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MIGLIORAMENTO E RAZIONALIZZAZIONE DELLE TECNICHE DI DIFESA FITOPATOLOGICA IN VIVAIO DI VITE Pierluigi Donna *, Marco Tonni *, Enzo Mescalchin ** * Studio Agronomico SATA ( [email protected] , [email protected] ) ** Istituto Agrario S. Michele a/Adige ([email protected] ) INTRODUZIONE A fronte di una copiosa bibliografia reperibile sulle ricerche svolte in campo fitosanitario nella viticoltura da vino e da tavola, raramente nel settore vivaistico sono state svolte indagini finalizzate a razionalizzare le tecniche di difesa antiparassitaria. In effetti, per quanto concerne i rischi fitosanitari, il microclima del vivaio si presenta particolarmente favorevole a fitofagi e parassiti: la vegetazione delle piante è vicina al suolo, le irrigazioni sono frequenti e quindi l’umidità risulta sempre elevata; la fittezza d’impianto (circa 100.000 barbatelle per ettaro) rende difficoltoso il transito delle macchine operatrici e facilita la diffusione dei patogeni per contatto, mantiene umido e fitto l’apparato fogliare e impedisce la penetrazione dei prodotti irrorati; le frequenti cimature inducono una maggior presenza di germogli teneri ed estremamente suscettibili agli attacchi parassitari (Fig. 1, 2). Fig. 1: Vivaio a fila singola Fig. 2: Vivaio a fila binata appena piantato in piena estate A seguito di queste condizioni di elevato rischio fitosanitario e di altissimo valore per unità di suolo impiegato, il comportamento degli operatori meno preparati si traduce spesso in una elevata disponibilità a dedicare molto tempo alle pratiche colturali ritenute utili al benessere della pianta e ad aumentare non sempre in maniera motivata il livello di pressione della difesa fitosanitaria, sia in termini di frequenza di intervento che di aggressività dei principi attivi utilizzati. Le conseguenze negative di questo atteggiamento interessano la salute dell’operatore, le garanzie di tutela per l’ambiente, il costo di produzione delle barbatelle, nonché la qualità stessa delle piante prodotte ed in definitiva l’appetibilità del settore per i giovani. L’aspetto rigoglioso che la giovane pianta mostra a fine stagione non è sempre indice di una barbatella che fornisca una risposta ottimale al reimpianto in vigneto. Su questi temi, uno dei più importanti vivaisti viticoli italiani, Vitis Rauscedo, ha avviato da tempo un programma di ricerca, attraverso una collaborazione con l’ IASMA (Istituto Agrario di S. Michele all’Adige) e lo Studio Agronomico SATA. L’obiettivo è quello di collaudare strategie di controllo fitosanitario tali da abbinare ad una corretta protezione delle barbatelle maggiori garanzie in termini di salute, rispetto dell’ambiente, attenzione ai costi di produzione ed ottenimento di materiale qualitativamente pregiato. A partire da questa iniziativa, si intende strutturare una forma di controllo e coordinamento dell’operato dei vivaisti associati a Vitis

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MIGLIORAMENTO E RAZIONALIZZAZIONE DELLE TECNICHE DI DIFESA FITOPATOLOGICA IN VIVAIO DI VITE

Pierluigi Donna *, Marco Tonni *, Enzo Mescalchin ** * Studio Agronomico SATA ([email protected], [email protected] ) ** Istituto Agrario S. Michele a/Adige ([email protected]) INTRODUZIONE A fronte di una copiosa bibliografia reperibile sulle ricerche svolte in campo fitosanitario nella viticoltura da vino e da tavola, raramente nel settore vivaistico sono state svolte indagini finalizzate a razionalizzare le tecniche di difesa antiparassitaria. In effetti, per quanto concerne i rischi fitosanitari, il microclima del vivaio si presenta particolarmente favorevole a fitofagi e parassiti: la vegetazione delle piante è vicina al suolo, le irrigazioni sono frequenti e quindi l’umidità risulta sempre elevata; la fittezza d’impianto (circa 100.000 barbatelle per ettaro) rende difficoltoso il transito delle macchine operatrici e facilita la diffusione dei patogeni per contatto, mantiene umido e fitto l’apparato fogliare e impedisce la penetrazione dei prodotti irrorati; le frequenti cimature inducono una maggior presenza di germogli teneri ed estremamente suscettibili agli attacchi parassitari (Fig. 1, 2).

Fig. 1: Vivaio a fila singola Fig. 2: Vivaio a fila binata appena piantato in piena estate

A seguito di queste condizioni di elevato rischio fitosanitario e di altissimo valore per unità di suolo impiegato, il comportamento degli operatori meno preparati si traduce spesso in una elevata disponibilità a dedicare molto tempo alle pratiche colturali ritenute utili al benessere della pianta e ad aumentare non sempre in maniera motivata il livello di pressione della difesa fitosanitaria, sia in termini di frequenza di intervento che di aggressività dei principi attivi utilizzati. Le conseguenze negative di questo atteggiamento interessano la salute dell’operatore, le garanzie di tutela per l’ambiente, il costo di produzione delle barbatelle, nonché la qualità stessa delle piante prodotte ed in definitiva l’appetibilità del settore per i giovani. L’aspetto rigoglioso che la giovane pianta mostra a fine stagione non è sempre indice di una barbatella che fornisca una risposta ottimale al reimpianto in vigneto. Su questi temi, uno dei più importanti vivaisti viticoli italiani, Vitis Rauscedo, ha avviato da tempo un programma di ricerca, attraverso una collaborazione con l’IASMA (Istituto Agrario di S. Michele all’Adige) e lo Studio Agronomico SATA. L’obiettivo è quello di collaudare strategie di controllo fitosanitario tali da abbinare ad una corretta protezione delle barbatelle maggiori garanzie in termini di salute, rispetto dell’ambiente, attenzione ai costi di produzione ed ottenimento di materiale qualitativamente pregiato. A partire da questa iniziativa, si intende strutturare una forma di controllo e coordinamento dell’operato dei vivaisti associati a Vitis

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che, attraverso una rapida divulgazione delle informazioni acquisite, possa divenire in seguito un modello operativo per tutto il settore. Durante il triennio 2003-2005 si è svolta un’attività, finalizzata all’elaborazione di linee guida per una difesa a minimo impatto, supportata da un monitoraggio delle condizioni climatiche e articolata in funzione della costante verifica delle condizioni di campo. L’esperienza proseguirà anche nei prossimi anni ed è integrata in una ricerca più ampia, nella quale è coinvolto il DIPARTIMENTO PRODUZIONI VEGETALI della facoltà di Agraria di Milano, che segue le tematiche relative alla gestione agronomica attraverso lo studio di forme di irrigazione alternative e modelli di cimatura razionali. MATERIALI E METODI

q Elaborazione di un piano di difesa a minimo impatto: questo aspetto è stato affrontato attraverso diverse fasi operative, dall’indagine preliminare all’intervento propositivo secondo i seguenti passaggi: - monitoraggio della situazione di partenza: frequenza e tipologia degli interventi secondo i criteri

tradizionali, costi, possibilità di risoluzione dei problemi, affidabilità dei mezzi (Fig. 3);

Fig. 3: Irrorazione antiparassitaria con direzione del vento ortogonale all’avanzamento

- studio delle condizioni meteo-climatiche con analisi dell’influenza delle operazioni colturali (irrigazioni,

cimature) sul microambiente. - Applicazione su vasta scala fin dal primo anno degli studi condotti attraverso l’individuazione di

parcelle da 3.000 m2 circa. Nel 2003 sono state impostate 2 ripetizioni, in vivai di soci diversi, su 3 cultivar (Montepulciano, Pinot Grigio e Sangiovese). Nel 2004, sui vivai di 2 soci le cultivar erano rispettivamente Montepulciano, Cabernet e Cannonau e, su due diversi portinnesti, Montepulciano, Greco ed Aglianico. Le cultivars sono state scelte per la diversa suscettibilità a Peronospora ed Oidio, nonché per le diverse caratteristiche di portamento e vigoria. Nel 2005 è stata proposta l’applicazione(,) in pieno campo e su tutta la superficie dei vivai della “Vitis”, delle strategie di difesa elaborate secondo le esperienze pregresse.

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Tabella1: Attività sperimentale impostata nel triennio di osservazione

2003 2004 2005 cv 3 6 varianti 3 3 ripetizioni 2 2

La totalità delle cv coltivate presso i soci aderenti (ca 80 controllati sistematicamente)

totale parcelloni controllati

8 9

- collaudo di metodi di protezione a livello decrescente d’impatto, analisi dei loro limiti nel controllo delle

patologie, analisi dell’effetto dei metodi sulla qualità delle produzioni, attraverso la valutazione strutturale e funzionale delle barbatelle sottoposte ai diversi programmi di difesa (peso delle radici, peso dei tralci, peso della barbatella al confezionamento, livello di attecchimento e di sviluppo al reimpianto in vigneto);

- collaudo di strategie fitoiatriche equilibrate: utilizzo delle diverse molecole in funzione delle fasi fenologiche, delle condizioni ambientali, delle previsioni meteorologiche, dell’epoca; monitoraggio tempestivo per la verifica degli effetti di ogni singolo intervento;

- elaborazione di un metodo oggettivo per la valutazione dei risultati attraverso la stima dello sviluppo delle barbatelle post espianto: descritto in Fig. 4

Fig. 4 ripetizioni da 5 gruppi di 10 barbatelle per ogni tesi sono state suddivise nelle porzioni di lato indicate e quindi pesate con bilance di precisione. La quantità di radici lasciata sulla barbatella finita è stata ridotta al minimo (sufficiente per garantirne la sopravvivenza all’impianto), in modo da registrare l’effettiva quota dell’apparato radicale. Si segnala che nelle elaborazioni le quote % delle diverse porzioni, sommate tra loro, non danno 100% per trascurabili scarti non pesati in fase di lavorazione. RISULTATI Elaborazione del piano di difesa. Nel corso dei primi due anni di studio

sono state osservate parcelle in cui la difesa veniva programmata con metodi tradizionali a confronto con strategie di difesa guidata e con metodi basati sull’uso prevalente di rame e zolfo come anticrittogamici integrati però da concimi fogliari a base di fosfiti di potassio utilizzati come coadiuvanti (Roschatt et Haas, 2002). Durante il terzo anno, invece, il metodo di difesa guidata, divenuto ormai lo standard aziendale, è stato confrontato solo con un protocollo a minimo impatto anche in questo caso integrato saltuariamente con concimi fogliari a base di fosfito di potassio. Di grande risalto il fatto che il metodo “guidato” sia stato applicato sull’intera superficie dei vivai dei soci, dimostrando come in soli 2 anni si siano acquisite informazioni, conoscenza della realtà produttiva e rapporto di fiducia con i Soci, tali da consentire il passaggio dalle prove di campo alla applicazione estensiva.

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DIFESA 2003 L’andamento climatico è stato caratterizzato da temperature molto elevate che, pur non risultando favorevoli allo sviluppo della Peronospora, hanno rese necessarie frequenti irrigazioni a pioggia in media ogni 7-9 giorni, che hanno determinato a loro volta un microclima decisamente predisponente alle crittogame (Fig. 5) Taella 2: Temperatura media, precipitazioni e giorni piovosi rilevati a Valvasone, in prossimità dei vivai osservati, nel periodo maggio-settembre nel triennio 2003-2005

2003 2004 2005 temp.

media piogge

mm n.°

giorni piovosi

temp. media

piogge mm

n.° giorni

piovosi

temp. media

piogge mm

n.° giorni

piovosi maggio 19.4 35.0 7 15.3 145.7 16 18.1 84.0 7 giugno 25.1 41.8 10 20.6 171.6 10 21.4 75.1 10 luglio 24.4 54.4 9 22.8 81.6 9 22.7 124.4 11 agosto 26.1 73.2 4 22.5 218.8 11 19.8 280.1 12 settembre 17.2 35.2 6 18.0 86.5 5 18.7 207.6 5 media* o totale**

23.8* 239.6** 36** 20.3* 704.2** 51** 20.5* 771.1** 45**

Nota: giorni piovosi sono considerati con precipitazioni > o = a 1 mm Fonte: Servizio Agricoltura Aziende Sperimentali e Dimostrative (Saasd) della Provincia di Pordenone - Gestione Rete Agrometeo

Indipendentemente dalle irrigazioni, le condizioni di bagnatura fogliare della vegetazione si sono ripetute anche in assenza di precipitazioni come risulta dal grafico n° 1.

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Precipitazioni e bagnature fogliari registrate a Valvasone nel periodo maggio-settembre 2003

0

5

10

15

20

25

30

35

1/5 9/5 17/5

25/5 2/6 10

/618

/626

/6 4/7 12/7

20/7

28/7 5/8 13

/821

/829

/8 6/9 14/9

22/9

30/9

mm

pio

ggia

0

200

400

600

800

1000

1200

1400

min

uti b

agna

tura

Prec Bagn

Grafico 1: Piogge e bagnature fogliari nel periodo vegetativo 2003

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Le linee guida fondamentali per la difesa guidata sono state:

- il contenimento dell’impiego di ditiocarbammati, caratterizzati da implicazioni nella tossicità cronica per l’uomo e dannosi nei confronti dell’entomofauna utile; (P.A.T., 1984).

- il contenimento o l’abbandono dell’impiego di prodotti antibotritici, tradizionalmente utilizzati ad inizio stagione sui giovani germogli, a livello precauzionale ma senza una ragionata analisi del rischio reale;

- la riduzione del numero complessivo di interventi, al fine di contenere i tempi di gestione e favorire un’evoluzione della figura imprenditoriale del vivaista anche in termini di professionalità e di qualità della vita;

- la riduzione dei costi di gestione, anche attraverso il corretto dosaggio dei prodotti in funzione dello sviluppo della vegetazione;

- l’introduzione generalizzata di semplici accorgimenti per migliorare l’efficacia degli interventi: trattare sempre prima di piogge o irrigazioni per ridurre il rischio di infezioni peronosporiche secondarie e dopo gli interventi di cimatura per non disperdere inutilmente antiparassitari su vegetazione destinata ad essere eliminata.

Il livello di realizzazione di questi obiettivi è espresso nella tabella 3, redatta secondo i seguenti criteri: • non viene indicata la data di impianto dei vivai in quanto variabile anche all'interno del vivaio stesso. Si

consideri comunque che i trattamenti antiparassitari sono iniziati dopo il raggiungimento delle seguenti condizioni: 5 cm di germoglio sulle barbatelle più sviluppate, pioggia superiore a 7-10 mm, temperature minime superiori a 10° C;

• talvolta anche nella tesi “Aziendale”, in particolare verso fine stagione, si sono utilizzati prodotti secondo criteri analoghi alla tesi “Guidata”, per le inevitabili influenze sulle scelte dei vivaisti generate dalle osservazioni del positivo andamento delle tesi parcellari;

• nel vivaio con lotta “Aziendale” vengono sovente utilizzati sovradosaggi, in questi casi la dose è doppia o quasi rispetto alla dose di etichetta;

• nei vivai protetti secondo le linee "Guidata" e "Minimo impatto" le dosi di prodotto sono quelle medie di etichetta, salvo diversa specifica;

• la dose di Zolfo bagnabile, salvo diverse specifiche, è di 2 Kg/ha; • sulle tesi “Guidata” e “Minimo impatto”, in considerazione dello scarso sviluppo vegetativo delle giovani

piantine, la dose di prodotti rameici fino al 20 giugno è stata inferiore al minimo di etichetta. Per gli altri trattamenti, si indica la dose ad ettaro se differisce dalla dose media di etichetta, che per gli idrossidi utilizzati era di 1,9 Kg/ha;

• i concimi fogliari a base di fosfito di potassio non sono registrati come fungicidi e vengono utilizzati come coadiuvanti in miscela con altri prodotti fitosanitari;

• gli insetticidi sono stati effettuati secondo le norme della lotta obbligatoria a Scafoideus t. nelle tesi “Guidata” e “Minimo impatto”, mentre sono stati applicati secondo criteri tradizionali nelle tesi aziendali.

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Tab. 3: Tesi di difesa applicate in vivaio nel 2003

Principi attivi e dose di prodotto commerciale utilizzata per ettaro

AZIENDALE TRADIZIONALE GUIDATA MINIMO IMPATTO

DATA vivaio 2 vivaio 1 vivaio 2 vivaio 1 vivaio 2 12-mag Mancozeb 4 Kg (a) 17-mag Mancozeb 4 Kg (a) 23-mag Mancozeb 4 Kg (a) Folpet + Zolfo Idrossido di Cu + Zolfo 28-mag Mancozeb 4 Kg (a) Metiram + Zolfo Mancozeb Idrossido di Cu + Zolfo Poltiglia bordolese 02-giu Folpet + Zolfo Idrossido di Cu + Zolfo 03-giu Folpet + Zolfo 0,5 Kg Folpet + Zolfo 0,5Kg Poltiglia bordolese 06-giu Mancozeb 4 Kg (a) +

Zolfo

09-giu Folpet + Zolfo 10-giu Mancozeb + Zolfo +

Chlorpirifos Idrossido di Cu + Zolfo

12-giu Mancozeb 1,7 Kg + 1,5 Kg Zolfo + Chlorpirifos

17-giu Dimetomorf Cu + Quinoxifen + Cipronidil-Fludioxonil 0,5

Kg Poltiglia bordolese 4 Kg +

Zolfo + Piretro

17-giu Mancozeb 1,7 Kg + 1,5 Kg Zolfo 1,7 Kg Mancozeb + 1,5 Kg

Zolfo + Chlorpirifos

19-giu Mancozeb + Dimetomorf 0,3 Kg + Zolfo

21-giu Idrossido di Cu 2,5 Kg + Zolfo + Piretro

23-giu Mancozeb + Zolfo 2,2 Kg + Chlorpirifos 1 Kg

27-giu Mancozeb 1 Kg + Folpet 1 Kg+ Zolfo Dimetomorf Cu + Quinoxifen Poltiglia bordolese 3 Kg +

Zolfo

28-giu Poltiglia bordolese 3 Kg+ Zolfo + Piretro 350 ml Poltiglia bordolese 3 Kg+

Zolfo + Piretro 350 ml 03-lug Dimetomorf Cu +

Quinoxifen Dimetomorf Cu + Quinoxifen Fosfito di K 3 l + idrossido di Cu 1,5 Kg+ Zolfo 3 Kg

Fosfito di K 3 l + idrossido di Cu 1,5 Kg+ Zolfo 3 Kg

05-lug Iprovalicarb-Fosetil Al-Mancozeb + Esaconazolo

09-lug Mancozeb 3 Kg (a) + Zolfo

11-lug Iprovalicarb-Fosetil Al-

Mancozeb + Quinoxifen + Fenitrotion

15-lug Iprovalicarb-Fosetil Al-

Mancozeb + Penconazolo + Chlorpirifos

Fosfito di K 3 l+ idrossido di

Cu 1,5 Kg + Zolfo 3 Kg + Piretro

18-lug Dimetomorf-Cu + Fosfito di K 1 Kg + Zolfo Dimetomorf-Cu 3 Kg +

Fosfito K 1 Kg + Zolfo

21-lug Iprovalicarb-Fosetil Al-

Mancozeb 3 Kg + Quinoxifen

25-lug Metalaxil-Cu + Penconazolo

Metalaxil-Cu Kg + Penconazolo Idrossido di Cu 2,5 Kg + Zolfo Idrossido di Cu 2,5 Kg + Zolfo Idrossido di Cu 2,5 Kg +

Zolfo 26-lug Dimetomorf-Cu + Zolfo

29-lug Dimetomorf-Cu + Quinoxifen

31-lug Idrossido di Cu + Zolfo Idrossido di Cu 2,5 Kg + Zolfo

04-ago Metalaxil-Cu + Penconazolo Poltiglia bordolese 5 Kg + Zolfo

Poltiglia bordolese 6 Kg + Zolfo

Poltiglia bordolese 5 Kg + Zolfo

06-ago Ossicloruro 3 Kg+ Mancozeb + Zolfo Idrossido di Cu + Zolfo Idrossido di Cu + Zolfo

12-ago Metalaxil-Cu + Penconazolo Metalaxil-Cu + Penconazolo Idrossido di Cu + Zolfo

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Tab. 3: Tesi di difesa applicate in vivaio nel 2003 Principi attivi e dose di prodotto commerciale utilizzata per ettaro

AZIENDALE TRADIZIONALE GUIDATA MINIMO IMPATTO

DATA vivaio 2 vivaio 1 vivaio 2 vivaio 1 vivaio 2

14-ago Dimetomorf-Cu + Zolfo Poltiglia bordolese 7 Kg + Zolfo

20-ago Idrossido di Cu+ Zolfo Idrossido di Cu + Zolfo 21-ago Poltiglia bordolese 3 Kg +

Zolfo

26-ago Dimetomorf-Cu + Zolfo Idrossido di Cu 3 Kg + Zolfo Poltiglia bordolese 5 Kg + Zolfo

30-ago Dimetomorf-Cu + Fosfito di K 1 Kg + Zolfo Dimetomorf-Cu + Fosfito K 1

Kg + Zolfo Idrossido Cu 1 Kg + Fosfito di K 3 Kg + Zolfo

03-set Idrossido di Cu + Zolfo Idrossido di Cu + Zolfo 06-set Dimetomorf-Cu + Fosfito di K

1 Kg + Zolfo Idrossido Cu 1 Kg + Fosfito di K 3 Kg + Zolfo

07-set Dimetomorf-Cu + Zolfo Dimetomorf-Cu + Fosfito di K 1 Kg + Zolfo Idrossido Cu 1 Kg +

Fosfito di K 3 Kg + Zolfo 13-set Iprovalicarb-Fosetil Al-

Mancozeb + Zolfo Fosetil Al-Mancozeb-

Cimoxanil + Zolfo 3 Kg Iprovalicarb-Fosetil Al-

Mancozeb + Zolfo Poltiglia bordolese 7 Kg +

Zolfo Poltiglia bordolese 7 Kg +

Zolfo 18-set Poltiglia bordolese 7 Kg +

Zolfo 20-set Idrossido di Cu + Zolfo Idrossido di Cu + Zolfo 26-set Mancozeb + Idrossido Cu

+ Zolfo Poltiglia bordolese 7 Kg + Zolfo Poltiglia bordolese 7 Kg +

Zolfo 01-ott Idrossido di Cu 3 Kg + Zolfo Idrossido di Cu 3 Kg + Zolfo 03-ott Mancozeb+ idrossido

Cu+ Zolfo Poltiglia bordolese 7 Kg + Zolfo Poltiglia bordolese 7 Kg +

Zolfo n° interventi 25 15 18

costo prodotti 750 600 400 costo totale €

/ ha 1500 1050 940

Tab. 3: Schema degli interventi fitosanitari effettuati nel 2003 per i due vivai osservati con due tesi del vivaio 1 (“Guidata” e “Minimo impatto”) e tre tesi per il vivaio 2 (“Tradizionale”, “Guidata” e “Minimo Impatto”). Il costo dell’esecuzione del trattamento è stato calcolato in base a valutazioni dedotte dalla contabilità delle aziende e comprende sia il costo dell’operatore che l’ammortamento macchina.

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Conclusioni anno 2003 Durante l’esperienza dell’annata 2003 si sono rilevate le seguenti principali considerazioni: • l’esecuzione di cimature ripetute genera la continua formazione di nuova vegetazione difficile da

proteggere; ridurre la frequenza di questi interventi consente una migliore maturazione di foglie e germogli; la tipologia del prodotto antiparassitario va scelta anche in base al tempo che intercorre tra la cimatura ed il trattamento.

• In vivaio risultano suscettibili a Plasmopara anche

foglie neoformate (anche di solo 1 cm di diametro) che in vigneto non sono, in genere, sensibili all’infezione. In fig 5 si nota una infezione peronosporica già evasa, che ha colpito un germoglio di pochissimi centimetri e le foglioline appena schiuse. In base alla durata del periodo di incubazione nel periodo interessato, si presume che l’infezione possa essersi avviata sul germoglio di solo 1-2 cm di lunghezza. In vigneto non si riscontrano mai infezioni così precoci.

Fig. 5: Plasmopara evasa su germoglio neoformato

• La presenza di macchie di Plasmopara è pressoché inevitabile, a meno di una pressione di trattamenti

non sostenibile secondo un criterio di logica ed economicità. Una corretta forma di gestione deve mantenere la presenza di infezione inferiore alla soglia di danno o al limite di possibilità di controllo tenendo presente che le prime fasi di sviluppo della barbatella coincidono con una pressione della malattia relativamente ridotta dato lo scarso inoculo iniziale nel caso si esegua una rotazione annuale dei terreni. Nei mesi successivi a fronte dell’età crescente delle foglie più vecchie che le rende meno aggredibili si contrappone una grande sensibilità della nuova vegetazione, stimolata dalle ripetute cimature e una elevata pressione della crittogama, favorita da ripetuti periodi di bagnatura della vegetazione anche in assenza di piogge o irrigazioni (grafici 1, 2 e 3).

• In linea con le recenti acquisizioni sulle possibilità di diffusione di Plasmopara in forma secondaria

(Mescalchin, 1992 e 1997), anche in vivaio l’infezione secondaria si diffonde in modo circoscritto a partire da singole sporulazioni: l’asportazione di queste con eventuali cimature riduce drasticamente le possibilità di espansione del patogeno a breve termine e permette di recuperare una condizione di rischio controllabile approfittando della stasi vegetativa in post-cimatura. Si deve tuttavia porre attenzione a non esagerare con le cimature, per evitare di sottoporre la pianta ad eccessivi stress (la giovane piantina costretta a produrre foglie continuamente asportate, riduce gli accumuli a livello radicale). Quest’ultimo aspetto sarà oggetto di una successiva pubblicazione che tratterà approfonditamente i rapporti tra cimature e sviluppi delle barbatelle.

• Le frequenti bagnature dovute all’irrigazione a pioggia generano difficoltà di protezione ben maggiori di

quelle legate alle condizioni generali della zona: filari di vivaio adiacenti a campi di mais irrigati a pioggia si trovano in condizioni di rischio di gran lunga superiori al resto degli appezzamenti.

Le condizioni tipiche del vivaio hanno quindi prodotto, nel 2003, una situazione come quella espressa in fig. 6.

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Fig. 6: Mappa esemplificativa della diffusione di Plasmopara su Montepulciano in uno dei vivai osservati

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Dalla mappa delle infezioni peronosporiche si nota come la strategia di difesa guidata lasci spazio ad alcune infezioni che però risultano facilmente controllabili e senza alcuna ripercussione sulla qualità delle barbatelle. Il metodo “Minimo impatto”, cede ad una diffusione della Plasmopara più accentuata. Valutazioni a posteriori sulla qualità generale, sulla tenuta e sulla resa delle stesse piante in vivaio nonché sull’aspetto delle barbatelle alla commercializzazione, non evidenziano tuttavia alcun limite oggettivo per le piante coltivate secondo quest’ultima strategia; di fatto quindi esiste una soglia di attacco al di sotto della quale non si registra un danno effettivo sulla qualità della barbatella. Alcuni dei parametri valutati si possono osservare nelle Tabb. 4, 5, 6, 7 e 8.

MONTEPULCIANO 2003 - VIVAIO N° 1 Peso medio di 10 barbatelle (g) MINIMO IMPATTO DIFESA GUIDATA SIG.

PESO DELLA VEGETAZIONE TOTALE (g) 170,0 (b) 126,9 (a) .000 % DI VEGETAZIONE SUL PESO TOTALE STANDARDIZZATI 44,9 (b) 38,3 (a) .000 % DI RADICI SUL PESO TOTALE STANDARDIZZATI 46,6 (a) 48,6 (b) .003 Tab. 4: Parametri oggettivi per la valutazione della condizione delle barbatelle alla commercializzazione in Montepulciano 2003 nel primo vivaio. Benché la tesi “Minimo impatto” sia stata un poco più interessata dalle infezioni di Plasmopara, ad essa corrispondono, in modo significativo, piante strutturalmente più interessanti per tutti i parametri. Evidentemente la peronospora si è manifestata al di sotto della soglia di danno ed i prodotti di copertura hanno aiutato la maturazione dei tessuti

MONTEPULCIANO 2003 – VIVAIO N° 2 Peso medio di 10 barbatelle (g) MINIMO IMPATTO DIFESA GUIDATA TRADIZIONALE SIG.

PESO TOTALE DELLA BARBATELLA ALL'ESPIANTO 823,3 (a) 820,2 (a) 976,1 (b) .000

PESO DELLA BARBATELLA PREPARATA PER LA SPEDIZIONE 501,7 (a) 499,9 (a) 637,0 (b) .000

% DI VEGETAZIONE SUL PESO TOTALE STANDARDIZZATI 47,8 (b) 48,5 (b) 45,5 (a) .002

% DI RADICI SUL PESO TOTALE STANDARDIZZATI 43,4 (b) 42,7 (b) 40,2 (a) .000

Tab. 5: Parametri oggettivi per la valutazione della condizione delle barbatelle alla commercializzazione in Montepulciano 2003 nel secondo vivaio. Differenze significative si hanno nel confronto tra il protocollo tradizionale e quelli innovativi, che non si differenziano tra loro. Benché il peso della pianta, sia prima che dopo la mondatura, sia a favore del metodo tradizionale, gli aspetti utili al successo in vigneto (ottimale sviluppo radicale ed aereo) sono decisamente a favore dei nuovi metodi proposti. Si ottiene quindi una barbatelle più equilibrata, con una buona porzione di sostanze accumulate sotto forma di riserva.

PINOT GRIGIO 2003 - VIVAIO N° 1 Peso medio di 10 barbatelle (g) MINIMO IMPATTODIFESA GUIDATASIG.

PESO DELLA VEGETAZIONE TOTALE (g) 147,7 (a) 210,8 (b) .000 % DI VEGETAZIONE SUL PESO TOTALE STANDARDIZZATI 46,8 (a) 55,0 (b) .000

PESO DELLE RADICI (g) 176,1 (b) 139,9 (a) .000 % DI RADICI SUL PESO TOTALE STANDARDIZZATI 51,2 (b) 44,2 (a) .000

Tab. 6: Parametri oggettivi per la valutazione della condizione delle barbatelle alla commercializzazione in Pinot Grigio 2003 nel primo vivaio. In questo caso gli attacchi peronosporici sono stati più evidenti ed hanno penalizzato la maturazione della parte epigea. Valutazioni fatte in vigneto dopo la commercializzazione e la posa di questa partita sperimentale ne hanno confermato l’eccellente attecchimento e l’ottimo sviluppo vegetativo.

PINOT GRIGIO 2003 – VIVAIO N° 2 Peso medio di 10 barbatelle (g) MINIMO IMPATTODIFESA GUIDATATRADIZIONALESIG.

PESO TOTALE DELLA BARBATELLA ALL'ESPIANTO (g) 800,8 (a) 823,3 (a) 872,3 (b) .003

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PESO DELLA BARBATELLA PREPARATA PER LA SPEDIZIONE 465,4 (a) 507,1 (b) 518,5 (b) .001 PESO DELLA VEGETAZIONE TOTALE (g) 186,2 (a) 184,8 (a) 201,4 (b) .047

PESO DELLE RADICI (g) 149,2 (b) 131,3 (a) 152,4 (b) .003 % DI RADICI SUL PESO TOTALE STANDARDIZZATI 44,7 ( c ) 40,9 (a) 43 (b) .000

Tab. Parametri oggettivi per la valutazione della condizione delle barbatelle alla commercializzazione in Pinot Grigio 2003 nel secondo vivaio. Anche in questo caso lo sviluppo dell’apparato radicale è a favore della strategia a Minimo Impatto, mentre la tecnica tradizionale favorisce aspetti “appariscenti” ma non strettamente correlati con le potenzialità biologiche della barbatella posta a dimora in vigneto.

SANGIOVESE 2003 – VIVAIO N° 2 Peso medio di 10 barbatelle (g) MINIMO IMPATTODIFESA GUIDATATRADIZIONALESIG.

PESO TOTALE DELLA BARBATELLA ALL'ESPIANTO (g) 720,60 (a) 841,6 (b) 893,8 ( c ) .000 PESO DELLA VEGETAZIONE TOTALE (g) 176,65 (a) 200,80 (b) 194,90 (b) .016

% DI RADICI SUL PESO TOTALE STANDARDIZZATI 49,7 (b) 48,1 (b) 43,4 (a) .000 Tab. 8 Parametri oggettivi per la valutazione della condizione delle barbatelle alla commercializzazione in Sangiovese 2003 nel secondo vivaio. Anche in questo caso lo sviluppo dell’apparato radicale, in proporzione al complesso della pianta, è a favore del metodo di lotta MI. Atre situazioni sperimentali non vengono qui riportate in quanto non hanno evidenziato differenze significative. E’ chiaro che, a parità di risultato, la tecnica più interessante è quella economicamente più conveniente.

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DIFESA 2004 L’andamento climatico è stato caratterizzato da temperature nella media e piovosità regolarmente distribuite che, unitamente alle irrigazioni a pioggia, hanno generato un’annata decisamente favorevole agli attacchi parassitari (Tab.2). Nel periodo maggio-settembre la piovosità è stata circa 3 volte maggiore di quella registrata nel 2003. Ciò ha comportato una relativa diminuzione degli interventi irrigui la cui frequenza si è ridotta significativamente. Come nel 2003 la bagnatura della vegetazione si è ripetuta anche in assenza di precipitazioni o irrigazioni in diversi periodi della stagione vegetativa (grafico 2).

Precipitazioni e bagnature fogliari registrate a Valvasone nel periodo maggio-settembre 2004

0

10

20

30

40

50

60

70

1/5 9/5 17/5

25/5 2/6

10/6 18/6

26/6 4/7 12

/720

/728

/7 5/8 13/8

21/8

29/8 6/9 14

/922

/930/9

mm

pio

ggia

0

200

400

600

800

1000

1200

1400

min

uti b

agna

tura

Prec Bagn

Grafico 2: Piogge e bagnature fogliari nel periodo vegetativo 2004 Le linee guida fondamentali per la difesa guidata sono state, oltre a quelle citate per il 2003:

- il coinvolgimento diretto dell’operatore nel monitoraggio continuo della situazione sanitaria; - il sistematico utilizzo delle previsioni meteorologiche, indispensabili pwer condurre strategie

antiperonosporiche essenzialmente preventive; - l’esercizio all’uso dei prodotti inibitori nei confronti delle sporulazioni di Plasmopara, in modo

ragionevole e non abusivo, qualora la difesa preventiva non abbia consentito un risultato ottimale; - l’integrazione del programma di difesa con pratiche di irrigazione e cimatura concordate con i soci

secondo strategie integrate con la lotta antiparassitaria. La prova è stata condotta su due aziende, ma le osservazioni si sono concentrate in un unico vivaio, con corpi abbastanza ampi da poter eseguire più ripetizioni nelle valutazioni specifiche e ponderali. Il tipo di intervento fitosanitario adottato è comunque descritto nella seguente tab. 9 (valgono le note generali fatte per la tab. 3).

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Tab. 9: Tesi di difesa applicate in vivaio nel 2004

principi attivi e dose di prodotto commerciale utilizzata DATA GUIDATA MINIMO IMPATTTO

24-magFolpet Folpet 02-giuFolpet + Zolfo 1,3/ha Folpet + Zolfo 1,3 kg/ha

11-giuDimetomorf-Cu + Quinoxifen Idrossido di Cu + Zolfo 14-giu Idrossido di Cu + Zolfo 18-giuDimetomorf-Mz 3 kg/ha + Zolfo Idrossido di Cu 2 kg/ha + Zolfo 3 kg/ha 24-giuIdrossido di Cu + Zolfo Idrossido di Cu + Zolfo

30-giuDimetomorf-Cu + Fosfito K 1 kg/ha + Zolfo Fosfito K 3 kg/ha + Zolfo

14-lug Dimetomorf-Cu + Zolfo Fosfito K 3 kg/ha + Zolfo

19-lugPoltiglia bordolese 4 kg/ha + Zolfo + Fenitrotion Poltiglia bordolese 4 kg/ha + Zolfo + Piretro 1 kg/ha

24-lugIdrossido di Cu 3 kg/ha + Zolfo Idrossido di Cu 3 kg/ha + Zolfo 28-lugIdrossido di Cu 3 kg/ha + Zolfo Idrossido di Cu 3 kg/ha + Zolfo

30-lugPoltiglia bordolese 5 kg/ha + Zolfo Poltiglia bordolese 5 kg/ha + Zolfo 31-lugIdrossido di Cu 3 kg/ha + Zolfo

04-agoDimetomorf-Cu 3 kg/ha + Fosfito K 1 kg/ha + Zolfo Idrossido Cu 1 kg/ha + Fosfito K 3 kg/ha + Zolfo

13-agoDimetomorf-Cu 3 kg/ha + Fosfito K 1 kg/ha + Zolfo Idrossido di Cu 3 kg/ha + Zolfo

20-agoIprovalicarb-fosetil Al-Mancozeb 3 kg/ha + Zolfo Idrossido di Cu 3 kg/ha + Zolfo

22-ago Idrossido di Cu 3 kg/ha + Zolfo 27-agopoltiglia bordolese 6 kg/ha + Zolfo poltiglia bordolese 6 kg/ha + Zolfo

31-agopoltiglia bordolese 6 kg/ha + Zolfo poltiglia bordolese 6 kg/ha + Zolfo 03-setpoltiglia bordolese 8 kg/ha + Zolfo poltiglia bordolese 8 kg/ha + Zolfo 08-setpoltiglia bordolese 8 kg/ha + Zolfo poltiglia bordolese 8 kg/ha + Zolfo 13-setDimetomorf-Cu 3 kg/ha + Quinoxifen poltiglia bordolese 4 kg/ha + Zolfo 18-set poltiglia bordolese 4 kg/ha + Zolfo 22-setIprovalicarb -Cu 3 kg/ha + Quinoxifen Iprovalicarb -Cu 3 kg/ha + Quinoxifen 26-setPoltiglia bordolese 5 kg/ha + Zolfo Poltiglia bordolese 5 kg/ha + Zolfo

1-ottPoltiglia bordolese 5 kg/ha + Zolfo Poltiglia bordolese 5 kg/ha + Zolfo n° interventi 23 24

costo prodotti 750 600 costo totale € / ha 1440 1320

Tab. 9: Schema degli interventi fitosanitari effettuati nel 2004.

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Durante l’esperienza dell’annata 2004 si sono raccolte le seguenti considerazioni principali:

- esiste una difficoltà psicologica degli operatori a modificare i turni tra i trattamenti in funzione del principio attivo utilizzato. In pratica essi tendono a mantenere gli stessi turni ristretti anche con prodotti che consentono una copertura più prolungata.

- I prodotti endoterapici sono ovviamente di grandissimo aiuto per l’impostazione di una lotta guidata a ridotto impatto ambientale; tuttavia, si deve porre la massima attenzione in modo che vengano ridotti i rischi di resistenza.

- La diversa sensibilità delle cultivars è spesso più importante delle differenze tra diverse linee di difesa. In una prospettiva di lotta forse un po’ sofisticata, ma certamente auspicabile, in vivaio sarebbe quindi opportuno programmare impianti in modo da poter gestire le varietà in modo differenziato.

Sulla base dell’esperienza maturata e delle caratteristiche più problematiche dell’annata 2004 rispetto alla precedente, si è registrata, per la Plasmopara, una progressione come quella espressa in tab. 10. In questo caso, diversamente dall’anno precedente, è stata valutata la percentuale di foglie infette in blocchi ricavati a campione per ogni parcella.

Grado di infezione per singole date (ppm=parti per milione) tesi cultivars 17 giugno 7 luglio 28 luglio 11 agosto 8 settembre

montepulciano 0 0 1 % 5% 10% cabernet 0 0 0 0 0

guidata

cannonau 0 0 0 0 0 montepulciano 0 0 1% 10% 40% cabernet 0 0 0 0 1%

minimo impatto

cannonau 0 0 2% 5% 30% Tab. 10: Livello progressivo di diffusione di Plasmopara verificato nel 2004 in un vivaio in osservazione. La forte pressione ambientale ha reso difficile il controllo con prodotti di copertura. L’infezione si diffonde però sul Minimo impatto solo nella fase conclusiva della stagione, con la vegetazione già lignificata senza comportare effetti negativi sulle barbatelle a fine ciclo. La porzione che rimane alla vendita, inoltre, è comunque libera dalla presenza di patogeni. Le conseguenze di quest’annata si possono comunque osservare nelle Tabb. 11 12 e 13.

MONTEPULCIANO 2004 Peso medio di 10 barbatelle (g) MINIMO IMPATTODIFESA GUIDATASIG.

PESO DELLA VEGETAZIONE LIGNIFICATA (g) 91,6 (a) 135,4 (b) .000Tab. 11: Parametri oggettivi per la valutazione della condizione delle barbatelle alla commercializzazione in Montepulciano nel 2004. In questo caso solo per lo sviluppo della vegetazione lignificata si sono ottenute differenze significative tra le tesi. Rispetto alla difesa guidata, quella a minimo impatto ha determinato un minor sviluppo epigeo delle piante.

CANNONAU 2004 Peso medio di 10 barbatelle (g) MINIMO IMPATTODIFESA GUIDATASIG.

PESO DELLA VEGETAZIONE LIGNIFICATA (g) 72,8 (a) 165,2 (b) .000Tab. 12: Parametri oggettivi per la valutazione della condizione delle barbatelle alla commercializzazione in Cannonau nel 2004. Anche in questo caso solo per lo sviluppo della vegetazione lignificata si sono ottenute differenze significative tra le tesi ed ancora, rispetto alla difesa guidata, quella a minimo impatto determinato un minor sviluppo epigeo delle piante.

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CABERNET 2004

Peso medio di 10 barbatelle (g) MINIMO IMPATTODIFESA GUIDATASIG.PESO DELLA VEGETAZIONE LIGNIFICATA (g) 152,2 (a) 189,5 (b) .000

PESO DELLA RADICE 181,6 (b) 136,8 (a) .001Tab. 13: Parametri oggettivi per la valutazione della condizione delle barbatelle alla commercializzazione in Cabernet nel 2004. In questo caso si sono ottenute differenze significative tra le tesi sia per lo sviluppo della vegetazione lignificata che per il peso delle radici. A ulteriore conferma dei dati del 2003, si evidenzia che, quando sono presenti differenze nello sviluppo radicale, queste sono sempre a favore della tesi “Minimo impatto”. Nel determinare il minore sviluppo vegetativo delle tesi a minimo impatto gioca certamente un ruolo importante l’utilizzo massiccio di rame il cui quantitativo risulta di circa il 17% superiore a quanto utilizzato nella tesi di confronto. DIFESA 2005 L’andamento climatico è stato caratterizzato da temperature nella media e piovosità regolarmente distribuite durante la prima parte dell’estate, mentre le precipitazioni si sono intensificate a partire dalla seconda decade di Agosto (grafico 3). L’epidemia peronosporica, poco evidente fino a quel periodo, si è quindi potuta sviluppare a fine estate.

Grafico 3: Piogge e bagnature fogliari nel periodo vegetativo 2005

A partire dal 2005 si è avviata la fase applicativa a pieno campo sui vivai di tutti i soci “Vitis” delle strategie sperimentate nel biennio precedente. Il passaggio a questa fase ha costituito il naturale sbocco del processo di studio iniziato nel 2003 con lo scopo di conseguire, nel più breve tempo possibile, un’esperienza tale da permettere di gestire su vasta scala la lotta antiparassitaria e le principali fasi della gestione agronomica dei vivai.

Precipitazioni e bagnature fogliari registrate a Valvasone nel periodo maggio-settembre 2005

0

20

40

60

80

100

120

140

1/5 9/5 17/5

25/5 2/6

10/6

18/6

26/6 4/7 12/7 20/7 28/7 5/8

13/8

21/8

29/8 6/9 14/9 22/9 30/9

mm

pio

ggia

0

200

400

600

800

1000

1200

1400

min

uti b

agna

tura

Prec Bagn

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Concordate le strategie e le modalità organizzative con i vivaisti, lo studio è stato condotto soprattutto attraverso visite periodiche in tutti i vivai, la raccolta e la registrazione del maggior numero possibile di informazioni relative allo stato fitosanitario ed agli interventi agronomici e di lotta antiparassitaria e prevedendo una buona rete di scambio informazioni tra tutti gli attori coinvolti. Le linee guida fondamentali per la difesa guidata sono state, oltre a quelle citate per il 2003 e 2004: • l’adozione di una linea di condotta sufficientemente uniforme tra i vivaisti, ma che, durante la stagione, si

potesse differenziare in funzione delle specifiche necessità. Infatti, ferme restando alcune importanti regole operative comuni, si è dimostrato fondamentale l’adattamento delle decisioni alle situazioni contingenti dettate ad esempio da ambiente, microclima, varietà o esigenze specifiche degli operatori;

• lo stretto coinvolgimento dei vivaisti nel monitoraggio costante dei propri vivai e nella scelta della linea di difesa che di volta in volta si doveva seguire. Questo aspetto riveste una fondamentale importanza per garantire la trasparenza e condivisione delle scelte degli operatori e permettere la crescita di un rapporto di fiducia reciproca tra vivaista e tecnico;

• l’introduzione su vasta scala del sistema di irrigazione a goccia con manichetta strisciante sottotelo. Questo metodo di irrigazione garantisce innumerevoli vantaggi rispetto al tradizionale sistema a pioggia, tra cui l’assenza di bagnatura fogliare, il risparmio ed il migliore dosaggio dell’acqua di irrigazione, una più efficace distribuzione con minori impegni di manodopera. Il metodo era stato testato dal nostro gruppo di lavoro nei vivai durante gli anni precedenti, parallelamente alle prove di difesa oggetto del presente articolo. Accertati i vantaggi, si è deciso di estenderne l’applicazione su molti ettari di vivaio;

• l’introduzione su vasta scala di pratiche di cimatura modificate rispetto alla tradizione, in modo da “costruire” una barbatella strutturalmente migliore per lo sviluppo vegetativo e per la funzionalità fotosintetica. Come detto, queste valutazioni, condotte anche negli anni precedenti ed oggetto di prossima pubblicazione, ci hanno permesso di richiedere la realizzazione di specifiche macchine operatrici innovative e di prevedere strategie di cimature diverse dalla tradizione e migliori per le ripercussioni qualitative che determinano.

Si riporta, per il 2005, in tab. 14 l’elenco dei trattamenti di difesa effettuati presso uno dei vivai seguiti, confrontandolo a titolo di esempio con la lotta aziendale del 2002, annata climaticamente non molto dissimile dal 2005. Valgono le note generali fatte per la tab. 3.

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Tab. 14 PROVA DIFESA IN VIVAIO 2005, confronto con la lotta aziendale 2002

principi attivi e dose di prodotto commerciale utilizzata Data "Minimo impatto" “Guidata” ANNO 2002

22/5 Folpet 26/5 Folpet 28/5 Folpet + Zolfo 2/6 Folpet + Zolfo 4/6 Mancozeb

10/6 Idrossido Rame + Zolfo 12/6 Dimetomorf-MZ 15/6 Idrossido Rame + Zolfo 23/6 Idrossido Rame + Zolfo Mancozeb + Zolfo 1 Kg 29/6 Iprovalicarb-Cu + Penconazolo Dimetomorf-MZ + Fosfito + Zolfo 1 Kg 7/7 Dimetomorf-MZ + Fenitrotion Dimetomorf MZ + Zolfo+ Fenitrotion

13/7 Fosfito di CU + Zolfo Folpet 19/7 Idrossido Rame Dimetomorf MZ + Zolfo 21/7 Fosfito di CU +Zolfo 28/7 Iprovalicarb-Fosetil.Al-MZ+ Fosfito 1 l + Penconazolo

30/7 Idrossido Rame + Zolfo + Chlorpirifos

2/8 Poltiglia Bordolese 7,5 Kg + Chlorpirifos 4/8 Dimetomorf + Fosfito 3 kg/ha + Zolfo

6/8 Idrossido Rame + Zolfo

12/8 Fosfito 3 l/ha + Idrossido Rame 0,8 kg + Zolfo Iprovalicarb-Fosetil.Al-MZ + Fosfito 1 l + Zolfo

20/8 Idrossido Rame + Zolfo Iprovalicarb-Fosetil.Al-MZ + Fosfito 1 l + Zolfo

24/8 Iprovalicarb-Cu + Fosfito + Quinoxifen Idrossido Cu + Folpet + Zolfo

31/8 Idrossido Rame + Zolfo Idrossido Cu + Zolfo 7/9 Idrossido Rame + Zolfo Idrossido Cu + Zolfo 9/9 Poltiglia Bordolese + Zolfo

13/9 Idrossido Rame 1.5 kg + fosfito 3 l 15/9 Poltiglia Bordolese + Zolfo 17/9 Idrossido Rame + Zolfo 21/9 Poltiglia Bordolese + Zolfo 24/9Idrossido Rame + Zolfo 26/9 Poltiglia Bordolese + Zolfo 1/10 Idrossido Rame + Zolfo Idrossido Rame + Zolfo

Mancozeb n° 29

Dimethomorph

n° 2 Folpet

n° 6 Idrox Cu

n° 7 Zolfo

n° 29 Esaconazolo

n° 4 Flufenoxuron

n° 2 Antibotritici

n° 3 Acaricidi

n° 3

n° interventi 22 21 35

costo prodotti 500 700 1200

costo totale € / ha 1160 1330 2250

Durante l’esperienza dell’annata 2005, abbiamo annotato le seguenti principali considerazioni: • Si è instaurato con i vivaisti un dialogo costruttivo che ha permesso di mettere in atto linee di difesa

coerenti con gli obbiettivi in programma. Tra i principali obbiettivi raggiunti, una drastica riduzione su vasta scala del numero degli interventi e dell’impatto dei prodotti utilizzati nella difesa, nonché un efficace e costante monitoraggio dello stato fitosanitario dei vivai e una notevole esperienza sulla efficacia dei diversi principi attivi in funzione del loro utilizzo nelle varie fasi fenologiche.

• La diminuzione del numero di trattamenti è stata agevolata anche dall’utilizzo del sistema di irrigazione a manichetta sottotelo, che oltre ad evitare di provocare sporulazioni e infezioni secondarie di peronospora, si è confermato un sistema valido sotto molti aspetti, compreso quello economico.

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• L’interazione fra tempi e modalità di cimatura, irrigazione e difesa, ha confermato che le strategie di coltivazione vanno progettate ed attuate in modo complessivo valutandone le interazioni (fig. 7).

Fig. 7: Interazioni fra i diversi fattori che regolano l’equilibrio nella coltivazione della vite in vivaio CONCLUSIONI L’attività vivaistica è spesso oggetto di critiche per il numero di interventi che vi si eseguono; le condizioni del vivaio inoltre risultano estremamente favorevoli a fitofagi e parassiti. L’alto valore della produzione induce i vivaisti ad adottare linee di difesa con elevata pressione a scapito della “sostenibilità” di questa attività. L’utilizzo di strategie agronomiche utili alla riduzione del rischio di attacchi fungini, come ad esempio l’irrigazione sotto telo ed una oculata gestione delle cimature, risulta di grandissima utilità nell’impostazione di una lotta ragionata. Una difesa fitosanitaria corretta ed equilibrata, anche nelle difficili condizioni microclimatiche del vivaio da barbatelle di vite, è resa possibile da una pianificazione ragionata del programma di lavoro e dal coordinamento degli interventi in forma “guidata”. Il contenimento dell’impatto, attraverso l’uso di principi attivi poco aggressivi e di dosi contenute, è una condizione di particolare interesse per tutto il contesto sociale ed ambientale. La collaborazione di tutti gli operatori, la loro disponibilità nel collaborare al monitoraggio, a considerare da nuovi punti di vista la presenza di infezione inferiore alla soglia di danno e la loro motivazione nel sostenere il compito di chi si incarica del coordinamento, sono condizione essenziale per un successo nel nuovo metodo di approccio alla coltivazione in generale ed alla difesa fitosanitaria in particolare. Le giovani barbatelle, nei periodi iniziali del loro sviluppo, sono particolarmente suscettibili agli attacchi parassitari e le conseguenze delle infezioni sono talvolta fatali. Durante questa esperienza, tuttavia, si è potuto constatare come la pressione di Plasmopara in vivaio, anche in virtù delle frequenti rotazioni, sia poco consistente nelle prime fasi di sviluppo delle barbatelle. In piena estate, invece, a livelli di pressione infettiva decisamente molto elevati, corrispondono maggiori possibilità di risposta e di recupero da parte delle piante. Si è potuto dimostrare che, entro certi limiti, a maggiori attacchi peronosporici non corrisponde necessariamente una peggiore qualità delle barbatelle. Si è constatato inoltre che uno sviluppo più equilibrato delle piante ed il potenziamento di parametri utili all’attecchimento ed alla vitalità in campo non dipendono dalle pesanti pressioni di difesa del metodo tradizionale, quanto dal contenimento dell’aggressività ottenibile con i metodi definiti “guidato” e “minimo impatto”. Grazie alla cadenza ravvicinata degli interventi, qualsiasi sia stata la strategia di difesa utilizzata, l’oidio non ha mai rappresentato un problema evidente, quindi si può prevedere con buona tranquillità l’utilizzo di prodotti a basso costo e basso impatto.

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Questo lavoro rappresenta un punto di partenza per un approccio più professionale alla gestione della vite in vivaio e dovrà proseguire per analizzare in modo più approfondito le possibilità di interazione tra le strategie di difesa fitopatologia e quelle di gestione agronomica in generale, definendo in prospettiva anche criteri per la messa a punto di attrezzature espressamente previste per questo tipo di attività. La diversa sensibilità delle cultivars è spesso più importante delle differenze tra diverse linee di difesa. In una prospettiva di lotta forse un po’ sofisticata, ma certamente auspicabile, in vivaio sarebbe quindi opportuno programmare impianti in modo da poter gestire le varietà in modo differenziato. Ringraziamenti: Si ringrazia Vitis S.c.a.r.l. per il finanziamento del progetto. Si ringraziano tutti i Soci Vitis, i collaboratori e dipendenti per l’eccezionale disponibilità dimostrata.

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Bibliografia: Mescalchin E. (1992): Peronospora della vite: dalla lotta guidata alla lotta tempestiva, un'evoluzione possibile. L'Informatore Agrario 22, 71-76; Mescalchin, E. (1997): Pratical Experiences in Assessment of Primary and Secondary Cycle of Plasmopara on the Base of Weather monitor Data in Trentino (Italy). Die Wein-Wissenschaft Viticultural and Enological Sciences 3-4, 157-161; Provincia Autonoma di Trento – Dipartimento Ecologico(1984): Prima rassegna bibliografica su alcuni pesticidi impiegati in provincia di Trento; Roschatt C., Haas E. (2002): “I concimi fogliari a base di fosfiti sono in grado di migliorare la difesa antiperonosporica?” Frutta e vite n. 4, 125-127;