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L’utilizzo di sementi geneticamente uniformi rende le coltivazioni più vulnerabili, riducendo la capacità di adattamento dei sistemi produttivi alle avversità, e determina una maggior dipendenza del reddito dei produttori dall’andamento dei mercati e dalle scelte di poche multinazionali sementiere. I cambiamenti climatici in atto accentuano questi effetti e i rischi connessi, minacciando la sicurezza alimentare di molti paesi del Sud del mondo. Una valida alternativa è il “miglioramento genetico partecipativo”, capace di rispondere alla domanda di maggiore produttività delle colture, di contenimento dei costi, di stabilità delle rese produttive e di autonomia dei produttori. Una strategia innovativa, che utilizza la biodiversità delle varietà locali e di quelle conservate nelle banche del germoplasma, basata sulla partecipazione attiva degli agricoltori e la valorizzazione delle loro conoscenze e sull’integrazione tra selezione delle piante e tecniche agronomiche sostenibili. Una strategia utile anche nel contesto agricolo europeo e regionale per sviluppare un’agricoltura sostenibile, non omologata, capace di adattarsi ai diversi ambienti e di offrire prodotti di qualità. Miglioramento genetico per la sostenibilità e la sovranità alimentare incontro e scambio di esperienze con Salvatore Ceccarelli sabato 19 novembre, ore 17.00 presso l'osteria di Cjase Cocel a Fagagna Salvatore Ceccarelli, per trent’anni genetista del Centro internazionale di ricerca agricola per le zone aride (ICARDA), ha sviluppato in molti paesi sistemi di miglioramento genetico partecipativo dei cereali. Attualmente collabora con AIAB in attività di selezione in Italia e con il progetto “Miglioramento genetico partecipativo per la sicurezza alimentare e l'adattamento ai cambiamenti climatici”, promosso dall'Associazione Proiezione Peters in Etiopia. Iniziativa realizzata nell’ambito del progetto “Miglioramento genetico partecipativo per la sicurezza alimentare e l'adattamento ai cambiamenti climatici”, realizzato con il sostegno di Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia Servizio affari internazionali e integrazione europea.

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L’utilizzo di sementi geneticamente uniformi rende le coltivazioni più vulnerabili, riducendo la capacità di adattamento dei sistemi produttivi alle avversità, e determina una maggior

dipendenza del reddito dei produttori dall’andamento dei mercati e dalle scelte di poche multinazionali sementiere. I cambiamenti climatici in atto accentuano questi effetti e i rischi connessi, minacciando la sicurezza alimentare di molti paesi del Sud del mondo.

Una valida alternativa è il “miglioramento genetico partecipativo”, capace di rispondere alla domanda di maggiore produttività delle colture, di contenimento dei costi, di stabilità delle

rese produttive e di autonomia dei produttori. Una strategia innovativa, che utilizza la biodiversità delle varietà locali e di quelle conservate nelle banche del germoplasma, basata sulla partecipazione attiva degli agricoltori e la valorizzazione delle loro conoscenze e

sull’integrazione tra selezione delle piante e tecniche agronomiche sostenibili. Una strategia utile anche nel contesto agricolo europeo e regionale per sviluppare

un’agricoltura sostenibile, non omologata, capace di adattarsi ai diversi ambienti e di offrire prodotti di qualità.

Miglioramento genetico per la sostenibilità e la sovranità alimentare

incontro e scambio di esperienze con

Salvatore Ceccarelli

sabato 19 novembre, ore 17.00

presso l'osteria di Cjase Cocel a Fagagna

Salvatore Ceccarelli, per trent’anni genetista del Centro internazionale di ricerca agricola per le zone aride (ICARDA), ha

sviluppato in molti paesi sistemi di miglioramento genetico partecipativo dei cereali. Attualmente collabora con AIAB in attività di selezione in Italia e con il progetto “Miglioramento genetico partecipativo per la

sicurezza alimentare e l'adattamento ai cambiamenti climatici”, promosso dall'Associazione Proiezione Peters in Etiopia.

Iniziativa realizzata nell’ambito del progetto “Miglioramento genetico partecipativo per la sicurezza alimentare e l'adattamento ai cambiamenti climatici”, realizzato con il sostegno di Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia – Servizio affari internazionali e integrazione europea.