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S ulle strade italiane circola una flotta di ol- tre 51 milioni di mezzi, considerando le auto (nettamente prevalenti), le “due ruote” a motore (in robusta crescita), i mezzi adibiti al trasporto merci (che contendono alle moto il primato in termini di aumento) e gli autobus. Una flotta cresciuta di oltre 6 mi- lioni di unità solo negli ultimi otto anni. Sia- mo praticamente arrivati a un veicolo per cia- scun italiano; qualcosa in più se si conside- rano solo i patentati. In assoluto la crescita più esplosiva è stata, co- me già accennato, quella di ciclomotori e motocicli, lievitati di quasi il 30 per cento dal 2000 a oggi e ormai ampiamente al di sopra dei dieci milioni di unità. Un anda- mento analogo lo ha registrato la flotta dei veicoli adibiti al trasporto merci. Anche in questo caso negli ultimi otto anni la dina- mica è stata particolarmente elevata: più 28 per cento. In valore assoluto circa un milio- ne di mezzi in più sono oggi presenti sulle nostre strade. Meno accentuato, ma pur sem- pre notevole, il tasso di crescita delle auto: più 8 per cento. A impressionare, in questo caso, è il valore assoluto. Quindicinale di informazione per ingegneri e architetti 1563 dal1952 N. 18 - 1 Novembre 2008 - Anno 56 - Quindicinale - t 1 - Abbonamento t 20 - Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB Milano (contiene I.P.) http://www.giornaleingegnere.it Negli ultimi anni strade e ferrovie non hanno registrato una crescita significativa Mobilità e sistema dei trasporti: l’Italia paga una grave carenza di infrastrutture Davide Canevari M etano e altri idrocarburi gassosi formano, in adat- te condizioni di pressio- ne e temperatura, solidi cristallini (idrati o clatrati dei gas) simili al ghiaccio, in grado di intrappolare grandi quantità di gas (160-180 m 3 per m 3 di solido). Nelle zone di permafrost del pianeta e, soprat- tutto, sotto i fondali oceanici, esi- stono quantitativi immensi di idra- ti del gas naturale, potenzialmen- te in grado di fornire una energia superiore a quella di tutte le altre fonti fossili, carbone incluso (fig. 1 e 2 a pag. 5). Per una più completa informa- zione si rimanda a precedenti ar- ticoli e al testo “Energia immen- sa e sfida ambientale: gli idrati del metano” (vedi nota a pag. 5). Da almeno un paio di decenni al- cuni Paesi si interessano attiva- mente alla possibilità di utilizzare gli idrati a fini energetici. I più at- tivi fin dall’inizio sono stati il Ca- nada, gli Stati Uniti, il Giappone e la Norvegia. Ricerche sugli idrati sono condotte anche da altri Pae- si, tra cui India e Cina. La crisi finanziaria mondiale prof. ing. Franco Velonà Energia dagli idrati, inizia il conto alla rovescia prof. ing. Carlo Giavarini Il piano complessivo è stato presentato dal presidente Maiani CNR, Lombardia e Piemonte contro la “fuga dei cervelli” Roberto Di Sanzo segue a pag. 2 segue a pag. 5 U n progetto per sostenere la ricerca scientifica in Lom- bardia e – di conseguenza – rispondere con un’azione mirata e concreta al delicato problema del- la “fuga dei cervelli”. Sono questi i principali obiettivi che si pone l’iniziativa “Mind in Italy”, presentato nei giorni scorsi a Milano da Roberto Formigoni, Presidente della Regione Lombar- dia, e dal professor Luciano Maia- ni, Presidente del Cnr, Consiglio Nazionale delle Ricerche. Regio- ne Lombardia e Cnr hanno firma- to un Accordo Quadro che preve- de l’attuazione di 4 progetti di ri- cerca, finalizzati all’inserimento di giovani in programmi triennali di Ricerca e Sviluppo. V arie possono essere le origini della crisi finan- ziaria che si sta esten- dendo da un continente all'al- tro. Certamente vi è stata una bolla speculativa informatica che ha favorito la diffusione di prodotti derivati o “future”. E poi la bolla edilizia, con mu- tui che sono partiti da interes- si del 2% e sono oggi triplica- ti (una vera e propria trappo- la per i ceti medi), nonché il deprezzamento del dollaro, che ha finito per portare fuori dagli USA, e in special modo verso la Cina, ingenti capitali. Nei decenni passati erano pre- valenti le imprese manifattu- riere e agli investimenti corri- spondevano reali produzioni di beni che davano garanzie ai risparmiatori. Le “banche commerciali” si li- mitavano in genere a prospet- tare i maggiori rischi (con pos- sibili maggiori guadagni) delle azioni rispetto alle obbligazio- ni delle diverse aziende. Negli ultimi anni, invece, sono stati offerti sempre più - so- prattutto da “banche di inve- stimenti” - pacchetti com- plessi e tutt’altro che traspa- renti ...che contenevano, e contengono ancora, elemen- ti “tossici”. In virtù della globalizzazione dei mercati, si sono così espor- tati, da un Paese all’altro, ri- schi e perdite connessi con spregiudicate iniziative di “top managers” di società finanzia- rie di notevole rilievo. segue a pag. 3 segue a pag. 4 foto: Ouyang Youheng foto: F. Ward Le nanotecnologie e l’esempio del “sol-gel” A. Cigada e B. Del Curto La tecnologia “sol-gel” è un esem- pio di come sia possibile ottenere, a basso costo, prodotti ed applicazio- ni estremamente diversificati tra- mite il controllo, su scala nanome- trica, di svariati ossidi. Tale appli- cazione assume particolare impor- tanza nel settore tessile. a pagina 6 INNOVAZIONE La compatibilità elettromagnetica e l’Unione europea Claudio Donghi Nella consueta rubrica dedicata al- la normativa, vi proponiamo il qua- dro generale delle regole europee che riguardano la compatibilità elettro- magnetica. Uno spazio viene poi dedicato alle UNI/TS 11300 sul- l’edilizia e il risparmio energetico e alla qualità e sicurezza degli im- pianti a gas. a pagina 7 NORMATIVA Intervista al presidente Rodolfo Nobile Roberto Di Sanzo Rodolfo Nobile, presidente dell’Or- dine degli Ingegneri della Provin- cia di Taranto, realtà che può con- tare su oltre 1.800 iscritti, propone la nascita di una Borsa dell’inge- gneria. L’obiettivo è quello di offri- re risposte concrete alle richieste che giungono sempre più insistenti dal mondo del lavoro. a pagina 8 ORDINI L’acqua e il deflusso minimo vitale Guido Viola Analisi e considerazioni sul deflus- so minimo vitale, ovvero su quello che può essere considerato il quan- titativo d’acqua che deve essere pre- sente lungo i corpi idrici, affinché siano salvaguardate le caratteristi- che fisiche e chimiche della stessa. a pagina 10 AMBIENTE Il ricordo dell’inventore Alessandro Cruto Andrea Albini Si celebra quest’anno il centenario della scomparsa dell’inventore pie- montese Alessandro Cruto. La sua vita fu segnata da una passione ine- sauribile per la scienza e tra le sue intuizioni più significative c’è sicu- ramente quella della produzione di lampade elettriche. a pagina 12 ANNIVERSARIO

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Sulle strade italiane circola una flotta di ol-tre 51 milioni di mezzi, considerando leauto (nettamente prevalenti), le “due

ruote” a motore (in robusta crescita), i mezziadibiti al trasporto merci (che contendonoalle moto il primato in termini di aumento) egli autobus. Una flotta cresciuta di oltre 6 mi-lioni di unità solo negli ultimi otto anni. Sia-mo praticamente arrivati a un veicolo per cia-scun italiano; qualcosa in più se si conside-rano solo i patentati.In assoluto la crescita più esplosiva è stata, co-me già accennato, quella di ciclomotori emotocicli, lievitati di quasi il 30 per centodal 2000 a oggi e ormai ampiamente al disopra dei dieci milioni di unità. Un anda-mento analogo lo ha registrato la flotta deiveicoli adibiti al trasporto merci. Anche inquesto caso negli ultimi otto anni la dina-mica è stata particolarmente elevata: più 28per cento. In valore assoluto circa un milio-ne di mezzi in più sono oggi presenti sullenostre strade. Meno accentuato, ma pur sem-pre notevole, il tasso di crescita delle auto: più8 per cento. A impressionare, in questo caso,è il valore assoluto.

Quindicinaledi informazione

per ingegnerie architetti

1563

dal 1952

N. 18 - 1 Novembre 2008 - Anno 56 - Quindicinale - t 1 - Abbonamento t 20 - Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB Milano (contiene I.P.) http://www.giornaleingegnere.it

Negli ultimi anni strade e ferrovie non hanno registrato una crescita significativa

Mobilità e sistema dei trasporti: l’Italiapaga una grave carenza di infrastrutture

Davide Canevari

Metano e altri idrocarburigassosi formano, in adat-te condizioni di pressio-

ne e temperatura, solidi cristallini(idrati o clatrati dei gas) simili alghiaccio, in grado di intrappolaregrandi quantità di gas (160-180m3 per m3 di solido). Nelle zone dipermafrost del pianeta e, soprat-tutto, sotto i fondali oceanici, esi-stono quantitativi immensi di idra-

ti del gas naturale, potenzialmen-te in grado di fornire una energiasuperiore a quella di tutte le altrefonti fossili, carbone incluso (fig.1 e 2 a pag. 5).Per una più completa informa-zione si rimanda a precedenti ar-ticoli e al testo “Energia immen-sa e sfida ambientale: gli idrati delmetano” (vedi nota a pag. 5). Da almeno un paio di decenni al-

cuni Paesi si interessano attiva-mente alla possibilità di utilizzaregli idrati a fini energetici. I più at-tivi fin dall’inizio sono stati il Ca-nada, gli Stati Uniti, il Giappone ela Norvegia. Ricerche sugli idratisono condotte anche da altri Pae-si, tra cui India e Cina.

La crisifinanziariamondiale

prof. ing. Franco Velonà

Energia dagli idrati,inizia il conto alla rovescia

prof. ing. Carlo Giavarini

Il piano complessivo è stato presentato dal presidente Maiani

CNR, Lombardia e Piemontecontro la “fuga dei cervelli”

Roberto Di Sanzo

segue a pag. 2segue a pag. 5

Un progetto per sostenere laricerca scientifica in Lom-bardia e – di conseguenza –

rispondere con un’azione mirata econcreta al delicato problema del-la “fuga dei cervelli”. Sono questi i principali obiettiviche si pone l’iniziativa “Mind inItaly”, presentato nei giorni scorsi aMilano da Roberto Formigoni,Presidente della Regione Lombar-dia, e dal professor Luciano Maia-ni, Presidente del Cnr, ConsiglioNazionale delle Ricerche. Regio-ne Lombardia e Cnr hanno firma-to un Accordo Quadro che preve-de l’attuazione di 4 progetti di ri-cerca, finalizzati all’inserimento digiovani in programmi triennali diRicerca e Sviluppo.

V arie possono essere leorigini della crisi finan-ziaria che si sta esten-

dendo da un continente all'al-tro. Certamente vi è stata unabolla speculativa informaticache ha favorito la diffusione diprodotti derivati o “future”. E poi la bolla edilizia, con mu-tui che sono partiti da interes-si del 2% e sono oggi triplica-ti (una vera e propria trappo-la per i ceti medi), nonché ildeprezzamento del dollaro,che ha finito per portare fuoridagli USA, e in special modoverso la Cina, ingenti capitali.Nei decenni passati erano pre-valenti le imprese manifattu-riere e agli investimenti corri-spondevano reali produzionidi beni che davano garanzieai risparmiatori. Le “banche commerciali” si li-mitavano in genere a prospet-tare i maggiori rischi (con pos-sibili maggiori guadagni) delleazioni rispetto alle obbligazio-ni delle diverse aziende.Negli ultimi anni, invece, sonostati offerti sempre più - so-prattutto da “banche di inve-stimenti” - pacchetti com-plessi e tutt’altro che traspa-renti ...che contenevano, econtengono ancora, elemen-ti “tossici”. In virtù della globalizzazionedei mercati, si sono così espor-tati, da un Paese all’altro, ri-schi e perdite connessi conspregiudicate iniziative di “topmanagers” di società finanzia-rie di notevole rilievo.

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Le nanotecnologiee l’esempiodel “sol-gel”� A. Cigada e B. Del Curto

La tecnologia “sol-gel” è un esem-pio di come sia possibile ottenere, abasso costo, prodotti ed applicazio-ni estremamente diversificati tra-mite il controllo, su scala nanome-trica, di svariati ossidi. Tale appli-cazione assume particolare impor-tanza nel settore tessile.

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INNOVAZIONE

La compatibilitàelettromagneticae l’Unione europea� Claudio Donghi

Nella consueta rubrica dedicata al-la normativa, vi proponiamo il qua-dro generale delle regole europee cheriguardano la compatibilità elettro-magnetica. Uno spazio viene poidedicato alle UNI/TS 11300 sul-l’edilizia e il risparmio energetico ealla qualità e sicurezza degli im-pianti a gas.

a pagina 7

NORMATIVA

Intervista al presidenteRodolfo Nobile � Roberto Di Sanzo

Rodolfo Nobile, presidente dell’Or-dine degli Ingegneri della Provin-cia di Taranto, realtà che può con-tare su oltre 1.800 iscritti, proponela nascita di una Borsa dell’inge-gneria. L’obiettivo è quello di offri-re risposte concrete alle richieste chegiungono sempre più insistenti dalmondo del lavoro.

a pagina 8

ORDINI

L’acquae il deflussominimo vitale � Guido Viola

Analisi e considerazioni sul deflus-so minimo vitale, ovvero su quelloche può essere considerato il quan-titativo d’acqua che deve essere pre-sente lungo i corpi idrici, affinchésiano salvaguardate le caratteristi-che fisiche e chimiche della stessa.

a pagina 10

AMBIENTE

Il ricordodell’inventoreAlessandro Cruto � Andrea Albini

Si celebra quest’anno il centenariodella scomparsa dell’inventore pie-montese Alessandro Cruto. La suavita fu segnata da una passione ine-sauribile per la scienza e tra le sueintuizioni più significative c’è sicu-ramente quella della produzione dilampade elettriche.

a pagina 12

ANNIVERSARIO

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2 IL GIORNALE dell’INGEGNERE N. 18 - 1 Novembre 2008

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Comitato d’onoreEdoardo Bregani, Vittore Ceretti,

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AREA TECNICA, ECONOMICA,NORMATIVA E PROFESSIONALEMario Abate, Pierangelo Andreini, Gui-do Arrigoni, Giancarlo Bobbo, Gian-mario Bolloli, Sergio Brofferio, Giu-seppe Callarame, Vittorio Carnemol-la, Franco Cianflone, Sergio Clarelli,Piercarlo Comolli, Antonio De Mar-co, Gabriele Di Caprio, Mario Ghezzi,Gian Carlo Giuliani, Leopoldo Iaria,Franco Ligonzo, Ernesto Pedrocchi,Giovanni Rigone, Michele Rossi, Al-berto Rovetta, Angelo Selis, GiorgioSimeone, Franco Sironi, Andrea Som-maruga, Francesco Tozzi Spadoni,Giorgio Valentini

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Presidenti degli Ordini e Collegi abbonati al Giornale dell’Ingegnere

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Napoli: Luigi Vinci; Novara: Gian-carlo Ferrera; Parma: Angelo Tede-schi; Pavia: Giampiero Canevari; Pia-cenza: Fabrizio Perazzi; Reggio Emi-lia: Piero Antonio Gasparini; Sondrio:Enrico Moratti; Torino: Ilario Cursaro;Trento: Alberto Salizzoni; Treviso:Vittorino Dal Cin; Varese: RobertaBesozzi; Verbania: Alberto Gagliardi;Vercelli: Guido Torello; Verona: Ma-rio Zocca.

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Accadeva anni fa201 Novembre 1988

Il Giornale dell’Ingegnere del1° novembre 1988 dedicavaampio spazio al CongressoNazionale di categoriasvoltosi poco prima a Roma eincentrato sul tema “La crisidei sistemi urbani eterritoriali: il ruolodell’ingegnere”.Il peso specifico delprofessionista nella societàcontemporanea: è semprequesto il tema che, prima diallora e anche al giorno d’oggi,continua ad essere al centrodelle analisi e delle valutazionidegli appuntamenticongressuali. Assunzione diresponsabilità, un “rischio”(se così si può definire) che gliingegneri sono sempre statidisposti a correre, per il benedella collettività. Eppurespesso bisogna combatterecon alcune pratiche“disinvolte” che non fannoparte degli “usi e costumi”dell’ingegneria. “Ognirealizzazione della tecnica – sileggeva nell’articolo – corre ilrischio, che si verificapuntualmente, di esserevanificata dalla spregiudicataviolazione delle norme. E alla

luce di questa impostazione,si capisce come tutto ildibattito in corso sul pesodella categoria ingegneristicanon sia di caratterecorporativo”. E ancora:“L’ingegnere italiano nonconduce una battaglia diretroguardia (…). Se non c’è ilrispetto delle regole del gioco,se i fondamenti di uno Stato didiritto vengono impunementeaggirati, viene meno quelquadro di certezze in cui deveesplicarsi una professione chenei secoli ha prodotto lecondizioni oggettive in cui sisvolge la vita produttiva e incui si esprime la stessacondizione dell’uomo”.Grande importanza,ovviamente, era riservata allamozione finale, il sunto deilavori congressuali e dellerichieste che la categoriaavanza al mondo politico,economico e sociale. “Ciò chegli ingegneri chiedono –veniva sottolineato nel testo -e che la mozione finale delcongresso afferma con vigore,è la necessità di un migliorcoordinamento delle forzeche operano nel campotecnico e scientifico, affinchésenza ulteriori ritardi, si

possa procedere ad unamaggior umanizzazione dellaqualità del’ambiente,attraverso una riscoperta difondamentali valori di vita”. Una mozione che “più avanti –ed è questo e soltanto questoil ‘politico’ cui tende oggil’ingegnere – afferma lanecessità di una più completaelaborazione delle leggi edelle normative per unarazionale utilizzazione deiruoli, delle tecniche e deimateriali, a salvaguardia deivalori storici acquisiti, allostesso modo in cui siaffrontano le più avanzatetecnologie”. Ecco, quindi, l’auspicio dellamozione e di tutti gliingegneri riuniti a Roma: “Sideve arrivare a unariqualificazione,all’adeguamento e alpotenziamento degliorganismi pubblici, che incollaborazione con gliingegneri e le lororappresentanze istituzionali,siano cerniera e supportointorno ai quali devonoruotare, per gli aspetti propri,il mondo politico,amministrativo, professionalee imprenditoriale”.

DALLA PRIMA PAGINA

I l problema può essereaggravato dalla attenua-zione rispetto a tempi

lontani di valori etici fonda-mentali, oltre che da inade-guate regolamentazioni e in-sufficienti contolli. Le “car-tolarizzazioni” (termine chemi è apparso sempre stra-no) hanno prodotto un cer-to boom iniziale, ma ora

sembra stiano creando diffi-coltà alle stesse società fi-nanziarie, banche, assicura-zioni, etc.Si sta ricorrendo, speriamoefficacemente, a robusteazioni di salvataggio pub-blico; ma, negli USA, sonoanche in carcere presidentie “chief-executive” che han-no rischiato troppo con ca-pitali non propri. Speriamoche la crisi mondiale si ar-

resti e che, nel nostro Paese,non si aggiungano mali pre-sistenti; come da altre crisidel passato, auspichiamoche si produca invece unrinnovamento sociale e mo-rale, a favore della parte sa-na dell’Italia che è la stra-grande maggioranza. Il ri-emergere di valenti indu-striali e imprenditori, menoattratti da affari e specula-zioni, è quanto auspicato an-

che da Marco Vitale in unarticolo su “Il Sole 24 ore”del 28 settembre scorso. Ioconcluderei queste note con:“meno software e più hard-ware”, cioè più fabbriche eimpianti con ritorni econo-mici non necessariamente abreve termine, come è inve-ce avvenuto negli ultimiquindici anni, in particolarein Italia, nel settore della pro-duzione di energia elettrica.

Economia, meno software e più hardwareprof. ing. Franco Velonà

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N. 18 - 1 Novembre 2008 IL GIORNALE dell’INGEGNERE 3

RICERCA/1

Tale progetto sarà rea-lizzato con il conferi-mento di 64 contratti

a tempo determinato, 43 as-segni di ricerca, 5 dottorati e30 borse master in “RicercaIndustriale”, per un totale di142 posizioni. I progetti di ri-cerca sono i seguenti: Nuovetecnologie e strumenti per l’ef-ficienza energetica e l’utilizzodelle fonti rinnovabili negli usifinali civili (34 posti); Risorsebiologiche e tecnologie inno-vative per lo sviluppo sosteni-bile del sistema agro-alimen-tare (21 posti); Processi high-tech e prodotti orientati alconsumatore per la competi-tività del manifatturiero lom-bardo (59 posti); Nanoscienzeper materiali e applicazionibiomediche (28 posti). Per l’attuazione dei 4 proget-ti di ricerca sono stati impe-gnati complessivamente 40milioni di euro (20 milioni dalCnr e 20 milioni da RegioneLombardia), mentre per la se-lezione del nuovo personaleprevisto dai bandi sono desti-nati 12 dei 40 milioni di eurocomplessivi.Esprime soddisfazione perl’accordo raggiunto il Presi-dente della Regione Lombar-dia, Roberto Formigoni, cheha messo in risalto i dati del-l’eccellenza lombarda nelcampo della ricerca in Italiaed in Europa.“Abbiamo dodici università -ha spiegato Formigoni -, ilmaggior numero di ricerca-tori in Italia e ben 28 fra sedie articolazioni territoriali del

Cnr, il più grande ente di ri-cerca nazionale, e oltre il 40%dei brevetti depositati da sog-getti italiani presso l’Epo, l’uf-ficio europeo dei brevetti, ne-gli ultimi dieci anni è lom-bardo”. Uno sforzo di investimentostrategico ed economico: “Nel-la ricerca abbiamo investito inquesti anni migliaia di milio-

ni. La Lombardia ha bisognodi ciò che nasce dalla ricerca,dalla coltivazione dei talenti edel capitale umano, anche perfare in modo che le nostreaziende, soprattutto quelle pic-cole e piccolissime, possanogiovarsi del contributo di in-novazione che nasce dalla ri-cerca: un settore che sta an-dando molto bene, nel qualestiamo investendo e che sta

dando frutti per un posiziona-mento della Regione Lom-bardia nel mondo”.Il Cnr lombardo, nei cui isti-tuti saranno realizzati i quat-tro progetti, contribuisce allaformazione dei giovani e allosviluppo della ricerca scientifi-ca con 1.094 ricercatori e oltre4 milioni di euro, cifra che co-stituisce il 17% della totalitàdegli investimenti in ricercascientifica nel territorio lom-bardo. “Lo sforzo del Cnr assieme aquello della Lombardia, primaregione in Italia nel sostegnoalla ricerca – ha detto il pro-fessor Luciano Maiani – è unsegnale positivo, soprattutto afronte di una situazione na-zionale con diverse criticità”.Infatti, nonostante la crescitaregistrata, l’Italia impiega inquesto settore un numero dirisorse umane ancora basso(110.595 unità), con un rap-porto, rispetto al totale dellaforza lavoro, di circa mezzoricercatore ogni 1.000 unità.Numeri che vogliono dire che– a livello internazionale – ilnostro Paese occupa il penul-timo posto, dopo la Finlandia(2,229 ricercatori ogni 1.000unità), la Svezia (1,623), la Da-nimarca (1,481) e il Giappo-ne (1,349).“I dati mostrano, d’altro canto- ha aggiunto Luciano Maiani-, che le risorse pro-capite con-quistate in Europa dai ricerca-tori italiani sono decisamentesuperiori a quelle della mediaeuropea e indicano quindi cheil problema è nella consistenzanumerica dei ricercatori in Ita-lia piuttosto che nella qualità”.

Stanziate nuove risorse per fronteggiare la “fuga dei cervelli”Lombardia e CNR hanno presentato quattro Progetti di Ricerca

Roberto Di Sanzo

segue da pag. 1

Un accordo per sostenere i ricerca-tori italiani, che avrà tra i suoi prin-cipali obiettivi quello di innalzare il

livello complessivo della qualità e dell’effi-cacia del sistema. E’ questo uno dei puntisalienti del protocollo d’intesa firmato dal-la Regione Piemonte, dal Consiglio Na-zionale delle Ricerche, l’Istituto Nazionaledi Ricerca Metrologica, l’Istituto Naziona-le di Fisica Nucleare e dall’Ente per le Nuo-ve tecnologie, l’Energia e l’Ambiente. L’ac-cordo, che avrà una durata triennale, pre-vede nel primo anno l’attivazione di 45 as-segni di ricerca biennali e 14 figure di “vi-siting scientist” per una spesa complessiva- a carico della Regione Piemonte - di cir-ca un milione di euro. Sono quattro lineed’azione su cui agirà l’intesa: innanzitutto,il contenimento della “fuga di cervelli”. Insecondo luogo, si cercherà di favorire il ri-entro dall’estero dei ricercatori italiani chelavorano presso atenei e centri di ricercaeuropei o extraeuropei. La terza linea diintervento sarà focalizzata sulla possibilitàdi attrarre ricercatori stranieri interessati aesercitare presso i laboratori degli ateneipiemontesi. Infine, si punterà sul recluta-mento di visiting scientist italiani o stra-nieri che siano disposti a lavorare stabil-mente presso un ateneo o un centro di ri-cerca straniero, svolgendo attività in lineacon quelle del laboratorio piemontese ospi-tante. “L’accordo – ha sottolineato AndreaBairati, assessore all’Università e alla Ri-cerca della Regione Piemonte - si può con-siderare una prima applicazione concreta difederalismo nel campo dellaricerca. In questi anni abbia-mo investito oltre 300 mi-lioni di euro per la ricerca eper il sistema universitariopiemontese a favore del di-ritto allo studio, della resi-denzialità e dell’edilizia uni-versitaria, degli assegni di ri-cerca per il contenimentodella fuga dei cervelli”.Il progetto riguarda circa 60assegnisti e mette in campo1 milione di euro all’anno per i prossimiquattro anni, si inserisce nel più ampio pro-getto di “valorizzazione del capitale umano”che vede la Regione Piemonte fortementeimpegnata in 4 accordi in atto, 13 enti co-involti (4 atenei piemontesi, 4 istituti scien-tifici a livello nazionale, 4 conservatori mu-sicali, 1 accademia di belle arti), oltre 1000tra ricercatori e scienziati coinvolti e circa25 milioni di euro di finanziamento che at-tiveranno un volume di spesa di oltre 40milioni di euro nei prossimi tre anni.“La mobilità intellettuale è altamente for-mativa – ha commentato il Presidente delConsiglio Nazionale delle Ricerche (CNR),Luciano Maiani - occorre però fornire aigiovani ‘cervelli’ italiani e stranieri condi-zioni certe di inserimento e di avanzamentonel mondo del lavoro, mediante selezioni

meritocratiche. Inoltre, la politica della ri-cerca ha bisogno di un forte radicamentoterritoriale e in questa prospettiva, gli ac-cordi con gli enti locali rivestono una par-ticolare importanza”.Soddisfatto dell’accordo raggiunto ancheElio Biava, Presidente dell’Istituto Nazio-nale di Ricerca Metrologica (INRIM) cheapprezza l’impegno della Regione Pie-

monte “nel favorire la cre-scita del ‘capitale umano’ inambito scientifico, appog-giando le attività di giovaniricercatori presso i laborato-ri degli Enti pubblici di ri-cerca presenti nell’area pie-montese”.“La ricerca fondamentale ri-chiede strumenti tecnologi-ci d’avanguardia – ha com-mentato il Presidente dell’I-stituto Nazionale di Fisica

Nucleare (INFN), Roberto Petronzio -.Questi strumenti trovano poi applicazio-ne immediata in diversi settori di interessegenerale. Le regioni possono giocare unimportante ruolo, sostenendo lo sviluppo diqueste tecnologie”.Infine, ecco il parere di Luigi Paganetto,Presidente dell’Ente per le Nuove tecno-logie, l’Energia e l’Ambiente (ENEA): “Sia-mo lieti di collaborare a un progetto scien-tifico di alto livello che contribuisce confatti concreti a potenziare la ricerca nel no-stro paese. La valorizzazione e la creazionedi opportunità per i giovani talenti è dasempre obiettivo primario dell’ente. Questoaccordo mette a disposizione diversi asse-gni di ricerca presso il Centro ENEA diSaluggia e presso la partecipata FN S.p.A econtratti semestrali di visiting scientist”.

RICERCA/2

Importante impegno anche in Piemonte

Ammontanoa 40 milioni di euroi fondi stanziati;un importante sforzo strategicoed economico

Occorre garantirealle miglioririsorse umanecondizioni certedi avanzamentonel mondo del lavoro

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Sono molti gli indica-tori che dimostranocome quello dei tra-sporti sia stato, inquesti ultimi anni,uno dei settori a piùrapida crescita; e nonsolo in termini quan-titativi. Tra questi ap-pare molto significa-tivo lʼindice inerentela spesa degli italia-ni per le varie tipolo-gie di consumo. Nelpaniere delle famiglielʼauto e gli altri mezzidi trasporto sono an-dati, infatti, assu-mendo un ruolo cre-scente, per lo menoin termini di alloca-zione della spesa.Ponendo uguale a100 lʼindice nellʼanno1990, ad oggi la spe-sa media degli italia-ni risulta cresciuta del26 per cento. La vo-ce trasporti nel suo complesso è accreditata di un più 38 per cento. In particolare le spese di esercizio dei mezzi di trasporto registrano unbalzo in avanti del 51 per cento, superate solo dalle voci telecomunicazioni(più 368 per cento, principalmente a causa della telefonia mobile) e sani-tà (quasi raddoppiato lʼesborso familiare). Le spese per trasporti risultanocomunque cresciute più di altre voci quali ricreazione e cultura (più 36per cento), abitazioni (più 17 per cento) e alimentazione, solo per citare icapitoli di costo più significativi nel bilancio di una famiglia.

Siamo ormai al di sopra diquota 35 milioni di unità, 3milioni in più rispetto all’i-

nizio del ventunesimo secolo.Sostanzialmente stabili gli altriveicoli.La corsa del circolante non èstata supportata adeguata-mente da un analogo pro-gresso delle infrastrutture. Equesto, probabilmente, è l’e-lemento sul quale occorre-rebbe concentrare l’attenzio-ne, soprattutto da parte degliingegneri. I dati pubblicati dalConto Nazionale dei Tra-sporti, al riguardo, sono ab-bastanza sconfortanti. La re-te autostradale, sempre nelperiodo 2000-2007 è passatada 6.458 a 6.554 chilometri,guadagnando di fatto menodi 100 chilometri (più 1 percento in valore relativo). Va-

le la pena ricordare che nellostesso arco di tempo il circo-lante leggero (misurato in ter-mini di veicoli/chilometro) èaumentato del 16 per cento,mentre il traffico pesante hasegnato un più 18 per cento.Anche allargando lo sguardoagli ultimi diciotto anni la si-tuazione non muta; anzi sepossibile si aggrava. “La seriedei numeri indice a base fissa(1990=100) – spiegano i cu-ratori del Conto Nazionaledei Trasporti - evidenzia chenel periodo 1990-2006 si è re-gistrato un aumento del vo-lume del traffico sulle auto-strade concesse del 57,7 percento e, in particolare, del55,1 per cento per i veicolileggeri e del 66,3 per centocirca per quelli pesanti. L’or-dine di grandezza di tale datorisulta macroscopicamentedifferente da quello relativo

all’aumento chilometrico del-la rete autostradale che, nellostesso periodo, è stato del 5per cento circa”.L’uso di quel termine macro-scopicamente, da parte di unafonte comunque istituzionale(il Conto Na-zionale è l’or-gano statisticoufficiale delMinistero deiTrasporti) èforse l’elemen-to più signifi-cativo per de-scrivere la se-rietà del pro-blema.Appena mi-gliore la situazione delle altrestrade: da 161 mila chilome-tri, dotazione di inizio anno2000, si è arrivati ai quasi 169mila attuali con un progres-so del 4,7 per cento. Non tra-

scurabile ma, come visto net-tamente inferiore rispetto al-la crescita del parco mezzicircolante. Il quadro di gene-rale malessere appare anco-ra più grave se si passa da unavisione d’insieme del Sistema

Paese ad un’a-nalisi per ma-cro aree geo-grafiche. Spie-gano gli esper-ti del Ministe-ro dei Tra-sporti: “L’ItaliaSettentrionaleha la maggio-re dotazionedi autostradesia rispetto ai

residenti (1,2 chilometri ogni10.000 abitanti), sia rispettoalla superficie (2,8 chilometriogni 100 chilometri quadrati),sia rispetto al circolante (2,1chilometri ogni 10.000 veico-

li). Al contrario il Meridioneha una rete autostradale net-tamente inferiore a quella delNord Italia. Infatti, vi sono ri-spettivamente il 20 per cento,il 64 per cento ed il 17 percento in meno di chilometridi autostrade per abitante, perchilometro quadrato di su-perficie e per veicolo circo-lante”.Lo sbilanciamento evidenteviene in parte tamponato dal-la dotazione di altre strade:“Al contrario – proseguono -in rapporto ai veicoli circo-lanti, l’Italia Meridionale, con47,5 e 11,8 chilometri per vei-colo circolante, prevale sul re-sto d’Italia relativamente allestrade regionali e provincialied alle altre strade di interes-se nazionale”. Considerando la densità ditraffico risultano, poi, da “bol-lino rosso” ben 4 regioni:

Lombardia, Lazio, Campaniae Friuli Venezia Giulia, che sisegnalano come quelle con lamaggiore concentrazione diautovetture per chilometroquadrato di superficie.Inevitabile anche un accen-no alla situazione delle ferro-vie. Nonostante i tanti pro-clami sulla necessità di spo-stare una quota crescente deltraffico passeggeri, e soprat-tutto merci, sul ferro, l’offertaresta a dir poco ingessata. Ainizio 2000 la rete ferroviariavantava 16 mila chilometri dibinari; oggi siamo a 16.300.Un modestissimo scosta-mento del 2 per cento in ottoanni, con un tasso medio an-nuo inferiore allo 0,3 per cen-to. Dati che, da soli, rischianodi far “deragliare” ogni buonaintenzione di rendere più so-stenibile la mobilità del no-stro Paese.

4 IL GIORNALE dell’INGEGNERE N. 18 - 1 Novembre 2008

ATTUALITÀ ITALIA

Trasporti: aumentano i mezzi, ma la rete stradale non cresceDavide Canevari

segue da pag. 1

Il parco circolantesta lievitandocon un trend di quasi 2 punti all’anno;boom per le due ruote e i camion

Circolante su strada

Motocicli, motocarri e ciclomotoriAutovettureAutobusAutocarri e motriciAltro

Totale

8.217.00332.583.815

87.9563.493.531

812.596

45.194.901

2000

10.549.37335.297.282

96.0994.483.451

852.939

51.279.144

2007

28,38%8,33%9,26%

28,34%4,96%

13,46%

Variazione

3,55%1,04%1,16%3,54%0,62%

1,68%

Tasso medio annuo

Numero di mezzi per tipologia

Fonte: Conto Nazionale dei trasporti Anno 2008

Oltre 50 milioni di mezzi sulle strade italiane

Modalità

AutostradeAltre stradeTotale stradeRete ferroviaria elettrificataRete ferroviaria non elettrificata

Totale rete ferroviaria

6.478161.247167.725

10.7145.260

15.974

2000

6.554168.888175.442

11.3644.840

16.295

2007

1,17%4,73%4,60%6,07%

-7,98%

2,01%

Variazione

0,14%0,59%0,56%0,76%

-0,99%

0,25%

Tasso medio annuo

Estensione dell'infrastruttura (km)

Infrastrutture a "scartamento ridotto" rispetto alla crescita del circolante

Ma gli italiani non badano a spese!

Negli ultimi diciotto anni la movimentazione dellemerci in Italia è costantemente cresciuta. Consi-derando come indicatore le tonnellate/chilometro siè passati da quota 181 miliardi nel 1990 a 243 mi-liardi nel 2007, secondo le ultime proiezioni delConto Nazionale dei Trasporti. Il tasso di crescita èstato pari, dunque, a 27 punti percentuali.Lʼanalisi delle quote mercato delle diverse tipologianon riserva particolari sorprese. È nota la predilezione nostrana per la gomma (an-che se, come si legge su questo stesso numerodel Giornale dellʼIngegnere, lʼItalia non è affattolʼunico Paese europeo ad aver compiuto questascelta). Considerando solo gli spostamenti su camion dimedia e lunga distanza – oltre i 50 chilometri – nel2007 la strada si è aggiudicata uno share del 65 percento perfettamente in linea con il peso specifico re-gistrato a inizio anni Novanta. Tradotto in valore

assoluto, significa che oggi i camion sono respon-sabili della movimentazione di quasi 160 miliardidi tonnellate/chilometro allʼanno.La navigazione marittima di cabotaggio si aggiudi-ca la seconda posizione sopravanzando netta-mente la rotaia. La quota attuale del mare è pari al19,2 per cento e risulta in marcato progresso ri-spetto al 1990: più 31 per cento in termini di ton-nellate/chilometro.In lieve contrazione, invece, la rotaia che perde0,6 punti di quota mercato (dallʼ11,5 al 10,9 percento). Non stupisce lʼimpennata dellʼaereo (più78 per cento le tkm); ma in valore assoluto il ruo-lo di questa modalità rimane ancora molto con-tenuto.Insignificante la navigazione interna, mentre di pe-so è il ruolo giocato dagli oleodotti che negli ultimidiciotto anni hanno saputo mantenere inalterato illoro share nel panorama dei trasporti interni.

Traffico merci a quota 243 miliardi di t/km

Tipologia di consumo

TelecomunicazioniSanitàEsercizio dei mezzi di trasportoAlberghi e ristorantiTotale trasportiRicreazione e culturaServizi di trasportoBeni e servizi variAcquisto dei mezzi di trasportoAbitazioneManutenzione casa e mobiliAlimentariIstruzioneAbbigliamentoBevande alcoliche e tabacco

crescita % '07/'90

367,8%97,9%51,3%39,0%37,8%35,8%35,4%21,3%19,4%16,5%15,2%11,4%9,8%9,5%-7,1%

La spesa delle famiglie italiane per tipologia di con-sumo (variazione 1990-2007, indice a base fissa 1990=100)

Fonte - Conto Nazionale dei trasporti)

Modalità

FerroviaNavigazione marittima di cabotaggioNavigazione internaAereoAutotrasporto oltre i 50 kmOleodotti oltre i 50 km

Totale

21.91135.665

118612

124.2098.776

191.291

1990

26.61346.748

821.086

157.93911.022

243.390

2007

21,5%31,1%

-30,5%77,5%27,2%25,6%

27,2%

Variazione

11,5%18,6%

0,1%0,3%

64,9%4,6%

1990

10,9%19,2%

-0,4%

64,9%4,6%

2007

-0,6%0,6%

-0,1%0,1%0,0%0,0%

Variazione

movimentazione complessiva quota mercato

Il traffico totale interno di merci (dati in milioni di tonnellate/chilometro)

Fonte: Conto Nazionale dei trasporti Anno 2008

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Essendo gli idrati delmetano stabili a bassetemperature e relativa-

mente alte pressioni (es. ca.30 bar a 2-3°C), la produzio-ne può essere effettuata agen-do su tali parametri; possonoanche essere impiegate par-ticolari sostanze che fungo-no da inibitori della loro for-mazione (e quindi anche da“decompositori”). La depres-surizzazione è la tecnica piùovvia e semplice, soprattuttoquando gli idrati sono asso-ciati a giacimenti di gas con-venzionale. La stimolazionetermica mediante fluidi di va-rio tipo risulta essere più one-rosa. L’uso degli inibitori valimitato per motivi ambien-tali e di costo. Occorre co-munque considerare che gliidrati, come del resto anchegli altri idrocarburi “conven-zionali” (petrolio e gas), so-no intrappolati in rocce e se-dimenti di varie tipologie chepossono essere destabilizzatidall’estrazione del metano; gliidrati infatti spesso fungonoanche da “leganti” dei sedi-menti (fig. 3).La fattibilità dell’estrazionediventa sempre più proble-matica passando dagli idratiintrappolati nei sedimenti sab-biosi (sia marini che del per-mafrost), agli idrati lenticola-ri o presenti nelle fratture geo-logiche, fino ad arrivare ai se-dimenti a grana fine, o co-munque con minori conte-nuti di idrati (fig. 4). Passandodal vertice alla base della pi-ramide di fig. 4 aumentanonotevolmente i problemi perlo sfruttamento.

LE PRODUZIONI SPERIMENTALI DI MALLIK

La prima scoperta degli idra-ti a Mallik (giacimento 5L-38), nel permafrost del Cana-da nord occidentale, risale al1972. Nella zona esistono an-che giacimenti di petrolio edi gas (fig. 5). Nell’inverno2001-2002 furono perforatitre pozzi, due di osservazionee uno di produzione e venneaccertata la consistenza delgiacimento. Le maggioriquantità di idrati erano con-centrate in strati sabbiosi eghiaiosi, con alta saturazione.Furono condotte due provedi produzione, una median-te depressurizzazione e l’al-tra mediante stimolazione ter-mica (fig. 6). La durata delleprove venne limitata in quan-to il gas doveva essere bru-ciato in torcia, non essendocipossibilità di trasportarlo oimmagazzinarlo. Furono pro-dotti 500 m3 di gas col siste-ma della stimolazione termi-ca. Al progetto canadese, co-ronato da successo, parteci-parono ben sette organizza-zioni e cinque nazioni, tra cuimolto attivo il Giappone. Tra il 2007e 2008 Mallik ha vi-

sto la realizzazione di una se-conda e più completa prova diproduzione, pienamente riusci-ta. Nel marzo 2008 sono statiprodotti 13000 m3 di gas, al rit-mo di 2000-4000 m3/giorno,per sei giorni interi.Anche in questo caso il me-tano estratto doveva esserebruciato in torcia. La tecnicaadottata è stata quella delladepressurizzazione program-mata. Ciò è stato possibilegrazie alle caratteristiche deisedimenti, porosi e ad altogrado di saturazione in idrato(50-90%, rispetto alla loro po-rosità). E’ stato necessario, aseguito di prove preliminari,inserire dei filtri per captare isolidi trascinati dal gas nelpozzo di estrazione.La depressurizzazione è stataottenuta mediante una pom-pa sommersa che provvedevaad abbassare il livello dell’ac-qua del giacimento, così daridurre la pressione. L’acquaveniva poi reiniettata nella fal-da, al di sotto della zona degliidrati (fig. 7).Con il coinvolgimento di Ca-nadesi e Giapponesi, il se-condo progetto Mallik habrillantemente dimostratoche il gas degli idrati può es-

sere ottenuto per semplicedecompressione e che puòessere mantenuto un flussocostante a partire da un gia-cimento di idrati nei sedi-menti sabbiosi. E’ interessan-te sottolineare che le tecno-logie impiegate sono statequelle convenzionali dell’in-dustria petrolifera, adattate aun giacimento di idrati in zo-na artica.

PROSPETTIVE PER IL FUTURO

A Vancouver, dalla piazza da-vanti al Museo d’Arte Mo-derna e al mastodontico Fair-mont Hotel, un grande oro-logio digitale (fig. 8) scandi-sce i secondi e i giorni chemancano all’inizio dei giochiolimpici invernali del 2010.Potrà quello stesso orologio, ouno analogo, scandire anchei giorni e gli anni che man-cano allo sfruttamento cana-dese degli idrati del perma-frost nord-occidentale? E’molto difficile poterlo dire.Più che problemi tecnici, giàrisolti o risolvibili quando sipresentano, ciò dipende pro-babilmente da decisioni dipolitica energetica del Go-verno canadese, unitamente

a considerazioni commercia-li delle Compagnie interessa-te all’estrazione. Il fattore piùcritico è senza dubbio la man-canza di un sistema di tra-sporto del gas fino alle zonedi utilizzo e mercato.La concomitante presenza digas convenzionale e di petro-lio nelle zone interessate do-vrebbe comunque favorire gliinvestimenti per le infrastrut-ture di accesso e trasporto delgas. E’ infatti molto probabileche lo sfruttamento degli idra-ti cominci insieme a quello

dei “gas di frontiera” presentiin zone remote e non facili daraggiungere.Il problema della produzioneoffshore è più complesso: al-le stesse difficoltà delle pro-duzioni in alto mare si ag-giungono quelle derivanti dalfatto di dover affrontare unsistema meno semplice diquello degli idrocarburi con-venzionali. Ciò senza consi-derare i potenziali problemiambientali, come per esem-pio la immissione accidenta-le di metano nell’ambiente,

non ancora ben noti.Gli studi economici sulla pro-duzione di gas dagli idrati so-no ancora limitati. Quelli esi-stenti sembrano confermareil maggior costo di tali pro-duzioni rispetto al gas con-venzionale. Tra le possibilicriticità, citiamo le seguenti:� probabile minor flusso digas prodotto da un singolopozzo;� il gas prodotto deve esserecompresso fin dall’inizio,� il sistema di estrazione(pozzo) è più complesso acausa della concomitanteproduzione di acqua e dei tra-scinamenti di sabbia;� necessità di impegnarespesso additivi per evitare lariformazione degli idrati e l’o-struzione del pozzo.

Va anche detto che i Paesipiù ricchi di idrati “facili” nelpermafrost, come Russia eCanada, posseggono anchenotevoli riserve energetichedi altro tipo: gas nella Russia(oltre a petrolio) e sabbie bi-tuminose (oltre a gas) nel Ca-nada; questi Stati, quindi, po-trebbero non avere fretta aspingere la produzione di gasdagli idrati. Paesi che hannoinvece più fretta sono il Giap-pone, l’India e la Cina, chedevono sfruttare gli idrati ma-rini e che quindi necessitanodi tempi tecnici più lunghi.IL Giappone è molto ag-guerrito e organizzato e saràprobabilmente il primo a pro-durre nell’offshore. Quando dunque potremodisporre del metano degliidrati? Ci sentiamo di fissareun limite superiore, che po-trebbe essere il 2030. Relati-vamente al limite inferiore (3anni o 10 anni?) il problemanon è solo tecnico ma anchee soprattutto politico.

*Direttore del Dipartimento di Ingegneria Chimica

Materiali AmbienteUniversità di Roma

La Sapienza

NotaC. Giavarini “Energia immensa e sfi-da ambientale, gli idrati del meta-no” Casa Editrice La Sapienza, Ro-ma 2007

N. 18 - 1 Novembre 2008 IL GIORNALE dell’INGEGNERE 5

ATTUALITÀ MONDO

Energia dagli idrati, il presente e le prospettive per il futuroprof. ing. Carlo Giavarini*

segue da pag. 1

Fig. 1 - Lʼidrato del metano brucia gradualmente senza esplodere

Fig. 5 - La zona di Mallik nel delta del fiume Mackenzie Fig. 6 - Le prime produzioni sperimentali di Mallik nel 2002

Fig. 4 - La piramide delle risorse di idrati

Fig. 2 - Un blocco di idrato estratto dai fondali Fig. 3 - Idrato disperso in sedimenti marini

Fig. 7 - Schema del sistema di depressurizzazione del poz-zo di Mallik 2008

Fig. 8 - Lʼorologio di Vancouver chescandisce i giorni, le ore, i minuti ei secondi che mancano allʼinizio deigiochi olimpici invernali del 2010

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� LE NUOVE PROPRIETÀ DELLA MATERIA STRUTTURATA SU SCALA NANOMETRICA

Partiamo da una sempliceconsiderazione, che ci puòaiutare a capire il principio al-la base delle nanotecnologie.Un nanometro è pari a unmiliardesimo di metro ed èanche pari a 10 ångstrom,unità di misura con cui si va-lutano le dimensioni degliatomi.Si può pertanto ipotizzareche in un cubetto di 1 nm dilato siano presenti 10x10x10cioè mille atomi, di cui circa 1ogni 2 in superficie e in unananoparticella di 10 nm di la-to 100x100x100 cioè un mi-lione di atomi, di cui circa 1ogni 20 in superficie.In un materiale su scala mi-crometrica o macroscopica ilnumero di superficie agli ato-mi in massa diventa pratica-mente trascurabile (in caso dicubetto da 1 cm di lato 1ogni 2.107). Su scala nano-metrica perdono pertanto si-gnificato forze come quelladi gravità, mentre acquisisco-no enorme importanza forzecome la tensione superficia-le, le forze di Van der Waals eanche nuove forme di lega-me tra gli atomi.I materiali strutturati in base adimensioni nanometrichepertanto spesso presentanoproprietà e caratteristiche (fi-siche, meccaniche, elettriche,magnetiche, ecc.) sensibil-mente diverse da quelle de-gli stessi materiali con strut-tura di dimensioni maggiori.

Strutturare i materiali su sca-la nanometrica vuol pertan-to dire far assumere ai mate-riali nuove proprietà, che al-trimenti non saremmo riuscitia ottenere. Solo recentemen-te, con la nascita e lo sviluppoimpetuoso delle nanotecno-logie, abbiamo imparato a co-noscere e a guidare questenuove proprietà. Ecco allora che materiali sta-bili diventano combustibili(alluminio), solidi diventanoliquidi a temperatura am-biente (oro), sostanze opachediventano trasparenti (rameo ossido di zinco), materialiinerti diventano catalizzatori(platino, oro), isolanti diven-tano conduttori (silicio), ma-teriali fragili diventano tenaci(carbonio). Per ottenere questa rivolu-zione possiamo ricorrere atecnologie estremamente in-novative come il microsco-pio elettronico a effetto tunnel(STM) e il microscopio a for-za atomica (AFM); sono stru-menti potentissimi che con-sentono di ottenere risultatiimpensabili, ma ancora lon-tani dalle applicazioni indu-striali di larga massa.E’ però possibile controllarela materia su scala nanome-trica anche con tecnologiemolto più semplici ed eco-nomiche, producendo nano-particelle (nanometriche nel-le tre dimensioni), fibre (na-nometriche in due dimensio-ni) e film sottili (nanometricinello spessore) Tra questetecnologie va sicuramentecollocata la tecnologia sol-gel,una tecnologia consolidate da

decenni, che ha recentemen-te trovato grande rilancio in-dustriale, per le nuove pro-prietà che consente di otte-nere su materiali strutturatisu scala nanometrica. Di que-sta tecnologia e delle possi-bilità da essa offerte parlere-mo nel seguito.

� LA TECNOLOGIA SOL-GEL

La tecnologia sol-gel è unesempio paradigmatico di co-me tramite il controllo su sca-la nanometrica di svariati os-sidi sia possibile ottenere, abasso costo, prodotti ed ap-plicazioni estremamente di-versificatiSi parte da precursori metal-lorganici o inorganici (Ti, Si,

ecc.) in soluzione, che trami-te processi di idrolisi e con-densazione (polimerizzazio-ne) formano soluzioni (sol)di nanoparticelle di ossido(TiO2, SiO2, ecc.) Dalla soluzione sol, control-lando la successiva fase di ge-lificazione (gel) si possonoottenere strutture estrema-mente diversificate, tra cui inparticolare nanoparticelle, ae-rogel, film nanometrici ca-ratterizzati da proprietà fotocatalitiche, di idrofilia o idro-fobia, trasparenza. Grandeinteresse hanno anche le ap-plicazioni nel campo del tes-sile.

NANOPARTICELLENanoparticelle di vari ossidipossono essere inseriti in ma-terici polimeriche per forma-re vernici con migliorate pro-prietà meccaniche o nanocompositi in grado di essereprocessati come i normalimateriali polimerici.:Vernici caricate con nano-particelle ceramiche con mi-gliorate proprietà antigraffiosono già oggi usate su alcunimodelli di auto di serie.Per la realizzazione della chie-sa “Dives in Misericordia” diRoma progettata da RichardMeier e realizzata nel 2003 èstato usato il cemento TX-Millennium caricato di TiO2;il cemento non solo garanti-sce il colore bianco voluto dalprogettista, ma si è rivelatonegli anni autopulente, nonannerendosi negli anni non-ostante l’inquinamento am-bientale.

AEROGELGli aerogel sono materiali ce-ramici avanzati nanoporositridimensionali e a bassa den-sità, costituiti per il 4-5% daSiO2 e per la restante parteda aria. Per il loro aspetto ete-reo sono anche chiamati “so-mething about nothing o“frozen smoke”. La caratteri-stica principale degli aerogel èla bassissima densità, accom-pagnata da alto isolamentotermico, buon isolamentoacustico e ottimo isolanteelettrico, semitrasparenza.Nel settore delle costruzionisono utilizzati per vetratesandwich (con l’intercapedinetra le due lastre esterne riem-pita di aerogel), così da con-sentire il passaggio della lucema non del calore, nel setto-re abbigliamento per l’imbot-titura di giacche per alpini-smo e sport estremo. Nel set-tore degli elettrodomestici neè alo studio l’uso per frigori-feri con ante semitrasparentiad alto isolamento termico.

FILM NANOMETRICIFilm nanometrici ottenuti me-diante tecnologia sol-gel pra-ticamente su qualsiasi suppor-

to, permettono le più svariateapplicazioni, sfruttando di vol-ta in volta proprietà quali:� fotocatalisi (depuratori am-bientali)� idrofilia (facciate e vetrateautopulenti)� idrofobia (tessuti antimac-chia idrorepellenti, cartoni)Nonché una serie di altre pro-prietà fra cui l’antibattericità,utile nell’abbigliamento, neigiocattoli, nell’edilizia ospe-daliera e scolastica.

FOTOCATALISIFilm nanometrici di ossido dititanio con strutturato anata-sio, depositabili su qualsiasisupporto, in presenza di ir-raggiamento UV (di originesolare o artificiale) catalizzano

l’ossidazione di molti inqui-nanti ambientali (CO, NOx,fenoli, benzene, tricloroetile-ne, acetaldeide, toluene, for-maldeide),Ciò favorisce un disinquina-mento ambientale di sicurointeresse applicativo.Le proprietà fotocatalitichedi film nanostrutturati di os-sido di titanio (sol-gel) pos-sono essere sfruttate per ap-plicazioni out-door (luce so-lare), ma anche per applica-zioni in-door (utilizzando unafonte di radiazione UV). Neisistemi fotocatalitici l’aria vie-ne flussata su filtri trattati conossido di titanio illuminatimediante una sorgente UV. Sono oggi in commercio va-ri tipi di depuratori e condi-zionatori foto catalitici, non-ché cappe da cucina a ricir-colo, in grado di garantirel’abbattimento degli odorisenza espulsione di aria, de-terminando un conseguenterisparmio nel trattamento diriscaldamento o condiziona-mento. Sono anche allo stu-dio lampade in grado di eser-citare la stessa funzione sfrut-tando la posizione baricentri-ca e l’esistenza di punti luce ele frazioni di radiazioni UVdi molte delle lampadine incommercio.

IDROFILIA E IDROFOBIAMediante la deposizione difilm sottili di spessore nano-metrico (pertanto invisibili) èpossibile modificare le pro-prietà di bagnabilità dei ma-teriali, valutabile mediantesemplici prove di angolo di

contatto.Si possono ottenere sia su-perfici idrofiliche che idrofo-biche, che possono variarecon illuminazione UV.Film di ossido di titanio TiO2

aumentano fortemente la ba-gnabilità delle superfici di fac-ciate ventilate, vetrate e pan-nelli per rivestimento; ciò ren-de le superfici autopulentigrazie all’azione combinatadella fotocatalisi e della for-mazione di film di acqua con-tinui con effetto dilavante. Leproprietà di autopulizia del-le facciate ventilate sono ingrado di ridurre sensibilmen-te i costi di pulizia periodica.Proprietà idrofobiche vengo-no ottenute mediante super-ficie nanostrutturate (tipica-mente di ossido di silicioSiO2), che simula la superfi-cie delle foglie di loto, conpicchi micrometrici con so-vrapposta una strutturazionenanometrica.Ugualmente materiali a forteassorbimento di acqua comei tessuti e i cartoni ondulatipossono essere resi idrore-pellenti grazie alla deposizio-ne di film idrofobici a base diossido di silicio.

FILM TRASPARENTIAvendo spessore nanometri-co inferiore alla lunghezzad’onda della luce visibile (eche non creano pertantoostacolo al suo passaggio) ifilm nano strutturati sono ingrado di mantenere la tra-sparenza dei supporti su cuisono deposti.Ciò consente di trattare vetrie polimeri trasparenti sfrut-tando di volta in volta:� di riflessione di radiazioniIR, garantendo un minor ri-scaldamento interno degliambienti in estate con forterisparmio nelle spese di con-dizionamento� antiriflesso, infatti la nano-strutturazione superficiale,creando ostacoli più piccolidella lunghezza d’onda, de-termina transizione continuadell’indice di rifrazione all’in-terfaccia e riducono la rifles-sione (del vetro ma anche dipolimeri) a meno a dell’1%.� antiappannamento, tratta-mento già in uso nei retrovi-sori di automobili� antigraffio, particolarmenteutili nella realizzazione di oc-chiali� di colorazione superficialedi bottiglie e contenitori invetro, facilitandone il riciclonon differenziato grazie allabassissima quantità di colo-rante aggiunto.

APPLICAZIONI NEL CAMPO TESSILEI trattamenti sol-gel possonoassumere grande importanzanel settore del tessile. La tec-nologia sol-gel consente in-fatti di conferire molte e di-versificate proprietà a prodottitessili:� idrorepellenza e proprietàantimacchia e antiolio� idrofilia per assorbire il su-dore in modo più omogeneo� proprietà antimicrobiche eantibatteriche� lento rilascio di aromi, far-maci o repellenti per insetti� schermatura da radiazioniUV e onde elettromagnetiche� resistenza del colore nel tempo� riduzione del cosiddettopilling e anche altro.

*Ordinario di Scienza dei Materiali

**Ricercatrice

Dipartimento di Chimica, Materiali e Ingegneria Chimica

“Giulio Natta” del Politecnico di Milano

6 IL GIORNALE dell’INGEGNERE N. 18 - 1 Novembre 2008

INNOVAZIONE

Le nanotecnologie e le possibilità offerte dal “sol-gel”prof. ing. Alberto Cigada* e dott. ing. Barbara Del Curto**

Molto interessantisono le applicazioniper combatteregli effetti dell’inquinamentoambientale

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L’AEEG ha emanato ilprovvedimento VIS63/08 (pubblicato sul

sito www.autorita.energia.it),che prevede un incrementodelle verifiche sugli impianti agas naturale, nel periodo01.10.08 – 30.09.09 (+20%). Icontrolli a campione sarannoeffettuati con la collaborazionedella Stazione Sperimentaleper i Combustibili (www.ssc.it)e del Nucleo Speciale TutelaMercati del Comando UnitàSpeciali della Guardia di Fi-nanza (www.gdf.it).Le verifiche copriranno tut-to il territorio nazionale e siprevedono anche 60 prelievipresso le società di distribu-zione, senza preavviso, conl’obiettivo di verificare il ri-spetto di parametri partico-

larmente significativi ai finidella sicurezza e della corret-ta contabilizzazione del gasconsumato, quali il grado diodorizzazione del combusti-le, il suo potere calorifico e lapressione di fornitura.Si ricorda che l’odorizzazionedel gas è rilevante per il con-sumatore ai fini della sicurez-za, in quanto è essenziale perla tempestiva individuazione

di eventuali dispersioni (lamancata o insufficiente odo-rizzazione comporta respon-sabilità penali per i distribu-tori, ai sensi della Legge n.1083/71).Negli ultimi quattro anni so-no stati effettuati complessi-vamente 200 controlli sullaqualità del gas, articolati inquattro campagne di misuradi 50 prelievi all’anno, con-

centrati nella stagione inver-nale (ottobre-marzo). I risul-tati di queste campagne, ri-portati nella tabella, hanno,tra l’altro, evidenziato 11 casidi odorizzazione non confor-me ai limiti di legge, com-portando la denuncia dei dis-tributori inadempienti pressole competenti Procure dellaRepubblica, ad opera degli uf-fici tecnici dell’AEEG.

I l contesto identificato dal-la definizione “Compati-bilità Elettromagnetica”

(EMC) si riferisce a tutti queifenomeni, legati alla genera-zione, trasmissione, ricezio-ne, di energia elettrica, in gra-do di provocare disturbi agliapparecchi elettrici stessi. Perminimizzare tali disturbi oc-corre, principalmente:� limitare i campi elettroma-gnetici emessi e le armonichenei collegamenti, generate dalsuo funzionamento (emissio-ni);� verificare che un apparato,soggetto a campi elettroma-gnetici o armoniche di rete,continui a funzionare comedesiderato (suscettibilità).I due tipi di fenomeni, emis-sioni e suscettibilità, sono pro-fondamente connessi, infatti,nel caso in cui un apparec-chio emetta un campo elet-tromagnetico oppure armo-niche oltre i limiti ammessi,probabilmente avrà anchegrossi problemi di suscettibi-lità.Distinguendo i disturbi incondotti e radiati, in base al-la modalità di trasmissione(fenomeni di conduzione oradiativi), si ottengono, com-plessivamente, 4 tipologie dimisure:� Misure di emissioni con-dotte: verificano il livello diemissioni che l'apparato pro-voca nei collegamenti a cui èconnesso; la misura deve es-sere eseguita sul cavo di ali-mentazione e sui cavi di te-lecomunicazioni (se presen-ti) per essere certi che l'appa-

rato non introduca sulla reteelettrica e di telecomunica-zione dei disturbi indesidera-ti;� Misure di emissioni radiate:verificano il livello di emis-sioni irradiate dall'apparato edai cavi a cui è connesso (icavi in questo caso si com-portano da antenne emitten-ti);� Prove di suscettibilità con-dotta: in questo caso si verifi-ca il livello di suscettibilità delprodotto ai disturbi introdot-ti tramite i collegamenti ester-ni (linee di alimentazione edi telecomunicazione); � Prove di suscettibilità ra-diata: la prova verifica il livel-lo di suscettibilità del pro-dotto ai disturbi introdotti daicampi elettromagnetici pre-senti nell’ambiente in cui èposto l'apparato.In base a queste notazioni, glistandard europei relativi allaEMC possono essere suddi-visi in 3 tipologie:� Norme di base: descrivo-no la prova da effettuare, lecaratteristiche degli strumen-ti da utilizzare, il banco diprova. Non fanno alcun rife-rimento ai prodotti sui qualivanno applicate e ai livelli dautilizzare nelle prove;� Norme generiche: prescri-vono quali prove effettuare (ei relativi livelli) su generichecategorie di prodotti, in ge-nere identificate per tipolo-gie ambientali. Per i dettaglitecnici della singola prova es-se fanno riferimento alle nor-me di base. � Norme di prodotto: sosti-

tuiscono le generiche e sonorelative a specifiche catego-rie di prodotto. Devono es-sere preferite alle generiche,in quanto dettagliano meglioil funzionamento dell'appa-rato e la verifica della sua fun-zionalità (argomento parti-colarmente critico nel casodelle prove di suscettibilità).Per i dettagli della singolaprova fanno riferimento allenorme di base.I principali standard apparte-nenti a queste tipologie, rela-tivi ai prodotti ITE (Informa-tion Technology Equipment)ed R&TTE (Radio & Tele-communication TerminalEquipment), sono:� Standard di prodotto o ge-nerici• EN 55022 “Apparati per latecnologia dell’informazione– Caratteristiche di radiodi-sturbo. Limiti e metodi di mi-sura”� Standard di prodotto peremissioni radiate e condotte• EN 55024 “Apparati per latecnologia dell’informazione– Caratteristiche di immunità.Limiti e metodi di misura”� Standard di prodotto persuscettibilità radiata e con-dotta• EN 300386 “Argomenti dicompatibilità elettromagne-tica e spettro a radiofrequen-za. Apparati di rete di teleco-municazione. Requisiti dicompatibilità elettromagne-tica”� Standard di prodotto (perR&TTE) per emissioni e su-scettibilità radiata e condot-ta

• EN 61000-3-2 “Limiti perle emissioni di corrente ar-monica (apparecchiature concorrente di ingresso < 16Aper fase)”� Standard generico peremissioni condotte• EN 61000-3-3 “Limitazio-ne delle fluttuazioni di ten-sione e del flicker in sistemidi alimentazione in bassa ten-sione per apparecchiaturecon corrente nominale < 16” � Standard di base a cui fareriferimento• EN 55022 “Apparati per latecnologia dell’informazione– Caratteristiche di radiodi-sturbo. Limiti e metodi di mi-sura”� Standard validi sia come diprodotto, sia come di base, inquanto contenenti anche leprescrizione necessarie per lapreparazione del setup diprova e la sua esecuzione• EN 61000-4-2 “Prove di im-munità a scariche elettrosta-tiche”• EN 61000-4-3 “Prova d’im-munità sui campi irradiati aradiofrequenza” • EN 61000-4-4 “Prova di im-munità a transitori/treni elet-trici veloci”• EN 61000-4-5 “Prova di im-munità ad impulso” • EN 61000-4-6 “Immunità aidisturbi condotti, indotti dacampi a radiofrequenza”• EN 61000-4-8 “Prova di im-munità a campi magnetici afrequenza di rete”• EN 61000-4-11 “Prova diimmunità a buchi di tensio-ne, brevi interruzioni e varia-zioni di tensione”

N. 18 - 1 Novembre 2008 IL GIORNALE dell’INGEGNERE 7

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La compatibilità elettromagneticae le tipologie di norme europee

dott. ing. Claudio Donghi

Sono state recentementepubblicate la UNI/TS11300-1:2008 “Presta-

zioni energetiche degli edifici- Parte 1: Determinazione delfabbisogno di energia termicadell'edificio per la climatizza-zione estiva ed invernale” ela UNI/TS 11300-2:2008“Prestazioni energetiche de-gli edifici - Parte 2: Determi-nazione del fabbisogno dienergia primaria e dei rendi-

menti per la climatizzazioneinvernale e per la produzio-ne di acqua calda sanitaria”.La UNI/TS 11300-1 è rela-tiva alle modalità per l’appli-cazione nazionale della UNIEN ISO 13790:2008 “Presta-zione energetica degli edifici -Calcolo del fabbisogno dienergia per il riscaldamentoe il raffrescamento”, con par-ticolare riferimento al metodoper il calcolo dei fabbisogni

di energia termica per il ri-scaldamento e il raffresca-mento degli ambienti.La UNI/TS 11300-2, invece,fornisce dati e metodi per ladeterminazione del fabbiso-gno di energia per l’acqua cal-da sanitaria, per la climatiz-zazione invernale e per i si-stemi ausiliari di riscalda-mento.Tali specifiche tecniche sonocoerenti con le norme elabo-

rate dal CEN nell’ambito delmandato M/343 a supportodella Direttiva europea2002/91/CE (del 16.12.2002sul rendimento energeticonell’edilizia, GUCE L1 dello04.01.2003) e sono finalizzatea rendere univoci i valori e imetodi di calcolo impiegatinel settore, in modo da con-sentire la riproducibilità e laconfrontabilità dei risultati.

Edilizia e risparmio energetico:pubblicate le UNI/TS 11300

Impianti a gas: qualità e sicurezza,l’AEEG ha incrementato i controlli

Anno(1 ottobre - 30 settembre)

2004 - 20052005 - 20062006 - 20072007 - 2008

Deliberazione dei controlli

n. 125/04n. 157/05n. 164/06n. 181/07

N. Impianti sottopostia controllo

50505050

N. Impianti con odorizzazionenon conforme

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8 IL GIORNALE dell’INGEGNERE N. 18 - 1 Novembre 2008

LINEA DIRETTA CON GLI ORDINI

Ingegner Nobile, partiamo dalrecente Congresso Nazionaledi La Spezia: qual è il suo giu-dizio sulla manifestazione?“Io sostengo che i congressi,così come sono strutturati at-tualmente, hanno fatto il lo-ro tempo. La nostra categoriaha ormai così tanti ambiti diinteresse in svariati campi cheè praticamente impossibilediscuterli ed esaminarli in po-chi giorni di congresso. Eccoperché credo sia utile dar vitaad incontri tematici, per areespecifiche: in fondo l’inge-gneria ha ben ventuno indi-rizzi di laurea e ciò sta a di-mostrare la vastità delle com-petenze professionali che ciriguardano. Si tratta di unaproposta che ho avanzatonella recente assemblea deiPresidenti tenutasi a Matera”.

Parliamo ora dell’Ordine diTaranto: come è strutturatala vostra attività di organiz-zazione di corsi di aggiorna-mento e di formazione neiconfronti degli iscritti e deicolleghi in generale?“Purtroppo in molti casi ci

stiamo sostituendo all’univer-sità. Mi spiego. A Taranto èattiva la sezione staccata delPolitecnico di Bari che peròper quanto concerne la lau-rea quinquennale prevede uni-camente la specializzazionein Ingegneria per l’ambientee il territorio. Ciò fa sì che l’u-niversità sforni troppi inge-gneri civili, e il mercato e lanostra città non riescono dicerto ad assorbirli. Ecco quindi l’intervento del-l’Ordine, che mira ad una ri-qualificazione dei neo laurea-ti con una serie di corsi adhoc, penso, soltanto per fareun esempio, a quelli sulla 818,sulla normativa antincendi. Ilmercato del lavoro al giornod’oggi richiede soprattutto in-gegneri elettrici, meccanici,specializzati nei procedimen-ti industriali: noi cerchiamodi indirizzare i ragazzi in talsenso. Frequentare l’universi-tà costa parecchio, in termi-ni economici, sia alle famigliesia allo Stato; per questo mo-tivo è fondamentale sceglieredei corsi di studio che ri-spondano al meglio alle esi-

genze e alle richieste del mer-cato. A tal proposito, sareb-be davvero utile poter istitui-re una sorta di ‘Borsa dell’in-gegneria’, coordinata dal Cnie in collaborazione con le isti-tuzioni nazionali, internazio-nali e le associazioni del mon-do economico e sociale, con ilcompito di formulare delleproiezioni future per la cate-goria. Individuare quali potranno es-sere gli scenari nei prossimianni che investiranno la pro-fessione e quindi riuscire adessere in sintonia con le ri-chieste del mondo economi-co, industriale ed occupazio-nale. L’obietti-vo deve esserequello di for-mare degli in-gegneri chetrovino subitoun lavoro con-sono alle pro-prie esigenze ecompetenze.Insomma, l’in-gegneria mo-derna deve es-sere dinamica e non statica, ilmercato cambia e si trasformain continuazione, mentre i cor-si di laurea per anni rimango-no sempre gli stessi. Bisognaessere al passo con i tempi, al-trimenti succede – come pur-troppo accade sempre più difrequente – che molti ragazzivengono reclutati da aziende

all’estero, andando ad arric-chire, con eccellenze e com-petenze nostrane, altri Paesiche si trovano dei professio-nisti preparati senza aver spe-so neanche un euro per la lo-ro formazione”.

Taranto e l’ingegneria: qual èla situazione professionalenel vostro territorio? Vi sonoancora possibilità occupa-zionali per gli ingegneri op-pure la crisi che sta inve-stendo il Paese coinvolge an-che i professionisti del no-stro settore?“La situazione nel Tarantino,per quanto concerne l’occu-

pazione, non ècer tamentebrillante. Danoi vi sonograndi indu-strie – pensoall’Ilva, alle raf-finerie, ai ce-mentifici – cheperò qui si so-no calate uni-camente conle loro propag-

gini operative, il cervello è al-trove. Spesso quindi sorgonodei conflitti, anche da un pun-to di vista di impatto am-bientale: nessuno discute il fat-to che si tratti di industrie stra-tegiche a livello nazionale. Ep-pure sono state aperte tanteinchieste, i mass media conti-nuano ad occuparsene: a Ta-

ranto vi sono acciaierie im-ponenti e ci vorrebbe una tec-nologia notevolmente avan-zata per eliminare i danni eco-logici al territorio che si sonoperpetrati in questi anni. L’in-gegnere in tale ambito do-vrebbe e potrebbe avere unruolo importante, ma con ta-li industrie il colloquio è pra-ticamente inesistente. Si trat-ta di un sistema industrialeche realizza un’alta produzio-ne, ma la formazione di ope-rai specializzati, tecnici quali-ficati e laureati è poi vanifica-ta dal fatto che ad un certopunto arrivano le realtà stra-niere con offerte allettanti edecco che mano d’opera e ‘cer-velli’ si trasferiscono, con con-seguente impoverimento delnostro territorio. Di conse-guenza molti neo laureati in-gegneri tarantini lavorano ingiro per l’Europa, ma anchein America del Sud, addirit-tura in Cina. E invece credoche dovremmo utilizzare almeglio tali potenzialità qui,sul territorio”.

Come sono i vostri rapporticon le istituzioni locali e le va-rie associazioni di categoria?“Con le istituzioni locali ab-biamo dei buoni rapporti:con il Comune di Tarantoabbiamo relazioni costanti,loro ci chiamano in casi diconsulenze tecniche e noi –per fare un esempio – abbia-

mo mandato alcuni ingegne-ri a svolgere degli stages pres-so l’ufficio tecnico comuna-le. Per quanto riguarda ilmondo delle associazioni, in-teragiamo costantemente conl’Agi, l’associazione dei gio-vani ingegneri, che spesso cichiede di organizzare dei cor-si di formazione e di aggior-namento”.

Cosa ne pensa delle Federa-zioni professionali degli Or-dini? Crede che possano es-sere uno strumento utile perfar crescere ulteriormente lacategoria?“Le Federazioni sono sicura-mente uno strumento moltoutile per stabilire e mantenerei rapporti con le istituzioni alivello regionale. Penso allanostra Federazione pugliese:ci riuniamo periodicamenteed abbiamo instaurato unproficuo rapporto con la re-gione, anche se vorremmoavere maggiori contatti con ilsettore tecnico regionale, am-bito sicuramente di nostracompetenza. A questo punto però è neces-sario che le Federazioni sia-no istituzionalizzate, non cer-to però per diventare un or-ganismo pletorico, ma agile ecapace di rispondere in ma-niera adeguata alle esigenzedella collettività, intervenen-do nell’interesse generale emai particolare”.

Interessante proposta di Rodolfo Nobile, Presidente dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Taranto

“Una Borsa dell’ingegneria per rispondere alle effettive esigenze del mercato del lavoro”

Roberto Di Sanzo

sito http://www.ordingtaranto.it

Ordine degli ingegneri della provincia di Taranto

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A cura di Francesco Tarricone

[email protected]

Torniamo a visitare la regione della Puglia per il sito webdella provincia di Taranto. L i̓ndirizzo da digitare è tipico de-gli Ordini provinciali; grazie allʼimmediatezza dei motori diricerca è facilmente rintracciabile. Si accede direttamen-te alla pagina principale, dove troviamo nella parte su-periore un menù “istituzionale” e un banner con il titolo delsito, nella parte sinistra il menù principale ben strutturatoe una parte centrale che ospita le notizie più fresche cor-redata; la parte destra, ospita numerosi servizi e contenutiricchi di novità e informazioni utili.

La struttura risulta chiara e completa. In ho-me page ci sono tutti i collegamenti alle variesezioni e pagine ospitate. La documentazio-ne è scaricabile nei formati più comuni (.PDF,.DOC). Il grado di aggiornamento delle pagi-

ne è elevatissimo, con notizie sempre fresche, non soloin home page. Da segnalare anche la possibilità di ac-cedere ad aree riservate, a servizi di ricerche documen-tali allʼinterno del sito. Infine, si nota una tendenza a spo-sare molte funzionalità tecniche che tendono al cosid-detto web 2.0 come CMS open source (JOOMLA) e lin-guaggio PHP. A corredo di tutta la struttura è da sottoli-neare lo sviluppo e la gestione della parte grafica e mul-timediale, aspetto sempre più rilevante per siti, comequesto, che legittimamente si vogliono definire “portali”.

Veramente introvabili i punti di debolezza,forse un poʼ di lentezza nella connessione acontenuti di grandi dimensioni, anche se que-sto lieve disservizio potrebbe essere fuoridalla competenza del portale ma bensì dalla

banda a disposizione dei singoli navigatori. Sinceri com-plimenti e un augurio di buon proseguimento al gruppo dilavoro che ha realizzato e gestito uno fra i siti web piùbelli e completi fra quelli degli Ordini degli Ingegneri.

Alla scoperta del sito Internet

Da oltre dieci anni Rodolfo Nobile è il Presidente del-lʼOrdine degli Ingegneri della Provincia di Taranto. In-gegnere civile, sottosezione trasporti, il Presidente No-bile, classe ʼ37, nellʼambito ordinistico ha ricoperto nu-merosi incarichi, da consigliere a tesoriere sino allavice presidenza. Attualmente lʼOrdine di Taranto con-ta più di 1.800 iscritti.

Bisogna essere al passo con i tempi,altrimenti le aziende estere si aggiudicherannole eccellenze del nostro Paese

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N. 18 - 1 Novembre 2008 IL GIORNALE dell’INGEGNERE 9

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DAGLI ORDINI/CONGRESSO ATTUALITÀ MONDO

Alla certificazione ener-getica egli edifici si èaffiancata con cre-

scente successo quella am-bientale, eseguita a livello na-zionale ed internazionale at-traverso diversi approcci. In-fatti, molti Paesi hanno in-trodotto delle normative perla certificazione degli immo-bili “ecocompatibili”, che sifocalizzano su caratteristichespecifiche quali, ad esempio,il consumo di acqua e leemissioni di anidride carbo-nica, oppure sulla qualitàcomplessiva dell’edificio. Lenormative più diffuse sonola BREEAM (Building Re-search Establishment Envi-ronmental Assessment Me-thod), ideata in Inghilterra, ela statunitense LEED (Lea-dership in Energy and Envi-ronmental Design).

Inoltre, in alcuni Paesi si stadiffondendo la coesistenza disistemi di certificazione na-zionali ed internazionali, e, intali casi, è stata registrata unatendenza ad aderire agli stan-dard nazionali piuttosto che aquelli internazionali. A tal proposito, vale l’esem-pio della Francia, nella qualela HQE (Haute Qualité En-vironnementale) si sta dif-fondendo in misura rilevan-te, anche a scapito delle so-pramenzionate BREEAMoppure LEED*.Per quanto riguarda l’Italia, isistemi di certificazione am-bientale degli edifici sono sva-riati, per molti esperti troppi,e tra questi i principali sono:� il neonato Green BuildingCouncil Italia, che si proponedi certificare gli edifici se-condo lo standard, preventi-

vamente adeguato alla real-tà locale, del LEED statuni-tense;� SB100, un sistema adotta-to già da diversi comuni, chepermette di valutare la soste-nibilità ecologica di un pro-getto mediante una lista di100 azioni;� Itaca, un protocollo per l’e-dilizia residenziale, realizzatodalla sezione italiana dell'asso-ciazione internazionale IISBE(International Initiative for aSustainable Built Environment,http://www.iisbe.org/), adot-tato da molte Regioni comecriterio per la concessione deifinanziamenti all’edilizia pub-blica.

* In Francia, Le Mermoz (22.000 m2)a Parigi, è il primo edificio franceseche potrà avere una doppia certifi-cazione HQE/BREEAM.

“Un congresso dis-persivo”. Il giudiziodi Giampiero Ca-

nevari, Presidente dell’Ordi-ne degli Ingegneri di Pavia,sui lavori congressuali di LaSpezia è piuttosto chiaro. “Laprima parte del tema (Costi-tuzione, cultura ed etica dellaresponsabilità) che ha carat-terizzato l’evento ligure – spie-ga l’ingegner Canevari – nonè stata affrontata in manieraadeguata, quindi non ha ri-sposto alle aspettative e alleesigenze della platea. Perquanto concerne, invece, lequestioni energetiche ed am-bientali, sono soddisfatto dicome sono state sviluppate,anche se avrebbero dovuto es-sere analizzate con maggiorprofondità e rigore scientifi-co. La verità è che bisogne-rebbe di volta in volta fissaredelle tematiche ben precise daaffrontare senza poi divagaretroppo, magari anche con in-terventi più rapidi ma centra-ti sull’argomento in questio-ne”. Anche sulla mozione fi-nale Giampiero Canevari haqualcosa da dire: “E’ omni-comprensiva, come sempre ein tutti i congressi. Nel testosi trova di tutto e di più, èscritta anche bene e con tan-ti bei propositi. Certo, il passosuccessivo sarebbe quello diapplicare quanto messo sucarta, passare dalla teoria allapratica. Inoltre, ad ogni con-gresso non si fa mai il reso-conto di quanto la categoriaè riuscita a fare nell’anno tra-scorso”. Capitolo politica: gli

interventi dei rappresentantidel mondo istituzionale non

hanno dato per quanto si spe-rava. “I rappresentanti politici

sono stati fumosi, e questanon è una novità. Vengonoai nostri congressi, diconoqualcosa, tra l’altro avulsa dalcontesto, e soprattutto nondimostrano mai di mettere inpratica quanto raccontato. Inpiù, mi sarebbe piaciuto ve-dere qualche elemento dispicco, i Ministri ad esempio,e invece niente, ci riempionodi parole che vogliamo sen-tirci dire e noi siamo conten-ti. E invece l’ingegnere do-vrebbe essere più combatti-vo, credere maggiormentenelle proprie capacità”.

Edifici e certificazione ambientale,un fenomeno in continua crescita

Il parere di Giampiero Canevari, presidente dell’Ordine di Pavia

“Un congresso dispersivo, non ha centrato il tema proposto”

Ho letto i resoconti relativi al 53°Congresso Nazionale degli inge-gneri, sul numero 16 del 1° ottobre

2008. A mio modesto avviso, bisognerebbevarare una nuova legge sugli appalti pub-blici: al posto dei progetti preliminari, defi-nitivi, esecutivi, bisognerebbe prevedere glistudi di fattibilità, la progettazione di base ela progettazione di dettaglio. La valutazio-ne dell’impatto ambientale (il cosiddettoVia) e l’analisi dei rischi sono due dei do-cumenti che costituiscono uno studio difattibilità. Con lo studio di fattibilità, chi didovere dovrebbe poi cercare di convincerele popolazioni interessate dall’opera o dal-l’impianto, che la stazione appaltante in-tende costruire, a dare il proprio consenso.Nello studio di fattibilità vengono altresìesaminate tutte le possibili alternative.La società d’ingegneria che prepara la pro-

gettazione di base (in campo internazio-nale è detta l’Engineer) elabora i documentiche permettono alla stazione appaltante diindire la gara per la scelta del contraente ge-nerale (General Contractor). Il contraentegenerale prepara la progettazione di det-taglio, approvvigiona le apparecchiature, imateriali e i servizi per la costruzione del-l’opera o dell’impianto, segue la logistica, su-pervisiona la costruzione.Per quanto riguarda la tariffa, ritengo cheogni prestazione di un ingegnere liberoprofessionista debba essere governata daun contratto scritto (articolo 2230 del Co-dice civile). Gli Ordini potrebbero redigerei testi dei contratti per le prestazioni piùcomuni: per tutti gli altri contratti, gli Ordinipotrebbero limitarsi a stilare l’elenco deirequisiti ai quali ogni contratto deve essereconforme.

Una nuova legge sugli appalti pubblici

dott. ing. Mario Scarbocci

LETTERA/CONGRESSO

“Le Mermoz”, il primo edificio francese a doppia certificazione, verrà completato nel 2009e sorgerà a Parigi Le Bourget

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Bisognerebbe individuare volta per voltadelle tematiche precise da analizzaresenza poi divagare

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10 IL GIORNALE dell’INGEGNERE N. 18 - 1 Novembre 2008

AMBIENTE

E’con la legge 18.05.1989,n. 183 “Norme per il ri-assetto organizzativo e

funzionale della difesa del suo-lo” che viene introdotto il con-cetto di Deflusso Minimo Vi-tale (D.M.V.) così definito nel-l’art. 3, comma 1, lettera i): “larazionale utilizzazione delle ri-sorse idriche superficiali e pro-fonde, con una efficiente reteidraulica, irrigua ed idrica, ga-rantendo, comunque, che l’insie-me delle derivazioni non pre-giudichi il minimo deflusso co-stante vita negli alvei sottesi,nonché la polizia delle acque”.Il concetto espresso dalla nor-ma di cui sopra viene poi ri-preso dal D. lgs 75/93, dalla l.36/94 (la cosiddetta legge Gal-li), dal D. lgs 152/99 e confer-mato dal D. lgs 152//06 (art.56, comma 1, lettera h).Anche la Regione Lombar-dia è stata attenta a questoimportante aspetto ambien-tale con numerose normati-ve; le principali sono: Atto diindirizzi per la politica di uso etutela delle acque (dgrn.VII/16581 del 27/02/2004e d.c.r 28/07/2004, n.VII/2004), Programma di Tu-tela ed uso delle acque (dgrVIII/2244 del 29.03.2006) eRegolamento Regionale n. 2 del24.03.2006 e Adeguamento del-le derivazioni al rilascio delD.M.V. (dgr 19.12.2007, n.VIII/6232).Ma che cosa è il Deflusso Mi-nimo Vitale? Non è facile dar-ne una definizione; semplice-mente si può dire che rap-presenta il quantitativo mini-mo d’acqua che deve esserepresente lungo i corpi idriciaffinché siano salvaguardatele caratteristiche fisiche e chi-miche della stessa: quantità equalità dell’acqua che sia ingrado di garantire la vita aglianimali (soprattutto pesci) edai vegetali che vivono lungo icorsi d’acqua; l’Autorità diBacino del fiume Po, che è lamassima autorità idraulica perquanto attiene il bacino im-brifero dello stesso fiume, dàquesta definizione ufficiale:“E’ il deflusso che, in un corsod’acqua naturale deve essere pre-sente a valle delle captazioniidriche al fine di mantenere vi-tali le condizioni di funzionali-tà e di qualità degli ecosistemiinteressati”; quindi tutela dellafauna e flora, ma in generaletutela della qualità dell’am-biente a cui il cittadino è di-rettamente interessato.Data la definizione ufficialedi Deflusso Minimo Vitale,espliciterò alcuni dei princi-pali aspetti ad esso legati ecioè:1. chi è interessato al rilasciodel D.M.V.;2. come si calcola;3. il D.M.V. in alcune Regio-ni italiane ed all’estero;4. opere a tutela della faunaittica;5. conclusioni.

1. Chi è interessato al rilascio del D.M.V.

� Regioni e Province, sono iprimi ad esserne interessati,in quanto sono le Autoritàpreposte al rilascio delle con-cessione di derivazione d’ac-qua da corsi d’acqua superfi-ciali; sono queste Autoritàche dettano le regole ed icomportamenti a cui il ri-chiedente la concessioned’acqua dovrà attenersi perpoterla adoperare per usi va-ri consentiti dalle leggi: pota-bile, irriguo, idroelettrico, in-dustriale, piscicoltura, zoo-tecnico, igienico, antincendio,innaffiamento area e al verdeo di aree sportive, lavaggiostrade, ecc; l’uso potabile èprioritario rispetto all’irriguo e

questo rispetto all’idroelettri-co ed agli altri usi; il rilasciodelle concessioni di deriva-zioni d’acqua è subordinatoal R.D. 1775/1933 ed alle va-rie normative regionali; ogniderivazione, dopo l’utilizza-zione dell’acqua, è tenuta alrilascio del D.M.V.; le deriva-zioni si dividono in grandi epiccole (definite dall’art. 6 delRegio Decreto di cui sopra): so-no di competenza delle Re-gioni le grandi derivazioniche lo Stato ha trasferito lorocon D. lgs 112/98; ogni re-gione ha poi definito, connorme proprie, la competen-za delle istanze di nuovegrandi derivazioni e delle pic-cole.� Il corso d’acqua interessatoalla derivazione, per i motiviche sono insiti nella definizio-ne di D.M.V., e sopra eviden-ziati;� La fauna e la flora che tro-vano lungo il corso d’acquagli elementi necessari alla lo-ro vita;� I cittadini in quanto fruito-ri della qualità degli ecosiste-mi che interessato il corsod’acqua e l’ambiente partico-lare; è tutto l’ambiente, come sipuò notare, che trova giova-mento dal mantenimento,lungo i fiumi, del D.M.V.Come si può notare, D.M.V.e derivazioni d’acqua, per gliusi sopra descritti, sono stret-tamente legati: sono questeultime che assottigliano no-tevolmente il quantitativod’acqua ai fiumi.Ma in che cosa consiste una

derivazione d’acqua?E’ un prelievo di acqua da unfiume, prelievo che avvieneattraverso una serie di manu-fatti: opere di presa, di rego-lazione, di raccolta, di addu-zione, di restituzione al corpoidrico, dopo essere stata uti-lizzata. Ci sono vari esempidi derivazioni ed alcune co-stituiscono interessanti ope-re di architettura, come la tra-versa del Panperduto (vederefoto), sul fiume Ticino chesepara la Lombardia ed il Pie-monte; da questa traversavengono alimentate due gran-di derivazioni: il Villoresi ed ilcanale indu-striale; possia-mo avere de-rivazioni dacorpi idricisot terranei(falde acquife-re) mediantepozzi, oppurederivazioni dacorsi d’acquasuperf icial i(fiumi, laghi). Derivazioni a carattere inter-provinciali, interregionali edinternazionali quando gli ele-menti che costituiscono la de-rivazione sono ubicati rispet-tivamente in almeno dueprovince, due regioni o/e duenazioni. Per poter derivare l’acqua oc-corre fare una domanda inbollo all’Ente competente,Regione o Provincia: questeultime rilasciano la conces-sione con relativo Disciplina-re d’esercizio che contiene gli

obblighi e le condizioni cuidovrà essere vincolata la con-cessione per derivare acquapubblica, il tutto ai sensi delR.D. 11.12.1933, n. 1775 –“Testo unico delle disposi-zioni di legge sulle acque edimpianti elettrici” e delle di-verse normative regionali inquanto la materia è passataalle Regioni con il Dgl31.03.1998, n. 112.

2.Come si calcola il D.M.V.

Vediamo adesso come si cal-cola il D.M.V. a valle di ogniderivazione d’acqua (riguar-

da i corsi d’ac-qua superficia-li), tenendopresente cheesso rappre-senta una por-tata che gene-ralmente oscil-la tra il 10-20%della portatamedia del cor-so d’acqua.Sono tanti i

metodi per calcolare la por-tata di un corso d’acqua, matutti si fondano sul metododel volume d’invaso (Paladini-Fantoli) che brevemente sipuò cosi riassumere: il volu-me di pioggia caduto in tem-po dt, ridotto della quantitàd’acqua assorbita dal terrenoche costituisce il bacino im-brifero del corso d’acqua(questa quantità dipende dal-la capacità di assorbimentodel terreno) eguaglia la som-ma del volume che il fiume

smaltisce nell’istante consi-derato e del volume d’acquaimmagazzinato nello stessotempo; questo concetto Pa-ladini e Fantoli lo hannoespresso mediante l’equazio-ne di continuità della correnteidrica:

(P – A) dt =Qdt + dV

dove P rappresenta il volumed’acqua affluito nel corso d’ac-qua nell’unità di tempo, A laquantità di acqua assorbita daiterreni del bacino imbriferodel fiume, Q la portata del fiu-me al tempo t, dV l’incre-mento del volume d’acqua nelfiume.Ma come si calcola ilD.M.V.? L’Autorità di Baci-no del fiume Po suggeriscequesta formula :

QDMV = k*qMEDA*S*M*Z*A*T

� k è un parametro speri-mentale che rappresenta lapercentuale della portata me-dia da considerare,� qMEDA è la portata specificamedia annua per una di su-perficie del bacino (l/s*kmq),� S è l’estensione del bacinoimbrifero sotteso dal manu-fatto di presa (kmq).La prima parte della formulak*qMEDA*S rappresenta la com-ponente idrologica per la qualesi assume un valore pari al10% della porta media annua(per quasi tutte le Regioni ita-liane in corrispondenza del-la sezione dove è ubicata ilmanufatto di presa; le altre

lettere rappresentano dei fat-tori correttivi (costituisconola cosiddetta componente am-bientale) che tengono contodi esigenze varie: morfologi-che (M), naturalistiche (Z),interazione tra acque di faldae superficiali (A), modulazio-ne o variazione dei rilasci daimanufatti di presa durantel’arco dell’anno(T); questi fat-tori potranno contribuire adaumentare il D.M.V. che nonpotrà, però, superare gene-ralmente il 20% della porta-ta media annua: si tutela l’am-biente ma si consente, nellostesso tempo, di derivare l’ac-qua per gli usi consentiti dal-le norme vigenti.Tutti questi fattori sarannooggetto di un Regolamentoche le Regioni dovrannoemanare (se non lo hanno giàfatto); lo stesso Regolamentodovrà prevedere i criteri, mo-dalità, esclusioni e deroghenell’applicazione del D.M.V.La Regione Lombardia, conle “Norme tecniche di attua-zione” del Programma di Tu-tela ed Uso delle Acque(P.T.U.A) e precisamente dal-l’articolo 31 al 35, ha previ-sto i seguenti criteri:� compensazione (il D.M.V.deve essere calcolato per ogniopera di presa; si possonoprevedere compensazioni trai vari manufatti di presa rela-tivi ad uno stesso impiantocon concentrazione delle re-stituzioni d’acqua al fiume inuno o più punti);� modulazione: il D.M.V. puòessere rilasciato con valori va-ri durante l’anno in base adesigenze di tutela dell’ittio-fauna e per meglio diluire icarichi inquinanti;� continuità: l’ecosistema delcorso d’acqua deve essere ga-rantito con continuità;� controllo: misure per rileva-re gli effetti conseguenti al ri-lascio del D.M.V.La stessa Regione Lombar-dia nel P.T.U.A. (precisa-mente nell’Allegato 3 alla Re-lazione Generale e riportatepoi nella Deliberazione dellaGiunta Regionale del19.12.2007, n. 6232,”Diretti-ve per l’adeguamento dellederivazioni al rilascio delD.M.V.”) ha elaborato le in-dicazioni necessarie per il cal-colo della portata media deicorsi d’acqua, sia relativa aquelli per i quali si hanno da-ti già monitorati, sia quandoquesti dati non sono a dispo-sizione. Comunque ogni singola Re-gione ha delle normative pro-prie che tengono conto dellecaratteristiche del territorio,del corso d’acqua, del tipo difauna ittica, ecc.Eventuali deroghe o esclu-sioni dall’applicazione delD.M.V. possono essere ac-cordate dall’autorità conce-dente ma non devono pre-giudicare la qualità ambien-tale prevista per il corso d’ac-qua interessato.Ci sono, però, delle deriva-zioni che non sono obbligateal rilascio del D.M.V. e sonoquelle che usano l’acqua perscopo idroelettrico e che re-stituiscono l’acqua al piededella stessa opera di deriva-zione (le cosiddette traversefluviali, come quella di Portodella Torre, sul fiume Ticino,a cavallo tra le Regioni Pie-monte e Lombardia).Il D.M.V. va costantementemonitorato attraverso siste-mi di controllo e di misurache l’Ente concedente impo-ne al concessionario attra-verso il Disciplinare d’esercizio.Questi strumenti vanno te-nuti costantemente in effi-

Il deflusso minimo vitale, per uno sviluppo sempre più sostenibiledott. ing. Guido Viola

segue a pag. 11

PORTATA DI CALCOLO

Q347 fno a 60 l/s;per ogni 10 l/s di portata in più

Q347 di 2500 l/s;per ogni 10 l/s di portata in più

Q347 > a 60.000l/s

DMV

50 l/s+8 l/s

900 l/s+21,3 l/s

10.000 l/s

Tabella 1

Figura 1 – Traversa del Panperduto da dove si dipartono le due grandi derivazioni del Canale Villoresi e del Canale Industriale

Figura 2 – By-pass rustico

Il deflusso minimo vitale è il quantitativo minimod’acqua presenteaffinché siano salvaguardate le caratteristiche fisiche e chimiche della stessa

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cienza perché i dati delle mi-sure vanno trasmessi all’au-torità concedente.Come si sa le strumentazioniall’aperto subiscono facil-mente gli effetti dei fenomeniatmosferici, per cui in più dialcune occasioni sono pocoattendibili se non si una rigo-rosa e costante manutenzio-ne, ma subiscono anche glieffetti dei vandali ed in questocaso vanno sostituiti con ag-gravi economici per il con-cessionario. Dove è possibi-le, a valle della derivazione sipossono sostituire i sistemi dimisura con sistemi più prati-ci; un esempio potrebbe es-sere il seguente:a valle della derivazione, lasezione del corso d’acqua po-trebbe essere riprofilata me-diante materiali vari quali clso pietrame e malta cementi-zia; sui fianchi della sezionecosì riprofilata, andrebbe evi-denziata la quota che corri-sponde al D.M.V., osservabi-le, anche in lontananza, me-diante l’uso di binocoli; oc-corre però usare l’accortezzadi eliminare quanto è di osta-colo alla visuale e comunquela verifica si può fare anche illoco constatando che la quo-ta dell’acqua sia quella corri-spondente al D.M.V.; il ma-nufatto, come tutti, a causa ditempo e clima è soggetto adegrado e quindi necessita dinormale manutenzione; iconcessionari possono chie-dere all’autorità concedentedi sperimentare un propriocriterio per l’applicazione delD.M.V. (per la Regione Lom-bardia questo aspetto è beneevidenziato all’art. 31 delleNorme Tecniche di Attua-zione del Programma di tu-tela ed uso delle acque e saràinoltre oggetto di un “Rego-lamento per la sperimenta-zione del D.M.V). Anche unasemplice asta graduata, postaa valle della derivazione sa-rebbe sufficiente a dimostrarel’osservanza del D.M.V. Conqueste ultime osservazioni sivuole solo esprimere un con-cetto: troppe norme, a voltenon semplici da applicare,non motivano i concessiona-ri di derivazioni a rispettarlein toto.

3. Il D.M.V. in alcune Regioniitaliane ed all’estero

Vediamo brevemente cosaprevedono le altre nazioni re-lativamente a questo argo-mento:� Svizzera - viene presa inconsiderazione la portata su-perata almeno per 347 giorniall’anno (Q347) e secondo pre-cisi valori tabellari, di cui, persemplicità, si riportano treesempi (Tabella 1)

Con questo metodo vengo-no tutelati, in particolare, ipiccoli corsi d’acqua.

� Francia - il D.M.V. vienecalcolato sulla portata mediaannua su un lasso di tempodi almeno 5 anni; viene presacome elemento base la por-tata di 80 m3 /s; se la portataè inferiore a questo valore, ilD.M.V. dovrà essere 1/10della portata media, mentreper portate superiori a 80 m3

/s, il D.M.V. sarà pari a nonmeno di 1/20 della portatadi riferimento.� Austria - il valore viene pre-so tra parametri che oscillanotra la portata media minima equella minima;� Germania - la decisioneviene lasciata ai vari Lander;varia, comunque, tra 1/3 ed1/2 della portata minimacontinua Q355;� Spagna - sono le autoritàdi Bacino a decidere; comeper la Svizzera si tiene contodella Q347 e di alcuni fattoricorrettivi che tengono contodei corsi d’acqua ricchi di tro-

te, salmonidi e di zone di ri-produzione della fauna ittica.� Inghilterra - le autorità chetutelano i corsi d’acqua deci-dono di volta in volta tenen-do conto della portata Q95 (laquantità presente in alveo perun periodo superiore al 95%dell’anno); corrisponde in li-nea di massima alla Q347.

� USA - il D.M.V. scaturiscedalla qualità e quantità di pro-tezione che desidera attribui-re all’ecosistema ed in fun-zione di una % della portatamedia annua; ci sono co-munque altri criteri adottatinei vari stati.

Cosa prevedono alcune Re-gioni italiane.� Della Lombardia si è giàparlato precedentemente;

� Piemonte: il calcolo delD.M.V. si basa su una quotadella portata naturale che vie-ne superata in alveo per 355giorni nel corso dell’anno;� Provincia au-tonoma di Tren-to: il D.M.V.,indicativamen-te, è fissato inalmeno un ter-zo della porta-ta minima an-nua continuanaturale;� Friuli: adot-ta il criteriosvizzero mol-tiplicando il valore del D.M.V.per un coefficiente CL chetiene conto della distanza trail manufatto di presa dell’ac-qua e quello di restituzione.

4. Opere a tutela della fauna itticaCome è stato evidenziatonella prima parte dell’artico-lo, il D.M.V., da rilasciarsi ob-

bligatoriamen-te a valle diogni singoladerivazioned’acqua (la fi-gura n. 1 faparte del com-plesso da do-ve si diparto-no due grandiderivazioni: ilcanale Villore-si, ad uso irri-

guo ed il canale Industriale,ad uso idroelettrico) è fon-damentale “al fine di mante-nere vitali le condizioni di fun-zionalità e di qualità degli eco-

sistemi interessati”. La fauna ittica, però, ha bi-sogno anche di riprodursi, ri-produzione che avviene conla risalita verso la sorgentedei corsi d’acqua, risalita chespesso viene ostacolata dallapresenza di opere come tra-verse, briglie e dighe, ostaco-li spesso insormontabili daipesci che non possono muo-versi liberamente lungo il cor-so d’acqua; diminuisce cosìla possibilità di sopravviven-za per carenza di ossigeno odi cibo lungo alcuni tratti delfiume, isolamento di gruppidi pesci e diminuzioni di pos-sibili incroci, ecc.Il rispetto per l’ambiente e lenormative hanno cercato diporre rimedio a questi graviinconvenienti mediante ope-

re che fossero in grado di ga-rantire alla fauna ittica nonsolo di sopravvivere, di ri-prodursi e di muoversi libe-ramente per le proprie esi-genze vitali lungo i corsid’acqua.Due sono soprattutto le ope-re che consentono ai pesciquanto espresso sopra:� scale di risalita o passaggiper pesci (figg. 2 - 4 - 5);� ascensoriLe scale di risalita o passag-gi per pesci sono opere inmuratura che si usano perconsentire ai pesci di bypas-sare ostacoli non molto alti(piccole traverse e brigliecon altezze che non supera-no, in generale i 5 metri); lapendenza non deve superarel’8/10% e ce ne sono di varietipologie.La prima volta che si è af-frontata questo problema èstato con la fine del 1600, masi sono sviluppate poi congrande interesse con i primianni del ventesimo secolo; inItalia esiste un ottimo sistemadi passaggi per pesci sul fiu-me Adda che risale alla finedel 1800. Sempre in Italia, la prima nor-ma riguardante questo argo-mento è il R.D. n. 1486/1914“Regolamento per la pescafluviale e lacuale” e succes-sivamente il “Testo unicodella legge sulla pesca” del1931.Entrambe queste norme pre-vedevano la presenza obbli-gatoria di scale di risalita lad-dove le opere dell’uomo po-nevano alle fauna ittica dimuoversi liberamente lungoi corsi d’acqua. Gli ascensori (fig.3) sono ope-re elettromeccaniche checonsentono ai pesci di supe-rare ostacoli ben maggiori(l’altezza delle dighe) rispet-to alle scale di risalita.Sono opere che funzionanobene e hanno trovato negliStati Uniti d’America, Cana-da, Cina e Russia numeroseapplicazioni; ultimamentedovrebbero essere stati rea-lizzati impianti anche inFrancia, mentre in Italia sistanno muovendo i primipassi solo da poco.Questo, semplicemente, è illoro funzionamento:� i pesci, nel loro migrarecontro corrente, vengono at-tratti, attraverso la griglia mo-bile (n. 3 di fig. 3) verso lacabina di cattura (n. 1) e lavasca di raccolta (n. 2) dal ri-chiamo di un flusso d’acqua(n. 6);� un meccanismo di solle-vamento deposita i pesci nellivello d’acqua di monte.Resta il problema della di-scesa a valle dei pesci, pro-blema che si può risolvererealizzando a lato delle di-ghe dei manufatti di discesa apiccoli bacini successivi, do-ve in questa occasione lapendenza può abbondante-mente superare quella per larisalita (in genere si attestasull’8%).Una materia, quella relativa alrilascio del D.M.V. a valledelle derivazioni, che diret-tamente o indirettamente co-involge un po’ tutti, dal mo-mento che tutti abbiamo in-teresse a tutelare l’acquaquale bene primario; un beneche filosofi come Talete, Pla-tone ed Eraclito ritennero es-senziale, in natura, al pari di“aria, fuoco e terra” e comeSan Francesco, che nel Can-tico delle creature, loda il Si-gnore “ per sor Aqua, la qua-le è multo utile et humile etpreziosa et casta”. Se già nei secoli remoti l’ac-qua veniva considerata un be-ne indispensabile, a maggiorragione, oggi che se ne fa unlargo consumo, questo beneva tutelato nei piccoli e neigrandi usi, per uno svilupposempre più sostenibile per ilpresente, ma soprattutto perle future generazioni.

N. 18 - 1 Novembre 2008 IL GIORNALE dell’INGEGNERE 11

AMBIENTE

segue da pag. 10

Figura 3 – Schema ascensore per pesci

Figura 4 - Scala di risalita per pesci Figura 5 – Altro esempio di scala di risalita a bacini successivi

Le Regioni e le Provincesono le autorità preposte al rilascio delle concessioni di derivazione d’acqua da corsi d’acqua superficiali

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12 IL GIORNALE dell’INGEGNERE N. 18 - 1 Novembre 2008

L’ANNIVERSARIO

Non solo Thomas Alva Edi-son. Agli albori dello svi-luppo tecnico dell’illumi-

nazione elettrica anche il nostroPaese ebbe una figura di spicconel piemontese Alessandro Cruto(1847-1908): un inventore e im-prenditore oggi quasi dimentica-to. Eppure riuscì a produrre lam-padine elettriche migliori di quel-le del concorrente americano, ri-cevendo riconoscimenti interna-zionali e vendendone il brevettoall’estero. Avviò anche una fab-brica ad Alpignano, che soprav-visse al suo fonda-tore e rimase in ma-ni italiane fino adessere ceduta allaPhilips nel 1928.La vita di Alessan-dro Cruto fu segna-ta da una passioneinesauribile per lascienza coltivata daautodidatta, dal so-gno quasi fanciulle-sco di riuscire a cri-stallizzare il carbonio per ottene-re diamanti artificiali, e – comespesso accade – da un evento for-tuito: la partecipazione ad unaconferenza sui progressi dell’elet-tricità tenuta nel 1879 a Torinoda Galileo Ferraris, lo scopritoredel campo magnetico rotante. Nella sala strapiena l’illustre stu-dioso spiegava i grandi e dispen-diosi sforzi appena compiuti daEdison per trovare un filamentoadatto per le lampade ad incan-descenza ed esprimeva il suo scet-ticismo: questo tipo di illumina-zione non aveva futuro perché lafibra di bambù carbonizzata sele-zionata da Edison non era suffi-cientemente omogenea.Cruto si accorse di avere la solu-zione: da qualcheanno aveva avviatonella sua casa diPiossasco, alle por-te di Torino, un ru-dimentale laborato-rio dove, facendopassare una corren-te di etilene sottopressione e ad altatemperatura in untubo svuotato dal-l’aria, aveva ottenu-to una sottile eomogenea lamina di carbone.Qualcosa di ben lontano dal dia-mante che andava ricercando maadatto per costruire filamenti peruna lampada di nuovo tipo. Usci-to dalla conferenza di Ferraris,Cruto decise di cambiare linea diricerca e si impegnò per supera-re, con mezzi improvvisati, i pro-blemi costruttivi per realizzare lasua idea. La nuova lampadina fu provatacon successo nei laboratori di fisi-ca dell’Università di Torino nel1882 e, con l’aiuto economico diun ottico torinese, fu fondata unasocietà per lo sfruttamento eco-nomico dell’invenzione e deposi-tata una domanda di privativa in-dustriale. Cruto era riuscito a rea-lizzare un tubetto elastico di car-bonio partendo da un sottile filo di

platino, successivamente elimina-to, su cui si depositava uno stratodi carbonio dello spessore voluto.Rispetto al carbone naturale usatoda Edison, il nuovo materiale pre-sentava un potere emissivo supe-riore e un coefficiente di tempe-ratura positivo. La luce era bianca e viva: ben di-versa da quella giallastra di Edi-son. Le lampade ottenute con “ilmetodo Cruto” furono presenta-te alle esposizioni di Vienna e Mo-naco del 1882 e collaudate nel la-boratorio di fisica del Politecnico

di Zurigo l’anno se-guente. Nel 1884Cruto ebbe la sod-disfazione di poterilluminare con il suosistema varie saledell’esposizione diTorino. Nel 1886 laproduzione, iniziataoriginariamente conun garzone e un“operaio soffiatore”per le ampolle, si

trasferì nella nuova fabbrica di Al-pignano, dove era disponibile lapotenza idraulica necessaria, arri-vando a produrre mille lampadeal giorno. Rispetto a Edison, Cru-to aveva probabilmente più la stof-fa dell’inventore che dell’impren-ditore e, dopo una serie di contra-sti con il management dell’aziendache aveva fondato, se ne staccògradatamente. Si era sposato all’e-tà di quarant’anni e decise di de-dicarsi alla famiglia, vivendo sem-plicemente e dividendosi tra la re-sidenza torinese e il vecchio labo-ratorio di Piossasco. Si occupò ne-gli ultimi anni di ulteriori miglio-ramenti per le ampolle elettriche,e coltivò progetti in apparenza piùstravaganti, come la costruzione

di un giocattoloscientifico chiama-to “mosca elettrica”.Morì a Torino, qua-si in relativa oscuri-tà, il 15 dicembre1908. Nel momen-to della sua massi-ma fama, il popola-rissimo scrittore Ed-mondo de Amicis –autore del libroCuore – propose aCruto di scriverne la

biografia, ma egli, dopo averci pen-sato qualche giorno, declinò l’of-ferta. Ora, nel centenario dallamorte, con Il Signore della LuceMaria Consolata Corti, ha riedito– sotto il nom de plume di Vitto-ria Haziel – la biografia di questomisconosciuto inventore, con ag-giunte e arricchimenti rispetto al-l’edizione del 1995: un atto di “giu-stizia” verso un uomo che lottòtenacemente contro la cronicascarsità di mezzi economici, maanche i pregiudizi culturali che tal-volta costringono ancora oggi allafuga o alla rinuncia le nostre men-ti migliori.

*Funzionario tecnico presso il Dipartimento

di Ingegneria Elettrica Università di Pavia

L’inventore Alessandro Cruto...“come Edison, più di Edison”

Andrea Albini*

La vita di Alessandro Crutofu segnatada una passioneinesauribileper la scienza coltivatada autodidatta

Le lampade ottenute con “il metodo Cruto”furono presentatealle esposizioni di Vienna e Monaco del 1882

Lo scorso 13 ottobre, dopo una estenuante malattia, è scomparsaGiancarla Bolognini, responsabile amministrativa del Collegio Inge-gneri e Architetti di Milano. Impiegata presso il Collegio da benquattordici anni, si era fatta apprezzare per le sue doti di tenacia e sen-sibilità. Tanti e variegati i suoi interessi, che l’avevano portata ad oc-cuparsi anche del sociale, prestando volontariato presso un’associa-zione per il recupero di tossicodipendenti. Le colleghe dell’ufficio, la direzione e la redazione del “Giornale del-l’Ingegnere” e i membri del Consiglio direttivo del Collegio Inge-gneri e Architetti porgono le più sentite condoglianze alla famiglia perla prematura scomparsa dell’amica Giancarla.

L’ADDIO

Il Collegio saluta l’amica Giancarla

I l professor Costantino Andrea Fas-sò è mancato il giorno 18 giugno diquest’anno. Persona di vasti e va-

riegati interessi, sino all’ultimo ha ope-rato con immutabile freschezza intel-lettuale ed entusiasmo nella ricerca enella didattica.Nato a Firenze il 19 dicembre 1920, do-po diversi trasferimenti legati all’attivitàdel padre, professore universitario di let-teratura italiana, nel luglio 1944 si laurea“cum laude” in ingegneria civile pressoil Politecnico di Milano dove, sotto laguida del professor Felice Contessinisviluppa la tesi di laurea “Studio di mas-sima di impianto idroelettrico, con par-ticolare riguardo all’impostazione delcalcolo statico dell’opera di sbarramen-to”. Dopo essere stato Assistente volontario e quindiAssistente incaricato, nel 1948 diviene Assistente or-dinario sempre presso l’Istituto di Idraulica, allora di-retto dal professor Giulio De Marchi. Il professorFassò, ebbe sempre una visione molto chiara e apertadell’idraulica e dei settori ad essa riconducibili; fin dal1952, con la partecipazione al Foreign Student Sum-mer Project al MIT, prese avvio quella serie numero-sa, intensa e fruttuosa, di scambi internazionali chehanno caratterizzato tutta la sua vita. Nel 1955 con-segue la Libera docenza in Idraulica; tre anni dopo,vinto il concorso a cattedra, poco prima di prendereservizio nella sede di Cagliari, viene colpito dalla tra-gica perdita della moglie. A Cagliari diventa Diret-tore dell’Istituto di Idraulica e quindi anche Preside del-la facoltà, sviluppando gran parte della sua attivitàscientifica e professionale, sino al 1982, quando si tra-sferisce nuovamente al Politecnico di Milano sullacattedra di Meccanica dei fluidi che terrà sino al col-locamento fuori ruolo, nel 1991. Durante questo pe-riodo il professor Fassò ha inoltre insegnato per tre se-

mestri presso l’università di Mogadiscio.Primo Direttore del Dipartimento di In-gegneria Idraulica, Ambientale e del Ri-levamento, nel 2000 è nominato Pro-fessore Emerito ma sino al giugno 2008ha continuativamente ricoperto per sup-plenza diversi insegnamenti di Mecca-nica dei Fluidi per gli ingegneri indu-striali. Negli anni, agli argomenti pretta-mente tecnico e scientifici (acque sot-terranee, risorse idriche, dighe, idrauli-ca ambientale) ha affiancato una inte-ressante e pregevole ricerca storica sul-l’idraulica e su eminenti figure di idraulici.Oltre 130 sono le sue pubblicazioni e al-trettanto rilevante risulta la sua parteci-pazione a convegni nazionali e interna-zionali e la sua attiva appartenenza, ai

massimi livelli, a numerose e prestigiose associazio-ni; ricordo almeno: International Association ofHydraulic Research (membro del Consiglio e Vice-pre-sidente), ICID, Associazione Idrotecnica Italiana. Tut-ti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscere ilprofessor Costatino Fassò ricordano, oltre la serietàprofessionale e di docente, la sua cultura, ironia e sen-so di umanità; a coloro che lo hanno potuto fre-quentare un pò più da vicino mancheranno anche isuoi consigli e il suo aiuto discreto. Mi piace terminarequesto ricordo con le parole dei suoi familiari, chebene riassumono la personalità e la contagiosa cu-riosità intellettuale di questo amico “andato via ancorain corsa, ricco di affetti e di soddisfazioni intellettua-li viaggi libero per nuovi vasti territori aspettando dirincontrarci”. “Gioiva della vita, della famiglia, del la-voro, della scienza, della natura, dell’arte”. E’ la sinte-si di una vita ben spesa, non priva di prove dolorose,che ci deve essere di sprone ed esempio.

*Ordinario di Idraulica al Politecnico di Milano

IL RICORDO

L’addio al professor Costantino Fassòprof. ing. Enrico Orsi*

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N. 18 - 1 Novembre 2008 IL GIORNALE dell’INGEGNERE 13

INGEGNERIA SANITARIA AMBIENTALE

Esercizi e commento di esempi numerici

Autore: Giuseppe DʼAntonio

Editore: Hoepli (Milano)

Pagine: 274

Anno: 2008

Il volume presenta oltre 100esercizi inerenti la soluzionedi problemi propri dellʼInge-gneria Sanitaria Ambientale.Rivolto agli allievi dei corsi dilaurea triennale e di specia-lizzazione in materia, il testocostituisce un valido stru-mento di ausilio per tutti i pro-fessionisti impegnati nellaprogettazione e verifica di im-pianti di trattamento delle ac-que e dei rifiuti solidi. Gli esercizi sono suddivisi in

quattro capitoli riferiti, rispet-tivamente, alla chimica delleacque, ai trattamenti delle ac-que di approvvigionamento,ai trattamenti di depurazionedelle acque reflue, allo smal-timento finale dei rifiuti solidiurbani. La successione degliesempi segue in genere lasequenza delle principali fasidi un ciclo di trattamento edei processi che in esse sisviluppano, in modo che ogniesercizio sia collegato a quel-lo che lo precede e faccia dapreambolo a quello che se-gue. Oltre al testo dellʼesercizio,comprendente i dati del pro-blema scelti secondo critericollegati a casi concreti, è ri-portato un richiamo alla teo-ria, per meglio chiarire la pro-cedura adottata nel suo svol-gimento. Lʼesempio numerico, pur fon-

damentale mezzo di verificadel grado di conoscenza rag-giunto, non potrà mai sosti-tuire la fase dello studio teo-rico, indispensabile allʼap-prendimento della materia ealla risoluzione di qualsiasiproblema.

DESIGN E GLOBALIZZAZIONE

Autori: Anna Catania, MariellaLa Guidara, Viviana TrapaniAlinea Editrice (Firenze)Pagine: 112Anno: 2008

Il libro raccoglie una parte deirisultati teorici e progettualielaborati dal Dipartimento diDesign di Palermo in occa-sione di una ricerca naziona-le dellʼarea del design sui te-mi della globalizzazione, del-la sostenibilità e degli scena-ri futuri del design italiano,che si confronta e si propo-ne con le sua tradizione criti-ca e ideativa alle grandi eco-nomie emergenti nel panora-ma globale. In particolare il confronto, inalcuni momenti ideale, in al-

tri concreto e operativo, è av-venuto verso la nazione chepiù in questo momento evo-ca paure e speranze di op-portunità, di carattere eco-nomico, socio-culturali e an-che di natura etica e politi-ca: la Cina. La ricerca è stata declinatacon quellʼattenzione alle va-lenze territoriali dei fenomeniproduttivi che ha sempre ca-ratterizzato la linea culturaledel Dipartimento di Design diPalermo. Unʼoccasione di riflessionescientifica e di sperimenta-zione metodologico-proget-tuale particolarmente fruttuo-sa, perché ha messo in luce,accanto ad una pratica deldesign che privilegia lo svi-luppo sistemico e sostenibiledelle risorse territoriali, la ne-cessità di una stretta integra-

zione tra le diverse teorie emetodologie che la culturadel design ha attivato rispet-to alla sostenibilità delle pro-duzioni. Parallelamente si è speri-mentata lʼefficacia dellʼazio-ne del design nel costruirepercorsi di conoscenza e diinnovazione assieme agli al-tri attori dello sviluppo terri-toriale.

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PATRIZIA DI SANO IL NUOVO PRESIDENTE ASSIL

Patrizia Di Sano, Amministratore Delegato della Di SanoIlluminazione, è stata nominata nuovo Presidente di AS-SIL, Associazione Nazionale Produttori Illuminazione cheriunisce oltre 80 tra le più importanti aziende del settore. Patrizia Di Sano succede a Paolo Targetti, presidenteAssil per due mandati consecutivi dal 2004 al 2008.“È un onore per me poter rivestire questa carica – di-chiara Patrizia Di Sano - e poter così rappresentare ilmondo dellʼilluminazione italiana. Mi impegnerò per unavalorizzazione ancora maggiore di un settore così im-portante del made in Italy, che oggi si trova ad affronta-re sfide sempre più impegnative sui mercati internazionali.Sono tanti i temi su cui lavorare: la difesa della qualità delprodotto, lo sviluppo tecnologico verso importanti tra-guardi come il risparmio energetico, lʼadeguamento auna normativa in continua evoluzione e tanti altri aspet-ti di un settore in grande fermento”. Patrizia Di Sano è la prima donna a ricoprire questo pre-stigioso incarico e unica donna alla guida di una delleassociazioni Anie (Federazione Nazionale Imprese Elet-trotecniche ed Elettroniche).

UNI: CORRADO BERTELLI NOMINATO PRESIDENTE

DEL COMITATO COSTRUZIONI

Corrado Bertelli è stato nominato Presidente del ComitatoCostruzioni dellʼEnte Nazionale Italiano di Unificazione peril triennio 2008-2010. Bertelli, Vice Presidente di Unc-saal, associazione delle imprese italiane dellʼinvolucroedilizio, rappresenta Finco, Federazione Industrie ProdottiImpianti e Servizi per le Costruzioni, e dal 12 maggio diquestʼanno è anche Vice Presidente Uni con delega peril Comitato Costruzioni e lʼArea Territorio, Ambiente edEnergia. “Uni – ha dichiarato Corrado Bertelli – è unodei luoghi naturali del confronto tra le diverse compo-nenti che possono perdere o vincere insieme la sfida delnuovo ruolo del costruire, mentre il sistema delle normeè la principale piattaforma di condivisione di un approc-cio prestazionale ed europeo alla stessa sfida”. Soddisfatto della nomina di Corrado Bertelli il Presiden-te di Uni, Piero Torretta: “Lʼincarico conferito a Bertellisarà una grande occasione di accelerazione del proces-so di sinergia collaborativa fra tutte le componenti della fi-liera dellʼedilizia italiana, finalizzata allʼaffermazione diuna vera cultura della qualità, basata sulla normazione vo-lontaria, come chiave vincente del prodotto italiano anchesui mercati internazionali”.

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14 IL GIORNALE dell’INGEGNERE N. 18 - 1 Novembre 2008

UN PROCEDIMENTO SEMPLIFICATO PER VELOCIZZARE IL CALCOLO DELLE STRUTTURE,

NEL RISPETTO DELLE NUOVE NORME TECNICHE (D.M. 14.01.08)

Modena, 28-29 novembre 2008

� Destinatari: Manager e Tecnici di Impre-se Industriali, Ordini e Collegi (Periti Ind. ed In-gegneri), Associazioni di Categoria, Enti pub-blici e Scuola in generale.� Presentazione del corso: Obiettivo è difornire - in un ampio calendario di incontri e adun costo di iscrizione contenuto - lʼaggiorna-mento tecnologico necessario ad inquadraretutti gli aspetti dellʼinnovazione.Obiettivo il rilancio della competitività del si-stema industriale, migliorando l'efficienza ener-getica del Paese con il risparmio di energianei processi produttivi e negli usi finali e sfrut-tando le fonti energetiche rinnovabili per con-tribuire alla sostenibilità ambientale.� Docenti: Docenti universitari - Specialistidi primarie Aziende di settore e di primari Stu-di di Ingegneria� Attestato finale di frequenza(minimo: 75 % di frequenza) � Crediti Formativi dai Collegi e dagli Or-dini patrocinanti

� Costi e Modalità di iscrizione: flyer delCorso con dettagli – Operazione Giovani:

Seguire le istruzioni di dettaglio nel flyer delCorso consultabile nel sito web del GiornaledellʼIngegnere e anche al link dellʼArea For-mazione Permanente di Ateneo: http://www.formperm.polimi.it/mainEx.php.

Forti ulteriori riduzioni della quota di iscrizioneper “Operazione Giovani”, per i diplomati e lau-reati di età non superiore ai 26 anni, per i Socidel Collegio degli Ingegneri e Architetti di Mila-no e per i Soci degli altri Enti patrocinatori.

INFO:preferire mail a: [email protected]

Segreteria del Corso: Francesca Clemenza Tel. 02 2399.4209 - 4361 - 4206 Fax: 02 2399.4220

CORSO 55 ore

Lezioni monografiche di aggiornamento tecnologico :CRITERI DI RISPARMIO ENERGETICO

PER PROCESSI E COSTRUZIONI INDUSTRIALI

Politecnico di Milano, P.zza L.da Vinci, 32 12 dicembre 2008 – 20 marzo 2009 (i venerdì ore 14.30-19.30)

Direttore del Corso: Prof. Attilio Carotti [email protected]: Per. Ind. Ing. EurEta Mario Banfi

Ing. Giancarlo Bobbo

La serie di Corsi “Cened” organizzati consuccesso dal Dipartimento di IngegneriaStrutturale del Politecnico di Milano (cir-ca 350 “certificatori” abilitati) continua adessere occasione di formazione e aggior-namento per i Professionisti. Da questicorsi sono usciti con successo sia Inge-gneri e Architetti, sia Geometri e Periti In-dustriali.

Le esigenze di ciascuno di questi gruppi pro-fessionali sono state attentamente prese inconsiderazione nellʼorganizzazione della strut-tura e delle tecniche didattiche : i risultati otte-nuti negli esami finali confermano la qualità elʼefficacia del prodotto scientifico-tecnico of-ferto dallʼAteneo. Particolare spazio è dato al la-boratorio numerico in aula per la progettazione-di-massima di impianti innovativi per lʼEdilizia.Altri moduli didattici sono dedicati ad aspettipratici di diagnostica e rilievo dati sul campo.

INFO: preferire mail a: [email protected] per vedere il flyer: www.giornaleingegnere.it

� Costi e Modalità di iscrizione: flyer delCorso con dettagli – Operazione Giovani:

Seguire le istruzioni di dettaglio nel flyer delCorso consultabile nel sito web del GiornaledellʼIngegnere (www.giornaleingegnere.it)e anche al link dellʼArea Formazione Permanente diAteneo : http://www.formperm.polimi.it/mainEx.php.

Forti ulteriori riduzioni della quota di iscrizioneper “Operazione Giovani”, per gli ingegneri oarchitetti di età non superiore ai 28 anni, peri Soci del Collegio degli Ingegneri e Architetti diMilano e per i Soci degli altri Enti patrocinatori.

Segreteria del Corso: Francesca ClemenzaTel. 02 2399.4209 - 4361 - 4206 Fax: 02 2399.4220

CORSO 72 ore

CORSO DI FORMAZIONE PER CERTIFICATORI ENERGETICI “CENED”

PIUʼ 24 ORE MODULO INTEGRATIVO DI :1. PRATICA DI CANTIERE, CENTRALI TERMICHE E COSTI

2. PRATICA DI DIAGNOSTICA ENERGETICA

Politecnico di Milano, P.zza L.da Vinci, 32 20 Gennaio 2009 - 19 Febbraio 2009 Corso Certificatori

3, 5, 10 Marzo 2009 Pratica di cantiere e Diagnostica

Direttore del Corso: Prof. Attilio Carotti [email protected]: ing. Giancarlo Bobbo

Politecnico di MilanoDipartimento di Ingegneria Strutturale

FORMAZIONE WWW.GIORNALEINGEGNERE.IT

CORSI DI FORMAZIONE 2008D.Lgs.311/2006 Risparmio energetico in edilizia

Corso Base Casa Clima per progettisti 20 ore

Fondazione AEM organizza, presso la struttura di Casa dellʼenergia, il Corso Base CA-SA CLIMA per progettisti. Il corso è autorizzato e riconosciuto dalla Provincia Autonomadi Bolzano Agenzia CASA CLIMA, che rilascerà direttamente lʼattestato di partecipazio-ne a coloro che lo abbiano frequentato in modo completo. Con la partecipazione a que-sto corso, il progettista acquisirà gli elementi di base per la progettazione e la realizzazionedi edifici civili ad elevata efficienza energetica in riferimento alla direttiva 2002/91/CE e suc-cessivi adeguamenti.

Coordinatore del corso: Arch. Olivia Carone, appartenente allʼAlbo Consulenti

Esperti CASA CLIMA di Bolzano

Il corso si svolgerà nei giorni 1 – 2 – 3 – dicembre 2008 dalle ore 9.00 alle 18.00

MODULO 1 INTRODUZIONE

� Protezione climatica ed ambientale, energia e sviluppo, traguardo costruire ed abitare,Casa-Clima, certificati CasaClima, targhetta CasaClima, principi delle costruzioni effi-cienti dal punto di vista energetico, CasaClimapiù, sostenibilità nellʼedilizia

MODULO 2 FONDAMENTI DI FISICA APPLICATA E ISOLAMENTO TERMICO

� Trasporto di calore - principi, caratteristiche termotecniche degli elementi costruttivi, pon-ti termici - principi, calcolo del fabbisogno termico tramite CasaClima, programma di cal-colo CasaClima, protezione termica estiva - principi

MODULO 3 MATERIALI E COSTRUZIONI

� Materiali edili - fondamenti, parete esterna, ponti termici, costruzione del tetto, finestre,solai

MODULO 4 IMPIANTISTICA

� Principi e definizioni, fonti energetiche e sistemi di approvvigionamento termico, dis-tribuzione di calore, produzione di acqua calda sanitaria, componenti e materiali

MODULO 5 IL PROGRAMMA DI CERTIFICAZIONE ENERGETICA CASACLIMA APPLICAZIONI

� Principi e definizioni del programma, algoritmo di calcolo, presentazione di un calcoloconcreto, esercitazione pratica dei partecipanti sul PC utilizzando materiali di progettazione,considerazioni di diverse variabili

Rilascio di attestato di partecipazione da parte dellʼAgenzia CasaClima.Il 1° dicembre i partecipanti al corso sono pregati di presentarsi 10 minuti prima.

Per informazioni ed iscrizioni: Arch. Carone Tel. 02/7720.3967 - Fax-02/7720.3894 [email protected] - [email protected] www.casadellenergia.it

Con le nuove Norme Tecniche per le Co-struzioni (NTC del D.M. 14.01.08), sono sta-ti introdotti criteri molto diversi da quelli dellealtre norme temporaneamente in uso (D.M.ʻ96, OPCM 3274, D.M. 2005).LʼOrdine degli ingegneri di Modena, in consi-derazione di queste novità e dʼintesa con ilRelatore dott. ing. Salvatore Palermo, hapredisposto un corso che presenta lʼesempio diun edificio calcolato prima in zona non sismi-ca, poi in zona sismica, con lo sviluppo deicalcoli per tutti gli elementi strutturali tipici. Calcoli condotti secondo le NTC e utilizzandotutte le parti delle nuove edizioni degli Eu-rocodici; parti richiamate ma non esplicitatenelle NTC. Nel corso verranno quindi pre-sentate diverse strategie utili a semplificare evelocizzare i calcoli.

Caratteristica esclusiva del corso è il rila-scio ai partecipanti, insieme al testo, dei pro-grammi utilizzati per i calcoli (pacchettoNTCalcS), integralmente funzionanti e com-

prensivi della protezione. I programmi si ca-ratterizzano per presentare tutto il percorsoprogettuale (scelte, formule, passaggi inter-medi, calcoli, osservanza delle prescrizioninormative, citazione dei p.ti delle normativeNTC, Eurocodici rispettati), completamentevisibile allʼutente e corredato dei relativi com-menti esplicativi. In questo modo viene radicalmente cam-biato, a favore della massima trasparenzaverso il Progettista, quello che è lʼapproccioprevalente seguito dal software corrente.

Il Corso si terrà a Modena il 28 e 29 novem-bre 2008.Programma del corso, descrizione del pac-chetto NTCalcS, modulo per lʼiscrizione o perla richiesta del testo e del software sono dis-ponibili sul sito www.ing.mo.it .

Per altre informazioni si può contattare la se-greteria dellʼOrdine degli ingegneri di Modena(Tel. 059-223831, Fax 059-237166).

PROGRAMMA DELLE PROSSIME MANIFESTAZIONI

� 19 NOVEMBRE 2008

L’ENERGIA RINNOVABILE IN ARCHITETTURAConvegno organizzato dalla Commissione Qualità Ambiente del Collegio, presso la Vil-la Reale di Monza.

� 26 GENNAIO 2009

ATTIVITA’ DEL TAVOLO DI COORDINAMENTO DEI PONTI DEI NAVIGLIConvegno organizzato in collaborazione con lʼAssociazione Amici dei Navigli.

� DATA DA DESTINARSI

IMPERMEABILIZZARE, RIVESTIRE E COLORARE CON RESINE LIQUIDEConvegno da organizzare in collaborazione con TRIFLEX, presso la sede del Collegio.

LA TECNOLOGIA DELL’ACCIAIO NELLE COSTRUZIONIConvegno da organizzare in collaborazione con Arcelors, presso la sede del Collegio.

LA RISPOSTA PRATICA AD UN TEMA SCOTTANTE: LA RESISTENZA DI STRUTTURE SOTTOPOSTE AD INCENDIO.Convegno da organizzare in collaborazione con OMNIA IS

� ULTERIORI INIZIATIVE

SERIE DI CORSI DA ORGANIZZARE CON IL DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA STRUTTURALE DEL POLITECNICOCorsi da organizzare in collaborazione con il Prof. Carotti.

SERIE DI INCONTRI TECNICI SU PRODOTTI E TECNOLOGIE DELLA MAPEIConvegni da organizzare presso la sede della MAPEI

SERIE DI INCONTRI TECNICI E CORSI SU L’UTILIZZO DI AUTOCADDa organizzare in collaborazione con EMMECAD.

Il Responsabile delle manifestazioni(dott. ing. Giancarlo Bobbo)

Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano

Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano

Politecnico di MilanoDipartimento di Ingegneria Strutturale

Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano

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N. 18 - 1 Novembre 2008 IL GIORNALE dell’INGEGNERE 15

Architetto 33enne, laureato alPolitecnico di Milano nel 2001,iscritto allʼOrdine degli Architettidella Provincia di Milano, abilita-zione 494/96, partita IVA, padro-nanza nellʼutilizzo dei pacchettiCAD, word, excel, esperienzapluriennale nella progettazionedi interni per unità commerciali,unità abitative e terziario, prati-che comunali, esamina propostedi collaborazione con studi di ar-chitettura, ingegneria e aziende.Mob. 338_6213533 [email protected]

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Ingegnere civile strutturista,laureata e specializzata in co-struzioni in c.a, c.a.p., acciaio edin strutture in generale, pressoPolitecnico di Milano, plurienna-le esperienza lavorativa in anali-si strutturale ed insegnamento;ottima conoscenza del compu-ter PC (pacchetto Office; Inter-net; programmi di calcolo strut-turale, supersap, prosap, beam-cad, plicad); ottima conoscenza

di lingue straniere: inglese, fran-cese ecc. Offresi, con disponibilità imme-diata, per svolgere attività di con-sulenza in campo ingegneristico,tecnico e di gestione di progetticonnessi allʼingegneria civile,nonché attività di consulenza peri testi di Scienza delle Costruzio-ni e di Tecnica delle Costruzionie/o insegnamento in suddettematerie.Mob. 00393931445313 [email protected]

Ingegnere civile con 20 anni dʼe-sperienza nel Campo delle Co-struzioni sia per gli aspetti pro-

gettuali che, soprattutto, per lʼat-tività di Cantiere. Esperienza ma-turata in grandi imprese di Co-struzioni e Studi professionali conmansioni dʼAssistenza alla Dire-zione Lavori, Controllo di Pro-grammazione, Controllo di Qua-lità materiali e manufatti, Super-visione in Cantiere di materiali emano dʼopera. Tel. 3389622106 [email protected]. Residenza Milano

Ingegnere edile, 32 anni, laureaquinquennale, iscrizione Ordinedegli Ingegneri della provincia diMilano, abilitata ai sensi del

D.Lgs 494/96, esperienza di la-vori pubblici (sia presso ufficiotecnico comunale che in stu-dio/società privati), valuta propo-ste di [email protected]

Ingegnere elettrotecnico pro-ject manager, gestore di com-messe, responsabile/direttore tec-nico in società di installazio-ne/impiantistica. già responsabi-le tecnico in un ente abilitato alleverifiche degli impianti di messa aterra secondo il dpr 462/01.gia'abilitato al rilascio della ex 46/90,attualmente effettuate verifiche econtrolli su impianti per il rilascio

della nuova 37/08 (dichiarazionidi conformità e di rispondenza)ultimo incarico come direttore tec-nico livello quadro, attualmentesenza fissa occupazione salvoconsulenze occasionali, ricercaurgente incarichi e valuta propo-ste di collaborazione meglio atempo pieno/indeterminato.Prego contattare iMob. 347 1330518

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MOSTRE E CONVEGNI

Con la collaborazione delCOMUNE DI MONZA

LA SOSTENIBILITÀ COME NUOVO PARADIGMA DEL FARE ARCHITETTURA:il recupero della ex caserma di Piazza San Paolo a Monza

mercoledì 19 novembre 2008 - ore 9 -13

Oggigiorno la salvaguardia dellʼambiente e la riduzione dei consumi risulta essere di primaria importanza: ciascuno di noi è coinvolto in prima per-sona come abitante di un pianeta le cui risorse non sono inesauribili, sia a livello di comportamenti personali, sia a livello professionale, in par-ticolare come progettista e amministratore pubblico. La Commissione Qualità Ambiente, istituita dal Collegio Ingegneri e Architetti di Milano nel2003, svolge attività di collaborazione con vari Enti per migliorare la qualità dellʼambiente attraverso proposte connesse alle normative e con ini-ziative culturali. Tra queste, il seminario di oggi, in collaborazione con il Comune di Monza, che prende spunto dalla possibile destinazione del-la ex caserma di Piazza San Paolo a Monza a biblioteca civica. Si illustreranno possibili scenari di edilizia sostenibile e proposte pratiche, cheproprio perché legate ad un contesto di recupero non facili da attuare, rappresentano una sfida che può rivelarsi maggiormente premiante.

Lʼ incontro sarà tenuto presso il teatrino della Villa Reale di MONZA, viale Regina Margherita. Lʼingresso è gratuito È indispensabile prenotare la propria partecipazione presso la Segreteria del Collegio Ingegneri e Architetti di Milano, telefonicamente (02/76003509), per fax (02/76022755) o per e-mail: [email protected]

PROGRAMMA

� 9.00 REGISTRAZIONE PARTECIPANTI

� 9.30 SALUTO AI PARTECIPANTIMarco Maria MarianiSindaco del Comune di MonzaOsvaldo MangoneAssessore alle Opere pubbliche del Comune di MonzaAdriano De MaioPresidente del Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano

� 9.50 PRESENTAZIONE DELLʼINCONTROMichele Giovanni BattelCommissione Qualità dellʼAmbiente del Collegio degli Architetti e In-gegneri di MilanoIsabella Tiziana SteffanCoordinatrice della Commissione Qualità dellʼAmbiente del Collegio de-gli Architetti e Ingegneri di Milano

Coordina: Clara RognoniConsigliere Segretario del Collegio degli Architetti e Ingegneri di Milano

� 10.10 Lʼ ENERGIA DELLA BELLEZZA PER UNA SOSTENIBI-LITÀ ESTETICA DELLA CITTÀ.Maurizio Spada

� 10.30 IL PROGETTO DI ARCHITETTURA COME PROGETTODELLʼENERGIA PER IL BENESSERE SOCIALE E AMBIENTALE. Ugo Ferrari

10.50 IL FOTOVOLTAICO: FONTE ENERGETICA RINNOVABILE. Claudio Zucal

� 11.10 pausa caffè

� 11.30 LA GEOTERMIA: FONTE ENERGETICA RINNOVABILE ACHILOMETRO ZERO.Giacomo Cianciulli

� 11.50 LA VALUTAZIONE DEI COSTI AMBIENTALI IN INTER-VENTI DI RECUPERO. LʼAPPROCCIO LCA.Monica Lavagna

� 12.10 IL DESIGN FOR ALL: SOSTENIBILITAʼ E ACCESSIBILI-TÀ A SCALA URBANA.Isabella Tiziana Steffan

� 12.30 Dibattito

Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano

EXPOEDILIZIA

Fiera di Roma, 13-16 novembre 2008

Si terrà presso i padiglioni della Nuova Fieradi Roma la seconda edizione di “Expoedili-zia”, la rassegna professionale per lʼedilizia elʼarchitettura. Lʼ appuntamento è divenuto un momento diforte richiamo per tutti gli operatori del centroe sud Italia che operano nel mondo delle co-struzioni, grazie anche alla contemporaneitàcon la terza edizione di “Site” – Salone del-lʼimpiantistica termoidraulica ed elettrica –che coinvolge il mondo dellʼimpiantistica idro-termosanitaria, elettrica e delle energie al-ternative. Per il 2008 “Expoedilizia” si presenterà conuna veste completamente rinnovata, con laparte espositiva arricchita di nuove aree te-matiche. Nei nove saloni predisposti per lʼap-puntamento (finiture, serramenti, decori co-lori, macchine, attrezzature, elementi strut-turali, informatica, sicurezza in cantiere, ar-redo urbano) le aziende avranno lʼopportunitàdi promuovere i propri prodotti direttamentea un pubblico qualificato. Expoedilizia e Site offriranno una fotografiacompleta sul settore attraverso il progettoERRE – Percorso delle energie rinnovabili edel rendimento energetico nellʼedilizia – unʼi-niziativa trasversale tra le due fiere che hacome obiettivo quello di dare visibilità alleaziende che propongono soluzioni che ten-gono conto dellʼimpatto ambientale e del ri-sparmio energetico. Tra queste, quelle che si occupano di: bio-edilizia, isolamento acustico, barriere termi-che, coibentazioni, vetrate a basse emissio-ni, materiali coibentanti, involucro edile, so-lare termico, solare fotovoltaico, co-genera-zione, geotermia, prodotti che utilizzano bio-masse, pellets e legna, led e lampadine fluo-rescenti elettroniche, sistemi domotici. Inol-tre, durante i quattro giorni si svilupperannonumerose sessioni formative per offrire aglioperatori un quadro completo che tenga con-to anche degli aspetti normativi e applicativi.

Per informazioni: www.senaf.it Tel. 02 3320391

Sponsor del convegno:

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Page 16: Mobilità e sistema dei trasporti: l’Italia paga una grave ... 18_2008_LR.pdf · e-mail: abbonamenti@picomax.it tariffe abbonamenti annuale 20 euro studenti iscritti alle facoltÀ

16 IL GIORNALE dell’INGEGNERE N. 18 - 1 Novembre 2008

Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano

1563

L’INFORMAZIONE A PORTATA DI MOUSE Il sito www.giornaleingegnere.it mostra agli utenti una selezione dei servizi di maggiore interesse pubblicati sul nostro quindi-cinale cartaceo, aggiornata sempre allʼultima uscita. In particolare è possibile consultare integralmente due articoli per ciascunnumero, di volta in volta inseriti nella sezione “articoli on line”

IL VOSTRO ARCHIVIO VIRTUALENella sezione “indice generale” sono riportati tutti i titoli dei servizi pubblicati sul Giornale nel corso dellʼanno precedente; cen-tinaia di articoli, approfondimenti, opinioni, recensioni. La voce “inserti speciali”, inoltre, elenca gli inserti monotematici realizzatiin allegato al Giornale nel corso degli ultimi quattro anni.

UN PREZIOSO STRUMENTO DI CRESCITA PROFESSIONALELa promozione della crescita professionale è uno degli obiettivi primari di questo sito. La sezione “formazione” aggiorna co-stantemente su corsi, master, giornate di studio, selezionati dagli esperti del Giornale dellʼingegnere e proposti da istituti di for-mazione e prestigiose università. Unʼoccasione di crescita professionale e di approfondimento indispensabile per ingegneri earchitetti. La sezione “convegni” arricchisce questa opportunità, segnalando gli eventi di maggior rilievo per la categoria.

INSERZIONI DI LAVORO GRATUITE PER GLI ABBONATIInfine, per la riqualificazione personale o per iniziare la propria carriera lavorativa al termine degli studi, la sezione “lavoro”offre una vetrina di assoluto rilievo. Tutti gli abbonati al nostro Giornale (sia come singoli che come iscritti agli Ordini) hannola possibilità di inserire gratuitamente la propria inserzione sul Giornale e contemporaneamente sul sito Internet.

FILO DIRETTO CON LA NOSTRA STORIALa “storia” del Giornale è legata a quella del suo fondatore, il Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano, unʼantica e presti-giosa associazione fondata nel 1563. Per saperne di più, direttamente dalla home page del sito si può accedere al sitowww.collegioingegneriarchitettimilano.it

Cresce, ogni mese, il numero dei visitatori del nostro giovane sito! Invitiamo anche voi a navigare tra le nostre pagine virtuali e afornirci pareri, suggerimenti, consigli per migliorarlo ulteriormente.

Enti interessati a segnalare sul nostro sito le loro iniziative (formazione e convegni) e per le inserzioni di lavoro, possono rivolgersi a:email: [email protected] - Tel. 02-76011294 – Fax 02-76022755

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