ML n.9 Dicembre 2012

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5 ECONOMIA.LAVORO CULTURA.ATTUALITÀ STILE.VIAGGI.DESIGN CULTURA D’IMPRESA E DINTORNI MLmagazine.it Poste Italiane S.p.A. - Spedizioni in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) Art. 1, comma 1, DCB Ancona DICEMBRE ‘12 N°9 anno XIX euro 1,00 9 772036 758002 20009 > ISSN 20367589 180 SPECIALE LUSSO Una questione di stile DOSSIER CREDITO E PMI IL PERSONAGGIO Amilcare Brugni MARCHIGIANO DELL’ ANNO 2012 LE GRANDI FAMIGLIE MARCHIGIANE Gaspare Spontini à porter DATEMI IL LUSSO TENDENZE TEMPO DA NEVE Maurizio Sacchi “Il diamante, un investimento sicuro” Maurizio Sacchi “Il diamante, un investimento sicuro”

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Ml magazine - n.9 Dicembre 2012 Le Marche da Leggere

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economia.lavorocultura.attualitàstile.viaggi.design

CULTURA D’IMPRESA E DINTORNI

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D ICEMBRE ‘12 N°9 anno X IX euro 1,00

9 772036 758002

2 0 0 0 9 >ISSN 20367589

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SPECIALE LUSSOUna questione di stile

DOSSIERCREDITO E PMI

IL PERSONAGGIOAmilcare BrugniMARCHIGIANO DELL’ ANNO 2012

LE gRAnDI fAMIgLIE MARChIgIAnEGaspare Spontini

à porterDATEMI IL LUSSO

TEnDEnzETEMpO DA NEvE

Maurizio Sacchi

“Il diamante, un investimento sicuro”

Maurizio Sacchi

“Il diamante, un investimento sicuro”

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DOSSIER CREDITO“La paROLa aI DaTI”Da MPS un Servizio Per le eSigenze Di liquiDità Delle azienDe agrarie

Luciano Goffi“in queSto MoMento agli iMPrenDitori Manca la viSione Del futuro”

Alberto Niccoli“gli iMPrenDitori Per PriMi Devono creDere nelle loro azienDe”

Flavio Guidi“il SiSteMa creDitizio italiano ha PerSo la Sua funzione Di SoStegno allo SviluPPo”

il qatar interviene con 2 MiliarDi Di euro: fonDi Per la noStra econoMia

Giancarlo Mengoni

Il futuro è nella “cIttà IntellIgente”

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SoMMarIo

Maurizio Sacchi 18

Giancarlo Mengoni 24

Amilcare Brugni 28

AnticipazioniNel Numero di Febbraio 2013

Il 2013 inizierà in bellezza per ML e i suoi Lettori: festeggeremo insieme il traguardo dei nostri primi il nostro Ventennale. Un momento particolarmente significativo, a cui dedicheremo un ricco speciale, ripercorrendo la storia della rivista e raccogliendo le testimonianze dei personaggi che sono stati protagonisti delle nostre pagine. Un numero imperdibile, da collezionare come un album dei ricordi collettivo.

32 news dal mOnDO

le grandi famiglie maRChIgIanE34 Gaspare Spontini

alTO aRTIgIanaTO38 Lady Atelier il sOgnO di lucia bussaglia

42 bORSa ViTa Da managER44 Luciano Mario Bregola ad di isa yachTs

cOnsulenza48 imprese, ciTTadini e pa pOTrannO dialOgare in reTe innOVaziOne50 Luciano Cesari TelefOnia mObile: cOn la garbini cOnsulTing TagliaTO il 25% dei cOsTi

imprese52 fOndO di garanzia per le pmi

53 jesi cube

54 We Care la TracciabiliTà indusTriale

56 carriere e pOLTROnE

57 breVi dal TERRITORIO

fOrmaziOne58 Leonardo Cospito la “grafica di gruppO” per ViVere e laVOrare nelle OrganizazziOni

64 camerinO, laurea hOnOris causa a un ascOlanO illusTre

laVOrO66 Angelo Pasquarella il paradOssO quOTidianO nel mOndO del laVOrO

internaziOnalizzaziOne68 l’inTernaziOnalizzaziOne al TempO della crisi

ambienTe e territOriO70 Marisa Abbondanzieri l’acqua gOde di buOna saluTe ma il limbO nOrmaTiVO è penalizzanTe

rubrica13 L’editoriale di Flavio Guidi

primOpIanO14 Alessandro Calabrese specialisTa in “cOsT reducTiOn”

cOVerSTORY18 Maurizio Sacchi il diamanTe, un inVesTimenTO sicurO

cOnTrOCOpERTIna24 Giancarlo Mengoni il fuTurO è nella ciTTà inTelligenTe

ilpERSOnaggIO28 Amilcare Brugni presidenTe naziOnale dei maesTri del laVOrO e marchigianO dell’annO

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direTTOre ediTOrialeflavio guidi [email protected]

cOOrdinaTOre ediTOrialeguido guidi [email protected]

direTTOre respOnsabilePaolo Duranti [email protected]

capOredaTTrice asmae [email protected]

cOOrdinaTOre di redaziOne Marco [email protected]

ufficiO [email protected]. 071 2912331

ediTrice ggf grOupwww.mlmagazine.it registrazione tribunale di ancona n°12 del registro periodici del 14 aprile 1994

redaziOneVia albertini, 36 gross ancona60131 ancona anTel. 071 [email protected]

hannO cOllabOraTO al numerOroberto antonella alessandra balducci margherita camillettiletizia ciaccafavaTommaso costantinifabio di giuliosara gattiguido guidimonica manzottilaura Osmanimarco palombellacristina panaraenrico picchiomichela rossimichele sassoalessandro stecconi

fotoalessandro magi galluzzifrancesco masini

chiuso in redazione il 7/12/2012

progetto grafico:ricciarelli comunicazione (an)stampa: grafiche ricciarelli (an)

poste italiane spa d.l. 353/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, dcb ancona autorizzazione direzione provinciale pt ancona

una copia euro 1,00 arretrati euro 2,00abbonamento annuale euro 10,00 modalità di pagamento a mezzo versamento su: c.c. postale n°4072844 bonifico bancario presso banca popolare di anconaagenzia ancona 1 – c.c. n°11164 cab 02684 – abi 05308 – cin niban [email protected]

editore ggf group

Speciale: LUSSO, UnA QUeStiOne Di StiLe

78 il lussO all’epOca della crisi

80 il lussO nella sTOria

82 Luxury Shades TuTTe le declinaziOni del lussO

84 il lussO nelle marche

86 Lella Mazzoli cOs’è il lussO?

88 luxury nEwS 90 Fiere ed Eventi in iTalia e nel mOndO

92 il lussO TrainO dell’expOrT

93 Rosato incanTa rOma

94 il made in iTaly ripaga la fiducia degli inVesTiTOri

Tempo da Neve 152

128 speciale preMIo “valore lavoro”

inchiesTa132 il cOnTraTTO di laVOrO a chiamaTa nelle marche

culTura134 se la liberTà nOn può parlare, almenO è jazz!

138 Giuseppe Donghi “la mia piTTura è un raccOnTO, cOme il capiTOlO di un librO”

142 la giOrnaTa delle marche

a caSa di..144 benVenuTi a Villa giulia

Viaggi150 per sTaccare la spina

151 prOpOsTe a due passi da casa

152 i Viaggi di michela

154 iTinerari del guSto

155 appunTi in agenda

TurismO156 prOgeTTO TraVel

ml à porter 158 daTemi il lussO

160 TempO da neVe a cura di SG lifestyle

Salute e benessere162 un neTwOrk per unifOrmare le indicaziOni diagnOsTiche e TerapeuTiche

164 inauguraTO il cenTrO san nicOla

166 marcangOlO: iV cOngressO degli OncOlOgi marchigiani a senigallia

168 spending reView nella saniTà ne parlanO mariO TimiO e carlO f. deTTOri

spOrT172 spOrT e sOlidarieTà, binOmiO inscindibile

i grandi chef174 Andrea Angeletti “a capOdannO una Vera fesTa” ulTima pagIna 177 finchè c’è guerra c’è speranza

178 Olq

DOSSIER: crediTO & pmi

99 la parOla ai daTi

104 Luciano Goffi “in quesTO mOmenTO agli imprendiTOri manca la VisiOne del fuTurO”

107 Alberto Niccoli “gli imprendiTOri per primi deVOnO credere nelle lOrO aziende”

110 Flavio Guidi “il sisTema crediTiziO iTalianO ha persO la sua funziOne di sOsTegnO allO sViluppO”

113 I confidi ruOlO sTraTegicO per le pmi

116 Davide Belardinelli “serVOnO nuOVi canali di finanziamenTO ma le pmi cambinO menTaliTà”

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La funzione della politica è quella di governare il sistema sociale di una collettività per garantirne l’e-

quilibrio e lo sviluppo, in base a criteri di giustizia e libertà, finalizzando la pro-pria azione al benessere comune. una dimensione - e al contempo uno stru-mento del sistema sociale - è il sistema economico.sistema economico che se ben governa-to garantisce più equità, più benessere, più libertà. l’attività di governo econo-mico richiede orientamento, decisione, intraprendenza e univocità, sempre nel rispetto dell’equità sociale. in tale con-testo, nello sviluppo dell’economia la fi-nanza e il credito giocano un ruolo fon-damentale.in tutti i sistemi economici le dimensio-ni fondamentali sono quella economica, quella patrimoniale e quella finanziaria. se una di esse non è in equilibrio, l’in-tero sistema è compromesso, fino a toc-care situazioni di patologia. il sistema finanziario italiano è malato, incapace a svolgere, per problemi strutturali e con-tingenti, la sua funzione; l’indebitamen-to correlato alla volatilità degli impieghi mina la sopravvivenza e da qui la funzio-

nalità. quali sono le cause? sicuramente molte. ma di certo la bramosia che ha caratterizzato nel tempo la governance del sistema ha giocato un ruolo deter-minante. l’indebitamento, per persegui-re mete di crescita, risultati ed impieghi spesso “drogati”, ha rappresentato la causa che ha progressivamente invertito il ruolo delle funzioni nel sistema.ecco i risultati: primo: un elevato e pre-giudizievole indebitamento pubblico a livello di intero sistema economico del credito e dei sistemi aziendali. secondo: uno spread particolarmente elevato. Ter-zo: indeterminatezza politica. quarto: un sistema competitivo incapace di trovare investitori o fondi provenienti dall’estero.la politica, se preparata e autorevole, avrebbe dovuto - come dovrebbe tut-tora - agire da controllore e regolatore. informando, orientando, inibendo com-portamenti eccessivamente speculativi: tutto ciò non è avvenuto. la litigiosità, la scarsa preparazione, la non univocità a livello nazionale dell’azione costituisce il male fondamentale del nostro sistema. la politica deve crescere culturalmente, ispirandosi a sentimenti di giustizia, fru-galità, responsabilità e solidarietà.

Cara politica, sei ancora molto lontana dallo svolgere un ruolo attivo

ediTOrialedi flavio guidi

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primO pianO

Vive in campagna, orgoglioso dell’olio e delle marmellate che produce assieme a sua moglie

solange, con i frutti del loro giardino. grande appassionato di mare, ma so-prattutto di vela, ha navigato a lungo con la sua barca. Tra i suoi ricordi più vivi c’è l’incontro con le balene, a largo di stromboli, indimenticabile momen-to di grande emozione. lettore vorace, con una predilezione per la letteratura latino-americana, una vera passione per il narratore brasiliano jorge amado e la sua bahia. quando le tensioni del lavoro superano il limite si mette ai fornelli e sfornando pietanze si placa; ma non cu-cina solo per rilassarsi, la sua è una vera passione, poco consona alla necessità di contenere la linea.una lunga esperienza nel mondo coo-perativo ha caratterizzato la prima parte della sua vita professionale, prima nel mondo dei servizi, poi in quello indu-striale, dove, a cavallo tra gli anni Ottanta e novanta, ha lavorato a molti progetti di start-up di nuove imprese, a progetti di ristrutturazione aziendale, con periodi di diretto impegno in azienda.dopo quelle esperienze, ha dato vita ad una struttura consulenziale all’interno del mondo cooperativo, fino all’incontro, alla fine degli anni novanta, con il mondo della cost reduction. dopo i primi anni di attività all’interno di una società inglese specializzata in questa nuova nicchia di mercato, nel 2006 - assieme ad altri 15

partner – ha dato vita a crs – cost re-duction specialists, di cui ha assunto la presidenza fin dalla costituzione.

come nasce l’idea di dedicarsi ad una così specifica nicchia di mercato?“l’obiettivo era quello di trasformare un problema (la gestione di voci di spe-sa secondarie rispetto al core business, ma non trascurabili economicamente) in un’opportunità, offrendo competenza specialistica, competitività, metodologie innovative, senza appesantire l’azienda di risorse aggiuntive, perché il loro costo è superiore al beneficio e la loro specia-lizzazione forzatamente limitata”. cosa ha caratterizzato la Vostra proposta in maniera decisiva?“i fattori di successo sono stati due: il metodo di lavoro, concretizzato in un processo operativo di grande affidabilità e concretezza, e la sfida del success fee, ovvero della remunerazione del nostro lavoro rigorosamente commisurata al risultato conseguito”.

come ha reagito il mercato alla vostra offerta innovatrice?“in maniera più che lusinghiera. fin dall’inizio, nel ’97, questo approccio in-novativo ha incontrato il consenso di molte aziende, specie quelle grandi e a più alta cultura aziendale, perché hanno visto nella nostra offerta un’occasione di ottimizzazione e crescita senza rischi. con gli anni la platea delle aziende si è

allargata notevolmente ed oggi abbiamo girato la boa delle duemila aziende che hanno usufruito del nostro servizio. Tra queste si può elencare il meglio dell’im-prenditoria italiana”.nel tempo cosa è cambiato rispetto alla fase pionieristica degli anni novanta?“l’aspetto principale della nostra cre-scita sta nel continuo sviluppo della metodologia di analisi, nell’accumulo di informazioni e di expertise, che hanno fatto del nostro network, il depositario non solo dei best price del mercato, ma anche e soprattutto un attento conosci-tore delle best practice che rendono un servizio massimamente efficace. non va trascurato poi l’incremento di aree di at-tività, che oggi sono oltre trenta”.

Quali sono oggi le principali aree di spe-sa delle quali vi occupate?“sono moltissime; le più frequenti sono senza dubbio quelle dei trasporti e lo-gistica, dell’energia, che affrontiamo non solo dal punto di vista del costo, ma anche della riduzione dei consumi, del-la telefonia. accanto a queste, pratica-mente allo stesso livello di richiesta da parte dei nostri clienti, troviamo i servizi di pulizie, gli imballaggi. una delle nuove categorie che ha avuto un grandissimo sviluppo è oggi quella della revisione dei premi inail, che sta portando importanti benefici ai nostri clienti. c’è poi una se-conda fascia di categorie di spesa, molto interessante, rappresentata dai costi per

Alessandro Calabresesessant’anni, medico mancato (la professione di famiglia), una passione giovanile per la politica sfociata in una grande delusione, ma che cova ancora sotto la cenere. alessandro calabrese è oggi uno dei più consolidati partner e il presidente del principale network italiano specializzato nella “cost reduction”, il solo che, nel campo dell’analisi delle spese non core delle aziende, copre l’intero arco di competenze nelle molteplici categorie di spesa con i propri specialists

di l. ciaccafava

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primO pianO

il parco autoveicoli, mense e buoni pasto, smaltimento rifiuti, vigilanza, manuten-zioni immobiliari. da tre anni a questa parte, sempre più spesso ci viene chie-sto di intervenire su quella grande area di costo che è l’information technology e l’automazione di ufficio, nuova frontiera dell’ottimizzazione dei costi di gestione e di buona organizzazione aziendale”.

nel 2006 lei e i suoi più attivi partners vi siete staccati dal vecchio network per dare vita a crS. perché?“perché sentivamo la necessità di con-solidare la nostra struttura, di costruire un gruppo omogeneo che investisse ri-sorse e passione nella crescita, sia com-merciale che di competenze. all’allarga-mento della rete in termini commerciali, vero obiettivo del network inglese, abbia-mo deciso di anteporre la professionali-tà, la capacità di portare valore aggiunto in termini di cultura e trasparenza dei rapporti con i clienti e i fornitori”.

oggi cosa offre crS ai propri clienti?“certamente un servizio di alto livello, ri-sultati affidabili ancor prima che econo-micamente vantaggiosi, ma soprattutto la garanzia di una soluzione basata sui reali bisogni del cliente”.

cioè?“proporre soluzioni di risparmio può es-sere facile, specie in tempo di crisi, ovve-

ro in una fase di contrazione degli ordini e dei fatturati: un nuovo cliente può es-sere prezioso e abbattere i propri prezzi è una logica conseguenza. nulla tuttavia garantisce al cliente che il nuovo fornito-re sia all’altezza delle proprie necessità ed aspettative, nulla garantisce che il ri-sultato economico conseguito si consoli-di nel tempo. forti di questa consapevo-lezza abbiamo deciso che il nostro lavoro dovesse essere prima di tutto un’appro-fondita opera di analisi dei consumi del nostro cliente, basata su campioni molto ampi, in un arco temporale significativo. quello che noi chiamiamo studio del “modello di consumo” è un grande in-vestimento che facciamo su ognuno dei nostri clienti ed è assolutamente indi-spensabile per individuare soluzioni non solo economicamente vantaggiose, ma anche qualitativamente eccellenti e du-rature nel tempo”.

In cosa consiste lo studio del modello di consumo?“si tratta di un’analisi dettagliata di come e perché un’azienda acquista e consuma un certo bene o servizio: dal rilevamento dei reali fabbisogni alla verifica dei livelli qualitativi, dai meccanismi di acquisto ai processi operativi di utilizzo dei servizi o dei beni. si tratta di realizzare una mappa detta-gliata che, se perfettamente realizzata, ci porterà, come ogni mappa che si ri-

spetti, ad individuare il nostro piccolo “tesoro”: l’ottimizzazione dei costi”.

In sostanza adattate le soluzioni a ciò che questo studio vi suggerisce.“esattamente. per usare una metafora, siamo dei sarti su misura, che tagliano ogni soluzione sugli specifici ed esatti fabbisogni di ogni azienda; nessuna im-presa è uguale ad un’altra, quindi ognu-na necessita di una soluzione diversa. per questo abbiamo sempre rifuggito ogni forma di convenzione con i fornitori e non abbiamo imboccato la strada dei gruppi di acquisto. la totale indipenden-za ed indifferenza verso il mondo della fornitura è la nostra prima garanzia che offriamo ai nostri clienti”.

le vostre soluzioni sono più spesso di tipo operativo, quali modifiche ai pro-cessi, o ti tipo commerciale, quindi maggiormente legate a prezzi unitari più competitivi e all’individuazione di fornitori alternativi?“la soluzione più frequente è un mix di entrambe: ottimizzazione dei processi e competitività delle tariffe o dei prez-zi vanno spesso a braccetto, specie nel mondo dei servizi. un fornitore più com-petitivo, se non è portatore di ottimizza-zione di processi, rischia di essere solo una meteora che non riuscirà a mante-nere nel tempo il suo prezzo, solo appa-rentemente vincente”.

“Sarebbe difficile menzionare alcuni enti pubblici che non hanno voluto aderire alle nostre proposte di collaborazione.

Più costruttivo citare almeno uno tra i nostri più significativi e recenti successi: il Teatro alla Scala, che non a caso è ambasciatore dell’eccellenza italiana nel mondo”{ }

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Quante aziende avete analizzato nel 2011?“il 2011, come purtroppo questo 2012, è stato un anno molto duro per moltissime aziende e, contrariamente a quanto si possa pensare, un’azienda in crisi diffi-cilmente è in grado di affrontare anche le problematiche dell’abbattimento dei co-sti non core, presa com’è dalla battaglia per la sopravvivenza. ciò nonostante, abbiamo proseguito nel nostro trend di crescita, che ci ha visto incrementare nel 2011 del 20 per cento i progetti analizzati rispetto all’anno precedente; trend che si sta confermando in questo 2012, con ol-tre 300 analisi effettuate. un incremento sia in termini di clienti che di numero di categorie di spesa sottoposte ad analisi”.

oggi chi è il vostro cliente tipo?“la tipologia aziendale più frequente tra i nostri clienti è quella di un’azienda in-dustriale di medio-grandi dimensioni, abbastanza strutturata, per la quale si possono analizzare molte categorie di spesa. ma è proprio questa evidenza che, complice la crisi, mi ha fatto scattare la molla di ricercare nuove opportunità, nel mondo delle medio-piccole imprese, il nuovo progetto che sta muovendo i suoi primi passi”.

In cosa consiste questo nuovo progetto?“l’idea di partenza è stata questa: c’è una vasta platea di aziende medio-pic-

cole che potrebbero usufruire della no-stra esperienza, ma le loro dimensioni le fanno apparire poco appetibili al mer-cato della cost reduction, anche per le limitate categorie di spesa significative e rendono difficile un lavoro molto ap-profondito di analisi. da questo assunto è nato il progetto “compendium”, basato su una metodica di analisi semplificata e su di una strategia commerciale mirata”.

cosa vuol dire compendium?“cicerone usava spesso questo termine: esso identificava “il guadagno ottenuto col limitare della spesa””.

a che punto è lo sviluppo del nuovo pro-getto?“per un periodo il progetto ha dormito nel cassetto, per la difficoltà di rubare tempo all’attività tradizionale. poi, grazie all’incontro con flavio guidi e con la sua sida, è nata la collaborazione vincente, una joint venture che in breve tempo ha dato gambe al progetto e prodotto risul-tati lusinghieri”.

ci ha parlato di grandi e piccole aziende, ma oggi uno dei temi che monopolizza-no l’attenzione dei media è la famosa “spending review” della pubblica am-ministrazione. che esperienza avete maturato in questo settore?“si tratta di un’esperienza in chiaro-scuro. abbiamo realizzato importanti e

proficui lavori in molti enti pubblici ma, al tempo stesso, abbiamo avuto alcune esperienze negative, dovute alla man-canza di volontà di perseguire davvero l’ottimizzazione dei costi. sono convin-to che un’attenta analisi dei costi in cui siamo specialisti, potrebbe portare im-portanti economie, senza dover tagliare servizi ai cittadini. Vi sono aree di costo in cui è possibile ridurre la spesa di almeno 15–20 punti percentuali, liberando risor-se improduttive. spesso è solo questione di volontà politica che latita o di resisten-ze degli apparati alle quali i politici non sanno o non vogliono opporsi”.

Qualche esempio?“sarebbe difficile menzionare alcuni enti pubblici che non hanno voluto aderire alle nostre proposte di collaborazione. più costruttivo citare almeno uno tra i nostri più significativi e recenti succes-si: il Teatro alla scala, che non a caso è ambasciatore dell’eccellenza italiana nel mondo”.

“Quello che noi chiamiamo studio del “modello di consumo” è un

grande investimento che facciamo su ognuno dei nostri Clienti ed è

assolutamente indispensabile per individuare soluzioni non solo

economicamente vantaggiose, ma anche qualitativamente eccellenti

e durature nel tempo”

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cOVer sTOry

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“Il diamante, un investimento sicuro”maurizio sacchi, amministratore delegato della diamond private investment di ancona, ci spiega perché può essere vantaggioso investire in diamanti. purchè si rispettino alcune regole del gioco

di p. duranti

Dottor Sacchi, lei può essere con-siderato a pieno titolo uno dei maggiori esperti - in Italia e non

solo - del mercato dei diamanti da in-vestimento, pur provenendo dal mondo della finanza. non sono due settori mol-to differenti tra loro?“nient’affatto, e le spiego subito il moti-vo. la diamond private investment opera nel settore dei diamanti da investimento, cioè di un tipico strumento finanziario, come affermato e ribadito più volte dalle nostre autorità monetarie”.

come si è avvicinato a questo settore?“Verso la fine degli anni Ottanta fui con-tattato da un’azienda che commerciava diamanti. la cosa mi incuriosì non poco e così andai a lavorare per loro: non vi era un organigramma ben definito, ma

di fatto conquistai sul campo il ruolo di responsabile commerciale. possiamo dire che da questa esperienza ha preso piede in italia il mercato dei diamanti da investimento come prodotto finanziario”.

una scelta oggi rivelatasi vincente, ma che allora poteva apparire rischiosa, tanto più che lei era considerato un abi-lissimo promotore finanziario …“forse è proprio per questo che mi chia-marono, e penso che non rimasero delu-si: l’azienda andava molto bene, si gua-dagnava”.

e allora perché dopo alcuni anni decise di mettersi per conto proprio?“perché al di là dei numeri – indubbia-mente soddisfacenti – vennero a man-care gli stimoli. ho sempre considerato

il guadagno come l’effetto di un obietti-vo ancor più importante: lavorare bene, offrire un prodotto o servizio qualitativa-mente molto elevato e possedere sem-pre, ogni giorno, quelle doti di grinta e passione indispensabili per perseguire i traguardi che ci siamo posti”.

a quando risale la costituzione della diamond private Investment?“al 2004. ma i primi tre anni li abbiamo utilizzati per organizzare il lavoro. quan-do iniziammo a proiettarci sul mercato, eravamo pronti al 100 per cento …”.

parliamo allora dell’investimento in diamanti. a chi vi rivolgete?“al cliente interessato ad investire in un prodotto finanziario che rappresenta un bene rifugio per eccellenza”.

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cOVer sTOry

Sul sito aziendale ho letto che consiglia-te di investire in diamanti per non più del 5 per cento del patrimonio persona-le o familiare. perché?“e’ un messaggio in linea con il nostro codice etico, che abbiamo abbracciato ed applicato in toto. e’ opportuno non impegnare tutti i propri risparmi in inve-stimenti in beni rifugio perché se poi c’è da cambiare la macchina o sostituire la caldaia … i diamanti si devono vendere. si tratta infatti di un patrimonio, proprio come un immobile che si rivenderà solo in casi di vera necessità. e, al pari di que-sto, estremamente sicuro, per una serie di motivi”.

un investimento a lungo termine?“neppure. si ragiona in termini di breve, medio e lungo termine con riferimento a tutto ciò che costituisce risparmio. noi stiamo invece ragionando attorno alla possibilità di patrimonializzare una parte

del capitale della famiglia, da tenere al “sicuro”, in un’ottica di diversificazione degli investimenti”.

dpI veicola i propri servizi attraverso le banche, attraverso apposite convenzio-ni. anche fuori regione?“siamo presenti in tutta italia. al riguar-do mi preme sottolineare che abbiamo fatto la scelta di lavorare esclusivamente con banche radicate sul territorio – come le bcc, le banche popolari, le casse di risparmio -, quegli istituti, cioè, che ci permettano di arrivare direttamente alla clientela affiancandoci ai loro operatori”.

lei prima ha accennato alla sicurezza dell’investimento per il cliente.“da un lato c’è l’aspetto remunerativo, dall’altro l’insieme di tutele giuridiche previste a livello normativo”.

partiamo da queste ultime.

“i diamanti acquistati dal cliente sono garantiti, sigillati, tatuati, certificati e quotati”.

cosa significa?“con il tatuaggio viene impresso sulla cosiddetta “cintura” del diamante il re-lativo numero identificativo, che ne per-mette la tracciabilità, mentre il certifica-to – realizzato da hrd, il più prestigioso ente di certificazione a livello mondiale – contiene tutti i dati tecnici del diaman-te: purezza, colore, peso e qualità di ta-glio. sono gli elementi che consentono di identificare ciascuna singola pietra. sul sito della borsa del diamante attraverso un apposito link è possibile consultare e verificare tutte le caratteristiche del pez-zo: una vera e propria anagrafe”.

la garanzia cosa copre?“c’è una polizza assicurativa che copre furto e rapina, ovviamente a condizione

LE QUATTRO DOMANDE

DA CHI COMPRO?Da un operatore finanziario con una solida esperienza del mercato dell’investimento in

diamanti, che si avvale di istituti di credito partner e di una rete di intermediari finanziari per collocare il

prodotto stesso.

COSA COMPRO? Diamanti certificati dall’istituto emanazione della

borsa diamanti di Anversa, tatuati ed assicurati da primaria compagnia di assicurazione che ne attesta

caratteristiche, valore e natura del certificato.

A CHE PREZZO COMPRO? A quotazione di mercato pubblicata su testate

finanziarie (Il Sole 24 Ore, Milano Finanza) che fanno testo anche nell’atto della rivendita.

DOMANI A CHI POSSO RIVENDERE?La società si impegna al momento dell’investimento

a ricollocare sul mercato i diamanti acquistati dal cliente a quotazioni ufficiali e non secondo

valutazioni soggettive di commercianti entro 30 giorni, scaduti i quali, in caso di impossibilità

interverrà il fondo di garanzia rivendite.

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che tali beni siano custoditi in una cas-setta di sicurezza in banca o in un arma-dio corazzato che abbia determinati re-quisiti tecnici. ma a questo proposito mi piace ricordare anche che dpi è l’unica azienda che garantisce al cliente la ri-vendita dei diamanti, attraverso un fondo di garanzia costituito presso una società inglese”.

come funziona questa garanzia?“secondo modalità piuttosto semplici: nel caso in cui il cliente ci conferisca il mandato a vendere i propri diamanti sul mercato, abbiamo 30 giorni di tempo. scaduto tale termine, interviene la pre-detta garanzia”.

capita spesso che non riusciate a piaz-zare i diamanti?“per la verità non è mai accaduto perché … i clienti non ci chiedono di venderli! anzi, è statisticamente provato che chi

investe in diamante, dopo pochi mesi ripete l’operazione. altro che venderli! comunque, per prudenza, suggeriamo di investire in pietre di un valore unitario che va dai 5mila euro fino ad un massi-mo di circa 20mila euro, perché alienabili più agevolmente”.

e’ naturale che io le chieda il motivo.“ed è ovvio che io le risponda con i nume-ri. il valore del diamante cresce costan-temente (si veda il grafico, ndr) di 1-1,5 punti oltre l’inflazione. un incremento lento ma costante. per questo – dati alla mano – dico che il diamante rappresen-ta un investimento efficace per tutelare parte del patrimonio, più che per diven-tare ricchi”.

osservando il grafico, però, mi pare che la quotazione dell’oro si sia incrementa-ta parecchio …“mi chiedo però se oggi qualcuno ha il

coraggio di investirvi: qualche dubbio ce l’ho”.

Se non sbaglio vi sono anche profili di natura tributaria che rendono appetibi-le l’acquisto di diamanti.“il diamante da investimento è uno stru-mento finanziario, di per sé non soggetto al capital gain. dal momento che si versa l’iva, diviene un bene in libera circolazio-ne. e poi – aspetto tutt’altro che secon-dario – sui diamanti non si paga l’imu …”.

un’ultima domanda sulle caratteristi-che del servizio: dove sono quotati i dia-manti?“Trimestralmente il sole 24 Ore pubblica i valori, differenti a seconda del colore, della purezza e di altri valori tecnici”.

I diamanti li acquistate voi e li rivendete al cliente tramite la banca?“fisicamente noi non li vediamo nep-

YTD 1,97

2011 5,15

2010 3,14

2009 2,06

2008 6,71

2007 4,06

2006 3,87

2005 3,67

2004 2,98

2003 2,98

2002 2,81

2001 3,39

2000 3,95

1999 4,10

1998 3,92

1997 8,70

1996 6,04

1995 4,78

1994 8,73

360,00

330,00

300,00

270,00

240,00

210,00

180,00

150,00

120,00

90,00

60,00

30,00

0,00

-30,00

lug

- 93

gen

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- 12

Luglio 2012

Rendimenti AnnuiAndamento Quotazione Diamanti/In�azione/Oro

In�azione (fonte ISTAT)

Oro € (fonte LBMA)

Diamanti (fonte il sole 24 Ore)

Diamond PrivateInvestment®

DPI

5,6013,70

18,8021,00

23,5025,70

29,1032,50

35,4038,30

40,8042,80

45,2046,90

51,20 51,1052,90

55,7057,20

58,60

-3,01 -0,16 -5,66 -9,00-16,33 -22,78

-6,31 -2,95 -1,39 -3,76 1,3610,10

54,19 86,22

106,97

191,86

243,11

281,22

318,91

304,45

51,349,1313,95

19,74

31,5938,44

42,6247,70

54,1158,12

62,3968,85

72,9780,54

86,95

95,99

105,73112,05

122,38126,39

130,84

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cOVer sTOry

pure: partono dalla borsa di anversa e giungono a destinazione presso la banca che tiene i rapporti con l’acquirente”.

lei ha accennato al codice etico. cosa vi impone?“Oltre alle regole comportamentali che ho descritto prima, si può affermare – senza timore di smentita – che i nostri diamanti sono veramente “etici”, cioè puliti: sono importati in italia regolar-mente in ossequio alle risoluzioni Onu emanate in materia. inoltre, sul loro ac-quisto viene puntualmente pagata l’iva e tutte le transazioni successive avvengono in modo trasparente attraverso il circuito bancario. con l’adozione del codice etico abbiamo fortemente voluto che il clien-

te che decide di investire in diamanti sia consapevole di quello che sta facendo”.

Il cliente investe al prezzo determinato dalle quotazioni pubblicate dalla stam-pa specializzata. a tale costo vanno ag-giunte le commissioni?“no. la quotazione del diamante è già comprensiva delle commissioni spettan-ti a noi e alla banca. non solo: durante il periodo di possesso il cliente non sop-porta alcun costo, fino all’eventuale ri-vendita”.

la quale ha un costo …“una commissione del 10 per cento, che però incide in misura molto bassa sul rendimento dell’investimento. in sostan-

za, se il cliente decide di rivendere i suoi diamanti dopo dieci anni dall’acquisto, la commissione è all’incirca dello 0,7 per cento annuo. il che significa che l’inve-stimento è stato premiato”.

un’ultima domanda: non fate concor-renza ai gioiellieri?“assolutamente no, trattandosi di due professioni completamente differenti”.

Mi spiega perché, in due parole?“perché i gioielli si comprano in gioiel-leria, mentre gli investimenti si fanno in banca”.

Un CdA di “eCCellenze”La caratura dei membri del Consiglio di Amministrazione di Diamond Private Investment dà l’idea del grado di credibilità di cui gode tale realtà a livello nazionale. Oltre a Maurizio Sacchi, amministratore delegato della società, ne fanno parte infatti il professor Massimo Santoro (presidente) – già Direttore Generale della Vigilanza di Banca D’Italia e Vicepresidente di Capitalia, il senatore professor Mario Baldassarri, l’ambasciatore Sergio Vento – che è stato rappresentante italiano all’Onu e in Usa - e l’ex direttore di Fineco Michele Casella. Segretaria del CdA è Monica Bernini.

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cOnTrOcOperTina

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Per molti anni protagonista della vita politica osimana, dal 2010 è il deus ex machina di astea, la società a capitale

pubblico-privato che gestisce i servizi idrici, elettrici, di igiene urbana e del gas per vari comuni di quel territorio (come Osimo, reca-nati, montecassiano, porto recanati, loreto, montelupone, potenza picena ed altri). nella sua duplice veste di amministratore delegato e di presidente, giancarlo mengoni ricopre sia la carica “politica”, sia quella manageriale.

che non gli manchino le capacità tipiche del bravo manager lo intuiamo leggendo la locan-dina-invito al convegno ospitato lo scorso 12 dicembre nella sala convegni di astea. “im-patto ambientale e mobilità sostenibile. pro-getti e soluzioni per una città intelligente”. il messaggio è chiaro: i vertici di astea guardano

avanti, alla società dei prossimi anni, dove ter-mini come smart city e smart grid saranno il pane quotidiano. “e’ proprio così”, ci spiega il presidente, “dobbiamo prepararci al nuovo contesto che si verrà a creare. come? proiet-tandoci con ottimismo verso le nuove sfide”.

Quale sarebbe il nuovo contesto di cui parla?“e’ cambiata la normativa che regola la pre-senza e l’operatività delle aziende di gestione sul territorio di vari servizi: non soltanto l’i-giene urbana, ma anche la distribuzione del gas e il sii (servizio idrico integrato). così, con l’entrata in vigore della nuova normativa che impone gare pubbliche per tutte le indicate tipologie di attività, la nostra stessa presenza sul mercato assumerà necessariamente nuo-ve sembianze. non oggi, non domani, ma il fu-turo è disegnato in questo senso”.

Giancarlo Mengoniil futuro è nella “città intelligente”

di p.duranti

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cOnTrOcOperTina

per cui astea è proiettata a ripensare al proprio core business. Ma i soci sono d’accordo?“i nuovi progetti non soltanto vanno in-contro alle esigenze manifestate dai no-stri soci pubblici – cioè i comuni – ma anche del socio privato (il gruppo gpO, ndr), che su argomenti quali smart grid e smart city ha spinto moltissimo. certo, viviamo un momento delicato in cui dob-biamo muoverci con cautela, ma sempre orientati allo sviluppo”.

lei ha accennato alle novità normative relative alla gestione dei servizi di igie-ne urbana. tempo fa si parlava della possibilità di creare aggregazioni tra le varie società operanti in provincia, per scongiurare il rischio che soggetti esterni vincano gli appalti. non se ne è fatto più nulla?“una fusione delle piccole realtà loca-li è tuttora auspicabile. ci siamo seduti più volte al tavolo con i nostri “cugini”,

cioè le altre aziende del settore attive in provincia, ma al di là di una disponibilità teorica non siamo mai andati. neppure una gara assieme siamo riusciti a fare … la verità, purtroppo, è questa; e di con-seguenza il rischio di presentarci fram-mentati alla gara regionale è tutt’altro che lontano”.

Secondo lei perché?“a mio avviso le difficoltà di dialogo sono dovute principalmente a motivi politici”.

presidente, i numeri di bilancio vi stan-no dando ragione. Ma a tali dati corri-sponde anche la soddisfazione degli utenti?“direi di si, stando ai risultati emersi dall’indagine di customer satisfaction condotta recentemente da una società specializzata”.

Insomma tutti soddisfatti. altrove inve-ce vi sono spesso lamentele sulla ge-

stione dei rifiuti …“io posso parlare per astea e per quan-to avviene nelle zone gestite da questa società. e al riguardo posso constata-re come il servizio funzioni molto bene. facciamo sempre il possibile per asse-condare tutte le richieste che ci proven-gono quotidianamente”.

richieste di che tipo?“segnalazioni molto diverse: dalla pre-senza di un rifiuto sul marciapiede alla perdita di acqua in un appartamento, a un black out elettrico … l’esigenza dell’u-tente è piuttosto elevata”.

a proposito del rapporto con gli utenti, quanto incide la crisi sulla regolarità del pagamento delle bollette?“purtroppo vi sono difficoltà oggettive, inutile nasconderlo. e ciò vale tanto per le famiglie quanto per le imprese. anzi, per le utenze non domestiche la situa-zione è ancor più grave. noi - consapevo-

Facciamo sempre il possibile per assecondare tutte le

richieste che ci provengono quotidianamente{ }

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li di tali difficoltà - nei limiti del possibile cerchiamo di accordare piani dilazionati di pagamento, anche se mi rendo conto che il più delle volte è soltanto un pal-liativo”.

visto che astea ha chiuso il bilancio net-tamente in utile, sono scongiurati tagli al personale?“guardi che siamo l’unica società pubbli-co-privata della zona ad aver effettuato, in piena crisi, nuove assunzioni negli ul-timi tempi, oltre ad aver stabilizzato rap-porti di precariato. Oggi infatti contiamo 204 collaboratori diretti, ai quali vanno ad aggiungersi i 70 “indiretti”, cioè lavo-ratori di agenzie e cooperative impiegate per lo più nei servizi stagionali”.

la raccolta differenziata come sta pro-cedendo?“piuttosto bene, visto che abbiamo ovun-que superato il 60 per cento, quindi al di sopra dei limiti di legge. ad Osimo, in

particolare, è stata raggiunta la percen-tuale più alta – 66 per cento – tra i co-muni con oltre 30mila abitanti di tutta la provincia di ancona. a filottrano la rac-colta differenziata arriva al 63 per cento, pur essendo partita da pochi mesi”.

come è stato possibile?“e’ il risultato da un lato di una saggia campagna informativa, dall’altro della consapevolezza e di un elevato senso di responsabilità manifestato dalle famiglie e dalle imprese del territorio. relativa-mente al primo aspetto, è importante sottolineare come accanto ad un’ade-guata opera di sensibilizzazione svolta nelle settimane precedenti all’avvio del-la raccolta differenziata – in prevalenza tramite convegni e depliant informativi – astea si sta impegnando per mantenere costantemente alta l’attenzione verso le tematiche ambientali”.

la raccolta differenziata come avviene?

“Tramite il porta a porta. non avendo un termovalorizzatore o impianti di altro tipo, al momento è l’unica via percorri-bile”.

però astea è l’unica società pubblica della zona ad avere un impianto di sele-zione del materiale riciclato …“esatto. si tratta di un impianto operati-vo dal settembre 2009, che ci permette di rivendere il materiale “differenziato” (in prevalenza carta e plastica). un altro modo per creare lavoro sul territorio …”.

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il persOnaggiO

Amilcare Brugni

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lei è presidente nazionale del Maestri del lavoro: vuole presentarci questa federazione? “la federazione nasce nel 1956 come ente morale per decreto del presidente della repubblica. raccoglie coloro che sono stati insigniti con la stella di mae-stro del lavoro, un titolo che viene asse-gnato in base a requisiti precisi come i 25 anni di lavoro continuativo, l’abnegazio-ne, la moralità, l’aver aiutato ed aiutare i giovani ad inserirsi nel mondo del lavoro, impegnarsi per migliorare la sicurezza sul lavoro”. Quando è stato nominato Maestro? Quando, invece, è diventato presidente? “sono stato nominato maestro nel 1999; prima di allora non conoscevo questo ti-tolo e devo dire che sono orgoglioso di aver ottenuto il riconoscimento. da al-lora ho rifiutato ogni altra onorificenza. i maestri del lavoro operano tramite con-solati regionali e provinciali. ho iniziato ad ascoli e sono entrato nel consiglio regionale delle marche prima e succes-sivamente in quello nazionale. all’ultimo rinnovo mi sono candidato alla presi-denza e sono stato eletto. e’ un compi-to gravoso per le obiettive difficoltà che investono la federazione, soprattutto di natura economica. ma il mio impegno e le mie capacità sono tese al superamen-to di ciò”.

Quali sono i vostri compiti principali? “il nostro compito principale è portare la nostra esperienza lavorativa nelle scuo-le, per dare ai giovani consigli e spunti su come inserirsi nel mondo del lavoro. accompagniamo le scolaresche nelle aziende, portando i ragazzi a scoprire la realtà lavorativa da vicino”.

vuole raccontarci il suo percorso for-mativo e professionale? mi sono diplomato come geometra nel 1959, ma non ho mai esercitato la pro-fessione. subito dopo, gli studi, infatti, su segnalazione del preside della mia scuola ho accettato un’ offerta di lavoro presso una ditta che cercava un conta-bile. successivamente ho partecipato ad un concorso per un impiego in banca vincendolo. quando sono stato nomina-to maestro del lavoro ero funzionario capo area su 15 filiali presso la cassa di risparmio di ascoli piceno. ho sempre dedicato grande impegno e passione al lavoro”.

cos’è per lei, il lavoro? “mi piace citare la frase: “il lavoro santi-fica l’uomo e l’uomo, con il lavoro, santi-fica la vita”. Oggi più che mai il lavoro è benessere, è vita ... “.

che consiglio darebbe ai giovani che si affacciano al mondo del lavoro?

“noi maestri del lavoro siamo degli in-termediari, cerchiamo di trasmettere loro insegnamenti e valori, di incorag-giarli ad un impegno costante. come diceva edison: “il genio è 1 intelligenza e 99 sudore”. bisogna darsi da fare, non aspettare impassibili”.

lo scorso settembre le è stato assegna-to il premio Marchigiano dell’anno 2012: come ha accolto questa nomina? “ricevere questo titolo mi ha fatto sen-tire appagato, perché evidentemente è stato riconosciuto che quello che ho fatto nei lunghi anni di lavoro ha contribuito a dare lustro alla nostra terra”.

che rapporto ha con questa regione? “amo molto le marche, sono la mia terra, la mia storia, anche a livello di istituzioni, vorrei sottolineare che esiste un forte le-game tra la “regione” marche e i maestri del lavoro. la legge che regola la nostra federazione stabilisce un contributo da parte delle regioni per le nostre spese istituzionali e con i tagli introdotti dalle recenti manovre, la regione marche ha continuato ad erogarlo, a conferma del-la fiducia riposta nel nostro ruolo e nel-la nostra missione. insieme ai dirigenti della regione facciamo parte della giu-ria del premio Valore lavoro e a nostra volta abbiamo istituito un premio sulla sicurezza sul lavoro a livello provinciale.

presidente nazionale della federazione maestri del lavoro d’italia e marchigiano dell’anno 2012. ai giovani dico: “siate tempisti. abbiate la virtù di guardare il mondo che vi gira attorno e trovare l’attimo e il modo per salire a bordo”

di a. dachan

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il persOnaggiO

Il Maestro visto dall’amico e socio Alfredo De Marco

“Il Maestro Amilcare, oltre che essere quasi un fratello per me, è un esempio e una guida. Ho avuto l’onore di essere un suo discepolo e ho fatto tesoro di

tutti i suoi insegnamenti per la mia carriera. Anche io vengo

da una famiglia di umili origini e ho imparato che, quando

alla base della famiglia c’è il sacrificio e il lavoro, si cresce con valori profondi come l’onestà, la dedizione e il rispetto degli altri.

Dallo scorso anno ho iniziato a lavorare come Segretario del Consolato Interprovinciale dei

Maestri del Lavoro di Ascoli Piceno e Fermo ad Ascoli Piceno

e quando vado con il Maestro Amilcare nelle scuole, a incontrare i giovani, constato con piacere che

lo ascoltano, gli fanno domande, si fidano di lui, della sua storia e della sua esperienza e guardano con più coraggio alloro futuro”.

restando in tema di istituzioni, recen-temente la commissione sicurezza del senato ci ha convocato per proporci di organizzare, insieme all’inail, un con-vegno nazionale dedicato alla sicurezza sul lavoro”.

abbiamo parlato molto di lavoro, ma ci tolga una curiosità: quando era piccolo, cosa sognava di fare “da grande”? “sono di origini umili, ho conosciuto mio padre quando avevo sette anni: lui era partito per la guerra ed è tornato solo nel 1947; ricordo ancora quel giorno quando, tornando da scuola, vidi per la prima volta mia madre camminare con un uomo …., era lui. fu un’emozione molto forte. mio padre era spazzino comunale, poi divenne usciere, lavorando sempre con impegno; è morto quando era ancora giovane, all’e-tà di 57 anni. essere cresciuto in un simile contesto non mi ha mai spinto verso am-bizioni particolari, ma sicuramente desi-deravo studiare e anche gli insegnanti mi incoraggiavano a farlo, perché avevo buo-ne capacità di apprendimento. sognavo di poter avere, da grande, un lavoro e una situazione economica che il mio povero papà non aveva avuto”.

nella vita di tutti i giorni, chi è amilcare Brugni? “è un cittadino italiano che ama la sua città, la sua regione, la sua patria, in modo ideale, nel mio piccolo ho dato il massimo per contribuire al miglio-ramento e alla crescita del territorio e spero che i nostri associati possano continuare a fare altrettanto. non sono mai stato geloso di quello che faccio, anzi, ho sempre voluto condividerlo con la famiglia, i colleghi, gli amici e i soci: come dice un bravo lavoratore, “se la dit-ta va bene, vado bene anche io”. in que-sto particolare momento storico, dove ci sono famiglie senza lavoro e si sono create situazioni sociali difficili, bisogne-rebbe fermarsi per stabilire quelle che sono le priorità e a livello istituzionale, prendere decisioni che tutelino il lavoro e ridiano dignità e quindi libertà a tutti. sono per natura ottimista e so che ce la faremo a superare questo scoglio”.

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la qatar holding e il fondo strategico italiano hanno firmato un’intesa che prevede la costituzione di una joint venture deno-minata iq made in italy Venture: il capitale iniziale è di 300 mi-lioni di euro. Ora ci si chiede quali saranno le aziende di moda coinvolte. già l’estate scorsa il qatar era diventato proprietario di una maison storica, un emblema del made in italy, Valenti-no. nell’intesa firmata dai due partner il focus settoriale non riguarda solo la moda e il lusso, ma anche l’arredamento e il design, il turismo e benessere e l’agroalimentare.

l’assemblea generale dell’Onu, con 138 sì, 9 no e 41 aste-nuti ha approvato, il 28 novembre scorso, la risoluzione che accoglie la palestina come “stato Osservatore”. soddisfatto

il leader palestinese abu mazen: “siamo qui per la pace”. anche l’italia si è espressa in modo favorevole: “la decisio-ne, si legge in una nota di palazzo chigi, è parte integrante

dell’impegno del governo italiano volto a rilanciare il pro-cesso di pace con l’obiettivo di due stati, quello israeliano

e quello palestinese, che possano vivere fianco a fianco, in pace, sicurezza e mutuo riconoscimento”.

lu zhenghai, un facoltoso imprenditore cinese che evidentemente crede nella teoria maya sulla fine del mondo, ha speso 100mila euro per la costruzione di una casa galleggiante. “quando arriverà l’ura-gano e la mia abitazione sarà travolta, io mi salverò e chi vuole può venire con me”. secondo quanto riportato dal daily mail, le proporzio-ni dell’arca non sarebbero propriamente “bibliche”, infatti «la barca misura 21,2 metri in lunghezza, 15,5 metri di larghezza e 5,6 metri di altezza e può resistere a 140 tonnellate d’acqua».

Onu: sì alla Palestina “Stato Osservatore”

In attesa della fine del mondo si costruisce un’arca

come Noè

NEWS

DAL MONDONEWS

DAL MONDO

Firmata l’intesa tra Qatar e Fondo

Strategico Italiano

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il procuratore generale del messico ha compilato una lista con i nomi di 25.000 persone, tra cui anche numerosi bam-

bini, ritenute disperse nel paese negli ultimi sei mesi. la lista, di cui riferisce il washington post, è stata consegnata alle autorità governative ed è allegata ad alcuni documen-

ti riservati. comprenderebbe i nominativi di migliaia di persone considerate scomparse a seguito delle violenze legate alla criminalità organizzata e al narcostraffico in

messico.

il governo australiano ha dichiarato ufficialmente guerra al tabagismo, dando il via libera alla legge che apporta grandi

modifiche al mondo dei tabacchi. dal 1 dicembre bandite le sigarette brandizzate: pacchetti anonimi e immagini de-

terrenti per abbattere la dipendenza dal fumo. l’iniziativa del governo di canberra ha ottenuto l’approvazione anche

dall’Organizzazione mondiale della sanità.

alle elezioni presidenziali in slovenia è arrivato il successo inaspettato per il candidato socialdemocratico borut pahor, ex primo ministro e sostenitore delle riforme dell’ex governo composto dal centrodestra e guidato da janez jansa. il presi-dente uscente era dato come favorito, ma ha conquistato solo il 32,6% dei voti contro il 67,4% di pahor. Tra proteste e scontri in piazza, le elezioni presidenziali slovene si sono svolte in un clima di tensione.

25 mila persone scomparse in Messico negli ultimi sei mesi

Sigarette no logo e pacchetti con immagini shock

Il socialdemocratico Pahor è il nuovo

presidente sloveno

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le grandi famiglie marchigiane

La casa – Museo: un luogo con un’anima, un cimeliol’edificio che ospita l’archivio, la

biblioteca, il museo gaspare spontini è il luogo dove hanno vissuto gaspare spontini e celeste erard ed è il luogo, sacro per i majolatesi, dove è morto ga-spare spontini il 24 gennaio 1851.dopo la morte del maestro in questa casa ha continuato a vivere, durante i soggiorni majolatesi, la contessa ce-leste erard, una donna di servizio e ha avuto sede la reggenza dell’ammini-strazione dell’Ospizio di carità spontini, poi Opere pie ed ora fondazione gaspa-re spontini.questi elementi fanno della casa spon-tini un cimelio, che custodisce l’ultimo respiro di spontini, i suoi passi, le note, gli incontri. pertanto questo edificio non è un luogo neutro, non è solo un palaz-zo antico dove all’interno è organizzato un percorso museale; non è una casa senza storia, senza anima, adattata ad ospitare esposizioni di documenti spon-tiniani, ma è un luogo sacro alla storio-grafia spontiniana. la casa spontini erard è stata realizza-ta intorno al 1842-43, proprio accanto alla più sentita opera filantropica voluta da spontini: l’Ospizio per i cronici, cioè per gli anziani invalidi e malati che, a quel tempo, non ricevevano alcuna as-sistenza.nel 1848 l’edificio era del tutto

Gaspare Spontini

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Sulle note della Vestale, alla riscoperta del Compositore e Direttore d’orchestra di Maiolati Spontinidi marco palombella

completato, infatti, per la sacra Visita del cardinale corsi alla reggenza delle istituzioni spontini, insieme i “canoni-ci Visitatori”, don rinaldo de’ marche-si ghislieri e don giuseppe benvenuti “nepote carnale del cardinale di questo cognome”, il segretario del Vescovo e il caudatario restarono molto soddisfatti, soffermandosi presso la nuova abitazio-ne di gaspare spontini, “la segreteria ed ammirò il nuovo appartamento pre-parato per l’e.V. non che la scelta scala per la quale ad esso si ascende”. alla morte di celeste erard, la casa spontini ospitò il segretario comunale e l’attività della reggenza.mentre il palazzo comunale majolatese, con annesso il Teatro costanza, era in cattivo stato di manutenzione, nel 1880 si pensò di utilizzare, come municipio, la bella ed arredata casa di gaspare spontini. le istituzioni spontini offrivano alter-native migliori all’antico palazzo comu-nale, sicuramente per il municipio, ma anche per le scuole, la tesoreria e altri uffici: la casa spontini era un ambiente raffinato e ben arredato, pronto per es-sere utilizzato, con un modesto affitto, come nuova sede comunale.una prima idea consapevole del valore dei cimeli di gaspare spontini venne con l’avv. enrico colini, presidente la reggenza dell’o-spizio di carità. l’avv. enrico colini nei

primi anni del novecento fece stanzia-re lire 200 per la sistemazione a museo della casa spontini. si trattò di un primo tentativo che riuscì ad arginarne l’abbandono e in parte il saccheggio. la brillante idea dell’avv. colini fu con-cretizzata solo negli anni cinquanta, ma fin dal 1909 l’ultimo piano di casa spontini, in quel momento anche muni-cipio, fu chiamato museo, in quanto rac-coglieva nel più grande disordine gran parte dei cimeli spontiniani. il municipio rimase in casa spontini al 1937, in questo uso furono apportante molte modifiche all’immobile: aperte delle porte, modificati alcuni piani, eli-minati corridoi, create nuove stanze.con l’inaugurazione del nuovo munici-pio, la casa spontini ospitò magazzini, rivendite, alloggi popolari, ma fu sede anche di scuola elementare e soggior-no temporaneo per un gruppo di soldati tedeschi. dal 1943 l’edificio aveva ospi-tato al primo piano anche la scuola ele-mentare: tutto questo non poteva certo aiutare il ricordo del precedente splen-dore. purtroppo i tre piani erano ancora collegati tra loro e spesso l’ultimo piano della casa spontini, dove erano accata-stati gran parte dei cimeli, era il luogo di divago per i ragazzi del paese che vi si recavano di nascosto in cerca di avven-ture e souvenir.

nel dopoguerra, il reggente delle Ope-re pie domenico palmolella si adoperò per l’istituzione di un museo, con sezio-ni: archivio e biblioteca.

giovedì 6 settembre 1951, alle ore 16,00, fu inaugurato il museo gaspare spontini di majolati spontini, ora archivio, biblio-teca, museo gaspare spontini.in tempi recenti è stata istituita la con-servatoria, che promuove le tre sezioni presenti nell’edificio. l’azione più evi-dente è la fruizione del museo da parte del turista o dello studioso musicale, ma sono presentate anche richieste di studio più complesse, rivolte all’archivio storico e alla biblioteca.recentemente queste tre sezioni hanno avuto un incremento, infatti, sono stati acquistati sul mercato antiquario im-portanti cimeli o fonti musicali che sono messi a disposizione di tutti gli studiosi nel mondo. a questo proposito vogliamo ricordare alcuni documenti, tra i tanti, acquista-ti: la partitura de la Vestale, edizione a stampa erard; il medaglione di bronzo di david d’angers con il profilo di spon-tini; i bozzetti della prima recita dell’O-limpia; la dedica autografa dell’agnese a celeste erard da parte del musicista e la partitura della fuga in maschera, recentemente rappresentata con suc-cesso al pergolesi di jesi.

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le grandi famiglie marchigiane

A domenico Mustafà il merito per la ripresa della Musica di Spontinise gaspare spontini tra il 1807 e

il 1811 poteva essere considerato il più importante musicista in carriera del mondo musicale, complice anche la sua weltanschauung imperiale-napoleonica, già dopo il 1820 il suo ruolo, sia pure pre-stigioso di direttore dell’Opera di stato di berlino, era diventato più marginale.nel giugno 1840, l’età artistica di spontini si era già conclusa, ecco quanto scriveva un autorevole giornalista ed autore di cui non voglio ricordare il nome per ricam-biare un certo astio che lui ebbe per spontini: “già un anno fa se ne era venuto (spontini ndr) qui per una settimana e dall’alba a mezza-notte rincorreva tutti i perso-naggi influenti per provocare il suo richiamo a parigi. poi-ché la maggior parte delle persone qui lo ritenevano già defunto da molto tem-po, si può immaginare che si siano spaurite alquanto della sua improvvisa, spet-trale apparizione. l’intrigante irrequietezza di questo sche-letro aveva, infatti, qualche cosa di spaventevole. il signor dupon-chel, direttore della grande Opéra, non lo volle ricevere ed esclamò con terrore – questa mummia intrigante non voglio che mi si accosti! mi basta già ave-re da sopportare gli assalti dei viventi!”. ancora: “Ogni volta che all’académie de musique o alle bouffes un’opera fa un fiasco colossale, si osserva nei paraggi un’inquietante scarna figura con il viso pallido e capelli neri come il carbone, una specie di bisavola mascolinizzata la cui

apparizione preannuncia sempre un si-nistro musicale. gli italiani, appena l’ap-parizione si fa vedere, stendono rapida-mente l’indice e il mignolo e gridano allo iettatore. gli spensierati francesi, che non vogliono saperne di superstizioni, si limitano a scuotere le spalle e nominano senza precauzioni ‘monsieur spontini’. si tratta, infatti, dell’ex direttore del grand Opéra di berlino, del compositore de la Vesta- le e del

ferdi- n a n d cortez, due capolavori che ancora a lun-go fioriranno nella memoria degli uomi-ni e saranno ancora ammirati, mentre il loro creatore ha cessato già ormai di su-scitare simile sentimento”. eppure poco tempo prima, il 4 gennaio 1830, gaspare

spontini aveva festeggiato la duecentesi-ma rappresentazione de la Vestale. nel 1844, oltre alla prima esecuzione de la Vestale a copenhagen, il sincero estima-tore della musica spontiniana, riccar-dowagner, incontrò a dresda spontini e mise in scena la Vestale, ma si trat-tò piuttosto di una riesumazione, di una curiosità storico-musicologica, piuttosto che di una naturale riedizione del capola-voro del majolatese. Tra il 1851 e il 1853 ci fu la ripresa de la Vestale a lille e a parigi, la stessa contessa celeste erard

dispensò consigli per favorirne l’allesti-mento, ma poi intorno alla figura di

spontini calò un’ombra, un oblio, ancora più forte in italia dove le

esecuzioni de la Vestale e del fernando cortez erano state ascoltate solo da un piccolo gruppo di estimatori nelle rare recite di firenze, milano e napoli.se non ci fossero stati dei raffinati musicisti e direttori musicali le opere di spontini

sarebbero uscite definitiva-mente dalla programmazione

tradizionale dei teatri e forse sarebbero state riesumate solo

in qualche festival elitario estivo destinato ad un’esigua pattuglia di

melomani. il merito del passaggio del testimone della musica di spontini tra i due secoli lo si deve al maestro domenico mustafà, a roma, e a seguire ai maestri castelbon de beauxhostes all’arena di beziers ed edoardo Vitale a milano, parigi, buenos aires, roma, napoli ed altre città.l’occasione venne dal centenario del-la nascita di gaspare spontini, celebra-

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Marco Palombella, Conservatore del MuseoCerchiamo di segnalare alla comunità musicale gli anniversari spontiniani o di inserirci in grandi manifestazioni musicali al fine di affiancare il nome di Spontini agli eventi di maggior rilievo. Recentemente abbiamo celebrato

con mostre, pubblicazioni e medaglie commemorative i bicentenari delle prime rappresentazioni de La Vestale e del Fernand Cortez.

L’obiettivo principale è quello di realizzare un consapevole fondo documentario su tutta l’arte e la storiografia spontiniana, ma anche sulla famiglia Erard e sul primo Ottocento musicale europeo, periodo aureo per

la musica di Gaspare Spontini.

to principalmente negli anni 1874 e 75, rappresentò un’occasione straordinaria per l’efficace diffusione della musica del majolatese nell’italia risorgimentale e in tutta europa. le iniziative e le manife-stazioni promosse a majolati, in italia e nel mondo sono state insuperate, stra-ordinarie. a majolati furono istituiti due distinti e qualificati comitati capaci di in-nescare l’interesse per la riscoperta e la nuova diffusione della musica di spontini.come per magia, dopo anni di silenzio, si riaccese la lampada del sacro fuoco spontiniano. il musicista amintore galli per la casa edoardo sonzogno editore pubblicò la Vestale, riduzione per pia-noforte. ispiratore dell’iniziativa e auto-re della premessa fu il noto musicista amintore galli (1845-1919). la casa ricordi non fu da meno e presentò, sia la Vestale, sia il fernando cortez, oltre a delle selezioni di arie d’opera e di inni come saluto all’imperatore di germania tratto dall’inno prussiano borussia.ma la vera rivoluzione copernicana-spontiniana, stava per rivelarsi a roma dove il decadimento della cultura mu-sicale iniziò ad arrestarsi con la costitu-zione delle prime accademie, tra queste: l’accademia filarmonica romana e la ri-presa dell’attività dell’accademia di santa cecilia. in una gara originale di manife-stazioni celebrative per il centenario del-la nascita di gaspare spontini, la società musicale romana decise di eseguire la Vestale. l’opera era molto nota, si sapeva che era stata il capolavoro del musicista marchigiano, ma a roma non era mai stata eseguita, così come a jesi. a roma, nel 1840, era stata messa in scena una la Vestale, ma non quella di spontini, ma quella di saverio mercadante.

già nel giugno 1874 iniziarono le prove de la Vestale di gaspare spontini sotto la direzione di domenico mustafà.uno storico majolatese, nel 1884, così ri-cordava l’avvio di questa riscoperta spon-tiniana: “il nome di gaspare spontini per circa mezzo secolo ingiustamente al pari di tanti altri quasi obliato, accennò a ridi-videre fra noi, ed alla società musicale romana è dovuto di aver richiamato l’attenzio-ne del pubblico sulle opere immortali di questo som-mo maestro, quando ebbe la felice idea di risuscitare e far gustare ai roma-ni le note mirabili de la Vestale. quella società si procurò di tal guisa verso l’arte un titolo di benemerenza. […] le feste centenarie di gaspare spontini eb-bero luogo in majolati nella seconda metà del mese di agosto, l’anno 1875, riuscite non indegne di lui, sebbene i municipi delle marche non avessero corrispo-sto come si aveva speranza. è dolo-roso il ricordarlo, ma quell’appello rimase presso-ché inascoltato. la società mu-sicale romana volle dapprima rendere omag-gio alla memoria di spontini

con richiamare in vita la Vestale e fece veramente opera meritoria e degna de’ maggiori encomi. rese poi anche un più segnalato servigio all’arte col riprodurre l’altro meraviglioso spartito: il fernan-do cortez. […] i giornali più autorevoli di roma pubblicarono relazioni parti-colareggiate assai pregevoli intorno a

quest’opera eseguita nella sala dan-te”.

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alTO arTigianaTO

Lady Atelieril sogno di lucia bussaglia: realizzare abiti da favola per vestire donne autentiche e uniche. un sogno che diventa professione e che dà vita a creazioni incantevoli, per le occasioni più importanti

di a. siriafoto di: matteo mingo

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Signora lucia, il mondo della moda e dall’alta sartoria artigianale l’ha scoperta due anni fa tramite le cre-

azioni di “lady atelier”: com’è iniziato questo suo viaggio?“è iniziato per pura passione, una pas-sione che coltivavo sin da piccola, anche se la città di fabriano offriva stimoli e opportunità di altra natura e l’apparte-nenza ad una famiglia che gestisce una florida azienda nel settore metalmecca-nico mi ha proiettato verso prospettive diverse. ho frequentato l’istituto per la formazione alla moda carlo secoli, una scuola privata prestigiosa di milano che mi ha permesso di conoscere il mondo della moda da vicino, con l’opportunità di fare anche degli stage per importanti maison come Valentino, cavalli, genny e byblos. poi sono tornata nelle marche e ho lavorato con la mia famiglia. con la crisi economica ho sentito il bisogno di cambiare, di intraprendere una strada nuova, che fosse tutta mia e che mi per-mettesse di dedicarmi alla mia passione per la moda. così ho iniziato con la cre-azione di abiti per delle istallazioni, che venivano inseriti nelle vetrine del centro

e che hanno suscitato un grande interes-se. così mi si sono aperte porte che mai avrei immaginato...”.

ad esempio?“ho avuto l’onere e il piacere di essere contattata dagli organizzatori di poiesis, una delle manifestazioni artistiche e cul-turali più importanti per la città di fa-briano. per quell’occasione ho presen-tato un progetto, disegnando dei bozzetti su delle filigrane create appositamente per l’evento; una mini collezione di abi-ti da sera, che ha incontrato il gusto e il favore dell’artista francesca merloni. Tutti e dodici gli abiti disegnati sono stati scelti da lei, che li ha poi indossati du-rante le tre giornate del festival. è stata una grande gioia per me, perché riuscire a vestire una persona creativa, sensibile e carismatica come lei non è semplice; allo stesso tempo una vetrina che mi ha fatta conoscere al grande pubblico. poi ci sono state altre occasioni, come l’expo marche, l’afrodite expo, la sfilata marche della moda in concomitanza con la notte blu, che ti permettono di far vedere le tue creazioni e incontrare la gente”.

oltre alle proposte di alta moda, ha cre-ato anche una linea sportiva: ce la vuole presentare?“sì, l’ho chiamata “lady pilates” ed è sta-ta creata apposta per lo studio covatech di milano, a cui è affiliata la palestra che gestisce il mio compagno; ci ha fatto una richiesta specifica per una linea di ab-bigliamento dedicata alle discipline oli-stiche, come lo yoga, il pilates, che deve rispondere a caratteristiche di alta vesti-bilità e praticità. lo scorso anno abbia-mo presentato la collezione a milano, ad un meeting a cui erano presenti i mag-giori centri italiani ed europei di pilates ed è stato un grande successo. inoltre ho partecipato ad un concorso dedicato all’imprenditoria femminile con una nuo-va linea, “cucù design”, che offre kit per le neo mamme, corredini per bambini e abiti pre-maman, interamente cuciti a mano. una rivisitazione della borsa da portare in ospedale per l’evento nascita e che sarà disponibile in negozi specia-lizzati e boutique per bambini. l’attività principale a cui mi dedico, tuttavia, resta quella di lady atelier, con gli abiti da ce-rimonia, da sposa e da damigella”.

Credo molto in ciò che c’è dietro al lavoro. Il mio compagno mi ha

aiutata a trovare le giuste motivazioni: gli affetti mi

fanno rigenerare, mi danno la spinta ad andare avanti.

Credo che se fossi stata sola non avrei avuto la

stessa energia e lo stesso entusiasmo.

“ “

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alTO arTigianaTO

Queste tre linee, tanto diverse tra loro, hanno un elemento comune?“sicuramente l’esclusività dei capi, la la-vorazione artigianale, la ricercatezza dei tessuti e il fatto che tutti i materiali siano al 100% made in italy. questo implica un accurato lavoro di selezione e scelta, che mi spinge spesso a viaggiare per cercare i filati italiani migliori, i dettagli che fan-no la differenza”.

come definirebbe la moda?“per me la moda è buon gusto, modera-zione, essenza. devo dire che un effetto benefico della crisi è stato il fatto di farci vedere le cose in modo diverso: oggi non si punta più al numero di capi nel pro-prio guardaroba, ma alla loro qualità. io che sono artigiana e creo abiti ad hoc lo riscontro continuamente confrontandomi con le clienti. quando realizzo un capo mi devo dedicare con cura all’ascolto della persona che ho davanti, per capire cosa vuole, qual è la sua idea e riuscire poi a realizzarla al meglio. in questo la moda artigianale offre grandi possibilità, perché

personalizza ogni singola creazione”. ha mai rimpianto il lavoro in azienda? “l’azienda è la mia famiglia, per me è stata e resta un riferimento fondamen-tale. non ho rimpianti, mi piace molto la vita che mi sono scelta, anche se l’im-pegno è davvero grande; le soddisfazioni che arrivano giorno dopo giorno mi ripa-gano di ogni sacrificio. il mese scorso, ad esempio, ho ottenuto il riconoscimento “marche eccellenza artigiana”: ne sono entusiasta, ma vorrei rimanere con i pie-di per terra. Tutto sta avvenendo così rapidamente, che nemmeno me ne rendo conto; ho preso, per così dire, l’onda d’urto, ma vorrei riuscire a godermi i successi, un passo alla volta”.

può anticiparci qualcosa sulle sue pros-sime creazioni?“lavorerò alla realizzazione di abiti per un musical che andrà in scena al Tea-tro gentile da fabriano, poi ci saranno le istallazioni per natale, gli abiti delle

clienti e la creazione dell’abito che in-dosserà l’artista francesca merloni per la serata unescO a fabriano, quando sarà presentata la candidatura di fabria-no a città creativa della carta”.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?“continuare a lavorare con lo stesso entusiasmo e la stessa passione, dare del mio meglio in confartigianato, dove sono state scelta per il direttivo, cresce-re la mia bimba e dare alla luce il mio secondogenito, che aspetto da cinque mesi. Tanti cambiamenti importanti, tutti insieme, che mi spingono sempre di più a credere che le soddisfazioni si gustano giorno per giorno, senza aspettarsi nulla dal futuro. un augurio che faccio a me stessa e agli altri è che le cose migliorino per tutti”.

Lady Atelierlocalità cà maiano 57/a – fabrianowww.ladyatelier.it

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bOrsa

rubrica a cura di Michele Sassodivisione strategia e finanza di impresa – gruppo [email protected]. 071.28521

Il firmamento delle marchigiane quotatein questa pagina presentiamo l’andamento di borsa delle società marchigiane quotate

Indesit Ord.

segmento: mTaperformance 1 anno: +50,27%performance 1 mese: +5,70%

sembra inarrestabile l’ascesa di indesiT cOmpany che sale di +5,7% su base mensile; anche in termini di performance relativa rispetto all’indice ftse all-share, si registra una variazione po-sitiva del 1,38 % sulla giornata di borsa del 07/12/2012. i Volumi sono risultati pari a 213.905 pezzi scambiati, un valore inferiore sia alla seduta precedente sia alla media settimanale, segno di una partecipazione decrescente da parte degli operatori. possi-bile l’avvio di una fase a Volatilità ridotta.

ELICa

segmento: starperformance 1 anno: +18,17%performance 1 mese: - 3,23%

ancora al di sotto di 1,00 euro il titolo elica, con ipotesi di nuovi cali, sostenuta dagli analisti, che troverebbe conferma nella performan-ce relativa rispetto all’indice ftse all-share, dove si registra una va-riazione negativa del -1,57 % sulla giornata di borsa del 07/12/2012. lo strumento ha fatto peggio del mercato. Tuttavia i Volumi sono risultati pari a 161.875 pezzi scambiati, un valore superiore sia alla seduta precedente sia alla media settimanale. la partecipazione degli operatori si sta intensificando, probabile l’avvio di una fase a Volatilità elevata

TOD’S

segmento: blue chipperformance 1 anno: +44,28%performance 1 mese: +2,80%

il titolo di casette d’ete sale con costanza e così la TOd’s mette a segno un +2,8% sul mese di novembre 2012. l’ipotesi di nuovi apprezzamenti verrebbe confermata analizzando la performan-ce relativa rispetto all’indice ftse all-share, (+ 2,54 % sulla gior-nata di borsa del 07/12/2012). lo strumento ha fatto meglio del mercato. i Volumi sono risultati pari a 141.953 pezzi scambiati, valore superiore alla seduta precedente ma inferiore alla media settimanale, segno comunque di attività crescente intorno allo strumento.

biesse

segmento: starperformance 1 anno: -23,04%performance 1 mese: -7,85%

fase negativa per biesse che ha archiviato un calo del -7,8 % su base mensile. l’ipotesi di nuovi cali troverebbe conferma nella performance relativa rispetto all’indice ftse all-share, ( -2,12 % sulla giornata di borsa del 07/12/2012). l’azione ha fatto peggio del mercato. i Volumi sono risultati pari a 46.952 pezzi scambia-ti, un valore superiore sia alla seduta precedente sia alla media settimanale. Tuttavia c’è interesse intorno al titolo, capace di ben altre potenzialità; ipotesi di Volatilità elevata.

poltrona FRaU

segmento: starperformance 1 anno: +1,47%performance 1 mese: - 1,06%

l’azione pOlTrOna frau segna un calo di misura, rispetto alle nostre rilevazioni di novembre. l’ipotesi di nuovi cali tuttavia, trove-rebbe conferma nella performance relativa rispetto all’indice ftse all-share (- 0,96 % sulla giornata di borsa del 07/12/2012). anche i Volumi sono risultati pari a 40.690 pezzi scambiati, un valore infe-riore sia alla seduta precedente sia alla media settimanale, segno di una partecipazione decrescente da parte degli operatori. possibile l’avvio di una fase a Volatilità ridotta

ELICA

Performance 1 mese: - 3,23%

Performance 1 anno: +18,17%

Segmento: Star Trend:

Ancora al di sotto di 1,00 euro il titolo ELICA, con ipotesi di nuovi cali, sostenuta dagli analisti, che

troverebbe conferma nella Performance relativa rispetto all'indice Ftse All-Share, dove si registra

una variazione negativa del -1,57 % sulla giornata di borsa del 07/12/2012. Lo strumento ha fatto

peggio del mercato. Tuttavia i Volumi sono risultati pari a 161.875 pezzi scambiati, un valore

superiore sia alla seduta precedente sia alla media settimanale. La partecipazione degli operatori

si sta intensificando, probabile l'avvio di una fase a Volatilità elevata

ok

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ViTa da manager

Luciano Mario BregolaAmministratore Delegato di ISA Yachts“Il mio è un lavoro che ti porta a imparare con gli altri”

di a. dachan

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Dottor Bregola, vuole raccontarci il percorso professionale che l’ha portata di diventare amministra-

tore delegato di Isa Yachts?“sono laureato in ingegneria meccanica e ho iniziato la mia carriera nell’industria dell’automotive, presso la fiat auto, dove ho lavorato per dieci anni. per i succes-sivi dieci anni sono stato alla lear cor-poration, una multinazionale americana che produce interni per auto. ho cono-sciuto il mondo degli yacht lavorando per un’azienda che produce motoryacht in vetro-resina; alla fine del 2007 sono diventato amministratore delegato di isa yachts, l’azienda anconetana che produ-ce mega yachts di lusso”.

che tipo di impegno comporta il suo ruolo manageriale? “personalmente, come ad, ma anche come squadra, il nostro obiettivo princi-pale è di soddisfare sempre l’aspettativa del cliente. Tutto il lavoro ruota nel man-tenere gli impegni presi con il cliente; consideri che la costruzione di un mega yacht dura dai due, ai tre anni, durante i quali facciamo di tutto per realizzare le sue richieste e superare le sue aspetta-tive. un altro aspetto molto importante nel nostro lavoro è garantire la sicurezza dei lavoratori e dell’ambiente: nel no-stro cantiere operano circa 600 perso-ne nei periodi di produzione piena e la loro incolumità è per noi fondamentale. il tutto si deve tradurre in un equilibrio economico della società e dei suoi risul-

tati finanziari. lavorando su commessa, facciamo dei grandi investimenti iniziali e questo implica la massima cura e at-tenzione nella gestione interna: chiedia-mo ai nostri dipendenti e fornitori il mas-simo rispetto degli standard qualitativi e delle tempistiche”.

Quali sono i processi che portano alla creazione di un mega yacht?“si parte dall’ipotesi di progetto, presen-tando al cliente i prototipi del suo ipote-tico acquisto. ci avvaliamo in questa fase della professionalità di diversi architetti, tra questi il più vicino a noi è andrea Va-licelli noto nel mondo per essere il pro-gettista, tra le altre cose, di azzurra, la prima barca a vela italiana che ha par-tecipato alla coppa america. quando il cliente ha definito il progetto, partiamo con la fase dello sviluppo tecnico, che dura circa sei mesi e che prevede la cre-azione di modellini; si fanno poi le prove in vasca, per assicurarci che i parame-tri delle prestazioni (velocità, consumi, comfort, vibrazioni ecc.) rispondano al progetto iniziale. lavoriamo su pezzi uni-ci, pur partendo da piattaforme comuni. a questo punto entrano in gioco due figure professionali: il project manager, che se-gue lo sviluppo del progetto con il cliente e i suoi rappresentanti e l’operation ma-nager, che segue aspetti operativi legati alla costruzione dell’imbarcazione, come il rispetto dei tempi di esecuzione e degli standard qualitativi. data la complessità del prodotto ogni cliente usufruisce di

un team con competenze specifiche (co-mandante, ingegnere elettronico, inge-gnere meccanico, esperto in verniciatura ecc.), che segue passo-passo le diverse fasi di produzione”.

che tipologia di clienti avete?“la nostra clientela è al 100% estera: ci rivolgiamo al mercato europeo ed a quello americano oltre ovviamente ai pa-esi arabi ed ora stiamo negoziando an-che con clienti del far est”.

come riuscite a soddisfare i gusti e le esigenze di un target così diverso? “chi si rivolge a noi è perché, fondamen-talmente, ama il nostro prodotto e la sua estetica esterna. per personalizzazione gli interni ogni armatore viene con il suo architetto di fiducia, che cura la proget-tazione interna, definisce i materiali, lo stile ecc. questa flessibilità che riuscia-mo a garantire non riguarda solo il rap-porto con il cliente, ma anche la nostra organizzazione interna. durante la rea-lizzazione di ogni singola imbarcazione, infatti, le nostre risorse interne operano in fasi alternate: quando progettiamo, gli operai sono scarichi di lavoro e vicever-sa, riuscire a gestire questa sinuosità, mantenendo gli equilibri economici è una sfida costante”.

come si comunica un prodotto come il vostro? “partecipiamo ogni anno al salone dei mega yacht di montecarlo, che è l’evento

“Nel lavoro che faccio la passione per le barche e per il mare è importante, ma la leva

motivazionale deve essere un’altra, ovvero la riuscita completa degli obiettivi

che ci si è prefissati.La mia soddisfazione più grande è vedere

che le decisioni prese, diano il risultato atteso”

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ViTa da manager

espositivo più importante del settore ed altre importanti fiere a cannes, miami. a livello mediatico tramite riviste specializ-zate e attraverso il nostro sito internet; il nostro è un settore che non ha bisogno della pubblicità e reperiamo i clienti gra-zie al lavoro dei broker commerciali, che fanno da tramite tra il cliente e noi”.

che importanza ha il made in Italy per un settore come il vostro?“l’italia è leader per quanto riguarda il design e il know how dei nostri artigiani è impareggiabile. gli oggetti che si pro-ducono nel nostro paese sono ambiti nel mondo per la loro qualità e per il loro valore estetico. nel settore della nautica di lusso viene riconosciuto il ruolo di le-adership del prodotto italiano, per la sua alta tecnologia e per il suo fascino, l’ac-curatezza delle lavorazioni in pelle, mar-mo, legno, che caratterizza gli interni de-gli yacht. i nostri competitor esteri hanno altre peculiarità che li rendono forti, come la tempistica e il rispetto scrupolo-so delle regole, per questo come azienda facciamo lo sforzo continuo di rispettare al massimo le procedure e avere il pieno controllo dei processi. non è un caso, in-fatti, che isa, tra le prime al mondo, ab-bia ottenuto già nel 2008 la certificazione Ohsas 18000 (sicurezza sul lavoro)”.

può descriverci una sua giornata-tipo? “Ogni giorno la mia agenda prevede

diverse riunioni di pianificazione e con-trollo, meeting con i rappresentanti degli armatori, incontri con i fornitori, confe-rence call. è un continuo confronto e una perenne verifica del processo produttivo. nel lavoro che faccio la passione per le barche e per il mare è importante, ma la leva motivazionale deve essere un’altra, ovvero la riuscita completa degli obiettivi che ci si è prefissati. la mia soddisfazio-ne più grande è vedere che le decisioni prese, diano il risultato atteso. Trovo gra-tificante il rapporto con le persone, mo-tivarle, spingerle a certi comportamenti. sono aspetti del mio lavoro che richie-dono una grande attenzione, per cogliere i cambiamenti ed essere tempisti nelle scelte”.

cosa consiglierebbe ad un giovane che vorrebbe intraprendere una carriera da manager?“sicuramente di studiare, di sceglie-re percorsi universitari in ingegneria o economia, per acquisire le conoscenze e le competenze necessarie; di non fer-marsi al primo impiego, di essere sem-pre motivati e curiosi di scoprire, di non accontentarsi della prima risposta, ma chiedere sempre il perché delle cose. chi vuole fare carriera deve necessa-riamente avere voglia di prendersi delle responsabilità, avere capacità di problem solving e di lavorare in team. uno dei re-quisiti più importanti, che ho imparato

nell’esperienza nell’automotive, è quello di essere “just in time”perché il fattore tempo è sempre più determinante e fa la differenza”.

come vede il futuro di Isa Yachts?“Vedo un futuro in cui si continua a lavo-rare molto, con passione e professionali-tà. dopo il 2008 l’industria mondiale del-la nautica ha subito un forte crollo, con perdite fino al 60-80%. in questi quatto anni abbiamo lavorato per ristrutturare l’azienda, in modo da poter mantenere un equilibrio economico, nonostante la riduzione del fatturato. il processo è sta-to completato e per il 2013 prevediamo di mantenere il rendimento, sperando in una nuova crescita nei tempi a venire”.

e il suo di futuro da manager?“non mi sono posto obiettivi diversi da quello di consolidare il futuro di isa. il mio è un ruolo che mi spinge a motivare le persone, a gestire il lavoro in team, a saper comunicare e infondere entusia-smo, voglia di fare. le risorse umane hanno un ruolo centrale per noi. bisogna avere coraggio e non porsi freni, non ave-re paura, anche facendo qualche errore, da cui poi si tragga un insegnamento”.

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i formaggi della provincia di pesaro e urbino? Tanto buoni da fare con-correnza ai francesi. l’indagine avviata dalla cia (confederazione italiana agricoltori) della provincia di pesaro e urbino, sulla commercializzazione e sul gradimento ottenuto dai produttori di formaggi sul mercato, ha rivelato interessanti novità: alcune aziende della provincia, infatti, espor-tano in europa i loro formaggi, pecorini e misti, trovando spazio anche su mercati di prima fascia come quello francese, ovvero nella patria dei formaggi.

Certificazione Indagine CIA:i formaggi di

Pesaro e Urbino conquistano i

francesi

Premio Internazionale Ascoli Piceno

Presentato il Bilancio Festival Pergolesi Spontini e Stagione Liricadi Jesi

un doveroso omaggio a cecco d’ascoli ha concluso, sabato 2 dicembre, la xxiV edizione del premio internazionale ascoli pi-

ceno, conferito quest’anno al professor grado giovanni merlo. la giornata finale del piap ha avuto il suo momento clou nella lectio magistralis del professor merlo, insignito del prestigioso ricono-

scimento per il volume “il cristianesimo medievale in Occidente”; la menzione speciale della giuria è stata assegnata al professor

Tommaso di carpegna falconieri per il volume “medioevo militan-te. la politica di oggi alle prese con barbari e crociati”.

la fondazione pergolesi spontini ha presentato alla stampa i risultati del xii festival pergolesi spontini e della 45esima

stagione lirica di Tradizione: quattro i titoli d’opera prodotti, 20 gli eventi tra opere e concerti, oltre 9500 gli spettatori, dal 90 al

97% la copertura dei posti disponibili nei teatri, 30.100 le giornate lavorative erogate, oltre 570 le maestranze contrattualizzate nelle

produzioni liriche. più della metà dei 530 fornitori sono locali. 1510 gli studenti coinvolti con il progetto “ragazzi all’opera”. nel

corso della conferenza stampa, il ceO del walton art center, peter lane, e l’ad della fondazione, william graziosi, hanno

anticipato il sodalizio tra l’artosphere festival in arkansas (usa) - promosso e sostenuto dalla famiglia walton - ed il festival

pergolesi spontini a jesi.

le marche assorbono il 2,8% delle risorse nazionali con una cifra pari a 24.375 milioni di euro (-4,7% sul 2011); l’artigianato marchigiano ha ricevuto prestiti pari a 2.773 milioni di euro, il 5,2% dello stock nazio-nale destinato ai prestiti all’artigianato: nonostante la flessione del 7,6% sull’anno precedente, comunque la percentuale dei finanziamenti all’artigianato sul totale concesso alle piccole imprese è, nelle marche, la più alta d’italia, con il 37,8% (media nazionale = 27,5%). lo rileva un rapporto di confartigianato (dati banca d’italia – artigiancassa), che vede macerata al secondo posto per i finanziamenti all’artigianato rispetto al totale pmi (40,1%).

Credito alle imprese: rapporto di Confartigianato

BREVI DAL TERRITORIOBREVI DAL TERRITORIO

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Cambiano i rapporti tra cittadino e pubblica amministrazione: ogni ente dovrà infatti rendere noto, at-

traverso il proprio sito web istituzionale, almeno un indirizzo di posta elettronica certificata (pec) a disposizione dei citta-dini per chiedere informazioni sui prov-vedimenti e procedimenti amministrativi che li riguardano. con riferimento a tali atti, le pa sono tenute a rendere accessi-bili in ogni momento agli interessati, tra-mite appositi strumenti di identificazione informatica, le relative informazioni (sta-to della procedura, tempi previsti, ufficio competente, ecc.). e’ una delle novità in-trodotte dalla recente legge “anticorru-zione” nella pubblica amministrazione, entrata in vigore lo scorso 28 novembre. si prevede inoltre che le controversie sui diritti soggettivi, derivanti dall’esecuzio-

ne dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi, forniture, concorsi di progetta-zione e di idee, possano essere deferite ad arbitri, previa autorizzazione motivata dell’amministrazione. l’inclusione del-la clausola compromissoria nel bando, nell’avviso o nell’invito – così come il ri-corso all’arbitrato - senza la preventiva autorizzazione, sono nulli. per la riso-luzione delle controversie nelle quali è parte una pa, dal 28 novembre 2012 la nomina degli arbitri deve avvenire secon-do principi di pubblicità e di rotazione. gli arbitri di parte devono essere necessa-riamente individuati tra dirigenti pubblici soltanto se la controversia si svolge tra due pubbliche amministrazioni. nuovi obblighi in capo alla pa anche sul fronte della trasparenza, con particolare riferi-mento ai seguenti ambiti: procedimenti

di autorizzazione o concessione; scelta del contraente per l’affidamento di la-vori, forniture e servizi; concessione ed erogazione di sovvenzioni e contributi. i dipendenti che, negli ultimi tre anni di servizio, hanno esercitato poteri autori-tativi o negoziali per conto della pubblica amministrazione, nei tre anni successivi alla cessazione del rapporto di pubblico impiego non possono svolgere attività lavorativa o professionale presso i sog-getti privati destinatari dell’attività della pa svolta attraverso i medesimi poteri. i contratti conclusi e gli incarichi conferi-ti in violazione di tale divieto sono nulli (la norma non si applica però ai contratti già sottoscritti alla data del 28 novem-bre 2012). e’ inoltre prevista l’istituzione presso ogni prefettura di un elenco dei fornitori, prestatori di servizi ed esecu-

Imprese, cittadini e Pa potranno dialogare in retecon la nuova legge “anticorruzione” una ventata di aria nuova nei rapporti tra cittadini e pubblica amministrazione: trasparenza, legalità e semplificazioni

di m. palumbo

cOnsulenza

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tori di lavori non soggetti a tentativo di infiltrazione mafiosa; l’impresa iscritta nell’elenco deve comunicare alla pre-fettura competente qualsiasi modifica dell’assetto proprietario e dei propri organi sociali, entro 30 giorni dalla data della modifica. si considerano “maggior-mente esposte a rischio di infiltrazione mafiosa” le seguenti attività: trasporto di materiali a discarica per conto di ter-zi; trasporto, anche transfrontaliero, e smaltimento di rifiuti per conto di terzi; estrazione, fornitura e trasporto di ter-ra e materiali inerti; confezionamento, fornitura e trasporto di calcestruzzo e di bitume; noli a freddo di macchinari; for-nitura di ferro lavorato; noli a caldo; au-totrasporti per conto di terzi; guardiania dei cantieri. in materia di procedimenti amministrativi, si dispone che il respon-

sabile del procedimento e i titolari degli uffici competenti ad adottare i pareri, le valutazioni tecniche, gli atti endopro-cedimentali e il provvedimento finale debbano astenersi in caso di conflitto di interessi, segnalando ogni situazione di conflitto, anche potenziale. negli avvisi, bandi di gara o lettere di invito le stazio-ni appaltanti possono prevedere che il mancato rispetto delle clausole conte-nute nei protocolli di legalità o nei patti di integrità costituisca causa di esclusio-ne dalla gara. le stazioni appaltanti sono inoltre tenute a pubblicare sui propri siti web: la struttura proponente; l’oggetto del bando; l’elenco degli operatori invi-tati a presentare offerte; l’aggiudicata-rio; l’importo di aggiudicazione; i tempi di completamento dell’opera, servizio o fornitura; l’importo delle somme liqui-

date. entro il 31 gennaio di ogni anno tali informazioni, relativamente all’anno precedente, dovranno essere pubblicate in tabelle riassuntive, liberamente scari-cabili dai cittadini.

per saperne di più: l. 6 novembre 2012, n. 190 (gazzetta ufficiale n. 265 del 13 novembre 2012

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innOVaziOne

Come è nata la collaborazione con la garbini consulting?“inizialmente li abbiamo contatattati per sondare la pos-sibilità di razionalizzare i costi delle etichette applicate

sui contenitori metallici che contengono le vernici. Visti i buoni risultati ottenuti da questa società di consulenza, abbiamo av-viato un analogo discorso per le spese riconducibili alla telefo-nia mobile. un settore, questo, non core per ica, ma comunque incisivo: tenga presente che stiamo parlando di circa duecento sim, tra dati e Voce. si va dal classico cellulare a smartphone, notebook, tablet, ecc.”.

come ha accennato prima, siete soddisfatti …“assolutamente sì. a parte ovviamente il risultato ottenuto da questa analisi, mi preme sottolineare che condividiamo la me-todologia di lavoro sviluppata dalla garbini, in particolare per tre aspetti: innanzitutto, perché l’analisi è iniziata con un se-rio e scrupoloso confronto tra le condizioni offerte dai diversi gestori presenti sul mercato. in secondo luogo, perché è ga-rantita la loro assistenza in sede di stipula del nuovo contratto con il gestore selezionato. elemento tutt’altro che trascurabile, considerato che spesso si tratta di identificare e gestire molte-plici aspetti economici relativi a differenziati servizi offerti dai gestori”.

terzo aspetto?“stipulato l’accordo con il gestore, i consulenti della garbini

consulting effettuano un dettagliato controllo delle fatture ricevute, analizzando le singole voci attraverso un software dedicato che consente di verificare puntualmente la corretta applicazione degli accordi contrattuali”.

una collaborazione che si può allargare ad altri ambiti?“molto probabilmente affronteremo con loro un ragionamento sull’energia elettrica”.

cosa ci dice riguardo ai costi della consulenza della garbini consulting?“il loro compenso è commisurato al risparmio ottenuto. dicia-mo che si pagano da soli”.

lei ha individuato settori e servizi non core per la vostra azienda (etichette, telefonia, energia elettrica). non è possi-bile sviluppare all’interno dell’azienda queste attività di ra-zionalizzazione dei costi?“Teoricamente in parte lo sarebbe ma poi in pratica non è rea-lizzabile. per tutte le attività non core, per esperienza personale ed aziendale le dico che è estremamente difficile e dispendioso acquisire internamente le competenze idonee ad affrontare il problema e quindi ci si ritrova spesso nel fare attività superfi-ciali o a posticiparle..… e in questi periodi le aziende non pos-sono permettersi di tralasciare o rimandare i possibili saving dei costi di struttura. sono le tipiche attività da esternalizzare”.

“Telefonia mobile: con la Garbini Consulting tagliato il 25 per cento dei costi” “nel 2012, in questo settore l’apporto degli specialisti della società di consulenza di castelplanio ci ha fatto risparmiare un buon 25 per cento rispetto all’anno precedente”, ci spiega luciano cesari, direttore finanziario di ica, gruppo di civitanova marche attivo nel settore delle vernici per il legno

di paolo duranti

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imprese

Nel corso dell'evento – organizza-to da jesi cube e dall’industrial liaison Office dell’università po-

litecnica delle marche in collaborazione con meta group srl – è stato approfon-dito il tema delle start up innovative e ad alto valore aggiunto. Tra i relatori, il rettore univpm marco pacetti ha indi-cato l’obiettivo che deve darsi il contesto economico regionale: seguire traiettorie di sviluppo più alte, non dimenticando ed anzi valorizzando anche la tradizione manifatturiera, riqualificandola rispetto ai temi attuali e predisponendola alla concorrenza internazionale. alessandro sannino (fondatore di gelesis) ha invece illustrato la propria esperienza di attiva-zione e creazione di una start up inno-vativa, soffermandosi sulle difficoltà che si possono incontrare, sulla necessità di evolvere per e con la propria idea d’im-presa al fine di individuare il percorso ottimale da seguire. la presenza di tre finanziatori, nicola redi (fondamenta sgr), anna amati (meta group srl) e ma-rio pesaresi (e-capital) ha permesso di fornire ai presenti utili indicazioni per coloro che attivano una impresa e che vogliono accedere ai finanziamenti per

svilupparla. il contributo video di ales-sandro fusacchia (ministero dello svi-luppo economico) – collegato da roma - ha ricordato l’impegno del governo per la semplificazione e l’incentivazio-ne di nuove imprese, esortando i giovani studenti a mettersi in gioco e a conside-rare la possibilità di diventare startup-per. alla tavola rotonda - introdotta da donato iacobucci, delegato dal rettore dell’università politecnica delle marche per il trasferimento tecnologico - ales-sandro iacopini (industrial liaison Office – università politecnica delle marche) ha illustrato i servizi e le modalità d’acces-so per le iniziative di matrice accademi-ca; successivamente giuseppe iacobel-li (direttore jesi cube) ha spiegato le opportunità messe in campo dal nuovo incubatore da poco attivato, che si pro-pone come obiettivo quello di sostenere ed accelerare le nuove start up fornen-do spazi e servizi avanzati. infine marco corneli (focus sgr - banca marche) ha anch’egli fornito – in qualità di venture capital – informazioni sui finanziamenti oggi attivi e quelli che saranno imple-mentati in futuro.

Non dimenticare la tradizione manifatturiera“generaziOne sTarTupper”: è il titolo dell’incontro dedicato ai temi dello sviluppo dell’imprenditoria giovanile e della filiera del trasferimento tecnologico, svoltosi lo scorso 6 dicembre presso la facoltà di scienze dell’università politecnica delle marche

a cura della redazione

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E’ in corso di pubblicazione sulla gazzetta ufficiale un decreto del ministero dello sviluppo economi-

co del del 23 novembre 2012 che defini-sce – in attuazione dell’art. 13 del dm 31 maggio 1999, n. 248 - le nuove condizioni di ammissibilità al fondo di garanzia per

le piccole e medie imprese, di cui all’art. 2, comma 100, lettera a), della l. 23 di-cembre 1996, n. 662 (finanziaria 1997). le nuove condizioni sono state adottate dal comitato di cui all’art. 15, comma 3, della l. 7 agosto 1997, n. 266, nella seduta del 18 ottobre 2012. l’allegato 1

del decreto illustra le condizioni di am-missibilità e le disposizioni di carattere generale, mentre l’allegato 2 riporta i criteri di valutazione economico–finan-ziaria delle imprese per l’ammissione delle operazioni.

Fondo di garanzia per le Pmi, in arrivo le nuove regole

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imprese

Dottore, cosa si intende per “tracciabili-tà industriale”?“e’ l’insieme di operazioni tecniche che

permettono di seguire il percorso delle mate-rie prime in tutto il processo produttivo. e’ un ambito attorno al quale la gruppo we care sta investendo parecchio”.

perché è importante?“perché in tal modo il produttore e il consu-matore possono tenere costantemente sotto controllo tutta la linea produttiva, ed interve-nire prontamente in presenza di anomalie o di difetti riscontrati. Tecnicamente, a seguito dell’applicazione di appositi Tag all’interno dei beni sottoposti a controllo, il fornitore e il cliente possono tracciare tutta la filiera pro-duttiva. un altro metodo di tracciabilità ed identificazione del prodotto può essere quello di utilizzare un codice qr code (cioè l’evolu-zione del vecchio codice a barre, ndr) – il clien-te può ottenere informazioni sia sull’azienda, sia sul prodotto (azienda produttrice, materiali impiegati, ecc.)”.ulteriore impiego del qr code può essere

quello di aprire una finestra sul marketing e mercato elettronico con cui le aziende moder-ne si affacciano al nuovo modo di fare busi-ness.

per la gruppo We care il settore della trac-ciabilità industriale va quindi ad affiancarsi alle altre attività svolte dall’azienda in oltre trent’anni di storia …“certo. attualmente la nostra mission è di ab-bracciare il cliente sotto tutti i punti di vista, con una gamma di servizi che mi permetto di dire essere molto rara per aziende di questo settore. siamo nati molti anni fa come azienda commerciale: oggi siamo un gruppo che offre servizi ad ampio raggio, dalle consulenze nel campo della comunicazione e dell’immagine e anche nella costruzione di sistemi di comu-nicazione integrata quali blog e social net-work, ossia le nove metodologie per vendere sia il proprio prodotto che la propria immagine aziendale”.

poi ci sono gli imballaggi, segmento che sto-ricamente ha rappresentato gran parte del

La tracciabilità industriale? Tutela sia il produttore che il cliente“il tema della tracciabilità industriale è di estrema importanza ed attualità”, ci spiega Orazio gravina, giovane manager da poco tempo amministratore delegato della gruppo we care s.r.l. e della eticare s.r.l. di falconara marittima

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vostro core business.“prima di parlare di questo vorrei spen-dere due parole sulla tracciabilità delle risorse umane, un insieme di servizi del tutto nuovi – forniti da una nostra socie-tà partner – grazie ai quali attraverso un sofisticato software è possibile appunto avere un monitoraggio costante di in-gressi, uscite, orari di lavoro, ecc. quan-to agli imballaggi, mi piace ricordare che siamo rivenditori autorizzati di attrezza-ture dei maggiori brand del settore come robopac (macchine per imballaggio con film estensibile e smipack (macchine confezionatrici manuali ed automatiche) - leader assoluti nel mercato di riferi-mento.”

com’è il mercato di queste attrezzatu-re?“si tratta obiettivamente di macchinari a volte costosi, me ne rendo conto. ma abbiamo pensato a proposte ad hoc e personalizzate, compreso il noleggio temporaneo”.

Quali sono le prospettive?“sono buone a patto che si investa co-stantemente in ricerca e sviluppo e si garantisca una costante presenza sul campo, cioè a diretto contatto con i clien-ti. la gruppo we care è in continua evo-luzione, si sta espandendo in nuovi ter-ritori, sia nel mezzogiorno che in talune regioni del settentrione. i due milioni di fatturato raggiunti nel 2011 – traguardo che sarà con tutta probabilità replica-to quest’anno, nonostante i primi mesi difficili – sono uno sprone a fare sempre meglio. e questo vale per tutta la squa-dra che completa la struttura we care, un gruppo affiatato che rema nella stes-sa direzione”.

lei ha posto l’accento sull’importanza di stare vicino ai clienti. In che senso?“nel senso che in un settore come il no-stro si deve puntare moltissimo sul set-tore tecnico. infatti la nostra struttura dispone di due tecnici molto validi che forniscono una continua assistenza al

cliente, senza lesinare sulle ore lavora-te o sul numero di visite effettuate … e guardi che mantenere una struttura tec-nica non è affatto facile”.

un altro settore nel quale siete impe-gnati è quello dell’etichettatura.“e’ un’attività portata avanti da una no-stra società, eticare s.r.l., un etichettifi-cio che opera sia in settori tradizionali, piuttosto standardizzati, sia in contesti in cui la creatività e la personalizzazione del servizio sono caratteristiche intrin-seche all’etichetta. pensiamo ad esem-pio alle confezioni e alle bottiglie di vino: l’etichetta è per forza di cose “tarata” sulla tipologia di cliente e di prodotto”.

“In un settore come il nostro si deve puntare moltissimo sul settore tecnico, garantendo un’assistenza continua e la presenza sul territorio”

srlwww.gruppowecare.itContattaci per ulteriori informazioni sulla tracciabilità industriale

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> nomine e incarichi possono essere inviati all’indirizzo [email protected]

Chi entra e... chi escein questa rubrica presentiamo le novità principali relative a nomine ed incarichi in aziende del territorio ed enti pubblici, nonché avvicendamenti che interessano marchigiani

carriere e pOlTrOne

• Il grottammarese Tullio Luciani entra nel di-rettivo nazionale fnaarc-confcommercioin occasione del rinnovo della dirigenza della federa-zione nazionale associazioni agenti e rappresentanti di commercio (fnaarc), svoltasi a margine dell’assem-blea nazionale elettiva di milano, che ha visto la ricon-ferma alla presidenza dell’eccellente adalberto corsi, è risultato eletto nello stesso direttivo nazionale, con ben 127 preferenze (tra i più votati) anche il grottam-marese Tullio luciani, presidente degli agenti e rap-presentanti fnaarc-confcommercio della provincia di ascoli piceno.

• Giuseppe Scorzoso, nuovo Presidente regio-nale fIdal Marcheil presidente del comitato regionale fidal marche per il quadriennio 2013-2016 sarà giuseppe scorzoso. a lui il compito di raccogliere l’eredità di luigi serresi, presidente regionale dal 2004 fino alla sua scomparsa, avvenuta poco più di dodici mesi fa. scorzoso, 64 anni e residente a recanati (mc), sarà quindi per le prossime quattro stagioni a capo di un comitato che consta di 77 società affiliate e 5.385 tesserati.

• Lirica: il maceratese Claudio Orazi nomina-to sovraintendente al teatro verdi di triesteil maceratese claudio Orazi è il nuovo sovrintendente della fondazione Teatro lirico giuseppe Verdi di Trie-ste. Orazi, che per quattro anni sarà alla guida della fondazione lirica triestina, è stato già sovrintendente e direttore artistico allo sferisterio di macerata (dal 1999 al 2002), al Teatro delle muse di ancona e, infine, alla fondazione arena di Verona (dal 2002 al 2008).

• Macerata, riconoscimenti ai Maestri Artigia-ni i nomi degli artigiani nominati maestri in occasione della settimana europea delle piccole e medie im-prese: Tommaso candria (pelletteria artistica), milko morichetti (restauro opere d’arte) di mogliano, marico cicconi (modellista) di Tolentino, anna maria di chia-ra (sartoria su misura) di morrovalle, folco bellabarba (tipografo) di san severino marche, patrizia ginesi (tes-situra a liccetto), paola Tomassini (confezioni su mi-sura), maria Varagona (tessitura a liccetto) e giuseppe Verdenelli (orafi argentieri) di macerata, mario guerra (lavorazione del corno) di recanati, lorenzo lazzanti (restauro mobili) di pollenza, elvia mengoni (sartoria su misura) di corridonia, lia panichi (sartoria su misura) di porto potenza, mariano montironi ed enrico ribichi-ni (argentieri) di montecassiano.

• Gorgovivo: Fiorello Gramillano eletto Capo dei Sindaciil primo cittadino di ancona fiorello gramillano è stato eletto presidente dell’assemblea dei sindaci duran-te l’assemblea del consorzio gorgovivo. confermato alessandro mancinelli presidente del cda.

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Poi ho capito che “organizzare” si-gnifica prima di tutto capire dove non vi è bisogno di regole, suc-

cessivamente individuare le aree or-ganizzative dove invece le regole sono fondamentali, quindi avere la capacità di scriverle insieme, sviluppare – tutti insieme - il rigore per rispettarle e la creatività per migliorarle (quando ser-ve). allora, nel lavoro di tutti i giorni ho inventato e cominciato ad applicare con successo un metodo di lavoro completa-mente diverso: ho iniziato ad integrare tecniche e strumenti di “grafica di grup-po” per fare in modo che le persone rag-giungessero obiettivi condivisi lavorando insieme, divertendosi. funzionava.l’utilizzo di grafica, immagini, post-it, ecc… per “disegnare le idee”, le soluzio-ni, le regole - insieme - ha spesso tra-sformato la produttività del gruppo di

lavoro e delle singole persone coinvolte. più tardi mi sono accorto che qualcuno lo faceva già da molti anni (david sib-bet, apple, silicon Valley, california) e ho cominciato a studiare per migliorare il tutto. così ho percorso la strada per la Visual competency di sibbet:1. lavora con la tua immaginazione2. fai pratica con l’espressività grafica3. crea presentazioni4. “registra” per immagini5. “facilita” per immagini6. disegna processi “visuali”7. insegna.Oggi uso e (per prima cosa) insegno “grafica di gruppo” per vivere e lavorare nelle organizzazioni.la definisco una “super-tecnica”, per-ché tutti capiscono il linguaggio grafico e perché applicabile a tutte le attività di progettazione organizzativa, alle attività

di gestione del lavoro e a quelle operative (il day-by-day). si basa sulla potenza del linguaggio visivo e dell’apprendimento di gruppo. si comincia imparando a “dise-gnare” forme-base, ideogrammi e pit-togrammi, poi si lavora sui “formati per visualizzare” (poster, liste, griglie, dia-grammi, mappe, piani d’azione) per co-prire tutte le esigenze “lavorative” (vedi figura 1).applicando questa “super-tecnica” si ap-prezzano la disciplina e l’arricchimento del lavoro di gruppo e molto velocemente si impara il controllo della partecipazio-ne e a saper vendere le proprie decisioni.“grafica di gruppo” è anche darsi un percorso sano e condiviso nella com-petenza chiave del cambiamento orga-nizzativo: il problem solving-decision making-project management (tutto at-taccato, come ci suggeriscono kepner e

La “Grafica di Gruppo” per vivere e lavorare nelle organizzazioniappena entrato in azienda – circa vent’anni fa – mi sono reso conto che c’erano moltissime cose da migliorare. appena lo facevo notare mi dicevano di usare il “buon senso”, ma il “buon senso” è soggettivo, alle volte ci dà l’impressione di risolvere un problema nel nostro lavoro o nel nostro ufficio, ma in realtà ne stiamo creando altri in aree organizzative diverse

fOrmaziOne

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Tregoe). significa analisi complete (con le “mappe mentali”), significa descrivere un problema e trovare le soluzioni imple-mentabili. decidere, una volta per tutte, per la so-luzione giusta, sviluppare la “presenta-zione professionale” (imparare a presen-tare con le slide, ma soprattutto senza slide), preparazione, tempismo, piani d’azione “visuali” per passare all’azione, animare il gruppo e il suo lavoro. nelle fasi di problem solving e di negoziazio-ne si trasforma il conflitto in un’area di creatività, sviluppando l’assertività e i comportamenti negoziali. si permette di allineare i processi di soluzione dei pro-blemi e di decisione, praticamente l’u-so della conoscenza, una delle criticità “organizzative” che spesso ci troviamo ad affrontare, insieme con il conflitto di motivazioni e di obiettivi.

Tutti – ad esempio - conoscono e parlano di “missione”, “Visione”, “mappa strate-gica”, ecc… ma pochi sanno che il segre-to per la “messa in pratica” è “facilitare” il team dei Top manager a disegnare in-sieme e a creare modelli condivisi.un buon manager dev’essere infatti pri-ma di tutto un abile inventore e utilizza-tore di modelli. dev’essere in grado di sintetizzare un processo con uno sche-ma, di spiegare un concetto con un’ana-logia che può essere più efficace di mille ragionamenti. deve saper usare metafo-re e inventare icone che i suoi collabo-ratori ed interlocutori possano ricordare facilmente.insomma, è quello che serve per non avere persone confuse e far sì che i me-eting siano produttivi fin dall’inizio. è mettere “in fila”, raggruppare, combina-re e valutare informazioni e idee per dare

forma e metodo al lavoro di tutti i giorni.ma “grafica di gruppo” significa soprat-tutto scrivere le regole insieme e scriver-le “per tutti” (solo se una persona estra-nea al lavoro riesce a capire “che cosa” e “come” si debba fare, una descrizione è ben fatta). si sfrutta al 100 per cento il “principio di realtà” di un’organizzazione: il proces-so. la “logica di processo”, la disciplina mentale giusta per l’analisi critica del lavoro nella progettazione organizzativa. la base di tutti i modelli gestionali mo-derni.descrivere le attività in documenti acces-sibili a tutti ed avere sistemi documentali semplici è la chiave per organizzarsi.scrivere le regole insieme e scriverle “per tutti” significa ad esempio dise-gnare un organigramma pensato come “strumento di lavoro”, ragionare sui

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“verbi-relazione” (supervisionare, coor-dinare, supportare, eseguire, collabora-re, cooperare, informare, verificare) in maniera “visuale”, condividere le aree di responsabilità per far funzionare il lavo-ro, disegnare posizioni di lavoro chiare, compiti coerenti e competenze adegua-te.un percorso didattico su queste tecni-che permetterebbe velocemente a due figure professionali come l’agente per il cambiamento e l’account d’impre-sa – ma anche a chiunque si occupi di “facilitazione Organizzativa” - di agire immediatamente sui fattori chiave del cambiamento (versione 2.0): apertu-ra dei confini dell’organizzazione (interni e esterni), creazione diffusa e parteci-pativa (co-creation) di contenuti e cono-

scenza, collaborazione tra le persone in-dipendentemente da gerarchie e schemi organizzativi predefiniti (fiducia recipro-ca e scambio metadisciplinare), approc-cio non riduzionistico alla  complessità, velocità e flessibilità  nel cambiamento continuo di ruoli, convivialità, stile di le-adership convocativo, visione etica  forte e coerentemente agita. Tenendo sempre presente che il segreto non sta nel cono-scere, ma nel mettere in pratica.

RUOLI 2.0, STRUMENTI 2.0: LA “GRAFICA DI GRUPPO”

Il Piano Integrato Triennale Attività Produttive e Lavoro

(Regione Marche, 2012–2014) identifica – nell’Obiettivo

Specifico 9 - due figure professionali: l’Agente per

il cambiamento e l’Account d’impresa. Queste figure – molto

innovative - dovrebbero essere prioritariamente sviluppate

all’interno del sistema dei Servizi per l’Impiego. Avranno

responsabilità importanti: agevolare l’incrocio tra domanda

e offerta di lavoro, indirizzare le imprese verso le opportunità

formative, costruire e gestire cambiamenti organizzativi. Dovranno essere analisti di

organizzazione e comunicatori-facilitatori, avranno bisogno di dotarsi velocemente di un

“equipaggiamento operativo” semplice, flessibile, leggero.

È l’occasione per cominciare (finalmente) a divulgare nella

nostra regione gli strumenti della “Grafica di Gruppo”.

leonardo cospitoformazione e sviluppo Organizzativo, gruppo [email protected]

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In realtà non è così, si fa spesso fa-tica a non associare al concetto di eccellenza un concetto si superio-

rità, tralasciando invece un aspetto di pragmatismo che la parola nasconde… l’eccellente non è colui che sa fare cose straordinarie, ma colui che sa fare cose ordinarie straordinariamente bene… come disse aristotele, “noi siamo quello che facciamo, sempre, l’eccellenza non è un atto, ma è un’abitudine”; l’eccellenza è usare tutto ciò che è disponibile dentro di noi e tutto ciò che è disponibile fuori di noi. quando le persone sono a contatto con la propria eccellenza conoscono ed esprimono il loro giusto valore, non c’è nè sopravvalutazione nè sottovalutazio-ne, ma solo la capacità di usare ciò che si ha nel modo più ottimale possibile …ma allora, tutti possiamo essere eccel-lenti? la risposta è si. Tutti possiamo in-

dividuare le nostre capacità e cercare di gestirle nel modo più ottimale possibile e nel contesto in cui esse sono richieste. l’eccellenza non è un concetto filosofico astratto, bensì relativo e rappresenta la possibilità di esprimere il nostro poten-ziale.in molte aziende e su molte posizioni la-vorative, soprattutto per i neo-laureati, non è tanto richiesta l’eccellenza con-tenutistica/specialistica, non è tanto il concetto di scolarizzazione che fa la differenza, quanto piuttosto la capaci-tà di sapersi muovere precocemente in un contesto organizzativo e di intui-re gli spazi e i tempi di interazione con i numerosi “attori” aziendali. possedere competenze professionali eccellenti ma sbagliare tempi, luoghi e interlocutori aziendali‚ sono motivi di disadattamento. anche per chi già sta lavorando o vuo-

le cambiare lavoro vengono privilegiate capacità comportamentali, desumibili dalle esperienze degli individui, più delle competenze specialistiche. in genere, tranne che per posizioni ad alto valore aggiunto specialistico, le or-ganizzazioni sembrano più attente alle attitudini comportamentali e culturali piuttosto che a quelle cognitive (poten-zialità specialistiche) testimoniate e pri-vilegiate dalle accademie universitarie. il concetto di scolarizzazione lascia quin-di spazio a quello di sviluppo delle “soft skills”, ovvero di tutte quelle competen-ze maggiormente richieste dalle aziende che non sono specialistiche: la capacità di risolvere i problemi, di guidare le ri-sorse, di saper ottimizzare il tempo, di gestire situazioni difficili mantenendo un corretto governo delle complessità, di capacità di adattarsi ai cambiamenti,

Eccellere oggi nel mercato del lavorosarà per il momento di crisi che si sta affrontando, sarà per la difficoltà di applicare una cultura organizzativa realmente basata sulle capacità delle risorse umane, che spesso si tende ad utilizzare il concetto di eccellenza quasi come potesse essere la parolina magica che ci fa tirare un sospiro di sollievo … come se intravedessimo nell’eccellente il “salvatore” del momento, come se, cercando bene, prima o poi uscirà il genio che ci detterà la soluzione ai nostri problemi

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gestione dei gruppi, creatività …saper riconoscere tali abilità e saperle esprimere contestualizzandole, significa eccellere.il livello di eccellenza di un individuo, così come di un’organizzazione, dipende dalla sua capacità di abbracciare complessità che creano una tensione positiva, tensio-ne di cui si ha bisogno per avere energia generativa e risolutiva. le organizzazioni veramente eccellenti si riconoscono per la loro capacità di conseguire e sostene-re nel tempo risultati eccezionali in ciò che riescono a fare, nei modi in cui lo fanno e nei traguardi che probabilmente riusciranno a raggiungere. conseguire risultati d’eccellenza è tutt’altro che fa-cile; ma ancor meno facile è mantenerli in un mondo caratterizzato da crescente competizione a livello globale, rapida in-novazione tecnologica, continua trasfor-

mazione dei processi di lavoro e gran-de dinamismo del quadro economico e sociale e della realtà dei clienti. Tra le qualità che un’azienda dovrebbe posse-dere per essere considerata eccellente emergono orientamento ai risultati, at-tenzione rivolta al cliente, leadership e coerenza negli obiettivi, gestione in ter-mini di processi e fatti, apprendimento, innovazione e miglioramento continui, sviluppo della partnership e soprattutto coinvolgimento e sviluppo delle persone. non si parla si settorialità e di specificità di settore o di conoscenza, bensì di abili-tà che un’organizzazione dovrebbe saper esprimere ed adeguare ad un contesto spesso in evoluzione e in cambiamento.la sfida che il mercato del lavoro dovrà affrontare è quella di integrare le eccel-lenze di ogni individuo alle eccellenze di ogni organizzazione e viceversa, muo-

vendosi quindi verso un modello inte-grato di eccellenza. sidagroup, al fine di valorizzare questo processo di consape-volezza e crescita personale delle proprie abilità, ha organizzato un executive ma-ster in “sviluppo delle abilità manage-riali”, un percorso formativo finanziabile – che inizierà a novembre - finalizzato a sperimentare le proprie abilità acquisen-do strumenti e tecniche per riuscire ad esprimerle nel modo più ottimale sia in ambito lavorativo che fuori.

giada cappellettiarea risorse umane gruppo sidaTel. [email protected]

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fOrmaziOne

Chi è Francesco BelliniScienziato e imprenditore farmaceutico, è nato ad Ascoli Piceno nel 1947 e ha la doppia cittadinanza, italiana e canadese. Trasferitosi a 21 anni a Montreal, si laurea in Chimica e, nel 1977, consegue un Dottorato di Ricerca in Chimica Organica presso l’Università del New-Brunswick. Nella sua lunga e prestigiosa carriera Francesco Bellini ha prodotto numerosi trattati ed articoli scientifici e depositato più di 30 brevetti, riguardanti in gran parte l’applicazione delle biotecnologie alla medicina: prodotti per il trattamento e la prevenzione del diabete e delle sue complicazioni, dell’Aids, del morbo di Alzheimer e, recentemente, di un rigeneratore epidermico comprendente un ossidante, un fotoattivatore e un cicatrizzante, molto efficace nel trattamento delle piaghe da decubito. La laurea assegnata dallUniversità di Camerino si aggiunge ai numerosi riconoscimenti assegnatigli in Italia e all’estero. Tra l’altro, si ricorda che nel 2005 Bellini è stato nominato Cavaliere del Lavoro da Carlo Azeglio Ciampi e nel 2006 ha ricevuto dalla Regione Marche il Picchio d’Oro, riconoscimento attribuito a personalità marchigiane che si siano particolarmente distinte nel proprio settore professionale.

Alla cerimonia di conferimento della laurea in “chimica e Tecnologia farmaceutiche” al noto scienziato italo-canadese – svoltasi lo scorso 30 novembre nella sala

della muta di palazzo ducale – hanno partecipato, oltre al ma-gnifico rettore unicam flavio corradini, sauro Vittori, diret-tore della scuola di scienze del farmaco e dei prodotti della salute, Vittorio Vittori, titolare di farmacia, Vittorio antonio sportelli, docente dell’ateneo, Tito picotti, direttore dello sta-bilimento angelini, luciano diomedi, presidente dell’Ordine dei farmacisti, riccardo rascioni, titolare di arpa cosmetics e pasqualino spinosi, direttore di farmacie Ospedaliere.

Camerino, Laurea Honoris Causa a un ascolano illustreil prestigioso ateneo marchigiano ha conferito l’importante riconoscimento a francesco bellini, presidente di neurochem inc., ora bellus health, una società capofila specializzata nella messa a punto di medicinali terapeutici destinati al sistema nervoso centrale

a cura della redazione

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laVOrO

Come gli adolescenti siamo inca-paci di adattarci alla nuova realtà, nella quale dobbiamo acquisire

la consapevolezza e la responsabilità di adulti, tuttavia siamo consapevoli che dovremo farlo. “stiamo diventando gran-di, anche se non ci va… ”, come direb-bero i righeira. ci capita quindi di dover convivere con comportamenti che appa-iono paradossali perché le regole su cui sono basati non descrivono più la realtà in cui operiamo. ciò si manifesta sicura-mente nelle grandi questioni del lavoro, ma anche in curiose situazioni di minore portata che ci capita di osservare quoti-

dianamente. facciamo qualche esempio sui grandi temi.sappiamo che il futuro del lavoro sarà più flessibile, eppure non riusciamo a ri-elaborare seriamente un concetto come quello di “mansione” (ancora presente in tantissimi contratti): se ogni lavoratore deve essere disponibile a riadattarsi a realtà mutevoli, come facciamo si basar-ci sulle rigidità di un modello organiz-zativo considerato immutabile? stiamo andando verso un sistema che valuterà i lavoratori della conoscenza in base a “risultati attesi” più che in base al tem-po. perché ci concentriamo sui compor-

tamenti osservabili e facciamo poco sul tema della valutazione dei risultati? se la produttività è il parametro più critico e fondamentale, perché non ci sforziamo abbastanza nell’analizzarla e creare dei benchmark di settore sulla base di indici definiti? se il successo delle imprese di-pende anche dalla fattiva collaborazione dei dipendenti, perché non si parla nep-pure di un loro coinvolgimento nella ge-stione? se la crescita professionale dei lavoratori è un fattore critico, per quale motivo è così difficile definire un siste-ma di valutazione delle competenze? se alcuni settori mostrano criticità, perchè

Il paradosso quotidiano nel mondo del lavoroin questo momento storico, nel quale il modello industriale è ancora un imprescindibile punto di riferimento ma si profilano chiari segnali della nuova epoca postindustriale, noi operatori siamo come adolescenti. Viviamo in una età di mezzo. non siamo ancora consapevoli di utilizzare schemi che si allontanano sempre di più da quelli a noi familiari

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non riusciamo ad identificare i settori emergenti? ecc. ecc.Tutti temi che peraltro sono stati affron-tati con maggiore o minore successo in altri paesi (basterebbe guardarsi in giro per studiare e fare proposte), ma in italia a mio avviso occorrerebbe occuparsi del-le situazioni paradossali più minute che sono tutti i giorni sotto i nostri occhi e porci domande del tipo: come mai è così difficile l’affermazione della meritocrazia spicciola? perché facciamo fatica a dire: questo lavoro lo fai a casa e dopodoma-ni ne parliamo? che cos’è la “delega al contrario” e come mai ne siamo vittime?

perché dobbiamo formare i nostri colla-boratori quando questo li facilita nell’ab-bandonarci? perché i lavoratori della conoscenza debbono essere considerati più un capitale che un costo? come mai i collaboratori più incompetenti sono sempre trattati meglio degli altri? per-ché le prestazioni di un professionista competente sono più economiche di quelle di un collega meno competen-te? perché inseriamo buoni talenti nella speranza di migliorare il rendimento di un ufficio e dopo sei mesi ci accorgiamo che i nuovi inseriti sono in media con gli altri? perché per essere più efficaci

abbiamo bisogno di un’organizzazione meno organizzata? perché per consoli-dare il nostro ruolo di capi e mantenere il nostro potere siamo costretti a cederne parte? una volta fatte, queste domande susciterebbero delle risposte capaci di porre le basi per un cambiamento innan-zitutto culturale a questo punto non più procrastinabile.

Angelo Pasquarellaresponsabile di irsa e projectland autore de “il quinto stato”

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inTernaziOnalizzaziOne

Internazionalizzare al tempo della crisi

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negli corso degli ultimi anni le aziende italiane hanno vissuto, e tuttora stanno vivendo, momenti di difficoltà operativa, che si riflettono in particolar modo sia sull’aspetto finanziario, sia su quello commerciale. in particolare, sono oramai manifeste le difficoltà nel generare fatturato e di conseguenza la necessità di ampliare il mercato e ricercare nuovi sbocchi commerciali, affinché si conseguano risultati positivi nel breve periodo (aumento degli utili), ed efficienze consolidate a livello finanziario nel medio-lungo

Ad oggi sono presenti diversi stru-menti agevolativi che permettono alle aziende italiane, a vari livelli e

attraverso forme di aiuto diverse tra loro, di progettare e soprattutto realizzare in-vestimenti per incrementare la quota di mercato all’estero, e di conseguenza le esportazioni.prima tra tutti è la simesT – società italiana per le imprese all’estero s.p.a., azienda controllata dal governo italiano per il 76 per cento, e partecipata da ban-che, associazioni imprenditoriali e di ca-tegoria (dal 2013 sarà acquisita da c.d.p. - cassa depositi e prestiti). attraverso diverse tipologie di sostegno alle azien-de, e più nello specifico agli imprendito-ri impegnati in attività di export, si pone l’obiettivo di assistere le imprese italiane che intendono investire all’estero e favo-rire il processo di internazionalizzazione, soprattutto dal punto di vista commer-ciale. sono infatti previste diverse forme di aiuto, come la sottoscrizione fino al 49 per cento del capitale delle società este-re partecipate da imprese italiane, l’age-volazione del finanziamento di quote sot-toscritte dal partner italiano in società o

imprese all’estero, la gestione di Venture capital. nell’ambito degli scambi com-merciali, invece, simesT agevola i crediti all’esportazione.un’altra misura consiste nel finanzia-mento di programmi di inserimento sui mercati extra ue finalizzati al lancio e alla diffusione di nuovi prodotti e servizi, ovvero all’acquisizione di nuovi mercati per prodotti e servizi già esistenti.sono infine previsti finanziamenti agevo-lati (la copertura può arrivare al 100 per cento delle spese globali previste) per le imprese italiane che predispongono stu-di di fattibilità o realizzano programmi di assistenza tecnica in paesi non apparte-nenti all’unione europea.un altro istituto che si occupa attivamen-te di questi temi è la sace s.p.a., società controllata al 100 per cento dal ministero dell’economia e delle finanze, e dal 2012 acquisita dalla cassa depositi e presti-ti. il gruppo offre servizi assicurativo-finanziari ed è attivo nell’export credit, nell’assicurazione del credito, nella pro-tezione degli investimenti, nelle garanzie finanziarie, nelle cauzioni e nel facto-ring. in particolare, mette a disposizione

strumenti finanziari per la copertura del rischio su credito e del rischio paese, of-frendo soluzioni concrete per sostenere le imprese nell’attività di export mana-gement. da non dimenticare, infine, che diversi istituti di credito mettono a disposizione delle aziende risorse e know-how per sostenere ed incentivare l’attività di ex-port: tra queste troviamo bnl - che offre i suoi servizi in partnership con sace - e unicredit, attraverso il progetto unicre-dit international. quest’ultimo prevede un pool di servizi e prodotti dedicati, fi-nalizzati ad allargare il business verso l’estero, attraverso la ricerca del miglior mercato per singolo prodotto, la ricerca di clienti o fornitori esteri, nonchè il sup-porto nelle fasi di sviluppo internaziona-le.

nicasio riggiodivisione strategia e finanza d’impresagruppo [email protected]. 071.28521

Internazionalizzare al tempo della crisi

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ambienTe e TerriTOriO

L’acqua pubblica nella provincia di ancona resta su livelli di ec-cellenza ma risente di un quadro

normativo ancora in via di definizione che ne potrebbe pregiudicare il futuro. l’a.a.T.O. n. 2 marche centro - ancona ha presentato il tradizionale report an-nuale con il quale ha fotografato la si-tuazione della “filiera acqua” nel territo-rio di competenza. la presidente marisa abbondanzieri e il direttore massimilia-no cenerini, alla presenza degli opera-tori, hanno riassunto le attività avviate, le difficoltà incontrate nell’ultimo anno e il lavoro che si sta portando avanti, sep-pur in una situazione normativa tutt’altro che definita.

presidente abbondanzieri, quali sono i problemi che ravvisate?“a fronte di una gestione in house da parte di multiservizi spa nella provincia di ancona e nei due comuni del macera-

tese matelica ed esanatoglia, ciò che ci preoccupa è la situazione di sostanziale incertezza sul futuro della tariffa idrica che verrà applicata ai cittadini e sugli investimenti necessari per migliorare la rete idrica”.

Si spieghi meglio.“nel corso della relazione annuale 2011 avevamo chiesto chiarezza quanto alle modalità di finanziamento degli investi-menti e alla fuga di capitali nel settore ma, a distanza di un anno, il timore che tra gli investitori venga meno l’interesse ad investire nel servizio idrico è ancora forte. le rilevazioni condotte dal nostro centro studi nei 45 comuni dell’ambito, evidenziano che l’acqua a disposizione dei cittadini mantiene le caratteristiche ormai consuete e conosciute conferman-dosi intanto pubblica, soprattutto di buo-na qualità, complessivamente sufficiente a soddisfare il fabbisogno del territorio,

tanto che il volume d’acqua acquistata si conferma sotto l’1 per cento. del resto, non è una novità che le fonti di approv-vigionamento siano di ottima qualità e che la copertura del servizio acquedotto sia pressoché totale, quella del servizio di fognatura superiore alla media nazio-nale, quella del servizio di depurazione conforme ai valori medi nazionali e in via di potenziamento”.

e quindi che prospettive vede?“la presentazione del rapporto 2012 sullo stato del sii (servizio idrico integra-to) nell’aTO 2 “marche centro - ancona”, è coinciso con la fine di un anno carat-terizzato da una profonda crisi economi-ca in italia e in europa, e con un quadro di incertezze ancora permanenti nella normativa che regola il servizio idrico. il parlamento, su proposta del governo, ha approvato la norma che assegna all’aeeg (autorità per l’energia elettrica e il gas)

L’acqua gode di buona salute ma il limbo normativo è penalizzantepresentata la relazione annuale sullo stato del servizio idrico a cura dell’aato 2 marche centro – ancona

di fabio lo savio

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“L’acqua a disposizione dei cittadini è di buona qualità e complessivamente sufficiente

a soddisfare il fabbisogno del territorio, tanto che il volume

d’acqua acquistata si conferma sotto l’1 per cento”

le funzioni attinenti alla regolazione e al controllo dei servizi idrici, e al ministero dell’ambiente la definizione degli obiettivi generali e dei livelli minimi di qualità del servizio idrico. contemporaneamente la regione marche ha approvato la nuova legge in materia di risorse idriche e di servizio idrico integrato e il nuovo asset-to degli aTO, ma il riassetto delle compe-tenze a livello nazionale e locale procede a rilento penalizzando l’intero settore e rendendo difficile l’esercizio del ruolo di soggetto regolatore per conto dei comu-ni dell’ambito Ottimale. Oggi siamo in at-tesa dell’emanazione del provvedimento sul metodo tariffario che disciplinerà la fase transitoria – di due anni - per arri-vare successivamente al metodo tariffa-rio definitivo che deve tener conto degli esiti referendari (in seguito al quale è tramontata l’idea che la privatizzazione e l’assenza di regole siano la ricetta giu-sta) e delle peculiarità del servizio idrico,

ritardando però gli investimenti. l’incer-tezza tuttavia non consente di proiettare il sii verso obbiettivi più impegnativi, ma soprattutto non consente di affrontare il capitolo degli investimenti, ripartiti a stento nel decennio trascorso ed oggi nuovamente fermi; infatti allo stato at-tuale le banche non concedono maggiore credito al settore idrico perché si fidano poco del quadro regolatorio e delle fon-damenta su cui il finanziamento dovreb-be poggiare”.

cosa può fare l’ato 2 Marche centro - ancona?“in questi mesi abbiamo anche cercato di contribuire a che l’aeeg emanasse un provvedimento per la determinazione della tariffa, dopo gli esiti referendari e il cambio di normativa, che tenga insieme la sostenibilità delle tariffe idriche e la capacità di fare investimenti. l’energia, l’acqua, le infrastrutture dello sviluppo

sostenibile, sono beni che devono vivere in un quadro di programmazione, regola-zione e controllo sulla qualità delle pre-stazioni e al tempo stesso sostenibili sul piano economico. attendiamo quindi che la situazione si normalizzi”.

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ambienTe e TerriTOriO

lA SCHedAL’Ambito Territoriale Ottimale n. 2 “Marche Centro - Ancona” è costituito da 45 Comuni (43 della provincia di Ancona e 2 della provincia di Macerata) con quasi 412mila abitanti su un territorio di 1.816 km2, corrispondente a una densità media di popolazione di 227 abitanti/km2. La rete idrica è costituita da 5.130 km di tubazioni (corrispondente a una lunghezza pro-capite di 12,5 m/abitante). Il territorio dell’ATO è idricamente quasi autosufficiente: infatti, esclusivamente per motivi di locale opportunità tecnica, viene comprata acqua per un volume annuo inferiore allo 0,7 per cent o del volume prelevato nell’Ambito ed immesso in rete, per l’alimentazione idrica di Offagna, Matelica e a partire dal 2009 anche di Camerano. La disponibilità idrica è fortemente legata agli eventi piovosi che si hanno durante l’anno. Un anno piovoso, influenza contemporaneamente sia la disponibilità della risorsa che i consumi. Infatti gli eventi meteorici che si hanno durante l’anno contribuiscono ad arricchire le falde, in particolare quelle profonde che in relazione a tempi di ricarica relativamente lunghi accumuleranno volumi disponibili nel periodo estivo. Il 2012 è stato un anno particolarmente critico dal punto di vista meteorologico: l’inizio dell’anno è stato caratterizzato dalla scarsa piovosità che perdurava già dal 2011. La spesa annua per il servizio idrico integrato incide per meno dell’1 per cento sul totale delle spese sostenute da una famiglia: in Italia il servizio è il meno costoso rispetto a tutti i Paesi europei.Le fonti di approvvigionamento dell’AATO 2 “Marche Centro - Ancona” sono tutte di tipo sotterraneo e di ottima qualità e non necessitano di particolari processi di potabilizzazione prima della distribuzione, ma vengono sottoposte a una semplice disinfezione. Quelle sfruttabili sono circa 160. Le utenze totali sono quasi 220mila, pari a 43 utenze per Km di rete. Su tutto il territorio sono distribuiti 153 impianti di potabilizzazione, tutti costituiti da semplici impianti di disinfezione. Mediamente nell’ATO 2 i consumi idrici oscillano tra i 30,1 e i 32,7 milioni di mc. I maggiori consumi si hanno per gli usi domestici (65,99 per cento), per gli usi diversi non domestici (16,60 per cento), per i “grandi clienti” (4,77 per cento) e per l’uso comunale (3,46 per cento).

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cOnTribuTi e bandi

MARCHe

>provIncIa dI ancona “incentivi alla creazione d’im-presa” di prossima pubblicazione il bando che eroga incentivi fi-nanziari per la creazione di nuove attività imprenditoriali. le agevolazioni saranno rivol-te a determinate categorie di persone, che saranno men-zionate nel bando in uscita.bandO in aTTesa di pub-blicaziOne >provIncIa dI ancona “incentivi all’occupazione” la provincia di ancona sos-tiene la stabilizzazione dei contratti di lavoro e le nuove assunzioni. il bando eroga contributi fino ad € 7.000 per la stabilizzazionie di contratti di lavoro. Ogni singola impre-sa può beneficiare del con-tributo fino ad un massimo di n.5 assunzioni/stabilizzazioni.scadenza: 31/05/2013 >InaIl“incentivi per la sicurezza sul lavoro” entro la fine del 2012 sarà emanato il bando che preve-de finanziamenti alle pmi per migliorare la sicurezza nei luoghi di lavoro. il plafond a disposizione è pari ad € 225 milioni. è previsto un contri-buto in conto capitale nella misura del 50% dei costi del progetto, con un minimo di € 5.000 e un massimo di € 100.000. sarà possibile pre-caricare le domande tra il 15 gennaio ed il 15 marzo 2013; nel mese di aprile 2013 sarà possibile inviare le domande.bandO in aTTesa di pub-blicaziOne

>InvItalIa - agenzia per lo sviluppo e l’attrazione degli investimenti“incentivi per lo sviluppo del turismo” contributi a fondo perduto e

finanziamenti a tasso agevo-lato per sostenere progetti di creazione d’impresa o l’am-pliamento di aziende già esi-stenti e riguardanti la fornitu-ra di servizi nei settori della fruizione dei beni culturali, del turismo. la copertura per gli investimenti previsti fi-nanziabili può raggiungere la somma di € 516.000.bandO aperTO

>MInIStero dello SvI-luppo econoMIco - unIoncaMere“agevolazioni alle imprese per favorire la registrazione di marchi comunitari e inter-nazionali” lo strumento prevede agevolazioni da € 4.000 fino ad un massimo di € 15.000 per favorire la registrazione di marchi comunitari pres-so l’uami (ufficio per l’ar-monizzazione del mercato interno) e/o presso l’Ompi (Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale) attraverso l’acquisto di servizi specialistici.bandO aperTO finO ad esaurimenTO risOrse >aBI e aSSocIaZIone de-glI IMprendItorI“rinnovo accordo 2009 su moratoria mutui per le azien-de” in base all’avviso comune siglato in data 28/02/2012 tra l’abi e tutte le associazioni im-prenditoriali, le piccole e medie imprese potranno beneficiare delle seguenti misure agevo-lative: 1) sOspensiOne per 12 mesi del pagamento della quota capitale delle rate dei muTui bancari in essere; b) sOspensiOne per 6 o 12 mesi del pagamento della quota ca-pitale implicita dei canOni di leasing; c) allungamenTO a 270 gg. delle scadenze per le operazioni di anTicipO faTTure.scadenza: 31/12/2012

>caMera dI coMMercIo dI ancona“adozione di sistemi di gestio-ne aziendale, della responsa-bilità sociale, e della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro”contributo a fondo perdu-to pari al 50% delle spese effettivamente sostenute, fino ad un massimo di euro 10.000 in caso di progetto di certificazione integrato, per l’ottenimento di un sistema di gestione ambientale (isO 14001, emas), di respon-sabilità sociale (sa 8000) e/o della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro (Ohsas 18001). scadenza: finO ad esau-rimenTO fOndi >MInIStero dello SvI-luppo econoMIco“incentivi per la brevettazione e la valorizzazione economica dei brevetti” agevolazioni relative a: -premio per il deposito, ai fini della registrazione nazionale, comunitaria ed internaziona-le di nuovi modelli e disegni industriali; -incentivo per lo sfruttamento economico dei modelli/disegni industriali. importo max agevolazione: 10.000 euro.a parTire dal 02/11/2011 >MInIStero dello SvI-luppo econoMIco - SI-MeSt“fondo start-up per le im-prese che investono all’estero (extra-ue)” partecipazione di minoranza (max 49%) e temporanea nel capitale sociale della socie-tà destinataria, finalizzata a favorire la fase di avvio di programmi di internaziona-lizzazione di piccole e medie imprese di nuova costitu-zione, con sede sociale in italia o in altro paese dell’ue. importo complessivo non su-periore a 200.000 euro.

eMiliA ROMAGnA >regIone eMIlIa roMa-gna“prestiti agevolati alle impre-se agricole in emilia”la regione emilia romagna mette a disposizione delle imprese agricole risorse fino a 1 milione e 600 mila euro: sarà possibile richiedere prestiti da 6mila a 150mila euro, aiuti nel regime “de minimis”, sotto forma di concorso interesse sui presti-ti di conduzione. potranno fare richiesta tutte le imprese agricole, ed in particolare quelle che hanno subito i danni a causa della siccità nell’estate 2012.scadenza: 15/03/2013 >InaIl“incentivi per la sicurezza sul lavoro” entro la fine del 2012 sarà emanato il bando che preve-de finanziamenti alle pmi per migliorare la sicurezza nei luoghi di lavoro. il plafond a disposizione è pari ad € 225 milioni. è previsto un contri-buto in conto capitale nella misura del 50% dei costi del progetto, con un minimo di € 5.000 e un massimo di € 100.000. sarà possibile pre-caricare le domande tra il 15 gennaio ed il 15 marzo 2013; nel mese di aprile 2013 sarà possibile inviare le domande.bandO in aTTesa di pub-blicaziOne

>regIone eMIlIa roMa-gna“incentivi per la riqualifica-zione delle strutture alber-ghiere” il bando è destinato alle pmi singole e associate che si impegnano ad attivare investimenti per migliorare l’offerta congressuale delle strutture ricettive alberghie-re. gli incentivi, che possono

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a cura della divisione strategia e finanza d’impresa gruppo sida T [email protected]

raggiungere il 20% delle spe-se ammissibili, consistono in contributi a fondo perduto. l’investimento minimo ri-chiesto è pari ad € 1 milione.scadenza: 20/12/2012 >caMera dI coMMercIo reggIo eMIlIa“incentivi per la formazione e contributi a fondo perduto alle nuove strart-up” erogazione di incentivi per l’avvio di nuove start-up basa-te sull’innovazione e sull’eco-nomia sostenibile. il bando è accessibile sia da parte delle pmi di qualsiasi settore, sia da persone fisiche.scadenza: 20/12/2012 >MIur“programmi regionali per le attività produttive e la ricerca - periodo 2012-2015” in via di pubblicazione il programma regionale per le attività produttive (crescita, sviluppo e internazionaliz-zazione delle imprese) e il programma regionale per la ricerca industriale, l’in-novazione e il trasferimento tecnologico, che prevedo-no interventi a favpre delle aziende per oltre 170 mln € nel triennio 2012-2015.bandO aperTO

>InvItalIa - agenZIa per lo SvIluppo e l’attraZIo-ne deglI InveStIMentI“incentivi per lo sviluppo del turismo” contributi a fondo perduto e finanziamenti a tasso agevo-lato per sostenere progetti di creazione d’impresa o l’am-pliamento di aziende già esi-stenti e riguardanti la fornitu-ra di servizi nei settori della fruizione dei beni culturali, del turismo. la copertura per gli investi-menti previsti finanziabili può raggiungere la somma di €

516.000.bandO aperTO

>regIone eMIlIa roMa-gna“incentivi per la riqualifica-zione delle strutture alber-ghiere”il bando è destinato alle pmi singole e associate che si im-pegnano ad attivare investi-menti per migliorare l’offerta congressuale delle strutture ricettive alberghiere. gli incentivi, che possono raggiungere il 20% delle spe-se ammissibili, consistono in contributi a fondo perduto. l’investimento minimo ri-chiesto è pari ad € 1 milione.scadenza: 20/12/2012 >caMera dI coMMercIo reggIo eMIlIa“incentivi per la formazione e contributi a fondo perduto alle nuove strart-up” erogazione di incentivi per l’avvio di nuove start-up basa-te sull’innovazione e sull’eco-nomia sostenibile. il bando è accessibile sia da parte delle pmi di qualsiasi settore, sia da persone fisiche.scadenza: 20/12/2012 >aBI e aSSocIaZIone de-glI IMprendItorI“rinnovo accordo 2009 su moratoria mutui per le azien-de”in base all’avviso comune siglato in data 28/02/2012 tra l’abi e tutte le associazioni imprenditoriali, le piccole e medie imprese potranno beneficiare delle seguenti misure agevolative:1) sOspensiOne per 12 mesi del pagamento della quota capitale delle rate dei muTui bancari in essere; b) sOspensiOne per 6 o 12 mesi del pagamento della quota capitale implicita dei canOni di leasing; c) allungamenTO a 270 gg. delle scadenze per le opera-zioni di anTicipO faTTure.scadenza: 31/12/2012

>por feSr 2007/2013

“bando nuove imprese inno-vative” contributo in c/capitale in regime “de minimis” del 50% della spesa ammissibi-le fino ad un contributo max. di 150.000 euro, per progetti presentati da pmi costituite dopo il 1° gennaio 2010 e ri-guardanti la creazione di nuo-ve imprese anche innovative e volte a favorire ricadute po-sitive sull’occupazione delle imprese stesse in termini di lavoro durevole e di qualita.scadenza: 31/12/2012

>fIdInduStrIa eMIlIa ro-Magna“rilascio di garanzie a favore di imprese socie su finan-ziamenti erogati da banche convenzionate” garanzia del 30% o del 50% del finanziamento erogato; tasso fisso o variabile; finalità a breve o medio-lungo ter-mine.prOcedura ValuTaTiVa della dOmanda

>legge 49/1985“fondo di rotazione fOncO-Oper” finanziamenti agevolati (max 500.000 euro) in favore di società cooperative per la realizzazione di progetti finalizzati all’aumento della produttività o dell’occupa-zione, alla valorizzazione dei prodotti, alla razionalizza-zione del settore distributivo, alla realizzazione o acquisto di impianti nel settore della produzione e della distri-buzione del turismo e dei servizi, alla ristrutturazione e riconversione degli impianti.scadenza: 31/12/2012

>ccIaa dI parMa“contributi per la parte-cipazione a fiere e mostre specializzate”contributi nella misura max.

del 40% delle spese ammis-sibili fino al raggiungimento di max di 4.200 € al fine di favorire la partecipazione a fiere e mostre specializzate.bandO aperTO

>ccIaa dI parMa“contributi per la realizza-zione di iniziative di promo-zione e pubblicità sui mercati esteri” contributi nella misura del 25% fino max 2.500 €, allo scopo di favorire azioni di promozione e comunicazio-ne finalizzate a rafforzare la presenza delle imprese su specifici mercati esteri.bandO aperTO

>ccIaa dI parMa“contributi a favore delle ini-ziative di consorzi di impre-se” contributi fino al 50% della spesa fino ad un max di 20.000 € al fine di promuo-vere le realtà consortili della provincia e le attività da esse svolte a favore degli associati.bandO aperTO

>MInIStero dello SvI-luppo econoMIco“incentivi per la brevettazione e la valorizzazione economica dei brevetti” concessione di agevolazioni finanziarie per incrementare il numero delle domande di brevetto, tutelare la pro-prietà industriale, favorire la valorizzazione economica dei brevetti delle micro, piccole e medie imprese. contributo a fondo perduto pari all’80% dei costi ammissibili fino ad un massimo di 70.000 euro.a parTire dal 02/11/2011

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Amo il lusso. Esso non giace nella ricchezza e nel fasto, ma nell’assenza della volgarità”.Coco Chanel – Stilista francese

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Speciale

lussolusso

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speciale: lussO

Una duchessa e una first lady det-tano il dress code delle donne potenti ai tempi della crisi: la pri-

ma è kate middleton, l’altra è michelle Obama. due icone della nostra epoca, ammirate e seguite per il loro modo di porsi e per il loro look, con due stili mol-to diversi, che, però, hanno un punto in comune: la sobrietà.è il lusso all’epoca della crisi, che privi-legia la qualità alla quantità, cura i det-tagli e rifiuta lo sfarzo, ama l’ecologico e rispetta l’ambiente. un’inversione di ten-denza rispetto al passato, che coinvolge sempre più realtà, dal mondo della moda all’architettura, dall’industria al turismo. Oggi più che mai il lusso è una filosofia e non un privilegio e vede il design, la tecnologia e la ricerca impegnati nella costruzione e valorizzazione di un nuovo modello di vita. un concetto impalpabile dunque? piuttosto sarebbe corretto dire un concetto di nicchia, anche nella sua declinazione materiale, che pur allonta-

nandosi dall’ostentazione, carica di at-tese l’atto di possedere un determinato oggetto.

L’immortalità del lusso unicità, esclusività, ricercatezza: sono i tre elementi che contraddistinguono i prodotti di lusso. possederli è un piacere e lavorarli è un’arte: il vero lusso non co-nosce l’omologazione e la globalizzazio-ne e vince la sfida della crisi e della con-correnza perché punta sulla lavorazione artigianale, sulla qualità delle materie prime, sulla presentazione dei prodotti in contesti di nicchia. l’asso nella manica delle aziende è proprio il valore aggiun-to del made in italy: bisogna spingere al massimo sul livello di qualità e distin-zione come variabile chiave per vincere oltre confine, ma bisogna farlo con un piano a lungo termine. a questo scopo è fondamentale salvaguardare il patri-monio di know how che non può in alcun modo essere improvvisato, né copiato,

definendo politiche che sostengano e tu-telino il lavoro degli artigiani e incorag-giando i giovani a intraprendere percor-si professionali nell’arte del saper fare. bene l’internazionalizzazione, quindi, ma con un occhio costante alla salvaguardia di quella che è l’intera filiera, dalla pro-gettazione, alla distribuzione.

qualità, tradizione e riconoscibilità sono le chiavi che consentono alle aziende italiane di continuare a competere. le aziende di piccole dimensioni posizionate nel segmento lusso, infatti, si trovano ad avere quote export nettamente superiori a gruppi di grandi dimensioni, con fattu-rati che spesso sono superano il doppio. un alleato in più per i brand del settore, è rappresentato certamente dalla borsa: per diventare player internazionali di un certo livello la quotazione in borsa offre sicuramente importanti opportunità, an-che se bisogna correre rischi e se i risul-tati si misurano solo nel tempo.

Il lusso all’epoca della crisidi l. Osmani

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Viaggiare ha una nuova metaVILLA LATTANZI

Hotel | Ristorante | Meeting | Banqueting | Area benessere | Wi-Fi freeLimousine service | Bosco con percorsi relax | Parking privato | Area balneare convenzionata

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speciale: lussO

Il lusso, così come la moda, ha cono-sciuto un’evoluzione che è andata di pari passo con i cambiamenti sociali,

politici ed economici di ogni epoca. sem-pre appannaggio di un’elite di privilegia-ti, il lusso ha rappresentato per secoli l’esclusività, l’ambizione a possedere qualcosa di costoso e raro. accusato e difeso da teologi, economisti, moralisti e sociologi, il lusso è sempre stato argo-mento di controversie. nel mondo anti-co il fasto ed il lusso, intesi come spesa fatta per soddisfare un bisogno raffina-to e, quindi, non necessario, vengono associati ai governi despotici d’Oriente, responsabili dello squilibrio socio-eco-nomico dei sudditi e della corruzione dei costumi. significativo al riguardo il rac-conto di erodoto (storie, ix, 80-82) dello stupore di pausania di fronte al lusso dei persiani. nella repubblica platone vede nella ricchezza una fonte di lusso, pigri-zia e instabilità politica e, così come ari-stotele, condanna l’abuso di denaro. per quest’ultimo, “mentre l’uomo magnifico esercita uno sfarzo legittimo in alcune spese pubbliche e private (nozze, ricevi-mento di ospiti, scambio di doni, arreda-mento della casa), quello volgare eccede nello sfarzo fuori luogo (soprattutto nel-la tavola e nelle vesti) per fare sfoggio di ricchezza e farsi ammirare”.in epoche più moderne, se prima del ‘500 anche lo zucchero e il pepe erano con-

siderati beni di lusso, così come la por-cellana, le posate e piatti fondi, nel’700 si fa strada la convinzione che le virtù e i costumi vadano giudicati relativamente alle condizioni storiche e sociali. Tra i filosofi dell’epoca le posizioni erano spesso opposte: se diderot era disposto ad accettare un lusso benefico, “figlio della proprietà” (mémoire pour catheri-ne ii, 1773-1774), helvétius insisteva sul nesso lusso-dispotismo (de l’homme, Vi, 1772). dopo la rivoluzione industriale, le spese di lusso diventano, nel linguaggio della comunicazione sociale, un segno di ostentazione che consente di riconosce-re l’appartenenza alle classi elevate. la ricerca del superfluo e dell’inutile diventa onorevole, perché il consumo di prodotti aventi queste caratteristiche può essere letto come segno dell’appartenenza a un livello sociale elevato. il consumo vistoso genera anche abitu-dini mentali che portano a ridefinire il valore degli oggetti in relazione al loro costo, a disprezzare quelli a basso costo, a considerare volgari quelli fatti a mac-china. gli oggetti vengono valutati per il loro valore simbolico spendibile nella trama delle relazioni sociali. questa tendenza si è accresciuta dopo la seconda guerra mondiale per effetto dell’aumento dei consumi da parte della classe media e delle classi inferiori della società.

IL LUSSO OggI

non esiste un atteggiamento univoco rispetto a questo concetto, ma, in linea di massima, si possono individuare due tendenze, collegate alla situazione socio- economica in cui si esprimono. là dove ci sono economie emergenti, dove i nuovi ricchi hanno una capacità di spesa impressionante, si riscontra una naturale inclinazione all’ostentazione e all’opulenza. al contrario, nei paesi più progrediti e sviluppati, è come se la voglia di apparire fosse stata storicamente superata, per lasciare spazio, invece, ad un desiderio di esclusività, ricercatezza e stile che si esprime con discrezione nei singoli dettagli. Oggi il lusso è sinonimo di qualità, non solo negli oggetti materiali, ma anche e soprattutto nello stile di vita: aver cura di sé, del proprio benessere, della propria immagine e soprattutto, avere quel qualcosa che nessuna somma di denaro può acquistare… il TempO.

Il Lusso nella Storiadi m. camilletti

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L’uomo più ricco nella storia dell’umanitàFu il sovrano africano Mansa Musa I, re dell’impero del Mali che visse nel lontano 1.300, morendo all’età di 31 anni con un patrimonio di 400 miliardi di dollariA stabilirlo è stato il portale americano Celebrity Net Worth (wwaw.celebritynetworth.com), che ha calcolato i patrimoni facoltosi personaggi vissuti in epoche diverse, mettendo in atto un particolare tasso d’inflazione, secondo il quale, 100 milioni di dollari del 1913, equivarrebbero a ben 2.299 miliardi di dollari nel 2012.

L’uomo più ricco del mondo ai giorni nostri, invece, è il messicano di origini libanesi Carlos Slim Helú, con un patrimonio di 70,6 bilioni di dollari, magnate delle telecomunicazioni dell’America Latina, che controlla tre importanti compagnie la Telmex, la Telcel e la América Móvil. A decretarlo è la classifica di Forbes, nella quale il primo italiano ad apparire è Michele Ferrero, alla ventiquattresima posizione, con un patrimonio di 21 bilioni di dollari.

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SPECIALE: LUSSO

Luxury Shades: Tutte le declinazioni del lussoa cura della Redazione

Quando si pensa alla parola lusso le prime immagini che vengono in mente sono legate al mondo dei

gioielli, dell’alta moda, delle auto e del-la nautica. Eppure il lusso ha un’infinità di declinazioni possibili, alcune davvero sorprendenti. È la nuova filosofia delle luxury expe-riences, che non si confinano alla mera apparenza, ma mirano a suscitare sor-presa e regalare emozioni, a far sentire importanti, originali, inimitabili.

Luxury foodScaglie d’oro nei dessert, caviale, vini in-vecchiatissimi, hot dog al cognac, acqua Koni Nigari (prelevata da più di 600 me-tri di profondità nei mari delle Hawaii), caffè Kopi Luwak (i cui chicchi originali vengono mangiati e defecati da un gatto-scoiattolo delle foreste asiatiche) e spe-zie rare. Sono alcuni dei cibi più costosi al mon-do, a cui è d’obbligo aggiungere astici e aragoste, ma anche torte tempestate di diamanti e pietre preziose. Davvero man-giare bene non ha prezzo…

Luxury traveLIl viaggio è un piacere che inizia nel mo-mento stesso in cui si parte: la scelta del mezzo, della destinazione, della location avviene tra una rosa di soluzioni esclu-sive, per i gusti più esigenti. Chi sceglie il luxury travel è un turista esigente, che ama vivere il viaggio come un’esperien-za tagliata su misura, che permetta la scoperta di posti da sogno, da vivere con ogni confort.

Luxury LivingVivere nel lusso, vivere il lusso. Case sempre più sofisticate tecnologicamen-te, dettagli sempre più preziosi e ricerca-ti, ambienti raffinati, che si allontanano dall’opulenza e dai fasti del passato, in favore di un concetto di lusso più ricer-cato, intimo, che si sposa perfettamente con l’esigenza dello star bene. La scien-za e la ricerca al servizio della qualità della vita, l’arte e il design al servizio del benessere interiore.

Luxury petQuando Fido e Birba vivono in un am-biente sofisticato ed elegante, dove il

lusso la fa da padrona, non possono che entrare in sintonia con la realtà che li cir-conda e comportarsi di conseguenza. Se i saloni di bellezza e le boutique per gli amici a quattro zampe sono ormai una realtà, i pet più fortunati possono gode-re anche delle attenzioni di un personal trainer o persino di un Dog Whisperer, uno psicologo dei cani che non è un sem-plice istruttore, ma cura anche la parte emotiva inconscia dei cani. Tra i dog d’ol-tre Oceano è ormai una moda…

LuxtherapyConcedersi una coccola davvero origina-le, un gesto d’amore verso se stessi, o da condividere con chi si ama. È l’ultima frontiera del lusso ai giorni no-stri: consolarsi con un tour di shopping in un’auto di lusso, con tanto di personal concierge e autista, commissionare un oggetto d’arte con le proprie iniziali, fa-cendolo tempestare di pietre, prenotare un intero teatro, o cinema, o ristorante per tagliare fuori gli altri e sentirsi al centro del mondo. Piccoli, grandi capricci, degni delle star del jet set internazionale.

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SPECIALE: LUSSO

Il lusso dei luoghi e il lusso degli og-getti che animano quegli stessi luo-ghi: queste sono le Marche. Una re-

gione preziosa come un’ostrica da perla, con le montagne che fanno da guscio, le colline che sono un concentrato di tesori e il mare che fa cornice preziosa e sem-pre viva. “Così benedetta da Dio di bellez-za, di varietà, di ubertà, tra questo digra-dare di monti che difendono, tra questo distendersi di mari che abbracciano, tra questo sorgere di colli che salutano, tra questa apertura di valli che sorridono (...)”; così descriveva le Marche Giosuè

Carducci, nel discorso tenuto a Reca-nati il 29 giugno 1898, in occasione del 1° centenario della nascita di Giacomo Leopardi. Una descrizione pittorica che decanta la bellezza di questo territorio dove il tempo ha ancora un valore, dove i rapporti umani animano la società, dove trovano spazio le idee, i sogni, le intuizio-ni di chi arriva alla ricerca di se stesso. Le Marche sono una regione dove la qua-lità della vita è alta: non ci sono grandi città e persino nel capoluogo i ritmi re-stano “a misura d’uomo”; la pulizia del mare e dell’aria, il perfetto stato di con-

servazione dei borghi più antichi, l’ampia offerta culturale con chiese, musei, te-atri, piazze, rocche e monumenti distri-buiti su tutto il territorio, da Nord a Sud, ne fanno un gioiello tutto da scoprire. Il rispetto degli equilibri della natura fa sì che il territorio venga scelto sempre più di frequente da chi vuole fuggire dal caos delle metropoli per godersi la vita e la famiglia. Questo fenomeno non riguar-da solo gli italiani di altre regioni, ma anche molti stranieri, specie del Nord Europa, che apprezzano la bellezza dei paesaggi, la qualità del cibo e il grande

Le Marche: Qui dove dimora il LussoLa bellezza impareggiabile dei luoghi e l’esclusività delle creazioni: nella “Regione del Picchio” il lusso è sinonimo di buon vivere

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In marchigiano, il lusso, si traduce proprio così: puntare sull’alta qualità della vita, riscoprire il valore del tempo e

dello spazio, godere dei rapporti umani, mangiare cibi sani, circondarsi di oggetti curati fin nel minimo dettaglio.

Le Marche: Qui dove dimora il LussoLa bellezza impareggiabile dei luoghi e l’esclusività delle creazioni: nella “Regione del Picchio” il lusso è sinonimo di buon vivere

valore che viene tutt’ora dato ai rapporti umani. Quest’ultimo aspetto, legato alla centralità della persona, si riflette in tutti gli ambiti e, in particolare, diventa il fiore all’occhiello dell’offerta turistica. L’inco-ming nelle Marche, infatti, non punta sul turismo di massa, bensì su un turismo di qualità, di nicchia, che faccia sentire il viaggiatore non come uno tra i tanti, ma come una persona importante, al centro dell’attenzione degli operatori che lo ac-colgono e gli riservano ambienti esclu-sivi, riservati, dove godersi il tempo e lo spazio in piena libertà. Questa naturale

vocazione a prendersi cura di sé, si decli-na, nelle Marche, anche in quell’attitudi-ne a circondarsi di cose belle, ricercate, fatte su misura, artigianali. Piccoli capo-lavori che oltre all’alta qualità delle ma-terie prime selezionate, hanno un valore aggiunto, che sta proprio nella maestria di chi cura le produzioni. Un bagaglio di know how dal valore incommensurabile, che non può essere copiato, né esporta-to e che rende le Marche un laboratorio a cielo aperto di eccellenze. Il lusso del buon vivere significa anche circondarsi di oggetti originali, preziosi, curati nei mi-

nimi dettagli, che vanno dai gioielli agli yacht, dai mobili agli oggetti di design, dall’abbigliamento, agli accessori e alle calzature. Piccole botteghe e aziende a vocazione artigianale, che hanno saputo farsi conoscere ed apprezzare nel mon-do senza bisogno di grande pubblicità, perché è stato il prodotto da sé a farsi riconoscere e apprezzare.

di M. Camilleti

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SPECIALE: LUSSO

Come definirebbe il lusso? “In una società complessa come quella in cui viviamo il lusso ha

una connotazione sfumata, non ricondu-cibile a una unica rappresentazione. Re-sta comunque che il lusso vuol dire per-mettersi oggetti, avere proprietà, modi e stili di vita che sono di pochi, ovvero élita-ri. Il lusso è anche poter scegliere, poter-si permettere di non essere omologato, di non essere qualunque. Aggiungeri che oggi più che in passato il lusso vuol dire apparire. Ma in sintesi è una filosofia di vita che appartiene alla sfera intima del soggetto”.

Storicamente, che evoluzione ha avuto questo concetto? “Occorre riflette su lusso e stratificazione sociale. Siamo passati da un lusso attri-buibile ad alcune categorie sociali, come gli aristocratici, i proprietari di ricchezze da generazioni, che potevano permetter-si oltre che oggetti e cose anche servizi, a una idea di lusso che poggia maggior-

mente su l’avere ciò che è possibile mo-strare a altri in modo anche eclatante. Siamo cioè passati da un’idea di lusso che poteva essere tale anche se celato, non esposto, a un lusso ostentato, inva-sivo e che non sempre ha a che fare con ricchezza economica e qualità della vita. La conferma l’abbiamo dal successo che hanno la produzione e l’acquisto di falsi di marchi importanti, di quei marchi che nell’immaginario collettivo rappresenta-no il lusso per eccellenza. È un fenome-no di grande interesse sociologico oltre che economico. L’aspetto interessante è che in passato questo acquisto avveniva da parte di consumatori appartenenti a una stratificazione sociale meno ab-biente che attraverso questo possesso si proiettavano in classi sociali piú elevate, oggi questo consumo è straordinaria-mente trasversale. Voglio dire che questi acquisti vengono fatti anche da consu-matori che li usano provacotariamen-te, li ostentano, non se ne vergognano e addirittura ritengono questa scelta furba

e intelligente. Sotto il profilo economico-finanziario altre sarebbero le considera-zioni ma non è tema di mia competenza. Un altro fenomeno interessante è quello di marchi che non falsificano ma imita-no le griffe più in voga. Sono prodotti che assomigliano ma legittimamente hanno un marchio depositato. Sono acquista-ti da tanti e spesso si usano assieme a quelli più prestigiosi in un meticciato che potrebbe rappresentare la contempora-nea interpretazione di lusso”.

Oggigiorno, cosa viene considerato “di lusso” per le società economicamente più avanzate? “È ancora valida l’idea di lusso legata al possedere oggetti e servizi di qualità che permettono l’identificazione della ricchezza. Come dicevo con una varian-te rispetto al passato di una maggiore esposizione della merce o servizio pos-seduti. Ma no è così ovunque. Per esem-pio la provincia è diversa dalla metropoli e in ogni Nazione il lusso viene vissuto e

Cos’e’ il lusso? Lo chiediamo all’opinion leader Lella Mazzoli, Sociologa, Professore all’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo

di A. Dachan

“Il lusso è anche poter scegliere, potersi permettere di non essere omologato, di

non essere qualunque”

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percepito in diverso modo. È legato alla cultura, alla comunicazione e percezio-ne, alla educazione”.

Oltre che all’economia, il concetto del lusso viene spesso associato anche al mondo dell’arte: come si declina questo rapporto? “Qui siamo in un’altra sfera. Oggi ci sono i collezionisti di arte che non acquistano solo perchè amano un artista ma acqui-stano perchè il possedere opere di certi autori è indice di ricchezza, di distinzio-ne. Si mostra una collezione d’arte come in passato si mostravano le parure di gio-ielli. A volte sono opere di artisti famosi ma anche di artisti emergenti. In questi casi chi li ha acquistati vuole lanciarli, come fanno i mercanti d’arte per gratifi-care se stessi, l’artista e per aumentare il valore dell’investimento”.

Le Marche si stanno sempre più propo-nendo come destinazione per un “tu-rismo di charme” e hanno una forte

tradizione nell’alto artigianato, che si rivolge ad un target di nicchia: possono essere definite una terra dove dimora il lusso? “Se passa l’idea che il lusso è avere cose che fanno stare bene, certo la regione Marche è un luogo del lusso. Ma credo che questa sia una declinazione solo parziale di questo termine, come ho già detto. A me piace molto ed equivale allo star bene. Se accettiamo questa intpre-tazione di lusso, le Marche rappresen-tano una terra votata al benessere, alla bellezza, alla eleganza. Ma questi termi-ni non per tutti e non sempre si accop-piano a lusso”.

Il lusso e la rete: sempre più brand dell’alta moda e aziende che produco-no per una fascia di mercato molto alta, oltre ad avere siti internet di tendenza, scelgono i social network come stru-mento per proporsi e comunicare anche con i propri clienti. Cosa comporta que-sta nuova tendenza?

“Nessuno può fare a meno di stare in rete. Neanche i marchi più esclusivi pos-sono sottrarsi. Ormai tante persone ac-quistano, in Internet, griffe anche molto famose. E non solo i giovani. Lo fanno perchè possono avere costi più bassi o perchè nella propria città e nelle vici-nanze non vi sono negozi che li propon-gono. È più semplice. La rete inoltre è il luogo della socializzazione amplificata. I social network mettono in rete fans di prodotti più o meno di culto, è il salotto virtuale dove comunicare l’oggetto del desiderio finalmente raggiunto”.

Come sociologa, crede che il lusso pos-sa rappresentare un elemento distintivo della cultura e dell’identità nazionale, anche in futuro? “Difficile da dirsi. Quello che si può so-stenere con certezza è che tanto sta cambiando nella società e negli stili di vita delle persone e in questo mutamen-to ci metterei anche il mutamento degli stili del lusso”.

LeLLa MazzoLiOrdinario di Sociologia della Comunicazione, Direttore del Dipartimento di Scienze della Comunicazione e Direttore del LaRiCA (Laboratorio di Ricerca sulla Comunicazione Avanzata) dell’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, Direttore dell’Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino e Presidente del Comitato Scientifico del Cup2000 Bologna, Redattore Capo della rivista “Sociologia della Comunicazione”, Angeli Editore, Membro dell’AIS (Associazione Italiana di Sociologia)

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SPECIALE: LUSSO

Secondo un recente studio realizzato dall’Osservatorio Buyer Ttg, i tu-risti stranieri che vengono in vacanza in Italia sarebbero più attratti dal lusso, che dalle bellezze paesaggistiche della nostra penisola. Ben il 51% dei turisti stranieri in Italia, secondo quanto emerso dalle interviste a oltre 600 tour operator, sarebbe alla ricerca di un soggiorno di lusso, con un aumento pari al 30% rispetto al passato. Tra gli aspetti che i turisti stranieri sembrano preferire per quanto riguarda i soggiorni di lusso svetta la voce dell’enogastronomia, con il 68,2% delle preferenze, seguita dalla cultura, con il 65,5% e dalle spa e benessere, al 39,6%. Chiudono la classifica gli shopping tour, con il 16,7% dei consensi.

In Italia il lusso batte

il mare nelle preferenze dei

turisti stranieri

“AROUND THE WORLD TOUR”: giro del mondo in 22 giorni in jet privato

Le bellezze del mare viste da sottomarini di lusso

Se siete alla ricerca di un viaggio indimenticabile e ancora non avete scelto la vostra meta potete sempre optare per

un giro del mondo, a bordo di un jet privato. A ideare il tour è Four Season Hotel: la catena alberghiera ha, infatti, organizzato “Around the World Tour”, viaggio di 22 giorni in giro per il mondo a bordo di un aereo privato. Nel corso del

tour si potranno fare esperienze ogni volta diverse e so-prattutto soggiornare nei migliori hotel della catena nelle

città in cui si farà tappa. Prossima partenza il 14 settembre 2013. Il pacchetto ha un costo di 70.950 dollari a persona.

Possedere un sottomarino di lusso è l’ultima frontiera per gli amanti del mare che vogliono vivere e godere delle bellezze marine a tutte

le profondità. Non si tratta solo di prototipi, ma di vere imbarcazioni, alcune delle quali portano la firma di designer italiani, mentre altre nascono dalle esperienze dei corpi della Marina nel mondo o per le

esigenze degli scienziati. L’uso dei sottomarini di lusso ha trovato grande accoglienza anche nelle strutture ricettive più esclusive che

vogliono offrire ai loro ospiti l’esperienza di tour personalizzati nei fon-dali più belli del mondo, come quelli delle Maldive.

Essere green ma sempre con stile. È l’obiettivo dell’accordo che Gucci ha firmato con il ministero dell’Ambiente in occa-sione della Settimana della Moda a Milano. Patrizio di Mar-co, presidente e Ceo della maison, e Corrado Clini, ministro dell’ambiente, hanno dato il via a un importante progetto che possa fare da apripista per altre aziende del settore. Valutazio-ne dell’impronta ambientale e calcoli degli “eco-costs”, i costi ambientali, che porteranno alla creazione di processi e prodot-ti certificati in base alle norme e agli standard internazionali.

Accordo tra Gucci e Ministero

dell’Ambiente per un lusso a basso impatto

ambientale

Curiosità & NewsNEWSNEWS

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calzature e accessori di prestigio

Ancona- SEDE -

C.so Garibaldi, 30tel. 071.203360

Ancona- BASIC -

C.so Garibaldi, 112tel. 071.201918

Porto Recanati- STORY -

C.so Matteotti, 76tel. 071.9799025

GRANDINETTIal centro di Ancona, al centro delle Marche

Ancona- SHOW -

C.so Garibaldi, 32tel. 071.203360

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SPECIALE: LUSSO

Fiere ed eventi nel MondoDENOMINAZIONE DESCRIZIONE LUOGO DATA INFO

InhorgentaFiera internazionale di gioielli, orologi e pietre

preziose

New Fair Munich and ICM

Monaco di Baviera Germania

22-25/02/2013 www.inhorgenta.com

Vendome Luxury

Il salone di prêt-à-por-ter e di accessori

di lusso donna

Hotel Le MeuriceParigi – Francia 1-4/03/2013 www.xxb.fr

Tetaf Fiera dell’arte e dell’antiquariato Maastricht - Olanda 15 -24/03/ 2013 www.tefaf.com

BaselworldSalone Mondiale

dell’Orologeria e della Gioielleria

MCH Fiera Svizzera (Basilea) SA 25/04/2013 www.baselworld.com

Luxe Pack Fiera Internazionale del packaging di lusso

International Convention Center

Shangai 23-24/07/2013 www.luxepackshanghai.com

Swiss Luxury Show

Esposizione svizzera del lusso

Lugano FiereLugano- Svizzera 16-19/05/2013 www.swissluxuryshow.com

Meeting Luxury International luxury travel exhibition

Lugano FiereLugano- Svizzera 16-18/05/2013 www.meetingluxury.com

Made in World

Salone monegasco dedicato ai migliori prodotti dei cinque

continenti

Montecarlo International Fair

Montecarlo31/05 – 3/06 2013 www.madeinworldmonaco.com

Monaco Yacht Show

Salone Mondiale della nautica di lusso

57 Rue GrimaldiMonaco 25-28/09/2013 www.monacoyachtshow.com

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Fiere ed eventi in ItaliaDENOMINAZIONE DESCRIZIONE LUOGO DATA INFO

Pordenone AntiquariaMostra mercato

nazionale d’antiquariato

Fiera di Pordenone 12-20/01/2013 www.fierapordenone.it

Vicenza Oro FirstFiera internazionale di oro, gioielli, argenteria,

orologi e gemmeVicenza Fiere 14/19/01/2013 www.vicenzaorowinter.eu

Luxury & Yahts Salone internazionale del lusso Fiera di Vicenza 01/02/2013 www.luxuryyachts.it

Linea PelleMostra internazionale

di pelletteria, accessori, componenti

Bologna Fiere 03-05/04/2013 www.lineapelle-fair.it

OroarezzoMostra internazionale

dell'oreficeria, argenteria e gioielleria

Arezzo Fiere e Congressi s.r.l. 13-16/04/2013 www.oroarezzo.it

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SPECIALE: LUSSO

Secondo i dati diffusi da Unioncame-re Marche, infatti, nel primo trime-stre del 2011 tale maxi-comparto

rappresentava il 28,24 per cento del to-tale delle esportazioni all’estero di pro-dotti marchigiani. Un calo sensibile si è invece registrato nel secondo trimestre (sempre dell’anno scorso) – con il 21,69 per cento del totale – mentre nel terzo si è arrivati al 30,47 per cento. Negli ultimi tre mesi dell’anno l’export del settore ha registrato un 21,58 per cento del totale. In sostanza, il 2011 ha segnato una media del 25,58 per cento. Media sinora confermata nel 2012, visto

che il primo trimestre ha chiuso con il 29,01 per cento e il secondo con il 21,65 per cento.A livello nazionale, dalla periodica ana-lisi dello studio Pambianco emerge che nel primo semestre 2012 le 13 azien-de italiane del sistema moda prese in considerazione - Aeffe, Bottega Veneta, Brunello Cucinelli, Csp, Geox, Gucci, Lu-xottica, Marcolin, Prada, Safilo, Salvatore Ferragamo, Stefanel e Tod’s – hanno re-gistrato un incremento del fatturato del 13,8 per cento rispetto allo stesso perio-do dell’anno precedente (passando da 47,397 a 53,892 miliardi di euro).

Nelle Marche il lusso si conferma traino dell’exportI recenti dati sull’export regionale confermano l’importanza del settore dei prodotti tessili, dell’abbigliamento, pelli ed accessori – che tradizionalmente identificano una fetta consistente del “lusso” - per il nostro territorio

a cura della Redazione

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SPECIALE: LUSSO

Grande successo il 6 dicembre a Roma per l’inaugurazione del pri-mo flagship store ROSATO nella

prestigiosa via del Babuino 151/A. Un pomeriggio emozionante all’insegna del glamour e dello stile. Ospite d’eccezione la bellissima attrice Giulia Bevilacqua, che ha affiancato la famiglia Beleggia, proprietaria del marchio, durante l’e-vento. Tantissimi visitatori, personaggi illustri e dello spettacolo hanno inoltre movimentato e partecipato al cocktail party organizzato per l’occasione. Ema-nuela Rossi, Fabio Troiano, Nathalie Caldonazzo, Eliana Miglio Risi, Ana Ca-

terina Morariu, Roberta Morise, Elisa Silvestrin, Francesca Signori, Monica Scattini, Stefania Montorsi, Annalisa De Simone, Susy Laude ed Elena Ossola sono solo alcuni dei molti Vip intervenuti. Un nuovissimo concept, 40 mq per un’at-mosfera da favola, caratterizzata da luci soffuse e dettagli minimal chic. Lo spec-chio bianco, il calore del legno e le tin-te pastello, elementi simbolo di Rosato, hanno conferito allo spazio un animo sofisticato e ricercato. Un’esperienza indimenticabile che segna l’inizio di una nuova avventura e aggiunge un tocco di eleganza alla celebre via del Babuino.

Roma, città gioiello per eccellenza, rap-presenta una vetrina preziosa ed inter-nazionale che contribuirà al prestigio di Rosato. “Questa inaugurazione è un pri-mo ed importante passo verso l’espan-sione del brand”, ha affermato Lanfran-co Beleggia, Presidente del marchio che già guarda con fervore all’imminente apertura della boutique di Milano, previ-sta il 19 Dicembre prossimo.

Per infowww.rosato.it

Rosato incanta RomaIl brand di gioielleria ha aperto la prima boutique nella capitale alla presenza di moltissimi personaggi famosi

MY SH OE SCO LLECTI ON

MY BAGSCO LLECTI ONdi M. Camilletti

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SPECIALE: LUSSO

La borsa premia le aziende italiane del lusso: da Sal-vatore Ferragamo a Brunello Cucinelli, da Luxottica a Tod’s, la squadra tricolore risulta la prima in classifica,

seguita da francesi e americani. Ma forse il dato più importan-te emerso nel corso dell’evento fiorentino sta in quel 12 per cento di crescita del settore previsto da Merrill Lynch (al qua-le si dovrebbe accompagnare un incremento degli utili del 18 per cento). Incremento in larga parte dovuto all’export, visto che i nostri prodotti del lusso sono particolarmente graditi in mercati quali Stati Uniti, Giappone, Cina e Brasile. Ed è pro-prio a tali Paesi che è stata dedicata l’edizione 2012 del Milano Fashion Global Summit, l’appuntamento che riunisce i princi-pali protagonisti della moda a livello mondiale per confrontarsi sulle opportunità e sulle sfide del settore. L’iniziativa – rivolta a manager ed imprenditori – vuole rappresentare un momen-to d’incontro tra il mondo della creazione, dell’industria, della distribuzione e della finanza.

Il lusso made in Italy ripaga la fiduciadegli investitori“Investendo in titoli italiani un investitore avrebbe guadagnato il +72 per cento”, ha dichiarato Paola Durante di Merrill Lynch nel corso del Milano Fashion Global Summit organizzato da Class Editori e tenutosi a Firenze il 4 dicembre scorso

a cura della Redazione

“Attiriamo non solo i cinesi ma anche indonesiani, kazaki, tagiki …” Gaetano Marzotto, Presidente di Pitti Immagine

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Insieme a chi punta in alto

www.sidagroup.com

Insieme a chi punta in alto

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Insieme a chi punta in alto

Insieme a chi punta in alto

www.sidagroup.com

Strategia e Sviluppo Organizzativo ● Finanza e Controllo ● Operation ● Ristrutturazioni Aziendali ● Risorse Umane ● Marketing e sviluppo commerciale ● Legale

Fiscale ● Merger & Acquisition ● Internazionalizzazione ● Formazione Manageriale ● Formazione Finanziata ● Passaggio Generazionale ● Ricercae Selezione

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DOSSIER: CREDITO E PMI

d o s s i e R

C R ED I TO& P M I

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L’economia dipende dagli

economisti quanto il tempo

dipende dai meteorologi.

Jean-Paul KaufmannGiornalista francese

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DOSSIER: CREDITO E PMI

Tre nuovi plafond a favore delle pic-cole e medie imprese. Uno da 75 milioni per finanziare progetti di

ricerca e sviluppo, un altro - sempre da 75 milioni - per anticipo crediti vantati nei confronti della Pubblica Amministra-zione e un terzo da 30 milioni per le im-prese che devono sostenere le scadenze tipiche di fine anno, come le imposte e il pagamento della 13esima”. Una dichia-razione importante quella del Direttore Generale di Banca delle Marche Luciano Goffi, che non manca peraltro di stimo-lare gli imprenditori del territorio a ra-gionare di più in termini di prospettive: “quello che manca spesso agli impren-ditori, in questo momento così difficile, è la visione del futuro. In questo senso as-sociazioni, professionisti e le stesse ban-

che debbono aiutarli a guardare avanti”. Per Davide Belardinelli, già Direttore Ge-nerale del Mediocredito Fondiario Centro Italia, “le imprese, specie quelle piccole e medie, dovranno cercare anche altre fonti di finanziamento”, come capitale di rischio, strumenti di finanza straordina-ria, fondi mobiliari chiusi, fino a pensare, come obiettivo, alla borsa, ma “tale nuo-vo indirizzo richiede un approccio diverso da parte delle imprese verso il sistema finanziario”. Ragiona in prospettiva Flavio Guidi, fon-datore del Gruppo Sida, secondo il qua-le si deve saper guardare oltre, cioè “a strumenti come il Fondo Italiano di in-vestimento, il Fondo Centrale di Garan-zia, la Sace, i Confidi di vario tipo”. Non manca poi un appello alle istituzioni, che

sono chiamate” a selezionare, orientare ed attivare il credito verso quelle attivi-tà e/o settori che costituiscono il volano della ripresa futura: turismo, agricol-tura, edilizia ecocompatibile, lusso, in-ternazionalizzazione, sviluppo della co-noscenza, digitalizzazione, innovazione e nuova imprenditorialità”. Per Alberto Niccoli, docente alla Facoltà di Economia dell’Università Politecnica delle Marche e Presidente della BCC di Recanati e Colmurano, bisogna riflettere anche sot-to il profilo del grado di partecipazione dell’imprenditore al rischio d’impresa con mezzi propri: “se è lui il primo a non credere nella propria azienda – confe-rendogli beni posseduti a titolo persona-le o familiare – perché lo dovrebbe fare la banca?”.

CREDITO PER LE pMi,VI SONO VIE D’USCITA?In questo Dossier ML ospita un dibattito sull’attuale crisi del credito e sulle possibili alternative a disposizione delle aziende, coinvolgendo esponenti del mondo bancario, universitario ed imprenditoriale

di L. Ciaccafava

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Il livello di indebitamento delle fa-miglie marchigiane, seppur cre-sciuto negli ultimi anni, rimane

inferiore alla media nazionale. E’ quanto emerge dall’ultima Relazio-ne annuale della Banca d’Italia, nella quale si legge che nel 2011 il rap-porto tra i debiti finanziari (mutui e credito al consumo) e il reddito del-le famiglie era pari al 48,6 per cento (53,2 in Italia e 56,6 nel Centro), circa 20 punti percentuali in più rispetto al 2003. La componente principale dell’indebitamento delle famiglie è rappresentata dai mutui, passati dal 23,2 per cento del reddito disponibi-le nel 2003 al 40,9 del 2011. Il dato più preoccupante è che aumentano le difficoltà nel far fronte con regolarità

ai pagamenti: nel 2009, secondo i dati diffusi da Eu-Silc, quasi il 9 per cen-to delle famiglie mutuatarie marchi-giane non ha rispettato le scadenze, a fronte del 4 per cento del 2005. E passano dai 17 - ogni 10mila abitan-ti - del 2005 ai 24 del 2011 i soggetti destinatari di provvedimenti di revoca di assegni o carte di pagamenti e se-gnalati alla Centrale di allarme inter-bancaria (Cai).

LE FAMIGLIE MARCHIGIANE SI indeBitano MENO RISPETTO ALLA MEDIA ITALIANATra il 2007 e il 2009 la quota di famiglie marchigiane “finanziariamente vulnerabili” sul totale delle famiglie (indebitate e non) è cresciuta di poco, passando dal 3,2 al 3,5 per cento, complice la riduzione dei tassi di interesse avvenuta nel 2009

di A. Monticelli

Una famiglia si considera “finanziariamente vulnerabile” quando ha una rata del mutuo

superiore al 30 per cento del proprio reddito

DOSSIER: CREDITO E PMI

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100

La negativa situazione congiuntu-rale dell’area euro non poteva che riflettersi anche sulla dinamica dei

finanziamenti bancari, che negli ultimi mesi ha registrato un in rallentamento (seppur con alcune differenze tra Paese e Paese). In particolare, alla fine del 2011 la variazione tendenziale del totale im-pieghi è risultata mediamente pari a +0,6 per cento nell’area euro (+4,2 per cento a fine 2010), con l’Italia che ha fatto regi-strare un +1,5 per cento (+4,3 per cento a fine 2010). Quanto alla destinazione de-gli impieghi, in Italia – a differenza della media europea - continua a prevalere la

quota destinata alle aziende rispetto a quanto “assorbito” dalle famiglie: quasi il 60 per cento del totale si riferisce al primo ambito, rispetto al 47,4 per cento europeo.

i finanziamenti bancari alle imprese in italiaSul fronte dei finanziamenti alle impre-se a fine 2011 si è registrato un +3,1 per cento, rispetto al +5,8 per cento di otto-bre e al +1,4 per cento di fine 2010. Un quadro globale della situazione emerge chiaramente dai Grafici 1 e 2. In sostan-za, dai dati del Rapporto emerge come

“negli ultimi mesi si sia registrato un ral-lentamento nella dinamica del totale dei finanziamenti alleimprese – pur rimanendo in territorio positivo - sia nella media dell’area euro, passata dacirca il -0,5% di fine 2010 a +1,1% di fine 2011, che nei principali Paesi europei”. Curioso constatare che sul totale area euro la quota dell’Italia per quanto ri-guarda i finanziamenti alle imprese non finanziarie a fine 2011 era pari al 19,2 per cento, a fronte di un’in-cidenza in termini di Pil di circa il 17 per cento.

rapporti TRA BANCHE ED IMPRESE(costituito da Abi, Asso Confidi Italia, Casartigiani, Coldiretti, Cna, Confagricoltura, Confapi, Confartigianato, Confcommercio, Confcooperative, Confedilizia, Confederazione Italiana Agricoltori, Confesercenti, Confindustria e Legacoop) ci affida dati interessanti sull’andamento del credito alle aziende italiane

di F. Di Giulio

DOSSIER: CREDITO E PMI

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101

GRAFICO 1 – RAPPORTO ABI PAG. 6

Fonte: Rapporto Trimestrale dell’Osservatorio Permanente sui rapporti tra banche ed imprese

GRAFICO 2 – RAPPORTO ABI PAG. 6

Fonte: Rapporto Trimestrale dell’Osservatorio Permanente sui rapporti tra banche ed imprese

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2

EURO AREA FR DE IT ES

PRESTITI BANCARI ALLE IMPRESE NON FINANZIARIE - variazioni % annue%

L a variaz ione tendenz ia le de ll'Ita lia da gi ugno 2010 a m aggio 2011 è stata corre tta pe r tener conto del l'e ff e tto de l Rego lamento BCE/2008/32 e di a lcune m odif iche apporta te a lle s egna laz ioni d i v ig ilanza. Per g li al tri Paesi i da ti non s ono c o rre tti. F onte: Elaboraz ioni D irez ione Strateg ie e Me rca ti F inanz ia ri A BI s u dat i BCE

+1,1% dic-11 +4,6% dic-11 +1,5% dic-11 +3,1% d ic-11 -5,8% dic-11

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imprese non finanziarie

totale famiglie

IMPIEGHI DELLE BANCHE PER SETTORI DI ATTIVITA' ECONOMICA IN ITALIA *tassi di crescita tendenziali

%

Fonte: elaborazioni Ufficio Analisi Economiche ABI su dati Banca d'Italia

Totale impieghi alle famiglie ed alle imprese

famiglie produttrici

di cui: imprese artigiane

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Dal Bank Lending Survey (febbraio 2012) emerge che nel 2011 – soprat-tutto nell’ultimo trimestre sono signi-ficativamente diminuite le richieste di finanziamento delle imprese legate agli investimenti. Su livelli piuttosto elevati si mantiene invece la domanda di finanzia-menti per operazioni di ristrutturazione e consolidamento del debito e per ne-cessità di copertura del capitalecircolante.Relativamente alla durata dei finanzia-menti bancari alle imprese in Italia, si rileva come a fine 2011 le operazioni con durata superiore a 5 anni abbiano regi-strato un tasso di crescita annuo di circa il +3 per cento, mentre quelle tra uno e 5 anni una flessione dello 0,7 per cento. Gli impieghi a breve termine (fino ad un anno), invece, hanno visto un incremento del 5,1 per cento (+0,5 per cento a fine

2010). Complessivamente, in Italia i fi-nanziamenti oltre i 5 anni rappresentano il 47 per cento del totale (contro una me-dia dell’area euro del 57,6 per cento.Interessante anche la ripartizione dei fi-nanziamenti bancari in base alla branca produttiva: come illustrato nel Grafico 3, a fine 2011 il settore agricoltura, silvicol-tura e pesca una crescita registrava un incremento del +7,1 per cento (+11,8% a settembre 2011); il settore del commer-cio all’ingrosso e al dettaglio e dei servizi di alloggio e ristorazione una contrazione del +3,1 per cento (+6,2 per cento in pre-cedenza); le costruzioni una variazione positiva del +1,2 per cento (+5,3 per cen-to a settembre 2011); infine, l’industria manifatturiera, estrazione di minerali e servizi hanno manifestato una variazione del +4 per cento (+7,2 per cento a set-tembre 2011)

Le sofferenze bancarieDall’analisi del rapporto tra sofferenze lorde ed impieghi in funzione del settore merceologico emerge (Grafico 4) come nel corso degli ultimi trimestri si sia registrato un graduale e costante peg-gioramento della qualità del credito. In particolare, come si legge nel Rapporto in commento, per l’industria manifattu-riera, estrazione di minerali e servizi in-dustriali le sofferenze si attestavano – a fine 2011 – al 7,1 per cento (6,7 per cento a settembre 2011), il commercio all’in-grosso e al dettaglio ed attività dei ser-vizi di alloggio e ristorazione al 9,5 per cento (8,9 per cento a settembre 2011), le costruzioni al 10,3 per cento (9,2 per cento a settembre 2011) e l’agricoltura, silvicoltura e pesca all’8,3 per cento (7,8 per cento a settembre 2011).

GRAFICO 3 – PAGINA 11 RAPPORTO ABI

Fonte: Rapporto Trimestrale dell’Osservatorio Permanente sui rapporti tra banche ed imprese

11,0

1,6

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3,1

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10,0

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14,0

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Agricoltura, Silvicoltura e Pesca Commercio all'ingrosso ed al dettaglio edAttività dei servizi di alloggio e ristorazione

Costruzioni Industria manifatturiera, Estrazione di mineralie Servizi

var.% dic-10/dic-09 var.% mar-11/mar-10 var.% giu-11/giu-10 var.% set-11/set-10 var.% dic-11/dic-10

Variazione % annue dei finanziamenti bancari per branca produttiva*

* nella voce finanziamenti sono compresi oltre che agli impieghi vivi, le sofferenze e le operazioni pronti contro termine attive. A partire dai dati di giugno 2010 i prestiti e le sofferenze di famiglie produttrici e società non finanziarie distinti per branche di attività economica sono definite in base alla nuova classificazione delle attività economiche Ateco 2007, che ha sostituito la precedente classificazione ispirata all'Ateco 1981. L'Ateco 2007 costituisce la versione nazionale della Nace Rev. 2, la nomenclatura europea adottata con regolamento (CE) n. 1893/2006. I dati si riferiscono a 25 branche che sono definite sulla base del livello più aggregato della classificazione Ateco 2007 (cosiddette sezioni). Per la sola branca "Attività manifatturiere", corrispondente alla sezione C dell'Ateco 2007, si fornisce la disaggregazione in 11 raggruppamenti. Tale modifica comporta una discontinuità nelle serie storiche che non permette la costruzione delle dinamiche su base annuale. Le variazioni % annue tra giugno 2010 e marzo 2011 sono state costruite sulla base delle segnalazioni alla Centrale dei Rischi ricostruite dalla Banca d'Italia. Fonte: Elaborazioni ABI su dati Banca d'Italia.

%

DOSSIER: CREDITO E PMI

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DURATA del FINANZIAMENTO

MEDIA NAZIONALE NORD OVEST NORD EST CENTRO SUD ISOLE

Fino ad 1 anno 3,31% 3,27% 3,32% 3,21% 3,58% 3,60%

Tra 1 e 5 anni 3,72% 3,34% 3,79% 3,91% 4,96% 4,93%

Oltre 5 anni 4,75% 4,47% 4,35% 4,84% 5,35% 5,07%

Fonte: Rielaborazione ML su dati contenuti nel Rapporto Trimestrale dell’Osservatorio Permanente sui rapporti tra banche ed imprese

GRAFICO 4 – PAGINA 13 RAPPORTO ABI

Fonte: Rapporto Trimestrale dell’Osservatorio Permanente sui rapporti tra banche ed imprese

I tassi di interesse attiviI tassi di interesse (comprensivi di interessi, commissioni e spese) applicati alle operazioni di finanziamento a scadenza al settore produttivo a settembre 2011, si sono attestati come indicato nella Tabella A

6,77,1

6,7

5,7

7,4

8,2 8,2

6,5

7,6

8,5 8,7

6,6

7,8

8,9 9,2

6,7

8,3

9,5

10,3

7,1

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6,0

8,0

10,0

12,0

Agricoltura, Silvicoltura e Pesca Commercio all'ingrosso ed aldettaglio ed Attività dei servizi di

alloggio e ristorazione

Costruzioni Industria manifatturiera, Estrazionedi minerali e Servizi

dic-10 mar-11 giu-11 set-11 dic-11

Rapporto sofferenze lorde su impieghi per branca produttiva (dati in %)

A partire dai dati di giugno 2010 i prestiti e le sofferenze di famiglie produttrici e società non finanziarie distinti per branche di attività economica sono definite in base alla nuova classificazione delle attività economiche Ateco 2007, che ha sostituito la precedente classificazione ispirata all'Ateco 1981. L'Ateco 2007 costituisce la versione nazionale della Nace Rev. 2, la nomenclatura europea adottata con regolamento (CE) n. 1893/2006. I dati si riferiscono a 25 branche che sono definite sulla base del livello più aggregato della classificazione Ateco 2007 (cosiddette sezioni). Per la sola branca "Attività manifatturiere", corrispondente alla sezione C dell'Ateco 2007, si fornisce la disaggregazione in 11 raggruppamenti. Tale modifica comporta una discontinuità nelle serie storiche che non permette la costruzione delle dinamiche su base annuale. Da giugno 2010 il rapporto sofferenze/impieghi è costruito sulle nuove serie. Fonte: Elaborazioni ABI su dati Banca d'Italia.

%

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104

Direttore, come si posiziona Banca Marche di fronte ai bisogni delle famiglie e delle imprese

marchigiane?“Il nostro istituto ha da poco messo a disposizione tre nuovi plafond a favore delle piccole e medie imprese. Uno da 75 milioni per finanziare progetti di ricerca e sviluppo, un altro - sempre da 75 mi-lioni - per anticipo crediti vantati nei con-fronti della Pubblica Amministrazione e un terzo da 30 milioni per le imprese che devono sostenere le scadenze tipiche di fine anno, come le imposte e il paga-mento della 13esima. Le risorse messe a disposizione da Banca Marche a favore del sistema imprenditoriale, soprattut-to medio-piccolo, ammontano a circa 430 milioni di euro, considerando anche la linea di finanziamenti Bei di 100 mi-lioni ancora largamente disponibile e il plafond per le neo imprese. Il problema, semmai, è che la domanda di questo tipo di credito è ancora scarsa”.

Non capisco.“Mi spiego meglio: l’imprenditore che ci

chiede denaro per fronteggiare l’esigen-za finanziaria del momento, ma che non riesce a sottoporre alla banca un piano o un quadro di prospettiva, ha più difficol-tà ad accedere al credito. L’imprendito-re, invece, che ci chiede soldi e ci spiega quali sono i suoi progetti di investimento e quali i mercati da aggredire per far cre-scere il suo business troverà da noi sem-pre le porte aperte. Quello che manca spesso agli imprenditori, in questo mo-mento così difficile, è la visione del fu-turo. In questo senso associazioni, pro-fessionisti e le stesse banche debbono aiutarli a guardare avanti”.

E per quanto riguarda le famiglie?“Quelle marchigiane hanno tradizio-nalmente un’elevata propensione al ri-sparmio, che le ha portate a mettere in passato molto fieno in cascina, da usa-re oggi nel momento del bisogno. Le famiglie, che rimangono il più grande ammortizzatore sociale della nostra so-cietà, si trovano molto meno in difficoltà finanziaria rispetto alle imprese, anche se non va nascosto che esistono alcune

fasce sociali che affrontano gravi proble-mi economici”.

Quali sono i settori sui quali si punterà maggiormente? “Le Marche sono una regione manifat-turiera e tale rimarrà, anche in futuro. Bisogna però ripensare il modello, per-ché quello dei distretti, su cui ci siamo adagiati negli ultimi quarant’anni, si sta rivelando ormai superato. I contoterzisti e i subfornitori locali che lavoravano per i grandi marchi sono stati messi in dif-ficoltà dalla concorrenza straniera, che assicura qualità elevata a prezzi conte-nuti. Bisogna riprendere a fare sistema in modo intelligente, mettendo insieme le competenze e le risorse delle banche, delle istituzioni, delle associazioni di ca-tegoria, delle imprese, delle famiglie, dei giovani. Bisogna investire in nuovi mo-delli commerciali, nelle reti d’impresa, nella ricerca e nello sviluppo. Daremo soldi a chi ci porta un nuovo brevetto, non certo a chi ci propone di costruire un altro capannone. Più intelligenza, meno mattoni, questa è la parola d’ordine.

“IN QUESTO MOMENTO AGLI IMPRENDITORI MANCA LA viSione DEL FUTURO”Per il Direttore Generale di Banca delle Marche, Luciano Goffi “in quest’ottica associazioni, professionisti e le stesse banche devono aiutare le imprese a guardare avanti”

di M. Palumbo

DOSSIER: CREDITO E PMI

Page 105: ML n.9 Dicembre 2012

105

“Daremo soldi a chi ci porta un

nuovo brevetto, non certo a chi

ci propone di costruire un altro

capannone”

Page 106: ML n.9 Dicembre 2012

106

“La volontà già manifestata dall’Eurotower di intervenire

come possibile scudo anti-spread, nel caso in cui i governi

ne facciano esplicita richiesta, e l’intenzione di arrivare al più

presto a una vigilanza unica sulle banche europee, siano le

mosse giuste per evitare possibili nuovi shock sistemici”

DOSSIER: CREDITO E PMI

Quello che è certo è che è terminata la sbornia dell’immobiliare, su cui si sono investiti in passato forse troppi soldi. Lì abbiamo già fatto tanto, adesso bisogna concentrarsi, tutti, sul manifatturiero”.

Il livello delle sofferenze è aumentato negli ultimi mesi?“Per Banca Marche le sofferenze sono aumentate nel corso del 2012, così come per tutto il sistema bancario italiano. Come ho appena detto, la crisi del ma-nifatturiero ha portato un numero cre-scente di aziende a ritardare i pagamenti per i prestiti ottenuti. Siamo impegnati al massimo su questo fronte, quello che è certo è che non lasceremo nulla di inten-tato per aiutare le imprese ad uscire nel migliore dei modi da questa situazione”.

Prima Lei ha accennato all’intervento della Bce. E’ stato utile alle Pmi? Ne servirà un altro? “L’intervento della Bce è stato indispen-sabile per salvare il sistema bancario eu-ropeo che l’inverno scorso versava in una gravissima crisi di liquidità. I soldi della Bce sono stati utilizzati, a loro volta, per alimentare la domanda di titoli di Stato

italiani e rimpiazzare gli acquisti dei fondi esteri, che gradualmente diminuivano a causa delle crescenti difficoltà della no-stra economia. Le risorse per l’economia non sono però diminuite, perché quei ti-toli acquistati dalle banche, portati in ga-ranzia alla stessa Bce, hanno permesso di ottenere altre risorse da impiegare. Per quanto riguarda i possibili interventi futuri della Bce, credo che la volontà già manifestata dall’Eurotower di interveni-re come possibile scudo anti-spread, nel caso in cui i governi ne facciano esplicita richiesta, e l’intenzione di arrivare al più presto a una vigilanza unica sulle ban-che europee, siano le mosse giuste per evitare possibili nuovi shock sistemici. La difesa che è stata, seppur in ritardo, attuata per la stabilità dell’euro è fonda-mentale per un progressivo recupero di fiducia dei mercati e tra la gente”.

Qual è il ruolo delle istituzioni e dei Confidi?“Istituzioni e Confidi rivestono un ruolo fondamentale per uscire dalla crisi. Non mi stancherò mai di ripetere che da que-sta crisi o se ne esce tutti insieme o non se ne esce. Fare rete significa che le isti-

tuzioni devono creare il contesto norma-tivo migliore per far ripartire l’economia, che le banche e i Confidi devono unire le forze per iniettare nuovi capitali nel cir-cuito economico, che le associazioni di categoria devono mettere da parte le ri-valità e favorire le reti d’impresa, che gli imprenditori riprendano a fare innovazio-ne e a cambiare in meglio la governance delle loro aziende, che i giovani si met-tano in gioco e che i senior mettano la loro esperienza a vantaggio delle nuove leve. In pratica, che si metta da parte l’e-goismo e il piccolo vantaggio personale o di parte e che si metta in primo piano il bene comune. Che non è una visione sociale, è una visione economica”.W

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Professore, tempo fa il premier Mario Monti disse che se a Palazzo Chigi non vi fosse stato il cambio della guardia

lo spread sarebbe schizzato a 1.200 punti … Condivide questa opinione?“Se sarebbe arrivato oltre quota mille non lo so, e penso che nessuno potesse prevederlo. Certamente il Governo Monti ha grandi meriti nell’aver evitato lo scoppio di una crisi da rial-zo degli spread. Quindi penso che inizialmente le politiche attuate abbiano rassicurato i mer-cati finanziari internazionali, consentendo una forte riduzione dei tassi di interesse sui titoli di Stato, altrimenti a mio avviso impossibile. Poi …”.

Continui pure.“Poi il Governo ha continuato a muoversi nel-la stessa direzione, non accorgendosi però del calo registrato dalla domanda aggregata. E questo lo vedo come un limite dell’attuale Ese-cutivo. Oggi ci troviamo in una situazione di estrema difficoltà, perché le condizioni reali sono sen-sibilmente e progressivamente peggiorate nel corso del tempo. Questa crisi molto forte della domanda ha inevitabilmente contribuito sulla caduta della qualità del credito erogato dalle banche”.

La contrazione della domanda ha investito un po’ tutti i settori in misura più o meno uguale oppure vi sono situazioni molto più preoccu-panti?“Un problema particolare lo sta vivendo l’edili-zia – settore tradizionalmente trainante per l’e-conomia italiana -, che oggi attraversa davvero una fase delicatissima”.

Perché questo tracollo?“Le cause probabilmente vanno individuate nel basso livello dei tassi di interesse di qualche anno fa, accompagnato da prospettive di ulte-riori aumenti dei prezzi delle abitazioni. Tale scenario spinse molte famiglie ad investire nel mattone. Così numerose imprese edili co-struivano a rotta di collo, indebitandosi … e i Comuni contenti perché incassavano gli oneri di urbanizzazione. Sennonché moltissime case rimasero invendute, provocando la caduta dei prezzi. Così oggi ci troviamo in presenza, pur-troppo, di situazioni di insolvenza o comunque di difficoltà nel rimborsare i prestiti, da parte sia delle famiglie che delle imprese, seppur in misura profondamente differente”.

Le banche hanno risentito molto di questa si-tuazione?“Si, e in modo incisivo. Per questo prima ho

“GLI IMPRENDITORI PER PRIMI DEVONO CREDERE NELLE LORO AZIENDE”“Solo restaurando un clima di fiducia” – spiega Alberto Niccoli, docente alla Facoltà di Economia dell’Università Politecnica delle Marche e Presidente della BCC di Recanati e Colmurano – “il sistema troverà al proprio interno la forza di risollevarsi”

di P.Duranti

“Molte aziende che hanno investito ragionando in

un’ottica di sviluppo, hanno continuato a conseguire profitti”

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detto che è diminuita la qualità del cre-dito, nel senso di un incremento gene-ralizzato dell’incidenza delle partite in difficoltà, siano esse dovute a sofferenze, ad incagli o semplicemente a partite ri-strutturate”.

Per le BCC forse la situazione è diversa …“Diciamo che le Banche di Credito Co-operativo non hanno effettuato a livello strutturale operazioni di tipo speculati-vo, o lo hanno fatto in misura marginale. Hanno invece svolto l’attività fisiologica che dev’essere esercitata dal settore creditizio: quella cioè della raccolta e dell’impiego del denaro, in un’ottica di sostegno all’economia reale del terri-torio. Ciò nonostante, tuttavia, la quali-tà del credito è venuta meno anche per questo tipo di banche. Le quali sono co-strette ad accantonare nei propri bilanci fondi sempre più consistenti per far fron-te ai rischi di insolvenza dei clienti; una situazione, questa, destinata a prosegui-re nei prossimi mesi, come ha ricordato recentemente il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco”.

Però le aziende continuano ad avvertire enormi difficoltà nell’ottenere finanzia-menti …“Premesso che – come ho detto pochi istanti fa – le banche non se la stanno passando per nulla bene, per i motivi che ho illustrato, dobbiamo chiederci il mo-tivo per il quale le aziende chiedono un prestito: il finanziamento è finalizzato a nuovi investimenti oppure a coprire per-dite o debiti preesistenti? Un altro aspetto da considerare è il grado di partecipazio-ne dell’imprenditore al rischio d’impresa con mezzi propri: se è lui il primo a non credere nella propria azienda – confe-rendogli beni posseduti a titolo persona-le o familiare – perché lo dovrebbe fare la banca? E guardi che anche nelle Marche si riscontrano non poche situazioni in cui l’impresa che necessita di nuovo capita-le è gestita da imprenditori che a titolo personale godono di una certa sicurezza economica … Sotto questo profilo, riten-go che il tema vada approfondito anche in termini di trasparenza”.

I dati ci dicono che sono aumentati i fi-nanziamenti diretti ad appianare situa-

zioni difficili, piuttosto che a nuovi inve-stimenti …“Però fortunatamente vi sono molte aziende che continuano a conseguire profitti! E sono quelle che hanno inve-stito in capitale fisso, formazione, mar-keting … In altre parole, ragionando in un’ottica di sviluppo. E’ proprio questo, a mio avviso, l’aspetto fondamentale da af-frontare: gli imprenditori devono render-si conto che il sistema va male in misura non trascurabile anche perché sono loro a non credere nella propria impresa”.

“Le banche sono costrette ad accantonare nei propri bilanci fondi sempre più consistenti per far fronte ai rischi di insolvenza dei clienti.

Una situazione, questa, destinata a proseguire nei prossimi mesi, come ha ricordato recentemente il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco”}{

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AuMENtANO LE “PARtItE IN DIffICOLtà”La qualità del credito – come ci ha spiegato il professor Alberto Niccoli – dipende molto dall’incidenza delle cosiddette “partite in difficoltà”: sofferenze, incagli e partite ristrutturate. Tecnicamente, si è in presenza di una “sofferenza” bancaria quando la banca ritiene che l’insolvibilità del debitore sia pari al 100 per cento. Gli “incagli” sono invece partite in difficoltà per le quali la probabilità che diventino sofferenze nell’arco temporale di un anno siano superiori ad una determinata soglia minima, diversa da banca a banca. Si deve comunque trattare di una probabilità “significativa”. Per “partite ristrutturate”, infine, si intendono quelle situazioni per le quali il debitore modifica la tipologia di finanziamento, ad esempio passando da un mutuo di 100mila euro della durata di 20 anni (con una rata di 6.500 euro) ad un mutuo a 25 anni: abbassandosi l’importo della rata periodica aumentano le probabilità di un rimborso regolare del prestito.

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Dottor Guidi, Lei può essere considerato a pieno titolo un profondo conoscitore del tessuto

produttivo del Paese, dei suoi problemi e delle prospettive che abbiamo di fronte. Mi permetta quindi di iniziare l’intervista con una domanda secca: le banche possono contribuire alla ripresa?“Osservando quanto accaduto negli ulti-mi tempi, mi pare evidente che il siste-ma creditizio italiano abbia perso la sua funzione strategica di sostegno allo svi-luppo”.

I dati ufficiali – che tra l’altro riportia-mo in altre pagine di questo approfondi-mento – confermano senza dubbio que-

sta conclusione. Ma il motivo secondo Lei dove dev’essere individuato?“Principalmente nel fatto che le aziende di credito si sono trasformate in ban-che d’investimento, per far fronte alle sofferenze che stanno minando la loro sopravvivenza. Mi spiego: grazie al so-stegno della Banca Centrale Europea, approvvigionano risorse allo 0,75 per cento e le impegnano a tassi del 4-5 per cento, e con il profitto dell’attività di tra-ding coprono le perdite derivanti dalle insolvenze”.

Lei ha accennato alle sofferenze. Quan-to incidono sulla situazione creditizia complessiva?“Gli attivi patrimoniali delle banche sono

fortemente compromessi dalla consi-stenza dei crediti diventati di difficile realizzo. L’entità delle sofferenze sta crescendo costantemente e fortemen-te: nel corso del 2012, ad esempio, sono passate da 50 a 116 miliardi di euro. Solo Unicredit conta 80 miliardi di euro, Intesa San Paolo circa 48 miliardi ... Tra l’altro, è importante anche sottoline-are che tale voce non sempre esprime il deterioramento dei crediti: lo stock dei crediti dubbi delle principali banche ita-liane ha toccato la soglia dei 181 miliar-di di euro. Il che significa più del 10 per cento del totale degli impieghi”.

Quindi, tornando alle Sue parole inizia-li, è venuta meno la funzione strategica

“IL SISTEMA CREDITIZIO ITALIANO HA PERSO LA SUA FUNZIONE DI SoStegno ALLO SVILUPPO”Il ruolo del credito per lo sviluppo, la situazione attuale e le prospettive: l’opinione di Flavio Guidi, fondatore del Gruppo Sida, consulente e manager di numerose aziende del Paese

di P. Duranti

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di sostegno allo sviluppo. Ma allora le banche di cosa si stanno occupando?“Se si parte dal presupposto -. come dianzi detto – che il sistema del credito è malato ed è attualmente incapace di agire come acceleratore dell’investimen-to, dobbiamo innanzitutto chiederci tutti – imprenditori, amministratori, politici, consulenti – quale sia il ruolo che oggi gioca questo settore. Tanto più laddove si consideri che il livello di capitalizzazione delle aziende italiane sta costantemente regredendo, e il coefficiente di indebita-mento risulti particolarmente elevato”.

Concentriamoci su questo punto.“Le risorse finanziarie, che le aziende nell’attuale contesto economico e stori-

co sono in grado di generare, vengono ampiamente assorbite dall’incremento degli oneri finanziari e della pressione fiscale. E difficilmente esse vengono “ripagate” attraverso l’ammortamento, cioè l’usura delle immobilizzazioni. In sostanza, la redditività – vero e proprio motore della capitalizzazione, dell’investimento e del-lo sviluppo - sta sempre più scomparen-do. Di fronte a strutture finanziarie deboli (talvolta persino inconsistenti) l’impiego diventa oltremodo rischioso e atto a tra-sformarsi in ulteriori sofferenze per le banche. In presenza di uno scenario di questo tipo, e di una domanda così ca-ratterizzata, le banche non concedono

credito. Non solo: per salvaguardarsi, il più del-le volte attivano processi di rientro, onde evitare incrementi delle perdite su cre-diti, che andrebbero a compromettere i risultati di esercizio, la struttura e la solidità finanziaria della propria azien-da. Osserviamo infatti una riduzione dei finanziamenti a medio e lungo termine e un rallentamento del credito a breve. A corollario di tutto ciò, l’introduzione di normative più restrittive sui requisi-ti patrimoniali delle banche, nonché la carenza di liquidità del sistema banca-rio nazionale, rallentano sensibilmente la concessione di credito soprattutto a medio termine, comprimendo l’indebita-mento di imprese e famiglie”.

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In conclusione?“Il credito rallenta e l’economia frena, concorrendo al decadimento e alla dece-lerazione del sistema economico nel suo complesso. Il credito e la finanza, sorti per agevolare ed amplificare gli scambi e lo sviluppo delle attività economiche, sta invertendo la sua funzione”.

Cosa si può fare?“Le istituzioni, locali e nazionali - e quindi non soltanto lo Stato ma anche Regioni e Camere di Commercio - devono quanto più agire congiuntamente con strumenti di supporto o integrativi o sostitutivi”.

Ad esempio?“Penso a strumenti come il Fondo Italia-

no di investimento, il Fondo Centrale di Garanzia, la Sace, i Confidi di vario tipo. Inoltre, le istituzioni sono chiamate a se-lezionare, orientare ed attivare il credito verso quelle attività e/o settori che co-stituiscono il volano della ripresa futura: turismo, agricoltura, edilizia ecocompa-tibile, lusso, internazionalizzazione, svi-luppo della conoscenza, digitalizzazione, innovazione e nuova imprenditorialità. Il tutto si traduce nell’azione di destinare a queste iniziative consistenti risorse da sottrarre al costo della politica e della spesa pubblica. Inoltre, risulterà di fon-damentale importanza il ritorno alla spe-cializzazione del credito e allo sviluppo di Equity e società di partecipazione miste, nazionali o locali: a mio avviso anche

questa potrebbe essere una soluzione da prendere fortemente in considerazione. Infine, la riproposizione dello sviluppo di un mercato borsistico per la media impresa, in questo momento andrebbe valutato se non altro per contribuire alla crescita della cultura finanziaria dell’in-tero sistema economico”.

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In queste parole - pronun-ciate da Giuseppe Tesei, Direttore della Coopera-

tiva di Garanzia Pierucci nel corso di un recente convegno (dal titolo “Accesso al credito: come banche e confidi valu-tano le imprese”) – si intra-vede il futuro scenario che si verrà a creare nei rapporti tra Pmi e mondo del credito. Per Tesei, infatti, “i confidi rappresentano un vero “bene pubblico”, senza il quale moltissime piccole imprese vedrebbero compromessi i loro progetti, con un danno gravissimo ed immediato

all’economia del territorio”. Un ruolo, quello dei confidi, riconosciuto anche dal Di-rettore Generale di Banca delle Marche Luciano Goffi, che – in linea con l’intervista rilasciata a ML – ha ricordato che “la garanzia e la consu-lenza sono due pilastri fon-damentali perché il rapporto tra banca ed impresa possa essere proficuo. Indispensa-bile quindi il ruolo della con-sulenza alle imprese, operata da professionisti che possono guidare le imprese nelle pro-prie scelte di investimento, e quello dei confidi, che rap-

presentano un valido soste-gno alle imprese in cerca di credito ma prive delle garan-zie richieste dalle banche”. All’evento, coordinato da Umberto Massei, Presidente Odcec di Macerata e Came-rino, hanno partecipato in qualità di relatori anche Le-onardo Ruffini, Responsabile Confidi Macerata, Sandro Si-monetti, Responsabile Area Fidi della Cooperativa Pie-rucci, Cristiano Gianangeli, Direttore Srgm, e Roberto Acquaroli, Capo Servizi Poli-tiche del Credito - Banca del-le Marche.

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I Confidi SONO UN “BENE PUBBLICO”“In un clima economico come quello attuale, in cui è difficile fare previsioni, e in cui rimane evidente il problema della carenza di liquidità, ancor più importante e decisivo è il ruolo dei Confidi nell’accompagnamento delle imprese nel concedere la garanzia, e come referenti per gestire le delicate situazioni aziendali nei rapporti con le banche”

a cura della Redazione

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I CONFIDI, RUOLO StrategiCo PER LE PMICosa sono i consorzi garanzia fidi? Le risposte che si possono dare, dal profilo della teoria economica, sono sostanzialmente due. Un Confidi può essere visto, con un approccio che si può definire superato - e, da un certo punto di vista, minimalista - come un “gruppo d’acquisto” in cui un certo numero di soggetti, il più numeroso possibile, si riunisce per acquisire maggior forza contrattuale nei confronti di una controparte che fornisce un determinato servizio: il credito

Certo, l’acquisizione del credito si contraddistingue per avere del-le caratteristiche differenziate in

funzione del tipo di cliente che si rivolge per l’acquisto del servizio, quindi conce-pire il Confidi come gruppo d’acquisto avrebbe un senso logico solo se tutti i soggetti che si rivolgono a questo orga-nismo presentassero delle qualità omo-genee e quindi si potesse andare dalla controparte contrattuale presupponendo che essa, conoscendo queste caratteri-stiche omogenee, possa ragionare non tanto andando a discriminare i singoli clienti, quanto a valutare l’opportunità commerciale di avere di fronte una mas-sa di soggetti anziché singoli individui. L’approccio opposto, che si fonda sulla teoria dell’intermediazione finanziaria, ossia sulla logica che ci porta a dire per-ché esistono banche ed assicurazioni, vede nei Confidi una funzione diversa e più delicata: i consorzi avrebbero uno spazio proprio, così come le banche han-no uno spazio solo per il fatto che nel mercato esistono situazioni particolari, definite di asimmetria informativa, cioè

di differenza nelle informazioni disponi-bili fra chi acquista e chi vende il servizio. Quindi, in linea di principio, la presenza dell’asimmetria informativa giustifica l’esistenza degli intermediari finanziari e delle banche in particolare. Ma se ci si fermasse a tale tipo di analisi, la presenza delle banche parrebbe suffi-ciente dal punto di vista del processo di intermediazione, salvo che per situazioni molto particolari (emblematico il caso delle assicurazioni). Però, partendo da questa ipotesi, si tratta di andare a vedere se vi siano le condizio-ni economiche perché vi sia convenienza da parte di un intermediario finanziario generale, cioè non specializzato su par-ticolari nicchie di clientela, a porsi nelle condizioni di andare a superare le condi-zioni di asimmetria informativa. Cioè bisogna chiedersi se una banca abbia interesse a fare un’assunzione di costi per generare dei ricavi, qualora i ricavi sperati possano presentarsi infe-riori ai costi che comunque sarebbero sostenuti. In altri termini, nei casi in cui le operazioni riguardino imprese molto

contenute, è possibile che le banche non abbiano convenienza a svolgere quella che è la loro tipica funzione di assunzio-ne delle informazioni e valutazione del merito creditizio. In tal caso le banche possono ragionare sostanzialmente in tre modi: non dare credito, perché non è economicamente conveniente fare la valutazione; concede-re credito senza effettuare la valutazione del merito creditizio, però ciò comporta problemi d’altro tipo; concedere credito solo attraverso l’assunzione di entità so-stitutive della valutazione del merito cre-ditizio, cioè si richiedono garanzie. In pratica, alle imprese di dimensioni contenute, che sono capaci di fornire in-formazioni limitate, non vengono più ri-chieste tali informazioni, evitando in tal modo i costi inerenti la valutazione e la raccolta delle stesse, bensì si richiedono garanzie. E’ evidente che questo tipo di approccio rappresenta una soluzione di ripiego che ha lo scopo di permettere di effettuare delle operazioni che altrimenti non sa-rebbero attuabili.

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alessandro StecconiDivisione Corporate Finance Sida [email protected] Tel. 071.28521

Se si segue questa linea di ragionamen-to, allora all’interno del processo di in-termediazione finanziaria si apre uno spazio aggredibile dai Confidi: si tratta di verificare se ci sono le condizioni per coprire questa particolare nicchia di clientela, cioè di andare ad assumere informazioni, trattandole in un modo un po’ diverso da come fa generalmente la banca e interfacciarsi poi all’ente credi-tizio trasferendogli queste informazioni. La banca attraverso l’interfaccia Confidi può dare una valutazione del merito cre-ditizio senza necessariamente operare al buio, perché può traslare la valutazione dal cliente al Confidi stesso. Questo ovviamente si può fare in due modi: o attraverso una limitata capaci-tà di credito riservata al Confidi (ipotesi difficile da pensare in teoria, ma forse più spesso effettivamente realizzata a livello operativo); oppure ciò può avve-nire perché i Confidi sono tecnicamente preparati, e quindi, a fronte di dotazioni patrimoniali limitate, hanno una capaci-tà di interagire con i loro soci e di riuscire a fare una preselezione delle proposte di

affidamento, portando alle banche solo soci che siano, dal punto di vista dell’ac-cesso al credito, meritevoli. La verifica suddetta deve essere ovvia-mente calata nel contesto giuridico in cui i Confidi operano. I Confidi sono or-mai, anche a norma di legge (art. 107 del Testo unico bancario), da considerarsi come dei veri e propri intermediari cre-ditizi specializzati nella concessione di garanzie. La loro maggiore solidità patrimonia-le e attendibilità professionale è infatti particolarmente importante nel sistema creditizio italiano in quanto ha l’effetto di mitigare il rischio di credito di un fi-nanziamento. In questo senso, e a fron-te delle recenti difficoltà delle imprese medio piccole nel reperire finanziamenti a tassi accettabili, è prevedibile che con la trasformazione dei confidi in interme-diari creditizi il loro ruolo strutturale e patrimoniale ne esca rafforzato. Anche a livello gestionale, svolgendo un ruolo di supporto nell’elaborazione di analisi finanziarie adeguate alle piccole e me-die imprese, i Confidi potrebbero fungere

da vere e proprie “banche di garanzia“, mettendo il loro rating a disposizione delle imprese consorziate e il loro know-how a disposizione degli istituti bancari. Nascerebbero così soggetti dall’assetto patrimoniale ancora più solido e dalle caratteristiche di veri e propri interme-diari finanziari, in grado di portare indub-bi benefici sotto il profilo del trattamento prudenziale dei crediti da essi garantiti.

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Dottor Belardinelli, come è mutata la strutturazione del credito in Italia negli ultimi anni?

“A grandi linee si può operare una distin-zione tra quanto accadeva prima dell’en-trata in vigore della riforma bancaria del 1993 e la fase successiva. E’ stato pro-prio l’avvento di questa nuova disciplina a provocare una metamorfosi del siste-ma bancario”.

Com’era prima e com’è adesso?“Dobbiamo però premettere che proba-bilmente qualche pagina di giornale non è sufficiente per comprendere appieno cause ed effetti di un fenomeno com-plesso e delicato. Mi sforzerò pertanto di illustrare in modo estremamente sinteti-

co i passaggi fondamentali del rapporto tra impresa e banca, senza trascurare il contesto sociale ed economico di riferi-mento”.

fino ai primi anni Novanta come si pre-sentava il mondo del credito in Italia?“Il sistema bancario era sostanzialmente diviso al suo interno sulla base di diffe-renti specializzazioni di ordine temporale e tecnico. Sul mercato operavano infatti sostanzialmente tre tipologie di aziende di credito: le banche cosiddette com-merciali, quelle di finanziamento degli investimenti e le banche d’affari. Se gli istituti della prima categoria erano pre-valentemente deputate al finanziamento delle imprese per quanto atteneva alle

esigenze di breve termine – pensiamo ad esempio al magazzino, allo smobilizzo dei crediti – e quindi per necessità lega-te al capitale circolante, le banche d’in-vestimento erano impegnate sul fronte degli investimenti fissi, sia materiali che immateriali. Una diversa specializzazio-ne, quindi, ancorata alle specifiche esi-genze delle imprese”.

E le banche d’affari?“Erano proiettate prevalentemente sull’equity e sugli strumenti finanzia-ri straordinari, peraltro all’epoca non “compromessi” come quelli che ci hanno portato alla situazione attuale …”.

A questa impostazione seguiva anche

“SERVONO NUOVI CANALI DI FINANZIAMENTO, MA LE PMI CAMBINO MentaLitÀ”Per Davide Belardinelli - già Direttore Generale del Mediocredito Fondiario Centro Italia (finanziamenti alle imprese industriali, commerciali e di servizi), poi Amministratore Delegato di FOCUS-GESTIONI SGR - Spa (gestione di fondi mobiliari chiusi) ed ora collaboratore del Gruppo Sida di Ancona – il sistema bancario è entrato in crisi, e le imprese sono chiamate ad affacciarsi ad altri sistemi di approvvigionamento delle risorse finanziarie. Ma occorre affrontare le nuove sfide con una veste diversa …

di P.Duranti

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una diversa specializzazione delle pro-fessionalità operanti all’interno delle banche?“Certamente. Mentre in una banca com-merciale si ragionava prevalentemente in un’ottica a breve termine, dando la priorità alla “qualità” e al “rigiro” del capitale circolante e un po’ meno agli aspetti economico-finanziari dell’impre-sa -, in sede di valutazione di una richie-sta di finanziamento finalizzata a nuovi investimenti cambiava necessariamente lo scenario: l’esame dell’azienda rilevava in chiave prospettica, e quindi occorreva-no maggiori e più approfonditi elementi di valutazione dell’impresa nel suo com-plesso. Infatti è soltanto da questi ultimi, e in particolare dalla capacità di genera-

re adeguati flussi economico-finanziari, che scaturisce la potenzialità di far fron-te al rimborso dei prestiti contratti (e protratti nel tempo) e degli impegni in generale”.

Con la riforma bancaria questo assetto è venuto meno?“Prima di accennare a quanto è accadu-to dopo, è importante sottolineare che la strutturazione che ho descritto permet-teva al settore del credito di disporre di risorse adeguate in funzione degli impie-ghi: le banche commerciali investivano i capitali raccolti con scadenza a breve, le banche di investimento chiedevano – ed ottenevano – prestiti sull’estero con sca-denza protratta ed emettevano sul mer-

cato titoli di credito ugualmente a sca-denza differita, mentre le banche d’affari investivano, di fatto, capitale proprio. Il sistema, in altre parole, si alimentava autonomamente, in quanto si registra-va una stretta correlazione tra la durata della raccolta e la durata dell’impiego. Con la riforma bancaria di vent’anni fa si è andati oltre …”.

In che senso?“E’ nata la banca cosiddetta “universa-le”. Qualsiasi azienda di credito può fare qualsiasi tipologia di operazione, di breve e medio termine, financo interventi di fi-nanza creativa, con conseguenti proble-mi di tipo tecnico, di equilibrio finanziario e di controllo gestionale, tant’è che an-

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che recentemente autorevoli fonti eco-nomiche e bancarie hanno auspicato il ritorno al precedente sistema”.

Con gli occhi di oggi questa scelta appa-re sbagliata, ma allora non si potevano prevedere gli avvenimenti che avrebbe-ro interessato il mondo della finanza …“Senza dubbio l’ingresso nel “sistema” di strumenti finanziari sempre più so-fisticati ha aggravato la situazione, ma indipendentemente da tale fattore dob-biamo constatare come la sopravvenuta possibilità per le banche di operare “a tutto campo” abbia minato l’equilibrio tra mezzi raccolti e mezzi impiegati prima esistente, come poc’anzi rilevato. La ten-denza di numerose banche a fare profitti con strumenti finanziari molto rischiosi ha contribuito inoltre alla degenerazione del sistema nel suo complesso, gene-rando criticità a catena, rese ancor più

difficili da gestire a causa della crisi che ha investito l’economia reale”.

Anche l’Italia è stata colpita dal proble-ma dei derivati?“Fortunatamente le banche italiane – comprese quelle operanti a livello locale – non hanno abusato negli investimenti in strumenti finanziari sofisticati e cre-ativi. E al contempo risultano dotate di capitale proprio sostanzialmente accet-tabile, salvo rari casi. Il problema è che hanno sempre meno disponibilità, per una serie di motivi”.

Quali?“Il risparmio – e cioè la raccolta – si sta riducendo sempre più rispetto agli im-pieghi, sia per la crisi economica, che vede contrarsi la ricchezza di famiglie ed imprese, sia per la forte concorrenza dello Stato, che lancia sul mercato titoli

pubblici a condizioni convenienti. Anche in passato vi sono stati periodi in cui si manifestava tale disequilibrio, in misu-ra più o meno accentuata a seconda del contesto territoriale e storico. Però il gap tra raccolta ed impieghi veniva colma-to attraverso la concessione di prestiti tra banche, anche internazionali. Oggi non è più possibile per una sostanziale e diffusa mancanza di fiducia reciproca del sistema. Un altro grosso problema è rappresentato dall’aumento delle sof-ferenze, che aggrava la carenza di li-quidità. Infatti, i crediti di dubbio rientro stanno aumentando continuamente e in modo notevole, per la nota crisi dell’eco-nomia reale. Il sistema bancario è quin-di obbligato a massicci accantonamenti (ciononostante spesso insufficienti) che ne intaccano pesantemente la redditivi-tà, già interessata da margini finanziari e di servizi tendenti a ridursi, e da costi

DOSSIER: CREDITO E PMI

“Il risparmio – e cioè la raccolta – si sta riducendo sempre più rispetto agli impieghi, sia per la crisi economica, che

vede contrarsi la ricchezza di famiglie ed imprese, sia per la forte concorrenza dello Stato, che lancia sul mercato

titoli pubblici a condizioni convenienti”

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di struttura pesanti che comporteranno per la loro razionalizzazione inevitabili sacrifici sugli organici”.

Quali sono le prospettive per le aziende, anche locali, sul fronte del credito?“Ritengo che per il futuro gli imprendi-tori non possano aspettarsi significative aperture di credito da parte del sistema bancario italiano, a meno che non inter-venga nuovamente la Bce con sostanzio-se iniezioni di liquidità”.

E allora le imprese come si possono muovere?“Questo è il problema. Un certo sollievo potrà venire dall’intervento dei vari Fondi di garanzia, che alleviando il rischio del-le banche anche in termini di accantona-menti richiesti dall’Autorità di Vigilanza, potrà renderle un po’ più disponibili. Ma è chiaro che le imprese, specie quelle

piccole e medie, dovranno cercare anche altre fonti di finanziamento. Mi riferisco alle forme più semplici del capitale di rischio, a strumenti di finanza straor-dinaria, ai fondi mobiliari chiusi, fino a pensare, come obiettivo, ai mercati rego-lamentati (cioè la borsa). Tale nuovo indi-rizzo richiede però un approccio diverso da parte delle imprese – in particolare quelle piccole e medie – verso il sistema finanziario”.

Cioè?“Individuando progetti di crescita dimen-sionale – da attuarsi attraverso accorpa-menti, unioni e fusioni - e migliorando sensibilmente il proprio sistema orga-nizzativo e la trasparenza”.

“Dopo la riforma bancaria del 1993 è nata la banca cosiddetta “universale”.

Qualsiasi azienda di credito può fare qualsiasi tipologia di operazione, di breve e medio

termine, financo interventi di finanza creativa, con

conseguenti problemi di tipo tecnico, di equilibrio finanziario e di controllo gestionale, tant’è

che anche recentemente autorevoli fonti economiche

e bancarie hanno auspicato il ritorno al precedente sistema”

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Le agevolazioni del fondo sono de-stinate al sostegno di programmi di ricerca relativi ad attività di svi-

luppo sperimentale (comprendenti an-che attività non preponderanti di ricerca industriale) presentati da singole im-prese, o congiuntamente ad Università o enti di ricerca. Per attività di sviluppo sperimentale e di ricerca industriale si intendono quelle rivolte rispettivamente: a) alla concretizzazione dei risultati della ricerca industriale ottenuti mediante le fasi di progettazione e realizzazione di progetti pilota, di prototipi, finalizzati a generare nuovi prodotti, processi o servi-zi ovvero ad apportare modifiche sostan-ziali a prodotti e processi produttivi, pur-ché tali interventi comportino sensibili miglioramenti delle tecnologie esistenti;b)  ad acquisire nuove conoscenze, da utilizzare per mettere a punto nuovi pro-

dotti, processi o servizi, o per consentire un notevole miglioramento dei prodotti, processi o servizi esistenti.I beneficiari di questa misura sono i sog-getti giuridici aventi stabile organizzazio-ne in Italia e rientranti tra le categorie di aziende che esercitano attività indu-striale diretta alla produzione di beni o di servizi, aziende agro-industriali, imprese artigiane e centri di ricerca con persona-lità giuridica autonoma.Ai programmi d’investimento sono am-missibili costi riconosciuti non inferiori a un milione di euro: in particolare, sono ammissibili i costi riguardanti spese per il personale tecnico, il costo di strumenti ed attrezzature di nuovo acquisto, i ser-vizi di consulenza ed altri servizi utiliz-zati per l’attività del programma, inclusa l’acquisizione dei risultati di ricerca, di brevetti e di know-how, di diritti di licen-

za, le spese generali e materiali utilizzati per lo svolgimento del programma.Le agevolazioni previste possono essere concesse sotto forma di finanziamento a tasso agevolato, con una durata massi-ma di 8 anni, di  contributo in conto in-teressi, e infine tramite un contributo diretto alla spesa.Le erogazioni avvengono in non più di quattro soluzioni, compreso il saldo, in relazione agli stati di avanzamento la-vori: al fine di ottenere l’erogazione, il soggetto beneficiario deve aver sostenu-to costi non inferiori a quelli previsti dal progetto.

IL FONDO DI INNOVAZIONE teCnoLogiCaIl Fondo speciale rotativo per l’Innovazione Tecnologica (FIT) nasce nel febbraio del 1982 (con la Legge n. 46 del 1982), con l’obiettivo di incentivare la ricerca volta allo sviluppo tecnologico in qualunque settore. Attualmente è gestito dal Ministero dello Sviluppo Economico, tramite il Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica

nicasio riggioDivisione Strategia e Finanza d’ImpresaGruppo [email protected]. 071.28521

DOSSIER: CREDITO E PMI

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DOSSIER: CREDITO E PMI

Lo scorso 24 ottobre è diventato operativo l’art. 62 del decreto-legge sulle liberalizzazioni (D.L.

n. 1 del 2012) che modifica la disciplina della compravendita dei prodotti agricoli ed alimentari, introducendo l’obbligo di contenere i tempi di pagamento nei ter-mini di 30 e 60 giorni a decorrere dall’ul-timo giorno del mese di ricevimento del-la fattura (30 o 60 giorni a seconda della natura – deteriorabile o meno - del pro-dotto).

Alla luce di tali novità – dalle quali sono esclusi i conferimenti di prodotti agricoli ed ittici in cooperative - Monte dei Pa-schi di Siena ha ideato un nuovo servi-zio – chiamato “Gestione agricoltura” – finalizzato a sostenere gli operatori del settore nella gestione delle spese ordi-narie per le attività agricole (connesse e collaterali). In tal modo gli agricoltori e le imprese agrarie possono accedere a prestiti a breve termine (da 1 a 12 mesi) per anticipare anche le spese dei futuri

raccolti e le esigenze finanziarie a bre-vissimo termine, inerenti al massimo ad un ciclo colturale e quindi ad un’annata agraria. Sono infatti finanziabili le spese relative alla conduzione e gestione corrente, alla lavorazione, trasformazione, conserva-zione e commercializzazione dei prodotti agricoli, all’acquisto di scorte, semen-ti, concimi antiparassitari, carburanti e quanto sia necessario per lo svolgimento della propria attività agricola.

DA MPS UN SERVIZIO PER LE ESIGENZE DI LIQuIDItà DELLE AZIENDE AGRARIEA seguito dei cambiamenti introdotti dal “decreto liberalizzazioni”, l’azienda di credito senese risponde alle esigenze di liquidità delle imprese con “Gestione agricoltura”, uno strumento finanziario flessibile e adeguato a sostenere il capitale circolante delle imprese del settore

di T. Costantini

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L’ideale del lavoro a tempo inde-terminato deve lasciare spazio a nuove consapevolezze: a fine anno

saranno in scadenza qualcosa come 250mila contratti nel pubblico, mentre per la maggior parte delle banche ini-zierà una stagione di “razionalizzazio-ne del personale”; si aggiunga che la penuria prolungata di fatturati, margini e/o riscossioni di crediti ha sfiancato an-che alcune tra le aziende più coriacee. Questo significa semplicemente che l’economia non si fermerà mai del tut-to, ma sicuramente subirà cambiamenti profondi e marcate deviazioni rispetto ai sentieri di espansione che conosceva-mo tutti (o quasi). E questi mutamenti di scenario sono, ahinoi, appena comincia-

ti. In questo momento di scoramento e smarrimento, può capitare che le appa-renze ingannino e così è proprio la scelta di intraprendere la carriera autonoma dell’imprenditore ad essere molto meno rischiosa che la scelta classica di affida-re il proprio cv all’oceano delle possibili-tà e aspettare di essere chiamati (prima o poi) da qualcuno che voglia offrirci sul serio un lavoro. E che magari soprav-viva per almeno una parte della dura-ta del contratto che ci ha fatto firmare. Occorrerebbe forse un intero Dossier di ML per spiegare per bene quest’ultima affermazione, ma per ora è meglio sof-fermarsi su altre considerazioni, netta-mente più pratiche: fare impresa, ok, ma con che soldi? E, più in generale, come?

Ammesso di avere un’idea efficace ed innovativa, o di essere stati orientati al meglio da professionisti specializzati nella creazione di impresa, più che mai oggi occorre rivolgersi contemporanea-mente al circuito della finanza ordinaria (banche, investitori terzi, fornitori part-ner) e a quello della finanza straordina-ria (bandi provinciali, regionali, nazionali, europei, fondi strutturati per la creazione di impresa, iniziative ministeriali, e così via, ma anche prodotti speciali offerti da banche, spesso con la collaborazione di fondi di garanzia). Per far questo occorre essere informati in modo completo sul portafoglio di offerta di volta in volta di-sponibile, ma serve anche poter contare su un piano industriale che sia accura-

REALTà E reaLizzaBiLitÀLa crisi della liquidità è stata la seconda ondata distruttiva che ha colpito il nostro sistema. Poi ne è seguita una terza, che ha a che fare con le nostre istituzioni e con la nostra carenza di infrastrutture, soprattutto a livello finanziario. Appurato, dunque, che “la crisi” non è un’entità unica, ma è davvero una sequenza di eventi neanche del tutto concatenati tra loro, e appurato che, in fondo, alla gente poco importa di tali tecnicismi, occorre fare i conti con i fatti e cercare di capire cosa si possa fare per garantirsi un futuro. Magari facendo dei propri sogni un’impresa

DOSSIER: CREDITO E PMI

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to e definito in ogni dettaglio, anche per le attività più piccole o tradizionalmente meno strutturate. In sostanza oggi, per motivi strategici, ma anche squisitamen-te più pragmatici, l’idea d’impresa deve essere progettata e realizzata con un li-vello di approfondimento professionale molto elevato, abbinato ad un’adeguata lucidità per andare a ricercare soluzioni in termini giuridici, contrattuali, finan-ziari, che possano garantire una rapida e coerente copertura dei fabbisogni ed una tempestiva presenza sul mercato. Il da-naro e le possibilità di fare impresa oggi, incredibile dictu, ci sono, solo che occor-re non lasciare al caso alcuni dettagli. Serve un signor business plan, come ac-cennato sopra, ma in questo particolare

momento storico occorre anche che i ne-oimprenditori abbiano un minimo di do-tazione finanziaria propria o un minimo di garanzie da fornire: si può disquisire per giorni se sia giusto o sbagliato, ma il dato di fatto che oggi più che mai l’im-prenditore deve mostrarsi investitore da una parte e debitore affidabile dall’altra. Per chi non avesse né soldi da parte né garanzie da fornire (cosa tutt’altro che rara in tempi di crisi), la speranza non è del tutto perduta: con un po’ di abilità ne-goziale e un’ampia consapevolezza delle agevolazioni di volta in volta disponibili, o delle soluzioni alternative possibili, si può comunque ottenere la finanza ne-cessaria, purché si faccia in modo che l’idea sia dimensionata su fabbisogni un

po’ meno faraonici di quanto la propria fantasia o la propria passione desideri-no. La situazione è complessa, ma le vie d’uscita ci sono: fosse facile, l’avrebbero già tutti praticata e il mercato, di con-seguenza, potrebbe essere paradossal-mente più complesso e meno redditizio di quanto sia ora.

Michele BarchiesiGruppo [email protected]. 071.28521

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INTERESSI PASSIVI PIÙ peSanti IN ITALIAPer le società di capitali sono deducibili dal reddito d’impresa gli interessi passivi che, al netto degli interessi attivi, non superano il limite del 30 per cento del reddito operativo lordo (differenza tra valore e costo della produzione aumentata degli ammortamenti e dei canoni di locazione finanziaria). La parte eccedente è indeducibile e può essere riportata in avanti e dedotta negli esercizi successivi qualora si presenti un ROL capiente. Tale misura, introdotta nel 2008, ha sostituito i precedenti regimi della thin capitalization e del pro-rata patrimoniale. Dal punto di vista concreto, però, molte imprese che non avevano problemi con i precedenti regimi si trovano penalizzate da questo cosiddetto test del ROL

a B C d

Valore della produzione 10000 15000 8000 5000

Ammortamenti e leasing 1000 2000 500 500

Totale Costi della produzione 7000 10000 7000 7000

ROL 4000 7000 1500 -1500

Interessi passivi (al netto int. attivi) 250 450 500 550

Interessi indeducibili 0 0 50 550

Chi viene penalizzato maggiormente? Le im-prese che già sono in

difficoltà, non hanno un ROL capiente o ce l’hanno addirit-tura negativo, sono più inde-bitate e quindi pagano mag-giori oneri finanziari. Una tale norma potrebbe avere mag-giore senso in un periodo di crescita ed espansione eco-nomica per poter combattere la sottocapitalizzazione delle imprese e stimolare nuovi apporti di capitale proprio. La tempistica dell’introduzione della normativa risulta quan-tomeno improvvida, proprio alla vigilia della crisi che ha sconquassato il mondo, e ha significato, in molti casi, dare una spintarella a tante realtà sull’orlo del baratro.

DOSSIER: CREDITO E PMI

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Dalla tabella si può evincere facilmente quanto appena affermato; le aziende più in difficoltà sono quelle maggiormente penalizzate. Nel Programma di Stabili-tà per l’Italia (aggiornamento novembre 2007), pubblicato dal Ministero dell’Eco-nomia e delle Finanze, la norma fu pre-sentata come una semplificazione fisca-le e in linea con quanto adottato in altri Paesi europei. Non è proprio così: andia-mo a verificare come viene affrontata la questione all’estero.

franCia: restrizioni alla deducibilità degli interessi passivi sono previste per le c.d. “Associated Companies”, ovvero per le imprese che sono collegate da una partecipazione superiore al 50 per cento, o comunque da un controllo di fatto.

gerMania: sono deducibili gli interessi passivi che, al netto degli interessi attivi, non eccedono il 30 per cento dell’EBITDA.

gran Bretagna: non sono previste normative particolari in tema di deduci-bilità degli interessi passivi.

Spagna: limiti alla deducibilità sussi-stono solo in caso di finanziamenti da società correlate non residenti nell’Unio-ne europea qualora l’ammontare medio degli stessi è superiore a tre volte il pa-trimonio netto medio della società.È evidente come la disciplina italiana sia più penalizzante di quella francese, britannica e spagnola. Tali normative impongono limiti alla deducibilità sol-tanto in determinati casi o addirittura in nessuno, mentre la norma italiana ab-braccia la generalità delle imprese. La normativa tedesca, invece (introdotta pe-raltro anch’essa nel 2008) sembrerebbe speculare alla nostra. In sostanza non è così. In Germania, infatti, è stata intro-dotta una franchigia riferita all’ammon-tare degli interessi passivi entro la quale

la disciplina che limita la deducibilità non si applica. Inizialmente la franchigia era stata fissata a un milione di euro, e successivamente, per poter mitigare gli effetti negativi della disciplina in tempi di crisi, è stata innalzata a tre milioni. La stragrande maggioranza delle Pmi tedesche non sostengono tre milioni di interessi in un anno e quindi sono esclu-se dalla disciplina. In Italia non esiste alcuna franchigia e anche nel prossimo periodo d’imposta saranno proprio le im-prese che più soffrono le recrudescenze della crisi ad essere penalizzate in misu-ra maggiore.

roberto antonellaArea Fiscale Gruppo SidaTel. [email protected]

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IL QATAR INTERVIENE CON 2 MLD DI EuRO: FONDI PER LA NOSTRA ECONOMIAUn esempio di buona politica finanziaria e industriale italiana

di Giulio Guidi

prinCipaLi fondi Sovrani

fondo CapitaLe (in miliardi di Dollari)

Government Pension Fund (Norvegia) 656

ADIA (Abu Dhabi) 627

SAFE Investment Company (Cina) 568

SAMA Foreign Holdings (Arabia Saudita) 533 (1)

China Investment Corporation (Cina) 482

Kuwait Investment Authority (Kuwait) 296

HK Monetary Authority Investment Port. (China-Hong Kong) 293

GIC (Singapore) 248

Temasek (Singapore) 158

National Welfare Fund (Russia) 150 (2)

National Social Security Fund (Cina) 135

Qatar Investment Authority (Qatar) 115

1. StiMa SWf inStitute 2. inCLude iL “oiL StaBiLization fund” ruSSo

La Qatar Holding, detentrice del Fondo Sovrano del Qatar insieme alla Cassa Depositi e Prestiti (so-

cietà finanziaria del Ministero del Tesoro) daranno vita ad una società partecipata pariteticamente che interverrà sul ca-pitale di aziende appartenenti ai setto-ri lusso, turismo, distribuzione, media, utilities, industria delle costruzioni, ser-vizi finanziari. Due miliardi di fondi che entrano nel sistema italiano rivolti al mondo aziendale, per favorire processi di consolidamento, di sviluppo, di inte-grazione, nonchè progetti di crescita con matrice internazionale. Un esempio di buona politica. I nostri governanti do-

vrebbero moltiplicare queste iniziative, offrendo in cambio ai Paesi ricchi inter-venti di cessione di know-how o realizza-zione di opere infrastrutturali di grosso respiro, con copertura finanziaria di lun-go periodo appoggiata dallo Stato italia-no. Solo il Qatar per i Mondiali di Calcio del 2022 spenderà nei prossimi sei anni 125 miliardi di dollari in settori non-oil (case, università, infrastrutture, porti, ecc…). Gli Emirati Arabi spenderanno 58 miliardi di dollari nella costruzione di strade ed altre infrastrutture. Paesi come la Libia hanno ampi programmi di investimento e così tanti altre Nazioni.I nostri politici devono diventare degli uo-

mini d’affari, andare per il mondo, sol-lecitare i fondi sovrani di questi Paesi ed offrire in cambio la nostra conoscenza, la nostra tecnologia, il nostro sapere, la nostra ospitalità, la nostra progettualità. Trattandosi spesso di Paesi ricchi per fa-cilitare lo scambio e la cessione di beni, servizi e conoscenze, lo Stato italiano può sostenere il processo con finanzia-menti alle imprese interessate. Questo impegno contribuirebbe a superare i problemi di debolezza finanziaria che ca-ratterizzano il nostro sistema finanziario e industriale. Disponiamo di un know-how competitivo, ma scarse sono le ri-sorse per poterlo vendere.

DOSSIER: CREDITO E PMI

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DOSSIER: CREDITO E PMI

Dal 2008 ad oggi hanno beneficiato del Fondo Regionale di Garanzia 1.726 piccole imprese del fermano,

per un totale di 2.050 pratiche di finanzia-mento e un importo complessivo dei fi-nanziamenti pari a circa 81 milioni di euro, di cui circa 14 milioni nel 2012 e circa 22 nel 2011. Con gli importi stanziati dalla Provincia di Fermo e dalla locale Camera di Commercio sarà possibile attivare fino a fino al 31 dicembre 2012 un massimo di 10.400.000 euro di finanziamenti. La deci-sione della Provincia di sostenere anche quest’anno il Fondo è un chiaro segnale di vicinanza al territorio “nonostante le note difficoltà di bilancio legate ai tagli imposti

dal Governo centrale”, come ha ricordato il Presidente Fabrizio Cesetti. Il che signi-fica che la Provincia “è viva e continua ad operare per la programmazione e lo svi-luppo del suo territorio, soprattutto in ter-mini di vicinanza al tessuto economico e produttivo”. Sulla stessa linea l’Assessore alle Attività Produttive Renato Vallesi, per il quale “sostenere le piccole imprese è sempre stata una priorità per la nostra Amministrazione provinciale. Un impegno testimoniato da decine di interventi mirati, ad esempio quelli finalizzati alla creazione di nuove realtà imprenditoriali attraverso il Progetto Colombo, così come le iniziati-ve per facilitare l’accesso al credito”.

ferMo, CONFERMATO IL CONTRIBUTO AL FONDO REGIONALE DI GARANZIAAnche per il 2012 la Provincia di Fermo conferma il contributo di 60mila euro a favore della Società Regionale di Garanzia Marche

di P. Duranti

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SPECIALE: PREMIO VALORE LAVORO

Nella splendida cornice della Log-gia dei Mercanti di Ancona, si è svolta, martedì 11 dicembre, la

VI edizione del Premio Valore Lavoro, avviata sulle note in sottofondo dell’In-no delle Marche, del Maestro Giovanni Allevi. Grande e sentita la partecipa-zione delle aziende regionali, operanti in diversi ambiti produttivi; significativa anche la presenza delle Istituzioni re-gionali e provinciali e della Federazio-ne dei Maestri del Lavoro d’Italia, il cui Presidente, Amilcare Brugni, è proprio un marchigiano, di Ascoli Piceno. Con la brillante conduzione di Alvin, presenta-tore televisivo e radiofonico, la serata si è aperta con l’intervento dell’Assessore

Regionale al Lavoro Istruzione Forma-zione, Marco Luchetti, il quale ha volu-to sottolineare la consolidata tradizione delle Marche rispetto alla cultura del lavoro, della fatica e della dedizione. “Il lavoro – ha affermato – è un valore che si trasmette in famiglia, un punto di riferi-mento anche in periodi di difficoltà. Oggi sono cambiate le condizioni del merca-to a livello locale e mondiale e ciò deve darci un impulso a trovare vie d’uscita, basandoci sulle nostre forze: dobbiamo guardare ai nuovi mercati e individuare nuove prospettive, puntando molto sulla formazione e sull’uso delle nuove tecno-logie per fare rete”. L’Assessore ha poi sottolineato l’importanza delle risorse

Un’edizione, quella di quest’anno, ancor più significativa se inqua-drata nel difficile contesto nel

quale ci troviamo. Uno strumento utile per capire quanto il tessuto economi-co ed imprenditoriale sia vitale, sano e virtuoso e quanti esempi positivi siano diffusi, anche se misconosciuti. “Valo-re Lavoro” significa dunque riconoscere all’azienda la principale funzione di cre-are un lavoro di valore in termini di inno-vazione, competitività, qualità, ma anche e soprattutto di creare valore nel lavoro, nella capacità di coniugare sviluppo ed

integrazione sociale. Confermata anche quest’anno la menzione “Fuori concor-so”, inaugurata nel 2011,  e dedicata a quelle realtà aziendali già vincitrici nelle passate edizioni che hanno continuato a fare progetti di varia tipologia a favore delle risorse umane in azienda.

Premio “Valore Lavoro”: il nostro tessuto economico è sano e virtuoso

ALLA LOGGIA DEI MERCANTI DI ANCONA LA PREMIAZIONE DELLE AZIENDE MARCHIGIANE PIÙ VIRTUOSE

Il Premio “Valore Lavoro”, giunto quest’anno alla VI edizione, è la manifestazione promossa dalla Regione Marche con la finalità

di condividere tra aziende, istituzioni e cittadini le buone

pratiche realizzate a favore delle risorse umane all’interno

di realtà imprenditoriali marchigiane e, al contempo,

consentire una maggiore conoscenza delle opportunità

relative al Fondo Sociale Europeo

L’Assessore Regionale al Lavoro Istruzione Formazione Marco Luchetti: “Reagire alla

crisi è possibile con buona imprenditoria e occupazione di

qualità”

di A. Dachan

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ALLA LOGGIA DEI MERCANTI DI ANCONA LA PREMIAZIONE DELLE AZIENDE MARCHIGIANE PIÙ VIRTUOSE

messe a disposizione dal Fondo Sociale Europeo, grazie agli interventi della Re-gione Marche, e dal Prestito d’onore, che ha consentito l’avvio di 900 nuove attività. Dopo gli interventi istituzionali si è en-trati nel vivo della cerimonia, iniziando con le aziende premiate per la Sicurezza sul Lavoro; i riconoscimenti sono stati assegnati dalla Federazione dei Maestri del Lavoro d’Italia e sono andati a cinque aziende, delle cinque provincie. I premia-ti di questa categoria sono stati: Antica Bottega Amanuense, Recanati (MC) - Cocci Renzo, Montefalcone Appennino (FM) - CO.BA.R. soc. Coop (AN) - HP Composites srl (AP) - Marotta Macchine srl, Marotta di Fano (PU).

Il momento successivo è stato quello de-dicato alle “Menzioni Fuori Concorso”, destinate ad alcune aziende già premia-te nelle passate edizioni, che hanno co-munque proseguito nella realizzazione di buone pratiche a favore delle risorse umane in azienda. Le menzioni sono an-date a: Antrox Srl (AN) - Bioaesis Srl, Jesi (AN) - Cooperativa Sociale P.A.GE.F.HA. Onlus (AP) - Gerico Società Cooperati-va Sociale, Fano (PU) - Indesit Company Spa, Fabriano (AN) - Inergia Spa (AP) - Record Data Srl, Fano (PU) - Simam Spa, Senigallia (AN).Un pari merito è stato registrato e ri-guarda la menzione prevista per l’As-sociazione che ha segnalato il maggior

numero di aziende: la menzione è andata al Centro per l’Impiego, l’Orientamento e la Formazione di Jesi e alla Provincia di Pesaro ed Urbino.Il momento delle Case History Lavora-tori, è stato dedicato alla valorizzazione delle risorse umane e ha visto la premia-zione di professionisti di diverse azien-de, Atlante Società Cooperativa Sociale, Bufarini Servizi Ambientali, Cooperativa Agricola Valle del Chienti, F.I.P.I.L.L.Srl Trasmissioni Meccaniche, Giromari point, Idea 84 Srl e Loccioni, segnalati dai loro stessi titolari. Ultimo, ma non ultimo, l’atteso momen-to della premiazione delle aziende che si sono distinte come “Buone Pratiche

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SPECIALE: PREMIO VALORE LAVORO

Aziendali 2012” appartenenti ai set-tori più diversificati: telecomunica-zioni, produzioni alimentari, attività agricole (anche biologiche), produ-zione di accessori e componenti per pelletteria, metalmeccanico, rice-zione turistica, cooperazione socia-le. A ricevere i riconoscimenti sono stati i rappresentanti delle aziende AETHRA Communications (A Tlc srl), Ancona - Acqualagna Tartufi, Acqualagna (PU) - Cooperativa So-ciale La Picena, Grottammare (AP) - Elica spa, Fabriano (AN) - Fileni Simar, Jesi (AN) - Giovani Lavorato-ri Associati, Ascoli Piceno - Idea 84 srl, Montegranaro (FM) - La Quer-cia della Memoria, San Genesio (MC) - Michelacci Holding, Gabicce Mare (PU) - Società coop. Agrico-la La Terra e il Cielo, Arcevia (AN). Questo riconoscimento si traduce anche con un apposito logo coniato dalla Regione Marche, che traduce visivamente l’impegno dimostrato e che le aziende potranno utilizzare sulla loro carta intestata e nelle loro presentazioni. L’evento del Premio Valore Lavoro si è concluso con l’ul-timo intervento dell’Assessore Lu-chetti, che ha parlato dell’importan-za di conciliare il tempo del lavoro e il tempo della vita, mantenendo la persona umana al centro di ogni at-tenzione. Luchetti ha poi esortato gli imprenditori e i cittadini a non avere dubbi sull’Europa, che “è il nostro orizzonte lavorativo e deve diventare anche quello politico. Non dobbiamo dimenticare che quest’anno all’Eu-ropa è stato assegnato il Nobel per la Pace e questo è il riconoscimento di un impegno serio per un presente e un futuro di stabilità e di cresci-ta”. L’Assessore ha concluso dando appuntamento alla VII edizione del Premio, esortando i presenti a con-tinuare ad investire in formazione e sottolineando che “Il passaggio dalla tradizione manifatturiera al turismo, intrapreso con coraggio dalla Regione, è impegnativo e com-plicato, ma è determinante per la crescita del territorio, che vanta un immenso patrimonio paesaggistico, culturale e lavorativo”.

Quando il Lavoro è a misura d’uomo:

i fuori programmaA fare da sottofondo sonoro

alla serata, tra i diversi interventi e gli applausi,

c’era la voce di un bambino. Il piccolo è figlio di Maura

Alberti, dei Giovani Lavoratori Associati, una delle

giovani che ha ottenuto il riconoscimento nella categoria

“Buon Pratiche Aziendali 2012”. “Nella nostra azienda

il 99% del personale è donna, così abbiamo creato

all’interno della struttura un Baby parking, per i bambini

da 0 a 12 anni, a cui possono accedere anche le lavoratrici

delle aziende vicine. In questo modo abbiamo i nostri

figli con noi tutto il giorno, possiamo viverceli, siamo più

serene e lavoriamo meglio”. Un altro fuori programma

significativo è stato quando l’imprenditore Enrico Loccioni si è alzato e,

con il suo telefonino, ha voluto fotografare il suo collaboratore Gabriele

Rossetti. Un gesto di grande affetto, che dimostra come la valorizzazione delle persone

non sia limitata solo allo stretto ambito professionale,

ma comprenda anche i rapporti umani.

Emilio Zampetti / Julia Sciuto - Elica

Stefano Uggeri - Aethra Communications

Giovanni Fileni - Fileni Simar

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INCHIESTA

Questa particolare tipo-logia di rapporto di la-voro – chiamato anche

lavoro intermittente o iob on call – escogitata felicemente dalla riforma Biagi del 2003, è stata ampiamente utilizza-ta soprattutto dalle Pmi dei settori della ristorazione e dell’alberghiero, soprattutto nelle regioni – come la nostra – a forte vocazione turistica. Sulla materia è intervenuta la riforma Fornero (Legge n. 92 del 2012), incidendo sulla disciplina previgente. In parti-colare, con riferimento ai con-tratti a chiamata la legge ha introdotto un nuovo adempi-mento: l’obbligo di comunica-re la durata di ogni attivazione effettiva del lavoratore. Sen-nonchè a quanto pare le mo-difiche introdotte in materia dal Governo Monti – ed entra-te in vigore lo scorso 18 luglio - non hanno portato gli effetti sperati, vale a dire l’aumento dell’occupazione. Tutt’altro. Al vistoso calo dei contratti “a chiamata” non è corrisposto un incremento dei rapporti stabili. Secondo uno studio

pubblicato pochi giorni fa sul sito www.lavoce.info (firma-to da Bruno Anastasia) – che riprende dati resi disponibili dalle Regioni e dalle Province autonome aderenti al gruppo di lavoro multiregionale SeCo (Stastistiche e Comunicazioni obbligatorie) - infatti, in tutta Italia nel terzo trimestre di quest’anno risultavano in vita quasi 72mila contratti di lavo-ro a chiamata, il che significa un -27 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e addirittura un –57 per cento rispetto al trimestre precedente (aprile-giugno 2012). Nelle Marche il “nuovo” contratto a chiamata è andato ancora peggio, conducendo la nostra regione all’ultimo posto tra quelle monitorate: -40 per cento di assunzioni effettuate da luglio asettem-bre di quest’anno tramite questa tipologia contrattuale rispetto al medesimo periodo del 2011, e -63 per cento in rapporto al secondo trimestre di quest’anno. Un disastro, come del resto avevano previ-sto non pochi osservatori.

Il “nuovo” contratto a chiamataCon l’entrata in vigore della Riforma Fornero è possibile

instaurare contratti “a chiamata”, senza limiti riferiti alle attività di impiego, per i giovani sotto

i 24 anni o per i soggetti sopra i 55 anni, anche pensionati.

E’ stata poi soppressa la possibilità di utilizzare tale

tipologia contrattuale per periodi predeterminati nell’arco della

settimana, del mese o dell’anno: prima infatti si poteva fare ricorso

alla “chiamata” ad esempio nel fine settimana, durante le

ferie estive o natalizie, ecc. Più precisamente: stando a quanto

chiarito dallo stesso Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali,

tale possibilità pare sia ammessa se prevista dalla contrattazione collettiva. Si ricorda infine che dal 18 luglio 2012 i datori di

lavoro sono tenuti a comunicare preventivamente l’inizio della

prestazione o di un ciclo integrato di prestazioni non superiore a 30

giorni (altrimenti rischiano una sanzione da 400 a 2.400 euro).

Riforma Fornero, nelle Marche - 40 per cento di contratti a chiamataStando ad alcune recenti statistiche, nelle Marche la riforma del lavoro targata Elsa Fornero (attuale Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali) ha portato più danni che benefici. Se guardiamo ad esempio i numeri che indicano il ricorso al “lavoro a chiamata”, ce ne rendiamo subito conto

di P.Duranti

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Fonte: elabobrazione SeCO, novembre 2012 (tratto da www.lavoce.info)

REGIONE

ASSUNZIONI CESSAZIONI

III TRIMESTRE 2012VARIAZ. %

III TRIM. 2012 SU II TRIM. 2012

VARIAZ. % III TRIM. SU II TRIM. 2012

III TRIM. 2012VARIAZIONE III

TRIM. SU III TRIM. 2011

VARIAZ. % III TRIM. 2012 SU II TRIM.

2012

Piemonte 5007 -28% -46% 5550 -22% -21%

Lombardia 13198 -10% -44% 21502 43% 29%

Liguria 4716 -33% -61% 12170 39% 65%

Prov. Bolzano 2182 -21% -46% 3199 42% 9%

Prov. Trento 2238 -22% -43% 4151 28% 33%

Veneto 12532 -32% -56% 30146 56% 62%

Emilia Romagna 15754 -30% -66% 40669 34% 22%

Marche 7275 -40% -63% 20416 23% 68%

Umbria 2869 -18% -48% 5208 52% 47%

Campania 3617 -12% -62% 7705 96% 14%

Sardegna 2380 -32% -59% 5290 23% 57%

TOTALE 71768 -27% -57% 156006 36% 36%

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CULTURA

Questo incontro è stato quasi una jam ses-sion! Tre amici hanno portato la loro per-sonale sensibilità e la loro matura profes-sionalità per regalarci un’emozione bella, ovvero la possibilità di conoscere un po’ meglio un genere musicale che è un inno alla condivisione e al rispetto tra gli esse-ri umani. Duke Ellington, a proposito dei discorsi tecnici ed accademici sulla lette-ratura del Jazz, era solito dire che “Quelle chiacchiere fanno puzzare i locali” per cui anche noi abbiamo volutamente lasciato da parte i riff, i break, il beat o le triplette, per regalare spazio ad un’espressione più originale.

Marco Adami, unitamente a Remo Mariani, è proprietario dell’emittente radiofonica

Skyline Radio & Soul, una coraggiosa ed elegante voce che trasmette musica di vera qualità.

“Passato, presente e futuro di Skyline Radio & Soul. Quale dimensione tempo-rale preferisci? Per noi il tempo è un percorso da rinnova-re giorno per giorno. Da quando è nata la nostra radio non ha mai dato ascolto a facili soluzioni com-

merciali. Inizialmente è stata concepita come “radio parlata” ma col tempo abbia-mo escluso i conduttori perché abbiamo ritenuto che i loro interventi, unitamen-te a generi musicali diversi, cozzassero troppo con la possibilità di affascinare l’animo dell’ascoltatore. Negli anni sia-mo evoluti lavorando per sottrazione, per cui le scelte di ieri, a volte temerarie ed in controtendenza, hanno delineato il profilo di questo presente! Per il futuro il nostro obiettivo è continuare a portare avanti questo grande progetto con lo stesso en-tusiasmo dei primi tempi”.

Il vostro palinsesto invita all’ascolto tar-get diversi a seconda dell’orario. Come cambia lo stile della vostra programma-zione durante le 24 ore?“La nostra programmazione segue sem-pre lo stesso filo conduttore, 24 ore su 24, che è quello della qualità. A variare sono le sonorità che di giorno seguono un rit-mo più dinamico e deciso mentre di notte si fanno più suggestive ed intense. Gene-ralmente cerchiamo di miscelare ritmi e sonorità affini a prescindere dal genere musicale a cui appartengono; idealmente è come se tracciassimo un’onda piacevol-mente sinuosa…”.

Il Jazz è considerato musica per inten-ditori raffinati perché ricca di generi diversi che si sono fusi fino a maturare uno stile originale; forse anche perché è l’espressione di un’intimità, culturale e personale, che mai può essere davvero Pop... Che cosa è per te la Classe? ”Parlare di Classe in questo ambito si-gnifica porre l’accento su una selezione di brani ricercati, adatti ad un pubblico di nicchia; sono quelli che fanno vibrare fin nel profondo e trasformano l’ascolto in un’esperienza sensoriale. Rientrano in questa categoria le canzoni evergreen ca-paci di colpire ed emozionare sia i cultori del genere che gli appassionati non solo di Jazz ma anche di black and soul; a ca-ratterizzarle, un sound carico di atmosfe-ra e suggestione che le colloca al di sopra del tempo e delle mode”.

Sostenere una radio non commerciale (quasi l’80% della programmazione è musicale) onora la Libertà. Come con-cepisci questo nobile principio?“Skyline Radio & Soul dipende solo dalla propria idea di musica e a buona ragio-ne può definirsi “libera” da preconcetti o vincoli che le major discografiche spesso impongono! Il suo unico “dovere” è voler

Se la Libertà non può parlare, almeno è JAZZ!Tre voci marchigiane raccontano il loro soul: Marco Adami, Massimo Manzi, Simone Grassi

di Monica Manzotti

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intrattenere gli ascoltatori con la musica più bella; è uno stile di vita che segue l’i-stinto ed asseconda la propria passione”.

Massimo Manzi. Citare alcuni dei colleghi con cui ha condiviso concerti memorabili (Metheny,

Gomez, Woods, Rava, Cerri, fresu, urbani, Bosso, etc.) o dei grandi palchi che hanno applaudito la sua batteria (tokyo, New York, Madrid, Milano, Perugia, Roma, Padova, etc.) non rende giustizia a questo Maestro romano (marchigiano di adozione) che il mondo della musica ringrazia calorosamente. Neanche le 150 etichette di CD che ha firmato possono esaurire la sua presentazione. Massimo Manzi è Massimo Manzi!

Che lezioni cerchi dai grandi maestri che ti ispirano? E dai tuoi allievi che vi-brazioni ricevi?“La fase dell’apprendimento è iniziata da autodidatta attorno ai 15 anni quando ero io il primo maestro di me stesso; anche le orchestre ritmiche della TV, le feste di piazza e la mia famiglia hanno stimolato i primi approcci verso la batteria. Il passag-gio alla formazione ortodossa è avvenuto

alla Scuola Popolare di Musica Testaccio di Roma. Il viaggio, poi, è proseguito at-traverso stage vari che hanno influenzato il mio stile attorno alla metà degli anni ’80 durante i quali ho lavorato con Peter Er-skine e Jack De Johnette; Max Roach è stato il mio primo e vero esempio di cui ho apprezzato gli assoli musicali ed una sen-tita ricerca del melodico. Di Elvin Jones, invece, ho appreso l’energia, il possesso di matrici ritmiche diverse; ho impiegato dieci anni per decodificare questo mae-stro grazie al quale ho, poi, compreso che la mia strada era più vicina all’Africa che al Big Ben! La fase dell’insegnamento è attuale e mi inorgoglisce molto perché mi consente di trasmettere il mio linguaggio a giovani allievi, alcuni dei quali stanno sperimentando con fresca originalità la loro strada”.

Nina Simone, John Coltrane e Billie Ho-liday sono solamente alcuni dei tanti grandi viziati da droga, alcool e tormen-tati da una vita di eccessi. Di che cosa aveva fame la loro anima?“Io addirittura non fumo quindi sono lon-tano da certe situazioni ma da artista (diciamo artista per convenzione perché lascio sempre ai critici la possibilità di

definire la mia musica...) posso compren-dere la sofferenza che si prova quando la propria musica e le proprie credenze non sono condivise; ovvio poi che esperien-ze umane soggettive possono influire su una particolare condizione psicologica. Il grande collega Massimo Urbani è stato un uomo che ha sublimato in musica uno struggimento interiore la cui intensità mi è arrivata fortissima, una sensibilità che ha arricchito la musica e che regala rare emozioni. Posso aggiungere che oggi forse non esiste più l’artista maledetto quanto piuttosto un artista colto che può avere certi vizietti ma non legati stretta-mente a ciò che suona”.

Il fulcro di una Jazz band è la sezione ritmica composta da basso, batteria, chitarra e/o pianoforte e farne parte significa adeguarsi continuamente a sé stessi e agli altri musicisti. Se l’incontro tra tutti è rispettoso ed emotivamente coinvolgente che magia si scatena?“Fare parte di una sezione ritmica è una grossa responsabilità. Durante i miei stage eseguo lo stesso pezzo prima se-condo modalità classiche e poi modalità più originali, interagendo con i fraseggi degli altri musicisti, per dimostrare che

Massimo Manzi / ph Omar PiraniMarco Adami Simone Grassi / ph Omar Pirani

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CULTURA

la batteria ha la capacità di dare la svolta ad un pezzo. A riguardo Count Basie di-ceva che “quell’omino dietro i tamburi è l’headman”. Il musicista Jazz deve saper ascoltare i compagni altrimenti l’ego di ognuno può sacrificare il pezzo, deve ave-re la capacità sia di creare che di tacere. Tecnicamente si dice che c’è “interplay” quando la comunicativa tra i musicisti è affiatata e la “composizione istantanea” risulta convincente. Oggi ho la fortuna di trovarmi bene con chi lavoro più spesso; quando suoniamo speriamo che succe-da qualcosa di imprevedibile e di fresco, quindi magico! Simone (Grassi) aggiunge che Paolo Piangerelli, colto discografico maceratese, disse che il jazzista com-pone suonando perché da un canovaccio può passare ad un pezzo originale e sor-prendente!”. Si può essere un musicista tecnicamen-te perfetto ma non saper pizzicare le corde dell’anima della gente (un dono preziosissimo e fuori mercato!). Vuoi descriverci cosa provi durante le tue esibizioni?“Il bello del Jazz è poter mettere via la tecnica, che occorre conoscere, ed aprir-si all’imprevisto sapendo di poter creare continuamente un capolavoro o un obbro-brio! In Italia si rischia spesso di esalta-

re le tinte intellettuali di certo Jazz a di-scapito di un’espressione più sanguigna e vicina allo spirito originario di questa musica che è nata vitale, sia nel rispet-to della propria integrità espressiva che delle aspettative di un pubblico anche non tecnico. Una completa professionalità, o come la chiamano gli americani show-manship, comunica alla gente e può invo-gliarla a riascoltare quella musica anche a casa. Quando mi esibisco sono concen-trato su quello che sto facendo e sull’a-scoltare gli altri; non dimentichiamoci, inoltre, che questo strumento impegna quattro arti che talvolta bisogna coordi-nare simultaneamente. Il grande Gene Krupa diceva che “non si deve suonare la batteria se non si prova piacere a farlo”. Personalmente, quando provo sicurezza e soddisfazione il sorriso arriva spontaneo altrimenti mi rendo conto che c’è da lavo-rare su vari fronti!”.

Simone Grassi, leader e voce dello Skyline Jazz Quintet. Si definisce “un piccolo ed eterno allievo” che

ringrazia sempre il suo pubblico che ogni volta lo dirige, corregge e premia.

Giochiamo! Abbina quattro grandi mae-stri di tutti i tempi ai cibi che secondo te li descrivono maggiormente.

“Domanda molto divertente ed impegna-tiva! Premetto che questi maestri sono grandi per la mia sensibilità e anche per i miei limiti… Cominciamo con Erik Satie, un pianista che ha interpretato le avan-guardie del XIX secolo teorizzando “la musica d’arredamento”, un provocatore che ha anticipato la contemporaneità con poesia e creatività! [Nel frattempo Massi-mo mette un piacevole sottofondo di que-sto autore francese]. Accosto Satie ad un semplice piatto di scampi e liquirizia: es-senziale, imprevedibile e profondamente evocativo come lui. Frank Sinatra, invece, è il miglior piatto del giorno di ognuno di noi! Popolare od elaborato per certo cor-risponde al piatto che vogliamo. Abile, stacanovista ed eclettico, capace di una semplicità mai banale e per questo prima o poi piace a tutti. Passo a Franco Cerri, per mia fortuna amico/collega e soprat-tutto maestro, un uomo il cui spessore umano è tanto profondo quanto raro. Da irrinunciabile autodidatta ha prima assor-bito ogni cifra musicale degli anni ’50-’70 per poi riscrivere una chitarra unica nella scena internazionale. Da buon meneghi-no, Franco incarna il risotto alla milane-se, una ricetta di tradizione però rivisitata con le varianti più esplorative così come ricerca la sua musica. Last but not least i colleghi dello Skyline Jazz Quintet. Oltre

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Per info:www.skyline.itwww.skylinejazz.it

al qui presente Massimo Manzi collaboro con Massimiliano Pirani (chitarra), Gian-ludovico Carmenati (contrabbasso) e Gia-como Uncini (tromba, filicorno). Con loro cucinerei una gustosa paella, complessa da preparare perché tanti gli ingredienti e metodica la procedura dei dosaggi. Ecco, ognuno di noi con la sua identità contri-buisce ad un interplay bilanciato e preci-so, per esprimere un aroma musicale che premia lo swing sia nel songbook italiano che internazionale.

Come immagini la casa di un amante di Jazz? E quella di un musicista Jazz?“Conosco molti amanti del Jazz per cui ho un’immagine vivida e non fantasiosa. Ho frequentato case “museo” ove tutto è catalogato in maniera sacrale ed il solo guardare produce gusto ed ammirazio-ne. Ho vissuto, poi, quella dell’amante viscerale per cui ogni ambiente è indistin-tamente a servizio della musica: la cuci-na può diventare più che altro un luogo di ascolto ed il salone una discoteca ove archiviare dischi, CD e riviste! Le stanze rappresentano un affresco disordinato ma vivo e colorato. La casa di un musici-sta, invece, è sempre secondaria rispet-to al palco; può rassomigliare più ad una minimalista sala d’attesa, perché il suo proprietario è nomade, oppure può esse-

re come un vulcano ove la musica circola come il magma e pervade ogni spazio! Massimo aggiunge che la sua vera casa è la macchina che rappresenta un guscio mentore importante”.

La tua voce incanta anche quando pero-ra la causa di Drink Smart. ti va di sen-sibilizzarci?“Drink Smart fa parte di un più grande progetto legato a Zap Juice, un’associa-zione, di cui sono fondatore e presidente, intenta a promuovere il territorio marchi-giano tramite attività culturali soprattutto musicali. Tramite questa campagna, in collaborazione con la Polstrada, voglia-mo sensibilizzare il nostro pubblico sulla possibilità di bere e divertirsi in maniera intelligente, senza fare moralismi gratuiti ma invitando al rispetto della vita propria ed altrui”.

In una società perbenista che si sor-prende ancora che un Presidente u.S.A. possa essere un negride, come vivi il dolore della segregazione razziale che il Blues esprimeva con tanta instanca-bile energia?“Non ho vissuto quel contesto sociale per cui mi affido al corpus letterario o mu-sicale che in qualche maniera me lo fa rivivere. Penso che il devastante dolore

provocato dalla segregazione razziale do-vrebbe sempre convertirsi in indignazione e azione. Il blues così come il Jazz, reali manifestazioni di questo, sono culture che hanno vinto sulle brutalità dell’epoca contaminando i costumi e tutta la musica che da allora è stata prodotta, infonden-do una viva scintilla di Africa nel cuore dell’Occidente. Chi parla di razzismo de-lira, avvelena la dialettica evolutiva di un paese che vive e non si arresta, al di là degli interessi di certi mercati che disfa-no pezzi di storia ed identità solo per ri-empire la propria pancia; una condizione che già denunciava Pasolini negli anni ’50 parlando del genocidio appunto culturale. Oggi Skyline Radio & Soul, Skyline Jazz Quintet e Zap Juice cercano di condivide-re un’educazione musicale celebrazione di gioia e musica; la tensione del nostro lavoro non è mai banale sebbene ricer-chi la semplicità proprio per avvicinare la tradizione al presente, in assoluto senza intenti salvifici o nostalgici. Massimo an-nuisce aggiungendo la possibilità di poter godere naturalmente di una musica ap-parentemente difficile ma sicuramente generosa”.

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CULTURA

Quando ha iniziato a dedicarsi all’arte?“Direi da sempre: ero destinato a

diventare pittore, è un qualcosa che ho sempre avuto dentro di me. Da bambi-no abitavo in un paesino di campagna e la gente usciva, passeggiava; era un bel posto e c’erano molti pittori che veniva-no con i loro cavalletti. La mia era una famiglia povera: ho dormito per anni su un materasso fatto con le foglie di gran turco e non potevo di certo permettermi di comprare colori, nonostante mi atti-rassero molto. Così ho colto la presen-za dei pittori: mi sedevo accanto a loro, guardavo come si muovevano, cosa era-no capaci di realizzare. Quando finivano il loro lavoro chiedevo se mi regalava-no i colori avanzati sulla tavolozza e mi mettevo a dipingere. Poi mio padre mi ha fatto un regalo che non dimentiche-rò mai: la mia prima cassetta di colori. Così ho iniziato mettendo a frutto ciò

che avevo imparato osservando gli arti-sti en plein air: utilizzando uno stile ve-loce, quasi impressionista. La situazione di povertà in cui versava la mia famiglia, però, mi ha spinto ad andare a lavorare in fabbrica, ma lì stavo davvero male. Ho resistito fino all’età di 15 anni, poi sono andato a Milano a cercare un qualche posto inerente all’arte grafica: ho trovato aziende che creavano fumetti, pubblici-tà, comunicazione e ho iniziato l’appren-distato, studiando disegno e imparando a conoscere anche il mondo dell’edito-ria. Questo lavoro mi ha dato da vivere, permettendomi di dipingere per il gusto e il piacere di fare arte. Poi è avvenuto un incontro che mi ha cambiato la vita…”.

Chi ha conosciuto?“Avevo 17 anni quando ho conosciuto mia moglie Laura e con lei la meraviglia dell’amore. Lei era di una buona fami-glia, viveva con regole rigide e rigorose,

in un ambiente completamente diverso da quello in cui mi trovavo io. In quel pe-riodo di giorno lavoravo, nei fine settima-na partecipavo a concorsi e mostre, an-dando in giro con il mio cavalletto, le mie tele e i miei colori, mentre nelle ore not-turne dipingevo. Mi è capitato di essere segnalato, di ricevere premi, ma ancora non mi sentivo completo. Mia moglie mi ha sempre spinto, comprendeva il mio desiderio di emergere con i miei quadri, così come mi ha compreso quando mi sono trovato ad un bivio”.

Cosa era successo?“Mi sono trovato a dover scegliere tra le mie passioni: mi sentivo attratto da un lato dalla musica, dall’altro dalla foto-grafia e pittura. Così ho chiesto a lei di scegliere per me e lei mi ha spinto alla pittura. Era il 1975 e decisi di dare una svolta anche alla mia arte, ma non vole-vo andare in accademia, perché sentivo

Giuseppe Donghi“La mia pittura è un racconto, come il capitolo di un libro”Artista brianzolo, pittore e fotografo, si ispira ai Maestri del Rinascimento per creare tele in bilico tra sogno e realtà, dove si coniuga uno stile realista, ad un’indomita voglia di andare oltre, di scavare nelle ombre

di A. Dachan

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che non mi avrebbero insegnato ciò che volevo”.

Cosa stava cercando?“Io ero in cerca di un vero maestro: ab-biamo girato su e giù in Italia, finché a Seveso, non ho incontrato un bravissi-mo pittore tedesco, Federico Von Rieger. Sapevo che sarebbe stato difficile avvi-cinarlo, ma per fortuna avevo un amico che faceva il custode presso la sua casa e tramite lui sono riuscito a farmi riceve-re. Gli ho mostrato i miei quadri, che lui ha osservato per due ore, senza parlare. Alla fine mi ha detto: “Se vuoi diventare mio allievo, ricomincia da zero”. All’epo-ca avevo già 27 anni e per me non era una decisione semplice da prendere. Mi sono messo al suo servizio; ininterrotta-mente per tre anni mi ha fatto disegnare tutto ciò che aveva una forma, mani, pie-di, sassi; poi, al quarto anno, ho inizia-to a usare il colore. Sono stato sotto la

sua guida per ben sette anni, finché mi ha detto che ero finalmente pronto per dipingere”.

Non è stato difficile per lei, con il suo spirito indomito, affidarsi completa-mente alla guida di un maestro così ri-goroso?“Sono stati senza dubbio anni impegna-tivi, ma ero contento perché lo stimavo immensamente. Ho fatto ricorso all’u-miltà che mi ha sempre contraddistinto e devo dire che è stata davvero la parte più ricca della mia vita: avere poco, per me, significa vivere bene, avere il tempo per riflettere, capire, per curare i propri affetti. L’umiltà ti dà la possibilità di stare un passo indietro e per questo ti rende libero. Ricordo ancora con emozione il giorno in cui mi ha salutato, dicendomi: “Sei pronto per dipingere, ormai mi hai superato.” È stata una delle gioie più grandi della mia vita”.

Dopo la “benedizione” del suo maestro, non ha più smesso di fare quadri: cosa rappresenta nelle sue tele?“Lui usava sistemi che venivano impie-gati nel ‘500 ed era proprio quel tipo di linguaggio espressivo che cercavo. Ho fatto mia l’arte antica, per poi modifi-carla in base alle mie emozioni. Dipingo molto soggetti umani e paesaggi. Quan-do faccio ritratti cerco di cogliere, attra-verso le fattezze e i lineamenti del viso, cosa prova la persona, qual è il suo sen-timento, quali sono le sue idee e cerco di trasmetterlo sulla tela. La mia pittura è un racconto, è come il capitolo di un libro; alla fine di ogni mostra è come se la gente avesse letto un mio romanzo”.

Come ha conciliato il suo iniziale retag-gio impressionista, con la capacità nar-rativa che ha sviluppato in seguito?“Nei miei quadri, in realtà, si colgono entrambe queste sfumature: dietro ogni

“Quando sono in cima alla montagna mi chiedo perché sono vivo, chi sono io, cosa c’è oltre…”

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CULTURA

quadro c’è l’emozione di un attimo, ma anche il racconto di una vita”.

uno dei soggetti ricorrenti, nelle sue fo-tografie e nelle sue tele è la montagna: perché?“Amo molto la montagna: davanti a lei ti rendi conto che sei piccolo, che sei una formica, ma che fai parte dell’universo, sei vivo. La montagna è emblematica della nostra esistenza: se vuoi arrivare fino in cima, devi sudare, devi impegnarti. Quando sei in cima ti chiedi chi sei, perché sei lì, perché sei vivo, cosa c’è oltre; riesci a scoprire cosa conta davvero nella vita, specie quando sei avvolto dalla profondi-tà del silenzio e l’unica cosa che senti è il tuo respiro e quello della persona che è

lì con te. Il silenzio ti parla e diventi parte della natura. Io ci vado sempre con mia moglie; quando siamo lì, la fatica fa ca-lare la parola, ma basta uno sguardo per rafforzare la sintonia tra noi, raggiunge-re la fusione completa”.

tra le sue tele, ce n’è una che mi ha col-pito particolarmente e che ritrae una donna avvolta da un lunghissimo man-tello nero, che dà le spalle proprio alla montagna. Che cosa rappresenta?“È un quadro molto sofferto, che ho ini-ziato negli anni ’80 e finito solo nel ’96. Ho raccontato cosa significhi essere vi-cini alla morte, dopo che avevo subito un trapianto di fegato e stavo per andarme-ne… La signora in nero è il confine tra la vita terrena e l’al di là; è lì che ti aspetta,

fa da traghetto. Le sono fuggito, ma è stata un’esperienza che mi ha fatto capi-re cose importanti della vita, che sino ad allora avevo tralasciato; lo racconto pro-prio perché credo che bisogna divulgare noi stessi e creare il melograno: ognuno di noi è un chicco e solo creando un lega-me tra tutti si ottiene il frutto”.

Cita spesso sua moglie: quanto conta nella sua vita e nella sua arte l’amore?“Mia moglie è la mia vita, con lei non ho segreti; il 70% di quello che sono come persona lo devo a lei. Lei è la mia parte femminile, è l’essenza di me, mi comple-ta, è il mio equilibrio. Abbiamo caratteri simili, a volte contra-stanti, che vanno a creare una composi-zione floreale perfetta. In questo suben-

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tra anche l’amore per mia figlia, che ci ha regalato due nipoti. Tutta la mia vita è basata sull’amore, sull’arte, sulla po-esia, sulla natura. Sono un uomo felice, l’unica cosa che vorrei cambiare è l’età, ma solo perché con il tempo il corpo ha bisogno di più tempo per seguire la te-sta”.

Lei viaggia molto, ma torna spesso nel-le Marche: che rapporto ha con la no-stra regione? “Il rapporto che ho con le Marche è quello che ho con le regioni dove si re-spira autenticità, umiltà, sentimento. Qui ritrovo le mie origini, la campagna, le persone, il gusto di stare insieme, di salutarsi, raccontare; trovo tradizioni, mestieri, contatto umano. Se volessi

una chitarra verrei a sceglierla qui, così, quando la suonerò, suonerò le Marche e avrò il ricordo di questa terra meraviglio-sa. Ogni volta che torno qui poi mi porto a casa un pezzo di questa regione: quadri, vetri, arte. Davvero le Marche sono l’incarnazione più bella dell’Italia, che è un’affascinante signora stesa in mezzo al mare, vestita d’arte, cultura e paesaggi meravigliosi”.

Siamo in prossimità delle feste, c’è un messaggio che vorrebbe lasciarci?“Facciamo tutti un passo indietro: questo sistema di vita non può funzionare, per-ché basato solo sul denaro, sulle cifre, sulla fretta. Riappropriamoci della vita, riscopriamo la natura, i sentimenti, l’amore”.

ritratto deLL’artiSta

Nato ad Ivrengo nel 1950, fa la prima

mostra personale a soli 17 anni. Nel ’77 incontra il Maestro

Federico Von Rieger”, con il quale studia

per ben setta anni. È uno dei fondatori del

gruppo “Arte Brianza” e con le sue mostra gira

l’Italia e il mondo.

“Le Marche sono l’incarnazione più

bella dell’Italia, che è un’affascinante signora stesa in mezzo al mare, vestita d’arte, cultura e paesaggi meravigliosi”

www.donghigiuseppe.it

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Si è svolta a Fano, presso il Teatro della Fortuna, in occasione della solennità della Madonna di Loreto

e della Giornata della Pace, l’VIII edizione della Giornata delle Marche. Dal titolo “Impegno per vincere nella vita”, l’edizio-ne di quest’anno sviluppa il tema dell’im-pegno che rifiuta inedia e rassegnazione, accetta la sfida e raggiunge il successo, utilizzando la metafora dello sport e le storie di tanti atleti, con particolare rife-rimento alle Olimpiadi 2012 che si sono tenute a Londra lo scorso luglio. “Rico-noscimenti che inorgogliscono la comu-nità che crede nello sport e lo vive con partecipazione ed entusiasmo” ha detto il presidente Gian Mario Spacca che rico-nosce agli atleti di essere “la dimostra-zione tangibile, la testimonianza vera di un comportamento virtuoso ispirato a nobili valori e coraggio, che può essere di esempio per la vita e utile per affronta-re momenti difficili come quelli che stia-mo vivendo in questo periodo di crisi”. Il “Picchio d’Oro”, creato per l’occasione dallo scultore Nazzareno Rocchetti, è andato agli atleti: Valentina Vezzali, Elisa

Di Francisca, Gianmarco Tamberi, Paolo Ottavi, Julieta Cantaluppi, Samuele Papi, Emanuele Birarelli, Andrea Bari, Mas-simo Fabbrizi, Filippo Maria Baldassari e Michele Regolo. Premiato ma assen-te per impegni di lavoro il pesarese Fi-lippo Magnini. Premiati anche gli atleti marchigiani che hanno partecipato con successo alle Paraolimpiadi di Londra: Andrea Cionna, Giorgio Farroni, Assunta Legnante e Riccardo Scendoni. A riceve-re il premio speciale anche i tecnici del-le squadre olimpioniche: Piero Benelli, Carlo Castagna, Marco Masi, Stefano Ce-rioni, don Mario Lusek, Annalisa Coltor-ti, Nicola Selvaggi e Piergiorgio Severini. Infine, il Premio Speciale del Presidente della Regione Marche è andato allo jesi-no Roberto Mancini, ex calciatore ed at-tuale allenatore del Manchester City. Quest’ultimo non ha risparmiato battute su Balotelli: “Gli voglio molto bene. Lui è un ragazzo tranquillo. Ha grandissime qualità, non è in vendita. Uno con le sue qualità la gara deve cambiarla in qualsi-asi momento, spero che questo momen-to arrivi presto”. Suggestiva e parteci-

pata la cerimonia, che è stata presentata da Ilaria D’Amico ed Andrea Carloni ed ha avuto toni festosi e allegri; a dare il ben venuto agli ospiti il padrone di casa, il Sindaco di Fano Stefano Aguzzi, che in-sieme al Presidente della Regione Mar-che Gian Mario Spacca ha proceduto con le premiazioni. Presenti sul palco anche il presidente dell’Assemblea Legislativa delle Marche Vittoriano Solazzi ed il Vi-cepresidente Paola Giorgi. Il Presidente della Regione Marche Gian Mario Spac-ca, dopo la proiezione di un filmato dedi-cato agli atleti, ha definito tutti i premiati: “Il simbolo delle migliori virtù dei mar-chigiani, i migliori rappresentanti della propria terra e dell’impegno necessario per vincere nella vita. Questi grandi atleti devono servire da stimolo soprattutto per i giovani, quale esempio positivo di un successo ottenuto grazie all’impegno sul campo”. La serata si è conclusa in bel-lezza, con l’atteso concerto del Maestro Giovanni Allevi, dedicato alle Marche. Sport e musica, ha affermato il compo-sitore e Direttore d’Orchestra, servono a sfidare se stessi ed i propri limiti”.

XIII giornata delle MArche: premiati gli atleti olimpici “Impegno per vincere nella vita”

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A CASA DI

BENVENUTI A V I L L AG I U L I A

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La StoriaVilla Giulia fu proprietà del vice Re d’Italia Eugenio Beauhar-nais, amato figliastro di Napoleone, che ne curò l’ampliamen-to e l’abbellimento.Dopo la sua morte venne acquistata dal conte Carlo Ferri, nobile fanese di grande ingegno che ricoprì diverse cariche nel governo pontificio e fu anche governatore di Perugia.A quest’epoca risale un ampliamento della villa su progetto dell’architetto Giuseppe Ferroni di Senigallia, che fu uno dei maggiori architetti marchigiani del XIX secolo. La si-stemazione definitiva della villa avviene nel 1892 per volere di una delle figlie del conte Ferri, Giulia, sposa del barone Giulio de Rolland. Giulio de Rolland fu anche un valoroso generale e senatore del Regno d’Italia. Villa Giulia divenne poi proprie-tà della nipote di Giulia, la marchesa Maria Pia Tacoli di San Possidonio, che ne fece un luogo di villeggiatura per sé, per il marito e la figlia Laura. Durante la Seconda Guerra Mondia-le Villa Giulia fu occupata prima dalle truppe tedesche, che vi stabilirono il Comando della Piazza Militare di Fano, quindi dal comando polacco ed inglese. Nel 1948, in occasione del matri-monio della marchesa Laura con il conte Marco Celio Passi di Venezia, miei genitori, la cappella venne restaurata e fu creato il grande portale esterno. Dal 2004 si è presa la decisione di aprire questo luogo amatissimo all’ospitalità, per dare modo a molte altre persone di condividere quelli che sono i miei senti-menti verso questo luogo incantevole.

Villa Giulia offre l’incantevole ed ormai rara opportunità di vivere in una dimora storica, che unisce in sé la calda ospitalità di un’antica famiglia che fa condividere ai suoi ospiti la sua storia e le sue tradizioni, il fascino degli ambienti rimasti intatti nel tempo e la bellezza unica della sua collocazione. È, infatti, immersa in un grande parco mediterraneo affacciato sul mare Adriatico, a metà strada tra le città di Fano e Pesaro.

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A CASA DI

ANNA PASSI , LA PRoPRIETARIA “Quando ero bambina Villa Giulia era il mio Paradiso sognato durante i lunghi e nebbiosi

inverni a Venezia. Attendevo l’arrivo dell’estate e quindi del nostro trasferimento a Villa Giulia

per le vacanze, nel ricordo del pieno contatto con la natura, del colore dei fiori, della fresca

brezza marina e dei meravigliosi panorami offerti da questo luogo. E’ incredibile, infatti, come Villa Giulia, non solo a mio parere ma

anche a giudizio di quasi tutte le persone che la frequentano, riesca a trasmettere una sensazione

di perfetta serenità!”.

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INTERNI

La villa è rimasta intatta nel tempo: tutti gli arredi sono originali, sia nei numerosi salotti e salottini, tutti a disposizione degli ospiti, che nelle camere che si trovano al primo piano e nella Dépendance, una piccola antica casa di campagna che si trova a fianco alla villa. Ogni camere ha la sua personalità e il suo carattere. Ovunque poi sono rimaste le tracce degli antichi abitanti della villa: dai libri d’epoca agli oggetti di uso quotidiano, dai cavalli a dondolo ai giochi antichi che sono conservati nella torre. Le stoffe sono spagnole o francesi, i colori dominanti sono i gialli, i verdi ed i rosa. Gli affreschi della villa sono stati restaurati o eseguiti da me, che ora vivo qui tutto l’anno. Da poco tempo sono state restaurate due case coloniche nel parco, proprio sopra alla piscina, ricavandone deliziosi appartamenti con cucina, per chi sceglie di fare di Villa Giulia la sua casa per una o più settimane.

Per info: Via di Villa Giulia, 40 61032 Fano (PU)Tel: 0721 823159www.relaisvillagiulia.comI

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A CASA DI

NEL NoME DI GIULIAGiulia fu una donna di

forte personalità e vivace intelligenza, grande amica di S.A.R. la Regina d’Italia

Margherita di Savoia, con la quale condivise

una grande passione per l’alpinismo.

Fu la prima donna a scalare il Monte Bianco e

fu amica del poeta Giosuè Carducci.

Da lei la residenza prese il nome di Villa Giulia. di

settembre.

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VIAGGI

SOLUZIONIMID BREAK

SOLUZIONILONG BREAK

A cura di Maraviglia viaggi

www.maravigliaviaggi.it PER STACCARE LA SPINA

info su: www.maravigliaviaggi.itTel. 071 206402

DUBAIEmirati Arabi UnitiUn vero e proprio paradiso esotico circondato dal deserto e dal mare. Un luogo ricco di fascino dove l’arte e la cultura antica del popolo arabo si mescolano in maniera curiosa e dinamica alle in-novative tecniche di costruzione, dando origine ad una metropoli. Tante le architetture divenute nel tempo il simbolo di Dubai come il Burj Al Arab, il lussuosissimo albergo a 7 stelle ed il Burj Kha-lifa, la più alta struttura mai realizzata dall’uomo, che convivono con la parte antica della città caratterizzata da moschee, musei e dai palazzi degli sceicchi. Da non perdere, l’escursione nel deser-to di Dubai: un’immensa distesa di sabbia dove il nulla è a tratti interrotto da oasi, un’esperienza mistica un tempo riservata solo ai coraggiosi ed oggi accessibile a tutti.

PARTENZE DA MILANO, VENEZIA E ROMA, DAL LUNEDì AL GIOVEDì QUOTE A PARTIRE DA € 860 A PERSONA

Il pacchetto comprende: volo di linea + 3 notti con trattamento di camera e colazione

ToUR REGGAE FEELINGGiamaicaUn tour alla scoperta di quest’isola dei Caraibi così diversa dalle solite rotte. Spiagge bianchissime, locali caratteristici che propongono musica dal vivo, natura affascinante. La Giamaica non è solo mare, ma per chi sa cercare è cultura, natura, ottima cucina. A partire da Montego Bay, dove si atterra con il volo internazionale passando per Runaway Bay, Port Antonio, Kingston e Negril sarete coinvolti in ogni angolo dal ritmo affascinante del reggae e dai segreti del culto religioso rasta, diffusi in tutto il mondo dalla figura leggendaria di Bob Marley.

PARTENZE OGNI LUNEDì DA MILANO MALPENSADAL 7/01 AL 26/01/2013 QUOTE A PARTIRE DA € 2067 A PERSONA

Il pacchetto comprende: 3 notti di tour in HB + 4 notti di mare c/o Riu Negril***** AI

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v

LE PROPOSTE WEEKEND DI MArAVIGLIA A DUE PASSI DA CASA

CAPODANNO VILLA LATTANZI 5*CHARME & FUNTorre di Palme (FM) - 4 giorni / 3 notti

Quattro giorni da vivere nel più completo relax, nell’incantevole cornice del borgo di Torre di Palme. Villa Lattanzi è la location giusta per un Capodanno romantico e suggestivo, tra serate dedicate alla gastronomia locale e giornate all’insegna del benessere esclusivo nella Spa Belvedere. Il pacchetto comprende: • 3 notti con colazione in camera Comfort vista mare • Upgrade in camera Superior (su disponibilità) • Christmas Gift • Aperitivo di San Silvestro e Cena di Gala con musica live • Brunch del 1 gennaio • 1 percorso benessere di coppia con sauna e idromassaggio.

Da euro 495 a persona www.maravigliatravel.it

CAPODANNO URBINO RESORT 4* WELLNESS & RELAXUrbino (PU) - 3 giorni / 2 notti

Brinda al nuovo anno all’insegna del benessere! Urbino Resort 4* è un complesso di antiche case coloniche, oggi elegantemente riadattate alle esigenze del vivere contemporaneo, sparse in ben 360 ettari di oasi faunistica e di tenuta a coltivazione biologica. Uno spazio in armonia con la natura e con la bellezza del panorama circostante. Il pacchetto comprende: • 2 notti con colazione • Accesso Spa giornaliero • Gran Cenone di S. Silvestro e musica live presso il superlativo ristorante urbino dei Laghi.

Da euro 260 a persona www.maravigliatravel.it

LA BEFANA VIEN DI NOTTE….2-6 gENNAIOUrbania (PU) - 2 giorni / 1 notte

Una festa unica per adulti e bambini quella che vi attende ad Urbania, dal 2 al 6 gennaio: un brulichio di oltre 300 Befane in tutte le salse diverse, le Befane sui trampoli, quelle a bordo della bici-scopa, la Befana cuoca e quella sarta, le Befane danzanti... e quella più attesa di tutte, la Befana volante, che volerà di tetto in tetto lanciando doni per tutti i bambini. E ancora, centinaia di calzette colorate, giochi e spettacoli di piazza, musica, laboratori creativi, prodotti tipici e un’infinita varietà di dolcetti “da calza”. Il pacchetto famiglia comprende: • 1 notte con colazione presso I Castagni della Pianella Agriturismo (a 15’ da Urbania) • 1 cena 4 portate, bevande escluse, con menù speciale di castagne e dessert della casa con visciole e vino visciole.

Da euro 138 a persona www.maravigliatravel.it

SLEDDOg, IN SLITTA CON I CANI! Castelraimondo (MC) - 2 giorni / 1 notte

I fedeli amici dell’uomo vi accompagneranno attraverso il Parco dei Monti Sibillini ad ammirare le bellezze della natura, immersi nella magica atmosfera dell’inverno. Un’incantevole escursione in slitta sul bianco dei monti, un’esperienza unica ed emozionante. Il pacchetto comprende: • 1 notte con colazione presso Relais Borgo Lanciano 4* • escursione guidata in slitta trainata da cani • 1 ingresso Spa • 1 cena, bevande escluse.

165 euro a persona www.maravigliatravel.it

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VIAGGI

I VIAGGI DIMICHELAMichela Rossi (classe ’79) è una sognante anima esploratrice, che attualmente lavora come Product Manager presso Maraviglia Tour Operator. L’appuntamento mensile con la sua rubrica è occasione di scoperta, attraverso i suoi occhi e le sue emozioni, di angoli meravigliosi e talvolta poco conosciuti delle Marche.

Miei cari lettori,Oggi ci immergiamo nel mon-do labirintico e misterioso delle

Grotte di Camerano, una città sotto la città, nascosta nel sottosuolo urbano, dove si intrecciano simboli templari, sto-rie di massoni, templi pagani e vicende di partigiani.

Mi sono addentrata per la prima volta in questo suggestivo mondo sotterraneo alcune settimane fa. Mio prediletto com-pagno di avventura il mio piccolo nipotino Nicolò, 5 anni di arguzia e curiosità che sono stati più che sufficienti per stordire di domande la nostra guida Alessandra… Un plauso alla sua pazienza e alla sua bravura!

Nessuno se lo aspetterebbe mai: l’acces-so a questo stupefacente complesso di grotte è una normalissima banalissima porta che si trova all’interno dell’Ufficio Biglietteria. Io l’avevo addirittura confusa con la porta per il bagno! Quando poi in-vece la guida ci apre il varco, immaginate la meraviglia e lo stupore sui nostri oc-chi attoniti! Una gradinata che scende in profondità tra pareti di arenaria. Fiaccole e calde luci soffuse. In fondo un’apertura ad arco da cui si intravede il diramarsi di

un intrico di percorsi.

Ci troviamo nella Grotta Corraducci, uno dei complessi più vasti della rete sot-terranea e i cui cunicoli si dipartono dai sotterranei dell’omonimo palazzo Corra-ducci. I Corraducci erano un’antica fami-glia nobiliare presente a Camerano an-teriormente al 1400, compromessa con i Francesi di Napoleone prima e con la Massoneria – Carboneria poi. Un parti-colare non indifferente questo che, insie-me ai numerosi elementi architettonici caratterizzanti il percorso, sostiene la tesi dell’utilizzo delle grotte come luogo di riunioni segrete.

Secondo tradizioni orali le grotte “ci sono sempre state”, utilizzate come cantine per conservare viveri e vino nel sottosuo-lo dei palazzi e poi ben sfruttate durante la seconda guerra mondiale come rifugio contro i bombardamenti, come ospedale, come nascondiglio dei partigiani e come prigioni. Si viveva nel sottosuolo tran-sitando nelle gallerie sotterranee allo stesso modo in cui si percorrevano le vie del paese, anche perché sottoterra si poteva (e si può) raggiungere ogni ango-lo del paese, sbucando nel cortile di un palazzo, o in una postazione di vedetta

nascosta tra la vegetazione, o in un vi-colo in pieno borgo, da un’altra porticina così inaspettata come quella all’interno dell’Ufficio Biglietteria. “Forte!” l’escla-mazione di Nicolò quando siamo sbucati in Via S. Apollinare.

Le successive esplorazioni e ricerche hanno ricostruito il percorso nella sua interezza e hanno rinvenuto la presenza in quasi tutti gli ambienti di abbellimen-ti architettonici, bassorilievi, colonne, simboli religiosi e particolari decorativi che poco si addicono a semplici locali di deposito. Esistono veri e propri templi sotterranei, probabilmente edificati su precedenti siti pagani o addirittura pice-ni. Apparentemente sembrano collocar-si in punti casuali, ma diversi ipogei si trovano sotto luoghi molto precisi, come l’incredibile chiesa sotterranea di Grotta Ricotti che era collegata alla sovrastan-te Sant’Apollinare, esempio di perfetta simbiosi tra borgo di superficie e città sotterranea.

Quando giungiamo a Grotta Tronfi, sotto il palazzo dell’omonima famiglia, tutto diventa ancora più chiaro. Ci troviamo al centro di una sala circolare, scandita da 8 archi e altrettante colonne, le cui pro-

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DOVE DORMIREB&B Palazzo Ruschioni, nel centro di Camerano (AN)Tel. 071.959612, www.palazzoruschioni.it

Country House Il Sassone Via Fonte Inferno, 60021 Camerano (AN)Tel. 071.7135427www.countryhouseilsassone.it

Country House L’Antico MulinoVia Molini II 7, 60020 Sirolo (AN)Tel. 071.9330265www.lanticomulino.it

DOVE MANGIARE Ristorante Opera Nova dalla Marca Via Santa Maria di Vico, 12760029 Varano di AnconaTel. 071.2861093, www.operanovadellamarca.it

Locanda Il Girasole Via Loretana 227 / 279, 60021 Camerano (AN)Tel. 3939001536www.ristoranteilgirasole.it

trattoria NazzareVia Aspio Terme, 60021 Camerano (AN)Tel. [email protected]

Agriturismo La GiuggiolaVia Boranico, 204 / A, 60029 VARANO di ANCONA Tel. 071. 804336, www.lagiuggiola.it

> > >

iezioni salgono in alto lungo la cupola sino ad intrecciarsi e formare una stella a 8 punte. Dal centro di questa sala alle colonne circostanti la voce di chi parla si espande e si amplifica in maniera na-turale, la senti quasi “scivolare” da so-pra la testa e lungo la schiena e arrivare dopo pochi istanti quasi a ipnotizzarti. I numeri 3, 8 e 9, la croce trifogliata o la croce dei cavalieri di Malta ed altri simili templi sono elementi costanti di questo percorso e riconducono chiaramente alla presenza di ordini cavallereschi e logge massoniche.

Continuiamo così ad addentrarci per centinaia e centinaia di metri di cuni-coli, camminando sopra stanze sotter-ranee, gallerie ramificate anche su più livelli e comunicanti tra loro. Scendiamo sino a una profondità di 20 metri, men-tre Alessandra continua a raccontarci di messaggi criptati e di antiche storie. Scopriamo sorgenti d’acqua e grot-te dove si respira un piacevole strano profumo e alla fine, dopo 2 ore passate velocissimamente, usciamo da questa meraviglia pieni di entusiasmo e di sod-disfazione. Il giudizio del mio nipotino: la nostra guida promossa da “Signora” a “zia”: “Ciao zia Alessandra!”

Scrivi a:[email protected] I racconti e le foto più belle saranno pubblicati.

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ITINERARI DEL GUSTO

LA GROttA DI BARBAROSSAStrada S.Giovanni 4, 61020 - Candelara (Pu)Tel. 0721 [email protected]

Cantine, volte profonde, piccole sale. La grotta di Barbarossa è il ristorante ideale per gli amanti del buon gusto, circondati da ambienti pieni di storia, fascino e miti. Immerso tra le dolci colline pesaresi, questo rifugio segreto del passato si trasforma oggi in un ambiente di ricercata arte culinaria che offre prodotti del territorio ed un ricco menù con proposte di carne e pesce. Tutto preparato al momento, con prodotti stagionali del territorio. Persino al momento del caffè avrete una gradita sorpresa.

CASA DELLA tINtORIAVia Porta Mulino 4 - urbania (Pu)Tel: 0722 317412 www.casatintoria.com

Già l’edificio ha una storia lunghissima e singolare: nel 1500 fu sede di lavorazioni di tinteggiatura e finissaggio di filati e tessuti. In seguito venne trasformato in casa colonica nel cui terreno è stato rinvenuto un “ponte di butto” che ha conservato antichi frammenti ceramici. Oggi all’interno viene proposta una cucina sì elaborata ma genuina e per nulla artefatta. In un susseguirsi di dettagli minimal col sapore di un tempo ormai passato, il cui profumo è però rimasto sulle tavole di un bancone degli anni ’30 o sui piatti di porcellana della nonna.

CAVALLINIviale Bigioli, 47 – San Severino Marche (MC)Tel 0733634608 www.ristorantecavallini.com

Situato in prossimità del centro storico a San Severino, a pochi passi da Piazza del Popolo, propone una cucina espressa con piatti cucinati al momento. Se è vero che si allungano i tempi di attesa, la pazienza è sempre ricompensata da gusto autentico e freschezza assoluta. Carne o pesce per un menù che si basa su prodotti selezionati e preparati con grande destrezza.

LA LOCANDA DEL PAPAViale Corridoni - Genga (AN)Tel 0732 973324

Il ristorante “la Locanda del Papa” è situato nelle Cantine del Castello di Genga, risalente all’anno 1090, che fu luogo di preghiera e riposo di Papa Leone XII. Nelle piccole sale scavate nella roccia è possibile gustare una cucina con prodotti tipici del territorio. Primi piatti fatti in casa, con tartufo, formaggio di fossa e carne di cinghiale; secondi con carni di aziende agricole vicine ed una gran varietà di formaggi serviti con miele e marmellata. Il tutto condito con silenzio e cortesia.

Itinerari del GustoSCOPRI TUTTI I LOCALI E NON PERDERTI NEANCHE UN EVENTO NELLA TUA REGIONE SUCAFFEINAPURENERGY.IT

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SCOPRI TUTTI I LOCALI E NON PERDERTI NEANCHE UN EVENTO NELLA TUA REGIONE SUCAFFEINAPURENERGY.IT

Cosa facciamo di bello stasera?

Quante volte vi sarete posti questa domanda… ML ha pensato a voi selezionando una rosa di iniziative culturali,

d’intrattenimento, sportive e musicali davvero imperdibili!

v MoStra dei preSepi15 dicembre 2012

06 gennaio 2013Piazza Garibaldi

Mercatello sul Metauro (PU)Mostra di presepi artigianali

realizzati con tecniche diverse provenienti da varie regioni d’Italia. Nei suggestivi sot-

terranei di Palazzo Gasparini, esposizione di presepi, realiz-

zati con varie tecniche e vari materiali e di presepi etnici

provenienti da tutto il mondo.per info: [email protected]

La grande Magia21-22 dicembre 2012 Teatro della fortuna – FanoLa grande magia nasce in un contesto storico affine a quello di Napoli milionaria. Filomena Mar-turano e Le voci di dentro; tuttavia trovo che questa commedia, ri-spetto alle altre che ho messo in scena sino ad ora, abbia uno svi-luppo differente e del tutto origi-nale. Fu rappresentata solo in due occasioni, in passato, una prima volta da Eduardo stesso, poi da Giorgio Strehler, nel suo spetta-colo al Piccolo, e sono per me due grandissimi precedenti.per info: [email protected]

viva verdi11 gennaio 2013 Cine Teatro Don Bosco - TolentinoNel 2013 ricorre il 200° anniversario della nascita del genio di Busseto. Viva Verdi è uno spettacolo che rac-conta in modo accattivante e coinvol-gente, con la guida di Cesare Bocci nelle vesti di narratore, le trame delle opere della trilogia verdiana: Il Ri-goletto, Il Trovatore e La Traviata. La narrazione, inframmezzata dall’ese-cuzione delle arie più famose di que-ste opere, insieme a notizie, curiosità e note critiche, unisce il piacere di una bella serata teatrale alla divulga-zione popolare dell’opera lirica.per info: www.amatmarche.net

ix raSSegna internazionaLe di arte SaCra 16 dicembre 2012 – 13 gennaio 2013Villa Comunale di Porto Sant’Elpidio (FM)Presso le sale espositive della stori-ca Villa Baruchello, prestigiosa Villa Comunale di Porto Sant’Elpidio (FM). Inaugurazione: domenica 16 dicem-bre 2012 alle ore 17.00, di seguito, dai Cantanti e dagli Allievi dell’Asso-ciazione Lirica “Pietro Mascagni” di Ancona, verrà eseguito un Concerto Vocale. Direttore il celebre Tenore Comm. Ermanno Balducci.per info: [email protected]

APPUNTI IN AGENDA

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TURISMO

TrAVeLUn progetto interregionale per farci conoscere in Cina. Il perfetto equilibrio tra uomo e natura, un patrimonio storico diffuso, la tradizione manifatturiera grazie alla quale hanno potuto crescere e svilupparsi prestigiosi brand della moda made in Italy e un’invidiata tradizione enogastronomica. E’ questa la “dote” portata dalle Marche al Progetto TRAVEL, attorno al quale si giocherà gran parte del futuro della nostra offerta turistica nazionale.

马尔凯大区 欧洲的历史,意大利的风格

storiad’europaGUSTOitaliano

le MARCHe

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Il Progetto TRAVEL - TouRistic Institu-tional Actions for the deVelopment of coopEration between itaLian Regions

and Chinese Provinces - cofinanziato dal Programma Mae-Regioni-Cina, promos-so da Regione Marche e Svim in colla-borazione con Lazio, Puglia, Toscana, Veneto, Umbria e Roma Capitale - crea la giusta sinergia tra i Partner, gli ope-ratori economici e culturali e le imprese private nel definire e costruire un brand TRAVEL che attragga il mercato turisti-co cinese attraverso un’offerta turistica interregionale integrata. L’offerta è ba-sata sul metodo TED (Tourist Experien-ce Design), lo strumento di innovation management che si propone di creare un modello strategico di condivisione dell’esperienza TRAVEL da promuovere in Cina e sul quale vanno a declinarsi le singole proposte di viaggio.

“La formula TED esprime una vera e propria innovazione dell’esperienza turi-stica - ci spiega Guido Guidi, presidente di Maraviglia e referente del Technical Working Group dei Tour Operator per le Marche all’interno del Progetto TRAVEL -. Un nuovo modo di intendere la vacanza e il viaggio, alla costante ricerca dell’au-tenticità del territorio e delle sue carat-teristiche storiche, culturali e sociali e naturalistiche”. Una sinergia tra ammi-

nistrazioni locali, operatori economici e culturali per attrarre nel Bel Paese nuovi afflussi turistici provenienti dal gigante asiatico. Le attività di progetto prevedono la realizzazione di un catalogo multime-diale dove verrà presentato il progetto e l’offerta turistica interregionale in modo interattivo. Il catalogo multimediale, in particolare, dovrà necessariamente te-nere in forte considerazione le varie di-mensioni esperienziali sulle quali poggia l’offerta turistica interregionale rivolta al mercato cinese: la dimensione ludica, il gioco e la competizione, la dimensione narrativa, la dimensione del prestigio, dello status e del riconoscimento, della creatività, dell’apprendimento, dello sta-re insieme, del relax e della sicurezza.Accanto al catalogo verrà organizzato in Cina un roadshow per presentare l’offer-ta turistica interregionale con appositi eventi e B2B con buyers cinesi selezio-nati coerentemente ai risultati dell’A-nalisi Target. Contestualmente sarà or-ganizzato in Italia un incoming di TO e media cinesi che hanno la possibilità di visionare i territori coinvolti nel progetto e verificare la validità dell’offerta turisti-ca interregionale.

TRAVEL rappresenta una ottima oppor-tunità di sviluppo concreta per l’intera industria turistica locale dei Partner

coinvolti, per gli operatori economici e culturali, imprese private quali operatori dei servizi e dei trasporti, ristoratori. Lo stesso vale per gli attori istituzionali e i Partner di progetto che hanno la possi-bilità di condividere competenze e buone pratiche.

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di G. Baioccoà porter

à porter

Attualmente definire la parola lus-so è complicato. Se la cerchiamo nel dizionario, ci viene spiegata

come “Una cosa che costa molto in proporzione all’utilità o alle possibilità economiche”.Oggi esistono due tipi di lusso: il “Lus-so reale” il “lusso percepito”, molto diversi tra loro ma che hanno un deno-minatore comune, “L’eccellenza”. Per meglio affermare questa differenza, si può dire che il lusso reale sta nell’ar-te e il lusso percepito nelle varie forme di design; il primo ha natura artistica il secondo ha natura industriale.

Nasce così ad oggi un fenomeno che possiamo chiamare “Democratizzazio-ne del lusso” o lusso accessibile.

Elena Marinoni, ricercatrice specializ-zata in lusso e consumi culturali dice: ”Il lusso oggi và in due direzioni la pri-ma è che si sta affermando un mercato

di lusso accessibile, ossia un’offerta di prodotti di lusso che costano in media dal 50-300 per cento in più rispetto ai propri concorrenti ed il consumatore viene chiamato “Basic spender”. La seconda direzione è il lusso assoluto o extralusso, per i pochi “Big spender”, che riconcilia l’individuo con se stes-so. Un modo per riaffermare la propria identità e libertà”.

Spuntano così per il Big spender esclu-sivi trattamenti termali a base di pa-gliuzze dorate e massaggi da 100 euro al minuto con tossine botuliniche in rinomate spa (che danno luogo a vere e proprie sfide fra i vari centri d’eccel-lenza per venire incontro al desiderio di unicità dei clienti del lusso con propo-ste sempre più one-of-a-kind). È il caso dell’Isola-Spa tutta per sé (a duemila dollari all’ora), alle Maldive, promossa dal Four Seasons Kudaa Huraa: una lo-cation paradisiaca a 8 stelle lusso.

BIg SPENDER VS BASIC SPENDER“Datemi il lusso! Farò a meno del necessario…” diceva oscar Wilde più di un secolo fa

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Scrivi a:[email protected] Le lettere più belle, saranno pubblicate!

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Per portare un altro esempio il Big spen-der, è colui che ama circondarsi di pezzi unici e rari, che frequenta Sothesby, che viaggia in elicottero e si sposta da un’a-sta all’altra in business class; un consu-matore facoltoso ed elitario, che fa uso di beni che hanno un costo altissimo per dimostrare il proprio status, per soddi-sfare il proprio bisogno di distinzione nei confronti della massa e per ostentare la propria ricchezza.L’altro, il Basic spender, invece, non è più un acquirente ricchissimo, ma una persona di fascia media. “Il vero pro-tagonista”, come lo definiscono alcuni studiosi di marketing. Una persona con un reddito alto, disposta a pagare un prezzo altrettanto alto e superiore alla media in quelle categorie di prodotti che ritiene importanti. Il Basic spender non vuole ostentare la propria ricchezza o la sua appartenenza ad una classe sociale, ma vuole mettere in evidenza la propria raffinatezza, il proprio gusto personale

ed i propri successi. Usa i beni del lusso accessibile per alleviare lo stress della vita quotidiana e per realizzare le proprie aspirazioni. Ama vivere nella sua casa arredata con il miglior industrial design, acquista orologi e gioielli, non come for-ma di investimento di commercio, ma li compra per il proprio uso, esibendoli a se stesso come trofeo per il meritato sforzo professionale. Ama sentirsi a suo agio in hotel di lusso, ma non disdegna, anche vacanze low cost. Entra da Zara a sbirciare una copia di un abito firmato, ma è disponibile a comprare anche una Borsa di Hermes. In un momento storico cruciale come quello che stiamo vivendo, i consumato-ri Basic spender si mostrano più astuti, sanno quello che vogliono, ma soprattut-to molti di loro conoscono il valore di ciò che stanno cercando e forse rispettano certi valori morali che il Big spender ha dimenticato, non per ”cattiveria” ma for-se per l’estrema solitudine che l’eccessi-

vo correre verso il più bello il più costoso, il migliore, fa automaticamente scattare. Il Basic spender fa trading up, ovvero, si aspetta che i prodotti che acquista, oltre ad essere di lusso ed unici, siano anche privi di difetti e che funzionino come pre-visto.Il Big spender preferisce il valore deno-tativo: “È esclusivo, lo posseggo solo io, anche se non funziona” e lo esibisco per-ché solo io me lo posso permettere. Non sta a me di certo valutare con spic-ciola e semiseria psicologia chi vive me-glio la sua vita, di certo, assaporare le bellezze del design e gustarne, oltre che la bellezza, anche la funzionalità, è se-gno di “Lussuosa” intelligenza.

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à porter

Abituati ai forti sbalzi di temperatu-ra durante l’anno, la neve sempre più di frequente si fa vedere in cit-

tà, caratterizzando ancor di più la stagio-ne invernale. Neve uguale voglia di stare in casa, protetti al caldo e anche voglia di sciare o di riposarsi in montagna. Da qui, alcuni spunti su come arredare la casa in montagna, per chi ha questa opportuni-tà, o su come “scaldare” la nostra casa di città: se, infatti, ad ogni stagione tiriamo fuori i capi di abbigliamento più adatti e aggiungiamo qualcosa di nuovo al nostro guardaroba, perché non “ vestire” anche la nostra casa abituale con l’abito giusto per l’inverno?Per scegliere i giusti arredi della casa di montagna molto dipende dalla sua struttura originaria e dalla località in

cui si trova: zone come il Trentino, piut-tosto che la Val d’Aosta hanno elementi architettonici o di arredo storici, propri di quelle zone e molto caratterizzanti. Spesso gli chalet o piccoli appartamen-ti delle località montane, sono accomu-nati però dalla forte presenza del legno nei suoi colori caldi e oleati: legno per le boiserie, legno al pavimento, alle pareti, travi al soffitto…La proposta è quella di dare una qualche veste nuova a questo materiale, senza necessariamente rinunciare all’effetto di calore e comfort che ci trasmette e insie-me rinnovare i colori che abitualmente associamo agli interni delle case in mon-tagna. Prendo spunto dai popoli nordici che, abituati a dover convivere con lun-ghi giorni cupi e poche ore di luce, usano

dipingere di bianco i loro interni, muri, pavimenti e mobili, così da controbilan-ciare la poca luminosità naturalmente disponibile all’esterno. Di bianchi ne esi-stono con molte sfumature, dal blue, al beige al rosso. Vale a dire che l’effetto della parete è comunque quello del bian-co, ma sicuramente non ottico e freddo. L’interno sarà così più luminoso, ma co-munque caldo: via libera ai toni chiari e tenui, come il color burro, il latte, o la verde licheno e la beige betulla. Legno a terra sì, ma magari colorando alcune parti a segnare le zone di passaggio o le zone centrali come se fossero tappeti, o all’opposto decolorandolo totalmen-te fino a sbiancarlo. Legno alle pareti sì, ma alternato a righe di verniciatura, sottolineando i pilastri, le scale, crean-

Tempo da neve

à porter

a cura di G life styleS

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do cornici alle finestre. Eviterei i mobili e gli arredi troppo di montagna, al fine di poterli riutilizzare altrove in possibili futuri appartamenti, passando diretta-mente all’insieme di quei piccoli o grandi accessori di arredo, che creano il “ vesti-to” stagionale e che, come già anticipato, riescono a dare anche alla casa di città, quelle sensazioni di gradevole tepore. Lane, pellicce o pelli di animali, piccoli trofei di caccia: sono il guardaroba ide-ale per allestire il nostro appartamento d’inverno.

Complementi realizzati con questi mate-riali evitano di rivestire divani, poltrone o sedie di tessuti lanosi, necessariamente stagionali. I plaid in lana cotta nei toni del cammello con righe ai bordi di colore

rosso Savoia, a servire i divani; piumini colorati super leggeri di dimensioni ri-dotte da usare in poltrona oltre che sul piano letto. Il patchwork è più che at-tuale, ma a quadrotti o rettangoli gran-di, lavorato con materiali differenti, ma dello stesso colore; o viceversa stesso materiale in toni differenti. Copricuscini in lana grossa lavorata ai ferri come un pullover o una sciarpa a coste o trecce giganti, per il vostro salotto; pelli di ani-male e pellicce in fondo al letto, appog-giate a pouf o a sedie e poltrone, per ren-dere più avvolgente la seduta, piuttosto che usate come tappeti su cui rilassarsi. All’opposto i piumoni o le coperte imbot-tite per il letto, realizzate con tessuti leg-gerissimi come garza, voile e nylon quasi trasparente.

Piuttosto che i disegni piccoli e tirolesi, meglio le immagini grandi di animali o alberi montani, stampati in digitale sui copripiumoni e federe o realizzati a jac-quard su coperte in lana merinos, che fanno compagnia ad un libro o all’ulti-ma serie TV. Corna di cervo appese alle pareti come insoliti appendiabiti; ciocchi di legno usati come decorazioni nei vasi o nei cesti, anche se il camino è solo nella vostra immaginazione. Così pia-cevolmente circondati, sarete pronti ad affrontare i weekend più rigidi dell’anno comodi e compiaciuti in casa come se foste coccolati in uno chalet a St. Moritz, con l’unico rischio che gli amici, dopo l’invito a cena, non si schiodino o ancora peggio si addormentino coccolati sul vo-stro caldo sofà fino al mattino dopo.

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SALUTE E BENESSERE

Sotto la Presidenza del Dottor Mar-co Boscaro e del Dottor Franco Rychlicki, rispettivamente Diret-

tore della Clinica di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo presso l’Uni-versità Politecnica delle Marche e diret-tore dell’S.D.O. di Neurochirurgia (A.O.U. Ospedali Riuniti di Ancona), si svolgerà, il prossimo 21 dicembre, presso l’Hotel G di Osimo il convegno “Tumori ipofisari difficili”. Un evento particolarmente im-portante, che vedrà riuniti alcuni esperti regionali, ma anche colleghi di altre città d’Italia, che porteranno le loro testimo-nianze; l’obiettivo fondamentale è la cre-azione di un network, che permetta agli specialisti di uniformare le indicazioni, sia diagnostiche, che terapeutiche. “Abbiamo voluto dedicare un convegno ai tumori ipofisari – spiega il Dottor Giorgio Arnaldi, della Clinica di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo dell’Azien-da Ospedaliera Universitaria di Ancona – perché l’ipofisi è come una centralina

di controllo: se va in tilt ne risente tut-to il corpo. Sono malattie da affrontare a livello multi specialistico e che coin-volgono, di conseguenza, diverse figure professionali. Si parte dal medico di medicina genera-le, che individua la problematica, a cui subentrano, successivamente, lo spe-cialista endocrinologo, il neuro radio-logo, il neurochirurgo e altri specialisti. Proprio per sottolineare l’importanza di un approccio diagnostico terapeutico in-tegrato, si è costituito un gruppo di figure professionali competenti nel campo del-la patologia ipofisaria della regione Mar-che, che si incontra periodicamente per discutere le diverse problematiche. Que-sto convegno rappresenta una presenta-zione pubblica dell’attività del gruppo”.“Conoscilo per riconoscerlo, si dice so-litamente – aggiunge il Dottor Riccardo Antonio Riucciuti, S.O.D. di Neurochirur-gia Università Politecnica delle Marche -; i tumori ipofisari si conoscono poco,

perché non si manifestano in modo uni-voco, proprio perché manca il cosiddetto “Sintomo sentinella”. Proprio per questo è necessario fare prevenzione e la miglior prevenzione è proprio l’informazione, sia per i pazien-ti, sia per i medici. A livello chirurgico, sono stati fatti importanti passi avanti, con interventi mini-invasivi, che riescono a preservare la ghiandola sana; si trat-ta certamente di interventi delicati, che prevedono un’endoscopia, un’endosco-pia tridimensionale e una neuro naviga-zione. Con questo convegno, che sarà a porte aperte, vogliamo fare il punto sullo stato dell’arte dei tumori ipofisari e magnifi-care l’importanza del multitasking, con alcuni ospiti illustri”. Un momento molto importante sarà la chiusura dei lavori, che prevede una ta-vola rotonda, presieduta da Manuela Sa-batano, Presidente A.N.I.P.I. Marche, in cui saranno proprio i pazienti a parlare.

iL SiSteMa endoCrino Il sistema endocrino è deputato all’invio di “messaggi” ai vari organi

e tessuti dell’organismo. Tali segnali sono forniti dagli ormoni. L’attività del sistema endocrino è fortemente correlata a quella

del sistema nervoso. Tra i due esiste un’importante connessione anatomica e funzionale, rappresentata dall’ipotalamo. Attraverso il peduncolo ipofisario questa formazione anatomica regola l’attività

dell’ipofisi, la più importante ghiandola endocrina umana.Posta alla base dell’encefalo e delle dimensioni di un pisello, l’ipofisi o ghiandola pituitaria, controlla a sua volta il funzionamento di molte

cellule, organi e tessuti.

Un network per uniformare le indicazioni diagnostiche e terapeuticheAd Osimo il prossimo 21 dicembre un convegno su i tumori ipofisari difficili

di A. Dachan

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Le MaLattie ipofiSarie Le malattie ipofisarie vengono in genere considerate rare; tuttavia, si può chiamare rara una patologia che vede parecchie migliaia di persone interessate al problema? Sarà sufficiente ricordare, infatti, che tumori ipofisari si ritrovano nel 15-20% dei pazienti che eseguono una RMNencefalo effettuata per altri motivi (incidentalomi). L’ipofisi è di piccole dimensioni ma di fondamentale importanza regolando molteplici funzioni nel nostro organismo. Una sua alterazione funzionale comporta una cascata di eventi patologici, spesso cronici, a carico del surrene, della tiroide, delle gonadi (ovaie/testicoli) con importanti conseguenze cliniche, per la vita di relazione, per il sistema riproduttivo, muscolo-scheletrico, cardiovascolare e respiratorio.

Le patologie ipofisarie sono caratterizzate da una produzione eccessiva di ormoni spesso dovuta a tumori (acromegalia, malattia di Cushing, prolattinomi) o da una loro carenza (Ipopituitarismo), con conseguenze talvolta disastrose sullo stato di salute ed importanti risvolti sociali. Queste malattie, infatti, si associano ad aumentata mortalità per cause cardiovascolari, respiratorie e neoplastiche che, tuttavia, possono essere evitate grazie ad una tempestiva diagnosi ed una adeguata terapia.

Per tali motivi, diagnosi, cura ed assistenza al malato ipofisario richiedono una stretta collaborazione tra endocrinologo, altri specialisti (neurochirurgo, neuroradiologo, radioterapista, etc.) ed il medico di medicina generale. In questo schema si inserisce il paziente con le sue preoccupazioni, le sue ansie, le sue sofferenze e le difficoltà pratiche che questa complessa patologia determina.

Pertanto, questo incontro avrà l’ambizioso scopo di sensibilizzare medici ed infermieri sulla patologia ipofisaria, erroneamente ritenuta una malattia di sola competenza specialistica. Obiettivodell’incontro sarà di fornire elementi di sospetto diagnostico ed approfondire i problemi diagnostico-terapeutici delle patologie ipofisarie, mettendo a confronto l’esperienza multidisciplinare specialistica con le esigenze dei medici di medicina generale. In questo progetto, sarà riservato uno spazio ai pazienti con patologia ipofisaria rappresentati da una associazione onlus (Associazione Nazionale Patologia Ipofisaria, ANIPI): a loro ed alle loro domande sarà dedicata la tavola rotonda animata da medici specialistici, medici di medicina generale e da pazienti stessi.

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SALUTE E BENESSERE

Dottor Aliotta, quali sono le peculiarità del nuovo Centro per il recupero da dipendenze San

Nicola?“San Nicola offre un tipo di intervento ca-ratterizzato da una full immersion psico-terapica, che attraverso un soggiorno di due mesi, potrà rafforzare il percorso di riabilitazione iniziato nella struttura ospedaliera di Villa Silvia, o in altri con-testi. In questo modo si garantisce al pa-ziente una continuità e un’efficacia tera-pica, ottimizzando i tempi. Con un mese in struttura ospedaliera e due mesi nella struttura di Arcevia, si completa il pro-prio recupero, con un considerevole van-taggio anche dal punto di vista costi - be-nefici. Un’importante novità è costituita dall’introduzione del Modello Minnesota, che prevede l’applicazione di uno studio

approfondito del programma in dodici passi di Alcolisti Anonimi, molto usato nei Paesi anglosassoni, ma non in Italia”.

La struttura è convenzionata con la Re-gione?“Partiamo senza un supporto economico da parte del sistema. Siamo accreditati e autorizzati, ma senza convenzione. Gli ospiti pagheranno in proprio il percorso riabilitativo, avendo la possibilità di ricor-rere alla convenzione Consumit - Monte dei Paschi di Siena, che consente loro di rateizzare il costo fino a 48 mesi, con una spesa che può variare da circo 130 euro a 200, per due mesi di riabilitazione. Sono cifre contenute, specie se si considera quanto si arriva a spendere per i consu-mi indotti dalle dipendenze… Vorrei inol-tre sottolineare che questo settore ha

costi sociali altissimi, che incidono sul 10% sulla spesa sanitaria marchigiana e sono da imputare all’abuso di alcol e al consumo di droghe. Il sistema sanitario regionale, purtroppo, non considera che la copertura delle spese potrebbe, inve-ce, essere a costo zero: la nostra struttu-ra produce mobilità attiva, che è in con-tinuo incremento e quindi gli eventuali costi di un convenzionamento sarebbero interamente coperti dalla mobilità”.

Come è organizzato internamente il San Nicola?“La struttura è inserita in contesto molto bello, nelle campagne arceviesi. È costi-tuita da quattro corpi di fabbrica dislocati su un ampio piazzale e inseriti in un’a-rea verde. Si comincia con “L’accoglien-za”, che è l’edificio di primo accesso alla

Inaugurato il centro San NicolaLa nuova struttura per il recupero dalle dipendenze entrerà in funzione a partire da gennaio; un’eccellenza sanitaria del territorio che aprirà le porte al “Paziente inglese”

di A. Dachan

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struttura da parte dell’ospite; poi c’è “La Residenza”, che è il luogo destinato al soggiorno e offre servizi per 30 ospiti. Un fiore all’occhiello è certamente “L’Of-ficina dell’Anima”, che è il cuore della struttura, là dove si compie il percorso psicoterapico e che comprende gli studi per le terapie individuali un locale per le terapie di gruppo, un ampio auditorium e tre laboratori per attività con finalità ergo terapiche; infine destinata alle attività lu-dico educative e ricreative un Campetto Polifunzionale (calcetto e pallavolo) una Piscina e un piccolo maneggio.

tra i pazienti che prevedete di ospitare, molti sono attesi da oltremanica?“Sì, forti della consolidata esperienza internazionale della nostra Casa di Cura Villa Silvia, maturata attraverso numero-

si convegni da noi organizzati con la pre-senza di relatori europei (Croati, Sloveni, Austriaci, Spagnoli, Inglesi ), abbiamo focalizzato la nostra attenzione sull’at-tività di Providence, una catena di cen-tri riabilitativi inglese che usualmente svolge l’attività riabilitativa anche fuori dall’Inghilterra. Forti, inoltre, del fascino del Marche-Shire, che nell’immaginario britannico si sta sostituendo al Chian-ti – Shire, abbiamo avviato contatti con questa società inglese per avviare una sezione distaccata di “pazienti inglesi” con personale bilingue e secondo canoni e protocolli riabilitativi in uso in Inghil-terra. Questa idea progettuale ha dato il via ad un settore di nicchia in ambito tu-ristico inconsueto per la nostra regione, quello del turismo sanitario e con una mossa abbiamo centrato due obiettivi:

un utile contributo a livello europeo del-la conoscenza della nostra terra e, nel segno della cultura medica, un ulteriore apporto della diffusione dell’eccellente nomea della sanità italiana”.

Il 13 dicembre scorso è stato inaugurato, alla presenza del Presidente del Consiglio Regionale delle Marche Vittoriano Solazzi, dell’Assessore Regionale alla Salute Almerino Mezzolani dell’Assessore

Regionale al Lavoro Marco Luchetti e del Sindaco di Arcevia Andrea Bomprezzi, il nuovo Centro Recupero Dipendenze San Nicola. Una nuova eccellenza sul territorio, che avrà la funzione di essere un centro

post cura per i pazienti che seguono un programma di disintossicazione da alcol o droghe. Le autorità intervenute hanno applaudito all’iniziativa del Dottor Vincenzo Aliotta, che con la sua iniziativa privata

conferisce un nuovo valore aggiunto al territorio e soprattutto all’offerta sanitaria regionale, con un centro all’avanguardia, altamente specializzato, che con la sua equipe medica bilingue (italiano-inglese)

è pronto ad accogliere anche pazienti d’oltremanica. Uno stimolo innovativo a quello che è il turismo sanitario, che insieme al turismo termale, rappresenta una nuova frontiera e avrà ripercussioni positive

anche per la crescita e la promozione delle Marche.

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SALUTE E BENESSERE

Si è svolta a Senigallia, il 23-24 no-vembre, la IV edizione di Marcan-golo, l’annuale congresso degli

oncologi marchigiani. Un momento di confronto e condivisione che ha richia-mato specialisti da tutta la regione, con prestigiosi relatori, tra cui spicca il Dottor Stephen Harland, del University Colle-ge - London. Tra le peculiarità di questo convegno c’è certamente il suo carat-tere itinerante, che ogni anno si sposta sul territorio, toccando le varie province. Quest’anno è stata la volta di Senigallia, città natale della Dottoressa Rossana Berardi, della Clinica di Oncologia Medi-ca dell’Università Politecnica delle Mar-che, che ha presieduto il congresso in-sieme ai colleghi Dottor Renato Bisogni, dell’U. O. Oncologia dell’Ospedale di Fer-

mo e del Dottor Tito Menichetti, Direttore U.O.C. Oncologia Ospedale di Senigallia. Sono state due giornate particolarmen-te importanti, con ben cinque sessioni di lavoro; ogni sessione ha preso spunto da una specifica lettura, analizzando un caso clinico e aprendo poi ad una discus-sione collegiale, che ha fornito ai parteci-panti un quadro completo di ogni singola materia medico-scientifca trattata. Nella seconda giornata il Dottor Lorenzo Bra-coni ha fornito tecniche e nozioni relative alla comunicazione con il paziente, favo-rendo un giusto approccio e un’efficacia operativa.

E proprio per favorire la circolarità di informazioni è stato creato anche ad un sito internet, facilmente consultabile,

www.oncologiamarche.ir, dove è possi-bile reperire per tutti notizie riguardanti, ad esempio, la sperimentazione e l’uti-lizzo di nuovi farmaci della nostra regio-ne o dove è possibile apprendere nozioni inerenti nuove terapie. Anche questo è Marcangolo, ossia formazione continua e circolarità di informazioni e relazioni oncologiche.

“Marcangolo consente verso fine anno – ha affermato la dottoressa Berardi – di fare il punto della situazione in ambi-to oncologico delle tante terapie e delle diverse sperimentazioni che sono state testate nel corso dei mesi precedenti, favorendo, cosa importantissima, la con-divisione delle conoscenze nell’ambito della nostra regione, soprattutto tra i

MArcANGOLO IV Congresso degli oncologi marchigiani a Senigallia

di A. Dachan

UN OSPITE D’ECCEZIONE: il Dottor Stephen Harland,

University College – London“Mostrare le best practice, come

è avvenuto oggi in occasione di questo convegno, significa

offrire agli oncologi che trattano diverse forme di cancro, la

possibilità di capire cosa accade nei centri più avanzati

nei trattamenti, in modo da allinearsi e offrire ai pazienti

le cure migliori. In Italia si registra un trend incoraggiante

per quanto riguarda la ricerca”.

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giovani oncologi e non solo. Marcangolo ed eventi similari sono fondamentali per noi medici perché ci consentono di avere standard comuni di aggiornamento, che si traducono in modelli comuni delle te-rapie e dei servizi erogati dai vari centri oncologici delle Marche”.

“Marcangolo è stata una preziosa occa-sione d’incontro – ha detto il Dottor Etto-re Menichetti - sia per gli oncologi mar-chigiani, che per i colleghi provenienti da altre regioni. Va ricordato che il titolo Marcangolo è ripreso da Grandangolo, che è un evento oncologico nazionale che, in pratica, ripetiamo con dimensioni ridotte e adatte alla nostra realtà, nelle Marche. È importante sottolineare che nella nostra regione operano tredici unità

di oncologia diffuse su tutto il territorio, in collaborazione con la Clinica Universi-taria e che gli oncologi marchigiani han-no una lunga consuetudine di rapporti collaborativi tra loro. Anziani, giovani oncologi e ricercatori abitualmente inte-ragiscono tra loro con l’intento di favorire uno scambio continuo di informazioni e nozioni. Sono particolarmente felice che quest’anno l’evento si sia svolto a Seni-gallia, la sede dove opero da diversi anni”. “Siamo molto contenti di poter portare le tematiche legate all’oncologia nei vari territori marchigiani – ha dichiarato il dottor Renato Bisonni - ed il nostro im-pegno è quello di poter continuare negli anni, cercando di raggiungere tutte quel-le città che ospitano ospedali con unità di oncologia. Marcangolo ci permette di

mettere un punto su dove siamo arrivati nello studio e nella cura dei diversi tumo-ri. È stato un evento di sicuro interesse nazionale, sia per gli argomenti trattati, che per l’alta specializzazione e prepara-zione degli illustri colleghi intervenuti, tra cui spiccano quello del Dottor Francesco Grossi di Genova, della Dottoressa Maria Grazia Ghi di Mestre e del Dottor Stephen Harland, dell’Università di Londra, a con-ferma della nostra volontà di promuovere un appuntamento sempre più importante e utile per la nostra formazione. Voglio ringraziare i co-Presidenti per avermi co-adiuvato nell’organizzazione, ancora una volta. La nostra riconoscenza va a tutti gli sponsor che anche per questa edizione ci hanno coadiuvato, sostenendo la nostra iniziativa”.

Dalla due giorni di Marcangolo è emerso che l’offerta sanitaria oncologica nelle Marche, che contano ben 13 unità operative distribuite sul territorio, è all’avanguardia e ben organizzata e serve in modo omogeneo

tutti i cittadini della regione. Gli oncologi delle unità periferiche e quelli della clinica universitaria si incontrano abitualmente per condividere conoscenze ed esperienze, lavorare insieme e uniformare i

comportamenti. L’oncologia marchigiana è un’eccellenza distribuita sul territorio: i medici che operano in questo ambito, come è stato ribadito durante i lavori, sono studenti a vita, che usano rigore scientifico

nel loro lavoro, dimostrano scientificamente le loro teorie e puntano ad ottenere il miglior risultato, con la minima tossicità. Oggi ci sono sempre più farmaci oncologici a bersaglio, la cosiddetta “Target Therapy”, che vanno a colpire alcuni meccanismi precisi di crescita della cellula neoplastica, con un’efficacia e una

precisione superiore alla chemioterapia tradizionale e con minore tossicità.

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SALUTE E BENESSERE

La Cgil stigmatizza: “Non si priva-tizzi”. Angelo Testi, del Sindacato Nazionale Medici Italiani (Snami),

parla di “grandi prove di smantellamento del servizio sanitario pubblico”. I partiti di governo e di opposizione tutti critici. Slitta la delega fiscale. Solo poche ore dopo Palazzo Chigi chia-risce per rintuzzare le critiche: il sistema sanitario nazionale (Ssn) non sarà sman-tellato. Ma oramai il dado è tratto. Poiché Monti non è uno sprovveduto, la-scia che parlino le cifre a commentare la sua esternazione .O meglio, l’analisi fatta dalla Ragioneria dello Stato che a

fronte di una situazione disastrosa ri-badisce che sono esatte le previsioni di Monti quando asserisce che il futuro del settore migliorerà solo se si farà ricorso a “forme di finanziamento integrativo” della sanità. In altre parole: o si cambia o salta tutto. Che significa? Individuare e rendere ope-rativi modelli innovativi di finanziamento pubblico integrato da interventi privati e da assicurazioni. Nessuna meraviglia se già in Emilia-Romagna la Coop offre ai propri iscrit-ti pacchetti sanitari alternativi a quelli pubblici sull’orlo del collasso. D’altra

parte, solo nell’ultimo anno gli italiani hanno speso 36 miliardi di euro di tasca propria (25 per cento dell’intero budget sanitario) per visite mediche ed esami che il Servizio sanitario nazionale non assicurava o non era in grado di offrire in tempi e modi utili. Ciò perché le risorse non sono sufficienti per garantire tutto a tutti, spiega il ricercatore dell’Università Bocconi Francesco Longo. I 106 miliardi di soldi pubblici destinati alla sanità sono il massimo disponibile; lo Stato non può spendere di più. Questo è il motivo per cui la richiesta di cure è superiore all’offerta. Così in media, ogni

Spesa sanitaria e spending reviewCi mancava proprio l’esternazione di Mario Monti per mandare in fibrillazione il già traballante establishment sanitario nazionale. “La sostenibilità futura dei sistemi sanitari, incluso il nostro, potrebbe non essere garantita - chiosa il premier - invocando nuove forme di finanziamento”. Apriti cielo …

di Mario Timio

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cittadino tira fuori di tasca propria 611 euro l’anno per visite ginecologiche, der-matologiche, oculistiche, ortopediche, dentistiche e per esami laboratoristici e strumentali. Il tutto anche a costo di sforzi economici che mettono a prova la tenuta dei fragili bilanci familiari. E’ una magra consolazione sapere che più gra-ve è la malattia, più ampia è la copertura assistenziale. Cardiochirurgia, neurochirurgia, dialisi, rianimazione, per fare alcune esempli-ficazioni, sono immuni da ticket o co-pagamento. “Le limitate risorse a disposizione sono

investite, giustamente, per salvaguarda-re al massimo le cure salvavita - chiari-sce ancora Longo -. La sfida adesso è mantenere almeno questo livello anche per il futuro”. La spending review applicata alla sanità da Monti è indirizzata proprio a questo obiettivo. Va in questa direzione la riduzione del-la spesa del 40 per cento per i ricove-ri ospedalieri e per il pronto soccorso, grazie all’eliminazione del 30 per cento dei posti letto antieconomici. Ma oltre a soluzioni di recisione, occorre porsi l’o-biettivo della “gestione della sanità im-

prontata sempre più alla legalità - come denuncia Antonio Cattaneo, tra i massi-mi esperti in tema di frode e corruzione nel settore sanitario, alla guida dell’unità Forensic Service di Deloitte -. Bisogna assicurare sistemi di controlli idonei a monitorare e segnalare tutte le anomalie che generano costi impropri imputabili a frode, corruzione ed infiltra-zioni di criminalità organizzata”. Forse Monti nella sua esternazione pen-sava di mettere mano anche a questa anomalia, anche se il Servizio sanita-rio nazionale non è “il colabrodo che gli scandalizzati di mestiere dipingono”.

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SALUTE E BENESSERE

Sta di fatto che il disavanzo c’è e si tratta di una cifra considerevole. Tuttavia l’allarme che ne è deriva-

to, non deve indurre nessuno a pensare che il Governo intenda limitare il diritto alla salute o che tutta la spesa sanitaria finirà nel già pesante bilancio familiare degli italiani. Va considerato che la spe-sa del sistema sanitario è fuori controllo e la strada per risanare il bilancio dello Stato è e deve passare anche da questo capitolo di spesa. Ciò detto, si potrebbe ipotizzare un mo-dello gestionale virtuoso nel quale l’o-biettivo dell’applicazione dei cosiddetti “costi standard” venga raggiunto evitan-do in futuro che si verifichino ingiustifi-cati costi d’acquisto di prodotti ospeda-lieri che, fra categorie omogenee, oggi evidenziano rilevanti differenziazioni tra le diverse Regioni. Sono convinto che gradualmente, anche se con l’urgenza dettata della Spending

Review, si arriverà a costruire un mo-dello efficiente, sistemico e concertato, nel quale una parte delle spese sanita-rie pubbliche si sposteranno sul mercato assicurativo attraverso un allargamento del numero di cittadini ed aziende che vorranno investire in tutela sanitaria pri-vata o collettiva. Il mercato assicurativo è da sempre attivo nell’elaborare soluzioni per aziende (Employee benefits) e piani individuali. I primi strumenti, ai quali si affiancano le Casse di Assistenza, pro-mettono vantaggi fiscali per le azien-de pari al 100 per cento di deducibilità del costo (se è l’azienda a pagare per il proprio dipendente), mentre nel caso in cui il versamento avvenga in una Cassa di Assistenza l’azienda ha diritto ad una riduzione del carico contributivo (di so-lito tra il 35 e il 45 per cento del RAL), versando un contributo di solidarietà Inps del 10 per cento; quindi meglio una polizza EB (Empolyee benefit) rispetto

ad un aumento di reddito o ad un altro fringe benefit (auto, casa). Il dipendente non ha imposte sul reddito se il premio è pagato dall’azienda nella misura mas-sima di 3.615,20 euro attraverso la Cas-sa Assistenza. Sul fronte delle polizze individuali lo scenario è molto variegato ed è fondamentale scegliere una poliz-za malattia che resti valida per tutta la vita dell’assicurato rispetto ad altre che decadono al raggiungimento di un limite di età. Ciò detto, si entra nel dettaglio delle somme che si vogliono assicurare per anno, per persona o per nucleo fami-liare e conseguentemente le differen-ti garanzie che si vogliono acquistare. Naturalmente è fondamentale scegliere un prodotto che non preveda la disdetta della polizza dopo il primo sinistro e non decada al raggiungimento di un’età che potremmo definire - come ha dichiarato Monti - “vecchiaia attiva”.

Spending review nella sanità: pensare al mondo assicurativo Pochi giorni fa il Premier Mario Monti, in occasione del 50° della nascita del nucleo NAS dell’Arma dei Carabinieri, ha dato maggior enfasi alle problematiche derivanti dalla spesa sanitaria che grava sul bilancio dello Stato. La conseguenza è stata quella di sollevare preoccupazioni fondate e in altri casi strumentalizzate a fini diversi, sulle ricadute che gli interventi di “risanamento” avranno sui posti di lavoro e sui cittadini italiani

di Carlo F. Dettori CEO JMorgan Brokers

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SPORT

Sport e solidarietà sono un binomio che si lega ormai strettamente intorno al nome della Lega del Filo d’Oro, Onlus

attiva ad Osimo da quasi cinquant’anni con l’obiettivo di assistere, educare, riabilitare e reinserire nella famiglia e nella società le persone sordocieche e pluriminorate psico-sensoriali. E’ questa la mission della Lega del Filo d’Oro, un impegno costante che ha come finalità il miglioramento della loro qualità del-la vita attuato attraverso la creazione di strut-ture specializzate, la formazione di operatori qualificati, lo svolgimento di attività di ricerca e sperimentazione nel campo della sordoce-cità e della pluriminorazione psicosensoriale, la promozione di rapporti con enti, istituti, uni-versità italiane e straniere, la sensibilizzazio-ne degli organismi competenti e dell’opinione pubblica nei confronti di questo tipo di disa-bilità. La raccolta dei fondi indispensabili per svolge-re l’attività quotidiana passa anche attraverso numerose azioni di sensibilizzazione che si av-valgono anche del contributo di alcune società sportive che hanno scelto la Lega del Filo d’O-ro quale sponsor etico. “Queste partnership – spiega Rossano Bartoli, segretario generale della Lega del Filo d’Oro - rappresentano per noi un legame sempre più stretto con il mondo dello sport e con i bei va-lori che lo caratterizzano, oltre che un modo per far conoscere l’attività dell’Ente, che per perseguire la sua missione di supporto agli utenti e alle loro famiglie, tanto ha bisogno di nuovi sostenitori”. Pallavolo, basket, atletica, vela, ciclismo: ov-viamente c’è grande trasversalità.“La solidarietà non ha bandiera e non ha co-

lori – aggiunge Bartoli – e il nostro grazie va a coloro che rinunciano a “preziosi” spazi sulle proprie divise che potrebbero garantire profitti importanti per proseguire l’attività, per ospi-tarci ed offrirci un ulteriore strumento di vi-sibilità. Mi rendo conto che non per tutti sia possibile e chi vi ha rinunciato nel corso degli anni, l’abbia fatto non per abbandonare la no-stra causa ma per esigenze di budget”.Una volta tanto la Lega del Filo d’Oro è pro-feta in patria considerando che dallo scorso maggio le squadre di pallavolo di Osimo - la Volley Libertas Osimo e la Volley Young Osimo - hanno scelto questa Onlus quale sponsor etico per il prossimo campionato. “Portare il vostro logo sulla maglia – si legge nella mo-tivazione della richiesta inoltrata dalla società di pallavolo cittadina a firma dell’ex campione ed oggi direttore tecnico Valter Matassoli - ci emoziona e ci responsabilizza e, sono convin-to, testimonia a tutti i ragazzi che si avvicinano a questo sport, un messaggio di attenzione e rispetto per l’altro”. Sulla stessa scia anche la Sutor Montegranaro, società che da sette anni milita nel campionato di Serie A di basket, che ha percorso analoga strada.“Ben vengano iniziative come queste e speria-mo che l’onda positiva generatasi nuovamente nell’ultimo anno possa continuare” – conclude Rossano Bartoli. “Ci piacerebbe creare una sorta di club degli amici sportivi della Lega del Filo d’Oro con i quali restare in costante contatto e penso che anche l’attenzione dei media nei confronti di questo binomio sport-solidarietà possa essere di grande aiuto per consentirci di tenere sempre viva l’attenzione sull’opera della nostra associazione”.

Sport e solidarietà: binomio inscindibileTante società hanno scelto La Lega del Filo d’Oro

di Fabio Lo Savio

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CHEF

Chef, quando è stata la sua prima volta in cucina?“Ho sempre avuto una grande pas-

sione per la cucina, che mi è stata tra-smessa da mia nonna; lei non era cuoca, ma cucinava per tutta la famiglia e ancora mi ricordo dei profumi dei suoi piatti, che riempivano la tromba delle scale, spin-gendomi ogni volta a cercare di indovina-re cosa ci fosse in pentola. Ho iniziato a quattordici anni, quando ancora studiavo, lavorando presso una pasticceria di Jesi. Poi mi sono iscritto all’Istituto Alberghiero di Senigallia e così è cresciuto il mio amo-re per la cucina, ma anche il mio amo-re per la mia ragazza, che mi ha spinto nell’89, all’età di 19 anni, a sposarmi. Ho lavorato presso l’Hotel Federico II di Jesi, in tutti i reparti della cucina e acquisendo, così, competenze in tutte le preparazioni: primi, carne e pesce, dolci ecc.. Sentivo crescere in me il desiderio di fare carrie-ra”.

Cosa ha fatto allora?“Ho deciso di andare in Romagna, a Ri-mini e poi a Riccione, dove ho conosciuto Vincenzo Cammerucci, con il quale ho poi lavorato a Cesenatico per tre mesi; è stata un’esperienza molto significativa per me. Dopo di che sono stato contattato dal tito-lare di un ristorante di Rimini, che voleva uno chef per un nuovo locale che aveva aperto, a Staffolo, chiamato “La ciminie-ra”. Nel ’96 sono stato chiamato da Mon-caro, che a sua volta aveva aperto un nuo-

ANDREA ANGeLeTTI“A Capodanno non il solito cenone, ma una vera festa con protagonisti gustosissimi piatti”

di A. Dachan

Dal 2003 a oggi, tutti gli anni veniamo insigniti con la Stella

Michelin{ {

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Per info: Ristorante Le Busche via Busche, 2 60036 Montecarotto (AN)Tel. e fax +39 0731 89172www.lebusche.it

vo ristorante. Sono stato assunto come chef; per i primi cinque anni ho lavorato da dipendente, poi nel 2001, ne sono di-ventato titolare, rilevandone la gestione”.

Come è cambiato il suo lavoro quando, oltre che chef, è diventato anche gesto-re? “Chiaramente sono aumentate le re-sponsabilità, ma anche le soddisfazioni. Posso dire che dal 2003 a oggi, tutti gli anni veniamo insigniti con la Stella Mi-chelin. Questo successo è dovuto anche alla forza della famiglia, perché lavoran-do in team con mia moglie Fabiana e mio figlio Mattia si respira aria di casa, c’è fiducia, sintonia, intesa e difficilmente è possibile stabilire un legame simile con qualcuno di esterno”.

Vuole descriverci alcuni piatti nel suo menù?“I piatti che preparo sono tutti ispirati alla cucina di mia nonna: ho riadattato le sue ricette ad una cucina moderna, con nuove esigenze. Ad esempio basandomi sulla sua ricetta della pizza al formaggio, ho creato delle pizzette più piccole, che vengono riempite con mazzancolle. En-trano in gioco la creatività e gli abbina-menti isoliti, come il riso selvaggio, che compriamo in Canada, unito agli scam-pi e al tartufo di Acqualagna. In questo modo, oltre ad unire passato e presen-te, unisco anche prodotti particolari che scelgo in giro per l’Italia e per il mondo,

con quelle che sono le eccellenze del territorio”.Qual è il suo ingrediente segreto?“La passione! Più alto è il livello della cu-cina, più serve passione, perché il lavoro si fa sempre più duro e richiede un impe-gno sempre maggiore”.

Che rapporto c’è, secondo lei, tra il mangiare sano e il vivere bene?“Siamo molto attenti a questo aspetto e tutta la nostra cucina è orientata al be-nessere. Facciamo cotture molto brevi, evitiamo i soffritti, scegliamo prodotti di stagione e usiamo il dim-sum, uno speciale cestino di bambù cinese, che permettere di cuocere eccellentemen-te a vapore. Se il piatto richiede più in-gredienti, vengono cucinati tutti sepa-ratamente, in modo da conservare le caratteristiche organolettiche e non con-taminare i diversi sapori”.

Molti giovani sognano di diventare chef stellati: che consiglio vorrebbe dare loro?“Oggi non è certamente facile intrapren-dere questo lavoro; non lo era nemmeno quando ho iniziato io, ma il fatto di es-sere diventato padre da giovane, mi ha responsabilizzato molto, spingendomi a dare il massimo. A volte si constata che, purtroppo i giovani sono un po’ viziati e non si sacrificano volentieri. Chi vuole fare un certo tipo di ristorazione, inve-ce, deve mettere da parte alcuni hobby,

almeno per un certo periodo e dedicar-si anima e corpo all’apprendimento, per arrivare a certi livelli”.

tra qualche settimana inizierà il perio-do delle festività: quale sarà il menù di Natale e del cenone di Capodanno?“A Natale solitamente siamo chiusi, mentre per il Capodanno, abbiamo pen-sato ad una vera e propria festa, non il classico cenone. È una soluzione anticri-si che, limitando leggermente il discorso servizio (senza il cameriere pronto a ver-sare da bene ogni tre minuti), premia la voglia di divertimento e di gustare piatti di altissima qualità in compagnia. Come antipasti avremo petto di cappone affu-micato e insalata di piovra; i primi saran-no il classico risotto ai frutti di mare e chitarrine al ragù di una volta (con una grande varietà di carne). Per secondo avremo scorfano in panzanella e arista di maiale in porchetta. I dolci saranno i classici dolci delle feste, panettone, pan-doro ecc.; ci tengo a dire che produciamo tutto internamente, compreso il pane e i dolci appunto.”

Buone feste e buon appetito allora!“Grazie, altrettanto a voi”.

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L’Europa ha una forza lavoro di 22 milio-ni di senza impiego. L’America solo 20. Nel settore della produzione bellica la

Russia ha ormai conquistato i mercati africa-no e sudamericano, e il resto è principalmente nelle mani americane. Numero tre la Germa-nia. Ma guardiamo intanto a casa nostra: tre milioni di disoccupati. E le industrie belliche quali sono? Proviamo a stilare un elenco: Oto Melara, Fincantieri (Marina Militare), Beretta (Esercito/armi leggere), Ilva – principale pro-duttore europeo di acciaio, che è la materia prima fondamentale -, Fiat – nelle due guerre mondiali fornitrice dell’esercito, dell’aviazio-ne, attualmente con impianti nella produzione automobilistica in prossima e definitiva chiu-sura - Agusta-Bell (elicotteri), e naturalmente tutti i produttori di mezzi pesanti - agricoli e non -, che “finalmente” possono convertire in produzione bellica. Da non dimenticare poi che soltanto gli addetti ai lavori o gli alti gra-di militari sono in grado di comporre l’elenco, tanto importante quanto ovviamente segre-to, del settore informatico, chimico, ecc., che

sono in pista nei vari segmenti. Ergo, è eviden-te che vi sono i presupposti per la tanto ago-gnata, apparentemente lontana ma vigorosa ripresa dall’attuale regressione globale … Al-luvioni, terremoti, malattie, sciagure, guerre … sono avvenimenti terribili, ovviamente temuti, ma dobbiamo conviverci da sempre e temo che così purtroppo sempre sarà. Il mahatma Gandhi non ha vinto, come avrebbe sperato, con la pace: ha estromesso gli odiati inglesi, ma l’India si è spezzata in Pakistan e Ban-gladesh e quindi in una galassia di province, lingue, religioni tra loro contrarie ed ancora oggi in quotidiano conflitto. Ma chi sono i veri guerrafondai? Guardiamoci in giro: più che le industrie belliche, non sono forse i governanti “colpevoli” di aver creato un sistema mondiale che in un solo lustro ha fatto deragliare l’intero genere umano, giù giù sino all’ultimo compe-signos, fazendero, mugiko, cowboy, coltivatore di thè, caffè “et similia”? Cosa ci riserva il futu-ro? Non lo sappiamo. Ma non dimentichiamo l’insegnamento di Metternich: i periodi di pace servono a preparare la guerra successiva.

Finché c’è guerra c’è speranzaQual è l’unica industria che lavora 24 ore a livello globale ed è ben lungi dal soddisfare le esorbitanti richieste del mercato? L’industria bellica. Stranamente, non tanto i Paesi Brics ma quelli Piigs (Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna)

di Gianni Mauro

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a cura del Gruppo Sida di Ancona - www.sidasrl.it OFFERTE DI LAVORO

> La nostra azienda cliente è un’ importante realtà  con personale altamente specia-lizzato,  grintosa, strutturata e  tecnologicamente all’a-vanguardia  del settore del fashion.  Opera  nel campo dell’industrializzazione della cucitura su ogni tipo di pelle e tessuto, proponendo ai propri clienti: un supporto creativo e stilistico, ricerca per amplia-mento del proprio  ufficio stile:

diSegnatore\progetti-Sta rif. gM\dp La nuova figura, in  collabora-zione con di importanti aziende del fashion e in affiancamento al responsabile dell’ufficio stile, sarà responsabile della progettazione e del disegno in base alle esigenze concordan-te con il cliente utilizzando le tecnologie informatiche quali il sistema CAD (Computer Ai-ded Design) ed il sistema CAM (Computer Aided Manifactu-ring).In particolare svolgerà  le se-guenti attività:•esegue il disegno completo

del manufatto adibita alla produzione;•introduce nel computer i pa-

rametri relativi al progetto realizzato;•programma con i linguaggi

informatici appropriati il si-stema CAM delle macchine che lavoreranno il pezzo nel reparto produzione.

 > riCerChiaMo giovani di etÀ MaSSiMa 29 anni Che

aBBiano una ottiMa Co-noSCenza dei prograMMi autoCad 2d e iLLuStrator e una Buona ConoSCenza deLLa Lingua ingLeSe e franCeSe.Creatività, ottime doti rela-zionali, propensione al lavoro in team, precisione, passio-ne per il mondo della monda completano il profilo. La sede di lavoro è nella Pro-vincia di Ancona. E’ previsto un’iniziale periodo di stage con un successivo in-serimento lavorativo. I candidati in linea con i requi-siti saranno convocati per un colloquio motivazionale-atti-tudinale con una prova tecnica per verificare la conoscenza dei programmi informatici ri-chiesti. Per candidarsi inviare il pro-prio cv a [email protected], ponendo in ogget-to Rif: GM\DP

> Importante azienda ope-rante nel settore vitivinicolo, specializzata nella produzione di prodotti di alta qualità, con forte orientamento all’este-ro, ricerca per potenziamento della propria struttura com-merciale estera un: export area Manager (Junior) rif gC/exp Il quale, operando alle dipen-denze della Direzione Com-

merciale, sarà responsabile della gestione del consolida-mento e dei rapporti già esi-stenti con gli attuali importa-tori e contribuirà alla ricerca e sviluppo di nuovi potenziali clienti nei territori europei ed extra europei assegnati.Dovrà quindi gestire i contatti con gli agenti e i distributori dei mercati di riferimento.Si vuole entrare in contatto con candidati tra i 30-35 anni di età, che abbiano maturato un’  esperienza almeno bien-nale nel ruolo,  disponibili a frequenti trasferte  all’estero, con  conoscenza della lingua inglese e di un’altra lingua. L’aver maturato  esperienze nel settore vitivinicolo costitu-isce requisito preferenziale. Orientamento all’obiettivo, competenze nella gestione dei clienti, organizzazione e dinamismo,completano il pro-filo.Si richiede la residenza nel centro- Italia (Umbria/Mar-che/Abruzzo). Verranno contatti per un col-loquio motivazionale-attitu-dinale solo quei profili che rispettano le caratteristiche richieste. Se interessati inviare il proprio curriculum vitae  a  [email protected]

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potenziamento della propria struttura interna ricerca:

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Il quale sarà responsabile dell’intero processo produt-tivo, dalla realizzazione del lay out grafico alla messa in produzione e finitura del pro-dotto; in tal senso coordinerà un team di 4 persone per la definizione delle tempistiche e l’avanzamento dei lavori.Si occuperà inoltre di impo-stare il materiale grafico ela-borando in prima persona le documentazioni (cataloghi, brochures, poster,) in base alle richieste dei clienti.Il candidato ideale ha già maturato esperienza in ruo-li analoghi e possiede ottime competenze informatiche nell’utilizzo di Illustrator - Photoshop - XPress e/o In De-sign, conosce i vari supporti adatti alla stampa e le tipolo-gie di carte.Intraprendenza, creatività, flessibilità e capacità organiz-zative completano il profilo.La sede di lavo è nella provin-cia di Fermo.

 Se interessati inviare cv a [email protected] con Rif. GM\KT in oggetto.

Gli interessati sono pregati di inviare dettagliato curriculum, con consenso al trattamento dei dati, citando in busta il riferimento a: SIDA S.r.l.Via I° Maggio - 60131 Ancona - Fax 071/2852245 - [email protected] - www.sidasrl.itConsenso: richieste di autorizzazione provvisioria alla Ricerca e Selezione del personale in corso, ai sensi del D.Lgs. 276/03.I candidati ambosessi (L. 903/77) sono invitati a leggere sul nostro sito l’informativa sulla Privacy (D. Lgs. 196/03).

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