Fermato in via Romolo e Remo Base di smercio in una...

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LA TRAGEDIA A PIANURA “Giustizia è fatta ma nulla ci restituirà Pina” Inflitto il massimo della pena a Vincenzo Carnevale, il 51enne accusato dell’omicidio di Giuseppina Di Fraia Investì e diede fuoco alla moglie, ergastolo Base di smercio in una berlina, arrestato 50enne L’aggressione l’11 febbraio dello scorso anno, la donna morì dopo un’atroce agonia nel giorno di San Valentino NAPOLI (gmp) - Alla lettura della sentenza erano presenti i familiari che si sono costituiti parte civile contro Vin- cenzo Carnevale ma anche i rappresentanti dell’associazione ‘Mad- dalena’, che hanno presi- diato l’ingresso del palazzo di giustizia. Erano in aula assieme all’avvocato della onlus, Maria Pia De Viso e al presidente Rosaria Esposito. E’ lui ha rac- contare l’emozione vis- suta durante il momento della lettura del verdetto. Un forte senso di soddi- sfazione per quanto riguarda l’aspetto giudi- ziario della vicenda, ma nulla potrà restituirci Pina. Questo è anche il pensiero dei fratelli e delle figlie, soprattut to Jessica, la più giovane”. Rosaria Esposito raccon- ta dell’impegno dell’as- sociazione ‘Maddalena’ sul territorio e di quanto si stia facendo per rende- re vivo il ricordo di Pina Di Fraia e del suo ‘sacri- ficio’. “P roprio questa mattina, mentre attende- vamo l’esito del verdetto, nella scuola Vanvitelli si parlava di violenza sulle donne e del caso di Giu- seppina. Abbiamo inoltre chiesto al sindaco Luigi De Magistris di intitola- re il centro per giovani e donne che verrà inaugu- rato prossimamente a Pianura. Un modo per rendere indelebile il nome di Pina”. A tutela- re i familiari di Pina Di Fraia anche gli avvocati Alessandro Motta e Alfredo Nello. © RIPRODUZIONE RISERVATA di Giancarlo Maria Palombi NAPOLI - Una sola parola, un ver- detto che certo non servirà a restituire una madre, una nonna, una sorella. Una sentenza che non può colmare il vuoto lasciato da una morte atroce quanto assurda, ma che almeno “con- ferisce un senso di giustizia”. “Erga- stolo”, sono le sedici in punto quando il giudice per l’udienza preliminare pronuncia l’esito dell’ultima fase pro- cessuale a carico di Vincenzo Carne- vale. Lui, che fino alla fine ha ‘spera- to’ nel riconoscimento della semi infermità mentale passerà il resto dei suoi giorni in una cella. Malgrado avesse optato per il rito abbreviato. Unico ‘beneficio’ il respingimento della richiesta di isolamento diurno. Vincenzo Carnevale è stato ritenuto colpevole dell’omicidio della moglie Giuseppina Di Fraia. Pina, così come veniva chiamata da tutti, morì, ironia della sorte, nel giorno di San Valentino dello scorso anno. Era rico- verata al Centro ustionati dell’ospeda- le Cardarelli di Napoli con gravi ferite su tutto il corpo. Due giorni prima (era l’11 febbraio 2013) era stata investita e data alle fiamme in via Monti nel quartiere Pianura. Pochi minuti più tardi era stato sottoposto a fermo di polizia giudiziaria il marito Vincenzo Carnevale. Pina quel tragi- co lunedì era uscita per accompagna- re la nipote a scuola, dimenticando però che l’istituto era chiuso. Era tor- nata quindi a casa e aveva preparato la colazione per la figlia quindicenne. Pochi minuti più tardi uscì nuova- mente per andare a lavorare come collaboratrice domestica. Via dei Monti. Pina all’interno di uno di que- gli appartamenti si guadagnava il pane, la vita, e non solo per sé ma per tutta la sua famiglia. Il marito Vincen- zo che di lavoro non ne trovava, la figlia più piccola, studentessa, la nipo- te di appena tre anni. Giuseppina face- va le pulizie la mattina per permettere alla figlia maggiore, Filomena, badan- do alla figlioletta di lei, di lavorare dal pomeriggio a notte fonda in un pub. Insieme le due donne ce la facevano. Pina si spezzava la schiena, Mena costretta a non vedere sua figlia cre- scere se non per qualche minuto durante la giornata. Ma la dignità veni- va prima di tutto. Quella mattina il marito (51 anni) salì a bordo della sua Fiat Punto con impianto gpl e seguì la donna. Un dettaglio importante, quel- lo dell’alimentazione a gas della vet- tura. Già, perché nell’abitacolo del- l’auto c’è una bottiglia contenente benzina e un accendino a cui è stato modificato il cappuccio per consenti- re una fiamma più grande. Carnevale travolge la moglie con l’auto, la feri- sce e poi le versa sul corpo il contenu- to della bottiglia di benzina comprata due giorni prima e le da fuoco. Pina muore tre giorni dopo. Le perizie dei tecnici hanno dimostrato che Carne- vale “era capace di intendere e vole- re”. E’ stata fatta giustizia, sussurrano in aula i fratelli di Pina in lacrime. © RIPRODUZIONE RISERVATA NAPOLI (gi.ma.pa.) - Una lotta che non conosce soste, quella delle forze dell’ordine contro il business dello spaccio di sostanze stupefa- centi. Nelle scorse ore i carabinieri del Nucleo Radiomobile di Napoli (agli ordini del maggiore Baldas- sarre) hanno arrestato con l’accu- sa di detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio il cinquantenne Giuseppe Palma , residente a Quarto in via Alcide De Gasperi. Secondo quanto riportato negli atti che i militari hanno trasmesso all’autorità giudiziaria, il cinquan- tenne sarebbe stato notato in via Romolo e Remo nel rione Traiano alla guida della sua Alfa Romeo 156, in atteggiamento sospetto, dai militari dell'Arma che lo hanno fermato per controlli e sottoposto a perquisizione. Al termine dell’i- spezione, il cinquantenne è stato trovato in possesso di 26 grammi di hashish, 3 grammi di marijuana, un bilancino elettronico di preci- sione e vario materiale per il con- fezionamento dello stupefacente. Dopo le formalità di rito, il cin- quantenne è stato trasferito nella casa circondariale di Poggioreale dove resta in attesa di essere ascol- tato dal giudice. Rione Traiano come Scampia. Sembra essere ormai questa l’evoluzione dello spaccio di droga nel popoloso quartiere della periferia flegrea. In uno degli ultimi blitz si è scoperto che la droga, a differenza del soli- to, non era ceduta per strada ma all’interno di un appartamento di via Romolo e Remo. Dato più importante, però, è che gli spaccia- tori, due ventiduenni già noti alle forze dell’ordine, avevano dotato il ‘punto vendita’ delle stesse pro- tezioni usate dai loro ‘colleghi’ della periferia nord. L’apparta- mento, oltre a essere controllato da un sistema di videosorveglianza, era munito di una porta blindata che era aperta solo una volta che, i clienti erano riconosciuti dai ‘pusher’. Il passaggio di mano droga - denaro, inoltre, era filtrato da una grata metallica posta a ulti- ma difesa della piazza di spaccio. Si tratta, spiegano gli stessi milita- ri che hanno eseguito il blitz, di una novità assoluta. La vendita di droga all’interno nella periferia flegrea avviene solitamente all’a- perto, gestita da spacciatori in scooter o che ‘operano’ in spazi pubblici. La presenza di una piaz- za di spaccio in senso stretto, quindi, rappresenta una pericolosa ‘innovazione’, direttamente legata alla massiccia ripresa del traffico di droga nella zona. Un altro dato preoccupante che emerge dalle indagini dei carabinieri, che negli ultimi tempi hanno portato all’ar- resto di numerosi spacciatori, è che il Rione Traiano sta facendo ‘concorrenza’ alle piazze di spac- cio di Scampia e Secondigliano, soprattutto per la vendita di cocai- na. Nella zona, infatti, sono già stati fermati o arrestati diversi acquirenti provenienti anche da fuori regione. La spiegazione, secondo gli investigatori, è legata alla presenza di diversi gruppi cri- minali che, da qualche tempo, hanno rialzato la testa dopo i colpi subiti negli anni scorsi da magi- stratura e forze dell’ordine. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il ricordo della tragedia, il dolore delle figlie N ella foto al centro una fiaccolata in ricordo di Pina Di Fraia (nel riquadro a destra) assassinata dal marito. La donna è diventata il simbolo della lotta alla violenza; da sola sosteneva l’impe- gno di un’intera famiglia. E’ stata brutalmente assassinata dal marito che dopo averla investita con l’auto le versò sul corpo del liquido infiammabile e poi diede fuoco. Una morte tra atroci sofferenze. Ieri alle sedici in punto la lettura della sentenza, Vincenzo Carnevale è stato condannato all’ergastolo Rione Traiano Fermato in via Romolo e Remo La sostanza I militari dell’Arma hanno recuperato ventisei grammi di hashish e tre di marijuana Droga, bilancino e soldi nell’Alfa 156 E’ residente a Quarto, dopo le formalità di rito trasferito nel carcere di Poggioreale A nulla è valsa la richiesta di semi infermità mentale per l’imputato La premeditazione: nell’abitacolo della vettura benzina e un accendino Napoli Il luogo dell’aggressione, nel riquadro Vincenzo Carnevale CRONACHE di NAPOLI 15 Martedì 8 Aprile 2014

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LA TRAGEDIAA PIANURA

“Giustizia è fatta ma nulla ci restituirà Pina”

Inflitto il massimo della pena a Vincenzo Carnevale, il 51enne accusato dell’omicidio di Giuseppina Di Fraia

Investì e diede fuoco alla moglie, ergastolo

Base di smercioin una berlina,arrestato 50enne

L’aggressione l’11 febbraio dello scorso anno, la donna morì dopo un’atroce agonia nel giorno di San Valentino

NAPOLI (gmp) - Allalettura della sentenzaerano presenti i familiariche si sono costituitiparte civile contro Vin-cenzo Carnevale maanche i rappresentantidell’associazione ‘Mad-dalena’, che hanno presi-diato l’ingresso delpalazzo di giustizia.Erano in aula assiemeall’avvocato della onlus,Maria Pia De Viso e al

presidente RosariaEsposito. E’ lui ha rac-contare l’emozione vis-suta durante il momentodella lettura del verdetto.“Un forte senso di soddi-sfazione per quantoriguarda l’aspetto giudi-ziario della vicenda, manulla potrà restituirciPina. Questo è anche ilpensiero dei fratelli edelle figlie, soprattuttoJessica, la più giovane”.

Rosaria Esposito raccon-ta dell’impegno dell’as-sociazione ‘Maddalena’sul territorio e di quantosi stia facendo per rende-re vivo il ricordo di PinaDi Fraia e del suo ‘sacri-ficio’. “Proprio questamattina, mentre attende-vamo l’esito del verdetto,nella scuola Vanvitelli siparlava di violenza sulledonne e del caso di Giu-seppina. Abbiamo inoltre

chiesto al sindaco LuigiDe Magistris di intitola-re il centro per giovani edonne che verrà inaugu-rato prossimamente aPianura. Un modo perrendere indelebile ilnome di Pina”. A tutela-re i familiari di Pina DiFraia anche gli avvocatiAlessandro Motta eAlfredo Nello.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

di Giancarlo Maria Palombi

NAPOLI - Una sola parola, un ver-detto che certo non servirà a restituireuna madre, una nonna, una sorella.Una sentenza che non può colmare ilvuoto lasciato da una morte atrocequanto assurda, ma che almeno “con-ferisce un senso di giustizia”. “Erga-stolo”, sono le sedici in punto quandoil giudice per l’udienza preliminarepronuncia l’esito dell’ultima fase pro-cessuale a carico di Vincenzo Carne-vale. Lui, che fino alla fine ha ‘spera-to’ nel riconoscimento della semi

infermità mentale passerà il resto deisuoi giorni in una cella. Malgradoavesse optato per il rito abbreviato.Unico ‘beneficio’ il respingimentodella richiesta di isolamento diurno.Vincenzo Carnevale è stato ritenutocolpevole dell’omicidio della moglieGiuseppina Di Fraia. Pina, cosìcome veniva chiamata da tutti, morì,ironia della sorte, nel giorno di SanValentino dello scorso anno. Era rico-verata al Centro ustionati dell’ospeda-le Cardarelli di Napoli con gravi feritesu tutto il corpo. Due giorni prima(era l’11 febbraio 2013) era stata

investita e data alle fiamme in viaMonti nel quartiere Pianura. Pochiminuti più tardi era stato sottoposto afermo di polizia giudiziaria il maritoVincenzo Carnevale. Pina quel tragi-

co lunedì era uscita per accompagna-re la nipote a scuola, dimenticandoperò che l’istituto era chiuso. Era tor-nata quindi a casa e aveva preparatola colazione per la figlia quindicenne.

Pochi minuti più tardi uscì nuova-mente per andare a lavorare comecollaboratrice domestica. Via deiMonti. Pina all’interno di uno di que-gli appartamenti si guadagnava il

pane, la vita, e non solo per sé ma pertutta la sua famiglia. Il marito Vincen-zo che di lavoro non ne trovava, lafiglia più piccola, studentessa, la nipo-te di appena tre anni. Giuseppina face-

va le pulizie la mattina per permetterealla figlia maggiore, Filomena, badan-do alla figlioletta di lei, di lavorare dalpomeriggio a notte fonda in un pub.Insieme le due donne ce la facevano.Pina si spezzava la schiena, Menacostretta a non vedere sua figlia cre-scere se non per qualche minutodurante la giornata. Ma la dignità veni-va prima di tutto. Quella mattina ilmarito (51 anni) salì a bordo della suaFiat Punto con impianto gpl e seguì ladonna. Un dettaglio importante, quel-lo dell’alimentazione a gas della vet-tura. Già, perché nell’abitacolo del-

l’auto c’è una bottiglia contenentebenzina e un accendino a cui è statomodificato il cappuccio per consenti-re una fiamma più grande. Carnevaletravolge la moglie con l’auto, la feri-sce e poi le versa sul corpo il contenu-to della bottiglia di benzina compratadue giorni prima e le da fuoco. Pinamuore tre giorni dopo. Le perizie deitecnici hanno dimostrato che Carne-vale “era capace di intendere e vole-re”. E’ stata fatta giustizia, sussurranoin aula i fratelli di Pina in lacrime.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

NAPOLI (gi.ma.pa.) - Una lottache non conosce soste, quella delleforze dell’ordine contro il businessdello spaccio di sostanze stupefa-centi. Nelle scorse ore i carabinieridel Nucleo Radiomobile di Napoli(agli ordini del maggiore Baldas-sarre) hanno arrestato con l’accu-sa di detenzione di stupefacenti aifini di spaccio il cinquantenneGiuseppe Palma , residente aQuarto in via Alcide De Gasperi.Secondo quanto riportato negli attiche i militari hanno trasmessoall’autorità giudiziaria, il cinquan-tenne sarebbe stato notato in viaRomolo e Remo nel rione Traianoalla guida della sua Alfa Romeo156, in atteggiamento sospetto, daimilitari dell'Arma che lo hanno

fermato per controlli e sottoposto aperquisizione. Al termine dell’i-spezione, il cinquantenne è statotrovato in possesso di 26 grammidi hashish, 3 grammi di marijuana,un bilancino elettronico di preci-sione e vario materiale per il con-fezionamento dello stupefacente.Dopo le formalità di rito, il cin-quantenne è stato trasferito nellacasa circondariale di Poggiorealedove resta in attesa di essere ascol-tato dal giudice. Rione Traianocome Scampia. Sembra essereormai questa l’evoluzione dellospaccio di droga nel popolosoquartiere della periferia flegrea. Inuno degli ultimi blitz si è scopertoche la droga, a differenza del soli-to, non era ceduta per strada ma

all’interno di un appartamento divia Romolo e Remo. Dato piùimportante, però, è che gli spaccia-tori, due ventiduenni già noti alleforze dell’ordine, avevano dotatoil ‘punto vendita’ delle stesse pro-tezioni usate dai loro ‘colleghi’della periferia nord. L’apparta-mento, oltre a essere controllato daun sistema di videosorveglianza,

era munito di una porta blindatache era aperta solo una volta che, iclienti erano riconosciuti dai‘pusher’. Il passaggio di manodroga - denaro, inoltre, era filtratoda una grata metallica posta a ulti-ma difesa della piazza di spaccio.Si tratta, spiegano gli stessi milita-ri che hanno eseguito il blitz, diuna novità assoluta. La vendita didroga all’interno nella periferiaflegrea avviene solitamente all’a-perto, gestita da spacciatori inscooter o che ‘operano’ in spazipubblici. La presenza di una piaz-za di spaccio in senso stretto,quindi, rappresenta una pericolosa‘innovazione’, direttamente legataalla massiccia ripresa del trafficodi droga nella zona. Un altro dato

preoccupante che emerge dalleindagini dei carabinieri, che negliultimi tempi hanno portato all’ar-resto di numerosi spacciatori, èche il Rione Traiano sta facendo‘concorrenza’ alle piazze di spac-cio di Scampia e Secondigliano,soprattutto per la vendita di cocai-na. Nella zona, infatti, sono giàstati fermati o arrestati diversiacquirenti provenienti anche dafuori regione. La spiegazione,secondo gli investigatori, è legataalla presenza di diversi gruppi cri-minali che, da qualche tempo,hanno rialzato la testa dopo i colpisubiti negli anni scorsi da magi-stratura e forze dell’ordine.

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Il ricordo della tragedia, il dolore delle figlie

Nella foto al centro una fiaccolata in ricordo di Pina Di Fraia (nelriquadro a destra) assassinata dal marito. La donna è diventatail simbolo della lotta alla violenza; da sola sosteneva l’impe-

gno di un’intera famiglia. E’ stata brutalmente assassinata dal marito

che dopo averla investita con l’auto le versò sul corpo del liquidoinfiammabile e poi diede fuoco. Una morte tra atroci sofferenze. Ierialle sedici in punto la lettura della sentenza, Vincenzo Carnevale èstato condannato all’ergastolo

Rione Traiano Fermato in via Romolo e Remo

La sostanzaI militari dell’Armahanno recuperatoventisei grammidi hashishe tre di marijuana

Droga, bilancino e soldi nell’Alfa 156

E’ residente a Quarto,dopo le formalità di ritotrasferito nel carceredi Poggioreale

A nulla è valsala richiestadi semi infermitàmentale per l’imputato

La premeditazione:nell’abitacolodella vettura benzinae un accendino

Napoli

Il luogo dell’aggressione, nel riquadro Vincenzo Carnevale

CRONACHE di NAPOLI 15Martedì 8 Aprile 2014