MISERICORDIAE VULTUS SEAN PENN - davinci … da Giovanni Caruso (Alma Re-demptoris Mater), ......

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n oggetto mutevole, che dalla tradizione del gregoriano e del- la polifonia conduce a sonorità contemporanee, capa- ce di mostrare di volta in volta e- poche, forme, stili e autori diver- si, in un connubio ideale di rifles- sione sul sacro e i suoi aspetti: confessionale, metafisico e tra- scendente». Con queste parole, nelle note di copertina del disco Misericordiae vultus Simone Ca- puto individua il nucleo originario di una raccolta di brani nata per celebrare il Giubileo della Miseri- cordia indetto da papa Francesco. Una sorta di colonna sonora can- giante e articolata, che ripercorre le tappe di un lungo viaggio con- dotto attraverso linguaggi e tecni- che compositive differenti, così come diverse sono le fonti di ispi- razione e le soluzioni estetiche che contribuiscono a ricomporre il va- riopinto mosaico di questo omag- gio musicale. Si tratta di una delle prime pro- duzioni della giovane etichetta di- scografica Da Vinci Classics – fon- data nel 2016 – che da subito di- chiara un intento coraggioso, nel- l’affiancare ambiziosi progetti di registrazione integrale dei classi- ci del passato all’attenzione verso i mille rivoli della creatività con- temporanea. Ed è proprio questo il playground d’elezione dell’al- bum in questione, il cui baricen- tro artistico ed espressivo coinci- de con due brani del compositore estone Arvo Pärt (Summa e Vater Unser), insieme con pagine scrit- te da Giovanni Caruso (Alma Re- demptoris Mater), Cristian Carra- ra (O infinito silenzio e Luce), Mar- co Frisina (Adoro Te Devote e Ave Maris Stella), Stefano Lentini (il Concerto per violino e orchestra Stabat Mater e la Suite orchestra- le Liturgia delle Ore) e Flavio Emi- lio Scogna (Inno), che è anche il principale direttore dei vari en- semble vocali e strumentali pro- tagonisti dell’incisione. Un quadro composito che trova u- na coerente chiave di lettura alla luce ancora delle parole di Capu- to raccolte nel booklet del cd: «U- no sguardo sull’Assoluto, al quale l’uomo tenta da sempre di ricon- giungersi anche nell’estasi misti- ca dell’ascolto». © RIPRODUZIONE RISERVATA Autori vari MISERICORDIAE VULTUS Da Vinci Classics / Egea Euro 14,00 U « Il Giubileo della Misericordia diventa armonia tra Pärt e Frisina Radio2 “Caterpillar” live, Finardi e Ciotti in coro per Libera dischi sacra di Andrea Milanesi ALESSANDRA DE LUCA utto è cominciato quando la scrittrice Erin Di- gnam, che ha vissuto a lungo in Africa Cen- trale per le sue ricerche adottando anche due bambini della Sierra Leone, ha offerto la sua sceneggiatura al produttore Marc Palmieri, che aveva già realizzato il film Darfur Now, sul ge- nocidio in Sud Sudan, perché trovasse un re- gista adatto alla storia che aveva raccontato. E Palmieri ha scelto Sean Penn per il suo coinvolgimento politico uma- nitario nelle zone più turbolente del mondo, come il Sudan e Haiti: al World Summit of Nobel Peace Laureates del 2012 l’attore e regista è stato premiato con il prestigioso Peace Summit Award per gli sforzi compiuti per risollevare la po- polazione dopo il disastro provocato dall’uragano Katrina. Il tuo ultimo sguardo, arrivato ieri nelle nostre sale, affron- ta uno dei temi più incandescenti del momento, le guerre e i flussi migratori da esse generati, coniugati all’impossi- bile storia d’amore tra i due protagonisti. Ci troviamo in A- frica, tra la Liberia e la Sierra Leone, dove i massacri tra le popolazioni sono all’ordine del giorno, la violenza raggiunge inauditi livelli bagnando una terra crudele e disperata con lacrime e sangue. Due giovani dottori di Medici nel Mon- do, Wren Petersen e Miguel Leon – interpretati da Charlize Theron e Javier Bardem – si conoscono, si innamorano e ten- tano di trovare spazi per i loro sentimenti tra bombarda- menti e corpi straziati. Ma la situazione si fa sempre più te- sa e uno dei due è troppo spaventato per rischiare la pelle ogni giorno. L’impossibile convivenza di amore e guerra, in- timità e caos è dunque uno dei temi del film, i cui protago- nisti si allontaneranno l’uno dall’altro a causa delle diver- se opinioni su una possibile risoluzione del conflitto. Mi- guel non conosce altra vita se non quella al fronte, al servi- zio degli ultimi della terra che soffrono, e non nasconde il suo disprezzo per un Occidente indifferente alla carnefici- na, mentre Wren è convinta che solo sensibilizzando l’opi- nione pubblica attraverso i media sia possibile fermare quello strazio. Un tema appassionante, dunque, che ancora prima di Penn aveva conquistato Bardem, egli stesso attivista nella difesa dei rifugiati, interprete e coproduttore di Figli delle nuvole: l’ultima colonia, un film che documenta come la coloniz- zazione del Sahara Occidentale abbia costretto quasi 200mi- la persone a vivere nei campi profughi. Charlize Theron ha invece fondato una Ong che si occupa dei bambini rima- sti orfani a causa dell’Aids in Sud Africa. Ma è stato proprio l’alto profilo del lavoro umanitario di Penn che ha permesso ai realizzatori di trovare aperte tut- te le porte per poter mantenere l’autenticità della visione del regista. Le Nazioni Unite, il World Food Program, Me- decins sans Frontieres, Medecins du Monde e altre ONG hanno infatti dato un supporto straordinario alla produ- zione. «Questa storia d’amore ambientata in un contesto di guer- ra, in situazioni di continua emergenza – dice Penn – mi ha profondamente toccato e spero che spinga il pubblico a u- na riflessione profonda su ciò che accade in quella parte del mondo. Oggi abbiamo completamente smarrito il senso della tragedia e dell’umanità, e cercare bellezza e purezza è un modo per porre rimedio a questa perdita. Avevo vo- glia di realizzare qualcosa di speciale, arricchendo la sce- neggiatura con un bagaglio di esperienze personali che a- vevo accumulato proprio durante i miei viaggi, in partico- lare quello in Liberia. La speranza è che raccontando que- ste storie le cose possano cambiare e non ripetersi, ma co- me mostriamo anche nel film la frustrazione è un senti- mento che chi fa un lavoro come quello dei protagonisti del film sperimenta ogni giorno». «Abbiamo lavorato con un’e- quipe di medici di emergenza – continua il regista – ma se li definissimo eroi, loro ci riderebbero in faccia. Sono con- vinti di fare solo ciò che è necessario per alleviare le soffe- renze di tante persone. Invece il loro impegno è degno di grande rispetto e ammirazione». Ma a dispetto dell’enorme rilevanza dell’argomento trat- tato, il film era stato più fischiato che applaudito al Festival di Cannes dello scorso anno. Cosa non è piaciuto? Molti sostengono che raccontare una guerra così atroce attra- verso la travagliata storia d’amore tra due bianchi non sa- rebbe una buona idea. La debolezza de Il tuo ultimo sguar- do sta in realtà nell’incapacità di Penn di armonizzare le se- quenze di guerra, durissime e sanguinose, girate in stile do- cumentaristico, e quelle d’amore, estetizzanti e patinate, sottolineate da una voce fuori campo che le rende ulte- riormente stucchevoli e “finte”. Ma ovviamente Penn non è d’accordo. «Il film si interroga sulla possibilità dell’amore in tempo di guerra, e sono io il primo a chiedermi se ci sia spazio per i sentimenti in un paese dilaniato dai conflitti. Ma ogni film che dirigo è un’opportunità per impegnarmi su un argo- mento diverso. Oggi basta guardarsi intorno per vedere co- me la crisi continui a fare vittime e come la povertà nel mondo sia aumentata. Il mondo sta attraversando uno dei suoi momenti peggiori, la gente soffre e questa è l’unica co- sa di cui voglio preoccuparmi». © RIPRODUZIONE RISERVATA T orna il festival targato Radio2 tra grande musica e solidarietà. Oltre al concerto all’alba di oggi di Irene Grandi e i concerti di Max Gazzé e Francesco Gabbani, il Caterraduno 2017 prevede domani in Piazza Garibaldi un evento senza precedenti, mirato a raccogliere fondi per Libera, l’associazione contro le mafie fondata da don Luigi Ciotti. Si tratta del primo flash mob canoro targato Radio2, “Il Grande Coro, la radio è libera veramente”, con una esecuzione collettiva de La Radio, di Eugenio Finardi. Il coro sarà diretto dallo stesso Finardi alla presenza di don Ciotti in un grande concerto improvvisato, insieme a, tra gli altri, il compositore Roberto Molinelli, che ha arrangiato il brano per la Banda di Senigallia che lo accompagnerà. Per partecipare basterà scaricare il kit per il Grande Coro sul sito di Caterpillar (spartiti e basi musicali per provare), presentarsi in piazza e acquistare e indossare la maglietta di Libera. T Gli irlandesi Cutler sono criminali da ge- nerazioni. Vivono di rapine nella campa- gna del Gloucestershire, nel sud-ovest del- la Gran Bretagna, senza tetto né legge. Sog- giogato dal padre, incallito capoclan, Chad vorrebbe dare una vita migliore a sua mo- glie Kelly e ai loro bambini, ma quando decide di abbandonare il crimine, deve scontrarsi con la rabbia del genitore e con un sistema che non permettere alcuna re- denzione. Opera prima di Adam Smith che nel ruolo dei protagonisti vanta Michael Fassbender e Brendan Gleeson, Codice cri- minale esplora il tema delle relazioni tra padre e figlio, ma anche quelli del biso- gno di riscatto e catarsi, dell’impossibile fuga dal proprio destino. Ma una via d’u- scita c’è. Il titolo originale, Trespass Agaist Us è una citazione dalla versione inglese del Padre Nostro. (A.DeLu.) © RIPRODUZIONE RISERVATA Intervista Nelle sale il film “Il tuo ultimo sguardo” in cui la star americana torna regista per raccontare tra alti e bassi il rapporto sentimentale tra due medici nella dura e cruenta realtà di Liberia e Sierra Leone Il piccolo Prescott, americano, vive fuori Parigi, in una grande casa, insieme alla madre, una donna assai reli- giosa ma infelice, e alle donne che si occupano delle faccende domestiche. Suo padre invece, spesso assen- te, consigliere del presidente americano Wilson, lavora ai trattati di pace che metteranno fine alla Prima Guer- ra Mondiale e che umilieranno la Germania. Ispirato a un racconto di Jean Paul Sartre (nella raccolta Il muro), ma assai influenzato dai registi per i quali il neoregista Brady Corbet ha recitato – Von Trier, Araki, Haneke, As- sayas – L’infanzia di un capo, miglior opera prima e mi- gliore regia nella sezione Orizzonti al Festival di Vene- zia 2015, racconta con stile assai personale e suggesti- vo l’insolita e sorprendente diseducazione sentimenta- le di un bambino il cui destino sarà svelato alla fine del film. Autoritarismo paterno e debolezza materna, con- traddizioni e ipocrisie degli adulti accenderanno in Pre- scott una ribellione destinata a trasformarlo in un po- tenziale mostro. Alessandra De Luca © RIPRODUZIONE RISERVATA L’INFANZIA DI UN CAPO La diseducazione sentimentale di Prescott cineprime 15 Venerdì 30 Giugno 2017 spettacoli CODICE CRIMINALE Chad, la prova del riscatto SEAN PENN Amore e guerra nella sua Africa

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n oggetto mutevole,che dalla tradizionedel gregoriano e del-la polifonia conduce

a sonorità contemporanee, capa-ce di mostrare di volta in volta e-poche, forme, stili e autori diver-si, in un connubio ideale di rifles-sione sul sacro e i suoi aspetti:confessionale, metafisico e tra-

scendente». Con queste parole,nelle note di copertina del discoMisericordiae vultus Simone Ca-puto individua il nucleo originariodi una raccolta di brani nata percelebrare il Giubileo della Miseri-cordia indetto da papa Francesco.Una sorta di colonna sonora can-giante e articolata, che ripercorrele tappe di un lungo viaggio con-dotto attraverso linguaggi e tecni-che compositive differenti, così

come diverse sono le fonti di ispi-razione e le soluzioni estetiche checontribuiscono a ricomporre il va-riopinto mosaico di questo omag-gio musicale.Si tratta di una delle prime pro-duzioni della giovane etichetta di-scografica Da Vinci Classics – fon-data nel 2016 – che da subito di-chiara un intento coraggioso, nel-l’affiancare ambiziosi progetti diregistrazione integrale dei classi-

ci del passato all’attenzione versoi mille rivoli della creatività con-temporanea. Ed è proprio questoil playground d’elezione dell’al-bum in questione, il cui baricen-tro artistico ed espressivo coinci-de con due brani del compositoreestone Arvo Pärt (Summa e VaterUnser), insieme con pagine scrit-te da Giovanni Caruso (Alma Re-demptoris Mater), Cristian Carra-ra (O infinito silenzio e Luce), Mar-

co Frisina (Adoro Te Devote e AveMaris Stella), Stefano Lentini (ilConcerto per violino e orchestraStabat Mater e la Suite orchestra-le Liturgia delle Ore) e Flavio Emi-lio Scogna (Inno), che è anche ilprincipale direttore dei vari en-semble vocali e strumentali pro-tagonisti dell’incisione.Un quadro composito che trova u-na coerente chiave di lettura allaluce ancora delle parole di Capu-

to raccolte nel booklet del cd: «U-no sguardo sull’Assoluto, al qualel’uomo tenta da sempre di ricon-giungersi anche nell’estasi misti-ca dell’ascolto».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Autori vari

MISERICORDIAE VULTUSDa Vinci Classics / EgeaEuro 14,00

Il Giubileo della Misericordia diventa armonia tra Pärt e Frisina

Radio2“Caterpillar” live, Finardi e Ciottiin coro per Libera

dischisacra

di Andrea Milanesi

ALESSANDRA DE LUCA

utto è cominciato quando la scrittrice Erin Di-gnam, che ha vissuto a lungo in Africa Cen-trale per le sue ricerche adottando anche duebambini della Sierra Leone, ha offerto la suasceneggiatura al produttore Marc Palmieri, cheaveva già realizzato il film Darfur Now, sul ge-nocidio in Sud Sudan, perché trovasse un re-

gista adatto alla storia che aveva raccontato. E Palmieri hascelto Sean Penn per il suo coinvolgimento politico uma-nitario nelle zone più turbolente del mondo, come il Sudane Haiti: al World Summit of Nobel Peace Laureates del 2012l’attore e regista è stato premiato con il prestigioso PeaceSummit Award per gli sforzi compiuti per risollevare la po-polazione dopo il disastro provocato dall’uragano Katrina. Il tuo ultimo sguardo, arrivato ieri nelle nostre sale, affron-ta uno dei temi più incandescenti del momento, le guerree i flussi migratori da esse generati, coniugati all’impossi-bile storia d’amore tra i due protagonisti. Ci troviamo in A-frica, tra la Liberia e la Sierra Leone, dove i massacri tra lepopolazioni sono all’ordine del giorno, la violenza raggiungeinauditi livelli bagnando una terra crudele e disperata conlacrime e sangue. Due giovani dottori di Medici nel Mon-do, Wren Petersen e Miguel Leon – interpretati da CharlizeTheron e Javier Bardem – si conoscono, si innamorano e ten-tano di trovare spazi per i loro sentimenti tra bombarda-menti e corpi straziati. Ma la situazione si fa sempre più te-sa e uno dei due è troppo spaventato per rischiare la pelleogni giorno. L’impossibile convivenza di amore e guerra, in-timità e caos è dunque uno dei temi del film, i cui protago-nisti si allontaneranno l’uno dall’altro a causa delle diver-se opinioni su una possibile risoluzione del conflitto. Mi-guel non conosce altra vita se non quella al fronte, al servi-zio degli ultimi della terra che soffrono, e non nasconde ilsuo disprezzo per un Occidente indifferente alla carnefici-na, mentre Wren è convinta che solo sensibilizzando l’opi-nione pubblica attraverso i media sia possibile fermarequello strazio. Un tema appassionante, dunque, che ancora prima di Pennaveva conquistato Bardem, egli stesso attivista nella difesadei rifugiati, interprete e coproduttore di Figli delle nuvole:l’ultima colonia, un film che documenta come la coloniz-zazione del Sahara Occidentale abbia costretto quasi 200mi-la persone a vivere nei campi profughi. Charlize Theron hainvece fondato una Ong che si occupa dei bambini rima-sti orfani a causa dell’Aids in Sud Africa.Ma è stato proprio l’alto profilo del lavoro umanitario di

Penn che ha permesso ai realizzatori di trovare aperte tut-te le porte per poter mantenere l’autenticità della visionedel regista. Le Nazioni Unite, il World Food Program, Me-decins sans Frontieres, Medecins du Monde e altre ONGhanno infatti dato un supporto straordinario alla produ-zione. «Questa storia d’amore ambientata in un contesto di guer-ra, in situazioni di continua emergenza – dice Penn – mi haprofondamente toccato e spero che spinga il pubblico a u-na riflessione profonda su ciò che accade in quella parte delmondo. Oggi abbiamo completamente smarrito il sensodella tragedia e dell’umanità, e cercare bellezza e purezzaè un modo per porre rimedio a questa perdita. Avevo vo-glia di realizzare qualcosa di speciale, arricchendo la sce-neggiatura con un bagaglio di esperienze personali che a-vevo accumulato proprio durante i miei viaggi, in partico-lare quello in Liberia. La speranza è che raccontando que-ste storie le cose possano cambiare e non ripetersi, ma co-me mostriamo anche nel film la frustrazione è un senti-mento che chi fa un lavoro come quello dei protagonisti delfilm sperimenta ogni giorno». «Abbiamo lavorato con un’e-quipe di medici di emergenza – continua il regista – ma seli definissimo eroi, loro ci riderebbero in faccia. Sono con-vinti di fare solo ciò che è necessario per alleviare le soffe-renze di tante persone. Invece il loro impegno è degno digrande rispetto e ammirazione».Ma a dispetto dell’enorme rilevanza dell’argomento trat-tato, il film era stato più fischiato che applaudito al Festivaldi Cannes dello scorso anno. Cosa non è piaciuto? Moltisostengono che raccontare una guerra così atroce attra-verso la travagliata storia d’amore tra due bianchi non sa-rebbe una buona idea. La debolezza de Il tuo ultimo sguar-dosta in realtà nell’incapacità di Penn di armonizzare le se-quenze di guerra, durissime e sanguinose, girate in stile do-cumentaristico, e quelle d’amore, estetizzanti e patinate,sottolineate da una voce fuori campo che le rende ulte-riormente stucchevoli e “finte”. Ma ovviamente Penn nonè d’accordo. «Il film si interroga sulla possibilità dell’amore in tempo diguerra, e sono io il primo a chiedermi se ci sia spazio per isentimenti in un paese dilaniato dai conflitti. Ma ogni filmche dirigo è un’opportunità per impegnarmi su un argo-mento diverso. Oggi basta guardarsi intorno per vedere co-me la crisi continui a fare vittime e come la povertà nelmondo sia aumentata. Il mondo sta attraversando uno deisuoi momenti peggiori, la gente soffre e questa è l’unica co-sa di cui voglio preoccuparmi».

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orna il festival targatoRadio2 tra grande musicae solidarietà. Oltre alconcerto all’alba di oggi

di Irene Grandi e i concerti diMax Gazzé e FrancescoGabbani, il Caterraduno 2017prevede domani in PiazzaGaribaldi un evento senzaprecedenti, mirato a raccoglierefondi per Libera, l’associazionecontro le mafie fondata da donLuigi Ciotti. Si tratta del primoflash mob canoro targatoRadio2, “Il Grande Coro, la radioè libera veramente”, con unaesecuzione collettiva de LaRadio, di Eugenio Finardi. Il corosarà diretto dallo stesso Finardialla presenza di don Ciotti in ungrande concerto improvvisato,insieme a, tra gli altri, ilcompositore Roberto Molinelli,che ha arrangiato il brano per laBanda di Senigallia che loaccompagnerà. Per parteciparebasterà scaricare il kit per ilGrande Coro sul sito diCaterpillar (spartiti e basimusicali per provare),presentarsi in piazza eacquistare e indossare lamaglietta di Libera.

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Gli irlandesi Cutler sono criminali da ge-nerazioni. Vivono di rapine nella campa-gna del Gloucestershire, nel sud-ovest del-la Gran Bretagna, senza tetto né legge. Sog-giogato dal padre, incallito capoclan, Chadvorrebbe dare una vita migliore a sua mo-glie Kelly e ai loro bambini, ma quandodecide di abbandonare il crimine, devescontrarsi con la rabbia del genitore e conun sistema che non permettere alcuna re-denzione. Opera prima di Adam Smith chenel ruolo dei protagonisti vanta MichaelFassbender e Brendan Gleeson, Codice cri-minale esplora il tema delle relazioni trapadre e figlio, ma anche quelli del biso-gno di riscatto e catarsi, dell’impossibilefuga dal proprio destino. Ma una via d’u-scita c’è. Il titolo originale, Trespass AgaistUs è una citazione dalla versione inglesedel Padre Nostro. (A.DeLu.)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

IntervistaNelle sale il film “Il tuo ultimo sguardo” in cui la star americana torna regista per raccontare tra alti e bassi il rapportosentimentale tra due medici nella dura e cruenta realtà di Liberia e Sierra Leone

Il piccolo Prescott, americano, vive fuori Parigi, in unagrande casa, insieme alla madre, una donna assai reli-giosa ma infelice, e alle donne che si occupano dellefaccende domestiche. Suo padre invece, spesso assen-te, consigliere del presidente americano Wilson, lavoraai trattati di pace che metteranno fine alla Prima Guer-ra Mondiale e che umilieranno la Germania. Ispirato aun racconto di Jean Paul Sartre (nella raccolta Il muro),ma assai influenzato dai registi per i quali il neoregistaBrady Corbet ha recitato – Von Trier, Araki, Haneke, As-sayas – L’infanzia di un capo, miglior opera prima e mi-gliore regia nella sezione Orizzonti al Festival di Vene-zia 2015, racconta con stile assai personale e suggesti-vo l’insolita e sorprendente diseducazione sentimenta-le di un bambino il cui destino sarà svelato alla fine delfilm. Autoritarismo paterno e debolezza materna, con-traddizioni e ipocrisie degli adulti accenderanno in Pre-scott una ribellione destinata a trasformarlo in un po-tenziale mostro.

Alessandra De Luca© RIPRODUZIONE RISERVATA

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15Venerdì30 Giugno 2017 s p e t t a c o l i

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