Méliès · 2019-04-24 · Georges Méliès Georges Méliès Nato a Parigi, in una famiglia che...
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Méliès
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«Un cavallo trainante un carro si metteva in marcia verso di
noi, seguito da altre vetture, poi da dei passanti, in una parola
tutto l’animarsi della strada. Innanzi a questo spettacolo
restammo tutti a bocca aperta, stupefatti, sorpresi al di là di
ogni immaginazione». Così Georges Méliès descrive lo
spettacolo dei fratelli Lumière a cui ha assistito la sera del 28
dicembre.
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Georges MélièsGeorges Méliès
Nato a Parigi, in una famiglia
che fabbrica scarpe, Méliès ha
intrapreso una carriera di
illusionista che lo ha condotto a
dirigere il Teatro Robert-
Houdin, in cui si offrono
spettacoli di magia intervallati
talvolta da proiezioni di
lanterna magica, e si è
presentato alla prima uscita del
Cinématographe.
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Un giocattolo…
A fine serata – avendo intuito le potenzialità del mezzo per
l’intrattenimento e la realizzazione di giochi di prestigio -
chiede al vecchio Antoine Lumière di acquistare un
apparecchio. Il patriarca rifiuta, ammonendolo: «Giovanotto, la
nostra invenzione non è in vendita, ma mi ringrazi: per lei
sarebbe la rovina. Il cinematografo non può avere alcun
avvenire commerciale».
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Chi fa da sé…Il povero Méliès deve andare a Londra,
da Robert William Paul, per comprarsi
un Animatograph e un po’ di pellicole
della Edison e poi farsi costruire un
proiettore da un ingegnere. Il 4 aprile
1896 il programma del teatro Robert
Houdin presenta, oltre ai numeri di
prestidigitazione, brevi proiezioni di
vedute animate. È l’inizio di una
ricerca, volta a esplorare, durante le
vacanze estive a Le Havre, le
potenzialità del nuovo mezzo.
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Star Film
Deciso a realizzare da sé i propri film, Méliès fonda una sua
casa di produzione, la Star Film, e in ottobre comincia a girare,
tenendo presenti le pellicole dei Lumière ma anche – poiché è
convinto che i film “realistici” sarebbero presto venuti a noia -
cercando di elaborare un proprio stile, basato sui trucchi che
ben conosce e sul suo gusto per il grottesco, e filmando dei
mini-spettacoli con scenografie, illusioni ottiche, effetti speciali.
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Passo uno
Il primo film di Méliès Une partie de cartes è una chiara
imitazione del film omonimo dei Lumière. Ma già nello stesso
1896 Méliès realizza Escamotage d’une dame chez Robert-
Houdin, il primo esempio di montaggio cinematografico, con
un trucco possibile solo con la macchina da presa. Il breve
filmato mostra il prestigiatore Méliès che fa sparire una dama
per sostituirla con uno scheletro, che a sua volta scompare per far riapparire la donna.
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Passo uno
Il trucco usato da Méliès è semplice e geniale: egli arresta la
cinepresa per farla ripartire solo dopo aver riorganizzato la
scena. Montando i segmenti di girato l’uno di seguito all’altro
senza far percepire gli «stacchi», l’impressione prodotta sullo
spettatore è quella di un’improvvisa apparizione e sparizione di
oggetti o personaggi. La tecnica, nota come «passo uno» o
stop motion, è ancor oggi alla base del cinema d’animazione.
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I trucchi
La leggenda tramandata dallo stesso Méliès vuole che il primo
“trucco cinematografico” sia nato per caso mentre si girava in
strada, a Place de l’Opera. La macchina da presa s’inceppa
mento il traffico naturalmente prosegue; quando la pellicola
viene proiettata accade che un omnibus si trasforma di colpo
in carro funebre. Inizia così la ricerca di effetti ottici sempre più
complessi che, uniti all’illusionismo e all’abilità meccanica,
permettono a Méliès di concepire film sempre più mirabolanti.
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Teatri di posa
L’anno seguente attrezza nella sua villa a Montreuil un grande
teatro di posa che unisce i pregi dell’illuminazione naturale
dello studio fotografico a quelli del palcoscenico teatrale. Gli
attori (spesso lo stesso Méliès) sono circondati da scenografie
dipinte, secondo la tradizione teatrale.
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L’Homme orchestre (1900)
Le invenzioni
Méliès, che è già quasi un “regista”, non vuole riprodurre la
realtà, come i Lumière, ma piuttosto “esprimerla”, utilizzando la
propria esperienza di illusionista sul piano tecnico e dei trucchi
ed elaborando una sua idea di «spettacolo» cinematografico.
Nel 1897 si dichiara già consapevole di creare “un genere
interamente distinto dalle riprese ordinarie del cinematografo”
che alla realtà “dal vivo” contrappone l’immaginazione,
l’invenzione, la sparizione, la ricreazione, l’anticipazione.
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Teatri di posa
In pochi anni, mentre gli operatori dei Lumière girano il mondo
a caccia di vedute, Méliès appone sul nuovo mezzo un timbro
fantastico, un ibrido tra poesia e trucco scenico, cercando
quelle magie che il teatro non poteva offrire. Dirige, tra il 1896
e il 1914, più di 1500 film (ne sopravvivono circa un terzo, di
durata variabile tra uno e quaranta minuti), con un successo
strepitoso che influenza a fondo gli altri operatori e fornisce un
contributo decisivo per la genesi del linguaggio del cinema.
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Le voyage dans la Lune, 1902 (durata15’)
Vogliamo la luna!
Nel 1902 Méliès entra definitivamente nella storia del cinema
con Le Voyage dans la lune, il primo film a soggetto della
storia e il primo film a essere considerato dall’Unesco, nel
2002, patrimonio dell’umanità.
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Méliès stesso racconta le reazioni al suo film: «E il pubblico si
ammassava davanti la grande luna, ma il manifesto, benché
facesse ridere, era accolto dai lazzi più disparati : É una
fesseria, una mistificazione, che ci prendano per delle teste di
rapa in questa bancarella ? Credete davvero che si possa
andare sulla luna per filmarla ? Ci prendono per i fondelli».
Nonostante i dubbi, un pugno di sospettosi spettatori entra
nella sala per assistere alla proiezione e i loro applausi, le loro
risate, finiscono per richiamare una folla enorme.
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Trucchi cinematografici
Nei suoi film Méliès mescola a quelli fotografici
(sovrimpressioni che creano visioni di fantasmi) e teatrali
(persone che volano, macchinari scenici), numerosi trucchi
tipicamente cinematografici:
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Trucchi cinematografici
• Il mascherino-contromascherino (inquadratura divisa in
due o più parti impressionate in momenti diversi);
• Arresto della ripresa (per far apparire e sparire o
trasformare oggetti, personaggi, ecc.);
• Scatto singolo (per muovere oggetti inanimati);
• Spostamento della cinepresa avanti e indietro (per
ingrandire e rimpicciolire un soggetto).
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Teatralità
I film di Méliès non narrano storie nel senso moderno: la trama è solo un pretesto per far spettacolo e mostrare giochi di prestigio. Inoltre, allo spettatore non si chiede il coinvolgimento nella storia ma di assistere alla rappresentazione in modo allegro e divertito. Anche se compaiono eventi drammatici, un crimine o una decapitazione, l’atmosfera rimane farsesca e giocosa. Manca insomma l’«illusione della realtà» e il cinema resta concepito come una specie di grande giocattolo.
Les Cartes vivantes (1904)
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La fantasia non basta
L’avventura di Méliès prosegue,
tra grandi successi distribuiti in
tutto il mondo e innumerevoli
tentativi d’imitazione, fino al
1909, quando la sua
produzione subisce un calo a
causa delle nuove esigenze, in
fatto di narratività e coerenza,
di un pubblico che inizia a
trovare i suoi soggetti ripetitivi,
ingenui, a volte ridicoli.
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Vendita o noleggio?
Inoltre Méliès ha sempre
venduto le copie dei suoi film,
senza percepire i diritti
d’autore per le singole
proiezioni. Mentre le sue opere
precedenti spopolano, egli è
costretto a indebitarsi per
realizzare le successive: una
politica commerciale alquanto
approssimativa che nel 1913 lo
conduce alla bancarotta.
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Film e fiamme
La Grande Guerra interrompe definitivamente il grande sogno
di Méliès, che torna agli spettacoli di magia, con le repliche
dei suoi film al Robert-Houdin finché anche il teatro viene
demolito nel 1920 per aprire il Boulevard Haussmann:
ipoteche e debiti fanno il resto. Trasferitosi in un piccolo
appartamento a Montreuil, Méliès non trova neppure lo spazio
per le pellicole realizzate in quindici anni di lavoro; così le
accumula davanti casa e le brucia.
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Illusioni e realtà
La magica avventura di Méliès s’interrompe per vari motivi.
Egli resta un convinto artigiano del cinema che fa tutto da solo
nel momento in cui il cinema già assume forme industriali;
segue una politica commerciale dissennata che lo porta al
disastro economico; infine si chiude nel mondo delle “illusioni”,
rivelando una mentalità da “lanterna magica” che non
comprende veramente le possibilità di un mezzo proiettato
verso un orizzonte produttivo e narrativo tipicamente moderni.
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Gli ultimi anniRiscoperto dai surrealisti, che
organizzano per lui la prima
“retrospettiva cinematografica”
della storia, viene tratto dall’oblio
per ricevere nel 1931 la Legion
d’Onore dalle mani di Louis
Lumière, come “Creatore dello
spettacolo cinematografico”.
L’anno successivo gli viene
assegnata una pensione e si
ritira in una casa di riposo per
artisti, dove muore nel 1938.
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Lo spettacolo del cinema
La sua lezione tuttavia non è stata vana. Sarà proprio il
cinema dei sogni e delle illusioni (non solo effetti speciali,
fantascienza o avventura, ma anche attori, scenografie e
storie), a vincere sul documentario con quella “spettacolarità”
di cui Méliès è stato il primo grande pioniere.