREE PRESS MOLISANO DEDICATO ALLA SANITA’ E’ ON LINE SU: www.molisesanita.it IORIO CONTRO IORIO E ADESSO SERVE UN COLPO DI GENIO A pagina 3

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supplemento di

MoliseanitàanitàMoliseSSQUINDICINALE D’INFORMAZIONEQUINDICINALE D’INFORMAZIONE

Anno I Numero 318 novembre 2010

AllAll ’interno’interno

DAL TERRITORIOAlzheimer, in Moliseproprionon ci siamo

Alle pagine 10-11

A pagina 5

INTERINALIL’Asremcontrattacca:“Le assunzionisi devono fare”

A pagina 4

IN PRIMO PIANOIl “casoCattolica”?Una vittoriadi Pirro

A pagina 7

IL BORSINOChi sale,chi scendenella sanitàmolisana

Serve uno scatto d’orgoglio, una prova di corag-gio, una idea di genio che spariglino il tavolo dagioco e che rimettano in corsa il Molise i suoi

amministratori, i suoi elettori. Non c'è tempo da per-dere, non si possono aspettare scadenze istituzionali.Il paese sta entrando in una delle fasi più difficili dellasua storia moderna, entro pochi giorni l’emergenzadella sanità molisana sarà l’ultimo dei problemi del go-verno nazionale (di quale governo, poi?). Diventeràprobabilmente strumento di lotta politica da giocarespregiudicatamente sul piano della battaglia elettorale,senza esclusione di colpi e senza alcun rispetto per larealtà delle cose. I molisani si preparino ad essere blan-diti, coccolati, riempiti di promesse. Ma anche al tempo

stesso di fatto emarginati, isolati, dimenticati. Qualcunodice che in fondo è quello che vogliono, ma quel qual-cuno non ha ragione per forza. Chi segue il “dietro lequinte” della faticosa vicenda del piano di rientro sa checi sono almeno un paio di idee brillanti nel cassetto(Bambino Gesù, Cattolica e via dicendo, a buon inten-ditor poche parole) E’ bene insomma che qualcunolasci da parte la timidezza e rischi, tirando fuori il coni-glio dal classico cappello del prestigiatore. Lo faccia ilpresidente - che mercoledì scorso è stato convocatodalla commissione parlamentare sui rischi e gli erroriin sanità presieduta da Leoluca Orlando - lo faccia ilsub commissario Mastrobuono, lo facciano i loro piùstretti collaboratori. Prima che sia troppo tardi.

IL PRIMO FREE PRESS MOLISANO DEDICATO ALLA SANITA’ E’ ON LINE SU: www.molisesanita.it

IORIO CONTRO

IORIO

E ADESSO SERVE UN COLPO DI GENIO

A pagina 3

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3EDITORIALESSMoliseMolise

L’ultimo verbale del tavolo tec-nico dedicato al piano di rientrodella sanità molisana è impie-

toso almeno quanto il precedente.(che abbiamo pubblicato integral-mente nel fascicolo precedente).Vogliono fare a pezzi la sanità moli-sana, dice qualcuno, con enfasiforse eccessiva. Certo è che i tecnicidel Ministero dell’Economia di viaXX settembre non tengono in granconto le variabili e i fattori ambien-tali, esprimono giudizi complessiviasettici su quanto viene loro sotto-posto. Vecchio discorso, quello se-condo al quale la sanità non si pesae amministra con il bilancino del far-macista e non si valuta con la calco-latrice del ragioniere. Ma la“politica”, in questo caso, sembrafare un passo indietro, quasi stessea guardare in attesa degli sviluppidella situazione. Dessimo in manoad un manager intelligente, ad unanalista, ad un imprenditore privatoil dossier Molise probabilmente rea-girebbero in modo diverso ma allafine si troverebbero d’accordo su unpunto. Non è questo il modo di tro-vare una soluzione. Iorio, presidentecommissario contestatissimo, impe-ratore/despota di un microcosmo re-gionale, accusato delle maggiorinefandezze e del nepotismo piùspinto, può essere accusato di tutto,può aver fatto mille errori (e magarino), ma è anche l’unico che può por-tare la regione fuori dal tunnel. Vaconcordato con lui un percorso vir-tuoso, certo, ma non può essere pu-nitivo per una amministrazione, perun territorio e per una collettività. IlMolise non ha le coperture politichedel Lazio, la Polverini ha problemisimili – dal suo punto di vista puòdire, a differenza di Iorio, che lei iproblemi e i buchi li ha trovati – maè stata aiutata a forza a venirnefuori. Il Molise è un Lazio in sedice-simo, ha i suoi ospedali da riconver-tire, i suoi buchi da colmare, le sueeccellenze sanitarie private e pubbli-

che da tutelare: eppure è rimastal’unica regione a non aver avuto ilpiano di rientro approvato e quindi anon poter contare sullo sblocco deifamosi fondi Fas. Eppure Iorio e ilsub commissario Mastrobuono ce lastanno mettendo tutta, hanno ta-gliato, ricucito, spiegato. Senza ot-tenere soddisfazione. Un piccolotassello del quadro. Si discute perquest’anno, su un dato previsionale,che viene spacciato tuttavia comeelemento chiave, definito e definito

del deficit. Lo sparano i giornali, loagitano i politici dell’opposizione.Nessuno ha la voglia o il coraggio didire che a fine anno quel dato saràsensibilmente mutato (al ribasso)perché le misure antideficit e il pianodi riorganizzazione avrà dato i suoiprimi frutti. Anche i due contenziosicon Neuromed e Cattolica avrannoavuto una qualche definizione (al dilà dei ricorsi amministrativi in corso)e quindi il quadro generale in ognicaso avrà subito una evoluzione si-

gnificativa. Ma di tutto questo non sivuol tener conto e le proposte, lestrategie di medio periodo poste sultavolo della delegazione molisananon hanno sortito l’effetto sperato. E c’è un altro aspetto della que-stione che non può essere sotta-ciuto né sottovalutato. Buona ocattiva che sia e che sia stata l’am-ministrazione Iorio è oggi sottopostaad un linciaggio mediatico senzaprecedenti, che nessun collega pre-sidente di regione ha subito con al-

trettanta virulenza, e che appare so-spetto. I media locali non danno tre-gua, da questo punto di vista, maanche un paio di grossi quotidianinazionali hanno cominciato a pic-chiare duro, sostenendo tesi di partecome se fossero vangelo e non of-frendo al politico sotto schiaffo lapossibilità di replica e di difesa. Ciòche nel manuale di condotta giorna-listica è segnato con un doppiosegno blu. Sulle “malefatte” del pre-sidente gira un libro di qualchetempo fa che oggi viene ripropostocome nuovo in occasioni pubblichee a quello i giornalisti si abbeverano.Senza contradditorio, va detto e ri-petuto. Una situazione simile si veri-ficò alcuni anni fa in Puglia, obiettivol’allora presidente regionale in caricaFitto. Un giornalista locale produsseun libro “contro” di notevole pesan-tezza, e anche in quella circostanzac’era di fronte un piano di riconver-sione sanitaria da realizzare, con re-parti chiusi e accorpati, ospedali daridimensionare e quant’altro. A difen-dere l’ospedale del suo territorioelettorale c’era un certo Vendola,che oggi da presidente della Re-gione Puglia ha prima ricoperto dieuro quel nosocomio e oggi è co-stretto a sua volta a riconvertirlo, su-bendo la violenta contestazione deisuoi concittadini. Cose che capitano,non c’è da stupirsi. In Molise si votain pochi mesi per provinciali e regio-nali. Magari potrebbe capitareanche il voto politico nazionale anti-cipato. Questo può giustificare tantecose. Ma qualcuno deve pur pen-sare al benessere e alla salute deimolisani. Gli uomini di Rutelli sonogià arrivati in loco per studiare la si-tuazione, altrettanto stanno facendogli inviati del redivivo Veltroni. A finemese arriva il segretario Pd Bersani,che fiuta aria di ribaltone. Di Pietroè di casa. Insomma, la situazione èfluida. Ma diversa da quella che vo-gliono a tutti i costi somministrareall’opinione pubblica molisana.

La sanità al centro della ormai imminente campagna elettorale

Iorio contro Iorio

Ancheprotestare(a vuoto)stanca

IL PUNTO

Anche protestare (a vuoto) stanca.L’ultima manifestazione in difesa (sifa per dire) dell’ospedale di Venafro

si è rivelata un flop. Poche decine di per-sone, scarsamente reattive. I politici localihanno già capito che è tempo di ripiegaregli striscioni della contestazione e di cer-care di entrare nei nuovi giochi, neglispazi che si aprono all’interno del pro-cesso di riconversione della sanità moli-sana. Anche i privati alzano la testa emagari fiutano l’affare. Da qualche parte,alla fine, il presidente commissario Ioriodovrà pur cercare le stampelle necessarieper reggersi in piedi. Anche dall’altra partedella Regione, a Larino e Agnone, la con-

testazione prende altre vie, più sfumate.Contano i rapporti personali e i piccoli suc-cessi che è possibile ottenere contrat-tando sul piano locale, localissimo. Solo ipolitici dell’opposizione, quella paludatache siede comoda nel palazzo della Re-gione o ha i contatti buoni con i giornalicontinua a sparare a palle incatenate. Nonha un progetto, si è già detto e scritto, puòsolo denunciare brogli e sprechi. Magariha ragione, ma così non si va né avanti néindietro. Evidentemente il Molise non rie-sce ad esprimere una classe politica all’al-tezza della situazione. Ma non è piùtempo delle beghe di cortile, alimentate dauna stampa locale miope e scarsamente

incisiva. Serve ben altro, servono progettie strategie. Ci si nasconde dietro la diffi-coltà di rompere incrostazioni decennali,ci si difende addirittura difendendo la pe-culiarità dell’humus sociale e culturale delterritorio, che culla e alimenta il campanilee l’isolamento. Ma la sanità moderna è tut-t’altro e i collegamenti con l’extra-regionevanno realizzati a forza. Malcostume, pa-sticci, sprechi, sono avversari che si pos-sono combattere. Ma prima bisognapensare sul serio alla razionalizzazionedel sistema sanitario. Roma guarda il Mo-lise dall’alto in basso, forse ha ragione, inqualche misura. E’un problema di credibi-lità.

Nella foto grande PierluigiBersani, segretario nazionaledel Partito Democratico. Inbasso Walter Veltroni, ex sin-daco di Roma. In alto France-sco Rutelli, leader Api

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4ATTUALITA’

Anno I Numero 318 novembre 2010

IN PRIMO PIANO/1

Ha vinto sul fronte della giustizia am-ministrativa, perde su quello politico.La Cattolica di Tappino non ha perònessuna intenzione di riporre learmi. E se il suo stile comunicativo èineccepibile, preferendo alle alzatedi scudi un laconico “no comment”sui rapporti con la Regione, lo è al-trettanto sul piano giuridico. Oltreventi ricorsi presentati al Tribunaleamministrativo molisano hanno re-stituito alla struttura di largo AgostinoGemelli (anche la via fa péndant conil policlinico universitario di Roma)forza e legittimità al tavolo delle trat-tative sul piano di rientro presentatoda MicheleIorio. Una vittoria che oggi si traducein una vittoria di Pirro: tanti sforzi pervincere una battaglia che forse vin-cerne un’altra non converrebbe. LaCattolica ha impugnato i singoli de-creti firmati dal commissario - presi-dente Iorio e dal sub commissarioMastrobuono. Due aree sono stateposte sotto la lente d’ingrandimentodei giudici amministrativi: una ri-guarda il budget per gli extraregio-nali, vinta sul piano meramentegiuridico attraverso il responso po-tentissimo della “sospensiva” (nel di-ritto amministrativo è l’anticipo dellasentenza a favore per chi impugnaun atto di un Ente) e che anticipa ilcontenuto della sentenza definitivaprevista tra qualche settimana,esattamente il prossimo 15 dicem-bre. La seconda questione affron-tata dal Tar riguarda la natura stessadell’università, che caratterizza piùCattolica che Neuromed; in so-stanza si afferma che non essendol'istituto un soggetto privato non èapplicabile la disciplina delle clinicheprivate o convenzionate. Ergo: rap-presenta l’università del SacroCuore ed è un ente di ricerca, dun-que è un soggetto equiparato alpubblico e come tale deve esseretrattato.A questo punto la distinzione è so-stanziale: non si può imporre allaCattolica un budget, un tetto e limi-tare il raggio d’azione in un ambitoterritoriale. Salta fuori adesso unprotocollo d’intesa risalente al 2006,firmato dalla Regione Molise e lastruttura di Tappino nel quale si attri-buiva alla Cattolica, grazie al pesodell’università, una natura pubblici-stica; ciò che oggi invece la Regionenon vuole riconoscere. Ha cambiatoidea? Certamente no. Ma oggi sonocambiati i conti. Il bilancio della sa-nità è come quello di una famiglia:se non ci sono più i soldi si evitano lespese superflue, si stringe la cin-ghia. A queste richieste di sacrificio il

direttore generale Cannone ha dettodi no. Quel meno 40% al budget disempre (65 milioni) non lo digerisce.E sul labile concetto di pubblico eprivato la guerra si è aperta. Un’in-terpretazione in punta di diritto, di-rebbero fini giuristi. Il Tar del Moliseè stato chiaro: la Cattolica è di na-tura pubblicistica nell’erogazione deiservizi sanitari e per questo va con-siderata al pari di una struttura pub-blica. Politicamente, al di là deitribunali, la Regione di Iorio quantapossibilità avrà di stringere un ac-cordo col centro del Sacro Cuore?Per ora si assiste ad una fase piutto-sto tiepida, sembra – vox populi -che il Direttore Cannone non vogliafare la prima mossa e che si aspettiun primo passo proprio da Iorio. Infondo, si dice, è il presidente chetraccia la linea, quella politica. A luil’arduo compito di lanciare il sassonello stagno. Ma come lo stesso go-vernatore ha avuto modo di affer-mare in varie sedi, “ non si dica piùche la Regione non abbia la volontàdi sostenere la ricerca”.Tolti alcuni sassolini dalle scarpe daparte di entrambi forse c’è la possi-bilità di rimettersi “insieme” ad un ta-volo per ridiscutere le linee dellanuova convenzione. Ma quali sa-rebbero le condizioni poste dallaCattolica? Sicuramente al numerouno, forte della sospensione del Tar,si porrebbe la questione del no ai

tetti di spesa per gli extraregionali.Ma un modo per uscire dall’em-passe potrebbe essere l’accordotra il Molise e le regioni di confine(una strategia già delineata dalsub commissario Mastrobuono),ciò che vuole soprattutto il mini-stro dell'Economia per far qua-drare i conti della sanità e teneresotto controllo la mobilità attiva epassiva. La palla, infine, torna allapolitica anche se la giostra sem-bra girare all’interno dei tribunali.Il tutti contro tutti però sarebbe ungioco al massacro, una lotta doveil vincitore esce sostanzialmentemale. Dopo il 15 dicembre si

saprà di più. Forse, se non ci sa-ranno segnali positivi dalla Catto-lica e da Neuromed, la Regionesceglierà di ricorrere al Consigliodi Stato. O forse no. Per il mo-mento nulla è cambiato per i citta-dini che ricevono inalterati i servizisanitari pubblici erogati dalla Cat-tolica perché, in realtà, finora laRegione non ha attuato nessunasospensione dell’accreditamento.Eccellente struttura nel campodella cardiochirurgia e punto di ri-ferimento per tutto il centro sud.Come prevedeva l’originario pro-getto organizzativo della Catto-lica.

Il “caso Cattolica”, vittoria di Pirro

Stefania Pascucci

Nelle foto l’ingresso dell’Uni-versità Cattolica di Campo-basso in largo AgostinoGemelli, diretta da SavinoRaffaele Cannone, nella fotoa destra

La vicendavive un momento di stalloL’istituto vince i ricorsima perde sul fronte politico

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5ATTUALITA’SSMoliseMoliseIN PRIMO PIANO/1

Le assunzioni non s’hanno da fare. Pa-radigma manzoniano in chiave sanita-ria. Così reagisce l’opposizionemolisana di fronte alla pubblicazione dialcuni bandi pubblici che servono a for-mare le graduatorie per medici, opera-tori e altre qualifiche necessarie amandare avanti la “baracca” del servi-zio pubblico regionale. Ma il gioco degliequivoci impazza senza sosta. I politicisi oppongono ciecamente al governodi Iorio, gridano la loro indignazionesenza ragione. Lo fanno e basta. E al-lora, tentiamo la carta della chiarezzasu alcuni punti. Blocco del perso-nale, ad esempio, e assunzioni.Che significa turn over? ’ il nu-mero dei lavoratori sostituitinel corso dell'anno, in rap-porto al numero totale deilavoratori di un'aziendache si dimettono o vannoin pensione. Il blocco delturn over è dunque il di-vieto di assumere nuovopersonale a tempo inde-terminato. Certo non èvietato, al contrario, assu-mere personale per confe-rire incarichi per undeterminato periodo a frontedi situazioni cosiddette “spe-ciali” come ci spiega in questaintervista Angelo Percopo, diret-tore generale dell’Asrem. Garantirei Lea prima di tutto. I livelli essenziali diassistenza sanitaria, prestazioni e ser-vizi che il Servizio sanitario regionale ètenuto a garantire a tutti i cittadini, gra-tuitamente o dietro il pagamento del tic-ket, salvo gli esenti. Il “Patto per laSalute” a livello locale prevede proprioquesto: un’assistenza specifica e l’ag-giornamento degli elenchi delle malat-tie (tra le quali quelle rare e croniche)e l’aumento degli interventi ospedalierida effettuare preferibilmente in regimedi day hospital anziché in ricovero ordi-nario. Ma per tenere in piedi il sistemanon si può restare immobili e attendereche Lassù qualcuno ci ascolti.Facciamo il punto della situazione. Ibandi di assunzione della Asrem,

l’op-posizione neparla come se fosse una bomba alnapalm.Abbiamo pubblicato 30 avvisi pubbliciperché dobbiamo coprire le emer-genze relativamente a Pronto soc-corso, Radiologia, Anestesia equant’altro, ovvero tutti quei settori incui abbiamo difficoltà ad assicurare iLea (Livelli essenziali di assistenza,cioè quelli per cui non è possibile nonmantenere il servizio pubblico per assi-stere il cittadino, ndr). Per questo ab-biamo seguito la strada degli avvisipubblici: per avere degli elenchi di me-

dici dai quali attingere perl’emergenza, le sostituzioni ec-

cetera. Tutto ciò è finalizzato a ga-rantire i Lea. Poi le dirò di più. Noi

avevamo una diffida da parte del Col-legio Sindacale, e un altro dalla Cortedei Conti perché questa Azienda inpassato utilizzava, per assumere per-sonale di comparto, infermieri e altre fi-gure minori, un’agenzia interinale. Leisa che un’agenzia interinale ha uncosto maggiore. E, allora, che cosa ab-biamo fatto? Ce ne siamo occupati di-rettamente, con la trasparenzaamministrativa,tramite avvisi pubblici inmaniera tale da sostituire gradual-mente gli operatori dell’interinale. Quanti operatori venivano assunticon l’interinale?Circa 350. Oggi siamo arrivati a 35. Matra poco azzereremo questa situazione

perché saremo in grado di sostituirlicon gli avvisi pubblici. Manteniamo an-cora questo residuo perché alcunegraduatorie si sono esaurite e le altrenon sono pronte.Avete risparmiato perché non pa-gate l’agenzia Si prendono circa il 10% in più oltre lostipendio. Ovviamente la mediazionesi paga per legge ma questo è stato unaggravio per le casse dell’Asrem. Peròleggere ancora che “in tempo di crisil’Asrem continua ad affidarsi alle agen-zie interinali” non lo ritengo giusto per-ché come ho appena spigato non è piùcosì.Perché, secondo lei, l’opposizionesi ostina a mistificare la realtà? E’ un fatto strumentale. La realtà è bendiversa. La direzione si è trovata in unanno a ridurre dell’ 80% il carico delle

assunzioni che era affidato adun’agenzia interinale la quale oggi curasolo un residuo di circa 30/40 personeper la ricerca degli operatori. Quindi l’opposizione non vuole chesi garantiscano i Lea?L’opposizione batte sempre il chiodosulla questione dell’agenzia interinale,dimenticandosi volutamente che sipartiva da 350 operatori ricercati tra-mite l’intermediazione di manodopera. Tra quanto tempo non avrete più bi-sogno di ricorrere all’agenzia interi-nale?Gli ultimi assunti sono per 40 giorni.Avremo il tempo necessario per com-pletare la graduatoria. E poi dal pros-simo gennaio si garantiranno lericerche di personale solo con avvisipubblici.

Il dg dell’Asrem Percopo chiude la polemica con l’opposizione sull’utilizzo dell’agenzia interinale

“Quelle assunzioni si devono fare”“Abbiamo emesso 30 avvisi pubblici per garantire i livelli essenziali di assistenza”“La questione riguarda pochi operatori. Intanto saranno completate le graduatorie”

Stefania Pascucci

Genitori anziani e figli adulti. Conflitti, disagie rapporti interpersonali al centro di unconvegno Campobasso curato dalla dot-

toressa Loredana Sorgente, dell’Unità Operativadi Geriatria di Campobasso. “L’iniziativa”, spiega,“è nata in relazione all’attività delle assistenti so-ciali del comune di Bologna che hanno aperto unosportello di accoglienza, per mediare quei conflittiche si generano tra i genitori anziani e figli adulti”.Da quanto è emerso durante i lavori del conve-gno, la mediazione oggi investe moltissimi aspettisociali, perché molte sono le situazioni conflittuali

nella società dei nostri giorni e che coinvolgonoora anche l'universo della Terza Età. “I divorziche prima interessavano maggiormente la fa-scia di popolazione più giovane, ora vedono pro-tagonisti anche le coppie anziane, intorno a

un’età media di 60-70 anni”. Conflitti tra genitori“anziani” e figli ormai grandi che spesso rien-trano nel nucleo familiare d’appartenenza, dopoanni di matrimonio poi naufragato, oppure perle eredità e così via.

Adulti ma ancora “figli”Ed è conflitto con gli anziani

Nella foto Angelo Percopo,direttore generale dell’Asrem,l’azienda sanitaria regionalemolisana.

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7ATTUALITA’SSMoliseMolise

Cittadino si interrogail

Ho letto sui giornali locali una terribiledenuncia dell'ex primario del Vene-ziale Cristiano Huscher sulle vicendedell'ospedale di Isernia. Cose incredi-bili, se tutto questo è vero perchè noninterviene nessuno? E' possibile chetutto sia in uno stato di abbandono?Non ho bisogno di ospedale e di curemediche da tempo, per fortuna, mal'idea di potermi trovare un giorno nel-l'inferno mi spaventa. E ilnepotismo,poi? Nessuno dice niente?E' vero che quell'ospedale è un feudoprivato della famiglia Iorio? Non possopensare che nessuno alzi un dito.

Primo Guzzetta, Venafro

Letto e condiviso. Inspiegabile il si-lenzio di chi dovrebbe spiegare,negare, ammettere, intervenire. Maforse la verità sta nel mezzo e lafonte che ha sparato tutte questeaccuse non è completamente se-rena. Per usare un gentile eufemi-smo. Andremo a verificare conmacchina fotografica al seguito.

Dopo l’ennesima denuncia sullo stato dell’ospedale di Isernia

Il “caso Veneziale” meritarisposte e spiegazioni oneste

ilIL BORSINO

ChiSale

ChiScende

Volti, nomi e personaggi: diamo i voti alla sanità molisana

A sinistra dall’alto Gianfranco Vitagliano, Ulisse Di Giacomo. A destra dall’alto Giuseppe Astore,Ignazio Marinoe Cristiano Huscher.

Dramma, tragedia, farsa, la tormentata vicendadella sanità molisana continua a tenere per la golal'intera regione, ne condiziona la vita sociale ed eco-nomica, la politica. Ma invece di trovare unione diintenti tutti soffiano sul fuoco, si sente aria di ele-zioni. A fine mesi sbarcherà a Campobasso il leaderdel Pd Bersani, segno che il Molise è ritenuto im-portante, cruciale, che vale la pena di tentare losfondamento. Intanto arriva Tabacci, l'uomo di Ru-telli, e non risparmia dichiarazioni pesanti, preparala base per l'Api e ingaggia la Gatti come politico diriferimento, arriva Ignazio Marino, senatore Pd masoprattutto uomo chiave delle commissioni parla-mentari di inchiesta sulla sanità e spara a zero sullagestione Iorio. Alle critiche dei politici locali siamotutti abituati, ma in buon Ignazio parla ex catedra,con toni ultimativi, assertivi. Eppure del Molise si erafin qui dimenticato. Ha avuto tanto tempo per fare,per indagare, per denunciare, ma ha scelto il mo-mento sbagliato per fare il confronto tra la sanità to-scana e quella molisana. Troppo facile. Brutto

affare. Hanno stufato anche le continue polemichedei vari Petraroia, Astore e compagnia. Potrebberofare altro, per dare una mano. Ma preferiscono così.Non piace neanche l'atteggiamento dell'assessoreFranco Giorgio Marinelli, capace di dichiarazionipesanti sul suo orticello elettorale, ma incapace digestirne gli effetti. E che dire dell'eterno ex,il profes-sor Cristiano Huscher, che a torto o a ragionespara sui giornali retroscena imbarazzanti sulla sa-nità iserniana. Aumenta solo il livello di confusione.Niente altro. Bene si comportano invece quelli checercano di salvare il salvabile e di limitare i danni,come l'onnipotente dirigente sanitario Roberto Fa-gnano, o Gianfranco Vitagliano, capace di tentareuna mediazione a Roma. Ottima la difesa d'ufficiodella Giunta da parte del senatore Ulisse Di Gia-como. Una nota di plauso all'equilibrio della leaderdei giovani industriali Silvia Gianella. Magari po-trebbe essere più incisiva,magari poteva mettersi ingioco prima. Ma meglio così che niente.

Crisi politica,elezioni e sanitàE il cittadinoforse ci guadagna

Il caso Veneziale,mini-inchiestasu un ospedaleche fa discutere

Ma la sanità privatacome se la cava?Viaggio nell'altrametà del cielo

anità

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SSMolise

Molise

NEL PRIMO

NUMERO

DI DICEMBRE

PARLEREMO DI:

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8ATTUALITA’

IN PRIMO PIANO/2

Anno I Numero 318 novembre 2010

Nella rete dei servizi territorialiuno dei problemi emergenti èsempre stato quello dell’ac-

cessibilità nella considerazione che,a fronte della rilevante richiesta diprestazioni e della scarsità di risorsedisponibili, particolare rilevanza rive-ste il governo della domanda es-sendo obiettivo del Distretto dareprestazioni a chi realmente ne ha bi-sogno.Nel processo di riorganizzazionedella rete territoriale in atto nellaAzienda Sanitaria Regionale del Mo-lise, particolare attenzione è stataposta nella ridefinizione dell’ accessi-bilità ai servizi territoriali e nella presain carico dei bisogni della popola-zione. I destinatari dei servizi territo-riali sono tutte le persone che hannobisogno di prestazioni socio-sanitarie-semplici e complesse, ovvero di pre-stazioni nelle quali le componenti,sanitaria e sociale, non risultino ope-rativamente distinguibili, per le quali èrealizzabile la presa in carico territo-riale. Ma chi sono i “destinatari”? Mi-nori, donne e famiglie, anziani,disabili, pazienti psichiatrici, personecon dipendenze da droga, alcool ofarmaci. E ancora: malati di Alzhei-mer, pazienti affetti da malattie neu-rologiche degenerative in faseavanzata (come SLA, distrofia mu-scolare per fare un paio di esempi),pazienti con necessità di nutrizioneartificiale, di supporto ventilatorio, per-sone in stato vegetativo e stato di mi-nima coscienza e malati terminali(oncologici e affetti da HIV).Per accedere al reparto la PUA (PortaUnica di Accesso), presente nel Di-stretto, è il luogo di riferimento e diorientamento per utenti, famiglie,

operatori sanitari, servizi sociali, as-sociazioni di volontariato e organismisociali, e svolge la funzione di spor-tello organizzato su base distrettualeper l’accoglienza delle richieste di in-terventi e prestazioni di competenzadistrettuale e per le segnalazioni dicarattere sociale, in raccordo con gliuffici di cittadinanza degli ambiti so-ciali comunali.

Sia i punti di accesso del sociale (es.,segretariato sociale, servizio socialeprofessionale, sportelli di cittadi-nanza, ecc.), sia i punti di accesso sa-nitario (Medico di Medicina Generale,Pediatra di Libera Scelta, Mediciospedalieri, Operatori socio-sanitari,ecc.) devono far confluire, mediantela compilazione di apposita moduli-stica, le richieste degli utenti concer-nenti un bisogno socio-sanitario ad

un unico collettore (PUA) che con-sente un percorso assistenziale uni-tario ed integrato. Si accede alla PUAsenza sborsare un euro, ancheanche senza appuntamento, basta ri-spettare giorni e orari di apertura. Lasegnalazione va effettuata su modellicartacei (schede) o tramite telefono,con successiva presentazione di for-male istanza. Occorre distinguere trasegnalazione e attivazione degli inter-

venti: la segnalazione infatti può giun-gere da diversi attori: medico di medi-cina generale, medico ospedaliero,servizi sociali del Comune, diretto in-teressato, familiari o supporti infor-mali, volontari. La Porta Unica diAccesso raccoglie (anche grazie al-l'ausilio di mezzi di comunicazioneoggi disponibili: telefono, fax, e-mail)e analizza le richieste, le integra senecessario (con segnalazione alMMG se la richiesta proviene da altrafonte). Effettua, poi, l'accettazionedelle domande e, se il caso è com-plesso, attiva la Unità di ValutazioneIntegrata Multidimensionale e Multidi-sciplinare. Questa fase risulta moltoimportante per la “riconoscibilità” delservizio per il cittadino e per facilitarei rapporti con i diversi operatori coin-volti. L’attivazione invece verrà gestitadagli operatori della PUA, attraversorisposte distrettuali o attraverso rispo-

ste dei servizi afferenti alla rete terri-toriale, che comunque dovranno tra-smettere allo sportello la modulistica(scheda di segnalazione e impegna-tiva del medico) al fine di centraliz-zare in questa sede ladeterminazione delle prestazioni ese-guite ed il numero di utenti assistiti nelsistema, con lo scopo evidente di ren-dere omogeneo il percorso della rac-colta dati. Per quanto riguarda lerichieste di cure domiciliari la segna-lazione del caso va effettuata attra-verso la compilazione di una schedadi ammissione al servizio da presen-tare presso la PUA, direttamente o at-traverso referenti.Per attivare le cure domiciliari è ne-cessario avere dei requisiti, ovverouna condizione di non autosuffi-cienza, di fragilità, patologie che ne-cessitano di cure erogabili a domicilio;un adeguato supporto familiare o in-

Come governare la domanda di servizi e dare prestazioni a chi ne ha realmente bisogno

Un’unica “porta” per tuttiMinori, disabili, anziani, malati neurologici e anche famiglia a rischio

La “Pua” per accedere alle prestazioni vale per tutti e non costa un euro

Antonella Basile

L’Azienda saniaria regionaledel Molise, diretta da Per-copo, in questi mesi sta riori-ganizzando il servizio diassistenza sanitaria e ho-spice

Coordinare l’azionedi servizi sociali, medicie volontariatoper migliorare l’offerta

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9ATTUALITA’SSMoliseMolise

IN PRIMO PIANO/2

formale, il consenso informato daparte della persona o della famiglia,la presa in carico da parte del servizioterritoriale sanitario o socialeCosa si intende per cure domiciliari?Ce ne sono di tre tipi. Le “cure domi-ciliari di tipo prestazionale o occasio-nale” caratterizzate da prestazionisanitarie occasionali o a ciclo pro-grammato e quindi riconducibili all’As-sistenza estemporanea ( prelievidomiciliari, medicazioni semplici, te-rapia iniettiva). Soddisfano un biso-gno sanitario semplice e di duratalimitata nel tempo per il paziente conlimitazioni funzionali che rendono im-

possibile l’accesso ai servizi ambula-toriali. Ci sono poi le “cure domiciliari Inte-grate di primo - secondo e terzo li-vello”. Le cure di primo livelloassorbono quelle riconducibili allaassistenza domiciliare programmata(ADP) e si caratterizzano per inter-venti programmati nel tempo che nonrichiedono valutazioni multidimensio-nali e che prevedono prestazioni me-dico, infermieristiche e riabilitative noncontinuative. Quelle di secondo eterzo livello riguardano pazienti chepresentano criticità specifiche o biso-gni complessi con necessità di conti-

nuità assistenziale e presa in caricoattraverso una valutazione globalemultidimensionale e multi professio-nale . Per tali pazienti viene formulatoun Piano di Assistenza individuale(PAI) nel quale sono previste le presta-zioni medico, infermieristiche, riabilita-tive e specialistiche a garanzia dellacontinuità assistenziale. L’ultimo tipo di

cure domiciliari è quello delle “pallia-tive a malati terminali”, che assorbono“l’assistenza territoriale domiciliare ri-volta a pazienti nella fase terminale” el’OD-CP (Ospedalizzazione Domici-liare Cure Palliative) e sono caratteriz-zate da una risposta intensiva abisogni di elevata complessità definitadal PAI ed erogata da un’équipe in

possesso di specifiche competenze.Le prestazioni ricomprese nelle curedomiciliari sono a totale carico del Ser-vizio Sanitario Regionale.L’Assistenza domiciliare rappresentaoggi uno strumento di qualità assisten-ziale per evitare ricoveri inappropriatiattraverso intervential domicilio con ilcoinvolgimento della famiglia.Con la prossima apertura delle RSAnegli ospedali riconvertiti di Agnone,Larino e Venafro e il potenziamentodell’assistenza domiciliare su tutto ilterritorio regionale, si realizzerà un si-stema unico di accoglienza della do-manda in grado di offrire al cittadino,simultaneamente, tutta la gamma diopportunità offerta dalla rete locale deiservizi e consentirgli di percorrere, apartire da un solo punto di accesso alsistema dei servizi, l’intera rete deiservizi socio-sanitari.

La Regione Molise è promossa apieni voti per ciò che concerne laprevenzione nel triennio 2005-

2007 ma è stata premiata anche peraver rispettato gli adempimenti previstidal Piano Nazionale della Prevenzioneper l’anno 2009. La comunicazione uffi-ciale inoltrata dal Centro Nazionale perla Prevenzione e il Controllo delle Ma-lattie, organismo questo di coordina-mento tra il Ministero della Salute e leregioni, evidenzia come la Regione Mo-lise abbia raggiunto in fatto di preven-zione il 90%.

IL Centro nazionale per la prevenzione eil controllo delle malattie è un organi-smo di coordinamento tra il Ministerodella Salute e la Regione per le attivitàdi sorveglianza, prevenzione e rispostatempestiva alle emergenze.L’indice di avanzamento del Progettoassegna il 100% nella carta del rischi

cardiovascolare, il 100% nelle recidivedegli accidenti cardiovascolari, l’81%per ciò che concerne la prevenzione deldiabete, il 100% per l’obesità, il 93%delle vaccinazioni, il 95% negli incidentidomestici, il 100% negli incidenti stra-dali, l’88% per gli Infortuni sul lavoro, il63% nello screening del colon retto, il58% in quello della mammella ed ben il73% nello screening della cervice.

“L’organizzazione della prevenzioneterritoriale nella nostra regione – sotto-linea il dott. Giancarlo Paglione, diret-tore sanitario Asrem – è estremamentecapillare poiché nei processi di scree-ning sono coinvolti praticamente tuttigli ospedali pubblici, i consultori e i po-liambulatori periferici. Una sinergia cheha quale obiettivo quella di garantirealla nostra popolazione una preven-zione di qualità e, quindi il migliora-mento dello stato di salute dellapopolazione”.

Prevenzione,il Ministerodella Salutepromuovea pieni votila sanità molisana

La scommessaè l’assistenza domiciliareper evitare ricoveri inappropriatiMa serve il sostegnodelle famiglie

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10ATTUALITA’

Anno I Numero 318 novembre 2010

IN PRIMO PIANO/3

In Italia, come in genere in tutti ipaesi occidentali, l’allungamentodella durata media della vita e la

diminuzione della fecondità hannostravolto la struttura della popola-zione: il Molise, insieme alla Liguriae all’Umbria, è la regione a più altotasso d’invecchiamento. I dati Istatparlano di una popolazione anzianamolisana che si attesta intorno al21% di ultra 65enni con tassi di inci-denza che si raddoppiano e addirit-tura si triplicano in alcune aree delcentro e dell’alto Molise. Circa il10% di questa fetta di popolazionerisulta affetto, in vari stadi della ma-lattia, da problemi di demenza che èdirettamente collegata all’invecchia-mento ed il cui trend demografico ri-sulta in progressivo aumentorispetto alla popolazione generalecon proiezioni allarmanti nei pros-simi 20 anni. Una “emergenza” cheabbraccia aspetti di economia socio-sanitaria, previdenziale e demogra-fica. La prevalenza di questapatologia che è dell’1% nelle classid’età compresa tra i 65 e i 69 anni, siraddoppia ogni lustro per raggiun-gere stime di oltre il 40% nelle classid’età molto avanzata, i cosiddettiGrandi Vecchi, come è emerso daun importante studio italiano ILSA(Italian Longitudinal Study on Aging)e di cui la sindrome di Alzheimerrappresenta oltre il 60% del cam-pione esaminato. In Molise vivonopoco meno di 60mila uomini edonne di età superiore ai 65 anni,per cui basandosi sulle stime di inci-denza derivate dai suddetti studi, sipuò ipotizzare che almeno 1000 diquesti anziani diventano dementi ecirca 600 manifestano una malattiadi Alzheimer. Il numero totale dellepersone con demenza che vivonoin Molise è probabilmente di circa5000 unità. Questo significa checirca 5000 famiglia si confrontanoquotidianamente con i complessi edrammatici problemi che il familiarecon demenza pone. Nel Molisenell’ambito dei progetti di ricerca perla malattia di Alzheimer indetti dalMinistero della Salute, dall’agostodel 2001 è partito uno studio speri-mentale finalizzato della durata didue anni, il progetto Alamo che pre-vedeva l’attivazione di sette UnitàOperative. Prevedeva, perché an-cora oggi di unità operative non sene parla. “A tutt’oggi – sottolinea ildott. Raffaele Parisi a cui è stata af-fidata la responsabilità del CentroAlzheimer attivato nel 2002 - que-sto servizio non è stato ancora istitu-zionalizzato, continua cioè adessere soggetto a precarietà soprat-

Antonella Basile

E’ l’emergenza sociale del secolo, il Molise non riesce ancora a gestirla

Alzheimer, proprio non ci siamoDiverse migliaia, forse cinquemila i pazienti (con rispettive famiglie) a fronte

di una rete di servizi praticamente inesistente. A Campobasso l'unico centro diurno

Il Centro Alzheimer ha una propria sede presso il Poliambulatorio di Campobassoin via Ugo Petrella, al primo piano .Sono attive due linee telefoniche, segreteria:0874/409685, dott. Parisi 0874/409798 Fax: 0874/409715 www.centroalzheimermolise.it

Il centro è aperto al pubblico è possibile avere tutte le informazioni necessarie all’utenza e ai caregivers Il lunedì ed il venerdìsi svolgono gli incontri con l’utente (visita medica e valutazione neuropsicologica) mentre tutti gli altri giorni ad eccezione del giovedì (riunione di equipe finalizzata alla valutazione multidisciplinare ed alla progettazione dell’intervento) si svolgerannogli incontri con i caregivers (colloqui con psicologi ed assistente sociale). Tutti i giorni, dal lunedì al venerdì è attiva una segreteriacon funzione di segretariato sociale ed informazione.

LA SCHEDA

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11ATTUALITA’SSMoliseMoliseIN PRIMO PIANO/3

tutto del personale che vi lavora. Dal2002 abbiamo proposto alla regioneaatri progetti che prevedevano la co-stituzione a Campobasso , Isernia eTermoli di Centri Alzheimer ed ancheun centro di coordinamento regio-nale Progetti che sono stati recepiti,ma purtroppo mai sviluppati. L’Al-zheimer è un problema che coin-volge il mondo intero ed èindispensabile creare una rete di ser-vizi intorno ai soggetti e alle fami-

glie”. Sul territorio regionale è pre-sente a Campobasso il Centro Al-zheimer dove lavorano 3 psicologi,1 assistente sociale, 1 addetto allasegreteria, tutto personale che fa ri-ferimento alla Gea aggiudicataria diuna gara di appalto pubblica. Nel ca-poluogo anche l’unico Centro Diurnodella regione, dedicato ai pazienti af-fetti da Alzheimer, ma che si prendecura anche dei loro familiari, cosic-chè da migliorare, per quanto è pos-

sibile la “qualità della vita” dei pa-zienti e dei rispettivi “care-giver” sol-levandoli in parte dall’onerosofardello che li opprime ridando lorodignità, rispetto e considerazione. Agestirlo la cooperativa sociale “Ri-cerca&Progetto” con 3 operatori sa-nitari, 1 musicoterapeuta ed 1fisioterapista occupazionale. Circa200 mila ero annui il costo per i dueservizi. Dal 2001 presso il Centro Al-

zheimer sono 1500 gli utenti (900donne e 600 uomini). Oggi 500 re-golarmente seguiti a scadenza pro-grammata presso il centro, 200sottoposti a rivalutazione per il gradodi malattia lieve che necessita di mo-nitorizzazione nel tempo. Il CentroDiurno dove si svolgono tra le altreattività di musicoterapia, terapia oc-cupazionale, cineforum, laboratoriodi Live-review (raccontami una sto-ria), laboratorio di lettura, laboratorio

di collage, decoupage, argilla è fre-quentato da 15 utenti preventiva-mente selezionati dopo lavalutazione del Centro Alzheimer.Sul resto del territorio regionale sonopresenti solamente due centri UVA aTermoli e ad Isernia. Presso questeUnità Valutative Alzheimer si effettuasolamente la valutazione clinica e ilpiano terapeutico che consiste inbuona sostanza solamente in una te-rapia farmacologica.

“Da otto anniproponiamoalla Regionealtri progettia Campobasso,Isernia e Termoli.Tutti recepitima mai sviluppati”

Nel Centro Alzheimer di Cam-pobasso, con sede nel Po-liambulatorio di via UgoPetrella, lavorano oggi trepsicologi, un assistente so-ciale e un addetto alla segre-teria

Icosiddetti “tecnici” alla fine della partita non sono che ragio-nieri e burocrati di alto livello. Devono pedestremente farei conti, verificare la congruità e la corrispondenza di cifre e

delibere. Null’altro. Non devono pensare. L’ultimo verbale deltavolo al Ministero di Via XX Setttembre, redatto al terminedell’ennesimo incontro cui ha partecipato anche il presidentecommissario Iorio, in sostanza ci dice questo. Il Governatoremolisano ha contrattaccato, ha chiesto, ha suggerito deroghee vie d’uscita, ha indicato percorsi.Non c’è stato nulla da fare. I tecnici hanno detto di no a tutto.Ma hanno lasciato una porta aperta: decisioni di quel genere,scelte al di fuori della calcolatrice non spettano a loro, appar-tengono ad un livello superiore, ad un livello “politico”. Quelladel 29 ottobre era una riunione di verifica, per capire se dalladata del precedente tavolo tecnico del'8 ottobre, ci fosserostate quelle “novità” richieste per evitare gli aumenti delletasse e delle imposte con l'applicazione degli automatismiprevisti dalla legge per quelle regioni che hanno un disavanzodei conti della sanità. Iorio aveva chiesto di non applicarequeste misure al Molise e la Regione, all'ultimo tavolo dell'8ottobre, aveva chiesto di effettuare una ulteriore verifica perfine mese. Ma, trascorsi i 20 giorni concessi, la musica non ècambiata tanto che per gli esperti ministeriali "le condizioniper la disapplicazione degli automatismi previsti dall'articolo2, comma 86, della legge 191/2009, tra i quali l'incrementodelle aliquote fiscali dell'Irap e dell'addizionale regionale all'Ir-pef oltre il livello massimo per l'anno 2010, finalizzato alla co-

pertura del disavanzo dell'esercizio 2009,non si sono realizzate". Ma cosa ha chie-sto Iorio in quella occasione? Il presidente ha fatto mettere averbale una dichiarazione secondo la quale i tecnici ministe-riali avrebbero dovuto riaprire il confronto perché venisseroesaminati tutti i provvedimenti inviati al tavolo tecnico dopol'8 ottobre, tra cui la sospensione dell'accreditamento diIRCCS Neuromed e Università Cattolica con decorrenza 1°novembre 2010, nonché la proposta contrattuale inviata alledue strutture in data 28 ottobre; ha chiesto "che sia nuova-mente verificata la possibilità di accedere all'utilizzo dei FondiFas per i disavanzi accertati a tutto l'anno 2009". Ancora, ilpresidente ha chiesto di usare i fondi destinati allo sviluppoper coprire completamente e definitivamente il "buco" dellasanità al 31 dicembre 2009, ha chiesto che lo Stato, "con ap-posita disposizione legislativa", consentisse al Molise di prov-vedere alla copertura del disavanzo del 2010 con risorsederivanti dal bilancio regionale 2010. Infine ha invocato unaderoga alla norma che prevede il blocco totale del turn over.Un vero e proprio contrattacco, come si diceva. Ma i tecnicidi Tremonti hanno di fatto respinto queste richieste riman-dando alcune di esse alla decisione politica. Sulla riaperturadel confronto sulla situazione creatasi con Neuromed e Cat-tolica hanno fatto presente che la procedura è per legge daritenersi conclusa l'8 ottobre con esiti negativi per la RegioneMolise., e che quindi “procedere ad una riapertura esuli dallaloro competenza". Anche sulla possibilità di accedere all'uti-

lizzo dei fondi FAS i tecnici affermano che“trattasi di decisione politica”. Così come si

lascia al potere decisionale del livello politico la risposta allealtre questioni sollevate, come la possibilità di predisporre co-perture con risorse regionali e la possibilità di deroga alblocco del turn over. Questioni, scrivono i tecnici, "che neces-sitano di un appressamento di ordinepolitico". "Circa la richiesta di anticipazioni delle spettanzeresidue vincolate all'attuazione del piano infine - scrivono nelverbale i tecnici ministeriali – sono state riconosciute tali pos-sibilità alle Regioni Campania e Lazio solo in presenza di si-gnificative correzioni di carattere strutturale. In proposito -accusano - non può non segnalarsi che, mentre le altre re-gioni sottoposte ai piani di rientro hanno ridotto ovvero signi-ficativamente rallentato la dinamica della spesa, la RegioneMolise ha, viceversa, peggiorato nel periodo di vigenza delpiano di rientro dal 2006 in poi il livello del disavanzo struttu-rale rispetto al finanziamento. “ Ma questa, a detta di molti,non è una valutazione soltanto e squisitamente tecnica. E’“politica”. E la politica intesa nel significato più alto del terminedeve badare al benessere e allo sviluppo dei cittadini, primadi tutto. C’è anche una bassa politica, che dice che le elezionipossono influenzare scelte e decisioni. Sarà questo il caso?Il president Iorio ha tempo fino al 31 dicembre per far valerele sue ragioni.

Pasquale Cortese

E ora la politica decida cosa faredel Molise (e anche di Iorio)

Nella foto a destra MicheleIorio, presidente della Re-gione Molise. Nella foto a si-nistra via XX Settembre aRoma, sede del MInistero del-l’Economia

IL COMMENTO

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12ATTUALITA’

Anno I Numero 318 novembre 2010

IL PIANO

Il Molise batte tutti: è la primaregione d’Italia ad avereapprovato il Piano di assi-

stenza personale ai disa-bili. «Il 9 novembre pernoi è caduto il muro diBerlino», dichiara entu-siasta il presidente re-gionale del MoviDomenico Costantino.Dopo anni di battagliein prima linea la Re-gione ha approvatouna “legge regionaleche restituisce dignità eindipendenza ai diversa-mente abili”.Non sarà l’ennesimo provve-dimento di intenti, il contentinoda dare alle associazioni che di-fendono i diritti dei portatori d’han-dicap: sul piatto viale Genova hamesso 400mila euro, un fondo ini-ziale che verrà rimpinguato nelcorso della consiliatura.“Questalegge che è esempio di dialogo traregione e popolazione”, spiega l’av-vocato Maria Cariello. “La norma harestituito libertà e dignità alle per-sone disabili, dando attuazione alprincipio di uguaglianza e ai pianipersonalizzati di assistenza previstidalla legge 104 del 1992”.Questo significa che sarà il disabilea decidere in prima persona sull’as-

sistenza, attraverso la presenta-zione di una proposta individuale,con un monte ore, che sarà valutatadalla commissione, e poi finanziatain base ai costi. “Alla base dellalegge ci sono la capacità di autode-terminazione, la libertà di autoge-stione nel servizio di assistenza”,continua la Cariello. “Il provvedi-mento si rivolge a coloro che hanno

forme di disabilità grave e perma-nente, di età compresa tra i 18 e i 65anni. Ciascuno può presentare un

proprio progetto di assistenza, sullabase delle condizioni fisiche e so-ciali- il portatore di handicap diventaparte integrante dell’unità di valuta-zione, ed è datore di lavoro del pro-prio assistente, tanto da poteresaminare anche la qualità dell’aiutoofferto. Gli assistenti personali sa-ranno formati dall’utente secondo leproprie e specifiche necessità. Finoa oggi invece il disabile è semprestato destinatario del servizio offertodalla pubblica amministrazione. Vin-cente la tecnica redazionale: non piùdiritti a tempo determinato, concessie quasi mai garantiti con interventiframmentari per un anno o forsedue, ingannevoli per la indipen-denza raggiunta, alla quale è beneche la persona non si affezionitroppo. Mi piacerebbe”, ha concluso,“che questo provvedimento possaessere da stimolo anche per l’attua-zione di un progetto di legge nazio-nale per la vita indipendente».Da oggi dunque scatta la fase 2: farsì che le linee guida espresse nelpiano approvato dalla regione pos-sano diventare il modello di una legi-slazione in vigore in tutto il territorionazionale. Un provvedimento appro-vato da Camera e Senato che partada quanto fatto in queste settimanein Molise e trovi applicazione in tuttaItalia. La battaglia, spiega l’avvocatoCariello, è solo cominciata.

Salvatore Bergamo

Milano non ha mai guardato al Molise con così tanto inte-resse. Almeno quella calcistica. Dopo l’ennesimo infor-tunio di Pippo Inzaghi durante il match contro il Palermo

(lesione del crociato anteriore e del menisco del ginocchio sini-stro), a ridare qualche speranza al popolo rossonero è statoAl-fredo Schiavone Panni, docente di ortopedia dell'università delMolise. Sarà lui il super specialista che dovrà rimettere in piedi ilcampione rossonero. “Nonostante l'età avanzata rispetto ai col-leghi”, ha spiegato Schiavone Panni, “per Inzaghi c'è la pienapossibilità di recuperare e tornare a giocare”. Niente carriera fi-nita, come si erano affannati a dichiarare gli esperti del mondopallonaio, ma la speranza piena di rivederlo ancora sui campida gioco, pronto a gonfiare la rete avversaria con una delle zam-pate che lo hanno reso celebre.“Io sono ottimista sulla possibilitàdi recupero” ha detto il professore molisano, “le tecniche mo-derne danno ottimi risultati e l'età del giocatore non è influente,trattandosi di atleti professionisti. Certo, per un recupero com-pleto ci vorranno almeno cinque o sei mesi, perché bisogna dareal nuovo tendine la possibilità di attecchire. E’ un’operazionecomplessa che richiede parecchio tempo, senza accelerazioniforzate che potrebbero poi risultare pericolose”. Dunque stagione

conclusa: Super Pippo tornerebbe a gio-care soltanto a maggio-giugno, magari conla maglia fregiata di nuovo dal tricolore, cheperò i suoi compagni di squadra dovrannoconquistare senza di lui. L'intervento, spiegaSchiavone Panni, è ormai di routine: “Siprende un tendine da un altra parte del corpodel giocatore, e lo si inserisce al posto di quellorotto. L'importante è che si mantenga l'isometria,vale a dire che il legamento nuovo deve avere lastessa posizione di quello vecchio”. Secondol’esperto, la miriade di infortuni a cui vanno incontro icalciatori negli ultimi tempi è dovuta al "troppo lavoro"a cui vengono sottoposti: “Tra Champions, campionato,coppa Italia, supercoppe varie, è aumentato a dismisura ilnumero delle partite, e ai calciatori vengono richieste pre-stazioni sempre maggiori. Per i ragazzi non c'è più tempoper allenare quei riflessi che servono proprio ad evitare gliinfortuni. I carichi di lavoro oggi sono molto pesanti”, pro-segue, “e questo fa sì che le masse muscolari aumentinoa dismisura e sollecitino sempre di più i legamenti. Basta

pensare al fisico di un calciatore di 30 anni fa per capire quantecose sono cambiate da questo punto divista”.Niente paura dunque per i tifosi mi-lanisti: a sentire gli esperti dell’Univer-sità regionale Inzaghi, anchequesta volta ce la farà. Inattesa dell’ultima,

mi-r a c o -

l o s a ,rinascita del

campione piacentino,gli occhi rimarranno puntati

sul Molise almeno fino a maggio.Ma i rossoneri non si saranno i soliad avere la mente sospesa sull’ap-pennino: anche gli interisti staranno

in guardia. Sperando che d’ora inpoi il derby Inzaghi se lo goda dalla

tribuna. V.B.

Nel tondo l'avvocato MariaCariello. Insieme a DomenicoCostantino, presidente regio-nale del Movi, ha portatoavanti la battaglia per la leggesull’autonomia dei portatorid’handicap

Ortopedia, il “caso Inzaghi” rilancia la scuola molisana

Approvata la rivoluzionaria legge regionale sul piano di assistenza personale

Disabili, siamo i primi della classeNessuno in Italia è riuscito a fare tanto: Palazzo Moffa stanzia 400mila euro

I soggetti interessati - tra i 18 e i 65 anni - presenteranno una proposta individuale

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STATISTICHE

ATTUALITA’SSMoliseMolise

Federfarma promuove il Molisea pieni voti: tra le regioni ita-liane che applicano il ticket, è

quella dove i medicinali costano dimeno. L’agenzia dei farmacisti italianiha pubblicato i risultati di un’indaginesull’incidenza del ticket sulla spesafarmaceutica dei cittadini e la regionegovernata da Michele Iorio si è piaz-zata al primo posto, davanti a Cala-bria e Abruzzo. Secondo la ricerca laqualità delle prestazioni del ServizioSanitario Nazionale cambia parec-chio da regione a regione e il Sud siscopre più “virtuoso” rispetto alle re-gioni settentrionali, a partire propriodal Molise. Vediamo la situazione, regione perregione. In Molise la tariffa è 1 € perconfezione, fino a un massimo di 3per ricetta, per i farmaci di prezzo su-periore a 5 €, e della metà per i far-maci di prezzo inferiore. In Piemonte,si paga 2 euro per confezione, fino aun massimo di 4 euro per ricetta, maper antibiotici ed altri farmaci solo 1euro. In Lombardia le regole sono si-mili, mentre inVeneto c'è solo la for-mula da 2 euro a ricetta. Nel Lazio sipagano 4 euro a confezione, se ilprezzo di vendita è superiore ai 5euro, che diventano 2 per chi ha di-ritto ad esenzioni parziali. Per farmaciche costano meno di 5 euro, i ticketdiventano, rispettivamente, 2,5 e 1

euro. In Abruzzo si paga dai 2 ai 4euro a confezione, per prezzi sopra i5, ma per i più economici servono da0,5 a 1 euro. In Campania viene ap-plicato un ticket di 1,50 euro per con-fezione, più una quota fissa di 2 euroa ricetta. In Puglia si paga 2 euro perconfezione, col massimale di 5,5 €per ricetta. In Calabria il ticket è di 1euro a ricetta, più 2 euro per ciascunpezzo prescritto, col massimale di 5euro. Il ticket più salato è quello dellaSicilia: da 4 a 4,50 euro, a secondadel prezzo del farmaco, che scendetra 2 e 2,50 se i farmaci sono gene-rici. I soggetti affetti da patologie cro-niche e invalidanti e rare pagano cifrevariabili tra 1 e 2 euro. In tutte queste

regioni, comunque, valgono le esen-zioni totali per categorie come, adesempio, gli invalidi civili al 100 percento.Dall’indagine ovviamente sonoescluse le regioni dove non si paga ilticket, ovvero Valle d'Aosta, Liguria,Provincia Autonoma di Bolzano,Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Roma-gna, Toscana, Marche, Umbria, Ba-silicata e Sardegna.Federfarma intanto ha lanciato unaserie di servizi utili per chi ha la ne-cessità di acquistare medicinali. Trale novità uno strumento on-line per laricerca della farmacia più vicina, oanche un database dei farmaci, cheper ciascuno di essi riporta prezzo etipo di prescrizione necessaria.

Salvatore Bergamo

Federfarma, Molise ok: tra le regioni che applicano il ticket è quella dove sui farmaci si risparmia di più

Qui le medicine costano di menoUn euro per confezione fino a un massino di tre per ricetta per i prodotti

di prezzo superiore a cinque euro. Nel Lazio si paga fino a quattro volte tanto

PARADOSSI

Abbiamo parlato nel fascicolo precedente dell’im-barazzante e doloroso problema delle liste d’at-tesa. Il Molise non ne è esente e anzi con il giro

di vite imposto dal piano di rientro e dalla conse-guente riorganizzazione/ristrutturazione dei servizi ri-schia di vedere aggravata la situazione. Vedremocome l’Asrem e gli uomini del direttore generale Per-copo sapranno gestire la situazione. Intanto vale lapena di sottoporre al lettore la nuova normativa na-zionale che sul piano teorico dovrebbe consentireampia libertà di manovra, il piano dei trenta giorni.Un mese è il tempo massimo di attesa che potrà tra-scorrere fra la prenotazione e la visita medica pressostrutture pubbliche o convenzionate. L'obiettivo ap-pare quasi irrealistico se si considera che per unesame diagnostico in alcuni ospedali italiani c'è da at-tendere anche sei mesi, ma è ciò a cui mira il Pianonazionale per il governo delle liste d'attesa 2010-2012, appena approvato dalla Conferenza Stato-Re-gioni. Tra le principali novità vi sono, nel Piano, lasuddivisione delle prestazioni in classi di priorità tem-porale, 58 prestazioni da monitorare e percorsi dia-gnostico-terapeutici per le patologie cardiovascolari eoncologiche.Gli interventi urgenti Sono 4 le classi di priorità chedefiniscono i tempi massimi per visite specialistiche,prestazioni diagnostiche e in regime di ricovero: 1) ur-

gente: da eseguire al massimo entro 72 ore; 2) breve:entro 10 giorni; 3) differibile: entro 30 giorni per le vi-site o 60 giorni per gli accertamenti diagnostici; 4)programmata.Le prestazioni monitorate Sono 58 le prestazioni chesaranno tenute sotto controllo circa il rispetto deitempi d'attesa prestabiliti: 14 visite specialistiche, 29prestazioni di diagnostica strumentale, 5 in regime diricovero diurno e 10 in regime di ricovero ordinario.I tempi delle Regioni A fissare i tempi massimi per levarie prestazioni saranno le Regioni. In caso di as-senza di parametri regionali, si applicheranno diretta-mente quelli del Piano. Le aziende sanitarie dovrannoadottare un programma proprio di attuazione dellelinee del Piano (in coerenza con quello regionale),che dovrà prevedere anche le contromisure in caso disforamento dei tempi prestabiliti. Il monitoraggio deitempi di attesa sarà sia ex ante che ex post.Malattie prioritarie Le patologie cardiovascolari e on-cologiche sono qualificate come prioritarie per lo svi-luppo di percorsi diagnostico terapeutici (pdt).L'Agenzia per la sanità regionale (Agenas), con Re-gioni e Ministero, entro 60 giorni dall'approvazione delpiano stabilirà le linee per il monitoraggio e definirà itempi massimi di attesa per ciascun pdt, che non po-tranno superare i 30 giorni per la fase diagnostica e30 per l'inizio della terapia dal momento dell'indica-

zione clinica. Le regioni individueranno dei Pacchettiambulatoriali complessi (pac), promuovendone l'ero-gazione con il day service.Nuovo Cup nazionale Il piano sulle liste d'attesa si ac-compagna a quello sui Centri unici di prenotazione(Cup) nazionali. Secondo quando spiegato da Ferruc-cio Fazio, ministro della Salute, i Cup nazionali sa-ranno "messi in rete con quelli regionali e il cupnazionale avrà le metodologie per eliminare i buchidelle prenotazioni".La libera professione aziendale Nel caso che non siriescano a rispettare i tempi massimi fissati dalla Re-gione, la riduzione delle attese potrà essere perse-guita attraverso prestazioni erogate dai medici inregime libero professionale, ma in favore dell'azienda,che si farà intero carico dei costi; per l'accesso a que-ste prestazioni il cittadino dovrà pagare solo il ticket.Nel caso di prestazioni libero professionali su richie-sta dell'utente, le spese saranno a suo totale carico.Quanto ci vorrà per far partire le nuove regole non sisa. Il ministro Fazio, mettendo le mani avanti, ha dettoche il Piano "dovrebbe realmente cambiare le cose",se sarà applicato dalla Regioni. Sulle amministrazioniregionali ricade dunque, dall'inizio, l'onere di trasfor-mare in realtà i buoni propositi, partendo da una si-tuazione di partenza segnata soprattutto da enormidifferenze tra Nord e Sud.

Liste d’attesa,eppurenon dovrebberosuperarei trenta giorni

Secondo l'indagine della Fe-derazione nazionale dei far-macisti italiani in Molise latariffa è 1 € per confezione,fino a un massimo di 3 per ri-cetta

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14ATTUALITA’

Anno I Numero 318 novembre 2010

SCENARISanità di montagna, sanità di pianura, tra proteste, paure e rassegnazione

E alla fine il buon senso trionferàDa Agnone a Larino a Venafro, il filo rosso della riconversione divide

il territorio molisano. Danni reali ridotti. Quelli politici quasi insopportabili

La parola magica, in questi casi,è “ottimizzare”. In alternativava bene anche “riorganizzare”,

e per gli amanti dei tecnicismi c’èsempre la possibilità di “riconver-tire”. Vocaboli che infarciscono le di-chiarazioni dei politici senza forniremai una direzione precisa, buoni perdire tutto e il contrario di tutto, ipo-tizzare una soluzione o il suo esattoopposto.Ovviamente, un termine così protei-forme, così prodigiosamente versa-tile, non poteva non presenziarenegli annunci di rito che accompa-gnano il Piano di riordino della sa-nità delle varie amministrazioniregionali. Anche Iorio non ha fattoeccezione. Se si leggono le affer-mazioni del governatore molisanoassistiamo ad una pletora di ottimiz-zazioni, riorganizzazioni, riconver-sioni. E così il cittadino, insospettito,ha iniziato a sbirciare i documenti,numero per numero, taglio per ta-glio, scoprendo che dietro alle pa-role enigmatiche delle dichiarazionipubbliche si celavano in realtà prov-vedimenti tutt’altro che equivoci.Quando, per esempio, il presidentedella Regione ha detto che per “ot-timizzare le strutture pubbliche”,avrebbe “trasformato i posti letto peracuti di tre ospedali (Agnone, Larinoe Venafro) in Rsa, creando unanuova offerta sanitaria”, chi abita neipressi dei tre suddetti ospedali hasubito capito che dietro alla “trasfor-mazione” si nascondeva una tegolapesantissima, che compromette se-riamente la sopravvivenza dellestrutture e dell’indotto.A volte però gli amministratori localihanno fatto orecchie da mercante,cercando di assecondare le direttivedel governo regionale senza pre-stare il fianco alle proteste dei comi-tati civici, spuntati come funghi adifesa degli ospedali a rischio chiu-sura. “I Sindaci e le amministrazionidelle tre città”, denunciano le asso-ciazioni, “sono rimasti vergognosa-mente immobili, mentre avrebberodovuto essere in prima linea sulfronte della protesta. Invece hannodato miseramente prova di una to-tale sudditanza a “padron” Iorio infi-schiandosi altamente del fatto che icittadini da loro rappresentati venis-sero privati di diritti e servizi fonda-mentali. Fortunati gli abitanti deipaesi della Valle dell’Aniene e di Su-biaco che possono contare su Sin-daci con gli attributi”, protestano,alludendo ai primi cittadini del Lazioche hanno capeggiato la rivolta con-tro il piano di rientro presentato dallaPolverini.

Insomma la rivolta dei comitati civiciè sì contro il governo regionale “diCampobasso”, ma anche contro gliamministratori locali, colpevoli di as-secondare lo smantellamento dei

nosocomi montani. Ma non è sem-pre stato così. Non in tutte le circo-stanze i sindaci hanno chinato ilcapo agli ordini che arrivavano dal-l’alto. A Venafro per esempio l’ospe-

Renato Verra

Nella foto grande una manife-stazione contro la chiusuradell'Ospedale S.Rosario diVenafro. Nella foto piccolal'ospedale Vietri di Larino.

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15ATTUALITA’SSMoliseMoliseSCENARI

dale S. Rosario doveva chiudere ibattenti entro fine ottobre. Lo avevastabilito Manfredi Selvaggi, direttoresanitario della struttura venafrana, inesecuzione ad un decreto firmato daIorio il 24 settembre scorso. Un prov-vedimento con il quale si disponeval’anticipazione della ristrutturazionedella rete ospedaliera, costringendoalla chiusura di servizi e reparti del-l’ospedale di Venafro prima dell’ini-zio di novembre. Per evitare unavera e propria rivolta civile il sindacodel comune molisano, Nicandro Co-tugno, ha costretto Iorio a fare mar-cia indietro. Il governatore ecommissario ad acta per la sanitàregionale ha chiesto e ottenuto cheGiancarlo Paglione, numero unodell’Asrem, sospendesse il decreto.Il che non significa dunque che ilS.Rosario abbia evitato la scure de-finitivamente: l’appuntamento con lachiusura è solo rimandato.Un’azione più “graduale” ma co-munque “necessaria” secondo glistessi vertici dell’agenzia sanitariaregionale molisana.Il discorso è questo: ogni città delMolise venderà cara la pelle per di-fendere il proprio ospedale. Nessunpaese rinuncerà ad una struttura sa-nitaria come se niente fosse, senzaportare avanti trattative su trattative,scontri su scontri, al solo scopo disabotare (o comunque ritardare ilpiù possibile) la manovra di riorga-nizzazione. Anche se, dicono dallaRegione, i danni reali per i cittadinisarebbero pressoché nulli, visto chei nosocomi della pianura distanopoche decine di chilometri dai co-muni montani, esattamente quantola maggior parte degli ospedali ro-mani rispetto ai paesi dell’hinterlandprovinciale. Nessun disagio dunquesecondo i vertici di via Genova, masolo questioni di campanilismo. Si-stemi difficili da smantellare, logicheconsolidate da anni di sperperi. Macon la crisi economica e i tagli impo-sti dal Governo i provincialismi non

possono trovare spazio nel-l’agenda della Giunta regionale.Dopo anni di concessioni e favorialle amministrazioni locali è venutoil momento di prendere misure op-portune, anche a costo di farescelte impopolari. I cordoni strettidella borsa non permettono piùche si chiuda un occhio su sprechie strutture superflue.Il governatore Iorio proverà ancorala via della mediazione, è proba-bile che farà di tutto per far sì chegli interventi siano graduali e nontraumatici per la popolazione, mala sostanza non cambia. Il buon-senso non può attendere.

Il Caraccioloè un caso a parteDa maneggiare

con cura

Ma il Caracciolo chiude o non chiude? Se-condo il governatore del Molise, MicheleIorio, l’ospedale di Agnone non è a rischio

chiusura. Si tratterebbe solo di una complessaopera di ristrutturazione, di tagliare sprechi e,come si dice in gergo, “ottimizzare le risorse”. Se-condo i comitati civici, - “Il Cittadino c’è” in testa –invece la struttura è in serio pericolo.

Il problema, forse, è proprio questo: non c’è dia-logo. I fatti, come spesso accade, passano in se-condo piano, lasciando posto a polemichestrumentali dove nessuno è disposto ad arretraredi un millimetro rispetto alle proprie convinzionipersonali, anche quando i fatti dimostrano il con-trario.Michele Iorio lo ripete da settimane: “Con me il Ca-racciolo non chiude”. L’ultima volta è stato il 7 no-vembre davanti ad otto sindaci del cosiddetto“Molise altissimo”. C’era l’assessore regionaleFranco Giorgio Marinelli, il direttore generaledell’Asrem Angelo Percopo, e uno stuolo di consi-glieri di maggioranza e minoranza preoccupati perle sorti del nosocomio. Cosa sia successo è robanota: anche in questa circostanza il governatoreha ribadito che la struttura non chiuderà i battenti.“Sono al fianco della popolazione”, spiegava Iorioai presenti per calmare le acque, “Agnone ha do-vuto subire delle contrazioni ma si qualificheràanche”. E l’azione di rilancio, annunciava, parti-rebbe proprio dall’assunzione di un nuovo onco-logo di fama nazionale proveniente da Napoli, il

professor Franco Ionna. “Al più presto ar-riveranno delle risposte concrete per tuttie si vedrà cosa è stato fatto davvero”. In-fine una sfida: “Vorrei proprio vedere setutti quelli che in questi giorni ci sbeffeg-giano saprebbero fare qualcosa di me-glio”. Ma questo non è bastato a placarele proteste di cittadini e amministratori lo-cali. Neanche la promessa di mantenerein loco i reparti di Radiologia e Anestesia.“Perché non sposta l’Ostetricia di Iserniaad Agnone?” hanno chiesto provocatoria-mente alcuni manifestanti.

E visto che il clima era tutt’altro che con-ciliante, a mettere benzina sul fuoco ci hapensato l’assessore Marinelli, che, comeè noto, ha attribuito la responsabilità dellasituazione attuale in cui versa il Carac-ciolo ai “medici che sono andati via”. “Setutti si fossero comportati come NicolaJavicoli, il primario del reparto di Chirur-gia, sicuramente oggi staremo qui a par-lare d’altro”, sentenziava l’assessore.Ovviamente affermazioni di questo tipo,così battagliere, hanno scatenato un puti-ferio, in primis la reazione bellicosa di As-somed e delle associazioni di categoria,facendo in modo che la battaglia di di-chiarazioni e contro-dichiarazioni riprendesse dadove era si era fermata.Se i toni sono questi, la mediazione tra le parti è

difficilissima. Il compromesso, ad oggi, rimane unmiraggio.

R.V.

Ogni piccolo centrovenderà carala pelleper difendereil proprio ospedaleLa stradadella mediazionesi fa semprepiù stretta

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L’IDEA

16ATTUALITA’

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Tornare indietro per andareavanti. Unirsi, accorparsi, fon-dersi. Il Presidente della Re-

gione Molise sembra non avere piùdubbi. Mentre il risanamento deiconti sanitari è ancora in fieri, già sivagliano opzioni di riordino siste-mico, che non si limitino alle riunifi-cazioni degli ospedali di Termoli,Campobasso e Larino come pure diIsernia, Venafro e Agnone in soli duepoli nosocomiali. Dopo le resistenzein tal senso e la difesa a spada trattadella rete molisana, Michele Ioriovira, tornando all’antico. Da soli nonce la facciamo, è il pensiero delCommissario che intuisce come ilriordino strutturale del comparto sa-nitario e il superamento del disa-vanzo (stimato attorno ai 54 milionidi euro) non possano essere conse-guiti semplicemente a colpi di tagli.Non basta il riassetto dei distretti - siparla di una diminuzione da tredici asette - e neppure è sufficiente l’en-nesima vendita del patrimonio im-mobiliare dall’Asrem. La macchinasanitaria molisana consuma piùbenzina di quanta le risorse permet-tono di acquistarne: ogni anno sisprecano circa novanta milioni dieuro in più di quelli a disposizione. Ecco allora la proposta federalistalanciata dal Presidente di Confindu-stria Abruzzo e Molise, MicheleScasserra, durante una recente as-sise degli imprenditori del centro Ita-

lia. È il momento delle scelte, spiegain un intervento pungente il numerouno del sindacato degli industriali:“Le piccole regioni non hanno le ri-sorse per erogare servizi efficienti acosti contenuti”. Pertanto risulte-rebbe inderogabile “una coopera-zione tra Abruzzo e Molise cheeviterebbe sprechi enormi, come adesempio i quattro ospedali presentinel raggio di 50 chilometri, al confinetra le due regioni”. Scasserra parladi “modello allargato” come puredella necessità di una pronta “speri-mentazione” per valutare la sosteni-

bilità della proposta.Scissioni e riannessioni, tra corsi ericorsi storici. Il Molise è regione au-tonoma dal 1963, meno di cin-quant’anni. Già Bossi - e con luimolti altri - avevano ipotizzato un ri-torno al passato, la riproposizionedell’antica regione degli Abruzzi eMolise, retaggio d’età Napoleonicapoi evoluto - durante il Regno di Na-poli - in tre giustizierati diversi: ilContado del Molise, l'Abruzzo Cite-riore e la Capitanata. Nel dettaglioperò, si tratterebbe solo di una ge-stione comune della Sanità e non

della riproposizione di un vecchiofilm. Peccato però che la Sanitàabruzzese versi in condizioni ap-pena migliori della nostra: quandoil Governo convocava Iorio, ac-canto al Presidente della RegioneMolise c’era pure Gianni Chiodi,Presidente della Regione Abruzzoe Commissario ad acta. Quali ledifferenze tra le due regioni allora?In Abruzzo è già stato introdotto untetto massimo della spesa di ogniospedale e si stanno approvandotetti di spesa anche per il settoreextra-ospedaliero.

Aldo Fabio Venditto

Il governatore Ioriotorna all’anticoe ammette:non possiamoandare avanti da soli

Nella foto grande l’OspedaleCardarelli di Campobasso.Nel tondo Sergio Pastò, di-rettore dell’Unità operativa diDietologia e Nutrizione Cli-nica della struttura.

AgnoneLarino

Termoli

IserniaVenafro

VastoChieti

Avezzano

Luci, ombre e incongruenze nella proposta degli imprenditori sull'emergenza sanitaria

Molise e Abruzzo, almeno alleatiAltro che provocazione: bisogna far fronte alla crisi e allo strapotere di regioni più fortiLa collaborazione eviterebbe sprechi ernormi. Ma le cose non sono così semplici

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L’IDEA

17ATTUALITA’SSMoliseMolise

Per il resto, la situazione economico-finanziaria è preoccupante e lo scan-dalo delle tangenti che ha coinvoltol’ex Governatore, Ottaviano DelTurco e il re delle cliniche private,Vincenzo Angelini aggrava il quadro.Tutti ricorderanno le accuse diquest’ultimo che rivelò ai magistratidi aver pagato bustarelle per un to-tale di quindici milioni di euro ad al-

cuni amministratori regionali in cam-bio di favori e finanziamenti pubblici. Ciò nonostante, la rotta è tracciata ea Napoli c’è già stato un primo con-fronto sulla possibilità per le regionidel Meridione di fare rete. Un tavoloa cui hanno partecipato gli assessorialla Sanità della Puglia e della Sicilia(Tommaso Fiore e Massimo Russo),i sub commissari di Molise e Abruzzo

(Isabella Mastrobuono e GiovannaBaraldi), come pure Raffaele Cala-brò (consigliere per la sanità dellapresidenza della Regione Campa-nia). All’ordine del giorno, sostanzial-mente, i criteri per stabilire il ripartodei fondi nazionali. La richiesta ècosì sintetizzabile: vogliamo più soldie in cambio le nostre regioni s’impe-gnano in una collaborazione utile adinnalzare il livello delle prestazionierogate (in Calabria è scandaloso) ea procedere ad un riassetto, met-tendo in rete eccellenze e facendofronte comune alle inefficienze. Nonpiù tanti enti territoriali ma un’unicamacroregione, più facile - si dice - dagestire. Tra gli obiettivi, il supera-mento della migrazione dei pazientimeridionali verso il Nord Italia checosta complessivamente allo statoun miliardo e cento milioni di euroogni anno, risorse che vanno a finan-ziare gli ospedali del settentrione eche invece, si chiede vengano spe-dite al Sud. E sono pure tutti d’ac-cordo: in piena sintonia sullerivendicazione, al punto da cancel-lare le divergenze partitiche, le oppo-ste visioni politiche. Insomma, la crisidella Sanità meridionale non sa-rebbe figlia di sperperi, ma di disser-vizi causati dall’esiguità dei fondi adisposizione delle piccole regioni,danneggiate dalla morfologia del ter-ritorio che rende esosa la capillaritàdel servizio.Qualcuno però deve spiegarci comeil Molise potrebbe trarre giovamentoda una logica siffatta, essendo in-sieme alla Basilicata la regione piùpiccola del lotto e quella che, fatte ledovute proporzioni, ad oggi ricevepiù fondi di tutte. Qualcuno invecesembra dire, visto che il Molise non èstato capace di preservare i conti, gliaffianchiamo la Campania, la Cala-bria, la Sicilia, campioni di sperperoe malasanità. Visto che non siete ingrado di riordinare il bilancio, fareteparte di una torre di Babele dove leproblematiche si sommeranno, as-sieme ai debiti. Invece di orientarci a modelli compe-titivi e vincenti, si guarda al peggio.

Eppure il meglio c’è e non è lontano:le Marche sono al secondo postonella classifica nazionale della qua-lità sanitaria, dopo la Lombardia. Iconti sono eccellenti visto l’attivo di17 milioni e mezzo di euro dell’eser-cizio 2009. Un successo, così argo-mentato dal Governatore Spacca:“Siamo tra le sole otto regioni in re-gola per quanto riguarda il reportdella spesa sanitaria 2009. A con-ferma della validità delle misureadottate dal governo regionale per ri-portare i conti della sanità in ordine”.Già, perché i conti non tornavano,ma la giunta si è rimboccata le mani-che: “La certificazione dei conti daparte del Ministero dell'Economia -ha aggiunto il Presidente - è il rico-noscimento dell'intenso lavoro svoltoin questi anni non solo per risanare ibilanci, ma per accrescere contem-poraneamente gli standard qualitativie l’efficienza dei servizi per i citta-dini”.Chi non ha perso tempo, chi ha pun-tato alla qualità e al riassetto deiconti senza se e senza ma, oggi gioi-sce, riceve il plauso del governo na-zionale e contiene l’aumento dellapressione fiscale sui cittadini. In Mo-lise invece, sbraitano i giovani indu-striali che lamentano la profondaingiustizia per cui le imprese paghinol’incapacità gestionale dei politici.Come dire, chi amministra bene la

propria azienda paga la cattiva am-ministrazione del comparto pubblico.Paradossi che spingono il Presi-dente dei giovani industriali del Mo-lise, Silvia Cianciullo ad alzare lavoce: “Le nostre imprese sono giàstate messe a dura prova da unalunga crisi”, ciò nonostante “ci ritro-viamo a pagare lo scotto (…) dell’in-capacità di gestire adeguatamente lasanità regionale”. In pratica, a causadello sforamento del bilancio sanita-rio, per l’anno d’imposta 2010 si ap-plicheranno maggiorazionidell’aliquota Irap nella misura dello0,15% e dell’addizionale regionaleall’Irpef nella misura dello 0,30%.Tale aggravio è scaricato diretta-mente sulle attività produttive che,pertanto, “perdono competitività ri-spetto alle regioni limitrofe - affondaCianciullo - poiché un bene prodottoin Molise verrà a costare più del suoequivalente abruzzese o pugliese,un operaio molisano costerà più diuno lucano e uno stabilimento sito aSan Salvo genererà meno costi diuno a Montenero di Bisaccia”. Cosìla Sanità, oltre a costare tanto ai cit-tadini, fa pure male al tentativo di ri-lancio delle piccole (e già martoriate)imprese della nostra regione. Perquesto urgono provvedimenti, idee,soluzioni. Allo stesso tempo però,sbagliare indirizzo può costare caroalla nostra regione.

Lo si può vivere bene o male, giudicarlocome un escamotage politico, un mea culpa strumentale, o prendere attodi una onestà intellettuale che teoricamente rappresenterebbe un baga-glio fondamentale per chi fa politica. Il presidente della Regione MicheleIorio (per il quale qualcuno ipotizza un ritorno parlamentare) l'altra setti-mana ad Agnone ha detto delle cose molto interessanti sull'ospedale Ca-racciolo ma soprattutto ha sottoscritto delle critiche al suo operato e haindividuato errori e rimedi ad una situazione decisamente complicata. E'una sorta di trattativa tra il politico e i suoi eletti. In quell'area di montagnaservono questi servizi, e sotto una certa soglia non si può andare, qualiche siano i diktat da Roma. Agnone non è Venafro, non ha punti di rife-rimento sanitario sul territorio nel raggio di poche decine di chilomtri. C'èil problema della radiologia, della anestesia, del punto di primo soccorso.C'è la questione del punto nascita.Irrinunciabile. Non basta la realizza-zione della Rsa, ci vuole altro. E Iorio ha detto che presto farà partire "larinascita dell'ospedale”.Un concetto diverso dalla riconversione. Unasfida del governatore, che ha ammesso come quello di Agnone sia stato"l'unico grave errore commesso". Lo ha detto anche al tavolo tecnico ro-mano, ma i tecnici non hanno apprezzato e gli avversari politici hannocolto l'occasione per dileggiare il presidente. Vale la pena di collaborare,invece, e di vedere poi se alle parole seguiranno i fatti.

Montenero

“Quattro ospedalipresenti nel raggiodi 50 chilometrial confinetra le due regioni”

DIETRO AI FATTI

Riconversione e “caso Caracciolo”

Il mea culpa di Ioriomerita il giusto rispetto

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19SSMoliseMoliseIL PERSONAGGIO

ATTUALITA’

necessario che il “ta-volo” su cui si sta gio-cando la partita che

interessa la sanità in Molise si spo-sti dal livello regionale a quello na-zionale”. Ne è convinto ErnestoGiannini che da qualche setti-mana è balzato alle cronachenazionali per la denuncia de-positata contro i Ministri Tre-monti e Fazio, ritenutiresponsabili dei tagli alla sa-nità molisana. Il presidentedell’Associazione “Altiero Spi-nelli” è infatti più che mai con-vinto che ai danni dei cittadinimolisani si sta consumandoun vero e proprio “attentato aldiritto alla salute”. Giannininon è nuovo a provocazioni,soprattutto quando si tratta digrandi battaglie, è questodella sanità molisana, sicura-mente ha tutte le caratteristi-che per rappresentare unamoltitudine di cittadini che sisentono in qualche modo de-fraudati di uno dei diritti fonda-mentali tutelati dalla stessaCostituzione – prosegueGiannini - infatti secondol’art.32: ”La Repubblica tutelala salute come fondamentalediritto dell'individuo e inte-resse della collettività, e ga-rantisce cure gratuite agliindigenti. Nessuno può essereobbligato a un determinatotrattamento sanitario se nonper disposizione di legge. Lalegge non può in nessun casoviolare i limiti imposti dal ri-spetto della persona umana”. Intanto il Presidente dell’Asso-ciazione “Altiero Spinelli” damesi ha avviato un lungo tournei principali centri del territo-rio per denunciare le questioniriguardanti i tagli alla sanitàmolisana. Il suo attivismopunta a richiamare l’atten-zione dei cittadini e a richiedere laloro mobilitazione per far sentirepiù forti le ragioni che porta avanti.Ma questa volta le responsabilitàvengono assegnate ad un livellopiù alto, rispetto a quello locale. In-fatti Giannini ha accusato i due mi-nistri ''di aver azzerato i livelliminimi di assistenza in Molise, inseguito ai tagli imposti alla Regioneper il rientro dal deficit sanitario''.Numerosi i riferimenti alle difficoltàche la sanità molisana sta affron-tando negli ultimi tempi, soprattuttonei piccoli ospedali di Larino, Vena-fro e Agnone i cui cittadini hanno in-trapreso diverse forme di dissenso

che l’ex-sindacalista ha invitato aportare all’attenzione degli enti na-zionali. Il debito degli enti locali sulversante sanitario, che la legisla-zione vigente impone ad almenoquattro regioni (Lazio, Campania,Calabria e Molise) di ripianare acolpi di inasprimenti fiscali, in qual-che modo diventeranno sempre piùpesanti quando andrà a regime il

federalismo. L'ultima stima, aggior-nata sui bilanci delle regioni nel2008, l'ha fornita la Commissionetecnica paritetica per il federalismo.Sono cifre da capogiro: per assicu-rare il passaggio al federalismonelle materie strategiche (cioè sa-nità, istruzione e assistenza so-ciale) occorrerebbero quasi 133miliardi di euro calcolati in terminidi spesa storica (caratterizzata dasprechi, iniquità e inefficienze diogni genere). La riforma federale,com'è noto, ruota intorno al princi-pio dei "costi standard" delle pre-stazioni, cioè quelli consideratiottimali secondo i livelli dei servizi

raggiunti dalle regioni più efficienti.Ebbene, anche a voler dimezzarel'esborso necessario, nel passag-gio dalla spesa storica a quellastandard, il federalismo fiscale co-sterebbe allo Stato non meno di 60miliardi. Dove può trovarli, il purfantasioso Tremonti, dentro un bi-lancio pubblico in cui non c'è uncentesimo neanche per finanziare

uno 0,1 per cento di sgravi dell'Irpefsulle famiglie meno abbienti? Gian-nini inoltre ritiene che oggi i trasfe-rimenti statali alle Regioni perfinanziare le funzioni essenziali av-vengano sulla base della spesastorica e con criteri incrementali.Con il federalismo fiscale i trasferi-menti statali saranno invece can-cellati. In sostituzione le Regionigodranno di un mix di tributi proprie di compartecipazioni con cui do-vranno finanziare al 100% i livelliessenziali delle prestazioni a costistandard, intesi cioè come i costiefficienti a cui presta i servizi la Re-gione più virtuosa. Per tutte le altre,

a compensare le differenze, inter-verrà il fondo perequativo. Il pattodi convergenza si occuperà di ac-compagnare i territori verso il pas-saggio ai costi standard.La sfida maggiore consiste nell’evi-tare che questo sistema, nato peraumentare efficacia ed efficienza,rappresenti un ulteriore pericolo didivaricazione. In un paese dove le

Regioni si caratterizzano per le di-versità che le distinguono l’unadall’altra, attribuire loro piena auto-nomia fiscale e sanitaria, quindi sianelle modalità di acquisizione delgettito economico (che come ènoto va per il 70-80% alla sanità)che nella definizione dei bisogni sa-nitari, appare difficoltoso.Abbiamo varcato la soglia dei 60milioni di abitanti, ma tra la Lombar-dia e il Molise c’è una differenza di9 milioni di abitanti. La spesa sani-taria pubblica incide mediamenteper il 6,7% del PIL, ma per raggiun-gere una “massa critica” di finanzasanitaria la Lombardia deve impe-

gnare poco più del 5% del proprioPIL, mentre il Molise, la Campaniae la Calabria dovrebbero utilizzarequasi il 10%. Senza contare le dif-ferenze di PIL pro capite: quellodella Lombardia, ad esempio, èpari al 190% di quello della Campa-nia.E’ questo uno dei tanti interrogativiche si pone Giannini il quale è as-

solutamente convinto chealla sanità molisana ed inparticolare a tutti coloro chein qualche modo si stannoprodigando per limitare idanni prodotti a livello di go-verno centrale vanno con-cesse ulteriori possibilitàsoprattutto se come affermail Governatore Iorio “ siamo laprima regione d’Italia per at-trazione di pazienti extrare-gionali; siamo ancora laprima regione del Paese, se-condo alcuni studi, per tecno-logia e strutturazione delsistema sanitario regionale;siamo anche tra le regioniche però si sono messe inevidenza per inappropria-tezza di ricoveri, o per sfora-menti del budget annuo.Positività e negatività che di-mostrano un sistema evo-luto, importante, e qualificatoche però sconta per le di-mensioni territoriali e demo-grafiche, un’inadeguatastima dei costi dal parte dellostato centrale e quindi un re-lativo non sufficiente trasferi-mento di risorse finanziarie.Per quanto riguarda poil’inappropriatezza, scontiamola mancanza di posti suffi-cienti di RSA che ha portatoa ricoveri, appunto, inappro-priati. Per il fondo insuffi-ciente stiamo confrontandocicon il Governo anche nel-l’ambito di una nuova logicafederalista, per l’inappropria-tezza stiamo trasformando iposti letto per acuti di alcuniospedali, Agnone, Larino e

Venafro, in RSA, creando unanuova offerta sanitaria ed elimi-nando ricoveri inopportuni. Pun-tiamo in definitiva a valorizzare ead ottimizzare le nostre risorse,come ad esempio la nuova Facoltàdi Medicina e Chirurgia dell’Univer-sità del Molise, il Centro di alta spe-cializzazione della Cattolica e leStrutture ospedaliere pubbliche,per portare avanti progettualità in-novative comuni, a cui aggiungerericerche avanzate che diano la pos-sibilità ai cittadini molisani di esserecurati nel migliore dei modi e conmetodologie adatte al proprio ge-nere”.

Carmelo D’Oro

Parla Ernesto Giannini, che ha denunciato i due ministri come responsabili dei tagli alla sanità molisana

Tutta colpa di Tremonti e Fazio“E’ un attentato al diritto alla salute", dice il presidente della Associazione Altiero Spinelli

Dopo anni di battaglie l’ultima provocazione politica basata su dati e osservazioni “tecniche”

“E’

Nella foto grande il presi-dente dell’associazione Al-tiero Spinelli, ErnestoGiannini. In alto Giulio Tre-monti, ministro dell’Econo-mia, sotto il ministro dellaSalute Ferruccio Fazio

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21SSMoliseMoliseDAL TERRITORIO

CRONACA

Cardarelli, quando la sanità molisana raggiunge livelli di eccellenza

Come alimentare i pazienti criticiDue Unità Operative di Campobasso (Dietologia clinica e Rianimazione)tra le migliori al mondo per la nutrizione artificiale. “Un successo storico”

Nel 2007 due Unità Operativedel Presidio Ospedaliero “ACardarelli” di Campobasso

(la U.O. di Dietologia e NutrizioneClinica diretta dal dott. Sergio Pastò,e la U.O. di Anestesia e Rianima-zione diretta dal dott. Giovanni DiIorio) sono state invitate a parteci-pare ad una indagine internazionaledenominata: Improving the Practiseof Nutrition Therapy in the Criticallyill: An International Qualità Improve-ment Project (Migliorare la TerapiaNutrizionale nel Paziente Critico: UnProgetto Internazionale di Migliora-mento della Qualità), ideata, proget-tata e coordinata dalla ClinicalEvaluation Research Unit del Kin-gston General Hospital, della città diKingston in Canada, diretta dal notomedico e ricercatore Canadese D.K.Heyland.L’obbiettivo dello studio,condotto dal 25 gennaio al 1 maggio2007, è stato quello di valutare econfrontare, nelle diverse realtà na-zionali, il livello qualitativo di uno deitrattamenti medici tra i più complessiovvero la terapia nutrizionale artifi-ciale dei pazienti critici ricoverati neireparti di terapia intensiva.Hannopartecipato allo studio 156 Centri di-stribuiti tra Nord e Sud America, Eu-ropa, Australia ed Asia.I datitrasmessi da ciascuno dei Centripartecipanti (di cui 14 europei) sono

stati elaborati e confrontati in mododel tutto indipendente dal ClinicalEvaluation Research Unit cana-dese. Le performance di ogni centrosono state valutate adoperandocome indicatore il grado di adesionee quindi di implementazione delleLinee Guida Internazionali esistentiin materia ed in particolare quelleCanadesi, considerate un riferi-mento mondiale per quanto attienealla Nutrizione Artificiale in TerapiaIntensiva.I dati dello studio, elaboratidal centro di Coordinamento Cana-dese, sono stati raccolti in un reportfinale contenente le performance diciascun centro e la graduatoria risul-tante dal loro confronto.I risultati fi-nali sono stati di notevole rilievo e

particolarmente lusinghieri in quantocertificano l’ altissimo livello di qua-lità raggiunto nel Centro Ospeda-liero di Campobasso nel campodella nutrizione artificiale.In partico-lare, per quanto attiene ad alcuni pa-rametri di valutazione, i livelli diperformance raggiunte nelle U.O.dell’Ospedale Molisano sono risul-tati i migliori in assoluto tra i 156centri che nel resto del mondohanno partecipato.Nella edizione2008 dello studio, il coordinamentoè stato affidato all’ ANZIC ResearchCentre, Department of Epidemio-logy & Preventive Medicine MonashU n i v e r s i t y , M e l b o u r n e ,Australia.Questa edizione ha vistocoinvolti 167 Centri in tutto ilMondo. I dati di performance, sonostati ancora una volta di assoluto ri-lievo, poichè hanno collocato il no-stro Centro al 1° posto in Europa edal 3° nel Mondo subito dopo dueprestigiosi ospedali quali L’Auc-kland City Hospital di Auckland inNuova Zelanda ed il Kingston Gene-ral Hospital, Kingston, Canada.Nel2009 la U.O.C. di Dietologia e Nutri-zione Clinica e la U.O.C. di Aneste-sia e Rianimazione del PresidioOspedaliero “A Cardarelli” di Cam-pobasso sono state di nuovo invitatea partecipare ad una nuova edizionedello studio. Anche questa volta l’impegno e la professionalità deglioperatori sanitari coinvolti nell’attua-

zione della nutrizione artificiale deipazienti critici dell’Ospedale di Cam-pobasso ha ottenuto un importantericonoscimento internazionale, col-locandosi al 1° posto in Europaed al 5° nel Mondo. Negli anni2008 e 2009, quale titolo di meritoed a testimonianza dei risultati ot-tenuti, la giuria internazionale giu-dicatrice, ha ufficialmenteconferito, alle due U.O. dell’Ospe-dale di Campobasso, un’attesta-zione ufficiale ed una targa, concui si certificava il livello di eccel-lenza raggiunto nel campo dellanutrizione artificiale, e si asse-gnavano, 5 stelle di merito, qualemassimo punteggio di qualità inquesto campo.

Nella foto grande l’OspedaleCardarelli di Campobasso.Nel tondo Sergio Pastò, di-rettore dell’Unità operativa diDietologia e Nutrizione Cli-nica della struttura.

E’ il primo centroa livello europeo,il terzo nel mondosubito dopo Auckland

Valerio Bruschi

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22INTERVISTA

Anno I Numero 318 novembre 2010

I CASI DIFFICILI

Guarda questo che verrà sarà ilterzo Natale senza stipendio,ma magari troveremo sotto

l’albero il solito pacco di Agelini. Mala cosa che più mi fa rabbia è chesiamo in balia delle volontà politiche”Senza mezzi termini Flavia Marianorappresentante sindacale della Cgil,dipendente del Centro di Riabilita-zione San Stefar, da ormai tre anni, leicome altri 89 colleghi in Molise, dav-vero in balia di Regioni, assessorati,Asrem e curatori fallimentari. Poco im-porta la collocazione politica, sottoli-nea, quando il denominatore comuneè lo stesso: prestazioni assicurate,niente stipendio. Come si fa ad andareavanti? “Non mi vergogno ad ammet-terlo – spiega Flavia – la quotidianità,il non poter far nessun tipo di pro-getto, nè per te ma soprattutto per ituoi figli. Ho colleghi che sono mono-reddito, che vanno avanti con prestiti,qualcuno è stato costretto a vendersiqualcosa. Pensa che ci sono anchemarito e moglie che lavorano presso ilCentro. E tutto questo dopo che quo-tidianamente esci di casa per andarea lavorare, a fare un lavoro duro. Durosì, perché la riabilitazione nei nostripazienti oltre che fisica è anche psico-logica. Adesso paradossal-mente sono loro che cidanno la carica per andareavanti”. I problemi del Centro SanStefar vengono da lontano,

anzi da molto lontano. Sono esplosiesattamente il 14 luglio del 2008,quando il patron di Villa Pini, Angelini,cui fa parte anche il centro molisano,fece arrestare, con le sue dichiara-zioni, l’allora governatore dell’AbruzzoOttaviano Del Turco. Ma qualche avvi-saglia di come sarebbe andata a finiresi era già avuta, quando il San Stefar,nel 1999 fu venduto dal Centro SantoStefano di Porto Picenza ad Angeliniappunto. “Per i primi sei mesi lo sti-pendio è stato regolare – continua Fla-via – poi a singhiozzo, nel senso checi pagava ogni 2,3 mesi. Però ci man-dava puntualmente i pacchi di Natale.Dall’agosto del 2008 la regola è stata

invece nessun pagamento. Pensa chefino ad allora non ci ha mai dato nonsolo i soldi ma neanche i permessi perla formazione ECM che è obbligatoria.Noi tutti abbiamo raggiunto un gradodi professionalità altissimo, grazie so-lamente alle nostre tasche. Ma la cosapiù vergognosa è che ci faceva an-dare a protestare in massa sotto laRegione perché diceva che non lo pa-gavano e di conseguenza lui non po-etva pagare noi. E noi per un bel po’abbiamo anche abboccato”. Il 14 lu-glio 2009 è data importante per i lavo-ratori del San Stefar, perché una lorodelegazione viene ricevuta a Romada Ignazio Marino presidente della

Commissione parlamentare di inchie-sta sull'efficacia e l'efficienza del Ser-vizio Sanitario nazionale. Partonodelle verifiche nelle strutture sanitariefacenti capo ad Angelini, che portanoalla luce diverse anomalie. Tutto aposto per il Centro San Stefar che ri-sulta tra l’altro essere l’unica parte at-tiva del Gruppo Angelini. “Abbiamocontiuato a lottare, attivando dei pre-sidi, sia in Abruzzo che nella nostra re-gione, ma siamo riusciti ad ottente benpoco. Attraverso i decreti ingiuntivi loscorso anno abbiamo recuperato 6mesi. Poi nulla più. A marzo di que-st’anno il gruppo Villa Pini è stato di-chiarato fallito ed è subentrato il

curatore falli-mentare. Il cen-tro San Stefarè fallito duemesi dopo daallora i dipen-denti lavorano

con esercizio provvisorio. Sai qual è ilparadosso di questa storia del falli-mento? Noi, sempre con i decreti in-giuntivi avevamo fatto richiesta di altre3 mensilità. Il Giudice in prima battutaha evidenziato delle anomalie, e hasciolto la riserva solamente il giornodopo il fallimento. Oltre il dannoquindi, per noi anche la beffa. Pensache in tutto questo Angelini ha avutoanche il potere di assumere a tempoindeterminato a febbraio di quest’annoaltre unità lavorative”. Il seguito dellavicenda San Stefar è un susseguirsi diAvvisi Pubblici (Asrem) decreti regio-nali, Tar. La curatela fallimentare an-cora non firma in Molise l’accordocontrattuale 2010 così come è avve-nuto invece in Abruzzo, mentre loro, i90 dipendenti del Centro in Molise ,ma sono quasi 400 con quelli del-l’Abruzzo, sono letteralmnte in baliadegli eventi. “Dobbiamo resistere –conclude Flavia Mariano – questo ècerto, anche se siamo consapevoliche il nostro destino è legato esclusi-vamente alla volontà politca e nonalla nostra professionalità. Questa,non tanto il non prececipre lo stipen-dio, è la cosa che ci mortifica di più,come lavoratori ma soprattutto comepersone. Il presidente Iorio qualchemese fa in una intervista televisiva hadichiarato che il personale S. Stefarè patrimonio da tutelare. Visti i tempibiblici che occorrono per arrivare aduna soluzione diventeremo patrimiodell’Unesco!

Parla il rappresentante sindacale della Cgil

“Noi del San Stefar, all’ultima spiaggia”Novanta lavoratori molisani in attesa del “segnale” da Regione, Assessorato, Asrem

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