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Corso di Impianti Meccanici – Laurea Triennale
Modulo 10
Impianti per la cogenerazione di energia
Prof. Ing. Cesare Saccani
Prof. Ing. Augusto Bianchini
Dott. Ing. Marco Pellegrini
Dott. Ing. Michele Gambuti
Department of Industrial Engineering (DIN) - University of Bologna
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Introduzione
Cogenerazione con impianti a vapore
Agenda
Cogenerazione con motori a combustione interna
alternativi
Cogenerazione con turbine a gas
Esempio
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La cogenerazione è la generazione simultanea di energia termica ed elettrica/meccanica.
Negli impianti per la produzione di sola energia elettrica, la potenza termica trasportata dal
vapore scaricato dalla macchina motrice viene disperso (si utilizza ad esempio un
condensatore).
Gli impianti cogenerativi utilizzano solitamente sistemi di generazione tradizionali (motori a
combustione interna, turbine a vapore, turbine a gas, cicli combinati…) dove l’energia termica
scaricata viene invece recuperata e riutilizzata per usi diversi dalla generazione elettrica
(processi industriali e civili, quali teleriscaldamento, teleraffrescamento).
(da: Guida alla cogenerazione ad alto rendimento – GSE)
Introduzione
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Per dato periodo di riferimento (anno solare), il rendimento globale
dell’unità di cogenerazione vale:
ηglobale =en. elettrica + calore utile
en. di alimentazione=E + HCHP
F
La normativa in ambito cogenerazione ha subìto grandi cambiamenti ed evoluzioni.
Oggi l’indice utilizzato per valutare il risparmio di energia primaria ai fini del riconoscimento di
CAR è l’indice PES (Primary Energy Saving).
L’allegato II del DM 4 agosto 2011 identifica due diversi valori di soglia per il rendimento globale:
• 80% per unità con turbina a gas a ciclo combinato con recupero di calore e turbina a
condensazione con estrazione di vapore;
• 75% per le altre tipologie.
Se l’unità di cogenerazione è superiore o uguale rispetto al valore di soglia, tutta l’energia
elettrica prodotta nel periodo di riferimento viene considerata da cogenerazione ai fini del
calcolo del PES; in caso contrario, solo una parte dell’energia elettrica prodotta viene
riconosciuta prodotta da cogenerazione (da calcolare secondo la procedura riportata nello
stesso allegato).
Introduzione
CHP = Combined Heat Power (potenza cogenerata)
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L’indice PES è così definito: 𝐏𝐄𝐒 = 𝟏 −𝟏
𝛈𝐂𝐇𝐏 𝐇𝛈𝐑𝐞𝐟 𝐇
+𝛈𝐂𝐇𝐏 𝐄𝛈𝐑𝐞𝐟 𝐄
Si introducono i rendimenti di produzione separata di energia elettrica ηCHP E e di calore ηCHP Hed i rendimenti di riferimento ηRef E e ηRef H indicati dalla normativa (vedi tabella pagina
successiva):
ηCHP E =ECHPFCHP
, ηCHP H =HCHPFCHP
, ηRef E , ηRef H
ηglobale ≥ ηsogliaηglobale < ηsoglia
Una unità di cogenerazione viene definita ad alto rendimento (CAR) se:
• PES ≥ 0,1 per le unità con capacità di generazione almeno pari a 1 MWe (è necessario
conseguire un risparmio di energia primaria di almeno il 10% rispetto alla produzione
separata);
• PES > 0 per le unità di piccola e micro-cogenerazione (basta conseguire un risparmio di
energia primaria).
Introduzione
Le quote cogenerative di
energia elettrica ECHP e di
energia primaria FCHP
sono definite dall’allegato
II del DM 4 agosto 2011.
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I valori di riferimento per 𝛈𝐑𝐞𝐟 𝐄 variano
in funzione di:
• Combustibile impiegato;
• Anno di entrata in esercizio;
(Regolamento delegato (UE) 2015/2402 della
Commissione del 12/10/2015
IntroduzioneRendimento elettrico di riferimento 𝜼𝑹𝒆𝒇 𝐄
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Il rendimento ottenuto va corretto inoltre con appositi
fattori legati:
• Alla zona climatica, per tenere conto della diversa
temperatura media annuale rispetto al valore di
riferimento di 15°C;
• Alle perdite evitate sulla rete, per tenere conto della
tensione di collegamento alla rete (non si applica agli
impianti a legna o biogas);
Per esempio nel caso di un impianto alimentato a gas naturale
installato nel 2017 in Emilia Romagna con tensione di
collegamento alla rete pari a 15 kV autoconsumo del 75%
dell’energia elettrica prodotta si ha:
𝜂𝑅𝑒𝑓 𝐸 = 53,0 + 0,369 × 0,914 × 0,75 + 0,935 × 0,25 = 54,3%
IntroduzioneRendimento elettrico di riferimento 𝜼𝑹𝒆𝒇 𝐄
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I valori di rendimento di riferimento 𝛈𝐑𝐞𝐟 𝐇 per la
produzione separata di calore sono riportati nella
tabella seguente.
Tali valori, espressi in per cento, sono basati sul
potere calorifico inferiore e sulle condizioni ISO
standard (temperatura ambientale di 15°C, pressione
di 1,013 bar, umidità relativa del 60 %). Variano in
funzione di:
• Combustibile impiegato;
• Utilizzo del calore prodotto:
o Produzione di acqua calda o vapore;
o Uso diretto dei gas di scarico o, in ogni caso,
se T≥250°C.
IntroduzioneRendimento termico di riferimento 𝜼𝑹𝒆𝒇 𝑯
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Benefici derivanti dal riconoscimento CAR
Le unità di cogenerazione che soddisfano determinati requisiti in termini di risparmio di energia
primaria, sono riconosciute come Cogenerazione ad Alto Rendimento (CAR).
Il riconoscimento CAR consente di usufruire di alcuni benefici fra cui:
• La precedenza di dispacciamento dell'energia elettrica prodotta da cogenerazione rispetto a
quella prodotta da fonti convenzionali;
• Le agevolazioni fiscali sull'accisa del gas metano utilizzato per la cogenerazione;
• La possibilità di accedere al servizio di Scambio sul Posto dell'energia elettrica prodotta da
impianti di Cogenerazione ad Alto Rendimento con potenza nominale fino a 200 kW;
• Incentivazione mediante Certificati Bianchi (C.B.) per periodo temporale che è funzione della
tipologia di intervento e dall’istante di entrata in esercizio dell’impianto. I certificati possono
essere venduti o utilizzati per raggiungere l’obiettivo quantitativo di risparmio di energia
primaria che i distributori di energia elettrica e di gas naturale sono tenuti a raggiungere
annualmente: 1 CB = 1 TEP risparmiato; in alternativa si può richiedere il ritiro al GSE dei
Certificati Bianchi cui si ha diritto;
• Agevolazioni fiscali e condizioni tecnico – economiche semplificate per la connessione alla
rete elettrica.
https://www.gse.it/servizi-per-te/efficienza-energetica/cogenerazione-ad-alto-rendimento/car-e-certificati-bianchi
Introduzione
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Introduzione
Cogenerazione con impianti a vapore
Agenda
Cogenerazione con motori a combustione interna
alternativi
Cogenerazione con turbine a gas
Esempio
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Cogenerazione con impianti a vapore
Molte industrie producono e utilizzano vapore di
acqua a scopo tecnologico per provvedere a processi
vari quali, ad esempio, la concentrazione, la
distillazione, l’essiccamento.
Queste industrie hanno anche bisogno di energia
elettrica per cui può risultare conveniente produrre
vapore a caratteristiche potenziali molto più elevate
(40÷80 bar con surriscaldamento a 400÷500°C) e
farlo espandere fino alla pressione fissata per
l’utilizzazione in una turbina che trascina un
generatore elettrico. Si utilizza infine il vapore per
soddisfare l’utenza termica.
Per lo scambio termico si utilizza vapore saturo,
caratterizzato da elevati valori del calore di
vaporizzazione e del coefficiente di scambio termico.
Inoltre, ad una certa pressione, la temperatura a cui
avviene lo scambio è costante (fatte salve le perdite di
carico).
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Per quanto riguarda la distribuzione, l’elevato coefficiente di scambio
dà luogo a dispersioni termiche e formazione di condensa che deve
essere separata dal vapore e drenata con appositi scaricatori. Pertanto
è opportuno arrivare allo scambiatore con qualche grado di
surriscaldamento.
Negli scambiatori degli utilizzatori in genere la condensazione avviene
a pressione pu>patmosferica perché la temperatura alla quale si utilizza il
calore è più elevata di 100°C.
Dagli scaricatori di condensa si arriva al degasatore che lavora
solitamente tra i 105°C e i 130°C, e permette lo scarico degli
incondensabili presenti. Inoltre, le perdite di acqua vengono qui
reintegrate.
La pompa di alimento riporta acqua al generatore di vapore.
Cogenerazione con impianti a vapore
Il coefficiente di utilizzazione è dato da:
ηu =lavoro disponibile alla turbina + calore utile fornito agli scambiatori
calore introdotto nel fluido=
L+σ qu
qi
Con riferimento al ciclo raffigurato, si ottiene: ηu =HV−H1 + H1−H2
HV−HA=
HV−H2
HV−HA=
HV−H3
HV−HA
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Se H3 = HA (ciclo teorico in cui L + qs = qi) → ηu = 1
Cogenerazione con impianti a vapore
Nella pratica il coefficiente di utilizzazione è minore di 1 a causa delle
perdite legate alla turbina e, soprattutto, perché le condense vengono
scaricate alla pressione atmosferica. Inoltre, il liquido raccolto nel
degasatore può subire un raffreddamento portandosi a temperatura tA.
Si ha quindi un abbassamento del ηu perché è necessario fornire un
maggior apporto di calore:
Δqi = c𝑙 t2 − tA
In mancanza di informazioni più precise, per i rendimenti si possono assumere i seguenti valori:
Il coefficiente di utilizzazione reale sarà:
ηu =L ηi ηm + σqu
qi + Δqi< 1
rendimento
di scambio
rendimento
isoentropico
rendimento
meccanico
rendimento
ausiliari
rendimento
elettrico
rendimento
generatore
rendimento
degasatore
ηs ηi ηm ηa ηe ηg ηd
0,95÷0,97 0,80÷0,85 0,90÷0,95 0,96÷0,98 0,92÷0,96 0,90÷0,95 0,75÷0,90
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1) Impianto a contropressione
Cogenerazione con impianti a vapore
Si considera l’ipotesi peggiore in cui l’acqua reintegrata g venga subito dispersa all’uscita dal
generatore senza fornire potenza elettrica o termica.
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Il dimensionamento di impianti cogenerativi parte dalla
potenza termica (la più difficilmente trasportabile) richiesta
agli scambiatori degli utilizzatori. Questa infatti deve essere
distribuita entro pochi km dall’impianto a differenza della
potenza elettrica prodotta che può essere immessa in rete.
L’energia elettrica prodotta viene quindi trattata come un
prodotto secondario.
1) Dati tecnologici:
• potenza termica Q richiesta dagli utilizzatori;
• pressione pu e temperatura tu richiesta agli
scambiatori: identificano i punti (1) e (2) ed il calore
di vaporizzazione H1 – H2 .
2) La portata di vapore G è data dal bilancio:
Q = G H1 − H2 ηs
Cogenerazione con impianti a vapore
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Cogenerazione con impianti a vapore
3) Il salto entalpico Hv – H1 disponibile alla turbina dipende
dalla quantità di energia elettrica che si vuole produrre:
Pe = G Hv − H1 ηmηaηe
4) Il punto (V) viene definito una volta noto il rendimento
isoentropico ηi della turbina. Infatti, considerando un
generico punto (P), ηi permette di individuare la retta R
evidenziata sul diagramma H-s poiché deve risultare: ηi =ΤHP − H1 HP − HഥP = ΤHV − H1 HV − Hഥ1 . Da questa
si ricava Hഥ1, cui corrisponde lo stesso valore di entropia
del punto (V), di cui quindi sono note le coordinate
termodinamiche.
Se i valori di pressione e temperatura ottenuti sono
tecnologicamente accettabili per la turbina, si sceglie il
modello commerciale che meglio si adatta alla soluzione.
5) La portata g di acqua da reintegrare è nota grazie alle
informazioni fornite dai costruttori.
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6) Noto il potere calorifico inferiore Ki del combustibile
utilizzato, si calcola il consumo di combustibile gc :
gcKiηg = G + g Hv − HA
HA è nota conoscendo la temperatura dell’acqua alla
presa del serbatoio del degasatore. Se così non fosse si
può utilizzare il bilancio al degasatore per ricavare tA e
HA(tA):
g c𝑙 tA − t0 = G H3 − HA ηd
7) Si calcola infine il coefficiente di effetto utile reale ηu :
ηu =Q + PegcKi
= ηgG H1 − H2 ηs + G Hv − H1 ηmηaηe
G + g Hv − HA
Cogenerazione con impianti a vapore
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2) Impianto a contropressione con by-pass della turbina
Cogenerazione con impianti a vapore
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Non sempre la potenza termica richiesta dalle utenze
corrisponde a quella di progetto e spesso è necessario
regolare tale potenza. Inoltre ben difficilmente i valori di
pressione e di temperatura che corrispondono a (V) sono
compresi nei limiti commerciali che rendono economico ed
accettabile l’impianto.
Se le utenze termiche necessitano di una portata G di
vapore maggiore rispetto a quella G’ di design della turbina,
si immette in turbina solo G’. Alle utenze termiche viene poi
mandata un’ulteriore portata di vapore G – G’ ottenuta dal
generatore previa riduzione della pressione da pg a pu e
desurriscaldamento del vapore che, dopo la riduzione di
pressione, avrebbe entalpia Hv e quindi sarebbe
estremamente desurriscaldato.
Questo desurriscaldamento si ottiene iniettando una parte
dell’acqua di alimento ga nel condotto di vapore con semplici
distributori o barilotti di miscelazione e può essere dosato in
maniera tale da riportare il vapore all’ingresso degli
scambiatori allo stato di vapore saturo secco (s).
Cogenerazione con impianti a vapore
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Bilanci di energia
(impianto a contropressione con by-pass della turbina)
o Utilizzatore: Q = G Hs − H2 ηs
o Turbina: Pe = G′ Hv − H1 ηmηaηe
o Desurriscaldatore:
G − G′ − ga Hv − Hs = G′ Hs − H1 + ga Hs − HA
o Degasatore: g c𝑙 tA − t0 = G H3 − HA ηd
o Generatore di vapore: gcKiηg = G + g − ga Hv − HA
Il coefficiente di utilizzazione reale ηu vale:
ηu =Q + PegcKi
= ηgG Hs − H2 ηs + G′ Hv − H1 ηmηaηe
G + g − ga Hv − HA
Cogenerazione con impianti a vapore
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Cogenerazione con impianti a vapore3) Impianto a derivazione
Se la portata G che assicura agli utilizzatori la potenza termica richiesta è inferiore rispetto alla
portata di progetto della turbina, per garantire la potenza elettrica prevista si produce nel
generatore dell’ulteriore vapore G’ che andrà esclusivamente ad espandersi in turbina.
Questo vapore viene fatto espandere il più possibile (fino a pressioni inferiori rispetto a quella
atmosferica) e la condensa viene recuperata attraverso un condensatore (che dissipa il calore
di condensazione). L’impianto presenta quindi due turbine o una turbina a derivazione dalla
quale si deriva la portata G che serve agli utilizzatori, mentre la portata G’ attraversa l’intera
macchina (o le due macchine) per poi andare al condensatore.
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Cogenerazione con impianti a vapore
Bilanci di energia (impianto a derivazione)
o Utilizzatore: Q = G H1 − H2 ηs
o Turbina: Pe = G + G′ Hv − H1 + G′ H1 − Hc ηmηaηe
o Generatore di vapore: gcKiηg = G + G′ + g Hv − HA
o Degasatore:g c𝑙 tA−t0
ηd+ G′ HA − H4 = G H3 − HA
Il coefficiente di utilizzazione reale vale:
ηu =Q + PegcKi
= ηgG H1 − H2 ηs + G Hv − H1 + G′ HV − Hc ηmηaηe
G + G′ + g Hv − HA
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Cogenerazione con impianti a vapore4) Impianto a derivazione con desurriscaldamento
Anche in questo caso l’aggiunta della tubazione di by-pass può rappresentare importante
elemento di regolazione.
Inoltre, può essere che dalla turbina non sia possibile derivare una portata superiore ad una
certa frazione φ di quella immessa. Se questa non è sufficiente a soddisfare le richieste degli
utilizzatori di energia termica, si ricorre al circuito di by-pass con riduzione della pressione e
desurriscaldatore.
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Cogenerazione con impianti a vapore
Bilanci di energia
(impianto a derivazione con desurriscaldamento)
o Utilizzatore: Q = φG′ + G Hs − H2 ηs
o Turbina: Pe = G′ Hv − H1 + 1 − φ H1 − Hc ηmηaηe
o Desurriscaldatore + mix con derivazione:
G − ga Hv − Hs = ga Hs − HA + φG′ Hs − H1
o Degasatore:g c𝑙 tA−t0
ηd+ 1 − φ G′ሺHA −
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Cogenerazione con impianti a vapore
5) Impianto a due pressioni di utilizzazione (a contropressione)
Finora si sono visti impianti con un solo utilizzatore o con più utilizzatori funzionanti alla stessa
pressione. Vediamo ora un impianto con diversi utilizzatori che funzionano con due valori della
pressione pu’ e pu’’, con pu’ > pu’’.
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Cogenerazione con impianti a vaporeBilanci di energia
(impianto a contropressione a due pressioni di utilizzazione)
o Utilizzatori: Q′ = φG + Ga + ga H3 − H5 ηsQ′′ = 1 − φ G + Gb + gb H4 − H6 ηs
o Turbina: Pe = G Hv − H1 + 1 − φ H1 − H2 ηmηaηe
o Desurriscaldatori:
Ga Hv − H3 = φG H3 − H1 + ga H3 − HA
Gb Hv − H4 = 1 − φ G H4 − H2 + gb H4 − HA
o Degasatore:g c𝑙 tA − t0
ηd= φG + Ga + ga H7 − HA + 1 − φ G + Gb + gb H8 − HA
o Generatore di vapore: gcKiηg = G + Ga + Gb + g Hv − HA
Il coefficiente di utilizzazione reale vale: ηu =Q′+Q′′+Pe
gcKi
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Cogenerazione con impianti a vapore
6) Impianto a derivazione con desurriscaldamento a due pressioni di utilizzazione
Se la portata richiesta in turbina per soddisfare il fabbisogno elettrico è maggiore rispetto a
quanto richiesto dai diversi utilizzatori funzionanti a pressione differente, si adotta il seguente
schema impiantistico.
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Cogenerazione con impianti a vaporeBilanci di energia
(impianto a derivazione con desurriscaldamento a due pressioni)
o Utilizzatori: Q′ = φaG + Ga + ga H3 − H5 ηs
Q′′ = φbG + Gb + gb H4 − H6 ηs
o Turbina:
Pe = G Hv − H1 + 1 − φa H1 − H2 + 1 − φa − φb H2 − H9 ηmηaηe
o Desurriscaldatori:
Ga Hv − H3 = φaG H3 − H1 + ga H3 − HA
Gb Hv − H4 = φbG H4 − H2 + gb H4 − HA
o Degasatore:g c𝑙 tA − t0
ηd+ 1 − φa − φb G HA − H10 =
= φaG + Ga + ga H7 − HA + φbG + Gb + gb H8 − HA
o Generatore di vapore: gcKiηg = G + Ga + Gb + g Hv − HA
Il coefficiente di utilizzazione reale vale: ηu =Q′+Q′′+Pe
gcKi
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Introduzione
Cogenerazione con impianti a vapore
Agenda
Cogenerazione con motori a combustione interna
alternativi
Cogenerazione con turbine a gas
Esempio
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Cogenerazione con turbine a gas
Anche per le turbine a gas, il recupero di calore attraverso un apposito scambiatore può dar
luogo ad un coefficiente di utilizzazione notevolmente superiore . Si riporta un esempio di
configurazione impiantistica.
Centrale di cogenerazione di Tor di Valle a servizio dell’impianto di teleriscaldamento
realizzato da Acea nel 1984 nella zona sud di Roma
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I gas di scarico provenienti da un gruppo turbogas semplice arrivano alla caldaia di recupero
(C). Questa è affiancata da caldaie normali (Ci) con funzione di riserva in caso di avaria o
manutenzione del gruppo TG, e di integrazione quando, a fronte di una modesta richiesta di
potenza elettrica, la potenza ceduta ai fumi non risulta sufficiente. Vengono altresì utilizzate in
caso di richiesta di potenza termica eccezionalmente elevata o così modesta da non giustificare
il funzionamento del gruppo TG.
Troviamo inoltre un sistema di accumulo del calore a mezzo di serbatoi cilindrici (S) in cui si
accumula acqua calda quando la TG funziona a potenza elevata mentre il riscaldamento
richiede potenza modesta.
Troviamo poi il gruppo di pompaggio (P) ed il sistema di regolazione dell’impianto di
riscaldamento con valvola miscelatrice (V).
Altre pompe (p) consentono la circolazione dell’acqua attraverso serbatoi indipendentemente
dalla circolazione attraverso gli scambiatori utilizzatori.
Si tratta di un impianto ad acqua surriscaldata con vaso chiuso assistito a gas inerte ed è inoltre
previsto un potenziamento della caldaia di recupero con post bruciatori in grado di elevarne la
potenza.
Cogenerazione con turbine a gas
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Sono infine riportate le caratteristiche principali di alcune turbine a gas con iniezione di vapore
in camera di combustione. Da notare le elevate temperature di scarico.
Pel pertcentage increase= incremento di potenza elettrica con iniezione di vapore.
I dati si riferiscono al funzionamento con iniezione di vapore.
Cogenerazione con turbine a gas
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Introduzione
Cogenerazione con impianti a vapore
Agenda
Cogenerazione con motori a combustione interna
alternativi
Cogenerazione con turbine a gas
Esempio
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L’energia scaricata da un motore a combustione interna, può approssimativamente considerarsi
ripartita tra energia meccanica fornita all’albero del motore, energia termica ceduta ai fumi ed
energia termica ceduta ai sistemi di raffreddamento ad acqua e ad olio.
Nell’ambito della cogenerazione si cerca di recuperare i contributi termici mediante scambiatori
di solito ad acqua calda o surriscaldata.
Per evitare problemi correlati a condense acide, i fumi vano comunque scaricati a temperature
non inferiori a 140°C.
Cogenerazione con motori a combustione interna alternativi
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Cogenerazione con motori a combustione interna alternativi
Il primo schema mostra un motore che trascina un generatore elettrico e munito di scambiatori
di recupero S1 e S2 utilizzati per produrre acqua calda.
L’acqua di raffreddamento del motore, messa in circolo dalla pompa di circolazione P, cede
calore in S1. La valvola a tre vie V1, serve per ricircolare acqua calda all’ingresso del motore,
fino a che non si sia raggiunta la temperatura prescritta. L’altra valvola a tre vie V2 serve per
deviare l’acqua al radiatore R nel caso in cui l’acqua non si sia raffreddata abbastanza in S1
come conseguenza di una limitata richiesta da parte delle utenze. Al motore infatti deve
comunque essere garantito il raffreddamento.
Sul circuito dei fumi, V3 comandata dal termostato T, by-passa una parte dei fumi se la
temperatura dell’acqua per le utenze termiche supera il valore prescritto. Sono anche presenti
un indicatore visivo di temperatura e pressione, t e M, e una valvola di sicurezza Vs.
Analogo è il secondo schema, dove il recupero è al servizio di due diverse utilizzazioni: si
produce acqua calda in S1 e acqua surriscaldata in S2.
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Cogeneratore con motore a combustione interna
Cogenerazione con motori a combustione interna alternativi
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P&ID di un cogeneratore con motore a combustione interna
Cogenerazione con motori a combustione interna alternativi
Scambiatore
a piastre
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Cogenerazione con motori a combustione interna alternativi
Il primo scambiatore all’ingresso del
cogeneratore (ritorno cogeneratore)
prevede lo scambio con l’acqua di
raffreddamento delle camicie del motore.
Nel lato primario dello scambiatore
(acqua raffreddamento motore) sono
solitamente presenti due valvole a tre vie:
una deviatrice (in uscita dal motore) ed
una miscelatrice (in ingresso al motore).
P&ID: sezione di raffreddamento acqua motore Valvola deviatrice
Valvola miscelatrice
La valvola deviatrice in ingresso al motore consente di bypassare lo scambiatore durante
l’avviamento in maniera da portare più rapidamente in temperatura l’olio motore (caratterizzato
da una certa viscosità) ed è controllata da un trasduttore di temperatura in ingresso al motore.
La valvola miscelatrice invece consente di inviare una certa frazione di portata all’interno di un
dissipatore termico (cooler) che si comporta come un vero e proprio radiatore. Infatti, nel caso
in cui l’utenza non richiedesse potenza termica, si avrebbe un aumento della temperatura
dell’acqua di raffreddamento che non può superare un certo valore indicato dal costruttore del
cogeneratore.
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Cogeneratore con motore a combustione interna
Cogenerazione con motori a combustione interna alternativi
Cilindri motore
Scambiatore
acqua di
raffreddamento
Dissipatore a
servizio
dell’impianto di
cogenerazione
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Cogenerazione con motori a combustione interna alternativi
L’acqua del circuito secondario (utenze) esce
dallo scambiatore a piastre (raffreddamento
acqua motore) ad una temperatura massima di
83 – 85 °C. Salire ulteriormente con la
temperatura significherebbe far lavorare il
motore a temperature molto elevate.
Il secondo scambio termico dunque avviene
all’interno di uno scambiatore fumi (solitamente
a tubi di fumo) che consente il recupero
termico dai fumi di combustione che si trovano
a temperature elevate (>450 °C) e che
altrimenti sarebbero dissipati in atmosfera.
P&ID: sezione fumiValvola bypass
In caso di assenza di richiesta termica da parte dell’utenza, una valvola deviatrice a tre vie bypassa i fumi
direttamente in atmosfera. La frazione bypassata è regolata in funzione della temperatura dell’acqua in
uscita dal cogeneratore con apposito trasduttore di temperatura.
Infine all’uscita del gruppo è presente un silenziatore che consente di ottemperare ai requisiti di legge in
termini di emissione sonora.
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Cogeneratore con motore a combustione interna
Cogenerazione con motori a combustione interna alternativi
Valvola di
bypass
Scambiatore fumi
Silenziatore
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Cogenerazione con motori a combustione interna alternativi
All’interno del cogeneratore è solitamente
presente anche uno scambio termico a bassa
entalpia non sfruttabile tal quale per lo scambio
termico con l’acqua nel circuito secondario
(utenze).
All’interno del circuito circola una miscela di
acqua e glicole etilico (20 – 30% in vol.) che
consente di asportare calore alla miscela di
aria e gas in ingresso alla camera di
combustione. Infatti la miscela di aria e gas
dopo essere stata compressa è caratterizzata
da un’elevata temperatura che rischierebbe di
provocare detonazione nella successiva
combustione.
P&ID: sezione raffreddamento a bassa entalpia
Valvola deviatrice
In alcuni cogeneratori anche il contributo dell’olio di lubrificazione viene continuamente smaltito attraverso lo
scambio con la miscela acqua – glicole che circola in questo circuito. Questo è fatto per garantire il
mantenimento delle condizioni di idoneità del lubrificante pena grossi danni al motore.
Nel circuito è inoltre solitamente presente una valvola deviatrice a tre vie controllata da un trasduttore di
temperatura in ingresso al motore che bypassa (temperatura inferiore al valore soglia – fase di avviamento)
o meno il dissipatore termico presente.
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Cogenerazione con motori a combustione interna alternativi
Analisi economica
Costo dei moduli cogenerativi ≃ 50÷60 %
Progettazione ≃ 5 %
Opere civili e isolamenti acustici ≃ 10 %
Strumentazione, regolazione e controllo ≃ 15 %
Assemblaggi ≃ 5 %
Ausiliari ≃ 5÷10 %
Installazione e consegna ≃ 5 %
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Introduzione
Cogenerazione con impianti a vapore
Agenda
Cogenerazione con motori a combustione interna
alternativi
Cogenerazione con turbine a gas
Esempio
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Esempio
In molte realtà industriali sono presenti richieste termiche, elettriche e frigorifere. In questi casi è opportuno valutare
l’implementazione di un impianto trigenerativo (cogeneratore + assorbitore).
Al fine di proporre un impianto che si possa integrare al meglio nel contesto produttivo aziendale, nel caso in oggetto si
sono analizzati i consumi energetici rilevando:
1. Consumo di energia elettrica: utilizzazione annuale e derivante dalle attività produttive pari a circa 1.400.000
kWh/anno;
2. Consumo di energia termica: utilizzazione stagionale e necessaria per il riscaldamento degli ambienti di lavoro
pari a circa 931.000 kWh/anno;
3. Consumo di energia frigorifera: utilizzazione annuale per scopi di processo (7 – 12 °C) e stagionale per la
climatizzazione estiva. Complessivamente si è stimata una richiesta di 450.000 kWh/anno.
Data la natura dei consumi si è valutata l’implementazione di un impianto di trigenerazione per la produzione di energia
elettrica, energia termica e frigorifera finalizzato al:
1. Miglioramento dell’efficienza energetica;
2. Riduzione dell’impatto ambientale;
3. Risparmio economico.
Date le temperature del freddo richieste si adotta un assorbitore a bromuro di litio. Nel caso in cui le temperature fossero
state inferiori a (7 – 12 °C) si sarebbe adottato un assorbitore ad ammoniaca (fino a – 60 °C)
Caso applicativo: implementazione di un sistema trigenerativo per scopi industriali
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Esempio
Dall’analisi delle bollette elettriche a disposizione si è
calcolato che l’energia media mensile consumata è
compreso fra 110.000 e 120.000 kWh. Il mese di agosto è
caratterizzato da un valore nettamente inferiore in relazione
alla chiusura dell’azienda per due settimane.
Sempre dalle bollette è stato possibile calcolare il costo del
kWh al netto delle imposte, delle quote fisse e delle
quote di potenza risultato pari a 0,1619 Euro/kWh.
Complessivamente, dunque, si stima un esborso annuale
per acquisto di energia elettrica pari a circa 220.000
Euro/anno
Quantificazione consumi elettrici a consuntivo
Oltre ai consumi complessivi di energia, è importante definire anche i consumi di potenza elettrica
istantanei.
Per lo scopo si sono identificate le principali apparecchiature responsabili del consumo elettrico
caratterizzandole in termini di corrente acquisita, tensione di alimentazione e fattore di utilizzazione. La
potenza elettrica caratteristica di ciascun dispositivo può essere calcolata come:
𝑃𝑒𝑙 = 3 × 𝑉 × 𝐼 × cosሺ𝜑)
Dove cosφ rappresenta il fattore di potenza assunto pari a 0,9 (valore tipico). Le misure di corrente sono
eseguite con pinza amperometrica.
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Esempio
Quantificazione consumi elettrici – stima della potenza impegnata
Dispositivo
Corrente
assorbita media,
A
Fattore di
contemporaneità,
fc
Potenza media
assorbita, kWNote
Macchina produzione 11.07 0.8 4.6 Sono presenti 21 macchine nello stabilitmento
Frigorifero tipo 1 22.1 0.7 13.1 Potenza frigo: 59 kW
Frigorifero tipo 2 16.0 0.7 9.5 Potenza frigo: 39 kW
Compressore aria 61.3 1 36.3Nell’impianto di distribuzione dell’aria compressa
potrebbero essere presenti perdite a giustificazione del
fattore di utilizzazione unitarioCompresso aria 74.1 1 43.9
Altri carichi 312.3 1 185
La potenza elettrica media consumata per la sola attività produttiva è stata calcolata pari a:
𝑃𝑒𝑙 =
𝑖=1
𝑁𝑒𝑙
𝑃𝑒𝑙,𝑖 × 𝑓𝑐,𝑖 = 21 × 4.6 × 0.8 + 13.1 × 0.7 + 9.5 × 0.7 + 36.3 × 1 + 43.9 × 1 + 185 × 1 = 358 𝑘𝑊
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Esempio
Nel caso dei consumi termici non è stato possibile utilizzare i
consumi a consuntivo poiché tutta la produzione sarà
trasferita in un nuovo stabilimento. Di conseguenza i consumi
energetici futuri saranno diversi da quelli attuali.
Attraverso i dati di consumo nominali in condizioni di progetto
e ai dati di temperatura media mensile nella località (UNI
10349) si sono stimati i consumi di potenza termica e
frigorifera media mensile richiesta per la climatizzazione degli
edifici.
Durante la stagione invernale si è ipotizzata la presenza di
riscaldamento per tutta la giornata; in particolare al di fuori dei
turni di lavoro si è assunto una richiesta termica pari ai ¾ delle
condizioni nominali. L’impianto durante le ore notturne, infatti,
non viene spento ma semplicemente viene ridotto il set point.
Inoltre per la parte di stabilimento si è scelta una
configurazione a pannelli radianti (Tacqua = 30 – 40 °C) mentre
per gli uffici si è pensato ad una soluzione con ventilconvettori
(Tacqua = 50 – 60 °C).
La potenza frigorifera richiesta per il processo è considerata
pari a 100 kW. Il valore misurato è stato moltiplicato per un
fattore di sicurezza (10 – 20 %) che tiene conto di eventuali
espansioni aziendali nel futuro.
Quantificazione dei consumi termici e frigoriferi
0,0
50,0
100,0
150,0
200,0
250,0
300,0
350,0
400,0
Pote
nza te
rm
ica m
edia
m
en
sil
e, [k
W]
Riscaldamento Capannone Riscaldamento uffici
0
50
100
150
200
250
300
350
400
Pote
nza fr
igorif
era m
edia
m
en
sil
e,
[kW
]
Raffreddamento stampi Raffrescamento Capannone Raffrescamento ufficiProcesso
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Esempio
L’impianto proposto è un impianto di trigenerazione che prevede l’integrazione di un cogeneratore a motore
a combustione interna (MCI) e di un assorbitore a bromuro di litio (LiBr) date le temperature relativamente
elevate richiesta all’impianto frigorifero.
L’impianto inoltre dovrà poter beneficiare della qualifica di Cogenerazione ad Alto Rendimento (CAR) e
dunque di:
Certificati bianchi;
Defiscalizzazione del gas;
Scambio sul posto.
Per garantire il rispetto dei vincoli per la definizione di CAR occorre che il rendimento totale (𝜂𝑡𝑜𝑡 )
dell’impianto e il Primary Energy Savings (PES) siano rispettivamente maggiori di 0,75 e 0.1 (produzione
elettrica < 1 MWel)
𝐏𝐄𝐒 = 𝟏 −𝟏
𝛈𝐂𝐇𝐏 𝐇𝛈𝐑𝐞𝐟 𝐇
+𝛈𝐂𝐇𝐏 𝐄𝛈𝐑𝐞𝐟 𝐄
≥ 𝟎, 𝟏 ηglobale =en. elettrica + calore utile
en. di alimentazione=E + HCHP
F
𝜂𝐶𝐻𝑃 𝐸 , 𝜂𝑅𝑒𝑓 𝐸 , 𝜂𝐶𝐻𝑃 𝐻 , 𝜂𝐶𝐻𝑃 𝐻 sono rispettivamente il rendimento elettrico del cogeneratore, il rendimento elettrico di
riferimento per la produzione separata di energia elettrica (0,476), il rendimento termico dell’impianto ed il rendimento
termico di riferimento per la produzione separata di energia termica (0,92).
Impianto proposto
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Esempio
Impianto proposto: P&ID sezione generazione termica
Caldaia di integrazione e
soccorso
Trasduttore di temperatura per il controllo
dell’accensione della caldaia
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Esempio
La scelta della taglia del cogeneratore deve essere
effettuata sulla base del fatto che il cogeneratore deve
funzionare il meno possibile in dissipazione. In caso
contrario, infatti, si rischierebbe di non vedersi riconosciuta
tutte l’energia elettrica prodotta come CAR.
Per lo scopo, dunque, occorre stimare la richiesta termica
dell’utenza al fine di scegliere la tipologia di impianto che
meglio si adatta alle esigenze. Occorre dunque realizzare la
curva di durata del carico con in ordinata le potenze
termiche ed in ascissa il numero di ore per le quali è logico
attendersi quella richiesta termica nell’anno.
Occorre inoltre sottolineare che il cogeneratore prima di
dissipare energia termica parzializza il proprio carico.
Solitamente, nel caso dei cogeneratori a combustione
interna si un intervallo di regolazione fino al 50% della
potenza nominale.
Date le curve a disposizione si è preliminarmente
considerato un cogeneratore da 200 kW el. e 340 kW th. In
grado di parzializzare fino al 50% del carico (170 kW th.) e
dunque funzionare per circa 5.500 h/anno.
Scelta del cogeneratore
0
100
200
300
400
500
600
0 1000 2000 3000 4000 5000 6000 7000 8000 9000
Po
tenza
ter
mic
a, [
kW
]
Durata, [h/anno]
Curva di durata del carico
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Esempio
Scelta del cogeneratore
Cogeneratore scelto: Rec2 200
Spazi per manutenzione
Circa 240.000 Euro
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Esempio
Scelta del cogeneratore
𝜼𝒕𝒉 = 𝟓𝟔, 𝟔%𝜼𝒆𝒍 = 𝟑𝟑, 𝟐%
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Esempio
Scelta del cogeneratore
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Al processo
Dal processo
Esempio
Impianto proposto: P&ID sezione generazione freddo
Gruppo frigorifero ad assorbimento a
bromuro di litio (LiBr)
Gruppi frigoriferi
attualmente
utilizzati per
integrazione e
supporto
Torre di
raffreddamento
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Esempio
Per quanto riguardo l’assorbitore a LiBr si
propone di adottare un assorbitore a LiBr di
potenza frigorifera pari a 400 kW.
La scelta di questa taglia è dovuta alla
seguente ragione:
• Tecnico – economiche: l’assorbitore scelto
potrà sopperire da solo il carico massimo
presente nella stagione estiva evitando di
acquistare due assorbitori ad un prezzo
specifico (€/kW) maggiore. Inoltre
l’assorbitore non ha problemi a regolare la
potenza frigorifera prodotta, potendo
semplicemente bypassare la potenza
termica in ingresso, mantenendo costanti le
proprie prestazioni.
Essendo attualmente presenti degli impianti
frigoriferi a compressioni, si ritiene di poter
installare questi nel circuito con funzione di
integrazione e back – up.
Scelta dell’assorbitore
Circa 90.000 Euro
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Esempio
Scelta dell’assorbitore
𝑪𝑶𝑷 =𝑸𝒆𝒗
𝑸𝒕𝒉=
𝟑𝟕,𝟖×𝟒,𝟏𝟖𝟔×ሺ𝟏𝟐−𝟕)
𝟐𝟕×𝟒,𝟏𝟖𝟔×ሺ𝟗𝟎−𝟖𝟎)= 𝟎, 𝟕
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Esempio
Scelta dell’assorbitorePart number Componente
1 Assorbitore
2 Evaporatore
3 Condensatore
4 Generatore
5 Scambiatoe di calore
6 Centralina
7 Pompa di circolazione
8 Pompa refrigerante
9 Pompa spray soluzione
10 Serbatoio di spurgo
11 Pompa di spurgo
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Esempio
Torre di raffreddamento
Circa 20.000 Euro
Part number Componente
1 Sistema motoventilante assiale
2 Pannello in vetroresina
3 Sistema di distribuzione in PVC
con ugelli a larghi passaggi in PP,
inintasabili
4 Pacco di riempimento con
passaggio aria – acqua
5 Vasca con fondo inclinato in
vetroresina
La torre di raffreddamento è dimensionata a supporto
dell’impianto ad assorbimento. In particolare la potenza
termica da smaltire nominale è pari a:
𝑄𝑡ℎ,𝑡𝑜𝑟𝑟𝑒 = 𝑄𝑐𝑜𝑛𝑑 + 𝑄𝑎𝑠𝑠 = 𝑄𝑔𝑒𝑛 + 𝑄𝑒𝑣 = 400 + 550 = 950 kW
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Esempio
Studio di fattibilità: metodo del Valore Attuale Netto (VAN)
La prima verifica da effettuare è che la configurazione di impianto proposto rispetti le condizioni per la
definizione di Cogenerazione ad Alto Rendimento. La produzione energetica annuale stimata nei punti
precedenti è ripartita rispettivamente:
• Energia termica prodotta da cogeneratore: 𝐸𝑡ℎ,𝑐𝑜𝑔 = 1.400 𝑀𝑊ℎ/anno;
• Energia termica prodotta da caldaia: 𝐸𝑡ℎ,𝑐𝑎𝑙𝑑𝑎𝑖𝑎 = 180.000 𝑘𝑊ℎ/anno;
• Energia elettrica prodotta da cogeneratore: 𝐸𝑒𝑙,𝑐𝑜𝑔 = 850.000 𝑘𝑊ℎ/anno;
• Energia immessa con il combustibile nel cogeneratore: 𝐸𝑓𝑢𝑒𝑙,𝑐𝑜𝑔 = 2.560 MWh/anno.
Considerando i rendimenti elettrici e termici di riferimento (𝜂𝑒𝑙,𝑟𝑖𝑓=0,476; 𝜂𝑡ℎ,𝑟𝑖𝑓=0,92) si ottiene:
ηglobale =E + HCHP
F=850.000 + 1.400.000
2.560.000= 0,88
Il sistema può essere definito come Cogenerazione ad Alto Rendimento (CAR) e come tale può usufruire
dei vantaggi fiscali:
Scambio sul posto;
Defiscalizzazione del gas metano;
Certificati bianchi.
𝐏𝐄𝐒 = 𝟏 −𝟏
𝛈𝐂𝐇𝐏 𝐇𝛈𝐑𝐞𝐟 𝐇
+𝛈𝐂𝐇𝐏 𝐄𝛈𝐑𝐞𝐟 𝐄
= 𝟏−𝟏
𝟎, 𝟓𝟒𝟕𝟎, 𝟗𝟐 +
𝟎, 𝟑𝟑𝟐𝟎, 𝟒𝟕𝟔
= 𝟎, 𝟐𝟑 ≥ 𝟎, 𝟏
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Esempio
Studio di fattibilità: calcolo dell’investimento
L’investimento economico è confrontato con la soluzione attualmente prevista che prevede
l’installazione di un dispositivo per la produzione termica di tipo tradizionale. In tal modo è
possibile confrontare correttamente l’investimento.
# Voce di costo Quantità Costo specifico, [Euro] Costo totale [Euro ]
1 Cogeneratore 1 240.000 240.000
2 Frigorifero ad assorbimento LiBr 1 90.000 90.000
3 Torre di raffreddamento 2 20.000 40.000
4 Scambiatori, pompe e piping 1 50.000 30.000
5 Costo opere accessorie e posa in
opera
1 30.000 30.000
6 Ingegneria, direzione lavori e
collaudo
1 80.000 80.000
7 Mancato acquisto generatori
tradizionali (valore stimato)
1 - 50.000 -50.000
8 Mancata ingegneria, direzione lavori
e collaudo pompe di calore (valore
stimato)
1 -5.000 -5.000
Totale 455.000
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Esempio
Studio di fattibilità: mancati esborsi annuali ( = ricavi)
Nel caso in esame i mancati esborsi dovuti alla maggiore efficienza energetica sono considerati come ricavi.
#Voci di ricavo o mancato esborso Valore UdM
1 Mancato esborso per acquisto di
energia elettrica
137.332 Euro/anno
2 Mancato esborso per produzione di
energia termica per riscaldamento
50.257 Euro/anno
3 Mancato esborso per acquisto energia
el. per raffreddamento stampi
17.023 Euro/anno
4 Mancato esborso per climatizzazione
estiva uffici e capannone
3.342 Euro/anno
5 Certificati bianchi (per i primi 10 anni) 10.495 Euro/anno
Totale ricavi o mancati esborsi 218.538 Euro/anno
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Esempio
Studio di fattibilità: voci di costo annuali
Per le portate di gas consumato si è considerato un Potere Calorifico Inferiore (PCI) pari a
50.000 kJ/kg (analisi conservativa).# Voci di costo variabile Valore UdM
1Consumo complessivo di gas metano nel
cogeneratore
279.487 m3/anno
2Consumo complessivo di gas in caldaia 20.318 m3/anno
3 Costo del combustibile con accise 0.4051 Euro/m3
4 Quota di gas ad aliquota ridotta 186.616 Sm3/anno
Voci di costo
5 Costo totale combustibile 121.451 Euro/anno
6Accisa sull’energia elettrica
autoconsumata
10.603 Euro/anno
7Oneri di sistema e accisa
sull’autoconsumo
1.911 Euro/anno
8 Defiscalizzazione -2.307 Euro/anno
9Manutenzione cogeneratore (3%
investimento iniziale)
7.290 Euro/anno
10 Manutenzione assorbitore 3.750 Euro/anno
11Manutenzione torre di raffreddamento 1.000 Euro/anno
Totale costi variabili 143.698 Euro/anno
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Esempio
Studio di fattibilità: ammortamenti
La possibilità di ammortare i dispositivi acquistati consente di ridurre la quota dovuta all’erario. Per il caso in
esame si considera la possibilità di sfruttare il superammortamento a quote costanti in 10 anni. Il
superammortamento attualmente in vigore permette di detrarre il 130% dell’investimento in beni strumentali.
# Voce Valore UdM
1 Capitale da ammort 455.000 Euro
2 Numero di anni per ammortamento 10 anni
3 Ammortamento (al 130%) 59.150 Euro / anno
Con le informazioni a disposizione è possibile calcolare il VAN:
𝑉𝐴𝑁 =
𝑘=0
𝑁𝐹𝑘
1 + 𝑖 𝑘
Dove N è l’intervallo temporale rispetto a cui facciamo l’analisi, i rappresenta il tasso di interesse assunto pari al 1,7% e Fk
rappresenta il flusso di cassa del k-esimo anno, calcolato come:
𝐹𝑘 = 𝑅𝑘 − ሺ𝐶𝑘 + 𝑇𝑘)
Dove Rk sono i ricavi, Ck i costi e Tk le tasse dovute nell’anno k all’erario. In particolare:
𝑇𝑘 = ሺ𝑅𝑘−𝐶𝑘 − 𝐴𝑘) × 𝛼
Dove Ak è l’ammortamento e α è l’aliquota fiscale dell’azienda assunta pari al 31,4% (IRAP e IRES)
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Esempio
Studio di fattibilità: ammortamenti
L’investimento ha un tempo di ritorno in circa 7 anni.
-600.000
-400.000
-200.000
0
200.000
400.000
600.000
800.000
1.000.000
1.200.000
0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20
Eu
ro
Tempo, [anni]
VAN
VAN
VAN= 435.000
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Esempio
Impatto ambientale
La maggiore efficienza energetica dell’impianto si ripercuote anche sulle emissioni di CO2 in atmosfera.
Considerando la reazione di combustione del gas metano:
𝐶𝐻4 + 2𝑂2 ⟶ 𝐶𝑂2 + 2𝐻2𝑂
In particolare per ogni kg di metano CH4 che viene combusto si ha la produzione di 2.75 kg di anidride
carbonica emessa. Considerando di dover produrre l’energia termica ed elettrica con dispositivi tradizionali
si avrebbe un consumo di combustibile pari a:
𝑄𝑓𝑢𝑒𝑙,𝑡𝑟𝑎𝑑 =𝐸𝑡ℎ
𝜂𝑅𝑒𝑓,𝐻+
𝐸𝑒𝑙𝜂𝑅𝑒𝑓,𝐸
=1580
0,92+
850
0,476= 3503,1 𝑀𝑊ℎ
Il risparmio è:
𝑅𝐼𝑆𝑃 = 𝑄𝑓𝑢𝑒𝑙,𝑡𝑟𝑎𝑑 − 𝑄𝑓𝑢𝑒𝑙,𝑝𝑟𝑜𝑝 = 3503 − 2560 = 943 𝑀𝑊ℎ
Considerando un PCI di 50.000 kJ/kg e una densità del metano a 15 C e 1 atm di 0,6582 kg/m3 si ha:
𝐺𝑟𝑖𝑠𝑝 =𝑅𝐼𝑆𝑃
𝑃𝐶𝐼×
3600
0,6582× 1000 = 103.154 𝑘𝑔
Ossia:
𝐺𝑟𝑖𝑠𝑝,𝐶𝑂2 = 𝐺𝑟𝑖𝑠𝑝 × 2,75 = 284 𝑡𝑜𝑛 /𝑎𝑛𝑛𝑜
Corso di Impianti Meccanici – Laurea Triennale
Modulo 10
Impianti per la cogenerazione di energia
Prof. Ing. Cesare Saccani
Prof. Ing. Augusto Bianchini
Dott. Ing. Marco Pellegrini
Dott. Ing. Michele Gambuti
Department of Industrial Engineering (DIN) - University of Bologna