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Apis Editoriale Aton Giacomo Tallone Igneus L’inganno neognostico Haiaiel Commento alla “Lettera ad un amico” di Giammaria Maathor Nei segreti irrisolti del SATOR (II parte) Adonhiram Il III Grado della Libera Muratoria come Promessa di Reintegrazione nell’Uno Sedir L’iniziazione (conferenza inedita) Asclepius Che cos’è l’anima Arjuna La mente nel Nada Yoga (prima parte) Hathor Go-Rex Simbologia massonica:Il Gabinetto di Riflessione Calendario Operativo 2016 Pag. 1 Pag. 10 Pag. 20 Pag. 34 Pag. 42 Pag. 52 Pag. 58 Pag. 62 Pag. 66 Pag. 76 III cop. Anno 2 - n. 7 - giugno 2016 Direttore responsabile: Mauro Cerulli Comitato scientifico: Fabrizio Fiorini Luizio Capraro Arrigo Gareffi Antonino Bonanno www.mizr.eu MIZR é uno strumento di divulgazione interna che presenta studi sul Martinismo, la Libera Muratoria e lo Gnosticismo. La raccolta (che non ha periodicità ed é riservata ai soli membri della Associazione Culturale MIZR) non é in vendita e può essere stampata in proprio scaricandola gratuitamente. Pertanto non può essere considerata una testata giornalistica o un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 07.03.2001.

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Apis Editoriale

Aton Giacomo Tallone

Igneus L’inganno neognostico

Haiaiel Commento alla “Letteraad un amico” di Giammaria

Maathor Nei segreti irrisoltidel SATOR (II parte)

Adonhiram Il III Grado dellaLibera Muratoria come Promessa di Reintegrazione nell’Uno

Sedir L’iniziazione(conferenza inedita)

Asclepius Che cos’è l’anima

Arjuna La mente nel Nada Yoga(prima parte)

Hathor Go-Rex Simbologia massonica:Il Gabinetto di Riflessione

Calendario Operativo 2016

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III cop.

Anno 2 - n. 7 - giugno 2016

Direttore responsabile: Mauro Cerulli

Comitato scientifico: Fabrizio FioriniLuizio CapraroArrigo Gareffi

Antonino Bonanno

www.mizr.eu

MIZR é uno strumento di divulgazione interna che presenta studi sul Martinismo, la Libera Muratoria e lo Gnosticismo.

La raccolta (che non ha periodicità ed é riservata ai soli membri della Associazione Culturale MIZR) non é in vendita e può essere stampata in proprio scaricandola gratuitamente.

Pertanto non può essere considerata una testata giornalistica o un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 07.03.2001.

Oggi le legioni del male sono sempre più decise a travolgere la Tradizione. Lacontroiniziazione sa contaminare tutti coloro che sono deboli e sembra non lasciarscampo a chiunque non sia saldo, granitico, ricco di fede, di speranza e di amore, e so-prattutto consapevole sia sul piano dei contenuti spirituali che della storia.

Megalomani, ciarlatani, manipolatori di anime, falsari e millantatori caparbia-mente tentano di proseguire la loro empia ed egoica partita a dadi con l’Unico Immenso:strisciando dentro le più deboli o degenerescenti Società nate per lo Spirito, disinfor-mano scientemente ed infettano con le loro “credibili” follie chi cerca di percorrere au-tenticamente la propria Via.

Chi sente nella Tradizione la Sacralità della vita e la Verità dei valori, chi operaper la Reintegrazione dell’Uomo e di tutto il creato, chi non è disponibile a contrattareun piatto di lenticchie per una ipocrita, arrogante, altisonante vanagloria profana, chiè indenne e virtuoso è necessariamente chiamato ad impugnare la spada e ad ergersi adifesa dello Spirito.

In questo quadro drammatico di cedimento alla orde oscure, anche una partemolto consistente della Libera Muratoria Egizia è stata appestata. Ma non totalmente!Per volontà degli Dei Immortali, il “mondo egizio” è tutt’oggi ottimamente rappresen-tato da alcuni Ordini sani, che stabilmente operano per la sua pura Trasmissione attra-verso gli originali Depositi, mantenuti incontaminati e completi. In questi Ordinil’integrità e la saldezza sono garantite dalla coerenza iniziatica ed i loro figli hanno ri-cevuto e ricevono tutti i doni dello Spirito.

Da una parte è dunque fondamentale possedere una vera chiarezza storica: nonsi può ignorare chi sono stati i nostri Padri, quali passi hanno compiuto questi MaestriPassati, a chi hanno consegnato il Sacro Deposito che era stato loro affidato e comehanno agito per la difesa del Mondo Rituale Egizio ed in generale delle Società Spiri-tuali. Dall’altra è vitale unire eggregoricamente queste forze, perché Esse onorano laTradizione per tramandarla inalterata.

Questa Unione si è concretizzata il XII giorno di Masut-Ra, VI mese della Sta-gione di Shemu nell’Anno di Vera Luce d’Egitto 000 000 000 per volontà ed opera delSovrano Santuario Egizio-Mediterraneo, del Sovrano Gran Santuario Bysantium, delSouverain Grand Sanctuarie Traditionnel des Gaules e del Sovrano Gran SantuarioMediterraneo.

Che il Supremo Artefice dei Mondi li aiuti, li assista e li fortifichi.

EDITORIALEApis

CERCO UN CENTRO DI GRAVITÁ PERMANENTE

Non ho mai nascosto la mia simpatia per il grande musicista Franco Battiato, genialeed eclettico artista, in grado di creare sia canzoni melodiche di grande successo ascoltate dachiunque, sia di partorire vere e proprie opere liriche e sinfoniche (Genesi, Gilgamesh, Il Cuordi Federico, Telesio) apprezzabili essenzialmente da un pubblico colto e, di conseguenza,molto ristretto. Da quell’artista vero che è Battiato è stato anche in grado di valicare i confinidella musica essendosi cimentato, con successo, sia nel campo del cinema, come regista, chein quello della pittura.

Conobbi Battiato verso la fine degli anni ‘70 dello scorso secolo, lui allora viveva a Mi-lano, componeva musica d’avanguardia, che nessuno ascoltava tranne quattro gatti, ed eraassolutamente sconosciuto al grosso pubblico. A presentarmelo fu un amico, allora discepolo,come me, di Scaligero, che suonava assieme a Franco in una band della quale ora mi sfuggeil nome; questo amico sarebbe divenuto, anni dopo, un parlamentare della Lega Nord, poi,abbandonata dopo pochi anni la politica, avrebbe iniziato a fare il “guru” mescolando l’antro-posofia di Steiner con bizzarre tesi dall’evidente sapore new-age, ma è una brava persona egli sono affezionato. Franco mi colpì molto, sia per l’enorme intelligenza che per la straordi-naria cultura musicale ma, onestamente, non mi convinse molto dal punto di vista esotericoo meglio, non mi convinse la sua personale visione dell’esoterismo e dello spirito.

Battiato, all’epoca, apparteneva alla scuola di Gurdjieff (personaggio che non mi ha maiparticolarmente affascinato) e sosteneva, come del resto sostiene tuttora, che il c.d. “associa-

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zionismo esoterico” non ha più ragion d’essere e che, di conseguenza, gli Ordini Iniziatici, natitecnicamente in Occidente essenzialmente nel XVIII secolo, non hanno oramai più alcun senso.

Analoga teoria veniva espressa anche da un altro grande genio della musica che Bat-tiato tempo dopo mi presentò: Giorgio Gabersic, in arte Giorgio Gaber.

Posso comprendere, per molti aspetti, la validità di tali ragionamenti: l’essere umanooggi è molto diverso da come era nel settecento o nell’ottocento, ben difficilmente oggi sonoriscontrabili Personalità del calibro di Martinez de Pasqually, o di Louis Claud di Saint-Martin,o di Papus, o di Steiner, etc., tanto per fare alcuni esempi, ed è indubbiamente verissimo, comeScaligero scrive nell’appendice “Dell’Amore Immortale” che nella maggior parte delle moderneassociazioni spirituali, la forma riveste assai maggior contenuto della sostanza, in sintesi, cioè,il “pensato” si è affermato in luogo del Pensiero, onde l’autentico senso Spirituale di tali asso-ciazioni è andato, in molti casi, perduto. Tuttavia ciò che non mi ha mai convinto fino in fondoè l’incapacità di formulare valide alternative agli Ordini Esoterici, da parte di coloro che ne de-cretano l’inutilità o, per meglio dire, che ritengono che Essi vadano oggi, in qualche modo “su-perati”. Va bene, mandiamo in pensione gli Ordini Massonici, quelli Martinisti, le ChieseGnostiche, (vere o presunte, ahimè quasi sempre presunte, che siano queste Strutture) ma poi,in soldoni, con COSA dovremmo sostituirle? Parliamoci francamente e fuori dai denti: Steinere Scaligero, due Grandissimi Maestri, senza alcun dubbio, tentarono entrambi, in tempi diversi,un “superamento” dei c.d. Ordini Iniziatici, ma cosa sia successo alla Loro morte è sotto gli occhidi tutti: la Società Antroposofica è oggi una multinazionale che non ha più NULLA di spiritualee di esoterico e posso affermarlo a ragion veduta essendo membro della c.d. “Classe Esoterica”dal 1992; quanto all’ambiente “scaligeriano” (orrido neologismo che avrebbe tremendamenteinfastidito Massimo, ma usiamolo pure per comodità didattica), a parte qualche rara brava per-sona, io vedo oggi, in quell’ambiente, soltanto personaggi francamente deliranti, basta leggerei vari “blog”, “forum” et similia per rendersene conto. Se l’alternativa agli Ordini Iniziatici è co-stituita, tanto per scendere in particolari, da Giudith von Halle o da “Hugo de Paganis”, abbiatepazienza, teneteveli pure che io mi tengo gli Ordini Iniziatici!

Senza Ordini, purtroppo, non possono esistere Scuole,perciò sarà difficilissimo, se non impossibile, trasmettere gli In-segnamenti della Tradizione Perenne NELL’ESATTO ED INAL-TERATO MODO CON CUI DETTI INSEGNAMENTI DEVONOESSERE TRASMESSI ad altri. Il limite dei c.d. “liberi cercatori delloSpirito” sta, purtroppo, nella loro sterilità: essi non trasmettono,non creano scuole, non forgiano discepoli in grado, un giorno,di raccoglierne l’eredità: creano, certamente, delle “comunitàumane” anche efficaci e propositive ma limitate, nella loro azione,al solo tempo del transito terrestre del Maestro, poi, inevitabil-mente, con la Sua scomparsa terrena, tali comunità umane si di-sgregano assumendo le stesse connotazioni negative dei vari “Ordini” con scambi di accusereciprocamente formulate dai vari “continuatori” o “eredi spirituali”, comiche pretese di rappre-sentare “l’ortodossia” del pensiero di quello stesso Maestro che negava la validità di ogni or-todossia e per tali motivi era contrario agli Ordini, e, infine, subentra l’ assurda convinzionedi essere l’unico autorizzato a parlare di quello stesso Maestro. A mò di esempio citeremo ilcaso di un ex-giovanotto, ora alquanto attempatello, in gioventù ex-militante di lotta continuae sodale del “galantuomo” Ovidio Bompressi, (per inciso, ma solo per amore di verità storicae senza alcuna intenzione apologetica sappiate che Scaligero aveva fatto la marcia su Romae mai rinnegò la Sua giovanile adesione al Fascismo, se mai superò e trascese il velo della“Maya politica” come Egli spiega chiaramente in “Dallo Yoga alla Rosacroce”); questo simpaticopersonaggio, che ha avuto l’ardire di definire Papus “maghetto da strapazzo” e di sbeffeggiareil Martinismo e la Libera Muratoria Egizia (e che poi non si lamenti se le cose della vita glivanno male poiché gli Eggregori hanno una grande forza) , incontrava Massimo un’ora scarsaal mese, in compagnia di una dozzina di persone in una sorta di “psicoterapia di gruppo” diquesti giovanotti scapestrati che Scaligero per carità cristiana cercava di riportare sulla rettavia, ora si erge al ruolo di “unico interprete autorizzato” del pensiero di Scaligero, pretendendodi aver da Lui ricevuto particolari confidenze e rivelazioni. Costui afferma pubblicamente che

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l’UNICO esercizio spirituale da seguire è la concentrazione (la quale, si badi bene, per talepersonaggio deve durare non pochi minuti, come Scaligero a chiare lettere scrive nei Suoilibri, bensì diverse ore), che la CRISTIANISSIMA Via indicata da Steiner e da Massimo deve,in realtà, lasciare il passo ad una sorta di Reghiniana “rivitalizzazione degli Antichi Dei di Roma”che TUTTI o quasi tutti i discepoli di Massimo sono dei traditori, venduti alla chiesa cattolica,e teorizza una vera e propria “Via ascetica permanente” che egli però si guarda bene dal se-guire, dato che pesa un quintale e mezzo ed è da molti anni affetto da grave bulimia trovandonel cibo, l’unico conforto ad una vita carica di frustrazioni e di tragedie. Dunque, amici miei:è QUESTA l’alternativa che volete agli Ordini Iniziatici? O vogliamo parlare di Brizzi e dellaBrigliadori? O magari di Biglino? O dell’ineffabile Tiziano Terzani, grande spiritualista a chiac-chiere che nella sua attività di giornalista fu difensore delle buone ragioni dei famigerati kmerrossi cambogiani e del loro sanguinario leader Pol-Pot? E, facendo un tuffo nel passato, chedire dell’angelico Samael Weor, altro “demolitore degli Ordini” che mescolando in un oscenoed indigesto minestrone Tantra, Antroposofia, Gnosticismo, Ermetismo, Mitologia Azteca edEgizia, RajaYoga, ha dato vita ad autentiche organizzazioni settarie che propagandano il “verbo”babelico del Maestro agitando le sue opere come le guardie rosse cinesi agitavano il librettorosso di Mao? E che dire delle scuole della c.d. “Terza Via” propagandata da Gurdjeff? Oppureè la ridicola Wicca, in massima parte costituita da adolescenti che giocano a fare le streghe, l’al-ternativa agli Ordini Iniziatici?

É vero, amici miei, esiste un problema legato agli Ordini Iniziatici ma sapete qual’é?Il problema è che di Ordini Iniziatici veri, autentici e regolari ce ne sono pochissimi, venendo,in massima parte, spacciati per tali strutture che NULLA con gli Ordini Iniziatici hanno a chefare! Esiste infatti un albo professionale dei medici, uno degli avvocati, uno dei giornalisti,etc, ma non esiste un “albo degli Ordini Iniziatici”, perciò ognuno può dire ciò che vuole, adesempio può invitare dieci persone ad un convegno, farle firmare una lettera di auguri e poidire che tali persone gli hanno trasmesso il proprio Deposito Iniziatico, o cose del genere.

Si può ricevere, per fare un altro esempio, una Patente di una Filiazione, scomparsa daoltre duecento anni e “risvegliata magicamente” durante la seconda guerra mondiale, poi nuova-mente messa in sonno e nuovamente “risvegliata magicamente”, si può, ancora, ESSERE

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ESPULSI da una Struttura Iniziatica ma, attraverso lettere “autografe” tirate fuori (ovviamente)DOPO la morte del Gran Maestro che di tali figuri si liberò a calci, nelle quali siviene “perdonati” (ma, ahimè NON REINTEGRATI NELLA STRUTTURA PRE-CEDENTE), rivendicarne la legittima eredità! Si può, infine dire, quarant’annidopo la morte di un Gran Maestro, che in realtà esisteva anche un “terzo te-stamento” e che dunque, in definitiva, avendo il “beneficiato” taciuto all’epocaper modestia oggi, che ha superato abbondantemente gli 80 anni, egliavrebbe il “sacrosanto diritto di rivendicare l’eredità di Quel Grande Mae-stro”! Scusate, so che molti di voi non capiranno a chi e a cosa mi sto rife-rendo (solo gli “addetti ai lavori diversamente giovani” potranno capire tuttiquesti esempi) ma il punto essenziale su cui vi invitiamo a focalizzare la vostraattenzione è questo: Non è “colpa” degli Ordini Iniziatici (quelli veri) se esistonodei ciarlatani, e, soprattutto, amici miei, NON ÉCOLPA NOSTRA SE MOLTI DIVOI SI FANNO INGANNARE DA SIMILI LESTOFANTI! Del resto diverse voltein questa rivista ed altrove abbiamo fornito tutta una serie di “facili indizi” per poter smascherarei falsari, arrivando, addirittura, ad esporre una sorta di “decalogo per la tutela dei consumatori del-l’esoterismo”: non possiamo farci niente se continuate a cascare nelle trappole.

Ora, tornando a Battiato, pur non condividendo le sue posizioni in campo esoterico-spirituale devo, tuttavia, doverosamente, ravvicinandolo per diversi aspetti alla Blavatski, ri-conoscergli (oltre ovviamente al genio musicale) il merito di aver, perlomeno, tentato di aprireuna porta che conduce allo spirito, a beneficio del grosso pubblico e non dei soliti pochissimi“eletti”. Egli dunque, come fece la Blavatsky, ha cercato, in qualche modo, di immettere deisemi di conoscenza spirituale nella mente della maggior parte delle persone, parlando, condisinvoltura, di chakras, karma, reincarnazione, manas, tentando di trasferirle nel linguaggiocomune e nelle comuni credenze. La difficoltà, e la grandezza di tale operazione non è facil-mente compresa dai c.d. “esoteristi” i quali vivono, in genere, in vere e proprie “enclavi” nonrendendosi minimamente conto di quanto la gente comune sia lontana anni luce da qualsiasidimensione esoterica e spirituale. Visto il lavoro che faccio mi sono spesso sorpreso a pensare,con divertimento, a quale faccia farebbero i miei colleghi o i miei collaboratori, se io tentassidi spiegar loro quali siano gli interessi che coltivo da oltre quarant’anni, perché la gente “nor-male”, che vive immersa nel mondo ilico, prigioniera del quaternario, non ha nessuna ideadi cosa possa essere una dimensione autenticamente spirituale ed iniziatica. Ma occorre essere

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onesti fino in fondo ed ammettere che anche la maggior parte di coloro che si definiscono“esoteristi”, “iniziati” o ancor peggio, che si (auto)proclamano “maestri”, altro non sono senon individui ordinari, ilici che non hanno mai lasciato i metalli nel gabinetto di riflessione,grotteschi venditori in quei “supermercati coi reparti sacri che vendono gli incensi di Dior(Battiato,”Magic shop”). Del resto Battiato ci da lo spunto giusto per poter comprendere il de-clino di molte strutture Iniziatiche quando, nella bellissima canzone “Centro di gravità perma-nente” (La Voce del Padrone,1981) egli fa riferimento a “gesuiti, euclidei, vestiti come deibonzi per entrare a corte degli imperatori, della dinastia dei Ming”. É noto, infatti, agliaddetti ai lavori, che quella che Reghini definiva “L’esecrata compagnia di Gesù”ha, da secoli, adottato una sistematica strategia di infiltrazione in molti Ordiniiniziatici con il chiaro intento di annacquarne il Deposito Iniziatico Tradizionalemodificandolo ad “usum delphini”.

Dalle colonne della Rivista “Le Vie della Tradizione” Gaspare Cannizzo (cheera peraltro a capo di un Ordine Iniziatico) più volte denunciò tali criminosi ten-tativi. Ancora oggi si agitano nel mondo Iniziatico Tradizionale alcuni pericolosi agentiprovocatori, impegnati a creare confusione ed a seminare zizzania, i cui nomi, guarda caso,si possono trovare nel libro paga di associazioni cattoliche integraliste, tradizionalmente vicinealla Compagnia di Gesù o all’Opus Dei, pur se tali due strutture si stanno da alcuni anni com-battendo tenacemente tra loro senza esclusione di colpi, ma “per maggior gloria di Dio” (il loro,beninteso, che è assai diverso dal NOSTRO) il comune fine di questi zelanti “servi di Pietro”rimane sempre il medesimo: combattere quegli Ordini Iniziatici che fanno della libertà indi-viduale, del libero pensiero e del credo Gnostico, il Loro vessillo. Poiché, però, la Santa In-quisizione è stata abolita (peraltro proprio grazie a quegli Ordini, responsabili peraltro anchedella fine del potere temporale dei papi), la strategia attuale consiste nello svuotare gli Ordinidel Loro autentico contenuto Iniziatico Tradizionale per trasformarli in strutture prive di qua-lunque reale significato spirituale e, quindi, ai loro occhi, privi di qualsiasi pericolosità. Tuttociò potrebbe, a ben ragione, determinare una diffusa sfiducia sia nel mondo esoterico in ge-nerale sia negli Ordini Iniziatici in particolare. Chi, come me, ha avuto la fortuna (o meglio,il karma favorevole) di aver conosciuto degli autentici Iniziati come Massimo Scaligero e PioFilippani Ronconi e gli esponenti qualificati ed autentici dei veri Ordini Iniziatici come Phi-lippe Encausse, Gastone Ventura, Gaspare Cannizzo, Sebastiano Caracciolo, sa perfettamenteche il mondo Iniziatico e gli Ordini esoterici rappresentano, oggi più che mai, la sola alterna-tiva al caos che ci avviluppa sempre più inesorabilmente nelle sue mortifere spire. Il geniodella lingua ci fornisce infatti un importante suggerimento laddove ci indica che il contrario,e dunque l’antidoto, del caos è, appunto, rappresentato dall’ORDINE. Ma affinché un OrdineIniziatico sia veramente tale devono essere soddisfatte tutte le seguenti condizioni:

1) - Quell’Ordine deve essere emanato da un Centro Spirituale autentico nelQuale vi è sempre stata una successione lineare e senza interruzione dei Maestri che lohanno guidato.

2) - Il Capo visibile di quell’Ordine è stato regolarmente insediato al suo postosecondo le regole della Tradizione a cui quell’Ordine fa riferimento.

3) - Il Deposito docetico e rituale di quell’Ordine è integro e scevro da arbitrarieaggiunte o da falsificazioni e mistificazioni varie. Tale Deposito viene trasmesso secondole regole Tradizionali.

4) - La progressione iniziatica dei membri di quell’Ordine avviene secondo le re-gole Tradizionali.

5) - Coloro che vengono ammessi in quell’Ordine possiedono le necessarie qua-lificazioni per accedervi.

6) - La struttura di quell’Ordine è rigorosamente piramidale e gerarchica perché,

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come diceva Leone Caetani, “la democrazia è gran bella cosa nella società civile, ma è inapplicabilenel mondo Iniziatico”.

7) - Quell’Ordine si tiene lontano da ogni pericolosa commistione con il mondodella politica e con quello degli affari, diversamente Esso cesserebbe automaticamentedi essere un Ordine Iniziatico per divenire null’altro che un “club service” come sono, appunto,da considerarsi le Massonerie anglosassoni (e purtroppo non solo quelle!).

Senza alcuna remora posso onestamente affermare che in Italia esistono non più di 4-5Strutture che rispondono pienamente a tali caratteristiche e, non a caso, Esse sono in stretti rap-porti di reciprocità tra Loro, con particolare riferimento ai Loro vertici perché, come mi disse ungrande Figlio della Terra di Sicilia che voglio citare solo con il suo nome Iniziatico, Arjuna, “TraGran Maestri ci si dicono cose che nessun altro può ascoltare, semplicemente perché non le capirebbe”.

Dunque perdonatemi la presunzione ma non è vero che “Gli Ordini Iniziatici non sonoadatti all’uomo di oggi”, piuttosto, è vero il contrario! Trovo infatti che oggi ben pochi possiedanole necessarie qualificazioni e, ancor di più, le giuste motivazioni per accedere ad un RegolareOrdine Iniziatico.

Tuttavia se si possiedono le appropriate qualificazioni e le giuste motivazioni l’incontrocon tali Ordini avverrà sicuramente ed Essi volentieri apriranno le porte dei Loro Templi ai me-ritevoli perché, come scrisse l’Iniziato Goethe:

“Noi siamo ridotti a pregare di notte, in segreto il Padre Universale, “ma fa giorno appena si può portarti un cuore puro.“La fiamma pura si divide dal fumo, così purifica la nostra Fede.“E se ci si deruba dei Nostri Antichi Riti, Te, o Luce, chi potrà derubarti?”

E i Figli della Luce sanno SEMPRE riconoscere i cuori puri! n

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GIACOMO TALLONEAton

Sono molti i libri a disposizione del pubblico, sia Massone che profano, che trattano diMassoneria. Non è facile quindi scrivere di un uomo rimasto lontano dallanotorietà che può dare un libro ben scritto, per trascorrere tutta la propriavita accanto ai suoi Fratelli, nella sua Loggia Massonica e che ha palesatosolo a costoro la propria profonda conoscenza del cosmo, dei simboli edegli strumenti necessari per svelare tali simboli e giovarsi di essi per rag-giungere altezze che a pochi è dato raggiungere. Recentemente, a miacura, è stata pubblicata un’opera, un libro che racchiude alcuni suoi scritti.Scritti di un grande Massone, di un grande uomo, alla cui figura sonomolto legato e il cui modo di intendere il mondo massonico ha forte-mente influenzato il mio pensiero.

Prima di esaminare la sua opera voglio soffermarmi sulla sua fi-gura. L’ho fatto nell’introduzione del libro contenente i suoi scritti, manell’introduzione non mi sono soffermato sulla sua appartenenza allacittà di Messina e sulla sua attività. Come ho detto - e scritto - risultache fosse proprietario di una scuola privata. Una scuola retta quindi daun Massone, da una persona che sapeva ben distinguere e sapeva tenerseparati il potere politico da ogni ingerenza sociale.

Non ho alcuna documentazione che sorregga la mia ipotesi ma debbo ritenereche Tallone avesse scelto per formare i suoi giovani concittadini, programmi e libri improntatisu questa distinzione. Ha diretto questa scuola però, in un periodo particolare.

Se consideriamo che è morto nel ‘56 a 63 anni, è facile dedurre che la sua direzione siespletò soprattutto durante il periodo fascista. I fascisti, come si sa, costrinsero le Logge Mas-soniche a smettere la loro attività.

Lui, Tallone, però continuò ad esser Massone e diede luogo ad una Loggia Massonicaproprio all’interno della sua scuola. E non fece ciò per “spirito di contraddizione”; lo fece in

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quanto consapevole di trovarsi di fronte ad un regime liberticida e che solo un regime liberticida,che solo la profonda assenza di cultura e di erudizione potesse avversare una istituzione comequella massonica.

Lui combatté in quel modo l’assenza di cultura, l’ignoranza, il servilismo becero che unregime liberticida voleva invano ergere a propria bandiera. Nella scuola di Tallone si formòquindi una Loggia Massonica. Leggiamo ciò che scrive Tallone a proposito: “Nel 1935, a Messina,sette Fratelli si riunirono a costituire una Loggia Massonica. Uno dei sette offerse il posto ove potersiriunire. In barba al Fascismo ed alle questure, questi sette Fratelli costituirono effettivamente un’officina,si riunirono per lungo tempo, si scelsero le cariche, si distribuirono le mansioni; si andò alla ricercadegli antichi sicuri fratelli: E poco per volta, a uno ad uno, nuovi ne accorsero. Attorno ai primi sicostituì un gruppo abbastanza numeroso. Nessuno molestò questi Fratelli, che più non chiacchieravanoma agivano. Poi, forse senza alcuna vera causa, la cosa illanguidì e si perdette. Ma quei sette Fratellipossono andare orgogliosi per aver tentato una ricostituzione della Massoneria nel periodo più ferventedel Fascismo, e per aver avuto il coraggio di esporre le proprie persone a qualunque pericolo per il loroideale”. (Giacomo Tallone - 5 dicembre 1944).

Purtroppo bisogna constatare che l’abitudine di osteggiare la Massoneria, spesso, vieneesercitata anche ai nostri giorni, da forme di stato che non si definiscono regimi e che non sidefiniscono e non vengono considerate liberticide. E viene esercitata non solo da politici igno-ranti ed arroganti che vogliono impedire ai massoni di partecipare all’amministrazione dellacosa pubblica ma, purtroppo, anche da cittadini che vengono annoverati tra i più rappresenta-tivi, tra i più tesi verso il progresso, l’istruzione, la conoscenza, prerogative queste che costitui-scono insieme la base ed il baluardo di ogni azione tesa a favorire l’umanità anzichè il propriotornaconto.

Tallone sapeva tutto ciò e da buon massone ha agito, in un periodo molto pericolosopersino per l’incolumità propria e della propria famiglia, tenendo alta la bandiera del bene del-l’umanità e non quella del proprio tornaconto.

Quando l’ho conosciuto ero piccolo, molto piccolo e non potevo sapere di avere davantiun gigante, un vero gigante della sapienza.

Solo in seguito ho avuto modo di leggere alcune sue tavole, da me ritrovate fra le cartedi un mio parente, e ho potuto comprendere fino in fondo la grandezza di quell’uomo, che finoad allora per me era solo un professore che aveva cercato di farmi comprendere un po’ di nozionimatematiche.

Tallone, nella sua opera, ci fornisce la chiave effettiva ed utile per intendere la Masso-neria, ci illustra la vera essenza della Massoneria. Quando scrisse ciò che è riportato nel librolo ha fatto da Massone per i Massoni. È vero. Ed allora perché questa presentazione al di fuoridelle logge massoniche? Sembrerebbe una contraddizione. Sembra si debba dire: Che del me-todo massonico si occupi la massoneria all’interno delle sue logge e lasci che al di fuori di essealtre istituzioni pensino al resto dei cittadini. I Massoni, per primi, sarebbero felici se fosse così;ma così non è.

Dobbiamo constatare che la massoneria viene descritta, e non solo dai mass media,come un insieme di uomini dediti alla reciproca assistenza, ottenuta anche a scapito dei nonmassoni; la massoneria viene dipinta, e non solo dai mass media, come un covo del malaffare,spesso colluso con la criminalità organizzata o addirittura confusa con essa. Bisogna purtroppoconstatare che tutto ciò è frutto di ignoranza o di mala fede. Non so quali delle due “qualità” siala più pericolosa ma so per certo che questo tipo di propaganda allontana il cittadino dalla mas-soneria e ne impedisce di coglierne la vera essenza. Purtroppo bisogna constatare che moltiindividui dediti al malaffare si riuniscono in organizzazioni alle quali danno il nome di “Mas-soneria”. Nei confronti di queste pessime iniziative nulla o poco i veri massoni possono fare.Ovvero hanno tentato e tentano di fare qualcosa, hanno tentato e tentano di far approvare dal

parlamento una legge che regoli le associazioni,legge che in Francia esiste già fin dal 1901. Da noi inItalia è impossibile far approvare una legge simile. Seci fosse una legge di tal genere non solo la stessa im-pedirebbe la proliferazione delle cosiddette loggespurie, ma regolamenterebbe anche i partiti politicied i grossi sindacati, che fino a questo momentohanno impedito che venisse realizzata per non esserecontrollati dai cittadini. Ed allora? Allora si preferisce,anzichè regolamentarla attraverso la creazione di as-sociazioni previste dalla legge, criminalizzare la Mas-soneria in ogni occasione.Per fortuna nel mondo esistono persone che non

solo conoscono bene il problema e lo affrontano, manon temono nemmeno le reazioni non sempre posi-tive di altre organizzazioni, simili e non.La vera essenza della Massoneria, che Tallone

vuole evidenziare, è questa.La Massoneria è un Ordine Iniziatico e come tale

non tende solo ad acculturare i suoi adepti, anzi con-sidera questo traguardo utile anche se non indispen-sabile. Tende a far conoscere ai suoi adepti l’OrdineUniversale, le regole assolute del cosmo. Essa è unOrdine operativo e, attraverso l’operatività, l’appar-tenente ad essa è messo in condizione di conoscerele leggi assolute del cosmo. Non è una scuola di mo-

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rale, non è una scuola di miglioramento. Lui stesso ha scritto, a questo proposito: “Sono due leconcezioni più elevate che i fratelli hanno della Massoneria. Alcuni credono che essa sia una scuola dimorale; altri ne fanno un’associazione ora politico sociale, ora filantropica. Ebbene, quando noi pen-siamo così, scambiamo il mezzo o l’effetto per il fine o per la causa”. La Massoneria è un Ordine Ini-ziatico che ha come fine la conoscenza dell’assoluto.

Per giungere alla conoscenza dell’assoluto vi è un presupposto fondamentale: il Mas-sone deve essere un credente, il Massone non può essere un ateo. Il non credente, l’ateo, ritieneche la morte sia la fine di ogni esperienza. Il Massone no, il Massone, come tutti gli Iniziati ogli appartenenti ad Ordini Iniziatici compresi quindi gli appartenenti alle religioni rivelate, sache la vita non finisce con la morte. Sa che il contrario della morte non è la vita ma la nascita.Sa che oltre la vita terrena esiste altra vita, altra vita che vi era prima della sua nascita e che visarà dopo la sua morte. Il Massone sa che la via che gli indica la Massoneria è la via verso l’im-mortalità. La Massoneria ha questo scopo. Ci si sforza di distinguere tra Massoneria Operativae Massoneria speculativa, quasi fossero due diversi modi distinti di intendere la Massoneria.Non è così. La Massoneria è e deve essere operativa, può essere anche speculativa ma la “spe-culazione” può essere fatta anche in ambienti diversi da quello massonico, come i circoli cultu-rali, mentre l’Operatività è prerogativa della Massoneria e degli altri Ordini Iniziatici compresele Religioni.

A questo punto è necessario affrontare il discorso dei vari Ordini Iniziatici e del signi-ficato di Operatività. O meglio è forse più utile parlare prima dell’Operatività; il discorso relativoagli Ordini Iniziatici è una sua conseguenza.

Non si può parlare di Operatività se non si fa un discorso più ampio. Ho detto che ilMassone deve essere un credente, esser credente non significa appartenere necessariamentead una religione rivelata, non significa essere necessariamente cristiano, maomettano, ebreo,buddista ecc. significa solo credere nella esistenza di qualcosa che esula dalla vita terrena. Que-sto qualcosa però è unico per questo mondo e per tutti gli altri mondi, vorrei dire anche per

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questa dimensione e per tutte le altre dimensioni. Iveri Iniziati sanno di questa unicità. Ne sono consa-pevoli. I veri Iniziati sanno quindi che esiste un EnteEmanante che può essere chiamato Dio, Allah,Budda, Grande Architetto dell’Universo, Grande Ar-tefice dei Mondi ecc. e sanno anche che questo EnteEmanante è invisibile. Sanno che l’emanazione diquest’ente, anch’essa invisibile è composta tutta dalleforze indicate dalle caratteristiche dei quattro ele-menti, acqua, aria terra, fuoco, che è uguale per tuttoil cosmo.

A proposito dei quattro elementi Tallone hascritto: “Vi siete mai chiesti per quale ragione l’antica fi-losofia e l’iniziazione di tutti i tempi affermano che l’uni-verso fisico è costituito da quattro elementi: terra, acqua,aria e fuoco? Avete mai tentato di comprendere perché cisi occupa soltanto di queste quattro cose? E quanto noimoderni non ridiamo di questa affermazione! Ebbene, po-nete al posto di quei nomi queste espressioni: elementosolido, elemento liquido, elemento gassoso, elemento ener-getico. E adesso chiedetevi se esistono altri stati della ma-teria nell’universo. Vi accorgerete che effettivamente nelnostro mondo si riscontrano soltanto: terra, acqua, aria,forza”. Tornando a ciò che compone l’universo vi è dadire che, oltre a ciò che è invisibile vi è anche, in tuttoil cosmo una parte evidente, che per comodità chia-miamo manifestazione, composta dalla materia derivante dalle forze insite nei quattro elementi.Questa che noi chiamiamo Manifestazione viene assemblata diversamente secondo lo spazioed il tempo nei quali si manifesta. Operare vuol dire percorrere la via che porta alla conoscenza,non dell’Ente Emanante ma dell’emanazione e della legge che la regola, legge assoluta e validaper tutto il cosmo e non per questa sola manifestazione che è la terra.

A questo proposito, a proposito cioè della validità della Divinità mi piace ricordare unepisodio narrato da Schwaller de Lubicz nel suo libro “Il tempio dell’uomo”: “un erudito conferen-ziere ha appena finito di guidare il suo uditorio attraverso le conoscenze astronomiche delle nebulosein un universo che si misura in anni luce. Una signora inquieta gli dice: “se la nostra terra è una cosacosì infinitamente piccola nell’universo, come può Dio occuparsi di noi?” Dice sempre Lubcz, che “ri-ceve la risposta che si merita: “questo signora, dipende dalla grandezza del Dio in cui lei crede”.

Parliamo adesso degli Ordini Iniziatici; essi ci forniscono gli strumenti per giungere atale conoscenza, alla conoscenza della emanazione. Sono diversi ed hanno strumenti diversi.Guenon, grande esoterista e, dico io, grande filosofo, ha scritto che le vie Iniziatiche sonocome i raggi di una ruota. Sono molteplici, si differenziano in periferia ma conducono tuttialla stesso perno, ad un unico centro. Ecco i vari Ordini Iniziatici, comprese le religioni, pos-siedono ognuno strumenti diversi ed i Maestri conoscono il significato e l’uso di tali strumentie lo illustrano ai loro adepti. La Massoneria è un Ordine Iniziatico che ha suoi strumenti, pe-culiari dello stesso Ordine, capaci e necessari per giungere al centro di quella ruota dove èpossibile conoscere la verità assoluta. Passiamo adesso ad illustrare gli strumenti di cono-scenza adoperati dai Massoni.

Tallone, nei pochi scritti che mi sono pervenuti, ha illustrato tali strumenti. Gli strumentisono contenuti nei simboli, nei rituali, negli addobbi della Loggia o del luogo sacro in cui si

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opera, nei movimenti e nelle insegne degli adepti. A questo proposito non posso fare a menodi pensare a quei fotografi e a quei giornalisti che tentano di ridicolizzare le insegne massoniche,rese palesi in diverse occasioni fra le quali la Gran Loggia, e non considerano che possono si-gnificare qualcosa così come significano qualcosa le insegne di altri Ordini Iniziatici quali il Mar-tinismo, o le diverse religioni sia occidentali che orientali. Mi piace ripeterlo, le insegnemassoniche non sono diverse da quelle religiose ed entrambe significano qualcosa se si sannointendere. Del resto non ci si meraviglia di fronte ai capolavori di una chiesa o meglio di unacattedrale, costruita in tempi antichi da Massoni e piena di simboli anche se, spesso, sincretici. La disamina del simbolo, della simbologia è uno dei tanti capolavori di Tallone che dà il megliodi se stesso quando descrive uno dei più antichi simboli dell’umanità: la croce ed il crocefisso.Mi piace riportare ciò che ha scritto, non di tutto il simbolo, solo sul crocefisso. Dopo aver de-scritto la croce: “L’uomo sale sulla croce, apre le braccia; egli e il centro dello spazio; e in mezzo ai punticardinali e cosi vive: non potrebbe vivere al di fuori dei punti cardinali. É salito sulla croce di suapropria volonta perche solo inserendosi nei punti cardinali poteva vivere. Ci e salito spontaneamente,liberamente, si e fatto spazio nello spazio, fisico nel fisico, uomo nell’umanita: ha acquistato la sua per-sonalita, la diversificazione fra se e gli altri. Egli aveva la liberta di non ascendere la croce ma alloranon avrebbe avuto vita. Cosi liberta e necessita lo hanno portato a chiudersi nella croce. Ma ecco eglipiega il capo e rosseggia il centro della croce: nessuno e morto, nessuno e scomparso. Dal rosso del centrosorge la vita che non ha cessato affatto di esistere e la vita risale la croce. Cosi il ciclo si chiude, la vitasi rinnovella. E quello che a noi sembro simbolo di morte diventa simbolo di vita, di vita perenne.”

A proposito del Simbolismo Tallone scrive: “Il simbolismo è come un gioco di pazienza. Voiavete dinnanzi un determinato numero di pezzi di carta o di legno o di altra materia, tagliati con curvee rientranti, in modo da poterli incastrare l’uno con l’altro, variamente colorati e disegnati, messi allarinfusa: da quel pasticcio, voi, ponendo a suo luogo ciascun pezzo dovete formare un quadro completo,in cui vi apparirà un disegno. Come fate? Per prima cosa ricercate che rappresenti ciascun pezzo a sé:qui vi apparirà un colore uniforme che riterrete sia un tratto di cielo; lì troverete delle linee che vi pare

rappresentino un angolo di casa; nel terzo altre lineeed altro colore, che interpreterete come un pezzo ditronco d’albero, e via dicendo. Fatto questo primo la-voro voi vi chiedete: dove metto questo pezzo? E viregolate col colore, col disegno e soprattutto con gliincastri, per i quali quel pezzo si adatta ad altro. Pa-zientemente, continuando il lavoro pezzo per pezzo,voi riuscite a formare quel tal quadro che c’era origi-nariamente e che era stato ritagliato con formesghembe e confuso nelle sue parti.Ora lo stesso lavoro è da farsi col simbolismo. Inter-pretare simbolo per simbolo e poi unirli insieme, cia-scuno a suo posto, per avere il quadro completo. Nullaè da trascurarsi nella iniziazione: la pazienza è unadote indispensabile: quando si è pronti la conoscenzaverrà, a poco a poco, con lavoro tenace, o tutto ad untratto, come luce improvvisa. Ma occorre cominciarela via senza fretta, pronti a pazientare anche per lun-ghi anni.” (Giacomo Tallone -9 gennaio 1945).

Il lavoro che deve farsi con il simbolismo,parte dalla conoscenza umana, parte dall’essenzaumana e, in questa prima fase si svolge con isensi comuni, con i cinque sensi, ma se si prose-

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gue lungo la via, se si è capaci di proseguire, la vera conoscenza arriva utilizzando altri sensi.Secondo Tallone ciò è possibile: ascoltate quanto ha detto a proposito: “Se nel nostro mondo fisicosi ritrovano già più di cinque sensi, non è assurdo pensare che altri, fisici e non fisici, possono esserci,che noi non adoperiamo d’ordinario. E questi sensi esistono e basta educarli, come abbiamo educatoquelli fisici, per avvertirli e servircene. Quando noi li avremo a nostra disposizione non sarà più la com-prensione a dominare la nostra vita ma la sensazione. Come noi non tentiamo di comprendere il soleperché ci basta vederlo in cielo per avere la sicurezza della sua esistenza, così ci sarà inutile comprenderela vita quando potremo sentirla. Ecco che significa realizzare.” (Tallone -6 febbraio 1945.

E non sono descritti ed analizzati solo i simboli. Viene descritta ed analizzata la cerimoniadi Iniziazione; Iniziazione che consente al Massone di giungere alla verità, verità che non è lamorale ma qualcosa di diverso: Secondo Tallone “la morale non è una verità ma una condizione ne-cessaria per l’apprendimento della verità. La morale sta alla verità come l’intelligenza sta alla scienza.La morale è sempre in via di evoluzione: la verità è immutabile. Il fine ultimo dei simboli non può esserela morale, ma deve essere la verità; cioè il simbolo deve avere una interpretazione più alta che non siala morale. E d’altra parte che bisogno ci sarebbe di adoperare delle forme simboliche per dire che bisognaessere giusti o che non bisogna rubare? Ma questi precetti, anche se non li seguiamo, li comprendiamobenissimo, detti in forma chiara senza bisogno di punti e di triangoli”.

Viene descritto ed analizzato anche il lavoro Massonico ed altri aspetti della vita delleLogge e di quelle Messinesi in particolare.

Prima di concludere, voglio accennare al segreto Massonico, a quel segreto che vienespesso rimproverato alla Massoneria. Sentite ciò che dice Tallone a proposito: “Ciò che costituisceveramente il segreto non ha bisogno di essere segreto, perché chi lo ha ritrovato in sé non può comunicarload altri. Se un giorno, per le condizioni morali e mentali del popolo, era bene che il popolo stesso noncomprendesse a che cosa si riferivano le cerimonie misteriose dei sacerdoti, oggi è bene invece che il po-polo sappia di che si occupano gli iniziati. Da questo, però, a comprendere veramente il segreto, e rea-lizzare cioè con l’anima ciò che con l’intelletto si è percepito, ci corre e molto. Nessun pericolo che ilsegreto della vita possa cadere in mani profane, perché i profani potranno conoscere le teorie, ma nonsapranno il segreto. Il segreto è dunque un segreto esoterico e non “profano” come si vuol fare intendere.”

Tallone ha scritto una lettera ad un uomo, da tutti considerato un grande Massone deldopoguerra ed effettivamente artefice della ricostituzione di una certa massoneria a Messina.Proprio in questa lettera Tallone dimostra tutta la spigolosità del proprio carattere ed inoltre unagrande dote, oggi molto rara: L’essenza della libertà.

Ascoltate cosa scrive al fratello:“Voi mi avete detto in Areopago: “Mi pento di averti voluto bene. Tu hai un atteggiamento che

non mi piace; ma io ti stroncherò le gambe”. Ed in camera di IV, senza essere stimolato da alcunché,avete detto che siete stato voi a farmi dare il XXX ed il XXXI. Pongo vicino le due affermazioni: la pro-mozione sarebbe il vostro affetto, e la mia non rielezione la stroncatura. Come non ci comprendiamo af-fatto. Il XXX grado non lo debbo a voi, il XXXI si. Ma io Pot∴ Fr∴, non ho mai sognato che un fratelloche io abbia proposto per un aumento di luce mi debba della gratitudine. Se io meritavo il XXXI voiavete fatto il vostro dovere massonico, facendomelo ottenere; se invece ne ero indegno, e lo avete fattoper simpatia, per affetto o per qualunque altra ragione, voi avete tradito la massoneria e il vostro stessogrado. Quanto alle gambe stroncate, come vedete, me le stronco da me, uscendo dal Rito; e le cariche edi gradi sono giocattoli, quando si prendono nel senso in cui li prendete voi: io sono un uomo e l’infanziala ho passata da un pezzo”.

Vi ho detto di Tallone e dei suoi scritti. A conclusione di questa mia esposizione vogliodirvi che quando penso a Tallone non posso fare a meno di ricordare ciò che Platone, nel Sim-posio, fece dire ad Alcibiade, di Socrate: “Socrate è come certe raffigurazioni scultoree di Sileno, invendita nei mercati, che una volta aperte svelano al loro interno un’immagine divina”.n

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L’INGANNO NEOGNOSTICOIgneus

Fra i brandelli del New Age ormai definitivamente passato e screditatovi sono alcuni epigoni come Samael Aun Weor1 che, da testi antichi e validi,estrasse dei cascami adatti alla comprensione dei più. Samael (tanto no-mini…) per esempio, consigliava ai suoi adepti l’uso della moto HarleyDavidshon, perché aveva delle giuste vibrazioni che favorivano l’uscita inastrale. Probabilmente Rodriguez era un “testimone” della famosa ditta ame-

ricana. Esulando da queste sciocchezze, ciarlatanerie ben più sofisticate preseroambito in Europa. Esistono ancora microscopici gruppi, anche in Italia, che insistono con le“messe gnostiche”, sia con ingenua buona fede che per motivi pragmatistici, per lo più di benpoca consistenza. Il “mito” che ispira queste iniziative non ha niente in comune con l’anticagnosi che, fra l’altro, aveva un carattere più ellenico e Misterico che cristiano, poiché la gnosiha anche rispettabili caratteri acristiani e addirittura anticristiani.2

Il revival della Chiese Gnostiche ha origini moderne in quanto nasce, come tutti gliOrdini esoterici o pseudo esoterici, negli ultimi decenni dal XIX secolo.

Prima di entrare nel merito di questa storia, ho il dovere di testimoniare alcune espe-rienze personali in quest’ambito. Nella mia ormai lontana gioventù, esisteva una filiazione neo-gnostica Ambelain-Brunelli, derivante da quella di Doinel. Francesco Brunelli ne era il Patriarcae dopo la sua morte fu nominato un altro Fratello (G.B.) che la mise, in accordo con tutti i mem-bri della Chiesa, “in sonno”. Un solo membro, T.3 Tau Johannes (Loris Carlesi)4 rifiutò e si misesolipsicamente a capo di un’altra Chiesa. Carlesi aveva, dal 1964, una rivista esoterica, Cono-scenza che, per tanti anni, fu l’unica del suo genere. Nel 1974 ne divenni segretario di redazionee, nonostante il carattere eccentrico di Carlesi e le conseguenti difficoltà di relazione, rimasitale fino al 1987. Carlesi non aveva grandi abilità organizzative e mi chiese, nonostante il mioanticristianesimo e paganesimo, di aiutarlo a ricostituire un piedilista inesistente, a preparareuno statuto e dei rituali. Per avere una veste più ufficiale fui ordinato Vescovo, con la ieronimodi T. Knoubis. Naturalmente i miei rituali erano più neoplatonici e politeisti che cristiani.Quando Carlesi se ne accorse provvide a sostituirli con quelli più originali.5 Le motivazioni diG.B. nel mettere a suo tempo in sonno la Chiesa consistettero nella tendenza a far “parroc-

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1Vi�ctor Manuel Go�mez Rodriguez (1917-1977) 2 Cfr. Henri Charles Puech Storia delle religioni n.8: Gnosticismo e manicheismo,Universale Laterza,1977.3 Il nome mistico è preceduto dalla lettera Tau, che rappresenta la croce greca o l’Ankh egiziano.4 Loris Carlesi (1915 - Firenze, 10 novembre 2006) e� stato un massone italiano. Loris Carlesi, il cui nome neo-gnostico e� Tau Johannes, e� stato uno degli esponenti piu� di spicco nell’ambito delle ricerche esoteriche e dellevie iniziatiche operative presenti in Italia. Massone insignito del 33° ed Ultimo Grado, dal 2002 al 2006, annodel suo Passaggio alle Valli Celesti, ha ricoperto la Dignita� di Sovrano Gran Commendatore del RSAA per laGiurisdizione Massonica d’Italia. Iniziato aperto, senza prevenzioni dogmatiche alla conoscenza delle diversevie ed al percorso da intraprendere in esse. É stato componente di spicco e poi, dal 1972 fino al suo passaggiosu altri piani, Primate della Chiesa Gnostica d’Italia (con l’appellativo iniziale di Kritias). Componente dellaFratellanza di Miriam e dell’Accademia neo Kremmerziana. Fu Martinista, componente dell’Antico e PrimitivoRito Misraim-Memphis, Eletto Cohen, Massone nella Gran Loggia Generale d’Italia e Maestro Venerabilenella R. Loggia “Carlo Pisacane”.(Tratto da Wikipedia)5 Fu effettuata una sola variazione di questi rituali originali, in quanto era prevista la presenza alla messa diuna “Sophia” che fu una Sorella di un’eta� non certo giovanile, di un’avvenenza inesistente ed anche abba-stanza maschia nei modi. La variazione fu l’imposizione di un velo nero a coprire il suo volto.

chia”, di creare cerimonie di battesimo, matrimonio, etc. La stessa tendenza iniziò anche nelgruppo di Carlesi e ciò provocò la mia fuoriuscita dall’Ekklesia. Che cosa può portare un Mas-sone e un metafisico a “jouer à la chapelle”, come dicono i Fratelli francesi? Certo la propriastoria personale, spesso con la presenza infantile di una madre bigotta e oppressiva, incide,spesso negativamente nella personalità. Carlesi era stato in seminario, da cui era stato espulsoper motivazioni personali e non teologiche. Ma la nostalgia, inevitabilmente, rimane. La pre-senza nella sua casa di un presepio vasto e con tante lucine lo testimoniava. Anche Doinel,come Eliphas Levi, oscillava fra cattolicesimo e magia, con ritorni di fiamma nelle braccia com-piacenti del Vaticano. Ma ritorniamo alla storia delle origini dell’Église. Quali furono le fonti,per la verità già inquinate, del neo gnosticismo?

LE ORIGINI - JEAN BRICAUD E JULES DOINEL

La Loggia S. Giovanni della Croce, all’Oriente di Parigi, all’inizio del XIX secolo, inventòdelle fole sulla successione templare da De Molay ai moderni con lacosiddetta carta Larmenius, noto falso già denunciato da Ragon a metàdell’ottocento. I membri di questa Loggia avevano per scopo a riavvi-cinare il cattolicesimo alla Massoneria (nei rituali neo templari era in-serito un giuramento di fedeltà alla chiesa cattolica). L’OrdineTemplare subì uno scisma dopo la morte di Fabre-Palaprat, dividendoi sostenitori e gli oppositori della Chiesa gioannita da lui creata. Chatelcontinuò a guidare la Chiesa di Giovanni dopo la morte di Fabre-Pa-laprat. Ci sono alcune indicazioni che i due rami del Templari, guidatidal conte Jules de Moreton de Chabrillan (un sostenitore della Chiesadi Giovanni) e l’ammiraglio William Sydney Smith dell’Inghilterra, siriconciliarono nel 1841 sotto Jean-Marie Raoul.

Tuttavia, il vescovo gnostico e Patriarca Jean Bricaud aveva rice-vuto la successione della Chiesa giovannita da B. Clément (che eraanche membro della Chiesa gnostica) e fu proclamato Patriarca dellaChiesa giovannita nel 1907. Nel mese di febbraio 1908, il Sinodo deivescovi dell’ECG elesse Bricaud come suo primo patriarca, Eveque Pri-mat de France, sotto il nome di T. Jean II. Da questo punto in poi,l’Église di Bricaud e dei suoi successori diretti, stati riconosciuta comeautentica dalle chiese occultistiche riconosciute. lL Chiesa gnostica di

Bricaud divenne poi l’unica Chiesa attiva con la successione diretta e l’autorità per tutti i ramidi cui sopra. Altra confluenza nell’EGAU fu quella della chiesadi Vintras, che fu combattuta aspramente da Stanislas deGuaita, che l’accusava di satanismo. Doinel iniziò i suoi ten-tativi di evocare catari e antichi gnostici in sedute spiriticheche si tennero nel salone di Lady Marie Caithness, la ricchis-sima duchessa di Pomar e il suo cerchio, che sarebbe poi di-ventato noto in Francia come Società Teosofica d’Oriente ed’Occidente. Alle sedute gnostiche di Doinel parteciparonomolti occultisti notevoli del tempo, uno dei quali è l’abateRoca, un ex sacerdote cattolico e stretto collaboratore di en-trambi, Stanislas de Guaita e Oswald Wirth. Queste comuni-cazioni con gli spiriti furono ricevute attraverso un pendolo

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sospeso dalla duchessa su una tavola di lettere (oui-ia). Nel settembre 1889 Doinel riferì cheaveva preso contatto (spiriticamente) con l’Alto Sinodo dei Vescovi del Paraclito, composto daquaranta Vescovi catari, con a capo un Guilhabert de Castres, un vescovo cataro di Tolosa cheaveva vissuto nel XII° secolo. De Castres incaricò Doinel di ricostituire la dottrina gnostica sta-bilendone una Chiesa o Assemblea del Paraclito. Gli fu inoltre ordinato di assumere il Vangelodi Giovanni come il libro sacro della prossima Chiesa. Vescovi di sesso maschile e Sophie fem-minili sarebbero stati amministrati da Doinel, come Chiesa neo-albigese. Il 1890 è stato pro-clamato da Jules Doinel come inizio dell’era della Gnosi restaurata, e assunse la carica diPatriarca della Chiesa gnostica, prendendo il nome mistico di Valentin II , in omaggio a Valen-tino, fondatore della scuola gnostica Valentiniana. Secondo T. Carlo Harmonius II (Robert Co-kinis) Doinel aveva ricevuto il suo Nomen Mysticum durante una visione miracolosa e scrisseche:

“In questa particolare seduta sembra che gli spiriti disincarnati di antichi Albigesi, uniti dauna voce celeste, misero le mani spirituali su Doinel, nominandolo Valentino, vescovo della Santa As-

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semblea del Paraclito e della Chiesa gnostica.”Doinel iniziò a consacrare un certo numero di Vescovi e Sophie. Tra i primi a esser con-

sacrati furono Gérard Encausse (Papus, 1865-1916), come T. Vincent (14 settembre 1892), ve-scovo di Tolosa; Paul Sedir (Yvon Le Loup, 1871-1926), come Tau Paulus, coadiutore (secondo)di Tolosa; Lucien Chamuel (Lucien Mauchel), come T. Bardesane, vescovo di La Rochelle eSaintes, che formarono il Sacro Sinodo dell’Ecclesia. Nel 1892 Doinel consacrò altre celebritàdella società parigina, come Louis-Sophrone Fugairon, T. Sofronio, Vescovo di Béziers; AlbertJounet (1863-1929, T. Teodoto, vescovo di Avignone; Marie Chauvel de Chauvignie7 Esclar-monde, (1842-1927) come Sophia di Varsavia, la prima Sophia ad essere consacrata; Léonce-Eugène Joseph Fabre des Essarts (T.Sinesio), vescovo di Bordeaux.

I CATARI E LA FOLLIA OCCULTISTICA

Péladan, Gran Maestro di un Ordine rosicruciano, proclamò che il tesoro di Montséguresisteva veramente. I suoi amici e confratelli - Charles Baudelaire, Joris-Karl Huysmans e altri- lo chiamavano Sar, come si conveniva suo status, dato che si era autoproclamato come di-scendente dei re dell’antica Assiria. Péladan-Sar ha sottolineato che Montsalvat, la montagnasacra di Parsifal e Lohengrin di Wagner, doveva essere Montségur. Ciò ha portato al mito delSanto Graal dei Pirenei, il segreto inafferrabile nascosto nelle montagne tra la Francia e la Spa-gna, come il tormentone di Rennes le Château. Si scrisse inoltre che in una grotta nei pressi diMontségur, vi erano pentagrammi tracciati dai fuggiaschi catari per trasmettere un messaggioai posteri. Ogni graffito, ovviamente moderno, è stato immediatamente catarizzato. Attorno aPéladan vi era inoltre un gruppo di giovani ricercatori spirituali, tra cui, per un certo tempo, Si-mone Weil. Magre scrisse due romanzi catari, Il Sangue di Tolosa e Il Tesoro degli Albigesi.Nella prima opera si riportano le affabulazioni di Peyrat e si mettono in caricatura i ne-mici dei Catari: la moglie del leader della crociata, Simon de Montfort, è descritta comeavente denti marci, la pelle del colore dei limoni siciliani, e un grosso naso. Il suo se-condo romanzo, che ebbe meno successo, presentò i Perfetti come buddisti.

Nel 1930 Magre, membro del Polaires, aveva incontrato a Parigi Otto Rahn,ambiguo agente della Germania nazista che affermava:

“Non abbiamo bisogno del dio di Roma, abbiamo il nostro. Non abbiamo bisognodei comandamenti di Mosè, portiamo nel nostro cuore l’eredità dei nostri antenati. È Mosèche è imperfetto e impuro ... noi, occidentali di sangue nordico, ci chiamiamo Catari di sangue nordicodetti anche Parsi, i puri. Il nostro cielo è aperto solo a coloro che non sono creature di una razza infe-riore, o bastardi, o schiavi. Noi siamo Arya, che significa nobile e signore.”

Non credo che questo personaggio, di cui vi sarebbe molto da dire, fosse molto ap-prezzato dai neo gnostici.

Introvigne, direttore del CESNUR, afferma ne Il ritorno dello Gnosticismo (1993) cheuna stretta collaboratrice di H.P. Blavatsky, la contessa d’Adhemer, fu designata come Helena(il nome della compagna di Simon Mago) di T. Valentin. Anche Francois-Charles Barlet e JulesLejay, entrambi membri del Consiglio Supremo Martinista, furono consacrati. Alla fine del1890 Doinel si è unito al Martinismo di Papus e, secondo T. Apiryon, Doinel divenne anchemembro del Consiglio Supremo, per quanto Doinel non compare sulla lista dei membri del1891. La sua appartenenza al Consiglio supremo fu in una data successiva, probabilmente trail 1893 e il 1895, l’anno della conversione di Doinel. Doinel è stato anche membro di un piccolocerchio occulto, L’Institut d’études Cabalistiques. Altri membri di questo circolo cabalistico furonoFirmin Boissin, Louis Lechartier, e Leo Taxil.

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LA CONVERSIONE DI DOINEL

Poi, all’improvviso, nel 1895 (o alla fine del 1894), Doinel si convertì al cattolicesimo.Doinel lasciò la Chiesa che aveva creato, si dimise dalla sua loggia massonica, einiziò a scrivere articoli in cui denunciava le organizzazioni che una volta eranoa lui tanto care. Doinel ha collaborato con Leo Taxil che aveva iniziato la notaoffensiva contro la massoneria e “altre organizzazioni simili” nel 1880. Se-condo Taxil, un ex massone espulso dall’ordine, queste organizzazioni sa-rebbero sataniche, e segretamente controllate dall’Ordine del Palladio,presumibilmente guidato da Albert Pike. Nel 1997 Taxil ha ammesso chela storia era una bufala a spese della Chiesa di Roma. Jules Doinel pubblicò nel 1895 la sua denuncia della Massoneria nel suo libroLucifer Demasqué utilizzando il nome pseudonimo di Jean Kostka. Doinel pre-sumibilmente scrisse questo libro con un co-autore, ancora una volta Leo Taxil.Nel 1900, Doinel richiese la sua riammissione come vescovo nella Chiesa gnostica (“Lettresinédites de Jules Doinel à JK. Huysmans”).

Si afferma che la decisione di Doinel di lasciare la Chiesa gnostica nel 1895 causò moltiproblemi, ma la Chiesa, in qualche modo, riuscì a sopravvivere. Il Sinodo dei Vescovi assunseil controllo della Chiesa e nel 1895 o 1896. Nel 1894 Doinel cedette il suo ufficio al MartinistaJ. Fabre des Essarts. Un alto Sinodo si tenne per eleggere il successore di Doinel come patriarca.

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T.Charles Harmonius II afferma:“Finalmente, nello stesso anno, Papus, Sinesio, Sedir, Chamuel e altri convocarono un Sacro

Sinodo a riedificare l’Église Gnostique e di abiurare la defezione del Patriarca Valentino nonché perdesignare il suo successore che avrebbe dovuto essere Tau Sinesio”.

Tau Sinesio era il nome mistico di Léonce-EugèneJoseph Fabre des Essarts (1848-1917). Il Sacro Sinodo sitenne ancora una volta tenuto nella villa di Lady Cai-thness, che doveva morire nel novembre 1895. Pertanto,il 1895 è probabilmente la data corretta dell’elezione TauSinesio come Patriarca della Chiesa gnostica della Francia.Fabre des Essarts, un poeta simbolista e occultista e unamico intimo dell’Abbe Jules (E.Houssay) iniziò a colla-borare con Louis-Sophrone Fugairon (T. Sofronio) per svi-luppare la Chiesa gnostica e introdurre nuovi elementi neisuoi insegnamenti. Sinesio avrebbe poi introdotto ele-menti del Taoismo (attraverso Matgioi, conte di Pouvour-ville) e il sufismo (attraverso Teofane Champrenaud) negliinsegnamenti della Chiesa gnostica. Nel 1899 Fugairon(Tau Sofronio) ha pubblicato il Catéchisme expliqué del’Eglise Gnostique.

Nel 1895 la prima traduzione francese della “PistisSophia” era stata già pubblicata (da E. Amelineau), ed era un libro che l’Église Gnostique attri-buiva a Valentino. A quel tempo, i protagonisti della Chiesa gnostica erano a favore di una dot-trina il cui contenuto sembrava essere un miscuglio di diversi antichi insegnamenti. In unlavoro in due parti, che è stato consigliato da Reuss, al momento della sua pubblicazione chia-mata Die Gnosi, (Lipsia, 1903), fu scritto da Eugen Heinrich Schmitt, accademico e studioso direligioni. Sofronio e il suo Catéchisme expliqué de l’Église Gnostique è stato fortemente criticato.Secondo Schmitt la dottrina dei neo gnostici francesi si rivolge a una curiosa tendenza ro-mano-cattolica. Schmitt critica la transustanziazione del pane e del vino, che chiama feticcio,come una credenza che è stata abbracciata dai neo gnostici e adattata alle loro abitudini.

Schmitt considerava il neo-gnosticismofrancese superficiale; una chiesa chemancava di “profondità”(!). Schmittaveva una conoscenza molto più pro-fonda sullo “gnosticismo”, e la sua criticarimane fondamentale.

Nel 1901 Sinesio consacrò JeanBricaud (1881-1934) come T.Johannes,vescovo di Lione. La dottrina della“Sacra gnosi”, come formulata da JulesDoinel nella sua “Premiere Homélie” del1890, è stata ulteriormente sviluppata daFabre des Essarts e Bricaud. Fabre desEssarts- come molti altri occultisti fran-cesi, estese lo gnosticismo come fonda-mento di tutte le religioni e i riti delmondo antico.

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L’EGAU CHIESA UFFICIALE DEL MARTINISMO

Dalla Rivista L’Initiation 27° Année – N.° 1 (Nuova Serie) Janvier- Février 1953“L’attuale situazione del Martinismo italiano, in cui negli anni vi è stata una superfetazione

di Ordini, spesso formati da pochi membri, e nati non da una differenziazione di metodi o impostazionioperative, ma dalla vanità inane e dell’ambizione di personaggi di scarso rilievo e soprattutto di co-noscenza. Tre iniziatori con tre sigle diverse possano creare un ordine Martinista che può essere rico-nosciuto, nel rispetto di alcuni parametri, anche in campo internazionale. Che senso ha richiamarsi aimprobabili e menzognere filiazioni, falsificare documenti e firme, per creare delle inutili mostruosità?Ricominciamo da capo, ricerchiamo e applichiamo le nostre vere radici”.

Un piccolo contributo in questo senso ci perviene dalla definizione delle finalità Mar-tiniste da parte di Philippe Encausse, che nel 1953 fu autore della rinascita dell’Ordine.

LA RINASCITA DELL’ORDINE MARTINISTA DI PAPUS…

“A seguito della recente pubblicazione del Manifesto della rinascita dell’Ordine Mar-tinista di Papus6, Ordine creato nel 1887 dal rimpianto volgarizzatore dell’Occultismo e che co-nobbe, fino alla morte fisica di Papus, sopraggiunta nel 1916, uno sviluppo considerevole,abbiamo avuto un numero importante di richieste d’adesione. Nell’intenzione di fornire ogni in-formazione supplementare ai nostri corrispondenti – e ai lettori dell’Initiation, suscettibili d’in-teressarsi essi stessi all’Ordine Martinista, che abbiamo messo a punto i nostri propositipreventivi e il questionario [omissis] è riprodotto più sotto.

Il Comitato direttivo del Supremo Consiglio dell’Ordine Martinista

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6 Indirizzare le domande ad Dottor Philippe Encausse, 46 Bolulevard de Montparnasse, Paris, (15°)

“Conosci te stesso e conoscerai l’Universo e gli Dei.”

Aperto agli Uomini e alle Donne di buona volontà, il Martinismo è un raggruppamentoiniziatico che possiede una dottrina filosofica e mistica, un metodo di lavoro assieme indivi-duale e di gruppo, una linea d’ispirazione secondo la quale ogni intelligenza deve lavorare se-condo le sue possibilità.

I sui FINI sono di quelli di costituire una cavalleria mistica e esoterica al fine di com-battere – ciascun membro nella sua sfera – nel nome dei principi che ci dirigono, a favore delloSpiritualismo, contro l’abbrutimento e di contribuire all’avvento di un mondo in cui i valorispirituali riprendano il loro vero spazio, al di fuori di ogni questione razziale, politica o reli-giosa.

La più grande tolleranza o, meglio, lo spirito di comprensione rigoroso elargo. Quanto alla nozione di aiuto fraterno, costituisce essa stessa una delle ca-ratteristiche essenziali del Martinismo, i cui adepti si sforzano, secondo le loropossibilità, di aiutare gli altri uomini, siano essi iniziati o che appartengano ono all’Ordine.

L’Ordine Martinista comprende dei semplici aderenti (o Membri as-sociati) e degli “Iniziati”. L’iniziazione propriamente detta non conta che unsolo grado: quello di S:::I:::. Questo grado non è accordato che ai membri che sene mostrino degni, tanto per il loro abituale comportamento nella vita quotidianache per le loro conoscenza (dottrina ed opere di Louis Claude De Saint Martin e, ge-neralmente, per la loro adesione ai principi dell’Ordine Martinista). Solo il grado di S:::I::: con-ferisce il diritto e il potere d’iniziare secondo la Tradizione.

Nel 1967, sull’Initiation (n. 3-4), la Rivista ufficiale dell’Ordine Martinista, fu pubblicatoun comunicato del nuovo Patriarca della Chiesa Gnostica Apostolica che così terminava:

«... la Chiesa Gnostica vuole essere al servizio di chiunque avrà bisogno di soccorsi spirituali.Ma volendo permanere sulla via e sulle intenzioni dei nostri illustri predecessori Papus e Bricaud vo-gliamo, in accordo con il Supremo Consiglio dell’Ordine Martinista, confermare il senso e lo spirito, inun’applicazione attuale, del Trattato concluso nel 1911 tra l’Ordine Martinista e la Chiesa Gnosticache fa di questa la Chiesa ufficiale del Martinismo...» f.to T. Andrè - Patriarca Successore della C.G.A.

In realtà l’EGAU non fu mai dichiarata Chiesa ufficiale del Martinismo, come risultadal Trattato di Alleanza qui riportato.

“Tra i poteri sottosegnati:1. Supremo Consiglio dell’Ordine Martinista, sedente a Parigi;2. Supremo Consiglio dell’Alto Sinodo della Chiesa Gnostica Universale, sedente 2. a Lione; rappresentati dai rispettivi Delegati muniti dei necessari poteri, è stato2. convenuto quanto segue:

Art. 1 - Tra i due Poteri contraenti è stabilito un Trattato di Alleanza.Art. 2 - L’Ordine Martinista non riconosce altro Patriarca della Chiesa Gnostica che non sia

2. S. B. † Giovanni II, regolarmente consacrato, munito di tutti i poteri di consacra-2. zione e riconosciuto come unico Sovrano Patriarca.

Art. 3 - I Membri Effettivi del Supremo Consiglio Martinista faranno d’ora innanzi parte, in 2. qualità di Membri d’Onore, del Supremo Consiglio dell’Alto Sinodo della Chiesa 2. Gnostica.

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Art. 4 - I Vescovi Gnostici consacrati da S. B. † Giovanni II fanno d’ora innanzi parte del2. Supremo Consiglio Martinista n ualità di Membri d’Onore.

Art. 5- Sarà organizzato a Parigi un Centro della Chiesa Gnostica Universale all’obbedienza 2. esclusiva del Sovrano Patriarca Giovanni II di Lione.

Art. 6 - La rivista L’INITIATION sarà d’ora innanzi organo ufficiale della Chiesa Gnostica 2. Universale.

Il presente Trattato è stato ratificato dai due Poteri sopraindicati.

f.to PAPUSSovrano Gran Maestro Generale

dell’Ordine Martinista

f.to † GIOVANNI IISovrano Patriarca

della Chiesa Gnostica Universale”

Da questo testo si evince l’inganno neo gnostico, che presenta surrettiziamente un ri-conoscimento che in realtà non esiste, e non può esistere se non abiurando uno dei principifondamentali del Martinismo, come di tutti gli Ordini effettivamente iniziatici, l’universalità.

Attualmente, vi sono dei tentativi di ricostituzione di un ambito ormai fuori della storiae improntato ai mores del secolo passato. Il neo gnosticismo, come del resto la teosofia, sonoresidui di movimenti che avevano giustificazione nella loro epoca, ma oggi sono solo deglizombi dotati di una vita fittizia, utili solo a chi cerca di esser comunque a capo di qualcosa.

Negli scampoli di una società devastata e caotica, oppressa dalla crisi economica e giu-stamente impaurita dall’immigrazione selvaggia, si può sempre trovare qualche drappello dichi cerca consolazione nella fede, che è l’esatto contrario della conoscenza. Dagli avelli di con-testi obsoleti, l’odore di muffa esala sempre e comunque. I nostri parametri illuministi di libertàe democrazia non impediscono a nessuno di esercitare le proprie opinioni. Ma, nel contempo,vi è il diritto di critica e di denuncia di comportamenti quanto meno dubbi. n

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CONOSCERE CREDERE

COMMENTOALLA “Lettera ad un amico” DI GIAMMARIA

Haiaiel

“Ti sei mai chiesto chi veramente sei?Non sei quell’infante di anni e anni or sono, quando sei

venuto al mondo, né colui che oggi credi di essere, né colui che saraitra anni, né colui che un giorno morirà, poiché – pensaci bene –non ti identifichi col tuo biografico, né col tuo anagrafico… Pensache, quando dici “IO” è il Principio che parla in te, ossia il Numeinteso come Pensiero in quanto Principio, poiché tutto ciò che esisteè pensiero, sia esso sensibile sia mentale. Se, dicendo “IO”, non tiidentifichi biograficamente ma col Pensiero come Principio, soprav-vivrai come Pensiero quando verrai meno anagraficamente. La ra-gion d’essere della identificazione col Principio, dicendo “Io”, è davedersi, nell’unica possibilità, da parte del Pensiero come Principio,di rendere consapevolezza di sé stesso. Questa sorta di spersonalizzazione ti auguro di realizzare, cosìda dare un Nome al Nume tuo tramite rivelato, ma non basta capirlo intellettualmente, bensì è ne-cessario viverlo umanamente nel quotidiano. Tanti sono i Numi, ma unico il Nume.”

“L’essere umano (uomo o donna che sia) è un individuazione locale e temporanea che prendecorpo da quel campo energetico unificato che è Principio (uni-versale) di qualsiasi manifestazione.Ognuno è dunque episodio che nel suo essere storico e ana-

grafico solo apparentemente è separato dagli “altri” (come unagoccia del mare dalle altre).

L’essere umano è, perciò, “persona” (maschera) all’interno diuna fonte unica, indefinibile e indescrivibile poiché di là di qualsiasi

distinzione terminologica (che vale solo per modo di dire: materia-spi-rito, fisico-psichico, etc.).

Ma l’individuo umano “crede” di essere una identità separata dagli “altri” eda quel Principio da cui fondamentalmente nasce, e dice “Io”, “Tu”, “Voi”, “Noi”,

inconsapevole che gli “altri sono pur essi, come lui, ognuno una goccia d’acqua nelmare, e tutti fatti della stessa pasta, come lo sono le gocce d’acqua, una pasta che sifrantuma peraltro in tutte le creature dell’Universo- ove regna una sorte di ani-

mazione diffusa.Se anziché identificarsi alla sua maschera (persona) alla sua indivi-

duazione locale e temporanea, la coscienza dell’essere umano si dila-tasse alla consapevolezza di “ciò che” sta oltre i limiti biografici,percepirebbe come proprio corpo l’Universo e vivrebbe la vita(l’esistenza) come sogno della Mente Unica nella Mente perso-nale….”

Giammaria

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L’Alchimia è da considerarsi come una tecnica iniziatica attraverso la quale vivere la vita quo-tidiana in continua operatività. La Grande Opera è un iter che l’operatore deve percorrere perconseguire la consapevolezza dell’Uno in Tutto e del Tutto nell’Uno. Perché tutto è in Noi:l’Eterno corrisponde alla coscienza che giace inesplorata nelle profondità di ogni essereumano. Tutto ciò che viene definito come “dei” ed “angeli” corrisponde a forze profonde che sitrovano nella propria interiorità.

Il segreto dell’Opera consiste nel trasformare queste energie attraverso il fuoco purificatoredell’osservazione.

Una pratica alchemica di meditazione è quella di osservare con distacco il flusso dipensieri, come se si fosse un testimone esterno non coinvolto. In un simile contesto sarebbeopportuno evitare il formarsi di qualunque giudizio riguardo ai contenuti mentali osservati.Insistendo con questa pratica, arriverà il momento in cui ci si ritroverà improvvisamente alcentro della propria mente, non coinvolti né immersi nei pensieri, ma situati nello spazio vuotoche si trova tra un pensiero e l’altro.

Attraverso questa tecnica, l’inconscio comincerà a dischiudere le sue porte, rivelandoi suoi segreti che saranno svelati progressivamente. Sotto il fuoco dell’osservazione l’ordinarioflusso mentale tenderà gradualmente ad arrestarsi, ed emergerà l’osservatore-testimone,Fuoco Mercuriale.

Nell’osservazione bisogna rimanere “osservatore” distaccato, in modo da non esseretrascinati dall’impeto del flusso e riflusso delle forze che esistono all’interno della mente. Que-ste forze sono rappresentate dal simbolo alchemico del Drago, e non sono altro che “fuochifatui” cristallizzati, accesi dal turbinio del divenire. Per interpretare il simbolismo alchemico,bisogna considerare i fuochi fatui come agglomerati di pensieri, emozioni, istinti, ricordi, cri-stallizzazioni mentali che tengono lo “Zolfo” e il “Mercurio” imprigionati. Sono veri e propri

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strati, incrostazioni che ricoprono la propria veraessenza. Il fuoco mercuriale, osservatore-testi-mone, è quello con cui viene “lavata la sostanza”,l’INRI (Ignis natura renovatur integra, “il fuoco rin-noverà ogni cosa”).

Man mano che il Fuoco mercuriale osser-vatore si stabilirà al centro della coscienza, i fuochifatui diminuiranno di intensità, e i composti psi-chici cominceranno ad essere scissi. Il centrodovrà disidentificarsi e separarsi, trovando nelcontempo fissità e stabilità.

Il fuoco dell’osservazione ripulirà, laverà erettificherà la materia dell’Opera.

L’osservazione andrà guidata dalla vo-lontà; questo non significa applicare un qualunque tipo di sforzo, perché l’autentica volontàè per sua natura libera da tensione o rigidità nervosa, e trae origine dalla non-resistenza, dauna dimensione che si trova oltre lo spazio-tempo, come atto sottile e libero.

Il praticante dovrà essere costante nella sua pratica di osservazione. Per anni, rimarràosservatore distaccato, posto nel suo centro solare che osserva tutto il materiale lunare senzafarsi trascinare dal vortice dei “fuochi fatui”. Starà attento a non farsi trascinare e a non perdersinell’oggetto di osservazione, cosa che accade ordinariamente quando si è coinvolti nelle vi-cende della propria vita quotidiana senza invece mantenere una consapevolezza distaccata.É attraverso questa pratica che la “sostanza”, ossia la coscienza, appesantita e resa “piombo”dalla precedente coagulazione e cristallizzazione, sarà rettificata. Con la pratica dell’osserva-zione, si vedrà che i “fuochi fatui” diminuiranno di intensità. Il centro osservatore si disidenti-ficherà dai fuochi fatui, si distanzierà, si separerà e troverà progressivamente stabilità e fissità.

La volontà indipendente solare prenderà vita dal suo stesso esistere ed essere, creandoun centro libero, indipendente. È così che gli elementi terra, acqua, aria, fuoco saranno retti-ficati ed equilibrati sotto l’influsso dello Zolfo; è così che si “costruirà il tempio”.

In diversi trattati di alchimia è raccomandato che “il fuoco deve essere dosato, a bassee costanti temperature”. Questo fuoco è rappresentato dalla fissa e calma centralità osserva-

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trice, volontà libera da tensioni o resistenze, che trae la sua origineda una dimensione oltre lo spazio e il tempo. È in questo modoche viene estratto il mercurio che prima era “imprigionato” nelcorpo. È così che il “fisso” comincerà a separarsi dal “volatile”, inmodo che il “volatile” diventi “fisso”. Tutto ciò non è altro che ilsignificato alchemico del “pensiero libero dai sensi”, così come ciè stato insegnato dalla Scienza dello Spirito.

Nessun rituale magico, nessuna iniziazione, nessunaastrusa pratica pseudo tantrico-gnostica potrà mai sostituire que-sto paziente e costante lavoro alchemico interiore, i cui dettaglisono segreti che l’iniziato potrà apprendere soltanto se avrà rag-giunto un reale grado di purificazione e se sarà animato da au-tentica sincerità.

È un cammino in cui ad un certo punto bisognerà cam-minare contro-corrente: abbandonare il mondo pur essendoneancora dentro.

Una volta scoperto il saggio testimone-osservatore, la fol-lia della mente occupa solo una piccola parte della propria con-sapevolezza. Ecco il senso della purificazione alchemica: toglieretutta la polvere, le croste che ricoprivano il proprio vero essere sotto forma di pensieri, cristal-lizzazioni emotive, ricordi, abitudini, conflitti, schemi comportamentali. E così, sulle ali delproprio testimone osservatore-sé divino, si esce dal tempo e si entra nell’infinito. Ecco quindiche si potrà accedere ad un livello di percezione più elevato, dove effettivamente diventa pos-sibile il contatto con l’essenza profonda di tutto ciò che esiste. In qualche misteriosa maniera,arrivati a questo punto, la propria coscienza e la propria volontà individuali diventeranno lastessa di quella dello spirito assoluto.

Quello “strato sotto ai pensieri”, l’osservatore dell’osservatore (osservatore di colui che

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pensa) è qualcosa di così ineffabile che non può essere descritto a parole.

Ci si disidentificherà dal proprio complesso di strutture egoiche non per annichilirsima per accogliere nella propria anima l’immensità di un potere impersonale che cominceràprogressivamente ad inondare la propria esistenza. L’iniziato non sarà più attaccato alle vi-cende, alle persone, alle cose, in quanto avrà stabilito le proprie radici su un altro piano nonsoggettivo ma iper-universale. Sarà proprio il distacco dalla propria personalità soggettiva, checondurrà al ritrovo della propria origine divina. Il nuovo radicamento nel proprio autenticoessere profondo renderà forti e invulnerabili al mondo esterno. Si può affermare, perciò, chel’iniziato muore a questo mondo, per risorgere nel “regno dei cieli” pur restando ancora in uncorpo fisico. Non avrà più niente da temere perché, in realtà, non possiede nulla ma nellostesso tempo lui è Tutto ed è nel Tutto. Lui è il Sé eterno ed immortale.

“Rivolgete ripetutamente la vostra mente a quello che è il silente spettatore dentro di voi, efissate là la vostra attenzione. Quello dal quale sorgono i pensieri è il vero essere dell’uomo, il vero io.Esiste sempre una lacuna sconosciuta e inosservata tra due pensieri, tra due respiri, nella quale l’uomososta momentaneamente per l’infima frazione di un secondo. È in questo stato di cosciente cessazionedi pensiero che la verità di noi stessi, finora celata a noi dall’attività, dai desideri e dai pensieri, sirivela nella sua sublime e spirituale grandezza.” (Sri Nisargadatta Maharaj). n

Bibliografia

Giammaria, L’Alchimia questa sconosciuta, Edizioni AmenothesRaphael, La triplice via del fuoco, Edizioni Ashram VidyaHermelinda, Le mappe dello spirito, Edizioni Cerchio della lunaSri Nisargadatta Maharaj, Io sono Quello, Edizioni Astrolabio Ubaldini

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Quando cambi il modo di osservare le cose, le cose che osservi cambiano.

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,NEI SEGRETI IRRISOLTI DEL SATOR(2° PARTE)

Maathor

Ancora sul significato del Quadrato e sul Numero 4

La struttura quadrangolare rappresenta la squadratura della materia, ovvero la regola-rizzazione di quanto, per sua natura, sarebbe rimasto informe e caotico. Il Quadrato (come ilRettangolo o Quadrilungo, che ne costituiscono una variante simbolica) è simbolo di defini-zione e di delimitazione tanto da rappresentare il modello del recinto sacro (Tempio), fonda-mento della congiunzione dei quattro simbolici punti cardinali, nonché sulla simmetria deilati opposti. Se il Cerchio è perfetto, il Quadrato è giusto, per cui fu adottato dai pitagorici qualesimbolo della giustizia; simboleggiando esso la Legge Interiore e l’ordine concettuale.

Il Quadrato è il simbolo della terra, in opposizione al cielo, simboleggiato dal cerchio;ma è anche, ad un altro livello, il simbolo dell’universo creato (terra e cielo), in opposizione alnon-creato e al creatore: dunque, è l’antitesi del trascendente. Figura antidinamica, ancoratasui quattro lati, rappresenta anche l’arresto o l’istante isolato che implica un’idea di stagna-zione, di solidificazione e di stabilizzazione.

La simbologia del Quadrato e quella del numero Quattro sono associate. I pitagoricifacevano della tetraktys e anche del quadrato di quattro, cioè Sedici, la base della loro dottrina.In particolare, attraverso la Tetractys pitagorica, si osserva che il Quadrato è sempre e dovunqueconsiderato il numero della Manifestazione Universale; la somma 1+2+3+4=10 è la circolaturadel quadrante e l’inverso 10=1+2+3+4 esprime numericamente la divisione quaternaria delcerchio, cioè il problema ermetico della quadratura del cerchio concepibile come massima per-fezione umana.

Il numero Quattro è perciò il numero della perfezione divina; più in generale, perchènumero dello sviluppo completo della manifestazione, il simbolo del mondo stabilizzato. Que-sto sviluppo si effettua, partendo dal centro immobile, secondo la croce nelle direzioni cardinaliche, nel Quadrato, è l’espressione dinamica del Quattro. La manifestazione solidificata vieneespressa dal solo Quadrato, il cui sviluppo va di pari passo a quello delle civiltà sedentarie. IlCerchio simbolo dell’animazione, è d’altra parte la forma abituale dei santuari presso i popolinomadi, mentre il Quadrato è la forma dei templi presso i popoli stanziali. Le età del mondo,la vita umana e i mesi lunari sono ritmati sul numero Quattro, mentre le quat-tro fasi del movimento ciclico vengono espresse dal Cerchio.

Platone considerava il Quadrato e il Cerchio come assoluta-mente belli in sé, riferendosi alla materializzazione delle idee: in-sieme esprimono le essenze ed i fenomeni, lo spirito e la materia.Secondo Plutarco, i pitagorici affermavano che il Quadrato riu-niva la potenza di Rhea, di Afrodite, di Demetra, di Hestia e diHera: il Quadrato significa che Rhea, la madre degli dei, la fontedella durata, si manifestava attraverso le modificazioni dei quat-tro elementi simbolizzati da Afrodite, che era l’Acqua genera-trice, da Hestia, che era il Fuoco, da Demetra che era la Terra eda Hera che era l’Aria.

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Il Quadrato rappresenta insomma la sintesi degli elementi. Come detto sopra, moltispazi sacri hanno una forma quadrangolare. Spesso questo Quadrato è inscritto in un Cerchio,che può essere la sommità di una collina rotonda, come per i templi oppure in fondo a un cer-chio di colline, come per Roma. Secondo la versione di Plutarco sulla fondazione di Roma essavenne insegnata a Romolo dagli Etruschi come nei misteri. Si scavò dapprima una fossa ro-tonda, dove vennero gettate le offerte e che ricevette il nome di mund (cioè cosmo). Il mundusera considerato il centro che collega la città al mondo degli spiriti, così come il cordone om-belicale collega il bambino alla madre. La città aveva una forma circolare, anche se Roma vienechiamata dagli antichi urbs quadrata e Plutarco stesso la chiama Roma quadrata, affermandoinoltre che essa era al tempo stesso un cerchio e un Quadrato. Secondo una teoria la parolaquadrata significa quadripartita, cioè la città circolare era divisa in quattro parti da due arterie,il cui punto di intersezione coincideva con il mundus (nella lingua dell’antico Egitto il gerogli-fico che veniva usato per la parola “città” era un cerchio con due strade che si incrociavano di-segnate all’interno).

Il Cerchio e il Quadrato rappresentano i due aspetti fondamentali di Dio: l’unità è lamanifestazione divina. Il Cerchio esprime il celeste, il Quadrato il terrestre, non in quanto op-posto al celeste ma in quanto creato; nei rapporti fra il Cerchio e il Quadrato esiste una di-stinzione e una conciliazione: il Cerchio sarà per il Quadrato ciò che il cielo è per la terra el’eternità per il tempo; ma il Quadrato si inscrive in un Cerchio, vale a dire la terra è dipendentedal cielo. Il Quadrato non è altro che la perfezione della sfera su un piano terrestre. Per i cri-stiani il Cristo rappresenta l’umanità, egli verrà considerato come l’uomo Quadrato per ec-cellenza. L’uomo Quadrato, con le braccia tese ed i piedi giunti, indica i quattro punti cardinalie in essi troviamo riuniti il significato della croce e delle quattro dimensioni che esso implica.Cristo pone la propria natura umana in seno alla natura divina e l’uomo Quadrato, tramitel’Incarnazione, si inserisce egli stesso nel cerchio. In altri termini, l’umanità è collegata alla di-vinità, come il tempo all’eternità, il visibile all’invisibile e il terrestre al celeste.

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Interpretazioni in chiave cabalistica

Nel Quadrato Magico ci sono venticinque lettere, di cui una N centrale e due gruppisimmetrici di dodici lettere. Oltre alla N centrale ci sono solo altre sette lettere diverse. Il Qua-drato dà sistematicità e ordine alle mistiche corrispondenze fra i numeri sacri 7 (3+4) e 12 (3×4).

I simboli usati sono quelli di otto lettere diverse. Ci sono:una sola Ndue Pdue Squattro Aquattro Equattro Oquattro Rquattro T

Sette lettere, come le sette Chiese, i sette Sigilli dell’Apocalisse, i sette Chakra dellatradizione Yoga, i sette pianeti dell’astrologia tradizionale, che ruo-tano attorno all’unica N presente, l’ottava lettera, in corrispon-denza con le fonti battesimali e ottagonali le torri di Federico II.

Tutto ruota (ROTAS) attorno alla N, ugualmente leggibileanche se capovolta: la Nun dei fenici, la quattordicesima letteradegli antichi alfabeti semitici, corrispondente all’Arcano Tempe-ranza e quindi al segno zodiacale della Vergine. Nella figura afianco si notano chiaramente il simbolo Nun e il glifo del segnodella Vergine (si allude forse anche al mistero della Madre di Dioo alle antiche Dee Madri? In ogni caso, se ognuna delle otto let-tere è presa una sola volta, si ottiene l’anagramma della parolaPARTENOS, dal greco Parthénos, che significa appunto “Ver-gine”).

Secondo lo Zohar, testo fondamentale del pensiero caba-listico, lo studio della Torah può procedere lungo quattro livelli diinterpretazione, chiamati Pardes dalle rispettive lettere iniziali(PRDS in ebraico: סדרפ, frutteto):

Peshat (טשפ: semplice): letterale - interpretazioni letterali del significato.Remez (זמר: allusione): allegorico - significati allegorici per via allusiva.Drash (שרד: esposizione): omiletico - significati rabbinici midrashici, spesso con para-

goni immaginativi di parole e/o versi simili.Sod (דוס: segreto): esoterico - significati interiori, esoterici e metafisici, espressi nella

Cabala.Lo studioso A.D. Grad, nel libro “Introduzione alla Kabbala

ebraica” (MEB, 1986) si sofferma a lungo sull’interpretazione inchiave cabalistica del quadrato del SATOR. In primo luogo, oc-corre scrivere il quadrato magico numerico del 5, detto «Qua-drato magico di Marte». Com’è noto, tale quadrato è formatoda tutti i numeri interi dall’1 al 25, presenta nella casella centraleil numero 13, e la somma di ogni fila orizzontale, verticale odelle due diagonali principali dà sempre, come risultato, il nu-mero 65).

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Sovrapponendo le cinque parole del Quadrato Magico si nota:1. che i numeri corrispondenti alle lettere S ed R della parola esterna ROTAS danno

la stessa somma: 26 (11 + 15 = 26; 23 + 3 = 26);2. che tutti i numeri presi due a due e la cui somma dà 26 (25 + 1; 24 + 2; 22 + 4; 21 +

5...) corrispondono sempre a due lettere identiche del SATOR: EE, AA, EE, AA... Ora, 26 èuguale a 13 x 2, e proprio 13 è il numero che compare al centro, corrispondente all’unica letterasingola, la N in posizione mediana. Se ne deduce che la chiave dell’interpretazione cabbalisticadel Quadrato Magico si concentra di volta in volta ora nel 13 al centro, ora nel 26 e nel 65, chestanno tutti ad indicare l’Eterno, ovvero Dio. Infatti:

A) 65 è la somma numerologica corrispondente al nome “ADONAI” (Aleph-Daleth-Nun-Yod = 1 + 4 + 50 + 10 = 65);

B) 26 è la somma numerologica del nome “IAHVE”, il Tetragramma (Yod-He-Waw-He = 10 + 5 + 6 + 5 = 26);

C) 13 è la somma numerologica del nome “AHOD”, ovvero Uno (Aleph-Heth-Daleth= 1 + 8 + 4 = 13). Adonai e Yahvè sono i nomi di Dio, la loro somma ridotta dà 65 + 26 = 91 =9 + 1 = 10 = 1, Uno è “Ahod” che dà 13, e quindi tutto è ricondotto al numero 13, che nel qua-drato si trova esattamente al centro.

L’esoterista Samuel Liddel MacGregor Mathers(1854-1918, foto a lato), uno tra i massimi espo-nenti dell’Ordine del Golden Dawn, si soffermaa lungo sul quadrato del SATOR nella sua tra-duzione e riedizione di un antico manoscrittoebraico conservato presso la Bibliothèque del’Arsenal a Parigi, il “The Sacred Magic of Abra-melin the Mage” del 1458. Mathers afferma cheil SATOR è uno dei pentacoli della Chiave diSalomone. Esso va tracciato sostituendo alle let-

tere latine quelle corrispondenti nell’alfabetoebraico, il tutto va poi inserito in un doppio cerchio, all’interno del quale va

iscritto il versetto del Salmo LXXII, 8: «Il suo dominio sarà dall’uno all’altro mare, e dalle acquefino ai confini del mondo». Questo versetto, nell’edizione originale ebraica, si compone esat-tamente di 25 lettere come quelle del quadrato magico. Il pentacolo in questione, riprodottoin fig. 2, è tratto da un’altra opera di MacGregor Mathers, “The GreaterKey of Solomon”, ricavata da alcuni manoscritti antichi conservati, sta-volta, al British Museum di Londra. Tornando al libro di Abramelin, in-vece, l’autore riporta un cospicuo numero di altri quadrati magici“cabalistici”, tra i quali uno particolarmente simile (libro terzo, capitoloXIX, pentacolo 9, riprodotto qui a destra

Tentando di dare un senso al quadrato attraverso la tecnica caba-lista della ghematria, attribuiamo un valore numerico ad ogni lettera e cerchiamo di estrarrevalori e simboli numerici dalla loro posizione. Se assegniamo un numero ad ogni lettera del-l’alfabeto latino (eliminando la j che è stata introdotta recentemente) e quindi imponendo adA un valore numerico pari ad 1, alla B il 2, alla C il 3 ecc., possiamo trarre alcune considerazioni.Innanzitutto la somma di tutte le lettere del quadrato (quindi l’area del quadrato, il terrenodel simbolismo, l’oggetto cui si riferisce) è 303, numero palindromo. Attraverso la riduzione

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teosofica, ovvero la somma delle cifre che compongono un numero fino all’ottenimento di unnumero compreso tra 1 e 9, si ottiene il numero 6, che rappresenta l’equilibro delle forze ingioco nella natura in genere. Il 6 è simbolo dell’esagramma, o stella di Salomone, dove duetriangoli - uno che rappresenta la materia che tende allo spirito e l’altro che rappresenta lospirito che tente alla materia - si uniscono e convivono in un equilibrio dualistico tra due di-mensioni. Rappresenta quindi la natura dell’uomo, nel microcosmo, e la natura dell’universo,nel macrocosmo.

Il centro del quadrato, la N, corrisponde al numero 13, la cui riduzione teosofica è 4.13 è simbolo di iniziazione, nei tarocchi la tredicesima carta è la Morte, simbolo positivo diresurrezione, rinascita, iniziazione appunto. Il 4 rappresenta la natura,la stabilità, la concretezza e la materialità del mondo fisico. Quattrosono gli elementi (acqua, fuoco, aria e terra; Iaminim, Nour, Ruach,Iabschach in ebraico – INRI), quattro sono gli aspetti della natura. Éla pietra, il cubo che rappresenta l’anima-personalità dell’uomo chetende alla perfezione dell’Anima Universale. Rappresenta il tempiofisico, ma soprattutto il tempio interiore dove avviene il processo dialchimia spirituale.

La somma delle lettere perimetrali del quadrato, è 206 che perriduzione teosofica fa 8. Il perimetro è la condizione dell’oggetto, èquell’insieme di regole, principi cui è soggetta la natura e l’uomo. L’8è il perfetto equilibrio tra microcosmo e macrocosmo, è la figura in-termedia tra il punto e il cerchio, tra il quadrato e il cerchio. Rappre-senta l’unione e la connessione tra il mondo fisico, l’uomo e laperfezione della Coscienza Cosmica, il Volto di Dio.

La croce rappresenta un movimento del punto, il centro, dell’iniziato verso l’esterno eviceversa. L’iniziato si muove verso il perimetro della figura, l’8; cerca quindi un perfetto equi-librio della sua figura microcosmica col macrocosmo. Cerca, senza forzature, un equilibrio na-turale della sua entità in relazione alle forze cosmiche attraverso una connessione costantecon la Coscienza Cosmica. Il movimento è doppio perhè l’uomo viene dalla Coscienza Co-smica e ad essa torna attraverso un processo evolutivo.

La Pietra di Stenay e il menhir di Cap De L’Home

Il ricercatore italiano Pietro Marino, durante le sue ricerche nel mistero di Rennes-le-Château, scoprì che a Cap de l’Homme esisteva una pietra sulla quale era raffigurato il quadratodel SATOR. Nel 1873 un certo M. Rivart, proprietario di parte dell’antico priorato di St. Dago-bert, aveva ritrovato una pietra enigmatica, sulla quale figuravano le lettere SRNPR, una speciedi glifo a forma di cuneo ed una croce greca accanto alla punta, sul lato superiore. La pietra,che divenne di proprietà del vescovo Monsignor Mangin, andò poi distrutta durante la Prima

Guerra Mondiale. Una sua riproduzione è statarinvenuta nel 1980 ed è oggi conservata in unasala del “Cercle Saint Dagobert II” di Stenay. Lostudio del misterioso reperto ha avuto una svoltaquando si scoprì la relazione tra le lettere, il glifoed il Quadrato Magico del SATOR. Le lettereSRNPR, infatti, compaiono nel Quadrato se-condo uno schema la cui forma cuneiforme ri-

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produce esattamente il glifo scolpito.Nel libretto “Pierres gravees du Languedoc” (“Pietre incise della Linguadoca”) di Eugene

Stublein si parla di un singolare menhir rinvenuto presso Cap de l’Homme (letteralmente, “testadell’uomo”, per l’appunto) nell’altopiano di Las Brugos. La grezza scultura antropomorfa venneriprodotta dallo stesso Stublein che le dedicò questa didascalia: “La testa di San Dagoberto - scolpitanel 700 d.C. su un menhir di Pla de Las Brugos a Rennes-les-Bains (Aude)”, seguendo il nome po-polare con il quale era nota nei dintorni.

Nel 1884 il menhir venne rimosso da Henri Boudet, a seguito di un atto vandalico per-petrato contro questa statua. Presumibilmente dal 1884 al 1886 la testa si trovava presso M. Cail-hol ad Alet les Bains, poi se ne perdono le tracce, per ritrovarla anni dopo incollata al muroperimetrale del presbiterio di Rennes-les-Bains con una targhetta che riportava il luogo del ri-trovamento. Nel 1996 viene di nuovo levata per essere custodita nel museo comunale di Ren-nes-les-Bains. L’aspetto più significativo di questa pietra è che sul retro la stessa presental’incisione di un Quadrato Magico, con alcune evidenti anomalie.

Vi sono alcune lettere che appartengono all’alfabeto greco invece che a quello latinocome le altre. Le R, per esempio, sono scritte come P, il greco “rho” e le O hanno un punto cen-trale (un Omega? L’Oro alchemico? Il Sole?) come si osserva in alcuni quadrati di origine tem-plare, mentre l’acrostico comincia dalla parola “ROTAS”, che denuncia l’origine medioevale. LaN centrale di “TENET” è scritta con un simbolo ambiguo, che può sembrare tanto una H quantouna “Heth” ebraica.

Si tratta di errori di trascrizione oppure di indizi ben precisi? In realtà, per essere rigorosi,tutta la storia fin qui raccontata deve essere presa con le molle: sebbene esistano molti riferimentialla figura di Eugene Stublein, non si ha alcuna prova che garantisca la loro autenticità. Molti ri-cercatori, anzi, sono oggi convinti che Stublein non sia mai esistito e che si tratti di uno pseudo-nimo usato da qualcuno interessato all’affare di Rennes-le-Château per trarne profitto.

Il Quadrato del SATOR ed i Templari

L’Ordine dei Templari, divenuto in breve tempo ricco e potente e costruì migliaia di edificidi vario tipo, castelli, chiese e residenze. L’Ordine si era nel tempo mutato in una potentissima

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organizzazione trasversale, in grado di produrre una sintesi tra la cultura occidentale e quellaorientale, basata sul superamento delle differenze formali e nel nome di una religione univer-sale. I Templari, in quanto Cavalieri, erano protettori di Gerusalemme come luogo religioso diriferimento per la fede cristiana, e in quanto monaci iniziati erano i custodi del “Cielo Terrestre”,espressione cara ai figli dell’Arte, nucleo segreto della tradizione esoterica, comune denomi-natore da cui si generano tutte le religioni, che possiamo propriamente chiamare Tradizione.

Fino dalle sue origini metaumane la Tradizione fu tramandata attraverso codici iconici:le icone arcaiche, al contrario delle immagini che corredano un testo moderno, sono pensateal fine di fissare, memorizzare e comunicare una dottrina ed un’Arte indipendentemente dallinguaggio utilizzato dai vari popoli. L’introduzione, la diffusione e l’utilizzo per usi profanidella scrittura produsse una frattura tra la nuova cultura che si sviluppò con essa e la culturaarcaica tradizionale e così buona parte delle conoscenze occulte, comunicate oralmente e raf-figurate con il codice iconico, perdette progressivamente il legame tra il significante e il significato.

I Misteri della tradizione esoterica appaiono velati dai miti formalizzati in dèi ed eroiacquisiti dalla tradizione popolare. Il mito è tutto ciò che non è suscettibile di espressione direttae il suo significato può essere comunicato solo mediante la rappresentazione simbolica, talvoltaintegrata dalla Parola Svelata. Il mito ha diversi livelli di lettura: quello letterale ci fa apparire ilmito come una favola; l’allegorico interpreta i miti come fenomeni naturali e celesti che in-fluenzano la vita dell’uomo; quello esoterico li interpreta, invece, come rappresentazione deiprincipi metafisici ed è equivalente al senso anagogico della patristica medioevale e al sensosegreto dell’ultimo livello cabalo-alchemico.

Presso gli Egizi, ad esempio, troviamo il mito di Iside e Osiride, presso i Greci il mito diDemetra e Persefone, presso i Frigi il mito di Cibele e Attis, presso i Palestinesi il mito di Astartee Adonaì. Il livello allegorico di lettura di questi miti ci dà informazioni sui cicli naturali e celesti;il primo livello esoterico ci offre la rappresentazione dei misteri della Morte e della Resurrezionedell’Anima, mentre l’ultima rivelazione riguarda la via dei Saggi e la teofania del Corpo. In par-ticolare, Iside, Astarte, Cibele e Demetra sono denominazioni diverse che vari popoli hannoassegnato alla stessa divinità, la dea dai mille nomi, colei che personifica la Natura. É la GrandeMadre di tutti gli uomini e di tutto ciò che vive, è la protettrice della fecondità e della vita, è deaguaritrice ed iniziatrice vestita di tutti i colori del mondo, significato esoterico di Principio DivinoFemminile o Materia Spirituale, creata per emanazione dall’Unità Primordiale e che informa asua volta la Materia Grave anche se, per mano dei Saggi, può farsi in modo che “…il suo Fattorenon disdegni di farsi sua Fattura…”, come definisce Dante nel XXXIII canto del Paradiso.

La Grande Madre è legata anche al fenomeno del tellurismo. Secondo una tradizioneantichissima, vi sarebbero dei luoghi dotati di particolari qualità determinate dalle correnti ener-getiche terrestri, che favorirebbero le funzioni biologiche, emotive e spirituali degli esseri umani;questi luoghi, pertanto, sarebbero stati utilizzati per scopi terapeutici, cerimoniali e misterici.Per segnare tali luoghi, la tradizione ha tramandato una serie di “segni” legati alla Grande Madre.In molte chiese cristiane, ad esempio, costruite in luoghi dedicati anticamente al Suo culto, tro-viamo spesso tracciato sul pavimento un labirinto, simbolo tellurico che esprime la difficoltàdell’uomo nello scoprire la propria natura.

Un altro esempio di segno tellurico è la triplice cinta ritrovato in molti siti templari.La triplice cinta è il simbolo dell’iniziazione alla dottrina segreta interiore. Essa è costi-

tuita da tre quadrati concentrici che indicano i gradi iniziatici; l’interno del quadrato centralerappresenta il Santuario dei Misteri della Tradizione; i quattro segmenti che uniscono i puntimediani dei lati dei quadrati indicano i canali attraverso cui la tradizione viene comunicata.

Il quadrato magico del SATOR è stato ritrovato in molti siti templari, talvolta insieme

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alla triplice cinta; ciò ci può indurre a ipotizzare che i Templari conoscessero il suo significatoesoterico e che lo utilizzassero come segno atto a indicare i luoghi attraversati dalle correntitelluriche. Se questa affermazione risultasse fondata, ci troveremmo di fronte a un simbolo oc-culto legato alla Grande Madre. Con l’informazione nascosta così letta, il quadrato magico in-tegra il simbolo teleologico della triplice cinta con il riferimento esplicito alla Grande Madre eai misteri iniziatici, dei quali i Templari sono da sempre i custodi. Louis Cattiaux scriveva: “È lapurezza della sostanza della Madre che ci permette di incarnare lo splendore dell’essenza del Padre edi diventare così veri figli di Dio per l’eternità”. In questo aforisma è sintetizzato il significato te-leologico del quadrato magico: solo con la consapevolezza di doversi rivolgere alla GrandeMadre, l’uomo può risvegliare lo Spirito Divino che è nascosto in lui e rivelarsi Figlio di Dio.

Interpretazione alchemica

In un Quadrato Magico mi sembra opportuno anche tentare una primaipotesi alchemica. Se si uniscono le S e R perimetrali si ottiene un quadrato;unendo in questo perimetro le A e le O appare un ottagono. Se consideriamole consonanti degli angoli del quadrato e tracciando le due diagonali si riuni-scono le S, R, N, R ed S formando una croce di Sant’Andrea, la cui X è, asso-ciato al calice, simbolo del femminile. Ruotando questa croce intorno al centroN si costruisce un cerchio.

Appare così evidente il simbolismo del procedimento alchemico: lamateria si spiritualizza con il passaggio dal quadrato al cerchio con la media-zione dell’ottagono. Il quadrato, materia stabile, passa all’ottagono, materiaspiritualizzata del quadrato in movimento e tende allo Spirito del senza principio e senza fine.

Svariate altre ipotesi ed interpretazioni, più o meno credibili, alcune anche molto fan-tasiose, vengono generate continuamente intorno a questo misterioso, affascinante QuadratoMagico. In realtà, risulta impossibile districarsi in questa palude dove perfino la rigorosa Geo-metria o la Scienza dei Numeri sembra evanescente e diventa facile impaltanarsi.

Ricercare, disegnare e fissare le matrici che possono nascere dalla griglia del SATOR at-traverso unioni di consonanti, di vocali, di parole (Tenet, Aton...), è far lavorare il cervello ed ilcuore insieme. Ma le possibilità sono sterminate: sovrapporre griglie fitte fino a ritrovare uncalice semplice o quello più complesso inciso dai Templari nella prigione di Domme, scoprirestelle ad 8 punte, ottagoni concentrici, esagoni, la divina Tetraktys, addirittura il teorema di Pi-tagora con i quadrati sui cateti e l’ipotenusa; e celebrare le proporzioni armoniose che hannoconsentito di costruire stupende chiese. Riconoscere una croce templare ed addirittura il loroalfabeto... individuare persino la squadra e compasso massonico, o l’archeometra, o l’albero se-phirotico, o il Sigillo di Salomone, e così via, in un processo che tende però, purtroppo, ad esseresempre di più un gioco cerebrale.

Unica possibilità scientifica: un vero atto di ispirazione che giunga dall’Alto! n

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IL TERZO GRADO DELLA LIBERA MURATORIACOME PROMESSA

DI REINTEGRAZIONE NELL’UNOAdonhiram

Giunti al terzo grado libero-muratorio, quellodella Maestria, si deve comprendere il significato mo-rale, allegorico ed operativamente iniziatico della ucci-sione di Hiram, Architetto di Salomone che presiedevaalla costruzione del Tempio di Dio per ordine del Restesso, percependo che non è con la ignoranza, la invi-dia e la violenza che verrà ottenuta la ricompensa el’ammissione alla maestria: sono queste tre caratteristi-che negative, questi tre compagni di viaggio del tutto umani, che l’iniziato deve individuare insé, risolvere e dominare.

In effetti la ritualità del III Grado esprime in modo tangibile ed inequivocabile il dua-lismo che in Massoneria siamo chiamati a superare e sublimare in nome di una rinnovata eritrovata Unità, consci che il dualismo della scacchiera non evidenzi se non la medesima na-tura e qualità delle caselle, differenti solo nei colori di bianco e di nero, eternamente uniti econfinanti sottilmente.

Ma ora cerchiamo di interrogarci sul perché Hiram dovrebbe poi risorgere; ed inoltre,se con la di lui morte la Parola è perduta, come sarà possibile poi ritrovarla?

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La mia chiave di lettura della leggenda del grado è chesia unicamente lo Spirito ciò che viene nuovamente a risorgere,libero dalle costrizioni della materialità e delle necessità del-l’anima.

Risorge dunque lo Spirito, il Soffio, in sostanza la Parolache è la nostra Essenza e che ci rende eretici al cospetto dellaprofanità. Credo infatti che, portatori delle idee di libertà e diuniversalità nella ricerca e nella spiritualità, i liberi muratorisiano i custodi della eresia Bruniana, della percezione degli uni-versi infiniti nell’Uno. D’altra parte “eretico” proviene dal grecoAIRESIS, che significa “scelta”; e noi siamo liberi muratori per-

ché scegliamo di domandarci, di approfondire senza pregiudizi e limiti fino ad individuare ilsenso della nostra stessa appartenenza all’Istituzione.

Credo che nel Terzo Grado la Libera Muratoria diminuisca la prima parte metodologicae costruttiva e, pur non diventando eminentemente contenutistica, tenda ad occuparsi mag-giormente dell’Essere e della sua Essenza. Infatti, la verticale del Filo a Piombo incontra- a croce - l’orizzontale della Livella e dal loro equilibrio nasce una Squadra, che nelTerzo Grado sublima in concreta evocazione dello Spirito e permette l’uso cosciente delCompasso, cioè del proprio progetto interiore evolutivo.

Fin qui, in effetti, il discorso è tutto sommato espressione di un ragionamento:è la nostra mente (ancora imbrigliata in meccanismi che sono il portato vissuto dellenostre personali culture, ideologie, origini e scelte personali) che deve trovare concreta li-berazione.

Ed allora, nel Tempio in Terzo Grado, va recuperata una nuova dimensione di Silenzio.Dal Silenzio dell’Apprendista che esprime concretamente la carenza di conoscenze

delle tecniche costruttive (interiori), si perviene al Silenzio del Maestro, concreto e possentestrumento di edificazione di se stessi.

Per noi liberi muratori il Silenzio è strumento metodologicamente indiscutibile, perché dalSilenzio nascono le idee e le idee sono il presupposto perché il nostro atto creativo possa iniziare.

Riesaminiamo la resurrezione di Hiram poiché, in realtà, credo che più che di resurrezionestricto sensu, si debba individuare, in questo grado, una reintegrazione o, meglio, una promessadi reintegrazione laddove fosse percorso il Cammino del proprio Silenzio/Maestro interiore.

L’osservazione trova il proprio fondamento nel rituale di elevazione alla maestria,poiché non racconta di resurrezione della carne.Le frasi “la carne si stacca dalle ossa” e “è tutto pu-trefatto”, esprimono chiaramente che il corpo fi-sico di Hiram sia ormai in decomposizione einducono a pensare ad una differente resurrezioneo rinascita, che evidentemente coinvolge lo Spi-rito e non più la carne. Simbolicamente, fa pen-sare a questo anche la particolarità della presa “adartiglio” che esprime anche nella propria evidentefisicità una Forza particolare nell’estrarre lo Spi-rito dalla morte corporale e che viene esercitataattraverso una autentica Elevazione.Se queste considerazioni sono fondate, allora laspecificità della esperienza libero muratoria con-siste nel vivere la dimensione della spiritualitànon alla stregua di una vicenda esterna, ma in

maniera del tutto reale (Arte Reale deriva da questo!),coinvolgente e totalizzante, facendo di Sé il proprioTempio effettivo nel quale, in concreto, custodirel’Essenza della divinità che è in noi e di cui noi siamol’Essenza.Perché muore il corpo che si fonde nella nuda

terra e torna alla Natura dalla quale promana.Ma a questo punto dobbiamo rispondere ad

un’altra domanda: cosa deve verificarsi perché siapossibile la Reintegrazione all’Uno, (che è in con-creto il Desiderio e la Speranza cui l’Iniziato anela,quella di ricongiungersi al proprio Principio), al Deussive Natura di Spinoziana (e Bruniana) memoria?

Ritengo che il nostro percorso iniziatico vada individuato come una Via di Risveglio eConsapevolezza. Diversamente, il rituale, le evocazioni (più o meno sentite) che scandiscono inostri lavori (sempre architettonici, ma non nel senso che costruiamo al di fuori di noi) cosìcome il Maestro delle Cerimonie - il Magus, in quanto deve convogliare, attraverso la propriaasta, le energie cosmiche al centro del Tempio e dà ordine alle Energie e a tutti coloro che ivisono ammessi - e tutto il resto dell’apparato simbolico potrebbero tranquillamente non esserci.Sono infatti della idea, seguendo il pensiero e le con-cezioni di un iniziato contemporaneo, Remy Boyer(autore di diversi saggi sulla Via iniziatica. Attraversoil Manifesto ed il Movimento Incoerista in Occidenteegli cerca di recuperare gli insegnamenti di quella viacardiaca individuata dal Filosofo Incognito LouisClaude de Saint Martin, attraverso la quale Remy, puressendo libero muratore, ha ritenuto di dover pren-dere, in certo modo, le distanze dalla via eminente-mente teurgica di Martinez de Pasqually ritenendoche la Verità del Reale alberghi nel cuore degli iniziati,Uomini di Desiderio al Ricongiungimento al Principio Primo, l’Uno). Il Rituale dev’essere unaconcreta possibilità di apertura al Reale attraverso la Via del Cuore e che sia dovere vitale del-l’adepto osarla.

Obiettivo del nostro agire quindi, diviene il Risveglio, quale superamento delle Cateneistintuali che condizionano la nostra quotidianità dando luogo ad un anelito costante al “per-fezionamento”. In tal modo viene ad evidenziarsi l’essere e non l’avere, che va inteso in tutte le

forme che materialmente lo declinano: avere denaro,avere successo, avere sesso, avere piacere fisico,avere potere, e comunque avere tutto ciò che ci in-catena alla dimensione del Quaternario e degli ele-menti e dei sensi.Il Terzo Grado della Libera Muratoria ha dunque

l’obiettivo di mutare il nostro modo di essere nel pro-fondo perché, se avremo il coraggio di affrontare que-sto grado con la giusta determinazione e mairassegnati, scopriremo che la Reintegrazione avvienenel nostro cuore; e che l’anima risvegliata nel propriosilenzio interiore affronta a viso aperto e senza pauradell’ignoto la Iniziazione Suprema, quella alla Morte

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corporale che ci riunirà all’Uno, alla Natura.In concreto, questo Silenzio interiore, superando il Nulla, apre a quello che potremmo

definire il Vuoto della Essenza libera da condizionamenti umani, in una nuova e ritrovata cen-tratura, situazione alla quale gli adepti, uscendo dal turbine della profanità, debbono progres-sivamente ricollocarsi, in una continua ricerca di recupero delproprio equilibrio.

IlVuoto va dunque inteso come quiete, tranquillità eperciò, nonostante la contraddizione dialettica apparente,quale pienezza e quindi autentico accesso e comunicazionecon il Reale.

É dunque dal Silenzio e dal Vuoto così inteso che ilVerbo (in questo senso, la Parola ormai ritrovata) può divenire“creatore”: per ora, nel rituale, scopriamo infatti che la ParolaSacra è di “sostituzione”, quindi virtuale e differente a se-conda della tradizione rituale di riferimento e dell’epoca (ecomunque successiva al 1730, data di introduzione del gradodi maestro), perché la Parola è Dio.

Di certo le citazioni di riferimento alla operatività ed agli insegnamenti martinisti nonsaranno sfuggite.

Tuttavia, in chiusura ritengo utile ricordare Oswald Wirth il quale, nel suo libro sui Ta-rocchi, mirabilmente osservava che “quando si arriva a far parlare i simboli, essi superano in elo-quenza ogni discorso, poiché permettono di ritrovare la Parola Perduta, cioè l’eterno pensiero viventedi cui sono la enigmatica espressione. […ed ancora…] I simboli ci rivelano in forma poetica concezionitroppo eteree per prestarsi ad una rigida determinazione verbale. Non si può ridurre tutto alla prosadegli argomentatori e dei giuristi: vi sono cose sottili che bisogna intuire con gli adepti della sagace fi-losofia dei simbolisti medievali i quali seppero reagire alla Scolastica, schiava delle parole”.

Quindi nel III Grado, attraverso il Silenzio e la ritrovata Centratura, nel Vuoto della pro-pria Quiete interiore, liberati dalla costruzione egoica dell’immagine di sé e dall’illusorietà diquella intricata rete di credenze, idee e aspettative che ci facciamo sul mondo, purificati in-somma, potremo cercare di attingere alla Parola che alberga nel divino profondo di noi stessi,preparandoci concretamente alla Reintegrazione nell’Uno alla quale questo Grado della LiberaMuratoria aspira. n

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L’INIZIAZIONE

Sedir(traduzione a cura di Antares)

Quello che la scienza occulta chiama Astrale, comprende tutto l’invisibile.L’immensa quantità della materia che compone la creazione è pervasa dallo Spirito

in gradi diversi, ma nessuna forma esteriore della materia è lo Spirito. Esso si trova allostato puro solo in quella dimensione che i Vangeli definiscono il Regno dei Cieli. Noi nonabbiamo a disposizione alcun metro per stabilire le percentuali di condensazione dellamateria; questo strumento di misura esiste, ma in un piano ancora inaccessibile al pen-siero, ossia nel piano dei Numeri.

Dal nostro punto di vista di esseri di questo pianeta, la materia fisica è la più densa,da un punto di vista universale, ci sono piani caratterizzati da densità ancora superiori aquella che conosciamo.

Letteralmente il moto astrale indica ogni specie di forza che agisce per rotazione,parabole, onde; gli occultisti del passato hanno collegato questo tipo di moto alle sfereinvisibili, a causa della loro concezione a priori panteista o emanazionista.

Bisogna identificare piani e pianeti: esiste ancora un numero di pianeti invisibilisuperiore a quello dei corpi celesti visibili, ed è un caso disperato sperare di classificarliin una vita.

Gli esseri della creazione, dal microbo alla nebulosa, comprendendovi anche qual-siasi stato mentale, possono essere visti come statici o dinamici, a riposo o in movimento:per esempio, un uomo è fermo, però vive, rappresenta un pianeta, oppure è in movi-mento, ed è ugualmente vivo, anche la sua attività è analogicamente simile a quella di unmodello.

Tutto è quindi soggetto ad un continuo interscambio, gli uomini non hanno inven-tato i viaggi, perchè ogni cosa viaggia nella natura, gli esseri interagiscono tra di loro,tutti danno e ricevono. La terra risplende della luce dei germi dei germi minerali, vegetali,animali, elementari, mentali, magnetici, eccetera, e riceve altrettanti raggi di luce da ogniparte dell’Uuiverso.

Noi siamo dunque immersi nell’Invisibile, canali tra i più importanti attraversocui lo Spirito della Terra riceve nuove forme di vita e ne fa esperienza. La nostramissione è dunque più che importante. L’Uomo, su cento parti che locostituiscono, ne ha 99 nell’Invisibile: una soltanto nel visibile. Ilnostro corpo sottile - che forse avrà migliaia di organi fluidici - agi-sce in queste regioni degli Invisibili, terrestre e cosmiche, e lì compiedelle ricerche, viaggia, trova nutrimento e coltiva: ecco perchè nonbisogna buttarsi alla cieca in quest’oceano, e perché è necessario avertracciato una rotta ben precisa.

Ogni lavoro che compiamo ha come effetto il nostro riavvicina-mento allo scopo che abbiamo fissato; la nostra finalità, i nostri ideali,sono divinità, ogni idea soggettiva è la corrispondenza di un ente ogget-tivo, ed ogni nostro sforzo ha come ultima conseguenza di incorporarciall’essenza di questa divinità. Basti pensare a come la cellula vegetale tendaad animalizzarsi, e come si trasformi quando un animale la introduce comealimento nel suo corpo. Il processo è analogo in qualsiasi piano.

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Tutta la nostra esistenza - a partire dalla più elementare funzione biologica - devetendere alla più elevata forma di vita, alla Vita eterna. E questa, cos’è?

È il costante sacrificio del singolo per tutti, di tutti per uno, di tutti per tutti.Niente altro che Amore, Centro dei Centri, all’Amore che richiede il culto Vivente,

agendo, pensando, operando per Lui.Le circostanze esoteriche sono solo dei miraggi, nel senso che non si avvicinano al

centro dell’uomo, ma soltanto a qualcuno dei suoi organi esterni, magnetici, mentali, psi-chici, o di qualsivoglia altra natura essi siano. Il giardiniere che pota rami e foglie per ot-tenere un fiore di bellezza straordinaria, ma effimera, è l’esempio di un iniziato che recidein sé una o l’altra manifestazione della sua vitalità (per esempio l’energia sessuale), persublimarla in facoltà più rare, ma che non potranno mai essere né sane né vitali.

Per tali motivi, non dobbiamo rivolgerci a nessuna creatura, a nessun maestro osaggio, a nessun santo o genio o arcangelo: ogni creatura, proprio per questa sua naturalecaratteristica, è soggetta ad errori. È soltanto a Dio che ci si deve rivolgere, chiamandoLocon la propria vitalità, non solo col proprio desiderio, ma con i propri atti soprattutto.

Ogni creatura, anche nelle forme più evolute, è gravata dal peso delle catene deltempo e dello spazio: la sua risposta al nostro richiamo è più lenta di quando ci rivolgiamodiretamente al Cielo, che è libero da legami e che non deve scomodare nessuno nelmondo. Colui che ha la propria Esistenza al di fuori della Creazione, Colui che abbiamochiamato Cielo, scomoda solo Se Stesso per esser vicino a chi si rivolge a Lui, non con lecerimonie evocative, ma col santificare il proprio desiderio: il Cielo è l’inverso della Na-tura, quest’ultima vive per l’individualizzazione, o quanto meno ci prova, il Cielo perl’universalizzazione. Ogni volta che l’uomo dimentica il suo io individuale, per occuparsidi un altro, evoca il Cielo, e Questi si manifesta accanto a lui ed in lui. “Chi fa la volontà delPadre mio, è mia Madre, dice il Verbo”.

Gli insegnamenti degli uomini che sono giunti alla celebrità, per noi devono esseresolo esercizi intellettuali, il vero lavoro si trova nel centro del nostro essere, alla radicedella nostra volontà, del nostro sè, in quell’organo che potremmo chiamare cuore invisi-bile, lampada in cui cova la scintilla dell’increata Luce.n

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CHE COS’È L’ANIMAAsclepius

Nel vangelo di Giovanni si dice:“In principio era il Verbo

e il Verbo era Luce e la luce era nel Verbo

e il Verbo si fece carne...”

Il Verbo divenne vita e la vita è movimento e al contempo in quanto vita terrestre, no-stalgia degli dei e della loro vita.

Dove si sarebbe potuto cercarlo? Nell’anima. Immaginiamo una struttura gelatinosa, delimitata, forse simile a una medusa. Imma-

giniamo che questa struttura avesse in qualche parte del suo spazio, racchiusa una pietra e alcentro di questa pietra un cristallo luminoso. Immaginiamo che questa struttura inizi a per-cepirsi perché delimitata. La delimitazione comporta la nascita di una forma di movimentoprimordiale e il movimento induce alla percezione. Come si può osservare, anche oggi, masolo in un bambino, la percezione non è statica ma dinamica: toccando si può vedere e ve-dendo si può toccare e al contempo trasfor-mare qualcosa di sé.

Questo può avvicinare alla compren-sione della fanciullezza come condizione ne-cessaria alla “entrata nel regno dei cieli”.

Quindi il movimento e il suo ritmo,creano nuove forme. Nella creazione di nuoveforme e nella necessità di tutte contenerle, siincarna l’anima del mondo e da essa poil’anima umana. Ma immaginiamo ancora chein questa trasformazione incessante, procedaun processo di identificazione con ciò che si diventa. La luce da cui l’anima procede va dive-nendo sempre più opaca con ciclici momenti di luce riflessa: l’anima scopre il pensiero.L’anima pensa! E lì si ferma.

É l’epoca della anima razionale.Le forme, viventi immagini della realtà, divengono pensieri e i

pensieri sbiadite immagini del vivente si trasferiscono nelle macchine.Pensando, l’anima comprende il potere immenso e al contempo limi-tato che ha sulle cose fuori di sé. Perché il segreto motivo del suo muo-versi è nel riconoscersi e il riconoscimento prevede un sentirsi “dentro”oltre a un vedersi “fuori”. Riconoscersi significa percepirsi anche nelcambiamento, nelle situazioni che generano o meno un “altro” da sé,mantenendo la propria identità. Spesso tale dinamica appartiene al-l’amore dove riconoscersi può voler dire riconoscersi attraverso gliocchi dell’altro/a.

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Ma in questo incessante movimento c’è la possibilità di trovare o presentire che laforza che l’anima ritiene sua, la cosiddetta “forza d’animo”, origina, scaturisce da quella pietrae che quella pietra stessa è in grado di generare la vita. Come in natura l’acqua sgorga dallaroccia. Ora l’identificazione che ciascuno di noi fa con quel se stesso anagrafico, diciamo conil sé che muore, inevitabilmente genera angoscia, angoscia spesso incontenibile. Questa “iden-tità corporea” in cui siamo immersi vive grazie ad un principio che non è corporeo, ma che ècapace di suscitare vita nella corporeità. Quel tanto di corporeità reale. Infatti il solido in noicostituisce solo una parte, una piccola parte del nostroesistere. Ma se la vita origina da quel diamante, cosìcome in natura l’acqua sgorga dalla pietra, nella pietraè nascosto il segreto dell’Io. L’Io è quel diamante indo-vato nella pietra. La fonte di luce rende l’anima traspa-rente a se stessa, facendole perdere l’opacità gelatinosadella sua natura mortale.

Tuttavia in quel denso coagulo che è l’animaumana, domina a tutt’oggi e per ognuno di noi un de-mone. Il demone, che ci abbandona solo nel passaggiodella morte, induce durante la vita all’identificazionecon noi stessi e tenta in tal modo di appropriarsi dellenostre anime. Il Faust di Goethe esprime tutto questo.L’anima esprime se stessa in un corpo mortale, pur ri-conoscendosi generata dal diamante.

Come accade che riconoscendosi finalmentescaturita dalla pietra, che contiene il diamante, possasentirsi “diamante” essa stessa?

Proprio perché, immensa, l’anima genera la sua propria parte di Io, diventa essa stessacreativa. Lei figlia diviene poi madre! Infatti la vita umana contenuta in quell’essere primor-diale gelatinoso, che abbiamo preso come immagine dell’anima, era un tempo il padre del-l’anima stessa. Le vestigia del padre sono il nostro corpo e la sua forma. Quel corpo un giornoricevette, venendo sulla terra, una scintilla di memoria divina. Quella scintilla fu lo zolfo. Lozolfo suscita come accade in natura in alcune acque: il processo sulfureo. Questa acqua viventee ribollente in sé viene costantemente compressa e rilasciata dall’azione di Mercurio. Questacompressione e poi rilasciamento genera una primordiale esperienza di sé. Mercurio per ca-ratteristiche proprie è in grado di essere liquido e anche gassoso. Può sprofondarsi nelle pro-fondità delle acque e risalire veloce verso atmosfere rarefatte. Mercurio fu il dio messaggero,mercuriale fu la sua azione, al contempo portatore di Dioniso e di Apollo. Infatti i vapori ri-salenti verso l’alto creano forme. Le forme si cristallizzano come sale per quel tanto che nondivengano invasive. Poi di nuovo si sciolgono nella vita.

Ci sono forme che tuttavia acquistano vita in sé. Non devono essere disciolte. Sono le artistiche forme che vanno preparando l’avvento dell’anima. Forma e movi-

mento sono le polarità obbligate dell’atmosfera terrestre e in questa atmosfera si generòquell’anima di cui sopra abbiamo accennato. n

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• Il Nada Yoga è una scienza molto antica, che abbina il suono a vari punti energetici nel corpo. • Lo strumento musicale utilizzato è il corpoumano, in particolare il corpo eterico e pranico che trovano nella colonna vertebraleil loro quadro comandi. • I suoni vengono localizzati tra l’ombelico e la pineale, in modo tale da percorrere questo spazio con delle ottave (72 ottaveprincipali nel Sud dell’India e 15 nel Nordchiamate “raga”). Ogni ottava, unendo ottopunti energetici ed emozionali differenti nel corpo, riesce a donare degli stati d’animo precisi al praticante. • Da queste tecniche è poi nata la musicaclassica indiana. • Pare che Pitagora studiò nel Nord dell’India e importò in Grecia questa conoscenza occulta che tramanda il rapporto tra la musica e gli stati d’animoche l’essere umano può sperimentare. • A lato si può notare la somiglianza tra alcune ottave indiane (raga, divisi in Thatso famiglia emozionale) e le scale modali greche:

• Bilawal (=Ionian mode): • S R G m P D N S’ • Dheerasankarabharanam• Kafi (=Dorian mode): • S R g m P D n S’ • Kharaharapriya• Bhairavi (=Phrygian mode): • S r g m P d n S’ • Hanumatodi• Kalyan (=Lydian mode): • S R G M P D N S’ • Kalyani• Khamaj (=Mixolydian mode): • S R G m P D n S’• Harikambhoji• Asavari (=Aeolian mode): • S R g m P d n S’ • Natabhairavi• Bhairav= double harmonic: • S r G m P d N S’ • Mayamalavagowla

THATS

LA MENTE NEL NADA YOGAArjuna

La tecnica del Nada Yoga lavora sulla mente profondache costituisce un campo d’indagine molto vasto. E’ necessarioai fini della comprensione dei capitoli successivi distinguerefin d’ora i diversi livelli della mente e il loro funzionamento.In occidente tendiamo a identificarci prevalentemente con lafunzione analitico-razionale della mente. Crediamo fonda-mentalmente che esistano due strati: conscio e inconscio. Nelle pagine a seguire evidenzieròcome il termine “mente” sia usato in una eccezione più ampia e al contempo capace di de-scrivere livelli di funzionamento estremamente dettagliati e diversificati. Cosa che ci richiede,come occidentali, un certo sforzo di concettualizzazione per entrare all’interno di una psico-logia estremamente raffinata e “multistrato” come quella della tradizione indiana. In realtànon ci troviamo di fronte a menti tra loro separate, ma a una sola mente con diversi livellifunzionali e differenti determinismi, ma tra loro spesso comunicanti e interagenti. Questi li-velli della mente, in modo estremamente sintetico, possono essere così suddivisi:

mente fisica (mente inconscia)mente eterica (mente inconscia)mente pranica (o vitale inferiore o mente subconscia)mente emozionale inferiore (o vitale inferiore o astrale)mente emozionale superiore (o vitale superiore) mente vitale-mentale (o mente creativa)mentale inferiore (o analitico-razionale)mentale intuitivo inferiorementale superiorementale intuitivo superioremente illuminatamente degli Deimente Divina (o Divina Gnosi, suddivisa in vari livelli)

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La Mente Divina in realtà oltrepassa il sem-plice campo mentale e corrisponde a quella che SriAurobindo chiamò Supermente.

Ogni livello mentale ha contenuti propri e,come ho detto, specifiche modalità di funziona-mento. É importante comprendere che a ogni livellocorrisponde un “corpo” che è il contenitore di quelfunzionamento. Ogni contenitore, sia esso il corpoeterico, il corpo pranico, quello astrale e così via, hauna sua sede nel corpo fisico (una ghiandola), in unpunto energetico preciso e corrispondente (chakra),ha un suo piano di esistenza (loka) e un suo funzio-namento e determinismo preciso e complesso.

Cerchiamo di capirne di più entrando oramaggiormente nel dettaglio.

Mente fisica

Le sensazioni sono il linguaggio attraversoil quale si esprime la mente fisica ovvero la menteche si interfaccia con il nostro corpo organico. Il pro-cesso delle sensazioni è immediato, inconscio e au-tomatico.

In questo momento, mentre scrivo sono inaereo. Sto tornando da un corso di Nada Yoga cheho tenuto all’estero e c’è davvero molto caldo. La mia mente fisica risponde all’innalzamentodi temperatura con un enorme quantità di “ribollimenti” all’interno, il che si traduce con undisagio a livello emozionale e mentale.

Se non fossi consapevole che il disagio nasce dalle sensazioni fisiche, cioè che quelloche provo deriva dalla mia natura organica, che poi si estende al corpo emotivo e a quellomentale, potrei reagire impulsivamente e in modo incondizionato ai contatti con il mondoesterno magari arrabbiandomi con altre persone. Voglio dire che la mente fisica possiede unsuo sistema coerente ma del tutto meccanico ed inconscio per l’elaborazione di informazionima, se si prende coscienza del suo funzionamento, molto lentamente essa risponde con unaprima forma di consapevolezza.

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Il meccanismo della mente fisica, come ho detto, è estremamente rapido e venne in-dagato dal Signore Buddha con estrema attenzione entrando profondamente in ogni detta-glio, individuando quattro passaggi principali, e sintetizzando in questo modo i circacinquanta micro-passaggi che in un istante avvengono a quel livello meccanicamente e inmodo automatico:

1° passaggio Vijnana: che conosce, che sa

2° passaggio Sannia: che riconosce

3° passaggio Vedana: che crea una sensazione

4° passaggio Shankara: che reagisce e crea, reazione dopo reazione, un’abitudine meccanica nella mente fisica. L’abitudine crea il carattere automatico e inconscio.

Questo è il linguaggio della mente fisica.

Mente eterica

Il prana o energia vitale circola all’interno dei canali eterici che costituiscono il corpoeterico. Questa mente ha la funzione di memorizzare gli eventi. Quindi dall’Etere noi regi-striamo, grazie al corpo eterico, i diversi accadimenti come su un supporto digitale estrema-mente sofisticato, in grado di fissare ogni tipo di dettaglio sensoriale. Il corpo eterico è

costituito da bioplasma, un materiale ge-latinoso molto sottile invisibile all’occhionudo, ma generalmente percepibile dallamaggior parte delle persone attraverso lapalpazione eterica.Il piano dell’etere (akasha), costituisce la“memoria del tempo” dove i chiaroveg-genti possono osservare i fenomeni delpassato, del presente e del futuro. Quindiquei siddha o quegli yogi, o grandi esseri,che sono dotati della siddhi del trikala-dhristhi o della capacità di osservare il tri-kala possono investigare attraverso l’eteree avere accesso a ogni tipo di conoscenza.Nell’etere di una persona è possibile tro-vare memorie che appartengono non soloalla persona stessa, ma anche alla matriceda cui questa persona proviene. Questamatrice è in relazione con la formazionedella sua materia, cioè con quello che èstato trasmesso dalla mente eterica e fi-sica dei genitori, dei nonni, dei bisnonni

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LE PRINCIPALI CATEGORIE DI SUONO NEI VEDA:

Nada: indica il suono primordiale, il suono nella sua essenza, energia ed emanazione del Brahman, la potenzacreatrice che genera l’universo.

Ci sono scoperte dell’astrofisica moderna che si stanno avvicinando sorprendentemente alle definizioni degliscienziati vedici su questo fenomeno della creazione.

Shabda: significa genericamente “suono”. Accostato alla parola “pramana” (prova), questo termine indica latestimonianza più autorevole sulla realtà, testimonianza che proviene dai Veda, dai Maestri, da altre dimensioni equindi il suono “udito” dai mistici.

Dhvani: suono proferito e udibile (in opposizione a suono interiore). Ciò che viene insegnato ma non è ancoragiunto a destinazione.

Svara: suono specifico delle note musicali. Tono musicale. Ciò che splende di per sé e risuona. Unione di lucee suono.

Shruti: ciò che è stato udito, insegnamento giunto a destinazione. Nel linguaggio musicale definisce i micro-toni. Rivelazione, letteratura relativa alla Rivelazione tramandata oralmente da Guru a discepolo (per questo udita,ascoltata).

Questi termini riguardano i diversi aspetti del suono che a loro volta riflettono differenti aspetti dell’esteticamusicale, scienza che si occupa delle percezioni ma il cui scopo originario ha la funzione trascendente di portare il sog-getto oltre le percezioni sensoriali.

RELAZIONI TRA I CHAKRA ED IL SUONO:

Primo Chakra: collegato all’energia vitale. Colore rosso. Governa il plesso sacrale e il coccige. Strumento:tamburo, batteria. Musiche corrispondenti: ritmi tribali. Se ci danno fastidio: non viviamo bene nel nostro corpo.

Secondo Chakra: è il chakra della sessualità. Colore arancione. Governa i genitali. Strumento: flauto. E’ sti-molato da musiche che implicano movimenti del bacino tipo le danze sudamericane, salsa, merenghe, samba. Chi nonle ama ha una sessualità repressa, fa fatica a entrare in relazione con l’altro sesso.

Terzo Chakra: è il centro della forza di volontà e dell’autoaffermazione. Colore giallo. Organi governati: ilplesso solare. Strumento: pianoforte, violino, chitarra. Ritmi corrispondenti: brani solenni di musica classica tipo la“Cavalcata delle Valkirie” di Wagner o la “Quinta sinfonia” di Beethoven, rock dal ritmo incalzante. Chi le rifugge è ti-mido, ha scarsa autostima.

Quarto Chakra: è il chakra del cuore e del sentimento. Colore verde. Governa il plesso cardiaco e il timo.Strumento: la voce. Melodie romantiche, sentimentali, da Claudio Baglioni alla New Age passando per Chopin. Perchi desidera soddisfare la propria affettività.

Quinto Chakra: è il chakra della gola, della parola, della comunica-zione. Colore blu. Organo governato: la tiroide. Strumento: la voce. Lo alimen-tano le musiche universali di Mozart. Chi non le sopporta ha problemi dicomunicazione.

Sesto Chakra: corrisponde alla mente, all’intuizione, alla chiaroveg-genza. Colore indaco. A livello fisico governa l’ipofisi. Strumento: tanpura,campane tibetane. Lo stimolano musiche da meditazione come canto grego-riano, canto indiano, Bach, free jazz.

Settimo Chakra: o della spiritualità. Colore violetto. Organo gover-nato: l’epifisi. Strumento: arpa. La sua musica è il silenzio. Chi ne ha paurateme di entrare in contatto profondo con se stesso.

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e così via. Potremmo definirla il “data base eterico”, una specie di banca dati o Dna eterico.Le informazioni sono inoltrate e trasmesse attraverso le generazioni. A livello della menteeterica, come è sostenuto dalle dottrine dell’India, è quindi rin-tracciabile il karma della famiglia o karma “verticale”.

Per riuscire a entrarvi in contatto bisogna scendere nelleprofondità dell’inconscio. Un tuffo verticale negli abissi tempo-rali di un remoto passato.

Mente pranica

Siamo giunti al terzo livello della mente, che è la mentepranica o mente dell’energia vitale e delle pulsioni. Essa può giàessere definita una mente subconscia, cioè semi-organizzata in modo autonomo e regolantele funzioni legate all’istinto, in piccola parte rispondente alla coscienza. É facilmente perce-pibile nei sogni. Contrariamente a quanto si possa pensare è una mente legata a tutto il pia-neta, cioè il subconscio è terrestre. Solo i maestri hanno individualizzato il loro subconscioed è proprio questo che li rende così diversi da noi, liberi ed esenti dagli impulsi. Ovviamenteanche questa mente ha un suo corpo e un punto corrispondente nel corpo fisico dove è pos-sibile individuarne il contenitore chiamato corpo pranico. Questi ha a sua volta una sua esten-sione o irradiazione nel campo aurico.

Per risvegliare la mente pranica in genere si usa il soffio. Questo è possibile con l’ausiliodi tecniche e discipline quali il Qi Kong, il Thai Chi, il Pranayama, il Kriya Yoga o anche attra-verso la recitazione di preghiere o mantra (nella maniera continuativa e meccanica chiamatajapa) o certe forme di canto. All’interno di questa mente sono contenute tutte le pulsioni comequella sessuale, la rabbia, la gelosia, la paura, la preservazione e così via.

Mente emozionale (divisa in una parte inferiore chiamata astrale e una superiore chiamata vitale superiore)

Vi è poi un quarto livello della mente che è quello delle emozioni.Le emozioni impulsive sono alimentate e pompate dall’energia pranica e solo parzial-

mente possono essere gestite dalla mente razionale (che vedremo tra breve). Le emozioni legatealle varie sfaccettature dell’ego come il desiderio di potere, l’orgoglio, il senso di possesso ecosì via sono considerate, infatti, di natura inferiore e maggiormente legate alla zona del plessosolare. Si legano invece al centro del cuore sentimenti nobili come l’Amore, la Compassione,l’Armonia, la Bellezza, costituendo il corpo emotivo superiore.

Mente creativa o vitale-mentale

Poi abbiamo una mente emozionale/mentale, che è unaltro livello dove il suo linguaggio ed espressione è legato allacreatività. Ecco perché, questo livello della mente è anche chia-mato mente creativa. Qui troviamo la poesia, l’arte, la creazioneartistica in ogni sua espressione, il bisogno di elevarsi attraversole emozioni e di esprimerle in maniera ordinata e armoniosa.

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Questo livello della mente è in stretto contattocon l’energia sessuale. Non è un caso che molti artistiabbiano un carattere molto impulsivo ed irrazionale,dato che usano grandi quantità di energia sessualeper le loro creazioni artistiche. Le arti anticamenteerano sempre dedicate alla Divinità, permettendoall’energia creativa di dirigersi verso l’Assoluto e ar-rivando in questo modo non solo alla sublimazionedelle proprie passioni, ma anche alla trasformazionee trasmutazione delle energie e della mente.

Per questa ragione molti percorsi spiritualihanno usato l’arte come propulsione verso la Divi-nità.

Mentale inferiore o mente analitica-razio-nale

La mente analitica o razionale è capace di dividere, analizzare, catalogare ed elencare,pianificare e fare previsioni relative anche a operazioni complesse. É sicuramente il tipo dimente su cui la società occidentale ha scelto di investire e regolare in modo massivo il suorapporto con la realtà. Un esempio ben visibile ne sono i grandi apparati e organizzazioni, gliuffici e i bureau dove si lavora. Tuttavia sono in realtà poche le persone che hanno sviluppatoquesto livello della mente in modo equilibrato.

Tale livello può già essere definito buddhi o intelletto.

Mentale intuitivo inferiore

La mente intuitiva inferiore non solo è capace di pensare ma anche di comprendereattraverso una sequenza di immagini e di riproporre la realtà attraverso di esse. Da questo li-vello della mente sono nate forme di scrittura come i pittogrammi, i geroglifici e gli ideo-grammi cinesi e giapponesi.

É la mente usata dai chiaroveggenti, che opera attraverso l’Ajna Chakra o terzo occhio.Tuttavia è ancora un funzionamento inferiore, dato che anche se è un livello della mente su-periore rispetto la ragione non è ancora capace di percepire la Verità. Infattimolto spesso i chiaroveggenti interpretano male ciò che vedono, cioè vedonoma non capiscono cosa vedono.

Mentale superiore

Qui finalmente si inizia a comprendere la Coscienza del-l’Uno. La si comprende perché si inizia a prendere coscienza delproprio Sé. Lo strumento del raziocinio viene superato. Cessaquindi l’operazione mentale che disseziona e divide la Creazionein tanti piccoli frammenti di esistenza lontani e incongruenti tra diloro, e si ha accesso, attraverso il Potere del Pensiero Elevato, alla diretta

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percezione dell’Uno Onnipresente. Il senso e l’esperienza dell’Uno di-scendono rendendo potenti le forme pensiero e con esse e attraverso diesse l’Uno diviene percepibile.

Lo yoga arriva al suo primo compimento l’unione con il Sé at-traverso il corpo mentale. É la mente che calmandosi progressivamenteè in grado di lasciar filtrare l’esperienza del Sé. Attraverso questa perce-zione diretta tutta la maniera di concepire la vita cambia completamente.

Mentale intuitivo- superiore

Quando la mente superiore e i suoi funzionamenti si allarganoa dismisura e il corpo mentale si riempie di una trasparenza e purezza ancora maggiori, conlampi di Luci Superiori che attraversano il suo cielo felice, ecco allora che si passa alla menteintuitiva superiore.

Di colpo si giunge a conoscere e ciò che accompagna la conoscenza è una crescenteestasi. Più cresce l’estasi, più cresce la conoscenza.

Il volgare meccanismo della autosoddisfazione attraverso il desiderio è un lontano mi-raggio. Qui l’essere umano incomincia a vivere stati celestiali di Beatitudine, di Luce, di Pie-nezza, di Comprensione, di chiara percezione delle cose e degli esseri e del motivo interioree segreto celato dietro ad esse, perché questo livello della mente conosce per identità dall’in-terno verso l’esterno, anche se con dei lampi intuitivi parziali rispetto all’identità perfetta.

Mente Illuminata

Vi è poi la mente piena di Luce, la mente illuminata in cui le cose si sanno perché viè uno stato dell’Essere dove l’Essere sa. Questa mente è piena di Silenzio, di Luce, di Pace efunziona nella staticità, nella tranquillità senza pensieri, ove il senso dello spazio e del temposi dilata sempre più e la ragione lascia posto a una profonda e vasta calma, piena di Luce, che

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soppesa l’esistenza e gli eventi con grande distacco.In questo livello della mente tutto viene sospeso. Il sentimento di distacco diviene

compiuto e si inizia a farsi strada interiormente una forma di libertà assoluta dal processomentale (chitta vritti nirodha) per come siamo abituati a conoscerlo. Insorge uno stato d’Es-sere ove semplicemente si è qui e ora, dove i Principi Spirituali si manifestano. Nel momentoin cui tutto in noi è silenzio nasce un’intensa felicità.

Mente degli Dei

La mente degli Dei è una mente estrema dove l’essere umano può entrare in contattocon grandi porzioni di spazio e tempo ed enormi quantità di potere, il Potere Divino Superiore,Vero, Reale, Immenso e con grandi nobili pensieri e grandi nobili virtù. Alla mente degli Dei

o mente cosmica è decisamente raro riesca accedervi l’uomo comune.Essa marca il confine ultimo ove un essere umano può arrivare. Inquesto piano vivono gli Dei, Esseri reali e concreti, anche se di unamateria sottile, con immensi poteri e vite immensamente lunghe. Diquesta natura erano la mente di Cristo, di Sri Krishna, del SignoreBhudda e di altri Mahatma.

Mente Divina (o Divina Gnosi, suddivisa in vari livelli, chiamata da Sri Auro-

bindo Supermente)

Ed infine arriviamo a un livello così estremo della mente che essadiventa talmente rarefatta che si disperde al di là delle meccanichedella mente stessa, in un bianco Silenzio Eterno e Infinito, quello chegli yogi cercano attraverso la meditazione, e che chiamano Fonte osemplicemente. “Quello” (Tat).Così poco si può dire di questo livello dell’Essere poiché qualsiasi

parola non potrebbe far altro che limitare qualcosa che di limiti nonne possiede proprio. Va detto, al contrario di quanto si creda in occidente, che gran parte

degli yogi non percorrono completamente il cammino per raggiungeretutti i livelli della mente e non necessariamente costruiscono i corpisuperiori corrispondenti a tutti i passaggi della scala mondo, ma sal-tano dal livello della mente pensante o emozionale nel vuoto (Sunyata

o Bhraman passivo), attraverso tecniche specifiche come nel caso del Raja Yoga. Compiendo questo grande salto direttamente nei mondi dell’”Emisfero Superiore” al-

cuni passaggi, ovviamente, non vengono compiuti. Molte cose non vengono viste e quindicomprese, per cui allo yogi sembra alla fine che la Divinità possa essere percepita solo attra-verso il Silenzio. Ma non è così. Il metodo del Raja Yoga, non permettendo di compiere tutti idovuti passaggi intermedi, non forma le persone nei corpi superiori e di conseguenza nonpermette realmente il viaggio nei mondi superiori. Il punto è che non ci si è dotati degli stru-menti e dei veicoli per andarci coscientemente. I corpi superiori vanno infatti creati, e si creano

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con tecniche precise e complesse. Dall’Infinito senza forma sono uscite

le forme, gli Esseri, i mondi, i piani dell’Es-sere, esistenti in contrazioni diverse dellespazio/tempo. La creazione materiale è unpuntino infinitamente piccolo e limitato ri-spetto alla scala mondo. Avere dei vari corpisottili e superiori formati o se si vuole deicontenitori di energie ben formati ed attivatipermette allo yoghi (colui che segue una di-sciplina spirituale) di visitare altri mondi edesseri attraverso il viaggio interiore o l’esteriorizzazione dei corpi sottili. Queste procedureiniziatiche le cui esperienze sono state largamente spiegate nelle scritture (come ad esempionel: “Savitri” di Sri Aurobindo, “Bhagavatam” di Veda Vyasa, le conferenze di Mère, di OmraamAivanov, di Annie e Daniel Morouis Givoudan, etc.), abbisognano di corpi superiori e sottilipienamente formati e operativi. Se non si hanno i corpi superiori adeguati su altri piani nonsi può andare. É come se volessimo andare sulla Luna senza uno Space Shuttle… risulterebbeimpossibile. Il Signore Bhudda raccontava che la maggioranza dei Suoi discepoli non eranoquelli visibili intorno a Lui, ma gli Esseri sottili ed i Devata che istruiva nelle ore più profondedella notte. Fisicamente quasi tutta la popolazione del Nord dell’India ne seguiva gli inse-gnamenti, ma Lui sosteneva che di notte istruiva 40 Asankeya Esseri. Se Lui non avesse svi-luppato i corpi superiori, come avrebbe potuto entrare in contatto con loro?

Concludendo, nel Nada Yoga si lavora con la mente profonda, inconscia. Ci ritroviamoa un livello dove il nostro sentire con il corpo diventa lo strumento principe e percepiamo at-traverso il movimento delle vibrazioni. Per comprendere tutto questo bisogna aiutare lo stu-dente a sentire e riconoscere le diverse sensazioni fisiche e cenestesie attivate dalle ondesonore che arrivano dal mondo esterno. Insomma percepire e codificare il suono attraversoun sistema molto diverso rispetto a quello dell’apparato uditivo.

Ed è questo che andremo a vedere nel prossimo capitolo. n (segue)

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IL GABINETTO DI RIFLESSIONESIMBOLOGIA MASSONICA

Hathor Go-Rex

“Il simbolismo è il mezzo più adeguatoper l’insegnamento delle verità d’ordine superiore,

religiose e metafisiche, cioè per tutto quel che lo spirito moderno

respinge o trascura”[René Guénon, “Simboli della scienza sacra”]

L’anima, per potersi elevare, necessita di un insegnamento appropriato, impartito me-diante immagini familiari alla natura umana in cui si trova e il simbolismo, strumento efficacea tale scopo, detiene quindi un ruolo di primaria importanza nel percorso rituale massonico.Già nel rito d’iniziazione da profano ad apprendista, pur ignorandone il significato, il simboloagirà sull’inconscio e forte sarà l’impatto cui il recipendiario verrà sottoposto già nel gabinettodi riflessione, un luogo angusto, semibuio, dalle pareti nere e carico di significato in ogni ele-mento e arredo. Importante per l’iniziando sarà comprendere che la “riflessione” a cui si alludenella denominazione non va intesa come una mera azione pensante legata a una dialetticaspeculativa o filosofica, ma come l’inizio di un vero e proprio rovesciamento dell’essere af-finché la personalità profana, legata a preconcetti, luoghi comuni e reazioni sensibili, muoia.Nella penombra silenziosa della stanza, illuminata dalla fioca luce di un’unica candela, il bus-sante dovrà redigere un testamento spirituale riguardo alle sue volontà verso Dio, gli altri ese stesso e costretto quindi alla prima valutazione delle intenzioni da cui è mosso. Avrà quindiinizio proprio nel gabinetto di riflessione un duro e lungo lavoro su di sé in cui tutto il cono-sciuto e pensato nell’oscurità dell’ignoranza assoggettata a soddisfare i bisogni dell’ego in-catenato al mondo sensibile, dovrà essere illuminato, spogliato e scandagliato fin a scovarnela radice e trascenderla penetrandone l’essenza.

Scheletro, teschio, falce e clessidra

Il “Gabinetto di riflessione” sarà il primo viaggio dell’iniziando, l’intercapedine tra imondo materiale e il tempio, la tomba del-l’individualità in cui fino ad allora ci si eraidentificati, morte evocata dalle immagini fu-neree, dagli oggetti e dai moniti alle pareti.L’atmosfera lugubre non potrà che far levasulla sfera emotiva creando nell’individuouna profonda angoscia al fine di costringerloa ponderare nuovamente la decisione sulcammino che sta per intraprendere. Il bus-sante si troverà attorniato da vari e sinistrioggetti quali una clessidra, un teschio, una

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falce e uno scheletro, rispettivamente simboli del tempo, della caducità delle cose e della spo-liazione che il recipendiario dovrà compiere su se stesso rappresentata anche nell’iniziale ri-chiesta affinchè si liberi di tutti i metalli, simbolo del necessario abbandono dei legamimateriali. Lo stato d’inquietudine sarà la prima resistenza dell’ego e la paura la prima provache dovrà affrontare in questo tetro luogo.

“Saprai trionfare sulla sottile prova del dubbio? Stai in guardia! In questa partita tutto iltuo avvenire eterno è impegnato. Se soccombi, mai potrai vederne lo splendore; ricordati che l’occa-sione di essere iniziato è, nella vita, unica. Se la lasci passare, non ti si ripresenterà mai più. ChiediLuce alla stessa Luce, non c’è altro modo per ottenerla”. [La Grande Opera, Grillot de Givry]

Superato questo scoglio, nella solitudine in cui sarà costretto dall’attesa, il futuro ap-prendista comincerà inevitabilmente a guardarsi intorno, porrà l’attenzione quindi sui moniti,le figure e gli oggetti che lo circondano e comincerà ad intuirne un significato all’apparenzanascosto, più profondo, e che man mano imparerà a scoprire.

Le immagini mortifere rappresentano il decesso necessario a riscoprire la purezza ori-ginaria dell’animo inquinato dai desideri e dalle illusioni del mondo sensibile, in particolarelo scheletro inneggia all’avvenuta spoliazione da ogni orpello e vizio materiale, al ridursi al-l’osso, alla radice, raggiungendo uno stato che permetta di mutare la propria natura inferioregovernata dagli istinti e far emergere la controparte superiore, governata dallo Spirito.

“Sforzati di sviluppare le forze latenti che sussistono in te. Ordina la tua vita seguendo le ar-cane norme. Tu sei la materia stessa della Grande Opera: fatti candido, spiritualizzati, purifica la tuaastralità, svincolati dalle ombre Cimmerie”. [Grillot de Givry, op. cit.]

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Nel fare ciò saremo però costretti ad affrontare lati oscuri, debolezze e fragilità cheemergeranno proprio come scheletri da un armadio mettendoci di fronte all’intimo, e spessoegoistico, movente delle nostre azioni. La paura evocata da tale immagine è si legata allamorte ma anche al timore di guardare dentro se stessi e scorgere il nocciolo recondito, mor-tifero e tetro che avvolge il nostro cuore. Lo scheletro è quindi il simbolo della fase alchemicadetta “Putrefactio”, o Nigredo, o Opera al Nero, e altresì un invito alla meditazione sull’im-permanenza e la vacuità delle cose, riflessione in grado di far acquisire un nuovo e diverso si-gnificato alla morte, se nella profanità altro non era che la temuta fine della vita, perl’alchimista, il ricercatore spirituale, l’apprendista massone ecc. sarà invece solo il passaggionecessario alla rinascita. Lo scheletro rappresenta il fine del processo di Nigredo, ossia l’av-venuta liberazione dell’individuo da tutte le sovrastrutture psichiche legate a ignoranza e ap-parenze del mondo materiale, solo raggiunto questo stato potrà cominciare il vero percorsodi rigenerazione. “…la riduzione a scheletro marca un superamento della condizione umana profanae, pertanto, una liberazione da quest’ultima. (...) Ridursi allo stato di scheletro equivale ad una rein-tegrazione nella matrice (...), ossia ad un rinnovamento totale, ad una rinascita mistica» dice MirceaEliade nel “Le Chamanisme”, da “Encyclopédie des mystiques”.

Scheletro e falce sono elementi che ritroviamo anche nella lama numero tredici deiTarocchi, la falce altro non è che l’arma con cui tranciare il legame psichico con il passato, concui dare un taglio netto a tutto il superfluo, inutile zavorra che ci portiamo dietro, pesantefardello di cui dovremo alleggerirsi.

Tra le immagini che lo circondano, oltre allo scheletro, il recipendiaro troverà quella

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del teschio che, seppur simile nel significato, si focalizza in modo specifico sulla testa, sede diintelletto, mente e pensiero, ossia la parte superiore dell’uomo governata dallo Spirito. Il te-schio è un elemento simbolico ricorrente anche nell’arte, presente ad esempio in numerosidipinti raffiguranti Maria Maddalena, o nel san Francesco in meditazione, o nel San Girolamodel Caravaggio, e nei quali il teschio rappresenta appunto l’avvenuta morte dell’ego e conse-guente rinascita spirituale del protagonista.

Celeberrima è anche la sua presenza nel famoso monologo dell’atto terzo dell’Amletodi William Shakespeare, la cui prima frase “essere o non essere”, recitata tenendo tra le maniun cranio e quasi rivolgendosi a lui, sintetizza l’eterno dubbio, quello di accettare le sofferenzedella vita rimanendo nell’inazione o agire per liberarsene, stato d’animo comune ad ogni in-dividuo che sta per intraprendere un percorso iniziatico; nel monologo il suicidio, e quindi lamorte indotta, viene presentata da Amleto come l’unica via per salvarsi, morire a se stessi è ilsolo modo affinché possa emergere il nostro Sé spirituale.

Altro interessante riferimento al teschio nell’arte lo ritroviamo nella Vanitas, un generedi pittura che lo ritrae accanto a elementi rappresentanti la caducità delle cose, come ad esem-pio una clessidra, oggetto presente anche nel gabinetto di riflessione e chiaro riferimento altempo che scorre. La clessidra è simbolo del finito nell’infinito, del susseguirsi dei cicli vitalinello scendere della sabbia dall’alto verso il basso e viceversa nel capovolgerla affinchè tornia fluire; movimento che ricorda il principio che Thot descrisse nelle tavole di smeraldo e rubino:“Ascende dalla Terra al Cielo e ridiscende in Terra raccogliendo la forza delle cose superiori e delle in-feriori”, “Poiché discende dal Cielo alla Terra e risale in cielo disperdendo le forze inferiori nella ForzaSuperiore indefinibile, che si compie nel sei”. Il riferimento al numero sei riporta al Sigillo di Sa-lomone composto per l’appunto di due triangoli che, intersecati, formano una stella a seipunte, l’uno di colore bianco rivolto verso l’alto simbolo di tutto ciò che ascende evolvendoverso l’Assoluto, l’altro di colore nero rivolto in basso e quindi di ciò che da lui discende in-volvendo nella materia, essi esprimono la continua interazione tra Dio e l’universo, il movi-mento costante di generazione e ri-generazione,ascesa e caduta. Nello scorrere della sabbia, e nelrigirare la clessidra di volta in volta, si rispecchiaquindi il moto universale, ma anche l’interconnes-sione delle forze di causa ed effetto e la loro ridon-danza tra i piani inferiore e superiore.

“L’eterna clessidra dell’esistenza viene sempredi nuovo capovolta e tu con essa, granello della pol-vere!” dice un demone nel “La gaia scienza” di F.Nietzsche, chiaro riferimento al concetto di eternoritorno assai caro all’autore e presente in moltesue opere che declama il soggiacere dell’uomo alleforze del destino.

Gli elementi che abbiamo fin qui trattatovengono correlati a Saturno (o Cronos per i greci,divinità del tempo) che nell’antica mitologia era ilDio della morte e dell’aldilà; il pianeta viene as-sociato al piombo che rappresenta il buio, la ma-

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teria prima, lo stato impuro dell’essere, metallo che ri-donda nella metafora alchemica “trasmutare il piombo inoro” come allegoria di reintegrazione con la divinità tra-mite una purificazione e quindi la spoliazione dal vizio el’acquisizione delle virtù. Astrologicamente Saturno ri-specchia le difficoltà, l’opposizione al cambiamento, il ri-stagno che ci tiene legati al passato ma che altresì,attraverso la sofferenza, incita l’individuo ad agire per li-berarsene affinché possa evolvere e maturare. Nel mito riferito a Cronos l’opposizione al-l’evoluzione si esplica nell’atto in cui la divinità divora la propria prole, immagine psichica diun ego che non vuole essere spodestato o peggio ancora ucciso ed è proprio a questo cui in-citano i funerei messaggi nel “gabinetto di riflessione” , alla necessaria morte della personalitàprofana.

Pane, brocca d’acqua

Agli inquietanti elementi rievocanti la morte, di cui abbiamo ampiamente parlato nellaprima parte, si affiancano le figure di pane e acqua, emblemi di semplicità e nutrimento siaper il corpo che per lo spirito. Il frumento, di cui il pane è costituito, è da sempre simbolo diabbondanza, fertilità ma anche di ritorno alla terra, e rievoca quindi nei vari passaggi dellasua coltivazione le fasi del ciclo di rinascita: semina, germogliazione, sviluppo, mietitura. Le-gato allo Spirito e a molte divinità come quelle egiziane di Renenunet, dea che per le sue virtùfeconde patrocinava le messi e perciò chiamata anche “signora dei due granai”, o di Osiride ilDio risorto il cui smembramento seguito alla morte ricorda l’atto della semina “Che io viva omuoia, io sono Osiride. Io entro dentro e riappaio attraverso te, mi decompongo in te, creo in te, cadoin te, cado sul fianco. Gli Dei vivono in me perché io vivo e cresco nel Grano che sostiene gli Onorati.Io ricopro la terra. Che io viva o io muoia, io sono Frumento, non vengo mai distrutto”. [testi dellepiramidi], o alla Dea greca Demetra, l’iniziatrice ai misteri elusini che il mito narra donò ilgrano agli uomini e ordinò a Trittolemo di insegnare loro a coltivarlo, tecnica in cui si rispec-chia il segreto dei cicli di rinascita, semina e raccolto paragonati a vita e morte rivelano l’im-mortalità intrinseca nella loro alternanza poiché ogni chicco di grano contiene già il germogliodel frumento futuro.

“In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; seinvece muore, produce molto frutto” [Giovanni 12,24]

Tornando al simbolismo del pane e al suosignificato come elemento sostanziale, sarebbeerrato considerarne solo il riferimento mate-riale perché, come si evince dalle Sacre Scrit-ture, l’uomo non ha bisogno solo di nutrire ilcorpo ma anche lo Spirito, “Il tentatore alloragli si accostò e gli disse: «Se sei Figlio di Dio, di’che questi sassi diventino pane». Ma egli rispose:«Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo, ma diogni parola che esce dalla bocca di Dio»”. [Matteo

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4,3] ed è proprio ambedue a cui si allude e che si richiede vengano soddisfatti nella preghieracristiana per eccellenza, il Padre Nostro, nel verso “dacci oggi il nostro pane quotidiano”.

Nell’antico e nel nuovo Testamento il pane viene citato centinaia di volte anche riferitoalla Manna che discese dal cielo per nutrire gli Ebrei nel deserto: “durante l’Esodo comandò allenubi dall’alto e aprì le porte del cielo; fece piovere su di essi la manna per cibo e diede loro pane del cielo:l’uomo mangiò il pane degli angeli” (Salmi 78,23-25) “aveva il sapore di una focaccia di miele” (Esodo16,31], un pane dal gusto dolce quindi simbolo della dolcezza di Dio. La tradizione l’associaanche alla venuta del Messia che, incarnando il Verbo, sarà egli stesso Manna, il pane rappresentaquindi il corpo di Cristo sacrificato per gli uomini. «nella notte in cui veniva tradito prese il pane, lospezzò e disse questo è il mio corpo che è per voi» [ 1 Cor 11,24]. Il pane, come cibo euca-ristico, raffigura la comunione con la Divinità, e quindi la vita eterna.

Parliamo ora della brocca d’acqua posta nel gabinetto di rifles-sione e ai suoi molteplici significati simbolici. L’acqua rappresenta la ma-nifestazione di Dio, la sostanza primordiale da cui nascono tutte cose, illiquido amniotico, nonché l’archetipo dell’inconscio. Essendo l’elemento che tuttocrea e a cui quindi tutto ritorna, è fonte di vita ma anche di distruzione, emblema quindidi purificazione e salvezza, punizione e condanna, dualismo che si esprime ad esempio nel pas-saggio del Mar Rosso, o nel Diluvio universale raccontati dalle Sacre Scritture, in cui l’acqua èrovina per gli empi ma salvezza per i giusti.

Anche per gli islamici l’acqua è fonte preziosa di vita nonché elemento purificatorio,doveroso è per loro compiere le dovute abluzioni prima di ogni rito e per questo una fontanaè collocata al centro di ogni moschea. Nell’induismo sacre sono le acque del fiume Gange metadi pellegrinaggio e in cui una volta all’anno è necessario immergersi per compiere la purifica-zione; nel buddhismo il fiore di Loto nasce dalle acque di uno stagno; nelle cerimonie liturgichecristiane è usata per la benedizione di luoghi, oggetti e persone, altresì nel battesimo, parolache deriva per l’appunto dal greco “baptismos”, “immergere” rito con cui il battezzato viene im-merso nell’acqua e purificato affinché riconosca la figura del Cristo come il Salvatore. “Perciòandate, fate che tutti diventino miei discepoli, battezzateli nel nome del Padre e del Figlio e dello SpiritoSanto” (Mt 28,19). L’acqua predomina sugli elementi terrestri, “spegne il fuoco, inghiotte la terra esi eleva nell’aria” dice Plinio l’antico scrittore naturalista romano; nella tradizione taoista è sim-bolo di saggezza poiché ha la capacità di impregnarsi, assimilare e di memorizzare gli influssiche incontra nel suo ciclo di ascesa e discesa tra cielo e suolo. Altra qualità che la caratterizzaè la capacità di mutare il proprio stato, da solida a liquida, da liquida a gassosa adattandosi atutte le forme, in un rinnovamento e mutamento continuo pur mantenendo la medesima es-senza. L’acqua rappresenta anche il principio femminile, la ricettività, nonché l’energia psichicae l’inconscio, ponte tra Spirito e materia.

“ ...Le sue vesti si sparsero larghe e, come una sirena, la sostennero alquanto. Ed ella veniva cantando frammenti di vecchie arie, come colei che fosseinconsapevole della sua propria sventura, o come una creatura che avesse avuta originein quell’elemento e che quasi vi si sentisse adattatae disposta dalla natura...”

[“Amleto”, la morte di Ofelia-Shakespeare]

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Zolfo, Sale e Mercurio (gallo)

Passiamo ora ad altri tre importanti elementi posti nel gabinetto di riflessione: Zolfo,Sale e Mercurio, tre principi di cui ogni corpo è composto nonché basi dell’opera alchemicadi trasmutazione spirituale, l’uomo stesso è in questo caso il laboratorio in cui si svolgono leoperazioni, ossia il forno, l’atanor, rispecchiato nell’intero gabinetto di riflessione, luogo incui dovrà avvenire la morte della personalità profana.

Lo zolfo (aria+fuoco) rappresenta il principio maschile, igneo, attivo, colui che fe-conda, lo Spirito, il cui simbolo, un triangolo rivolto verso l’alto sopra una croce, rappresentaquindi il fuoco celeste sovrastante i quattro elementi terrestri ripartiti nei quattro bracci. Laforza ignea dello zolfo è quindi l’energia vitale, il principio animatore, il fuoco spirituale de-signato dagli alchimisti come materia prima, l’elemento per eccellenza, incorruttibile, che vi-vifica ogni cosa, purifica e brucia, corrode e consuma, illumina e riscalda, alimenta e distrugge,avente quindi una doppia funzione, l’una benefica e l’altra malefica; zolfo e fuoco per l’ap-punto sono elementi che ritroviamo nei testi biblici (e non solo) associati anche all’inferno ealla punizione, come ad esempio è descritto nella distruzione di Sodoma e Gomorra. “Allorail SIGNORE fece piovere dal cielo su Sodoma e Gomorra zolfo e fuoco” [Genesi 19:2], o ancora neiSalmi “Egli farà piovere sull’empio carboni accesi; zolfo e vento infocato sarà il contenuto del lorocalice”[Salmi 11:6] e ancora nell’Apocalisse “Ma per i codardi, gl’increduli, gli abominevoli, gliomicidi, i fornicatori, gli stregoni, gli idolatri e tutti i bugiardi, la loro parte sarà nello stagno ardentedi fuoco e di zolfo, che è la morte seconda” [Apocalisse 21:8]; tuttavia il fuoco celeste, essendoun’energia di puro Amore e Verità originata dal Creatore, non varia quindi nelle sue qualità

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ma viene bensì alterata dalla percezione individuale delle stesse dovuta a vari fattori, qualiad esempio lo stato interiore e la discordanza dell’individuo con essa e in tal caso avvertitacome male, dolore, o collera.

“Vi è un calore anche all’inferno, ma è immondo. Il calore del cielo è fuoco sacro e celeste,quello dell’inferno è fuoco profano e infernale; entrambi i fuochi rappresentano l’amore, l’amore ce-leste, l’amore per il Signore, per il prossimo e per tutto ciò che rientra in questo tipo di amore. Il fuocoinfernale è invece l’amore per se stessi e l’amore del mondo, e ogni concupiscenza che procede daquesti amori”. [Emanuel Swedenborg, “Cielo e inferno”]

Nel gabinetto di riflessione lo zolfo indica quindi l’azione purificatrice che il bussantedovrà compiere su se stesso per poter uscire dal buio dell’ignoranza, non a caso egli verrà poibendato proprio per sottolinearne la condizione che rimarrà tale fino a quando sarà dominatoda materia e istinti.

Il sale (fuoco+terra) definito da Paracelso come “qualità del corporeo”, ciò che sposa ilprincipio maschile dello zolfo a quello mercuriale femminile, che li unisce, “questo legame, chia-mato sale, è effetto della loro unione e reciproco amore ed è un corpo spirituale che ce li nasconde av-volgendoli nel suo seno come se di tre non facessero che una sola e stessa cosa” afferma l’alchimistaEsprit Gobineau de Montluisant. Il sale è la cristallizzazione delle acque primordiali nel-l’unione tra cielo e terra. “Questa Acqua, che può essere coagulata, e che genera tutte le cose, diventauna terra pura che, per un forte legame, possiede le virtù dei Cieli più alti rinchiuse in sé; e proprioperché questa stessa terra è unita e congiunta al Cielo, le dò il bel nome di Cielo Terrestre” [VinceslaoLavinius di Moravia - “Trattato del Cielo Terrestre”]

Il simbolo alchemico del sale è un cerchio diviso in due parti dal diametro che rappre-senta appunto la separazione che Dio ha dovuto compiere per dar vita alla creazione.

“Voi siete il sale della terra; ma se il sale diventa insipido, con che cosa gli si renderà il sapore?A null’altro serve che ad essere gettato via e ad essere calpestato dagli uomini” disse Gesù ai suoi

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discepoli [Matteo 5:13] riferendosi a loro come portatori dell’evangelo e paragonandoli al salee alla sua qualità di conservazione, come custodi e divulgatori degli insegnamenti del Cristo.

Il mercurio (acqua+aria) rappresenta il principio femminile, elemento adattabile, con-tenibile nelle forme, fluido, che trasmuta con facilità, il tramite tra Spirito e materia, non acaso nella mitologia il Dio greco Ermes Mercurio è il messaggero degli Dei data la sua rapidacapacità di spostamento, quindi funge da psicopompo, mediatore dei messaggi tra il conscioe l’inconscio. Nel gabinetto di riflessione è rappresentato nella figura di un gallo, emblemasolare e annunciatore di luce riferita in questo caso a quella che si appresta a ricevere il reci-pendiaro attraverso l’iniziazione. Il canto del gallo è quindi sinonimo del risveglio, dell’ap-prossimarsi di una nuova alba, la fine della tenebra notturna inizio di un nuovo giorno;animale portatore di Luce e guardiano, simbolo quindi di veglia come suggerisce la scrittadella banderuola su cui è posto nel gabinetto di riflessione “vigilanza e perseveranza” decantantele basi del lavoro di nigredo, azione e osservazione di se stessi, dei propri gesti delle proprieemozioni, lavoro duro ma necessario, scritto e suggerito dai simboli che attorniano il recipen-diario nel gabinetto di riflessione e che culminano nella scritta V.I.T.R.I.O.L., acronimo checondensa e sintetizza l’intera Opera.

V.I.T.R.I.O.L.

L’acronimo V.I.T.R.I.O.L. sta per “Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies OccultumLapidem” (Visita l’interno della terra e rettificando troverai la pietra nascosta). La scritta agrandi lettere campeggia nell’ambiente e sovrasta gli altri simboli quasi a voler imporre la suasupremazia, composta di poche parole sintetizzanti il percorso che il bussante dovrà affrontareè quindi fonte e culmine del profondo insegnamento che porta in seno. “Visita l’interno dellaterra”, chiaro è il riferimento alla discesa negli inferi come allegoria di morte e resurrezioneargomento che ritroviamo sovente nella letteratura, nella mitologia e nei testi sacri.

Il significato simbolico della catabasi in tali scritture è unvero e proprio insegnamento morale e di vita, celato aiprofani e comprensibile solo agli iniziati e che sollecitaalla discesa nei punti più reconditi e oscuri del no-stro inconscio, correggere i vizi e potenziare levirtù. «O voi ch’avete l’intelletti sani / Mirate ladottrina che s’asconde / Sotto il velame delli versistrani!» [Inf. IX, 61-63, Divina Commedia,Dante Alighieri]. L’elemento terra, a cui è as-sociato il corpo materiale dell’uomo e ilmondo degli inferi, è quindi il primo su cuil’individuo dovrà lavorare per ottenere unavera e propria morte della personalità profana.

L’azione suggerita dall’acronimo, quelladi visitare, va intesa in modo ampio e completoossia come profondo studio e sperimentazione con-tinua, esaminando con obbiettivita azioni, reazioni estati emotivi, nonche la situazione che ci attornia per sco-

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prirne la recondita scaturigine. L’azione visitare indica una vera e propria ricerca, uno studioche non si deve limitare all’osservazione ma va comprovato, compenetrato, agito. L’evoluzioneinteriore e quindi un processo dinamico, mosso da continua forza di Volonta , una scossa al-l’apatica staticita del ristagno in se stessi, una necessaria trasformazione, un ampliamento dicoscienza e presenza che ci permetteranno di riconoscere, comprendere ed evadere dalle pri-gioni che noi stessi abbiamo creato. La coesistenza nell’uomo di Spirito e materia lo sottoponeinevitabilmente a subire il gioco di entrambe le forze che, opposte tra loro, divengono causadei conflitti interiori e lo costringono quindi a fare una scelta, quella tra il seguire l’uno ol’altro istinto, decisione che di volta in volta potra portarlo al perfezionamento, Rectificando,o a perpetuare nella caduta. Importante è comprendere che il rettificare necessita di un espe-rienza viva, vissuta, sentita, sia di gioia che di dolore, che andrà poi valutata e compresa daun punto di vista diametralmente diverso a quello precedente l’iniziazione. Correggendo noistessi e affrontando uno per uno i difetti latenti potrà avvenire la vera e propria purificazione,necessaria affinchè l’uomo possa riscoprire le potenzialità perdute, l’Occultum Lapidem, il suoEssere Divino, la pietra nascosta che da sempre giace dentro di lui.

Il processo di rettificazione è un lavoro duro, lungo, faticoso ma altresì necessario, in-nanzitutto per saggiare la vera Volontà del bussante e in secondo luogo perché, se non si ab-bandona la propria individualità, impossibile sarà per noi il disvelarsi dei mondi Spirituali.“In verità ti dico che se uno non nasce di nuovo, non può vedere il Regno di DIO” [Giovanni 3:3]

Il processo a cui fa riferimento l’acronimo è quindi il compimento dell’intera Opera dirigenerazione attraverso l’armonizzazione dell’uomo alle forze Spirituali che regolano la Naturamediante le stesse, operanti in lui come microcosmo e riflesse nel macrocosmo, contro le qualinon bisogna lottare, bensì imparare a direzionarle, trasformando le energie negative in positive,con un vero e proprio atto di trasmutazione, fulcro e culmine dell’alchimia spirituale.

“Io ritornai da la santissima onda rifatto sì come piante novelle rinnovellate di novella fronda, puro e disposto a salire alle stelle”

[Purgatorio, Canto XXXIII-Divina Commedia]n

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Maathor, “Il Barone Thèodore De Tschoudy”, ritratto ideale