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    Sistema di Gestione IntegratoSistema di Gestione Integrato

    Salute Sicurezza AmbienteSalute Sicurezza Ambiente

    Settore industriale Energia e PetrolioSettore industriale Energia e Petrolio

    Ing. S. Spampinato Docente a Contratto, Universit degli studi di Catania

    Linee Guida INAILLinee Guida INAIL--ASIEPASIEP

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    Decreti Legislativi 81/2008 eDecreti Legislativi 81/2008 e

    231/2001 e Modelli di231/2001 e Modelli diOrganizzazione e GestioneOrganizzazione e Gestioneaventi Efficacia Esimenteaventi Efficacia Esimente

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    Decreti Legislativi 81/2008 e 231/2001Decreti Legislativi 81/2008 e 231/2001Il decreto legislativo 81/2008, Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto

    2007, n. 123, in materia di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoroovvero il nuovo Testo Unico sulla Sicurezza, porta delle variazioni nelladisciplina della Responsabilit Amministrativa delle societ e in materia diModelli di Organizzazione, Gestione e Controllo, fornendo, nel contempo,alle imprese maggiori certezze sui benefici della prevenzione.

    Infatti il D.Lgs 231/2001 prevede, oltre alla responsabilit diretta deldirigente/dipendente che commette il reato a vantaggio e nellinteresse dellasociet, anche una responsabilit della stessa societ, definitaamministrativa ma in realt penale, punita con pesanti sanzioni che possono

    comportare linterdizione dellattivit o addirittura il commissariamento dellasociet.

    Inoltre, dall'agosto 2007, la legge n. 123 ha introdotto due nuovi reati-presupposto nella disciplina del D.Lgs. 231/01, vale a dire i reati di "Omicidio

    colposo e lesioni colpose gravi o gravissime, commessi con violazione dellenorme antinfortunistiche e sulla tutela dell'igiene e della salute sul lavoro"

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    Lesclusione/limitazione della responsabilit dellEnte possibile solo se l'organo

    dirigente ha adottato ed efficacemente attuato, prima della commissione delreato, Modelli di Organizzazione e di Gestione idonei a prevenire reati dellaspecie di quello verificatosi.

    Il legislatore prevede che sia la Commissione consultiva permanente per la

    salute e sicurezza sul lavoro (D.Lgs. 81/08, Art. 6, c.8, lett. m) ad indicaremodelli di organizzazione e gestione aziendale, atti ad avere efficacia esimente,ma, nel contempo, allart. 30, c. 5, richiama esplicitamente, quale documento diriferimento per la progettazione di tali modelli, in sede di prima applicazione, leLinee Guida UNI-INAIL per un sistema di gestione della salute e sicurezza sullavoro".

    Lo stesso Testo Unico (art. 2, c. 1, lett. z) nella definizione di Linee Guidaindica lINAIL tra gli enti preposti alla predisposizione di atti di indirizzo ecoordinamento per l'applicazione della normativa in materia di salute esicurezza.

    Decreti Legislativi 81/2008 e 231/2001Decreti Legislativi 81/2008 e 231/2001

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    1.Il modello di organizzazione e di gestione idoneo ad avere efficacia esimente dellaresponsabilit amministrativa delle persone giuridiche, delle societ e delle

    associazioni anche prive di personalit giuridica di cui al decreto legislativo 8

    giugno 2001, n. 231, deve essere * adottato ed efficacemente attuato, assicurando

    un sistema aziendale per ladempimento di tutti gli obblighi giuridici []

    * Finora ladozione del Modello di organizzazione e gestione era prevista dal D.Lgs.

    231/01 in termini di Facolt; ladesione a modelli di organizzazione e gestione diventa

    adesso Esigenza per lazienda, non pi facolt; ci appare in linea con lo spirito e con il

    dettato del D.Lgs. 231/01, e, ricordando la bozza di decreto diffusa ad inizio gennaio

    2008, essa prevedeva, per specifiche tipologie di aziende e comunque per i datori di

    lavoro che occupano pi di 1000 lavoratori, l'adozione obbligatoria dei Modello diorganizzazione.

    D.D. LgsLgs. 81/2008. 81/2008Articolo 30Articolo 30Modelli di Organizzazione e GestioneModelli di Organizzazione e Gestione

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    2. Il modello organizzativo e gestionale di cui al comma 1 deve prevedere idonei sistemi di

    registrazione dellavvenuta effettuazione delle attivit di cui al comma 1.

    3. Il modello organizzativo deve in ogni caso prevedere, per quanto richiesto dalla natura edimensioni dellorganizzazione e dal tipo di attivit svolta, unarticolazione di funzioni cheassicuri le competenze tecniche e i poteri necessari per la verifica, valutazione, gestione econtrollo del rischio, nonch un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto

    delle misure indicate nel modello.

    4. Il modello organizzativo deve altres prevedere un idoneo sistema di controllo*sullattuazione del medesimo modello e sul mantenimento nel tempo delle condizioni diidoneit delle misure adottate. Il riesame e leventuale modifica del modello organizzativo

    devono essere adottati, quando siano scoperte violazioni significative delle norme relative allaprevenzione degli infortuni e alligiene sul lavoro, ovvero in occasione di mutamentinellorganizzazione e nellattivit, in relazione al progresso scientifico e tecnologico.

    * La delega di funzioni non esclude lobbligo di vigilanza in capo al datore di lavoro in

    ordine al corretto espletamento da parte del delegato delle funzioni trasferite. Quindi

    il Modello esimente per lente pu avere un effetto analogo sulla culpa in vigilandodel datore

    D.D. LgsLgs. 81/2008. 81/2008Articolo 30Articolo 30Modelli di Organizzazione e GestioneModelli di Organizzazione e Gestione

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    5. In sede di prima applicazione, i modelli di organizzazione aziendale definiti conformemente alleLinee guida UNI-INAIL per un sistema di gestione della salute e sicurezza sul lavoro (SGSL) del

    28 settembre 2001 o al British Standard OHSAS 18001:2007* si presumono** conformi ai requisitidi cui ai commi precedenti per le parti corrispondenti. Agli stessi fini ulteriori modelli diorganizzazione e gestione aziendale possono essere indicati dalla Commissione di cui allarticolo6***.

    6. Ladozione del modello di organizzazione e di gestione di cui al presente articolo nelle impresefino a 50 lavoratori rientra tra le attivit finanziabili ai sensi dellarticolo 11.

    * Fino ad oggi, il legislatore aveva di definito il contenuto "minimo" dei Modelli di organizzazione, chevenivano poi adottati "sulla base di codici di comportamento redatti dalle associazioni rappresentative

    degli enti" (D.Lgs. 231/01, art. 6, co. 3). Ora, pur non arrivando a definire la struttura dei Modelli, ne

    articola dettagliatamente il contenuto e l'ambito di estensione, facendo esplicito richiamo alle "LineeGuida UNI-INAIL per un sistema di gestione della salute e sicurezza sul lavoro (SGSL)" o allo

    standard OHSAS 18001 quale riferimento per la redazione dei modelli di organizzazione, gestione econtrollo

    ** il modello si presume conforme ai requisiti richiesti dallo stesso articolo 30. Si tratta di presunzione

    relativa, vale a dire superabile in sede di accertamento giudiziario.*** la Commissione consultiva permanente, istituita presso il Ministero del Lavoro

    D.D. LgsLgs. 81/2008. 81/2008Articolo 30Articolo 30Modelli di Organizzazione e GestioneModelli di Organizzazione e Gestione

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    Le Linee di Indirizzo SGILe Linee di Indirizzo SGI

    INAIL/ASIEP/Organizzazioni SindacaliINAIL/ASIEP/Organizzazioni Sindacali

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    LLACCORDO INAIL/ASIEP/ORGANIZZAZIONI SINDACALIACCORDO INAIL/ASIEP/ORGANIZZAZIONI SINDACALI

    Un Progetto per lo sviluppo di Sistemi Gestione Integrati Ambiente SaluteSicurezza condivisi dalle Aziende del Settore Energia-Petrolio

    Gi dieci mesi prima della pubblicazione del Testo Unico sulla Sicurezza e Salute sulLavoro, prima ancora della diffusione della L.123/2007, viene sancito un accordo, ilprimo trilaterale, con lobiettivo di creare un modello che coinvolga tutte le aziende,

    un modello preventivo che metta in moto meccanismi virtuosi, utile a verificare edincrementare la sicurezza e la salute sul lavoro nel rispetto dellAmbiente.

    Laccordo stato siglato il 28 giugno 2007, tra: INAIL, ASIEP, (l'associazione

    dell'energia e del petrolio ora CONFINDUSTRIA Energia) e organizzazioni sindacali(Filcem-Cgil, Femca-Cisl, Uilcem-Uil) per sperimentare azioni comuni, che favoriscanola prevenzione e contribuiscano a diffondere la cultura della sicurezza, nelle aziende delsettore, attraverso la realizzazione di un Sistema di Gestione Integrato sulla Salute,Sicurezza e Ambiente nel settore energia e petrolio.

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    LLACCORDO INAIL/ASIEP/ORGANIZZAZIONI SINDACALIACCORDO INAIL/ASIEP/ORGANIZZAZIONI SINDACALI

    In concreto INAIL, ASIEP e Sindacati hanno concordato di progettare un modello disistema di gestione della salute e della sicurezza e ambiente condiviso, attraverso ladesignazione di una task-force mista.Si trattato un accordo fortemente innovativo che ha avuto come sfondo limpegno, aconcorrere insieme alla definizione di strategie ambientali tese al miglioramento continuoe che, guardando al futuro, indica, nella trilateralit, un percorso anche ad altri

    settori industriali.Il progetto, che ha previsto il riconoscimento delle imprese del settore Energia -Petrolio che si impegnano ad utilizzare e a sviluppare il modello per la predisposizionedi un Sistema di Gestione Integrato (SGI) Salute - Sicurezza Ambiente, conforme almodello proposto, ha visto la sua conclusione con la presentazione delle Linee

    dIndirizzo SGI-AE frutto del lavoro di un gruppo articolato, composto darappresentanti dellINAIL, di ASIEP (ora Confindustria Energia) e delle sue aziendeassociate e delle organizzazioni sindacali di categoria, che ha operato con un forte spiritodi collaborazione.

    Il documento presentato stato approvato dal consiglio di amministrazione dellINAILnella seduta del 15/07/2008

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    LLACCORDO INAIL/ASIEP/ORGANIZZAZIONI SINDACALIACCORDO INAIL/ASIEP/ORGANIZZAZIONI SINDACALI

    Le linee di indirizzo sono state sviluppate, in conformit a:

    Sistema di Gestione AmbientaleSistema di Gestione AmbientaleSistema di Gestione AmbientaleUNI EN ISO 14001UNI EN ISO 14001UNI EN ISO 14001

    Sistema di Gestione Sicurezza e SaluteSistema di Gestione Sicurezza e SaluteSistema di Gestione Sicurezza e SaluteOHSAS 18001OHSAS 18001OHSAS 18001

    Sistema di Gestione Sicurezza e SaluteSistema di Gestione Sicurezza e SaluteSistema di Gestione Sicurezza e SaluteLG UNI-INAILLG UNILG UNI--INAILINAIL

    Pertanto, la concreta applicazione da parte delle imprese va considerata condizionesufficiente * per la concessione della riduzione del premio assicurativo ai sensi dellart.24 DM 12.12.2000.

    * Con la comunicazione Prot. n. 477 del 13/01/2009, lINAIL conferma laggiornamentodella modulistica e delle istruzioni allegate per la richiesta da parte delle aziende interessate

    della riduzione del premio tariffa in conseguenza alladozione di un SGI conforme alle lineedi indirizzo INAIL-ASIEP

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    LLACCORDO INAIL/ASIEP/ORGANIZZAZIONI SINDACALIACCORDO INAIL/ASIEP/ORGANIZZAZIONI SINDACALI

    Pur restando, pertanto, responsabilit esclusive dellimprenditore

    le politiche di gestione di sicurezza, ambiente e sviluppo sostenibile, gli obiettivi di miglioramento a valle della valutazione dei rischi,

    lorganizzazione e le risorse tecniche ed economiche finalizzate alla realizzazionedel sistema ed al conseguimento degli obiettivi di miglioramento,

    ladesione al SGI-AE da considerarsi, in virt delle disposizionilegislative e regolamentari e ai sensi delle modalit di applicazione dellatariffa dei premi INAIL, un intervento rilevante nel campo della salute esicurezza sul lavoro, da cui consegue la possibilit per lazienda di

    richiedere allINAIL la riduzione del premio assicurativo nei modi enella misura previste.

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    PERCHPERCH UN SISTEMA GESTIONE INTEGRATOUN SISTEMA GESTIONE INTEGRATO

    Un Sistema di Gestione costituito da Struttura Organizzativa, Prassi,

    Procedure, Processi e Risorse per elaborare, mettere in atto e mantenereattiva la Politica Aziendale che pu considerare diversi aspetti: Qualit

    Ambiente

    Salute Sicurezza

    Responsabilit Sociale

    La differenza fondamentale tra tali aspetti, lassoluta volontariet di

    adesione alla gestione in Qualit e Responsabilit Sociale, mentre neglialtri ambiti, soprattutto per Salute e Sicurezza, limplementazione diSistemi di Gestione obbligo di legge (v. D.Lgs. 344/99 e s.m.i.).

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    PERCHPERCH UN SISTEMA GESTIONE INTEGRATOUN SISTEMA GESTIONE INTEGRATO

    Ladesione volontaria a Sistemi di Gestione Sicurezza fortemente suggerito dalnuovo Testo Unico sulla Sicurezza e Salute sul Lavoro (D.Lgs. 81/08) attraverso

    lintroduzione di meccanismi premianti per le imprese virtuose.Anche lambiente con il suo impatto sul sistema sociale, politico ed economico rivesteunimportanza notevole se consideriamo le risorse naturali come beni collettivi.

    Le norme stesse incoraggiano un approccio integrato: La OHSAS 18001, nellintroduzione, dice testualmente: OHSAS 18001 e stato

    sviluppato coerentemente con gli standard ISO 9001 e ISO 14001 allo scopo difacilitare lintegrazione dei sistemi qualit, ambiente e sicurezza, comeauspicabile.

    La ISO 14001, allAppendice A, cita: Lintegrazione delle discipline ambientali nelsistema di gestione globale dellorganizzazione pu contribuire allefficaceintroduzione del sistema di gestione ambientale, cos come alla sua efficienza ealla chiarezza dei ruoli.

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    PERCHPERCH UN SISTEMA GESTIONE INTEGRATOUN SISTEMA GESTIONE INTEGRATO

    Pertanto lintera organizzazione risulta valorizzata da una visione unitaria dellinterosistema aziendale, attraverso

    un maggior risalto degli obiettivi comuni;

    lottimizzazione delle risorse il contenimento dei costi una migliore integrazione delle competenze

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    LO SVILUPPO DELLE LINEE GUIDA SGI INAIL/ASIEPLO SVILUPPO DELLE LINEE GUIDA SGI INAIL/ASIEP

    Il progetto, grazie allapporto diretto di numerosi rappresentanti di grandi aziendenazionali associate (ENI, ERG, API-IP, EXXONMOBIL, SARAS, ecc.) operanti sui

    temi salute, sicurezza e ambiente, ha consentito di importare le migliori metodologie digestione integrata HSE gi adottati dalle stesse aziende nelle modalit applicative emetodologiche indicate.

    Ladesione consiste nellimplementazione di un Sistema di Gestione Integratoconforme alle Linee dIndirizzo, tenendo conto delle caratteristiche complessivedellimpresa (dimensioni, tipologie produttive, cicli tecnologici, strutturadellorganizzazione, ecc.) che intende adottarlo, definendo le modalit per individuare,allinterno della struttura organizzativa aziendale, le responsabilit, le procedure, i

    processi e le risorse per la realizzazione della politica aziendale di prevenzione,nellassoluto rispetto delle norme vigenti in tema di Salute, Sicurezza e Ambiente vigenti.

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    LA TASK FORCELA TASK FORCE

    INAIL LiguriaMassimo Mattarelli

    SARPOM TrecateRosario Lentini

    IES MantovaAndrea Capuzzo

    IPLOM BusallaEraldo Parodi

    Gruppo 3

    INAIL RomaGiambattista Zarrelli

    INAIL RomaPaolo Fioretti

    ENI Divisione Refining & MarketingClaudio Tata

    Raffineria API AnconaAntonello Lenti

    Gruppo 2

    INAIL RomaGiannunzio Sinardi

    INAIL RomaFabrizio Benedetti

    API-IPLuca Masellis

    CGILDomenico Marcucci

    ASIEPFrancesco Pizzo

    ASIEPMassimo Cappelli

    Gruppo 1

    INAIL SiciliaLeonardo Schifano

    INAIL SiciliaSalvatore Marcellino

    RAM MilazzoAntonio Buccarelli

    ERG SiciliaSebastiano Spampinato

    Gruppo 6

    INAIL SardegnaPietro Mura

    SARAS CagliariAnnalisa Aru

    SARAS CagliariIgnazio Piras

    Gruppo 5

    Uilcem UIL RomaSandro Santicchia

    CISL RomaRoberta Rossi

    CISLStefano Ruvolo

    ExxonMobilFrancesco Ferrarini

    Gruppo 4

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    LA STRUTTURA DELLE LINEE GUIDA INAIL/ASIEPLA STRUTTURA DELLE LINEE GUIDA INAIL/ASIEP

    Le Linee dIndirizzo SGI-AE si articolano in una serie di schede nellequali vengono descritti i requisiti e le modalit di corretta gestione di

    specifici processi correlati ed interagenti che compongono un sistemadi gestione aziendale.

    I diversi processi descritti in ogni scheda sono trattati con approccio disistema che li collega ai processi correlati ai quali rimanda per lespecifiche indicazioni operative.

    Ogni scheda descrive il processo del SGI-AE a cui si riferisce, secondo loschema standard di seguito riportato

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    LA STRUTTURA DELLE LINEE GUIDA INAIL/ASIEPLA STRUTTURA DELLE LINEE GUIDA INAIL/ASIEP scopo e obiettivi: che esplicitano cosa si prefigge il processo;

    elementi di sistema: nei quali sono spiegati i requisiti e le modalit operative con cuisvolge il processo;

    documentazione di riferimento in cui sono riportati: i riferimenti normativi esterni che pongono vincoli al processo, incluse le leggi e le norme

    di gestione, o possono fornire indicazioni di riferimento, i collegamenti ai processi correlati delle stesse Linee dIndirizzo SGI-AE,

    lelenco delle procedure e delle registrazioni di cui si richiede limplementazione nella fasedi applicazione in azienda di queste Linee dIndirizzo;

    ruoli e responsabilit: che indicano, in conformit a quanto descritto nel processo 4.1, iruoli e le funzioni delle diverse figure aziendali coinvolte nelle attivit di ogni processo,anche tenendo conto degli obblighi di legge;

    meccanismo di verifica: in cui viene descritto come si misura lefficacia del processo.

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    La struttura del SGI Salute Sicurezza Ambiente si adatta agli standard delle norme UNI-EN-

    ISO 14001 e OHSAS 18001, ed rappresentabile attraverso il ciclo di Deming:

    3.3.PianificazionePianificazione

    MiglioramentoMiglioramento

    continuocontinuo2. Politica2. Politica

    4. Attuazione4. Attuazione

    5. Verifica5. Verifica

    6. Riesame6. Riesame

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    Pianificazione

    4.3.3D4.3.3Obiettivi e traguardi3_4

    4.3.1Analisi e valutazione dei rischi

    Ambiente3_3

    4.3.1

    Analisi e valutazione dei rischi Salute e

    Sicurezza3_2

    4.3.2

    D

    4.3.2 - 4.5.2Identificazione e gestione della

    normativa applicabile3_1

    TestoElemento

    UNI ENISO

    14001:2004

    LineeGuidaSGSL

    UNI 2001

    OHSAS18001:2007

    Linea Guida SGI-AE

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    22 4.4.7D4.4.7Preparazione e risposta alle emergenze4_6DPI4_5_7

    Sorveglianza sanitaria4_5_6

    Manutenzione ed ispezione4_5_5

    Gestione terzi (Appaltatori ed Approvvigionamenti)4_5_4 4.4.6

    4.4.6

    Permessi di Lavoro4_5_3

    4.3.1 - 4.4.64.3.1 - 4.4.6Gestione dei Cambiamenti4_5_2

    4.4.64.4.6Procedure Operative4_5_1

    Controllo Operativo4_5

    4.4.4 - 4.4.5 -4.5.4E.64.4.4 - 4.4.5 -4.5.4Documentazione del Sistema di gestione4_4

    4.4.3E.24.4.3Comunicazione, Consultazione, Partecipazione erapporto con l'esterno

    4_3

    4.4.2E.44.4.2Competenza, formazione e consapevolezza4_2

    4.4.1E.24.4.1

    Definizione ed assegnazione delle responsabilit,

    autorit, ruoli,4_1

    4.44.4Attuazione4

    TestoElemento

    UNI EN

    ISO14001:2004

    Linee Guida

    SGSL UNI2001

    OHSAS18001:2007Linea Guida SGI-AE Attuazione

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    Verifica

    4.5.5F.14.5.5Audit interni5_3

    4.5.3F.14.5.3Infortuni, incidenti, situazioni pericolose, nonconformit, azioni correttive ed azionipreventive

    5_2

    4.5.1 - 4.5.2F.34.5.1 - 4.5.2La Sorveglianza e le misurazioni5_14.54.5Verifica5

    TestoElemento

    UNI ENISO

    14001:2004

    Linee GuidaSGSL UNI

    2001

    OHSAS18001:2007

    Linea Guida SGI-AE

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    Esempio 1Esempio 1

    Manutenzione ed IspezioneManutenzione ed Ispezione

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    Scopo Definire le operazioni ed i flussi informativi connessi alle attivit dimanutenzione e di ispezione, precisando competenze e responsabilitdelle funzioni aziendali coinvolte.

    Obiettivi e

    risultati attesi

    Fornire una metodologia, per un corretto approccio alle attivit dimanutenzione, ispezione e collaudi, assicurando lassolvimento degli

    adempimenti previsti dalla normativa in tema di Salute, Sicurezza eAmbiente.

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    Elementidel

    sistema

    Pianificazione

    Lattivit di pianificazione viene effettuata in linea con le politiche aziendali

    e, in particolare, sulla base dei seguenti elementi: contenimento dei tempi e costi di manutenzione

    riduzione al minimo degli interventi in manutenzione a guasto

    ottimizzazione, eventualmente massimizzandoli, degli interventi inmanutenzione predittiva

    constatazione di anomalie di funzionamento risultati delle attivit ispettive e/o dei collaudi

    programmazione dei cicli di fermata, sulla base dellesperienza operativae dei vincoli impiantistici o di legge.

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    Elementi delsistema

    Analisi delle criticit Lattivit di analisi delle criticit, basata su specifichetecniche effettuata per stabilire un rating di criticit per le aree prese inesame e per ciascuna apparecchiatura, al fine di definire le priorit manutentive

    dellapparecchiatura in esame sulla base di parametri quali, per esempio,Sicurezza, Ambiente e Produzione.Lazienda effettua la classificazione delle aree sulla base di un metodo apunteggio e sistema a logica on/off attraverso il quale giunge alladeterminazione del valore di rischio associabile a ciascuna area.Alla determinazione del valore di rischio associabile allarea si accompagna sulla

    base di precise metodologie, la determinazione della criticit delleapparecchiature.Sulla base degli esiti di tale attivit, si devono sviluppare e definire gliscadenziari relativi alle attivit di ispezione e collaudo sulle macchine,attrezzature e apparecchiature di impianto in accordo con le politichemanutentive, le procedure aziendali e le specifiche norme vigenti.

    Le ispezioni sono condotte, sulla base degli scadenzari predisposti, mediantecontrolli eseguiti attraverso il supporto di specifiche istruzioni operative.I risultati di tali ispezioni sono registrati su opportuna reportistica e costituisconoil principale strumento attraverso il quale si da seguito alle attivit manutentive.

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    Elementidel

    sistema

    Programmazione

    Sulla base dei risultati dellattivit di pianificazione si provvede a redigere

    un programma di manutenzione preventiva per tutte le macchine ocomponenti che dallanalisi di criticit necessitano di questo tipo dimanutenzione.

    Il programma dovr essere sviluppato in modo da identificare tipologia efrequenza dellintervento manutentivo, parti di ricambio associate

    allintervento, dati caratteristici da rilevare durante lo stesso enellavviamento successivo.

    Nel caso di compresenza di pi lavorazioni dovr essere redatto unDocumento Unico per la Valutazione dei Rischi da Interferenza (DUVRI),per coordinare gli interventi di protezione e prevenzione dai rischi cuisono esposti i lavoratori, al fine di eliminare rischi dovuti alleinterferenze.

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    Elementidel

    sistema

    Verifiche di sicurezza e ambiente

    In questa fase, vengono effettuate le opportune valutazioni di tipo

    ambientale e di sicurezza, valutando: smaltimento rifiuti,

    rischi di contaminazione delle acque e del suolo e conseguenti misure dicontenimento,

    esigenze di campionamento,

    utilizzo di sostanze pericolose, rischi specifici legati all'attivit nell'area.

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    Elementidelsistema

    Attivit preliminari

    Occorre effettuare unanalisi del rischio dellattivit di manutenzione

    prevedendo eventuali misure di riduzione del rischio.Nel caso di situazioni anomale o particolarmente pericolose opportunoindividuare:

    procedure operative

    DPI collettivi e/o individuali

    controlli e personale in appoggio mezzi di estinzione a portata di mano

    mezzi di salvataggio predisposti

    Ogni attivit di manutenzione deve essere preparata/organizzata dopoanalisi di rischio dettagliata e individuazione dei lavori preliminari, qualiponteggi, messa in sicurezza, etc. ed attivit di coordinamento perleliminazione dei rischi dovuti ad interferenze delle varie attivitlavorative.

    Inoltre dovr essere attuato il coordinamento tra le imprese, verificando leinterferenze tra le varie imprese appaltatrici con un DUVRI.

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    Elementi delsistema

    Modalit di esecuzione

    Prima di intraprendere le attivit manutentive occorre informare le autoritcompetenti ove previsto dalla legge.

    Le modalit di esecuzione dovranno tener presenti i rischi ambientalidellimpianto/stabilimento in cui si opera.

    Attivit di manutenzione

    Lazienda pu avvalersi di ditte/consulenti specializzati con cui stipula i contratti di

    manutenzione. Lintervento di societ terze pu essere determinato da necessit diconoscenze specialistiche o valutazioni di tipo economico.

    In caso di stabilimenti a rischio di incidente rilevante le specifiche dellelinee/apparecchiature che verranno sostituite per manutenzione dovranno averecaratteristiche tecniche migliorative nel campo della sicurezza e tutte le attivit dimontaggio dovranno essere svolte con piani di controllo specifici.

    I manuali operativi e meccanici delle apparecchiature/impianti devono essere sempreaggiornati a valle della manutenzione.

    Tempistica durante lesecuzione

    Durante le attivit manutentive dovr essere verificato il rispetto delle norme sugli

    orari di lavoro sia in fase di programmazione che di esecuzione.

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    Elementi delsistema Piani di Controllo Specifici (PCS).La struttura dei PCS, deve riportare le seguenti voci: oggetto e descrizione del controllo norme/documentazione di riferimento responsabile del controllo responsabile verifica (se esterno) strumento utilizzato (se applicabile)

    data prevista/data effettiva del controllo valore atteso e tolleranza ammessa (se applicabile) valore riscontrato altre eventuali informazioni richieste dal Committente

    . Una volta definiti, tali Piani, vengono concertati con chi andr a svolgerelattivit (azienda esterna o officina interna).

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    Elementi delsistema

    Piani di ManutenzioneScadenziario delle attivit di manutenzione, redatto individuando:la tipologia di intervento (per macchinari o per processo)Le attivit di bonifica e di messa in sicurezzaAltre attivit preliminari (ponteggi, ciecature, isolamenti, ecc)La tempistica (durante i turni di lavoro, in continuo durante le fermate, adimpianti fermi, il periodo dellanno e la durata stimata)Le Modalit di esecuzione (con impianti/attrezzature standard o speciali, adimpianti/macchinari fermi o ad impianti/macchinari in funzione)

    La tempistica della manutenzione programmata (preventiva e predittiva) vaidentificata in base a indicazioni del fornitore (libretto uso e manutenzione),tempo di utilizzo, esperienze dellutilizzatore, durata (vita utile) dicomponenti, fluidi o parti accessorie, storicit degli eventi, prescrizionilegislative, esigenze produttive.Per la manutenzione straordinaria, invece, i riferimenti per lindividuazione

    della tempistica sono eventuali richiami del fornitore, estreme condizioni diutilizzo (ad es. alte temperature), azioni preventive per usi imprevisti ostraordinari, adeguamenti previsti per leggi o regolamenti, ed, in ogni caso,in ottemperanza ad ispezioni periodiche di legge

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    Elementi delsistema

    Piano di MonitoraggioLe aziende devono redigere un piano di monitoraggio dei collaudi/ispezioni

    istituzionali in adempienza alle norme. Per far questo tengono aggiornato unregistro contenente almeno otto campi:Ambito: deve essere riportata la legge e larticolo di riferimento (TUAmbiente, TU Sicurezza, ecc.)Fattore: aspetto di ambiente/sicurezza monitorato (aree classificate,rumore, rifiuti etc.)Codice punto di controllo: elemento identificativodellapparecchiatura/impianto che verr controllato;parametri caratteristici: sono le variabili che verranno attenzionare (livelloesposizione giornaliera Leq Lpeak in riferimento al fattore rumore, ecc.)modalit: descrizione di come si intende effettuare lispezionie (rilievi incampo etc.)metodologia: standard di riferimento per lindagine (UNI, CEI etc.))

    Frequenza di rilevazioneNote: eventuali osservazioni scaturite dal controllo.

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    Elementi del

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    Risorse per lesecuzione

    Possono essere identificate in personale di manutenzione interno, personaleesterno, personale misto e specialisti.Il personale deve avere adeguata formazione ed esperienza comprovatanellattivit lavorativa che andr a svolgere, per cui necessario verificarelidoneit delle maestranze allattivit da svolgere.Verificare leffettiva formazione di tutto il personale coinvolto nellattivit inoggetto.Nei lavori particolarmente a rischio (V. lavori allinterno di apparecchiature oin spazi confinati) sar necessaria adeguata assistenza dallesterno conpersonale fornito di idonei mezzi di comunicazione.Per lesecuzione di attivit in spazi confinati dovr essere verificato, da partedel SPP; il massimo numero di persone che possono operare allinternodellapparecchiatura, affinch in caso di evacuazione, questa avvenga nel

    minor tempo possibile.

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    Esempio 2Esempio 2

    Preparazione e risposta allePreparazione e risposta alleemergenzeemergenze

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    Scopo Definire strutture operative e azioni per fronteggiare e

    risolvere situazioni di pericolo che possono creare dannialle persone, allambiente, alle cose.

    Obiettivi erisultati attesi

    Eliminazione/riduzione dei potenziali effetti dannosi perluomo, lambiente, le cose tramite la definizione dellestrutture e delle modalit operative per affrontare lesituazioni di emergenza.

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    Elementi delsistema

    E possibile definire il piano di emergenza come linsieme delle misurestraordinarie da attuare in caso di accadimento di incidenti.Il sistema di gestione delle emergenze elaborato tenendo conto di:corretta e puntuale individuazione dei rischi dello stabilimento;studio degli scenari incidentali (anche per aziende non sottoposte aSeveso);Il piano per la gestione delle emergenze sar redatto previa consultazionedegli RLS e del Medico competente.Allo scopo di realizzare linsieme delle misure da attuare in caso di incidenti,il datore di lavoro, designa dei lavoratori con compiti speciali, organizzastrutture mezzi ed equipaggiamenti, come di seguito descritto:

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    Elementi delsistema

    Operatori designati per misure speciali.Gli operatori addetti allattuazione delle misure di Prevenzione e lottaantincendio, al salvataggio, al primo soccorso ed allevacuazione sonodesignati fra i lavoratori presenti in azienda e sono coloro che hannosostenuto una specifica formazione per intervenire in situazioni diemergenza. Essi devono essere immediatamente disponibili alloccorrenza;

    la pronta disponibilit intesa come presenza fisica sempre assicurataallinterno degli ambienti di lavoro.La qualificazione professionale, e il relativo addestramento, devono esseredirettamente correlati al compito da svolgere in fase di emergenza.Il ruolo principale di questi operatori quello di fronteggiare rapidamente etecnicamente levento e ridurre per quanto possibile i danni, utilizzando i

    mezzi e lequipaggiamento predisposti dal datore di lavoro.

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    Elementi delsistema

    Equipaggiamento, mezzi, strutture ed attrezzature di emergenza.Questi sono costituiti da:mezzi personali di protezione;mezzi di salvataggio;attrezzature antincendio intese sia come sistema fisso distribuitocapillarmente nello stabilimento, sia da mezzi antincendio aziendali;attrezzature necessarie per fronteggiare lemergenza;infermeria, attrezzature e mezzi di primo soccorso, necessari perintervenire in caso di infortunio;specifica segnaletica e cartellonistica;centri di raccolta per il personale evacuato;dei quali devono fare uso gli operatori addetti alla gestione delle

    emergenze, alla prevenzione e lotta antincendio, al primo soccorso eallevacuazioneLa procedura dovr anche prevedere i seguenti Piani (parti integranti dellaprocedura):

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    Elementi del

    sistema

    Piano di Evacuazione

    La procedura deve prevedere un piano di evacuazione, per grado diemergenza, per tutto il personale non appartenente allorganizzazionedellemergenza.Nel piano dovranno essere descritti i centri di raccolta, le vie di esodo,con raccomandazione rispetto agli atteggiamenti da tenere durantelevacuazione.

    Piano di Primo SoccorsoVa definito un piano di Primo soccorso per eventuali infortuni avvenutia causa dellemergenza. Il piano terr conto delle risorse e dellestrutture disponibili allinterno o in zone limitrofe al sito.

    Nel piano dovr essere contenuta una planimetria, che evidenzi ipossibili accessi e percorsi per i mezzi di soccorso.

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    Esempio 3Esempio 3

    Infortuni, incidenti,Infortuni, incidenti,situazioni pericolose, NC,situazioni pericolose, NC,

    AC e APAC e AP

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    Scopo Gestire ogni non conformit a normative, procedure e buone prassi intema di HSE, riscontrate in occasione dei monitoraggi di cui alprocesso 5.1 delle presenti linee guida.

    Obiettivi e risultatiattesi

    Intraprendere le azioni opportune a prevenire e correggere le nonconformit riscontrate durante le attivit di monitoraggio e

    sorveglianza pianificate, nel presupposto che il corretto trattamentodelle non conformit costituisce elemento indispensabile per ilfunzionamento nel tempo del sistema di gestione integrato HSE econsente di mantenere la capacit del sistema di migliorare i livelli diHSE.

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    Elementi del

    sistema

    Le non conformit riscontrate nel corso del monitoraggio possono

    presentarsi ai diversi livelli su cui questo articolato e richiedere diversemodalit di trattamento.

    a) Le sanzioni/prescrizioni comminate da Enti di controllo esternirichiedono la comunicazione immediata del provvedimento alla Direzioneaziendale e lattivazione del sistema di gestione interna e del sistema di

    prevenzione e protezione per la risoluzione delle non conformit entro ilimiti imposti nel verbale di sanzione/prescrizione e dei requisiti di Leggeapplicabili.

    b) Le non conformit riscontate nel monitoraggio di 1 livello(monitoraggio continuo tramite misurazioni individuate al punto 5.1 delpresente manuale) richiedono un intervento immediato per il ripristinodelle condizioni corrette, sia da parte delloperatore, se questo rientranelle sue competenze e capacit, sia da parte del superiore gerarchico.Le non conformit riscontrate nel monitoraggio previsto dalle procedureo istruzioni richiedono limmediata segnalazione al superiore gerarchicoed al RSGI per lopportuno intervento per la rimozione del problematecnico o organizzativo riscontrato.

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    Elementi del

    sistema

    c) Le non conformit riscontrate nel monitoraggio di 2 livello (audit

    interni pianificati dallRSGI in relazione agli obiettivi individuati in sede diriesame della direzione) richiedono un riesame della correttezza delleprocedure o istruzioni di Sistema, della loro effettiva applicazione e delleazioni di informazione, formazione e sensibilizzazione attuate, anche perlapplicazione dei provvedimenti correttivi previsti.

    Il RSGI analizza le n.c. segnalate o riscontrate e stabilisce se sianoriconducibili a problemi tecnici, comportamentali, o organizzativi; sullabase di questa analisi elabora e propone le variazioni alle procedure eistruzioni di SSL ed al Programma di sensibilizzazione, informazione,formazione e addestramento.Al verificarsi di un incidente il responsabile di funzione avviaimmediatamente le azioni correttive necessarie e segnala laccaduto elintervento attuato al RSGI ed al RSPP.Una specifica istruzione operativa definisce le modalit per lasegnalazione ed il trattamento di incidenti e infortuni.Una specifica istruzione operativa definisce le modalit per lasegnalazione ed il trattamento delle non conformit.

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    CONCLUSIONICONCLUSIONI

    Si evidenzia che quanto realizzato, attraverso i progetto, ha anticipato alcune delledisposizioni del D.Lgs. 81/2008, vigente dal 15 maggio 2008 ed in particolare quelle

    dellart. 30 del disposto normativo.

    Il risultato raggiunto rappresenta unulteriore testimonianza dellavalidit di un sistemadi Relazioni Industriali e di positivi rapporti con lINAIL, che prevede la

    identificazione e condivisione di modelli, da trasformare nellapplicazione di buoneprassi in tema di sicurezza, salute e ambiente, per sostenere quella cultura della sicurezzae prevenzione che, nel corso degli anni, divenuta un patrimonio distintivo delleimprese e dei lavoratori del settore dellEnergia e Petrolio.

    Rappresenta inoltre una positiva messa in pratica delle direttive emanate dagli OrganidellINAIL per la valorizzazione degli incentivi economici e dei meccanismipremiali per le imprese virtuose, semplificando le modalit di accesso ai benefici.

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