modalitàPOST.IT

221
Corso di Laurea Specialistica in Pianificazione della Città e del Territorio Anno accademico 2008/2009 Relatore Giulio Ernesti Laureando Paolo Papparotto Università IUAV di Venezia Facoltà di Pianificazione del territorio Correlatore Ruben Baiocco L’arte di vivere lo spazio della città contemporanea

description

tesi di laurea

Transcript of modalitàPOST.IT

Page 1: modalitàPOST.IT

Corso di Laurea Special is t ica in Piani f icazione del la Ci t tà e del Terr i tor io

Anno accademico 2008/2009

Relatore Giulio Ernesti

Laureando Paolo Papparotto

Universi tà IUAV di Venezia

Facol tà di Piani f icazione del terr i tor io

Correlatore Ruben Baiocco

L’arte di vivere lo spazio della città contemporanea

Page 2: modalitàPOST.IT
Page 3: modalitàPOST.IT

Il tempo di cambiareAbitare la città contemporanea:Comunità,Città dell’uomo,Cittadini Attivi,Esperienza urbana,iSituazionisti,L’urbanesimo come modo di vitaDisegnare il futuroLa città e il desiderioAbitare Le citta nuove

Page 4: modalitàPOST.IT

0. INDICE

0 . GUIDA ALLA LETTURA

0.1 Una ricerca indizziaria sulle esplorazioni urbane

. INTRODUZIONE

0.1.1 Mappa del percorso di ricerca

La città è dovunque e in ogni cosa”

POST.IT: modalità di condivisione di conoscenze-esperienze urbane...

1 . PRATICHE : Sguardi sull’”agire” negli spazi urbani

1.1 PPS

1.2 City Repair

1.3 Park(ing) Day

1.4 ChiamaMilano

1.5 Guerrilla Gardening

1.6 Critical Mass

1.7 Cartografia Resistente

1.8 Access 5

1.9 Trasform.Italia!

1.10 UrbanPilgrims.org

1.11 Linked

1.12 N.EST

1.13 Glowlab-Confluxfestival

1.14 Biomapping

1.15 Concrete Dialogues

1.16 Real time Amsterdam

1.17 WikiCity Roma

1.18 GlocalMap.TO

1.19 History Unwired

PREMESSA

esplorazioni urbane nella città che cambia

attraverso una mappa aperta...

...collaborativa

6

8

12

14

15

18

19

24

26

34

42

50

60

74

84

92

98

104

112

116

122

128

134

138

142

148

154

Page 5: modalitàPOST.IT

2 . ESPLORAZIONI CHE PRENDONO FORMA

2.2 Nuove abilità

2.1 Riflessioni aperte al Planner

Città con bisogni e attitudini nuove

nelle città: pratiche urbanistiche guardano alle pratiche urbane

nella società: fermenti vitali espressione di esperienze vissuta

Artisti: produtcono relazioni

Nuove Modalità di comunicazione/apprendimento.

1.20 Criticalcity.org

1.21 StreetBoulderContest

1.22 Parkour

1.23 UrbanGolf

1.24 Geocaching

3 . MODALITA’ POST.IT il geoblog

3.1 Il GeoBlog: come strumento innovativo di partecipazione on-line

3.2 3 Parole chiave: Interattività, Ipermedialità, Connettività

3.3 M’appare

3.4 La Struttura del geoblog: testata, colonne, corpo

160

172

178

180

184

190

198

198

199

200

201

202

209

209

210

212

212213215

. BIBLIOGRAFIA 218

2.3 Nuovi linguaggi

Page 6: modalitàPOST.IT

0. PREMESSA

Negli ultimi vent’anni, diversi segnali ci dicono di come il tema dello spazio urbano sia stato centrale nello sviluppo della città . Ci avvertono anche di quanto lo sarà nel futuro. Al riguardo, e in relazione a questo lavoro, è opportuno rilevare che tra i se-gni nuovi del XXI secolo vi è proprio quello della necessità di interpretare con attenzione i micro fenomeni urbani, se si vuole capire qualcosa delle trasformazioni in corso nelle megalopoli della storia. “La città sembra presentarsi ancora organizzata secondo le specializzazioni corrispondenti all’organizzazione del lavoro, del tempo libero e dell’abitare, ma negli ultimi dieci anni si è prodotto un inarrestabile processo di dismissione di tutte le principali funzioni, e contemporaneamente si sta diffondendo l’uso improprio di quasi tutte quelle esistenti. Questo processo di slittamento della città contemporanea ri-spetto allo zoning funzionale sui quali è stata programmata e costruita, è soltanto all’inizio”� ma io credo, inesorabilmente in corso. I dibattiti su questo tema hanno coinvolto non solo la pianificazione urbana, ma anche un insieme vasto di discipline e soggetti portatori di saperi che si occupano oggi giorno dei problemi della città producendo e anticipando un cambiamen-to radicale del modo di pensare. Un cambiamento che ha visto in questi spazi il piano sul quale fondare una nuova idea di città pubblica, nella relazione con l’esperienza soggettiva degli abitanti.E proprio intorno a questi tema si registra un fiorire di orga-nizzazioni spontanee di cittadini (comitati, associazioni, grup-pi che, di volta in volta, si definiscono amici di qualcosa) che intervengono e agiscono attivamente sulla città.Parlare oggi di spazio urbano significa coinvolgere diverse componenti della vita materiale e sociale, la sfera personale e collettiva, le mentalità e le idee. Significa che dobbiamo iniziare a guardare ciò che è quotidia-namente in rapporto con noi e ci appartiene nella sfera della collettività. Con uno sguardo bilanciato tra la complessità e i dettagli che formano e caratterizzano i nostri spazi urbani. se ciò è vero, sembra calzante, per quanto ci riguarda, l’im-magine che “La programmazione, la pianificazione e la pro-

� Faré I., Piardi S. 2003, Nuove specie di spazi, Liguori,

Esplorazioni urbane nella città che cambia

Page 7: modalitàPOST.IT

gettazione urbana sembrano, come in una scena mitologica, il gigante che sopporta e soccombe al peso del nuovo mondo.” �

Ciò sembra confortare la necessità sia di riflettere sulla città e il suo futuro, sia interrogarsi sulla disciplina urbanistica: sui suoi esiti, e sulle sue possibilità: vale a dire sulle sue capacità di conoscenza e di azione rispetto ai grandi processi di tra-sformazione economica, sociale e culturale in corso. Un pro-cesso, in estrema sintesi, che deve saper rinnovare, in primo luogo, il proprio sguardo sulle relazioni fra spazio, governo dello spazio ed abitanti e, quindi, saper innovare il proprio ap-parato teorico-strutturale e tecnico.

2 Ibidem

Page 8: modalitàPOST.IT

0. INTRODUZIONE

Questa ricerca nasce da una riflessione maturata nel suo per-corso di studi sul tema della città; per l’esattezza, ormai ver-so il suo compimento, nella fase iniziale del lavoro di tesi. Nasce da una frase che mi ha colpito con violenza perchè ha confermato la mia convinzione dell’assoluta centralità della città. Ecco la frase: “la città è dovunque e in ogni cosa”�. La consapevolezza del ruolo centrale della città nella vita con-temporanea, dunque, mi ha sollecitato ad approfondire lo stu-dio; con la convinzione inoltre che allargare i miei orizzonti di conoscenza relativi ad una entità così pervasiva e illuminante potesse riportarmi con accresciuta consapevolezza critica sul terreno della conoscenza disciplinare. Sono questi i poli della mia ricerca, ma sul primo si concentra la mia attenzione. E in particolare sugli aspetti e manifestazioni del sociale, generato e messi alla prova dalle tensioni della nostra società: postin-dustriale, neoindustriale, glocale, del rischio, dell’ultima sta-gione della modernità, o che dir si voglia. Una società ed una città, espressione del passaggio dalla struttura relativamente semplice della città fordista a quella nobile e complessificata della società e città postfordista.Si pensi ai processi e fenomeni cui assistiamo di disarcico-lazione della struttura sociale, all’intensificarsi della divisione del lavoro, all’aumento della mobilità delle persone, ai legami più fragili e flebili che ne discendono, alle differenze di stili di vita, e di sistemi di valore, all’etereogenità compresente delle culture e delle subculture in contesti urbani e metropolitani sempre più multietnici e, ovviamente, multiculturali.Un quadro sociale, insomma, in trasformazione profonda nel quale trovano spazio contemporaneamente relazioni sociali contraddistinte da individualismo e comunitarismo, nonchè relazioni sociali nel contempofisiche, virtuali e miste. Un qua-dro, ancora, segnato da una condizione di eterogeneità e fram-mentarietà del sistema/struttura sociale - come già abbiamo osservato - ma, altresì, connotato dalla presenza di grumi o grappoli in formazione, di legami sociali costruiti sui problemi comuni, aspirazioni condivise.Per non tacere, perchè rilevante per questo mio lavoro, di un

� Amin A., Thrift N 2005. Città. Ripensare la dimensione urbana ,il Mulino. Bo-logna

“la città è ovunque e in ogni cosa”

Page 9: modalitàPOST.IT

articolato quadro di forme di legame e associazione meno di massa e più volontarie, di movimenti sociali di nuova scala e natura, localistici e traslocali nel contempo, solidaristici.Una società ed una città, per ricomprendere quanto messo in fila in alcuni nodi interpretativi efficaci, caratterizzata, anzi segnata dalla crisi della politica e dalla sua capacità di rap-presentare, dalla crisi quindi delle forme consolidate della de-mocrazia, in particolare di quella rappresentativa a vantaggio della forma deliberativa; ovvero dell’assunzione di decisioni obiettive d’interesse generale attraverso un processo di con-fronto pubblico capace di trasformare preferenze individuali in soluzioni condivise. Una società ed una città, insomma, che riproblematizzano la gerarchia stato-società, mettendo in di-scussione il primato del primo e riportando così l’attenzione sulla seconda. Una tendenza, direi, a sondare la capacità della società di costruire il sociale. una tendenza che mette in di-scussione, quindi, l’assunto che siano lo stato ed il sistema politico a definire i bisogni della società e il loro trattamento. Operazione concettuale che equivale a mettere in crisi il con-vincimento che sia il sistema politico a riconoscere ciò che costituisce pubblico interesse ed atresì che sia possibile pro-porre l’interesse generale in termini aggregati ed unitari. Un mondo, in estrema sintesi, dove cresce la presenza attiva e influente della società civile, ovvero di associazione, gruppi, movimenti.Un mondo nel quale circolano e danno frutti (non senza con-traddizioni e fatica) nozioni di interazione sociale fondate su concetti come: ascolto attivo, cittadinanza attiva, coprogetta-zione, codecisione, cogestione, partecipazione, capitale socia-le, bene comune ecc.Un mondo, direi ancora, una volta smarriti i tradizionali e gran-di riferimenti comuni, attento sempre più a battersi, negoziare, contrattare nella dimensione del particolare, della specificità, del peculiare; della molteplicità, in definitiva, tanto che essa sia quella delle popolazione che abitano e attraversano lo spa-zio, quanto quella dei desideri, dei bisogni, degli stili. Certo, in questa prospettiva, sembrano fermarsi o riaffermarsi tre polarità. La prima concerne i luoghi o i contesti locali intesi come nodi della rappresentatività e quindi come snodi del processo po-

Page 10: modalitàPOST.IT

0. INTRODUZIONE

litico reale. La seconda riguarda il quotidiano inteso come espressione rilevante della vita della città e nella città; come espressione dell’abitare la città o della città abitata; come tra-ma del vissuto e quindi cifra della familiarità della città; come manifestazione dei sistemi di regolazione quotidiana, della creatività per contrastare i dispositi di controllo e osservazio-ne.Quella materia, frutto dell’esperienza sociale che dovrebbe, come di recente osservato, alimentare “un urbanesimo del quotidiano”�. Urbanesimo che “deve penetrare nell’intreccio fra carne e pietra, umano e non umano, come immobili e flus-si, emozioni e pratiche”3.Un urbanesimo del quotidiano che dovrebbe farsi “tradizione” in quanto riconosciuto “come un modo di conoscere la mol-teplicità della città”.la terza, infine, concerne la comunità, sospesa fra la tensione a garantire l’umanizzazione dell’interazione sociale e dunque aperta all’integrazione delle differenze nel processo di costru-zione di identità che persegue, e la tentazione della delimita-zione mixofobica di entità organiche, esclusive di uguali. Fascinazione dlla comunità che, come è noto, oggi travalica la sua natura localizzata per creare legami non localizzati, intera-zioni a distanza impegnate in forme moderne di solidarietà. Dunque, un mondo e certamente una città in grande trasfor-mazione, caratterizzati dall’effervescenza di movimenti sociali, azioni individuali e collettive concrete, partecipate nello spazio urbano. Pratiche, diremmo, che si consolidano, diffondono, costrui-scono identificazione, socialità, integrazione, partendo dal basso.Non utopiche, ma mirate, forme di adattamento della vita alla realtà. E, naturalmente, conoscenza e azione costantemente interagenti.Attorno a questo tema, in quest’intersezione tra nuova azione e sapere, si genera e si organizza dunque una proliferazione ed effervescenza di esperimenti e traiettorie urbane. Siamo di fronte a un pulviscolo di soggetti e azioni, da un lato, e a saperi diffusi, molteplici, non organizzati, dall’altro; per ma-

2 Ibidem

3 ibidem

10

Page 11: modalitàPOST.IT

nifestarsi e organizzarsi creano spesso “reti”, “spazi aperti”, “confluenze”.L’interesse per queste pratiche vitali deriva da una curiosità ed attenta analisi verso i nuovi fenomeni urbani contemporanei che, ho ritenuto importante leggere come possibili indicatori di un rinnovato senso di appartenenza al “contenitore città”. La premessa fondante intorno alla quale ruota la mia ricerca si basa allora essenzialmente sulla considerazione e la con-vinzione di dover guardare alla città come all’esito continuo di produzione di spazio urbano , dato dall’intreccio complesso di esperienze di vario tipo, esercitate da soggetti con diversi poteri, desideri, aspirazioni, responsabilità.Come dimostrato nell’ultimo decennio, i modi del fare urbani-stica si sono sempre più rivolti verso le pratiche di coinvolgi-mento degli abitanti, nuovi soggetti attivi nella scelta concer-nenti le trasformazioni urbanistiche della città. L’urbanistica ha dovuto scontrarsi successivamente con la molteplicità di esperienze urbane emerse dal confronto con tali nuovi “at-tori”, caratterizzate, tra l’altro, da diversi linguaggi e modi di conoscere la realtà.Il linguaggio e gli strumenti tecnici, propri del bagaglio cul-turale dell’urbanista, affermatisi dalla fine del XIX secolo ad oggi, ed essenzialmente basati sulla validazione della raziona-lità logica come l’unica (o comunque la migliore) atta a com-prendere e modificare la realtà urbana, si sono scontrati con la necessità di comunicare con i linguaggi nuovi, fatti di una, apparentemente incomprensibile, mistura di razionalità logi-che e sensibili.La finalità del percorso di ricerca è consistita, dunque, nell’in-dagare, svelare, sperimentare linguaggi di tipo sensibile che operano nel contenitore città, per capire se queste pratiche vitali possano entrare in sinergia con le pratiche urbanistiche di chi governa e regola la città, L’intelligenza, la sensibilità, l’esperienza di chi tutti i giorni vive lo spazio urbano può, in altre parole, e deve entrare in sinergia con le pratiche urbanistiche: le nuove “arti” del vivere lo spa-zio contemporaneo segnano la nuova fron-tiera, mettendo in relazione “anima e cemento”�.

� Faré I., Piardi S. 2003, Nuove specie di spazi, Liguori, Milano

11

Page 12: modalitàPOST.IT

0. INTRODUZIONE

“Lo spazio urbano dell’Europa contemporanea ha costruito nel tempo le sue icone: ampi spazi pubblici, finemente de-finiti, con materiali grezzi, pregiati, scintillanti, diversamente lavorati, con una sapiente composizione degli spazi verdi e delle alberature”.5 Negli ultimi anni stanno sorgendo una proliferazione di “pra-tiche” che, per metodologie, tecnologie, ipotesi, contenuti, si legano al tema della città, dando risposte ai problemi che questo “organismo” produce incessantemente. Un organismo che si accresce assecondando l’ambiente in cui prolifera, mo-dificandosi e diffondendosi col modificarsi e col diffondersi delle esigenze che deve soddisfare.Oggi, nuove “pratiche vitali” scandiscono il territorio urbano contemporaneo, attraverso diverse forme di riappropriazio-ne dello “spazio urbano” . Queste dinamiche operano una riscrittura temporanea dello spazio urbano che investono E’ una riscrittura che non si compie necessariamente nello spa-zio pubblico tradizionale, ma spesso in uno spazio virtuale, portavoce delle dissidenze, delle emozioni, degli usi alternativi degli spazi. E ‘un “segno che spuntano” i cittadini, primi fruitori di questi spazi principalmente come espressione di nuovi tipi di con-flitto e di resistenza, oppure come semplice espressione delle proprie pulsioni, sensazioni o tracce da dover lasciare sul ter-ritorio. Una nuova modalità di interazione con lo spazio, Un nuovo modo di “dire la sua”, di stabilire nuove geografie con la città, nuove relazioni pulsanti, nuove forme di auto-governo del territorio. La mappa è il luogo dove inizialmente esprimere se stessi, un simbolo, uno spillo, un segnaposto, una traccia, tutti sintomi, individuali o collettivi di manifestazione di bisogni, desideri per una città più viva, più propensa e vicina al cittadino. Tutto ciò che si annuncia facendo capolino e depositandosi sulla mappa costituisce il mondo di esperienze, esperimenti e quant’altro possiamo definire pratiche Post-it. Pratiche che non sono al-

5 Ruggiero V., 2000. Movimenti nella città. Bollati Boringhieri. Torino

Post.it: Modalità di condivisione di conoscenze-es-perienze urbane…

12

Page 13: modalitàPOST.IT

tro che l’espressione di una rinnovata vitalità della città.Modalità Post-It è un dispositivo di funzionamento della città contemporanea. E’, in particolare, un dispositivo che riguarda le dinamiche della vita in pubblico, i comportamenti degli indi-vidui, le loro modalità di incontrarsi, stare insieme, aggregar-si, riconoscersi e distinguersi . Modalità Post-It, quindi è più radicalmente, una forma resistente alle regole della città , una città nella quale, come ricorda Ed Soja, “anche se non vuoi devi rispettare il tema che ti è assegnato.”Diversamente dai “simulacri” di spazio urbano che, nella città contemporanea, offrono a abitanti, turisti e pendolari le occa-sioni per poter fare esperienza, introdursi nel tessuto cittadi-no, agire, collaborare, lo spazio Post-It sfugge ad una codifi-cazione, specie se funzionale, prevalente. Lo spazio Post.it è, potenzialmente, tutto lo spazio e, proprio per questo, il mondo imprevisto e inatteso delle pratiche che possono investirlo e risignificarlo: terrain vague, spazi residuali connessi ad un si-stema infrastrutturale territoriale, aree urbanizzate , ecc.Modalità Post-It ha una sua dimensione, quella del “far da sé”, per usare le parole di Colin Ward, che è innanzitutto crea-tiva, propositiva e autoriflessiva, che denuncia la necessità di un rapporto diretto con la città. Denunciare non vuole essere un fenomeno anarchico ma principalmente rispondere ad una innovativa forma di socialità: quella di chi condivide gli stessi principi o spazi.Modalità Post-It è, ulteriormente, una sorta di critica impli-cita alle strategie e agli strumenti con i quali le pratiche della progettazione architettonica e urbana operano sulla città con-temporanea. Occupare uno spazio di nessuno, farlo tempora-neamente e in modo ricorrente, risignificarlo all’interno di un gruppo, una collettività è un atteggiamento che prefigura una domanda di spazio differente.Altri Spazi pubblici si mettono in moto temporaneamente, seguendo gli eventi, le singole iniziative personali o di gruppo, costituendo una rete di attori che si insinua nella maglia dello spazio pubblico urbano. Questi movimenti urbani individuati dalla metafora Post-It , riguardano in realtà uno spettro di fenomeni che trovano nel-le tecnologie ma soprattutto nello strumento comunicativo, il web, uno spazio o uno strumento alternativo in cui auto-organizzarsi.

13

Page 14: modalitàPOST.IT

0. INTRODUZIONE

Modalità Post-It è, quindi, un dispositivo di funzionamento della città contemporanea. E’, in particolare, un dispositivo che riguarda le dinamiche della vita in pubblico, i compor-tamenti degli individui, le loro modalità di utilizzare gli spazi, stare insieme, aggregarsi, riconoscersi e distinguersi in modo non tradizionale .Forse, non è proprio da escludere che proprio da questa ne-bulosa di pratiche, la vita in pubblico della città europea e non solo possa, come in parte sembra accadere, ricavare energie per rigenerarsi.

...attraverso una mappa aperta

È particolarmente nel disordine delle metropoli, oggi così difficile da rappresentare, che queste pratiche usano mappe interattive aperte (mappa come database aperto a nuovi con-tributi, non concluso, non descrittivo di una realtà finita, ma esplorante una realtà in mutazione continua attraverso l’uso di testi, immagini e video) per annotare, ma soprattutto per far collaborare gli utenti interessati, a divulgare il proprio sapere, le proprie dissidenze urbane ed emozioni. Molto più frequentemente queste mappe aperte fungono da organizzatore localizzato di possibili azioni di riappropriazio-ne urbana, muovono “masse critiche” e movimenti critici di qualsiasi natura. Sembrerebbe che lo spazio virtuale di internet sia portato ine-luttabilmente a collegarsi con lo spazio fisico delle pratiche attraverso le mappature on line, proponendosi così come un ulteriore mezzo di potenziamento delle reti sociali. Un proces-so, una circolarità che possiamo cogliere nell’idea espressa da Critical City, della città invisibile. Quella fase della città il cui fine è quello di avviare la costruzione di una comunità che si riconosce nella condivisione di una sensibilità particolare (in tal caso impegnata sul piano sociale e politico in sensopro-gressista) verso i problemi della città. Una circolarità fatta di attenzione alla vita quotidiana, comunicazione, attivazione.In genere internet, detto altrimenti, viene visto come un mezzo di connessione globale, ma , nelle pratiche analizzate, si ricon-quista una strumentalità legata al vicinato, allo spazio vitale fi-sico. Un sistema, insomma, di informazione territoriale basato su una web of trust, valorizzato dalla conoscenza e vicinanza

14

Page 15: modalitàPOST.IT

fisica tra i collaboratori. “The net might be a tool for localisa-tion as much as for globalisation. That’s the dream.” �

Oggi, e le pratiche analizzate lo dimostrano, la mappatura col-laborativa online è applicata, non solo per raccontare viaggi, scambiare informazioni sui pub della zona, condividere foto, collezionare panorami, dare l’impressione che la cittadinanza partecipi ad una iniziativa, ma, piuttosto, come uno strumento strategico per connettere le forze critiche di una città o di un contesto locale. La procedura di mappatura aperta può essere un momento di democrazia e di valorizzazione del sapere lo-cale, oltre che di empowerment delle reti e della collaborazio-ne tra gli attori di base.

...collaborativa

Il mio lavoro intende mettere a punto un esito pratico, ope-rativo, in linea con quanto sia qui messo inrilievo. La mia ri-cerca, intende cioè produrre un “macchinario sperimentale”� , un Geo-blog, che avvierà un’azione di mappatura spontanea e libera. Chiunque, istrivendosi al blog, anche a nome di asso-ciazioni, comitati, imprese, enti di governo del territorio, può mettere in condivisione le azioni condotte sia per la valorizza-zione degli spazi pubblici (parchi, piazze, aree dismesse, giar-dini, strade, luoghi di transito e di aggregazione ecc.) che, in senso lato, per il miglioramento della qualità della vita in città. Il sito www.modalitàpost.it aspira ad essere un archivio vivo, in continuo aggiornamen-to, un’ opportunità in più per creare relazioni, e dare così una versione il più possibile obbiettiva dei fatti urbani, offrendo a tutti gli attori coinvolti la possibilità di collaborare alla redazio-ne si questa mappa.Vuole essere un luogo di incontro attraverso il quale stimolare riflessioni: tanto sul significato di spazio urbano; e natural-mente, sul nostro sapere.L’idea di creare un blog in rete, chiamandolo “modalitàpost.it” è un modo, dunque per entrare nel campo d’azione dei movi-menti attivi nello spazio urbano contemporaneo; per acquisire

� McClellan Jim, 2003, Get caught mapping. http://technology.guardian.co.uk/online/story/0,3�05,922337,00.html

7 Transform! Italia La riva sinistra del Tevere, allegato a “Carta-Cantieri Sociali”, � marzo 2005.

15

Page 16: modalitàPOST.IT

0. INTRODUZIONE

e contribuire a produrre una conoscenza. Vorrei aggiungere che questo obiettivo mi è sembrato fondamentale per dare senso e avvio al mio Progetto. Direi che sondare le potenziali-tà virtuose dell’interattività è il concetto chiave del mio lavoro. E’ un modo per proseguire il lavoro che ho intrapreso: indaga-re la presenza di gruppi e movimenti attivi, i temi e i problemi che toccano, la costruzione di uno spazio di rappresentazione, emersione, riconoscimento e messa in rete degli svariati usi degli spazi metropolitani che fanno emergere. Il modo è stato quello di inventare un “macchinario” per dare voce e modo di segnalare, postare, pratiche vitali.Perchè, e questo è un motivo di questa tesi, postare la città diventa un modo di riappropiarsene. Un macchinario, dunque, che risponda al desiderio di coordi-narsi, cooperare, contaminarsi, che caratterizza la soggettività moltitudinaria, che abita, conflit-tualmente, la metropoli.

1�

Page 17: modalitàPOST.IT

Pagina Vuota•

1�

Page 18: modalitàPOST.IT

0. GUIDA ALLA LETTURA

La complessità del terreno di indagine, la sua collocazione tra distanti mondi disciplinari, la necessità di strutturare e seguire un percorso chiaramente intellegibile per non lasciarsi solita-mente sorprendere da scoperte e attività insolite di gestione degli spazi, costituiscono il contesto di riferimento del mio lavoro.Incoraggiato da alcuni recenti studi geografici e sociologici , che sembrano confermare la percezione della necessità attua-le di rapportarsi ai fenomeni urbani in maniera rinnovata, di leggere i fenomeni sociali con uno sguardo nuovo, attraver-so una procedura analitica operata «dal basso», ho provato a ripensare il mio approccio alla dimensione urbana contem-poranea attraverso una variazione degli schemi mentali con cui accostarsi a questi fenomeni; mediante quello che Alfredo mela definisce “un più fondante cambiamento dell’immagina-rio, vale a dire delle forme di rappresentazione, delle metafore, delle associazioni di idee, dei nessi semantici che si intreccia-no attorno al tema della città”.�

Dopo una iniziale esplorazione tra i fermenti in atto nelle città contemporanee, scoprire l’esistenza e consistente diffusione di queste esperienze urbane mi ha dato il segnale che aspetta-vo per immergermi in questo studio. Andando in cerca di connessioni capaci di mettere in comu-nicazione le differenti esperienze urbane, mi sono avvalso di un’immagine che mi ha aiutato a collegare tra temi apparen-temente distanti fra loro. Mi riferisco all’immagine metafori-ca del rizoma come simbolo delle molteplici connessioni tra persone, luoghi, attività legate all’uso degli spazi delle città. Un’immagine che ho creduto potentemente espressiva rispet-to alla finalità della ricerca: “un rizoma stabilisce incessan-temente connessioni tra catene semiotiche, organizzazioni di potere e circostanze relative alle arti, alle scienze e alle lotte sociali”2 L’uso di questa tecnica indiziaria3 mi ha permesso di incro-ciare quello che potrei definire il mondo delle pratiche vita-

� Amin A., Thrift N 2005. Città. Ripensare la dimensione urbana ,il Mulino. Bologna

2 Deleuze, Giuattari ,�997. Rizoma. Castelvechi. Roma

3 Multiplicity 2003, 2003. USE Uncertain States of Europe. Skira. Milano

0.� Una ricerca indiziaria sulle esplorazioni urbane

1�

Page 19: modalitàPOST.IT

li in spazi urbani, un mondo variegato, ricco, fatto di speri-mentazioni di vario genere, in cui l’elemento unificante è dato dall’agire di diversi attori/promotori (aziende, associazioni, individui, gruppi) di varia provenienza culturale assieme ad abitanti della città.In un mondo così aggrovigliato di situazioni, che coinvolgono artisti, abitanti, spazi urbani e in qualche caso istituzioni, ho dovuto scegliere e selezionare.

Ma come districarmi in un mondo aggrovigliato di situazio-ni di questo tipo? Come scegliere le più significative e, in tal caso, che significato dare al termine? A quale metodologia di lavoro affidarmi?

0.�.� Mappa del percorso di ricerca

Viaggiare nella rete, scovare questi nuovi fenomeni urbani sal-tando da un piano di lavoro all’altro è stato in qualche modo l’inizio del mio percorso di ricerca e, probabilmente in ulti-ma analisi, la sua forza.Il problema che si è presentato è stato quello di rischiare di non riuscire a trovare dei criteri o parametri di selezione.Strada facendo però, l’attenzione si è focalizzata su alcuni trat-ti comuni ricorrenti, in grado di evidenziare il senso prevalente di questo insieme, eterogeneo di pratiche. Un senso ricondu-cibile a quel mezzo conoscenza-azione che abbiamo posto già in risalto. Mi è parso cioè che la riappropriazione dello spazio urbano fosse la cifra comune. Riappropriazione, processo e pratica che veicola l’azione ed il fine di questa: l’identificazione in un contesto.Come vedremo, una modalità di approccio all’interazione coi luoghi e con il sociale che si manifesta in svariati modi: i modi delle pratiche. Detto questo, ho cercato di trovare dei caratteri che consentissero di descrivere e tematizzare le pratiche se-lezionate. Il risultato è osservabile nella mappa che precede la schedatura delle pratiche. Si tratta di un’operazione di siste-mazione dei materiali(esperienze raccolte che, nel suo insie-

1�

Page 20: modalitàPOST.IT

0. GUIDA ALLA LETTURA

me, sembra toccare aspetti qualificanti e quindi significativi per la valutazione del senso, dei fini e dell’utilità delle pratiche considerate.

A questo punto si apre la parte più consistente e, io credo, più interessante del lavoro, anche proprio per il taglio esplorativo che lo connota. Un’esperienza, vorrei ricordare, che mette in evidenza tanto le pratiche e i suoi possibili significati, quanto le loro modalità e capacità di costituirsi come punto di rife-rimento, come modello o esempio, come pratica capace di incidere sui comportamenti.A conclusione del percorso, una serie di considerazioni che muovendo da una restituzione dei caratteri comuni delle prati-che, delle loro intenzionalità, si apre a considerazioni più am-pie che cercano di porre in relazione e tensione le pratiche con la condizione urbana contemporanea e con l’insieme di teorie, pratiche, strumenti e tecniche del nostro agire disciplinare. L’interrogativo, come già accennato, concerne limiti e poten-zialità del planning. limiti e potenzialità illuminati, per meglio dire, dall’universo eterogeneo ed ancora eterodosso della riappropriazione;

20

Page 21: modalitàPOST.IT

Pagina Vuota•

21

Page 22: modalitàPOST.IT

0. MAPPA DEL PERCORSO DI R ICERCA

Esperienza urbana

MappePuntiformi

Percorsi

Conflitti

Rifunzionalizzazione spazi

Emozioni/Pulsioni

AzioniChe danno voce

Che mediano con attori

istituzionali

Che danno Voce e organizza-

zono azioni di riappropriazione

Soggetti/attori/promotori

Soggeti individuali

Aziende

Associazioni

Amministratori

Figure culturali

Artisti

Architetti/Urbanisti

Antropologi

Sociologi

Psicologi

Mix

Tempo

Eventi con periodizzazione

diversa

Azioni estemporanee, mirate

Performance/Mostra

LegalitàLegali

Illegali

In via di legalizzazione

LocalizzazioneCartografia Resistente

Access 5 Biomap-ping

Chiama Milano

City Repair Concrete Dialogues

Criticalcity.org

GlocalMap.TO

Critical Mass

Geocach-ing

DP P D P P P D D P

Page 23: modalitàPOST.IT

GlowlabConflux festival

Guerrilla Gardening

History Unwired

Linked N.EST Park(ing) Day

Parkour PPS Real Time Amster-dam

Street-Boulder-Contest

Trasform Italia!

UrbanPil-grims.org

Urban-Golf

Wikicity Roma

P D P P P D D P P P D D DD

Page 24: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

Per dare conto a quanto detto finora, analizzerò e descriverò le pratiche eterogenee incontrate durante il mio viaggio. Un viaggio senza limiti spaziali. Analizzerò per l’appunto, contesti, italiani, europei ed internazionali, in cui gruppi di , artisti, as-sociazioni e singoli individui si sono uniti a gruppi di abitanti per formulare ipotesi di trasformazione dei propri spazi di vita, a volte opponendosi in maniera propositiva e creativa alle po-litiche istituzionali in atto, a volte operando autonomamente, a volte pure appoggiandosi ad istituzioni.Come anticipato nell’introduzione, ho fondato il mio metodo di esplorazione attraverso una Mappa che mi ha aiutato ad indirizzare il mio percorso di ricerca, dandomi modo di av-vicinarmi a questi fenomeni urbani, producendo l’inizio della costruzione di una possibile catalogazione. Riferendomi alla cultura situazionista, ho adottato un metodo in cui nomadicamente, ho vagato, ricercando “pratiche vitali”, contesti in cui ho scorto qualcosa di interessante da osservare e dentro i quali sospingermi per decifrarne i significati. Questo vuol essere il senso delle mie esplorazioni senza confini nei territori urbani.Ho quindi deciso di leggere le città attraverso le esperien-ze incontrate, mettendo da parte l’idea del caso-studio, ciò di cui avevo bisogno era capire cosa stava succedendo in questi territori ur-bani. Era inutile fossilizzare il viaggio sull’indivi-duazione del/i caso/i, sostanzialmente perché che mi avrebbe portato ad una dura staticità nella ricerca, senza poi poter real-mente capire il flusso del cambiamento. Questo capitolo vuol dare conto del mio vagare a caccia di “pratiche vitali”, ritenute utili da osservare da un punto di vista urbanistico e raccontarle a partire proprio dagli indizi che le hanno portate alla mia attenzione. Gli “indizi” di classificazio-ne diventano filtri attraverso i quali ho osservato i variegati mondi sconosciuti ai quali curiosamente mi avvicinavo. Per mantenere un costante legame con le mie domande e la mia provenienza disciplinare, ho esplicitato e sottolineato l’im-portanza del mio particolare punto di vista nell’ultimo paragra-fo di questo capitolo. Quasi sempre infatti mi sono trovato a confrontarmi con riflessioni su tali pratiche, sentendo spesso molto forte quel legame che teneva fuori dal confronto e dal ragionamento il sapere del planner.

Sguardi sull’”agire” negli spazi urbani

24

Page 25: modalitàPOST.IT

Pagina Vuota•

25

Page 26: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI 1.1PPSNewYork, e altre città mondiali

PPS (Progetto per gli Spazi Pubblici) è un’organizzazione non profit che aiuta le persone a creare e sostenere spazi pubbli-ci che. Fondata nel �975, PPS abbraccia le idee di William (Holly) Whyte, un “pioniere”� della comprensione di come la gente utilizza gli spazi pubblici. Oggi, PPS è diventato un cen-tro riconosciuto a livello internazionale per best-practice, in-formazioni e risorse sul Placemaking, un’approccio all’azione di trasformazione della città sul quale torneremo diffusamente più avanti.L’associazione si propone come uno dei riferimenti più rico-noscimenti ed apprezzamenti del movimento “placemaking”�, unendo “persone con idee, esperti e partner che condividono la stessa passione: creare spazi vitali”.Dal �975 PPS lavora in più di 2000 comunità in 2� paesi del mondo aiutando le persone a convertire i loro spazi pubblici in posti vitali per la comunità, attraverso programmi, impieghi e installazioni che permettano di stabilire valori locali e di ri-spondere alle necessità delle comunità. Attraverso lo staff dell’associazione e con il contributo dei loro partner e finanziatori, (quali le organizzazioni Wallence Fund, la Rockefeller Brothers Foundation, la Ford Foundation a la Kellogg Foundation e agenzie governative come la Federal Highway Administration, i dipartimenti dei trasporti statali e la General Services Administration), hanno riqualificato par-chi, mercati, strade, stazioni di transito nell’ambito delle aree dei programmi di riqualificazione urbanaHanno prodotto pubblicazioni e centri web di risorse, utilizzati da migliaia di persone, per aiutare ad inserire politiche di Pla-cemaking nelle loro attività quotidiane.Programmi e azioni si articolano per funzioni e temi. Interes-sante, riferendomi ai testi del sito, riprendere sinteticamente la filosofia che presiede ad ogni campo d’intervento.Per parchi, centri commerciali e piazze si sottolinea che le azioni hanno successo grazie alle persone più che al progetto. A conferma di questa scelta si osserva che oggi PPS sta lavo-rando con ancora più comunità di prima per trasformare i par-chi non sfruttati in grandi aree pubbliche che possano essere vive, sicure e, di volta in volta, diverse nella loro personalità. Una modalità ed una finalità d’azione che vale, ovviamente,

� http://en.wikipedia.org/wiki/Project_for_Public_Spaces

�  Whyte W.H., 2007, The Great Neighborhood Book: A Do-It-Yourself Guide to

Placemaking

logo dell’organizzazione PPS0�

Questo diagramma è uno dei mezzi che PPS ha sviluppato per la valuta-zione degli spazi di una comunità al fine di promuovere un processo di “placemaking”. Il cerchio più interno rappresenta le caratteristiche chiave, il cerchio verde rappresenta le quali-tà intangibili e il cerchio più esterno i dati concreti.

02

2�

Page 27: modalitàPOST.IT

anche per gli interventi di riqualificazione delle piazze e dei centri commerciali: gli uni e le altre da trasformare in spazi pubblici, in luoghi di vitale interazione.Per i trasporti si afferma che “ Se si progettano le città per le automobili ed il traffico, il risultato saranno automobili e traffico. Se si progettano invece per le persone e lo spazio, il risultato saranno persone e spazio”.3 PPS considera la vasta quantità di area urbana dedicata alle macchine, al traffico e ai parcheggi come una grande opportunità per creare spazi pubblici che possano servire alla “comunità”. In questa logica i progetti per il trasporto assumono la funzione di catalizzatori di un processo che trasforma le autostrade in viali, i parcheggi in luoghi di transito ad uso misto.Per le sedi delle attività amministrative e ricreative del comu-ne, l’obiettivo è subito messo a fuoco: collegare e ricollocare le persone alle istituzioni pubbliche che le rappresentano (tri-bunali, le biblioteche, sedi del governo e molti altri ancora). Un operazione di rivitalizzazione di spazi vitali per la collettività con evidenti vantaggi sia per le istituzioni sia per le comunità che queste servono.Per i mercati pubblici, attraverso la loro assistenza tecnica, seminari, ricerche, borse di studio, corsi di aggiornamento e conferenze, PPS opera per trasformarli in spazi pubblici vitali ed essenziali quindi per lo sviluppo delle comunità: per ciò che attiene la salute, l’alimentazione, la salvaguardia delle struttu-re produttive (come le fattorie a conduzione familiare) messe a rischio dalle grandi catene produttive e distributive.Per i centri delle città, l’assunto è semplice e lapidario: le aree centrali riempiono le città di vita quindi PPS aiuta la comunità a rinnovarsi attraverso nuovi metodi e pratiche d’azione ca-paci di far emergere la vitalità di queste aree. L’approccio è ovviamente quello del “placemaking” ai cittadini; quello cioè che orienta i cittadini e i residenti a concentrarsi nel migliora-mento degli spazi più importanti per loro.In sostanza, un salto di scala nell’applicazione degli stessi principi che abbiamo visto all’opera nei precedenti ambiti fun-zionali e spaziali.Per apprezzare sinteticamente l’attività che con continuità svolge PPS, ho prodotto una mappatura di alcuni recenti pro-getti condivisi di rivitalizzazione di alcuni tratti della viabilità newyorkese, trasformati in spazi e luoghi vissuti di incontro e svago.

3 http://www.pps.org/

l 1981, Bryant Park, New York, NYPPS si è focalizzata sull’importanza dei parchi urbani e ha fatto molta at-tenzione al deterioramento e alle atti-vità criminali che sono una minaccia per i parchi: ciò ha portato alla crea-zioni di spazi multifunzionali che sono ora l’orgoglio delle comunità

03

1983,Chapel Street,New Haven, CTPPS ha ristrutturato numerose stra-de principali, corridoi commerciali urbano e reti dei trasporti attraverso un programma innovativo e tecniche Placemaking, pubblicando diversi libri tra cui “Great Corridors, Great Comu-nities”

0�

1993 - Oggi Placemaking raining,Czech Republic, Croatia , Serbia, & MontenegroIn paesi devastate da cambiamenti culturali e perdite, PPS ha aiutato a ristabilire le tradizioni delle comunità attraverso laboratory di Placemaking e attraverso l’unione di reti di diverse comunità

05

2�

Page 28: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

SPRING STRETT

FINN SQUARE

WEST BROADWAY

BLEECKER AT CHRISTOPHER

2�

Page 29: modalitàPOST.IT

ALLEN STREET

GRAND STREET

GANSEVOORT PLAZA

PETROSINO SQUAREASTOR PLACE

2�

Page 30: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

Può essere utile rilevare che l’attività di PPS ha trovato appli-cazione anche in due altri campi. Si tratta del campus univer-sitario (un’istituzione di grande rilevanza per la costruzione della città americana) e del porto, un’area che, storicamen-te itnegrata strettamente alla città, s’è andata nel corso della modernità industriale progressivamente separando dalla città, sottraendo a questo affaccio e uso delle risorse d’acqua, flu-viali o marine che fossero. E in effetti nei nei progetti di porti (da Hong Kong a San Diego a Memphis) PPS sta lavorando per reintegrare i porti, molti dei quali esclusi a causa di auto-strade, impianti ferroviari, insediamenti industriali, ai contesti urbani.Tornando al campus, l’azione parte dal presupposto che non sia sufficiente costruire un’università solo sulle specifiche necessità dei suoi programmi accademici, ma che piutto-sto si tratti di configurare una spazialità d’insieme capace di promuovere l’interazione fra coloro che partecipano alla vita accademica didattica e sociale del campus. E che sia inoltre fondamentale favorire l’interazione fra il campus e la città co-struendo nel campus uno spazio pubblico aperto alla città.Vale ora la pena di esaminare sinteticamente i fondamenti su cui si basa l’azione di PPS .Emergono con sufficiente chiarezza da quanto sin qui detto e sono, peraltro, ripresi e ribaditi di continuo nei testi che resti-tuiscono l’attività assai imponente dell’associazione. Si tratta, come già osservato all’inizio di questa scheda, dai principi del placemaking. In grande sintesi, l’azione di PPS fa riferimento alla risorsa ed al potenziale delle comunità locali. Tende cioè a far riferimen-to alla “saggezza collettiva” delle comunità; vale a dire trarre alimento, per la progettazione degli spazi, dalle conoscenze di chi abita quegli spazi, promuovendo, coerentemente, un approccio al progetto bottom up. Un approccio in grado di produrre spazi che, hanno un significato per la gente, perché risultato ed espressione dei loro bisogni e dei loro desideri. Un esito che parrebbe dipendere dalla capacità di accogliere “più gente comune possibile” nel processo di progettazione e, non di meno, di decisione. Un approccio dunque al progetto che tende a mettere in di-scussione le forme tradizionali dell’azione degli attori econo-mici, istituzionali e tecnici: una modalità arrocata, distante, calata dall’alto e basata fondamentalemente su logiche e me-todologie di definizione degli obiettivi, delle risorse, del pro-

�999-200�,Detroit, Campus Martius ParkPPS ha aiutato le comunità e il gover-no cittadino di Detroit a raggiungere l’obiettivo di creare “il miglior spazio pubblico del mondo”, Campus Mar-tius, lo storico cuore della città che una volta era un’isola di traffico isola-ta e deteriorata. Gli usi pubblici dentro e fuori del parco per persone di tutte le età e tipologia hanno portato ad una rinascita della città di Detroit

0�

30

Page 31: modalitàPOST.IT

getto, e delle decisioni che sono il risultato di una interazione tutta interna alle tre componenti appena richiamate. Un ap-proccio dunque che tende, per un verso, a superare gli impe-dimenti all’interazione fra differenti livelli istituzionali; per un altro verso, a superare la rigidità dei limiti di scopo e funzione dell’approccio tecnico; per un altro verso ancora, a superare la ristrettezza degli ambienti in cui si definiscono le scelte di interesse.Oltre a ciò e su di un altro piano, ma pur sempre coerente con quanto sin qui detto, va sottolineato che a muovere metodi e pratiche di progetto sono due convincimenti di fondo: che l’obiettivo del progetto sia quello di produrre spazio pubblico, quale garanzia di vitalià; e che la qualità del progetto dipenda dalla capacità di produrre mixitè. Entrambe le cose, ottenibili attraverso l’ascolto, il coinvolgimento, il conflitto e la media-zione. Rispetto a tutto ciò assume significato chiaro l’impegno comunitario interattivo di PPS.

31

Page 32: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

Whyte W.H., 2007, The Great Neighborhood Book: A Do-It-Yourself Guide to Placemaking

http://www.pps.org/ Portale PPShttp: / /www.pps.org/ info/p lacemakingtools/p lacemakers/wwhyte#perspectives , Informazioni riguardanti William H. Whytehttp://www.pps.org/info/bulletin/what_is_placemaking Che cosa è il placemakinghttp://blog.pps.org/ Blog del PPShttp://en.wikipedia.org/wiki/Project_for_Public_Spaces En-ciclopedia Onlinehttp://www.streetfilms.org/archives/public-space-transforma-tions/ , Portale StreetFilm, buona documetazione video

••

••

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

0�.http://www.pps.org/ 02.http://www.pps.org/info/bulletin/what_is_placemaking03.http://www.pps.org/info/newsletter/thirtieth_anniversary/greatest_hits0�.http://www.pps.org/info/placemakingtools/Books_Videos/Building_Community_through_Transportation05.http://www.pps.org/info/newsletter/thirtieth_anniversa-ry/90-9�0�.http://www.pps.org/info/projects/campus_martius

•••

IMMAGINI

Altre associazioni che si interessano di Placemaking

Place Partners: Kylie Legge and Katrina Adams sono i diretto-ri della Place Partners. sostanzialmente una società di consu-lenza, con un approccio interdisciplinare sulla creazione e la rivitalizzazione degli spazi urbani di una città. Questo approc-cio collaborativo si fonda sulla convinzione che i migliori spa-zi pubblici sono un sistema vivente di attività interdipendenti che si basano su forti relazioni di lavoro tra progettazione, svi-luppo, commercio al dettaglio, marketing e pianificazioneur-banistica. L’ obiettivo è quello di rivelare e di rispondere alle volontà di una comunità, intervenendo sullo spirito dei luoghi e quindi al genius loci che carattaerizza qualsiasi comunità.Place Partners fornisce quindi i principi guida per le decisioni di progetto,una guida alla progettazione,e gestione dello spa-zio publico. (http://www.placepartners.com.au/)Village Well: “A livello globale e locale, stiamo assistendo a

32

Page 33: modalitàPOST.IT

un ritorno alla comunità, e il ruolo delle imprese e di governo come catalizzatori per un cambiamento positivo. La rinasci-ta del borgo e quindi di una rinnovata appartenenza ad una comunità, risulta essere un’opportunità per costruire fonda-menta sicure per le generazioni future, pur godendo di tutti i vantaggi della fiorente economia locale, cultura e luoghi di significativi” questa la breve introduzione nella home page di questa associazione con sede A Melbourne Australia. Sem-bra chiaro che ll loro approccio parte quindi dalla volontà di migliorare e progettare gli spazi pubblici in cui la comunità vive. I principi cardine con cui lavora l’associazione risiedo-no nel far collaborare le comunità, le imprese e il governo al fine di creare luoghi significativi che riflettano le esigenze delle persone che li abitano: comprendere, in un certo senso, il rapporto tra il costruito, gli ambienti naturali e quelli sociali, proponendo progetti innovativi, seminari, corsi di formazione ed eventi. (http://www.villagewell.org/)PlaceMatters: crede in un informato, efficace impegno dei cittadini in sempre più complesse situazioni di pianificazione urbana e territoriale. Il loro lavoro, sostegno, è far sì che le comunità e le organizzazioni progettino attraverso un ampio coinvolgimento del pubblico e il loro sostegno per garanti-re sviluppo sostenibile e comunità vivibili. Interessante è il riferimento al loro impegno ad attrezzare le comunità di tec-niche idonee a consentire un efficace processo consultivo e, soprattutto, decisionale. Conoscenze ritenute indispensabili per democratizzare in modo radicale il processo e garantire così quella progettazione attenta ai bisognidella comunità che constituisce la ragion d’essere dellAssociazione.(http://www.playce.biz/)

Altre associazioni minori

Playce: (http://www.playce.biz/)Place Matters: (http://www.placematters.org/)Sustainable Placemaking: (http://www.sustainable-placemak-ing.org/)

•••

33

Page 34: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI 1.2 City RepairPortland

Il progetto City Repair è animato da un gruppo di “cittadini attivisti” che hanno creato nel corso della loro attività, luoghi di ritrovo pubblici e che hanno aiutato gli altri cittadini a tra-sformare in maniera creativa i luoghi dove vivono.Costituito a Portland (Oregon) nel �99� come ulteriore svilup-po di una vincente iniziativa locale che convertiva gli incroci delle strade residenziali in piazze pubbliche, City Repair ha fondato il suo progetto sull’idea che la sintesi di nuovi e più aperti approcci ai problemi socioculturali, economici e deci-sionali - in sostanza, al sistema della costruzione delle politi-che - fosse cosa necessaria per produrre sostenibilità. Di qui l’idea di richiedere spazi urbani per sperimentare e così creare luoghi per la comunità.Alla base di tutte le iniziative, sta l’idea che i progetti debbano Ispirare il cittadino a comprendere da un lato di essere parte di una comunità più grande, e dall’altro che è saggio e utile a soddisfare il proprio potenziale creativo.Aggiungiamo che l’associazione si propone di andare oltre i due obiettivi appena indicati. Suo intento infatti non è solo stimolare le persone ad essere parte della comunità, ma far comprendere che esse sono parte del sistema decisionale che definisce il futuro della comunità stessa.I vari progetti di City Repair sono stati ottenuti grazie a gruppi di volontari e con l’aiuto di centinaia di cittadini attivisti.Potremmo sostenere che una vocazione alla trasformazione dello spazio di vita e di interazione, di stampo comunitario-identitaria ed un’evidente assonanza con la tradizione delle teorie comunitarie del planning sembrano ispirare il gruppo. Almeno stando a questa loro motivazione: “vogliamo piantare i semi per una migliore comunicazione locale, rendere più for-te la nostra comunità e la nostra cultura”� Una volontà e allo stesso tempo una finalità che si traduce in un intenso ed organizzato sforzo progettuale per rendere più semplice la creazione di luoghi orientati al decoro e alla qualità degli spazi, nonché alla compatibilità ambientale. Ciò attraver-so progetti rispettosi delle connessioni fra comunità umane e mondo naturale. Progetti che si traducono in installazioni temporanee e perma-nenti, in eventi per la “comunità”, a volte con un taglio educa-zionale, in consulenza con il supporto tecnico relativo.Progetti che hanno come quadro di riferimento il campo del-l’urban design e del planning e che in tali ambiti rimandano

http://www.cityrepair.org

logo e marchio distintivo dell’asso-ciazione CityRepair

0�

34

Page 35: modalitàPOST.IT

ad impostazioni che si sforzano di integrare sostenibilità eco-logica e sociale, attraverso approcci decisionali bottom up, costruiti su principi di equità e tolleranza, nonché sull’aspira-zione a garantire identità culturale e riconoscibilità sotto ogni riguardo.Mi sembra doveroso elencare alcune attività promosse da City Repair. Un progetto che merita una citazione è l’Intersection Repair. Con questa iniziativa il cittadino viene guidato nella trasformazione di una “Intersection”, un’intersezione urbana, più semplicemente un incrocio, trasformandolo temporanea-mente in una piazza pubblica, aiutandosi con pennelli, colori, e spirito di collaborazione. Un tentativo di riaprire la città alla comunità, una nuova pianificazione urbanistica alimentata dalla creatività, dall’aggregazione, dal dialogo, al fine di pro-muovere il proprio quartiere. Un progetto che vuole incorag-giare la comunità locale attraverso una comunicazione sociale al fine fornire un senso al luogo, dando inizio alla costruzione di una comunità-quartiere vibrante.Come si evince da un intervista2, City Repair, con questa ini-ziativa vuole denunciare lo sviluppo immobiliare non regola-mentato che oggi caratterizza le città e le periferie America-ne. Si tratterebbe di insediamenti in gran parte pianificati e costruiti da developpers e professionisti orientati da interessi prettamente speculativi e dalla estraneità ai luoghi. Si spiega quindi la mancata necessità di pianificare e costruire luoghi d’incontro, piazze, sottolineano, quelli di City Repair , sono quasi completamente assenti dal panorama americano, per-ché, come nel caso specifico di Portland, le città sono state costruite principalmente per il commercio, e non di certo per la comunità, per la ricchezza dell’interazione sociale e dunque per la qualità dell’abitare. City Repair mira a “riparare le città” per renderle luoghi più vivi, e un opportunità in più per le persone che le abitano, di identificarsi ed appartenere ad una comunità. E’ interessante notare come l’iniziativa del progetto debba par-tire dal basso, proprio dalla comunità. Il singolo individuo o il gruppo deve promuovere l’iniziativa ad altri del quartiere, raggiungere un numero di partecipanti adeguato e contattare City Repair che provvederà ad ottenere i permessi dall’amministrazione. Dal gennaio 2000, l’ammini-strazione di Portland ha emanato un ordinanza che consente ai quartieri a sviluppare un proprio progetto di spazio pubbli-

2 �0 Steps to an Intersection Repair , http://www.cityrepair.org/about_ir.pdf

“Share-It Square” , una delle prime iniziative nel progetto Intersection Repair : il cittadino viene guidato nella trasformazione di una strada urbana convertendola in una piazza pubblica. diventa quindi un tentativo di riapri-re la città alla comunità, una nuova pianificazione urbanistica alimentata dalla creatività, dall’aggregazione, dal dialogo, al fine di promuovere il pro-prio quartiere

02

35

Page 36: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

co, inclusi gli incroci stradali. Attraverso un processo di coin-volgimento creativo, i quartieri sono ora legalmente abilitati a progettare e costruire luoghi pubblici, che riflettono la loro cultura locale, previa adesione di almeno l’80% dei residenti del quartiere.L’ordinanza quindi sancisce la collaborazione tra l’amministra-zione di Portland e l’associazione City Repair Fra i numerosi, City Repair ha lanciato recentemente un nuovo progetto chiamato Depave, anch’essa un organizzazione no-profit. Depave è stato pensato per ispirare e promuovere l’elimina-zione di inutili zone asfaltate o cementificate nelle aree urbane, motivando che una depavimentazione può ridurre l’inquina-mento delle acque di scolo e di conseguenza dei fiumi; che l’esubero di pavimentazione provoca l’inalzamento della tem-peratura nella stagione estiva in città e nelle periferie; che ciò, a sua volta, aumenta la necessità di potenza di energia elettri-ca per il funzionamento dei condizionatori. Nel merito Depave sottolinea come ad esempio il cemento e l’asfalto, in quote ridotte, possano essere utili per fornire l’ac-cesso per pedoni, ciclisti, automobili e disabili in sedia a rotel-le. Altresì rileva che in molte città, più della metà del territorio urbano è lastricato di strade e parcheggi, e che la riduzione al minimo di tale pavimentazione risulta essere una condizione necessaria per ripristinare l’ambiente naturale sviluppando le superfici di vegetazione urbana ed ottenendo così molteplici, benefici effetti: raffreddamento di case e uffici, ombreggiaturabreggiatura dai raggi del sole e protezione dai venti; raffreddamento da evaporazione e traspirazione della pioggia sulle foglie; valoriz-zazione estetica delle aree, ma anche benefici di natura psico-sociale associati all’aumento del verde.Depave sottolinea altri utili effetti: miglioramento della qualità mediante l’eliminazione di particelle inquinanti e di biossido di carbonio, per converso la produzione di ossigeno; nonché, su di un altro versante, riduzione dell’inquinamento acusti-co. Senza contare la mitigazione del traffico che deriva dalla piantumazione delle strade urbane. Non irrilevanti poi i posi-tivi effetti che discendono dalla ricostruzione di habitat per gli uccelli, gli insetti e altri animali selvatici. Non di meno, in-dubbiamente utile il ripristino di usi agricoli per una migliore alimentazione dei residenti.Ma vediamo di che si tratta, prendendo in esame l’evento più importante promosso, dall’associazione in collaborazione con

logo e marchio distintivo dell’associa-zione CityRepair

03

locandina pubblicitaria dell’iniziativa Fargo Garden avvenuta il 2� giugno 2008

0�

3�

Page 37: modalitàPOST.IT

��7 volontari durante il Depave Fargo Garden il 2� luglio 2008

0�

altri partners, il 2� di luglio 2008. Fargo Garden è il primo grande progetto di de-pavimentazio-ne promosso da Depave con la collaborazione di diversi part-ner tra cui, City of Portland Bureau of Environmental Servi-ces , Community Watershed Stewardship Program, Portland Brownfield Program Portland Brownfield, Towards Carfree Cities Conference e la propietaria del lotto, Angela Goldsmith. L’azione di de-pavimentazione ha previsto la trasformazione di 3000 metri quadrati di asfalto adibiti a parcheggio, in luogo d’incontro per dare inizio ad una comunità “greenspace” pro-muovendo, attraverso questo spazio coltivazioni di ortaggi, di alberi da frutto, producendo un terreno ferlite e utile per tutta la comunità Free soil! Libero suolo! è il motto che ha dato inizio alla squa-dra di lavoro, composta da un team-leader (gruppo Depave)e dalla collaborazione di ��7 volontari, tra cui due rappresen-tanti del Portland City Council. La presenza di Amanda Fritz, uno dei due rappresentati ha contribuito alla regolamentazio-

Progetto Fargo Garden, sostenuto da diversi partern: The Waypost, Towards Car-free Cities Conference, City Repair, Street Films, Fancypants Design

05

ne , in termini amministrativi, della de-pavimentazione. La sua esperienza attiva, su oltre �00 progetti di volontariato negli ultimi 8 anni, ha permesso di trasformare queste buone inten-zioni in un efficiente lavoro comunitario.Inoltre la partecipazione del Towards Carfree Cities Conferen-ce , il cui obiettivo è quello di far collaborare cittadini attivi, provenienti da tutto il mondo nella promozione di pratiche auto-dipendenti, ha reso internazionale l’evento, contando al suo interno l’adesione di una notevole presenza di persone

3�

Page 38: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

provenienti non solo dalle principali città Americane. Thiago Benicchio dal Brasile, da Toronto Andrew Munger sono stati tra i tanti aderenti all’iniziativa. Un piccolo segnale che fa riflet-tere sull’effettivo ruolo di Depave, un’associazione che coin-volge, si attiva ma soprattutto vuole educare ed ispirare altre comunità a fare lo stesso.Questo, in definitiva, il programma di Depave: fornire infor-mazioni, ispirazione, e assistenza tecnica a coloro che desi-derano agire nella rimozione di pavimentazioni inutili; educare il pubblico sui vantaggi della de pavimentazione; promuovere un responsabile e creativo riciclaggio di calcestruzzo e asfal-to; fornire l’occasione per una maggiore connessione con il mondo naturale.Tutto ciò, nelle intenzioni di Depave, attraverso Workshop, di-mostrazioni, siti internet dinamici e interattivi.

Inoltre, City Repair promuove diversi eventi annuali nella cit-tà di Portland, tra cui, il The Village Building Convergence. Un’evento, con scadenza annuale, promosso generalmente nel periodo primaverile della durata di �0 giorni.Il quartiere si assume l’incarico di realizzare, attivandosi, quei luoghi pubblici, previsti, e progettati durante l’anno. L’evento, quindi, ha come scopo l’autoproduzione degli spazi desiderati dalla comunità che vi abita. L’associazione, durante l’evento doterà la comunità degli stru-menti utili per realizzare i progetti, come citato nel sito, darà nozioni e istruzioni in merito a “permaculture design and con-struction, ecological building, and public art”.Tutti i progetti realizzati attraverso la collaborazione e l’impe-gno della comunità. Un impegno che non si limita solo alle azioni di riconversione degli spazi, per migliorarne l’aspetto, ma per costruire, attraverso workshop con attinenza alla cul-tura sostenibile, una sensibilità diffusa per i propri luoghi e spazi vitali.L’associazione, inoltre, organizza e partecipa attivamente al-l’Earth Day Celebration. Dal �970, gli Stati Uniti celebrano la Giornata della Terra duran-te il mese di aprile. City Repair organizza quest’evento annua-lamente nella città di Portland. Si tratta di una “celebrazione della cultura locale”�, coinvolge la maggior parte delle imprese locali al fine di finanziare l’iniziativa. Come dichiarato nel sito, questo evento attira ogni anno oltre �000 partecipanti invitati

3 http://www.cityrepair.org/wiki.php/projects

la comunità si attiva attraverso il blog per segnalare i possibili luoghi di por-tland da depavimentare. questi sono i luoghi segnalati dagli utenti

07

allo stesso modo depave.org segnala i luoghi potenziali di riconversione, previo accordo con l’amministrazione della città di Portland. il blog viene utilizzato come mezzo di diffusione e di adesione alle azione di depavimen-tazione

08

3�

Page 39: modalitàPOST.IT

dal mattino a prender parte a svariate attività, principalmente riguardanti il verde, il traffico, la congestione. La giornata si conclude in una parata che coinvolge l’intero quartiere.

3�

Page 40: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

http://www.cityrepair.org/ Portale City Repairhttp://www.cityrepair.org/wiki.php/projects, Progetti promo-ssi da City Repairhttp://www.cityrepair.org/about_ir.pdf, �0 Steps to an Inter-section Repair ,http://depave.org/blog/ , Blog Depavehttp://depave.org/blog/2007/��/25/help-turn-a-parking-lot-to-paradise/, Mappa collaborativa per localizzare possibili progetti Depavehttp://depave.org/blog/how-to-depave/, Progetto Depavehttp://depave.org/blog/2008/�0/0�/fargo-garden-work-party-oct-��-�2/, Fargo Gardenhttp://depave.org/blog/2008/0�/2�/june-��th-depaving-at-fargo-garden/ , Fargo gardenhttp://depave.org/blog/2007/0�/05/seoul-depavers, Il sindaco di seoul scrive un articolo a favore del progetto Depave http://newvillage.net/Journal/Issue2/2shareitsquare.html, Iniziativa Share-It Square

••

••

••

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

0�. http://www.cityrepair.org02. http://www.cityrepair.org/about_ir.pdf03. http://www.depave.org0�. http://picasaweb.google.com/depave.portland/05. http://picasaweb.google.com/depave.portland/0�.http://picasaweb.google.com/depave.portland/07. http://depave.org/blog/2007/05/�7/check-out-our-map-of-depaved-sites/08. http://depave.org/blog/2007/05/�7/check-out-our-map-of-depaved-sites/

•••••••

IMMAGINI

Free Learning Operativo : “Costruire comunità, incorag-giando la condivisione delle conoscenze attraverso mezzi non convenzionali”, Unschoolers, drop-out, homeschoolers, attraverso le competenze di diversi attivisti, ed insegnanti, http://www.flopdx.org/Friends of Trees “Seminare o piantare alberi lungo le strade della città, nelle aiuole abbandonate o degradate” L’associa-zione fa dei veri e propri progetti di giardinaggio, selezio-nando i tipi di alberi da piantare, preoccupandosi sella loro

Altre associazioni simili nella città di Portland

40

Page 41: modalitàPOST.IT

sopravvivenza. http://www.friendsoftrees.org/Growing Gardens: promuovono la progettazione di giardini per prodotti alimentari freschi, inoltre istruiscono la comuni-tà a mantenerli e prendersene cura .http://www.growing-gar-dens.org/Livable Oregon : Associazione dove, cittadini, aziende priva-te e funzionari pubblici lavorano insieme a progetti di pla-cemaking e altre iniziative volte a costruire comunità vivibili. http://www.livable.org/

41

Page 42: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI 1.3 Park(ING) DayNew York, altre città mondiali

Uno dei problemi più frequenti nelle città metropolitane è la crescente scarsità di spazio per scopi ludici e ricreativi o più semplicemente di spazi per il relax. Più del 70% degli spazi urbani di San Francisco e New York sono dedicati al posteggio del veicolo privato, mentre solo una minima parte di questi vengono destinati ad un utilizzo di tipo ricreativo.ll nome PARK(ing) deriva da un gioco di parole che rive-la un doppio significato: parking inteso come parcheggio, e Park(ing) invece come azione di trasformazione del parcheg-gio in parco. Facili intuire, quindi, cosa possa essere il PARK(ing)Day. Esso è un evento globale incentrato a New York in cui artisti, attivi-sti, e cittadini collaborano per trasformare temporaneamente alcuni spazi destinati alla sosta.Un’iniziativa, il Park (Ing) Day N.Y.C., esito dello sforzo con-giunto di quattro organizzazioni, la New York City Street Re-naissance e i suoi partners, la T.A. (Trasportation Alternatives), Open Planning Project, The Trust for Public Land.L’associazione capofila dell’iniziativa è attiva con progetti e perfomance che hanno come fulcro la trasformazione delle strade in spazio pubblico, partendo dalla convinzione che le strade costruiscono l’anima dei quartieri, ne sono lo spazio vitale, la trama che consente l’interazione sociale e la costru-zione del senso di appartenza. Una convinzione ben radicata nella cultura di quella che potremmo definire la tradizione di un planning alternativo americano, assai vivace dagli anni ’50 e ’�0 e nel cui solco sembra collocarsi l’associazione, non a caso fondata, come le altre coinvolte, all’inizio degli anni ’70.La Trasformation Alternatives è un’organizzazione no-profit sorta per “liberare” le vie di New York dalle macchine, soste-nendo così pedoni, biciclette e trasporto pubblico, in nome di una città a dimensione d’uomo, friendly, come si può leggere nel sito. È interessante notare che essa è fondata nel ’73, nel periodo in cui si forma e rapidamente consolida una coscienza ambientale; coscienza che porta al Clean Air e Clean Water Act e alla costituzione della Environmental Protection Agency. Al-tresì opportuno segnalare che essa è cresciuta nel tempo sino a contare oltre �000 membri in tutta New York e dintorni e che grazie alla sua forza è in grado di promuovere numerosi eventi anomali, come il New York City Century e il Tour di Brooklyn, del Bronx e del Queens in bicicletta.Ancora no-profit è la Trust for Public Land, un’agguerrita as-sociazione che vanta nelle sue attività più di 3500 progetti di

logo e marco distintivo dell’iniziativa Park(ing)Day

0��

i � loghi dei partners del national Park(ing)Day

02�

42

Page 43: modalitàPOST.IT

riqualificazione di aree disseminati in oltre �7 stati del terri-torio nazionale. Nel merito è l’associazione che organizza dal 2007 il Il Park (Ing) Day nazionale e che, per tale scopo, si offre come terminale di riferimento per le iniziative locali che come vedremo fra breve, nel frattempo si sono sviluppate.Infine l’Open Planning Project, anch’essa no profit, caratte-rizzata da un largo spettro di interessi sociali e, come le pre-cedenti, da un approccio tipico del collaborative planning. In particolare, l’associazione si distingue per la sua specializza-zione nelle strumentazione tecnologica necessaria per quello che potremmo definire empowerment civico e così favorire, fra l’altro, pratiche di decisione garantite dal basso. E ad essa è affidato, appunto, il compito di costruire la piattaforma tec-nologica connettiva e interattiva indispensabile alle attività dell’intera rete associativa. Tornando all’iniziativa, dunque, essa, attraverso il sostegno progettuale, tecnico e parzialmente pecuniario offerto da indi-vidui o piccoli grupi, promuove la trasformazione di più di 50 parking dislocati nei 5 quartieri di New York City, in dei luoghi piacevoli per la comunità che vi abita. In sostanza, piccoli spazi pubblici temporanei che forniscono un po’di sollievo alla realtà caotica di New York e allo stesso tempo un luogo collettivo di dialogo in cui riconoscere l’idea condivisa che la comunità desidera.Un’attività che si è dilatata e che oggi fa di PARK(ing)Day un evento internazionale che trasforma, anche se per un giorno solo l’anno, oltre 200 parcheggi in 50 città nel mondo, in af-fascinanti spazi pubblici e luogi di aggregazione comunitaria.Ricostruire questa breve e intensa storia mi pare cosa utile.Tutto sembra avere inizio il 29 Ottobre 2005, quando l’asso-ciazione Transportation Alternatives (T.A.) da il via ad un’occu-pazione temporanea di un parcheggio a Bedford Avenue a Wil-liamsburg Brooklyn. Utilizzando semplici materiali , viene così creato il primo “parcheggio abusivo”, offrendo gratuitamente un luogo in cui depositare le proprie biciclette e soprattutto, un posto per sedersi e parlare con amici e sconosciuti. E’ un successo immediato, che conquista l’attenzione di una buona parte della stampa. L’aspetto positivo che viene in par-ticolar modo rilevato è che l’azione abusiva ha portato la gen-te a riflettere su come 50 centesimi di $ all’ora fosse un prezzo equo per un così utile spazio pubblico, e, nel caso di una sua efettiva utilità, se utilizzarlo esclusivamente come parcheggio auto.

locandina pubblicitaria dell’ainiziativa nella città di Philadelphia: “istruzione per l’uso”

03�

43

Page 44: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

A questo punto occorre osservare che pressoché nello stesso momento e allo stesso modo nella west cost ci si poneva le stesse domande e si agiva. Infatti, poche settimane dopo l’ occupazione a Brooklyn, la sede di San Francisco dell’ Arts collective REBAR lanciava il PARK(ing) Day a San Francisco. Il successo nelle due città è alla base di una rapida diffusione di iniziative in molte altre città americane. Iniziative che fanno riferimento al Trust Pu-blic Land, che diviene una sorta di ente di collegamento, di certificazione della natura no profit delle iniziativa stessa e di supporto garantendo il contributo creativo di Rebar. A questo punto siamo in presenza di due diverse organiz-zazioni, quella Newyorkese e quella Californiana. Entrambe promuovono, come sviluppo della sperimentazione iniziale, un Park(ing) Day: New York in autonomia anche se con ri-ferimento al Trust come garante, e concentrata sull propria conurbazione; mentre il Trust, col supporto di Rebar, cura l’estensione del Parkin(ing) Day a livello nazionale.Un evento , quindi, di grande scala e portata che si proponeva di generalizzare la possibilità per le semplici e normali perso-ne di rivendicare la trasformazione degli spazi dei parcheggi in luoghi pubblici pieni di vita. Nel 2007 il Tramsport Alternative (TA), in collaborazione con l’Amministrazione Pubblica, ha lanciato il Park (Ing) Day NYC, portando l’evento newyorkese al successo internazionale. La manifestazione è caratterizzata da 25 parcheggi. Ogni spa-zio e’ stato organizzato individualmente da compagni e alleati che comprendevano dirigenti, artisti, architetti e urbanisti, so-stenitori e cittadini. Nel giro di 3 o � anni, dunque, si sono moltiplicate le aree d’intervento e le città, nel paese e fuori, sino a coinvolgere una ventina di città europee.Per tornare al Il Park (Ing) Day di NYC, quest’anno esso ha in progetto di raddoppiare le postazioni da dedicare all’evento che saranno così 50, con più Park(ing)spot nel Brooklyn, nel Bronx, a Manhattan e nel Queens. Non solo, è significativo osservare che l’evolversi del progetto ha suscitato interesse non solo nella comunità degli attivisti, ma anche fra designer di grande fama chiamati ad assistere i cosìdetti “costruttori di parcheggi” Un´altra novità per il 2008 è anche il Park(ing) REDUX. Si è trattato di un’esposizione di progetti che ha messo in evidenza una accurata selezione dei parcheggi ri-convertiti della città,

allestimento di due parcheggi durante il national Park(ing) Day.

03�

44

Page 45: modalitàPOST.IT

con foto e video, successivamente consultabili anche in rete.Occorre ancora aggiungere che sempre a N.Y., a partire dal-l’esperienza Park(ing), e a testimonianza del suo successo, i promotori - e cioè T.A. e C.S.R. e O.P.P. – hanno deciso di impegnarsi in un nuovo campo per avvicinare cittadini e co-munità al tema del riuso e della riappropriazione della strada.Si tratta del Block Party N.Y.C. un’iniziativa, ora con scadenza assai intensa, quasi settimanale, organizzata su sollecitazione locale e col pieno accodo dell’Amministarzione.Con l’occasione, la strada individuata viene chiusa per un giorno (dalle �0 alle �8), e diviene luogo di un festoso incon-tro organizzato con l’accordo dei negozi di alimentari e di altri prodotti della zona e, nel contempo, luogo di discussione e confronto sui problemi, a cominciare da quello del traffico, della comunità e , naturalmente, sui modi di risolverli; oltre che, luogo, per non dimenticare il mandato originario delle associazioni organizzatrici, di riappropriazione delle superfici destinate a parcheggio.È importante sottolineare che per l’occasione viene offerto alla comunità l’aiuto di un planner che, per la durata della festa, presta, in un dialogo continuo, il suo contributo di conoscen-za, accettando di metterlo in discussione.Un’ulteriore osservazione concerne la funzione che, nel rapi-dissimo sviluppo dell’iniziativa, ha svolto l’attivazione e l’im-plementazione di un blog, con le molteplici funzioni che ha dovuto sin qui assolvere. Per farsene un’idea, possiamo dire che, nel sito prodotto dall’associazione, si può accedere a dei tutorial che hanno il ruolo “cruciale” di aiutare a creare un Park(ing). Oppure attraverso il blog si da la possibilità di pro-porre suggerimenti per gli eventi del Park(ing) Day.La sezione links, poi, permette di conoscere ed entrare in con-tatto con i partecipanti di altri Park(ing), oltre a visionare le immagini e i video relativi ai park(ing) Day passati.il portale web inoltre ci permette di segnalare attraverso l’uti-lizzo di google map, i possibili Park(ing)spot, sostanzialmen-te le proposte possibili di parcheggi da riconvertire durante l’evento. Questa modalità di interazione, si evidenzia nel sito, tra attivisti e associazione, permette una pianificazione vera e propria dei luoghi su cui intervenire provvisoriamente. Il por-tale infine, applicando questa modalità, attiva inconsapevo-lemnete un network collaborativo in grado di organizzare le azioni, non solo individualmente, ma con l’aiuto di altri “city-user.”

blog interattivo del park(ing) Day NYC. i girasoli stanno a rappresentare tutti i park(ing) spot approvati dal Trust Pu-blic Land per l’evento del �8.�0.2008 nella sola città di NYC. Il cittadino, attraverso questa mappa, aveva la possibilità di segnalare un possibile park(ing) spot da riconvertire, docu-mentando, attraverso testo o foto, le possibili idee in merito. il vantaggio di questa mappatura libera e interat-tiva, ha permesso anche “al vicino di casa” di aderire alla riconversione, costruendo così una rete invisibile autorganizzata e comunitaria di azioni puntuali sulla città

03�

45

Page 46: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

Infine, per intendere entità, pervasività e fortuna dell’iniziativa, specie di quella neyorkese, è fondamentale cogliere l’esplicita connessione fra Block Party, la comunità locale (Community Board), l’insieme delle comunità della città (Mayors Commu-nity Affairs Unit) e il Sindaco della città. In questa catena cruciale è il ruolo svolto dalla CAU di tramite fra le iniziative dei vari boroughs e comunità e l’amministra-tore centrale. In altri termini, è essenziale comprendere come Park(ing), in tutte le sue manifestazioni, poggi su di una solida e sperimenta-ta struttura gestionale comunitaria; alla quale, probabilmente, possiamo ricondurre il successo ed il rapido diffondersi delle iniziative del pool di associazioni ch stiamo esaminando.

portale web del Block party, l’home page invita chiunque ad iscriversi e proporre un ipotetico “blocco stra-dale”. il web diventa strumento di comunicazione tra i city-user, per or-ganizzarsi, consigliarsi e aderire alle diverse iniziative

03�

4�

Page 47: modalitàPOST.IT

http://parkingdaynyc.org/ Portale di riferiemnto al parking day di NYChttp://www.nycsr.org/ Portale di riferimento del NYC Renais-sancehttp://topp.openplans.org/ Portale dell’Open Planing Projecthttp://www.transalt.org/ Portale del Trasformation Alternativehttp://www.tpl.org/_ Portale del trust for Public Landid=22093&folder_id=3�28http://blockpartynyc.org/ Portale di riferimento del’iniziativa Block partyhttp://www.rebargroup.org/index.html Portale REBARhttp://www.nyc.gov/html/cau/html/about/about_cau.shtml Informazioni riguardanti il CAU: Mayor’s Community Affairs Unit http://www.streetfilms.org/archives/parking-day-2008-nyc/ Portale StreetFilm, buona documetazione video

•••••

••

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

0�. http://blog.parkingdayphilly.com/wp-content/up-loads/2008/07/pday_poster5.jpg02. http://parkingdaynyc.org/03. http://www.tpl.org/tier3_cd.cfm?content_item_id=22093&folder_id=3�28 02. http://parkingdaynyc.org/spots0�. http://www.flickr.com/photos/87�827�@N03/287�9���8�/05. http://parkingdaynyc.org/spots0�.http://blockpartynyc.org/

••

••

IMMAGINI

Albuquerque,Anchorage, AK, Atlanta, Ardmore PA, Austin Bakersfield CA, Birch Run MI, Boulder CO, Boston, Charle-ston, Charlotte, Chattanooga, Chicago, Cincinnati, Cleve-land OH, College Station TX, Costa Mesa CA, Columbus OH, Dallas, Denver, Des Moines, Eugene OR, Flint, Goleta CA, Grand Rapids, Greenfield MA, Hillsboro OR, Hollywood FL, map, Honolulu, Ithaca NY, Irvine CA, Jacksonville, Kenosha WI, King of Prussia PA, Lake Worth FL, Las Vegas, Lauder-dale Lakes FL, Lexington KY, Logan UT, Loganville GA, Los Angeles, Madison WI, Miami, Milwaukee WI, Minneapolis , Monterey CA , Morgantown WV, Mount Holly NJ, Newark NJ, New Haven CT, New Orleans, New York City, Oakland CA, Or-ange County, Orlando, Palm Beach Gardens FL, Pasadena CA,

Città che hanno aderirto nel 2008 al National Park(ing) Day

4�

Page 48: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

Philadelphia, Pittsburgh, Plantation FL, Portland OR, Red-wood City CA, Rochester NY, Sacramento CA, St. Louis, St. Paul map, Salt Lake City, San Diego, Sanford FL,San Fran-cisco, Santa Monica, Sausalito CA, Seattle, Spartanburg SC, Springfield IL, Syracuse, Tallahassee, Tampa, Tempe, Troy MI, Tulsa, Tucson, Washington DC, Waukegan, IL, Wenatchee WA, West Palm Beach FL.

Amsterdam - Olanda, Brisbane - Australia, Leeds - GranBre-tagna, Lisbona - Portogallo, Melbourne e Victoria - Australia, Milano - Italia, Monaco - Germania, Perth - Australia, Rio de Janiero - Brasile, Rotterdam - Olanda, Santiago de los Cabal-leros - Repubblica Domenicana, Sydney - Australia, Toronto - Canada.

Ogni città presente nell’elenco ha un proprio blog, con foto, testi, video, che testimoniano l’azione di riconver-sione del parcheggio nella giornata dell’evento nazionale del Park(ing) Day 2008. Potete trovare altre informazioni a questo link: http://www.tpl.org/tier3_cd.cfm?content_item_id=22�00&folder_id=3�28

••

••

4�

Page 49: modalitàPOST.IT

Pagina Vuota•

4�

Page 50: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI 1.4 ChiamaMilanoMilano

Simbolo distintivo dell’associazione ChiamaMilano disegnato da Oliviero Toscani. Ad ogni numero è associa-ta una zona del comune di Milano. l’utente può interagire attraverso l’uso di questa tastiera, individuando l’area su cui esprimere una propria idea o dissidenza

0�

Mappa interattiva in cui segnalare e aprire dibattiti collaborativi. Le ri-cerche possono essere effettuate at-traverso � sezioni: spazi, argomenti, tempi, notizie

02

ChiamaMilano è uno spazio interattivo a disposizione dei citta-dini che nasce nel 2002 e si sviluppa grazie a tutti coloro che vogliono esprimere idee o raccontare notizie e curiosità, pro-porre progetti e contenuti innovativi sulla metropoli milanese, per poterla rendere più vivibile e aperta.“A Milano si può vivere felicemente, non è necessario rasse-gnarsi al grigio. Per questo è nata una fondazione a servizio della gente, che vuole collaborare con le istituzioni e che conta sull’aiuto di tante persone intelligenti” � Con queste parole Milly e Massimo Moratti, hanno dato ini-nizio al progetto “Chiamamilano”. la fondazione che vuole ri-spondere alle domande dei milanesi sulla città. Il nucleo promotore della Fondazione è costituito da: Milly Moratti, Massimo Moratti, Marina Spadafora, Nico Colonna, Stefano Boeri, Carlo Paris, Guido Rossi, Francesca Luchi, Virginio Colmegna, Giacomo Leva, Lella Costa, Gino Rigoldi, Marco Roberto Cabassi, Chicca Nicoletti, Pierfrancesco Bar-letta. Si tratta dunque, di un progetto per la città, la tappa di un per-corso per dar voce ai milanesi. Con un simbolo che richiama una tastiera telefonica, con i numeri delle nove zone della città, la Fondazione vuole essere un punto di riferimento per i milanesi, attraverso due principali strumenti di comunicazio-ne: il portale internet e il giornale, un periodico mensile. Portale internet. Il sito www.chiamamilano.it vuole denunciare e risolvere i problemi cittadini, proponendo soluzioni, divul-gando iniziative, e richiamando l’attenzione su temi di parti-colare interesse. il portale da la possibilità all’utente di inserire le proprie se-gnalazioni e i propri progetti in � sezioni definite da � criteri: spazio, tempo, argomenti, notizie.Spazio: in questa sezione è possibile localizzare in una delle nove zone di Milano la segnalazione. Tempo: Le segnalazioni possono riguardare il passato, cioè i progetti in fase di realizzazione o già avviati dall’Amministra-zione cittadina, da privati, associazioni, comitati e singoli cit-tadini o il futuro, cioè i progetti e i desideri dei cittadini per la città.Argomenti: questa sezione è organizzata per categorie, al cui interno si è invitati a collocare le segnalazioni.Questo l’elenco: ambiente, arte e cultura, comunicazione, la-

� Dilauro, Milly e Massimo Moratti, un nuovo sito per la città. in Libero 23 marzo 2002

50

Page 51: modalitàPOST.IT

Elementi cliccabili della guida interat-tiva, inclusi nella sezione Spazio: nu-merazione ed elenco dei quartieri rife-riti alle 9 zone del comune di Milano

0�

voro ed economia, pubblica amministrazione, sanità, scuole e formazione, sport e tempo libero, trasporti, vivibilità, volon-tariato.E’ interessante notare come l’elenco copra le tematiche fonda-mentali della vita urbana. Le voci sembrano corrispondere ad una canonica partizione e organizzazione dell’amministrazione della città. Peraltro, la scelta di una stretta aderenza alla strut-tura amministrativa pare esprimere (oltre a garantire un’im-mediata comparazione) ed evidenziare lo sguardo ravvicinato e critico dell’Associazione.Fuoriescono dallo schema, rafforzandolo però, le ultime due voci: vivibilità e volontariato.La prima sembra concepita per accogliere un ampio arco di , per tema, taglio e localizzazione. proposte, puntuali e circo-scritte o di maggior respiro, rese tutte comunque omogenee dal valore aggiunto che arrecano proprio in termini di vivibi-lità.Sembrerebbe essere la categoria riassuntiva: quella, cioè, che esprime la finalità del progetto e dunque la voce cui ricondur-re le segnalazioni. La seconda sembra richiamare esplicitamente uno dei riferi-menti principali del progetto. Riferimento essenziale per sod-disfare l’obiettivo del coinvolgimento attivo e, per tale via, pro-blematizzare il rapporto società-politica, società-istituzioni.Notizie: una sorta di finestra sulla città curata dalla redazione di Chiamamilano, in cui vengono pubblicate notizie dai quar-tieri, inchieste, pareri degli esperti sulla città che “cambia, che cambierà, che dovrebbe cambiare”.� Anche in tal caso è interessante osservare la struttura di que-sta sezione.

Con “qualità dell’aria” si esplicita un tema e problema fon-damentale della città e dei cittadini e lo si pone al centro di una continua e aggiornata informazione Con “ChiamaMilano” s’aggiorna l’informazione e la rifles-sione su di una serie di “grandi progetti” e, più in gene-rale iniziative alle quali partecipa o di cui è protagonista ChiamaMilano. Per citarne alcune: Educaria, campagna di informazione e sensibilizzazione, condotta nelle scuole elementari e medie, sul tema dell’inquinamento; AbitaMi-lano, ricerca-sondaggio in collaboraione col Politecnico di Milano sul vissuto e l’immaginario dell’abitare a Milano;

�  http://www.chiamamilano.it/

copertina del giornale ChiamaMilanoopertina del giornale ChiamaMilano03

51

Page 52: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

Fa la cosa giusta, fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili organizzato da “Terre di mezzo”.Con le sezioni “Giornale”(su cui torneremo fra breve), “Archivio - Notiziari online” si garantisce una puntua-le informazione, di cadenza settimanale, sulle vicende milanesi, su ciò che concerne la sua trasformazione in atto o progettata. Notizie e pensieri: sull’andamento del mercato delle case; sui progetti speculativi conseguenti l’approvazione della legge regionale seulle aree a vincolo decaduto; sui tentativi di colpire (“la guerra dei Kebab”) le attività commerciali gestite da stranieri; su vari proget-ti di riqualificazione di parti della città (il mercato storico di via Benedetto Marcello; la Ztl del quartiere cinese) (“la guerra dei carrelli”); sull’Expo 20�5, oggetto di costante e preoccupata attenzione; nonchè, ovviamente, sugli al-tri grandi e discussi progetti di trasformazione delle aree centrali della città, costantemente al centro dell’attenzione e oggetto di continue iniziative di opposizione e, talvolta, di controprogetti.Con la voce “Links” si documenta, zona per zona, la rete delle connessioni, la portata delle interazioni, la trama su cui poggiare il lavoro di documentazione, comunicazione, progettazione ed azione che ChiamaMilano intende svol-gere e garantire.Con “Inventa città” si fa spazio, invece, alle proposte dei cittadini. Si tratta di una multiforme offerta di idee di riar-redo, ripavimentazione, illuminazione, rinaturalizzazione; riqualificazione, in generale, di spazi, scorci, strade, piaz-ze, edifici privati e pubblici, stazioni della metropolitana . Un’offerta creativa e artistica, che ricorre spesso alla tec-nica del fotomontaggio, al confronto spesso impietoso, fra lo stato attuale delle cose ed uno possibile. Una sorta di collage di tessere per la città di domani.

Da segnalare infine un ultimo spazio: Chi siamo. Si tratta di una sorta di voce articolata che spazia dalla dichiarazione della missione dell’associazione alla rassegna stampa relativa alle sue iniziative, all’indicazione di queste (si tratta anche di par-tecipazioni ad altrui iniziative), all’elenco dei contatti.Una voce che consente di apprezzare con efficacia obiettivi, attività, relazioni; in altri termini: senso e collocazione, quanto meno, culturale dell’Associazione.Fra le varie iniziative e progetti qui illustrate, di una vorremmo dire più diffusamente.

Elementi cliccabili della guida interat-tiva, inclusi nella sezione argomento: elenco degli argomenti su cui poter associare la propria annotazione

05

Elementi cliccabili della guida inte-rattiva, inclusi nella sezione tempo e notizie: la ricerca delle diverse anno-tazione rilasciate dai diversi city-user sono catalogate in un database, per-mettendo così una ricerca per data di pubblicazione oppure per notizie o temi maggiormente trattati o com-mentati

0�

52

Page 53: modalitàPOST.IT

Si tratta del “Negozio civico”, uno spazio di �50 mq. nel centro di Milano (Largo Corsia dei Servi), aperto tutti i giorni dalle �2 alle 20. Come si legge nel sito, si tratta di uno spazio reale di incontro, di circolazione e scambio di informazioni e cono-scenze, di organizzazione di attività ed eventi. E’ dunque uno spazio di visibilità e proposta per singoli citta-dini, per Comitati, per Associazioni. E’ altresì, una sorta di grande Archivio aperto, di documen-ti, relazioni, fotografie e quant’altro concerne problemi, de-nunce, proposte, relative alla vita della città, con particolare riguardo per l’ambiente e la qualità della vita quotidiana. E’, ancora, un luogo per attivare coinvolgimento e partecipazio-ne. Ma è anche un luogo a servizio dei cittadini. Si vedano: lo sportello attivato a tutela del consumatore; lo sportello integrato di famiglia; lo sportello di orientamento legale con particolare attenzione alle questioni del lavoro e alle relazioni

con la pubblica amministrazione e, naturalmente, ai problemi della popolazione immigrate. Insomma, un’articolata attività di ascolto e sostegno.Il portale può essere consultato da tutti, anche da chi non pos-siede un computer, perché è data la possibilità di connettersi in alcune librerie della città, dove anche chi non sa “navigare” sarà aiutato da personale esperto.Lo spirito dell’iniziativa può essere ulteriormente chiarito da questa citazione: “Vorrei che questo portale fosse uno spazio di risonanza, di dibattito tra tutti i cittadini. Perché il milanese si sente spesso umiliato nel non essere coinvolto nelle scelte

Negozio Civico: all’interno è appesa su di una parete una grande map-pe di Milano in cui poter archiviare, attraverso documenti, relazioni e fotografie, i materiali sulle 9 zone della città. Uno strumento utile per far circolare le idee e le segnalazioni dei cittadini.

07 Il negozio civico: spazio libero a di-sposizione per tutte le associazioni, comitati o gruppi che necessitano di uno spazio per riunirsi, farsi conosce-re e proporre attività, progetti, labo-ratori, eventi. Una iniziativa gratuita e orientata al miglioramento della quali-tà della vita della città di Milano

08

53

Page 54: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

che lo riguardano, mentre lo spazio della città è il luogo dove aiutarsi e partecipare attivamente”�

Altro strumento di comunicazione e divulgazione, si diceva, adottato dalla fondazione è il giornale, realizzato con il coor-dinamento milanese delle testate di zona e distribuito, inizial-mente ogni mese, oggi con una frequenza meno frequenteL’obiettivo è quello di fornire ai lettori dei giornali di zona, già informati in modo puntuale sul loro quartiere, una visione d’insieme dei problemi e dei progetti concernenti l’intera città. La fusione delle due dimensioni dovrebbe favorire una cono-scenza meno angusta, più aperta e dialettica, promuovendo una cittadinanza più consapevole.In definitiva, attraverso il proprio portale web e un periodico mensile, Chiamamilano raccoglie voci, bisogni e proposte per una città migliore, informando i cittadini e denunciando i mille problemi della città.

Possiamo tornare ora agli scopi della fondazione : In primo luogo, secondo quanto già detto, fornire ai cittadini milanesi gli strumenti di comunicazione, di contatto e di utilità comune atti a consentire l’esame e la discussione sui vari temi di interesse della Città; nonché fornire l’accesso ai programmi elaborati e alle decisioni prese dalle istituzioni locali, per ac-quisire informazioni e conoscenze in modo continuativo. in secondo luogo, e si tratta di un’ambiziosa forma di attiva-zione di iniziativa locale, promuovere e contribuire a realizzare progetti sulla Città ai quali gli abitanti partecipino attivamente, anche dal punto di vista ideativo e progettuale. In sintesi La missione che si prefigge l’associazione è dunque sviluppare e diffondere le conoscenze sulla Città e nel contem-po la progettazione partecipata. Detto altrimenti, contribuire in modo propositivo al miglioramento di Milano, favorendo nuove modalità di comunicazione tra le persone, ascoltando i bisogni e le idee dei cittadini milanesi e trasformando alcune di queste in progetti concreti e sostenibili. Tutto ciò utilizzando il supporto di competenze professionali specifiche e di una attività di lobbying per la loro affermazione e realizzazione.Per concludere e meglio comprendere l’azione di ChiamaMila-no vale la pena di render conto della prospettiva opposizione svolta dall’Associazione rispetto ad uno dei più rilevanti ed impattivi grandi progetti portati avanti dalla Amministrazione

3 Dilauro, Milly e Massimo Moratti, un nuovo sito per la città. in Libero 23 marzo 2002

54

Page 55: modalitàPOST.IT

comunale: quello concorrente l’area Garibaldi - Repubblica.Alla proposta dell’Amministrazione ChiamaMilano ha contrap-posto un proprio progetto. Direi, un vero e proprio contropro-getto che senza sconvolgere parametri ed indici urbanistici mostra, grazie proprio allo strumento progettuale, le possi-bilità di riqualificazione ambientale della iniziativa. Uno sforzo realistico di progetto giustificato dalla consapevolezza, diffusa e raccolta da ChiamaMilano d’essere “di fronte ad una occa-sione storica nel centro della città, ad una scommessa che non possiamo perdere nella ridefinizione degli spazi fruibili dai cittadini. E’ in gioco quell’equilibrio tra costruito e spazi vuoti e verdi che contribuisce a determinare la qualità della vita di ciascuno di noi”.� Queste le ragioni di una proposta che riprende quanto sug-gerito negli anni da abitanti, associazioni e comitati affinché il verde pubblico sia davvero pubblico ed usufruibile, con per-corsi in continuo, non sia cioé “condominiale” o frazionato in fazzoletti di terra.Queste le ragioni di una proposta che, non a caso, si intitola: Il Parco (è) Possibile.

Naturalmente, tutto prende avvio dalla constatazione che a Milano ce n’é poco, di verde (calcolato, tra l’altro, con mo-dalità assai discutibili e cioé considerando anche il cosiddet-to “verde di arredo stradale” come aiuole spartitraffico, fila-

� http://www.chiamamilano.it/media/files/garepparcopossprog.pdf.

Planivolumetrico Parco (è) Possibile, promossa dall’associazione ChiamaMilano: veduta da Viale della liberazione

09

55

Page 56: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

ri alberati e rimasugli di giardinetti e aiuole), che quel poco versa in cattive condizioni, che l’inquinamento dell’aria, assai elevato obbligherebbe un’Amministrazione consapevole non solo a contenere nuove volumetrie ma ad esigere con severità che ogni operazione immobiliare fosse dotata del massimo di spazi verdi. E certamente - qui vi è una nota polemica verso alcuni progetti correttivi di tale carenza - non praticando la trasformazione del verde orizzontale a disposizione di tutti in verde “verticale” a portata di mano dei soli residenti. In particolare, le pesantissime volumetrie previste al Garibal-di-Repubblica avrebbero dovuto per lo meno garantire, in luo-go di giardini frazionali, la realizzazione di un grande polmone verde capace di favorire la depurazione dell’aria dai veleni che Milano é costretta a respirare ed offrire ampi spazi pedonabili e ciclabili per tutti (anziani e bambini compresi)

Planivolumetrico del Progetto promosso dall’Amministrazione: veduta da Viale della liberazione

�0

Chiamamilano, come si osserva nel sito, ha voluto fornire la riprova che, quando la volontà é quella di determinare vantag-gi per i cittadini, é possibile raggiungere risultati straordinari. Infatti, il progetto presentato, Il Parco (è) Possibile dimostra che, non modificando le citate volumetrie (non per questo, va segnalato, vengono avallate), il verde a disposizione dei citta-dini può addirittura raddoppiare e costituire un parco urbano degno di questo nome. Dimostra che é possibile sviluppare le volumetrie dove insistono i diritti, contenerne l’altezza ai fini dell’impatto sullo skyline; inoltre che é possibile salvare il ver-

Veduta d’insieme: sopra cio che prevede il Progetto attuale. sotto: la proposta del progetto il Parco (è) Possibile

��

5�

Page 57: modalitàPOST.IT

de di prossimità all’Isola recuperando la Stecca degli Artigiani per ricavarne servizi comunali legati alla salute, al mondo del-la scuola e della cultura.Quindi, una proposta che parte dal verde. Ma che non si ferma al verde. Altresì una proposta rivolta all’Amministrazione ed alle parti sociali “affinché il percorso dei vari Programmi Inte-grati di Intervento e di Recupero non resti scandito dai ricorsi al TAR ma venga invece affrontato con spirito costruttivo e lungimirante una stagione partecipativa sino ad oggi solo ga-bellata e mai praticata nella realtà.” 5

Il progetto è stato, ovviamente, inserito sul programma Goo-gle Earth. Ciò denota una volontà dell’associazione di renderlo il più accessibile e visitabile virtualmente dal pubblico. Grazie agli strumenti partecipativi di Internet, si sottolinea nel sito, il progetto virtuale diventa lo spunto per un dibattito concreto, aperto alla cittadinanza. La tecnologia 3d si trasfor-ma in una piattaforma partecipativa, in grado di ospitare il social network dei cittadini interessati al futuro di Milano.Come si rileva ancora nel sito, “soluzioni finora riservate a progettisti e ingegneri diventano alla portata di tutti, con un gesto innovativo che può aprire una nuova fase nella gestione dei grandi progetti urbanistici”.� Ciò che si vuole sottolineare, riprendendo le finalità comples-sive di ChiamaMilano, è che l’iniziativa sperimenta un atteg-giamento aperto al confronto tra la società civile e i soggetti propositivi delle grandi opere di interesse pubblico: una sorta di Blog 3d volto alla ricerca della verifica e del consenso sulle scelte attraverso il dibattito in rete. Google Earth, insomma, viene utilizzato in una modalità innovativa, non solo come ri-produttore virtuale della realtà geografica attuale, ma come laboratorio plastico di un mondo futuro possibile, e auspica-bilmente migliore.

5 ibidem

� ibidem

Progetto Parco (è) Possibile: schizzi di ipotetiche tipologie edilizie

�2

5�

Page 58: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

Dilauro, Milly e Massimo Moratti, un nuovo sito per la città. in Libero 23 marzo 2002. http://www.chiamamilano.it/cgi-bin/te-sto2.pl?pmid=5&pos=3Carlotta Magnanimi, quanti sono i cyber ecologisti, in La Re-pubblica 3 febbraio 2007. http://www.chiamamilano.it/cgi-bin/testo2.pl?pmid=5&pos=5Lorenza Margherita, la città alternativa di ChiamaMilano in Acido Politico marzo 2007. http://www.chiamamilano.it/cgi-bin/testo2.pl?pmid=5&pos=5Massimiliano Mingoia, Al Battesimo “ChiAMA Milano”, per ri-tornare a vivere la città in Il Giornale 23 marzo 2002. http://www.chiamamilano.it/cgi-bin/testo2.pl?pmid=5&pos=3Filippo Poletti , Grande successo per ChiamaMilano, In Il Nuo-vo 2� giugno 2002. http://www.chiamamilano.it/cgi-bin/te-sto2.pl?pmid=5&pos=5Annachiara Sacchi, Moratti: ecco il “portale” per dialogare con la Città in il Corriere della Sera, 23 marzo 2002. http://www.chiamamilano.it/cgi-bin/testo2.pl?pmid=5&pos=3Rodolfo Sala, “Una Fondazione per la città”in La Repubblica, 23 marzo 2002. http://www.chiamamilano.it/cgi-bin/testo2.pl?pmid=5&pos=3

s.a., “ChiamaMilano” Sito e giornale per raccogliere le voci della città in Il Giornale 23 marzo 2002. http://www.chiama-milano.it/cgi-bin/testo2.pl?pmid=5&pos=3s.a, Siti Caldi in Il Mondo 8 novembre 2002. http://www.chia-mamilano.it/cgi-bin/testo2.pl?pmid=5&pos=5s.a, Un Giornale per chiamaMilano della Moratti in Prima Co-municazione aprile 200�, http://www.chiamamilano.it/cgi-bin/testo2.pl?pmid=5&pos=5

http://www.chiamamilano.it, Portale Chiama Milanohttp://www.chiamamilano.it/media/files/garepparcopossprog.pdf. Documetazione del progetto il Parco (è) possibile

••

•••

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

0�. http://www.chiamamilano.it/02. http://www.cartografiaresistente.org/twiki/bin/view03. http://www.chiamamilano.it/cgi-bin/testo2.pl?pmid=�50�. http://www.chiamamilano.it/05. http://www.chiamamilano.it/0�. http://www.chiamamilano.it/

••••••

IMMAGINI

5�

Page 59: modalitàPOST.IT

Associazione Vivi e Progetta un’Altra Milano: quest’associa-zione è nata nel �989 con lo scopo di migliorare la qualità del-la vita nella zona Sempione-Certosa. Si sono occupati inizial-mente di piccoli problemi quali lo spostamento di un mercato o la difesa dalle onde elettromagnetiche di una antenna radio . Nel �990 l’associazione si è impegnata a sostenere la proposta dello spostamento della Fiera di Milano a Rho . Hanno parte-cipato attivamente alla campagna cittadina “Aria Pulita” e dal 200� si stanno impegnando nella “battaglia” per migliorare il progetto City Life. Il portale è ricco di informazioni riguardanti City Life, con un ampia rassegna stampa dedicata. http://www.quartierefiera.org/

Altre associazioni a Milano, che si occupano di città

07. http://www.chiamamilano.it/cgi-bin/testo2.pl?pmid=2�&pos=�08. http://www.chiamamilano.it/cgi-bin/testo2.pl?pmid=2�&pos=�09. http://www.chiamamilano.it/media/files/garepparcopos-sprog.pdf �0. http://www.chiamamilano.it/media/files/garepparcopos-sprog.pdf��. http://www.chiamamilano.it/media/files/garepparcopos-sprog.pdf�2. http://www.chiamamilano.it/media/files/garepparcopos-sprog.pdf

5�

Page 60: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI 1.5 Guerrilla Gardening

Con Guerrilla Gardening si intende una forma di giardinaggio politico, una forma di azione non violenta diretta, praticata so-prattutto da gruppi ambientalisti. Questi movimenti sono so-litamente legati alla permacultura o attenti alle problematiche riguardanti i diritti della terra.Col primo termine intendendo un utilizzo sostenibile ed equili-brato della terra. Detto più specificatamente, un approccio alla trasformazione dell’ambiente mirato all’attivazione di sistemi produttivi in grado di durare nel tempo, ovvero capaci di au-tosostenimento e rinnovamento sulla base di un basso imput energetico. Insomma, modelli umani, produttivi ed insediativi imitativi degli ecosistemi naturali.Modelli, in generale, ispirati alla cura della terra, vale a dire, ad una sostanziale condivisione delle sue risorse, secondo una logica compensativa degli abusi da essa subiti che presup-pone la riduzione a minimi livelli dell’imprinting trasformativo umano, della sua impronta. In questa prospettiva, ma fatta propria con realistica concre-tezza, gli attivisti rilevano un pezzo di terra abbandonato, che non appartiene loro, per farvi crescere verde, piante, fiori, ver-dure.Con un intento che è allo stesso tempo provocatorio, simboli-co e pedagogico, la maggior parte dei gruppi di guerrilla com-pie le proprie azioni, chiamate “attacchi”�, durante la notte, in relativa segretezza, per seminare e prendersi cura di un nuovo tappeto vegetale o fiorito.Altri gruppi, invece, lavorano più alla scoperto per tentare di coinvolgere gli abitanti o le comunità locali.Una strategia che sembra privilegiare l’intento didascalico e partecipativo, individuando inoltre nel coinvolgimento una forma di garanzia di successo e, verrebbe da dire, di attecchi-mento della pratica del gardering nelle aree attaccate.Comunque, entrambe le modalità si richiamano, come osser-vato nel sito, a forme di attivismo pro-attivo. Modalità di at-tivismo, quelle del pro-attivismo, fondate nel convincimentto della necessità dell’assunzione di un ruolo attivo nei processi di produzione, creazione e consumo; basate sull’intento di fa-vorire la formazione di un individuo capace di reagire in modo consapevole e responsabile agli avvenimenti non lasciandosi condizionare né dalle proprie remore psicologiche, né dalla circostanze ambientali esterne. Potremmo forse dire, individui

�  http://it.wikipedia.org/wiki/Guerrilla_gardening

Ragazzi combattono contro il cemen-to che soffoca le nostre città e agisco-no in prima persona per rendere più vivibili gli spazi urbani.

0�

Un libro, scritto da Michela Pasquali nel 2002, frutto dell’esperienza da lei vissuta dal �993-�995 nel Lower Est Side (NYC), un quartiere di Manhat-tan nato situato ai confini con il Finan-cial District per accogliere le grandi ondate di immigrati e da sempre mol-to attivo culturalmente, . Il libro vuole accompagnare il lettore in un singo-lare viaggio attraverso i numerosi giardini nati nelle aree abbandonate di Loisaida. Da seganalare un blog interattivo in cui volontari, interessati o guerriglieri raccolgono e scambia-no informazioni in merito ad azioni di guerrila gardening e quant’altro inte-ressi il tema.

02

New York, altre città mondiali

�0

Page 61: modalitàPOST.IT

disponibili ad agire ai margini delle regole costituite nel nome dei beni comuni e, fra questi, della terra.Un approccio ed un esito che possiamo riconoscere nella parabola della pratica di riappropriazione urbana del Guerril-la Gardening, cioè di quella forma di giardinaggio che è fare giardinaggio nella terra di qualcun’altro senza permesso. Vediamo la parabola. La prima volta che viene usato il termine Guerrila Gardening è nel �973 da parte di Liz Christy e del suo gruppo Green Guerrilla (Guerrilla verde), allorchè, nell’ area di Bowery Houston, nel Lover East Side, a New York, esattamen-te all’incrocio di Bowery e Houston Street, trasformano un derelitto lotto privato in un giardino. Dopo trent’anni questo spazio è ancora ben tenuto. Se ne prendono ancora cura al-cuni volontari, ma ora gode della protezione del dipartimento parchi di New York.Insomma, un processo che va dall’atto provocatorio alla sua accettazione e radicamento sino all’istituzionalizzazione.Ma vediamo meglio scopi e iniziative di Green Guerrilla.La Mission è, come si legge, un “mix of education, organizing and advocacy”�: per aiutare la gente a coltivare giardini comu-ni; per sostenere gruppi di base attivi in diversi “neighborhoo-ds”; per attrarre ed impegnare giovani nelle iniziative di Green Guerrila, portando così linfa vitale indispensabile a farle so-pravvivere e sviluppare.

2 http://www.greenguerillas.org/

Il quartiere Loisaida (Lower Est Side), In verde: giardini urbani riconvertiti dalla comunità di Green guerrilas . In rosso: ex giardini riconvertiti dalla comunità, all’oggi demoliti

0�

Mappa di New York City, in verde l’in-quadramento del quartiere Lower Est Side

03

�1

Page 62: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

In altre parole, un’azione di sostegno e implementazione per quello che l’organizzazione stessa definisce un lungo viaggio verso il futuro. un futuro, diremmo, più sostenibile in forza di una serie con-tinua di piccole conquiste di nuovi spazi convertiti a verde e ad orti, nel cuore delle aree urbane. Un paziente e continuo lavoro collettivo di erosione delle superfici dure della città.Lavoro che l’organizzazione sostiene: con la propria assisten-za tecnica e materiale; favorendo l’apertura dei giardini verso la comunità esterna, facendone dei centri di cultura ambienta-le, dei luoghi per workshops, degli spazi di partnerships con le scuole. In estrema sintesi, una vasta e articolata azione di sostegno, diffusione e radicamento delle proprie iniziative che ruota, è bene ricordare, intorno all’attività di rivitalizzazione e recupero all’uso collettivo di spazi verdi abbandonati in disu-so, “inactive”.Spazi che possono essere utili per avvicinare i bambini alla terra, per fornire cibo fresco (ortaggi) al quartiere, per offrire spazi verdi piantumati - ovvero, ombra e sosta - dove evidente è la penuria. Interessante è sottolineare il sostegno prestato ad alcuni Community Garden Groops (nell’area di Bedford - Stayvesant, sempre nel Lower Est Side) per incrementare il raccolto di cibo sano e fresco, per la sua distribuzione nel quartiere e, non di meno, per farne una comunità di urbanfarmers.Da segnalare, ancora, il Youth, Art and Enviroument Fel-lowship Program e in particolare il Youth Mural Project che mira a creare una collaborazione stretta fra community garden e giovani; tutti uniti per immaginare, disegnare e realizzare

Festa del � luglio in un community garden a New York.07

Uno dei tanti Murales disegnati, da Keith Haring nel quartiere Lower Est Side (NYC). Artista-attivista degli anni 80, ha disegnato diverse opere nelle principali città Americane, ed Euro-pee. La sua arte iniziò ad essere ap-prezzata e riconosciuta proprio dalle svariate opere impresse sui muri di questo quartiere. C’è chi afferma che prendesse ispirazione dialogando con i passanti, ma soprattutto con la co-munità del Lower Est Side, spesso registando le voci ed i suoni dei mo-menti di vita quotidiana del quartiere

0�

logo e marchio distintivo presente nel blog della comunità Green Guerrilas

05

�2

Page 63: modalitàPOST.IT

murali. Una pratica d’arte popolare partecipativa perchè può coinvolgere già nell’ideazione e nel disegno, oltre che nel-la campitura di colore, residenti, giovani, bambini ecc. Una pratica importata dal Messico negli anni venti; ampliamente utilizzata nei programmi culturali del New Deal per la forza co-municativa e di denuncia sociale; risposta negli ultimi decenni delle comunità di più recente immigrazione, specie caraibica e non a caso regolarmente utilizzata nel Lower Est Side, negli “spazi derelitti” fra i tenements di alphabet city, riconquistati a spazio verde e luogo d’incontro.

Spirito e attività del Guerrilla Gardering sono naturalmente dif-fusi in molti paesi.Fra i molti movimenti oggi attivi un posto di riguardo spetta al gruppo inglese, per la rete assai ampia e variegata cui fa riferimento e per la risonanza di alcune sue iniziative.E’ generalmente accettata la convinzione che in Inghilterra il più famoso esempio di guerrila gardening sia l’azione di pro-testa condotta a Londra in occasione della festa del �° maggio del 2000.Si è tratato - ed è questo un aspetto rilevante - di un’azio-ne condotta sotto l’ombrello coordinatore di “Reclaim the streets”�, un network di collettivi (locali e di scala mondiale) impegnati in azioni “rivoluzionarie” sul piano sociale ed ecolo-gico: vale a dire, ostili agli aspetti autoritari e gerarchici della società globale,in linea generale; e, nello specifico, contrari all’uso dissennato delle risorse, ed alle sue ricadute in termini di consumi e stili di vita.Con questo spirito comune e coordinando differenti forme di opposizione e protesta Reclaim the Streets organizò un’attac-co di massa di Guerrilla Gardening presso la piazza del Parla-mento a Londra. Dopo una parata e una biciclettata di Massa Critica da Hyde Park, qualche migliaio di “giardinieri” occu-parono la piazza piantando fiori e ortaggi. Nella piazza erano presenti striscioni con scritte tipo “La resistenza è fertile”, “Lasciate che Londra Germogli”�.Un’impostazione di lotta, insomma, riconducibile al movimento no global. Un’impostazione che parrebbe distante dalla ricerca di radicamento, di lavoro continuo, strettamente aderente ai temi della qualità della vita quotidiana di quartiere, che sem-bra caratterizzare l’attività del gruppo originario Newyorkese.

3 http://rts.gn.apc.org/

� ibidem

Attraverso la costruzione del portale web (www.guerrilagardening.org por-tale inglese) Richard Reynolds, par-lando e interagendo attraverso il blog con un svariato numero di “giardinieri urbani” provenienti da tutto il mondo, è stato incoraggiato da alcuni editori a scrivere un libro, dandogli modo di raccogliere tutto in un bel manuale tutto ciò che potesse dar voce a tutte quelle persone che lottano a favore della Guerrilla Gardening. Questo libro vuole essere quindi una raccolta di approcci diversi, racconti e consigli, sollevando pure delle questioni sulla società di oggi in rapporto allo spazio in cui vive quotidianamente.

08

Reclaim the Streets,�° maggio 2000, piazza del Parlamento Londra. Una delle azione di Guerrila gardening più discusse dalle testate giornalistiche inglesi.

09

�3

Page 64: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

Distante, in altri termini, da quella tradizione educational e co-munitaria o di “vicinato”, che è parte integrante, storicamente, dei movimenti americani e delle loro pratiche e finalità di riam-bientamento e riappropriazione.Naturalmente Guerrila Gardening ha attecchito anche in Italia, specie in alcune grandi città e fra queste anche Milano. Qui Guerrilla Gardening si propone come un gruppo aperto a tutti; un gruppo di appassionati del verde che ha deciso di inte-ragire positivamente con lo spazio urbano attraverso piccoli atti dimostrativi, chiamati appunto “attacchi” verdi con i quali opporsi attivamente al degrado urbano agendo contro l’incu-ria delle aree verdi. L’attività principale del gruppo è, in effetti, quella di rimodellare ed abbellire, con piante e fiori, le aiuole e le zone dismesse o dimenticate della città.Anche in Italia, il movimento, nato circa 3 anni fa per iniziati-va di alcuni giovani milanesi, segue e consiglia, attraverso un portale web, i gruppi indipendenti che stanno attivandosi.È interessante capire, attraverso le testimonianze del gruppo di Guerrilla Gardening Milanese che effetti ha questo tipo di azione illegale sullo spazio pubblico, agli occhi della comunità abitante. Dalle informazioni ricavate da un’intervista fatta da Panorama (riportata sul portale) si può intuire che la popola-zione cittadina sembra rispondere bene a questo movimento “illegale”; addirittura alcune aziende di giardinaggio offrono il loro aiuto con consigli, donazioni di piante e materiali utili per la causa:“talvolta capita che, se ci sono negozi, uffici o enti collaborativi nelle immediate vicinanze, siano loro a mettere a disposizione i loro rubinetti ai quali ci si aggancia con una canna. Altrimenti spesso sono gli stessi residenti del posto che, a turno, innaf-fiano personalmente le piante con i classici ‘bottiglioni’!”�

L’aspetto della collaborazione di residenti e delle persone del posto è molto interessante e sembra avere risvolti sociali per nulla trascurabili. Infatti, durante le sessioni di lavoro che du-rano generalmente un giorno intero, è normale che chi passa si fermi incuriosito a guardarli o addirittura si unisca a questa forma di riappropriazione “ illegale”.Un aiuto sicuramente per uno dei problemi che caratterizza le città metropolitane contemporanee, cioè la perdita del senso del “quartiere” inteso non come agglomerato di edifici ma di persone.

5 Antonio Incorvaia ,Guerra” al cemento… a colpi di Verde! in Smemoranda, 28 Novembre 2007

logo e marchio distintivo presente nel blog della comunità Guerrila Garde-ring Italiana

�0

�4

Page 65: modalitàPOST.IT

Il fatto di creare uno spazio al quale ciascuno può dare il pro-prio contributo è un’opportunità inestimabile, come si sotto-linea, sia per ripristinare i rapporti umani, sia anche per edu-carsi ed educare al rispetto civico del verde.A ribadire l’apporto attivo delle persone, i militanti intervistati sottolineano che “è sempre più frequente che molte persone ci regalino spontaneamente le loro piante, o magari dei secchi che non usano più - e che per noi non sono mai abbastanza! - e non è un caso che poi siano proprio quelle stesse persone ad occuparsi della manutenzione e della tutela dell’aiuola o del giardino quando non possiamo farlo noi...”�

Oltre a ciò, il fato rilevante e conformante che pare emergere è che ogni giorno nuovi “guerriglieri” si aggiungono alla cau-sa, per trasformare e riappropriarsi degli sterili ed impersonali spazi comuni cittadini. Stanno quindi nascendo nuovi gruppi in tutte le grandi città. Per aderire basta agire, individualmente o collettivamente, negli spazi urbani abbandonati delle proprie città, riappropriandosi temporaneamente del suolo e riconver-tendolo con la medesima modalità messa appunto dall’asso-ciazione madre e riferimento obbligato per certificare l’appar-tenenza del sottogruppoInviando ,attraverso internet , la documentazione “dell’attac-co” con foto video e testi, l’utente o il gruppo, diventa parte della comunità di guerrilla . L’intervista fa emergere con chiarezza la ragione e la finalità di fondo del gruppo: la riappropriazione, che vuol dire dar voce alla lotta contro quell’edilizia sempre più mediocre e insensata e invasivamente presente nelle città metropolitane, restituen-do, come si osserva, “alle città ma soprattutto ai cittadini, la vegetazione che viene loro sottratta da cantieri e calcestruz-zo”“Le città metropolitane sono caratterizzate da un edilizia “pe-sante”, casermoni, stecche, can-tieri, grattacieli ed altre simi-li “attrattive”, tutte ammassate e incastrate l’una con l’altra, senza dare spazi vitali ai cittadini che la abitano e che respi-rano solo attraverso piccoli spazi soffocati, giardinetti pubbli-ci, parchi mal frequentati. Al cittadino non basta questo per certificare che in un luogo ci sia del “Verde”: servono soprat-tutto una sensibilità ecologica e un impegno ambientale che l’odierna cultura edilizia sta ricoprendo con colate di cemento armato sempre più invasive”Sensibilità ecologica e impegno ambientale sono dunque alla

� ibidem

Un’aiuola spartitraffico in via Restel-li a Milano. L’attacco è durato 3 ore, ed avvenuto sotto gli occhi di decine di persone affacciate alle finestre del vicinato. L’aiuola è stata successi-vamente “adottata” dal propietario pakistano del phone center situato nele vicinanze, che ha promesso di prendersene cura.

��

Prima

Dopo

�5

Page 66: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

base di questo movimento al fine di restituire il Verde alle città e ai cittadini. Guerrilla Gardening, occore a questo punto precisare, è un mo-vimento del tutto pacifista che ha “come uniche “armi” la pala, il rastrello, il setaccio, qualche secchio e tante, tante piante!”. Ma è altrettanto opportuno notare che il termine “Guerrilla” si riferisce al fatto che questi gruppi si (ri)appropriano in modo ‘non autorizzato’ di uno spazio verde abbandonato o lasciato incustodito e nell’incuria, allo scopo di trasformarlo in un mi-crosistema vivo, in un segno ambientale forte e in una sorta di oasi naturale all’interno di una realtà urbana omologata e soffocante. Altresì, il termine “Guerrila” trova senso nel fatto che combat-te quel nemico reale già richiamato: la speculazione edilizia e la sua mediocrità.“La componente di “lotta” esiste, ma è contro la forsennata speculazione edilizia che è sotto i nostri occhi tutti i giorni, e si attua attraverso la buona volontà e il buon esempio, non certo attraverso l’uso della forza .Per inciso: anche la scelta stessa della (ri)appropriazione “non autorizzata” non è strettamente voluta come atto di ‘ribellione’; è che passare attraverso tutte le pastoie burocratiche attualmente previste oggi dalle nostre amministrazioni per prendere in gestione un’aiuola o uno spa-zio verde è cosa talmente lunga e laboriosa che vale la pena bypassarle direttamente a monte...”�

Un’illegalità, insomma, obbligata - potremmo sostenere - che si riscatta sia per le motivazioni, assai fondate, sia, altrettanto, per le finalità e, coerentemente, per lo sforzo dimostrativo, educativo, partecipativo. Piccoli atti illegali, ma innocui, di riappropriazione in nome dei cittadini, con la speranza di attivare cittadinanza.Peraltro, l’aspetto della collaborazione delle persone del posto, semplici abitanti, negozianti ecc. è assai importante, come già rilevato, per i risvolti sociali che comporta.Infatti, durante le sessioni di lavoro che durano generalmente un giorno intero, è normale che chi passa si fermi incuriosito a guardare o addirittura si unisca a questa forma di riappro-priazione illegale. Un aiuto sicuramente per uno dei problemi che caratterizza quindi le città metropolitane e cioè la perdita del senso del “quartiere” come luogo vitale, confortevole, ras-sicurante.

7 ibidem

Un giardino iniziato e mai finito nella periferia sud di Milano è stato attac-cato da un gruppo di guerriglia con a capo Alessio D. Come evince il blog di Guerrila Gardering, il quartiere ha rea-gito con entusiasmo e non sono man-cati aiuti e forniture extra di piante dagli abitanti. Molti dei fiori e delle es-senze sono infatti state donate dai cit-tadini. Inoltre viene testimoniato che nei giorni successivi all’attacco sono comparsi diversi accessori aggiuntivi, probabilmente aggiunti da “ignoti del quartiere” tra cui anche una splendida panchina recuperata.

�2

Prima

Dopo

��

Page 67: modalitàPOST.IT

Il fatto di creare uno spazio, si sottolinea, al quale ciascuno può dare il proprio contributo è un’opportunità inestimabile sia per ripristinare i rapporti umani, sia anche per educarsi ed educare al rispetto civico del verde. Un passo utile, relati-vamente facile da fare, forse, per contrastare, senza roboanti parole d’ordine, il degrado assai diffuso del valore civico, per riattivare il bisogno di riconoscersi in un contesto e riappro-priarsene in nome di qualcosa - forse il bene pubblico - che va oltre il solo particolare.Una notazione che prelude ad un’amara e disarmante consta-tazione. L’esperienza maturata pone in evidenza che l’ammini-strazione pubblica, inspiegabilmente, è indifferente a queste modalità del “fai da te” urbano, non rendendosi conto di quale risultato si potrebbe ottenere stimolando e valorizzando que-sto tipo di attività “anche ragionando solamente in termini di marketing”. Questi interventi di riqualificazione urbana po-trebbero acquistare senso e pregnanza con l’appoggio - molti-plicatore e razionalizzatore - delle amministrazione pubbliche, al fine di perseguire il massimo risultato con il minimo sforzo. Come viene osservato:“E’ veramente il classico “uovo di Colombo” che garantirebbe il massimo risultato con il minimo sforzo. Eppure non esiste alcun sostegno, non esistono stanziamenti, e pensa che ad-dirittura può capitare che le forze di sicurezza vogliano farti sgombrare da un’aiuola perché il contributo che stai dando all’intera città “non te l’ha chiesto nessuno!”�

Per fortuna, come in molte situazioni analoghe, si sottolinea, il passaparola e l’agregazione dal basso sono molto produttivi, più di qualsiasi altra forma d incentivo istituzionale.Potremmo parlare di inerzia delle istituzioni, o meglio di diffi-coltà di “apprendimento”. In altri termini, si tratterebbe di una sostanziale latitanza dell’intelligenza ordinatrice e promotrice del “pubblico”; ma anche di una ormai nota distanza della po-litica dal corpo della società e del suo quotidiano.Buone motivazioni, insomma, per insistere sulla strada di un’innocua e altresì educativa guerriglia. Guerriglia che, come ogni guerriglia, speimenta. Tecniche innovative, le valida e co-munica tecniche che si traducono in “consigli” per l’azione: come comportarsi per non attirare attenzione; come giustifi-carsi con le autorità; o, all’opposto, come coinvolgere gli abi-tanti, agendo allo scoperto.

8 ibidem

Grazie a quest’azione, il Gruppo Sal-vaguardia Casalucese, in provincia di Caserta, inizia a far parte della co-munità Guerrilagardering.it Motivati dalla voglia di agire, di far rinascere la propria città e di dare un futuro mi-gliore ai bambini di Casaluce, i GSC si sono rimboccati le maniche e si sono dati da fare. Alla fine dell’azione di guerriglia i GSC hanno lasciato un messaggio che sicuramente aiuterà a mettere in gioco tutta la comunità

�3

Prima

Dopo

��

Page 68: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

Ovviamente, consigli anche su come condurre “tecnicamente” l’azione per portarla a buon fine. Consigli, diremmo, tecnici in tutti i casi e specificamente di giardnaggio.Vale la pena, credo, di riportarli per esteso, riprendendoli let-teralmente dal sito di un altro gruppo milanese: i Critical Gar-dens.Uno spunto, tra l’altro, per dare conto dell’attenzione cre-scente rivolta a questa pratica di riappropriazione dello spazio urbano.Si tratta di 8 Consigli che formano quello che viene definito un “Manuale del giardino abusivo”.

��

Page 69: modalitàPOST.IT

1. Individuate un terreno abbandonato nella vostra zona.Vi sorprenderà scoprire quanti piccoli appezzamenti di suolo abbando-nato e pubblico ci siano. Aiuole trascurate, fioriere di cemento piene di rifiuti nelle quali le piante crescono senza controllo, zone abbandonate… Sceglietene uno vicino a casa, che magari vedete tutti i giorni andando a lavorare o a fare la spesa, e adottatelo. Sarà molto più facile prendersene cura.

2. Pianificate la vostra missione.Scegliete un giorno e segnatelo sulla vostra agenda come la giornata giu-sta per partire all’attacco con il vostro Critical Garden. Invitate amici che vi sostengono oppure arruolate degli sconosciuti che condividono le vostre idee annunciando l’attacco sul sito www.criticalgarden.com

3. Trovate un fornitore locale di piante.Più a buon mercato, meglio è. Per chi abita in città, rivolgetevi a negozi di fai da te, supermercati e grossisti locali. Le piante che costano meno sono quelle gratis. Capita che dei vivai abbiano delle piante in più da donarvi per la causa. O fatevi amico qualcuno con un giardino. Pensate a questi luoghi come a dei campi di addestramento per raccogliere sementi, talee e piante adatte alla grande avventura del crescere nel selvaggio suolo pubblico. Se vi avanza del materiale, rendetelo disponibile ad altri Critical Gardeners della vostra zona mettendo un avviso nella pagina web.

4. Scegliete le piante per la battaglia in prima linea.Pensate a piante robuste – in grado di resistere alla mancanza di acqua e al freddo e, in alcune zone, di essere calpestate dai passanti! Per buona parte del tempo queste piante devono saper badare a se stesse. Pensate ad un impatto visivo – colori, fogliame da sempreverdi, dimensioni. Queste pian-te devono poter creare un’area verde per buona parte dell’anno. Visitate la pagina web per per condividere le vostre conoscenze di orticultura.

5. Procuratevi dei sacchi.Sacchetti di plastica e sacchi della spazzatura non solo vi aiutano a non sporcarvi le scarpe, ma sono essenziali per eliminare i detriti. Rifiuti, vasi da fiore e sassolini vanno portati via. Per i detriti più piccoli riutilizzate sac-chetti trasportati dal vento; per quelli più consistenti riutilizzate sacchi da compostaggio o da materiali edili. La loro spessa plastica non si strappa e potete usarli per trasportare un bel po’ di materiali al più vicino contenitore per rifiuti.

6. Innaffiate regolarmente.Una delle responsabilità del Critical Gardener è quella di continuare a pren-dersi cura dei propri interventi. Il Critical Gardener di solito si porta dietro l’acqua per innaffiare (a New York si possono utilizzare idranti dei vigili del fuoco della starda); si possono usare le taniche per la benzina, ideali per trasportare liquidi. L’unico problema è che a volte dei passanti possano scambiarvi per piromani notturni.

7. Bombe di semi.Per le aree ad accesso difficile o dove non è possibile scavare, utilizzate una “bomba di semi”, costituita da semi e terreno avvolti in una capsula “esplosiva”. Le istruzioni sono state scritte nel �973 dal New York’s Green Guerrillas e sono state gentilmente fornite da Donald Loggins.

8. Passate parola.Fate sapere cosa avete fatto infilando dei volantini informativi sotto le por-te dei residenti della zona di guerra del Critical Gardens, affiggeteli sulle cabine telefoniche od alle fermate degli autobus, conficcate un cartello nel terreno. Cercate di parlarne con i passanti, portatevi dietro degli attrezzi da giardinaggio di scorta. Accogliete con favore stampa e media locali, in par-ticolare se contribuiranno ai costi dell’iniziativa, cosa che spesso fanno.

MANUALE DEL GIARDINO ABUSIVO

��

Page 70: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

Michela Pasquali, Loisaida NYC Community Gardens a+mbookstore edizioni. Milano 200�.Novella De Giorgi, Il giardino metropolitano. Analisi semiotica del movimento Critical Garden, tesi di laurea Facoltà di Let-tere, Bologna, anno 200�/2007. http://crepeurbane.noblogs.org/gallery/�08�/Il%20giardino%20metropolitano.pdf

Antonio Incorvaia ,Guerra” al cemento… a colpi di Verde! in Smemoranda, 28 Novembre 2007, http://www.smemoranda.it/lifestyle/tendenze/2007/guerra_al_cemento_a_colpi_di_verdeFederica Seneghini, Guerrilla gardening: riconquistare il verde urbano in Terra Nuova On Line, �3 Aprile 2008, http://www.aamterranuova.it/article207�.htmhttp://www.ecologiae.com/guerrilla-gardening-un-attacco-di-verde-per-abbellire-il-mondo-con-bombe-di-fiori/���9/Vanzetto Chiara, Buffet botanico e scambio di piante: è il guerrilla gardening in in Corriere della Sera, �3 Giugno 2007, http://archiviostorico.corriere.it/2007/giugno/�3/Buffet_bota-nico_scambio_piante_guerrilla_co_7_070��30��.shtml.s.a., Libera in Giardiniere che è in te in Il Corriere Verde, Feb-braio/Marzo 2008, http://www.progettiepaesaggi.com/files/pdf/stampa/ita/corriere_verde_0�.pdfLavinia Di Gianvito Arrivano i guerriglieri delle aiuole. Armati di zappe sfidano la legge per piantare e seminare le aiuole ab-bandonate delle città in Il Corriere della Sera, s.d., http://www.cristianiambiente.org/index.php?module=loadSpeciali&idSpeciali=�03&Pagina=�

http://www.greenguerillas.org/ Portale inglesehttp://www.guerrillagardening.org/gglinks.html Link utile nel Portale inglesehttp://criticalgarden.netsons.org/wp/ primo Blog italiano a trattare il tema sulla Guerrilla Garden. Michela Pasquali, è la redattrice, nonchè autrice del libro, Loisaida NYC Community Gardens http://www.guerrillagardening.it/ Portale italiano re-datto da milanesihttp://en.wikipedia.org/wiki/Guerrilla_gardening Enciclope-dia inglese onlinehttp://it.wikipedia.org/wiki/Guerrilla_gardening, Enciclopedia italian onlinehttp://en.wikipedia.org/wiki/Reclaim_the_Streets Enciclopedia inglese online, informazione a riguardo del movimento Re-claim_the_Streetshttp://rts.gn.apc.org/ Portale Reclaim_the_Streets

••

•••

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

�0

Page 71: modalitàPOST.IT

0�. http://selvaggia-mente.blogspot.com/2008/�2/guerrilla-gardening.html02. http://www.linariabooks.com/indexphp?&zone=�&idbook=803. http://crepeurbane.noblogs.org/gallery/�08�/Il%20giardino%20metropolitano.pdf08. http://www.guerrillagardening.org/onguerrillagardening.html0�. http://crepeurbane.noblogs.org/gallery/�08�/Il%20giardino%20metropolitano.pdf05. http://www.greenguerillas.org/0�. http://www.archimagazine.com/bharing.htm07. Novella De Giorgi, Il giardino metropolitano. Analisi semi-otica del movimento Critical Garden, tesi di laurea Facoltà di Lettere, Bologna, anno 200�/2007. http://crepeurbane.no-blogs.org/gallery/�08�/Il%20giardino%20metropolitano.pdf08. http://www.guerrillagardening.org/onguerrillagardening.html09 http://www.narconews.com/Issue3�/article�089.�0 http://www.guerrillagardening.it/��. http://www.guerrillagardening.it/�2 http://www.guerrillagardening.it/�3. http://www.guerrillagardening.it/

•••

•••••

IMMAGINI

�1

Page 72: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

Pennsylvania Horticultural Society: Lavorando in collabo-razione con residenti, organizzazioni di comunità e agenzie cittadine, PHS utilizza il G.G. come uno strumento di costru-zione. Educa e rende più forte la gente in modo che la città sia più attrattiva e vivibile attraverso l’orticultura. http://www.pennsylvaniahorticulturalsociety.org/phlgreen/Age Concern Gardening: aiuta a stabilire contatti fra garde-ners giovani e anziani, in modo che si possano prendere cura dei giardini. Un progetto a Sud di Londra. http://www.acls.

Guerrilla nel Sociale

Clinton Community Garden: un gruppo di amici nel �977 no-tarono, nella �8 th strada NYC, uno spazio abbandonato da oltre 28 anni produrre piante di pomodoro, è stato semplice capire che li sarebbe nato il primo giardino abusivo della città. http://www.clintoncommunitygarden.org/Bruxelles Farmer: a Bruxelles un gruppo di Guerrilla Garde-ners iniziò a piantare girasoli per tutta la città creando un fenomeno che portò alla nascita nel 200� del giorno interna-zionale dedicato ai girasoli. http://brussels-farmer.blogspot.com/ Public Space: è il principale gruppo di guerrilla gardening in Canada con sede a Toronto. http://www.publicspace.ca/garde-nerspics.htmJulia 013: Grune Welle ha lanciato un sito web dedicato al guerrilla gardening a Berlino. il sito è scritto in tedesco, ingle-se e spagnolo. http://www.gruenewelle.org/In Olanda la Guerrilla gardening ha preso piede con un certo Cerian che ha aperto un blog con i suoi progetti e con le sue apparizioni in TV. http://www.guerrillagardeners.nl/Los Angeles Guerrilla Gardening: un gruppo impegnato a Hollywood. http://www.laguerrillagardening.org/Seedy Sunday :Una comunità di “spargi semi” a Brighton e Howe. Semi ottenuti da piante locali è probabile che si adat-tino più naturalmente alle condizioni locali e mantengono un certa diversità che le grande aziende che producono semi non possono dare. http://www.seedysunday.org/why.htmVerdir: Emmanuelle e il suo team di Verdir sono dediti a Pari-gi. http://verdir.blogspot.com/Dolphins Barn Garden:Facendo uso di spazi abbandonati que-sto gruppo di guerrilla sta coltivando verdure. La loro visione è di uno spazio sociale per coninvolgere la comunità e formare una zona verde nell’area industriale di Dublino. http://www.dolphinsbarngarden.org/

Principali Comunità di Guerrilla Gardening nel mondo

�2

Page 73: modalitàPOST.IT

Nel �90� Lewis H. Berens ha scritto un resoconto dettagliato del primo atto di guerriglia registrato il giardinaggio, che di Gerrard Winstanley e The Diggers il � ° aprile ���9. È possi-bile leggere questo enorme prenotare online presso il Proget-to Gutenberg. http://www.gutenberg.org/files/�7�80/�7�80-h/�7�80-h.htm#fn�30_�_98Storicamente, ciò che erano nati come conflitti, sono diventati “gardening”. Il report della NPR dice di più al riguardo. http://www.npr.org/templates/story/story.php?storyId=5�35�3�

Altre curiosità

org.uk/volunteer.htmlLondon Food Link : è un intreccio di organizzazioni e individui che si prendono cura del cibo sostenibile e dell’aumento della disponibilità di cibo sostenibile a Londra. http://www.guerril-lagardening.org/www.londonfoodlink.org

�3

Page 74: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI 1.6 Critical Mass

Massa critica (spesso chiamata col termine inglese critical mass) è un raduno di biciclette che, sfruttando la forza del nu-mero (massa), invade le strade normalmente usate dal traffico automobilistico. Più precisamente consiste in una serie di appuntamenti con-venzionali (“coincidenze organizzate”) di ciclisti che attraver-sano insieme tratti di percorso urbano in sella ai loro mezzi.Il fenomeno si è sviluppato a partire da San Francisco dove nel �992 si svolse la prima marcia di Critical Mass. Questo raduno di ciclisti iniziò a prendere piede e tramutarsi in un vero e proprio movimento accolto dalle più grandi metropoli mondiali. La “massa” attiva che partecipava a questo raduno, iniziò ad aumentare esponenzialmente, spingendo così, quasi natural-mente, a coniare la sigla di questa pratica.E’ interessante ricordare quanto già da altri rilevato e cioè che i termini “massa” e “critica” rimandano a concetti tanto del-la fisica, quanto delle scienze sociali ed umane. Massa criti-ca sarebbe cioè la qualità fisica e socialmente consapevole, necessaria ad attivare un atteggiamento di rivendicazione e di rifugio; a superare detto altrimenti, la soglia oltre la quale l’atteggiamento di sopportazione e tolleranza obbligata dell’in-dividuo di una situazione e condizione insoddisfacente può trasformarsi in opposizione e rifiuto attivo; può, insomma, scombinare la percezione diffusa di ciò che viene avvertito come comune sentire, come senso comune, come normale. In questo caso la normalità del traffico delle macchine.In sintesi, la soglia critica svilupperebbe senso di appartenen-za e condivisione. Ciò promuoverebbe l’azione collettiva come espressione di rivendicazione ed anche come espressione di forza. Azione e forza necessaria per sfidare il modello di senso comune di mobilità.�

La massa, quindi diventa l’elemento principale perchè la riap-propriazione abbia effetto. Come si evince dai vari siti web di promozione “ la massa è sufficiente (ovverosia critica) la dove, il traffico non ciclistico viene bloccato anche su strade di grande comunicazione, come viali a più corsie”2.E’ proprio questa sua caratteristica non organizzativa, più semplicemente di massa, ciò che caratterizza il movimento. Un movimento in cui l’individuo aderisce spontaneamen-

� Gianni Rondinella, Masse in bicicletta, Tesi di Laurea presso l’Università Iuav di Venezia, 200�

2 http://it.wikipedia.org/wiki/Critical_mass

Simbolo distintivo e marchio presente nella Home page del movimento Criti-calmass Italia

0�

Volantino Critico: in questa vignetta viene rappresentata graficamente l’azione collettiva della massa critica, espressione di rivendicazione e di forza contro l’inquinamento prodotto dalle automobili

02

San Francisco, altre città mondiali

�4

Page 75: modalitàPOST.IT

te semplicemente partecipandovi. E’ per questo che Critical Mass è spesso definita una “coincidenza organizzata”, senza leader, organizzatori, o membri individuati da qualcosa che non sia la loro partecipazione all’evento. Anche il percorso seguito durante la manifestazione viene de-ciso sul momento, spesso da chi è in testa al gruppo; oppure chiunque abbia una propria idea su un percorso possibile, può stampare delle mappe e distribuirle ai partecipanti. Altre volte la decisione del percorso viene presa e condivisa tra più per-sone subito prima che la marcia abbia inizio. In questo modo il movimento si spoglia di tutto ciò che è im-plicato nella creazione di una organizzazione gerarchizzata: “nessuna struttura interna, nessun capo, niente politica inter-na, niente direttive di movimento, ecc.”�.Detto altrimenti, per far esistere una Critical Mass tutto ciò che serve è che un numero abbastanza elevato di persone sappiano della sua esistenza e si incontrino il giorno desi-gnato per il raggiungimento della massa critica, per occupare tranquillamente un pezzo di strada, in modo da escluderne i mezzi motorizzati.Proprio in conseguenza di questa mancanza di gerarchia, è richiesto che i cicloattivisti assumano la responsabilità del-l’evento, ciascuno individualmente. Molteplici e diverse sono le motivazioni con cui ciascun cicli-sta partecipa alla massa critica .Tra queste la voglia di fare un giro in bicicletta, l’impegno ambientalista o per la sicurezza dei ciclisti sulle strade, il gusto anarchico e situazionista del-l’atto, la pulsione a creare confusione o conflitto. Gli appuntamenti, tipicamente in luoghi pubblici e ad alta visi-bilità, sono pubblicizzati mediante affissioni, circuiti di amici-zie e di attivismo politico, comunicazioni elettroniche, e hanno tipicamente periodicità mensile o settimanale, con l’obiettivo di diventare appuntamenti fissi nella vita di una città.Il fine della massa quindi è quello di restituire allo spazio pubblico la funzione che gli spetterebbe per definizione: quella di centro di aggregazione, di luogo catalizzatore di attività col-lettive. Si denuncia, quindi, una città più a misura d’uomo, da poter attraversare lentamente soffermandosi su tutto ciò che attrae la nostra attenzione lungo il percorso senza rischiare di essere travolti da una “scatola di metallo a motore”. Una città più ecosostenibile in cui muoversi sfruttando le proprie energie e respirare aria meno inquinata.

3 ibidem

Volantino pubblicitario promosso per l’evento di Criticalmass planetaria, Cremmona 2008

03

Volantino pubblicitario: Linee guida per una corretta “massa critica”

0�

�5

Page 76: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

In altri termini, la strada e la bicicletta si combinano per una critica radicale alla società, alla città, all’idea di tempo che go-verna e domina società e città. Una critica che passa attraver-so il rifiuto di un certo modello di mobilità.Ridestinare la strada alle persone significa riappropriazione dello spazio e del tempo sottratti all’interazione sociale, alla ricchezza e varietà dei rapporti dalla congestione, dalla priva-tizzazione e dalla volontà di un modello distorto di mobilità.Risignificare la strada, grazie alla bicicletta, significa, per quanto appena detto ripensare, in definitiva, la nozione di abi-tare, ovvero del vivere insieme la città.Attraverso queste denunce che si tramutano in azioni di riap-propriazione dello spazio urbano è chiaro come il movimento voglia sensibilizzare la gente: non solo la gente che vi par-tecipa; ma soprattutto la gente tutta, quella che osserva dai bordi della strada, quella che si affaccia da finestre e balconi, che esce dai negozi e dai bar, che attende, paziente o nervosa, nelle automobili. Quell’automobilista medio che spesso rende molto pericolosa la viabilità dei ciclisti nelle città, ricordando lo slogan “noi non blocchiamo il traffico, noi siamo il traffico”Questo movimento ormai noto e partecipato in tutto il mon-do è praticato in tantissimi paesi tra cui l’Italia, la Francia, il Belgio,il Lussemburgo, l’Inghilterra, l’Irlanda, la Svezia, la Da-nimarca, l’Ucraina, la Russia, l’India, ecc...In Italia il fenomeno della massa è molto presente in città come Torino, Milano, Roma, Napoli, Novara anche perché non essendoci un’adeguata rete di percorsi ciclabili, il ciclista è obbligato a viaggiare nella “giungla” del traffico urbano.Importanti per il movimento le passeggiate serali settimanali organizzate nelle strade del centro di Milano. Importanti per l’azione di sensibilizzazione che hanno svolto e tuttora sosten-gono contribuendo a quei passi, ancora incerti, che il comune ha fatto per diffondere l’uso della bicicletta.Dal 200� viene organizzato a Roma, oltre ai classici appun-tamenti mensili della Critical Mass cittadina, un evento aper-to anche alla partecipazione di ciclisti da altre città italiane e anche dall’estero. È chiamata Critical Mass Interplanetaria o Ciemmona e prevede una serie di appuntamenti, oltre al clas-sico raduno di “bici da ogni dove” ,volti alla sensibilizzazione e alla diffusione della cultura della bici, alla festa e alla voglia di stare insieme.Difficilmente ci si può spiegare il successo su scala globale di questo movimento senza considerare il fondamentale suppor-

Gesti Critici: stampa su t-shirt di un manifestante al Cremmona 2008

0�

Bandiere decorano le bici e identifica-no la provenienza di alcune “masse critiche”durante il raduno Cremmona 2008

05

��

Page 77: modalitàPOST.IT

to degli strumenti informatici e, in particolare, di Internet. Tutti i gruppi sono supportati da centinaia di “comunità virtuali”, di siti, di blog, di forum, di mappe interattive che ne segnalano la presenza nei quartieri, nelle città, nei continenti, nel mondo.

Per averne un’idea più chiara, prendiamo ad esempio il caso di Critical Map un progetto di “ciclocartografia partecipata”. Il sito www.criticalmap.org costituisce una piattaforma comune che permette - a chi si muove in bicicletta - di fissare la propria visione dello spazio urbano sulla mappa della propria città.Il nome “Critical Map” ha un doppio significato: da una parte, fa riferimento all’esperienza di Critical Mass, che ha dato origi-ne allo spunto iniziale. Dall’altra, fa riferimento alla possibilità di fissare su una mappa la visione “critica” ed onirica che un ciclista ha della propria città e delle possibilità che il suo ter-ritorio può offrire.L’obiettivo di Critical Map è duplice: Critical Map è una mappa ad uso e consumo dei ciclisti, utile per aver consigli sui per-corsi migliori da percorrere in bicicletta, sulle zone da evitare, sui cantieri delle nuove piste ciclabili, ecc.; allo stesso tempo,

Critical Map vuole dare la possibilità di rappresentare la città così come ognuno la desidera, o così come dovrebbe essere per venire incontro alle proprie esigenze di mobilità. Con Critical Map si può, ad esempio, mostrare alle ammini-strazioni locali quali sono i punti critici in cui sarebbe utile intervenire, dove servirebbero nuove piste, dove bisognereb-be controllare meglio la situazione del traffico, ecc... Paralle-lamente a ciò si possono segnare luoghi o percorsi di utilità o

Gesti Critici: targa applicata alle bici di alcuni manifestanti durante il raduno, Cremmona 2008.

0�

Critica Map: mappa interattiva nella città di Milano. Vengono segnalati attraverso dei se-gnaposti, problemi, consigli, fontanelle e informazioni utili per i ciclisti. Una mappatura collaborativa prodotta dai singoli utenti.

07

��

Page 78: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

di attenzione per il ciclista urbano: “ciclofficine, percorsi della massa critica, fontanelle dove abbeverarsi, luoghi e traiettorie per inventarsi percorsi comuni verso i luoghi di lavoro, studio, divertimento...”�

Ma non solo: si possono anche segnare luoghi e percorsi le-gati all’aspetto emozionale (singolare e collettivo) dell’andare in bicicletta: luoghi della memoria, luoghi in cui si sono pro-vate emozioni particolari.Critical Map potrebbe essere definita una sorta di blog del-la strada, una mappa psicogeografica che si muove “come una scia immaginaria in cui tracciare di volta in volta, i propri percorsi, i propri racconti, le proprie emozioni, i propri desi-deri...”�

In sostanza una mappatura che è, da un lato, tradizionale re-stituzione cartografica, dall’altro un insieme mutevole, per nulla strutturato, di tracce, traiettorie e percorsi vissuti o im-maginati, di luoghi reali o possibili. Il successo dell’iniziativa rende pertinenti ed utili, per com-prendere tale esperienza, le osservazioni di Levy, quando osserva come il fatto che così tanti individui da ogni parte del mondo abbiano voglia di incontrarsi e di mettere in con-divisione le loro esperienze in una grande comunità virtuale “esprime l’aspirazione alla costruzione di un legame sociale, che non sia fondato né su appartenenze territoriali, né su re-lazioni istituzionali, né su rapporti di potere, ma sul radunarsi intorno a centri di interesse comuni, sul gioco, sulla condivi-sione del sapere, sull’apprendimento cooperativo, su processi aperti di collaborazione”�. Un fenomeno che trascende la prossimità fisica o geografica, configurando uno spazio nuovo, il cyberspazio, per propietà fisiche e qualità dei processi sociali, forme della politica e del-la democrazia.Vale la pena di osservare, nel merito, che, mentre le organiz-zazioni politico-territoriali si avvalgono della rappresentanza e della delega, le possibilità tecniche del cyberspazio rendono praticabili ed agevoli forme inedite di democrazia diretta su vasta scala.Uno spazio evidentemente consono a tutti quei movimenti sociali che si fondano sulla partecipazione attiva e collettiva

� http://www.criticalmass.it/

5 ibidem

� Levy, P., Cyberculture. Rapport au Conseil de l’Europe, �997, Éditions Odile Jacob, trad. it. Cybercultura.

Critica Map: mappa interattiva nella città di Milano. Un piccolo esempio dell’interfaccia collaborativa. E’ pos-sibile implementare testi, inserire im-magini, oppure semplicemente com-mentare le diverse segnalazioni

08

��

Page 79: modalitàPOST.IT

dei cittadini dal basso, e che, dunque trovano nel cyberspa-zio il loro naturale canale di comunicazione, e nella mappa lo strumento ideale attraverso cui attingere e, allo stesso tempo, immettere informazioni, scambiarle e diffonderle su scala pla-netaria.In definitiva, CriticalMap, un riferimento, giocato, su più li-velli comunicativi, partecipativi e conoscitivi (al contempo pragmatico - operativo e psicogeografico), certamente utile ad estendere ed arricchire Critical Mass; a tener alta (oltre la soglia critica) quella massa necessaria - come già ricordato - ad attivare reazione collettiva a modelli socioeconomici e ter-ritoriali, nonchè culturali, non sostenibili in nome di una vita urbana più vivibile.

Segnala un percorso cicla-bile

Scatta una fotografia

Segnala un pericolo

Segnale lavori in corso

Segnala Wireless Hotspot

Segnala Fontanella

Segnala Cicloriparatore

Scrivi un ciclo racconto

Segnale un evento di Massa Critica

Critica Map: simbologia di segnalazi-one

09

��

Page 80: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

Gianni Rondinella, Masse in bicicletta, Tesi di Laurea presso l’Università Iuav di Venezia, 200�

Ilaria Ciuti, La bicicletta fa la forza è l’ ora della Critical mass in La Repubblica 9 Ottobre 2002. http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2002/�0/09/la-bicicletta-fa-la-forza-ora.htmlEugenio Galli e Luigi Riccardi , CRITICAL MASS, ovvero coin-cidenze organizzate , Ciclobby Notizie, n° 3 2002. http://www.fiab-onlus.it/critical/fiab�.htmLaura Belloni, Una critical mass per i diritti dei disabili in La Repubblica 30 settembre 2007. http://ricerca.repubblica.it/re-pubblica/archivio/repubblica/2007/09/30/una-critical-mass-per-diritti-dei-disabili.htmlPaola Pagliaro, Da Critical mass al bikesharing: meno in-quinamento e più buonumore per chi sceglie le due ruote in Ecologia, s.d. http://www.ecologiae.com/da-critical-mass-al-bikesharing-meno-inquinamento-e-piu-buonumore-per-chi-sceglie-le-due-ruote/��5/Tana Rizza, Critical mass: occupare il traffico, diventare il traf-fico in Girovite, segnali della città invisibile �8 maggio 2005. http://www.girodivite.it/Crit ical-mass-occupare-il-traffico.htmls.a., E alle �� parte la Critical Mass corteo a pedali ‘anti-in-quinamento’ in La Repubblica 3� maggio 2008, http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/05/3�/alle-��-parte-la-critical-mass.html

http://www.critical-mass.org/ Portale mondialehttp://www.criticalmass.it/ Portale italianohttp://it.wikipedia.org/wiki/Critical_mass, Enciclopedia Online http://ciemmona.org/ Portale dell’evento Cremmonahttp://crepeurbane.noblogs.org/ Portale di giardinaggio resi-stentehttp://www.girodivite.it/ Gioranale on line, segnali delle città invisibile http://www.inventati.org/criticalmass/wiki/doku.php, Portale wiki di massa critica

••

••••••

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

�0

Page 81: modalitàPOST.IT

0�.http://www.criticalmass.it/02.http://www.criticalmass.it/03 .h t tp : / / c i emmona .o rg /2008 / index .php?op t ion=com_frontpage&Itemid=�05. http://www.chiamamilano.it/0�. http://ciemmona.org/2008/index.php?option=com_content&task=blogsection&id=7&Itemid=�5 05. http://www.flickr.com/photos/fotoharing/25��200���/0�. http://www.flickr.com/photos/gforest/253995983�/07. http://www.flickr.com/photos/27���07�@N0�/255��0�098/08. http://www.criticalmap.org/09. http://www.criticalmap.org/

•••

•••

••

IMMAGINI

Africa (�) http://www.critical-mass.org/africa.htmlAsia (23) http://www.critical-mass.org/asia.html Australia (20) http://www.critical-mass.org/australia.htmlEurope (��9) http://www.critical-mass.org/europe.htmlNorth America (230) http://www.critical-mass.org/north-ame-rica.htmlSouth America (9) http://www.critical-mass.org/south-ameri-ca.html

••

••

Critical Mass nel Mondo

Critical Map, http://www.criticalmap.org/feed/criticalmap

Critical Mass Cremona , http://massacriticacremona.blogspot.com/Critical Mass Bari, http://criticalmass.splinder.com/Critical Mass Bologna, http://cmbologna.splinder.com/Critical Mass Catania, http://criticalmasscatania.blogspot.com/Critical Mass Firenze, Critical Mass Firenze, http://www.firen-zeinbici.net/criticalmass/criticalmass/default.aspCritical Mass Frosinone, http://cmfrosinone.splinder.com/Critical Mass Torino, http://www.massacriticatorino.it/MassaCriticaLecce, http://massacriticalecce.splinder.com/Critical Mass Legnano, http://criticalmasslegnano.wordpress.com/critical mass Milano , http://criticalmassmilano.blogspot.com/

•••

•••

••••

principali Critical Mass in Italia

�1

Page 82: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

critical mass Saronno, http://criticalmasssaronno.wordpress.com/ Critical Mass Roma, Critical Mass Roma, http://www.tmcrew.org/eco/bike/criticalmassroma/index.htmlUanauick Roma, http://www.uanauick.it/Massa Critica Rovereto, http://massacriticarovereto.splinder.com/

Bici8: nasce come alternativa di movimento in occasione del vertice G8 di Genova (e relativo controvertice). È un’iniziativa che vuole tracciare un “filo rosso” che unisca città e persone che vogliono affrontare i problemi irrisolti che avvelenano la quotidianità di tutti. http:// www.bicig8.orgCiclistica: un blog riguardante notizie, spunti e riflessioni sul ciclista urbano, aggiornato quotidianamente da Alberto Bira-ghi (Critical Mass Milano) http://www.ciclistica.itW la velorution: moviemento di matrice “ciclo-anarchica”, che presenta all’interno del portale web molti link, a livello mondiale, di Massa Critica.

••

••

�2

Page 83: modalitàPOST.IT

Velocity: è una specie di gara urbana (o meglio, come segna-lato nel sito “un delirio ciclico di �0 minuti nell’alba metropo-litana, nessuna regola, nessuna rete di protezione, e una città come non l’hai mai vista”. Da segnalare l’evento milanese del 200�, Velocity0�Milano. http://20�.73.203.3�/Bike Polo: versione ciclistica del polo, già diffusa negli Stati Uniti e in altri Paesi europei, da settembre 2008 è sbarcata an-che in italia, precisamente a Milano. Grazie ad Andrea Schilirò di ritorno da un viaggio negli USA. Questo sport ha appunto le sue radici nel 2000 a Seattle. Successivamente, dal 200�, le città del Nord America hanno iniziato a promuovere veri e propri tornei .Il più grande torneo di bike polo è stato svolto a Chicago nel mese di agosto del 2008 e ha richiamato 3� squa-dre provenienti da oltre una dozzina di città. Lo sport è anche cresciuto in popolarità in Europa. Londra per esempio ha ospi-tato la seconda edizione di Polo Invitational London nel mese di agosto 2008 e recentemente sembra siano in programma altri tornei a Zurigo, Parigi e Berlino.

altre attività in bicicletta

�3

Page 84: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI 1.7 Cartografia ResistenteFirenze

Il progetto Cartografia Resistente è nato a Firenze nel 200�, come “laboratorio di esplorazione urbana”, con l’idea di spe-rimentare modi possibili di articolare esperienze psicogeogra-fiche e forme innovative di rappresentazione dei fenomeni ur-bani. E’ un laboratorio che intende sviluppare nuove modalità di descrizione del paesaggio in evoluzione, a partire da una prospettiva dal basso, e fornire strumenti accessibili ad un vasto pubblico per la costruzione condivisa di un atlante alter-nativo della città. L’obbiettivo è quello, come si evince dal sito, di produrre vi-sioni differenti ed antagoniste per una città sempre più presa nella morsa dell’economia capitalista globalizzata, preda degli imperativi dettati dal turismo e della valorizzazione del patri-monio culturale storico. Il laboratorio è stato avviato da un gruppo informale di perso-ne accomunate da una prospettiva critica sulle trasformazioni della città, che avevano precedentemente condiviso esperienze di conflitti per lo spazio, come occupazioni di edifici dismessi e creazione di zone temporaneamente autonome. Il progetto è stato in un primo momento sviluppato all’interno dell’Elettro+, centro di produzione giovanile, sorto a Firenze sulla scia di una serie di interventi ed occupazioni che riven-dicavano spazi di espressione. Il laboratorio si è successiva-mente distaccato da quel contesto, assumendo una colloca-zione indipendente e nomade. In una prima fase, attraverso un workshop di due giorni tenuto nell’ottobre del 200� il gruppo si è posto degli obbiettivi, che riguardavano la produzione di una serie di narrazioni e mappe riguardanti il paesaggio fisico, politico e mentale della città. La discussione ha esplicitato una vasta serie di idee e di pos-sibili campi di applicazione, focalizzando diversi aspetti della configurazione urbana che sarebbe stato interessante descri-vere e mappare.Questo primo elenco includeva una mappa “dell’intensità della vita pubblica”, una degli “spazi negati”, ovvero di quegli spazi che, nonostante siano pubblici, vengono, tramite il controllo degli accessi, vissuti come privati; una delle “controgeografie dei corpi” - che raccontasse i microcomportamenti quotidia-ni che ridefiniscono e “detournano” gli spazi progettati ; una mappa delle “Relazioni metropolitiche”, vale a dire una map-pa dei poteri, ovvero un tentativo di rappresentazione grafica delle relazioni di potere che si sviluppano tra i principali attori economici e istituzionali che agiscono a Firenze. Ed altre anco-ra, fra le quali è oppurtuno segnalare quelle del “Delirio Archi-

Elettro+ è un centro di produzione giovanile sorto nel 200� a Firenze. Un laboratorio urbano. che rivendica gli spazi urbani della città

02

Home page e logo del gruppo “carto-grafiaresistente.org”

02

�4

Page 85: modalitàPOST.IT

tettonico”; ovvero una sorta di “guida alle più brutte, bizzarre, inquietanti ed inquite archietture di Firenze”�.Il progetto è ambizioso ancorchè totalmente privo di risorse economiche e produttive di ogni tipo. Il coinvolgimento dei partecipanti è del tutto volontario. Si è posto quindi il problema di come affrontare un simile sforzo disponendo del tempo limitato impiegato da persone appassionate, solo in qualche caso coadiuvate da interessi professionali sull’argomento. Uno dei primi passi è stato quello di adottare degli strumenti collaborativi di rete per acquisire e organizzare le informazioni raccolte. Inoltre, data la dispendiosità di produrre materia-li stampati tipograficamente, è parso opportuno pubblicare i materiali online in formato digitale per poter rendere così accessibile il lavoro prodotto. Quindi è stato attivato uno spa-zio collaborativo su internet, www.cartografiaresistente.org che risponde al duplice obbiettivo di proporsi come officina di elaborazione e sito di pubblicazione. Il concetto centrale è di annullare la distanza tra il fornitore ed il fruitore di infor-mazioni, tra il cartografo e l’abitante, tra chi analizza la realtà dello spazio urbano, e chi la vive e la subisce. Potenzialmente tutti possono partecipare ad ampliare una voce, a descrivere un luogo, a precisare un dato o offrire una diversa interpreta-zione. La configurazione adottata in un primo momento utilizza software open source di scrittura collaborativa Wiki ed una galleria di fotografie. Il sito wiki consente di inserire testi, ag-giungere pagine, categorie e caricare files di vario tipo tra cui anche suoni ed immagini. Tramite links le parti di testo pos-sono essere collegate alla galleria di immagini. L’accesso è consentito a tutti. Vengono definite alcune categorie base per ordinare i materiali (per luoghi, per percorsi di esplorazione, per argomenti) che via via nell’uso verranno ampliate, preci-sate e riorganizzate. E’ quanto è bastato per cominciare ad accumulare materiali di varia natura. L’obbiettivo successivo è stato quello di integrare il sistema con una mappa interattiva che consentisse agli utenti online di creare ed associare dei punti sulla mappa a pagine di testo ed immagini. Il secondo passo è stato quello di iniziare una fase di esplora-zione dello spazio urbano, cercando di controbilanciare l’ap-

� http://www.cartografiaresistente.org/

Mappa dei Poteri: un primo approccio ad una catalogazione condivisa degli spazi urbani

03

la prima pagina web di accesso al portale wiki di cartografiaresistente.org. strumento cooperativo aperto a tutti per la costruzione di una memo-ria urbana condivisa.

0�

�5

Page 86: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

proccio mediato dall’uso di tecnologie digitali con l’esperienza concreta del territorio, con il contatto dei luoghi, con un ap-proccio psicogeografico. In qualche modo due polarità tutt’altro che inconciliabili emer-gono con evidenza. Da un lato una visione, definita dal sito, “situazionista”, influenzata cioè da una spinta al perdersi nella città, alla “flanèrie”, a cercare conseguentemente delle “forme di rappresentazione non cartesiane del paesaggio”. Dall’altra una visione più politica e analitica, che intende approfondire visioni critiche sulle trasformazioni della città, sui processi speculativi e sui fenomeni repressivi, fornendo informazioni pratiche ed alimentando forme di resistenza ai processi do-minanti. Inizia quindi una pratica di “derive urbane” volte ad esplora-re la periferia di Firenze, ed allo stesso tempo ad esplorare molteplici modi di guardare alla città. Il ciclo iniziale, detto Triangolazione, è stato eseguito traccian-do sulla mappa di Firenze un triangolo che unisce tre elementi costitutivi del paesaggio della zona di espansione della città a nord: l’area Ex-Fiat, soggetta ad un vasto progetto di nuovo insediamento residenziale e terziario; l’Ikea e il carcere di Sol-licciano. Tre aree, o potremmo dire tre “situazioni” che forni-scono una interessante combinazione di simbologie e poteri, ma che possono essere anche interpretate come pretesto.L’idea è di cercare di seguire le rette tracciate sulla mappa il più fedelmente possibile, facendo i conti ovviamente con tutti i limiti, le barriere naturali e gli impedimenti di ogni ordine che si possono incontrare camminando per la città. Come si osserva ancora nel sito, cercare di seguire una astrat-ta linea retta diventa un modo di leggere la frammentazione, la parcellizzazione e la distribuzione dei confini materiali e psi-chici del tessuto urbano. Il percorso è stato compiuto in quattro diverse giornate, una delle tratte essendosi rivelata eccessivamente lunga e tortuosa per essere risolta in un giorno solo. I partecipanti hanno pre-so nota dell’esperienza in vari modi, fotografando, filmando, registrando suoni o scrivendo. Una narrazione corale è stata imbastita a partire dai singoli contributi, attraverso il testo e la galleria di foto connesse sul sito internet. Un racconto in progress che poco a poco si è arricchito aprendo digressioni e collegamenti. Raccontare un percorso lineare nella città si evolve, quindi, poco a poco nello sviluppo di links con argomenti connessi,

ciclo derive urbane: schema delle “tri-angolazioni” effettuate

05

��

Page 87: modalitàPOST.IT

immagini e collegamenti ad altre pagine web che contengono informazioni correlate. Lo scoprire argomenti e fenomeni di ordine generale a partire dallo specifico incontrato nelle esplo-razioni ha innescato nuove categorie di analisi, fatto aprire nuove pagine di informazioni, nuove catalogazioni, nuovi layers di possibili mappe. L’esperienza delle tre derive iniziali è stata elaborata succes-sivamente in un evento istallativo che si è tenuto nello spazio expo dell’elettro+ nell’estate 2005. I materiali eleborati attra-verso gli strumenti collaborativi di rete sono stati riorganizza-ti con diverse modalità di output. Tre sequenze fotografiche raccontano lo sviluppo del percorso snodandosi sopra il trac-ciato disegnato sul pavimento. Lo accompagnava un cut-up di testi tratti dal sito. Una installazione audio distribuita sui tre lati riproduceva frammenti del paesaggio sonoro. Elabora-zioni grafiche sono prodotte a partire dal tracciato della linea spezzata del percorso. Una installazione interattiva consente di scorrere le sequenze fotografiche seguendo il percorso con il mouse. Installazioni video imbastiscono altre narrazioni del-l’esperienza. In sostanza una esperienza riuscita di laboratorio sulla rappresentazione del paesaggio urbano. Da allora sono state organizzate altre derive. Ad esempio è stato iniziato un ciclo di sopralluoghi alla ricerca dell’attuale sorte di spazi una volta sede di occupazioni, associando rac-conti e testimonianze di come erano stati vissuti a informazio-ni ed immagini su cosa sono diventati. La qualcosa è andata a incrementare le pagine dedicate ad una parallela cataloga-zione delle più brutte o bizarre architetture di Firenze. Una successiva deriva fatta sul tracciato del cantiere della tranvia in costruzione ha dato l’occasione di allargare l’inte-resse verso le relazioni di potere che si dispiegano nell’area metropoltana. Come sottolineato nel sito; “Stiamo facendo uno sforzo per aprire pagine informative e link ad altre fonti su quelli che sono i principali attori politici ed economici che gestiscono le trasformazioni e la produzione in questa città, con l’intenzio-ne di tracciare quella che abbiamo chiamato una mappa delle relazioni metropolitiche, che riveli intrecci, interessi, parteci-pazioni e scatole cinesi attraverso cui si strutturano le ruling forces che guidano le trasformazioni del territorio”2

Nel frattempo un altro passo nello sviluppo degli strumenti è stato fatto, aggiungendo al sistema online la mappa interat-

2 ibidem

ciclo derive urbane: schema del trac-ciato tra Ikea e Carcere di Sollicciano

05

��

Page 88: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

tiva. Realizzata con il free open source software WorldKit, a-desso è connessa al sito una mappa su cui gli utenti possono liberamente intervenire, collegando punti linee o aree su una foto aerea di Firenze con pagine del wiki.Il sistema consente di accendere e spegnere diversi layers, che sono stati associati alle principali categorie di analisi del progetto. Sono stati ad esempio segnati i percorsi delle de-rive, riportate le aree calde, in trasformazione della città ed i principali luoghi ed edifici trattati nel sito. Il sistema software nel suo complesso è ancora piuttosto ru-dimentale e instabile. Ciononostante si sta rivelando già uno strumento utilissimo per la costruzione di un database “ela-stico, cooperativo e sfaccettato” in grado di trasmettere delle conoscenze sostanziose e produrre delle rappresentazioni ela-borate. Ha il vantaggio di essere facilmente aggiornabile da un

interfaccia web Living Map: schermata d’accesso all’interazione07

gruppo distribuito di curatori e da utenti occasionali.I risultati sin qui raggiunti hanno dimostrato l’interesse a per-fezionare e diffondere il sistema, e suscitato possibilità di col-laborazioni più ampie. Sul piano tecnico l’obbiettivo adesso è quello di sviluppare un’unica interfaccia software che includa testo, database gal-leria di files e mappa; insomma una vero e proprio sistema di conoscenze in diverso modo e grado elaborate, dedicato alla descrizione distribuita del paesaggio urbano. Sul piano dell’elaborazione dei contenuti il compito ancora più arduo che “Cartografia Resistente” sembra volersi dare, è quello di convogliare sufficienti energie e trovare le risorse adeguate

��

Page 89: modalitàPOST.IT

per completare alcune operazioni di mappatura e pubblicarle, anche in formato cartaceo.

Una valutazione critica dell’attività svolta viene dato dallo stesso attore-promotore. “Cartografia Resistente” sottolinea infatti che un ostacolo con cui il progetto si è scontrato è il fatto che non basta sviluppare strumenti per innescare una pratica diffusa di osservazione e critica dei processi che ci circondano. Soprattutto sottolineano, che occorre spendere una grande energia nel costruire occasioni di coinvolgimenti e relazioni stabili tra i soggetti interessati a portare avanti un simile progetto. Fino a questo momento, si osserva, il sistema si è rivelato efficace nell’aprire numerose finestre di osservazione, nell’av-viare diversi progetti di rappresentazione cartografica, ma non ha trovato la chiave per chiudere, per completare ad un livello sufficientemente dettagliato la fase di raccolta dati e sviluppa-re appropriate forme di restituzione.Una constatazione semplice e quasi banale nella sua eviden-za, emerge dal lavoro sin qui condotto e dalla valutazione dei risultati raggiunti rispetto agli ambiziosi obiettivi messi via via in campo. Ed è che il tempo rubato ai ritmi quotidiani, an-che attraverso le modalità di rete, pare non consentire una concentrazione di protagonisti, sufficiente per soddisfare gli obiettivi. Ciononostante Cartografia Resistente avanza con passi discontinui e risultati gratificanti.

Interfaccia web Living Map: legenda interattiva

08

��

Page 90: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

Lorenzo Tripodi, Mappe Resistenti tra arte e rete in rivista on-line DigiMag, gennaio 2007, http://www.digicult.it/digimag/article.asp?id=�5�

http://www.cartografiaresistente.org/ , Portale Carografia Resistentehttp://it.wikipedia.org/wiki/Cartografia , Enciclopedia Onlinehttp://www.produzionidalbasso.com Portale che racchiude e spesso finanzia vari Progetti dal basso.http://www.euromovements.info/new/newsletter/articles/car-tografia_emotiva.html, Map visualisation and social trasfor-mation

••

••

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

0�. http://www.cartografiaresistente.org/02. http://www.exibart.com/03. http://www.cartografiaresistente.org/twiki/bin/view0�. http://www.cartografiaresistente.org/twiki/bin/view/Main/ZoneCalde05. http://www.cartografiaresistente.org/twiki/bin/view/Main/Derive0�. http://www.cartografiaresistente.org/twiki/bin/view/Main/IkeaSollicciano07 http://mappeaperte.net/cartografiaresistente08. http://mappeaperte.net/cartografiaresistente

••••

••

IMMAGINI

Redactiva: Fondatrici dell’associazione sono la psicologa Alejandra Pérez, e la sociologa urbana Alexandra Hache. Riap-propriarsi della città, analizzare quanto si è interiorizzato del-l’ambiente circostante e riposizionarci attivamente nello spazio che occupiamo, è uno degli scopi di RedActiva, un’associazio-ne spagnola che si dispiega tra Barcellona e Parigi. L’idea, fondamento di tutti i progetti sviluppati dall’associazione, è quella di aprire (open sourcing) la città, renderla accessibile a chiunque, andare oltre i limiti imposti dalle regole territoriali e sociali, ricendo quell’intimità che lega la città all’individuo. www.redactiva.tkMappeAperte: In questa ricerca di tesi il laureando si chie-de come gli abitanti rappresentino il territorio in cui vivono. Il contesto è un piccolo borgo montano semi-abbandonato, Lucchio, frazione di Bagni di Lucca (LU). Di fronte alla proble-

Progetti Simili

�0

Page 91: modalitàPOST.IT

matica dell’abbandono che affligge gran parte della montagna, e davanti al conflitto locale generato da alcune scelte politiche di gestione territoriale, si è domanda con quali pratiche quo-tidiane i pochi presidiatori contribuiscono a costruire il loro territorio futuro. il progetto quindi si prefigge di non restituire solamente la presenza di un identità diffusa, ma addirittura far raccontare agli abitanti stessi dei luoghi la loro visione del territorio. la produzione successiva di un sito web, diventa una volontà del laureando di continuare la ricerca e mantenere un progetto aperto a possibili implementazioni future, dando modo anche al singolo utente di interagire con il proprio terri-torio divulgando conoscenza. http://www.mappeaperte.net/

�1

Page 92: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI 1.8 Access 5

Il Museo Guggenheim di Bilbao in collaborazione con la Scuo-la di Architettura di Grenoble propone nel �999 un progetto di ricerca concernente il vasto patrimonio industriale dismesso della città, con riferimento agli edifici distribuiti lungo le rive del fiume e costitutivi della grande area produttiva bilbaina che risale verso l’oceano.Si trattava di un operazione di conoscenza e di riappropriazio-ne temporanea di questi spazi marginali motivata dall’esigen-za di farne i punti di riferimento per la costruzione di una rete culturale alternativa a quella che si era andata rapidamente costituendo come espressione dei grandi progetti di riquali-ficazione della città, dell’impronta di marketing urbano che li connotava e centrata sulla realizzazione di funzioni pregiate ed attrattive di scala nazionale e internazionale: museali e cul-turali (museo Guggenheim e Palazzo della Musica), congres-suali, turistiche. Quell’insieme di progetti e realizzazioni che, integrate con coerenti realizzazioni di carattere infrastruttura-le, rientrano nel programma Ria 2000, vero e proprio asset strategico, volano della riconversione di Bilbao, del suo pas-saggio da città industriale a città post-industriale.Un programma, Ria 2000, di rinascita urbana apertamente confliggente con il deposito e la stratificazione fisica, spazia-le, ma anche culturale e identitaria della industrializzazione. In altri termini, con il motore primo della storia contempora-nea della città. Conflitto sul lavoro, conflitto sociale e politico, colonizzazione demografica e industriale dei margini fluviali, costruzione della città borghese, ridestinazione sociale e fun-zionale del vecchio centro, questione igenica-sanitaria e abi-tativa, insomma quanto occorre a definire la morfologia fisica e sociale della città è riconducibile allo sviluppo dell’industria; ci riporta allo scenario dell’industrializzazione.Uno scenario, testimonianza di un’anima della città a rischio di una rapida e non giustificata dissoluzione e scomparsa. Una condizione, e più ancora, un processo di sradicamento programmato rispetto al quale Access � cerca quantomeno di sollevare interrogativi di portata collettiva, proponendo un progetto di campionatura del territorio industriale, dei suoi caratteri identitari, del suo valore di memoria di una intera collettività.Un’operazione culturale, dunque, che s’interroga sulla possi-bilità (e sui relativi nessi) di una riqualificazione urbana che parta dalle aree di margine, sforzandosi di mettere in moto una sintesi virtuosa fra passato e presente.E ciò in un contesto di profonda incertezza che, se da un lato

Bilbao

home page portale access 50�

�2

Page 93: modalitàPOST.IT

sembra abbandonare estese porzioni di aree industriali ad una inevitabile demolizione, dall’altro sviluppa un interesse cre-scente per le culture e le identità locali, per la loro capacità di creare reti di interazione sociale attente a valorizzare ciò in cui parti consistenti della società ancora si riconoscono.Un clima di cui una crescente attenzione in Europa per la riap-propriazione e il recupero di tali realtà è testimonianza diffu-sa.L’attenzione di Access � si rivolge dunque alla conoscenza del mondo delle pratiche di riappropriazione, delle sue potenziali-tà in termini di sensibilizzazione e di concreta rivitalizzazione.Access �, detto altrimenti, sembra interessata a sondare la possibilità di attivare una strategia, che potremmo definire in-versa rispetto a quella adottata da Ria �000 e dal suo progetto urbano di eliminazione dei segni industriali e nel contempo di programmata obsolescenza, premessa a sua volta della can-cellazione e sostituzione successiva.Un progetto, quello di Access � che dunque si sforza di inda-gare un possibile senso nuovo di quelle aree e presenze; di mettere a fuoco una immagine nuova di quella zona.La struttura del progetto si accorda con questi intenti, pro-muovendo un processo che, fondato sulla memoria e parteci-pazione individuale come punto d’avvio, possa, utilizzando la comunicazione digitale come fondale interattivo, trasformarsi in memoria collettiva condivisa. E anche in qualcosa di più: in uno spazio di confronto e so-prattutto di proposte, di progetto, a partire dal ruolo di inter-mediazione tra i potenziali attori che lo spazio comune digitale

ii 5 livelli di accesso: Access 5 sonda una possibile riattivazione della Ria di Bilbao, utilizzando 5 livelli di accesso grazie ai quali poter esplorare questi spazi industriali marginali

02

zoommata dell’interfaccia Access 5: in arancione si evidenziano gli edifici da esplorare

03

Interfaccia Access 5: Il primo livello di accesso consisteva nel rapportarsi al territorio tramite una deriva urbana. Si eveidenziano i 5 itinerari proposti.

0�

�3

Page 94: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

può assumere.In concreto vediamo come si struttura Access �. Esso si arti-cola, proprio come dice la sigla, in 5 livelli di accesso.Il primo è, di fatto, una deriva. Chi è interessato è sollecitato a visitare la Ria di Bilbao seguendo 5 itinerari proposti e percor-si nel corso di una settimana del novembre �999.Il secondo è costituito dalla lettura delle schede tecniche degli edifici messe a disposizione dagli organizzatori.

Conclusa questa duplice fase, di progressivo avvicinamento alla conoscenza dello spazio, sorta di prerequisito, può partire il terzo livello.Si tratta del cuore dell’esperienza: l’esplorazione vera e pro-pria, una sorta di percorso continuo fra gli edifici, alla ricerca di connessioni, porte d’acceso particolari. Un percorso in uno spazio inesplorato, solo “tecnicamente” conosciuto, da per-correre in modo aperto ad accogliere sorprese, cose inattese; da scoprire, in altre parole, grazie alla distanza che separa la conoscenza indiretta e filtrata dalla presa diretta con la realtà. In un processo, data la ricchezza impalpabile ma densa di quei luoghi, continuo di stimoli fra conoscenza e immaginario.Esaurita l’appropriazione si avvia la fase della documentazione e, più esattamente, della spedizione di documenti, testi, video, foto ecc. Materiali che danno corpo all’ultimo livello di accesso: quello della messa in comune dell’esperienza, una volta scaricati sul web tutti i materiali raccolti e frutto, ripetiamolo, di un’azione di riappropriazione. Una pratica la cui finalità è quella di svi-luppare politiche culturali nuove ed anche, in potenza, politi-che urbane nuove.

Interfaccia Access 5: secondo livello d’accesso, in arancione si evidenziano gli edifici da analizzare. Selezionando il singolo edificio si entrerà nella se-zione scheda tecnica.

05Interfaccia Access 5: la scheda tecnica per ogni singolo edificio. che gli organizzatori mettono a disposizione per la consultazione

0�

�4

Page 95: modalitàPOST.IT

In estrema sintesi, la ricerca di spunti di conoscenza utilizzan-do l’offerta in tal senso di pratiche d’effrazione, esplorazione e riappropriazione temporanea che sono, di fatto, operazioni di riciclo o, se, si vuole, ridestinazione dello spazio.Una pratica, Access �, che rimanda all’universo dell’ urban exploration, assai frequentata in Canada e USA, nonchè in pieno sviluppo in Europa ed in Italia; come testimoniano, fra l’altro, un manuale e una rivista internazionale.Ciò che mette in evidenza l’intensificarsi dell’urban exploration (cioè del piacere di violare segretamente un luogo vietato) è la natura molteplice e contraddittoria dello spazio urbano; dal-l’altro, il bisogno di trasformarlo, di adattarlo, di farlo proprio che i differenti gruppi sociali manifestano.Detto altrimenti, il bisogno crescente di conoscere e far pro-pri luoghi sociali ed urbani di margine, rimossi, dimenticati, negati sembra rispondere a più necessità: l’affermazione del diritto di conoscere lo spazio in cui si vive; la curiosità e anche l’ansia di frenare la velocità e l’indifferenza con cui la società consuma il proprio passato, la propria storia; l’ansia di affer-rare, prima della scomparsa, frammenti e tracce lasciati da chi è venuto prima e, quindi, riconnettersi con un passato ancora molto vicino.Direi che non è del tutto azzardato affermare che le ragioni del successo crescente dell’esplorazione urbana stanno nel bisogno di vivere individualmente e con immediatezza i segni di una civiltà bruscamente rimossa eppur così presente, in-gombrante e, evidentemente, perturbante.In presenza di diffusi processi di spaesamento, se non sradi-camento, messi in moto prepotentemente dalla nuova società, riappropriarsi direttamente delle conoscenze dei luoghi di un passato ancora operante (anche se per negativo) è un modo per ambientarsi, per educarsi all’abitare; in definitiva per vive-re consapevolmente.Vedere, esperire, fissare emozioni e decifrarle, raccontare, ov-vero prendere possesso selezionando cose, pensieri, spazi. Tutto concorre a costruire storia; cioè a legare, anche se stes-si, a ciò che è stato. Ancora una volta, si tratta di fondare le condizioni dell’abitare.

foto dall’archivio Access 5: Gli utenti sono invitati ad esplorare, documen-tare (testi, foto e video) le proprie “infiltrazioni” urbane, per poi passare all’ultimo accesso cioè alla condivi-sione, attraverso l’inserimeto del ma-teriale nel portale web.la freccia verde sta ad indicare la porta d’accesso, cliccandoci sopra si entra nella documentazione interna dell’edi-ficio.

07

�5

Page 96: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

Lorenzo Tripodi ,Digital City, Collaborative mapping, Ict e hacktivismo in Digimag on line, s.d. http://www.digicult.it/digimag/article.asp?id=�2�

http://axs5.free.fr/# , Portale Access 5http://aranel.splinder.com/, l’abbandono, il vuoto, i non luoghi, la città nel suo complesso. Un viaggio alla scoperta di Milano.http://www.thumped.com/bbs/archive/ index.php/t-�0728.html, un archivio utile per chi vuole approcciarsi al tema dell’esplorazione urbana nel campo dell’architetturahttp://www.stalkerlab.it/, sito ufficiale degli stalkerhttp://contestiurbani.wordpress.com/category/esplorazione-urbana/, l’esplorazione urbana nelle città digtali in Blog - le città contemporanee ed il visuale - http://en.wikipedia.org/wiki/Urban_exploration, Enciclopedia Onlinehttp://www.infiltration.org/history-timeline.html, infiltration è la prima rivista al mondo che tratta il tema d’esplorazione urbana.

•••

••

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

0�. http://axs5.free.fr/#02. http://axs5.free.fr/#03. http://axs5.free.fr/#0�. http://axs5.free.fr/#05. http://axs5.free.fr/#0�. http://axs5.free.fr/#07. http://axs5.free.fr/#

•••••••

IMMAGINI

��

Page 97: modalitàPOST.IT

Abandoned :fornita documentazione fotografica di edifici in-dustriali abbandonati, localizzati, la maggior parte, nelle aree periferiche di Mosca. http://www.abandoned.ru/Abandoned Place: esplorazioni e fotografie di edifici abban-donati in Belgio, principlamente fabbriche ed ospedali. http://home2.planetinternet.be/henk/Abandonned Subway Stations: documentazione forografica di stazioni della Metropolitana abbandonate. una sezione molto fornita di documentazione in merito alla città di NYC http://www.columbia.edu/%7Ebrennan/rails/disused.underground.htmlArchigram: Un lavoro sperimentale prodotto da questo gruppo di archietti Londinesi. http://www.archigram.net/, http://www.brickhaus.com/amoore/magazine/archi.html) Cataphile: Urban Adventure in France, Buona documentazione di Metropolitane, monumenti, fabbriche e cave abbandonate, . http://cataphile.free.fr/Cave Clan: gruppo di esploratori Australiani. http://www.caveclan.org/Derelict London: gruppo londinese di esplorazione urbana, “per gli amanti di una Londra nascosta” http://www.derelict-london.com/

Esplorazioni urbane a fini architettonici

��

Page 98: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI 1.9 Trasform Italia!Roma

Transform! Italia, è una rete internazionale nata per iniziativaransform! Italia, è una rete internazionale nata per iniziativa di associazioni culturali, riviste, case editrici, collettivi di ri-cerca, intellettuali, studiosi, individui provenienti da diverse esperienze di impegno politico, sociale e culturale, e diventata internazionale nel 2002 a Porto Alegre durante il World Social Forum.Alla costituzione e allo sviluppo dell’Associazione concorrono, dunque, persone, esperienze e culture diverse. Come è dato constatare dalla lettura del sito, il rispetto e la libera espres-sione di tali diversità, nonché il dialogo e il confronto tra diffe-renti proposte e ipotesi costituiscono un valore e una pratica permanente della vita dell’Associazione, Compito dichiarato dell’Associazione è perciò quello di favori-re la partecipazione della cultura critica italiana all’interno del dibattito politico-culturale internazionale; di favorire i rapporti tra essa e le esperienze di altri paesi; di aiutare e promuovere scambi, incontri e progetti transnazionali.Fra le attività d’indagine svolte credo vada segnalata l’esplora-zione “politica”� di un ben definito territorio: nel caso , quello dell’area metropolitana romana.Il lavoro ha prodotto una cartografia di alcuni nodo critici del-l’attuale società: per l’esattezza una serie di mappe che sono state chiamate mappe dei conflitti. Gli ambiti tematici con-flittuali mappati concernevano: il lavoro, i luoghi dei migrati (campi nomadi compresi), l’occupazione di case, elaborazioni riguardanti il nuovo piano regolatore, centri sociali, street pa-rades e raves.Transform! Italia guarda allo strumento mappa come ad un nuovo linguaggio, capace di consentire all’ideologia di proiet-tarsi sul territorio. Quindi, non solo la mappa non è neutrale, ma può anche rappresentare un potente strumento di propa-ganda, in quanto “modello della realtà”.La mappatura puntale e precisa dei conflitti sociali esistenti nella Capitale si è avvalsa dell’aiuto dei cittadini e della tecno-logia Web-GIS. La mappa permette di sovrapporre e combi-nare dati usuali (come i confini amministrativi e ambientali, le aree vincolate da piani regolatori, le infrastrutture, il patrimo-nio archeologico e i beni culturali) con le informazioni relative ad azioni dissidenti e alternative. Si tratta insomma di mappe che, grazie ad informazioni ben più ricche di quelle normal-mente messe a disposizione del cittadino dalle istituzioni,

� Transform! Italia La riva sinistra del Tevere, allegato a “Carta-Cantieri Sociali”, � marzo 2005.

logo e marchio presente nella home page del portale Trasform! Italia

0�

��

Page 99: modalitàPOST.IT

consentono di restituire la complessità dei processi in atto contestualizzandoli con esattezza, oltre a renderle fruibili, con strumenti interattivi. Per ripensare la città a partire da ciò che in essa realmente coesiste e accade: un patrimonio nel “disfa-cimento delle forme di vita fordiste”, ricco di energie, tensioni vitali, possibili forze trasformatrici che a Trasform Italia pare saggio strappare dal “silenzio e dall’isolamento” e trasferirli in punti di un’immagine organizzata , cose trasformandoli in nodi di possibili reti cooperative.L’obiettivo era ed è quello di verificare, in definitiva, se attra-verso uno strumento come questo fosse possibile produrre nuova conoscenza, scoprire o inventare nessi, suggerire pos-sibili solidarietà. Ma anche, verificare il grado di possibilità dell’impresa, per-chè, come è stato osservato, ogni brainstorming, ogni incon-tro, ogni appassionata discussione, non facevano che resti-tuire una consapevolezza accresciuta della complessità della

metropoli e dell’incontenibilità, entro facili e rassicuranti con-fini, dei suoi conflitti.A questa difficoltà di fondo, andavano poi sommati il carattere sperimentale del progetto - privo di precedenti e di esperienze di riferimento - la sua complessità tecnica, e la stessa difficol-tà nel reperire fonti o raccogliere dati “mappabili”. In merito a ciò ,per attivare l’impresa s’è dovuto fare delle scelte, abban-donando piste di ricerca e rinunciando a raccontare ambiti im-portanti del conflitto metropolitano, per concentrarsi invece su alcuni casi pilota, nei quali verificare la validità dell’ipotesi.

0�

mappa della percentuale di stranieri presenti nel comune di Roma

0�

mappatura delle Associazioni, degli ipotetici luoghi di con-flitto e dei luoghi di aggregazione. Mappa costruita prendendo come riferimento I dati segnalati dalla comunità attraverso il portale interattivo

AssociazioniLuoghi di conflittoLuoghi d’aggregazione

��

Page 100: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

Seguendo metodologie diverse, sono stati prodotti diversi tipi di mappe, nuove mappe, mappe dissidenti, come al sono sta-te definite dai militanti di Trasform; Mappe che costruiscono uno spazio di rappresentazione, emersione, riconoscimento e messa in rete dei conflitti metropolitani e dei soggetti sociali che li attivano. Gruppi che presentano alcuni caratteri: da un lato, autonomia, orizzontalità, molteplicità, irriducibilità a qua-lunque forma tradizionale di rappresentanza; dall’altro nuovo desiderio di coordinarsi, cooperare, contaminarsi. In definiti-va, un censimento e il riconoscimento della “soggettività mol-titudinaria, che abita, conflittualmente, la metropoli”�

Il problema della rappresentazione dei conflitti è colto con lu-cidità. Si afferma infatti che si conoscono molti tipi di conflit-to, alcuni espliciti (lavoro, casa, immigrazione ecc.) e molti altri impliciti, di più ardua definizione, di difficile esplicitazione e valutazione. E ciò perché, come osserva, si tende sempre più a nascon-dere il conflitto, o a circoscriverlo in ridotti limiti, in quanto scomodo a chi governa, perché “ ricorda che le cose non van-no bene, che ci sono parti della popolazione che soffrono, che vivono continui disagi”�. La scelta di rappresentare i luoghi del conflitto in una me-tropoli come Roma nasce quindi dall’esigenza di mettere in evidenza una realtà molto spesso nascosta, rappresentata, nel migliore dei casi, come “fenomeno puntuale e isolato (occu-pazione della fabbrica di… lungo la via..., occupazione della casa… in via...)”� senza mai avere una visione complessiva dei luoghi in cui nascono i contrasti, siano essi di natura so-ciale, economica o politica. Nasce come risposta a chi il con-flitto tende a isolarlo sia dal punto di vista territoriale, sia per nascondere le motivazioni che spingono al contrasto: “come se non esistessero legami tra una casa occupata e un fenome-no di immigrazione o un centro sociale o un rave, e come se questi fenomeni potessero non avere legami con il territorio in cui si manifestano”�

Rappresentare il conflitto sembra quindi un lavoro molto complesso, soprattutto per la dinamicità dei molti fenomeni da rappresentare, per la difficoltà di reperire i dati di base e

2 Ibidem

3 Ibidem

� ibidem

5 ibidem

evoluzione dell’insediamento di Cam-pi Rom nel comune di Roma dal �990 al 200�

03

Campi Rom �990

Campi Rom �995

Campi Rom 200�Permanenti dal �980 al 200�Permanenti dal �995 al 200�

100

Page 101: modalitàPOST.IT

per l’importanza che il fattore tempo assume nella rappresen-tazione. Per affrontare queste difficoltà e poter dunque rappresentare si è deciso di avvalersi dello strumento GIS. Il GIS consente, inoltre, di confrontare e verificare le relazioni tra le diverse tematiche individuate, visualizzandole contem-poraneamente e tematizzandole. Inoltre la forte necessità di esplicitare il conflitto ha rafforzato l’idea di costruire un Web-GIS e di renderlo fruibile in rete, permettendo in questo modo la consultazione delle mappe su internet e dando la possibilità all’utente di costruirsi una propria carta attraverso l’interrogazione, libera, dei dati dispo-nibili e di fornire, là dove riscontri incongruità o abbia a dispo-sizione nuove informazioni, i dati necessari all’aggiornamento del database.E’ opportuno segnalare che l’attività di Trasform ha interes-sato successivamente il settore della cosiddetta “altra econo-mia”�, oggetto d’attenzione anche da parte dell’Assessorato alle politiche per le periferie. Anche da tale indagine e censi-mento sono state elaborate mappe (per categorie e localizza-zione) suscettibili di arricchimenti “dal basso”, cioè attraverso pratiche di autorappresentazione. Annunciate le prossime: sui migranti e sul lavoroSe è possibile una conclusione è forse quella che riprende un’osservazione del gruppo di ricerca, la dove sottolinea che costruire una mappa del conflitto, centrata sul legame col ter-ritorio, permette in definitiva, di indagare più approfondita-mente le motivazioni stesse del conflitto e consente altresì di dare adeguata risposta all’importanza dell’aspetto comunica-tivo, giacchè in questa epoca di dominanza dell’informazione sta assumendo sempre più valore il concetto secondo il quale ciò che non viene rappresentato non esiste.

� s.a. Trasform, l’altra economia in Carta, marzo 2005.

Rave temporaneiRave permenentiRave street-parade

Mappatura dei Rave presenti nel comune di Roma

05

101

Page 102: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

Transform! Italia La riva sinistra del Tevere, allegato a “Carta-Can-tieri Sociali”, � marzo 2005. http://www.transform.it/politica-�/mappa-dei-conflitti/?searchterm=mappa%20dei%20conflitti

s.a. Roma e le mappe da inventare in Carta, marzo 2005. http://archivio.carta.org/rivista/settimanale/2005/09/09mappe.htms.a. Trasform, l’altra economia in Carta, marzo 2005. http://ar-chivio.carta.org/rivista/settimanale/200�/08/qui8transform_fuorig.pdf

http://www.transform.it Portale trasfor!Italiahttp://www.carta.org/ricerca Rivista online che relativa ai movimenti socialihttp://it.wikipedia.org/wiki/Marco_Berlinguer Enciclopedia online

••

•••

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

0�. http://www.transform.it02. Transform! Italia La riva sinistra del Tevere, allegato a “Carta-Cantieri Sociali”, � marzo 2005. 03. Transform! Italia La riva sinistra del Tevere, allegato a “Carta-Cantieri Sociali”, � marzo 2005. 0�. Transform! Italia La riva sinistra del Tevere, allegato a “Carta-Cantieri Sociali”, � marzo 2005. 05. Transform! Italia La riva sinistra del Tevere, allegato a “Carta-Cantieri Sociali”, � marzo 2005. 0�. http://www.streetbouldercontest.com/images/Reportage/sbc200�_dava/index.htm

••

IMMAGINI

PROGETTI SIMILI

Napoli/terzopiano. TerzoPianoAutogestito è uno spazio all’interno della facoltà di Architettura di Napoli occupato nel �995 da un gruppo di studenti per realizzarvi in piena au-tonomia inziative politiche e culturali. Il progetto dal titolo: tracce testimonianze e teritori si prefigge di sperimetare un nuovo approccio teorico-pratico alle principali tecniche di ind-agine diretta del territorio (fotografia, video, intervista), at-traverso la realizzazione di una videoinchiesta su alcuni spazi dell’area napoletana. Grazie allo sviluppo tecnologico la docu-mentazione e la restituzione saranno agevolate anche ad un pubbluco non professionista, uno strumento utile nel campo

102

Page 103: modalitàPOST.IT

dell’indagine urbanistica. http://isole.ecn.org/terzopiano/vid-eoindagine/Temi.htmlNeighbourhood Knowledge Los Angeles, è il progetto on-line sviluppato dall’ UCLA department of urban planning. l’idea è quella di sviluppare un “Quartiere della conoscenza” attraverso la collaborazione dei singoli utenti, in merito ad alloggi, salute e servizi. Il progetto ha ricevuto riconoscimenti internazionali per aver utilizzato la tecnologia come mezzo di costruzione di comunità . http://nkla.sppsr.ucla.edu/

103

Page 104: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

Le esperienze individuali diventano un dominio pubblico che genera una nuova cartografia del luogo. Queste le motivazioni che hanno spinto Angela Dorrer, artista, e promotrice di que-sto progetto.Basato su un archivio online interattivo e in continua espan-sione grazie all’apporto degli abitanti, urbanilgrims.org ricerca le storie individuali dello spazio urbano e le intreccia con lo spazio reale. Attraverso un questionario online e una mappa della città vengono chieste ai visitatori le loro esperienze personali su luoghi specifici scelti da loro. Attraverso le risposte, vengono affrontate questioni riguardanti le possibili relazioni di potere, la strutturazione degli spazi urbani e le varie forme di appro-priazione urbana. I risultati del questionario vengono catalogati in base a una serie di parole chiave per facilitare l’accesso alle informazioni da parte di tutti gli utenti.Lo scopo del questionario è quello di far affiorare le diverse vi-sioni che il cittadino ha della propria città, ma allo stesso tem-po utilizzare i loro giudizi e le loro risposte per scovare identità nascoste, semplici dissidenze urbane, o problemi sociali di qualsiasi natura allo scopo di produrre una mappatura reale ed esperienziale, che delinerà poi le tappe del pellegrinaggio. Urbanpilgrims.org, dunque, si occupa di aspetti, immagini e momenti caratteristici di un luogo utilizzando elementi di co-noscenza di una visione subconscia; con lo scopo di definire una nuova conoscenza collettiva della città. Riassumendo, la finalità del progetto consiste nella produzione di una mappa interattiva aggiornabile tramite la compilazione dei questionari rispondendo alle undici domande presenti nel test-online. La georeferenziazione delle diverse visioni avviene previa compi-lazione del questionario, producendo una sorta di genius loci dei luoghi urbani.Angela Dorrer afferma che il progetto, basato sostanzialmen-te su di un modello d’indagine, non propone una lettura “più vera”� del paesaggio urbano, ma intende fornire al visitatore uno sguardo molteplice fatto delle soggettività dei visitatori partecipanti. Uno sguardo di cui è parte la soggettività di cia-scun visitatore. In sostanza, Dorrer si propone, attraverso i risultati del que-stionario (immagini, giudizi, luoghi) ed il conseguente e non meno importante pellegrinaggio (costruito, come vedremo, come occasione per mettere a nudo e confrontare dialettica-

� http://www.andorrer.de/texte/jonsson.htm

1.10 UrbanPilgrims.orgCopenhagen - Christiania

logo e marchio dell’iniziativa Urban pilgrims

0�

104

Page 105: modalitàPOST.IT

mente visioni e opinioni contrastanti) da un lato di tracciare una costellazione di racconti sull’ambiente urbano, dall’altro, di contribuire a costruire (come già s’è osservato) una cono-scenza collettiva nuova della città. Nuovo perchè esito di un approccio interattivo non convenzionale ai conflitti che per-corrono la città.Fondamentale è il ruolo di mediazione dell’artista, che pro-muove la messa a conoscenza in comune di visioni individuali dei luoghi della città. Visioni, è bene sottolineare, che sono il prodotto dell’accettazione da parte dei cittadini di un coinvol-gimento attivo: attivo già nella fase dell’offerta di impressioni e immagini in risposta al questionario; ma soprattutto attivo nella partecipazione al pellegrinaggio. Quel pellegrinaggio che, nutrito di riferimenti percettivi e memoriali sollecitati dal que-stionario, si sviluppa come esperienza creativa d’interazione.Ciò che la Dorrer sembra dire è che frammenti e materiali della città, importanti o meno possono acquisire nuovi e inattesi significati o confermare quelli già noti o prevedibili. Ciò che sembra emergere è che novità e /o conferme paiono arricchire l’atmosfera distintiva dei luoghi (o altro) suggeriti. Paiono de-lineare aree con diversa densità di significati, tracciare nuove

gerarchie.Interessante è soffermarsi nel percorso e metodo di avvici-namento ed approccio alla città messo a punto e rielaborato, sulla base dell’esperienza condotta, dall’artista.La stessa Dorrer parla di una sorta di approccio antropologi-co sperimentale. L’atteggiamento sarebbe quello di chi non s’aspetta nulla; di chi s’avvicina alla città volutamente libero da giudizi e pregiudizi: per fare esperienze della città.Il contatto con la città è innanzitutto individuale, strettamente

la Mappa del blog interattivo:si com-pone attraverso la compilazione del questionario, attraverso le risposte degli utenti sui luoghi della città

02

la Home page del blog sull’esperienza di Copehagen e Christiania03

105

Page 106: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

personale. Poi segue l’avvio della fase di mediazione che av-viene attraverso il questionario, la raccolta delle risposte, la loro classificazione, la restituzione nel suo blog.Una serie di operazioni che realizzano la prima parte del pro-getto: quella che vuole costruire una rete di storie e di espe-rienze.Qui scatta la seconda fase. Tutto ciò che è stato raccolto (e che, per inciso, la Dorrer reputa già utile per migliorare la cit-tà), tutta le messe di immagini che si è voluto far affiorare e trasmettere agli altri, tutto il lavoro di interpretazione e indivi-duazione di nodi critici e problemi serve per definire le perfor-mance che avranno come teatro la scena urbana.Servono, insomma, per l’azione collettiva; azione che costitui-sce, dunque, il modo per sviluppare e mettere in tensione le storie raccontate.Performance, occorre precisare, che soddisfano una condi-zione necessaria: la necessità di entrare nel vivo dei problemi. La condizione, osserva la Dorrer, che fa scattare la partecipa-zione degli abitanti.Il caso di Copenhagen e, più significamente, di Christania - nervo scoperto delle contraddizioni sociali e culturali della città - può far meglio comprendere l’esperienza della Dorrer e del suo gruppo.Alcuni cenni sull’origine e sulla storia del quartiere sono indi-spensabili. Nel �972, persone che desideravano vivere secondo principi collettivi e comunitari, al di fuori dagli schemi usuali, occupa-rono un sito di un ex base militare, costituendo l’attuale quar-tiere di Cristiania. Fin dall’inizio la presenza di Christiania a soli dieci minuti dal centro della capitale fu controversa e ben presto la sua sopravvivenza divenne materia di discussione per il Folketinget (Parlamento danese). Non senza problemi, la piccola città nella città riuscì ad essere accettata come esperi-mento sociale (in cambio del pagamento per l’uso di acqua ed elettricità) creando così una cittadinanza autogestita, gover-nata assemblearmente. Vivere a Christiania insomma signifi-cava partecipare in prima persona alle decisioni collettive ed alla vita di tutti i giorni, in un processo che non privilegiava la “realtà di massa”�, ma che ha come protagonisti gli individui e le loro scelte. Negli anni ‘80, con l’introduzione delle dro-ghe pesanti sui mercati europei la sopravvivenza di questa “nuova società” fu scossa e duramente messa alla prova. La

2 http://www.bloomriot.org/�70/christiania-freetown-in-copenhagen.html

2 foto del quartiere di Christania scat-tate e condivise dagli utenti all’interno del blog

0�

polizia alle porte di Christania05

10�

Page 107: modalitàPOST.IT

reazione dei christianiti fu immediata, approvando una serie di trattamenti di aiuto ed informazione per i tossicodipendenti che tuttora rappresentano uno dei pilastri dell’azione sociale di Christiania. Negli anni novanta infine, inizia un lunghissi-mo braccio di ferro con le autorità, sulla questione droga che vede un accerchiamento da parte della polizia di ben �8 mesi, dando inizio a rivolte, manifestazioni. il partito liberale dane-se, nel marzo del 2007 decise un “piano di normalizzazione” per la città di Christiania. Il progetto del governo, ad oggi ancora attivo, punta in primo luogo a smantellare il sistema di autogoverno assembleare (che si legge nel rapporto della commissione appositamente costituita, “spesso impedisce di prendere qualunque decisione”) e abolire proprietà collettiva. Le case saranno messe in vendita, trasformate in cooperati-ve o affidate ad enti pubblici che le riaffitteranno a prezzi di mercato ai “christianiti” che attualmente pagano un “ticket” uniforme alla comunità. Nel frattempo, nel quartiere di Norrebro Copenaghen, dopo anni di minacce il governo deliberava di sfrattare dalle case occupate i giovani che vi abitavano. Gli edifici di proprietà del governo furono messi in vendita e, infine, acquistati dal gruppo religioso conservatore Faderhuset. Gli ex inquilini si rfiutarono di abbandonare l’edificio e si attivarono attraverso una serie di proteste. Dopo un periodo di intenso conflitto tra manifestanti e polizia, il sito fu sgomberato e demolito. Il dibattito della società su queste scelte e reazioni fu assai acceso e radicalmente polarizzato. Attivisti e polizia si scon-trarono violentemente in quanto gli attivisti cercavano di ot-tenere un nuovo spazio. Nelle settimanali proteste, le marce occupavono tutte le strade della città fino al luogo di Jagtveg �9, in cui prima sorgeva l’edificio rivendicato.Rispetto a questo contesto è maturata la messa a punto di una serie di performance. Fra l’altro una chiara risposta ai quesiti che Aazar & Sienkiewicz3 si ponevano, percorrendo le esperienze della cultura di protesta europea, relativamente alla possibilità di manifestare dissidenze e contrasti, ma soprattut-to, relativamente alla possibilità, dato il vasto coinvolgimento emotivo di tali esperienze di lotta, di costruire uno spazio pub-blico d’incontro e di discussione capace di produrre qualco-sa di più delle consuete dichiarazioni di contrapposizione ed

3 Lazer, Anna & Karol Slenklewicz. “Why are our demonstrations…” in Public Preparation. Rael Artel & Airi Triisberg, eds. Public Preparation, Tartu. 2007 - http://www.andorrer.de/texte/jonsson.htm, -

2 esempi di slogan prodotti dalle ri-sposte al questionario attraverso il blog.

0�

La Dorrer prima di intraprendere il pellegrinaggio con gli utenti consegna gli slogan.

07

10�

Page 108: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

ostilità.Più specificamente, si proponevano una risposta alla doman-da relativamente alla possibilità delle strategie d’arte attra-verso queste manifestazioni, di tradursi in piattaforme sociali capaci di consentire e garantire dialogo. Detto in altri termini, di costruire spazio di confronto pubblico. Una risposta che assumeva la forma di una serie di escursioni all’interno degli ambienti urbani, adottando la forma dei pellegrinaggio.Per l’esattezza nel corso di quattro mesi e con l’aiuto dei due schieramenti opposti, Dorrer si è impegnata ad attuare incon-tri con i residenti locali, negli spazi pubblici, compresi I bar, le saune, le strade, e attraverso la newsletter di Christiania. Ha inoltre promosso la compilazione di un questionario online

attraverso adesivi, l’home page di uno dei più popolari bar di Christiania e il portale turistico di Copenaghen. Le infor-mazioni così raccolte hanno consentito la messa a punto dei pellegrinaggi.Come è stato osservato, la Dorrer ha adottato e giocato con la dinamica della folla in una poetica processuale aperta, at-traverso due pellegrinaggi pubblici urbani promossi nei mesi di gennaio e febbraio. Nel corso di una giornata un gruppo di cinquanta persone han-no preso parte a un pellegrinaggio in bicicletta che ha coinvol-to tutta la città, facendone parte a diverse attività che hanno affrontato la dimensione sociale e politica della città di Cope-naghen. Il percorso del tour, era determinato sostanzialmente dai questionari. Per altro verso aveva un significato simbolico altamente rappresentativo, raggiunto dotando appunto i par-

Uno dei luoghi significativi individuati dalle risposte del questionario, quindi mo-tivo di sosta e discussione con i partecipanti.

08

10�

Page 109: modalitàPOST.IT

tecipanti con fogli di protesta, che potevano rigorosamente tenere con la mano destra o con la sinistra, facendo così ri-ferimento ai drammatici cambiamenti politici avvenuti negli ultimi anni in Danimarca. Un intenzione d’alto impatto perchè metteva a nudo e, soprattutto, a diretto confronto, ma in una prospettiva dialogica e argomentativa, il forte dualismo che al momento divide e contrappone i cittadini. I partecipanti inoltre potevano indossare anche delle stampe ,dae a loro in dotazione dall’organizzazione, che esprimeva-no i desideri elaborati per Copenaghen e da condividere con i passanti.

QUESTIONARIO URBANPILGRIMS CRISTANIA

1a) Quando pensi a Copenaghen, qual’è la prima idea che ti viene in mente?1b) C’è un luogo a Copenaghen che ti ricorda un altro luogo nel mondo e se si, quale?1c) Quale luogo è per te personalmente significativo o caratteristico di Co-penaghen? Raccontaci qualcosa in più di te e della storie di questo luogo.1d) Se Copenaghen potesse essere personificata, quale tipo di persona sarebbe1e) I sensi: c’è un odore, un gusto, un suono o unamusica che ti ricollega personalmente a Copenaghen? Se c’è un luogo specifico a ciò, collegalo, nominalo1f) Se tu fossi un genio (mago) e avessi un desiderio gratuito per co-penaghen, quale sarebbe?

2a) Quando pensi a Christiania, qual’è la prima idea che ti viene in mente?2b) C’è un luogo a Christiania, che ti ricorda un altro luogo nel mondo e se si, quale?2c) Quale luogo è per te personalmente significativo o caratteristico di Christiania,? Raccontaci qualcosa in più di te e della storie di questo luo-go.2d) Se Christiania, potesse essere personificata, quale tipo di persona sarebbe2e) I sensi: c’è un odore, un gusto, un suono o unamusica che ti ricollega personalmente a Christiania,? Se c’è un luogo specifico a ciò, collegalo, nominalo2f) Se tu fossi un genio (mago) e avessi un desiderio gratuito per co-penaghen, quale sarebbe?2g) Quali esperienze degli ultimi 30 anni Christiania può regalare al mon-do? Cosa può imparare il mondo da Christiania? 3a) Cosa Significa libertà per te?3b) Cosa significa controllo per te? 3c) Come vorresti caratterizzare la relazione tra Copenaghen e la città lib-era di Christiania

10�

Page 110: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

Tano Rizza, Segnali dalla città invisibile di Christiania in Girodivite.it, 30 agosto 200�. http://www.girodivite.it/Segnali-dalla-citta-invisibile-di.htmlTano Rizza, Lo “Stato Libero” di Christiania sta per morire in girodivite.it, 3� Marzo 200�. http://www.girodivite.it/Lo-Stato-Libero-di-Christiania-sta.html

http://www.bandieragialla.it/node/�2�� Christiania, testimo-nianza di un altro modo di vivere in Bandiera gialla - la rete solidale - (Blog)http://www.hwupgrade.it/forum/showthread.php?t=593798 Danimarca. I residenti di Christiania demoliscono alcune cos-truzioni in Foum la piazzetta (Blog)http://www.bloomriot.org/�70/christiania-freetown-in-copen-hagen.html CHRISTIANIA Freetown in Copenhagen in Bloom-riot.org. Storia dettagliata dell’evoluzione sociale e politica di Christianiahttp://www.urbanpilgrims.org/Copenhagen_Christiania/blog Blog UrbanPilgrims Copenhagenhttp://www.urbanpilgrims.org/Copenhagen_Christiania/archiv Archivio UrbanPilgrims Copenhagenhttp://www.urbanpilgrims.org/public/about Informazioni ge-neriche sui rogetti UrbanPilgrimshttp://www.andorrer.de/texte/ Portale Angela Dorrer, progetti della Dorrerhttp://www.andorrer.de/texte/jonsson.htm Portale Angela Dorrer, progetto UrbanPilgrims Copenhagen - Christianiahttp://www.christiania.org/ Portale della comunità di chris-tiania

••

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

0�. http://www.urbanpilgrims.org/Copenhagen_Christiania/map02. http://www.urbanpilgrims.org/Copenhagen_Christiania/map03. http://www.urbanpilgrims.org/Copenhagen_Christiania/map 0�. http://www.flickr.com/photos/urbanpilgrim/sets/72�57�03�737��358/05. http://www.flickr.com/photos/urbanpilgrim/sets/72�57�03�737��358/0�. http://www.flickr.com/photos/urbanpilgrim/sets/72�57�039�0�79�57/show/with/2328885�99/07. http://www.flickr.com/photos/urbanpilgrim/

IMMAGINI

110

Page 111: modalitàPOST.IT

Pilgrimage for Calgary (200�), http://andorrer.de/fuehrun-gen/calgary.htmPilgrimage for Edmonton (200�), http://andorrer.de/fuehrun-gen/edmonton.htmPilgerweg für München (200�). http://andorrer.de/fuehrun-gen/pilgern.htm

Altri progetti UrbanPilgrims promossi dalla Dorrer

sets/72�57�039�0�79�57/show/with/2328885�99/08. http://www.flickr.com/photos/urbanpilgrim/sets/72�57�039�0�79�57/show/with/2328885�99/

111

Page 112: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI 1.11 LinkedLondra

Snodandosi da Hackney a Redbridge, la M�� Link Road è sta-ta completata nel�999 dopo la demolizione di 500 case tra drammatiche e appassionate proteste.L’artista Graeme Miller, ha colmato il vuoto che dimora in questi edifici ,un tempo occupati, con “una striscia di suono segreta”� che celebrava un secolo di momenti quotidiani nella vita dell’East End. Miller, commissionato dal Museo di Londra ha risposto con la creazione di Linked, una progetto che testimonia l’impatto disastroso che la strada di collegamento, M�� ha avuto sul quartiere sin dalla sua costruzione negli anni 90. Aiutato da un team di ricercatori, Miller ha intervistato cittadi-ni locali e manifestanti, che avessero preso posizione contro la costruzione della strada, facendo loro trasmettere le proprie testimonianze lungo la strada in modo tale da poter avviare la realizzazione della “striscia di suono”. Per partecipare a questo progetto, i cittadini sono stati dotati di una mappa e un ricevitore (una radiolina che assomiglia e funziona come un walkman) donatagli dalle Biblioteche locali del quartiere di Hackney a Wanstead.Il suo proposito è offrire una storia alternativa del quartiere est di Londra che fu sconvolto e annientato dalla costruzione di questa strada. Linked rappresenta quindi una forma di resistenza, un memo-riale sonoro per le famiglie che hanno vissuto nelle 500 case forzatamente requisite e demolite per dare spazio a questa arteria stradale.

� http://www.linkedm��.info/index2

logo e marchio distintivo del progetto Linked

0��

tracciato del percorso di � miglia su cui sono predisposti 20 trasmettitori che hanno lo scopo di rievocare “voci nascoste”

02

112

Page 113: modalitàPOST.IT

Per combattere l’amnesia del presente Miller ha delineato lun-go la strada di collegamento un percorso di � miglia , predi-sponendo 20 trasmettitori con lo scopo di rievocare le voci nascoste, le testimonianze registrate e le memorie riaccese di coloro che una volta vivevano e lavoravano dove ora sorge l’arteria autostradale.Nella pubblicità che accompagnava questo progetto, Linked è stato definito come un “landmark del suono”�, un lavoro artistico invisibile, una camminata. Non risulta difficile capire questo giudizio provocatorio. Infatti il sito, benchè il lavoro sia rigorosamente sito specifico è in realtà assente, situato da “qualche parte” tra il vecchio quartiere e la nuova arteria. Questa invisibiità è quello che Miller vuole contestare, il suo memoriale sonoro vuole coinvolgere la strada, incoraggiando tutti gli utenti ad entrare a fare parte dell’ambiente urbano in cui ci si trovano. Il tentativo di Miller si sforza quindi di interpretare modi di vita e tendente culturali attraverso l’osservazione diretta. Il cammino diventa quindi una pratica che rende impossibile non pensare a questioni di più ampia portata. Questioni, in fondo, che hanno a che fare con lo stile di vita, gli spazi pub-blici, il senso del luogo, la qualità dell’ambiente della propria vita quotidiana, il bisogno di identificarsi in un luogo, il biso-gno di relazioni intese o almeno soddisfacenti, ecc. Questioni, tutte, che rinviano ad un tema cruciale della vita delle nostre città e delle molteplici popolazioni che la attraversano, la vivo-no, l’abitano: e cioè, cosa significhi oggi essere un cittadino.Miller compie un operazione molto significativa: trasforma un progetto artistico in una pratica civica, camminare lungo Linked è divenire parte della città, è farsi testimone dei suoi processi, eventi, ritmi e storie.Un coivolgimento che consente, se coinvolti, di riconporre il tempo, riannodare i fili delle memorie, riportare sulla scena i testimoni che questa vicenda e i loro atti di lotta. Significa, rendendo reale ed operante la memoria di ciò che è accaduto, sollecitare l’attenzione individuale e collettiva, avvertendola dei continui rischi di sradicamento, smantellamento e omolo-gazione che corre il cittadino. Nulla di nuovo, ma ciò, sembra dirci l’artista, non deve comportare certo assuefazione, rasse-gnazione, indifferenza.

2 http://en.wikipedia.org/wiki/M��_link_road_protest

il prima e il dopo: 2 foto rappresenta-tive che evidenziano l’impatto che la M�� ha provvocato a questi luoghi

03�

03�

Manifesto di propaganda della prot-esta

03�

113

Page 114: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

s.a., �993: Activists lose battle over chestnut tree in BBC on-line on this day, s.d. http://news.bbc.co.uk/onthisday/hi/dates/stories/december/7/newsid_253�000/253�089.stms.a., Anti-road protests ‘boosted cost, http://news.bbc. in BBC on-line , aprile 200�. co.uk/2/hi/uk_news/�9����8.stmPaul Kingsnorth in NewStatesMan, giugno 2003, http://www.newstatesman.com/20030�300008

http://libcom.org/library/m��-anti-road-aufheben The politics of anti-road struggle and the struggles of anti-road politics - the case of the No M�� link road campaign, libcom.org, 2� Luglio 2005 http://www.indymedia.org.uk/en/200�/02/285�8�.html , Tenth anniversary of the siege of Wanstonia M�� link rd, In-dymedia.uk, Buona documetazione fotografica sul movimento di protestahttp://www.roadphotos.co.uk/Schemes/Road/A�2/East+London/Leytonstone/ South East England Road Pho-tos in Roadphotos.uk. Buona documetazione fotografiaca sulll’impatto della M��sull’intervento http://www.leytonhistorysociety.org.uk/art_claremont.html, Claremont Road and the M�� Link Road in Leyton and Lyton-stone Historical Society.http://www.schnews.org.uk/sotw/claremont-rd.htm, Clare-mont Road – At This Juncture in SchNew of the world. Docu-mentazione sul memorial dell’M��. qui di seguito il pdf del giornale http://www.schnews.org.uk/archive/pdf/news003.pdf

http://www.linkedm11.info/index2.html Portale Linkedhttp://en.wikipedia.org/wiki/M11_link_road_protest Enci-clopedia on line

••

•••

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

0�. http://www.linkedm��.info/index2.htm02. http://www.linkedm��.info/index2.htm03. http://en.wikipedia.org/wiki/M��_link_road_protest 0�. http://www.linkedm��.info/index2.htm

••••

IMMAGINI

114

Page 115: modalitàPOST.IT

Lagarina Sonora: Storie di gente comune: questo progetto è stato promosso dall’archivio storie in Valgarina ccon la coo-produzione dell’Associazione culturale Libera Mente nel corso del triennio 2005-2008 . in questi tre anni sono state intervis-tate quindici persone nei paesi di Besenello, Calliano, Volano e Folgaria, per abbozzare un paesaggio identitario della Val-lagarina tra gli anni trenta e settanta del Novecento. La ricerca si è focalizzata su aspetti diversi: feste e tipi di divertimenti, descrizioni del castello di Beseno, racconti di guerra e vicende partigiane; racconti di lavoro, di operai della Michelin e di pas-tori, di donne coraggiose e personaggi scomodi; narrazioni sulle identità dei paesi legate alle attività economiche, alla po-sizione geografica; testimonianze sui mutamenti sociali dopo il boom economico; riflessioni sul senso di appartenenza ad una comunità, ai significati e ai valori incarnati da una tradizione che forse non corrisponde più all’identità culturale della valle. Da quanto si evince dal sito web correlato all’iniziativa, sem-brerebbe che l’iniziativa sia partita da una forte desiderio di archiviare, catalogare e restituire le diverse storie della gente che ha vissuto questi luoghi, un bisogno radicato, e ancora presente oggi in ogni settore della vita pubblica e culturaledi questi luoghi. Il metodo autobiografico serve a questo scopo: è un approccio con cui si incontrano e si ricevono in tes-timonianza storie di qualsiasi persona, soprattutto anziana. È un modo per conservare memorie dei luoghi, dei contesti sociali, delle relazioni tra la gente, per favorire lo scambio tra generazioni e consolidare il senso di comunità. È soprattutto un modo nuovo per ricostruire una propria identità, person-ale e collettiva. L’ascolto delle memorie della gente è anche un modo divertente ed educativo per abituarsi all’attenzione, per raffinare la propria sensibilità, per entrare in contatto con mondi e situazioni trascorse, ma che fanno parte integrante della nostra cultura. Per restituire alle comunità le storie rac-colte sono stati messi a disposizione delle biblioteche comu-nali dei lettori multimediali Ipod dotati di comode cuffie per l’ascolto. Un piccolo volume illustra la ricerca effettuata e contiene la lista delle tracce sonore contenute nell’archivio sonoro. http://www.portobeseno.it

Progetti simili in Italia di “landmark del suono”

115

Page 116: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI 1.12 N.ESTNapoli

N.EST è un progetto sull’immaginario urbano. Viene definito come un database generativo di opere e progetti artistici in-dicizzati sulla mappa di un territorio reale – l’area orientale di Napoli – al quale è chiesto di ispirarsi. N.EST è un database collegato alla mappa dell’area; uno spazio simbolico sulla rete agli indirizzi napoliest.it, napoliest.com, napoliest.net.N.EST è un progetto su più livelli, che agisce attraverso la pro-gettazione artistica e coinvolge creatività eterogenee.Come si legge nel sito, “E’ sia un opera di critica urbana, sia un elaboratore di forme espressive, una fonte di riflessione, un archivio del contemporaneo che nasce per confrontarsi con uno spazio e tentare di conoscerlo nell’intimo: di capirlo e quindi di interpretarlo/modificarlo anche in termini reali” N.EST è insomma un “ibrido a metà tra arte, ricerca, ed espe-rienza quotidiana”; è un luogo di discussione e si sviluppa come soggetto culturale attivo: registra il presente di un terri-torio e le sue percezioni.Occorre a questo punto specificare che il territorio in questio-ne, Napoli Est è la più vasta zona industriale di Napoli; che include i quartieri S.Giovanni, Barra, Ponticelli, Gianturco, Poggioreale. ed è’ un territorio - cerniera con i paesi vesuviani condizionato da caos e degrado ambientale.Peraltro la presenza dell’aeroporto e dell’area portuale, di autostrade, ferrovie regionali e nazionali, lo rende un luogo di importanza strategica. Ed anche un luogo storico dell’in-dustrializzazione perchè nel paesaggio “ameno” dei mulini e delle ville, dei torrenti e delle paludi che si trovavano ad est delle antiche mura della città hanno avuto inizio i primi inse-diamenti produttivi.Una zona che, l’ultimo secolo ha inciso con profondi segni di metamorfosi incontrollata e devastatrice. Il territorio ha preso forma sotto la spinta prevalente degli interessi e delle contin-genze economiche, senza che per quasi un secolo nessuna istituzione sia riuscita a renderne coerente e vantaggioso lo sviluppo. Cento anni che hanno, come rileva crudemente il sito, spezza-to la continuità del tessuto urbano provocando degrado am-bientale, mancanza di qualità, perdità di identità. Questo in sintesi lo scenario odierno: grandi lotti industriali, infrastrutture di trasporto come il rilevato ferroviario, gli oleo-dotti e le bretelle autostradali ingabbiano, fratturano ed iso-lano Barra, Ponticelli, S. Giovanni, Poggioreale; tutta l’area è tenuta distante dal fronte del mare, occupato dallo scalo merci

Logo e marchio dell’iniziative Napo-liEst

0�

Le tre sezioni del Portale N.EST02

11�

Page 117: modalitàPOST.IT

del porto e dal fascio dei binari che corre sulla costa; impianti e quartieri industriali dismessi e abbandonati, ambienti ibridi da restituire alla qualità urbana.Oggi però, si osserva, tra le rovine e lo sfacelo urbano vive e lavora una “sottile massa critica” di persone, piccole, medie e grandi imprese, che rende la zona una chiave dello svilup-po futuro della città. Questa decisione dell’area per dirci che Napoliest.it si impegna ad investire le arti e, in particolare, quelle digitali sul delicatissimo terreno dell’impegno sociale, chiedendo loro di restituire visioni capaci di svelare possibili significati della metamorfosi di questo spazio urbano durante il prossimo futuro. Detto più specificatamente, N.EST si propone come soggetto attivo sul territorio promuovendo una nuova immagine e un nuovo approccio alle questioni inerenti lo sviluppo dei quar-tieri dell’area orientale di Napoli. Su questa linea, N.EST si profila come una strategia complementare ai grandi progetti di riqualificazione e riconversione urbana previsti dal Piano Regolatore attualmente in vigore.

In concreto il progetto vuole costruire un archivio di docu-mentazione delle trasformazioni urbane attraverso l’arte e un’idea per ridefinire l’identità e la percezione degli spazi reali della città attraverso un sistema d’interventi leggeri (le ame-nità urbane) - temporanei e non – da realizzarsi nello spazio pubblico.Lavorare, dunque, sulle amenità urbane e forme di dispositii acceleratori e moltiplicatori di aggregazione e riidentificazione

home page del portale N.EST03

interfaccia web del Portale N.EST, cliccando nei rettangoli si accederà al databese che cataloga tutte le esperienze di documentazione prodotte da articti e cittadini

0�

11�

Page 118: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

sembra essere l’obiettivo di fondo. E la definizione proposta di amenità sembra farsi interprete di tale potenziale funzione. Come si legge testualmente, “Una amenità urbana può essere un oggetto architettonico, un’opera d’arte, un evento in grado di produrre fenomeni aggregativi e di appartenenza”�. Essa inoltre “transitoria o permanente, relazionata al territorio” secondo un criterio di mimèsi oppure di discontinuità, “non prescinde mai dal luogo specifico in cui si agisce”, perchè il suo scopo sarebbe quello di “rendere possibile nel presen-te il desiderio d’appartenenza e di fruizione del luogo stesso” Essa, si prosegue, “nasce tra le pieghe del territorio, ma an-che tra le pieghe della sua storia, intesa come sommatoria di microstorie, racconti e tradizioni, reali o trasfigurate dal tem-po”.2 Un’edicola votiva scomparsa, un racconto di un anziano abitante, rappresentano un esempio di “materiale” utile alla creazione di una amenità urbana, un concept applicabile all’ interno di qualsiasi realtà territoriale, ma che trova nel genius locila cifra interpretativa e operativa appropiata. Tale agire sul territorio è dunque “empirico” perché si fonda sul contatto diretto con il luogo e si occupa degli aspetti di natura “antro-pologica”, legati cioè alle “istanze primarie dei fruitori”. Su quanto detto si basa pertanto la convinzione che le ameni-tà urbane proposte possano divenire propulsori di qualità ad effetto esponenziale, introducendo piccole trasformazioni ur-bane in grado di innescare processi molto più estesi rispetto alla loro stessa localizzazione. Gli interventi che il Programma raccoglie e privilegia non sono interventi di grandi dimensioni, ma interventi di dimensioni ridotte in aree pubbliche (quali strade, slarghi, assi, piazze, ecc.) di più immediata disponibilità.Ciònonostante non esclude di far più ampio riferimento alla ricchezza di potenzialità urbane rappresentate da spazi inu-tilizzati o sotto-utilizzati, da contenitori di grandi e piccole dimensioni abbandonati, da aree dimesse, aree libere e aree incolte, che fanno dell’area un’enorme risorsa territoriale a va-lenza metropolitana.Occorre ancora rilevare, come viene osservato opportuna-mente, che il parlare di amenità in un luogo dove si sono persi riferimenti geografici, morfologici, paesaggistici è una provo-cazione, ma allo stesso tempo una sfida che N.EST lancia ai cittadini, alle amministrazioni, agli artisti e ai professionisti;

� http://www.napoliest.it/

2 Ibidem

Amenità: immagini catturate da un video inserito nella sezione N.ESTube, prodotto da 2 cittadine napoletane. Lucrezia Miracolo ed Elena Mormile N.ESTube è un database che racco-glierà i contributi video e fotografici raccolti nell’area est di Napoli, rea-lizzati da cittadini, artisti e creativi attraverso l’utilizzo di videocamere e telefonini.

05

11�

Page 119: modalitàPOST.IT

invitando artisti e archittetti, creativi, studiosi di qualsiasi di-sciplina sociale, fotografi, musicisti, scrittori e grafici a pre-sentare opere su formato riproducibile in digitale (testi, video, file audio, file grafici, immagini), da pubblicare su internet nel database del progetto.Da notare che la condizione essenziale chiesta agli artisti per partecipare è quella di “conoscere i luoghi a cui si riferisce il progetto, indagare e scoprire lo spazio fisico, economico e relazionale”�. Ancora, con la propria sensibilità o interesse teorico una o più zone di quel territorio, per rappresentarle, studiarle, trasformarle o raccontarle con la creatività. Anche attraverso “progetti collettivi o ricerche sul campo, tecniche performative, di teatro e di relazione”.Quanto sin qui detto, per affermare, come sottolinea Danilo Capasso (uno dei membri del collettivo di artisti curatori di N.EST) che, oltre ad essere un progetto artistico nell’imma-ginario urbano, N.EST è anche una pratica urbana, “basata sull’investigazione sensibile del territorio”, a sua volta indi-spensabile “chiave per la costruzione di nuove idee per la ri-generazione” , per proiettare nello spazio della periferia in-dustriale le istanze e i desideri di quanti vivono quei luoghi per resistenza o per lavoro. La periferia deve diventare città, e le forze creative presenti nel suo tessuto sono chiamate a partecipare con la messa in scena di una pianificazione virale, basata sull’esperienza diretta, partecipativa e complementare ai processi di cambiamento in corso .“Una pratica, osserva ancora Capasso, che ha lo scopo di mettere in connessione artisti e cittadini, partendo dalla mobilità degli artisti, dalla loro capacità di investigazione “quali cittadini sensibili e dotati di uno sguardo capace di svelare aspetti inediti dei luoghi, di ri-identificarli e di esperirli e trasmetterli”.�

Una Pratica, aggiungerei, perchè al prodotto artistico si giun-ge attraverso un’esperienza di laboratorio fatta di discussioni e incontri (fra artisti, esperti, cittadini, associazioni ecc.), di visite e perlustrazioni; insomma, si esperienze, esito di quel-l’ibrido, già ricordato, “a metà tra arte, ricerca ed esperienza”

3 Redazione, N.Est. Quando lo spazio urbano incontra arte e nuovi media ib Taf-ter cultura e sviluppo, 5 maggio 2008.

� Ibidem

Amenità: forma spontanea di do-cumentazione dello spazio urbano che usa la fotografia come vettore. I luoghi riportati dal progetto di Danilo Capasso sono la fabbrica dismessa Corradini, la centrale termoelettrica di Vigliena.Un area della città che sta andando incontro a radicali cambiamenti con la creazione di un porto turistico e le possibilità di riuso degli immensi spazi della fabbrica dismessa come centro polifunzionale e servizi per il diporto. La contraddizione di questi luoghi è che mentre si progettano riu-si sostenibili per il fronte mare della città, a pochi metri l’impianto origina-rio della centrale termoelettrica è stato potenziato cosi come resta la grande banchina di scarico per i carburanti...una crasi ambientale in piena regola.

0�

11�

Page 120: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

Redazione, N.Est. Quando lo spazio urbano incontra arte e nuovi media ib Tafter cultura e sviluppo, 5 maggio 2008. http://www.tafter.it/2008/05/05/nest-quando-lo-spazio-urba-no-incontra-arte-e-nuovi-media/

http://www.arstuavitamea.com/atvm/2008/02/22/i-vuoti-ur-bani-da-criticita-a-ricchezza/ I vuoti urbani, da criticità a ric-chezza, Bloghttp://urbanohumano.org/2008/0�/nest-20-the-making-of-the-citydisegna-la-tua-citta-fino-al-25-febbraio/ N.EST 2.0 The making of the city/disegna la tua città., Blog

http://www.napoliest.it/ Portale ufficiale dell’iniziativahttp://www.nestube.com/ Portale ufficiale d’inserimento docu-mentazione dei video in merito alla zona NapoliEST

••

••••

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

0�. http://www.nestube.com/nest/home.php 02. http://www.napoliest.it/ 03. http://www.nestube.com/nest/home.php 0�. http://www.nestube.com/nest/home.php 05. http://www.nestube.com/tube/view_video.php?viewkey=55�320�b999ec0d90d�f&page=�&viewtype=&category=mr0�. http://www.streetbouldercontest.com/images/Reportage/sbc200�_dava/index.htm0�. http://www.nestube.com/nest/scheda_contributo.php?lang=0&id=�83#

•••••

IMMAGINI

120

Page 121: modalitàPOST.IT

Pagina Vuota•

121

Page 122: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI 1.13 Glowlab-ConfluxFestivalNewYork, Amsterdam

Conflux è il festival annuale di New York in cui artisti visivi e sonori, scrittori, “avventurieri urbani” e pubblico si incontra-no, per quattro giorni, per esplorare il proprio ambiente urba-no.Con strumenti che spaziano dalle tradizionali mappe cartacee ai dispositivi mobili ad alta tecnologia, gli artisti presentano tour a piedi, installazioni pubbliche, arte di strada e perfor-mance, così come spedizioni in bici e in metro, workshops, letture, rassegne di film e, in serata, esibizioni di musica dal vivo.Durante il festival, le passeggiate sono letteralmente trasfor-mate in un laboratorio in movimento per l’azione creativa at-traverso cui persone, dai più diversi background e culture re-immaginano collettivamente la città come un terreno di gioco, uno spazio per un cambiamento positivo ed un’opportunità di coinvolgimento civico. Conflux è prodotto e seguito dai residenti che condividono il desiderio di capire, esplorare, sostenere ed incoraggiare l’esperienza urbana. A sentire gli organizzatori, da architetti a skateboarders, i partecipanti di Conflux hanno un entusiasmo per la città che è contagioso. Il pubblico di Conflux è introdotto all’attività degli artisti per mezzo del trattamento di diverse tematiche punti di vista che indagano tematiche come il danno ambientale, lo sviluppo abi-tativo e la privatizzazione dello spazio pubblico. Tecniche che costituiscono lo punto per iniziative creative che si traducono in affascinati tentativi per umanizzare le città, incoraggiando il dialogo tra le comunità.Una città che gli artisti usano liberamente, trasformano in continuazione e offrono allo sguardo di tutti. L’ambiente urba-no diventa, attraverso le loro manipolazioni, qualcosa di fami-liare e inusuale allo stesso tempo; inoltre come sottolineano i promotori, una risposta attiva al martellamento visivo della pubblicità e dei messaggi del potere costituito. “lo stesso edificio può ospitare stratificazioni di graffiti su un lato e la sterile insegna di un ristorante dall’altro; un cartel-lo stradale può nascondere un manifesto pacifista, sui muri si possono trovare indicazioni ai “naviganti” cittadini e nelle vetrine si possono scoprire affettuosi omaggi a New York. E tutto nel raggio di pochi isolati. Questi singoli interventi isolati diventano un’azione collettiva e coordinata durante il Conflux Festival, che accoglie ogni tipo di espressione artistica che possa contribuire all’esplorazione attiva degli spazi urbani dal-

logo e marchio distintivo del Conflu-xFestival

0�

Una restituzione psicogeografica al Conflux festival

02

122

Page 123: modalitàPOST.IT

le mappe alle tecnologie digitali”�

Christina Ray promotrice del progetto afferma che il Conflux Festival, iniziato nel 2003, “ha potuto cominciare grazie al fatto che le persone che vi hanno partecipato si sono “incontrate” tramite mailing list, fo-rum, insomma, tramite Internet. Conoscevo artisti interessanti in Olanda o a Londra senza averli fisicamente incontrati, solo tramite la Rete. E’ stato grazie ai media online che abbiamo potuto dire “Incontriamoci nello spazio reale!”.� Ciò che l’artista vuole sottolineare è che il nostro concetto di spazio è cambiato completamente negli ultimi anni; che non viviamo più solo in uno spazio fisico, ma anche in uno vir-tuale e che è dunque necessario facilitare la comunicazione fra queste due dimensioni. La volontà di raggiungere questo scopo è dunque all’origine del festival; si traduce in un’inizia-tiva tradizionale che porta a far confluire un determinato luogo e momento territoriale un intenso lavoro di comunicazione e scambio e che di tale incontro in una realtà determinata fa la leva per generare nuovi creativi.Mi sembra doveroso prendere in esame un progetto promos-so dall’artista Liz Kueneke, durante il Festival, per addentrarci in ciò che propone questa iniziativa. “Manhattan’s Urban Fabric”, questo il nome del progetto.

� Monica Ponzini ,Christina ray: Territori Open Source in Digimag, Marzo 2008

2 ibidem

“Manhattan’s Urban Fabric”: iniziativa promossa dall’artista Liz Kueneke. i partecipanti all’iniziativa ricamano la mappa, segnalando le proprie dissi-denze urbane

03

“Manhattan’s Urban Fabric”: iniziativa promossa dall’artista Liz Kueneke. i partecipanti seduti attorno al “tavolo di discussione“

0�

123

Page 124: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

L’artista si proponeva di prendere in esame i parchi di Manha. Il progetto si proponeva di aprire un dibattito partecipativo con i passanti, i cittadini ed i visitatori, che avrebbero de-siderato attorno ad un tavolo, nei rispettivi giorni e piazze: il giovedì a Tompkins Square Park, il Venerdì ad Union Square, il sabato al Washington Square Park e Domenica al Center for Architecture, dalle �2.00 AM alle �8 PM.L’originalità del progetto prevedeva il trasporto del “tavolo di condivisone”(un tavolo facilmente smontabile e trasportabile) sul cui piano venne applicata una mappa di NYC. La volontà di richiamare l’attenzione dei passanti è essenziale ai fini del progetto. La necessità di creare un dibattito in una piazza prevede l’affluenza di più persone e dato il grande nu-mero di passanti, con le proprie percezioni e impieghi, risulta essere un luogo ideale per raccogliere un quantità variegata di significati e interpretazioni diverse di città. “Manhattan’s Urban Fabric” vuole quindi rappresentare un intervento pubblico che intende mostrare solo un barlume di questa ricchezza, un modo alternativo per rendere visibile ciò che normalmente rimane invisibile in un luogo: le nostre opinioni, impressioni, sentimenti su di esso. I partecipanti ri-spondevono alle varie questioni ricamando un simbolo nella mappa e motivando le loro diverse visioni e usi degli spazi a

Manhattan. Attraverso questo lavoro Liz Kueneke offrire una esperienza di partecipazione con la popolazione di Manhattan, che consente loro di riflettere sulle loro uso dello spazio ur-bano.Il progetto ha due obiettivi principali. In primo luogo, la comunicazione tra i partecipanti intorno a ricordi personali le questioni comunitarie è facilitata dall’inti-mità del parlare attorno al “tavolo di condivisione” . Inoltre, l’atto del ricamo, che per alcuni è un hobby, e per gli altri una nuova esperienza, migliora la conversazione.

“Manhattan’s Urban Fabric”: iniziativa promossa dall’artista Liz Kueneke. rappresentazione fumettistica di un possibile “dibattito urbano”

05

“Manhattan’s Urban Fabric”: iniziativa promossa dall’artista Liz Kueneke. vignetta interpretativa delle fasi di trasporto del “tavolo di discussione”

05

124

Page 125: modalitàPOST.IT

In secondo luogo, i risultati ottenuti possono essere un im-portante fonte di materiale per la pianificazione urbana, o perlomeno, possono essere intesi come possibile fonte di di-scussione futura. Conflux Festival, risulta essere dunque un momento di ag-gregazione non solo tra gli artisti ma anche tra gli artisti e i cittadini.L’attenzione quindi non è rivolta solo al singolo artista, ma alle modalità con cui egli vuole trasmettere il proprio messaggio: vale a dire comunicare con la comunità e la città. La psicogeografia di questa esperienza propone in definitiva un approccio nuovo allo spazio urbano attraverso esperienze emozionali che portino a un radicale cambiamento nel vivere la città non più come mero luogo fisico ma come spazio af-fettivo.

125

Page 126: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

Joseph Hart , A New Way of Walking:Artist-explorers called psychogeographers are changing the way we experience the city in Utne magazine, July / August 200�, http://www.ny-press.com/�7/�9/listings/thisweek.cfm?page=2&last=�Corey Kilgannon , Street Artists, Fighting Over Gentrified Streets in The New York Times,�2 Maggio 2003. http://query.nytimes.com/gst/fullpage.html?res=9�0DEEDA�33FF93�A2575�C0A9�59C8B�3Alan Lockwood, PSY-GEO-CONFLUX in New York Press, �8 Maggio 200�, http://www.nypress.com/�7/�9/listings/thisweek.cfm?page=2&last=�Dave Mandl, Christina Ray, Three Days of Psychogeographic Heaven – An Overview of the PsyGeoConflux 2003 in NYC Year Zero One Issue n° �2 [Psychogeography - Space, Place and Perception], Estate 2003. http://www.year0�.com/forum/issue�2/conflux.htmlAndrea Moed , Adrift on Memory Bliss in Knowledge Circuit [University of Minnesota Design Institute], September �2, 200�. http://www.utne.com/200�-07-0�/a-new-way-of-walk-ing.aspxMonica Ponzini ,Christina ray: Territori Open Source in Digimag, Marzo 2008, http://www.digicult.it/digimag/article.asp?id=��02 Psychogeographers Navigate New York City’s Changing Landscape di Bryan Zimmerman, New Voice, http://www.villagevoice.com/2003-05-0�/news/public-notice/�Martha Schwendener, Brooklyn, a Confluxion Junction in New York Times, September �8, 2007, http://www.nytimes.com/2007/09/�8/arts/design/�8conf.html?_r=�&scp=�&sq=conflux&st=nyts.a., Psy.Geo.Conflux 200�, psicogeografia a New York, rivista Neural, �3 Maggio 200�. http://www.neural.it/nnews/psygeo-conflux200�.htms.a., Conflux Festival 2008 in Digicult rivista online, �8 Settembre 2008. http://www.digicult.it/2008/confluxfesti-val2008.asp

http://confluxfestival.org/conflux2008/ Portale Conflux Festival 2008http://en.wikipedia.org/wiki/Psy-Geo-Conflux , Enciclopedia onlinehttp://en.wikipedia.org/wiki/Psychogeography, Encicolopedia onlinehttp://confluxfestival.org/conflux2008/manhattan´s-urban-fabric/ informazioni in merito all’iniziativa http://confluxfesti-

••

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

12�

Page 127: modalitàPOST.IT

0�. Download Area ,http://www.criticalcity.org/02. http://confluxfestival.org/conflux2008/03. http://confluxfestival.org/conflux2008/manhattan%C2%B�s-urban-fabric/0�. http://confluxfestival.org/conflux2008/manhattan%C2%B�s-urban-fabric/ 05. http://confluxfestival.org/conflux2008/manhattan%C2%B�s-urban-fabric/ 0�. http://confluxfestival.org/conflux2008/manhattan%C2%B�s-urban-fabric/

•••

IMMAGINI

Berlin Urban Drift festival, Berlino. http://www.socialfiction.org/psychogeography/berlijn.htmLondon Psychogeographical Festival, London, http://www.aliak.com/node/�705Manchester, Mancubist: Life is good in Manchester, http://www.mancubist.co.uk/Pre/amble Festival of Art and Psychogeography Vancouver, Canada, http://katearmstrong.com/preamble/index.html

Altri festival psicogeografici

val.org/conflux2008/manhattan´s-urban-fabric/http://www.glowlab.com/ Portale Glowlab: altri progetti pro-mossi dall’organizzazione Glowlab

12�

Page 128: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI 1.14 BiomappingLondra (Greenwinwich, Kensington) San Francisco,Parigi, Stockport.

2 partecipanti all’Emotion Map nel quartiere di Kensington - Londra, anno 200�

02

home page biomapping.net0�

Il progetto di ricerca Biomapping da circa due anni sta per-correndo le strade di alcune città del mondo: per ora Lon-dra (Greenwinwich, Kensington) San Francisco, Parigi, Stockport. Artista, accademico, attivista, impegnato lungo l’ibrida inter-sezione tra Arte e Scienza, Christian Nold ne è l’ideatoreIl suo esperimento è mosso da due constatazioni e cioè che, da un lato: “la convergenza fra la tecnologia wireless e quella mobile, ha reso il nostro corpo, lo spazio e la percezione di esso tracciabili, individuabili, archiviabili”�, stravolgendo cosé la nostra tradizionale esperienza del mondo; dall’altro che la tecnologia di sorveglianza e controllo, “non ha a che fare solo con la sicurezza pubblica, bensì innesca un ben più ampio sistema di monitoraggio delle nostre vite” 2

Di qui l’idea di Biomapping; l’idea cioè di ricartografare la città mappando le emozioni di chi le percorre. L’idea di Nold utilizza quattro componenti: un rilevatore delle alterazioni degli stati emotivi che si ottiene attraverso la con-ducibilità elettrica della pelle, come in una sorta di macchina della verità; un normale GPS commerciale, cioè un rilevatore della posizione geografica come quelli usati dai navigatori per auto o imbarcazioni; un software per creare mappe geografi-che personalizzate come Google Map e simili; Infine un sepli-ce taccuino su cui appuntare sensazioni, impressioni, ciò che colpisce.Biomapping, in altri termini, combina la tecnologia mobile GPS con quella biometrica GSR (galvanic skin response) de-stinata a rilevare il livello di stress del nostro corpo. Grande come un I-pod e dotato di una webcam abbinata al rilevatore di pressione da indossare sul gomito, altro non è che un rice-vitore portabile connesso a dei satelliti che registra il nostro stato emotivo in determinate coordinate geografiche. Il nostro corpo diventa, come sottolinea Nold, un produttore di dati e, quel che conta, solleva interessanti questioni su ciò che noi abitualmente chiamiamo spazio.Cosa avviene è facile da dirsi. Alcuni volontari (cittadini) in-dossano il congegno rilevatore dell emozioni e “tracciano” una deriva urbana nella loro città. Lo stato emotivo di questi volontari varierà nel corso della giornata e verrà registrato. I dati poi vengono trasmessi al software di mapping (google earth) il quale crea una biomappa della città dai tracciati di

� Sara Tirelli, Biomapping, Ambienti in Digimag on line Agosto 200�

2 ibidem

12�

Page 129: modalitàPOST.IT

Elaborazione della biomappa tramite google earth. Emotion Map Kensin-gton, 200�. 39 participanti

0�

ogni singolo utente. Un ruolo non irrilevante nella costruzione dei picchi di emo-zione viene svolto dalle annotazioni del taccuino; annotazioni per lo più assai semplici, spesso quasi banali nella loro disar-mante normalità. La possibilità di inserire queste informazioni nel portale web danno la l’opportunità a chiunque di scaricare questi dati gratuitamente e utilizzarli per gli scopi più variegati. Nel blog sono presenti tutte l’esperienze di mappatura emotiva relative a diverse città che hanno ospitato le singole mostre. In sostanza, come è stato osservato, il fenomeno dell’ Emo-tion Mapping fa pensare a una futuristica attuazione dei vaga-bondaggi psicogeografici situazionisti che ludicamente intera-givano con lo spazio urbano circostante. Il progetto vuole esaltare e rendere visibili soprattutto alla co-munità, gli stati d’animo che determinati luoghi e situazioni provocano in noi. Il risultato è tangibile nella visualizzazione di vere e proprie cartografie personali che, condivise con altri utenti, arricchiscono via via la mappatura del territorio che ci circonda. Ciò detto, il dato che vorrei sottolineare è che si tratta di un nuovo approccio alla cartografia che sfida l’ impostazione tra-dizionale dall’alto e lascia intravedere alternativi modi di par-tecipazione dal basso. Un approccio che chiarisce come il progetto nasca dalla com-binazione di ragioni sociali e politiche associate ad un uso alternativo delle nuove tecnologie, come sottolinea lo stesso artista:“le tecnologie biometriche stanno entrando nella nostra vita: sentiamo parlare di retina scanning, di mappatura fisiognomi-ca e attualmente nel Regno Unito c’è la proposta di inserire il codice dna per definire e riconoscere la nostra identità. Voglio trovare il modo di invertire questa direzione, di generare un’al-tro tipo di discorso attorno a queste tecnologie e renderle utili per il singolo individuo”3 Un’esperienza volta alla ricerca di possibili impieghi delle tec-nologie di controllo, alternativi sotto il profilo politico. Un’ope-razione che esplicita una ricerca che muove dalla valorizza-zione della riappropriazione individuale partendo da quanto di più naturale, istintivo, veritiero e in definitiva, non controlla-bile offre l’individuo: le proprie emozioni, intese come risor-sa fondamentale di conoscenza. In questo senso, l’artista è

3 ibidem

Dispositivo che combina la tecnologia mobile GPS con quella biometrica GSR (galvanic skin response) desti-nata a rilevare il livello di stress del nostro corpo. Strumento che registra il nostro stato emotivo, posizionando-lo in determinate coordinate geogra-fiche.

03

12�

Page 130: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

consapevole di non aver creato un media in grado di cambiare “radicalmente qualcosa a livello politico”; quanto di aver con-tribuito allo “svecchiamento di un concetto bloccato in una vecchia metafora, quella dello spazio sociale”; chiedendosi al riguardo: “ E’ quest’ultimo qualcosa di individuale o piuttosto qualcosa da condividere? E’ qualcosa di pre-esistente o qual-cosa da costruire con le altre persone?”� Questo è il nodo e a scioglierlo contribuiscono alcune certez-ze e prerequisiti: che l’avere accesso ai propri dati biometrici contribuisce ad una più consapevole esperienza del vissuto personale e che a tale fine è utile visualizzare come la nostra percezione reagisce all’ambiente; che il fatto di possedere i nostri dati personali, è ciò che consente di decidere se e quan-do condividerli con qualcun’altro; che, in definitiva, condivi-dere queste informazioni e pensare collettivamente al nostro spazio è il punto cruciale del progetto al fine di aumentare e rinforzare il potere individuale di partecipazione.

Le reazioni ricevute da questo progetto sono state delle più varie e curiose: da una parte molto interesse è arrivato dal-la scena dei media più radicale, ma allo stesso tempo molte aziende e professionisti si sono dimostrati interessati (medici per monitorare crisi di panico, urbanisti per progettare nuovi piani urbani, promotori di feste per localizzare il miglior party in città). Una cosa sembra certa: la questione del controllo globale dei dati informatici è un argomento molto delicato, ma se si

� ibidem

rappresentazione cartacea della map-patura individuale di uno dei parteci-panti all’esperienza urbana nel quatie-re di Kensington 200�

05

esempio stampa emotion map, città di Stockport , Regno Unito, 20070�

130

Page 131: modalitàPOST.IT

emotion map cartacea, città di Stockport , Regno Unito, 2007

07

ricreano questi meccanismi in una tecnologia speculare dal basso è molto meno probabile che si abusi delle nostre infor-mazioni personali . Infine, da rilevare che a Firenze una mostra dal titolo “Siste-mi emotivi” ha dedicato spazio a questi temi e quesiti. Fra gli artisti presenti c’era Nold. L’amministrazione di Siena, interes-sata al suo lavoro, l’ha invitato a visitare la città con il fine di ricreare l’esperienza di mappatura attraverso la percorrenza di 3 auto distinte attraverso le vie più congestionate della città. La mappa “emotiva” che si è generata è la risposta emotiva agli ingorghi sempre più frequenti. La mappa ha voluto rap-presentare tramite i punti più alti lo stress causato da questi ingorghi stradali e tutta la tensione accumulata dai conducen-ti. Un’esperienza, in conclusione, volta a sondare le potenzia-lità del Biomapping. Uno strumento, ripeto, pensato non per il controllo, ma per migliora la qualità della vita; per cogliere a fondo le cause dello stress da lavoro; oppure per creare nuove mappe “emotive” in grado di dare alle città volti completa-mente nuovi e vivi rispetto le tradizionali mappature statistico-geografiche.

131

Page 132: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

Anna Bentkowska-Kafel , Intervista a Christian Nold, � settem-bre 200�. http://biomapping.net/interview.htm , Luca Dalla Villa, Gps e un software per conoscere le emozioni delle persone ovunque siano. E’ il bio-mapping in Webmas-terpoit. http://www.webmasterpoint.org/speciale/2007dic07-biomapping-tracciare-emozioni-posizione-di-ciascuno.aspElena Dusi, La citta disegnata con i battiti del cuore in La Re-pubblica 9 dicembre 2008, http://ricerca.repubblica.it/repub-blica/archivio/repubblica/2008/�2/09/le-citta-disegnate-dai-battiti-del-cuore.htmlSara Tirelli, Biomapping, Ambienti in Digimag on line Agosto 200�. http://www.digicult.it/digimag/article.asp?id=39� Fabien Girardin , Visualising the Pulse of the City in In-fovis megazine, s.d. http://www.infovis.net/printMag.php?lang=2&num=�90

http://biomapping.net/ , Portale Biomapping

••

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

0�.http://biomapping.net/02. http://www.digicult.it/digimag/article.asp?id=39� 03.http://www.digicult.it/digimag/article.asp?id=39� 0�.http://biomapping.net/new.htm05. http://biomapping.net/old.htm0�.http://biomapping.net/old.htm07http://stockport.emotionmap.net/08. http://stockport.emotionmap.net/

••••••••

IMMAGINI

132

Page 133: modalitàPOST.IT

Kensington, quartiere di Londra, Regno UnitoHarrow, Regno UnitoHuddersfield, Regno UnitoLondra, Regno unitoNottingham, Regno UnitoPortsmouth, Regno Unito

Rotterdam, Olanda

Suomenlinna, Finlandia

••••••••••

Altre città biomappate

133

Page 134: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI 1.15 Concrete Dialogues - narrating the cityPerth-Australia

La mediazione culturale applicata al web per ciò che concer-ne la rappresentazione di un territorio è spesso veicolata da Google Maps. Grazie a questo nuovo strumento di mappatura, molte iniziative hanno cominciato a puntare sulle possibilità di condividere collettivamente dati, basandosi su uno specifico luogo. In Concrete Dialogues un progetto della Concrete Organiza-tion, scrittori locali sono stati in grado di narrare il loro territo-rio, postando i loro scritti relativi ad una specifica area di Per-th (Australia), rappresentata istantaneamente come un punto rosso sulla mappa. La finalità del progetto è quella di costruire uno strumento di scrittura online al fine di creare una sorta di narrativa colletti-va dello spazio urbano condiviso. Detto in altri termini, creare un luogo dove la città scrive di sè stessa, definendo una geo-grafia di ricordi e sensazioni personali. La mappa della città restituita dai contributi mappati rappre-sentano una parte vitale del suo modo di vivere e respirare, esprime così una propensione collaborativa della città. Come si osserva nel sito, un raccolto di storie che narrano dei marciapiedi e del silenzio di Perth, di strade che sono state inghiottite da sobborghi appena nati. Un racconto, quello che i giovani scrittori espongono, che rivela un lato della città pro-babilmente non conosciuto. Non solo, il progetto risulta essere una rara oppurtunità per i giovani scrittori di Peth.Il portale web diventa un nuovo spazio in cui poter esporre i propri lavori e magari entrare in contatto con altri scrittori. La città, in sostanza, come una pagina bianca, si cui si impri-mono testi che, come specchi letterari, riflettono l’anima della città.L’iniziativa si è rivelata di successo e ha in particolar modo attratto giovani scrittori tra i �� e i 30 anni, che, attraverso questa sorta di ‘literature mapping’, hanno soprattutto cercato di descrivere e indagare le proprie realtà quotidiane. Il progetto quindi, mira a ridisegnare lo stradario della città attraverso la molteplicità e diver-sità dei testi letterari.“Lasciate le nuove autostrade e mettete il vostro nuovo segno sulla mappa”� è l’invito del sito: per esplicitare, seppur attra-verso un canale costantemente selettivo, il “modo di vivere e respirare”� della città.

� http://dialogues.concrete.org.au/

2 ibidem

mappa interattiva in cui i giovani scrit-tori raccontano e descrivono gli angoli sconosciuti della città di Perth

07

Home page dell’iniziativa Concrete Dialogues

08

134

Page 135: modalitàPOST.IT

Oltre a questo sito, Concrete Dialogues pubblica anche una rivista e una serie di carte da collezione che il sito promette presto reperibili per le strade di Perth.

135

Page 136: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

s.a., rivista Neural, Settembre 2007, http://www.neural.it/art_it/2007/09/concrete_dialogues_narrare_la.phtml,

http://dialogues.concrete.org.au/ Portale ufficiale Concrete Dialogues

http://www.bibliotecadigitale.com/casal/blog/ Progetto Leg-gere Romahttp://geoblog.it/francigena/, geoblog Via Francigenahttp://geoblog.it/castell/ , geoblog Castel Monferrato

http://www.atlasoffiction.com/ Progetto di mappatura e rac-colta, attraverso un database, di testi scritti nei luoghi in cui hanno tratto ispirazioni i più grandi autori di Letteratura. Per ora le città attive sono Londra e New York

••

••

••••

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

0�. http://dialogues.concrete.org.au/02. http://dialogues.concrete.org.au/

••

IMMAGINI

Leggere Roma: Il progetto iniziale “Leggere Roma - 7 scrittori per 7 fotografi”, ideato e curato dalla Casa delle Letterature dell’Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Roma, nel 200�, prevedeva la realizzazione di una mostra fotografica e di un libro (edizioni Fandango) in occasione della Giornata Mondiale del Libro, in cui Roma insieme a Torino sono state proclamate dall’Unesco Capitali Mondiali del Libro. E’ stato chiesto a 7 scrittori di ambientare un testo inedito nel luogo di Roma da loro preferito . Sono stati chiamati, poi, 7 fotografi a raccontare con le immagini quegli stessi luoghi. Da questi lavori si è prodotto un libro ed una mostra che, attraverso le forografie e i testi tracciavano un affascinante percorso d’au-tore nella nostra capitale. Da qui parte l’iniziativa di Scrittura Online promosso dalla Casa delle Letterature e Scuola Omero, con la partecipazione di Carlo Infante (PerformingMediaLab). L’iniziativa consiste nell’apertura di un geoblog sfruttando le potezialità di Googlemaps, avviando così l’inizio di un Labora-torio di Scrittura Online che da modo di narrare le storie nelle geografie. La mappa di LeggereRoma è quindi a disposizione di chiunque voglia esplorare la città di Roma attraverso una serie di frammenti letterari e poetici situati (meglio: geo-refe-

Progetti Simili in Italia

13�

Page 137: modalitàPOST.IT

renziati) nei luoghi a cui si riferiscono. All’interno del portale web ad esso dedicato, si scovano riferimenti a Hoffmann ( da “La Principessa Brambilla”) lungo Via del Corso oppure a De Cataldo ( da “Romanzo Criminale”) nella Magliana, http://www.bibliotecadigitale.com/casal/blog/ GeoFrancigena: geoblog della Via Francigena del Lazio. Lungo le tappe della Via Francigena che dall’alto Lazio vanno verso Roma è possibile, attraverso i commenti propri della pratica blog, rilasciare le proprie esperienze sia culturali sia turistiche (nonché didattiche) di un viaggio attraverso cui scrivere le proprie storie nelle geografie. http://geoblog.it/francigena/CasTELL. Narra Casale e il suo Castello: A Casale Monferra-to sta partendo una Palestra di cittadinanza attiva in rete. Si tratta di un laboratorio ludico-partecipativo rivolto ai giovani, in generale del Monferrato e, in particolare, ai ragazzi delle scuole superiori e dell’università di Casale. L’attività si svolge su più piani: azioni nei social networking (Facebook in pri-mo luogo) e sviluppo di una piattaforma originale: un geoblog basato su una mappa interattiva per narrare Casale e il suo Castello che a marzo 2009 verrà inaugurato, consegnando alla città un nuovo spazio pubblico. http://geoblog.it/castell/

13�

Page 138: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

Un gruppo di designer-artisti ha utilizzato la tecnologia satelli-tare per una sperimentazione tra reale e virtuale in cui gli abi-tanti si fanno utenti e protagonisti di una sorta di interfaccia urbana. L’obiettivo, anche in tal caso, era quello di sondare i possibili utilizzi della tecnologia GPS nella società, muoven-do dall’assunto che l’evoluzione della tecnologia può essere dettata anche da sperimentazioni di altra natura come quelle artistico-filosofiche, in quanto ritenute capaci di mostrare si-gnificati nuovi.

L’esperienza è stata condotta in occasione della esposizione “Maps of Amsterdam ����-�000” all’Amsterdam City Archi-ve. Gli artisti Esther Polak e Jeroen Kee hanno studiato un proget-to che si intitola Real Time. Un Progetto che utilizza la tecnolo-gia senza fili per tracciare i percorsi che le persone compiono nella città. Il progetto ha dotato per due mesi (dal 3 ottobre al � dicem-bre 2002) gli abitanti di Amsterdam, che hanno voluto aderire all’iniziativa, di un palmare con trasmettitore GPS annesso, (attraverso questo strumento, nello schermo del palmare ,l’utente poteva visualizzare il proprio percorso in tempo rea-le), proprio per mappare la città secondo quello che potrem-mo definire il vissuto degli spostamenti personali. Vale a dire, come scrive Esther Polak, secondo “l’invisibile mappa della città” che ogni user ha “nella sua mente”. Un progetto dun-que, che “tenta una visualizzazione delle mappe mentali così ipotizzate attraverso i movimenti volontari degli utenti della città”�.Un progetto che mostra in una sola città tante diverse psi-cogeografie individuali e altrettante mappe collettive urbane; mappe, occorre sottolineare, che non corrispondono agli edi-fici e alle strade ma agli spostamenti delle persone. Come rilevano i due artisti: “Quando diversi tipi di utenti con diversi mezzi disegnano le loro “linee” nella città, diventa chiaro l’interesse che potrebbe essere dato a questo tipo di sperimentazioni. Un ciclista produrrà diversi percorsi rispetto ad un automobilista oppure a chi utilizza i mezzi di traspor-to. l’ubicazione della casa, il luogo di lavoro o altre attività (scuole, ospedali ecc…) costituiranno i luoghi nodali di questi

� Rafaella Scalisi , 2003, ApogeONline;”Il GPS per tracciare mappe psicogeogra-

fiche della città”

1.16 Real Time AmsterdamAmsterdam

home page real time to amsterdam0�

13�

Page 139: modalitàPOST.IT

tracciati. Lo city-user delineerà i suoi tracciati mentali che cor-risponderanno al suo uso quotidiano. In questo modo si verrà a creare una mappa alternativa della città, una mappa dell’uso della città e dei suoi spazi” �

Gli artisti usano provocatoriamente il termine “users” della città, invece di abitanti o cittadini. In qualche modo essi interpretano lo spazio urbano come una sorta di interfaccia, che quindi deve essere usabile e fruibile rispetto alle nostre esigenze. Sembrano suggerire che trac-ciando i percorsi che le persone compiono in questa sorta di interfaccia si possono capire molte cose; si può descrivere, interpretare ed anche modificare la città. L’interfaccia, infatti, è sì un concetto che è stato approfondito nell’ambito informa-tico, e ancora di più nella riflessione comunicativa e cognitiva relativa all’interazione tra l’uomo e la macchina informatica, ma i tanti studi sull’interazione hanno in qualche modo indotto a una rivisitazione del rapporto dell’uomo in generale con gli oggetti e oggi sempre più con gli ambienti e gli spazi in cui esso abita.Come è stato osservato infatti: “Seguendo nuovi approcci di analisi non è più solo interfaccia lo schermo del computer e i vari componenti informatici, ma è interfaccia ogni cosa attraver-so cui l’uomo interagisce con delle entità dotate di senso. In una prospettiva semiotica, ogni elemento del mondo è interfaccia. Il concetto di interfaccia diventa quindi basila-re per ogni tipo di design e rivisita la progettazione non solo delle vecchie tecnologie e degli oggetti (telefoni, segnaletica, pubblicità, televisori, elettrodomestici, guide, ecc), ma di tutti gli ambienti e in particolare di quegli ambienti in cui la funzio-ne comunicativa è determinante per la com-prensione degli stessi (i musei, gli uffici pubblici, gli ospedali ecc, ma in ge-nerale anche la città)” Ogni spazio urbano dunque può essere osservato “sotto questo punto di vista e poiché la forma e la collocazione degli edifici influisce sui contenuti e sulle attività che essi contengono (pensiamo alle scuole, agli ospedali, alle fabbriche, alle case, alla pianificazione urbanistica), la pro-gettazione degli spazi ha un significato comunicativo molto influente”. D’altro canto, come osserva ancora Raffaella Sca-lisi: “La storia dell’architettura e dell’urbanistica del resto co-noscono esempi eclatanti di come errori comu-nicativi nella progettazione abbiano contribuito a creare disagi sociali ed

� Ibidem

Il soggiorno è più lungo o più spesso si visita un certo luogo, gradualmente l’intensità del colore che rappresenta questa località modifiche. Il bianco è il meno visitato, cambiando di colore giallo al rosso per la maggior parte dei luoghi visitati spesso.

02

13�

Page 140: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

emarginazione.”�

Ma tornando agli esperimenti psicogeografici dei due artisti, ciò che essi sembrano sollecitarci è di prestare la dovuta at-tenzione alla mappa urbana che è nella mente, ovvero alla ric-chezza del vissuto che gli spostamenti personali esprimono.per dirci, ancora, che il pluralismo dello sguardo e del visuto esprime una trama di psicologie individuali e, potenzialmente, collettive, di ardua, decifrazione. ma che, anche, la consapevo-lezza di quel pluralismo educa ad una visone aperta, disponibile alla diversità, alla compresenza ed interazione delle differenze. Tutto ciò, io credo, per suggerirci che la comprensione della città deve oggi tener conto dell’apprendimento inatteso di uno sguardo plurale, non codificato e dunque libero e aperto.sguardo, sguardi che mettono a fuoco una città aperta, possi-bile, nuova; e ciò proprio perchè segnalano che, disponendo la città, fra gli altri possibili, di un carattere psichico, siamo in presenza non di una sola città, ma di tante, quante sono al-meno i suoi abitanti; e mole di più considerando la condizione plurale dell’io.Sguardi, dunque, che si nutrono di corpi, oggetti, simboli; si-gnificandoli e trasformandoli. Sguardi che si nutrono di inter-facciamenti continui; che dunque mostrano di voler comuni-care, muovendo così dalla consapevolezza individuale a quella collettiva.In definitiva, ciò che Polak e Kee suggeriscono è non solo la potenzialità esplorativa e di conoscenza critica di tali sguar-di, ma anche il potenziale arricchimento dell’attenzione e del-l’azione sociale e politica che essi apportano

3 Ibidem

partecipante all’iniziativa03

140

Page 141: modalitàPOST.IT

Rafaella Scalisi , 2003, ApogeONline;”Il GPS per tracciare mappe psicogeografiche della città, in Apogeo Online �3 Dicembre 2002, http://www.apogeonline.com/webzine/2002/�2/�3/0�/2002�2�30�0�

http://www.waag.org/realtime/en_frame.html Portale Waag, partner dell’iniziativahttp://www.ztl.eu/ Portale z.t.l. Zona Traffico limitatohttp://socialfiction.org/psychogeography/ Portale Socialfic-tion, ricca documetazione sulle psicogeografie opensourcehttp://www.psychogeography.org.uk/ Portale inglese sul tema delle psicogeografiehttp://www.psychogeography.net/ Portale mondiale sul tema delle psicogeografiehttp://www.ddss.nl/Eindhoven/publications/�703 Informazio-ni in merito all’esperienza di Eindhoven - sense of the city -

••

••

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

0�. http://realtime.waag.org/02. http://www.ztl.eu/

••

IMMAGINI

Cabs real time, San Francisco, USA http://www.cabspot-ting.orgSTM Research by Nielsen, Copenhagen, DK http://www.spacetimeman.netIFP (International Federation of Pedestrians) http://www.pedestrians-int.orgPQN (Pedestrian Quality Needs) http://www.ictct.org-Shared Spaces http://begegnungszonen.ch/Sense of the city project, Eindhoven, http://www.city-works.nl, http://www.senseofthecity.nlSpatial Metro project http://spatialmetro.org/

Progetti simili

141

Page 142: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

L’aumento vertiginoso dei sensori e dei dispositivi elettroni-ci (cellulari, ad esempio, o GPS, Router wireless, eccetera) permette oggi uno studio “in tempo reale” di come la città si muove, e di come si trasforma.Dal punto di vista della mobilità già adesso moltissimi attori sociali si stanno occupando di questo problema. Sia le uni-versità che società private e pubbliche (tipo Atac) stanno svi-luppando piani di mobilità basati proprio sull’utilizzo dei GPS, con l’obiettivo di minimizzare i tempi di ciclo, massimizzando i benefici.Il progetto più interessante preso in esame, è stato sviluppato dal Senseable City Laboratory del Massacchusset Institute of Technology che prevede l’utilizzo dei dati del cellulare e del-la tecnologia wireless per mostrare i movimenti nella città in tempo reale. Nell’occasione del grande happening della notte bianca 200�, che ha richiamato a Roma più di un milione e mezzo di perso-ne, debuttò il progetto WikiCity Rome: un progetto di informa-zio-ne ad alto tasso di tecnologia, frutto della collaborazione tra il Mit (Massachusets Institute of Technology), istituzioni locali, Seat, Telecom Italia, Tele Spazio, Atac e Trenitalia, con Repub-blica come sponsor tecnico. Per tutta la notte, dalle homepage di repubblica.it e roma.re-pubblica.it è stata resa visibile una mappa della città, aggior-nata in tempo reale, con informazioni non solo sugli eventi in corso e le news sulla viabilità e la situazione nelle strade della città, ma anche e soprattutto rendendo possibile la visualizza-ziome minuto per minuto dei grandi spostamenti di persone e la posizione di autobus, taxi e treni all’interno della capitale. Il progetto ruota attorno ad un sistema in grado di monitorare le celle dei ripetitori di telefonia cellulare, restituendo i dati sulla mappa con una marcatura colorata più fitta a seconda della quantità di persone presenti in quel momentoin un de-terminato posto; non rilevando, dunque, l’identità dei singoli utenti, ma solamente l’intensità del flusso di comunicazione con le varie celle.Le altre informazioni di servizio, come la precisa localizzazione di bus, taxi e treni, è stata resa possibile grazie ai dispositivi satellitari montati sui vari mezzi. La mappa, diventa non solo uno strumento di monitoraggio ma di informazioni, riguardanti gli spettacoli e le notizie di servizio aggiornate per tutta la notte dai giornalisti della cro-naca di Roma e di Repubblica.it.

1.17 WikiCity - Real Time to RomaRoma, Amsterdam, Copenaghen, Graz

Logo pubblicitario e marchio del-l’iniziativa Wikicity-Real time to roma promossa dal MIT

0�

rappresentazione interattiva di un’esempio di mappa in real time. Il progetto per Roma, che sarebbe avvenuto durante la notte bianca nel settembre 200�, era già stato antici-pato durante la Biennale di Venezia nel luglio 200�

02

142

Page 143: modalitàPOST.IT

Inoltre, la stessa mappa è stata proiettata anche sul maxi-schermo allestito in piazza Marconi. “Wiki City Roma - spiega Kristian Kloeckl, ricercatore del Mit di Boston e membro del SENSEable City Lab che sta lavoran-do al progetto - può dare ai romani una nuova consapevolezza sul loro stile di mobilità urbana nel corso di eventi eccezionali e/o quotidiani”�.

Vedere un grande afflusso di persone in una certa zona per assistere a un evento può indurre chi guarda la mappa tanto a dirigersi verso quel punto per partecipare, quanto invece a starne lontano. Queste informazioni possono insomma aiuter-ci a capire che genere di impatto questi eventi possano avere sulle città, ma soprattutto stimolano a riflettere sull’utilizzo di tecnologie mobili per risolvere problemi come il traffico. Que-sto il fine dell’MIT di boston e del suo progetto, presentato alla X Mostra internazionale di architettura della Biennale di Venezia nel 200�. Ogni telefono cellulare, se acceso, può essere localizzato con ottima approssimazione (il margine di errore è di qualche de-cina di metri) da parte del gestore telefonico che fornisce il servizio. In altri termini, il cellulare agisce come un vero e proprio sensore di movimento del suo proprietario. Se l’infor-mazione spaziale viene registrata a intervalli di tempo regolari, si ottiene il percorso effettuato dal cellulare.

� Patti Richards, ‘Wiki City Rome’ to draw a map like no other in MIT Tech Talk , �0 settembre 2007

mappa interattiva proiettata sulla parete esterna del Museo Pigorini in Piazza Marconi, durante la Notte Bianca del 200�. In giallo il flusso dei Trasporti pubblici, In blu il flusso dello spostamento di persone durante l’evento

03

Legenda Wikicity map0�

143

Page 144: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

Aggregando tali dati si ha una stima del flusso di persone che in un dato momento stanno percorrendo una certa strada. Ovviamente i dati verrebbero forniti dal gestore già in forma aggregata per garantire il rispetto della privacy. Le comuni mappe stradali o geografiche forniscono informa-zioni che non cambiano nel tempo: sono mappe “statiche”�.

Già oggi è normale arricchirle con informazioni - come luoghi di pubblico interesse, parcheggi, ristoranti o alberghi - scelte dal fruitore del servizio. Se poi la mappa integra dei dati varia-bili forniti in tempo reale, diviene “dinamica”. Grazie a queste mappe dinamiche diventa possibile essere informati in tempo reale sul traffico a un certo incrocio, sull’affollamento di un particolare luogo, sull’evoluzione e la dinamica dei movimenti dei cittadini e dei visitatori all’interno della città.Come è evidente, le possibili applicazioni di questa tecnologia sono innumerevoli: le aziende di trasporto pubblico potrebbe-ro far convergere più mezzi sulle fermate affollate; i taxi piani-ficare le loro corse tenendo conto della situazione attuale del traffico e della distribuzione spaziale della domanda; le autori-tà di pubblica sicurezza e la protezione civile mettere a punto piani efficienti di evacuazione in caso di emergenze. Inoltre, un’attenta analisi dei flussi in ingresso e in uscita dalla città evidenzierebbe i cosiddetti “colli di bottiglia”, permettendo di ripensare la viabilità in modo radicale. “Quanto l’accesso alle informazioni sulla mobilità in tempo

2 Alessio Balbi, Il Grande Fratello del traffico così si controlla la mobilità in La Repubblica �9 Luglio 200�

Quadrante Est di Roma il giorno 2� Febbraio 200� alle ore 9.00 am. Il flusso di traffico si dirige dal centro verso Est. In rosso i picchi di traffico attorno alla Stazione Termini, Via Tributina e l’autostrada A2�.

05

144

Page 145: modalitàPOST.IT

reale può contribuire a determinare i processi decisionali, mo-dificando l’orientamento a compiere un’attività o un’altra? si chiede Kloeckl -”.3 Questa una delle tante domande alla quale il MIT inizia a tro-vare risposta. Il progetto WikiCity si è preoccupato di studiare non solo un nuovo modo di mappatura della città e delle dinamiche prov-vocate da essa, attraverso la monitorazione della città in tem-po reale, ma anche di costruire uno strumento, utile per i suoi cittadini, dando modo ad essi di basare le proprie azioni/deci-sioni , attraverso un monitoraggio dei propri spostamenti. Il progetto, quindi, non si limita solo a rappresentare unica-mente la città, ma piuttosto ha lo scopo di diventare un dispo-sitivo collettivo, dettato dai diversi spostamenti che il cittadino compie all’interno del tessuto urbano, con il fine ultimo di suscitare una maggiore efficienza globale e una sempre più presente sostenibilità nell’uso della città.In sintesi, l’approccio scientifico di questo progetto è prin-cipalmente guidato da una ben precisa prospettiva culturale; quella di porre al centro della ricerca l’utente, quale cittadino e primo fruitore della città.E’ il caso appunto del progetto Real Time to Roma. Esso usava dispositivi cellulari e GPS per raccogliere gli schemi di mo-vimento della gente e dei mezzi di trasporto, e il loro utilizzo spaziale e sociale nelle strade e nei quartieri. Anche se la città contiene di per sè diversi tipi di attuatori come i semafori e la segnaletica stradale ,aggiornata a distanza, un attuatore ben più flessibile sarebbe costituito dai suoi stessi abitanti.Di conseguenza, il MIT sta creando una nuova piattaforma per archiviare e scambiare informazioni che siano sensibili a luoghi e tempo , rendendoli accessibili agli utenti attraverso i dispositivi mobili, le interfacce web e fisiche. Queste piatta-forme, sostengono i ricercatori dell’MIT, permetteranno alle persone di diventare “attuatori intelligenti distribuiti”�, che perseguono i propri interessi individuali in cooperazione e competizione con gli altri, diventanto così loro stessi attori rilevanti, se non i principali, del miglioramento dell’efficienza complessa dei sistemi urbani.

3 Patti Richards, ‘Wiki City Rome’ to draw a map like no other in MIT Tech Talk , �0 settembre 2007

� Alessio Balbi, Il Grande Fratello del traffico così si controlla la mobilità in La Repubblica �9 Luglio 200�

Nella sequenza, dall’alto in basso, la mobilità oraria a Roma il giorno 9 feb-braio 2008. Il primo quadrante è riferito alle ore � del mattino, il secondo alle 8, il terzo alle 20 e l’ultimo a mezzanotte. L’in-tensità luminosa indica il numero di auto in movimento

0�

�.00

8.00

20.00

00.00

145

Page 146: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

Come accennato inizialmente, nei decenni passati sono stati sviluppati sistemi di controllo in tempo reale in una certa va-rietà di applicazioni dell’ ingegneria. Così facendo, si osserva, è aumentata drasticamente l’efficienza dei sistemi attraverso il risparmio di energia, la regolazione delle dinamiche, la mag-giore resistenza e tolleranza dei disturbi.

14�

Page 147: modalitàPOST.IT

Patti Richards, ‘Wiki City Rome’ to draw a map like no other in MIT Tech Talk , �0 settembre 2007. http://web.mit.edu/news-office/2007/wikicity-0830.htmlAlessio Balbi, Il Grande Fratello del traffico così si controlla la mobilità in La Repubblica �9 Luglio 200�. http://senseable.mit.edu/news/on_us/Repubblica�9Jul200�.pdfAndrea Fiore, Realtime-Rome: Mappare i flussi di mobilità nella metropoli in Newseller Italiana di Mediologia 28 Aprile 2008. http://www.nimmagazine.it/?q=node/233Alessandro Rossi, Carlo Ratti, MIT: ecco la città del futuro in Associazione ADIT il network dell’innovazione tecnologica, s.d. http://www.aditonline.it/?page_id=29�Giuseppe Orilo, Smaltire il traffico con il cellulare in Epolis Eoma, 9 Ottobre 200�. http://senseable.mit.edu/news/on_us/EPolis9Oct200�.pdf http://www.complexlab.com/areetematiche/reti/mondoester-no/rassegna-stampa/la-mappa-di-roma-a-suon-di-telefonini/newsitem_view?b_start:int=�0, La capitale vive in digitale in ComplexLab, http://senseable.mit.edu/realtimerome/ Portale dedicato al Real time to Romahttp://www.mit.edu/ Portale progetti MITh t t p : / / w w w . r o m a e c o n o m i a . i t / n e w s i t e / p d f r u b r .php?rub=2&id=3� Real times Rome» Traffico sotto controllo, in Romaeconomica.ithttp://www.googlisti.com/200�/09/08/roma-in-tempo-reale-sulle-mappe-del-mit.html Roma in tempo reale sulle mappe del MIT in Googlisti.it (Blog)

••

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

0�. http://web.mit.edu/newsoffice/2007/wikicity-0830.html02. http://senseable.mit.edu/realtimerome/images/IMG_5597.jpg03. http://senseable.mit.edu/wikicity/rome/0�. http://senseable.mit.edu/wikicity/rome/index.html05. http://senseable.mit.edu/news/on_us/Repubblica-�9Jul200�.pdf0�. http://senseable.mit.edu/news/on_us/Repubblica-�9Jul200�.pdf

••

•••

IMMAGINI

AmsterdamCopenhagenGraz

•••

Altri progetti Real Time prodotti dal MIT

14�

Page 148: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI 1.18 glocalmap.toTorino

glocalmap.to è il progetto di una mappa attiva dell’area me-tropolitana torinese (un vasto territorio compreso fra il traforo del Frejus, la campagna collinare e la barriera di Rondissone dell’autostrada Torino – Milano) sulla quale prendono forma le informazioni raccolte in un gioco di creatività connettiva dis-seminato nella città. il progetto è una produzione dell’associazione culturale the beach°. In collaborazione con: Regione Piemonte, Provin-cia di Torino, Città di Torino, Fondazione Atrium, Fondazione CRT, Torino 200�-Comitato per l’organizzazione dei XX Giochi Olimpici invernali.

Dall’azione locale nel territorio alla comunicazione globale nelle reti, questo il fondamento del progetto, reso possibile tramite la costruzione di una piattaforma software e hardware, in grado di ricevere e archiviare messaggi SMS, MMS, e-mail con allegati, visualizzandoli nel punto della mappa scelto dal cittadino-player. moblog è il nome di questa piattaforma interattiva, un blog mobile prodotto via MMS, che ha coinvolto Torino nei �2 giorni, tra febbraio e marzo 200�, durante le Olimpiadi della Cultura.

Si sono utilizzate diverse soluzioni tecnologiche creando le condizioni, sia per lo sviluppo di particolari narrazioni (fiction interattive) che, per la partecipazione libera dei cittadini ( e turisti) players di una mappa da tracciare in prima persona. Il gioco si pone l’obiettivo di declinare le tecnologie interattive

Moblog : mappa interattiva, su cui poter lasciare le proprie “tracce”, attraverso la tec-nologia mobile, sulle geografie della città. E’ giusto sottolineare che questo progetto ha anticipato google, che dopo un anno ha lanciato googlemap.

02

logo e marchio distintivo del progetto glocalmap.to

0�

14�

Page 149: modalitàPOST.IT

al servizio della composizione di un atlante ludico-partecipa-tivo della città, ma anche quello di costruire come in un mo-saico una nuova mappa di Torino capace di svelare le nuove geografie, tracciare e nominare i luoghi senza nome , “offren-do cittadinanza alle pulsioni urbane spontanee”.� La creazione di una piattaforma software e hardware (social-tagging), in grado di ricevere e archiviare sms, mms ed e-mail, ha permesso di usuffruire di un servizio che conserverà e organizzerà per contenuto e spazio, testi, foto e altri materia-li che gli utenti vorranno inviare e condividere. La finalità del progetto consiste nella realizzazione di una map-pa online della città , illustrata e interattiva, che visualizzi su diversi livelli sovrapponibili, informazioni cartografiche uffi-ciali e contenuti forniti dai partecipanti-autori. Uno strumento facilmente replicabile e tematizzabile per registrare e pubbli-care geo-annotazioni provenienti anche da dispositivi mobili.La mappa renderà attivi e visibili ciò che l’associazione defi-nisce i “social tagging”�, ovvero le tracce delle azioni sociali, ludiche e partecipative, che i cittadini e i turisti player poste-ranno sulla piattaforma. glocalmap.to definisce chiaramente il proprio scopo: traspor-re il principio della geografia umana, quella tracciata dalle per-sone che usano un territorio, in una forma narrata ed iconica. Si tratta, come si può evincere dalla rassegna degli articoli di commento all’iniziativa riportati nel sito di glocalmap.to, di un’”escursione ludica” nella città, di un’operazione leggera, direi, di raccolta di azioni e informazioni dalle quali ricavare gruppi di senso relativamente a luoghi e percorsi da attuare all’interno della città.Per capire meglio, si tratta del’invito a cittadini e turisti a se-gnalare spazi, luoghi, aree della città, storici e non, centrali e periferici, luoghi di ritrovo, di commercio, sedi di eventi e quant’altro, che hanno colpito immaginazione e sensibilità dei players, producendo riflessioni estemporanee o invece più meditate. Segnalazioni che costituiscono una mappa di sen-sazioni, di emozioni, non regolata da scopi, fatta di frammenti sparsi e disordinati; sotto i quali si legge però un evidente bisogno e piacere di comunicare e condividere l’impressione vissuta. Una mappa non prevedibile e di continuo mutevole

� http://www.glocalmap.to

�  Carlo Infante, 200�, PerformingMedia politica e poetica delle reti, Edizioni Memoria

un esempio di interazione, di un uten-te, con la mappa interattiva: “quadri-latero romano, vivi qui e vivrai delle emozioni dei tempi remoti”. Le “x” rosse presenti nella mappa sono indi-ce di un’affiorente adesione all’inizia-tiva da parte degli utenti. Per ogni “x” un commento emozionale

03

14�

Page 150: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

che si traduce in “istant city” o, meglio, in una sequenza di “istant cities” costruire via web. Il web diventa il luogo attraverso cui guardare alla “città inter-media”, quella situata tra “le pieghe dell’ordinamento sociale costituito, nel tentativo di dare forma sociale alle informazioni prodotte dall’azione vitale dei giovani cittadini-player, offrendo gli strumenti per la costituzione di inedite comunanze urba-ne”�.Un’indicazione importante per una nuova generazione che ri-schia di entrare nella società dell’informazione solo attraverso una serie di automatismi che rischiano di viziare il concetto d’interattività. Automatismi che tendono a “saturare i rapporti con i media e con gli schermi in genere (come per i videogame) velocizzando il rapporto tra sguardo e interpretazione, compri-mendo la capacità d’attenzione”�. Una tendenza che consente di parlare di sindrome da deficit d’attenzione (ADHD: Attention Deficit Hyperactivity Disorder) che può essere affrontata of-frendo ai giovani la possibilità di concepire l’interattività come occasione di partecipazione attiva e di produzione d’informa-zione basata sull’esperienza diretta, ludica e creativa.In definitiva ciò che i commentatori mettono in evidenza è che il progetto tende a produrre percorsi esperienziali per indi-viduare casuali comportamenti, “propri dell’indeterminatezza umana, sia soggettiva sia collettiva”.5 Una condizione ludica e spettacolare che tende a “cortocircuitare” il rapporto tra real-tà e rappresentazione in un format elettronico ed emozionale “più coinvolgente e seducente dei reality show televisivi”�; e che talunni commenti tendono a definire, forse un po’ enfa-ticamente, un’evoluzione post-politica del radicalismo delle nuove generazioni (“riprendiamoci la città”) degli anni ’�0 e ’70.

3 ibidem

� Maria Di Paolo , Il real social tagging: quando il virtuale si innesta nel territorio in Forum PA Tecnologie

5 Melina Ruberti, Innovazione territoriale mediante i new media in My Media

� ibidem

Barra laterale di interazione e naviga-zione, ciò permette l’interazione im-mediata, sia di scrittura che di ricerca. è possibile commentare le tracce la-sciate da altri utenti.

03

150

Page 151: modalitàPOST.IT

Carlo Infante, 200�, PerformingMedia politica e poetica delle reti, Edizioni Memoria

Maria Di Paolo , Il real social tagging: quando il virtuale si in-nesta nel territorio in Forum PA Tecnologie, 2� Gennaio 2008. http://tecnologie.forumpa.it/story/350��/il-real-social-tag-ging-quando-il-virtuale-si-innesta-nel-territorioMelina Ruberti, Innovazione territoriale mediante i new media in My Media s.d.. http://www.mymedia.it/infante.htms.a.Performingmedia per l’innovazione territoriale in 7thfloor, 25 Luglio 2007. http://www.7thfloor.it/2007/07/25/perform-ing-media-per-linnovazione-territoriale-2/

http://www.glocalmap.to, Portale glocalmap.tohttp://www.performingmedia.org , Blog promosso da Carlo Infante, si trovano principalmente tutti i progetti promossi dal performingmedia-lab.http://www.teatron.org , Portale associato con il portale per-formingmedia.orghttp://www.izmo.it/ , associazione culturale opera nell’ambito urbano, architettonico, del design e dell’arte. Il suo tema di ricerca è il territorio.

••

•••

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

0�. http://www.glocalmap.to02. http://www.glocalmap.to03. http://www.glocalmap.to

•••

IMMAGINI

Mappa Emozionale della Memoria Antifascista a Torino: La città di Torino, drammaticamente segnata dagli orrori del na-zifascismo e della seconda guerra mondiale, racconta quelle vicende attraverso i luoghi che ne portano i segni e ne rac-contano la storia. Torino è da sempre una città laboratorio, e questa sua natura ha spinto il Museo Diffuso della Resistenza assieme al PerformingMediaLab di Acmos a sperimentare un nuovo modello di rapporto tra quei monumenti della nostra memoria collettiva e le nuove generazioni. Il progetto nasce nell’ottica di creare una memoria sociale che possa rimanere intatta al corso del tempo. Per fare questo, sono stati col-locati dei codici a matrice sui luoghi della memoria che, se

Altri progetti promossi dal performingmedia-lab

151

Page 152: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

fotografati con il cellulare, porteranno virtualmente all’inter-no del luogo stesso, permettendo a chi lo vorrà di “entrare”, vivere e recuperare le storie di cui questi luoghi sono intrisi, inoltre ci sarà modo di commentare, aggiungere, integrare altre informazioni in merito. “Si tratta quindi di un nuovo for-mat d’intervento culturale definito come “real social tagging” perché rileva sul campo le “tag” disseminate con l’intenzione di mettere in relazione, attraverso i nuovi media, l’immateria-lità delle reti con il territorio vissuto da cittadini, attraverso un’esperienza emozionale” Il rapporto tra il virtuale e il reale è potenzialmente un’enorme possibilità di condivisione di sape-ri: da questo rapporto nascono nuove possibilità di interazio-ne con il passato, per coniugare storia, memoria e impegno. Tecnologie mobili (moblog) e web (come il geoblog e il wiki) permetteranno di creare su questo sito una mappa tematica ed emozionale di Torino. Un’azione di “digital story telling” urbano quindi. Dove a parlare sono i luoghi e le emozioni che questi luoghi attraversano; dove i contributi di ognuno contri-buiscono alla creazione di una narrazione non ufficiale, sen-za intermediari, che tenta di restituire la memoria e traccia-re il futuro. La piattaforma è stata premiata con la menzione speciale della sezione Culture del Content Award Italy 2007. http://acmos.net/memoria/ e http://storiesongeographies.eu/ ( stesso progetto esteso in scala europea)TarantaVideoBlog: il progetto realizzato da Carlo Infante, An-tonio Rollo e Raffaella Rivi, vuole restituire on-line le emo-zioni che la Notte della Taranta, un festival di musica tradi-zionale, avrebbe messo in gioco durante i giorni di agosto, in un susseguirsi di appuntamenti musicali nella provincia di Lecce (Salento). L’idea dell’utilizzo di un Video Blog si basa sulla costruzione giorno per giorno, attraverso un diario audio visivo, delle sensazioni scaturite in questo singolare conte-sto “in un dribbling leggero tra flussi di parole e video”. “La poetica del TarantaVideoBlog prende forma dal desiderio di armonizzare prospettive globali con una cultura locale. Una risposta al fenomeno della globalizzazione che vede soffo-care le culture locali a scapito di una standardizzazione del pensiero e dell’azione”. L’alternativa proposta è quindi quella di volgersi verso un armonica “cross-vivenza” tra i fenomeni globalizzanti e le tradizioni locali con il proposito di tendere ad una “consapevolezza globale” che dovrebbe portare dunque il singolo autore a riflettere sulla necessità di distribuire sulla grande rete le proprie visioni personali. Ma sarà proprio l’in-terconnessione contestuale delle visioni a costruire uno spac-cato di un mondo che cambia. Ogni singola video pagina del TarantaVideoBlog ha voluto, come viene osservato, mostrare al pubblico connesso “quanto si stava perdendo” a non essere

152

Page 153: modalitàPOST.IT

presente. Un’istanza che interseca i parametri del Marketing Territoriale che spesso non tengono conto dello stesso terri-torio. http://www.0280.org/eMAP/map/index.html

153

Page 154: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI 1.19 History UnwiredVenezia

History Unwired è un gruppo di ricerca composto da ricerca-tori specializzandi del Massachusset Institute of Technology (MIT) di Boston, dipartimento di Comparative Media Studies (studi comparativi sui media), e dell’Università Cà Foscari di Venezia, Centro interateneo di Eccellenza per la formazione avanzata.Il programma in Comparative Media Studies del MIT, per sua natura multidisciplinare, si occupa di studiare l’innovazione tecnologica attraverso le prospettive delle scienze sociali e delle discipline umanistiche. Il team ha preso forma a partire da un interesse comune rispetto l’utilizzo dei terminali mobili per la comunicazione e l’informazione (telefoni cellulari, pal-mari) attraverso applicazioni con valore formativo ed educa-tivo. Lavorando sugli applicativi software per il wireless, nell’ambi-to del progetto “Boston’s historic Freedom Trail”�, i ricercatori hanno percepito il potenziale che queste tecnologie potrebbero avere per rivoluzionare il modo in cui i turisti esplorano le aree storiche e i centri urbani. Attraverso le tecnologie mobili si può fornire informazione “on demand” (su richiesta) su fatti, località, edifici, siti storici, eventi e connessioni personali con i siti che si stanno visitando. La connessione tra un ambiente fisico così caratteristico come quello veneziano e tecnologie personali hanno costituito il motivo predominante per l’avvio del progetto di ricerca su Venezia.Il Centro Interateneo di Eccellenza per la Ricerca Didattica e la Formazione Avanzata fa parte dell’Università Cà Foscari e ope-ra appoggiandosi alle strutture della SSIS del Veneto (Scuola Interateneo di Specializzazione per gli insegnanti secondari). Il focus del centro è quello dello studio dell’impatto delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione sui pro-cessi di apprendimento e di nuove possibili ecologie per la società della conoscenza.Successivamente a una prima fase di presa di contatti con alcuni enti pubblici e privati, al gruppo di ricerca è stato con-cesso un finanziamento per uno studio qualitativo e di sce-nario, da parte dalla Regione Veneto (Ufficio Turismo), con contributi minori dell’AVA (Associazione Veneziana Alberga-tori) e dal programma MIT-Italy del Massachussets Institute

� Michael Epstein, MIT, Cristobal Garcia, MIT, Filippo Dal Fiore, Cà Foscari ,Re-port Finale e documento tecnico guida al progetto: - History Unwired -Esplorando le frontiere veneziane Tecnologie mobili per un turismo intelligente: studi di co-munità e analisi di design per un nuovo senso di cittadinanza. Agosto/Settembre 2003

Home page del progetto Hystory Un-wired

0�

in alto: Mappa del quartiere castello con segnalati i punti trattati dalla gu-ida interattiva tramite cellulare. sotto: esempio di inerfaccia nel cellulare du-rante l’esporazione urbana

02

154

Page 155: modalitàPOST.IT

of Technology. Obiettivo primario dello studio è quello di far convergere en-tità diverse quali imprese private e istituzioni governative e accademiche verso il rinnovamento delle modalità attraverso cui i turisti accedono all’informazione pratica e a una com-prensione più approfondita rispetto alla storia e all’attualità di Venezia. In sintesi, si tratta di progettare approcci e strumenti per abili-tare un nuova modalità di esplorazione urbana. La premessa per tale lavoro è credere che un’innovazione tecnologica si-gnificativa non può essere imposta dall’alto a una società ma piuttosto deve nascere dall’input “della strada”, della quotidia-nità degli abitanti di una città. E’ per questo che il lavoro di ricerca, come osservano i com-ponenti del team, ha mosso i primi passi a partire dall’inda-gine sul campo, dai focus group, dalle riprese audiovisive di vari momenti nella catena del valore del turismo veneziano. Si sono altresì raccolte informazioni rispetto a possibili tecno-logie che potrebbero essere impiegate su base regionale per far sì che i turisti si indirizzino in modo indipendente verso itinerari creativi e connessi tra loro, attraverso Venezia.Un Progetto, in sintesi, che rimanda alla nozione di “turismo intelligente” e/o tecnologicamente intelligente. Un’approcio al fenomeno del turismo che tende ad equiparare i turisti a cit-tadini, “cittadini dinamici” come usa dire.Detto altrimenti, un turismo che trasforma il turista da unità di spesa in unità di conoscenza.Una trasformazione cui si presta la città in genere e certamen-te Venezia per la ricchezza di informazioni, ma più ancora di conoscenza che in essa si è presente e tutt’ora si addensa.Aggiungerei, un turismo che tende, grazie alla prospettiva di cittadinanza che apre, a farsi turismo civico; cioè turismo at-tento e consapevole dei problemi della città. Una disponibilità che potrebbe assumere non poca importanza nel caso di Ve-nezia, città considerata patrimonio universale. Un turismo in-somma che avvicina abitanti e visitatori, li rende compartecipi della vita della città, li rende protagonisti comunicativi.Un turismo nuovo che opera per trasformare i turisti in un utile servizio per la città; e ciò partendo dalla semplice co-statazione della potenziale utilità per la città della ricchezza di conoscenza ed idee di cui circa ��.000.000 di turisti sono portatori. Un progetto che deve passare per un accresciuto grado di consapevolezza di tutti gli attori locali (dai cittadini, ai

possibili idee per il progetto, schema-tizzate durante un focus group con la comunità.

03

155

Page 156: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

commercianti, agli albergatori, alle pratiche ed ai bisogni dei turisti; un ascolto della voce dei turisti, cui deve corrispondere

Schema a Torta delle Anomalie del turismo veneziano: dalle % del grafico si riscontrano le maggiori anomalie in merito agli “alti prezzi” all’“orientamento” e al“movimento”.

03

un’analoga disponibilità all’ascolto della voce e del cuore della città da parte dei turisti.Un lavoro che produce, in concreto, nuove guide, mappe, av-visi in lingua, itinerari, punti informativi e quant’altro possa tornare utile ad un progetto mirante ad integrare città e mon-do dei visitatori.Da segnalare la guida interattiva via cellulare sul sestiere di Castello, in cui singolari voci veneziane, corrispondenti ad alcuni mestieri e lavori, se non tipici, comunque facilmente specificati (musicista, critico d’arte, maestro vetraio, pesca-tore - storico, maestro d’ascia e remo), accompagnano alla conoscenza della città.

15�

Page 157: modalitàPOST.IT

Michael Epstein, MIT, Cristobal Garcia, MIT, Filippo Dal Fiore, Cà Foscari ,Report Finale e documento tecnico guida al pro-getto: - History Unwired -Esplorando le frontiere veneziane Tecnologie mobili per un turismo intelligente: studi di comu-nità e analisi di design per un nuovo senso di cittadinanza. Agosto/Settembre 2003. http://web.mit.edu/frontiers/reportfi-nale.pdf

Alessandra Carboni in, Il turista è sempre più mobile in Il Cor-riere della sera, 23 Febbraio 200�, http://www.corriere.it/Primo_Piano/Scienze_e_Tecnologie/200�/02_Febbraio/20/tu-risti.shtmlLuca Falda, In tour tra calli e sestieri guidati da un palmare in Corriere del veneto �� Settembre 2005, http://web.mit.edu/frontiers/corriere2.pdfs.a., A Castello con il palmare: singolari percorsi multimediali nel sestiere, 2 Settembre 2005, http://web.mit.edu/frontiers/nuova.pdfs.a, All’esporazione di castello col Palmare, � Settembre 2005, http://web.mit.edu/frontiers/gazz.pdf

http://senseable.mit.edu/ Portale senseable city MIThttp://web.mit.edu/frontiers/ Portale History Unwiredhttp://www.turist ipercaso.it/noi/tamtam/testo.asp?id=202 Venezia per Caso: un tour multimediale tra le calli in Turisti per caso (Blog)http://www.travelblog.it/post/2�2/venezia-girare-castel lo-con-un-palmare-e-5-veneziani, Venezia: girare Castello con un palmare e 5 veneziani in Travel (Blog)

••

••••

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

0�. http://web.mit.edu/frontiers/02. http://web.mit.edu/frontiers/tour.html 03. Report Finale e documento tecnico guida al progetto. http://web.mit.edu/frontiers/reportfinale.pdf0�. Report Finale e documento tecnico guida al progetto. http://web.mit.edu/frontiers/reportfinale.pdf

•••

IMMAGINI

15�

Page 158: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

WhaiWhai, play the storyline throught the city: whaiwhai è un parola maori che significa cercare. Si tratta di un nuovo modo di visitare le città e i luoghi d’interesse, un modo di-vertente, che pone il turismo al centro del suo viaggio, la-sciandogli svolgere un ruolo attivo nella scoperta della città Il progetto parte nell’ottobre 2007 e la prima città è Venezia. Poi a seguire, Roma, Firenze, Verona e ora sembra spostarsi all’estero, con Londra, Praga, Barcellona, Parigi Ma descri-viamo di cosa si tratta. In questo gioco, il turista si muove in città alla ricerca del Ruyi, una storia fantastica alla ricerca di uno scettro magico trovato da Marco Polo e rubato a Kublai Khan prima di tornare dalla Cina. Nella caccia al ritrovamento, l’utente percorre diversi luoghi della città che nel corso dei secoli sono stati teatro di episodi misteriosi segreti e leggen-de. L’obiettivo è quello di utilizzare i giochi come strumen-to per la costruzione di nuovi tipi di esperienze umane. Si tratta di un modo diretto per imparare, sviluppare relazioni e vivere. I giochi sono un mezzo per arricchire le esperienze, anche quelle che abbiamo già avuto molte volte, Per giocare bisognerà munirsi del proprio cellulare purché abilitato alla ricezione e all’invio di sms, del quaderno di gioco della città che vuoi visitare e di una mappa. All’interno del quaderno vengono raccontate �0 storie legate alle leggende e ai misteri della città, ma ogni storia è divisa in più parti e può essere compresa solo se le stesse vengono lette nell’ordine corretto, ovvero secondo una combinazione precisa che verrà svelata man mano che si procede nel gioco. il quaderno di gioco lo si può trovare nei punti vendita selezionati oppure direttamente nel sito http://www.whaiwhai.com/ alla sezione Shop. http://www.whaiwhai.com/

PROGETTI SIMILI

15�

Page 159: modalitàPOST.IT

Pagina Vuota•

15�

Page 160: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI 1.20 CriticalCity.orgMilano

Lo scopo è quello di riportare il gioco nella tua città.

Criticalcity è una rete di giocatori, sfide, missioni, prove

di abilità e creatività.

Non ci sono limiti: il campo da gioco va dalla tua stanza a

tutta la città.

Puoi giocare in università, a casa da solo, una sera con gli

amici, in treno, in vacanza ... insomma Dove vuoi!

libera il gioco, conquista la città

ISCriviti subito!stacca il codice qui sotto

e corri a registrarti.

Mai provato un gioco urbano?

Vuoi conoscere tante persone?Vuoi metterti alla prova?Stanco dei mondi virtuali?

www.Criticalcity.org

Critical City è il primo gioco

di collaborazione urbana in Italia

completamente gRATUITO.

Mila

Criticalcity.org

www.criticalcity.org

Mila

Criticalcity.org

Mila

Criticalcity.org

ww

w.c

rit

ica

lcit

y.o

rg

cod

ice a

ccesso: E

RSIL

IA

Mila

Criticalcity.org

ww

w.c

rit

ica

lcit

y.o

rg

cod

ice a

ccesso: E

RSIL

IA

Mila

Criticalcity.org

ww

w.c

rit

ica

lcit

y.o

rg

cod

ice a

ccesso: E

RSIL

IA

Mila

Criticalcity.org

ww

w.c

rit

ica

lcit

y.o

rg

cod

ice a

ccesso: E

RSIL

IA

Mila

Criticalcity.org

ww

w.c

rit

ica

lcit

y.o

rg

cod

ice a

ccesso: E

RSIL

IA

Mila

Criticalcity.org

ww

w.c

rit

ica

lcit

y.o

rg

cod

ice a

ccesso: E

RSIL

IA

Mila

Criticalcity.org

ww

w.c

rit

ica

lcit

y.o

rg

cod

ice a

ccesso: E

RSIL

IA

Mila

Criticalcity.org

ww

w.c

rit

ica

lcit

y.o

rg

cod

ice a

ccesso: E

RSIL

IA

Le città sono composte di molteplici aspetti ed ambiti: non sono formate solo da strade, semafori e rotonde, ma anche da cittadini, associazioni, luoghi di ritrovo. Esiste una rete in-visibile di relazioni all’interno della città che trova espressione in gesti e pratiche quotidiane: “gesti quotidiani persone che si recano al lavoro in auto, massaie a piedi che vanno a fare la spesa, gruppi di adolescenti in un parco a giocare a pallo-ne e molte altre”�. Si tratta di flussi e relazioni che spesso modificano la città ed il modo in cui questa viene vissuta e percepita. “Libera il gioco, riconquista la città”. Questo lo slogan di Criti-cal City, un nuovo gioco urbano lanciato di recente da quattro amici sulla trentina, utilizzando come mezzo di comunicazio-ne e divulgazione Internet e utilizzando come campo d’azione l’intera città, con l’obiettivo primario di riscoprire il territorio e riappropiarsene “divertendosi”, come affermano nel sito mol-to esplicitamente:“Siamo partiti con Milano, ma la piattaforma è già pronta per tutta Italia. L’idea di fondo è che i cittadini siano i legittimi proprietari dello spazio pubblico e che sia tempo che le città tornino ad essere di chi le abita. Giocare, per noi, è una delle strade che può innescare questo processo. Con le nostre sfide desideriamo spingere la gente ad agire sul territorio e a riap-propriarsene”. 2

In altri termini, lo scopo è quello, attraverso un processo di riappropriazione degli spazi pubblici innescato proprio dal gioco, di portare i cittadini a conoscersi tra loro e creare una rete che sia poi fondamento per la città che ognuno ha voglia di creare e nella quale ha voglia di vivere.Occorre osservare che dal punto di vista territoriale la vicinan-za fisica non è un elemento indispensabile per avviare le mis-sioni da svolgere. La registrazione e la partecipazione è aperta a tutta Italia, anche se gli eventi di coinvolgimento collettivi per ora sono stati organizzati solo a Milano, per caratteri tecnici e organizzativi.La vicinanza tra gli individui risulta essere stata fondamentale nella fase iniziale e di sperimentazione e giusto per questo a Milano è presente il più alto tasso di utenti. In altri termini il campione Milano risulta perfetto per organizzare studiare e perfezionare il modello.

� http://www.criticalcity.org/

2 Raffaella Oliva ,Critical City: la città diventa un grande gioco in Il Corriere della Sera, � Giugno 2008

logo e marchio distintivo del progetto Critical City

0�

prima locandina pubblicitaria di pro-mozione pubblicitaria al sito web, la struttura è simile agli annunci “offro ripetizioni di...” . la locandina è stata appesa in tutti i luoghi nevralgici della Milano giovane

02

1�0

Page 161: modalitàPOST.IT

L’idea alla base di Critical City è stata quindi quella di partire da una concentrazione fisica degli utenti su un territorio limi-tato (Milano) per poi, in futuro amplificare le potenzialità di incontro, conoscenza e anche di impatto sulla città.Vediamo meglio di cosa si tratta. Critical City è un gioco gratuito di collaborazione urbana. E’ reso possibile da una rete di giocatori e di sfide che vengono chiamate “missioni”: prove di abilità, creatività, espressione, senza delimitazioni spaziali nè temporali. La “missione” per essere valida deve soddisfare alcuni requi-siti: deve essere svolta dall’autore; essere ben documentata; essere creativa o fantasiosa.Ogni missione sarà soggetta a voto, da parte della comunità; in realtà sarà il singolo utente a decidere se una missione è valida oppure no.Si può giocare singolarmente o collaborare, in una sorta di caccia al tesoro permanente che diviene metodo per far sì che l’arte e la creatività entrino a far parte della vita di ogni giorno delle persone.Si tratta, come sottolineano i promotori, dell’evoluzione e al tempo stesso dell’opposto di SecondLife. Si tratta infatti di “una community che spinge i propri utenti ad uscire di casa, costruire relazioni reali - fatte di persone in carne ed ossa” – e, dunque, a trasformare la città, “divertendosi e sviluppando la propria creatività”�.Dall’esame delle prime missioni svolte, s’evince che i parte-cipanti hanno cercato di utilizzare il gioco come portavoce dei problemi della città. Ad esempio una risposta è stata data in reazione agli incidenti che di recente hanno visto deragliare due tram in zona Precotto, in tale caso, i “cittadini-user” han-no costruito dei cartelli stradali simili ai classici triangoli indi-catori di pericolo, ma con disegnata sopra la figura di un tram che va a sbattere contro una macchina. C’è poi chi ha creato delle sculture con cartacce e rifiuti raccolti in un parco o chi ha fatto il giro del mondo raccogliendo una serie di interviste a extracomunitari. Queste missioni sono solo un esempio di come Critical City non guardi solo al gioco come semplice divertimento, ma as-suma soprattutto un risvolto sociale e politico e di governo del territorio dal basso.Critical City si articola in due fasi, la prima è quella della “città invisibile”, la seconda sarà quella della “città visibile”, La città

3 ibidem

Home page del portale web. i pallini viola segnalano la residenza dei parte-cipanti alla comunità Critical City nella città di Milano

03

Critical Headquarter. attraverso una fi-nestra interattiva è possibile visionare le new, le missioni svolte, le missioni da svolgere, e la FAQ, cioè la filosofia del gioco con relativi articoli di testate giornalistiche che parlano in merito a questa iniziativa

0�

1�1

Page 162: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

invisibile mira, come ci ricordano i promotori, a creare uno strato urbano intessuto di relazioni sociali come quello che ci descrive Italo Calvino (Ersilia, la città dei fili, dei rapporti in-tricati che cercano una forma) e quindi a modificare l’aspetto non visto, vale a dire le fondamenta relazionali della città.In questa fase si gioca senza limitazioni spaziali. Le esperienze mirano a modificare la percezione del pubblico da parte del giocatore. Si tratta di missioni che hanno lo scopo di creare dei cittadini più consapevoli di ciò che li circonda, in grado di usare al meglio le proprie capacità espressive. Si tratta di mis-sioni il cui scopo è quello di favorire una coscienza rinnovata di cittadini attivi.Si tratta di una fase, quella della “città invisibile”, il cui obiet-tivo è quello di avviare la costruzione di una comunità che si riconosce nella condivisione di una sensibilità comune verso i problemi della città. Una sensibilità che si nutre di attenzione alla qualità della vità quotidiana, del bisogno di comunicarla e mettere a disposizio-ne, della necessità, in definitiva, di attivarsi.Una fase, insomma, preliminare alla seconda; che si pone l’obiettivo di creare le basi per poter scendere poi nello spazio reale ed operarvi concretamente. Significative, al riguardo, le “missioni” individuate. Si tratta di video, di storie disegnate, di foto, racconti con vignette, di vita vissuta; vale a dire di momenti particolari della quotidianità ripercorsi con ironia e disincanto, per lo più. Comunque, con indubbia leggerezza creativa. La città visibile sarà allora il mescolarsi tra questa sensibilità e il territorio reale, lo spazio quotidiano, le nostre strade, le piazze e i parchi in un’ottica di coinvogimento attivo dei citta-dini in un processo di riqualificazione “dal basso” e costante della città.Qui di seguito elenco, di questa seconda fase, alcune interes-santi missioni urbane, già attivate e catalogate, indice di una comunità attiva, che attraverso l’esperienza sul campo gioco (la città) esprime una conoscenza che mostra di saper incide-re e trovare soluzioni ai comuni problemi urbani. “Clandestinità Realizza una missione “fisica” (pianta la pianta, disegna e at-tacca un nuovo cartello stradale, esplora un edificio, etc...) Piccolo Urbanista Proponi un’originale soluzione urbanistica per la tua città. Pulizia Urbana

Missione Cartellartistica .Fasi di preparzione alla missione e documetanzione dell’installazione della nuova segnaletica stradale in zona Precotto, Milano. Da quanto documentato dai Critical City users, l’installazione è durata più di una set-timana, e successivamente il consi-glio di Zona 2 ha votato all’unanimità una mozione contenente proposte per rendere più sicuro e meno rumoroso il tratto della linea 7. Proposte che prevedono fra l’altro, l’adeguamento della segnaletica all’incrocio di via Soffredini. Una missione compiuta!

05

1�2

Page 163: modalitàPOST.IT

Spazza un marciapiede, raccogli una cacca o lucida un se-maforo. Insomma, fai qualcosa per rendere più pulita la tua città. Esplorazione urbanaEsplora un edificio abbandonato della tua città e pubblica la tua storia. Scopri qualcosa che ti stava aspettando. Aggiungi foto, filmati, interviste ai tuoi compagni di avventura, ecc...Arredo UrbanoPersonalizza i cestini, le panchine o i pali di un parco Pianta la PiantaInserisciti nelle crepe della cementificazione, pianta una pianta, rendi un’area accogliente ed ombrosa, crea un luogo di sosta dove prima non c’era nulla. Ma soprattutto prenditi poi cura di questa creatura vivente a cui hai dato una nuova casa.Un fiore nel cemento Metti una pianta con vaso o un fiore in un luogo pubblico (es: in una biblioteca, in ascensore, in metropolitana, alla fermata dell’autobus) e fa in modo che sia difficile spostarlo.Scende alla prossima? Scendi ad una fermata del metrò (o di un altro mezzo pubblico) in cui non sei mai sceso. Guardati intorno, esplora il territorio, raggiungi a piedi la fermata dove saresti dovuto scendere . DerivaVaga per la città, segui un istinto, chiudi gli occhi, va dove ti porta il cuore, traccia un mappa, lascia un segno, descrivi le tue sensazioni”Percorso gratuitoSegnala almeno � tappe, nella tua città, di luoghi dove si pos-sa usufruire gratuitamente di qualcosa. Possono essere cibi, eventi, mostre, ecc.” �

La ragione è semplice e preoccupante, come si sottolinea nel sito: negli ultimi anni, la vita, e a maggior ragione, la vita nelle città si è fatta cara, e diversi sono i segnali che giornalmente evidenziano il problema: l’aumento delle tasse, i costi dei tra-sporti (benzina e mezzi pubblici), alimenti, ecc. Interessante l’iniziativa di un utente di Critical city che con l’apporto della comunità, sta cercando di sviluppare una mappatura dei servizi gratuiti presenti nella città di Milano: W.C.,giornali, acqua (fontanelle), mostre, esposizioni, dormi-tori, mense. Una specie di kit di soppravvivenza, sia per la gente comune, ma soprattutto per i meno fortunati. Un kit che spiega perché la comunità di Critical City ha creato una mappa

� http://www.criticalcity.org/

Misione Esplorazione urbana.Fabbrica abbandonata in viale Tosca-na.

0�

Missione Pianta la Piantail luogo prescelto è una delle tante aiuole presenti nella città milanese.L’azione di “guerrilla gardening”, avvenuto in una notte d’agosto, ha suscitato dell’interesse da parte del-la comunità limitrofa. Ancora oggi la comunità limitrofa si impegna a pren-dersi cura di queste piante e dell’in-tera aiuola

07

1�3

Page 164: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

interattiva, da aggiornare continuamente segnalando tutti quei luoghi gratuiti che la città offre. Un segno forte, di una comu-nità, che gioca, partecipa, e si attiva nel sociale “Paperopoli Scopri luoghi della tua città con nomi divertenti, strani, d’altri-posti, disegna una mappa connettendoli. CartellartisticaRealizza e installa un nuovo cartello stradale.Una rotonda sul mare Riutilizza una delle centinai di Rotonde che stanno fiorendo all’interno della tua città, organizza una festa, una partita a carte, una corsa campestre ridotta. Pic-quick Realizza un pic-nic a lume di candela all’interno di una aiuola pubblica. Goditi il tuo spazio e lascialo migliore di come l’hai trovato. � o senso Bendati.Esci di casa e attraversa la città. Fotografa le cose che noti. Itinerario a tema Crea un tuo percorso urbano a tema. Può essere il percorso “svacco”, il percorso degli odori di violetta, il percorso “conci-me urbano”. Disegnane la mappa e pubblicalo.”�

In questa missioni è da segnalare un itineraio interessante, a mio avviso: i freestylers dello skate hanno segnalato i luo-ghi da loro frequentati per cimentarsi nella loro attività ludica, dando anche dei semplici consigli su come praticarlo. La re-stituzione dell’itinerario è avvenuta attraverso una mappatura in dettaglio, con descrizioni, foto e video, degli spazi dedicati a questo sport, sia a Milano che nella sua provincia, distinguen-do le descrizione in due sezioni.Nella sezione Milano City sono stati elencati nuovi spazi urba-ni in cui la comunità freestyle si ritrova. Qui di seguito ripor-to l’elenco: Skatepark Parco Lambro, Milano – Ramp; Trinity ska-tepark, Milano - Ramp Park; MC Stazione Centrale, Milano – Street; Skatepark Idroscalo, Milano - Park ; Skatepark Idro-scalo, Milano - Park; Bicocca, Milano – Street; Area Motta, Milano - Ramp Par ; Big Black Block, Milano - Street; Stazione di Lam-brate, Milano – Street;Nella sezione Provincia di Milano: CST Skatepark, Carugate - Street; Garbagnate skatepark, Garbagnate Milanese - Park; Canale, Rho - Street; Mini rampa pubblica, Cornate d’Adda

5 ibidem

Missione Itinerario a tema: percorso vita.Nel foto racconto viene esplicitato che il percorso sarà da farsi a piedi, la durata è di un giorno e mezzo ed è consigliato portarsi il sacco a pelo.

09

Missione Percorso gratuito: un kit di sopravvivenza dei servizi gratuiti pre-senti nella città di Milano.

08

1�4

Page 165: modalitàPOST.IT

- Ram ;Mini rampa pubblica, Melzo - Ramp;Un altro interessante itinerario redatto da un utente di crtical-city.org, interessa i parchi milanesi. Attraverso una mappatu-ra, l’utente individua un percorso a tema attraverso i parchi d’interesse faunistico presenti in città. Prendendo come rife-rimento un libro dal titolo “La flora spontanea della città di Milano alle soglie del terzo millennio e i suoi cambiamenti a partire dal ��00”�, l’autore della missione mappa un percorso alternativo, un itinerario curioso per rivivere la città attraver-so un verde ormai dimenticato. Dall’introduzione del libro si denota la volontà di ragionare criticamente sulle conoscenze della flora attuale in città. Partendo da un’analisi temporale identificata attraverso gli scritti degli autori che hanno trattato precedentemente il tema, osservazioni dirette, raccolte, e re-lativi contributi di diversi colleghi e amatori, viene così redat-to un elenco sistematico aggiornato della flora milanese; con l’aggiunta, inoltre, di quattro elenchi riferiti precisamente alle entità avventizie transitorie, alle dubbie, alle erronee (exclu-dendae) e alla flora (estinta) della “Merlata”, che ebbe un peso particolare nella diversificazione dell’ambiente cittadino. Viene ricostruito l’andamento della biodiversità attraverso gli ultimi due secoli, relativamente a ciascuno dei parametri flo-ristici sopra indicati, a intervalli di 50 anni, sulla base degli elenchi floristici disponibili e dei dati attuali. Nella parte conclusiva del testo, nella missione dell’utente che ha poi fatto l’azione di mappatura ,si evidenzia che, mentre la qualità della flora ha subito un degrado con la perdita irre-versibile di specie “interessanti” e l’aggiunta di specie “banali” -“fatto di per sè prevedibile”-, la biodiversità, non è andata in-contro a modificazioni sostanziali. Ecco qui, potremmo dire la ragione della missione, ovvero della mappatura: essa risponde ad una domanda: perché per vedere i parchi belli è necessario uscire da Milano?

Disponiamo ora degli elementi di conoscenza necessari per meglio comprendere intenzioni e struttura di Critical City. Lo schema sottostante esplicita i potenziali campi d’azione e sviluppo di Critical City, oltre che la trama delle reciproche connessioni. Parrebbe una struttura dinamica che, muovendo dall’intenzionalità dello “sviluppo personale”, del suo miglio-

� Enrico Banfi e Gabriele Galasso, La flora spontanea della città di Milano alle soglie del terzo millennio e i suoi cambiamenti a partire dal �700, anno �998

Missione itinerario a tema: i Freesty-lers dello skate di fronte al piazzale della Stazione Centrale di Milano

�0

Missione Itinerario a tema at-traverso i parchi d’interes-se faunistico presenti in città.

��

1�5

Page 166: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

ramento attraverso un’accresciuta consapevolezza, grazie alla forza coinvolgente di una dimensione ludica localizzata e inte-ressata, stimola creatività condivisa e, per tale via, la costru-zione di una rete sociale fondata sulla condivisione della realtà quotidiana della vita urbana; per approdare infine, esito cui sembra mirare Critical City, ad una cittadinanza attiva diffu-sa, interattiva, operativa e, soprattutto, consapevole del ruolo propositivo che essa può svolgere sulla scena urbanaLa dimensione del gioco urbano e la cittadinanza attiva mi sembrano dunque, i due assi portanti del progetto. Assi su cui posizionare e calibrare il progetto per puntare ad ottenere sia un’ampia base di aderenti, che sostegno da parte di istituzioni locali (e perche’ no eventuali sponsor). Le altre dimensioni “gruppali” 7(social network per la città e piattaforma di con-divisione di esperienze artistiche e creative), le interessanti tappe e conseguenze di un gioco urbano che stimola compor-tamenti di cittadinanza attiva.Un gioco quindi che stimola un movimento civico, un movi-mento organico, che cerca di realizzare focolai di buone prati-

7 http://progettokublai.ning.com/group/criticalcity,

Schema dei potenziali campi d’azione e sviluppo di Critical City�2

che e circoli virtuosi. Definirei quindi queste azioni territoriali come una sorta di virtuosismo civico grazie al quale, attraverso pratiche ludiche di appropriazione degli spazi urbani, la comunità ridisegna la città e le sue funzioni.Critical City sta iniziando a esprimere la volontà di realizzare dei mini-progetti con amministrazioni locali. A quel punto il progetto diventerebbe una sorta di ponte tra gli indirizzi e le proposte della Pubblica Amministrazione, e i desideri, le ener-gie e le passioni dei cittadini.

1��

Page 167: modalitàPOST.IT

Una notizia recente sembra attesti che un possibile partner commerciale sia interessato al progetto. Una azienda creativa di Milano che ha alle spalle lo sviluppo di una webtv (simil current) e rapporti con player di grandi dimensioni (endemol, vodafone, ecc...) sembra sia intenzionata a far firmare a Criti-cal City un accordo e dare così la possibilità allo staff di elabo-rare un documento strategico di sviluppo che individui i vari mercati possibili (partner pubblici, sponsor privati, ecc...) Una proposta di avanzamento potrebbe includere la costruzio-ne di una piattaforma comune suddivisa in “isole” tematiche A titolo d’ esempio una “isola” potrebbe concentrarsi solo sui contenuti “ecologici” di CC e spenderli con una realtà come Italia Nostra o Legambiente.In tutto ciò l’unica cosa certa è che gli organizzatori di Criti-calc City vorrebbero evitare un’impronta commerciale per po-ter in tal modo mantenere viva l’anima profonda del progetto:la riqualificazione ludica partecipata della città e della sua vita quotidiana.

Primo brain-storming di possibili aree tematiche da sviluppare nel progetto Critical City

�3

In tutto ciò l’unica cosa certa è che gli organizzatori di Criti-calc City vorrebbero evitare un’impronta commerciale per po-ter in tal modo mantenere viva l’anima profonda del progetto:la riqualificazione ludica partecipata della città e della sua vita quotidiana.

1��

Page 168: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

Enrico Banfi e Gabriele Galasso, La flora spontanea della città di Milano alle soglie del terzo millennio e i suoi cambiamenti a partire dal �700, anno �998. http://www.see.it/memorie/in-dex.html

Nicola Bruno, Milano Città Critica in Il Manifesto, s.d..http://www.criticalcity.org/articoli/articolo_manifesto.pdfDi Luca e Dello Iacopo, Community imperante in Nova Sole 2� ore, 9 Ottobre 2008. http://www.criticalcity.org/articoli/Nova2�.pdfAngelo Di Mambro, A caccia di creativi nelle terre di Kublai in DNews Milano, � Novembre 2008. http://www.criticalcity.org/articoli/DNewsMilano.pdfFederico Cella, Missioni cittadine in ViviMilano in Il Corriere della Sera, �0 Dicembre 2008. http://archiviostorico.corriere.it/2008/dicembre/�0/articoli_del_�0_dicembre_2008.htmlMirko Peddis, DemCamp 2008 la “non conferenza” che pro-va a rinnovare la democrazia in Repubblica, � Ottobre 2008. http://www.repubblica.it/2008/09/sezioni/cronaca/bar-camp/bar-camp/bar-camp.htmlRaffaella Oliva ,Critical City: la città diventa un grande gioco in Il Corriere della Sera, � Giugno 2008. http://milano.corriere.it/vivimilano/numeri_e_indirizzi/articoli/2008/0�_Giugno/0�/critical_city.shtmls.a., Iniziativa CriticalCity: Una caccia al tesoro per vivere la citta’ in Il Giornale, s.d..http://www.criticalcity.org/articoli/il-giornale.pdf.

http://www.criticalcity.org/ Portale del progetto Critical Cityhttp://designdigitallife.blogspot.com/2008/�2/come-esploria-mo-gli-spazi-urbani.html, Come esploriamo gli spazi urbani in Design digital life (Blog) http://www.02blog.it/post/3�9�/critical-city-e-l-appropriazio-ne-debita-della-citta, Critical city e l’ appropriazione debita della città in 02 Blog (Blog)

http://progettokublai.ning.com/group/criticalcity, Focus group nel portale Kublai. Il progetto Kublai è promosso dal Laboratorio per le politiche di sviluppo del Ministero dello Sviluppo Economico, ed attuato attraverso Studiare Sviluppo. Kublai vuole costruire una comunità di persone competenti e appassionate e aiutarle a mettersi in gioco per realizzare pro-getti innovativi per il proprio territorio.http://www.romecamp.it/persone/criticalcity-rivoluzioni-urba-ne-ludiche-e-partecipative/

••

•••

••

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

1��

Page 169: modalitàPOST.IT

0�. Download Area ,http://www.criticalcity.org/02. Download Area ,http://www.criticalcity.org/03. http://www.criticalcity.org/0�. http://www.criticalcity.org/05. http://www.criticalcity.org/cartellartistica0�. http://www.criticalcity.org/eslorazione urbana07 .http://www.criticalcity.org/pianta la pianta08. http://www.criticalcity.org/percorso gratuito09. http://www.criticalcity.org/itinerario a tema�0. http://www.criticalcity.org/itinerario a tema��. http://www.criticalcity.org/itinerario a tema�2. http://progettokublai.ning.com/group/criticalcity/forum/topics/208925�:Topic:7��2�3. http://progettokublai.ning.com/group/criticalcity/forum/topics/cosa-trasformare-delle-citta

••••••••••••

IMMAGINI

1��

Page 170: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

Area/code: studio newyorkese di media e game design fondato da Frank Lantz e Kevin Slavin. Area/Code è forse il riferimento internazionale per quanto concerne i giochi urbani. “I giochi e i media definiscono spazi immaginari da vivere ed esplora-re. Gli svariati progetti promossi da questo studio, vogliono sottolinere il legame tra spazi immaginari e il mondo che ci circonda. Questi legami possono assumere diverse forme tra cui la trasformazione della planimetria urbana come spazio di gioco”. http://www.areacodeinc.comSFZero: è un gioco di collaborazione urbana nella città di San Francisco, sponsorizzato da BART Psychogeographical As-sociation, EquivalenZ, Humanitarias Crisis, l’Università degli Studi di Aesthematics, BIOME e l’Exploratorium Chrononautic Society. Gli obiettivi del gioco sono molto similari al proget-to di CriticalCity: esperienze urbane documentate attraverso un portale web, Partecipare ai problemi della città, riappro-piandosi dello spazio urbano. il gioco, anche in questo caso è strutturato allo stesso modo, quindi per “Missioni”, anch’es-se documentate e commentate dai city-user. http://sf0.org/Come Out & Play Festival: dal 2006 un gruppo di volontari associati al partner Bluestockings (libreria e cafè equo soli-dale situata nel centro di Lower East Side di Manhattan) ha come missione quella di sostenere attivamente movimenti che aiutino a rendere le persone più consapevoli di ciò che sta loro attorno. Una dell più significative missioni è quella di trasfor-mare la città in un parco giochi per un week-end. Il festival permette a tutti di partecipare e riscoprire vecchi giochi di strada. La volontà dell’organizzazione è quella di far rivivere la città attraverso il gioco, dare forme nuove allo spazio pubblico attraverso le forti interazioni che si instaurano fra gli indivi-dui. L’obbiettivo primario quindi è far interagire le persone, ma soprattutto le comunità che vivono quotidianamente questi luoghi. Il successo del primo festival nel 200� ha portato l’ini-ziative, nel 2007, in Europa, nella città di Amsterdam, per poi ritornare nel 2008 a New York nel quartiere al Lower East Side http://comeoutandplay.org

Progetti Simili

1�0

Page 171: modalitàPOST.IT

Pagina Vuota•

1�1

Page 172: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI 1.21 StreetBoulderContestMilano, altre città d’italia

Lo “street-bouldering”, è considerata una disciplina sportiva. Una disciplia che ha trovato nel nostro Paese il più alto nume-ro di praticanti e il maggiore grado di organizzazione. Discen-dente dal “bouldering” (tipo di arrampicata che si effettua in natura), questa variante cittadina nasce dalla volontà di coloro che hanno scelto di “vivere la città anche in verticale”.dietro tale motivazione è però dato di leggere una forma di rea-zione all’eccesso di urbanizzazione che caratterizza le nostre città. Una sorta, diremmo, di pulsione a reintrodurre caratteri di naturalità nell’ormai incontrastata artificialità dell’organismo urbano. Una sorta di stridente contrasto, consapevolmente ri-cercato, volto a denunciare l’indifferenziata e insensata dilata-zione della città e del suo vorace consumo di risorse.Una pratica, solitaria o di “cordata”, comunque discreta, di riappropriazione e valorizzazione del patrimonio di segni e memoria della città; e di riambientamento, direi, almeno per i cultori dello Street Boulder. in questa prospettiva, per chi pratica Street Boulder le grigie metropoli sembrano diventare un patrimonio inesauribile: la facciata di un palazzo, un monumento, un ponte o un vec-chio edificio ormai dismesso, si trasformano in “blocchi” da conquistare e con i quali confrontare le proprie abilità. Come dichiarano Andrea Negrinelli e Massimiliano Sacchi, milanesi e, padri dello street-bouldering italiano, docente a contratto di biomeccanica all’università il primo, produttore musicale e insegnante di infor-matica alle scuole elementari il secondo) “Lo street bouldering è sicuramente un punto di vista diverso della città e anche degli spazi della città, diventa un modo nuovo di reinterpretare ciò che si ha attorno e valorizzarlo ai propri occhi” �

Un’operazione resa possibile grazie all’aggiunta di una nuo-va dimensione di percezione della città: quella verticale (già richiamata), di fatto, dimensione “perdente” rispetto a quella “naturale” dell’orizzontalità. Una dimensione, però, capace di arricchire percezione e immaginario della città.Siamo in presenza di una “tribù metropolitana”, di una “comu-nità sportiva” che, attraverso una pratica di riappropriazione ludica, sta trasformando il modo con cui vedere, soprattutto, gli spazi degradati della città: vecchi edifici industriali, palazzi degradati e abbandonati, mura e quant’altro.

� Un breve estratto del documentario di Rovero Impiglia, http://www.youtube.com/watch?v=rjtqgi2��cE

locandina pubblicitaria del secondo contest svoltosi a Milano, il 28 aprile 200�

0�

Localizzazione del contest svoltosi a Milano, il 28 aprile 200�

02

1�2

Page 173: modalitàPOST.IT

In fondo, una città “parco giochi” che, grazie ai numerosi e differenti resti o scorie della sua più recente modificazione concede il modo di “crearsi un parco-giochi vicino a casa”, come osservano Negrelli e Sacchi. Una pratica ludica che ripensa la città come un enorme e di-sponibile “parco giochi” e “parco sportivo”, compensandone così le tradizionali carenza, ma allo stesso tempo denuncian-dole come spia di un carente qualità di vita, e, soprattutto , di un insostenibile tempo quotidiano di vita; tempo di vita che gli stessi fondatori riconducono alla dilatazione dello spazio urbano e dlle pratiche di vita e lavoro della città postfordista.Vediamo ora di conoscere meglio la pratica.Lo street boulder contest è un raduno, una gara alla quale partecipa chi vuole. Il punto di riferimento è internet (www.stone-grip.it). I partecipanti comunicano attraverso la rete; la chat diventa modo di comunicare e organizzare; e il sito di Stone Grip è la piattaforma. Tutti i partecipanti che intendono vorranno partecipare al-l’evento ricevono, al momento dell’incontro nello spazio reale, un foglio in cui è indicato il ritrovo e tutti i percorsi da seguire con indicazioni specifiche. Non si sale più di quattro metri, sempre col materassino sotto ed evitando di rovinare monumenti, disturbare persone e so-

prattutto mettere a rischio l’arrampicatore. I fondatori hanno iniziato così, con la voglia di “giocare” per le strade di Milano senza dar noia a nessuno, la sera quando c’è meno traffico.

Fronte del foglio consegnato ai par-tecipanti del contest milanese 200� indicazione localizzazione blocchi

03

Retro del foglio consegnato ai partecipanti del contest milanese 200� indicazioni su come affrontare i blocchi

0�

1�3

Page 174: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

Hanno scalato le “microvette urbane” di qualche cornicione, qualche cassonetto, un pilastro non troppo alto a sostegno della tangenziale.Arrampicarsi sugli edifici tecnicamente è violazione di pro-prietà privata, “ma scegliendo aree dove non davano fastidio, chiedendo il permesso e fermandoci se qualcuno si risenti-va”,2 non hanno avuto problemi.La prima competizione di arrampicata dello Street Boulder Contest è stata quella del 2003, primo contest del genere al mondo, a cui ha poi fatto eco quello di Tolosa nel febbraio 200� ed in seguito anche in Gran Bretagna. L’interesse dell’emittente televisiva Sky, del TGcom, e di testa-te giornalistiche qualiCorriere della Sera, ecc. , è indice della popolarità ed originalità dell’evento.Il fatto che il contest sia clandestino, che la località rimanga segreta fino al giorno stesso e che venga comunicata ogni anno in modo differente (quest’anno via sms) rende unica e coinvolgente questa iniziativa. L’ organizzazione ha come obiettivo quello di proporre l’even-to nelle più importanti città italiane, di far rivivere gli spazi de-gradati della città almeno per una notte l’anno, coinvolgendo non solo i cosiddetti “arrampicatori metropolitani” ma anche chi vive questi quartieri di margine, magari attraversandoli con uno spirito diverso, più ludico e partecipativo. Il mezzo per comunicare, organizzarsi e agire è un sito web, all’indirizzo www.streetbouldercontest.com (collegato con www.stonegrip.it ) costantemente aggiornato e fortemente in-terattivo le cui visite, nel 2008 sono state circa 5�000 e oltre 78�000 i contatti.L’idea di creare un movimento attraverso la rete, inserendo nel web dei video e delle foto che documentassero le loro arrampicate metropoliane , ha suscitato interesse presso le piccole frange di streetboulder, dal 2003 circa �0 partecipanti , nel 2005 oltre 200 partecipanti.Un’altra finalità del progetto risiede in una mappatura dei numerosi “blocchi urbani scalabili” (possibili edifici in aree dimesse, arredi urbani, “ostacoli urbani”) per ora nella città di milano. I due amici hanno già mappato e pubblicato tutte le zone che hanno esplorato con l’obiettivo di creare una piattaforma in-

2 Servizio trasmesso da SkySport2, http://www.youtube.com/watch?v=5�QuVG7pC0A

Attrezzatura per praticare lo strett bouldering> scarpe da ginnastica e materassino a zaino

05

street boulder contest 200�, Milano> arrampicatore metropolitano mentre si presta ad affrontare un blocco

0�

1�4

Page 175: modalitàPOST.IT

terattiva alla quale può contribuire chiunque sia interessato , inviando la documentazione dei blocchi attraverso foto, video e testi. Il fine comune di questa tribù metropolitana risiede nel creare una guida virtuale degli “ostacoli urbani” degradati presenti nelle nostre città, con l’intenzione che questo movimento si espanda non solo in italia ma anche in altre città europee. Inoltre nel portale è possibile trovare collegamenti con i mi-gliori siti di urban climbing europei, allo scopo di creare un forum europeo di questa disciplina

1�5

Page 176: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

Pollarini, Scatigna, 200�, Next Game, Franco Angeli editore

Jesi Carlotta, Muri o balconi per gli alpinisti metropolitani in Il Corriere della Sera 27 Aprile 200�, http://archiviostorico.corriere.it/200�/aprile/27/Muri_balconi_per_gli_alpinisti_co_7_0�0�270��.shtml Cinzia Negherbon, Ombre agili nella notte in D La Repub-blica della donna Dicembre 2007. http://dweb.repubblica.it/dweb/2007/0�/23/attualita/dspie/�20agi55��20.htmlFrancesco Oggiano, Gli arrampicatori metropolitani in 2� Minuti, 23 Ottobre 2007. http://www.streetbouldercontest.com/images/Press/2�minuti.pdf

http://www.streetbouldercontest.com Portale di riferimentohttp://www.streetbouldercontest.com/sbc200�/sbc200�.htm documetazione contest Milano 200�http://www.streetbouldercontest.com/stats/webalizer/ Dati statistici affluenza al portale di riiferimentohttp://www.streetbouldercontest.com/sbc200�/Comunica-toStampaSBC200�.pdf Comunicato Spampa contest Milano 200�http://www.stone-grip.it/ Portale di riferimento

Reportage dell’edizione milanese del 200� trasmessa da Italia �, http://www.youtube.com/watch?v=wmjNE9RG0T0Un breve estratto del documentario di Rovero Impiglia, http://www.youtube.com/watch?v=rjtqgi2��cE. per maggiori informazioi sul documetario originale vedi, http://www.cin-emambiente.com/allegati/Schede_film_07/09_ambientazioni/STREET_BOULDER.pdfServizio trasmesso da SkySport2, http://www.youtube.com/watch?v=5�QuVG7pC0A

•••

•••

•••

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

0�.http://www.streetbouldercontest.com/sbc200�/locandin-ericevuteuk.htm02. http://www.streetbouldercontest.com/sbc200�/doveuk.htm 03. http://www.streetbouldercontest.com/sbc200�/cartinauk.htm0�. http://www.streetbouldercontest.com/sbc200�/blocchi.htm

IMMAGINI

1��

Page 177: modalitàPOST.IT

Attività simili

Denmark . http://www.urbanclimbing.dk/Germany, http://herkules.jimdo.com/Vancouver, Canada 5th Annual UBC Buildering Contest, http://www.buildering.net/gallery/buildering/ubc/contest5/�.htmlUniversity of California, Berkeley, http://www.stanford.edu/~clint/ba/berk�8.htm

•••

05. http://www.streetbouldercontest.com/images/Reportage/sbc200�_dava/index.htm 0�. http://www.streetbouldercontest.com/images/Reportage/sbc200�_dava/index.htm

1��

Page 178: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI 1.22 Parkour

Luc Besson, il regista francese di Nikita e Leon, non ha resisti-to al fascino “estremo” di questo stile metropolitano che pro-pone un modo creativo per reimpadronirsi degli spazi urbani, anche quelli fin troppo alienanti come le banlieu parigine. E lo ha raccontato in un film del 200� il cui titolo Yamakasi richia-ma il nome del gruppo fondato da David Belle. E’ proprio l’esperienza nel sobborgo parigino di Lisse a spin-gere David Belle, interessato agli aspetti fisici, e Sebastien Foucan, più filosofo, a mettere a punto nei primi anni ‘90 que-sta disciplina “tra sport e ribellione”�, che trae ispirazione dalle corse ad ostacoli nei boschi che Belle faceva durante l’infanzia seguendo il padre, vigile del fuoco. Il nome scelto per connotare questa nuova arte metropolitana viene da “parcour”, e rappresenta l’essenza di questa filosofia: il creare, appunto, un nuovo percorso all’interno dello spazio urbanoVediamo più esattamente in cosa consiste il parkour. Il parkour è una disciplina che consiste nell’attraversare la città seguendo percorsi non convenzionali, oltrepassando, at-traverso salti, scivolate, capriole e arrampicate, tutti gli osta-coli che l’architettura urbana propone: scalinate, palazzi, muri, cancelli, non importa quanto alti e pericolosi, ruvidi o scivo-losi. E’ il risultato di calcolo, concentrazione e preparazione. Quanto serve per “tracciare” un percorso che è essenzialmen-te mentale e basato sulla velocità e la fluidità. Non occorrono dunque particolari attrezzature: niente corde, elastici o rampi-ni; semmai un buon paio di scarpe da running e il coraggio di affrontare spericolati balzi eseguiti in corsa, veloci e inafferra-bili, ai limiti di ogni immaginazione. Il parkour è l’arte dello spostamento e oltre a far leva sulla po-tenza, l’agilità e l’equilibrio, si basa sulla forza interiore. Nato per ripensare l’idea di spazio e non per creare spettacolo, più che uno sport è una filosofia di vita ai limiti del mistico. La riappropriazione della città è per il traceur, “colui che traccia”, un mezzo per effettuare un viaggio interiore, alla scoperta dei propri limiti. Gli ostacoli urbani sono dunque una metafora degli ostacoli della vita e superarli significa confrontarsi con le proprie bar-riere mentali. Il Parkour diviene così un modo per riappropriarsi di uno spa-zio urbano alienato e non identitario, conferendogli senso è

� http://it.wikipedia.org/wiki/Parkour

logo e marco distintivo dell’associa-zione Parkour Italia

0��

1��

Page 179: modalitàPOST.IT

umanità. Un’arte, quella dei traceurs, che non poteva che na-scere all’interno dei cosiddetti “non luoghi”.L’accrescimento dell’autocontrollo e della fiducia nelle proprie capacità va di pari passo con la preparazione atletica, necessa-ria per apprendere le tecniche principali ispirate ai movimenti animali: Monkey vault (per saltare una ringhiera), wall run (la corsa sul muro), king kong vault (il salto per gli ostacoli alti), cat balance (un movimento basato sull’equilibrio) sono so-lo alcuni degli strumenti per districarsi nell’avventura cittadina. I traceur si muovono in gruppi, detti crew, che fondano i pro-pri criteri di appartenenza sulla condivisione di valori come l’amicizia, il rispetto, la positività, l’empatia, la forza, l’impe-gno e la determinazione. I Crew costituiscono le “new tribe”�. La società post-moderna appare come un tessuto fatto di microgruppi in cui gli indivi-dui stabiliscono forti legami emotivi, una subcultura comu-ne, una visione del mondo differente. Far parte di una tribù è diventato, per il soggetto, più importa-te che appartenere ai moderni gruppi di riferimento: ciò rende impossibile la clas-sificazione secondo gli standard abituali. Il Parkour è una di queste tribù. Negli ultimi quindici anni il parkour è fuoriuscito dalla Francia dilagando in ogni parte del mondo, assumendo configurazio-ni diverse a seconda del paese di adozione . Grazie alla rete, come mezzo comunicativo, i traceur si organizzano in crew (gruppi),il web diventa lo spazio virtuale in cui pianificare i propri percorsi nello spazio reale. Quasi tutte le nazioni hanno un portale dedicato al parkour, con relativi link che rimandono ad altre crew regionali e sem-pre più spesso provinciali. Tutti i portali di questa disciplina hanno una caratteristica comune: l’ interazione con l’utente. Nei portali è sempre presente una sezione dedicata ai forum, in cui i traceur scambiano informazioni riguardanti le tecniche e le diverse tipologie di allenamenti. Inoltre attraverso google map segnalano e condividono nuovi “hotspot” (spazi della città in cui praticarlo) attraverso una documentazione con foto, video e brevi descrizioni. Il blog inoltre permette agli utenti di registrarsi e di essere aggiornati su tutti gli eventi a scala globale. L’organizzazione Worldwide JAM London in collaborazione con la South Coast of England Parkour sta recentemente la-

2 http://www.parkour.it/

immagini scattate durante il radu-no nazionale annuale organizzato dall’Associazione Italiana Parkour.it, promosso dalla Provincia di Roma, dal Comune di Roma e dall’VIII Mu-nicipio, in collaborazione con l’Asso-ciazione Fiaba

0��

1��

Page 180: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

vorando ad un progetto di mappatura, interattiva e collabora-tiva, degli spazi urbani utilizzati da questi traceur . Lo scopo del progetto è creare un raccoglitore planetario di tutti gli spazi urbani che si prestano a questa disciplina, attraverso la condivisione e l’aiuto dei traceur mondiali. Il parkour è, naturalmente, approdato in Italia. A Milano è at-tivo da anni il gruppo dei Milan Monkeys. Una ventina di ade-renti che pratica e organizza eventi soprattutto nella zona di Romolo, nell’area circostante la fermata della metropolitana: fra scarpate della ferrovia, vecchi edifici industriali dismes-si, edifici riutilizzati, aree verdi di risulta, cintate e non cintate ecc.Senza sottacere di altri luoghi della periferia oggetto di trac-ciamento: Quarto Oggiaro, San leonardo, Bonola, Bicocca.Da segnalare a Roma il raduno nazionale annuale organizzato dall’Associazione Italiana Parkour.it, promosso dalla Provin-cia di Roma, dal Comune di Roma e dall’VIII Municipio, in collaborazione con l’Associazione Fiaba (Fondo italiano Ab-battimeto Barriere Architettoniche) e con l’universtità di Tor Vergata che mette a disposizione gli spazi. Questo raduno ha lo scopo di combattere ogni tipo di barriera fisica, ma anche mentale.In particolare è suo intento abbattere le barriere architettoni-che e mentali per i diversamente abili. Oltre a ciò si propone di affrontare il problema del disagio giovanile.A questi scopi presta il proprio apporto il Parkour che vie-ne inteso, in metropoli sempre più dominate da vandalismo e mancanza di rispetto, come un modo utile per prendere sem-pre più coscienza degli spazi urbani, sfidandoli, ma al tempo stesso fondendosi con essi. Insomma, una modalità di riap-propriazione della scena delle periferie metropolitane.

mappature per lo Urban Freeflow , evento di un giorno a Londra, orga-nizzato dall’associazione di Parkour Inglese, in cui tutti i traceur europei si incontrano per lasciare la propria traccia urbana nella città.

03�

iniziativa del CUP (Comunità Umbra Parkour - http://cup.splinder.com/post/��902977/Primi+Spot+di+parkour+in+Umbri). Attraverso una map-patura con GoogleMap la comunità segnala degli spot per chi volesse cimentarsi a questa disiplina. La map-pa, essendo interattiva, da la possibi-lità a chiunque di lasciare la propria traccia urbana.

03�

1�0

Page 181: modalitàPOST.IT

Pollarini, Scatigna, 200�, Next Game, Franco Angeli editore

I ragazzi del PARKOUR di Vanzetto Chiara, Il Corriere della Sera, 27 aprile 2007, (http://archiviostorico.corriere.it/2005/aprile/27/ragazzi_del_PARKOUR_co_7_050�270�9.shtml)Il parkour, tra la rete e la strada di Carlo Prevosti, Web&BlogRunning, 27 gennaio 2009 (http://www.outdoor-blog.it/post/2223/parkour-tra-la-rete-e-la-strada)

http://www.diregiovani.it/gw/producer/dettaglio.aspx?id_doc=7�0 Parkour: la nuova frontiera dello spostamento in città in Dire Giovani.it, 8 Marzo 2007 (Blog)http://it.wikipedia.org/wiki/Parkour Enciclopedia Onlinehttp://www.parkour.it/ Portale ufficiale Parkour Itlaiahttp://blog.tiziananenezic.com/2008/�0/�3/perke-parkour/ Pekè Parkour, Blog di Tiziana Nenezichttp://www.leparkour.splinder.com/post/�53�52�3/Differenze+tra+Parkour+e+Free+ Informazioni a riguardo le differenza tra parkour e Freerunninghttp://www.cafebabel.com/ita/article/27250/parkour-passeg-giare-tetti-parigi-roma.html Passeggiare sui tetti da Parigi aRoma (Blog) Buona documentazione fotografica

•••

••

•••

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

0�. http://www.parkour.it/ 02. http://maps.google.it/maps/ms?hl=it&ie=UTF8&msa=0&msid=�022077��2���3939���3.000���7e�5�5addcc5�7�&z=�203. http://cup.splinder.com/post/��902977/Primi+Spot+di+parkour+in+Umbri0�. http://www.momu.it/SitoMomu/FotoIVraduno�.htm

••

IMMAGINI

Free Running /Yamakasi :è una dispiplina nata nel �997 da 2 ex fondatori del parkour, David Belle , Sébastien Foucan. il fondamento quindi nasce dal Parkour ma con una differenza. il parkour premia l’efficienza con cui si superano degli osta-coli urbani, mentre nella filosofia Yamakasi, è l’estetica che conta, c’è una completa libertà nel tragitto e nella recirche di interpretare l’ostacolo tramite l’evoluzioni.Tricking : è una nuova disciplina urbana che unisce le arti marziali, la ginnastica e la breakdancing. il Tricking incorpora una varietà di mosse da diverse arti creando così un mix, “tra arti ed e estetica”

Sport Simili

1�1

Page 182: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

SITI UFFICIALI

Urban free flow: http://www.urbanfreeflow.com/ Sito punto di riferimento per molti traceur inglesi, sicuramente uno dei portali più importanti riguardo al parkour.Parkour.org.uk: http://parkouruk.proboards2�.com/index.cgi Il primo sito Parkour Inglese, Le parkour: http://www.le-parkour.com/ , sito ufficiale franc-eseParkour.com: http://www.parkour.com/ , Il sito di Sebastien Foucan, uno dei più bravi traceur francesiWorld Wide Jam: http://www.worldwidejam.tv/index.php , Grande comunità mondiale del parkour, Pawa: http://www.tracers.ru/shop/ ,Il sito delll’associazione mondiale Parkour,

PK finlandese: http://www.parkour.fi/drupal/ , Il portale park-our dei traceur finlandesi, PK Polacco: http://www.justkeepwalking.prv.pl/ , Sito polacco sul ParkourPK Portoghese, http://www.parkourpt.com/PK Spagnolo: http://www.umparkour.com/Pk Berlin: http://www.berlin-pk.com/ , Sito dei traceur di Ber-linoPK USA southest, http://overflux.com/news.php PK Canadese: Il sito dei traceur canadesi, http://www.pkcc.ca/PK Tedesco, http://www.parkour.de/PK Norvegia, http://parkour.no/ PK Iraniano, http://www.parkour.ir/PK Cina, http://www.parkour.cn/PK Edimburgo, http://www.ed-pk.com/PK USA: http://www.usaparkour.com/PK Australia, http://www.aparkour.com/PK Svizzera, http://www.freerun.ch/

••

•••

••

••••••••

PRINCIPALI INTERNAZIONALI

1�2

Page 183: modalitàPOST.IT

PRINCIPALI CREW NAZIONALI

Associazione Parkour Italia, http://www.apki.it/htm/links.html

Parkour Italia: http://parkouritalia.forumfree.net/ , tutte i Crew suddivisi per regioneCrew di Roma, http://www.pkoloseum.�35.itCrew di Prato, http://www.krek.itCrew di Milano, http://www.milanmonkeys.itCrew Cremona, http://www.freefallfamily.com Free2be www.Crew Padova, http://www.pkpd.tCrew Firenze, http://www.parkourfirenze.forumattivo.com Firenze

••

••••

1�3

Page 184: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI 1.23 Urban Golf

A spogliare il golf dei suoi canoni elitari sta provvedendo sem-pre più una nuova moda urbana, una forma di golf sempre più di tendenza: l’ Urban Golf o Cross Golf (www.urbangolf.org ; www.crossgolf.org). Sono infatti sempre più numerosi gli Urban golfers, cioè una nuova generazione di golfisti (studenti e impiegati in pausa pranzo) sono i praticanti di un golf giocato per le strade o in aree industriali dismesse, utilizzando al posto della buca tradi-zionale un oggetto qualsiasi da colpire: un palo della luce, un bidone della spazzatura o una macchina abbandonata.

Il golf on the road sembra arrivare dalla Germania e sembra anche avere un iniziatore ben individuabile: tale Torsien Schil-ling che ha cominciato a giocare da solo, senza conoscere le regole, a modo suo, convincendo un po’ di amici a seguirlo, trasformando in questo modo parchi, cantieri abbandona-ti, strade e fabbriche in costruzione o abbandonate in ottimi campi da gioco, oltretutto gratis. Sembra anche però che lo Urban Golf originale, quello cioè giocato esclusivamente tra le strade e i parchi cittadini, sia stato inventato da un certo Brian Peterson, a El Paso, Texas (USA), dove si sarebbe svolta la prima partita.Aldilà della disputa sulle origini conta il fatto che in meno di 5 anni questo sport conta già migliaia di seguaci, i “natural born golfers”� (www.naturalborngolfers.com), che vengono chia-mati anche Urban golfers o Punk golfers, e che, raccolti nella comunità internazionale Crossgolf, si danno appuntamento on-line(proprio sui siti già citati). La maggior parte degli urban golfers sono dislocati principal-mente in Germania, Austria, Svizzera e negli Stati Uniti ma anche in alcuni paesi asiatici. Le mazze sono vere mentre spesso le palline sono di caucciù o imbottite di piume d’oca per non ferire i passanti. Il torneo di urban golf, soprattutto quello in percorsi cittadini è rigidamente clandestino, anche se non fuorilegge.Tornei con cadenza settimanale si svolgono in Germania, In-ghilterra, Svizzera, Belgio. Per accedere ai tornei basta essere presentati da qualcuno che è già inserito nel gruppo.Tra i tornei più importanti di Urban golf, sicuramente il “Volkswagen Tournament”� a Berlino dove la partenza era sul

� http://en.wikipedia.org/wiki/Urban_golf

2 Pollarini, Scatigna, 200�, Next Game, Franco Angeli editore

Immagini al Shoreditch Urban Open, torneo di urban Golf svoltozi nel 200� a Londra.sopra: Golfista nello “urban-green”sotto: pallina per lo urrab golf. è dif-ferente da quella usata per il golf, è fatta di caucciù oppure vengono im-bottite di piume d’oca per non ferire i passanti o danneggiare automobili ed arredi urbani.

02

logo del settimo torneo di Urban Golf svoltosi a Portland nel maggio 200�

0�

1�4

Page 185: modalitàPOST.IT

tetto dell’Hotel Intercontinental. Poi il Shoreditch Urban Open (www.sgcgolf.com) svoltosi nel 200� a Londra, dove il vin-citore è stato incoronato Urban Golf World Champion. Si è trattato di un torneo che prevedeva un percorso cittadino di �8 “buche” tra i palazzi utilizzando le coperture degli idranti come buche, passando tra cabine telefoniche e parcheggi auto, men-tre le palline utilizzate erano di un tipo di cuoio speciale. In Italia la pratica del golf urbano è ancora limitata, ma già qualche iniziativa o praticante inizia a farsi strada tra il tessut-to urbano milanese. Durante il Salone del mobile 2008 viene inaugurata la prima gara di Urban Golf mai organizzata in Italia, “XGolf Marketing Forum Challenge”. il 28 maggio durante l’orario dell’aperitivo inaugurale del Super Studio Più di Milano, in via Tortona, Il Marketing Forum 2008 ha ospitato lo sport più cool del mo-mento: una gara di golf urbano . Come si evince da un’artico-lo, sembrerebbe che questo sport offre uno sfogo perfetto per lo stress a cui sono sottoposti i manager aziendali, senza ri-chiedere enormi spostamenti verso il “green”, inoltre “In tutto il mondo, gare di urban golf aziendale si stanno diffondendo all’interno delle grandi imprese” Inoltre recenti testate giornalistiche interessate al fenomeno, segnalano la diffusione dell’attività anche tra i giovani. Grazie al contributo di Giovanni Rizzi, ventiduenne, quasi ingegne-re, e 2 amici compagni del liceo, di ritorno da un viaggio ad Edimburgo. Durante il viaggio furono incuriositi nel notare, che, nei parchi cittadini, persone di qualsiasi età, portavano con se mazze da golf professionali.Dopo averli visti in azio-ne, la domanda è sorta spontanea, perchè non portare questa attività a Milano? Ad oggi i �9thholegolf, questo il nome del gruppo, conta una quindicina di aderenti che normalmente si trovano di notte nel Parco Solari. Da quanto dichiarato dai giovani golfer sembrerebbe esserci l’intenzione di organizzare un vero e proprio torneo nel Parco di Trenno, un’iniziativa sol-lecitata, parrebbe, dall’aumento di aderenti negli ultimo mesi del 2008. Da segnarelare, inoltre, l’esperimento condotto a Mantova. Qui l’associazione “Amici ludici”� e il comitato organizzatore “Ludicamente”. hanno coivolto alcuni comuni della provincia per proporre un nuovo modo di riscoprire la città di Mantova

3 http://www.ludicamentemantova.it/fiera/gioco_ludicamente_2008.php?id=��

2&titolo=Urban%20Golf

Let’s play Hoboken! Hoboken è un quartiere nel New jersey (USA), prin-cipalmente caratterizzato da una zona industriale collocata sulla riva del fiume Hudson.Questo gruppo di ur-ban-golfer propone una mappature di 9 possibili buche. Tutti sono invitati a sperimentare il campo di gioco.

05

XGolf Marketing Forum Challenge». il 28 maggio durante l’orario dell’aperitivo inaugurale del Super Studio Più di Milano, in via Tortona. Praticanti manager golfer alle prese con lo urban golf.

05

1�5

Page 186: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

attraverso l’urban golf. L’iniziativa è durata per tutto il periodo estivo, coinvolgendo tutti i cittadini, con un discreto succeso. L’esperienza sembra indicare un ambito di riferimento sele-zionato (quanto al tipo di partecipanti) e relativamente poco originale per quanto attiene i luoghi, certamente non ricondu-cibili a quel mondo di spazi di margine, periferici, abbando-nanti, dismessi o segregati che sembrano caratterizzare altre pratiche ludiche di avvicinamento, conoscenza e riappropria-zione che abbiamo esaminato

1��

Page 187: modalitàPOST.IT

Regola 1. Rispetto e responsabilitàIl tuo campo da gioco diventa la città, ma questa è anche il posto dove molte persone abitano. Sentiti libero di giocare e di creare nuovi percorsi ricordandoti: di non danneggiare cose o persone, di dare la precedenza a che non gioca. Controlla sempre gli incroci che non arrivino passanti. Se danneggi, rovini o rompi qualcosa non scappare ed assumiti le tue responsabilità.

Regola 2. Il cervelloUsa sempre la testa, evita di metterti in situazioni pericolose o imbarazzanti per te, per i tuoi amici e per tutti coloro che praticano questo gioco. Ricor-dati che il tuo primo obbiettivo è divertirti, perché stai giocando.

Regola 3. l’attrezzaturaVa bene qualsiasi ferro o bastone e chi non ne possiede può prenderne in prestito dagli altri partecipanti. Fa parte del gioco. Palline: le palline da tennis sono ottime, ma si preferiscono le palline di gomma delle stesse dimensioni di quelle da golf. Non rompono e non danneggiano.

Regola 4. Il GiocoIl gioco consiste nel mandare in “buca” la palla nel minor numero di colpi possibili. Per far questo si decide chi è il primo che parte ed esegue il tiro. Dopo il tiro di tutti, almeno una volta parte sempre colui che è più indietro nel percorso. Quando tutti sono andati in buca, il vincitore è colui che l’ha fatto nel minor numero di colpi.

Regola 5. Il PercorsoScegli un punto di partenza, start, ed un punto di arrivo, buca. Evita che questi punti siano in mezzo al traffico o in zone non pubbliche. Il tuo per-corso dovrà svolgersi in zone private solo dopo aver il permesso dei pro-prietari.

Regola 6. La BucaLa buca nell’urban golf è composta da un qualunque arredo urbano non fragile. Un palo, un cestino, un segnale stradale o qualunque cosa la vostra città vi offre andranno benissimo. Non mettetevi a scavare e soprattutto non danneggiate la città.

Regola 7. Gli ostacoliGiocare in città prevede sicuramente degli ostacoli. Ricordati la regola generale: qualunque cosa tocchi, sposti o muova la tua pallina fa campo, quindi se un simpatico cagnolino ti prende la palla ti è permesso di con-vincerlo a lasciarla ma la palla rimane dove l’ha depositata. .Ostacoli in movimento: macchine, biciclette, gatti, cani, etc… fanno parte del percorso, non ti è permesso mirarli per fare sponda o altri colpi analoghi, ma se per sbaglio ne prendi uno accertati che non si sia fatto male o danneggiato, la tua pallina rimane dov’è finita. Altri ostacoli: se qualunque ostacolo non ti permette di tirare in sicurezza puoi spostare la tua pallina al massimo della lunghezza di un putter. Questo movimento non può far si che la tua pallina cambi altezza.

Regola 8. Palla persaSe perdi la tua pallina hai 5 minuti di tempo per trovarla se non riesci a tro-varla prendi tre colpi di penalità. Se in seguito ritrovi la tua pallina togli due dei tre punti di penalità ma continua a giocare con la pallina sostitutiva.

Regola 9. Palla in acquaSe la tua pallina finisce in acqua o in luoghi analoghi hai alcune possibilità:Se riesci a recuperarla: puoi tirare nuovamente dallo stesso punto aggiun-gendo un colpo di penalità. Se non la recuperi: la palla è persa. Se la tiri da dov’è finita: sei talmente coraggioso che non ci sono penalità per te.

REGOLE DI URBAN GOLF

1��

Page 188: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

Pollarini, Scatigna, 200�, Next Game, Franco Angeli editore

Costanza Alvaro, Germania: altro che green, è l’ora dell’urban golf in Panorama 23 Agosto 2007. http://blog.panorama.it/mondo/2007/08/23/germania-altro-che-green-e-lora-dellur-ban-golf/Laura Belloni, Golf by Night, quando scende il buio il parco diventa un green in La Repubblica, � Agosto 2008. http://�9thholegolf.files.wordpress.com/2008/08/repubblica�agos-toxv.jpgs.a, Marketing Forum 2008: La prima gara di urban-golf in Italia! in Il Corriere del Web, 29 Maggio 2008, http://ilcor-rieredelweb.blogspot.com/2008/05/marketing-forum-2008-la-prima-gara-di.html

http://www.urban-golf.it/ Portale di riferimento italianohttp://www.urbangolf.org/ Portale di riferimento internazion-alehttp://www.urbangolf.nl/ Portale di riferimento olandesehttp://www.sgcgolf.com/ Portale dell’evento Shoreditch Urban Open Londonhttp://en.wikipedia.org/wiki/Urban_golf Enciclopedia onlinehttp://�9thholegolf.wordpress.com/, portale dei �9th Hole Ur-ban Golf, gruppo Milaneseh t tp : / /www. lud i camen teman tova . i t / f i e r a /g ioco_ lud i ca-mente_2008.php?id=��2&titolo=Urban%20Golf Porale dell’associazione Ludicamentehttp://hoboken���.com/archives/�0�53 Uno dei tanti Portali di urban-golfer americanihttp://www.izmo.it/Wikizmo/Articoli/Giochi_urbani_contem-poranei. Lista dettagliata di possibili giochi urbani contem-poranei

Video, Golf Urbano a Mantova, http://www.youtube.com/watch?v=hCe�tHCsWfY

•••

•••

••

••

••

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

1��

Page 189: modalitàPOST.IT

principali gruppi di Urban Golf nel mondo

Firegolfers, http://www.firegolfer.de/Lost Canyon. http://www.lostcanyon.ch/Mosh golfers. http://www.moshgolfers.com/Urban Golf France. http://www.urbangolf.fr/Royal Urban Golf Club. http://www.urbangolf.ch/Urban Golf Belgium. http://www.urban-golf.be/Urban Golf Australie. http://www.urbangolf.info/Shoreditch golf club. http://www.sgcgolf.com/Natural Born Golfers. http://www.naturalborngolfers.com/urban golf tube. http://www.youtube.com/urbangolftubeCUDGEL Chicago. http://www.cudgel.org/Le19emetrou. http://www.�9mtrou.com/Funfolio. http://www.funfolio.nl/

•••••••••••••

0�. http://sites.younglife.org/sites/PortlandCentral/NewsDe-tail.aspx?ID=302. http://www.sgcgolf.com/03. http://hoboken���.com/archives/�0�530�. http://2.bp.blogspot.com/_II�pyYGz3ks/SD�7ZlCDbuI/AAAAAAAAAFU/_sfhkXvxHi�/s�00/xgolf�.jpg

•••

IMMAGINI

1��

Page 190: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI 1.24 Geocaching

Il Geocaching è uno sport, un gioco, ma, soprattutto, una in-trigante e appassionante attività che concilia la classica logica della caccia al tesoro con la moderna tecnologia offerta dalle unità GPS portatili, e che permette di sfruttarne le potenzialità in un modo divertente.L’idea alla base del gioco è veramente molto semplice: alcune persone, singoli o in gruppo chiamati (hiders) nascondono dei contenitori di varie dimensioni (i cache) da qualche parte in tutto il mondo, acquisendone le coordinate geografiche tra-mite un GPS e rendendoli poi note sul sito ufficiale di questo sport (www.geocaching.com). In questo modo i vari cercatori (chiamati seekers) possono utilizzare i loro GPS per trovare questi tesori, conoscendone il punto esatto. Il Geocaching quindi, è un’attività che si pratica in parte su internet, in parte all’aperto. Chiunque voglia parteciparvi deve innanzitutto avere accesso alla rete, per potersi registrare sul sito web ufficiale, ossia www.geocaching.com.Gli “hiders” , ossia i partecipanti al gioco che nascondono le cache, devono pubblicare su tale sito sia le coordinate (lon-gitudine e latitudine) del contenitore, rilevate accuratamente con un ricevitore GPS, sia una descrizione del luogo, il tutto accompagnato da eventuali suggerimenti. Questi sono spesso necessari in quanto la precisione del GPS difficilmente scende al di sotto del 3-� metri ed all’errore della propria unità biso-gna anche sommare quello dell’unità di chi l’ha nascosta. Per ogni cache nascosta esiste sul sito ufficiale una propria pa-gina web con le caratteristiche, la descrizione, eventuali aiuti (“hint”), alcune foto o immagini, ecc. ecc.I “seekers”, ossia gli utenti che vogliono cimentarsi nel ritro-vamento delle cache, possono accedere al sito web, acquisire le coordinate della/delle cache che intendono cercare e, dotati a loro volta di un ricevitore GPS, si cimentano nella ricerca della scatola che contiene il tesoro. Una volta ritrovata, il geo-cacher deve seguire le semplicissime regole del gioco: riporta nel logbook il proprio ritrovamento, se vuole può prendere un oggetto dal contenitore, ma in quel caso dove lasciarne uno proprio. In questo modo i contenuti della cache cambiano ad ogni visita. Solo dopo aver trovato il tesoro è possibile riporta-re sulla pagina della cache il proprio ritrovamento, cercando, se possibile, di corredarlo di foto e, magari, di altre annota-zioni che possono eventualmente fornire indicazioni a chi l’ha nascosto (e magari anche a chi lo vuole cercare). Ad esempio è molto importante riportare se il contenitore non si trova in

marchio e logo identificativo del geo-caching.com

0�

GPS, strumento utile per la ricerca dei Cache

02

Cache: sono contenitori di varie di-mensioni. il cache deve sempre con-tenere un logbook (librettino) per poter dare la possibilità a ciascun vi-sitatore di lasciare la propria firma ad ogni ritrovamento.Solitamente si trovano anche: un fo-glio descrittivo che informa gli even-tuali scopritori accidentali e una ma-tita e/o una penna per poter firmare..

03

1�0

Page 191: modalitàPOST.IT

buono stato, se non è più protetto, se il logbook sta per finire o altre annotazioni. In questo modo le pagine web dedicate alle varie cache si arricchiscono anch’esse via via di commen-ti, foto, segnalazioni, e così via.Ogni ritrovamento registrato, infine, contribuisce ad incre-mentare un contatore associato ad ogni utente, in modo da poter avere sempre sotto controllo il numero di cache rinve-nute. Indicativamente, i geocacher più appassionati del mon-do hanno al loro attivo oltre un migliaio di ritrovamenti.Oggi, oltre 800.000 Geocache sono registrati sui vari portali web dedicati a questa attività, racchiusi però all’interno del portale comune a cui tutti fanno riferimento: www.geoca-ching.com .

I Geocache sono attualmente collocati in oltre �00 paesi in tutto il mondo in tutti i sette continenti compresa l’Antartide. In Italia i geocache presenti sono oltre 2700.Le motivazioni che spingono le persone a praticare questo sport sono differenti, il fine comune però è la ricerca del ca-che e l’emozione del suo ritrovamento. Alcuni, ricercatori, e fra questi le famiglie con bambini, trovano interessante aprire il cache e scoprirne il contenuto, leggere sul logbook i com-menti che hanno lasciato i precedenti visitatori, scegliere un oggetto da prendere e lasciarne uno proprio. Per altri, invece, la parte più gratificante del gioco è scoprire un luogo nuo-vo, sconosciuto sino ad allora, caratterizzato da un paesaggio particolare o da qualche bellezza nascosta.

i 3 principali cache: descrizione delle caratteristiche di ogni cache

0�

mappa interattiva del portale geocaching.com. Portale a cui tutti i siti mondiali di geocaching fanno riferimento. Solo in questo portale è possibile aggiungere cache, documentarli ma soprattutto farli certificare. Essste un regolamento molto rigido a cui tutti devono attenersi. Un esempio: Mappa di Milano con tutti i cache certificati da geocaching.com.

05

Traditional Cache Le coor-dinate che vengono fornite sulla pagina che lo descrive portano alla posizione del cache e, una volta che il logbook è stato firmato ed il cache viene rimesso a posto è tutto finito.

Multi/Offset Cache è più vicino alla logica della cac-cia al tesoro: per arrivare al cache finale si devono raggiungere una serie di “step” che forniscono le coordinate finali. Solita-mente dal punto indicato nel listing si trova qualche indizio che porta o al cache finale o ad un altro indizio e così via. In altri casi si devono raggiungere uno o più luoghi e mettendo in-sieme le indicazioni fornite in quei posti si raggiuge il cache finale. Anche in questo caso una volta che il logbook è stato firmato ed il cache viene rimesso a posto è tutto finito.

Mistery/Puzzle Cache, spesso chiamato Un-known Cache che rac-coglie tutte le possibili idee e combinazioni non previste dai cache di tipo Traditional e Multi/Offset. Le coordinate sulla pagina sono solitamente “fasulle” e per ottenere quelle vere bisgna risolvere qualche quiz / rompicapo/g ioco proposto sulla pagina del listing. Appartengono a questa tipologia anche tutti quei cache di tipo Tra-ditional o Multi/Offset che richiedono operazioni ag-giuntive dopo aver firmato il logbook: mandare una foto o una parola speciale, scrivere il log in un modo particolare, ecc. ecc.

1�1

Page 192: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

Oltre alla sua vocazione ludica, le caratteristiche e le logiche alla base della sua ideazione sembrano renderlo un ottimo e apprezzato strumento per poter fare turismo alternativo: molti cache, infatti, sono nascosti in prossimità di luoghi che non sempre fanno parte dei normali itinerari turistico/culturali e permettono di scoprire aspetti e curiosità dei luoghi sino a quel momento sconosciuti. Una sezione del portale è dedicata appunto agli itinerari turistici e culturali. E’ proprio per queste ragioni che a fine Settembre 2005, durante il Labante Event è stata lanciata una grande proposta: nascondere dei cache lungo il percorso della Via Francigena, creando così un vero e proprio itinerario turistico e culturale, sfruttando il Geoca-ching per riscoprire la più famosa delle vie romee. Da allora sono stati creati differenti itinerari e a questi si sono aggiunte le raccolte a tema, ossia collezioni di cache legate tra loro da un comune denominatore.Non esistono delle regole di base per poter creare un itinera-rio, se non che i cache che li compongono debbano seguire, appunto, un itinerario logico come il sito dimostra nella lista degli itinerari. Tra i più interessanti appunto La geo-Francige-na composta da 22 tappe e relative regole per la costruzione dei relativi cache.In più è presenta una dettagliata sitografia e bibliografia riferi-ta appunto a nozioni di carattere storico ed organizzativo per intraprendere il pellegrinaggio.Milano è la prima città italiana che presenta il maggior numero di adesioni a questo sport/ludico/culturale. Significava l’inizia-tiva, Milano Curiosa, lanciata il 5 ottobre 2008 dallo staff geo-caching-italia in collaborazione con un gruppo di geocacher milanesi e lombardi, con il fine di avvicinare le persone che potessero essere incuriosite a riscoprire una milano diversa e più curiosa. Questo Geocaching event organizzato all’interno della manifestazione “Innovation Circus”, fu pensato e orga-nizzato per riscoprire il senso dei luoghi che spesso ci stan-no attorno e che inconsapevolmente ingnoriamo passandoci quotidianamente di fronte. Come tutte le grandi città, anche Milano è ricchissima di piccoli e grandi curiosità, talvolta con-nesse a leggende cittadine, altre volte legate alla storia della città stessa o di alcuni dei suoi abitanti più rappresentativi o particolari. Dopo questo evento l’esperienza s’è estesa ad atre città italia-ne: città come Venezia, Roma, Bologna oggi contano decine di cache.

Itinerario Geo Francigena: Elenco dei cache. In Verde cache ancora attivi. In Rosso quelli archiviati. Alcune volte i cache vengono archiviati perchè non più reperibili, probabilmente smarriti.E’ l’utente, la maggior parte delle volte, che attesta ciò e lo segnala nel portale di riferimento.

0�

1�2

Page 193: modalitàPOST.IT

Eventi di entità maggiore si sono già verificate da tempo nelle grandi metropoli mondiali, facendo esplodere questa attività/sport di esplorazione urbana.Oltre quelli citati, vari sono altri itinerari curiosi in italia: lungo Il Po, mettendo così a punto un modo differente per seguire il Grande Fiume; lungo La Via Appia , l’antica via romana che da Brindisi portava a Roma; tra le guglie della grignetta, un itine-rario montano lariano; tra i Monti della Roda de Pütia; lungo la Strada de la Vena, l’antica via del ferro; nel Parco di Monza, Il più grande parco recintato d’Europa, un luogo perfetto per una giornata di riposo.A differenza degli itinerari, i cache a tema non sono altro che delle collezioni di cache che non devono necessariamente es-sere geograficamente vicini tra loro, ma che sono tutti acco-munati da un argomento o da un soggetto di base.Fra questi possiamo segnalare: quello che connette i Ponti del diavolo, ponti che per le leggende o credenze popolari sono legati al diavolo; quello che posiziona cache sui Passi Itlaiani, sulle Montagne Lariane; o quello che si snoda fra Abbazie, Basiliche, Chiese e Santuari Lombardi Movie Collection, è invece un modo per unire il Geocaching a quell’incredibile mondo del cinema. Ci deve, ovviamente, es-sere un collegamento tra il cache ed il film che lo ha ispirato.Questo può avvenire in varie forme: dal contenuto (un film a tema western potrebbe avere come contenuto solo oggetti legati a western) alle modalità per trovarlo (risolvere un quiz sulla storia per ritrovare un cache ispirato ad un film storico) al luogo (il cache nascosto in un vicino a qualcosa che riporta immediatamente in mente il film). Alcune considerazioni possono consentirci di comprendere meglio la portata di questa pratica-gioco e la sua fortuna.Per chiarire, nel portale web www.geocaching.com si trova il regolamento comportamentale per chi vuole cimentarsi nel ritrovamento o nel nascondere i cache. Le regole più o meno esplicite che evitano di creare pericoli per i partecipanti, per l’ambiente, per animali o altre persone, fanno si, ad esempio, che in America, questa attività ludica sia maggiormente praticata da famiglie con bambini.Al riguardo è da notare che, data la diffusione del Geocaching in ambienti naturali, un contributo alle regole e, per tale via, ai comportamenti virtuosi viene dagli enti e istituzioni coinvolti.Alcuni staff dei parchi hanno recentemente dato informazioni su come queste attività GPS possano essere gestite in manie-

Duranta l’ innovation circus 2008, kermesse sull’innovazione tecnologi-ca, il gruppo di geocacher milanesi e lombardi hanno promosso un nuovo itinerario: Milano Curiosa. In sequen-za fofografica:il ritovamento e l’aperura del cache, la firma nel logbook

07

1�3

Page 194: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

ra appropriata per offrire valore educazionale e ricreazionale significativo ai visitatori. Un’attenzione dovuta quando si pen-si che i manager dei parchi devono prendere decisioni tenen-do conto dei fattori riguardanti il valore e le risorse del parco, degli impatti che possono essere causati al parco, e alle varie attività annesse.Molti parchi come Arcadia National Park e Curecanti National Recreation Area, hanno creato con successo o autorizzato at-tività di cache per aumentare i loro programmi di educazione.Un gioco insomma, aperto ad un pubblico ampio ed etero-geneo rassicurato e controllato da una serie di sperimentate regole: come quella che esplicitamente ricorda che i tesori non vanno mai nascosti in luoghi che possono creare allarme, pericolo, o essere scambiati per oggetti pericolosi, né in luo-ghi che possono arrecare danni in caso di un forte incremento antropico (ad esempio, siti archeologici o particolari oasi na-turali). Regole motivate dall’esperienza negli Stati Uniti, dove, essendo il gioco molto diffuso, vi sono stati casi in cui dei geocacher sono stati fermati dalle forze dell’ordine in quanto sospettati di essere terroristi nell’atto di costruire bombe arti-gianali o piazzare esplosivo sotto a ponti. In un caso, poi, un cache è stato “visitato” da una squadra di artificieri convinta di avere a che fare con un bomba.

“A free pubblic resource ok land ma-nagement policies for geocaching and similar activities”. Negli Stati uniti si è cercato di regolamentare questi tipi di attività, fornendo, attraverso un por-tale web, un luogo dove geocachers e gestori del territorio possano comuni-care ed impararare reciprocamente.

08

1�4

Page 195: modalitàPOST.IT

Pollarini, Scatigna, 200�, Next Game, Franco Angeli editore

Laura Bellomi, La caccia al tesoro via satellite in La Repub-blica , 20 Agosto 2008. http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/08/20/la-caccia-al-tesoro-via-satel-lite.htmlGiorgia Gay, Geocaching, la caccia al tesoro col GPS,In tutto il mondo i giocatori sono più di �00 mila. E si cimentano tra web e natura alla ricerca della cache in Il Corriere della Sera, 7 Agosto 2008. http://www.corriere.it/scienze_e_tecnolo-gie/08_agosto_0�/geocaching_gay_ade�5���-�392-��dd-b8�d-00���f02aabc.shtml

http://www.geocaching.com/ Portale di riferimentohttp://www.geocaching-italia.com/ Portale italianohttp://en.wikipedia.org/wiki/Geocaching Enciclopedia onlinehttp://it.wikipedia.org/wiki/Geocaching Enciclopedia online http://www.outdoorblog.it/tag/cache, Geocaching - Un pomer-iggio in a caccia di Cache a Milano in Outdoor.it Blog, http://www.ecoblog.it/post/�202/geocaching-per-aiutare-lam-biente, Geocaching per aiutare l’ambiente in ecoblog.it. http://www.izmo.it/Wikizmo/Articoli/Giochi_urbani_contem-poranei. Lista dettagliata di possibili giochi urbani contem-poranei

•••

•••••

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

0�. http://www.geocaching.com/02. http://www.gpsmagazine.com/assets/geocaching.jpg03. http://vanamonde.splinder.com/tag/milano0�. http://www.geocaching-italia.com/geocaching/page.zul?faqcache05. http://www.geocaching.com/map/default.aspx?lat=�5.�7�5032338�732&lng=9.�83�9702��8�375&zm=�0&mt=m0�. http://www.geocaching-italia.com/itinerari/page.zul?geofrancigena07. http://www.outdoorblog.it/galleria/big/milano-geocach-ing/08. www.geocachingpolicy.org

••••

IMMAGINI

1�5

Page 196: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

Altre attività simili

Opencaching: Interessante iniziativa tedesca, è un sito “paral-lelo” a quello ufficiale, dove chiunque può pubblicare le pro-prie cache senza dover sottostare alle regole dei reviewer, in quanto questa figura non è prevista. La “qualità” delle cache è garantita dalla correttezza delle persone che partecipano al gioco. Il sito è solo in tedesco.Terracaching: un sito molto simile a quello ufficiale del geo-caching, con la differenza che si propone di porre cache di qualità “controllata”, E’ molto meno diffuso rispetto al primo.Bookcrossing: l’idea è quella di abbandonare in luoghi pubbli-ci dei libri che potranno essere raccolti da altri lettori e suc-cessivamente di nuovo messi in circolazione con la medesima modalità.

Una segalazione interessante concerne infine “l’Earthcache” “, un tipo molto particolare di cache originariamente diffuso ne-gli Stati Uniti con la sponsorizzazione dell’Associazione Ame-ricana per la Geologia e che,col passare del tempo, ha iniziato a diffondersi anche in tutto il mondo. Non esiste alcun conte-nitore ma le coordinate corrispondono ad un luogo caratteriz-zato da qualche particolarità geologica, e/o legata all’ambiente e/o a reperti fossili. Si considera trovato quando si raggiunge il luogo e se ne fornisce la prova richiesta dal creatore della cache. L’idea alla base degli EarthCache è che la visita al luogo indicato dal cache dovrebbe avere uno scopo “educativo”.

••

Geocaching-Italia Wiki: wiki italiano, in linea da marzo 2007. http://wiki.geocaching-italia.com/Ladinia Geocaching Team: sito ufficiale del L.G.T.. http://www.ladinia.it/geocaching/Italian Adventure Caches:Iniziativa simile al geocaching ma orientata all’avventura. http://geogioco.wordpress.com/Waymarking.com: un modo per condividere luoghi di inter-esse o utili. http://www.waymarking.com/Wherigo.com: un nuovo modo di vivere esperienze con il GPS. http://www.wherigo.com/Navicache: cache virtuali e tradizionali. http://www.navicache.com/Opencaching: sito ufficiale tedesco. http://www.opencaching.de/ gcinfo.no: sito ufficiale norvegese. http://www.gcinfo.no/

Link Utili

1��

Page 197: modalitàPOST.IT

Geocaching Policy , sito web che cordinale le attività di geo-caching, tra utenti e amministrazioni. http://www.geocaching-policy.org/Handicaching: Sito che aiuta a migliorare l’accessibilità del geocaching per i portatori di handicap. http://www.handicach-ing.com/

politiche per il Geocaching

1��

Page 198: modalitàPOST.IT

2. ESPLORAZIONI CHE PRENDONO FORMA

�.25 Riflessioni aperte al Planner

Avrei potuto continuare le esplorazioni all’infinito ma come necessita qualsiasi esplorazione ha bisogno di trarre le rifles-sioni. Quello che seguirà nel prossimo capitolo è un breve resoconto delle riflessioni, degli interrogativi che annotavo durante i miei viaggi esperenziali. Niente di conclusivo, sem-plicemente una testimonianza di un percorso tutt’altro che lineare.Domandarmi come leggere queste “pratiche vitali” esplorate, e soprattutto, pensare ad una loro collocazione nell’ambito della riflessione urbanistica, ha comportando una parziale re-visione e rilettura delle medesime. L’idea guida che ha sotteso queste esplorazioni è stata quella di ricercare relazioni e feconde contaminazioni tra il mio ambi-to disciplinare e le pratiche vitali esplorate, ambiti disciplinari differenti, che agiscono però nello stesso campo d’indagine :la città; perseguendo fini comparabili, con il tentativo, proba-bilmente arduo e sovradimensionato, di ragionare per azioni urbane nel proprio essere, ponendo al centro la necessità di riappropriarsi degli spazi da parte dell’ l’agire degli abitanti, risposta di una esigenza nel creare, nel non delegare, ma so-prattutto di essere attivamente coinvolti nelle scelte urbane.

Ripercorre i testi e le foto di ogni singola esplorazione, mi ha dato modo di individuare di riflettere su dei concetti basilari, per poi iniziare a riflettere “letteralmente” su quanto enun-ciato. inquadrerò con delle breve frasi i possibili sviluppi che queste pratiche mi hanno suscitato Le pratiche parlano di un cittadino che esprime la propria idea su come fare esperienza nello spazio della città

Il cittadino è dotato di intelligenza progettuale e trasformativa

Il cittadino tende a produrre intelligenza collettiva

Il cittadino si propone come referente attivo rispetto alla co-struzione del sociale

Il cittadino ha capacità autonoma di costruzione del sociale

Il cittadino contribuisce alla definizione della conoscenza della città

1��

Page 199: modalitàPOST.IT

Sono tutte pratiche che erodono la dicotonia pubblico e priva-to e riproblematizzano il rapporto società/istituzioni)Stimolano la capacità di apprendimento del planner e delle istituzioniQueste pratiche tendono in un certo senso a deistituzionaliz-zare le modalità, anche disciplinari di definizione/costruzione dello spazio urbano

Città con bisogni e attitudini nuove

Negli ultimi trent’anni e con intensità crescente in maniera esponenziale nell’ultimo decennio, da più direzioni arrivano bisogni prorompenti di cittadinanza attiva, volontà crescen-te di esprimersi, partecipare alla vita pubblica della città (ma senza credere più alle univoche forme assembleari). In tale contesto emergono associazioni, aziende, individui e artisti, che appoggiano i temi dell’esperienza urbana (quindi del vive-re quotidiano) assumendo un’interesse sempre più crescente. nella pratica della disciplina urbanistica. Quindi assistiamo ad una crescente attenzione delle pratiche urbanistiche ad un rigenerato senso di coinvolgimento del-le parti sociali nelle trasformazioni dello spazio pubblico. Sta accadendo, dunque, qualcosa che si sta insinuando tra espe-rienza urbana, vita quotidiana e spazi urbani. Un cambiamento nella società, che investe anche i modi della conoscenza, non più separabili da questa.

nelle città: pratiche urbanistiche guardano alle pratiche ur-bane

Considerando il fare urbanistico che ha caratterizzato la mo-dernità, ne notiamo l’inadeguatezza, letta ormai da un numero crescente di autori�, rispetto ai temi e problemi che la realtà urbana contemporanea pone.Le risposte che sta attuando la disciplina nei confronti di tale complessità vanno da una parte verso soluzioni di tipo tecnico che prevedono la costruzione di piani e progetti in cui l’obiet-tivo di integrare i problemi fisici con quelli ambientali e sociali comporta il coinvolgimento dei cittadini nelle scelte proget-tuali. Da un’altra parte, riferendoci maggiormente all’area delle ricerche in campo urbano, sempre maggiore spazio è rivolto

� Decandia 2000, Sandercock 2003, ecc

1��

Page 200: modalitàPOST.IT

2. ESPLORAZIONI CHE PRENDONO FORMA

nei confronti del quotidiano, dell’esperienza di città e quindi nell’osservazione delle pratiche prodotte da chi vive la città, con l’idea di carpire e mostrare la validità di un agire urbano che è già in sé politica o progetto urbano “di fatto” 2. Eviden-temente entrambe le direzioni hanno in comune la necessità di non mantenere separate teorie e pratiche, ma di leggerne e praticarne le continue intersezioni.Quanto al primo tema, pur provenendo da una tradizione de-gli anni Sessanta e Settanta, a seguito della crisi – tra l’altro – della delega e rappresentanza politica, la partecipazione si è sviluppata nelle forme attuali dall’istituzione e diffusione di alcuni programmi complessi (soprattutto dei Contratti di Quartiere) nel corso degli anni Novanta. L’interesse per tali modalità progettuali è dovuto da parte dei tecnici dall’emer-gere sia di nuove visioni scientifiche e tecnologiche basate su conoscenze plurali, sia di nuove sfide sociali ed ambientali e da parte degli abitanti, come occasione di “riscatto” dall’evi-dente crisi della politica, incapace di rappresentare da sola gli interessi sparsi sul territorio. Aggiungo che, da parte degli amministratori, ancora non pronti a rivedere le caratteristiche fondanti del proprio istituto, la partecipazione è spesso letta in chiave strumentale, mirante alla condensazione e rafforza-mento del proprio potere piuttosto che ad una redistribuzione dello stesso.

nella società: fermenti vitali espressione di esperienze vis-sute

A questo punto, una domanda nasce spontane: come inter-pretiamo oggi il crescente interesse da parte dei cittadini nel-l’aderire a tali pratiche vitali? Altri indizi mi inducono a pensare che quella così impostata possa essere una strada percorribile. “La vita urbana lascia sempre più riaffiorare ciò che il progetto urbanistico esclu-deva”, mentre “la città-concetto si degrada” �. In maniera in-controllabile rispetto ad un ordine precostituito, le molteplici pratiche di chi vive la città acquisiscono sempre più forza, si sviluppano ed insinuano “fra le maglie delle reti di sorveglian-za”, si combinano “secondo tattiche illeggibili ma stabili al punto da costituire sistemi di regolazione quotidiana e forme di creatività surrettizia nascoste soltanto dai dispositivi e dai

2 Balducci et al. 2002, Paba 2002, Crosta 2003

3 De Certeau 200� (�990) L’invenzione del quotidiano, Edizioni lavoro, Roma

200

Page 201: modalitàPOST.IT

discorsi, oggi disorientati, dell’organizzazione osservatrice” �. In altri termini, sta emergendo sempre più che la vita quoti-diana delle persone non è semplicemente quella continua e opaca routine, incasellabile negli spazi ad essa preposti dal-l’organizzazione moderna della società. Piutto-sto, si comincia a riconoscere che le pratiche sociali urbane hanno lo spessore del continuo altalenare tra: routines costruite sulla solidità del senso comune, in un “processo di addomesticamento della realtà che si riproduce incessantemente e necessariamente” 5., da una parte; ed esperienze vissute nel giorno per giorno, da un’altra, che non si riducono ad abitudine e senso comune, ma che le differenti situazioni incontrate inducono a far gene-rare innovazione e scostamenti dall’ordinario. Capire, dunque, come stanno evolvendo i modi di vita quotidiana delle perso-ne nelle città può acquistare sempre più significato nel ridare spazio alle relazioni tra i vari saperi che le costruiscono.�

Artisti: produtcono relazioni

Negli ultimi decenni, un campo molto più articolato di quel-lo tradizionale dell’arte urbana sta guadagnando terreno. Si tratta di un nuovo campo nel quale il ruolo e le caratteristi-che del lavoro degli artisti legati alla nozione di arte pubblica ci permette di spiegare un gruppo di pratiche creative che si occupano di reinterpretazione e riqualificazione degli ambienti urbani. Accade spesso nella storia che ad una corrente prin-cipale di eventi si affianchino dei fenomeni paralleli, mai ca-paci di emergere con forza; così è nel caso delle avanguardie dell’inizio del secolo scorso che, in un continuo oscillare tra il cammino verso l’autonomia dell’individuo-artista (che ha raggiunto il massimo della propria espressione negli anni Cin-quanta) e la diffusione del concetto di inseparabilità tra arte e vita, hanno seminato granelli di cui oggi raccogliamo alcuni frutti. Dadaisti, surrealisti, situazionisti, privilegiando l’atto creativo all’opera, assumono come punto di partenza delle proprie ri-cerche la pratica della flânerie di Baudelaire, la scoperta della città attribuendo valore alla vita quotidiana, all’esperienza del-la città. Su queste ricerche si fonda la critica mossa dai situa-

� Ibidem

5 Jedlowski 2003, fogli nella valigia. Sociologia, cultura, vita quotidiana, mulino, Bologna

� Ibidem

201

Page 202: modalitàPOST.IT

2. ESPLORAZIONI CHE PRENDONO FORMA

zionisti all’urbanistica funzionalista e razionalista, nell’indivi-duare un’interazione tra comportamento e spazio urbano, che viene usato in modo ludico e dinamico con la psicogeografia e la pratica della deriva.Le forme e pratiche attuali ridanno all’arte un ruolo non solo in relazione ai contesti urbani, ma anche nel processo di costru-zione di relazioni sociali.La Public Art , già dalla fine degli anni sessanta, si presen-tava come un’arte al servizio del cittadino, per stimolare un diverso utilizzo dello spazio – pubblico – ove essa è prodotta, anche sul, affettivo e psicologico, ponendo etica ed estetica in stretto legame. La relazione tra artista, contesto e pubblico si gioca in un primo tempo collocando semplicemente sculture o installazioni in luoghi esterni non convenzionali, poi dagli anni ‘80 si cominciano a sperimentare una serie di pratiche –new genre public art– che si introducono non più semplice-mente nel pubblico, ma interagiscono con il pubblico. Quindi il ruolo dell’artista confluisce in colui che innesca un evento e lo spazio pubblico è inteso sia in senso fisico sia in senso relazionale (tra opera e passanti e tra artista e gruppo che lavora con lui).L’artista assume il compito, quindi, di attivare e favorire la circolazione del sapere, di proporre una diversa prospettiva visiva, narrativa o interpretativa rispetto alle griglie rigide di esperti di altre discipline o allo sguardo appannato dall’abitu-dine.7

Nuova Modalità di comunicazione/apprendimento.

Mediante il ‘fare’, la pratica di esperienze, si possono produr-re situazioni, contesti di apprendimento, intesi come cam-biamento, nascita di nuove idee, abbandonando il linguaggio pro-fessionale8.Le esperienze in atto analizzate concordano con questa ipotesi proprio perché concentrano gran parte del-la propria attenzione sulla creazione di modalità, di relazioni sociali di apprendimento collettivo; nel fare insieme trovano e producono un senso che non si adatta all’esistente, ma cerca di immaginare nuovi significati;Se una parte del mondo, associazioni, aziende, artisti, spo-stano la propria attenzione dall’azione in se (legale o illegale)

7 Cognetti 2003, Eventi come strategie di radicamento. politiche di ridefinizione dei territori locali. Dissertazione di dottorato, IUAV, Venezia

8 Scandurra, 200�, gli stormi e l’urbanistica, Mantelmi, Roma

202

Page 203: modalitàPOST.IT

verso pratiche che coinvolgono sempre di più la comunità, una parte dell’urbanistica risponde e si muove dal piano/pro-getto verso le procedure sempre più partecipative. Ciò che suscita in molte pratiche analizzate è la figura dell’artista come mediatore tra città e cittadino, ponendosi quasi nell’ottica di sostituto al planner. Alcuni artisti contemporanei sembrano interessati a volere affrontare ciò che la cultura dominante (il sapere tecnico) vuole soffocare, cercando di avere un ruolo nel sociale, non solo come protesta, ma in chiave propositiva, dando voce e valorizzando la città almeno agli occhi di chi la vive (ConfluxFestival, Biomapping, Urbanpilgrims, Linked, Concrete Dialogues). Allo stesso tempo, se si può leggere una tendenza nell’urba-nistica, questa è rivolta sicuramente verso una maggiore at-tenzione ai processi sociali, economici, politici provenienti dal basso, anche se il “nuovo” planner sembra sospeso in una funzione di comunicatore/mediatore tra una politica inevita-bilmente asservita al potere economico (e quindi alla cultura dominante) e le variegate istanze provenienti dal basso.

Come capire se si può dialogare ed aiutarsi a vicenda per cer-care di attuare modalità efficienti nel fare urbanistica?

L’utilizzo di nuove modalità di democratizzazione, potrebbe-ro rifondere, creatività, problemi, desideri e utilizzi con cui i cittadini creano legami con i propri spazi al fine di ottenere una visione più chiara del contenitore città? Dare libertà a chi ha voglia di poter collaborare a restituire le proprie visio-ni o dissidenze può essere una strada praticabile per mettere in comunicazione ed ascolto società istituita con società isti-tuente?

Allora, se si vogliono recuperare questa esperienze a livello sociale, leggerla nelle nostre vite, proiettarle negli ambienti urbani, non si potrebbe sperimentare qualche macchinario in grado di dare ordine all’interno del “contenitore città”�, in modo da trasformare i desideri in “luoghi del possibile”�0? Semplicemente lo si potrebbe utilizzare come mezzo di inda-gine sui luoghi più facilmente “attaccabili” da tali pratiche, al

9 Amin A., Thrift N., 2005. Città. Ripensare la dimensione urbana ,il Mulino. Bo-logna

�0 Lefebvre H.,�9�8. Il diritto alla città. Padova. Marsilio

203

Page 204: modalitàPOST.IT

2. ESPLORAZIONI CHE PRENDONO FORMA

fine di perseguire una gestione ordinaria “spontanea” della città.La soluzione potrebbe esistere grazie all’utilizzo di nuove mo-dalità di democratizzazione, attraverso l’utilizzo di tecnologie ITC , che potrebbero rifondere, creatività, problemi, desideri e utilizzi con cui i cittadini creano legami con i propri spazi al fine di ottenere una visione più chiara del “contenitore” città. Dare libertà a chi ha voglia di poter collaborare a restituire le proprie visioni o dissidenze può essere una strada praticabile per mettere in comunicazione ed ascolto società istituita con società istituente.Se fino ad oggi la pratica urbanistica si è avvalsa dell’appor-to disciplinare di sociologi, demografi, economisti, geografi, potrebbe avere anche bisogno di queste altre forme di cono-scenza o saperi per capire e affrontare la realtà? Può esistere un campo d’azione in cui, per restituire una complessità non interamente decodificabile solo dalla razionalità scientifica, si interroghi anche quella spontanea di chi vive gli spazi della città? Uno stimolo positivo e propositivo può provenire da tentativi di attivazione di processi interattivi-partecipativi promossi di ricente da qualche amministrazione.Da due mesi Amministrazione Comunale di Vignate ha dotato la comunità di uno strumento interattivo, al fine di redigere nel modo migliore il Piano del Governo del Territorio (P.G.T.), disciplinato dalla Legge Regionale �2/2005. Il Geo-Blog è uno strumento di partecipazione interattiva dei cittadini ai processi di pianificazione, attraverso delle mappe accessibili tramite web. L’obiettivo è quello di favorire intera-zioni e scambi che possano migliorare l’efficacia delle scelte da parte della pubblica amministrazione. Una nuova forma strategica di comunicazione innovativa che, facilitando il dia-logo tra i diversi soggetti, rende la popolazione partecipe degli atti di pianificazione e programmazione che riguardano il pro-prio territorio .Per i vignatesi si tratta di un mezzo chiaro e trasparente per far sentire la propria voce, mentre per l’ente pubblico di uno strumento di costante monitoraggio dei desideri e delle opi-nioni dei cittadini e di eventuali situazioni problematiche.Queste strumenti, nascono dalla necessità di mantenere insie-me soggettività e comunità, ed hanno trovato nella tecnologia la possibilità di poter far esprimere agli individui la propria soggettività

204

Page 205: modalitàPOST.IT

In altri termini e con diverse parole, l’invito ad arricchire le nostre pratiche proviene anche da oltreoceano. Leonie San-dercock invoca la necessità di dotarsi di new literacies, una sorta di rialfabetizzazione, una rinnovata immaginazione, indi-spensabile per il planner contemporaneo:“I want a city […] where planners ‘plan’ by negotiating de-sires and fears, mediating memories and hopes, facilitating change and transformation” �. Una pianificazione dotata di una differente sensibilità rispetto a quella che ha dominato lo scorso secolo, capace di tener conto non solo delle economie politiche ma anche di quelle emozionali, attenta ai sensi, ai de-sideri dei cittadini. Tutto questo implica un cambiamento nel modo di praticare l’urbanistica, arricchendo l’immaginazione del planner con nuove qualità: qualità politiche, terapeutiche, audaci, creative e critiche. Anche il linguaggio dovrà arricchir-si attraverso la memoria, il desiderio e lo spirito. Non si tratta di rinnegare ed abbandonare la razionalità finalistica, sempre indispensabile per costruire ponti ad esempio, ma è necessa-rio arricchirsi anche nel proprio modo di fare urbanistica, e la gente usa un mix di differenti tipi di razionalità, ne consegue che il planner dovrà per forza prendere in considerazione tale miscela!Approfondendo le new literacies introdotte da Sandercock, vorrei sottolineare il ruolo di ostetrico che la studiosa asse-gna al “nuovo” planner nel produrre una città fondata sulla collaborazione tra tecnici-esperti, cittadini e amministrazione. Tale ruolo non può essere ricoperto fino in fondo, scrive, se la pratica urbanistica non è politicamente denunciata e coscien-temente basata su dei valori. Ancora, riguardo l’approccio terapeutico ai problemi urbani, ribadisce che se le questioni urbane – dall’uso del suolo ai conflitti di gestione delle risor-se – sono guidati dalle relazioni tra diversi tipi di persone, allora è necessario qualcosa di più di discorsi razionali tra gli-

� Sandercock 2003 Cosmopolis II: Mongrel Cities of the 2� st Century. Conti-nuum Intl Pub Group. London

2.2 Nuove Abilità

Considerato che gli urbanisti nascono come ‘medici della città malata’, perché non cogliere i fermenti in atto per rinnovare le proprie “procedure terapeutiche”…?

205

Page 206: modalitàPOST.IT

2. ESPLORAZIONI CHE PRENDONO FORMA

stakeholders interessati, di più del solito toolkit usato per le negoziazioni e le mediazioni. È importante rendersi conto che le relazioni conflittuali, come spiega anche Belli, sono dense di emozioni e sentimenti, come paura, rabbia, speranza, tradi-mento, abbandono, perdita, memorie, mancanza di riconosci-mento, disempowerment ed esclusione.2

Quando sono in gioco questi ed altri sentimenti raggiungere accordi “razionali” non basta, occorre attivare un approccio terapeutico, capace di prendersi cura e favorire comprensione e arricchimento reciproco di significati. La messa in pratica di queste indicazioni comporta, inoltre, l’essere audaci nel prati-care l’urbanistica, di confrontarsi costantemente con quanto le istituzioni propongono in maniera “routinaria”. Se le perso-ne partecipano quando intuiscono che il tempo che in vestono serve davvero a mettere in moto qualche cambiamento (e non semplicemente per adempiere all’esercizio democratico dei propri diritti), occorre che qualcuno “si prenda il rischio” di promuovere presso le istituzioni questo cambiamento. In que-sto senso mi sembra di interpretare l’ impegno politico a cui Sandercock fa riferimento, un impegno necessariamente lega-to alla “cura” delle relazioni tra le persone coinvolte nei pro-getti (a tutti i livelli), che comporta il rischio di dover imparare ad arrendersi di fronte alle all’ossessione del controllo e della certezza richiesti dalla pratica amministrativa. Una leadership visionaria sembrerebbe la soluzione ottimale per permettere lo sviluppo di idee nuove. Nelle pratiche partecipative i plan-ners in qualche modo si affidano alla creatività delle persone, dunque occorre innanzitutto dare spazio affinché questa ener-gia possa esprimersi! Occorre mettere al lavoro strumentiper sprigionare la creatività, quindi i propri sensi, interpretati come desideri oppure come dissidenze urbane. Altre forme di creatività possono essere relative alla capacità di immaginare “un’altra storia”, un modo differente di essere o relazionarsi, per dirigersi verso il cambiamento; oppure si può liberare e nutrire l’immaginazione lavorando collaborativamente con gli abitanti.Così si possono riportare all’attenzione luoghi dimenticati, organizzandovi eventi, diffondere uno spirito creativo tra la gente e affrontare la parte emotiva relativa ai problemi urbani. Un’azione che sta dalla parte di ciò che è invisibile: spazi pub-blici non riconosciuti; persone escluse per età, sesso, razza,

2 Ibidem

20�

Page 207: modalitàPOST.IT

culture; sentimenti inespressi ma che incidono sulle decisio-ni. Fare comunità, attraversare le culture, affrontare le paure e nutrire la speranza, appropriarsi esteticamente degli spazi pubblici, questo è il valore di quella collaborazione capace di arricchire il planning di nuove forme di espressione e di pensiero . Ciò comporterà per il planner di dover affrontare l’urbanistica come qualcosa che ha a che fare anche con le emozioni, organizzando la speranza, negoziando le paure, me-diando i racconti e le memorie, osando a infrangere le regole, e così via.3 A cosa servirà questo? Sandercock sostiene che avere una sensibilità critica sia uti-le non solo per una questione di giustizia sociale, legata alla rappresentanza di voci assenti quando si tratta di relazioni di potere, ma anche per essere consapevoli e attenti di quali risorse vengono distribuite e come, sottolineando la neces-sità di uscire da quell’impostazione mentale legata alla fede tecno-scientifica del “voler pianificare tutto” e della crescita a tutti i costi.� Sandercock propone la necessità di espande-re il linguaggio dell’urbanista, oltre la razionalità strumentale, collegandolo all’uso delle storie. L’intento dell’autrice è quello di recuperare quelle capacità del planning, che hanno a che fare con i valori e i significati di costruire le città, e arricchire nuovamente il linguaggio, comprensivo degli universi mentali ed emotivi, che di conseguenza è stato compresso. È necessario, spiega, risintonizzarci di nuovo sulle dimensioni vitali della vita urbana, su ciò che anima le città e quindi anche i conflitti urbani, domandandoci, ad esempio: quali memorie sono rispettate? Quali desideri soddisfatti? Qual è lo spirito del luogo capace di sedurci?.5 La dimensione della memoria ci radica e ci fa appartenere ai luoghi, animandoli di signifi-cati; quella del desiderio alimenta il prodursi di incontri tra sconosciuti, va oltre i bisogni (da sempre nella checklist del buon planner!) per confrontarsi con qualcosa di più interiore, subconscio, che ha a che fare con il Sandercock nel suo ragio-namento si ferma qui e non ci mostra quali sono queste forme di ragionamento e di espressione e in che modo possono in-trecciarsi con la pratica urbanisticaCome tradurre nella pratica urbanistica l’uso di questi linguag-gi che riflettono la profondità e la vastità delle pratiche sociali

3 Ivi, p. 220

� Ivi p 220

5 Ivi p. 22�

20�

Page 208: modalitàPOST.IT

2. ESPLORAZIONI CHE PRENDONO FORMA

urbane?�

Per ciò che attiene la memoria, probabilmente, risponde San-dercock, lavorando insieme con varie professionalità, dagli artisti agli antropologi, dagli archeologi alle comunità stesse, ponendo attenzione verso le memorie urbane in maniera più socialmente e culturalmente inclusiva, ascoltando quelle tante storie orali che insieme contribuiscono a narrare una storia più profonda dei luoghi.7 L’attenzione al desiderio può trovar spazio cercando di pianificare con più attenzione i luoghi di incontro, soprattutto quelli non commercializzabili .

� Ivi p. 22�

7 Ivi p 223

20�

Page 209: modalitàPOST.IT

Riflettendo su quanto descritto e ipotizzato dalla Sandlock è essenziale ricercare die nuovi linguaggi che possano stringere quel divario tra cittadini futuri e urbanisti. Partendo da un’at-tenta osservazione al mezzo di comunicazione usato dalle pra-tiche precedentemente descritte, ho riscontrato una modalità comune nella comunicazione e nell’auto-organizzazione dei determinati fenomeni urbani che trova nella Rete, quel mezzo comune per interagire, confrontarsi e collaborare. Avvicinarmi a questo linguaggio, mi è sembrato un utile punto di partenza, per iniziare a riflettere sulla nella costruzione di una nuova modalità di avvicinamento a queste esperienze urbane, appa-rentemente così distanti ma Andando in cerca di connessioni capaci di mettere in comu-nicazione le differenti esperienze urbane, mi sono avvalso nuovamente dell immagine del rizoma, come simbolo delle molteplici connessioni tra persone, luoghi, attività legate al-l’uso degli spazi delle città. Un’immagine che ho creduto po-tentemente espressiva rispetto alla finalità della ricerca: “un rizoma stabilisce incessantemente connessioni tra catene semiotiche, organizzazioni di potere e circostanze relative alle arti, alle scienze e alle lotte sociali”� Il rizoma è stato spesso impiegato come metafora della Rete, associatagli in tempo successivo agli anni 80. Prendendo come riferimento questo concetto, basilare nella messa a rete di un dispositivo innovativo, che fosse in grado di racchiudere in se tutti i � principi descritti da Deleuze e Guattari in merito al rizoma.

“Il primo principio, Principio di Connessione, ricorda il tes-suto dei collegamenti ipertestuali della Rete. Infatti secondo tale principio “qualsiasi punto del rizoma può essere collegato con qualunque altro”.

Secondo il Principio di Eterogeneità il rizoma mette in colle-gamento sistemi semiotici diversi. Il rizoma è una costruzione multimediale o, in altre parole, raggruppa elementi significativi di natura diversa, ognuno dei quali possiede una sua identità e una sua caratteristica.

� Deleuze, Giuattari ,�997. Rizoma. Castelvechi. Roma

3.2 Nuovi Linguaggi

20�

Page 210: modalitàPOST.IT

2. ESPLORAZIONI CHE PRENDONO FORMA

Il Principio di Molteplicità esalta il concetto che il rizoma è un sistema aperto, liberamente e infinitamente percorribile, come sarebbe stata la Rete, la quale, a sua volta, avrebbe permes-so d’inseguire molteplici percorsi, dandovi altrettanti valori. Sempre nuove interpretazioni, pertanto, possono essere ela-borate, proposte e diventare, a loro volta, dati del rizoma. Chi percorre il rizoma, in qualche modo vi è reso partecipe!

Il quarto principio, o Principio di Rottura Asignificante, parte dalla constatazione che tutti i testi tradizionali sono separati da “rotture” significanti perché postulano sensi diversi. Nel Rizoma, così come poi nella Rete, invece il salto da un testo all’altro non comporta rotture significanti, anzi il senso della navigazione tra i punti, o dati, provoca l’esperienza d’impreve-dibili scoperte da reintepretare e da riconnettere tra loro.

Il quinto principio, detto della Decalcomania, strettamente collegato per via oppositiva al sesto, definito principio della Cartografia, apre la questione del calco, dell’imitazione pedis-sequa, indicando un testo, o un dato, il cui significato può essere infinitamente riprodotto, senza che in nessuna riprodu-zione il suo senso venga alterato o modificato: come nel caso dell’informazione genetica, che passa da un individuo all’altro della specie, ricalcando ogni volta lo stesso codice!La Cartografia, invece, si predispone alla forma della mappa, di un percorso di possibilità, apparentemente tutte segnate, com’è in effetti un foglio in cui sono stampate o disegnate tut-te le vie e le piazze di una città: non è vero che siamo sempre obbligati a seguire le indicazioni della mappa. Possiamo arri-vare dove vogliamo per infinite scelte di percorso. Possiamo perderci, ma – aggiungo io, che ho di molto semplificato la parte più ostica del pensiero dei due autori – è importante che sappiamo ritrovare la strada dell’albergo.”�

Questi � principi mi hanno fatto riflettere e pensare alla rete come un mezzo che riuscisse a connettere informazioni ete-rogenee in un sistema aperto e collaborativo in cui poterle legare attraverso significati comuni mediante l’utilizzo di una mappa.

2 http://design.iuav.it/~comunicarti/rizoma.htm

210

Page 211: modalitàPOST.IT

Pagina Vuota•

211

Page 212: modalitàPOST.IT

3. MODALITA’ POST. IT

Il GeoBlog: come strumento innovativo di partecipazione on-line

“l geoglog attuano l’interazione tra la mappa del territorio e quelle scritture che rivelano un’azione nel territorio stesso. at-traverso lo sguardo satellitare dello strumento google map”.

lLa costruzione di un Blog o meglio un Geoblog, mi è stata dettata nell’osservazione dei linguaggi di comunicazioni uti-lizzati dalle differenti pratiche analizzate. Avvicinarmi a questi linguaggi è stato il segnale per iniziare a pensare alla produ-zione di questo strumento. Il Geoblog, avvierà un’azione di mappatura spontanea e libera. Chiunque, iscrivendosi, anche a nome di associazioni, comita-ti, imprese, enti di governo del territorio, può mettere in con-divisione le azioni condotte sia per la valorizzazione degli spazi urbani (parchi, piazze, aree dismesse, giardini, strade, luoghi di transito e di aggregazione ecc.) che per il miglioramento della qualità della vita in città. Il sito www.modalitàpost.it aspi-ra ad essere un archivio vivo, in continuo aggiornamento, un’ opportunità in più per creare relazioni, e dare così una versio-ne il più possibile obbiettiva dei fatti urbani, offrendo a tutti gli attori coinvolti la possibilità di collaborare alla redazione si questa mappa. Vuole essere un luogo di incontro nel quale stimolare una riflessione tanto sul significato di spazio urbano e le sue possibili evoluzioni concettuali, quanto sulle buone pratiche di cittadinanza, per arrivare a costruire in modo col-arrivare a costruire in modo col-laborativo un decalogo dello spazio urbano contemporaneo. In definitiva, uno strumento che produrrà una nuova conscen-za.

3 Parole chiave: Interattività, Ipermedialità, Connettività

Perché quanto detto possa essere compreso sono sufficienti 3 parole. Che credo siano utili per individuare in sintesi, i prin-cipi attivi del nuovo ambiente in cui risiede il mio progetto, “la Rete”.L’interattività, in particolare, è il concetto chiave. L’unico modo, infatti, per proseguire nel lavoro che ho intrapreso -la costruzione di uno spazio di rappresentazione, emersione, riconoscimento e messa in rete degli svariati usi degli spazi metropolitani - è stato quello di inventare un “macchinario”

Il geo-blog

3.�

3.2

212

Page 213: modalitàPOST.IT

che aderisse nelle sue forme ai soggetti e ai fenomeni, per dare voci a quelle frange a cui è stato concepito, e che soltanto attraverso la loro diretta partecipazione può essere sviluppa-to.L’ipermedialità, concettualmente funziona come un imperte-sto, con la caratteristica di poter associare, a delle informazio-ni non solo testo ma atri linguaggi (foto, video, suoni ecc). La volontà è quella di rendere la restituzione da parte dell’utente più completa possibile, documentando attraverso tutti i pos-sibili strumenti che è in grado di possedere. Infine, la connettività, è la capacità di intercomunicazione tra sistemi diversi per lo scambio di informazioni, in altri termini, dare modo di collaborazione tra gli utenti, commentando e stringendo ipotetiche relazioni sociali. Uno strumento, dun-que, che funga come una risposta ad un nuovo desiderio di coordinarsi, cooperare, contaminarsi.Mi sembra chiaro che la volontà del progetto sia quella di spingere l’utente a usare il geoblog, rendendo sempre ricco quel “contenitore citta”. Postare la città diventa un modo di riappropiarsene.

La differenza sostanziale tra questo strumento e un blog qual-sisi, è caratterrizzato dall’implementazione di una mappa, utile al fine, di poter localizzare il fenomeno o la pratica urbana. L’idea quindi di segnalare la mappa sotto questa voce: M’ap-pare, mi sembrava originale e d’effetto. La parola, porta con se un duplice significato: M’appare inteso come “ciò che mi appare, ciò che conosco, ciò che mi interessa...”Mappare come “segnalare”, “lasciare una traccia” nel tessuto urbano, che quotidianamente usiamo.

La mappa interattiva quindi è un elemento centrale nel proget-to del geoblog. Si tratta di una mappa digitale, dinamica ed interattiva, consultabile via internet. La sua maggiore innova-zione consiste nel ruolo che attribuisce a coloro che la con-sultano. Questi infatti, una volta registrati, possono contribui-re aggiungendo contenuti ipermediali associati ad un punto esatto della mappa. L’informazione aggiunta rimarrà registrata nella base di dati e sarà immediatamente visibile a tutti i nuovi

M’appare3.3

213

Page 214: modalitàPOST.IT

3. MODALITA’ POST. IT

visitatori. La mappa si presenta come uno spazio multimediale, flessibi-le ed espandibile. Potrebbe considerarsi come un nuovo tipo di spazio pubblico in cui gli utenti-cittadini possono collabo-rare alla restituzione di una città più veritiera. Va precisato che si tratta di una alternativa ai classici spazi pubblici della città, piuttosto funge da “anticamera” di questi ultimi, un “luogo” in cui gli utenti-cittadini possono conoscere nuovi fenomeni urbani, oppure arricchirne con altri.Gli “city-user”3 che a poco a poco aggiungeranno documenti ipermediali associati ai luoghi in cui loro hanno consapevolez-za di fenomeni già in essere. In questo modo ModalitàPOST.IT sarà in grado di mostrarci i punti della città più attivi, quelli con più attività culturali e quelli dove sono più sviluppate le relazioni sociali.Chiunque consulti questa mappa (in particolar modo un ur-banista) potrà scoprire “le pulsioni” che ruotano attorno alle diverse città, grazie ad una rappresentazione dinamica e col-lettiva costruita dagli stessi abitanti.Un’altra importante, sua caratteristica, sta nel fatto che il geo-blog, ha alla base un database interattivo, facilmente aggior-nabile e modificabile. Qualsiasi annotazione verrà quindi intro-dotta all’interno di questo database, dando modo agli utenti di interrogarlo, selezionando qualsiasi parola contenuta al suo interno. Questo progetto non vuole che essere un piccolo passo, che tenta di dare valore, forza, visibilità a dei fenomeni in atto di cui intravedo un possibile interessante futuro in termini di ar-ricchimento disciplinare per l’urbanistica.

Riassumendo quanto detto finora, alla base della sua struttu-razione il geoblog, per essere tale, dovrà:

� - Sperimentare una modalità di fruizione facile ed intuitiva, permettendo così una partecipazione attiva2 - Sia capace di contenere un numero illimitato di restituzio-ni, e soprattutto che queste possano essere facilmente inter-rogate attraverso la ricerca di singole parole. 3 -La sua rappresentazione grafica, multimediale, dovrà esse-re comprensibile a tutti.

3 Infante C. 200�, PerformingMedia politica e poetica delle reti, Edizioni Memo-ria

214

Page 215: modalitàPOST.IT

Nella trattazione precedente ci siamo soffermati sui concetti che mi hanno aiutato a produrre questo strumento.Ora dedicherò una breve descrizione della sua struttura grafi-ca e multimediale.

3.� la Struttura del geoblog: testata, corpo, colonne

Nell’area superiore, a inizio pagina, abbiamo la testata o hea-der. Si tratta di uno spazio identificativo che contraddistingue il GeoBlog, potrebbe essere un immagine, oppure un logo, o più semplicemente un titolo.

Nella parte sottostante la testata, la struttura è caratterizza-ta da � link, sostanzialmente delle pagine che danno forma e raccontano il progetto. Quest’ultimi per l’appunto richiamano delle pagine, ecco la sequenza di lettura:

Home: pagina di presentazione del blogCome m’appare: tutorial per approciarsi alla mappatura inte-rattivaM’appare: Mappa interattiva, lo strumento di segnalazione delle proprie conoscenze riferite alle “pratiche vitali” New: ultimi Ultimi Post segnalati dagli utentiPartecipare: semplici istruzioni per registrarsi al blogRegistrati: accesso al geoblog. attraverso la compilazione dei campi è possibile avere accesso al blog. compilando, ogni volta che si accede, il proprio nome identificativo ed una pas-sword

testata Post.it0�0�

Pagine M’appare: interfaccia di segnalazioni delle pratiche vitali02

215

Page 216: modalitàPOST.IT

3. MODALITA’ POST. IT

Il corpo della pagina, è suddiviso in 3 colonne.La colonna principale, cioè quella centrale, dedicata ai conte-nuti, sia statici (home page) sia dinamici (M’appare). La dinamicità consiste, brevemente, nella possibilità di inter-rogare i contenuti del geoblog. Ad ogni interrogazione - per parole o porzione di testo - le pratiche contenute all’interno del databese verranno selezionate, e collocate verticalmente in ordine di pubblicazione. Ogni pratica avrà al suo interno un linkaggio che connetterà l’informazione alla mappa.

Le due colonne hai lati , vengono chiamate sidebar. la colon-na di sinistra è caratterizzata da due sezioni:Accedi Post.It: accesso al geoblog, come utente già registrato, da qui sarà possibile accedere all’interfaccia di inserimento Post. l’interfaccia è molto semplice ed intuitiva. La sua atrut-tura è costituita da una finestra, dove è possibile inserire un semplice testo oppure qualsiasi altro riferimento multimediale (foto, video, suoni). Un ottima guida sul suo funzionamento la si può trovare a questo indirizzo:

http://basic.html.it/guide/lezione/3520/scrivere-un-post-per-il-blog/

Ho volutamente semplificato le cose, autorizzando l’utente registrato, esclusivamente come autore. L’autore avrà modo solo di inserire Post (articoli). Ciò permette una facilitazione nella compilazione di campi, per esempio nell’associare il pro-prio articolo ad una categorie di appartenenza, chiamata Ca-

�2 3

le tre colonne che danno struttura al geo-blog03

interfaccia di accesso per m’appare0�

21�

Page 217: modalitàPOST.IT

tegoria Post.It. I post (articoli), per essere visibili nella mappa dovranno essere associati ad un ipotetica categorie. Le ca-tegorie di selezione corrispondono alla suddivisione adottata nelle pratiche analizate. quindi ogni pratica inserita avrai un segnaposto identificativo caratterizzato dal colore della cate-goria di appartenenza. Cerca Post.it: finestra di ricerca all’interno del database (archi-vio delle differenti pratiche inserite)Tag Post.it: catalogazione per parole calde. Ogni pratica è stata inserita tenendo a mente le sue caratteritiche peculiari riscontrante nella mappa dei percorso di ricerca. Categoria Post.it: inoltre ogni pratica è stata catalogata attra-verso 5 grandi categorie, attraverso un lettura approfondita, di quei caratteri comuni rilevanti che potessero accomunare le differenti “pratiche vitali”.

la colonna di destra, è composta da altre sezioni:

Cerca Post.it: finestra di ricerca all’interno del databaseBook Post.it: linkando questa sezione si potrà accedere all’ela-borato integrale di tesi in versione pdf. sarà possibile scorre-re tutte le pagine e attraverso un’altra finestra di ricerca sarà possibile interrogare l’intera tesi, sempre per parole o parti di testo.Presentazione Post.it: linkando questa sezione sarà possibile accedere alla presentazione in power point dell’elaborato di tesiLink Post.it: selezione di link utili in merito al tema di tesi.

movimenti-cittadini

mappa conflitti-cittadini

artisti- cittadini

tecnologie-cittadini

giochi-cittadini

P D

P

D

Puntuali

Diffusi

Legenda di catalogazione: le 5 grandi categorie in cui sono state catalogate le pratiche vitali

0�

21�

Page 218: modalitàPOST.IT

1. PRATICHE V ITALI

A

Aguilera F.G., 200�. “Arte, Ciudadanía y espacio público”, in On the w@terfont N 5. CER Polis BarcelonaAlexander, �975. “A city is not a tree”, in Architectural Forum, Vol �22Amin A., Thrift N., 2005. Città. Ripensare la dimensione ur-bana ,il Mulino. Bologna

B

Balducci A., 200�.”la produzione dal basso di beni pubblici urbani. Introduzione” in Urbanistica n. �23Bertoncin M., 2007. Territorialità: necessità di regole condi-vise e nuovi vissuti territoriali: atti del Convegno, Rovigo, 8-9 giugno 200� , Marina Bertoncin, Andrea Pase (a cura di). Franco Angeli, Milano

C

Camarda D., 2004. “Interazione geo-referenziata multiagente in un caso di pianificazione ambientale a scala micro-urbana” ,in Archivio di studi urbani e regionali, Franco Angeli n°80, MilanoCanevacci M., �993.Saggio sull’antropologia della comuni-cazione urbana. SEAM RomaCanevacci M., 2002. Dove è andata la società? in Gomorra n.� Meltemi. RomaCareri F., 2002. Walkscapes. Walking a san Aesthetic Practice. Editorial Gustavo Gili. BarcelonaCarta M, 200�. Next city; culture city. Roma.MeltemiChoay F, �983.La città: utopie e realtà. Einaudi.TorinoCognetti 2003, Eventi come strategie di radicamento. politiche di ridefinizione dei territori locali. Dissertazione di dottorato, IUAV, VeneziaCottino P., 2003. la Città imprevista. Il dissenso nell’uso dello spazio urbano. Eleuthera. MilanoCrosta P.L., �998. Politiche: quale conoscenza per l’azione territoriale. Franco Angeli. MilanoCrosta P.L., �99�. “l’interazione sociale in pratiche profes-sionali?”, in Urbanistica n. �0�. inu edizioni. Roma

D

De Bonis L., 2002 .“tecnologie di comunicazione e tecnologie

•••

••••

••••

•••

••••

BIBLIOGRAFIA

21�

Page 219: modalitàPOST.IT

di pianificazione”, Inchiesta n. �35. Tecnologie, soggettività, relazioni, contesti. A cura di S. Dinelli, Dedalo. BariDecandia L., 2000. Dell’identità. Saggio sui Luoghi: per una critica della razionalità urbanistica. Rubettino. Soneria Manel-liDecandia L., 200�. Anime di LuoghiDecandia L., 200� . “Il tempo e l’invisibile: dalla città mod-erna alla città contemporanea”, in Scandurra, E., Cellamare, C. e Bottaio, P., Labirinti della citta contemporanea. Meltemi.RomaDe Certeau 2001 (�990) L’invenzione del quotidiano, Edizioni lavoro, Roma Deleuze G.,Guattari F.,�997. Rizoma. Castelvechi. RomaDewey J.,1951. Arte come esperienza. La Nuova Italia. Firenze

F

Faré I., Piardi S.,2003, Nuove specie di spazi, Liguori, Mi-lanoFerraresi M.,2005. La società del consumo. Lessico della postmodernità. Carocci Editore. RomaFerraresi M.,200�. La società del tempo libero. Arcipelago. Edizioni. MilanoFlorida R., 2003. L’ascesa della nuova classe creativa. Mon-datori.Milano

G

Geddes P., �970. Città in evoluzione. Il saggiatore. MilanoGoleman D.,�99�. L’intelligenza emotiva. Rizzoli. Milano

H

Healey P.,200�. la crisi della modernità. NET. Milano

I Infante C.,200� PerformingMedia politica e poetica delle reti, Edizioni Memoria

J Jedlowsky P.,�99�. Il sapere dell’esperienza. Il Saggiatore. MilanoJedlowsky P.,2003. Fogli nella valigia. Sociologia, cultura, vita quotidiana. Il Mulino. Bologna

••

••

••••

•••••••••••••

••••

21�

Page 220: modalitàPOST.IT

. B IBL IOGRAFIA

L

Lefebvre H.,�97�. la produzione dello spazio. Mozzi. MilanoLefebvre H.,�9�8. Il diritto alla città. Padova. MarsilioLefebvre H.,�973. La rivoluzione urbana. A. Armando.RomaLévy P.,2002 (�99�). L’intelligenza collettiva. Per un’antropologia del cyberspazio. Feltrinelli. MilanoLynch K.,200� (�9�0). L’immagine della città. Venezia. Mar-silio

M

Maffesoli M.,2000. Elogio della ragione sensibile. SEAM. FormelloMaffesoli M.,�99�. La contemplazione del mondo: figure dello stile comunitario. Costa & Nolan. GenovaMarrone G., Pezzini I.,200�, Senso e metropoli. Per una semi-otica posturbana, MeltemiMcClellan J., 2003, Get caught mapping. http://technology.guardian.co.uk/online/story/0,3�05,922337,00.htmlMelucci A. �99�. Creatività: miti discorsi, processi. Feltrinel-li. MilanoMelucci A., 2000, Parole chiave per un nuovo lessico urbano delle scienze sociali, Carocci, RomaMultiplicity 2003. USE Uncertain States of Europe. Skira. Mi-lanoMunford L.,�9�7. La città nella storia. Bombiani. Milano

P

Paba G., 200�. Insurgent city. Racconti e geografie di un’altra Firenze. Media Print. FirenzePasqui G., 200�. Il territorio delle politiche. Innovazione so-ciale e pratiche di pianificazione. Franco Angeli. MilanoPerniola M., �998. I situazionalisti. Il Movimento che ha pro-fetizzato la “Società dello spettacolo”. Castelvecchi. RomaPirelli L. , 200�. “l’arte trasforma lo spazio pubblico” in Ur-banistica n. �25. INU editore. Roma

R

Ruggiero V. , 2000. Movimenti nella città. Bollati Boringhieri. Torino

S

•••••••

••••

•••••

••••

•••

220

Page 221: modalitàPOST.IT

Sandercock L.,2003. Cosmopolis II: Mongrel Cities of the 2� st Century. Continuum Intl Pub Group. LondonSandercock L., �999. “traslations; from insurgent planning practices to radical planning discourses” in Plurimondi, I, 2. Dedalo. BariScandurra E., �999. La città che non c’è. La pianificazione al tramonto. Dedalo. BariScandurra E, 200�, gli stormi e l’urbanistica, Mantelmi, RomaScopini M, 2003. Networking City. Artistic pratices and Urban Trasformation. Maschietto editore. FirenzeSlavi M., 2002. Avventure urbane. Progettare la città con gli abitanti. Elèuthera. Milano

T

Tosoni P.,�999. Derive della cultura architettonica. CELID.Torino

V

Virno P.,2002. Grammatica della moltitudine. Per un’analisi delle forme di vita contemporanee. DeriveApprodi. Roma

W

Whyte W.H., �980.The Social Life of Small Urban Spaces

••••

••••

••••

221