Mimino Toma

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Viaggio nella Storia dell'Arte

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L’impronta che un uomo lascia del suo passaggio terreno ha unaforma non sempre semplice da interpretare; nell’arco temporaleproduttivo, o per passione o per necessità, si trova a svolgere unaserie di attività che lo caratterizzano e che, molto spesso,rappresentano ciò che di lui rimarrà. Mimino Toma, nella sua operosa stagione terrena, di ruoli ne hasvolti diversi, lasciando sempre, in coloro che ne hanno incrociatoil cammino, un segno profondo e significativo. La Pittura è stata unodei suoi interessi maggiori, soprattutto dopo che la scuola, raggiuntal’età pensionabile, ha finito di essere il suo pensiero lavorativopredominante; non l’unico, essendo una persona con una grandissimavoglia di fare e tanta curiosità per ciò che non fosse per luiabitudinario, ma sicuramente quello che ha fatto sì che la famosaimpronta, cui s i accennava, fosse ancora più profonda.

(Luciano Toma)

Viaggio nella Storia dell’Arte conle opere di Mimino Toma

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Schivo e riservato, concedeva a soli pochi intimi, oltre che ai suoifamiliari, le sue confidenze, le sue passioni per la ricerca artistica, chespaziava su tutta l 'arte dal Rinascimento ai giorni nostri .Particolarmente affascinato dai risvolti più segreti che avevano mossole composizioni dei grandi, ne traeva delle copie che non erano dellesemplici copie, ma rifacevano tutti i passaggi, i tormenti ed i significatiche erano sottesi alle grandi opere originali. Di ognuna di esse conducevauno studio attento e meticoloso, una indagine intima, prima di stenderee tormentare con le tecniche più varie, dall'olio alle tempere, tele, fondidi tavole, cartoni e tutti gli altri supporti che voleva sperimentare. Nonera contento di tecniche e metodi tradizionali, ma la ricerca di nuovemaniere e sistemi di pittura lo affascinava sino a fargli trascorrere nottiinsonni per risolvere intenti inusitati. Le chiese di Galatina e di varipaesi della provincia fanno bella mostra del suo indefesso lavoro.

(Prof. Alfredo Sanasi)

Il ricordo di un amico

La chiesa dei Cappuccini a Galatina, con i quadri di Mimino Toma

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Un momento dell’inaugurazione della mostra, il 15 dicembre 2012

La mostra delle opere di Mimino Toma è un utile momento diriflessione e confronto sulla storia dell'arte come storia dell'uomo.Mimino Toma è stato una persona molto amata a Galatina e non solo.Il suo amore per l'insegnamento prima e l'arte poi lo ha accompagnatosempre lungo la sua vita. Queste opere sono un tentativo, tra l'altroottimamente riuscito, di comprendere appieno il percorso degli artistiche hanno segnato la storia in tutti questi secoli. La mostra offre uno sguardo sulle opere di grandi artisti del passatocogliendo anche le dimensioni reali dei dipinti. Partendo dallaconcezione medievale ancora impregnata di una visione fortementesimbolica del reale, come nel Giudizio Universale di Hans Memling gliocchi scorrono verso la forma pura del Rinascimento, dove l'attoreprincipale è l'uomo come misura di tutte le cose. Ed è qui che si puòammirare il ritratto a tre quarti de "La dama con l'ermellino" diLeonardo.

La mostra

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E ancora cavalchiamo i secoli fino al Caravaggio, dove le lineeprospettiche dello spazio sono annullate dal colore che modella escolpisce attraverso il gioco dei chiaro/scuri e le architetture sono glistessi soggetti della scena. Caravaggio e la sua potenza verranno rimodulatialla fine del ‘700 econ l’800 ritorna la riscoperta della forma, della simmetria, del decoro.Gli elementi architettonici e le figure umane sono in perfetto equilibriofino alla rottura degli Impressionisti e la necessità di Gauguin direstituire all'arte un carattere autonomo. In piena sintonia con le rivoluzioni industriali dell'epoca, dove tuttosembrava possibile, vedi la voce Belle époque, l'epoca del positivismodella piena fiducia nell'uomo e nelle sue possibilità. Un ottimismostroncato dal I conflitto mondiale e soprattutto dal II conflitto mondiale.Emblematiche le piazze vuote con personaggi onirici di Giorgio DeChirico. ( Le Muse inquietanti, 1917)

(Angela Beccarisi)

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Ufficialmente “'Viaggio nella Storia dell’Arte”', la mostra dedicata aMimino Toma, si è conclusa lo scorso 6 gennaio ma in realtà è rimasta adisposizione di visite guidate ancora per qualche giorno. Numerose, infatti,sono state le richieste da parte di molte scuole di visitare la mostra, percui, grazie alla prorogata disponibilità delle belle sale in cui si possonoammirare le opere, è stato possibile realizzare quello che davvero eranella mente e nel cuore dell’artista, scomparso pochi mesi fa, e cioèrendere possibile un percorso didattico capace di accompagnare studentidi ogni età, insieme ai docenti, in un vero e proprio viaggio nella Storiadell’Arte, attraverso la visione di numerosi capolavori della pittura italianae straniera, riprodotti fedelmente dal Toma. Partendo dal Rinascimentoe arrivando fino al ‘900, nelle varie sale si potevano ammirare opere chevanno, solo per citarne alcune, dal magnifico “Trittico del GiudizioUniversale”di Hans Memling, alla famosissima “Dama con l’ermellino”di Leonardo, dal “Bacco” di Caravaggio alla “Venere d’Urbino” di Tiziano.Il percorso si concludeva con Gioacchino Toma e De Chirico chesembravano accompagnare il visitatore nell’ultima sala, quella delle opereoriginali di Mimino Toma, al cospetto delle quali non si può rimanereindifferenti per la bellezza delle immagini e per la profondità del pensieroche esse trasmettono. Emoziona sostare davanti all’opera incompiutache dimostra come solo la morte ha potuto separare l’artista dalla suapassione per la pittura, ed è bella così, lasciata a metà quella Venere,come se da un momento all’altro qualcuno possa riprendere il pennelloin mano e continuare a dipingere.

Mimino Toma sembra dirci che il copiare opere dei grandi maestri delpassato con meticolosità e passione sia stato per lui un mezzo per giungerealla più profonda conoscenza dei vari artisti, del loro stile, della lorotecnica, della loro fantasia, della loro originalità da cui è stato conquistato.

Un auspicio

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Il successo della mostra, confermato dall’affluenza dei visitatori edall’entusiasmo degli studenti sia dei licei sia delle scuole primarie, chein questi ultimi giorni hanno avuto l’opportunità' di visitarla, mette inevidenza il controsenso per cui tali opere, nate per regalare un’esperienzadi grande valore didattico, non possano essere viste se non da una ristrettacerchia di parenti ed amici dell’artista. Sarebbe invece auspicabile che unaparte di esse, in una mostra ridotta ma significativa, fosse accolta in unadelle sale del Museo Cavoti, proprio per consentire visite guidate per untempo non più limitato. La proposta di un prestito per un lungo periodo potrebbe essere ben accolta dalla famiglia Toma e offrirebbe al Comunedi Galatina l’opportunità di rendere omaggio alla persona di Mimino Toma,facendo in modo che le sue opere vengano conosciute da un pubblicosempre più folto.

(Marisa Fortuzzi)

La Venere del Botticelli rimasta incompiuta

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Molte scuole di Galatina hanno chiesto di visitare la mostra, al punto che si èreso necessario prolungarla oltre i termini previsti inizialmente.

Anche la Gazzetta del Mezzogiorno ha dedicato un articolo alla mostra.

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Immagini della mostra

Jan Van Eyck, L’uomo dal turbante rosso (part.)

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Le immagini che seguono sono copie di opere famose eseguite da Mimino

Toma rispettando la tecnica, la dimensione e, nei limiti del possibile, il

supporto di quelle originali. Rappresentano un estratto delle tante opere

esposte in occasione della mostra “Tributo a Mimino Toma”, inaugurata

a Galatina il 15 dicembre del 2012, e ripercorrono la storia dell’Arte dal

1400 all’epoca moderna.

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Bramantino, Vir dolorum (1485)

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Jan Van Eyck, I coniugi Arnolfini (1434)

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Hans Memling, Giudizio Universale (part.)

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Hans Memling, Giudizio Universale (1473)

Hans Memling, Trittico Donne (1470)

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Andrea Mantegna, Pala di san Zeno (part.)

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Caravaggio, Bacco (1596)

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George De La Tour, Maddalena penitente (1640)

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Velazquez, Acquaiolo di Siviglia (part.)

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Uno scorcio della mostra con la Venere di Urbino di Tiziano in primo piano

Domenichino, Sibilla (1610)19

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Jan Vermeer, La ragazza con l’orecchino (1665)

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La Sala dedicata al 1800 con Gioacchino Toma sullo sfondo

Luigi Mussini, Decamerone senese (part.)

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Theodore Gericault, Ufficiale a cavallo (1812)

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Gioacchino Toma, Luisa Sanfelice in carcere (1874)

Giorgio De Chirico, Le Muse inquietanti (1917)23

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Ricostruzione ideale dell’atelier di Mimino Toma, con acquerelli, modelli in terracottaed effetti personali.

Mimino Toma, Requiem per un ideale (1998)

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Mimino Toma, Senza titolo (1978)

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RingraziamentiCogliamo l’occasione per ringraziare, con questa breve nota, coloro che ci hannoaiutato ad allestire la mostra, e sono veramente tanti.Grazie a Angela Beccarisi, Carla Orlando, Gianpiero Quaranta, Dolores DeMatteis, Francesca Toma, Carlo Fitto, Gianluigi Romano, Rocio Calonge, SergioNobile, Maurizio Gabrieli, Bruno Dollorenzo e i ragazzi della casa-famiglia“L’Aquilone”.Infine grazie anche a Clementina Gorgoni e Luigi Micheli che ci hanno datol’opportunità di utilizzare le sale al pianterreno del Palazzo Micheli,permettendoci anche di prolungare di qualche giorno la durata della mostra.

ApprofondimentiPer chi fosse interessato ad altri contributi realizzati a supporto della mostra,indichiamo due video, reperibili in rete, su You Tube, ai seguenti indirizzi:

https://www.youtube.com/watch?v=6If0E1V-szY(servizio-intervista di Mauro Longo per myboxtv.com)

https://www.youtube.com/watch?v=xhL_880eKWM(servizio-intervista di Dino Valente per galatina.it)

Può essere interessante anche la consultazione del sito www.artetoma.it nellasezione “Copie d’autore”.

CreditiLe fotografie utilizzate per questa pubblicazione sono di:Sergio De Riccardis, Gianpiero Quaranta, Luciano Toma, Sarah Greco, FrancescaToma, Marcello Toma e Gabriele Malerba, allievo del prof. Antonio Villani delLiceo Artistico “Gioacchino Toma” di Galatina.

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A nostro padreLuciano, Marcello e Stefania

Galatina, maggio 2013

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