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1 MINCHIA SIGNOR TENENTE di Antonio Grosso personaggi in ordine di apparizione: Parerella Brigadiere - Vincenzo Vincenzo Carabiniere scelto - Remo Moroni Maresciallo - Antonino Chichierchia Appuntato - Giorgio Milito Tenente - Attilio Prisco Carabiniere scelto - Francesco Merilli Sara Ippolito - ragazza di Francesco regia Nicola Pistoia Il sipario si apre, Parerella è già in scena sulla sinistra del palco. Moroni e Vincenzo sono immobili alle sue spalle. UOMO - Isola, isola bella…qui non succede mai niente, l’aria è sempre la stessa, le persone sono sempre le stesse…oh isola, isola bella ogni tanto guardo indietro, al di la del mare e ci sono solo scheletri e morti, tutti fermi e mi guardano e non dicono niente… mi fissano… il pomeriggio verso le tre mi stendo sul mio letto e lascio la finestra aperta e non sento niente, nemmeno il vento… questa è un isola tranquilla, anche se alcune volte tutto scompare… e non riappare… questo mi preoccupa… spariscono tante cose e non so il perché… la mia isola… la mia dolce isola ammaliata dai colori del giorno, dai confini levigati dal mare, accecata dalla luna, dove nel silenzio ci si può innamorare delle note del vento... ho visto sangue scorrere su questa terra… era quello di un povero agnellino… e non c’ho dormito per ben due notti e chi se li dimentica quegli occhietti, mi guardavano e cercavano aiuto, ma non ho potuto fare nulla era la terra che chiedeva il sangue… e quando questa terra chiede il sangue devi obbedire… non puoi nulla… meno male però che in un anno qui, è morto solo un agnellino… il sindaco della nostra isola, onesto gentiluomo, ha vietato l’uccisione di qualsiasi tipo di ovino, ed ora la nostra terra pullula di agnelli, caprette e pecorelle… io intanto aspetto… e cerco di capire ciò che accadrà. Musica. Cambio luce, Parerella va a sedersi davanti a Moroni. Interno caserma dei Carabinieri. Una persona sta denunciando un furto a due militari uno dei quali scrive a macchina. VINCENZO - … e veniva derubato di un orologio che era stato appoggiato la sera antecedente ai fatti, sul comò della stanza da letto dello stesso. Il Parerella afferma di aver visto due ombre aggirarsi nella suddetta stanza attraverso la finestra posta dinnanzi casa sua… REMO - E no è dinnanzi alla casa sua… VINCENZO - Remo, non scherzare per piacere. REMO - Mica sto a scherzà è italiano, se dice dinnanzi alla casa sua. VINCENZO - Ma si puà dire pure dinnanzi casa sua

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MINCHIA SIGNOR TENENTE di Antonio Grosso

personaggi in ordine di apparizione: Parerella Brigadiere - Vincenzo Vincenzo

Carabiniere scelto - Remo Moroni Maresciallo - Antonino Chichierchia Appuntato - Giorgio Milito Tenente - Attilio Prisco Carabiniere scelto - Francesco Merilli Sara

Ippolito - ragazza di Francesco regia Nicola Pistoia

Il sipario si apre, Parerella è già in scena sulla sinistra del palco. Moroni e Vincenzo sono immobili alle sue spalle. UOMO - Isola, isola bella…qui non succede mai niente, l’aria è sempre la stessa, le persone sono sempre le stesse…oh isola, isola bella ogni tanto guardo indietro, al di la del mare e ci sono solo scheletri e morti, tutti fermi e mi guardano e non dicono niente… mi fissano… il pomeriggio verso le tre mi stendo sul mio letto e lascio la finestra aperta e non sento niente, nemmeno il vento… questa è un isola tranquilla, anche se alcune volte tutto scompare… e non riappare… questo mi preoccupa… spariscono tante cose e non so il perché… la mia isola… la mia dolce isola ammaliata dai colori del giorno, dai confini levigati dal mare, accecata dalla luna, dove nel silenzio ci si può innamorare delle note del vento... ho visto sangue scorrere su questa terra… era quello di un povero agnellino… e non c’ho dormito per ben due notti e chi se li dimentica quegli occhietti, mi guardavano e cercavano aiuto, ma non ho potuto fare nulla era la terra che chiedeva il sangue… e quando questa terra chiede il sangue devi obbedire… non puoi nulla… meno male però che in un anno qui, è morto solo un agnellino… il sindaco della nostra isola, onesto gentiluomo, ha vietato l’uccisione di qualsiasi tipo di ovino, ed ora la nostra terra pullula di agnelli, caprette e pecorelle… io intanto aspetto… e cerco di capire ciò che accadrà. Musica. Cambio luce, Parerella va a sedersi davanti a Moroni. Interno caserma dei Carabinieri. Una persona sta denunciando un furto a due militari uno dei quali scrive a macchina. VINCENZO - … e veniva derubato di un orologio che era stato appoggiato la sera antecedente ai fatti, sul comò della stanza da letto dello stesso. Il Parerella afferma di aver visto due ombre aggirarsi nella suddetta stanza attraverso la finestra posta dinnanzi casa sua… REMO - E no è dinnanzi alla casa sua… VINCENZO - Remo, non scherzare per piacere. REMO - Mica sto a scherzà è italiano, se dice dinnanzi alla casa sua. VINCENZO - Ma si puà dire pure dinnanzi casa sua

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REMO - Eh…va bè va bè, lo scrivemo come dici te Brigadiè VINCENZO - Re REMO - Re VINCENZO – Remo io non vado dal capitano e gli dico “come vuoi tu capita’. REMO – No! E’ vero C’hai ragione te prometto che da adesso ce proverò a non chiamatte più brigadiè. VINCENZO -Re REMO - Re VINCENZO - Almeno davanti alle persone. REMO - Uh…co sta storia de ste persone…?Ma quali… se semo tre e lui è sempre Parerella! VINCENZO - E c’hai ragione REMO - Lo so e comunque se ce tieni tanto…. famo come dici, te… brigadie’. VINCENZO – Re! REMO - Re. PARERELLA - Ma camo a ffare l’amo scrivere sta denuncia, che vajo di prescia! VINCENZO - Signor Parerella, calmo eh! PARERELLA - lassavo a casa sula non c’è nuddu! VINCENZO – Come? PARERELLA –Si minghiuni, lassavo a casa sula nun c’è nuddo VINCENZO - Nuddu con la ddu ddu VINCENZO - Ah con la ddu… PARERELLA - Tu lo capisci nuddu?

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REMO - Eh! PARERELLA - Aè minghiuni…significa nessuno VINCENZO - E non sa dire nessuno? E allora che devo fare che non c’è nessuno? PARERELLA - Possono entrare i ladri in casa, e rubare tutti cosi VINCENZO - Rubare tutto? Parerella io le le voglio pure bene ma io non ce la faccio cchiù! Na vota erano i cazzettini, come si fa a fare una denuncia sui calzini…nata vota gli occhiali da sol, l’altro che era… REMO - Er bastone del nonno… VINCENZO – Ecco… io mo posso capire i cazzettini, perché abitando a piano terra qualcuno passa sotto o’ barcone e s’arrubba e’ cazettini ma gli occhiali da sole e il bastone chi se li rubba? REMO – Un cieco. VINCENZO – Un ciec…ma te stai zitte! E’ possibile che in questo paese lei è l’unico ad essere derubato! Io esc pazz! PARERELLA - Appuntato… VINCENZO – A parte il fatto che sono Brigadiere! PARERELLA -E va bè brigadie PARERELLA e REMO - Re PARERELLA - Ce l’hanno tutti con mia! VINCENZO - Ma chi ce l’ha con lei? PARERELLA - Il paese! VINCENZO – N’ata vota cu stu’ paese! PARERELLA - Ma allora com‘è che rubano solo a mmia! VINCENZO - Maronna mia guarda a chiste guarda ie…Vincenzo s’accorge solo ora che Remo

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sta scrivendo a macchina. VINCENZO – Remo ma che hai scritto? REMO - Maronna mia guarda a chiste guarda uè…ride VINCENZO il brigadiere ride anch‘egli scimmiottandolo- Mannaggia a miseria…ma tu quanto si scemo? REMO – Na cifra VINCENZO - E scrivi io sono una cifra scemo…Statte fermo Remo. Sta caserma è diventata nu manicomio. Allora Parerè cerchiamo di ragionare… forse e dico forse non può essere che è anche colpa sua se avvengono questi furti? PARERELLA –Ma che dici? VINCENZO – Forse, dico forse… non potrebbe essere anche colpa sua se avvengono questi furti? PARERELLA – Ma che dici? VINCENZO – Forse e dico forse Parerella lei è un po’ distratto! PARERELLA – (si alza mortificato) Distratto? VINCENZO - Distratto non è una parolaccia Parerè! REMO – No, no, mica gli ha detto cotica. VINCENZO – Intendevo dire che secondo me, lei alcune volte lascia la roba da qualche parte e la dimentica… tutto qua. REMO – (annuendo)Parerè è semplice distratto! VINCENZO - …distratto. PARERELLA - Nu po’ essere, nu po’ essere, nu po’ essere, io non mi scordu mai niente Parerella sconsolato si alza andando via. Remo e Vincenzo lo guardano. VINCENZO – (chiamandolo) Parerè?Parerella si ferma , si volta guardandolo.

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VINCENZO – La denuncia? PARERELLA – Quale denuncia? REMO -Ae…L’orologio. PARERELLA -Ah l’orologio, ma si… VINCENZO - Ma si chi se ne fotte… Sta per uscire quando Vincenzo lo chiama. VINCENZO – Parerè? La giacca!Parerella si avvicina alla giacca la prende, il brigadiere è distratto si avvicina al Birgadiere e gli porge la giacca per aiutarlo ad indossarla VINCENZO - No perché mi è venuta una cosa in mente Remo…(Vincenzo, guarda Parerella, chiede con un gesto se deve mettergliela lui, Parerella annuisce e il brigadiere lo aiuta ad indossarla) No perché ti stavo dicendo prima Remo, no, mi è venuta in mente sta cosa REMO - divertito - Dici dici VINCENZO - Poi va a finì che viene qua e fa la denuncia della giacca scomparsa che sta sempre qua… (ride) ah ah ah… Hai capit… hai capito Parerè? La faccia di Parerella è seria Parerè nun rire troppo è na battutta…arrivederci PARERELLA –Salutammu Brigadiè - re. VINCENZO - Arrivederci Parerè REMO - E va bè, certo che sta messo male questo eh! VINCENZO – E appunto… poi pure tu? lo sai che quello è solo… co sta scusa che gli rubano la roba viene qui apposta per chiacchierà con qualcuno… e tu te miette sempre a fa o scemo… REMO - No, mo perché la colpa è la mia VINCENZO - No, è la mia REMO - Se va bè… Entra il maresciallo Antonio Chichierchia da destra. REMO – Maresciallo buongiorno.

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ANTONIO - Buongiorno. VINCENZO - Scusa eh? A lui “Maresciallo buongiorno”… e a me Brigadie’ Vincè? REMO - E va bè... ANTONIO – Vincè e allora se è per questo inizia a chiamarmi maresciallo pure tu. VINCENZO - Anto’ io mo ti chiamo maresciallo e ja ANTONIO - E certo VINCENZO Ma so tanti anni che ci conosciamo…e poi fra me e te c’è solo un grado di differenza, aspetta che faccio il concorso e ti faccio vedere qui le cose come cambiano. ANTONIO - Si ma intanto, fino a quel momento rimango un tuo superiore sbatte la cartellina sulla scrivania è chiaro?! VINCENZO – Ma che ci siamo alzati storti stamattina? ANTONIO – benissimo! VINCENZO – E va bbuò se ci tieni tanto il brigadiere si alza e fa il saluto maresciallo! Vincenzo si avvia verso la sua scrivania facendo alzare Remo ANTONIO - Brigadiere! REMO – alzandosi Che c’hai na sigaretta brigadiè? VINCENZO – Lo sai che non fumo. REMO - Ah, perché non avevi iniziato? VINCENZO - No.. REMO – Bò… Che c’ha na sigaretta marescià? ANTONIO – Moroni quante volte te lo devo dire che qui dentro non si fuma. REMO – Ma marescià me volevo fa du tiri! ANTONIO – Sta jucanne o’ pallone…fa e’ tire ’nporta…piuttosto ho sentito che è venuto

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Parerella che cosa gli hanno rubato oggi? REMO – L’orologio Maresciallo… vero Brigadiè? ANTONIO – Re, Bigadie-re ! E’ sempilice Moroni, lui è il Brigadiere D‘Onofrio! Porta rispetto a un tuo superiore! E’ chiaro? REMO– Ah, mo perché è pure superiore è diventato? VINCENZO – (a Antonio) Ma che re sta cuferenza…vai vai… ANTONIO – Moroni lasciaci soli che dobbiamo parlare. REMO – Maresciallo… Moroni si avvia verso l’uscita di sinistra passando affianco alla scirvania del birgadiere VINCENZO – Ciao Remo…il birgadiere non ottiene nessuna risposta Ma a me non me saluti Remo? REMO – Ciao Ciao brigadiè! da fuori VINCENZO - A chiste l’avimme fa trasferì… ANTONIO - Nun te preoccupà o faccie trasferì a Bolzano…Senti piuttosto Vincè, noi dobbiamo risolvere questa faccenda incresciosa. VINCENZO – Che faccenda incresciosa? ANTONIO - Tu sai che Merilli è fidanzato con Sara. VINCENZO – Sara a panettiera embè? ANTONIO – Come embè? Merilli deve essere trasferito VINCENZO - Uh…Anto e fattela na ragione so fidanzati ma che te ne ‘mporta a te…basta è cosi ANTONIO - Senti io ti ricordo che c’è un regolamento e va rispettato VINCENZO - Ho capito ma tu sto regolamento me lo leggi ogni giorno Antonio cerca il regolamento nei cassetti della sua scrivania

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ANTONIO - Eccolo qua, io ce l’ho sempre a portata di mano “In base al regolamento 393, un carabiniere non può intrattenere relazioni sentimentali, con persone di sesso opposto”. VINCENZO - O dello stesso sesso. ANTONIO – Come? VINCENZO – O dello stesso sesso. ANTONIO – O dello stesso sesso… o dello stesso sesso…ma cca nu ce sta scritta sta cosa! VINCENZO - Vabbè questa l’ho aggiunta io! ANTONIO – Perché? Vincenzo si inizia a muoversi con atteggiamenti femminei VINCENZO - Bisogna aggiornarsi, stare al passo coi tempi. Portando il corpo in avanti e appoggiando la sua mano sulla bocca mordicchiandola un po’, guarda con aria sensuale l’amico che gli è di fronte Antò ma ossaje che stamattina si proprie bellillo! Gli lancia un bacio ANTONIO -Ma smettila di fare l’imbecille! Vincenzo ride. VINCENZO - E sto scherzando ANTONIO - A faje bbuone a parte…però eh?! antonio adesso è‘ lui a ridere, continua a leggere il regolamento“Con persone di sesso opposto residenti nella zona di competenza della caserma di apparteneza, causa conflitto di interesse.” VINCENZO - E va bè e noi facciamo finta di niente. ANTONIO – Vincè il regolamento parla chiaro. VINCENZO – Ma chi se ne fotte del regolamento! So’ due ragazzi, si vogliono bene. ANTONIO – Se uno si vuole bene, si vuole bene pure a mille kilometri di distanza. Come si dice, in amore i kilometri diventano centimetri.

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VINCENZO - Si ma e’ corna diventano kilometri. Certo pure io che parlo a fa’ co te di queste cose…che ne capisci tu…Ma ti sei mai sentito cosi? ANTONIO - Cosi come? VINCENZO - Innamorato! ANTONIO – (rimane seduto) Mai! E lo sai perché? Per la Benemerita! E’ sempre venuta prima lei! VINCENZO – Antonio ma tu ogni tanto ti guardi allo specchio? ANTONIO - Si…perché? VINCENZO - Ma chi te piglia…pe piacere ANTONIO -Ma che centra, e poi noi siamo carabinieri, e dobbiamo rispettare gli ordini e le regole prima di tutti! VINCENZO – Ma questa è un regola interna solo a noi, e poi non ho capito tu saresti cosi cattivo da dividere due persone che si vogliono bene? ANTONIO - Si! VINCENZO – Si? E che c’hai al posto del cuore nu bidè. ANTONIO – Eh…tengo o’ bidè! VINCENZO – (tornando alla sua scrivania) E allora chiama il comando e avverti che il carabiniere Merilli, si è fidanzato con una ragazza del paese. Diceva mia nonna, chi fa del male, sicuramente un giorno lo riceverà cento volte peggio… (Durante la battuta di Vincenzo Antonio prende la cornetta del telefono e compone il numero) ANTONIO – Senti è inutile che mi fai la predica io devo fare il mio dovere Milito per cortesia passami il comando generale. VINCENZO - Fai fai, non ti preoccupare, stai distruggendo soltanto un amore, ANTONIO – Il comando Generale?!si alza in piedi VINCENZO - Potevano sposarsi, avere dei bambini, essere felici per tutta la vita, invece grazie a te tutto questo non accadrà mai..a’ colpa è tua si nun se sposane…è tua

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ANTONIO – Scusate ho sbagliato numero. (riattacca) Ti avverto che se qualcuno lo viene a sapere la responsabilità è la tua. VINCENZO – Si nu te preoccupa! Grazie… (va da Antonio) e poi Antò se li fai lasciare, la pizza a noi chi ce lo porta?!Entra Giorgio Milito da sinistra GIORGIO – Minchia non ce la faccio più! VINCENZO - Che è successo Giorgio? Vincenzo si allontana dalla scrivania e va verso l’uscita di sinistra per vedere che cosa è successo e vede Parerella, allora torna indietro ed entra Parerella. VINCENZO - Nata vota Parerella PARERELLA - Che significa siamo chiusi? GIORGIO - La caserma riapre alle 16. PARERELLA - Ma perché c’avite orario? GIORGIO - Si, dalle 9 fino alle 13. PARERELLA – E io aspetto. si siede GIORGIO – Poi si chiude pausa pranzo. PARERELLA – Allora me ne vado. si alza e va verso l’uscita GIORGIO - E riapriamo dalle 16 fino alle 19. PARERELLA - Oh…a ffare una denuncia VINCENZO – Che deve denunciare? PARERELLA - L’orologio. VINCENZO – Parerè ma che c’ha ripensato? PARERELLA - E pecchè nu può essere? Giovane alle 16 eh? GIORGIO - Si si alle 16.

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PARERELLA – Fino alle 19? GIORGIO – Si, si fino alle 19. PARERELLA - Salutammu…re rivolto al brigadiere Parerella esce da sinistra. ANTONIO – E si domani che è domenica siamo chiusi. E’ vero? GIORGIO - Maresciallo almeno ci lascia in pace per qualche ora non è che è tanto. ANTONIO - Senti io ti ricordo che questa è una caserma non una salumeria… ti è chiaro o no? GIORGIO - Si mi è chiaro, ma quello li viene un giorno si e un giorno… ANTONIO - Qua non c’ è nessun ma, se Parerella viene un giorno si e un giorno no ci sarà un perchè… avete mai fatto un indagine seria? GIORGIO - Le prime volte Maresciallo, poi dopo s’è capito che non era il caso e non abbiamo più continuato. ANTONIO - Bravi, bravi ma dico io, vi siete mai chiesti il perché? GIORGIO – Il perché di che? ANTONIO – Perché purtroppo Parerella viene un giorno si e un giorno no? GIORGIO – Si. ANTONIO – E perché? GIORGIO - Perchè purtroppo è scemo. ANTONIO - Ah è scemo ma che dici?! VINCENZO - Antò c’ha ragione Giorgio, è na croce, non se ne può più, e na vota erano i Cazzettini, o’ cappiello, nata vota a sciarpa, poi il bastone, o cappotto, a cammisa, o gilè, a cravatta, e scarpe, i cazettini, a canottiera, e mutande… ANTONIO – E ho capito! Gli hanno rubato tutto il guardaroba!

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VINCENZO – Gli potevi dire che eravamo chiusi per ferie Giorgio ANTONIO – Si, e riapriamo dopo ferragosto! VINCENZO - Bravo, dopo ferragosto ANTONIO - Vincè, ma ti sei scimunito pure tu…la prossima volta che torna… GIORGIO – Torna, torna… quello alle quattro sta qua. ANTONIO - Ci penso io…nun te preoccupà… GIORGIO - Maresciallo mi scusi ho saputo che in paese è possibile che si rifugi un pericoloso latitante. ANTONIO – Ah si? E a te chi te l’ha detto? GIORGIO – Eh… e me l’hanno detto… ANTONIO – Scommetto il latitante è vero? GIORGIO – Si proprio lui, mi ha chiamato, il telefono squillava, e mi ricordo che mia madre urlava “Giorgio, rispondi al telefono” “mamma non posso” “Giorgio rispondi al telefono” “Mamma rispondi tu che non posso” “Giorgio ma che stai facendo” “Mamma mi…non mi stai facendo capire niente, sto guardando l’ultima puntata di Goldrek per piacere” “Giorgio rispondi a questa minchia di telefono se no vengo di la e rompo la televisione sulle corna che c’hai…” Minchia che palle, pronto chi è ? “Ciao sono il latitante” “Ah ciao come va tutto bene?” “Si tutto bene, senti ho saputo che mi state cercando?” “Bè se lo dici cosi, può essere!” “E va bè allora io mi nascondo” “Ecco bravo nasconditi” ANTONIO – Milito fai poco lo spiritoso hai capito? Allora dimmi chi te l’ha detto?! GIORGIO - Non mi ricordo! ANTONIO - Non ti ricordi eh? Sicuro che non te l’ha detto Moroni? GIORGIO - Mi sfugge ANTONIO - Ti sfugge…chillu cretino e io che mi sono pure raccomandato Moroni ti do una notizia riservata, riservatissima top secret! VINCENZO – Anto’ se è pe questo lo sapevo pure io.

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ANTONIO – Pure tu?! GIORGIO – E pure Merilli… VINCENZO – Don Ciro il parroco… GIORGIO – Saro il tabaccaio… VINCENZO –Turi il macellaio… GIORGIO – Totò il fruttivendolo… VINCENZO – Gaetano il barbiere… GIORGIO – Nitto il calzolaio… VINCENZO – Pippo o ricchione… GIORGIO – Ciccio il meccanico… VINCENZO – No Ciccio è morto… GIORGIO – Ah è morto Ciccio? Minchia mi dispiace… ANTONIO – Pure a me peccato non l’ha saputo per poco… VINCENZO – Pure Parerella… ANTONIO - Pure Parerella?!... E scusate Nino il vigile lo sa? GIORGIO – Non lo so…ma che faccio glielo vado a dire? ANTONIO –E certo e tu ancora qua stai? GIORGIO - Perché appunto dicevo lo sanno tutti e non lo sa soltanto Nino il vigile? ANTONIO – Chille veramente va…ma aro’ vaje imbecille?! (gli tira dietro l’agenda, entra Parerella con l’agenda in mano) PARERELLA – Minchia a mumento in testa mi pigliava, cosi si fa? farfuglia un po di parole…alle sedi…ci! . Esce da sinistra

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ANTONIO - Questa non è una caserma è un salotto! Pettegole! si gira verso lo schedario e è di spalle a proposito avete saputo che Michelino ‘o pasticcere VINCENZO - Che re? ANTONIO - Tene e’ corna! VINCENZO – Tu lo sapevi? GIORGIO – No. VINCENZO – Ua c’è sfuggito. GIORGIO - Maresciallo mi posso interessare alla cosa? ANTONIO – Alle corna? GIORGIO – Al latitante. ANTONIO –Ah Milito cu stu latitante…piuttosto il permesso di caccia di Balestrieri o’ farmacista l’hai fatto? GIORGIO – Non ancora.. ANTONIO – E muoviti! Che quello ogni giorno che mi vede, mi scoccia… o’ latitante…Tocca la bandiera uscendo. Ah un’ altra cosa, la bandiera, va stirata tutti i giorni! VINCENZO – Ed ho fatto il verde GIORGIO - Io ho fatto il rosso ANTONIO– E mettetevi d’accordo a chi adda stirà o’ bianche! Si inizia a sentire in lontananza la processione del funerale Antonio esce da sinistra. Giorgio viene avanti. GIORGIO – Minchia Vincè io non ce la faccio più… è morto sto paese non succede mai niente…quanto mi piacerebbe un bel assassinio. (pausa) Posso ammazzare a Parerella. VINCENZO – Eh? Noi dovremmo essere contenti che stiamo nell’unico posto su quest’Isola, dove non succedono certe cose. Raggiungendo Giorgio

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GIORGIO – Un altro funerale. Chi è morto lo sai? VINCENZO – Come…eh…ah Titina…ti ricordi di Titina? GIORGIO - Si… VINCENZO - 98 anni a’ campato GIORGIO – Vincenzo io vorrei stare a Palermo, lì si che c’è movimento, casino… Entra Antonio da sinistra VINCENZO - Tu non sai nemmeno di che parli. GIORGIO - E invece certo che lo so, solo che a forza di stare qui ma a furia di stare qui mi sono dimenticato di come si fa il carabiniere. VINCENZO - Non ti preoccupare prima o poi ti trasferiscono e andrai a fare quello che ti piace. GIORGIO - L’unico arresto che ho fatto è stato il ladro di galline… te lo ricordi? Vincenzo Ride ANTONIO - E chi se lo dimentica… venne qua sembrava che avesse catturato Riina VINCENZO - E invece Antò il ladro… era a’ volpe!Vincenzo e Antonio ridono.Si interrompe la marcia funebre. ANTONIO - Bello arresto complimenti, c’hai messo pure le manette alla volpe? GIORGIO - Ridete, ridete, tanto un giorno io a quello li lo catturerò… ANTONIO - Uè Riina allora sto permesso di caccia di Balestrieri? GIORGIO – (uscendo da destra) Minchia che palle… ANTONIO – Milito sempre cu sta Minchia. Tiene a freno quella lingua!E Cerca di non essere scurrile! (piano) E che cazzo.Intanto Vincenzo è con le gambe sulla scrivania e il telefono in mano. VINCENZO – Antò mi schiacci lo zero?

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ANTONIO - Come no a disposizione VINCENZO - Pure l’8! ANTONIO - Non lo so che vuoi pure un caffè? VINCENZO - No una birra fresca ANTONIO - E come la vuoi sta birra, chiara, doppio malto, scura VINCENZO Sbadigliando - Chiara, doppio malto e scura… ANTONIO - Tutte e tre! E je e’ piglie tutte e tre e te chiave ‘nfaccia! Ma che stai facendo? VINCENZO - Mamma, uè come stai? ANTONIO - Ma chi è mammina? VINCENZO - Eh..si si ANTONIO - E salutammella a’ mammina VINCENZO - Mamma ti saluta Antonio, no Anto…è o’ curte! ANTONIO - Uè ma che staje facenne? gli attacca il telefono VINCENZO - Stavo parlando con mammina! ANTONIO - E ppe chiammà a ‘ mammina e a’ mettere e piere ncoppa a’ scrivania? VINCENZO- E stavo più comodo ANTONIO - Leva i piedi da qua sopra VINCENZO – Uh Antò tu ffà accussi te fai venì un infarto! ANTONIO – No, l’infarto me lo fate venì voi. Mettiti a posto li sopra indicando la scrivania del brigadiere VINCENZO - Questa è la scirvania mia e faccio quello che voglio,Rientra Milito da destra. tu mo fai cosi perché deve arrivare il nuovo tenente, va bè che è un rompicoglioni indica senza volere Antonio

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GIORGIO – Minchia un altro rompicoglioni.(Indica volontariamente il maresciallo) ANTONIO – (sospettoso) Ma pecchè chi sarebbe quell’altro rompicoglioni? VINCENZO – No, era così per dire un altro rompicoglioni. (Lo indica nuovamente) ANTONIO - Ne ma pecchè indicate sempre a me? VINCENZO - Ma mica indichiamo a te.lo indica nuovamente GIORGIO - Si gesticola…continua ad indicarlo VINCENZO - E’ un’abitudine…lo indica di nuovo ANTONIO - E tieni l’abitudine ‘nguolle a’ me! rivolgendosi a Giorgio fammi vedere sto permesso di caccia guarda i documenti ma che significa non hai fatto niente. GIORGIO – Io sono contro la caccia… quei poveri uccellini sono essere umani anche loro. (lo dice in siciliano stretto) VINCENZO – Giusto! ANTONIO – Ma che ha detto? VINCENZO – Non lo so! ANTONIO – E che dice a ffa giusto? Senti che hai detto? GIORGIO -Ho detto che io sono contro la caccia e quei poveri uccellini sono essere umani anche loro. ANTONIO – (a Vincenzo) Sta scherzando? (a Giorgio) Stai scherzando? GIORGIO – No. ANTONIO – A parte il fatto che so bestie! Come a te… non la vuoi fare va buò nun te preoccupà… Vincè sbrigammella tu sta pratica… (a Vincenzo) hai capito c’abbiamo l’obbiettore di coscienza degli uccellini…ce hanne mannate o’ carabiniere ro’ WWF Vincenzo prende la cartellina che gli passa Milito e la va a posare sulla scrivania di Antonio e poi torna a sedersi sulla sua scrivania . ANTONIO - Che re’ Vincè che è successo?

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VINCENZO – Non Antò non me la sento… ma perché devo essere complice tuo, di questo grande sterminio ANTONIO - Ma che stamme facenne na guerra? VINCENZO - Giorgio, c’ha ragione ammazzare sti poveri uccellini… pure loro hanno diritto di vivere…, sei caino e malvagio, malvagio e caino. ANTONIO - Io so’ caino e malvaggio? Milito chiamami a Moroni GIORGIO – Urlando Moroni aè…spicciati che ti vuole il maresciallo! Il maresciallo si alza e lo imita. ANTONIO – Moroni mo che viene accatta quatte paje e’ cazettini e doje paje e’ mutanne! Ma che stai al mercato? Ma che urli? Ma con chi ho a che fare?! REMO - Eccome marescià m’ha fatto chiamà? ANTONIO – Tiè pigliati sta pratica! Il farmacista vuole ammazzare gli uccelini? E noi gli facciamo ammazzare gli uccellini! REMO – Che gliè dovemo fa ammazzà? ANTONIO – Gli uccellini! Il farmacista è un assassino! Pigliate sta pratica! Moroni prende la pratica. Moroni hai pulito tutto?! REMO - Si Maresciallo. ANTONIO - Bravo REMO - Grazie ANTONIO – Hai passato pure il folletto? REMO - Si ho passato pure er folletto…ma come mai oggi marescià c‘ha tutte ste fregole? ANTONIO - Ma allora quando io parlo cca nisciune me sente?…Oggi arriva il nuovo tenente! REMO - No… n’artro rompicoglioni!Indica di nuovo il maresciallo ANTONIO- Uè Moroni pure tu! Ma pecchè indicate sempre a me?!

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GIORGIO – E’ che si gesticola. ANTONIO – Tu nun gesticolà troppe o se no te manno a ffa o’ vigile! Ridono tutti. Milito e Vincenzo si siedono, Remo rimane in piedi vicino a loro. ANTONIO - Ridete, ridete… prendetevi giuoco di me… ma arriverà il giorno che io starò dietro quella scrivania, anche io potrò si siede, assaporare il gusto del comando, ordine, disciplina, rispetto! Si alza Tenente Antonino Chicherchia? Presente!I tre lo guardano interrogativamente. VINCENZO - Maronna farfugliando REMO - Annamo bene farfugliando ANTONIO – Uè ho detto presente! VINCENZO – Ma non ho capito che ci dobbiamo alzà? ANTONIO - E certo! VINCENZO - Giorgio fa na cosa fallo contento aizete! GIORGIO - Ma veramente?! REMO - Giorgio famo sta co… ANTONIO – No, se avite fa accussi nun o‘ facite! Tutti a soggetto TUTTI – No, no, no… lo facciamo, lo facciamo ANTONIO – Allora facciamo una cosa, facciamo una cosa fatta per bene, voi fate finta che state lavorando, io rientro, così ci alleniamo avete capì? VINCENZO - Ma finta di che? ANTONIO - Ma tanto vuje facite sempe finta e’ faticà! Antonio esce da destra i carabinieri iniziano a recitare REMO - Brigadiere?…la denunzia

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VINCENZO - Grazie Entra il maresciallo con aria tronfia interpretando la parte del tenente, i tre carabinieri stanno al gioco, oramai sconsolati, si alzano tutti e tre in piedi sull’attenti, pronti per il saluto ANTONIO – Tenente Antonino Chichierchia, presente! Tutti e tre fanno il saluto al maresciallo. “presente!” ANTONIO – Comodi, comodi VINCENZO - Sta ‘nguaiate! REMO - Me cojoni REMO – Signor tenente? ANTONIO – fiero Si? REMO - Le posso chiede na cosa? ANTONIO – Dimmi figliolo. REMO -A giugno mi sorella se sposa. ANTONIO – Felicitazioni. (gli stringe la mano) REMO - E grazie marecià ma me sa che nu m’ha capito, dicevo, a giugno mi sorella se sposa. ANTONIO - E quindi c‘aggia fa? REMO -Come c’aggia fa?! Volevo qualche giorno di permesso in più per andare a Roma… per il matrimonio…Interviene Vincenzo che intanto è indaffarato con alcune pratiche VINCENZO - E qual è il problema…pigliati pure na settimana. ANTONIO - Uè, ma qua settimana questo già s’è pigliato tre giorni! REMO – Marescia’ ma tre giorni so’ solo de treno. GIORGIO - Va bè pigliatene altri tre.

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VINCENZO – Pigliatelle! ANTONIO –Moroni ma pigliate pure nu mese REMO - Ma si! ANTONIO - Ma si che ce ne fotte eh! VINCENZO - Bravo te vaje a ffa due bagni ad ostia ANTONIO - Uè ma che re sto bordello! Silenzio qua decido io! Moroni va bene per gli altri tre giorni… a patto che mi fai il solito piacere. REMO - Ecco qua gliel’ho già fatto (e gli consegna la ricevuta del lotto) Marescià co’ rispetto ma pe me lei i sordi li sta a buttà. ANTONIO – Tu non ti preoccupare i soldi sono i miei e poi è solo una questione di probabilità… prima o poi questi numeri usciranno e la mia vita cambierà. REMO - E come no… (a Vincenzo) so tre anni che i vado a giocà je ne fosse uscito uno. VINCENZO - Tu perché lo conosci da tre anni… ma ti posso assicurare che gli anni sono molti di più ANTONIO - Tu fatte e fatti tuoje… vedrai che dea bendata prima o poi farà visita anche a casa mia. REMO – Se, sai le capocciate che da? VINCENZO – (a Giorgio e Remo) Oh è stato l’unico a non giocare i numeri il giorno che gli è morto il nonno. Hanno vinto tutti…e lui ancora qua a fa il carabiniere. ANTONIO – Viciè?! VINCENZO - (a Antonio) Ma ti sei mai chiesto perché te non vinci mai? REMO – E perché se gioca sempre i stessi numeri. ANTONIO - Ma tu che ne capisci tu? Mio nonno per 50 anni ha giocato sempre gli stessi numeri! REMO – Davero?

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ANTONIO - Si REMO - E che ha vinto? ANTONIO – Niente è morto prima! Ma che centra quello mio nonno me lo diceva “uagliù fortuna adiuvat perseverantes”. TUTTI E TRE – Eh??? ANTONIO – La fortuna aiuta chi persevera. TUTTI – Ah.. ANTONIO – E’ Greco, ignoranti! Squilla il telefono. Antonio risponde. ANTONIO – Pronto?Cambio luci, si sentono voci di due persone che parlano al telefono Intanto i carabinieri durante tutta la chiamata, svolgono le loro funzioni d’ufficio, Remo porta un documento sulla scrivania del maresciallo ed esce a destra, Giorgio dopo un po si fa firmare un documento dal maresciallo e ritorna a sedersi, Vincenzo anch’egli va dal maresciallo e si fa firmare un documento ritornando alla sua scrivania VOCE 1 – Compare come va? VOCE 2 – Tutto a posto e tu? VOCE 1 - Tutto bene, i soliti problemi mia moglie, i picciriddi, mia suocera. VOCE 2 -E va bè che ci vuoi fare, questa vita ce la siamo scelti noi… VOCE1 - Senti ti chiamavo per una questione da risolvere, mi dpvresti fare un piacere. VOCE 2 - Dimmi tutto… VOCE 1 – C’è quel tipo là… quello. VOCE 2 - Ho capito e allora? VOCE 1 - Dato che ha iniziato a scassare la minchia…stavo pensando se qualcuno di voi là poteva risolvere il problema. Che te ne pare? VOCE 2 -No, no… qui nella capitale non ci possiamo muovere… facciamo una cosa, ve lo

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mandiamo giù da voi e… mi stai capendo? VOCE 1 - Che figlio di puttana i rompicoglioni tutti qui ce li mandi… VOCE 2 - ti sto facendo un piacere VOCE 1 - Si, si il piacere ce lo facciamo…tanto quello scassa la minchia già da troppo tempo. VOCE 2 – A chi lo dici…e allora? VOCE 1 – E allora mandamelo qua che io intanto mi organizzo. VOCE 2 - Va bene… ora ti devo lasciare, ciao ci andiamo sentendo. VOCE 1 – Va bene, e vienici a trovare che ci fa piacere, ti vieni a fare due bagni. VOCE 2 - Appena mi libero vengo. Salutami tua moglie e dagli un bacio ai picciriddi. VOCE 1 – Ricambio. VOCE 2 – Ti ho salutato. VOCE 1 – Avanti ciao.Cambio luci, piazzato ANTONIO – No, no il tenente non è ancora arrivato… si, si, vi avvisiamo noi. (attacca il telefono) arrivederci REMO -A regà stavo a penza na cosetta de lla, ma sto novo tenente ce serviva davvero VINCENZO - Perché? REMO - Come perché? Ma c’avemo sto Marescialletto che tiè è n’omino de na certa classe ANTONIO – Grazie Remo… GIORGIO – Giusto ma a che serve sto Tenente, basta lei maresciallo a mantenere l’ordine… REMO – Bravo Giorgiè è quello che glie dico da na vita lei così ligio al dovere, retto, onesto… GIORGIO - Sensibile alle problematiche altrui… REMO – Maresciallè grazie per i venti giorni de licenza.

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ANTONIO - Remo non esagerà i giorni erano sei tre più tre!Entra il Tenente da sinistra nessuno lo vede entrare. Parerella lo segue. REMO – Coerente… GIORGIO – Coraggioso… REMO – Furbo… ANTONIO – Grazie ragazzi… grazie… (pausa) io però aggiungerei anche… scaltro… VINCENZO – Signor Tenente buongiorno! Attenti! ANTONIO - (Ancora girato di spalle) Comodo, comodo, Brigadiere D’ Onofrio VINCENZO – Aggiè ditte signor Tenente buongiorno! Attenti! ANTONIO – Vincenzo che burlone che sei… ti prendi giuoco di me… Antonio si gira vede il tenente che resta impassibile ANTONIO – (terrorizzato) Signor Tenente, buongiorno. Attenti! Maresciallo Antonino Chicherchia. TENENTE - Comodi, comodi Il tenente si volta e vede Parerella che con calmasi allontana. PARERELLA - Comodi comodi…come? ANTONIO - Riposo I carabinieri stanno sul riposo PARERELLA -Riposo! tutti lo guardano inizia a inscenare un balletto in mezzo a tutti carabinieri, il tenente lo guarda allibito, Parerella si avvia verso l’uscita, a sinistra salutando PARERELLA - Cci! TENENTE – Ma chi è?rivolto ai tre carabinieri i quali indicano a loro volta il maresciallo TUTTI E TRE – E’ amico suo ANTONIO – E’ amico nostro, Parerella, un uomo del paese, ogni tanto ci viene a trovare.

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TENENTE - Bene Maresciallo ho avuto già il piacere di conoscerla, coerente, coraggioso, furbo e com’era…scaltro! ANTONIO – Ah si, si Scaltrissimo TENENTE – Maresciallo? ANTONIO - Chichierchia TENENTE - Come? ANTONIO – Chichierchia! TENENTE – (a Vincenzo) Chichierchia? REMO - Chichierchia! VINCENZO - Signor Tenente, il maresciallo l’ha provato a cambiarlo all’anagrafe ma nun l’hanne capite manco la! TENENTE – Bene maresciallo…eh..sono tutti qui gli uomini? GIORGIO - Signor Tenente manca solo il carabiniere Merilli. TENENTE - E allora forza, chiamatemi questo Merilli. Giorgio sta per andare REMO - (grida) A Merilli annamo un po’ che è arrivato er tenente! TENENTE - Lei come si chiama? REMO - Carabiniere Remo Moroni. TENENTE - Moroni, ha ben presente il luogo dove si trova? REMO - Si signor tenente TENENTE - E’ un mercato forse? REMO - No, signor Tenente-

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TENENTE - Ah, allora visto che lo sa, lei rimarrà in consegna per 2 giorni. REMO - Signor Tenente come 2 giorni? TENENTE - Vogliamo fare 3? . Entra Merilli da destra con il grembiule da cucina. MERILLI – Eccomi! Signor Tenente me scusi! Carabiniere Francesco Merilli ero in cucina a preparà lo pranzo. Il tenente si accorge del grembiule ANTONIO – Il carabiniere Merilli? Vedesse che cuoco! Uno choffeur di prima categoria! TENENTE - Uno chouffere? ANTONIO - Si uno che cucina, è un francesismo TENENTE - Lo sapeva che arrivavo? MERILLI – E fregate ho preparato pasta e facioli. TENENTE - Un altro francesismo? ANTONIO - Questo è più un burinismo TENENTE - Merilli 2 giorni di consegna anche per lei. MERILLI – Ma che non glie piace pasta e facioli.Il tenente lo guarda in silenzio. MERILLI - Manco du spuntature c‘ho messo tanto amore a falle TENENTE - Bene, abbiamo finito? Allora signori arriviamo al dunque io sono il tenente Nannarelli sono stato assegnato a questa caserma causa operazione delicata… anzi a questo proposito vi do una notizia riservatissima. Al comando è arrivata comunicazione che in questo paese potrebbe nascondersi un noto latitante di cosa nostra.tutti e quattro i carabinieri girano la testa verso il maresciallo guardandolo, il maresciallo sentitosi osservato, guarda in aria TENENTE - Maresciallo lei ne sa qualche cosa? ANTONIO – No, no, signor tenente!

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TENENTE – (ai carabinieri) E voi? TUTTI – No signor tenente! FRANCESCO - Ci giunge nuova! TENENTE - Bene, allora immagino che capirete che d’ora in poi ci sarà bisogno della massima attenzione, non bisognerà fidarsi più di nessuno. Il nostro sarà un lavoro scrupoloso e anche assai rischioso, quindi pretendo da tutti voi il massimo impegno. Ci siamo capiti? TUTTI mettendosi sugli attenti - Signor si, signor Tenente TENENTE - Bene, adesso fuori tutti TUTTI - Signor Tenente salutando Tutti escono TENENTE - Maresciallo per cortesia lei resti. Antonio torna indietro. Il tenente s’accende un sigaro. TENENTE – Allora vole…si accorge che Giorgio non è uscito ed è rimasto sugli attenti Lei che cosa ci fa ancora qua? GIORGIO - Signor Tenente non vorrei disubbidire subito al primo ordine, ma vorrei partecipare alle indagini sul latitante. TENENTE - Come si chiama?- GIORGIO - Appuntato Milito Giorgio signore…quanti? TENENTE - Quanti cosa?- GIORGIO - Giorni di consegna signore l’ha dati a tutti manco solo io. TENENTE - Li vuole? GIORGIO – Decida lei signore TENENTE - Per lei… nessun giorno di consegna. Vada vada.. GIORGIO - Signor Tenente, maresciallo

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TENENTE - Appuntato GIORGIO - Si signor Tenente? TENENTE - Mi complimento per il suo zelo… GIORGIO – Grazie signor Tenente Giorgio esce da destra. Intanto il tenente fuma il sigaro si avvicina al maresciallo TENENTE – Dà fastidio? ANTONIO – No, no! TENENTE – Lei fuma? ANTONIO – No, no ma mi piacerebbe tantissimo Signor Tenente TENENTE – Bravo maresciallo, bravo, bene Chicerca... ANTONIO - Trova TENENTE - No maresciallo, Chicerca . ANTONIO - Io veramente non cerco a nessuno. TENENTE – Maresciallo il suo cognome?! ANTONIO – Chicherchia, maresciallo Antonino Chicherchia. TENENTE –Bene maresciallo, come vuole lei, quella pasta e fagioli e spuntature ANTONIO - Non vi piacciono? TENENTE - No, no mi piacciono me le faccia mettere da parte. ANTONIO – Ah come no, non si preoccupi TENENTE - Mi raccomando però eh? Che nessuno sappia niente. ANTONIO – Non si preoccupi, dirò che sono per me

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TENENTE - Che cosa? ANTONIO - Pasta e fagioli e spuntature TENENTE - Si, ma sono per me eh! Non si permetta di toccarle! ANTONIO - Ma a’ me manco me piacciono TENENTE – Bene maresciallo dov’è il mio ufficio? ANTONIO – Da questa parte, venga. Merilli pasta e fagioli spuntature mettili da parte sono per me, ma in realtà sono per il tenente ma nun ciò dicimme però! Il tenente prende le sue cose e sconsolato lo segue. Musica. Viene illuminato solo il proscenio Sara entra in proscenio da destra ha un passo svelto, seguita da Merilli. Stanno litigando. FRANCESCO – Sara, Sara oh! Sarè io non ce la faccio più a corrette dietro, me devi spiega che hai fatto? SARA – Francesco sono preoccupata. FRANCESCO - Ma de che? SARA - Ne parla tutta l’Isola! FRANCESCO - Fresca! Tutti a parlà del matrimonio nostro?! SARA - Matrimonio? Ma quale matrimonio… Ieri mattina mio padre ha incontrato Passalacqua… FRANCESCO - Quello del supermercato?! SARA – Si, gli ha raccontato una cosa che gli ha detto un suo amico… FRANCESCO – Quale cosa Sarè? SARA - Parlava di pizzo. FRANCESCO - Passalacqua ti ha chiesto il pizzo? SARA - Ma secondo te passalaqua mi chiedeva il pizzo? Il pizzo lo stanno chiedendo nel paese qua vicino, a tutti… Francesco quelli arriveranno anche qui! E tu lo sai com’è fatto papà…non

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ha paura di nessuno FRANCESCO – M’hai fatto preoccupà, aò Sarè Ma qua ce stamo noi no?... stai tranquilla…Lo dovessi da vedè il nuovo tenente, c’ha uno sguardo, un temperamento che te fa capì che non c’ha paura de niente e de nessuno…ecco e mo che ce penzo, c’ha pure un altro vizio che appena che te vede te regala li giorni proprio…cosi…e siccome è una persona molto presente Sarè…è il caso che te ne vai…o si no si ce vede addio matrimonio SARA - Cosa? Non dirlo neanche per scherzo! Ho già tutto il corredo! Solo voi…vigili FRANCESCO - Oh ma quali vigili?! Io so un carabiniere sa! SARA - Va bè carabinieri avete una legge così stupida! gli passa davanti e va verso sinistra, Merilli le blocca un braccio e la fa girare FRANCESCO - Non offendere l’istituzione che un giorno darà a te e ai nostri figli il pane quotidiano. SARA - E secondo te io rimarrò in casa a fare la mammina a tempo pieno? FRANCESCO – Perché nu te piace? SARA - Col cazzo! Intendiamoci Francesco che io avrò la mia libertà, il mio lavoro e la mia indipendenza economica capito? FRANCESCO - Ho capito ma non c’è bisogno che strilli e ti arrabbi in mezzo alla strada SARA – Sempre a vederci di nascosto, a inventarci finte denunce non ce la faccio più a vivere così! una piccola pausa, Franceso l’abbraccia da dietro FRANCESCO - Sarè tu c’hai ragione, mannaggia la miseriaccia, ma che vuoi che te dica? Bisogna avecce solo un po’ de pazienza… e poi guarda vedrai che con la mano del lo Signore tutto s’aggiusta…guradame un po’…è che io te voglio tanto bene SARA – Anch’io te ne voglio tanto. Morirei se ti trasferissero. FRANCESCO – A chi lo dici. SARA - Lo sai che verrei pure con te, ma con papà in quelle condizioni, non lo posso lasciare qui da solo. FRANCESCO - E allora famo una cosa dai, nnamo a casa piamo papà e partimo tutte e tre

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insieme eh? SARA- France, papà muore se lo porti via da qui…io ho paura Francesco abbraccia Sara FRANCESCO – Ma come fai ad avecce paura con un carabiniere così vicino a te? Carabiniere Merilli, attenti. Signorsì signor tenente. Carabiniere Merilli, baci la signorina Sara. Con piacere signor tenente. Si baciano. Entrano da destra prima Vincenzo e poi Remo. Vincenzo entra indicandoli e mordendosi la mano in segno di rabbia VINCENZO – Guarda a sti duje Remo?! REMO -Tiè anvedì come glie sta a da…daje Merilli! VNCENZO – (sottovoce) Francè! Francè! REMO - Francè! VINCENZO –Uè ma che vi siete azzeccati? Merilli e Sara si accorgono della presenza dei colleghi VINCENZO – Che stavate facendo eh?! REMO – Stavano a litigà! (ride) FRANCESCO – Brigadiè mi scusi. SARA – Ma che fai gli chiedi pure scusa…Se io ho voglia di vedere Francesco qual è il problema? VINCENZO – le fa il verso …“Qual è il problema”…se lo vengono a sapere al comando generale di voi due… REMO - Addio matrimonio. SARA - Col cazzo! REMO - Delicatissima VINCENZO – Ma allora cercate di stare attenti vi vedete cosi tutte e due in mezzo al..

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REMO - In mezzo alla strada.. VINCENZO - Eh eh…e poi tutte e due a… REMO - A pomicià VINCENZO - …E poi non l’ho capito, trovatevi un posto, qualcosa che… REMO - E’ vero Francè, trovateve na fratta VINCENZO - E te staje zitte o no e tutto o‘ tiempe arrete a recchia tu tu tu tu…accussì?! REMO - Va bè te volevo fa da spalla… VINCENZO - Ma che spalla?!ma che simme Gianni e Pinotto che me fai da spalla?!qua stiamo lavorando, devi stare zitto…e pure tu se ti vede il tenente che faccimmè e’ tarantelle? SARA - Io non capisco se un se un carabiniere mi vuole bene, qual’ è il problema?! VINCENZO –E allora si scema Sara, so quattro anni che ripetiamo sempre le stesse cose…c’è una legge e come tutte le leggi deve essere rispettata! REMO – Bravo a Sarè è come quando vado a giocà i numeri al maresciallo e lui perde sempre è na legge. VINCENZO - Mo che c’azzecca o’ maresciallo inta a sta situazione!? REMO - Volevo sdrammatizzà VINCENZO - Allora non hai capito niente?…tu devi stare zitto…io vado avanti e tu mi segui, io parlo e tu ascolti REMO - E allora gira da solo… VINCENZO - Ma che stamme facendo il duo comico del paese Remo! Qui stiamo lavorando…andiamocene in caserma… REMO - E dai Vincè, falli salutà… VINCENZO - Maronna mia, guarda a chiste guarda guarda je! FRANCESCO -No questa è la prima cosa buona che dice…sa che è…è da un sacco de tempo che non ce vediamo, giusto il tempo de dacce un salutino…

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VINCENZO - Un sacco de tempo? porta Francesco in disparte France ma da quanto tempo tu e Sara… FRANCESCO - Gliel’ho detto un sacco de tempo VINCENZO - E fammi capire più o meno? FRANCESCO - E che saranno, un paio d’ore? VINCENZO - Ja Francè fai una cosa veloce, veloce e non ti far vedere da nessuno, c’è il maresciallo che gira eh? Andiamo Remo, ciao Sara… REMO – Ao me raccomando…rapidi…tacci tua ao…Vincenzo e Remo escono da sinistra. FRANCESCO – C’ ha sempre voglia de scherzà… dai Sarè per favore non puoi fa sempre sta faccia…poi l’hai intesa pure da sola, quella è una legge…tutte le leggi devono essere rispettate, lo capisci o no?infatti no, pure prima il tenente aveva dato proprio un ordine, come fosse una legge si avvicina guardingo , cerca di rifare il giochetto crabiniere Merilli, carabiniere Merilli, eh..aribaci la signorina Sara SARA - Ma va va… Sara guarda Francesco e infastidita va via Francesco la segue lamentandosi FRANCESCO - Ma no Sarè aspetta… Escono Giorgio in scena. Si gira di spalle getta il cappello e comincia il monologo del mafioso. Cambio luci. Musica. GIORGIO - IO uomo, l’uomo per sua natura è egoista, in cosa nostra non puoi esserlo, no, devi essere altruista, non avrei mai potuto fare una cosa del genere, non avrei mai potuto tradirlo, bisognava dirgli tutto, e se gli dicevi una bugia t’incaprettavano.La mafia è la mia casa, la mia assicurazione, la mia felicità… la mafia non esiste, che cos’é?....è niente, è niente…è polvere, è fantasia…noi siamo una famiglia… e in famiglia non si tradisce il padre… mafia… ma che minchiata!Sparo. buioCaserma. ANTONIO – Te l’avevo detto che se succedeva qualcosa la responsabilità era tua!Entrando da sinistra. Vincenzo è già seduto alla sua scrivania. VINCENZO – Ma perché che è successo?

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ANTONIO – Sara e Francesco stavano qua fuori, si stavano baciando… VINCENZO – Ma quando mai? ANTONIO – Li ho visti io... VINCENZO – E’ impossibile! ANTONIO – E pecchè? VINCENZO – Perché si sono lasciati ANTONIO – E si vede che hanno fatto pace si baciavano li ho visti io! Parevano duje purpi.Entrano Giorgio, Sara e Francesco da sinistra. GIORGIO – Maresciallo, Francesco e Sara. ANTONIO – Eccoli Giulietta e Romeo… ANTONIO – Purtroppo mi dispiace ma mi vedo costretto. Adesso farò un bel rapportino al tenente. SARA - Che cosa fa lei? ANTONIO - Un bel rapportino al tenente. VINCENZO - Col cazzo! ANTONIO - Vincè ma che dici?! VINCENZO – No tanto l’avrebbe detto lei… nu te preoccupà! SARA - Maresciallo le conviene farsi i fatti suoi perché io e Francesco ci sposeremo e inizia ad urlare non ci sarà nessuno,maresciallo capitano e tenente che ce lo potrà impedire. Provi a fare quello che ha detto e se ne pentirà. Stia attento maresciallo, stia attento. Francesco la porta via dal maresciallo quasi con la forza VINCENZO – Anto’ e statte accorte? ANTONIO – Ma perché che fa? VINCENZO – Non lo so ma una che fa accussi a me me fa paura!

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ANTONIO – Che fa minaccia?! FRANCESCO – Ma quale minaccia, scherza! VINCENZO – Ma quale minaccia, stiamo giocando Antò! Dobbiamo festeggiare il fidanzamento di Sara e Francesco. Remo, Remo… Entra Remo da destra in cannottiera e schiuma da barba con l’asciugamano sulla spalla REMO – Eccolo! VINCENZO - Remo vai a prendere una di quelle bottiglie giù in cantina REMO – Ma quali? Quelle di quello che non gli abbiamo fatto la multa… VINCENZO – Statte zitte…! ANTONIO – Ma che state dicendo? REMO – Na cosa fantastica poi ve la racconto!Remo esce da destra. VINCENZO – Statte zitto! Si, vai, vai! Cosa e’ niente…qui dobbiamo festeggiare facciamo un applauso al matrimonio di Sara e Francesco tutti appluadono ANTONIO – Uè ma che applaudite, ma che stiamo al teatro? La situazione è grave! Io devo fare mio dovere! Siamo carabinieri! Entra il tenente GIORGIO - Signor Tenente Si mettono tutti sull’attenti TENENTE – Comodi, comodi…Buongiorno…si avvia verso l’uscita di destra, si ferma un attimo guarda la ragazza, e poi esce, i carabineiri tutti insieme, invitanto sotto voce Sara ad uscire, ma improvvisamente il tenente ritorna signorina? SARA – Sara. TENENTE –Ah si… la panettiera. Buona la pizza SARA - Grazie

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TENENTE -Posso fare qualcosa per lei? SARA- No la ringrazio, il maresciallo ha già fatto tutto quello che c’era da fare. TENENTE – Bene… e posso sapere maresciallo il motivo per il quale la signorina Sara è qua in caserma? ANTONIO – Dice a me? TENENTE - Lei è maresciallo? ANTONIO – Si, si sono io! TENENTE – E allora? ANTONIO – Ecco… allora… la signorina è venuta qua perché, perché…glie lo dice il brigadiere VINCENZO - Dice a me? ANTONIO - Tu sei il brigadiere VINCENZO – Si si, sono io… eh… la signorina è venuta qui…perché…doveva fare una denuncia. TENENTE - Una denuncia Milito? MILITO – Si signor tenente. TENENTE - Ed è successo qualcosa di grave… Merilli? FRANCESCO - Eh? Fregate signor Tenente una cosa molto grave. TENENTE – Molto grave? E che cosa, D‘ Onofrio? VINCENZO - Fra se e se- A me chella cchiù difficile…la signorina Sara e piangeva, piangeva, e noi l’abbiamo consolata, consolata ed è venuta qui perché…perché… ha perso un cane. ANTONIO - O’ cane!? TENENTE– (al maresciallo) Un cane? (al maresciallo) E cosa c’entra denunciare da noi lo smarrimento di un cane? Ci sono i canili… siamo un canile noi?! VINCENZO - Rispondi al signor Tenente!

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ANTONIO - No signor Tenente… TENENTE - E allora? GIORGIO - Perché non si tratta di una scomparsa tenente, ma di un rapimento! FRANCESCO – Un rapimento? SARA – Un rapimento? VINCENZO – Un rapimento? TENENTE – E lei maresciallo non lo dice? ANTONIO - Mo lo dico pure io… un rapimento? GIORGIO - Si, dato che la famiglia della signorina è benestante, e dato che questo Arturo… VINCENZO– Mo chi è Arturo? GIORGIO – Il cane… VINCENZO – Ah si o cane… io mi ero confuso…quello è un cagnolino piccolino, na zucculelle…nu chiuaua, schizza e zompa a destra e a sinistra ah ah ah…fra se e se ma che cazze sto dicenne?! GIORGIO – E Arturo per Sara è come un figlio, un fratello, un nipote, un cugino, uno zio, un nonno… VINCENZO - Giorgio abbiamo capito è un cane di famiglia. GIORGIO - E allora chi l’ha rapito vuole un riscatto. TENENTE – Un riscatto? Per un chiuaua… e chi l’ha sequestrato s’è fatto vivo? ANTONIO – No TUTTI - Si ANTONIO - Si, lo stiamo prendendo quel mascalzone…da un cazzotto sulla scrivaniamo che lo pigliamo fra se e se, toccandosi la mano maronna m’aggia accise!

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VINCENZO – Signor tenente non si preoccupi, noi faremo il massimo per assicurare alla giustizia l’autore o gli autori di questo deprecabile gesto. REMO – (off.) Auguri e fii maschi ale Remo entra da destra con la bottiglia festeggiando. Si inginocchia sul proscenio in direzione del pubblico REMO – ta ta ta ta REMO- Ve fracico a tutti a gran fii de na mignott si accorge del tenente. ah ah ah Vado a pià i bicchieri! Remo esce. TENENTE – (congedandola) Signorina come ha potuto vedere ora noi abbiamo molto da fare se ci saranno novità su Arturo…le faremo sapere…arrivederla. Guarda negli occhi il maresciallo, che non capendo saluta ANTONIO - Arrivederla signor Tenente TENENTE - Ma lei dove va! lo blocca immediatamente il maresciallo ritorna al suo posto ANTONIO - Scusate! TENENTE - Arrivederci signorina SARA - Arrivederci.Sara sta per uscire quando il tenente la chiama. TENENTE – Signorina un ultima domanda Sara si ferma. TENENTE – Lei è fidanzata? SARA – Io? giorgio da dientro gesticola dicendo di no SARA - Assolutamente no! TENENTE - Peccato, avrebbe potuto farsi consolare… se vuole la faccio scortare da uno dei miei…007(sorridendo) ha qualche preferenza? SARA – No grazie… TENENTE – Bene sono sicuro che non passerà molto tempo e lo troverà un fidanzato e Armando.

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Guardando sempre il maresciallo ANTONIO - Antonio! Il tenente allibito, lo guarda e quasi disperato porta le sue mani al viso ANTONIO - No, signor Tenente, io mi chiamo Antonino Chichierchia…no Arman…chi è stu Armando? TENENTE - Il cane?! FRANCESCO - Se chiama Arturo VINCENZO - E’ facile da confondere Aruturo con Armando, perché sono sempre nomi di cagnolini che…lo sguardo del tenente è fisso sul brigadiere me stoghe zitte signor Tenente Sara esce da sinistra. TENENTE - Arrivederci signorina SARA - Arrivederci Sara esce TENENTE – Fuori tutti! Escono tutti da sinistra. TENENTE – Maresciallo, Brigadiere voi restate!Gli altri escono resta il maresciallo e il brigadiere. Silenzio. TENENTE – Quello che è accaduto quest’oggi in questa caserma non deve più accadere. Intesi?! MARESCIALLO e VINCENZO – Signorsi Signo Tenente! TENENTE – Ed ora in poi, sarete voi due a riferirmi sul comportamento dei vostri uomini per evitare scene pietose e ridicole come queste di poco fa. D’accordo? ANTONIO - Signorsì. VINCENZO – Mi scusi Singor Tenente? TENENTE – Cosa? VINCENZO – Ma io non me la sento di…

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TENENTE – Di…? VINCENZO – Se ho bene capito io ed il maresciallo dobbiamo fare la spia?! TENENTE – Voi due fate quello che dico io…va bene? VINCENZO – No, signor Tenente! TENENTE – Con lei faremo i conti dopo, vada fuori Vincenzo rimane immobile guardando il tenente TENENTE – Ho detto fuori! VINCENZO – Signor tenente, maresciallo Il brigadiere esce da sinistra ANTONIO Con voce tremante - Brigadiere! TENENTE – Maresciallo il brigadiere Vincenzo è suo amico? ANTONIO – No, no lo conosco da poco singor Tenente Silenzio. TENENTE - Sicuro? ANTONIO - Abbiamo fatto le elementari, le scuole medie, quelle superiori ma niente di che… TENENTE - E all’asilo ANTONIO - No, all’asilo ancora nun o’ cunusceve! TENENTE - Maresciallo! ANTONIO - Ve lo giuro! TENENTE - Maresciallo io ho già avviato le pratiche per la segnalazione al comando generale, per una sua eventuale promozione… ANTONIO - Veramente?!

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TENENTE- Certo, se io invece venissi a sapere che lei mi sta nascondendo qualcosa, e lei mi sta nascondendo qualcosa mi costringerebbe a bloccare la segnalazione. ANTONIO - No, la segnalazione no…- TENENTE – Ma per chi mi avete preso…il cane, Arturo, la pizza… Avanti maresciallo perché quella ragazza era qua in caserma? ANTONIO - Parlerò, parlerò… le dirò tutto. E’ vero, la signorina Sara le ha detto una bugia. A questo punto alle spalle di Antonio sagomati da una luce appaiono i suoi quattro amici. VINCENZO - Ma che c’hai al posto del cuore nu bidè ANTONIO - La signorina Sara, non è era qua per la denuncia del cane. TENENTE - Lo immaginavo! REMO - A nfamone! ANTONIO - Lei è venuta qua perché…- GIORGIO - Stai distruggendo un amore per una promozione…minchia Bravo! TENENTE - Perché? ANTONIO - Perché… perché lei è la fidanzata con… FRANCESCO - Potevo essere felice insieme alla mia Saretta, grazie maresciallo. Stop alle sagome. TENENTE – Insomma! Con quale dei carabinieri la signorina Sara è fidanzata! ANTONIO - Con nessuno, signor Tenente. i quattro dietro spariscono Ritorna il piazzato ANTONIO - Ma le pare, signor Tenente, che se uno dei nostri ragazzi fosse fidanzato con una ragazza del paese, io non avrei fatto subito un esposto al comando? Mi spiace che lei abbia dubitato di me… mai avrei commesso una leggerezza simile. TENENTE - Ah, no? E allora qual è la verità?- ANTONIO – La verità? E’ che Sara è fidanzata con uno del paese, solo che il padre non vuole

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che lei frequenti lui, allora Sara s’è inventata il rapimento del cane, così il fidanzato lo ritrova, anche se poi il cane non è mai stato rapito, e così potrà entrare nelle grazie del suo futuro suocero… capisce? È un escamotage. TENENTE – Si ma allora perchè la ragazza era in caserma? ANTONIO -E’ giusto la signorina Sara è venuta qui perché…. ANTONIO - Posso avere un po’ di acqua? TENENTE - No! ANTONIO - Certo…è venuta qui…ah si… per avvertirci che il cane ce l’ha una sua amica, e che se poi suo padre passa per fare la denuncia, insomma, noi dobbiamo far finta di niente. Insomma è un altro escamotage! TENENTE – Maresciallo ma tutto ciò è assurdo! Noi siamo carabinieri e non un agenzia matrimoniale! Intanto Moroni appare alle spalle del tenente e del maresciallo e senza far rumore cerca di avviarsi verso l’uscita di sinistra ANTONIO - Si signor Tenente, ma… TENENTE - Niente ma e spero per lei maresciallo che m’abbia detto la verità. girandosi vede Moroni Moroni! Moroni!Il tenente insegue Moroni, che scappa, escono tutti e due da sinistra. ANTONIO - Mannaggia a me, ma dico io chi me l’ha fatto fare? io so nu fesso, io pensavo di…di…di fare che?...è vero sono un carabiniere e devo rispettare gli ordini, le regole, le leggi… ma le leggi non sono tutti uguali, questi sono i miei ragazzi, i miei amici e non posso tradire la loro fiducia… ma chi se ne fotte della promozione… comandare? comandare e non stare bene con la mia coscienza… addio comando della stazione…fa il saluto sta per uscire a sinistra, poi si volta verso destra e indicando l’ufficio del tenente che intanto rientra da sinistra Tanto fa pure schifo quella scrivania! Il maresciallo girandosi se lo ritrova faccia a faccia ANTONIO - Signor Tenente! Scappa verso destra il Tenente rimane sbalordito in scena. Buio. Musica. Fine primo atto Appare una donna vestita da festa, rumori di paese

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DONNA Io donna, moglie di un uomo. L’uomo per natura è egoista, mio marito no, non è egoista, mio marito per la famiglia, per i picciriddi tutto ha fatto, l’ho maritato giovane, lui è sempre stato buono con noi Io donna immobile, senza voglia, senza anima, illusione di quotidianità, mio marito ammazza, mio marito comanda, la donna di un mafioso è come il mafioso, la donna di un mafioso non capisce, la donna di un mafioso non si illude, non esiste…muore giorno dopo giorno…ma io no! Io resisto e se mio marito ha fatto del male a qualcuno,vuol dire che se lo meritava…ma poi che esagerazione… male… muoiono tante persone, e la vita difficile è, e mio marito non sapete il bene che ha fatto… tanto bene… tanto… tanto… BUIO Remo parla al telefono. Sulla scrivania di sinistra REMO – A ma mo che salgo me fai trpvà du carciofetti alla giudia? Si ma… qua non sanno nemmeno de che stamo a parlà…qui se tirà solo a campà, e lo so l’ho sentito al tg, poraccio l’hanno ammazzato come un cane, si è un questore originario de un paese qui vicino no mamma, nun te preoccupa… che qua stamo tranquilli a ma’ ma che voi che ce succede qua…e poì te le l’ho detto questo è un paese de morti… no morti in quel senso, ma’… che non ce sta n’anima… Eh? Si c’ho parlato col maresciallo… tutto okkappa per le ferie! Senti ma’ ma come vanno i preparativi… e i confetti? Aò me raccomanno, giallo rossi eh? Poi me metti due o tre mazzetti da parte per gli amichetti mia…ah già s’è comprato il vestito?... un Valentino…ah! fa er signore mi fratello…e senti ma, mo me faccio da un paio d’ore de permesso e vado a Palermo a compràmmermelo pure io…Come che cosa? Er vestito’!…Ah è inutile, me l’avete già comprato voi? entra il tenente da sinistra e rimane alle spalle di Moroni è sempre la stessa storia, senti a ma, ma perchè a 27 anni ancora me vesti te? E poi un’altra cosa che questa me manna proprio fori fori la grazia del signore, perché mi fratello po ffà come glie pare ed io no? Ah…e certo, lui c’ha gusto…va bè mammi, fai come te pare a te…si mammi, nu te preoccupà, un Valentino pure per me…va bè ma, mo famme anna, che c’ho da fa….si te voglio bene, pure io, famme anna, che si me vede er tenente…va bè si mammì salutame tutti, damme un bacione grosso grosso a nonna mia…ciao bella, ciao amore, ciao….attacca il telefono bella mamma mia TENENTE - Facciamo chiamate interurbane. REMO – Eh? Si, Signor Tenente, scusi ho chiamato a casa per sapere come stava mamma, anche perché poi c’è mi sorella che se sposa… e poi so stato pochi minuti. TENENTE – Pochi minuti? REMO – Si. TENENTE – Non si preoccupi, mi farò spedire il tabulato e la telefonata le verrà trattenuta dal

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suo stipendio. REMO – Sig. tenente ma cinque minuti… TENENTE – Silenzio… questa è una caserma non è un bar REMO - Ma pechè che ho fatto? TENENTE - Lei fuori di qua può fare quello che vuole… e ora mi vada a chiamare il maresciallo. REMO - Signor Tenente? TENENTE - Si? REMO - Io continuo a non capirla TENENTE - Cosa non capisce? REMO – Sto ossessione che c’ha de remarci contro in fondo siamo i suoi uomini, ma che javemo fatto? Entra il brigadiere da sinistra TENENTE –Ah brigadiere un attimo, a Remo forse non sono stato abbastanza chiaro Qui comando io! È finita la pacchia…va bene? Ed ora mi vada a chiamare il maresciallo Remo si mette sugli attenti saluta ed esce a sinistra TENENTE – Brigadiere mi scusi ma lei è fidanzato? VINCENZO – No, signor tenente TENENTE – E come mai? VINCENZO – Mi ha lasciato signor Tenente TENENTE – Succede…si volta verso la scrivania, Vincenzo fa un gesto come se volesse dargli uno schiaffo e di dov’è la sua ex ragazza? VINCENZO – Del mio paese, Signor Tenente TENENTE - Ovvero?

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VINCENZO - San Giorgio a Cremano. TENENTE - Provincia di Napoli? VINCENZO - E pe forza TENENTE - E ch’ha ragione! TENENTE – Va bene grazie brigadiere Il brigadiere saluta TENENTE -Brigadiere? VINCENZO – Comandi! TENENTE – I capelli? VINCENZO – Sono troppo lunghi? TENENTE - Eh si…vada vada TENENTE – Brigadiere?! Il bottone.E stia su… un carabiniere ubbidiente e ligio come lei, la troverà sicuramente una nuova fidanzata VINCENZO –Posso andare? TENENTE - Vada, vada VINCENZO -Signor tenente facendo il saluto TENENTE - Brigadiere Vincenzo esce. Compare il maresciallo. MARESCIALLO – Tenente mi ha fatto chiamare? TENENTE – Si Maresciallo, ho appena ricevuto l’ordine di scegliere due uomini della nostra caserma, per scortare un giudice.

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ANTONIO - Davvero?! TENENTE – Si… lei a quale uomini affiderebbe questo compito? ANTONIO – Sarei onorato di occuparmene personalmente insieme all’appuntato Milito. TENENTE – Va bene… ANTONIO – Grazie tenente! TENENTE - Allora mi faccia venire Milito e Merilli. ANTONIO - Merilli? Signor Tenente, mi perdoni, ma Francesco è la persona meno adatta per questo genere di cose. TENENTE - Il carabiniere Merilli ha ricevuto lo stesso addestramento che hanno ricevuto tutti gli altri, solo che a furia di fare lo choufer in un cucina se n’è completamente dimenticato. ANTONIO - Si signor Tenente ma Francesco è abitua TENENTE - Milito e Merilli ANTONIO -Come vuole signor Tenente. Maresciallo esce da destra, il tenente rimane solo qualche secondo, poi da destra entrano Milito e Merilli. GIORGIO - Comandi signor Tenente. FRANCESCO - Signor Tenente. TENENTE - Comodi, comodi…Signori a voi oggi viene affidato quello che potrebbe essere l’incarico più importante della vostra carriera, scortare un giudice. FRANCESCO – Ma davvero dice? GIORGIO - Ma chi è? TENENTE – Al momento non posso dirvi nulla… saprete tutto a tempo debito. Ma sono certo che farete onore a voi stessi e soprattutto al nome dell’Arma dei Carabinieri. Milito può andare. GIORGIO - (eccitato) Grazie Signor Tenente. Esce da destra

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TENENTE – Merilli, FRANCESCO - Si signor Tenente? TENENTE - Lei quando avrà finito il servizio di scorta, verrà trasferito a Bergamo. FRANCESCO - Come scusi non ho capito? TENENTE - No ha capito benissimo… ma vedrà… la sua fidanzata, la signorina Sara, sarà disposta a seguirla. FRANCESCO - Ma signor Tenente- TENENTE – Niente ma…non ho voglia di discutere adesso, vada vada FRANCESCO – Si Signor si Signor tenente.Francesco esce da destra. TENENTE – E porti in alto il nome della caserma. BUIO Musica Giorgio davanti alla macchina da scrivere, Vincenzo e Parerella. GIORGIO - Parerella ma sicuro che non l’ha dimenticato a casa? PARERELLA - E che tia io sugnu babbu? Ma non ha capito che ce l’hanno tutti con me? VINCENZO - Ma chi ce l’ha con lei? PARERELLA - Questo ancora lo devo scoprire, però ho dei sospetti GIORGIO – Parerella mi creda non c’è nessuno che ce l’ha con lei. PARERELLA - inizia a parlare in siciliano strettissimo L’altra mattina, hanno bussato alla porta di casa mia, e mi dicevano “Sono il postino, c’è una raccomandata da firmare per un pacco”, ma io non ho aperto, non ci sono cascato… erano i ladri che volevano rubarmi tutto.lo dice in maniera incomprensibile. . . capisti? VINCENZO – Ma che ha detto? GIORGIO – Vincenzo te lo giuro, io sono nato da queste parti, ma non ho capito una minchia

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PARERELLA - Non si dicono parolaccie giovane GIORGIO - Ha ragione, Parerella può ripetere? PARERELLA - L’altro giorno, si capisce l’altro giorno? Hanno bussato alla mia porta, tuppuliato era il postino ricomincia a parlare in siciliano stretto u capisti? Capi…sti! Parerella ripete. VINCENZO –Guarda Parerè noi abbiamo capito fino a postino, poi il resto ce lo siamo persi ! GIORGIO – Praticamente ha detto, forse, che l’altro giorno, ha bussato il postinoe lui non gli ha aperto perché pesava che fossero i ladri PARERELLA - No, pensavo erano i ladri, erano è diverso VINCENZO - Parerella, quando è successo questo fatto del postino? PARERELLA - La settimana scorsa GIORGIO - Esattamente? PARERELLA – (tira fuori da una tasca un piccolo taccuino legge) Io segno tutto… il 16 brigadiere.sabato. S. Ubaldino. GIORGIO - Il 16?… (prende un verbale) Parerella lei il 16 lei non ha aperto al postino VINCENZO – Parerella, lei il 16 è venuto in caserma a denunciare un furto di un pacco, un pacco che le doveva arrivare appunto per posta. PARERELLA - E allora? GIORGIO – (a Vincenzo) Minchia non ci arriva? VINCENZO - Chille era veramente o’ pustine Parerè, chissà da quanto tempo stava tuppuliando vicino alla sua porta, lei si deve far curare è malato PARERELLA - Io non sono malato… ma voi siete malati, si perché non riuscite a fare il vostro lavoro per bene, che è lavoro questo indicando Giorgio e simulando lo scrivere a macchina ti ri tti tti ti ti ti e non sapete difendere un povero cittadino onesto che paga le tasse che è vittima di gente che gli vuole male perché non esistono persone buone, sono tutte cattive e anche voi… anche voi! Voi non lo sapete ma sotto, sotto siete cattivi e pure tu giovane che ridi sotto i baffi, ma che ridi a fare se i baffi non li tieni

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VINCENZO - Va bè, ma adesso si calmi PARERELLA - No!, io voglio fare la mia denuncia! Scrivi. VINCENZO – Uè oh! E che cose questa confidenza? Scrivi lo dico io! PARERELLA - E glielo dica scrivi VINCENZO - No, lei non mi deve dire che io devo dire scrivi…scrivi lo dico io e basta silenzio!Pausa Giorgio scrivi! PARERELLA - In galera li devo vedere tutti in galera…ladri, il portafoglio si rubarono, la pensione sai quanto ci stava nel portafoglio? 375mila 500 lire( lo dice in siciliano stretto calcando soltando le prime lettere, trece…. E dicendo bene “e ciquecentolire“) amuni scrivi! Vincenzo rimane allibito e continua a guardarlo in silenzio PARERELLA - Non ha capito? Nel portafoglio c’erano trecent….sempre in siciliano strettissimo e cinquecento lire amuni scrivi! VINCENZO - Guardi Parerella, se devo essere sincero io e ciquciente lire l’aggie capite… è tutto il resto che mi sfugge PARERELLA - Ma il resto mancia VINCENZO - Ma che resto mancia? Ma che sta al bar?! Nel portafoglio quanto c’era, lo dica scandendo e piano… Parerella ripete la sua gag finendo sempre “e cinquecento lire, amuni scrivi” VINCENZO Spazientito - Amuni scrivi! GIORGIO - Amuni scrivi cosa? Vincenzo imita Parerella VINCENZO - Trecettttttt e cinquecento lire l’amme capite e scrive e ciqueciente lire Giorgio! VINCENZO - Oggi quanto ce ne abbiamo? GIORGIO - Eh…Parerè quanto ne abbiamo? PARERELLA - Voi siete carabinieri e lo chiedete a me?!

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VINCENZO - Ma che lo chiedi a Parerella? PARERELLA- Aspettasse io lo so, hanno invetato questo libricino che ci sono scritti tutti i giorni dell’anno(tira fuori una agendina) VINCENZO - Je che invenzione Parerè! PARERELLA - Aspe che c’è scritto due omaggio… GIORGIO - Venti maggio PARERELLA - Mille e sta per ricominciare di nuovo con il suo giochetto GIORGIO E VINCENZO - No, l’anno lo sappiamo Parerè VINCENZO - 2 omaggio…stamme o’ teatro! Oggi 20 Maggio 1992… (Giorgio scrive a macchina) il qui presente Domenico Parerella PARERELLA – Scussasse Giovane Parerella se lo puà scrivere tutto attaccato e delle volte voi l’avete scritto staccato VINCENZO - Ma quando mai Parere, l’abbiamo scritto staccato PARERELLA - L’altra volta sulla denuncia scorsa, Parerella era scritto staccato, Pare fa il segno come se volesse andara a capo Rella VINCENZO - E’ a capo! PARERELLA - Ma che significa, poi è possibile che qualcuno dice, guarda a quello, Pare rella, guarda a quello pare Gino VINCENZO - Ma chi è Gino? PARERELLA - Non lo so uno che passa di la e chi lo conosce sto Gino, dicevo è uno che Pare gino, allora Parigino è francese VINCENZO - Ma come siamo arrivati da Parerella in Francia? PARERELLA -E’ semplice con il treno o massimo l’aereo VINCENZO –Va bè scriviamo sta denuncia, il qui presente Domenico Parerela si trovava in Primo Vico San Vito, quando ad un certo punto si accorgeva della scomparsa del suo portafoglio.

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PARERELLA – Scomparsa?! Furto! VINCENZO - Signor Parerella… basta! Basta lei deve stare zitto, e non è che deve mettere bocca su tutto, penso che in questa caserma sappiamo fare il nostro lavoro e ne lei e nessun altro ce lo deve insegnare lo sappiamo fare…intanto Giorgio batte sempre lo stesso tasto sulla macchina da scrivere…lo sappiamo fare, guarda comme o’ facimme belle il nostro lavoro…Giorgio ma che stai facendo? GIORGIO – Si è rotta! VINCENZO - E scrivi con la penna… Giorgio inizia a cercare la penna ma non la trova… PARERELLA - Non c’ha la penna… VINCENZO - E chi ce l’ha la penna? PARERELLA - Io estrae dal taschino una penna legata con una corda alla camicia Tutta attaccata VINCENZO - Pure a’ penna! Giorgio cerca di prendere la penna ma involontariamente tira a se anche Parerella che tracinato da Giorgio sale sulla scrivania, in questo preciso momento entra Moroni che insieme al Brigadiere fanno riaccompagnare Parerella sulla sedia Il brigadiere è molto arrabbiato prende il foglio della denuncia e lo strappa VINCENZO - Basta la denuncia non si fa più mo mi so’ scocciato ha capito Parerella, e che l’ha preso per un circo sta caserma…rivolgendosi a Moroni che vuoi tu? REMO – E’ venuto il proprietario del supermercato. VINCENZO - Chi? Passalacqua? REMO - Eh Carmelo… e ha detto che hanno trovato sto portafoglio alla cassa. VINCENZO - Un portafoglio? Je tenghe na mezza idea e’ chie è stu portafoglio! REMO – Si. VINCENZO – Moroni passalo all’appuntato Milito. VINCENZO - Appuntato controlla se c’è un documento?

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GIORGIO - Si… VINCENZO - Leggi i dati scandendo e alzando bene la voce GIORGIO - Domenico Parerella, residente in via manin n 3, nato il 4/04/63, sei gemelli, come me! Si stringono la mano VINCENZO - Ma che facciamo l’oroscopo del giorno? Chi se ne fotte! Controlla se ci stanno i soldi GIORGIO – 375 mila lire. VINCENZO – e le 500 lire ci stanno? GIORGIO – e 500 lire! VINCENZO - E ci voleva tanto a dire 375 e 500 lire? PARERELLA - Tre volte gliel’ho detto VINCENZO - Ma va va…Parerella, vede che non sono poi tutti cattivi come lei diceva... vuole ancora denunciare qualcuno? E arrivedrci allora Parere…e non si faccia vedere almeno per 3 settimane… scuote di nuovo la testa in segno di disapprovazione si alza e va via mentre sta per uscire viene richiamato di nuovo dal brigadiere. VINCENZO - Parerella? PARERELLA -La giacca! Volevo vedere se lei era attento, brigadiè fa il gesto di essere aiutato per infilarsi la giacca Moroni si avvicina per aiutarlo ma Parerella si scansa REMO - Ma che so’ un toro?…Vincè fai sta cosa dai… Vincenzo si alza stravolto VINCENZO – La dobbiamo finire con questa storia Parerella non ride e si mette con le braccia dietro, il bigadiere gli infila la giacca.poi dopo gli porge il suo portafoglio, Parerella contento PARERELLA – Brigadiè, gli posso offrire una mezza granita? VINCENZO – Una granita?

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PARERELLA – Solo a lei però, perché loro sono cattivi indicando agli altri due carabinieri e allora andiamo…gli porge la mano VINCENZO – E andiamo ma che dobbiamo andare con la mano? PARERELLA - E che ci vuole andare con i piedi? VINCENZO - Ma io c’ho vergogna… PARERELLA - E caminiamo bassi bassi Parerella si abbassa facendo abbassare anche il brigadiere ed insieme mano nella mano escono Entra Sara da sinistra con la pizza. Remo è alla scrivania di sinistra, Giorgio all’armadio a destra. SARA –Buongiorno Ragazzi GIORGIO - Ciao Sara SARA - Indovinate un po’? REMO - Pizza? SARA - Si REMO - Bella Sarè…bbona la pizza SARA - Allora, ho trovato questa sulla mia macchina GIORGIO - E che cos’è? SARA - E indovinate un po’? REMO - Na multa?! SARA - Si… REMO - Del maresciallo eh? SARA - Si

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REMO - Aò è de coccio serpico…m’hai che riconosce la macchina de Saretta GIORGIO - Va bè lasciala che ci pensiamo noi, Remo REMO - Dammela che te la risolvo io… SARA – Grazie…ciao! Entra Francesco da sinistra, si scontra con Sara SARA – C’è il tenente? GIORGIO – No, il tenente è uscito! Sara e Francesco si baciano. REMO – Ah l’amore…questo folle sentimento che! GIORGIO - Eccolo il mio futuro compagno di avventura, allora? sei gasato? Io non sto più nella pelle.Francesco cerca di fare segno a Giorgio di stare zitto SARA - In che senso?- GIORGIO - Altro che ladri di galline eh? SARA - Non capisco. GIORGIO – Ma come non le hai detto niente? SARA - Che cosa avresti dovuto dirmi? FRANCESCO – No niente di importante GIORGIO – Ma come niente di importante? Sara ci hanno scelti per fare da scorta a un giudice…e lui dice che non è importante? FRANCESCO - Senti amore mio, non te l’ho detto perché non c’ho avuto tanto tempo… SARA - Da quanto tempo lo sai? GIORGIO - Eh che saranno cinque giorni. SARA - Cinque giorni? REMO - E te stai zitto cicalò, e se na pentola de fagioli, namo va che già hai fatto un casino co

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sta boccaccia. C’hai la testa che te serve solo pe divide le orecchie!Remo e Giorgio escono da sinistra Sara si posiziona di spalle sulla scrivania di destra e Francesco va sulla scrivania di sinistra sempre di spalle al pubblico, poi si gira verso di lei FRANCESCO -Dai Sarè non t’ ho detto niente, perché nu te volevo fa preoccupà… volevo farti preoccupare. SARA - E quando volevi dirmelo? FRANCESCO – Io veramente non te lo volevo proprio di. SARA – A no?arrabbiata FRANCESCO - Io non ti volevo di niente perché lo so come sei fatta, tu sei una persona troppo apprensiva poi cominci, te preoccupi, te preoccupi e non la smetti più.. SARA - E secondo te come dovrei stare adesso? Eh? FRANCESCO – Calma? SARA - Calma?! urla, va in quasi in proscenio, abbassando lo sguardo Francè ma ti rendi conto come viviamo? Ti rendi conto che dobbiamo aver paura di tutto? Qui per una parola t’ammazzano! figuriamoci se fai da scorta… e tu mi dici che devo stare calma? FRANCESCO -Si Sarè, e se te dico cosi, è perché te devi fida de me…oh guardame un po’…gurdami..ma davero penzi che me po’ mai succede qualcosa? Ma alli mafiosi appena glie dicono che sono il fidanzato tuo, quelli c’avranno paura soltanto a sfiorarmi… SARA - Promettimi di stare attento… si abbracciano E poi ci pensi fracensco…fra un po’ io sarò la signora Merilli. FRANCESCO – Ah…ce penzo si Sarè dubbioso infatti a proposito de signora Merilli c’è una cosa che te devo di Sara… SARA - Si… FRANCESCO - Si…ma no niente Sara e che… SARA - E’ che? FRANCESCO - …E’ che… SARA - E’ che? infastidita

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FRANCESCO - Te piace Bergamo? SARA - Bergamo? E che centra Bergamo? FRANCESCO - E che ne so…m’è scappatol‘abbraccia…mannaggia a me, Bergamo e chi l’ha messa li su…mannaggia… senti mo però fai na cosa, vattene a casa per favore, che si ce becca er tenente, va a fini che me trasferisce…e subito . buio Buio Telefonata VOCE 1- Proonto? VOCE 2 - Buuum!- VOCE 1 – Cu è? VOCE 2 - l’hai visto il botto che hanno fatto? VOCE 1 – Ah tu sei…ma che cosa avete combinato… Ora lo sai quanto mi costa sistemare quella strada? VOCE 2 – Mi pigghi ppo’ culu? Cu tutti i soddi ca ti fazz’arrivari… ti lamenti ppi na sssrraada?! VOCE 1 – Ora mi devi fare l’altro piacere…te lo ricordi? VOCE 2 – se..se…usacciu… chi ti pozzu riri…viremu cchi putemu fari… VOCE 1 –se continuano a mettere scassaminchia, noi che ci possiamo fare… che cosa sono questi botti? VOCE 2 – (ride) E’ il compleanno di mia nipote…a’ picciridda ci piacciono i bummi…comunque ora ti lascio , ca mi stannu chiamannu… tante belle cose VOCE 1 – Troppo gentile sei, come sempre, avanti addivèttiti, dacci un bacio a tua nipote! VOCE 2 – Mio compare, ci andiamo sentendo...e salutami tutti a Roma u capisti? VOCE 1 – Ceetto!!! ci mancherebbe!

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VOCE 2 – Va bene...ciao ciao Due coni di luce, si sentono in lontananza ancora i fuochi d’artificio in scena ci sono le sagome immobili di Francesco e Giorgio sul proscenio. Luce su Francesco. FRANCESCO - Mentre ero in macchina, guardavo l’asfalto che lontano sbiadiva, e pensavo a Saretta mia, al male che le avrebbe fatto lasciare la sua gente per seguirmi in un posto lontano e mi chiedevo che cosa sarebbe stata la nostra vita… ma non c’erano pensieri che sciogliessero i miei dubbi… ora le risposte nascono da sole e le parole vengono fuori più numerose e più belle… l’unico rammarico è che lei non potrà mai ascoltarle… Sono scappato dal mio paese perché non volevo coltivare la terra e oggi sono diventato terra io stesso su quell’autostrada che corre in mezzo alle campagne… e chissà quale fiore o quale frutto andrò a concimare… chissà se qualcuno seminerà i campi su cui la mia carne è diventata cenere o se sarà terreno fertile per un arbusto selvatico, un fungo velenoso o un bocciolo venuto da lontano…Mio padre mi diceva che siamo appesi ad un filo e che non sappiamo fino a quando questo filo riuscirà a reggerci… oggi il mio filo si è spezzato… e non sono più riuscito ad attaccarlo.La luce su Francesco si abbassa sale su Giorgio. GIORGIO - Ho avvertito il sudore uscire dal mio corpo ma non riuscivo a sentirlo sulle mani… mi cade dalla fronte… minchia è stato brutto, saltare in aria come degli stracci, all’improvviso senza nemmeno immaginartelo, perché in quel preciso momento casomai stai pensando a qualcosa di bello…l’aria è irrespirabile, c’è fuoco, c’è caos...E nonostante tutto c’è stato un momento in cui ho creduto che mi sarei salvato, che avrei riabbracciato la mia famiglia, i miei amici… e che si sarebbero rivolti a me come ci si rivolge ad un eroe… sopravvissuto con onore alla strage… poi ho incrociato gli occhi di chi mi era davanti: quegli occhi mi chiedevano perdono… e non si domanda il perdono ad un uomo che sopravvive… sono per terra in mezzo alle lamiere, c’è tutto e niente intorno a me, però da qui non arrivano gli ordini, non arriva niente, solo un cumulo di polvere e nient’altro… lui continua a guardarmi e i suoi occhi ancora che cercano i miei ed io assolto nel mio caos gli faccio un sorriso Chi non ha paura di morire, muore una volta sola, mi diceva Ed è stato quando il dolore mi ha abbandonato del tutto che ho pensato: ho fatto finalmente qualcosa di importante, di pericoloso… ma minchia la mia vita era più bella!!!Ho cercato di allungare la mano per toccare la sua ma non ho avuto il tempo…Vincenzo come vorrei andare a Palermo, li si che c’è movimento, casino Buio. Luce sulla caserma. Moroni al centro, Vincenzo seduto sulla scrivania. Entra il Maresciallo da entra fumando.

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ANTONIO - (Nervoso) Moroni te l’ho detto cento volte che la pizza non deve rimanere qui sulla scrivania . Guarda che casino! REMO – La pizza? Er maresciallo sta a pensà alla pizza, la pizza de sto paese de merda. VINCENZO – Oh! Ma ce la vogliamo da na calmata…qua da qualche giorno non si capisce cchiù niente! ANTONIO - E’ vero Remo stiamo calmi.Sta per uscire Remo REMO – Ah dimenticavo marescià… i numeri so usciti… (gli lascia la schedina sul tavolo) stavolta ha vinto.Remo esce da sinistra. ANTONIO - So usciti i numeri, Vincè so usciti i numeri… i numeri… se era successo dieci giorni fa…so anni che inseguo sta fortuna… anni sperando che la mia vita cambi… anni in cui mi alzo la mattina e dico “io sono fiero di quello che faccio” ma sti nummere proprio mo dovevano uscì… non poteva capitare tra un anno, tra dieci, fretta non ne avevo ma pecchè proprio mo… pecchè…Vincè… mi sai dire pecchè? VINCENZO - E che ti devo dire Anto…che t’aggia dicere!Entra il tenente da sinistra, tiene in mano i giornali. TENENTE – Avete visto? Ne parlano tutti i giornali…che onore per la nostra caserma! VINCENZO –Lei mi parla di onore signor Tenente, e che onore le è rimasto alla mamma di Giorgio e alla povera Sara TENENTE - Brigadiere Vincenzo io le ordino di… VINCENZO - Lei non può ordinare più nulla. Ma lo sa per quanto moriamo noi?Per un milione al mese, e malediciamo il giorno in cui abbiamo iniziato a fa sto lavoro ma quando arriva una chiamata urgente che facciamo? noi corriamo, e sa perché? Perchè siamo carabinieri. Ma che pensa che io so contento? Dopo tutto sto bordello io me ne volevo andare via da sto lavoro…via! Ma poi so rimasto e sa perché? Perché sono un carabiniere. Anzi no, io sono un pupazzo, come lei come tutti quanti che ancora stiamo qui a parlare di queste cose perche viviamo di momenti di gloria, e imomenti di gloria, mi creda Signor Tenente non servono a niente, a niente e lei lo sa…lo sa! Mentre Giorgio e Francesco, lo saranno per sempre Carabineiri e non perché sono morti, no, ma perché erano semplicemente dei bravi ragazzi.Il tenente è ammutolito, sembra essere stato colpito dalle parole di Vincenzo. ANTONIO – Andiamo Vincè…Fanno per uscire. TENENTE - Brigadiere.Vincenzo e Antonio si fermano, si voltano.

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TENENTE - Più tardi passi nel mio ufficio… Antonio e Vincenzo si guardano. TENENTE – Devo farle rapporto. Vincenzo fa per andare verso il tenente ANTONIO – Vincè non vale la pena…Vincenzo allora sta per andarsene, ma poi ci ripensa e torna indietro davanti al tenente. VINCENZO – Hai ragione Antò… come diceva l’appuntato Milito… minchia… minchia Signor Tenente. Controluce, Parerella entra in proscenio da sinistra. PARERELLA- Ho perso di nuovo il mio portafoglio, ho perso di nuovo la mia giacca, ho perso di nuovo il mio cappello, ho perso il mio sorriso, ho perso la mia felicità, ho perso il senso dell’orientamento…dove viviamo? Allora davvero c’è la legge del più forte… davvero siamo tutti a rischio?...la mia isola …isola bella… qui non è mai successo nulla, la volpe fu arrestata, l’agnello fu salvato e l’isola subito dopo, sprofondò giù nel mare, dove ogni ricordo vive per sempre… andò giù anche il nostro amato sindaco e con egli tutto il bestiame… anche li nell’immaginazione il male è riuscito a mettere le sue radici… me la ricordo così, la mia isola… bella, piena di fiori, piena di verde ma soprattutto piena di uomini… sono dovuto andare, altrove… preferisco essere così… distratto… preferisco essere il signor Parerella… io uomo… non d’onore ma uomo e basta… ho perso tanto e forse tutto nella mia vita… ma l’orgoglio no e sicuramente continuerò a fare delle denunce… ma stavolta denuncerò degli oggetti smarriti e non dei furti… perché in fondo… non sono proprio tutti così cattivi. Persi arrè tutte e cose! FINE