Modello Supplemento al numero odierno diSpedizione in A. P ... · La paura verso i nuovi stru-menti...

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5 Modello Supplemento al numero odierno di Spedizione in A. P. articolo 1, c. 1 L. 46/4 DCB Milano Direttore responsabile Paolo Panerai. Registrazione del tribunale di Milano n. 602 del 31/7/91 Issn 1827-7837 Realizzato in collaborazione con la CASSA NAZIONALE DI PREVIDENZA E ASSISTENZA FORENSE Responsabile editoriale Marcello Colloca DI PAOLO ROSA S i è appena formulato il bilancio consuntivo 2007 che già il pensiero vola su quelli che potranno essere gli sviluppi dell’asset al- location da recepire prossima- mente nel preventivo 2009 per gestire al meglio un patrimonio che ha ormai superato i 3.600 milioni di euro. La curiosità intellettuale unitamente al senso di respon- sabilità che ho in qualità di presidente di Cassa forense nei confronti degli iscritti mi spin- ge a rimettere in discussione il processo di analisi fin ora se- guito per verificare se l’attuale composizione degli investimenti soddisfi pienamente il presup- posto di combinazione «ideale» delle classi di attività in un mix di rischio complessivo che sia compatibile con l’orizzonte tem- porale e con il profilo «rischio rendimento» di un investitore istituzionale che raccoglie con- tributi per erogare assistenza e pensioni. Da un punto di vista accade- mico la soluzione sembrerebbe semplice poiché basta seguire principalmente lo sviluppo di quattro fattori, nella fattispecie decidere su quali classi finan- ziarie investire, con quale peso, quanta libertà di scostamento assegnare rispetto alle linee guida fissate in virtù dell’an- damento dei mercati e con quali titoli creare il portafoglio di ogni singola asset class, per uscire dall’empasse e creare la cd. frontiera efficiente. Nello specifico il problema però è molto più complicato, perché se è vero che diversi- ficando si riduce il rischio, è altrettanto vero che l’atavico dilemma di bilanciamento tra rischio-rendimento condiziona la componente emozionale nelle scelte, di fronte ad un campio- nario di strumenti finanziari che spaziano dai prodotti ba- silari fino ad arrivare a vere e proprie opere d’ingegneria finanziaria. A volte ho sentito affermare che un ente di previdenza non dovrebbe assumersi rischi fi- nanziari e quindi potrebbe ri- solvere il problema degli inve- stimenti acquistando titoli di stato. Contrariamente al credo popolare però esistono anche qui dei rischi, ne ricordo solo i due più intuitivi: il «rischio tas- so» legato al rendimento della cedola compresso da rialzi del tasso d’interesse e peggio il «ri- schio inflazione» che nel tempo distrugge il valore reale del ca- pitale investito (nella fattispecie di un ente previdenziale stante la rivalutazione delle pensioni agganciate al coefficiente Istat l’inflazione è proprio uno dei principali pericoli da coprire). Con una premessa del gene- re verrebbe voglia di rispon- dere che il problema è senza soluzione, in realtà la cosa più importante per evitare delusio- ni è quello di definire a priori l’obiettivo da conseguire. Seguendo lo stile di un buon padre di famiglia è importante maturare la consapevolezza: che non esiste il «rendimento senza il rischio» il che implica la gestione dell’avversione alla perdita con la giusta predispo- sizione psicologica alla possi- bilità che questa possa veri- ficarsi (deleteri sono l’eccesso di fiducia, il senno del poi, la perseveranza, l’iper reazione e peggio il costante rammarico come hanno classificato alcuni studiosi della materia Kahne- man, Tversky, Statman) che le soluzioni di investimento sono oggetto costante di revi- sione e perseguono le aspetta- tive solo nel momento in cui è chiaro l’obiettivo e il periodo temporale nel quale l’obiettivo deve concretizzarsi (ben ven- ga l’asset allocation strategica per trovare un giusto mix otti- male nel medio lungo termine ma egualmente accettata deve essere l’asset allocation tattica che consente di cogliere periodi- camente le opportunità create dagli andamenti dei mercati fi nanziari consentendo di di- scostarsi dalle strategie per au- mentare o ridurre l’esposizione a determinati fattori di rischio a seconda dei mercati). Markowitz, teorizzatore del- la diversificazione, insegna che la difesa dagli andamenti asincroni dei singoli titoli è la costruzione di un portafoglio molto variegato che rispetto a scelte mono asset class consente più facilmente di individuare la frontiera efficiente. La paura verso i nuovi stru- menti finanziari non deve condi- zionarne l’analisi e la valutazio- ne tanto più se sono decorrelati con l’andamento dei mercati di riferimento perché, come i fon- di olandesi insegnano, aiutano alla stabilizzazione dell’obiet- tivo di rendimento quando gli andamenti finanziari sono ne- fasti. Da questo breve escursus devo dire che l’attuale asset allocation di Cassa forense ha intrapreso un cammino di evo- luzione con un arricchimento delle singole classi d’investimen- to che non sono più concentrate in sole azioni e obbligazioni ma sono arricchite anche dalla pre- senza, se pur in misura molto contenuta, di corporate, private equity e fondi immobiliari. Anche la scelta dei mercati di riferimento si sta ampliando rispetto a una preferenza che in passato era esclusivamente incentrata sul mercato dome- stico. Questa spinta innovativa che è ormai inarrestabile, se si vuole rimanere a livelli compe- titivi e di protezione degli in- vestimenti, impone comunque delle riflessioni nel momento in cui vengono a crearsi delle situazioni particolari sui mer- cati mondiali come ad esempio la crisi dei mutui subprime sta- tunitensi iniziata nella estate del 2007 e dilagata a macchia d’olio su tutti i mercati e in tutti i comparti. L’insicurezza è l’effetto colla- terale più spiacevole che taluni momenti di caduta dei mercati finanziari comporta. Il condi- zionamento negativo che l’inve- stitore subisce crea inefficien- ze e possibilità di errore legati alla probabilità di perdite ad operare in un mercato definito in periodo «Orso» ossia in fase di ribasso (contrariamente alla fase «Toro» ovvero di rialzo). D’altro canto la descrizione visiva di quanto avviene nei ci- cli di borsa con l’identificazione degli animali esprime un po’ la componente umana di reazio- ne di fronte ad alcuni fenomeni economici. Consentitemi sul tema una breve divagazione per coloro che ignorano il linguaggio pittore- sco del mondo della finanza, per dare la spiegazione dell’uso an- glosassone di Bull (toro) e Bear (orso) che a me personalmente sembra più calzante. La similitudine è legata al fatto che il toro, come animale, solleva l’avversario verso l’alto con le corna e dunque si coniuga con l’euforia degli operatori di borsa che confortati dal buon andamento acquistano contri- buendo a influenzare quotazioni e prezzi al rialzo, mentre l’Or- so, è espressione di un animale che atterra l’avversario con una zampata, proprio come accade in un mercato al ribasso, dove gli operatori prevedendo un de- clino dei prezzi e con i loro or- dini di vendita contribuiscono a far scendere le quotazioni. Qualcuno sostiene che l’insi- curezza che si registra durante le fasi di ribasso sono retaggio di insufficiente conoscenza del mercato che non consente di ge- stire al meglio la normale in- stabilità ambientale che altro non è che la naturale tendenza alle fluttuazioni, ricomprese nel temine di volatilità. Come sottolinea BlackRock , l’emotività non paga mentre la preparazione è tutto, nel senso che «l’opportunità premia la mente preparata». E in effetti parafrasando il toro e l’orso è facilmente com- prensibile capire le normali di- namiche del mercato di «mani forti» contro «mani deboli», la gestione dell’emotività attraver- so la conoscenza aiuta a consi- derare che la flessione dei prezzi induce il debole spaventato ad uscire velocemente dal mer- cato alimentando la posizione del forte che invece accumula tutto ciò che può profittando dei prezzi molto bassi come il gran- de Master Trader Joe Ross in- segna. Solo quando non c’è più nessuno che vende si determina l’unico evento possibile ossia la domanda riavvia la salita dei prezzi e così il mercato riprende L’opportunità premia la mente preparata In ricordo di Giuliana Carmignani MARCELLO COLLOCA È stato grazie a una idea di Lucia Taormina e alla preziosa collaborazione di Vittoria Kienerk che Cassa forense ha organizzato in Collesal- vetti una mostra in ricordo di Giu- liana Carmignani nel novantesimo anniversario della sua nascita. E di Giuliana Carmignani e della sua fa- miglia, del suo essere avvocato, delle vicende che l’anno vista poco fortuna- ta protagonista nell’arco temporale della Seconda guerra mondiale, pri- ma durante e dopo gli eventi bellici, hanno reso preziose testimonianze proprio Vittoria Kienerk, amica fin dalla giovane età, e Roberto Cartei, collega di studio ed esecutore testa- mentario. È sta ta infatti Giuliana Carmignani, ultima esponente di una nobile famiglia toscana che ha consegnato alla storia e alla cultura un illustre penalista come Giovanni, un combattente della Seconda guer- ra d’indipendenza e sindaco di Pisa, Giuliano, e un sindaco di Collesalvet- ti, un altro Giovanni, che ha disposto a favore della Cassa forense, nel 1979, con testamento olografo, un legato costituito appunto dal complesso im- mobiliare ubicato alle propaggini di Collesalvetti. Cassa forense di tutto il complesso ha curato un radicale restauro, restituendo progressiva- mente alla villa e al parco l’eleganza e il pregio che certamente li avevano caratterizzati soprattutto nel corso del XIX secolo, quando i Carmigna- ni, grazie anche alla parentela acqui- sita con i Napoleonidi, erano divenuti una delle famiglie più importanti e più ricche della Toscana, per come emerge dall’ampia corrispondenza del penalista Giovanni con le più alte personalità della cultura e della politica dell’epoca, custodita presso l’Archivio di stato di Pisa. Ed è stato proprio in questa lieta ricorrenza che Cassa forense ha voluto inaugurare, dopo gli accurati recenti restauri, il piccolo edificio della limonaia che, grazie ai suoi ornamenti architetto- nici, viene considerato il più caratte- ristico dell’intera proprietà, e che per la sua pregevole fattura e per l’ele- gante aspetto formale si inserisce a pieno titolo fra le più belle orangerie delle ville e delle residenze aristo- cratiche, secondo la moda diffusa in Toscana dai Medici. Ha concluso il momento celebrativo la presentazi- one del volume La limonaia di Villa Carmignani : una pubblicazione che, curata per Cassa Forense da Nestore Flaviani e Andrea Frediani, per come si legge nella presentazione del presidente Paolo Rosa, è ricca di spunti per chiunque sia mosso da curiosità artistica, botanica e storica che illustra la genesi del restauro e la trasformazione della struttura in un elegante e moderno sito per convegni e riunioni dell’avvocatura e non solo. Il miglioramento delle performance viaggia solo sul dominio della conoscenza

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5ModelloSupplemento al numero odierno di

Spedizione in A. P. articolo 1, c. 1L. 46/4 DCB Milano

Direttore responsabile Paolo Panerai.Registrazione del tribunaledi Milano n. 602 del 31/7/91

Issn 1827-7837

Realizzato in collaborazione con laCASSA NAZIONALE

DI PREVIDENZAE ASSISTENZA FORENSE

Responsabile editorialeMarcello Colloca

DI PAOLO ROSA

Si è appena formulato il bilancio consuntivo 2007 che già il pensiero vola su quelli che potranno

essere gli sviluppi dell’asset al-location da recepire prossima-mente nel preventivo 2009 per gestire al meglio un patrimonio che ha ormai superato i 3.600 milioni di euro.

La curiosità intellettuale unitamente al senso di respon-sabilità che ho in qualità di presidente di Cassa forense nei confronti degli iscritti mi spin-ge a rimettere in discussione il processo di analisi fi n ora se-guito per verifi care se l’attuale composizione degli investimenti soddisfi pienamente il presup-posto di combinazione «ideale» delle classi di attività in un mix di rischio complessivo che sia compatibile con l’orizzonte tem-porale e con il profi lo «rischio rendimento» di un investitore istituzionale che raccoglie con-tributi per erogare assistenza e pensioni.

Da un punto di vista accade-mico la soluzione sembrerebbe semplice poiché basta seguire principalmente lo sviluppo di quattro fattori, nella fattispecie decidere su quali classi fi nan-ziarie investire, con quale peso, quanta libertà di scostamento assegnare rispetto alle linee guida fi ssate in virtù dell’an-damento dei mercati e con quali titoli creare il portafoglio di ogni singola asset class, per uscire dall’empasse e creare la cd. frontiera effi ciente.

Nello specifico il problema però è molto più complicato, perché se è vero che diversi-ficando si riduce il rischio, è altrettanto vero che l’atavico dilemma di bilanciamento tra rischio-rendimento condiziona la componente emozionale nelle scelte, di fronte ad un campio-nario di strumenti fi nanziari che spaziano dai prodotti ba-silari fino ad arrivare a vere e proprie opere d’ingegneria fi nanziaria.

A volte ho sentito affermare che un ente di previdenza non dovrebbe assumersi rischi fi-

nanziari e quindi potrebbe ri-solvere il problema degli inve-stimenti acquistando titoli di stato. Contrariamente al credo popolare però esistono anche qui dei rischi, ne ricordo solo i due più intuitivi: il «rischio tas-so» legato al rendimento della cedola compresso da rialzi del tasso d’interesse e peggio il «ri-schio infl azione» che nel tempo distrugge il valore reale del ca-pitale investito (nella fattispecie di un ente previdenziale stante la rivalutazione delle pensioni agganciate al coeffi ciente Istat l’inflazione è proprio uno dei principali pericoli da coprire).

Con una premessa del gene-re verrebbe voglia di rispon-dere che il problema è senza soluzione, in realtà la cosa più importante per evitare delusio-ni è quello di defi nire a priori l’obiettivo da conseguire.

Seguendo lo stile di un buon padre di famiglia è importante maturare la consapevolezza:

che non esiste il «rendimento senza il rischio» il che implica la gestione dell’avversione alla perdita con la giusta predispo-sizione psicologica alla possi-bilità che questa possa veri-fi carsi (deleteri sono l’eccesso di fi ducia, il senno del poi, la perseveranza, l’iper reazione e peggio il costante rammarico come hanno classifi cato alcuni studiosi della materia Kahne-man, Tversky, Statman) che le soluzioni di investimento sono oggetto costante di revi-sione e perseguono le aspetta-tive solo nel momento in cui è chiaro l’obiettivo e il periodo temporale nel quale l’obiettivo deve concretizzarsi (ben ven-ga l’asset allocation strategica per trovare un giusto mix otti-male nel medio lungo termine ma egualmente accettata deve essere l’asset allocation tattica che consente di cogliere periodi-camente le opportunità create dagli andamenti dei mercati fi nanziari consentendo di di-scostarsi dalle strategie per au-mentare o ridurre l’esposizione a determinati fattori di rischio a seconda dei mercati).

Markowitz, teorizzatore del-la diversificazione, insegna che la difesa dagli andamenti asincroni dei singoli titoli è la costruzione di un portafoglio molto variegato che rispetto a scelte mono asset class consente più facilmente di individuare la frontiera effi ciente.

La paura verso i nuovi stru-menti fi nanziari non deve condi-zionarne l’analisi e la valutazio-ne tanto più se sono decorrelati con l’andamento dei mercati di riferimento perché, come i fon-di olandesi insegnano, aiutano alla stabilizzazione dell’obiet-tivo di rendimento quando gli andamenti fi nanziari sono ne-fasti.

Da questo breve escursus devo dire che l’attuale asset allocation di Cassa forense ha intrapreso un cammino di evo-luzione con un arricchimento delle singole classi d’investimen-to che non sono più concentrate in sole azioni e obbligazioni ma sono arricchite anche dalla pre-senza, se pur in misura molto contenuta, di corporate, private equity e fondi immobiliari.

Anche la scelta dei mercati di riferimento si sta ampliando rispetto a una preferenza che in passato era esclusivamente incentrata sul mercato dome-stico.

Questa spinta innovativa che è ormai inarrestabile, se si vuole rimanere a livelli compe-titivi e di protezione degli in-vestimenti, impone comunque delle rif lessioni nel momento in cui vengono a crearsi delle situazioni particolari sui mer-cati mondiali come ad esempio la crisi dei mutui subprime sta-tunitensi iniziata nella estate del 2007 e dilagata a macchia d’olio su tutti i mercati e in tutti i comparti.

L’insicurezza è l’effetto colla-terale più spiacevole che taluni momenti di caduta dei mercati fi nanziari comporta. Il condi-zionamento negativo che l’inve-stitore subisce crea ineffi cien-

ze e possibilità di errore legati alla probabilità di perdite ad operare in un mercato defi nito in periodo «Orso» ossia in fase di ribasso (contrariamente alla fase «Toro» ovvero di rialzo).

D’altro canto la descrizione visiva di quanto avviene nei ci-cli di borsa con l’identifi cazione degli animali esprime un po’ la componente umana di reazio-ne di fronte ad alcuni fenomeni economici.

Consentitemi sul tema una

breve divagazione per coloro che ignorano il linguaggio pittore-sco del mondo della fi nanza, per dare la spiegazione dell’uso an-glosassone di Bull (toro) e Bear (orso) che a me personalmente sembra più calzante.

La similitudine è legata al fatto che il toro, come animale, solleva l’avversario verso l’alto con le corna e dunque si coniuga con l’euforia degli operatori di borsa che confortati dal buon andamento acquistano contri-buendo a infl uenzare quotazioni e prezzi al rialzo, mentre l’Or-so, è espressione di un animale che atterra l’avversario con una zampata, proprio come accade in un mercato al ribasso, dove gli operatori prevedendo un de-clino dei prezzi e con i loro or-dini di vendita contribuiscono a far scendere le quotazioni.

Qualcuno sostiene che l’insi-curezza che si registra durante le fasi di ribasso sono retaggio di insuffi ciente conoscenza del mercato che non consente di ge-stire al meglio la normale in-stabilità ambientale che altro non è che la naturale tendenza alle fl uttuazioni, ricomprese nel temine di volatilità.

Come sottolinea BlackRock , l’emotività non paga mentre la preparazione è tutto, nel senso che «l’opportunità premia la mente preparata».

E in effetti parafrasando il toro e l’orso è facilmente com-prensibile capire le normali di-namiche del mercato di «mani forti» contro «mani deboli», la gestione dell’emotività attraver-so la conoscenza aiuta a consi-derare che la fl essione dei prezzi induce il debole spaventato ad uscire velocemente dal mer-cato alimentando la posizione del forte che invece accumula tutto ciò che può profi ttando dei prezzi molto bassi come il gran-de Master Trader Joe Ross in-segna. Solo quando non c’è più nessuno che vende si determina l’unico evento possibile ossia la domanda riavvia la salita dei prezzi e così il mercato riprende

L’opportunità premia la mente

preparata

In ricordo di Giuliana Carmignani

MARCELLO COLLOCA

È stato grazie a una idea di Lucia Taormina e alla preziosa collaborazione di Vittoria Kienerk che Cassa

forense ha organizzato in Collesal-vetti una mostra in ricordo di Giu-liana Carmignani nel novantesimo anniversario della sua nascita. E di Giuliana Carmignani e della sua fa-miglia, del suo essere avvocato, delle vicende che l’anno vista poco fortuna-ta protagonista nell’arco temporale della Seconda guerra mondiale, pri-ma durante e dopo gli eventi bellici, hanno reso preziose testimonianze proprio Vittoria Kienerk, amica fin dalla giovane età, e Roberto Cartei, collega di studio ed esecutore testa-mentario. È sta ta infatti Giuliana Carmignani, ultima esponente di una nobile famiglia toscana che ha consegnato alla storia e alla cultura un illustre penalista come Giovanni, un combattente della Seconda guer-ra d’indipendenza e sindaco di Pisa, Giuliano, e un sindaco di Collesalvet-ti, un altro Giovanni, che ha disposto a favore della Cassa forense, nel 1979, con testamento olografo, un legato costituito appunto dal complesso im-mobiliare ubicato alle propaggini di Collesalvetti. Cassa forense di tutto il complesso ha curato un radicale restauro, restituendo progressiva-mente alla villa e al parco l’eleganza e il pregio che certamente li avevano caratterizzati soprattutto nel corso del XIX secolo, quando i Carmigna-ni, grazie anche alla parentela acqui-sita con i Napoleonidi, erano divenuti una delle famiglie più importanti e più ricche della Toscana, per come emerge dall’ampia corrispondenza del penalista Giovanni con le più alte personalità della cultura e della politica dell’epoca, custodita presso l’Archivio di stato di Pisa. Ed è stato proprio in questa lieta ricorrenza che Cassa forense ha voluto inaugurare, dopo gli accurati recenti restauri, il piccolo edificio della limonaia che, grazie ai suoi ornamenti architetto-nici, viene considerato il più caratte-ristico dell’intera proprietà, e che per la sua pregevole fattura e per l’ele-gante aspetto formale si inserisce a pieno titolo fra le più belle orangerie delle ville e delle residenze aristo-cratiche, secondo la moda diffusa in Toscana dai Medici. Ha concluso il momento celebrativo la presentazi-one del volume La limonaia di Villa Carmignani: una pubblicazione che, curata per Cassa Forense da Nestore Flaviani e Andrea Frediani, per come si legge nella presentazione del presidente Paolo Rosa, è ricca di spunti per chiunque sia mosso da curiosità artistica, botanica e storica che illustra la genesi del restauro e la trasformazione della struttura in un elegante e moderno sito per convegni e riunioni dell’avvocatura e non solo.

Il miglioramento delle performance viaggia solo sul dominio della conoscenza

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2 Maggio 2008 M O D E L L O 5Prende piede l’informatizzazione dell’area. Anche l’Avvocatura va coinvolta nel progetto

Processo penale in versione on-lineTutti i fascicoli saranno gestiti e accessibili in via telematica

DI ANTONINO GATTUSO

Nel 2001, quando fu pub-blicato il dpr n. 123, che conteneva le regole del cosiddetto Processo ci-

vile telematico o più brevemente Pct, si poteva pensare che l’in-formatica e la telematica non avrebbero a breve coinvolto il processo penale.

In realtà, i progetti di infor-matizzazione del processo pe-nale sono iniziati anche prima che nell’area del civile, soltanto che alcuni fattori ne hanno ri-tardato l’evoluzione, soprattut-to in termini di cooperazione telematica tra i diversi soggetti necessari della giurisdizione pe-nale (magistrati, avvocati, forze di polizia, cancellerie, consulenti e altri ausiliari):

1) la nascita di alcuni pro-getti dell’area penale quasi agli albori della cosiddetta informa-tica giudiziaria ha comportato che le applicazioni siano state progettate e realizzate secondo schemi e con tecnologie infor-matiche ormai superate e che, pertanto, hanno avuto maggiori diffi coltà a migrare verso i mo-

delli di cooperazione telematica e architetture informatiche più moderne;

2) al contrario del civile, dove il processo nasce essen-zialmente dall’iniziativa delle parti private, da cui l’assoluta impossibilità di pensare a un modello informatizzato che non sia aperto proprio alle parti che alimentano il fl usso informativo, il processo penale è un processo dove l’iniziativa e lo sviluppo sono essenzialmente organizzati all’interno degli uffi ci giudiziari, dove magistratura requirente e poi quella giudicante assorbono gran parte dell’iniziativa pro-cedimentale: per tali motivi si è avuta una maggiore spinta all’informatizzazione interna degli uffi ci penali prima di una loro apertura verso l’esterno e agli avvocati in particolare;

3) una maggiore delicatezza delle informazioni giudiziarie penali, il segreto processuale e una maggiore attenzione per la riservatezza che la materia pe-nale sollecita sono stati spesso causa di un’eccessiva ritrosia ad affi dare allo strumento in-formatico e telematico il compi-

to di veicolare le informazioni, i documenti e gli atti del processo penale, ritenuto meno sicuro e affi dabile di quello tradizionale cartaceo.

Se questi sono stati alcuni de-gli elementi di ritardo dell’evo-luzione del processo penale te-lematico, l’individuazione di un unico flusso informativo, che dalla ricezione della notizia di reato giunga sino all’esecuzione dell’eventuale condanna transi-tando dalla fase di cognizione, è elemento di semplificazione estrema che consente di preve-dere che il processo penale tele-matico possa avere progettazio-ne e implementazione più rapide e meno problematiche rispetto a quanto previsto per il Pct, dove i diversi riti e sub procedimenti aumentano la complessità.

Il primo sforzo è quello della migrazione dal RE.GE. 2.0, il si-stema di gestione dei registri di cancelleria penali da quelli della procura a quelli degli organi giu-dicanti, al RE.GE. Relazione e al RE.GE. Web fi no all’integrazio-ne nel sistema generale Sicp (Si-stema informativo del processo penale), dove il RE.GE. si inse-

risce in un’unica infrastruttura informatica dove colloquiano tra loro anche gli applicativi per la gestione delle misure cautelari reali e personali in una base dati distrettuale unica.

Sarà a quel punto possibile per l’avvocato collegarsi telema-ticamente ai registri gestiti dal Sicp per ottenere le informazioni allo stesso ostensibili attraverso una modalità di identifi cazione dell’avvocato e di erogazione dei servizi di consultazione simile a quella attualmente prevista dal cosiddetto Polis Web dell’area ci-vile.

Un’altra importante attività progettuale è quella che riguar-da la digitalizzazione e demate-rializzazione del fascicolo delle indagini preliminari con due ap-procci diversi ma non per questo incompatibili. Infatti, sarà possi-bile digitalizzare le informazioni che arrivano alla procura della repubblica attraverso il progetto del cosiddetto Invio telematico delle notizie di reato che preve-de un vero e proprio sistema di comunicazione telematica tra le procure e tutte le forze dell’or-dine. In questo caso il fascicolo delle indagini verrà alimentato direttamente in formato digita-le attraverso gli atti di indagini digitali che la polizia giudiziaria invierà alle procure telematica-mente. Questo progetto è ambi-zioso e presuppone un elevato grado di informatizzazione del-le forze di polizia e degli organi inquirenti.

Un’altra fi losofi a invece carat-terizza il progetto «digit» (e alcu-ne sue varianti) che prevede la digitalizzazione del fascicolo del-le indagini al momento del depo-sito ex articolo 415-bis cpp.

Il fascicolo prima di essere depositato viene interamente scannerizzato, indicizzato e sottoposto a successiva lavo-razione con strumenti Ocr per trasformare le immagini di do-cumenti in testo. I documenti digitalizzati sono indicizzati con specifi ci «tag» che danno infor-mazioni aggiuntive sul tipo di documento (per esempio notizia di reato, rapporto di p.g., Sit, de-lega indagini, notifi che ecc.) che consentono all’utente di poter recuperare il documento cercato con estrema facilità. Il fascicolo così digitalizzato verrà salvato su apposito server e potrà essere consultato dagli avvocati presso locali appositamente allestiti nei singoli uffi ci giudiziari per la vi-sione dei fi le che compongono il fascicolo delle indagini.

Sono in corso degli studi per consentire agli avvocati di po-ter recuperare tali documenti informatici per via telematica senza doversi recare presso gli uffi ci giudiziari: solo in tal caso i veri vantaggi dell’informatiz-zazione si avvertirebbero come forti e reali.

Bisogna risolvere i problemi legati alla disponibilità della banda telematica necessaria per gestire la mole di traffi co per

scaricare questi fi le che, soprat-tutto se in formato grafi co, risul-teranno molto grandi. Un’idea per risolvere questo problema è quella di creare un server di re-plica su base locale (distrettua-le?) al di fuori della Rug e sotto il controllo degli avvocati o di aziende delegate dagli stessi che si preoccuperanno di mettere a disposizione un’adeguata banda per il download.

Altrettanto problematico ri-sulta il pagamento dei diritti di cancelleria che ovviamente dovrà avvenire per via telema-tica. Sarà anche necessario ri-vedere gli importi distinguendo la semplice consultazione, che, come avviene oggi per gli atti processuali in formato carta-ceo, non dovrebbe comportare nessun costo, dal vero e proprio download e salvataggio sui siste-mi informativi del singolo avvo-cato. Si dovrebbe defi nire infi ne un conteggio corretto dell’im-porto dei diritti di cancelleria per le copie informatiche, oggi parametrato alla grandezza dei fi le, che però non è sempre col-legato al peso delle informazioni acquisite: in particolare, c’è una rilevante differenza nell’ipotesi in cui il fi le sul quale conteggia-re i diritti di cancelleria sia di tipo grafi co (per esempio frut-to di una scansione di un atto cartaceo) ovvero di tipo testuale (per esempio un fi le .doc o .pdf testuale del medesimo atto). Infatti, a parità di informazio-ni trasmesse (il medesimo atto processuale) il primo tipo di fi le sarà anche sensibilmente più grande, con una differenza di importo di diritti di cancelleria non giustifi cata.

Infi ne, non meno importante per l’ingresso delle Ict nel pro-cesso penale è il sistema per la gestione dell’attività dibattimen-tale, già realizzata a Napoli e che verrà esportata in alcune sedi giudiziarie. Il sistema consente la gestione informatica del fasci-colo dibattimentale che conterrà il verbale d’udienza, i documenti acquisiti, le video/fono registra-zioni nonché le trascrizioni delle stesse, tutto digitalizzato e in-serito in un database nel quale potranno essere effettuate delle ricerche evolute.

Anche in questo caso, effet-tuata la digitalizzazione del fa-scicolo di udienza, lo sforzo do-vrebbe concentrarsi per creare un sistema per la consultazione e trasmissione telematica del fascicolo.

L’informatizzazione dell’area penale in vista della sua aper-tura all’esterno attraverso la te-lematica sta facendo importanti passi avanti con auspicata cele-rità: sarà importante uno sforzo condiviso fra tutti gli operatori, consentendo all’Avvocatura di poter condividere scelte, pre-sentare proposte, farsi carico di iniziative e, più in generale, di condividere la responsabilità nel gestire l’innovazione dell’attività giudiziaria penale.

l’andamento ciclico muovendo-si sempre tra tori e orsi.

Anche osservando lo sce-nario mondiale attuale non possiamo che constatare che le previsioni dei cosiddetti «ru-mors» finanziari che prean-nunciano nella seconda metà del 2008 i «fuochi d’artifi cio», sono legate proprio alle attuali valutazioni depresse del mer-cato che dopo una lunga crisi non possono che segnare un rialzo delle quotazioni.

E questo è tanto più vero se si considerano i volumi di li-quidità parcheggiati in fondi monetari che hanno raggiunto negli Usa i 3.400 miliardi di dollari quasi pari ai volumi Europei.

Da qui a breve tale massa di liquidità uscirà dal parcheggio creando grandi opportunità di cogliere l’onda rialzista per tutti gli investitori che hanno avuto la pazienza di aspettare il momento di profi ttabilità.

Cassa forense, fortunata-mente, non ha avuto investi-menti coinvolti in rovinosi crolli legati alla crisi dei sub prime, nella sua defi nizione di asset allocation ha ben chiaro il profi lo rischio-rendimento legato ad un patrimonio che è garanzia pensionistica del futuro post lavorativo dell’av-vocatura.

La ricerca di una frontiera effi ciente, la diversifi cazione delle asset class e la compo-

nente decorrelata dai mercati tradizionali non hanno escluso l’esigenza di ispirarsi a crite-ri prudenziali, infatti, al di là delle analisi perpetrate nella possibilità di ottenere il mas-simo del rendimento dal por-tafoglio mobiliare non si sono abbandonati gli investimenti tradizionali.

La funzione di protezione del capitale è assicurata anche da una signifi cativa componente obbligazionaria in titoli di stato italiani e sovranazionali (come la Banca europea degli investimenti) con una diver-sificazione arricchita anche dalla presenza dei cosiddetti Infl ation Linked (titoli di stato legati al parametro dell’infl a-zione).

L’attenzione dovuta all’ana-lisi che sofi sticati strumenti fi -nanziari richiamano per una valutazione di congruenza con il nostro profi lo di investitore non ha fatto dimenticare che, al di là delle mode fi nanzia-rie e della continua ricerca di equilibri soddisfacenti, i titoli di stato offrono la possibilità di esercitare una politica di gestione che a mio giudizio dovrebbe essere comunque diversa da quella attuale che è troppo sbilanciata su assetti tipici del cassettista e cioè di colui che compra e ripone nel cassetto magari chiudendolo a chiave.

Kenneth Garbade insegna attraverso la teoria dell’ha-bitat preferenziale che gli investitori sono disposti a ri-

considerare gli orizzonti delle proprie scadenze temporali se vi è un premio al rischio, il che implica anche per Cassa forense la possibilità di otte-nere una maggiore redditivi-tà con la movimentazione dei titoli di stato sfruttando le ri-chieste degli operatori quando alcuni settori di scadenze sono appetibili (come differenziale di interesse che è poi espres-sione dell’incontro domanda–offerta) ovviamente compati-bilmente con le opportunità offerta dal mercato.

Devo dire che in questa va-lutazione avviata per cercare di supportare con propositivi-tà lo sviluppo dell’asset allo-cation sono per alcuni versi molto soddisfatto del percor-so di maturità che ha deter-minato l’attuale patrimonio della Cassa, ma nel contempo avverto l’importanza di guar-dare al futuro sempre con mol-ta umiltà per avere lo stimolo ad aumentare sempre più le competenze tecniche a suppor-to delle scelte del patrimonio della Cassa.

In un mercato ormai globa-lizzato il mantenimento e il miglioramento delle perfor-mance viaggia solo sul domi-nio della conoscenza…perché mai come ora mi sembra pro-fetica la già citata espressione «L’opportunità premia la men-te preparata».

(Joe Ross, Consigli, strate-gie e tattiche per trader, 2002, cap.27, pag.1).

SEGUE DA PAG. 1

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3Maggio 2008MaggioM O D E L L O 5

Il progetto di riforma della previdenza forense approvato a febbraio dal Comitato dei delegati

Dalle quote vantaggi per tuttiCon la pensione modulare guadagnano iscritti e Cassa

DI GIACINTO MIRAGLIA

L’interesse suscitato dalla pensione modulare nel comitato dei delegati del 22 febbraio 2008, che con

58 voti favorevoli su 72 votanti si è orientato sul progetto di ri-forma strutturale, arricchisce di una pietra miliare la lunga strada della previdenza forense. Posta in sicurezza la prima quo-ta della pensione, calcolata col metodo retributivo, la seconda quota farà leva sul risparmio tu-telato dal Tuir, grazie ad aliquote immediatamente e interamente deducibili (art. 10, lett. e).

In base al progetto del rego-lamento delle prestazioni, una piccola parte del contributo soggettivo sconterà l’aliquota obbligatoria (2%), ma oltre il tetto del 14% complessivo, l’ali-quota diventa volontaria, con opzioni individuali che possono interessare fi no al 25% il reddito professionale. Occorre valutare lo spessore culturale di questa innovazione.

La moderna tecnica della pre-videnza «modulare» trova rife-rimento nell’art. 47 Cost.: «La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme», e rafforza sia la dinamica fi nan-ziaria della Cassa sia la garanzia

economica dell’iscritto. Alla resa dei conti, la scelta dell’opzione modulare contribuirà a rendere stabile il sistema previdenziale di Cassa Forense, attuando la previsione attuariale di 30 anni stabilita dalla legge fi nanziaria del 2007.

Per l’iscritto, gli effetti positi-vi sono cospicui soprattutto nel lungo periodo, come avviene per tutti gli investimenti fi nanziari. L’Uffi cio attuariale della Cassa ha dimostrato che l’investimento nella propria pensione costituisce un’operazione fi nanziaria van-taggiosa «assolutamente com-petitiva sui mercati fi nanziari e assicurativi» (Antonella Meni-chetti, La Previdenza Forense, n. 1/2008, pag. 86).

Particolarmente signifi cativa è poi la tutela dell’equità inter-generazionale prodotta dal vola-no della pensione modulare. Nel mondo forense, i giovani sotto i 45 anni sono il 63% del totale degli iscritti: era necessario non scoraggiarli con la rigidità dei contributi da primo pilastro, ma indurli a privilegiare il risparmio rispetto al consumo, risultato che essi possono raggiungere fi n dall’avvio della riforma con i contributi opzionali favoriti dalle agevolazioni fi scali.

Posto che nessun sistema pre-

videnziale conia nuove monete, il fattore essenziale consiste nella garanzia che una frazio-ne del risparmio personale sia incrementata e ridistribuita nel tempo. Con la «modulare», la funzione della previdenza stabi-lita dall’art. 38.2 Cost. si salda a quella della tutela del risparmio premiata dall’art. 47 Cost. Aver scelto questo collegamento è una vera intuizione, destinata a tra-sformare la previdenza forense, mettendola al riparo sia dalle di-namiche demografi che sia dalle turbolenze della politica.

Con la riforma della previ-denza, un avvocato seriamen-te preparato può affrontare il futuro con serenità. Il sistema conserverà intatta la vasta area degli strumenti destinati alla solidarietà: pensioni di inabilità, invalidità, reversibilità; inden-nità per infortunio; copertura sanitaria parzialmente a carico della Cassa, con integrazioni volontarie dell’iscritto. Di più, il dovere di solidarietà viene fatto scorrere sulle coorti a maggior reddito e su quelle più anziane, formate dai pensionati «attivi», che restano nella professione con beneficio di immagine per l’intera classe forense. Saranno le coorti più giovani a benefi ciare dell’avanzamento dell’età pensio-

nabile a 70 anni, anziché a esser-ne penalizzate.

Particolari benefici vengono concessi dal progetto di rifor-ma agli iscritti più deboli: quelli all’ingresso nella professione. Si dovrà tuttavia considerare che dopo i primi cinque anni di iscrizione, l’asta che apre la cor-sa si alza defi nitivamente per i meritevoli, ma non potrà fare al-trettanto per chi ha sbagliato la scelta della professione. Nell’eco-nomia di mercato tutti devono partire insieme, ma ciascuno deve tagliare il traguardo solo con le proprie forze.

Dopo una riforma a 360 gra-di, connotata dalla scelta della «modulare», Cassa Forense at-tende dall’Associazione italiana dei giovani avvocati un segnale di consenso. Un’importante cor-rente associativa non si ferma mai fra le strettoie del dilemma antistorico tra conservazione e rivoluzione. L’Aiga, lo scrivo a beneficio di chi eventualmen-te non conosca la storia degli ultimi 40 anni dell’avvocatura italiana, non è un sindacato di neolaureati, rappresenta bensì la cifra intellettuale dei giovani professionisti, nella ricerca di un equilibrio tra la custodia dei va-lori tradizionali dell’avvocatura e l’intuizione di innovazioni di cui

la professione ha bisogno nell’era dell’economia globale.

Il Comitato dei delegati è ora chiamato a votare defi nitivamen-te la scelta del sistema descritto, che si può defi nire, tecnicamente, «a prestazione defi nita». In paro-le semplici: sistema delle promes-se che si possono mantenere. Con una fondamentale avvertenza: il patrimonio della Cassa può an-cora crescere, ma dovrà essere meglio distribuito nel tempo. Un recente workshop tenutosi a Roma a cura di una delle maggio-ri società di ricerca e consulenza internazionale, la Mercer (grup-po Marsch, Mercer, Kroll), ha posto in luce l’evoluzione proprio dei piani a prestazione defi nita: il trend dagli anni 80 a oggi è stato quello di spostare il focus dal «return» degli investimenti, al controllo e alla valutazione del rischio dell’investimento.

Gli obiettivi dei maggiori Fon-di pensione, ai quali può essere assimilata Cassa Forense, sono dunque quelli di funding e di una sempre maggiore attenzio-ne per implementare strutture di governance effi caci e per gestire la complessità derivante dall’evo-luzione finanziaria. In questo quadro, il numero degli schemi a prestazione defi nita sta signi-fi cativamente aumentando.

I membri delle categorie professio-nali sono ormai consapevoli che la pensione di cui godranno non seguirà più il classico concetto di previdenza, ossia la sostituzione del reddito venuto a mancare al pensionamento, in una percentuale predeterminabile.

Infatti, a causa dei mutamenti di na-tura demografi ca, economica e cultura-le, sembra che le società più avanzate, un tempo punti di riferimento nella protezione della collettività dagli even-ti sopra citati, abbiano deciso o siano state costrette a trasformare il proprio impegno in questo senso, mutando la propria funzione istituzionale in qual-cosa che appare sempre più un rispar-mio fi scalmente agevolato piuttosto che vera e propria previdenza.

Poiché per le motivazioni accennate, le prestazioni di base, e in particolare quelle di tipo a prestazione defi nita, saranno soggette in futuro a revisioni che comporteranno, in generale, dimi-nuzioni degli importi erogati, nasce per ciascun professionista l’esigenza di trovare una integrazione a tale prestazione.

Quanto precede è stato affrontato in Europa attraverso la diffusione di sistemi pensionistici «ibridi» costitui-ti da un mix di calcolo della pensione contributivo-retributivo.

In Italia alcune Casse di professio-nisti già da anni prevedono la possi-bilità di ottenere, su base volontaria, una prestazione maggiorata a fronte del pagamento di contributi più elevati pur rimanendo nell’alveo della previ-denza obbligatoria.

La pensione modulare, già attiva per esempio presso l’Enpav, che trova le

sue radici nella rielaborazione delle soluzioni summenzionate, è uno stru-mento di cui anche la categoria degli avvocati potrebbe usufruire per coin-volgere attivamente ciascun individuo nella determinazione del proprio futu-ro pensionistico.

Essa può essere sintetizzata nella fa-coltà concessa a ogni iscritto di elevare la propria aliquota contributiva ai fi ni di ottenere a scadenza una pensione più elevata.

Ogni versamento aggiuntivo è con-tabilizzato individualmente e rivalu-tato, ogni anno, in base ai rendimenti del patrimonio realizzati dalla Cassa con la garanzia di un rendimento mi-nimo.

Al momento del pensionamento, il montante accumulato viene trasfor-mato in rendita mediante appositi coeffi cienti attuariali; tale rendita è sommata alla pensione calcolata con il metodo vigente ed erogata unitamen-te a essa.

Si tratta, in sostanza, di un modulo a supporto della prestazione preesisten-te inquadrabile nel metodo di calcolo a contribuzione defi nita.

La possibilità di variare annualmen-te l’aliquota di contribuzione modulare si sposa bene con le esigenze dell’attivi-tà professionale, dove l’ammontare de-gli onorari può subire delle oscillazioni anche sensibili da un anno all’altro. Inoltre, il livello di partecipazione è funzione delle disponibilità economiche del momento in misura quasi indipen-dente dai redditi realizzati.

Attraverso questo strumento l’avvo-cato può preservare il livello di qualità della vita goduto durante l’attività la-

vorativa avendo, per esempio, come ob-biettivo una pensione avente un tasso di sostituzione prefi ssato rispetto agli ultimi redditi dichiarati.

L’iscritto è, oltretutto, in grado di proteggere il livello atteso della pensio-ne da mutamenti in pejus della norma-tiva vigente. Egli può accettare passi-vamente la riduzione della prestazione futura oppure decidere di contrastarla, attraverso il conferimento di ulteriori contributi alla pensione modulare.

L’aderente benefi cia, poi, di un’age-volazione fiscale immediata perché, sebbene volontari, i contributi supple-mentari godrebbero delle medesime facilitazioni fi scali attribuite a quelli obbligatori.

Inoltre, poiché la gestione della quota modulare avviene attraverso la Cassa, se ne utilizzano le strutture esisten-ti. Considerando poi che la Cassa non ha scopo di lucro, si ottiene un conte-nimento degli oneri sia impliciti sia

espliciti che gravano sui versamenti effettuati, con conseguente ottimizza-zione del ritorno rispetto ad impieghi previdenziali alternativi.

È importante rilevare che l’iscrizione alla pensione modulare lascia intatta all’avvocato la possibilità di aderi-re anche a una forma pensionistica complementare, potendo usufruire integralmente degli ulteriori benefi ci fi scali previsti.

Prima di concludere, è doveroso sot-tolineare un fondamentale presupposto all’introduzione della pensione modu-lare che riguarda la solidità dell’equi-librio tecnico fi nanziario della presta-zione di base. Tale solidità non deve, difatti, essere in discussione per non incorrere nel rischio che i contributi volontari versati da alcuni vengano utilizzati per il riequilibrio del siste-ma generale.

Luca Coppini

Uno strumento al servizio dell’autonomia degli avvocati

Direttore editoriale Marcello Colloca

Comitato di redazione Giovanni Romano, Domenico Borrelli, Rosa Centola, Carlo Dolci, Paolo Fusco,

Antonino Gattuso, Nunzio Luciano,Giuseppe Antonio Madeo, Riccardo Marchio, Francesco Monaco,

Bruno Ricciotti, Liborio Sabatino

Consiglio d’amministrazione Cassa ForensePresidente: Paolo Rosa

VicePresidenteVicario: Marcello CollocaVicePresidente: Raffaele Ruggiero

Consiglieri: Alberto Bagnoli, Giovanni Ceriello, Giuseppe Della Casa,Salvatore Di Cristofalo, Vincenzo La Russa, Vittorio Mormando, Beniamino

Palamone, Giovanni Romano

Modello5

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4 Maggio 2008 M O D E L L O 5

Il quadro operativo degli enti è diventato così complesso da richiedere il top nella managerialità

Governance anche per le CassePer i volumi gestiti serve il massimo della professionalità

DI PAOLO ROSA

Riprendo il percorso intra-preso con Voi attraverso questi brevi editoriali, che intendono essere

una forma di dialogo esplorativo atto a condividere, far emergere, valutare idee e riflessioni, che ci avvicinino agli interessi comu-ni.

Lo spunto di oggi si basa sulla ricerca di un parallelismo tra le Casse di previdenza e le fonda-zioni bancarie.

Nel processo di evoluzione in cui le Casse saranno tenute a muoversi e misurarsi, e per-manendo l’attuale deregulation di un esatto inquadramento normativo di settore, si possono proporre due comparazioni esem-plifi cative. La prima, una simili-tudine tra un «fondo pensione» o una «assicurazione» (e che verrà ripresa in articoli futuri), può sembrare più intuitiva, la secon-da, con le «fondazioni bancarie», appare più ardita.

Nonostante ciò, nella logica dei numeri e delle fi nalità per alcu-ni versi anche le Casse possono essere assimilate alle fondazioni bancarie se viste entrambe come volano di crescita sociale.

Roberto Kaplan in un suo re-cente libro sulla storia dello zero ha scritto: «se guardo lo zero non vedo nulla, se guardo attraverso lo zero vedo il mondo», come a sottolineare la visione integrata di ciò che può essere sotto i nostri occhi pur non essendo percepito a livello immediato.

Mi piace ricordare a questo proposito un aneddoto che dimo-stra come a volte basta cambiare la prospettiva di osservazione per aprirsi a una visuale completa-mente diversa.

In uno dei miei ormai rari giri alla scoperta di Roma, una sera, giungendo all’Aventino, superato il parco Savello detto «Giardino degli aranci», fui sorpreso dalla bellezza del posto pieno di chiese di un fascino storico impressio-nante (Santa Sabina fondata nel 425 d.C. oppure Santi Bonifacio e Alessio costruita nel V secolo) e di un panorama strabiliante, quando una guida mi invitò a vedere la piazza dei Cavalieri di Malta per godere appieno delle sorprese di Roma; osservai con interesse la piazza realizzata dal Piranesi tra il 1764 e il 1766 ma non capivo l’insistenza a volermi far guardare con attenzione dal buco della serratura del palazzo del Priorato Che cosa poteva mai comunicare un semplice buco del-la serratura di fronte a quello che avevo appena visto? Devo dire che è grazie all’insistenza del mio cicerone che non ho retribuito per essermi mescolato nel gruppo, se oggi posso ammettere che il buco della serratura del portone del palazzo del Priorato dei Cavalieri di Malta regala una prospettiva stupefacente della «città eterna» poiché immersa nel verde spicca, nella sua maestosità, la cupola di San Pietro.

In ossequio quindi a una forma di prospettiva diversa, riprenden-do il discorso di eventuali simili-tudini con le fondazioni bancarie, si può constatare subito che le fondazioni al pari delle Casse di previdenza appartengono ad un «corpo intermedio» che si colloca fra lo stato e il mercato.

Inserite nel mondo «no profi t», come la Corte costituzionale le ha defi nite (sentenze nn. 300-301 del 2003), sono espressione del-le «organizzazioni delle libertà sociali» incastonate in un ruolo di sussidiarietà sancito costitu-zionalmente nel testo novellato dell’art. 118.

Non sono pubbliche in senso giuridico ma «private» come le Casse di previdenza; diventano di interesse pubblico in senso socio-economico per il fi ne col-lettivo che perseguono, in un perfetto parallelismo con quan-to voluto dal legislatore sia nel decreto legislativo 509/1994 nel sia 103/1996.

Scrive a proposito delle fonda-zioni bancarie Claudio Varrone nell’opera citata in nota che «da queste riflessioni mi sembra perciò che possa desumersi a ra-gione il convincimento che l’art. 118 Cost. inverte il rapporto tra pubblico e privato nel persegui-mento delle “utilità generali”, che restano riservate allo stato, con possibilità di realizzarle in forma monopolistica, solo quando atten-gono a esigenze essenziali della comunità nazionale. Per tutte le altre che sono riferibili a una plu-ralità di individui i privati non solo possono farsene, come per il passato, direttamente carico con proprie organizzazioni e propri mezzi (associazioni o fondazioni) della relativa realizzazione, ma hanno acquisito ormai una tute-la privilegiata, sia con riguardo al rispetto e alla salvaguardia delle loro strutture sia con ri-guardo alla loro funzione che ha assunto, nei limiti del principio di sussidiarietà, una tutela prio-ritaria».

L’imponente massa fi nanzia-ria in gestione alle fondazioni bancarie che potrebbe condizio-nare i mercati e i fi ni sociali sui quali convogliano i progetti ha fatto insorgere la necessità della presenza di un’autorità pubblica, garante che l’attività sia svolta secondo criteri prudenziali. An-che in questo caso (come nella nostra realtà) i criteri di cautela richiamati non si traducono in principi invalidanti o preclusivi verso iniziative meritevoli ma in una trasposizione metodologica basata su una valutazione delle scelte articolata e complessa.

Messo in questa chiave il confronto, le somiglianze tra le fondazioni bancarie e le Casse di previdenza si percepiscono in modo più concreto, pur se riman-gono ovvie le peculiarietà dei fi ni tra le due realtà descritte.

Ma mentre è ormai insita nel-la consapevolezza di ciascuno la necessità di attribuire la gestione del patrimonio delle fondazioni

Enpam Ente previdenza medici e odontoiatrici 7.652,4

Enasarco Ente previdenza agentie rappresentanti di commercio 6.033,7

Cnpaf Cassa di previdenzaavvocati e provuratori 3.859,9

Inarcassa Cassa ingegneri e architetti 3.826,6

Cnpadc Cassa dottori e commercialisti 2.476,4

Cipag Cassa geometri 1.666,5

Inpgi Istituto previdenziale giornalisti 1.458,1

Cnn Cassa notai 1.294,9

Cnpr Cassa ragionieri 1.193,1

Enpaia 1 Ente previdenzaaddetti e impiegati agricoltura 1.154,8

Enpaf Ente previdenza farmacisti 930,8

Enpacl Ente previdenza consulenti del lavoro 497,3

Fasc Fondazione agentispedizionieri e corrieri 486,6

Onaosi 1 Fondazione assistenza orfani sanitari 459,7

Enpav Ente previdenza veterinari 221,7

Eppi Ente di previdenza periti industriali 442,8

Epap Ente previdenza pluricategoriale: agrono-mi e forestali, attuali, chimici e dei geologi 368,2

Enpap Ente previdenza psicologi 364,8

Enpab Ente previdenza biologi 210,0 *

Enpagi 2 Gestione speciale giornalisti e pubblicisti 184,7

Enpapi Cassa di previdenza infermierie vigilatrici di infanzia 173,4

Enpaia 2 Gestione specialeagrotecnici e periti agrari 626

Totale attivo 2006 (mln di euro) 2 35.018,9

1 Enasarco ed Enpaia anche se obbligatorie erogano prestazioni integrative rispetto al sistema pubblico2 Stima Prometeia per l’anno 2006 riferita al mercato complessivo* Valori bilancio dicembre 2005La tabella è stata estrapolata dalla pubblicazione di Outlook di Prometeia del mese di novembre 2007

Enti di prima generazione (Dlgs 509/94)

Enti di seconda generazione (Dlgs 13/96)

Casse previdenziali privateCasse private (professioni tutelate e attività di bilancio, dicembre 2006, milioni di euro)

Casse previdenziali privateCasse private (professioni tutelate e attività di bilancio, dicembre 2006, milioni di euro)

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5Maggio 2008MaggioM O D E L L O 5bancarie a soggetti che abbiano comprovati requisiti di onorabili-tà e professionalità, esperienza e competenza nonché idoneità eti-ca confacente a svolgere il ruolo di amministratore al punto da sancirlo anche a livello norma-tivo (basta entrare nel sito di qualche fondazione bancaria per apprendere i nomi eccellenti degli amministratori), non sem-bra che gli iscritti percepiscano appieno la necessità di creare an-che nell’ambito delle Casse previ-denziali private simili regole di «governance».

Dalle tabelle allegate che ri-sultano utili alla comprensione è facile rilevare che ormai i volu-mi delle Casse hanno raggiunto una tale significatività che la loro gestione deve richiamare il massimo della competenza pro-fessionale.

Prendendo esempio dalle fondazioni bancarie intendo richiamare l’attenzione sullo studio di un quadro di riferi-mento che possa in qualche modo disciplinare e preparare le nuove generazioni verso un futuro di incarichi gestionali affi nché sia sempre più estesa la consapevolezza che la cresci-ta dei volumi, l’evoluzione nel-le professioni, l’impatto degli iscritti sulla curva dei redditi, i problemi mondiali del welfa-re, l’assistenza durante la vita professionale, la conoscenza del mercato finanziario, le nuove soluzioni organizzative e tecno-logiche sono tematiche giunte a una tale complessità da richie-dere il top nella managerialità di gestione.

Le Casse, alla stregua delle fondazioni bancarie, sono ormai «amministrazioni complesse» che devono defi nitivamente abban-donare i retaggi culturali che le individuano come semplici forme erogatrici di prestazioni.

L’obiettivo è quello di confi gu-rarsi e farsi accettare come entità evolute, capaci di perseguire pro-grammi articolati in sintonia con le esigenze del bacino di utenza e in quanto tali attrarre sempre maggiori stimoli da parte di una classe dirigente altamente com-petitiva per vincere le sfi de del mercato di domani.

Leggo che l’Anf - Associazione nazionale forense, nel Consiglio nazionale tenutosi a Bologna in data 19-20 aprile 2008, tra il resto ha auspicato «una mag-giore diffusione della cultura previdenziale e fi nanziaria, sia nell’ottica della preparazione dei delegati, sia nella convinzione che sia necessaria, in tutti gli avvocati , la consapevolezza dei problemi che riguardano la loro sicurezza» e ciò dopo aver considerato «che la crescente pa-trimonializzazione dell’ente....impone una particolare atten-zione ai meccanismi di gestione del patrimonio, per cui si rende necessaria una competenza spe-cifi ca dei delegati sia in materia previdenziale sia in materia fi -nanziaria».

Per quanto i risultati siano più che rasserenanti come si avrà modo di verifi care a breve attra-verso l’esame del bilancio consun-tivo 2007, preme sottolineare la necessità di non adagiarsi su quanto ottenuto fi no a oggi poi-ché l’attenzione verso lo sviluppo della cultura evolve sempre più su criteri di gestione altamente improntati sulla «managerialità

imprenditoriale» senza esclusio-ne peraltro delle qualità di im-prenditore manageriale.

Qualcuno potrebbe leggere il concetto di managerialità in con-trapposizione a quella imprendi-toriale, in realtà chi mi conosce sa che privilegio l’attività di go-verno manageriale (ossia basata su criteri razionali e struttura-ti) arricchita dagli elementi di innovatività e fl essibilità tipica dell’imprenditore in un’armonia di modello gestionale che attrae gli aspetti positivi di entrambe le leadership.

I confronti e le conoscenze del mercato aiutano a vincere le sfi -de sempre più competitive della globalizzazione, non a caso si in-tensifi cano i master interni per la formazione di gestori.

Si veda per esempio la mate-ria fi nanziaria ... mai è stata più vera l’affermazione «del doman non v’è certezza» perché inter-rogando oggi dieci analisti sugli sviluppi del mercato si avrebbero dieci risposte diverse sulla dire-zione delle borse europee; scopo di questa rifl essione è quello di voler assurgere al pari di altre realtà (come le fondazioni) la consapevolezza che la «gestione» delle informazioni passa attra-verso il sempre maggior sviluppo della «managerialità imprendi-toriale».

Come dice Karl Popper, «il se-greto dell’eccellenza intellettuale è lo spirito di critica, è l’indipen-denza intellettuale» (da La socie-tà aperta e i suoi nemici).

Affinché il «toro» (rialzista) vinca sull’«orso» ribassista (per riprendere una terminologia borsistica) serve una cultura che persegua una posizione rialzista del ruolo delle Casse nel tessuto economico sociale e nella perce-zione degli iscritti.

Fonti:Decimo rapporto sulle fonda-

zioni di origine bancaria, dicem-bre 2005, Acri

Advisor Outlook Mercato istitu-zionale italiano, Prometeia, n.10, dicembre 2007

Pubblico e privato nella legisla-zione in materia di fondazioni pri-vate, Claudio Varrone, convegno Cesifi n; «Le fondazioni bancarie dopo la legge fi nanziaria 2002» Firenze , Palazzo Incontri,1º mar-zo 2002;

Roberto Kaplan, Dimmi come vedi e ti dirò come sei, Il punto d’incontro,2003, pag.244.

Gruppi

Aree geogra-

fi che

Fondazioni

piccole

Fondazioni

medio-piccole

Fondazioni

medie

Fondazioni

medio-grandi

Fondazioni

grandi

Totale

Numero

Fondazioni

Media

milioni di

euromilioni

di euro

n. milioni

di euro

n. milioni

di euro

n. milioni

di euro

n. milioni

di euro

n. milioni

di euro

Nord ovest 146 4 81 1 359 2 1.516 5 15.844 5 17.964 17 1.056

Nord est 110 5 554 5 966 6 2.703 7 9.577 7 13.910 30 464

Centro 290 7 471 6 1.265 8 1.231 4 9.913 5 13.170 30 439

Sud 70 2 524 5 328 2 393 1 811 1 2.126 11 193

616 18 1.630 17 2.918 18 5.843 17 36.145 18 47.152 88

Media 34 96 162 344 2.008 536

Distribuzione del patrimonio delle fondazioni per gruppi dimensionali e aree geografi che (situazione al 31/12/2006)

Distribuzione del patrimonio delle fondazioni per gruppi dimensionali e aree geografi che (situazione al 31/12/2006)

La tabella è stata estrapolata dal«12° Rapporto sulle fondazioni di origine Bancaria pubblicata dall’Acri» (Associazione di Fondazione di Casse di Risparmio spa)

Fondazioni bancarieLe 88 fondazioni bancarie (totale attivo in milioni di euro a dicembre 2006)

F. Cariplo 7.255,0 F. Cr. di Gorizia 176,0

F. Monte dei Paschi di Siena 6.124,6 F. Cr. di Fano 174,4

F. Compagnia San Paolo 5.887,4 F. Cr. di Savona 173,2

F. Cariverona 5.130,0 F. Cr. di Ravenna 169,9

F. Cr. di Torino 2.906,3 F. Cr. della Provincia di Teramo 169,0

F. Cr. di Roma 2.047,7 F. Banca nazionale comunicazioni 167.5

F. Cr. di Padova e Rovigo 1.975,4 F. Cr. di Rimini* 163,2

F. Cr. di Cuneo 1.366,7 F. Cr. di Terni e Narni 161,5

F. Cr. di Firenze 1.301,6 F. Cr. di Carrara 160,3

F. Cr. in Bologna 1.283,5 F. Cr. di Volterra 156,6

F. Cr. di Lucca 1.217,4 F. Cr. di L’Aquila 137,9

F. Cassamarca 1.001,8 F. Banco di Napoli* 136,1

F. Cr. di Genova e Imperia 965,9 F. Cr. di Puglia* 128,7

F. Cr. di Modena 873,6 F. Cr. di Mirandola 124,6

F. Banco di Sardegna 873,1 Monte di Parma 124,3

F. Cr. di Bolzano 808,2 F. Cr. di Cesena 118,9

F. Cr. di Perugia 707,8 F. Cr. di Jesi 110,9

F. Cr. di Parma e Busseto 640,7 F. Cr. di Rieti 95,1

F. Cr. di Alessandria 605,0 F. Cr. di Vignola 93,5

F. Bm di Lombardia 588,1 F. Cr. della Provincia di Chieti* 90,9

F. Cr. di Pisa 528,3 F. Cr. di Fermo 89,7

F. Cr. di Venezia 463,1 F. Cr. di Vercelli 87,2

F. Cr. di Trieste 445,7 F. Cr. di Calabria e Lucania* 76,1

F. Banco di Sicilia 437,7 F. Bm di Lucca 74,1

F. Cr. di Piacenza e Vigevano 437,1 F. Cr. di Foligno 73,9

F. Cr. di Forlì 435,7 F. Cr. di Orvieto 68,9

F. Cr. di Udine e Pordenone 415,6 F. Cr. di Fabriano e Cupramontagna 66,3

F. Cr. di Trento e Rovereto 385,2 F. Cr. di Cento 62,8

F. Cr. di Carpi 339,7 F. Cr. di Spoleto 55,1

F. Cr. di Pistoia e Pescia 323,6 F. Cr. di Civitavecchia 52,9

F. Cr. di Pesaro 285,2 F. Cr. di Fossano 52,5

F. Cr. della Provincia di Macerata 275,0 F. Cr. di Prato* 47,0

F. Cr. di Biella 235,2 F. Cr. della Provincia di Viterbo* 43,8

F. Cr. di Imola 228,0 F. Cr. di Saluzzo 43,7

F. Cr. di Tortona 220,0 F. Salernitana Sichelgaita 43,0

F. Cr. di Asti 215,2 F. Bm di Lugo 37,1

F. Cr. di La Spezia 211,5 F. Cr. di Savignano 37,1

F. Monte di Bologna e Ravenna 210,7 F. Domenico Siniscalco di Foggia 33,2

F. Cr. di Ferrara 206,4 F. Cr. di Loreto 29,3

F. Cr. di Livorno 206,0 F. Cr. di Bra 26,9

F. Cr. di Pescarabruzzo 198,7 F. Cr. di Città di Castello* 22,9

F. Cr. di San Miniato 191,0 F. Bm e Cr. di Faenza 16,9

F. Cr. di Reggio Emilia Manodori 188,6 F. Bm di Rovigo* 6,7

F. Cr. di Ascoli Piceno 176,9 F. Monte di Pietà di Vicenza 1,7

Totale attivo 2006(milioni di euro)¹

54.801,1 ¹ Stima Prometeia per l’anno 2006 riferitaal mercato complessivo

Valore al 31 dicembre 2005

La tabella è stata estrapolata dal «12° Rapporto sulle fondazioni di origine Bancaria pubblicata dall’Acri» (Associazione di Fondazione di Casse di Risparmio spa)

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6 Maggio 2008 M O D E L L O 5

Anche per le Casse di previdenza un mercato così dinamico può essere molto interessante

Alla riscoperta dell’agricolturaIl settore primario è in forte crescita dopo le crisi fi nanziarie

DI CARLO DOLCI

In periodi di crisi fi nanzia-ria gli investitori si ricor-dano che la ricchezza vera dell’umanità deriva dalla

produzione agricola ed estrattiva (settore primario dell’economia) e dalla loro eventuale trasforma-zione industriale (settore secon-dario). E siccome prima di ogni altra cosa l’uomo predilige (per necessità) la «pancia», è natura-le che egli riscopra l’importanza dell’agricoltura e conseguente-mente della terra adoperata a scopo agricolo.

La rivalutazione del settore agricolo è stata determinata principalmente da tre fattori: l’aumento continuo e tumultuo-so della popolazione mondiale, l’affacciarsi al benessere di mi-liardi di persone che sino a poco tempo fa vivevano nell’indigenza più assoluta, la rarefazione dei territori coltivabili e più pro-duttivi nelle zone di espansione

residenziale e industriale e lo sfruttamento di una parte con-siderevole degli stessi per la pro-duzione di carburanti biologici.

È senz’altro vero che le esigen-ze di consumi più sofi sticati da parte di popolazioni, costrette sinora dalla collocazione geo-grafi ca o dai regimi politici che le governano a una vita più che spartana, si soddisfano con la ri-cerca scientifi ca, che ha svilup-pato la produzione industriale sia in termini di quantità sia di qualità. Le esigenze di carattere alimentare, però, esigono sem-pre maggiori risorse di terre da coltivare e sfruttare.

Gli esperti del settore so-stengono che sia i privati, che pur non hanno intenzione di trasformarsi in agricoltori, sia gli investitori istituzionali, che sono sempre in cerca di buoni investimenti diversificati, si sono indirizzati all’acquisto dei terreni agricoli in modo massic-cio. Negli ultimi tempi, anzi, si

sarebbe sviluppata una vera e propria corsa all’acquisto, facen-do aumentare i prezzi in misura esponenziale.

La strana «corsa all’oro» sembra che sia motivata dalla speranza/convinzione di poter ottenere una generosa plusva-lenza nel medio periodo, accon-tentandosi di una bassa reddi-tività nel breve. Le prospettive degli investitori, che potremmo defi nire puri, sono rivolte a un mercato destinato a salire per una ventina d’anni a imitazione di quanto avvenuto nel mercato degli edifi ci. Si dice che in Gran Bretagna, Francia e Germania siano nate grosse società che comprano tutto il terreno dispo-nibile, anche in Italia, dove pare sia anche più costoso.

Si deve tener presente che se si hanno possibilità economiche per l’acquisto di aree di grandi dimensioni e con terreni di pre-gio è possibile ottenere anche in tempi più brevi una rilevante

redditività da una conduzione agricola qualificata come la coltivazione della vite o di altri prodotti pregiati o con lo sfrut-tamento zootecnico. Queste at-tività godono di contributi assai cospicui dall’Unione europea, che assimilano il rendimento dell’investimento a quello dei migliori titoli obbligazionari.

Inoltre, su grandi estensioni è possibile, per aree limitate, otte-nere varianti urbanistiche che consentano uno sfruttamento edificatorio tale da incremen-tare il loro valore per decine di volte.

Se poi si vuole volgere lo sguar-do ad altri mercati, si prospetta-no grandi opportunità in alcuni paesi dell’Est europeo confi nanti con la Germania e con un’acqui-sita affi dabilità e stabilità poli-tica (Repubblica Ceca in parti-colare), dove già agiscono validi operatori italiani. Ma non credo che tale prospettiva sia attuale per investitori come la Cassa Fo-

rense. Restiamo con i piedi per terra e non corriamo troppo con la fantasia.

È evidente che per un ope-ratore fi nanziario istituzionale come una Cassa di previdenza un mercato così dinamico e con tante potenzialità di incremen-to di valore potrebbe essere un buon investimento per diversifi -care i rischi di portafoglio.

Ma tecnicamente come sareb-be possibile procedere? A mio parere non ci sono alternative all’uso anche in questo caso dello strumento del «fondo immobilia-re», che consentirebbe vantaggi fiscali e possibilità di avere a disposizione le professionalità necessarie per operazioni di tal genere.

Anche in questo caso non ci si deve fermare davanti alle novità e alle diffi coltà. Occorre studiare il mercato e avere il coraggio di affrontare le nuove prospettive con prudenza e perspicacia. Non mi pare di chiedere troppo.

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7Maggio 2008MaggioM O D E L L O 5

Cassa Forense sta realizzando una vera e propria rivoluzione sul piano organizzativo

Si rinnova il servizio informazioniStruttura ammodernata e coinvolgimento degli ordini

DI VITTORIO MORMANDO

Negli scorsi numeri avevamo riferito della riorganizzazione del servizio di

informazioni previ-denziali voluto dal consiglio di ammi-nistrazione per ren-derlo effettivamente funzionale.

L’impostazione del rinnovato servi-zio si fonda, da un lato, sull’ammoder-namento della strut-tura dell’apposito uf-fi cio della Cassa sia dal punto di vista organizzativo sia tecnologico e, dall’altro, dal coinvolgimento dei Consigli dell’Ordine.

La crescita della platea dei colleghi che abbisognano di infor-mazioni previdenziali è cresciu-ta in maniera esponenziale. Gli iscritti agli albi hanno superato il numero di 200 mila cui devono aggiungersi i circa 60 mila pra-ticanti. È impensabile, perciò, immaginare di poter soddisfare le richieste di informazioni previ-

denziali (delle stesse necessitano tutti gli avvocati iscritti agli albi e non solo gli iscritti alla Cassa, ol-tre 140 mila, e anche i praticanti per poter programmare il loro fu-

turo previdenzia-le) da parte solo della struttura della Cassa. La collaborazione e il coinvolgimento attivo dei Consigli dell’Ordine, che sono, peraltro, or-gani della Cassa, quindi, diventano fondamentali e strategici.

Sono stat i , dunque, organizzati dei corsi di formazione previdenziale per di-pendenti e funzionari dei Con-sigli. Gli stessi hanno la durata di una settimana, hanno carat-tere teorico-pratico e si svolgono presso la Cassa con la docenza del personale del servizio di in-formazioni della Cassa. I corsi hanno avuto inizio il 18 febbraio e termineranno il 20 giugno. Al momento di scrivere il presente attivo è in svolgimento il 12° corso. L’adesione dei Consigli

dell’Ordine è stata, a dir poco, entusiastica avendo, sempre al momento, registrato la prenota-zione e la partecipazione di 112 Ordini. Alcuni hanno provvedu-to a inviare i propri dipendenti anche due volte.

Stanno partecipando non solo tutti i maggio-ri Ordini, ma anche Ordini meno numero-si, tra questi ultimi merita una citazione quello di Acqui Terme che, pur contando meno di 100 iscritti, ha inviato una collega consiglie-re. La partecipazione ai corsi, infatti, sta registrando la pre-senza, anche, di consiglieri.

La collaborazione con i Con-sigli non si ferma all’effettua-zione di corsi di formazione, ma a quelli che partecipano la Cassa ha riservato un numero telefonico dedicato con chiave di accesso riservata, in modo che coloro che forniranno informa-zioni previdenziali abbiano un canale diretto con la Cassa per

il necessario supporto all’atti-vità.

Ritengo opportuno chiarire che l’informazione che verrà fornita dai Consigli sarà di ca-rattere generale di primo livello e sarà di supporto agli avvocati che, muniti di codice meccano-

grafico e pin, possono acce-dere nell’area riservata del sito della Cas-sa (www.cassa-forense.it).

L a Ca s s a continuerà a svolgere, ov-viamente, i l

servizio di informazioni di se-condo livello in maniera, più razionale e funzionale.

La nuova e partecipata pre-senza ai corsi di un numero così elevato di Consigli sta segnan-do una svolta importante nei rapporti Cassa-Ordini iniziata due anni fa con l’avvio di un sistema telematico di comuni-cazioni istituzionali che porta a un coinvolgimento degli Ordi-ni nella vita della Cassa a tutto benefi cio dell’Avvocatura.

Dal 16 giugno cesserà il servi-zio di front offi ce libero e inizierà un ricevimento esclusivamente su appuntamento per problema-tiche complesse di competenza della Cassa. L’appuntamento potrà essere preso solo in via in-formatica attraverso il sito inter-net. I Consigli potranno aiutare i colleghi meno avvezzi all’uso di internet (ma ormai la strada del futuro passa attraverso internet) a prendere appuntamenti per le problematiche che non riescono a risolvere. Una maniera funzio-nale per ottenere informazioni previdenziali dalla Cassa sarà quella di inviare delle e-mail secondo i form strutturati pre-disposti sul sito (i fax sono stati aboliti perché dispersivi e poco funzionali).

Come si vede, quindi, Cassa Forense sta realizzando una vera e propria rivoluzione sul piano organizzativo del servizio di informazioni previdenziali, ripensandolo in maniera radi-cale nella speranza che abbia successo e che cessino le giuste lamentele dei colleghi che non riuscivano a soddisfare le pro-prie richieste.

Accade sovente che alcuni profes-sionisti subiscano gli effetti dell’iscri-zione di ufficio (con applicazione di sanzioni e penalità) e contestino la decisione dell’Ente sul presupposto che i criteri individuati dal Comitato dei delegati in ordine alla continui-tà e al conseguente obbligo di iscri-zione alla Cassa non sono noti. La problematica rappresentata, in altri termini, concerne le modalità di di-vulgazione dei criteri che vengono f issati dal Comitato dei de-legati ai fini dell’ac-certamento dell’eser-c iz io continuativo della professione da parte degli avvocati iscritti agli albi. In sostanza, alcuni pro-fessionisti lamentano l’inesistenza di un sistema di pubblicità legale delle delibere del Comitato dei delegati, tale da determinarne la conoscibilità juris et de jure, contestando l’esistenza di un onere a loro carico di attivarsi per conoscere tali delibere; vengono dunque contestate le modalità di pubblicità adottate dalla Cassa ai fini dell’informazione sul momento dell’insorgenza dell’obbligo di iscri-zione, ovvero in seguito al supera-mento dei limiti di reddito all’uopo fissati.

In proposito, si rammenta che l’art. 2 della legge n. 319/75 ha demandato al Comitato dei delegati della Cassa il compito di determinare i criteri per accertare quali siano gli avvocati che esercitano la libera professione con carattere di continuità; tali criteri,

pertanto, sono stabiliti dall’organo di rappresentanza degli avvocati pres-so la Cassa nell’ambito di un potere regolamentare conferito dalla leg-ge (Leonardo Carbone, in La tutela previdenziale dei liberi professionisti, da «Dottrina e giurisprudenza siste-matica di diritto della previdenza sociale», a cura di Maurizio Cinelli, Torino, 1998, 64).

Occorre rilevare che la legge non prescrive particolari forme di pubblicità per le delibere del Comitato dei dele-gati relative a l la fissazione dei limiti reddituali; ma da tale circostanza non può conseguire l’il-legittimità del com-por tamento del la Cassa, che, avendo accertato il supera-mento da parte di un

professionista dei limiti di reddito, stabiliti nel rispetto della legge, lo ha iscritto d’ufficio, applicando le previste sanzioni e penalità di na-tura pecuniaria.

In generale, la pubblicità delle determinazioni del Comitato dei de-legati si concretizza con la comuni-cazione sul sito internet della Cassa e con articoli sugli organi di infor-mazione specializzati, oltre che con affissioni e informative presso i vari Consigli dell’Ordine; con tali mezzi la Cassa ritiene, pertanto, di porre gli avvocati nella condizione di cono-scere, usando l’ordinaria diligenza, i limiti reddituali di che trattasi.

D’altronde, proprio il fatto che la legge (la cui ignoranza non è ammes-

sa, soprattutto laddove il destinata-rio è un giurista) da un lato stabilisca che l’avvocato è tenuto al versamento dei contributi in caso di superamento dei redditi fissati dal Comitato dei delegati e, dall’altro, non prescriva alla Cassa particolari obblighi di comunicazione, impone di ritenere che il sistema normativo configuri a carico del professionista l’onere di informarsi circa le determinazioni del predetto Comitato, onere, peral-tro, di facile assolvimento presso la stessa Cassa o presso gli Ordini.

La giurisprudenza di merito, investita della problematica de qua, ha afferma-to l’esistenza di un prioritario dovere di informazione a carico degli avvocati iscritti agli albi, dovere pe-raltro di facile assol-vimento, atteso che i dati necessari pos-sono essere acquisiti agevolmente o presso la Cassa o presso gli Ordini (Dario Donella, in nota a sentenza pretore di Roma, 7 marzo 1997, in Prev. Forense, 97, 3, 71). Vieppiù, i giudici hanno attribuito rilievo all’ampia divulgazione compiuta dalla Cassa delle delibere del Comi-tato dei delegati, con le quali sono stati determinati i livelli di reddito e i volumi di affari minimi superati i quali sorge l’obbligo di iscrizione alla Cassa (Pret. Catania, 24 aprile 1996, in Prev. Forense, 96, 3, 50).

Sull’argomento è intervenuta anche una pronuncia della Suprema corte non lontana nel tempo (Sez. Lavoro, 6 luglio 2002, n. 9861) e, in tale occa-

sione, la Corte ribadisce tali concetti, precisando che, a fronte della man-canza di un regolamento che, all’epo-ca dell’insorgere della controversia, disponesse sulle forme di pubblicità degli atti degli organi della Cassa, era onere del professionista informarsi e documentarsi sugli obblighi e doveri inerenti al proprio status. In buona sostanza, il professionista in questio-ne non aveva adottato l’ordinaria dili-genza nella conoscenza dei parametri fi ssati per l’iscrizione obbligatoria alla Cassa, mentre quest’ultima, per con-

verso, aveva dato la pubblicità necessaria alle determinazioni assunte in merito.

In conclusione, non può non r i levarsi come la Cassa utiliz-zi ogni possibile for-ma di comunicazione ai fini della massima divulgazione dei cri-teri che comporta-

no l’obbligo di iscrizione, mentre è evidente che l’avvocato che non ne è a conoscenza non può che dolersi della propria negligenza e inerzia, anche tenuto conto della circostanza che detti criteri sono, oltre che resi noti con i mezzi precisati dalla Corte, anche comunicati personalmente al professionista iscritto all’albo uni-tamente all’invio del Mod. 5, concer-nente la comunicazione reddituale obbligatoria annuale, e, precisamen-te, nelle relative istruzioni per la compilazione, oltre che contenuti e riportati costantemente nelle riviste ufficiali dell’Ente.

Marcello Bella

IL FILO DI ARIANNA - RUBRICA LEGALE

La conoscibilità delle delibere del Comitato sulla continuità

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L’adesione dei consigli

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L’avvocato deve comunque adottare l’ordinaria diligen-za per conoscere i parametri fi ssati

dalla Cassa

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8 Maggio 2008 M O D E L L O 5

Note esemplifi cative. Polizza sanitariaLa polizza assicurativa Sanitaria base «Grandi interventi chirurgici e gravi eventi morbosi» è gratuita e automatica per tutti gli iscritti alla Cassa forense, tuttavia restano esclusi gli avvocati che si reiscrivono alla Cassa dopo il 65° anno di età, a eccezione di coloro che si sono cancellati per incarichi istituzionali.

Gli iscritti alla Cassa forense assicurati, con onere a loro carico, hanno la facoltà di poter estendere la copertura assicurativa a favore dei propri familiari (per familiari si intendo-no coloro che sono conviventi come risultanti da stato di famiglia ovvero da autocertifi cazione ai sensi degli artt. 75 e 76 del dpr n. 445/2000) con limite di età fi ssato a 80 anni.

Anche i superstiti di assicurati (titolari di pensione indiretta e di reversibilità e nei limiti delle prestazioni previste per i familiari a carico) possono benefi ciare della copertura assi-curativa sanitaria con onere a loro carico.

L’adesione volontaria per i familiari e per i superstiti di assicurati ha un costo di euro 72,00 per ciascun componente, effettuando il preventivo versamento, con termine perento-rio entro il 30/05/08, sul conto:

Banca Generali, Piazza della Borsa n. 8/b - 34125 TriesteABI 03075 CAB 02200 CIN F conto corrente: 90000

IBAN: IT96F0307502200CC0300090000intestato alle Assicurazioni Generali.

Sarà poi fondamentale eseguire l’adesione in via telematica operativa dal 16/04/2008 al 30/05/2008, dal sito internet della Cassa (www.cassaforense.it) e accedendo nella apposita sezione dedicata (Procedura di adesione all’estensione).

La Cassa Forense mette a disposizione degli assicurati che benefi ciano della polizza grandi interventi chirurgici e gravi eventi morbosi l’opportunità di godere, facoltativamente, di una copertura assicurativa integrativa per tutte le forme di ricovero, con o senza intervento chirurgico, per l’alta diagnostica, non gestite dalla polizza base. Si può aderire alla copertura assicurativa integrativa, sempre su base volontaria ed entro il 30/05/08 seguendo la medesima procedura della polizza base grandi interventi chirur-gici e gravi eventi morbosi.

Ciascun assicurato potrà aderire, per se stesso e per il nucleo familiare, ferma restando la decorrenza della copertura assicurativa dall’1 aprile 2008, sia per la polizza grandi interventi chirurgici e gravi eventi morbosi, sia per la copertura assicurativa Integrativa.Il premio da corrispondere alle Generali per l’eventuale adesione alla copertura assicurativa integrativa è così determinato:

età compresa fi no a 40 anni, premio annuo pro capite di euro 200,00;• età compresa tra 41 e 60 anni, premio annuo pro capite di euro 360,00;• età compresa tra 61 e 80 anni, premio annuo pro capite di euro 520,00.•

Si precisa che l’età da prendere in considerazione per l’individuazione ai fi ni del calcolo è quella maturata al 1° aprile 2008, ad esempio: individuo che compie 41 anni in data 15 aprile 2008, per il calcolo verrà preso in considerazione l’età di 40 anni, quindi euro 200,00.

Nel caso di estensione della polizza integrativa al nucleo familiare i premi di cui sopra verranno scontati:

nel caso di nucleo composto da 2 persone sconto del 15%;• nel caso di nucleo composto da 3 persone sconto del 25%;• nel caso di nucleo composto da 4 o più persone sconto del 30%.•

ESEMPIO:

AVVOCATO ISCRITTO CASSA DI ETÀ 45, CON MOGLIE DI ETÀ 38 + 2 FIGLI:

Per estensione intero nucleo polizza base «grandi interventi chirurgici e gravi eventi morbosi»:Avvocato iscritto non paga nulla in quanto per lui gratuita e automatica; • Per la moglie e due fi gli i costi sono di Euro 72,00 per ciascun componente, •

quindi la spesa totale è di euro 216,00;

Per estensione intero nucleo della polizza integrativa:Avvocato paga euro 360,00 in quanto appartiene alla fascia età 41-60; • Moglie paga euro 200,00 in quanto appartiene alla fascia età 0-40; • Figli pagano euro 200,00 ciascuno in quanto compresi nella fascia di età 0-40; •

Pertanto, la spesa totale per la polizza integrativa ammonta a euro 960,00 ai quali va applicato lo sconto del 30% poiché il nucleo è di 4 persone, quindi la spesa è di euro 672,00.

Quindi, il bonifi co bancario che dovrebbe essere effettuato per l’esempio sopra, per una copertura completa per l’avvocato iscritto e per i propri familiari, sia della polizza base che per la polizza integrativa, dovrà essere di euro 888,00, ottenuti dalla somma di euro 216,00 (totale quote polizza base) + 672,00 (totale quote polizza integrativa con sconto applicato).

ATTENZIONE, LO SCONTO SI APPLICA SOLO PER LE QUOTE DELLA POLIZZA INTEGRATIVA.

Si precisa che la Polizza Integrativa può essere prestata solo esclusivamente a favore di tutti gli assicurati che benefi ciano della polizza base grandi interventi chirurgici e gravi eventi morbosi e in caso di estensione della copertura base al nucleo familiare l’eventuale adesione alla copertura integrativa dovrà essere effettuata per l’intero nucleo familia-re.

Nell’ipotesi in cui un nucleo familiare è composto da due o più iscritti alla Cassa, in tal caso l’adesione alla polizza integrativa dovrà essere assolutamente separata in quanto ciascun iscritto gode di una autonoma copertura e di un massimale di indennizzo a disposizione come singolo assicurato.

ESEMPIO:

AVVOCATO ISCRITTO ALLA CASSA DI ETÀ 69, CON MOGLIE AVVOCATO ISCRITTA CASSA DI ETÀ 41 E FIGLIO DI 18 ANNI;

Per estensione solo polizza base «grandi interventi chirurgici e gravi eventi morbosi»:Avvocato iscritto e moglie avvocato iscritta non pagano nulla in quanto per loro gratuita e automatica; • Per il fi glio il costo è di Euro 72,00;• L’estensione della Polizza Base al fi glio potrà esser fatta solo da uno dei genitori.

Per eventuale estensione anche alla polizza integrativa:Avvocato paga euro 520,00 in quanto appartiene alla fascia età 61-80; • Moglie paga euro 360,00 in quanto appartiene alla fascia età 41-60; • Figlio paga euro 200,00 in quanto compresi nella fascia di età 0-40; •

Pertanto, la spesa totale per la polizza integrativa in tal caso prevede che gli iscritti procedano separati includendo il familiare in uno dei propri nuclei, quindi ponendo il caso che il fi glio sia annesso al nucleo della madre la situazione che si determinerà è la seguente:

Avvocato iscritto dovrà fare una adesione autonoma pagando un bonifi co di euro 520,00 (età compresa tra 61 e 80);• La moglie, avvocato iscritta, dovrà fare una adesione autonoma pagando un bonifi co di euro 548,00 ottenuto dalla somma di euro 72,00 (polizza base per il fi glio) ed euro • 476,00 (quota polizza integrativa 360,00+200,00=560,00 con sconto 15% per nucleo n° 2 persone).