MISERICORDIA E PERDONO - Diocesi suburbicaria di Albano · serie di incontri di preghiera per...

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MENSILE DINFORMAZIONE DELLA DIOCESI SUBURBICARIA DI ALBANO ANNO 10 N. 90 - MARZO 2017 MISERICORDIA E PERDONO Precetto pasquale: la formula ha più di nove- cento anni. Risale, infatti, al Concilio latera- nense quarto (novembre 1215) e prescrive che ogni fedele confessi almeno una volta al- l’anno i suoi peccati e almeno a Pasqua rice- va il sacramento dell’Eucaristia. D’allora que- sto precetto attraversa i secoli e giunge nel Catechismo della Chiesa Cattolica, dove al n. 2042 si legge: «Il secondo precetto (“Confes- serai tutti i tuoi peccati almeno una volta al- l’anno”) assicura la preparazione all’Eucari- stia attraverso la partecipazione al sacra- mento della Riconciliazione, che continua l’opera di conversione e di perdono del Batte- simo. Il terzo precetto (“Riceverai umilmente il tuo Creatore almeno a Pasqua”) garantisce un minimo in ordine alla recezione del Corpo e del Sangue del Signore in collegamento con le feste pasquali, origine e centro della Litur- gia cristiana». Quell’«almeno» due volte ripe- tuto non è una sorta di minimalismo cattolico, bensì l’indicazione di quanto è indispensabile «nello spirito di preghiera e nell’impegno mo- rale, nella crescita dell’amore di Dio e del prossimo» (CCC 20141). È bene ricordarlo mentre procediamo nel cammino quaresima- le, che è un percorso penitenziale. Nella Con- fessione noi siamo messi di fronte alla «veri- tà» di Dio, che è verità di grazia, di misericor- dia e di perdono. Per un intero anno giubilare abbiamo avuto occasione per meditare su questo mistero che regge, come architrave, la vita della Chiesa. Il sacramento della Riconci- liazione ci permette di toccare con mano la misericordia del Signore. Posti dinanzi al Dio misericordioso noi scopriamo anche la nostra verità. Fu la grande scoperta, che sant’Agosti- no trasformò in preghiera: «ch’io conosca Te, o Signore, e ch’io conosca me». Individuare i comportamenti che ci distolgono dall’incontro col Signore non è fare un elenco di azioni, ma riconoscere da essi la direzione della nostra vita. I nostri peccati non stanno fuori di noi; in gran parte ci esprimono, ci mostrano, ci ma- nifestano almeno nella nostra fragilità. Per- donandoci, Dio ci dice che noi siamo migliori delle nostre colpe e soprattutto ci ricorda che Egli è sempre più grande del nostro cuore. X Marcello Semeraro, vescovo appuntamenti 16 percorso biblico diocesano 2 milleflash 4 cresifest 5 90 anni di don orione 6 festa di san giuseppe 7 cristiani non si nasce 10 in-con-tra 11 solidarietà per amatrice 12 percorso tattile 13 la parola è dono 8 laltro è dono 9 la vocazione di mosé 14 rubrica filosofica 15

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MENSILE D’INFORMAZIONE DELLA DIOCESI SUBURBICARIA DI ALBANO • ANNO 10 N. 90 - MARZO 2017

MISERICORDIA E PERDONOPrecetto pasquale: la formula ha più di nove-cento anni. Risale, infatti, al Concilio latera-nense quarto (novembre 1215) e prescriveche ogni fedele confessi almeno una volta al-l’anno i suoi peccati e almeno a Pasqua rice-va il sacramento dell’Eucaristia. D’allora que-sto precetto attraversa i secoli e giunge nelCatechismo della Chiesa Cattolica, dove al n.2042 si legge: «Il secondo precetto (“Confes-serai tutti i tuoi peccati almeno una volta al-l’anno”) assicura la preparazione all’Eucari-stia attraverso la partecipazione al sacra-mento della Riconciliazione, che continual’opera di conversione e di perdono del Batte-simo. Il terzo precetto (“Riceverai umilmenteil tuo Creatore almeno a Pasqua”) garantisceun minimo in ordine alla recezione del Corpoe del Sangue del Signore in collegamento conle feste pasquali, origine e centro della Litur-gia cristiana». Quell’«almeno» due volte ripe-tuto non è una sorta di minimalismo cattolico,bensì l’indicazione di quanto è indispensabile«nello spirito di preghiera e nell’impegno mo-rale, nella crescita dell’amore di Dio e delprossimo» (CCC 20141). È bene ricordarlo

mentre procediamo nel cammino quaresima-le, che è un percorso penitenziale. Nella Con-fessione noi siamo messi di fronte alla «veri-tà» di Dio, che è verità di grazia, di misericor-dia e di perdono. Per un intero anno giubilareabbiamo avuto occasione per meditare suquesto mistero che regge, come architrave, lavita della Chiesa. Il sacramento della Riconci-liazione ci permette di toccare con mano lamisericordia del Signore. Posti dinanzi al Diomisericordioso noi scopriamo anche la nostraverità. Fu la grande scoperta, che sant’Agosti-no trasformò in preghiera: «ch’io conosca Te,o Signore, e ch’io conosca me». Individuare icomportamenti che ci distolgono dall’incontrocol Signore non è fare un elenco di azioni, mariconoscere da essi la direzione della nostravita. I nostri peccati non stanno fuori di noi; ingran parte ci esprimono, ci mostrano, ci ma-nifestano almeno nella nostra fragilità. Per-donandoci, Dio ci dice che noi siamo miglioridelle nostre colpe e soprattutto ci ricorda cheEgli è sempre più grande del nostro cuore.

X Marcello Semeraro, vescovo

appuntamenti 16

percorso biblico diocesano 2

milleflash 4

cresifest 5

90 anni di don orione 6festa di san giuseppe 7

cristiani non si nasce 10in-con-tra 11solidarietà per amatrice 12percorso tattile 13

la parola è dono 8l’altro è dono 9

la vocazione di mosé 14rubrica filosofica 15

Nei giorni 14marzo (per isacerdoti della

zona Colli) e 21 marzo(per quelli delle zonemediana e mare) sisono svolti i laborato-ri pastorali, sul temadel l’accompagna-mento, lanciato nelloscorso giugno duran-te il convegno pasto-

rale diocesano. Ciascun laboratorio pastorale è stato articola-to in tre momenti. Il primo è stato di verifica del metodo e dellavoro svolto, il secondo di condivisione e, infine, il terzo è sta-to pensato per individuare alcune scelte operative da condivi-dere e da mettere subito in atto a livello personale, parroc-chiale, vicariale e diocesano per mostrare il volto della Chiesamadre che si prende cura dei propri figli. Durante l’incontro ilvescovo Semeraro ha ricordato che «Chi accompagna è a suavolta accompagnato. La missione è ricevuta dalla Chiesa. A noiè dato il compito di accompagnare e di sentirci a nostra voltaaccompagnati. L’educatore deve essere in grado di dire “nonfare come ho fatto io” perché è un bell’esempio di umiltà».

Alessandro Paone

dalla diocesi2

Domenica 5marzo, pri-ma di Qua-

resima, il vesco-vo Marcello Se-meraro ha cele-brato in Catte-drale il rito del-l’elezione per se-dici catecumenidella diocesi diAlbano, che hanno scelto e pronunciato il loro nuovo no-me da cristiani. Sono Maria, Andrea, Elisabetta, Matteo,Francesco, Pietro, Lea, Maria Jonida, Armando, Antone-ta, Drita, Martina, Alice, Marta, Francesca e Alejandro,che hanno avviato il proprio cammino accompagnati e so-stenuti dall’ufficio catechistico diocesano (in particolaredal Servizio per il catecumenato), e dalle comunità par-rocchiali. I catecumeni, di età compresa tra i 19 e i 47 an-ni, provengono da Italia, Albania, Capo verde, Cuba, Cile,Francia, Tunisia e Guinea Bissau, e dopo la celebrazionedel rito degli scrutini (nella terza e quinta domenica diQuaresima), riceveranno nella notte di Pasqua i tre sa-cramenti dell’Iniziazione cristiana. A loro e ai fedeli chehanno gremito la Cattedrale il 5 marzo, monsignor Se-meraro ha rivolto una riflessione su questo periodo digrazia e conversione, partendo dal Vangelo delle tenta-zioni, proclamato durante la Messa: «Gesù – ha detto ilvescovo di Albano – fu condotto dallo Spirito nel deserto:non ci andò, dunque, da solo: aveva una guida, una com-pagnia. Quella dello Spirito, che lo sospingeva e lo sor-reggeva. Nulla si riesce a fare da soli! Mai senza l’altro: èuna parola d’ordine che vale anche per il Dio cristiano».

Giovanni Salsano

ELEZIONE DEI CATECUMENISono 16 i catecumeni che a Pasqua saranno battezzati

LABORATORIO PASTORALEAccompagnamento, volto di una comunità adulta

LA PARABOLA DI BARNABANella parrocchia Santi Pietro e Paolo il percorso biblico diocesano

Si è svolto adAprilia, dal 13al 15 marzo

presso la parrocchiadei Santi Pietro ePaolo, il tradizionalePercorso biblico dio-cesano, sul tema “LaParabola di Barnaba.L’accompagnatorenel Libro degli Attidegli Apostoli”. Le

tre serate hanno visto la partecipazione di Luiz Da Rosa, An-drea Lonardo e Carlo Lembo. Da Rosa, già professore di Sa-cra Scrittura in Brasile, è responsabile di un sito web in lin-gua portoghese sulla Bibbia (www.abiblia.org) e membro delsettore Apostolato biblico della diocesi di Albano, e ha intro-

dotto i presenti nella lettura del libro degli Atti degli aposto-li nel corso della prima serata. Il secondo giorno è stato in-vece guidato da don Andrea Lonardo, biblista e direttore del-l’Ufficio Catechistico della diocesi di Roma. Questi, partendodalla figura dell’apostolo Paolo, ha sottolineato quanto l’an-nuncio del Vangelo sia avvenuto anche grazie alla coopera-zione, con l’Apostolo, di tanti uomini e donne in un contestoteologico e comunitario ancora molto fragile. Tra coloro chehanno collaborato con Paolo, spicca la figura di Barnaba,approfondita da don Carlo Lembo della diocesi di Gaeta, bi-blista e responsabile regionale dell’Apostolato biblico, du-rante l’ultima serata. Con il Percorso biblico, il settore havoluto contribuire al cammino diocesano avviato dal vescovoSemeraro durante lo scorso convegno, approfondendo il di-scorso dell’accompagnamento delle comunità dentrol’ascolto della Parola.

Alessandro Saputo

NUOVA NOMINA PER IL NOSTRO VESCOVO

Il Vescovo di Albano, monsignor Marcello Semeraro è statonominato Membro della Commissione Episcopale per la dot-trina della fede, l’annuncio e la catechesi, al termine dei lavo-

ri del Consiglio Permanente della Conferenza episcopale italia-na, riunito a Roma dal 20 al 22 marzo, sotto la guida CardinaleAngelo Bagnasco, Arcivescovo di Genova e Presidente della Cei.

a cura di GIOVANNI SALSANO

La prima pietra a Santa Caterina da Siena (castagnetta)Si è svolta domenica12 marzo, alla presen-za del vescovo Marcel-lo Semeraro, la ceri-monia di posa dellaprima pietra dellachiesa di Santa Cateri-na da Siena, in localitàCastagnetta, ad Ardea.Una nuova casa per la

comunità parrocchiale attesa da oltre trenta anni e di cui,finalmente, sono iniziati i lavori, in un’area alle spalle del-l’attuale locale in via delle Scalette, in cui vengono svolte lefunzioni religiose. «Le chiese – ha detto Semeraro nel-l’omelia – non le costruiamo per tenerci dentro Gesù. Lecostruiamo per noi, per abitarle noi e farne la casa doveascoltare nel silenzio la Parola di Dio, dove riunirci per ce-lebrare l’Eucaristia, ma poi ripartire nella vita quotidiana».

Ultimo incontro di preghiera dalle Clarisse di AlbanoTerminerà venerdì 7 aprile, con l’ultimo appuntamentoprevisto per le ore 20,45 nella chiesa dell’Immacolata Con-cezione del monastero delle sorelle Clarisse in Albano, laserie di incontri di preghiera per tutti, basati sul metododella Lectio Divina, avviati a cura della stessa comunitànello scorso mese di ottobre. Il titolo scelto per tutti e set-te gli appuntamenti è La verità vi farà liberi e la preghieradel 7 aprile avrà come tema “Liberi perché nella verità”. Lemeditazioni nei precedenti incontri sono state a cura donAlessandro Mancini, direttore del Centro diocesano per levocazioni, e don Pino Continisio, parroco della SS.ma Trini-tà a Genzano e delle stesse Clarisse di Albano.

Doposcuola a San Benedetto in AnzioÈ stato avviato nella parrocchia di San Benedetto, nelquartiere Europa, ad Anzio, un servizio di doposcuola, de-dicato ai bambini della scuola primaria del territorio, perfacilitarli nello studio. L’iniziativa è stata presa dal parro-co, don Carlo Passamonti, che ha promosso il servizio incollaborazione con l’assessorato alle Politiche sociali,guidato da Roberta Cafà. Si tratta di un nuovo servizio adisposizione della comunità e, in particolare, delle fami-glie che si trovano nel bisogno, nato dalla collaborazionetra Vicariato e Comune di Anzio. Per informazioni è pos-sibile contattare lo stesso assessorato al numero di tele-fono 0698499488.

Pietro Larin istituito accolito da mons. Mariano CrociataMartedì 7 marzo, presso la cappella“Mater Salvatoris” del Pontificio col-legio leoniano (il seminario regionaledi Anagni), si è svolta la celebrazioneeucaristica con l’ammissione al mi-nistero dell’Accolitato del seminari-sta della diocesi di Albano, Pietro La-rin. La funzione è stata presieduta damonsignor Mariano Crociata vescovodella diocesi di Latina – Terracina –Sezze – Priverno. Lo scorso 30 no-vembre, sempre nel seminario di

Anagni, Pietro Larin, proveniente dalla comunità parroc-chiale della SS. Trinità in Genzano, e che attualmente pre-sta servizio presso la parrocchia del Cuore Immacolatodella Beata Vergine Maria in Albano, era stato istituito Let-tore dal vescovo di Albano, Marcello Semeraro.

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La missione in Sierra LeoneSono state accolte nellacasa “Armanda Sordini” diYele in Sierra Leone, ge-stita dal Centro missiona-rio diocesano e dalle Pic-cole discepole di Gesù, leprime sei bimbe (su nove)che vi saranno ospitate e

che potranno, così, frequentare la scuola. Per loro, infatti,rimaste orfane a causa dell’epidemia di ebola e per via del-la distanza delle loro capanne dal villaggio, era pressochéimpossibile frequentare le lezioni. Novità riguardano anchele attività del centro “Alba Marina Cecchini Center” di PortLoko, dove sono stati avviati due corsi di taglio e cucito (unoal mattino, l’altro nel pomeriggio), per le donne del posto.

Tre giorni di animazione vocazionale ad ApriliaSi svolgeranno dal 27 al 29 aprile tre giorni di animazionevocazionale per la città di Aprilia, a cura del Vicariato ter-ritoriale di Aprilia. Il primo giorno, nella parrocchia SantiPietro e Paolo, è in programma dalle 20,30 alle 22 una ta-vola rotonda con gli operatori pastorali, moderata da donAlessandro Saputo, in cui saranno trattate tematiche re-lative a carità, catechesi e liturgia. Venerdì 28 aprile dalle19,30 alle 21 sarà celebrata una veglia di preghiera, a cu-ra di don Andrea Giovannini, nella chiesa di San Michele,rivolta a giovani e giovanissimi dai 15 ai 30 anni (seguiràapericena). L’ultimo giorno sarà dedicato ai bambini dellaTappa eucaristica e alle loro famiglie, dalle 15 alle 19presso la parrocchia Spirito Santo, in collaborazione conl’ufficio per la Pastorale familiare, il Centro vocazioni e lesuore Apostoline.

speciale cresifest 5

Domenica 19 marzo, presso ilCentro Mariapoli di CastelGandolfo si è tenuto il Cresi-

Fest 2017, la festa-incontro del ve-scovo Marcello Semeraro con i ra-gazzi e le ragazze che in questo annoriceveranno la Cresima. L’evento ègiunto alla quinta edizione. Dalle 15alle 18, i 1300 cresimandi dei vicaria-ti territoriali della diocesi, insieme ailoro catechisti e genitori, si sono in-contrati per vivere un’esperienza dicondivisione, festa e incontro.Al momento dell’arrivo, i partecipantisono stati accolti dagli stand di alcuniuffici pastorali della diocesi, che han-no proposto loro delle attività, o rega-lato dei gadget. Gli stand presenti so-no stati quelli del Centro oratori (Cod)e dell’ufficio Sport, dell’ufficio Cate-chistico, del Centro missionario (con i“Giovani costruttori per l’umanità”),l’ufficio Scuola con i giovani della Pa-storale universitaria, il Centro voca-zioni, la Caritas, insieme alla Migran-tes, e altre realtà della diocesi. Inol-tre i partecipanti hanno potuto scattare selfie e foto, pubblicatisul gruppo facebook “CresiFest – Diocesi di Albano”.A partire dalle 16, poi, nella sala principale del Centro Maria-poli, i ragazzi hanno potuto assistere allo spettacolo di manipo-lazione dinamica di Simone Al Ani, vincitore dell’edizione 2015di Italia’s got talent, e Niccolò Nardelli, che ha partecipato nel2016 a “Tu si que vales”; il tutto accompagnato dalla musicadella band U3. Qui i partecipanti hanno vissuto l’incontro con ilvescovo Marcello e il momento della preghiera, al termine del-la quale è stato donato loro un braccialetto con la scritta “MaiSoli” (tema della giornata), in ricordo della festa.

INTERVISTEIl CresiFest è stata una esperienza unica e significativa. Èstato molto bello riunirsi con i ragazzi delle altre parrocchiee formare un così grande gruppo di coetanei tutti accomu-nati dallo stesso obiettivo: la Cre-sima. In questo modo mi è statocomunicato il vero valore dellostare insieme. Inoltre mi ha colpi-to molto la grande disponibilità ditutte le persone dello staff semprepronte a fermarti con il sorrisostampato in faccia. Inoltre incon-trare il Vescovo è stata una espe-rienza molto interessante perchéci ha comunicato grandi messaggie grazie alle sue risposte ho potu-to capire meglio la sua missione.Federica Pontrandolfo, Cuore Im-

macolato di Maria, Albano

L’idea del CresiFest è molto origina-le perché è riuscita a far capire a noigiovani che la nostra religione non èbasata solo su preghiere ma anchedivertimento e musica. Non mi sareimai aspettata una cosa del genere.Una esperienza fantastica.

Cinti Aurora, Cuore Immacolato diMaria, Albano

Un pomeriggio diverso, tanti giovaniriuniti, invitati al dialogo e al con-fronto. Molti sono già miei compagnidi scuola. Saperci accomunati da unevento che cambierà la nostra vitain Gesù, ci fa sentire meno soli. Ciincoraggia a percorrere le stradedella vita con nuovo entusiasmo.

Davide Scognamiglio, Gesù DivinoOperaio

Nel Cresifest ho ricevuto molte drit-te per il mio futuro nel campo dellafede. Mi ha colpito la decisione delvescovo di aprirsi, anche se per po-co, a noi ragazzi, da persona umile e

curiosa di sapere cosa ne pensiamo noi ragazzi della fede. Miè rimasto un messaggio ben impresso: "mai soli", ho capitoche c'è sempre qualcuno disposto ad aiutarti, a porgerti unamano o semplicemente ad ascoltarti.

Luca Cosmi, S. Pietro in Formia, Campoverde

Devo dire che quella di domenica è stata veramente una nuo-va e bella esperienza per diversi motivi: si è respirato un belclima di aggregazione e divertimento, poi ho avuto l’occasio-ne di re-incontrare amici che non vedevo da un po’, ex com-pagni di scuola che fanno parte di altre parrocchie e ultimo enon meno importante ho conosciuto don Carlino, il sacerdoteche 17 anni fa ha sposato i miei genitori. Me ne hanno parla-to come di una persona speciale, quindi incontrarlo a sorpre-sa è stata una cosa molto bella. È stato molto bello rivedere ilnostro don Alessandro. Della giornata mi rimane una bella

sensazione di gioiae serenità… E an-che il ricordo di untrenino lunghissi-mo, di tantissimepersone, che scor-razzava a tempo dimusica: io ero unadelle prime pazzeche si è subito ag-gregata...Marta Giurelli An-nunciazione BVMCampo di Carne

LA FESTA DEI CRESIMANDILa gioia dell’incontro: i giovani e il vescovo al Centro Mariapoli

LE DOMANDE RIVOLTE AL VESCOVO«Grazie a tutti voi - ha esordito il vescovo nelsuo intervento - di aver accettato questo invito:è un segno molto bello, di una vita che sta cre-scendo e voi siete questa vita». Monsignor Se-meraro ha risposto ad alcune domande postedai partecipanti tramite dei video: Che cosa si-gnifica essere Vescovo nel tempo dei social net-work? Ne utilizza qualcuno anche lei? A che etàha scoperto la sua vocazione sacerdotale e co-sa ci consiglia di fare affinché anche noi riu-sciamo a capire la nostra vocazione? È norma-le per noi ragazzi avere dei dubbi? Lei ne ha maiavuti? In particolare a queste ultime domande ilvescovo ha parlato così ai ragazzi: «Avere dubbi- ha detto il vescovo agli adolescenti - fa partedella vita e, anche se ciò ci lascia perplessi, o èmotivo di sofferenza, non dobbiamo avernepaura. Devono esserci di stimolo ad andareavanti, come gli ostacoli in una corsa a ostaco-li». Per questo, Semeraro ha sottolineato l’im-portanza di figure adulte di accompagnatori,per la crescita dei ragazzi e per la scoperta del-la loro vocazione.

dal territorio6

La  parrocchia SacroCuore di Anzio, in oc-casione dei quaran-

t’anni dalla fondazione (11ottobre 1976), ha organiz-zato un interessante con-vegno storico-pastorale,per ricordare sia i 90 annidi presenza di don LuigiOrione e della Congrega-zione e sia l’anniversariodella parrocchia stessa.Nel pomeriggio del 12 marzo scorso, “dies natalis” di SanLuigi Orione, sotto la regia del parroco don Natale Fiorentino,sono intervenuti il vescovo di Albano, monsignor MarcelloSemeraro, Clemente Marigliani, storico di Anzio, don AngeloCordischi, Aurelio Lo Fazio e don Vito Mandarano. C’è stata lapartecipazione eccezionale del superiore generale della “Pic-cola opera della Divina provvidenza” (8° successore di SanLuigi Orione), don Tarcisio Vieira, e del suo predecessore DonFlavio Peloso che, come era in programma, ha presentatouna nota storica sulla presenza della Congregazione ad An-zio. Nel suo intervento, il vescovo Semeraro ha sottolineatol’importanza della ricorrenza e del fatto che la parrocchiaospiti il centro d’accoglienza per madri e minori, mentre lo

storico Clemente Marigliani ha rico-struito la presenza orionina ad Anzio,con l’istituto – allora destinato agliorfani – donato dal cavaliere PaoloSportello, per una grazia ricevuta.Commovente il momento in cui lacampana della prima Cappella delSacro Cuore, del 1928, ha mandatoancora i suoi squilli. Bravi i musici-sti della banda musicale “Neptunia”che hanno rallegrato la festa con iloro strumenti.

San Luigi Orione fu ad Anzio nel 1927. Da 90 anni la Congre-gazione di Don Orione è in città e da 40 anni la Parrocchia delSacro Cuore di Gesù svolge il suo servizio pastorale e carita-tivo. Vescovi e sacerdoti, amministratori civili e benefattori,educatori e gente umile, sacerdoti e suore, hanno fatto diquesto lembo di terreno presso il mare una casa e un faro dicarità che, mentre ha illuminato e riscaldato quanti vi eranoospitati, ha sparso luce di fede e di civiltà in orizzonti semprepiù ampi. La situazione attuale della parrocchia è stata illu-strata da Teresa e Claudio D’Angiolella, Teresa Fiorillo e Car-melo Siciliano in un intervento sul tema “La Parrocchia oggi:vitalità, carenze, prospettive”.

Natale Fiorentino

90 ANNI DI PRESENZA SUL TERRITORIOUn convegno nella parrocchia Sacro Cuore di Anzio per una ricorrenza importante

Pr o s e g u o n osul territoriodiocesano gli

appuntamenti del-l’agenda dell’ufficioper la pastorale fa-miliare, diretto damonsignor CarlinoPanzeri, sul temaCon il tuo passo.Amarsi senza rete

è il titolo che è stato scelto per il terzo appuntamento di Ap-prendisti genitori in Amoris laetitia, guidato il frate PaoloBenanti il 6 marzo, nei locali della parrocchia San Giuseppedi Pavona, messi a disposizione da don Angelo Pennazza.Dopo l’introduzione di don Carlino Panzeri, coordinatore delprogetto, il francescano ha introdotto i presenti alla digitalage, ponendo interrogativi importanti sul rapporto che i fi-gli hanno con i social network. L’attenzione è stata postasull’aspetto commerciale delle piattaforme, a partire dallaprofilazione degli utenti. Si è poi passati a trattare le conse-guenze di un abuso incontrollato dei nuovi mezzi di infor-mazione, dall’analfabetismo digitale al calo della soglia diattenzione (1,8 secondi), passando per la deformazione delpunto di vista con cui si vive la realtà. Sono state messe in

risalto anche le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie,come i big data. La soluzione per Benanti è l’istituzione diun’alleanza tra genitori e figli sulle sfide del domani. Presso la parrocchia Sant’Antonio Abate in Falasche, adAnzio, si è invece svolto il 10 marzo, con la guida di mon-signor Panzeri, il terzo incontro della Scuola di coppia e digenitori sulla esortazione apostolica Amoris Laetitia dipapa Francesco.Durante l’incontro, la guida ha sviluppato il tema Quandonon si sa che fare col tempo condiviso si cercano altrebraccia o si scapperà da una intimità scomoda. (AL 225). Lacoppia comunicativa è sempre in Salute, coinvolgendo ipartecipanti con spunti di riflessione e interrogativi che esi-gevano un ritorno. La restituzione, con interessanti testi-monianze, ha rivelato una generale difficoltà di program-mare spazi e tempi di qualità da donarsi.Don Carlino, nell’invito a «Strappare i bocconi del tempo»,ha spiegato che una coppia che comunica e condivide unpercorso di amore, vive una relazione sana. La mancanza diparola, al contrario, è di per sé mancanza di rispetto, o vio-lenza per l’altro, e indica una relazione malata. Quest’anno la partecipazione è risultata incrementata dallapresenza di alcuni giovani e coppie che di recente hanno ri-cevuto il sacramento della Confermazione.

Mirko Giustini e Claudio Pilade

AMARSI SENZA RETEProseguono gli incontri di formazione organizzati dall’Ufficio per la Pastorale Familiare

dal territorio 7

Domenica 19 marzo. Festa di San Giu-seppe. Festa del papà. Un giorno in cuinon si lavora. Un giorno in cui ci si oc-

cupa di lavoro. Il lavoro, infatti, è stato il cen-tro dell’incontro “Il lavoro dignitoso:  libero,creativo, partecipativo e solidale”, organizza-to dall’Azione cattolica di Albano in un luogonon scelto a caso: la parrocchia di San Giu-seppe a Pavona.Si sono svegliati di buon mattino i tanti pro-fessionisti che hanno allestito gli stand perraccontare il lavoro attraverso i propri stru-menti: l’orafo di Aprilia Alberto Angeloni, ilfalegname di Aprilia Paolo Corinaldesi, il la-boratorio di cucito di Aprilia “Filo ago e fusel-li”, il fumettista e decoratore Stefano Garau,il vetraio di Nettuno Angelo D’Amati, la costu-mista di Pomezia e Roma Patrizia Morsia, iltornitore di Pomezia Luciano Grillo e Tiziana D’Alessandro ePaola Clementini dell’associazione Notemozioni. Professionipiù o meno conosciute, ma stessa passione e creatività perdar vita a qualcosa di più di un insieme di attività meccaniche. A seguire si è tenuta una tavola rotonda. Per l’ufficio diocesa-no per i Problemi sociali e il lavoro è intervenuta la direttriceRita Leli, che ha richiamato il rischio di deresponsabilizzazio-

ne nei confronti di un lavoro sempre più rou-tinizzato e lontano dall’uomo, suggerendo poidi puntare sul terzo settore e sull’agricolturagrazie ai Piani di sviluppo rurale europei.Per la Conferenza episcopale laziale è inter-venuto Claudio Gessi, direttore della com-missione per la Pastorale sociale e lavoro,che si è soffermato sul cambiamento di otti-ca dal lavoro come “riparativo” del peccato allavoro “corresponsabile” dell’uomo allaCreazione. Ha poi presentato i dati delle pre-visioni occupazionali dell’indagine Excelsior-Unioncamere del primo trimestre 2017, evi-denziando quali sono le professioni più ri-chieste nel Lazio e nella provincia di Roma.Infine, ha presentato le opportunità offertedal progetto Policoro.In conclusione Luca Vita ha descritto l’espe-

rienza della fattoria “Riparo”, nata grazie alla volontà delladiocesi di Albano e all’iniziativa di una cooperativa agricolagiovanile e fortemente legata al territorio ed alla terra.Un’iniziativa che apre a sviluppi futuri perché, per dirla con leparole di papa Francesco «Lavoro vuol dire dignità, lavorovuol dire portare il pane a casa, lavoro vuol dire amare!».

Tommaso Gavi

LIBERO, CREATIVO, PARTECIPATIVO E SOLIDALENella parrocchia San Giuseppe di Pavona un incontro promosso dall’AC diocesana per riflettere sul lavoro

Sabato 11 marzo è stato presenta-to ad Albano l’ultimo libro di donRoberto Regoli, docente presso

la Pontificia Università Gregoriana.Con Oltre la crisi della Chiesa. Il ponti-ficato di Benedetto XVI l’autore rileggela reggenza di papa Ratzinger a di-stanza di quattro anni dalle sue dimis-sioni e a poco meno di un mese dal suonovantesimo compleanno. A coordina-re gli interventi era presente IgnazioIngrao, vaticanista del Tg1. «Sono an-cora tante le incomprensioni sul per-corso del Papa emerito- ha detto In-grao – e le analisi che sono state fattesono spesso ingenerose. Questo invece è un libro coraggio-so». Il vescovo di Albano, Marcello Semeraro ha aperto i la-vori. «Mi complimento con don Roberto Regoli: il suo volu-me – ha detto Semeraro – è stato una piacevole sorpresa. Civuole coraggio ad affrontare dal punto di vista storico unpontificato, ma lui lo ha fatto con minuzia e attenzione. Ri-cordo che papa Benedetto ha sempre espresso un affettospeciale per il nostro territorio. Si paragonò a un operaionella vigna del Signore». Al museo civico di viale Risorgi-mento era presente anche padre Federico Lombardi, in

qualità di presidente della FondazioneJoseph Ratzinger-Benedetto XVI. «Unlibro dai tanti capitoli, ognuno per unaspetto diverso di questo pontificato –ha affermato l’ex direttore della Salastampa vaticana –. Un segno distinti-vo è stato l’anno della fede. Papa Be-nedetto è stato un conservatore e unriformatore perché, come lui stessoha detto, occorre essere uno e l’altro.Credo che abbia iniziato a maturare ledimissioni a Castel Gandolfo». «Un li-bro importante – ha detto il professorMatteo Luigi Napolitano – che usa lefonti criticamente. L’apporto di Bene-

detto XVI nel dialogo con l’ebraismo è stato fondamentale.Basti pensare che, quando gli fu negato di presenziare a unappuntamenti alla Sapienza, fu difeso proprio da un docen-te ebreo». Don Regoli è docente presso la Pontificia Univer-sità Gregoriana. Sul Papa emerito ha scritto che «La suapreoccupazione principale non è stata tanto la ricerca delconsenso quanto il perseguimento della verità. Qui sta lagrandezza del suo pontificato».

Mirko Giustini

CRISI È PAROLA IMPORTANTE, È L’ORA DI DIODon Roberto Regoli presenta il suo libro su papa Benedetto XVI

la parola è un dono8

UN TEMPO STRAORDINARIO PER RITROVARE SE STESSI SCOPRENDO DIO

La Quaresima! Un tempo così straordinario che solo lasapienza dello Spirito Santo poteva inventarsi. Tempo dipenitenza, di preghiera, di carità, certo. Ma quello che lo

rende speciale è il fatto che non è un tempo chiuso. È un tem-po aperto. Spalancato. Una porta dischiusa sul grande giornodella Pasqua del Signore. Questo rende davvero unici questiquaranta giorni che stiamo vivendo.

Il messaggio del papaE come ogni anno il Papa offre un messaggio per camminareinsieme in questo tempo. Il titolo è particolarmente significa-tivo: “La Parola è un dono. L’altro è un dono”. Per capirlo be-ne occorre leggere il testo e scoprire che si riferisce a unadelle parabole più conosciute del Vangelo, quella di Lazzaro edel “ricco epulone” (o del ricco senza nome).E la conosciamo bene: è composta di due “scene”. La prima èquella che sisvolge in questavita; l’altra quel-la che si svolgedopo la morte.Anche France-sco utilizza que-sta partizioneper farci coglie-re i due elemen-

ti messi in evidenza nel titolo del Messag-gio. E li inverte. Ci sono due doni che ilbrano del Vangelo ci fa scoprire: l’altro ela Parola.

L’altroChi è l’altro? Mi sembra davvero impor-tante considerare come nella parabola diGesù, che rivela un pensiero che percorretutta la Scrittura e che è uno dei leit motivdella storia della Chiesa, l’altro non è ge-nericamente un qualsiasi prossimo. L’al-tro è il povero che siede alla porta. Questaè una vera conversione da compiere nellavita del mondo e della Chiesa. Il dono nonè l’altro in senso generico e globale. Nonè neanche quello che mi scelgo io. Il dono di Dio si nascondein quello che è povero. E non è detto che sia quello che bussaalla mia porta, o mi chiede un euro al semaforo. Anzi. Non so-no mai quelli. Nella parabola del ricco e di Lazzaro, il poverosiede semplicemente alla porta del ricco; desidera la tavolaimbandita. Come si legge nel famoso capitolo 25 di Matteo, sevoi intervistaste quell’uomo vi direbbe che lui ai poveri ci pen-sa, che lui è uno che, come dice la Legge, fa l’elemosina. Hale carte a posto. Che cosa manca? La capacità di vedere. Il po-vero è quello che non ti accorgi che c’è. Il povero lo vedi solo

Se Dio non avesse parla-to, come potrebbe esi-stere il mondo? E come

potrebbe esistere un popolodi Dio? La Parola di Dio fon-da l’esistenza del suo Popo-lo, della Chiesa. Il Popolo, laChiesa sono la rispostaumana d’amore a questo ap-pello di Dio, a questo suo es-sersi rivelato.Il presupposto fondamentaleper ascoltare la Parola è la fe-de, cioè credere che nelleScritture sia proprio il Signore a parlare. Origene ci insegnache si tratta di una fede come quella eucaristica: come nelpane e nel vino è presente realmente il Signore Risorto, co-sì dentro le Scritture è presente lo Spirito Santo. Questo si-gnifica che, insieme all’eucaristia, la Scrittura è il puntocentrale di riferimento, è il Signore stesso per noi. Nessunaltro libro, per quanto sapiente, bello, utile, può essere alpari con le Scritture sante.Perché sia autentico e fecondo, l’ascolto della Parola ha del-le esigenze che dobbiamo riscoprire: il silenzio, la solitudi-ne, il tempo, condizioni per diventare capaci, come il profe-

ta Elia, di saper cogliere il “mormorio” del-la voce del Signore (1Re 19,12). La Quaresi-ma è un tempo particolarmente propizioper cercare queste condizioni: un momentoanche breve, ma fedele, in cui prendere inmano le letture del giorno, o un Salmo, nelsilenzio della propria stanza, e anche parte-cipare ai momenti che nelle proprie comu-nità ci vengono offerti per ascoltare “le pa-role d’amore che lo Sposo (Gesù) scambiacon la sua sposa (la Chiesa)” (Origene).La Quaresima è un tempo che è “fuori” daltempo ordinario, un tempo supplementareche viene offerto per rifondare il proprio

essere discepoli del Signore, per “tornare” sempre da Lui,il solo che “ha parole di vita eterna” (Gv 6,68). Questo ascol-to portato avanti nella fedeltà, educa sempre di più al “si-lenzio interiore”, dove la parola del Signore incontra e siconfronta con il vissuto concreto quotidiano di ciascuno,con le sue domande e le sue istanze, e diventa cammino divita, la nostra prima di tutto.Così la Parola di Dio diviene sempre di più nostra carne e cifa Parola per il mondo e per gli altri, “sale della terra e lucedel mondo” (Mt 5,13-14).

Luiz Da Rosa

LA PAROLA DI DIO E LA CHIESANella scrittura il Signore si rivela all’uomo

Hendrick ter Brugghen

l’altro è un dono 9

UN TEMPO STRAORDINARIO PER RITROVARE SE STESSI SCOPRENDO DIO

Il volto dell’altro è sempre “un do-no” e mai un “fastidioso ingom-bro”, anche quando bussa alla no-

stra porta. È questo il cuore del Mes-saggio del Papa per questa Quaresi-ma che ha per titolo. “La Parola è undono. L’altro è un dono”. Facendo riferimento alla paraboladell’uomo ricco – senza nome – e delpovero Lazzaro – che ha tratti precisie una storia personale – Francesco cisollecita ad «Aprire la porta del nostro cuore all’altro, perchéogni persona è un dono, sia il nostro vicino sia il povero sco-nosciuto (...) Ognuno di noi ne incontra sul proprio cammino –osserva il Papa – e la Parola di Dio ci aiuta ad aprire gli occhiper accogliere la vita e amarla, soprattutto quando è debole».Rispondendo all’invito del Santo Padre, la Caritas diocesanasta attuando un progetto a favore di una povertà sempre piùemergente: nell’ultimo decennio in Italia si è sviluppata unanuova piaga sociale causata dall’aumento esponenziale di se-parati e divorziati alcuni dei quali finiscono con il ridursi in mi-seria. Nell’80% dei casi si tratta di padri separati, che devonomantenere moglie e figli senza avere più risorse per soprav-vivere. Molti di questi dormono in auto e i più fortunati (circa500 mila) sono tornati ad essere ospiti delle loro famiglie

.d’origine. Il 25% usufruisce dellemense destinate ai poveri.Il grande problema di queste per-sone è la casa: è già difficile man-tenerne una, quasi impossibiledue. Per questo, sta sempre piùemergendo la necessità di repe-rire luoghi atti a dare accoglienzaa papà che stanno vivendo mo-menti di difficoltà più o meno gra-vi, e momenti di crisi dei rapporti

familiari e coniugali. Sul territorio diocesano, la congregazio-ne delle Suore di Gesù Buon Pastore (Pastorelle) ha offertoalla diocesi di Albano uno stabile perfettamente funzionantecon la domanda che al suo interno si potesse concretizzareun’opera socialmente significativa. La struttura si trova a TorSan Lorenzo in via dei Cavalli marini e diventerà la casa di ac-coglienza “Monsignor Dante Bernini” per papà separati. Ilprogetto nasce sviluppando il desiderio del vescovo MarcelloSemeraro di dare una risposta significativa a questa nuovaforma di povertà (che colpisce i padri, ma anche i figli) e saràgestito dalla Caritas diocesana tramite l’A.P.S. (Associazioneper la Promozione della Solidarietà onlus), quale frutto con-creto del Giubileo della Misericordia.

Suor Luciana Mandolino

L’ALTRO CON LA MANO TESACaritas e servizio ai poveri nel cammino quaresimale

se ti lasci aprire gli occhi dalla sapienzadi Dio. Perché il povero – quello che in-tende Gesù – è quello che ogni societàmette ai margini. È quello che il giocod’insieme mette all’angolo. Come Giu-seppe; come Davide; come Gesù. Il pove-ro è la pietra scartata da cui Dio comin-cia. Vuoi sapere dov’è Dio? Vuoi scopriredove sta costruendo il suo Regno? Cercai poveri! Cerca quelli messi da parte!Scoprirai come Dio sta operando.

La ParolaCertamente, però, non bastano i poveri.Occorre anche comprendere il pensierodi Dio, entrare nel suo modo di intendere

ogni cosa. Abbiamo bisogno della sua Parola. “Hanno Mosè ei profeti”… ma noi abbiamo anche Colui che è risorto dai mor-ti ed è la Parola eterna del Padre. La misericordia di Dio simanifesta in questa continua offerta del suo Figlio per noi.Basta alzare lo sguardo al Crocifisso per scoprire il povero de-finitivo. Gesù è la Parola che ogni potere storico mette da par-te. È la pietra scartata continuamente. È la luce che, però, puòilluminare non qualche piccolo momento della vita, ma chepuò rivelare ogni cosa nel pensiero stesso di Dio. Lui che nel-la sua morte è Colui che risplende nelle tenebre della storia e

del creato. Luiche è la Parolacon cui tutto ècreato, salvatoe svelato.Così il povero ela Parola con-vergono in Ge-sù, il dono to-tale del Padre. E questa offerta noi contempliamo nella Pas-sione, nella morte di Croce che è il vertice di questo dono.Questo tempo, la Quaresima, ci spalanca davanti il misterodella Risurrezione. La vita nuova ed eterna che potremo acco-gliere solo se sapremo scorgere il dono della Parola, il donodel povero. Se non avremo occhi per scoprire questi tesori chesi sono offerti, neanche potremo vedere la luce gioiosa del Ri-sorto. Resteremmo prigionieri di una vita che si ripete comeun loop infinito. Ma non potremo gioire della gioia di Lazzaro.Non potremo scoppiare di gioia nel vedere “il” povero reso“pietra angolare” di ogni cosa. Ma è lì che questo tempo del-la Quaresima ci conduce. È lì che siamo attesi.Lasciamoci spalancare gli occhi dal dono della Parola perchépossiamo riconoscere i poveri che Dio mette davanti alla no-stra porta. Non solo compiremo la giustizia sulla terra, ma ciregaliamo un’eternità di gloria.

Francesco Guglietta

la gioia della fede10

Nella parrocchia San-ta Maria Assunta inCielo di Ariccia, da

ottobre un gruppo di cinquegiovani adulti sta facendoun percorso di preparazio-ne al sacramento dellaConfermazione per il com-pletamento dell’iniziazionecristiana. Le motivazioniper cui hanno chiesto di ri-cevere la Cresima sono di-verse, ma per tutti è un pe-riodo vissuto con molta se-rietà e intensità, che ha la-sciato emergere unaapertura graduale, ma ge-nerosa e costante, all’azio-ne dello Spirito Santo.Ecco alcune testimonianze:

«Sorprendente è la vita,che con tutte le sue sfaccettature sa metterti di fronte al-l’inaspettato, all’inimmaginabile.  Qualcosa di simile èsuccesso a me iniziando, a 30 anni, il percorso di cateche-si, spinto dalla necessità di avere un sacramento che mipermettesse di poter celebrare l’ormai prossimo matri-monio con Francesca. Questo cammino, grazie anche allacatechista che mi ha accompagnato, si è rilevato moltoprofondo, ricco di spunti di riflessione che sono andati benoltre la catechesi.  La cosa più bella che ho appreso èquanto il Signore sia in mezzo a noi, in ogni momento del-la nostra giornata, delle nostre azioni, dei nostri pensie-ri. Ho iniziato a pensare al prossimo non come un interlo-cutore, un passaggio occasionale nella nostra vita ma co-me una creatura di Dio, ed essendo noi tutti creature diDio siamo tutti fratelli» (Daniele).

«In questo periodo ho la sensazione di essere tornato bam-bino: sento dentro di me la gioia semplice e bella che hannoi bambini. I pensieri pesanti della vita sono diventati leggerie mi sento di affrontarli con semplicità e serenità. Sono con-tento di ricevere questo sacramento della cresima e sonocontento degli incontri che ho fatto, anche se mi sono costa-ti tanto impegno, perché torno tardi dal lavoro. La cosa piùbella è che adesso sono sicuro che sono sempre amato eprotetto da Dio anche quando meno me lo aspetto o pensoche non lo merito. Lui mi ama senza che me lo devo merita-re. Il suo amore è gratis. Basta che mi fidi di Lui» (Luca).

«Io sono il più giovane del gruppo che si prepara a ricevereil sacramento della Confermazione. Ho deciso di iniziarequesto cammino per accontentare mia mamma che voleva“mi togliessi questo pensiero”. L’ho accontentata a malin-cuore, pensando di dover fare incontri noiosi. Invece il cam-

mino è stato bello. Mi hacolpito molto la parte delVangelo in cui si parla delgiudizio finale e lì ho senti-to molto forte il sentimen-to di vicinanza verso chi hafame, sete... e ho saputoche aiutando le persone indifficoltà aiuto Gesù. Leg-gendo alcune pagine dellaBibbia ho avuto l’impres-sione che Dio sia vendicati-vo. Ma ho capito chi è vera-mente quando ci siamomessi davanti al Crocifis-so. Lì ho conosciuto quan-to è grande l’amore delPadre che dona l’unicoFiglio e ho conosciutol’amore del Figlio chemuore, per amore, per me.Lì ho visto il vero volto di

Dio che è donazione e misericordia» (Luca, 18 anni).

«All’inizio è stata una necessità fare la Cresima, perché unamia carissima amica mi ha chiesto di fare da madrina dibattesimo per la sua bambina. Adesso sento che intrapren-dere questo percorso è stata la cosa più giusta che abbiafatto e rimpiango di non averla fatta prima. Ho conosciutodue persone eccezionali, il parroco e la catechista, che mihanno avvicinato a Dio e hanno reso la mia fede più forte eper questo li ringrazio. Adesso vedo anche con occhi diver-si il cammino che intraprenderà mia figlia. Se prima pensa-vo: “Oltre al battesimo, non le farò ricevere altri Sacramen-ti, ma quando sarà grande deciderà lei cosa vorrà fare”, orami sento pronta per accompagnarla in questo cammino,per farle conoscere Dio» (Serena).

«Nei mesi scorsi, nonostante avessi grosse soddisfazionisia nel campo affettivo che professionale, sentivo una man-canza interiore, un vuoto che non riuscivo a spiegarmi. Nonso come, ma ho preso d’istinto la decisione di intraprende-re questo cammino che mi avrebbe condotto a ricevere laSanta Cresima. Incontro dopo incontro questa mancanzache percepivo andava scomparendo, lasciando spazio a unasituazione di serenità e benessere interiore. La mia vita la-vorativa è come una spugna, mi assorbe in una manierapressoché totale e, in questa morsa, Gesù era lontano mil-le miglia dai miei pensieri e dalle mie preoccupazioni. Pia-no piano l’ho cominciato a sentire fratello, amico, parte in-tegrante della mia vita e questo mi ha fatto sentire più for-te, perché adesso Gesù è il polo della mia giornata e la sor-gente della mia forza interiore.  Non mi sento più solo nel-le mie scelte o decisioni» (Valerio).

a cura di Italia Innamorati

È PROPRIO VERO CHE CRISTIANI NON SI NASCELa gioia nella riscoperta della fede

dal territorio 11

Dopo il grande successo delle scorseedizioni, dal 20 al 26 marzo si è svoltala quarta edizione de “La Settimana

dell’educazione”, l’iniziativa a cura dell’Uffi-cio diocesano per l’educazione, la scuola el’insegnamento di religione cattolica (IRC),diretto da Gloria Conti, quest’anno sul tema“Tutti in strada”, unito alle tre preposizioni“in-con-tra”, che insieme formano il verboche esprime dinamicità, cammino, percorso.Sulla questione dell’adultità, nella dimensio-ne specifica della capacità di accompagnare,agli studenti è stato chiesto di dar voce ai lo-ro pensieri, ai sogni, alle attese, ma anche al-le incertezze, i dubbi, le paure, gli interroga-tivi, le provocazioni che portano dentro.La “Settimana dell’educazione” ha coinvolto, attraverso quat-tro laboratori interdisciplinari, tutte le scuole di ordine e gra-do del territorio diocesano, che hanno partecipato, con i lorolavori, al concorso promosso dall’ufficio diocesano. Nelle scuole dell’infanzia, con “Da mamma e papà… allamaestra. L’incontro con i compagni che avventura!”, si è af-frontato il delicato passaggio che ogni bambino fa dall’ambitoprotetto della famiglia al mondo che c’è fuori, dai soli genito-

ri a un mondo di persone con cui socializzare.Nelle scuole primarie, invece, con “Sui sentieridell’amicizia” ci si è interrogati sull’amicizia co-me primo passo per crescere e per diventareadulti, ponendo l’accento sul come accompa-gnare nel cammino dell’amicizia.“M’incontro t’incontro” ha portato i preadole-scenti delle scuole secondarie di primo gradoalla scoperta di se stessi e del rapporto con glialtri, mentre con “La convivialità delle differen-ze”, i ragazzi delle scuole secondarie di secondogrado hanno scoperto la bellezza delle differen-ze, la diversità come ricchezza, la possibilità diconvivenza, condivisione e comunione, nel ri-spetto delle differenze. I migliori elaborati saranno premiati negli even-

ti conclusivi che si terranno venerdì 31 marzo per le scuolesuperiori (alle 9,30 presso il Chris Chappell College di Anzio),sabato 1 aprile per la scuola dell’infanzia (alle 15,30, pressola parrocchia Sant’Eugenio a Pavona), martedì 4 aprile per lescuole medie (alle 9,30, presso l’IC Ennio Visca di Nettuno) esabato 8 aprile per la scuola primaria (alle 15,30 presso par-rocchia San Barnaba a Marino).

Matteo Lupini

TUTTI IN STRADA - IN-CON-TRAAl via dal 20 al 26 marzo la settimana dell’educazione

Nel mese di marzosi sono svolti pres-so la parrocchia

dei Santi Anna e Gioac-chino di Lavinio tre ap-puntamenti per i ragazzidel vicariato territorialedi Anzio che si stannopreparando a ricevere ilsacramento della Confer-mazione, sul significato esull’uso dei social net-work. Il vicario, don Andrea Conocchia, grazie alla collabo-razione dei parroci e dei catechisti della Tappa crismaledel  vicariato è riuscito a proporre per il secondo anno con-secutivo un tempo e uno spazio di incontro per i giovani delterritorio, che hanno potuto riconoscere una realtà più am-pia rispetto a quella delle singole parrocchie. E se lo scor-so anno gli incontri si erano incentrati sul tema dell’affetti-vità e della sessualità, quest’anno la tematica è stata piùche mai attuale: i social media e le loro ricadute sulla so-cietà. Gli incontri si sono svolti per tre settimane, ogni gio-vedì dalle 17 alle 18.30 e hanno avuto un’importante rispo-sta partecipativa, che ha visto la presenza di circa sessan-ta giovani. In queste settimane, sono intervenuti tre diffe-

renti relatori, che hanno messo in lu-ce diversi aspetti: giovedì 2 marzo haparlato don Alessandro Paone, diret-tore dell’ufficio diocesano delle Co-municazioni sociali, che ha sviluppa-to il tema “Generazioni digitali: co-municare al tempo dei social”, propo-nendo una larga panoramica sui so-cial network, sull’importanza chehanno oggi nella comunicazione e suivari utilizzi, più o meno devianti, chese ne possono fare. Il secondo incon-

tro si è svolto il 9 marzo ed è stato affidato a EmanuelaLanni e Tiziana Passarini del consultorio diocesano CentroFamiglia e Vita di Aprilia, dal titolo “Sempre connesso? Ilnavigar m’è dolce”. Il terzo e ultimo incontro ha affrontatoil tema ”Cyber-aggressività. Sbulliamoci” e si è svolto il 16marzo, con l’intervento del professor Alessandro Ricci,psicologo e psicoterapeuta, docente presso la Pontificiauniversità Salesiana di Roma. «Questa iniziativa – ha det-to don Andrea Conocchia – vuole essere un ponte fra leparrocchie, i catechisti e i ragazzi, affinché capiscano chesono molti a intraprendere lo stesso percorso, incorag-giandoli così alla condivisione reciproca».

Irene Villani

SOCIAL NETWORK E RICADUTE SOCIALIIncontri vicariali al Centro Ecumenico di Lavinio per i giovani che si preparano alla Cresima

dal territorio12

SOLIDARIETÀ PER AMATRICEIntervista a mons. Domenico Pompili

Sette mesi sono trascorsi dalla prima, terribilescossa di terremoto che in piena notte, il 24 ago-sto, ha svegliato il Centro Italia, trascinandolo in un

incubo di scosse ininterrotte, che ancora non danno tre-gua. Al dolore, però, si sono subito affiancate speranzae solidarietà, preghiere e aiuti concreti, che ancora ser-vono. Anche la Chiesa di Albano è stata accanto a questifratelli: in sostegno delle popolazioni colpite, le parroc-chie hanno raccolto fondi per 54.678,00 euro, di cui49mila già versati dall’ufficio amministrativo della curia.Di quanto fatto, e di quanto ancora c’è da fare, ne abbiamoparlato con il Vescovo di Rieti, monsignor Domenico Pompili.

Le scosse di terremoto iniziate il 24 agosto hanno inevitabil-mente creato un ponte tra la Chiesa di Albano e la Chiesa diRieti. In che modo è stata avvertita la vicinanza della diocesidi Albano ai territori colpiti dallo sciame sismico?«Dopo il terremoto, un po’ tutte le diocesi del Lazio si sonostrette attorno alla Chiesa di Rieti. Con la diocesi di Albano, inparticolare, si è creato un ponte grazie ad una famiglia diNettuno originaria di Amatrice, che è stata distrutta dal ter-remoto quasi per intero. Si è salvata solo una donna che vivea Nettuno insieme con la sorella. Roberta ha perduto quellanotte in pochi secondi il papà e la mamma, il marito e i duefigli. La loro parrocchia ha organizzato una raccolta e donMassimo Silla più volte è venuto a trovarci. Un’attenzione al-la quale non si può che guardare con gratitudine».

Come sono stati utilizzati i fondi e gli aiuti giunti dal territorio del-la diocesi di Albano?«Le offerte giunte dalla Chiesa di Albano serviranno a far ripar-tire le piccole aziende agricole della zona di Accumoli e Amatri-ce. Si tratta di un tassello importante della ricostruzione, per-ché costituiscono la spina dorsale dell’economia di quei luoghi,senza contare che i prodotti tipici rappresentanoanche una vera e propria impronta culturale. Unsegnale in questa stessa direzione, del resto, è ar-rivata direttamente da Papa Francesco, che di re-cente ha invitato il suo elemosiniere a “fare la spe-sa” per i poveri di Roma proprio da queste parti».

Che cos’altro ancora si può fare per sostenere le po-polazioni che, ancora, vivono i disagi (non solo mate-riali) legati al terremoto?«È senz’altro importante non rinunciare ad ali-mentare la solidarietà, ma altrettanto impegnodeve essere speso nel continuare a tenere destal’attenzione, ad esempio con le visite e con la vici-nanza alle famiglie colpite. È fondamentale inseri-re ogni discorso riguardo al terremoto all’internodi una prospettiva di lungo periodo: la ricostruzio-ne delle case, come quella dei cuori, ha bisogno ditempo. E poi ci sono i beni culturali e, in primoluogo, le chiese: una volta completato il processodi salvataggio e messa in sicurezza, verrà la fasedella ricostruzione, sulla quale sarà interessanteavere il coinvolgimento della popolazione».

Un Bambinellosorridente,tenero e iner-

me, con le bracciaaperte e gli occhi lu-minosi, distrutto persfregio e rimesso in-sieme pezzo a pezzocon cura infinita econ amore paziente:

«Non si poteva trovare una metafora più efficace per dire delladistruzione, della ricostruzione, della vita che non va mai scarta-ta anche quando ferita”. Così il vescovo di Rieti, monsignor Do-menico Pompili, esprime il proprio pensiero sul dono semplice estraordinariamente ricco di significato che, attraverso le sue ma-ni, la parrocchia del Sacro Cuore di Nettuno, con il parroco DonMassimo Silla, ha voluto fare alla comunità di Amatrice, dove, nelsisma dello scorso agosto, hanno perso la vita tra gli altri duebambini che nella parrocchia nettunese frequentavano la cate-chesi: Leonardo e Ludovica Tulli. E sono state proprio le mani do-lenti della loro mamma, Giovanna, a consegnare la statua al Ve-scovo Domenico. «Quando ho visto il Bambinello ho pensato su-bito che rispecchiava la nostra realtà – dice don Savino, Parrocodi Amatrice – frantumata dal terremoto, ma anche ricostruitadalle mani degli uomini. In tutto questo periodo abbiamo potutosperimentare come il dito di Dio, attraverso tanti uomini e don-ne, stia scrivendo per noi storie bellissime di solidarietà. Anchein quel Bambinello ho visto il dito di Dio che piano piano ricuce iltessuto della nostra comunità frantumata non solo nelle casema nei cuori, ricomponendo l’unità, l’identità del nostro popolo».Davvero emozionante la storia di questo Bambinello che, espo-sto per il Natale fuori dalla chiesa del Sacro Cuore, nella notte trail 30 e il 31 dicembre scorso venne preso a sassate da mani igno-

te. Ogni più piccolo frammentofu raccolto e affidato a una re-stauratrice alla quale vennechiesto di non nascondere le fe-rite, ispirandosi all’antica tecni-ca giapponese del “kintsugi”,che consiste nel colare oro fusoa valorizzare ogni singola cre-pa. La statua così restaurata èstata dunque consegnata al ve-scovo di Rieti: «Credo che ilBambino ferito e ricostruitopossa essere per tutti un invitoa non lasciarsi andare, a nonarrendersi, a non perdere la fi-ducia. Si può sempre ricomin-ciare anche dopo un evento tra-gico e imprevedibile. A condi-zione che il collante dorato cheè la forza della condivisione rie-sca a suturare ciò che è statoframmentato».

Giovanna Consolo

GOCCE DI MEMORIASi chiama “Gocce di memoria” la raccoltadi brevi tracce biografiche dei caduti nel si-sma del 24 agosto, realizzato dalla Chiesadi Rieti. Tra i 249 nomi, ci sono anche le un-dici vittime che risiedevano nel territoriodella diocesi di Albano (altre sette sonomorte a Pescara del Tronto). Si tratta diPaolo Dell’Otto, Ezio Tulli con i figli Leonar-do e Ludovica, Alba Pazienti Tontini, e poitre coppie di sposi: Egidio Valentini e Pa-squa Gianni, Federico Ascani e GiulianaCellini e Fabio Graziani e Aurelia Daogaru.Sul versante marchigiano, hanno perso lavita i cugini Gabriele Pratesi e Elisa Cafini,con le loro nonne Irma Rendina e Rita Co-laceci, poi Arianna Masciarelli, Wilma Pi-ciacchia e Andrea Cossu. «La memoria nonè mai inerte né solo nostalgica – spiega ilvescovo Domenico Pompili nell’ introduzio-ne del libro – ma si trasforma in consape-volezza, quando spinge ad affrontare il pre-sente, ancora prima del futuro».

dal territorio 13

Presso il museo civico di Albano“Mario Antonacci”, il 18 febbraioscorso è stato inaugurato un per-

corso tattile che consentirà a personeipovedenti, non vedenti e non solo, di vi-vere un’esperienza culturale diversa inuna realtà museale di “provincia”.Il percorso sensoriale “Toccare la Sto-ria”, nato con la collaborazione dell’as-sessorato alla Cultura turismo e spetta-colo e dell’associazione “Amici del Mu-seo di Albano”, rende il museo civico sempre più accessibile efruibile a tutti. L’innovazione prevede la presenza di diverse ta-vole in braille che saranno di ausilio durante tutta la visita. Isupporti realizzati in diverse dimensioni sono posizionati inpunti diversi del museo: alcuni ripercorrono la mostra in ordi-ne cronologico e storico, con i periodi e gli eventi più significa-tivi del territorio di Albano, altri illustrano i più importanti rin-venimenti o reperti esposti.Altro aspetto dell’ammodernamento del polo culturale è lapresenza di approfondimenti, su oggetti o argomenti rilevantidell’esposizione, disponibili su schede tattili cartacee, allequali è anche associato un Qr code o un tag Nfc che rimanda-no a dei contenuti scritti o audio fruibili attraverso gli smar-

tphone. Inoltre, saranno disponibili del-le brochure che consentiranno un ap-profondimento sul quadro storico e ar-cheologico del territorio.La novità più consistente del progetto“Toccare la Storia” è nella disponibilitàper i visitatori di alcune repliche di unaparte della collezione, realizzate conl’impiego di scanner e stampanti tridi-mensionali e materiali che riproducono,il più fedelmente possibile, anche le ca-

ratteristiche materiche degli originali.L’iniziativa realizzata attraverso un FabLAb, che si inseriscenel più ampio contesto di valorizzazione di musei dei CastelliRomani con il progetto “Museum Grand Tour”, intende veico-lare una proposta culturale in alternativa o a integrazione del-l’offerta dei musei già esistenti nella capitale, attirando in pro-vincia parte del flusso di turisti che giungono a Roma.Con questo progetto, la rete museale ideata nel territorio deiCastelli Romani, oltre a offrire una differenziazione di conte-nuti grazie alle diverse realtà che hanno aderito (e che spazia-no dal campo archeologico, storico-artistico, demoantropolo-gico, scientifico e religioso), è ancora più fruibile e qualificata.

Emanuele Scigliuzzo

NOVITÀ AL MUSEO CIVICO DI ALBANOInaugurata la mostra sensoriale per persone ipovedenti e non vedenti, ma non solo

L’Ufficio pastorale Sport e tem-po libero darà l’avvio, ad apri-le, a “Missione sport: per Es-

sere in campo”, il primo corso di for-mazione per educare all’inclusioneattraverso lo sport, rivolto ad opera-tori sportivi, educatori, allenatori avario titolo che hanno l’esigenza diaggiornarsi sulle tematiche dell’in-clusione di chi vive emarginato. L’ini-ziativa nasce dalla collaborazionecon la “Commissione Sport e Marginalità” del CSI Roma.Il corso si avvarrà della presenza di esperti del settore, tracui lo psichiatra Mauro Raffaeli, iniziatore e protagonista inItalia di quella rara esperienza ludico-sportiva che si chia-ma “Matti per il calcio” (2006), dal nome di un celebre docu-film che ha fatto il giro del mondo, testimone esso stesso dipietà e misericordia espresse attraverso pratiche di sport-terapia. Saranno fornite dispense e materiali di supporto.Gli incontri si svolgeranno in 4 sabati: 8 e 22 aprile pressoil Seminario vescovile di Albano e 6 e 13 maggio pressol’Istituto Murialdo di Albano. Dalla crisi economica del 2008, si sta vivendo un “sentimen-to di panico” che sta portando a un “nuovo individualismo”.Non ci si interroga più su quanto accade, perché occorre ri-

solvere velocemente problemi di so-pravvivenza e si cerca una gratifica-zione immediata. Questa è una dellecause che porta molti a dimenticarsidelle persone ai margini: non solopersone affette da qualche disabilitàpsicofisica, ma anche di quelleescluse dalla comunità per motivieconomici o sociali. La commissione “Sport e marginali-tà” è nata nel 2008 appunto con lo

scopo di soccorrere chi vive ai margini della società serven-dosi dello sport, espressione gratuita di serenità, gioia e in-clusione. “Missione sport” ha l’intento di far sentire la presenza diCristo e la missione della Chiesa in campo sportivo attra-verso “carismi civili” (padre David Murray): la relazione co-me cooperazione dinamica, il supporto empatico e quellodel farsi compagno. La finalità è dunque quella di insegna-re ad approcciarsi anche ai casi più difficili di inserimento,formando spiriti in armonia con tutti e con il Creato. Per info: sport@diocesidialbano – Tel 349 5784 494

Gilberto Stival Direttore Ufficio Pastorale Sport e Tempo Libero

Diocesi di Albano

MISSIONE SPORT: PER ESSERE IN CAMPOScade il 30 marzo il termine ultimo per l’iscrizione agli incontri

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Sono passati al-tri 40 anni (Atti7,30) da che

Mosè si stabilì a Ma-dian, un periodo divita di circa una ge-nerazione. È il tem-po della vita ordina-ria, feriale di Mosè; iltempo della sua ma-cerazione, ma anchedi una maturazionein senso buono, diuna “liberazione”che lo rende capacedi accogliere, nono-stante il tempo el’età, la novità del-l’agire di Dio. In que-sto lasso di tempo,secondo quanto cidicono i versetti con-clusivi del cap. 2 del-l’Esodo, la situazio-ne di Israele non fache peggiorare, eDio non può più re-stare nascosto. Lasua risposta è sotto-lineata da quattroverbi: egli ascolta,ricorda, vede e cono-

sce. Tra tutti, il verbo “conoscere” (che nel testo viene tradot-to con “se ne prese pensiero”) ci dà la misura del sentimentoche spinge Dio a intervenire. Insieme al “vedere” ha un signi-ficato di carattere giudiziario, un “sapere come sono andati ifatti dopo averli appurati”, ma si tratta anche del verbo cheesprime la conoscenza esperienziale, quella che genera lacomunione più intima. Questo “conoscere” di Dio, rivolto allesofferenze del suo popolo, fa sì che Egli si “abbassi” fino aterra, per farsene compagno. Accade, allora, qualcosa che ir-rompe nell’ordinarietà della vita di Mosè. Egli “esce” di nuo-vo. Un atto che non ha nulla di eroico, ma è quello umile concui apre la sua giornata lavorativa. Inquesta ferialità anonima e semplice,avviene un fatto strano. Un cespuglioavvolto nel fuoco che, nonostante siasecco come tutti i cespugli che si tro-vano nel deserto, anziché incenerirsiin pochi minuti, resta integro. Qui èimportante notare il comportamentodi Mosè. Un Mosè inaridito e disilluso,cinico, amareggiato, rassegnato nellasua vecchiaia (ha 80 anni!) avrebbe li-quidato il fenomeno con indifferenza,oppure con paura per l’incolumità del

suo gregge, rea-zioni che loavrebbero porta-to ad allontanar-si. Invece il testoci dice che “simeravigliò”, cheMosè non ha per-so la sua capaci-tà di meravigliar-si, di voler “vede-re”, come quando era un giovane generoso, pronto a interve-nire per le giuste cause. Il nostro testo è chiaro nel farci ac-corgere che se Mosè, per questa capacità di meravigliarsi an-cora, non si fosse avvicinato a vedere, non sarebbe stato rag-giunto dalla voce di Dio. Una voce che lo chiama: “Il Signorevide che si era avvicinato per vedere e Dio lo chiamò…”.Il modo in cui Dio si manifesta, con il fuoco e in un cespugliosecco, è un indizio utile per capire i segni della presenza divi-na: il fuoco non ha contorni e sfugge costantemente allosguardo umano. Per questo è un simbolo ideale per dire latrascendenza di Dio, il suo essere fuori dalla portata umana;il cespuglio è l’umiltà con cui Dio si avvicina a colui che chia-ma e al suo popolo. La tradizione ebraica commenta così que-sto farsi prossimo di Dio nel cespuglio: «Perché in un roveto?,si chiedono i nostri dottori. Rabbì Eliezer risponde: “Perché ilroveto è la più umile delle piante, e Israele il più piccolo deipopoli”». In questo incontro, tutto feriale, tra una personaaperta all’imprevedibile di Dio, e Dio che nella sua trascen-denza si fa compagno del suo popolo sofferente, avviene unavocazione. Dio risponde sempre chiamando. Tra il sentirsichiamare per nome due volte e la risposta “eccomi”, davantia Mosè passano tutti gli anni della sua vita, da quando è sta-to “salvato dalle acque” alla sua migrazione, fino al momen-to in cui è uscito a pascolare, come tutti i giorni, il gregge delsuocero. È la prima volta che Mosè ascolta la voce di Dio, edè la prima volta che si sente chiamare da lui, ma adesso ca-pisce che Dio conosceva il suo nome da sempre e che c’eraDio anche nel suo passato, quando era incapace di ricono-scerlo. Con la vocazione, tutta la storia passata, compreso ilfallimento e il peccato, si rivela come la trama di un disegnomagnifico. Come tutti i chiamati della storia biblica, Mosè ri-sponde “eccomi”. “Eccomi” è la risposta di slancio del Mosè

generoso ed entusiasta. C’è un ritor-no di Mosè alla sua verità, a quel so-gno iniziale. Dio lo chiama e lui ritor-na. Ma torna in un modo diverso, co-sciente che l’incontro col Signore gliimpone di “togliere i sandali” davantiad una “terra (adamah) santa”, gliimpone l’umiltà di sapersi riconosce-re povera creatura (“adam”), passatain mezzo al fallimento e al peccatoma ancora cercata da Dio, come tuttinoi, per essere segno di salvezzapresso i nostri fratelli. (Continua)

LA VOCAZIONE DI MOSÈ40 anni: tempo di crescita e di maturazione

23Nel lungo corso di quegli anni, il red’Egitto morì. Gli Israeliti gemetteroper la loro schiavitù, alzarono gridadi lamento e il loro grido dalla schia-vitù salì a Dio.  24Allora Dio ascoltò illoro lamento, si ricordò della sua al-leanza con Abramo e Giacobbe. 25Dioguardò la condizione degli Israeliti ese ne prese pensiero. 1Ora Mosè sta-va pascolando il gregge di Ietro, suosuocero, sacerdote di Madian, e con-dusse il bestiame oltre il deserto earrivò al monte di Dio, l’Oreb.  2L’an-gelo del Signore gli apparve in unafiamma di fuoco in mezzo a un rove-to. Egli guardò ed ecco: il roveto ar-deva nel fuoco, ma quel roveto non siconsumava. 3Mosè pensò: “Voglio av-vicinarmi a vedere questo grandespettacolo: perché il roveto non bru-cia?”. 4Il Signore vide che si era avvi-cinato per vedere e Dio lo chiamò dalroveto e disse: “Mosè, Mosè!”. Rispo-se: “Eccomi!”. 5Riprese: “Non avvici-narti! Togliti i sandali dai piedi, per-ché il luogo sul quale tu stai è unaterra santa!”. 6E disse: “Io sono il Diodi tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio diIsacco, il Dio di Giacobbe”. Mosè allo-ra si velò il viso, perché aveva pauradi guardare verso Dio. (Es 2,23–3,5)

rubrica biblica a cura di ombretta pisano

sociale e cultura 15

PERCHÈ LA FILOSOFIA?La scienza del pensiero in aiuto nell’accompagnamento

Perché la filosofia? Qualchelettore più scrupoloso si saràposto questa domanda. Ed è

proprio ciò di cui si occupa la filoso-fia, porsi giuste domande per unalettura più attenta della realtà. Perquesto, dunque, essa può dirsi pre-sente anche nel contesto dell’ac-compagnamento, che si definisceesperienza umana fisica, mentale,e, soprattutto, spirituale della per-sona. Si usa il termine persona alposto di uomo, o essere umano, inquanto l’unicità del singolo diventa centrale. È questo, in-fatti, un altro aspetto importante della filosofia, cioè quel-lo di giungere ad accordi linguistici di definizione universa-li. Nulla è lasciato al caso, ogni aspetto di pensiero, e puredella quotidianità, viene analizzato, e diventa in tal sensoproblematico. Con tale aggettivo si intende che, anche apartire dalla soluzione del primo caso, si apre una succes-siva domanda, la quale provoca e suscita, almeno la ricer-ca, di un’ulteriore risposta. E per chi pensa che tutto ciò siaun mero esercizio di esaltazione del proprio io, per un sod-disfacimento di tipo intellettuale, si può rispondere che

non solo il pensiero in sé, insieme aun giudizio critico, crea la possibili-tà di fare scelte giuste, sia a livelloindividuale, che collettivo; ma, poiche, proprio attraverso tali possibi-lità, gli uomini giungono a cono-scenze tanto maggiori, sia del mon-do esterno, quanto del loro mondointeriore, da poter esser il più pos-sibile consapevoli di ciò che è la re-altà che li circonda, e di come spen-dersi in essa, come singoli indivi-dui, persone diverse e uniche. Dun-

que, per giungere ora a una concretezza di quanto fin quienunciato solo dal punto di vista teorico, si pensi, adesso,a come definire l’accompagnamento, in questa prospettiva.Quindi, ci si chieda: è possibile pensare a una relazione traaccompagnatore ed accompagnato, che porti alla possibi-lità di acquisire strumenti migliori, che permettano dicomprendere quale sia la cosa giusta da fare, proprio invirtù del fatto che, grazie ad un’intima scoperta di se stes-si, si è in grado di capire meglio chi voler e dover essere,senza correre il rischio di non far centro nella vita?

Chiara Maffeis

Il 22 aprile è la Giornata della Ter-ra, ricorrenza in cui si celebral’ambiente e la salvaguardia del

pianeta. Le Nazioni Unite hanno de-ciso di celebrare questa festa ognianno, un mese e due giorni dopol’equinozio di primavera del 22 apri-le. L’Earth Day nacque il 22 aprile1970 con l’obiettivo di sensibilizzareverso la conservazione delle risorsenaturali della Terra. Con il passaredegli anni per i gruppi ecologistiquesta giornata è diventata l’occa-sione per valutare le problematichedel pianeta, dall’inquinamento diaria, acqua e suolo, alla distruzione degli ecosistemi, dallemigliaia di piante e specie animali che scompaiono, all’esau-rimento delle risorse non rinnovabili (carbone, petrolio, gasnaturali). Tutte questioni che stanno sensibilizzando semprepiù l’opinione pubblica verso il riciclo dei materiali, la con-servazione delle risorse naturali come il petrolio e i gas fos-sili, il divieto di utilizzare prodotti chimici dannosi, la cessa-zione della distruzione di habitat fondamentali come i boschiumidi e la protezione delle specie minacciate. La Giornatadella Terra non è una ricorrenza religiosa, ma papa France-sco più volte ha sottolineato l’importanza della salvaguardia

dell’ambiente. Basti pensare alla pri-ma enciclica sull’ambiente, dal titolo“Laudato si’”, realizzata da Bergoglionel giugno 2015. L’argomento princi-pale trattato è proprio il rispetto del-l’ambiente, da qui il nome, tratto dal-la frase ripetuta da San Francesconel “Cantico delle creature”. In due-cento pagine, il Papa rivolge un dop-pio appello a “proteggere la casa co-mune”, controllando il surriscalda-mento climatico e altri danni am-bientali, ma anche a cambiare mo-dello di sviluppo, per i “poveri” e “peruno sviluppo sostenibile e integrale”.

«L’esaurimento di alcune risorse” – afferma il Pontefice –crea uno scenario favorevole per nuove guerre, mascheratecon nobili rivendicazioni», ma – aggiunge – «La guerra causasempre gravi danni all’ambiente e alla ricchezza culturaledei popoli, i rischi diventano enormi pensando a armi nuclea-ri e biologiche». E ancora: «Cosa significa il comandamento“non uccidere”, quando un venti per cento della popolazionemondiale consuma risorse in misura tale da rubare alle na-zioni povere e alle future generazioni ciò di cui hanno bisognoper “sopravvivere”?».

Francesco Minardi

LA GIORNATA DELLA TERRASensibilizzazione e valutazione delle problematiche del nostro pianeta

appunti16

APPUNTAMENTI01 E 02 APRILEWeekend di spiritualità per le famiglieL’Ufficio Diocesano per la Pastorale Familiare ha or-ganizzato un weekend di spiritualità per gli sposi ele famiglie presso l’istituto dei salesiani (Genzano)

03 APRILEScuola di coppiaL’incontro, organizzato dall’Ufficio Diocesano perla Pastorale Familiare, si terrà presso la parroc-chia San Giuseppe di Pavona.

09 APRILEDomenica delle PalmeIl vescovo celebrerà la Santa Messa nella Catte-drale alle ore 10.30.

13-17 APRILEChiusura degli uffici di curiaGli uffici di curia rimarranno aperti fino alle ore12.30 di mercoledì 12 aprile e riapriranno alle ore9.00 del 18 aprile.

13 APRILE• Messa CrismaleIl vescovo presiederà la celebrazione eucaristicanella basilica cattedrale alle ore 10,00. Per i sa-cerdoti e i diaconi l’appungamento è alle ore 9.30presso la curia vescovile.• Messa in Coena DominiIl vescovo presiederà la celebrazione eucaristicanella basilica cattedrale alle ore 18,00.

14 APRILELiturgia della Passione del SignoreGiornata per le Opere della Terra Santa

Il vescovo presiederà l’azione liturgica del venerdìsanto nella Basilica Cattedrale alle ore 17.00.

15 APRILESolenne Veglia di PasquaIl vescovo presiederà la Celebrazione eucaristica nel-la Basilica Cattedrale alle ore 22.00 in cui riceverannoi sacramenti dell’Iniziazione cristiana i catecumeni.

19 APRILEFormazione dei diaconi permanentiL’incontri si terrà nel seminario vescovile di Albanoa partire dalle ore 18.30.

20 APRILECompleanno del vescovo emerito mons. D. Bernini

21 APRILERiunione dei direttori di curiaCuria vescovile, ore 10.00.

22 APRILEDomenica II di Pasqua in AlbisRiconsegna della veste bianca da parte dei neofiti,Basilica Cattedrale ore 17.00.

23 APRILEGiornata di spiritualità in preparazione alle nozzeL’incontro si terrà presso il Seminario a partiredalle ore 9.30.

30 APRILEIncontro diocesano con i Consigli pastorali per gli af-fari economiciL’incontro si terrà presso la parrocchia Natività diMaria Santissima in Vallelata alle ore 15.30

Reg. n. 13/08 del 08.05.2008 presso il Tribunale di Velletri

Direttore Editoriale: Mons. Marcello Semeraro

Direttore responsabile: Dott. Fabrizio Fontana

Coordinatore di redazione: Don Alessandro Paone

Hanno collaborato:Giovanna Consolo, Luiz Da Rosa, Natale Fiorentino,Tommaso Gavi, Mirko Giustini, Francesco Guglietta,Italia Innamorati, Matteo Lupini, Chiara Maffeis, Lucia-na Mandolino, Francesco Minardi, Monia Nicoletti, An-tonello Palozzi, Claudio Pilade, Ombretta Pisano, Gio-vanni Salsano, Alessandro Saputo, Emanuele Scigliuz-zo, Gilberto Stival, Irene Villani.

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Stampa: Tipografica Renzo PalozziVia Capo D’Acqua, 22/B00047 Marino (Rm) - Tel. 06/93.87.025

Questo numero è stato chiuso il 23.03.2017

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Mensile di informazionedella Diocesi Suburbicaria di AlbanoAnno 10, numero 90 - marzo 2017