Michele RIondino fuorilegge

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22 23 Superata la sbornia degli ascolti record, il protagonista de Il giovane Montalbano smette i panni del poliziotto e a teatro indossa quelli, inquietanti, di un balordo antisociale. In attesa che Andrea Camilleri... Camilleri. Se ne riparlerà quando lui avrà scritto nuovi episodi, nuove storie. Per quanto mi riguarda ho già detto che non mancherò a quell’appuntamento. Mi è piaciuto troppo lavorare con questo grande scrittore. Per me è stato come seguire un super master dell’Accademia con lezioni private. Da non credere». Intanto il legame con la famiglia Camilleri è solo parzialmente sospe- so. Infatti sul palco con Riondino tro- viamo Alessandra Mortelliti, attrice e autrice, che di Camilleri è una delle nipoti. «Ci siamo conosciuti sul set del “Giovane Montalbano”» racconta Michele «Alessandra ha avuto una parte in “Capodanno”, il secondo episodio. Abbiamo fatto amicizia. Ci unisce lo stesso percorso accademico: io mi sono diplomato alla D’Amico, quando Alessandra era iscritta al primo anno. In Sicilia, dove abbiamo girato, durante le pause Alessandra mi ha dato da leg- gere “La vertigine del drago”, una pièce teatrale che aveva appena scritto e che voleva mettere in scena. Il fatto che nel testo si confrontino e si scontrino due stereotipi come una zingara rom e uno skinhead ha catturato subito la mia at- tenzione. Mi colpì anche la disponibilità di Alessandra che mise nelle mie mani, le mani di uno sconosciuto, un’opera a cui lei tiene tanto, dandomi carta bian- ca anche nella regia. A prescindere da Personaggi& Tv Testo di Nicoletta Brambilla - foto di Massimo Sestini Commissario o fuorilegge? MICHELE RIONDINO continua a pag. 25 Superfiction e recite d’autore Nella foto, Michele Riondino (è nato a Taranto 33 anni fa) sul set del «Giovane Montalbano» e, a destra, alle prove dello spettacolo teatrale «La vertigine del drago» di cui è interprete (nella parte di un naziskin) e regista. ESCLUSIVO Intanto a Cinecittà si girano 4 nuovi episodi della serie originaria: rivedremo Luca Zingaretti in autunno A Cinecittà, il regista Alberto Sironi ha ricostru- ito gli interni del commissariato di Vigata e proprio in questi giorni sta girando le ultime scene del nuovo Montalbano. Così altre quattro puntate (tratte da «Il sorriso di Angelica», «La lama di Luce», «Il gioco degli specchi» e «Una voce di notte») saranno presto pronte. La mes- sa in onda autunnale segnerà il ritorno di Luca Zingaretti (50 anni, a destra) nei panni di Salvo Montalbano. Un ritorno molto atteso dopo la parentesi occupata con successo da Michele Riondino (a sinistra, con Sarah Felberbaum, 32) nel ruolo di un giovane Montalbano agli inizi della carriera in Polizia. Anche Riondino, come Zingaretti, è una «creatura» del pro- duttore Carlo Degli Esposti. Che dice: «Lo vidi nel film “Noi credevamo” di Mario Martone prodotto dalla mia Palomar. Cercavo un attore giovane che ricordasse un po’ Che Guevara. Michele era perfetto. Con lui, Zingaretti, Kim Rossi Stuart, Martone, Alessandra Mortelliti e ora anche con Gianni Amelio (col quale pro- durrò «L’intrepido») voglio trasformare la mia casa di produzione in una “factory” di talenti». È sul palcoscenico di diversi teatri che Michele Riondino cercherà di smaltire la sbornia di successo arrivata con la serie «Il giovane Montalbano» (una media di 8 milioni di spettatori per tutte e sei le puntate trasmesse da Raiuno la scorsa prima- vera). «Sono una persona posata, con i piedi ben piantati per terra» esordisce l’attore pugliese «ma un successo così massiccio ha rischiato di travolgere e stravolgere anche me. Per resettarmi e riprendere il contatto con la realtà mi concedo un privilegio: girare l’Italia mettendo in scena non uno ma tre di- versi spettacoli». Noi lo abbiamo incontrato a Roma alla Fonderia delle Arti, dove sta pro- vando «La vertigine del drago» che debutterà il 13 e 14 luglio al presti- gioso Festival di Spoleto. Ma l’anno teatrale di Riondino è iniziato lo scorso 11 maggio, quando al Ravello Festival ha proposto «The Fool on the Hill», un omaggio ai Beatles nel cinquantenario della nascita del gruppo inglese, reci- tato, cantato e musicato, dove l’attore ripercorre la storia di David Chapman, l’uomo che uccise John Lennon. In fase di preparazione poi c’è «Siamo solo noi», un testo generazionale (che non c’entra nulla con la canzone di Vasco Rossi) che debutterà a fine ottobre al Teatro della Tosse di Genova. E con «Il giovane Montalbano» come la mettiamo? «È stata un’esperienza incredibile, e spero ripetibile. Ma adesso penso ad altro. Tutti mi chiedono se tor- nerà, quando tornerà, come se dipendes- se da me. Tutto è nelle mani del maestro

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Tv sorrisi e canzoni, luglio 2012

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Superata la sbornia degli ascolti record, il protagonista de Il giovane Montalbano smette i panni

del poliziotto e a teatro indossa quelli, inquietanti, di un balordo antisociale. In attesa che Andrea Camilleri...

Camilleri. Se ne riparlerà quando lui avrà scritto nuovi episodi, nuove storie. Per quanto mi riguarda ho già detto che non mancherò a quell’appuntamento. Mi è piaciuto troppo lavorare con questo grande scrittore. Per me è stato come seguire un super master dell’Accademia

con lezioni private. Da non credere». Intanto il legame con la famiglia

Camilleri è solo parzialmente sospe-so. Infatti sul palco con Riondino tro-viamo Alessandra Mortelliti, attrice e autrice, che di Camilleri è una delle nipoti. «Ci siamo conosciuti sul set

del “Giovane Montalbano”» racconta Michele «Alessandra ha avuto una parte in “Capodanno”, il secondo episodio. Abbiamo fatto amicizia. Ci unisce lo stesso percorso accademico: io mi sono diplomato alla D’Amico, quando Alessandra era iscritta al primo anno.

In Sicilia, dove abbiamo girato, durante le pause Alessandra mi ha dato da leg-gere “La vertigine del drago”, una pièce teatrale che aveva appena scritto e che voleva mettere in scena. Il fatto che nel testo si confrontino e si scontrino due stereotipi come una zingara rom e uno

skinhead ha catturato subito la mia at-tenzione. Mi colpì anche la disponibilità di Alessandra che mise nelle mie mani, le mani di uno sconosciuto, un’opera a cui lei tiene tanto, dandomi carta bian-ca anche nella regia. A prescindere da

Personaggi&Tv Testo di Nicoletta Brambilla - foto di Massimo Sestini

Commissario o fuorilegge?Micheleriondino

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Superfiction e recite d’autore

Nella foto, Michele Riondino (è nato a Taranto 33 anni fa) sul set

del «Giovane Montalbano» e, a destra, alle prove dello spettacolo teatrale «La vertigine del drago»

di cui è interprete (nella parte di un naziskin) e regista.

esclusivo

Intanto a Cinecittà si girano 4 nuovi episodi della serie originaria: rivedremo Luca Zingaretti in autunno

ACinecittà, il regista Alberto Sironi ha ricostru-ito gli interni del commissariato di Vigata

e proprio in questi giorni sta girando le ultime scene del nuovo Montalbano. Così altre quattro puntate (tratte da «Il sorriso di Angelica», «La lama di Luce», «Il gioco degli specchi» e «Una voce di notte») saranno presto pronte. La mes-sa in onda autunnale segnerà il ritorno di Luca

Zingaretti (50 anni, a destra) nei panni di Salvo Montalbano. Un ritorno molto atteso dopo la parentesi occupata con successo da Michele Riondino (a sinistra, con Sarah Felberbaum, 32) nel ruolo di un giovane Montalbano agli inizi della carriera in Polizia. Anche Riondino, come Zingaretti, è una «creatura» del pro-duttore Carlo Degli Esposti. Che dice: «Lo vidi

nel film “Noi credevamo” di Mario Martone prodotto dalla mia Palomar. Cercavo un attore giovane che ricordasse un po’ Che Guevara. Michele era perfetto. Con lui, Zingaretti, Kim Rossi Stuart, Martone, Alessandra Mortelliti e ora anche con Gianni Amelio (col quale pro-durrò «L’intrepido») voglio trasformare la mia casa di produzione in una “factory” di talenti».

È sul palcoscenico di diversi teatri che Michele Riondino cercherà di smaltire la sbornia di successo arrivata con la serie «Il giovane

Montalbano» (una media di 8 milioni di spettatori per tutte e sei le puntate trasmesse da Raiuno la scorsa prima-vera). «Sono una persona posata, con i piedi ben piantati per terra» esordisce l’attore pugliese «ma un successo così massiccio ha rischiato di travolgere e stravolgere anche me. Per resettarmi e riprendere il contatto con la realtà mi concedo un privilegio: girare l’Italia mettendo in scena non uno ma tre di-versi spettacoli».

Noi lo abbiamo incontrato a Roma alla Fonderia delle Arti, dove sta pro-vando «La vertigine del drago» che debutterà il 13 e 14 luglio al presti-gioso Festival di Spoleto. Ma l’anno teatrale di Riondino è iniziato lo scorso 11 maggio, quando al Ravello Festival ha proposto «The Fool on the Hill», un omaggio ai Beatles nel cinquantenario della nascita del gruppo inglese, reci-tato, cantato e musicato, dove l’attore ripercorre la storia di David Chapman, l’uomo che uccise John Lennon. In fase di preparazione poi c’è «Siamo solo noi», un testo generazionale (che non c’entra nulla con la canzone di Vasco Rossi) che debutterà a fine ottobre al Teatro della Tosse di Genova.

E con «Il giovane Montalbano» come la mettiamo? «È stata un’esperienza incredibile, e spero ripetibile. Ma adesso penso ad altro. Tutti mi chiedono se tor-nerà, quando tornerà, come se dipendes-se da me. Tutto è nelle mani del maestro

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come andrà al Festival di Spoleto, sono certo che dedicando tempo al teatro, ho fatto la cosa giusta. Mi “disintossico” da Montalbano, ma continuo a giocare in famiglia». E come ci si trasforma in uno skinhead? «Conosco abbastanza bene l’ambiente, perché in gioventù i ragazzi che popolavano quel mondo erano i miei antagonisti politici. Da Internet ho scaricato di tutto sulla loro storia,

tanto che se mi dovessero sequestare oggi il computer potrei destare più di un sospetto. Esteriormente invece mi raperò a zero e mi tatuerò svastiche e teschi ovunque. Da paura. La cosa diver-tente è che il giorno dopo il debutto a Spoleto andrò in scena con lo spettacolo sui Beatles. Come farò a ritrovare le mie sembianze proprio non so».

L’impegno nella politica di Riondino non è stato solo una parentesi giovani-

le: ora si batte al fianco del sindacato degli artisti. «Faccio parte di Artisti 7607, un’organizzazione che da tempo si adopera affinché i lavoratori dello spettacolo abbiano una loro cassa di previdenza autonoma, visto che quella che c’era in passato, l’Imaie, pur fallita è stata rifondata dagli stessi che l’han-no fatta fallire. Una tipica assurdità italiana».

L’attore è anche chitarrista e leader del gruppo musicale «Invidia Project». A quando un debutto in piena regola? «Siamo lontanissimi da questa ipotesi. Con i miei amici di Taranto ci siamo dati questo nome perché ricorda proprio l’invidia che proviamo per i musicisti veri. Noi ci limitiamo a rifare in chiave elettronica i classici del rock. Qualcosa di nostro però stiamo provando a scri-verlo. Una prima messa a punto del nostro repertorio potremmo farla ad agosto nella villetta sugli scogli nel golfo di Taranto che ho affittato e dove andrò a trascorrere le mie vacanze». Giovane Montalbano permettendo... n

L a pièce «La vertigine del drago», scritta e in-

terpretata da Alessandra Mortelliti (31 anni, a sinistra con Michele Riondino in scena a teatro e, a destra, con suo nonno Andrea Camilleri, 86), mette a confronto una zingara rom e un naziskin. «Lo spunto me lo ha dato la realtà» spiega l’autrice. «Marianna, la protagonista, è una ragazza rom che chiedeva l’elemosina nel mio quartiere. Il suo modo di fare attirò la mia attenzione ed entrammo in confidenza. Sono andata a trovarla al suo campo e mi ha raccontato la sua storia. Per poterla mettere in scena avevo bisogno di un opposto. Sulla sua strada le ho fatto così trovare un naziskin. Nel racconto i due giovani si incontrano. Il naziskin la sequestra e insieme si nascondono in un garage. In quella situazione estrema tra i due emergono strane somiglianze. Amano il cinema, anche se lei adora “Dirty Dancing” e lui “Rambo”, ed entrambi soffrono di vertigini». Il contesto freddo e aspro della storia mostra anche un risvolto di pro-fonda umanità. Le vertigini del titolo sono anche quelle di cui soffre il drago, il protagonista della favola che il naziskin ha inventato per il suo bimbo morto in tenera età.

Mio nonno Andrea Camilleri

Libri, teatro e tv: è Montalbano connectionAndrea Camilleri Crea Montalbano nel 1994 con il libro «La forma dell’acqua».

Alessandra Mortelliti Nipote di Camilleri,

firma «La vertigine del drago» e recita nel

«Giovane Montalbano».

Michele Riondino Con il giovane

Montalbano entra a far parte della

scuderia Palomar.

Carlo Degli Esposti Produttore, con

la sua Palomar è il filo che unisce

la grande famiglia di Montalbano.

Luca Zingaretti Dal 1999 in tv veste i panni

del commissario Montalbano.