MILTON GLASER - museicomunalirimini.it · Per Milton Glaser, nel 1976, dovette essere un esercizio...

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inaugurazione sabato 3 dicembre, ore 18 FAR | galleria comunale d'arte moderna e contemporanea - piazza Cavour Rimini info 0541 704416 / 704414 www.museicomunalirimini.it orario: 10-13 / 16-19 lunedì non festivi chiuso ingresso libero Maurizio Osti - copertina del volume "Regesto'70" stefano tonti grafica FAR Fabbrica Arte Rimini 03 12 2016 > 29 01 2017 pianoterra MILTON GLASER IL RACCONTO MANIFESTO La grafica tra visione felice e nuova icona primo piano ARTE, DISSENSO, UTOPIA, ECOLOGIA SI MANIFESTANO Poster di artisti, della contestazione desiderante e dei movimenti ecologisti dagli anni '60 ad oggi in Europa, negli Usa, in Italia nella collezione degli Archivi della Modernità-Venezia Ideazioni e installazioni di Elia Barbiani e Giorgio Conti L'Accademia di Belle Arti di Bologna, che diplomò Milton Glaser agli inizi degli anni Cinquanta, conserva una collezione di manifesti che gli vennero donati dallo stesso artista. Questa mostra è frutto di una collaborazione già avviata sin dalla prima edizione della Biennale Disegno Rimini. Si ringrazia la direzione di Enrico Fornaroli per aver agevolato il prestito. La mostra al primo piano della FAR viene da una sintonia con gli Archivi della Modernità di Venezia e dalla paziente e sensibile raccolta di Elia Barbiani, Aria e Giorgio Conti. Si segnalano, in contemporanea e a complemento di questa rassegna sulla grafica, una esposizione personale dell'artista e grafico Maurizio Osti presso lo spazio Augeo di corso d'Augusto 217, oltre alla mostra permanente del grande disegnatore di moda René Gruau, originario di Rimini, presso il Museo della Città Luigi Tonini, via Tonini 1. In perfetta sincronia è stato dato alle stampe, per i tipi di Guaraldi Editore, "Progetto Cultura. Rimini, l'immagine dell'identità", il quarto volume di un'indagine sistematica condotta da Mariacristina Serafini sulla grafica riminese. Il libro sarà presentato presso la FAR, venerdì 9 dicembre alle ore 17,30.

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FAR | galleria comunale d'arte moderna e contemporanea - piazza Cavour Rimini info 0541 704416 / 704414 www.museicomunalirimini.itorario: 10-13 / 16-19lunedì non festivi chiusoingresso libero

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MILTON GLASERIL RACCONTO MANIFESTOLa grafica tra visione felice e nuova icona

primo pianoARTE, DISSENSO, UTOPIA, ECOLOGIA SI MANIFESTANOPoster di artisti, della contestazione desiderante e dei movimenti ecologisti dagli anni '60 ad oggi in Europa, negli Usa, in Italia nella collezione degli Archivi della Modernità-VeneziaIdeazioni e installazioni di Elia Barbiani e Giorgio Conti

L'Accademia di Belle Arti di Bologna, che diplomò Milton Glaser agli inizi degli anni Cinquanta, conserva una collezione di manifesti che gli vennero donati dallo stesso artista. Questa mostra è frutto di una collaborazione già avviata sin dalla prima edizione della Biennale Disegno Rimini. Si ringrazia la direzione di Enrico Fornaroli per aver agevolato il prestito.

La mostra al primo piano della FAR viene da una sintonia con gli Archivi della Modernità di Venezia e dalla paziente e sensibile raccolta di Elia Barbiani, Aria e Giorgio Conti.

Si segnalano, in contemporanea e a complemento di questa rassegna sulla grafica, una esposizione personale dell'artista e grafico Maurizio Osti presso lo spazio Augeo di corso d'Augusto 217, oltre alla mostra permanente del grande disegnatore di moda René Gruau, originario di Rimini, presso il Museo della Città Luigi Tonini, via Tonini 1.

In perfetta sincronia è stato dato alle stampe, per i tipi di Guaraldi Editore, "Progetto Cultura. Rimini, l'immagine dell'identità", il quarto volume di un'indagine sistematica condotta da Mariacristina Serafini sulla grafica riminese. Il libro sarà presentato presso la FAR, venerdì 9 dicembre alle ore 17,30.

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IL RACCONTO MANIFESTO

Che i muri parlino si sa da tempo, ci fu un epoca in cui veni-vano affissi manifesti che imponevano il silenzio, dato che i nemici erano in grado di ascoltare, perché, in tempo di guer-ra si sa, le pareti hanno orecchie; una stagione in cui i muri erano pieni di dita puntate sulla gente, per arruolare soldati; di zio Tom con pizzetto e bombetta o di giovani bolsceviche urlanti in mezzo a geometrie suprematiste. È dunque tra editto e protesta, tra divieto e sovversione, che si sfoglia la storia del manifesto sociale, ma è dalla Bel-le Époque, non solo parigina, che ha origine un'altra vita dell'illustrazione cittadina.Chi non ricorda i muri di Montmartre, decorati da gatti neri e ballerine del Moulin Rouge, di cappelli a larghe tese e di labbra rosse come un bacio?Il racconto manifesto si esprime da sempre attraverso una miscela di parole, di immagini e città, di concetti e di emo-zioni e, non di rado, questa relazione tra scrittura e figura, prende le forme di una danza, di una battaglia navale, di un gioco di senso e di controsenso.Ci sono manifesti che si sono incollati a una nazione assu-mendone la forma, che restano appiccicati al volto di una città, al cuore di una persona.L'amore per New York non si poteva esprimere in modo più distillato ed efficace che con una I, un cuore rosso e le iniziali del nome. Un manifesto che diventa logo e un luogo che diventa ideogramma, simbolo. Quella sequenza di tre lette-re e di una forma già stereotipata, assomiglia a un numero primo, indivisibile ulteriormente, ha fatto il giro del mondo, è stato moltiplicato all'infinito e ha ricevuto varianti che rag-giungono numeri iperbolici. Assumere una tale sintesi, per chi l'ha creata, è stato come tentare di scrivere una canzone, che risultasse unica, con la più logora delle rime, quella cuore/amore, eppure Milton Glaser c'è riuscito. Affrontò il cuore per le corna e lo fece arrossire, stagliandolo su un fondo bianco e mettendolo in mezzo a tre lettere nere che conservano un vago sapore di Greenwich Village.Per Milton Glaser, nel 1976, dovette essere un esercizio di stile, come la soluzione di un'equazione algebrica, perchè il risultato era, tutto sommato, distante dal suo stile abituale e già altrimenti famoso, uno stile più fantasioso e beato.Glaser è il Lewis Carroll della grafica, l'inventore di mera-viglie colorate, imparentate coi sottomarini gialli e con gli elefanti rosa. Milton Glaser ha colorato i capelli di Bob Dylan come fossero una parrucca di pensieri, ha percorso pianure di parole, ha messo i piedi di una M a bagno nel mare di Rimini e scalato monti psichedelici.La nostra terra deve essere orgogliosa di aver ospitato la sua formazione di giovane pittore e di aver ispirato anche solo una manciata dei suoi sogni.

Massimo Pulini

Nel 1973 Umberto Eco scrive: "Altra potrebbe essere la grafica che non convince della bontà di un prodotto, ma della bontà di una idea politica (…). Sarebbe facile intendere allora Altra come 'di sinistra'(…).Diremmo solo che l’impressione di diversità nasce sempre dal gioco di due categorie venerabili, Forma e Contenuto, sullo sfondo di una rete di circostanze concrete storiche e sociali, che chiameremo il Contesto". (L’altra grafica, Almanacco Bompiani, 1973). Negli anni '60-'70 emergono nuovi movimenti di liberazione, ecologisti, di genere e nel mondo dell’arte una pletora di "ismi". Non sempre però l’Altra grafica "di sinistra", si coniuga con le sperimentazioni coeve delle avanguardie artistiche, che creano poster innovativi nel linguaggio estetico. Nei regimi comunisti e nei movimenti, spesso, il valore etico-politico prevale su quello estetico. Susan Sontag ribadisce nell’Almanacco che: "Ogni società sia capitalista che comunista è un tessuto di segni". La mostra, articolata in dieci sezioni tematiche, indaga l’evolversi del contesto storico dagli anni '60 ad oggi , in Europa, USA, Italia, la "Guerriglia delle immagini" (Daniela Palazzoli, 1973) viene esposta attraverso specifiche installazioni. "Le strade sono i nostri pennelli, le piazze le nostre tavolozze!" incitava Majakovskij. Oggi che il Contesto è cambiato con l’assolutismo del web e dei social network, il tessuto dei segni si è fatto globale e condiviso, ma i problemi della comunicazione e dei linguaggi grafici si sono realmente innovati? Ai poster(i) l’ardua sentenza!

1) Regno Unito? Dai Beatles alla Brexit. Da Hamilton/Tilson/Avedon a Klausen/Bansky. 2) L’American Way of Life: oltre il modello USA e… getta. Warhol/Indiana/Haring Vs Rauschenberg/Glaser/Obey? 3) Lo stile comunicativo italiano. La grafica come arte e/o come impegno civile. Da Munari/Vignelli a Steiner/Dolcini. 4) Lo sport si fa arte. Olimpiadi di Monaco 1972 e Mondiali di calcio. Invenzioni grafiche di artisti internazionali per il marketing globale. Da Poliakoff/Marini a Burri/Tàpies. 5) La politica si manifesta ovunque: da Lenin a Lennon. La grafica come propaganda dei regimi comunisti (URSS, Cina, Cuba). La propaganda contro i regimi dittatoriali: Spagna, Portogallo, Grecia, Cile. Poster dei movimenti di liberazione del Terzo Mondo. Da Matta/Vedova a Cieslewicz /Perusini. 6) Altra grafica oltre "la cortina di ferro". Le invenzioni dei grafici cecoslovacchi e polacchi. Da Grygar/Makaleck a Lenica/Vdoroviecki. 7) Dalle rivolte francesi alle utopie tedesche. L’arte della rivoluzione. La rivoluzione come arte. Da Alechinsky/Dubuffet/Graphus a Beuys/Hundertwasser. 8) Le "urla" extra-parlamentari. Da Crepax alle serigrafie dei movimenti extraparlamentari. 9) Dare immagine all’età dei diritti. Questioni di genere, salute, e-migrazioni. Da Baj/Rubino a D’Amico/Ca Balà. 10) Computer Graphic: si innova la tecnica, cambia il linguaggio? Da Cybernetic Serendipity a Paolozzi.

Giorgio Conti Archivi della Modernità, Venezia

ARTE, DISSENSO, UTOPIA, ECOLOGIA SI MANIFESTANO

Poster di artisti, della contestazione desiderante e dei movimenti ecologisti dagli anni ’60 ad oggi in Europa, negli Usa, in Italia nella collezione degli Archivi della Modernità-VeneziaIdeazioni e installazioni di Elia Barbiani e Giorgio Conti

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